Title: Il compendio della musica
Author: Orazio Tigrini
Publication: Ricciardo Amadino (Venezia, 1588)
Principal editor: Frans Wiering
Funder: Utrecht University Netherlands Organization for Scientific Research (NWO)
Edition: 2000
Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht NetherlandsAL MOLTO REVERENDO M. GIOSEFFO ZARLINO DA CHIOGGIA, Musico Eccellentiss. & Digniss. Maestro di Cappella Della Serenissima Signoria di Venetia, Signor mio sempre osseruandiss.
D'Arezo il dì primo di Febraro MDLXXXVIII.
D. V. S. M. Reuerenda, & Eccellentiss. Affettionariss. Seruitore Oratio Tigrini.
AL MOLTO REVERENDO M. ORATIO TIGRINI, dignissimo Canonico Aretino S. S. osseruandiss. GIOSEFFO ZARLINO S.
DE L'ECCELL.te M. LODOVICO PANZANI.
QVando passò per le Celesti sfere
Tigrin, la bella e pura
Vostr'alma apprese il moto e la misura
De l'harmonia del Cielo:
Ond'hoggi n'insegnate
Come possiam, cantando, far le fere
Benigne e mansuete al caldo al gielo:
E mentre voi cantate,
A i vostri dolci accenti,
In Mar s'acquetan l'onde in Aria i uenti.
DEL MEDESIMO.
CHI l'harmonia Celeste
Cantando imitar vuole,
E cantando indolcir mill'alme meste;
Legga. & osserui quanto
In si preggiati inchiostri,
page v
Mà scritto a i giorni nostri,
Questo spirto gentil, che mentre il Sole
Splenderà in Ciel; terrà la gloria, e 'l vanto
A tutti gli altri, e solo
Con grido eterno andrà pel mondo a volo.
DI M. LVCA GVADAGNOLI.
QVesti sacrati Cigni
Che l'arenoso lido
Fan d'Adria risonar con dolci accenti;
Imparando da voi com'i concenti
Formar possin migliori
Già si preparan con un chiaro grido;
Per non vi torre i meritati honori,
Portan TIGRIN la vostra fama e 'l nome
De la dal Mar, che fa i flutti sanguigni;
Acciò mentre le chiome
Spiegherà Febo, in terra
Vivin, facendo à Morte illustre guerra.
DEL MEDESIMO.
SE non fosse empio il dire
TIGRIN, che possi un alma
Ir d'una in altra salma;
Direi certo, che quella
Di Pitagora in voi si fosse inuolta;
Per far vn altra volta
A l'egro Mondo udire
Vn'Armonia tanto piu grata e bella,
Quant'è piu de l'antica la nouella.
page vi
AL MAG. ET R. SIGNOR ORATIO TIGRINI Nell'Opera sua Musicale.
LAscin gl'Orsi li sdegni, e i fier Leoni
L'alta superbia lor pongano, homai
Cada al Lupo la rabbia, e i duri guai
Quiui habbian fine, e al deuorar perdoni.
Scaccin l'ombre nocenti (horridi doni)
Le selue opache, & a i fulgenti rai
Cedan il Cal conteso, & hoggi mai
Siano ricetto di concenti, e suoni.
Poi che nouella Tigre all'armonia
S'è resa humile; e leggi e note impone
A chi per tal camin ratto s'inuia.
Taccian que' primi: e nell'oblio si stia
D'Orfeo la Cettra, e 'l cantar d'Amfione,
Che sol mostra il TIGRIN l'arte, e la via.
Paolo Bozi.
AL R. M. ORATIO TIGRINI.
NOuo Legislator, cui l'alte menti,
Che tra l'infimo cherchio e 'l piu sublime,
Fan quel concento, ch'in ciò ch'è s'imprime,
Scortati son al bel camin che tenti.
Cadde Thebe, Corinto, Athene, e spenti
Son que' Trionfi delle leggi prime:
Tu rintuzzati le voraci lime
Del tempo ingordo, onta simil non senti.
E se Cerbero, e Pluto all'armonia
CEsse el ritorno alla bell'Euridice:
Dirò, che 'l buio Regno fie distrutto.
Poiche al TIGRIN, con saggia maestria
Mosci in Orfei ridur hoggi sol lice.
ORATIO sol contra l'inferno tutto.
Ces: Accelli.
A I LETTORI.
TAVOLA DI TVTTE LE MATERIE PRINCIPALI, CHE SONO contenute nell'Opera.
| IL Proemio | facciata 1 | |
| Che cosa sia Contrapunto, & perche sia cosi detto. | Cap. 1 | 2 |
| Harmonia, quello che sia, & di quanti sorti. | cap. 2 | 2 |
| Del Suono. | cap. 3 | 3 |
| Che differenza sia tra 'l suono, & la voce. | cap. 4 | 3 |
| Della Conzonanza, & dissonanza. | cap. 5 | 3 |
| Di quante sorte sia il Contrapunto. | cap. 6 | 3 |
| De gli Elementi, che compongono il Contrapunto. | cap. 7 | 4 |
| Diuisione delle sopradette voci. | cap. 8 | 5 |
| Quali Consonanze siano perfette, & quali imperfette. | cap. 9 | 5 |
| Dell'Vnisono. | cap. 10 | 6 |
| Del Tuono. | cap. 11 | 6 |
| Del semituono maggiore. | cap. 12 | 7 |
| Del semituono minore. | cap. 13 | 7 |
Nuoua diuisione della Diapason fatta secondo la natura del numero harmonico, &
collodata [sic: collocata] tra le chorde C. D. E. F. G. a. . & c.
|
cap. 14 | 8 |
| Della Diapason, ouero Ottaua. | cap. 15 | 10 |
| Della Diapente, ouero Quinta. | cap. 16 | 12 |
| Della Diatessaron, ouero Quarta. | cap. 17 | 14 |
| Delle Consonanze imperfette maggiori, & minori, & prima del Ditono, ouero Ter-za maggiore. | cap, [sic: .] 18 | 16 |
| Del Semiditono, ouero Terza minore. | cap. 19 | 17 |
| Dello Essachordo maggiore, ouero Sesta maggiore. | cap. 20 | 17 |
| Dello Essachordo minore, ouero Sesta minore. | cap. 21 | 18 |
| Della Diapente col Ditono, ouero Settima maggiore. | cap. 22 | 19 |
| Della Diapente col Semiditono, ouero Settima minore. | cap. 23 | 20 |
| Che le Consonanze mescolate con le Dissonanze fanno l'Harmonia piu diletteuole, & piu grata all'vdito. | cap. 24 | 21 |
| Per qual cagione l'Autore habbia seguito solo la opinione di M. Gioseffo Zarlino intorno alle Proportioni delle consonanze. | cap. 25 | 21 |
| Che le compositioni s'incomincino per consonanza perfetta. | Cap. 1. | 23 |
| Che non si denno porre due consonanze perfette del medesimo genere l'una dopo l'al-tra, che insieme ascendino, o discendino senza mezo alcuno. | cap. 2. | 24 |
| Che tra due consonanze perfette del medesimo genere si ponga vna imperfetta. | cap. 3. | 25 |
| Che due, ò piu consonanze perfette dissimili, vna dopo l'altra si possono fare. | cap. 4. | 26 |
| Che dae [sic: due] consonanze perfette del medesimo genere, l'una dopo l'altra possono con-stituirsi. | cap. 5. | 26 |
| Che le parti procedano per mouimenti contrarij. | cap. 6. | 27 |
| Che da una consonanza imperfetta si dee andare à vna imperfetta piu vicina. | cap. 7. | 29 |
| Che ogni cantilena finisca in consonanza perfetta. | cap. 8. | 31 |
| Il modo, che dee tenere ciascuno, che uoglia imparare a fare il contrapunto. | cap.. 9 | 31 |
| Modo di fare il contrapunto diminuito. | cap. 10 | 32 |
| Modo che si dee tenere nelle compositioni di due voci. | cap. 11 | 35 |
| Per qual cagione non si sia trattato prima de i Modi, o Tuoni innanti alle sopra-dette Regole. | cap. 12 | 35 |
| Quello, che s'ha da fare innanti, che si dia principio alla compositione. | cap. 13 | 36 |
| Del principio delle compositione. | cap. 14 | 37 |
| Modo, che si hà da tenere nel mezo della compositione. | cap. 15 | 38 |
| Del fine della compositione. | cap. 16 | 38 |
| Modo di comporre a tre uoci. | cap. 17 | 38 |
| Modo che s'ha da tenere nel comporre a quatro uoci. | cap. 18 | 40 |
| Modo di comporre a piu di quatro uoci. | cap. 19 | 42 |
| Modo che si dee tenere nello accommodare le parti della compositione. | ca. 20 | 43 |
| Descrittione di alcuni salti, che sono buoni, di alcuni cattiui, & d'alcuni altri du-bij. | cap. 21 | 44 |
| Modo da fare, che tutti li salti cattiui, che uanno all'Vnisono diuentino buoni. | cap. 22 | 50 |
| De i termini delle parti nelle compnsitioni [sic: compositioni] . | cap. 23 | 50 |
| Modo che s'ha da tenere nel mettere le parole sotto le Note. | cap. 24 | 51 |
| Modo di riuedere le compositioni, & emendarle da ogni sorte di errori. | capi-tolo 25 | 51 |
| Che la scienza della Musica nella cognitione della ragione, è più chiara, & illustre dell'atto, & dell'opera. | Cap. 1 | 53page xi |
| Modo, o Tuono quello che sia. | cap. 2 | 56 |
| Che i modi sono dodici, & sono diuisi in due parti, cioè Autentici, & Plagali. | cap. 3 | 56 |
| Delle chorde finali. | cap. 4 | 58 |
| Delle sei chorde finali. | cap. 5 | 58 |
| De i Modi Perfetti, Imperfetti, Piu che perfetti, Misti, & commisti. | cap. 6 | 59 |
| De i principij di tutti Modi. | cap. 7 | 60 |
| Della formatione, principij, cadenze, & natura del primo Modo. | cap. 8 | 62 |
| Del Secondo modo. | cap. 9 | 63 |
| Del Terzo modo. | cap. 10 | 63 |
| Del Quarto modo. | rap [sic: cap]. 11 | 64 |
| Del Quinto modo. | cap. 12 | 65 |
| Del Sesto modo. | cap. 13 | 65 |
| Del Settimo modo. | cap. 14 | 66 |
| Dell'Ottauo modo. | cap. 15 | 66 |
| Del Nono modo. | cap. 16 | 67 |
| Del Decimo modo. | cap. 17 | 68 |
| Dell'Vndecimo modo. | cap. 18 | 68 |
| Del Duodecimo modo. | cap. 19 | 69 |
| Epilogo de i termini di tutti i Dodici Modi per le chorde regolari, & irregolari nella parte del Tenore. | cap. 20 | 69 |
| Della cadenza; Quello che ella sia; di quanti sorti; & in che modo s'habbia a vsare nelle compositioni. | cap. 21 | 71 |
| Delle cadenze terminate per Ottaua. | cap. 22 | 73 |
| Della Cadenza terminata per Quinta, o per terza, ouero per altra Consonanza. | cap. 23 | 74 |
| Delle Cadenze naturali, & accidentali, che fuggono la Cadenza. | cap. 22 [sic: 24] | 75 |
| Che non si faccino le cadenze tutte di consonanti sincopate, ò col punto; ne si ponga la Diapente superflua in luogo della vera. | cap. 25 | 78 |
| Delle Cadenze a 3. a 4. a 5. & a 6. uoci. | cap. 26 | 79 |
| Che le cadenze si faccino regolatamente, & secondo che 'l Modo, o Tuono ricer-ca. | cap. 27 | 95 |
| Modo di conoscere qual si voglia compositione di che modo ella sia dalla Cadenza finale nella parte del Tenore. | cap. 28 | 95 |
| Modo di conoscere i modi dalla parte del Basso per la Cadenza finale nelle chorde regolari. | cap. 29 | 96 |
| Modo di conoscere i Modi trasportati col mezo del b. dalla parte del Tenore. | cap. 30 | 97 |
| Modo di conoscere i Modi trasportati, col mezo del b. nella parte del Basso. | cap. 31 | 98 |
| Delli Dodici Modi nouamente posti in consideratione dall'Eccellentiss. M. Gioseffo Zarlino. | cap. 32 | 99 |
| Che l'Arte del Contrapunto tanto è più bella, & di maggiore istima, quanto che è messa in vso più nobile. | Cap. 1 | 103 |
| Delle fughe, Consequenze, ouero Reditte, & prima delle fughe legate. | cap. 2 | 104 |
| Delle fughe sciolte. | cap. 3 | 105 |
| Delle fughe sciolte alla riuerscia. | cap. 4 | 107 |
| Della Imitatione. | cap. 5 | 107 |
| Del Contrapunto doppio alla duodecima. | cap. 6 | 109 |
| Modo di comporre un canto, nel quale vna parte incominci nel fine, & l'altra nel principio in un medesimo tempo. | cap. 7 | 111 |
| Modo do fare vna compositione, che si possa cantare a voce piena, & a voce mu-tata. | cap. 8 | 112 |
| Modo di fare vna compositione a voce pari, laquale si possa cantare anchora a vo-ce puerili. | cap. 9 | 113 |
| Modo di comporre sopra 'l canto fermo. | cap. 10 | 114 |
| Modo di fare il contrapunto alla mente sopra 'l canto fermo. | cap. 11 | 115 |
| Modo di fare le fughe sopra 'l canto fermo. | cap. 12 | 116 |
| Modi di fugare quando la parte del canto fermo farà il mouimento separato di Terza. | cap. 13 | 120 |
| Modi di fugare quando la parte del canto fermo ascende, o dicende per per mouimento separato di Quarta. | cap. 14 | 121 |
| Modi di fugare, quando la parte del canto fermo procederà per moumento sepa-rato di Quinta. | cap. 15 | 122 |
| Della Battuta. | cap. 16 | 123 |
| Che cosa sia sincopa, & in che modo si facci nelle compositieni [sic: compositioni]. | cap. 17 | 124 |
| Delle Pause. | cap. 18 | 125 |
| Delle legature delle Note. | cap. 19 | 126 |
| Della perfettione, e imperfettione delle Note. | cap. 20 | 127 |
| Del Modo, del Tempo, & de la Prolatione, & de i loro segni. | cap. 21 | 128 |
| Della Sesquialtera. | cap. 22 | 129 |
| Della Hemiolia maggiore, & della minore. | cap. 23 | 130 |
| Modo di comporre la Musica sotto varij segni. | cap. 24 | 132 |
| Del Punto. | cap. 25 | 133 |
LIBRO PRIMO DEL COMPENDIO DELL'ARTE DEL CONTRAPVNTO DEL R. M. ORATIO TIGRINI Canonico Aretino.
PROEMIO.
Che cosa sia Contrapunto, & perche sia così detto. Cap. I.
Harmonia, quello che sia, & di quante sorti. Cap. II.
Del Suono. Cap. III.
Che differenza sia tra 'l suono, & la voce. Cap. IIII.
Vox autem sonus est
quidam animati. Di maniera che ogni voce è suono, non già per lo contra-rio, ogni suono è voce. Ma vediamo hora, che cosa sia Consonanza, & quel-lo, che sia Dissonanza.
Della Conzonanza, & Dissonanza. Cap. V.
De quante sorti sia il Contrapunto. Cap. VI.
De gli Elementi, che compongono il Contrapunto. Cap. VII.
Diuisione delle sopradette Voci. Cap. VIII.
Quali Consonanze siano perfette, & quali imperfette. Cap. IX.
Dell'Vnisono. Cap. X.
Del Tuono. Cap. XI.
. & a.
. senza
mezo alcuno. Il Minore poi segue sempre il maggiore verso l'acuto; & tie-ne sempre il terzo lnteruallo [sic: Interuallo] di ciascuno Tetrachordo nella parte acuta; come ne i sottoposti essempi.
page 7
Del Semituono maggiore. Cap. XII.
. mi;Pietro Aron.
nel Thosca-nello libr. 2.
cap. 20.
ma ritrouarsi bene accidentalmente, ouunque sia il Tuono, figurandolo
con l'vno, & l'altro di questi due segni b. &
. Ma Noi seguendo i più mo-derni, & quelli particolarmente, che senza soffisticheria alcuna hanno meM. Gios. Zarl.
Istit. harmo.
libr. 3. cap. 19.glio ritrouato la verità delle proportioni delle Consonanze musicali; dire-mo, il Semituono maggiore ritrouarsi sempre, senza mezo alcuno, nel principio di ciascuno Tetrachordo nella parte graue, trà queste chorde, cioè
. & C. E. & F. & trà le chorde A. & b. come in questo essempio si dimostra.
Del Semituono minore. Cap. XIII.
. &
. dicendo quasi communemente tutti, che si ritroua trà queste due chorde Mi, fa. Il che quanto sia lontano dal vero, oltre la ragione, anco il senso di questa cosa n'è giu-dice; & però seguendo Noi la megliore, & più reale opinione, diremo; che in
effetto questo Semituono minore, si ritroua ascendendo nello acuto, tra la
chorda b. &
. come in questo essempio si vede
La natura del quale, è di aggiugnere [sic: aggiungere], ò di leuare il
Semituono minore dal Tuono, & di far diuentare
minore alcuna Consonanza maggiore, & così per lo
page 8
contrario come in questo essempio si dimostra
Nel quale doue dalla prima figura alla se-conda è lo spatio del Tuono, ponendo trà l'vna
& l'altra di quelle figure il b, come nel secondo
essempio si vede, si uiene à leuare dalla parte acuta il Semituono minore, &
ci rimane il maggiore. Il medesimo effetto fa ancora il
, posto, come in questo essempio.
Nelquale, si come trà la prima,
& la seconda figura del primo essempio si ri-troua il Tuono, così posta la Chorda
. in
luogo della b, come nel secondo essempio, le-ua il minore, & rimane il maggior semituono. Il medesimo effetto fa an-cora il
. de introdurre il Semituono maggiore in luogo del Tuono, come
in questo essempio.
Nel quale essendo nel primo il
Tuono trà la primaprima, & la seconda Nota, me-diante questo segno
, s'introduce il Semituono
maggiore, come nel secondo essempio trà la prima, & la seconda chorda si vede. Sogliono anco molti Musici il più delle
uolte in luogo del
. porre la detta cifera
. la qual cosa è da i valenti
huomini poco lodata, che potendosi descriuere quello, che si vuole inten-dere col proprio segno, si serua di vn'altro diuerso, & forestiero. Veniamo
hora alle Consonanze, & principalmente alla Diapason, come più nobile, &
più perfetta di tutte l'altre.
Nuoua diuisione della Diapason fatta secondo la natura del numero har-monico, & collocata tra le chorde. C. D. E. F. G. a.
. & c.
Cap. XIIII.
. C. D.
E. F. & G. & l'altro secondo le sillabe, & voci di Guidone Monacho, vt, re,
mi, fa, sol, la. Nel primo de i quali la Diapason ha la sua prima specie nella
chorda A. & nella sillaba re; & nel secondo, nella C. & nell'vt, prima sillaba
del nostro Essachordo. Laonde se bene questo secondo, rispetto alle voci,
& alli dodeci Modi, ouero Tuoni, che vengono accommodati l'vno dopò
l'altro per ordine naturale, & non interrotto, come nell'altro primo, pare
veramente molto naturale, & bello; perciò che in esso la prima specie della
Diapason è quella, che tra la terza, & la quarta chorda, & tra la settima, &
l'ottaua contiene il semituono maggiore. La seconda è quella, che lo con-tiene tra la seconda, & la terza, & tra la sesta, & la settima chorda. La terza è
quella, che lo contiene tra la prima, & la seconda, & tra la quinta, & la sesta.
La quarta è quella, che lo contiene tra la quarta, & la quinta chorda, & tra
page 9
la settima, & l'ottaua. La quinta è quella, che lo contiene tra la terza, & la
quarta, & tra la sesta, & la settima chorda. La sesta è quella, che lo contiene
tra la seconda, & la terza, & tra la quinta, & la sesta chorda. Et la settima è
quella, che lo contiene tra la prima, & la seconda chorda, & tra la quarta,
& la quinta procedendo sempre dalla parte graue all'acuta, come in questi
essempi.
. C. D. E. F. & G. come di sopra, uerremo alla medesima consonanza Diapason, come principale, & più
perfetta di tutte l'altre.
Della Diapason, ouero Ottaua. Cap. XV.
. C. D. E. F. G. la prima è A. & non Γ. laquale non e stata messa in tal luogo, come voce, ò suono principale, ma, come vogliono alcuni,
per dimostrare, che questa scienza è stata ritrouata da i Greci: come habbia-mo nel primo lib. del Genesis, che Iubal fu il Padre de i cantanti nella Cete-ra, & nell'Organo: & si come nel principio del nostro Compendio si è detto,
che Pitagora, Aristosseno, Tolomeo, & altri Greci hanno ritrouato le Pro-portioni delle Consonanze; oltre che, come dice Macrobio, & afferma anco
Quintiliano, tutti gli antichi Poeti, & Scrittori erano grandemente lodati,
page 12
Pietro Com-mest. nella historia scolastica dice esser
stato Iubal. lo
inuentore &
che di Pitagora ne è stato
detto fauolosamente da i
Greci. & Gio.
cartus. nel li. 1.
della sua Musica capit. 10.
Macrob. li. 5.
saturn. Quintiliano lib. 12.
Fior Angeli-co lib. 1. c. 16.
Petro Aron.
Cic. 2. de ora-tore. ordo est
qui memoriae
maxmiè [sic: maximè] lu-men affert. &c.
M. Gios. Zarl.
lib. 3. cap. 13.
Istit. harm.
se i Titoli delle loro opre erano Greci, si come tra gli altri fece Virgilio no-minando il suo verso pastorale Bucolica, & Theocrito ancora, & quasi la
maggior parte delli Scrittori. Ma veniamo hora alla Diapente, come par-te maggiore di detta Diapason.
Della Diapente, ò vero Quinta. Cap. XVI.
. ad F. &
da e. à b. acuto ci sono cinque interualli: non per questo si genera tra loro
questa consonanza, la quale tramezata diatonicamente nelli suoi estremi
ha quattro specie: tra lequali si contengono due Tuoni maggiori; vno
minore, & vn semituono maggiore, come ne i sottoposti essempi si vede.
. & F; ouero tra e. &
b, viene à essere diminuita d'vn Tuono, & viene à contenere solamente due
Contro Pie-tro canuntio
lib. 1. cap. 48.Tuoni, & due Semituoni; Di maniera che, & dica chi vuole, questa conso-nanza sia di trè sorti, cioè perfetta, imperfetta, & superflua; che io (quanto
page 13
à me, ogni hora che non contenga li tre Tuoni, & il Semituono, come di so-pra, ma sia diminuta, o accresciuta, come in questi essempi,
non tengo, che la sia Consonanza: ma, come dice Franchino, vna Dissonanza inconueniente alla cantilena: si come meglio nelle Regole del Contrapun
Franch. nella
prat. li. 3. c. 3.
to nella Regola seconda s'intenderà. Et se bene questa Diapente imperfetta
si pone nelle compositioni di due, di tre, di quattro, & di più voci; Dico, che
è posta non come Consonanza, ma nel medesimo modo, che si pongono le altre Dissonanze, cioè nella seconda testa della Battuta; come in questi sot-toposti essempi di due, di tre, & di quattro voci si può benissimo vedere.
page 14
Della Diatessaron, ouero Quarta. Cap. XVII.
page 15
. tanto acuto, quanto so
Aristoss. li. 2.
vedi meglio i
suoi errori in
Franch. Theo.
lib. 2. c. 16. &
nelle Isti. har.
lib. 2. c. 33.
pracuto, tal Consonanza, rispetto al tritono, non si troua; & acciò si proce-da distintamente: Tritono chiamano li Musici quella congiuntione di tre
Tuoni, laquale si ritroua tra f. &
. come in questo essempio.
Doue questa consonanza non contiene altro,
che due Tuoni, & vn maggior semituono, come
di sopra. Et se bene nelle compositioni alcuneFranch. lib. 3.
c. iiii. & lib. 3.
cap. 6.
volte si ritroua costituita tra questi interualli, è
posta come Dissonanza nella leuatione della Battuta, come disopra la Quinta imperfetta, & non come Consonanza; si come ne gli infrascritti essempi
nelle penultime Note dell'Alto, & del Tenore del primo, & nelle penultime
del Canto, & dell'Alto del secondo si vede.
page 16
questo nasce, non perche tra queste chorde f. &
. in modo alcuno si ritroui la Consonanza, ma per virtù dell'altre consonanze, che si ritrouano tra
le altre parti, mediante le quali il Tritono non può così aspramente ferire
il sentimento nostro.
Delle Consonanze imperfette maggiori, & minori, & prima del Ditono ouero Terza maggiore. Cap. XVIII.
diremo, che sia-no distanti per
vn Ditono, oue-ro per vna Terza maggiore.
Del Semiditono, ouero Terza minore. Cap. XIX.
Dello Essachordo maggiore, ò uero Sesta maggiore. Cap. XX.
si dirà, che siano distanti per vno Essachordo maggiore, ò vero per vna Se-sta maggiore.
Dell'Essachordo minore, ò uero Sesta minore. Cap. XXI.
page 19
diremo, che siano distanti l'vna dall'altra per vno essachordo minore, ò ve-ramente, per vna Sesta minore.
Della Diapente col Ditono, ò uero Settima maggiore. Cap. XXII.
Quando dunque due parti seranno nel graue, & nello acuto in queste chorde,
diremo, che sono distanti l'vna dall'
altra per vna Diapente col Ditono,
ò vero per vna Settima maggiore.
page 20
Della Diapente col Semiditono, ò uero Settima minore. Cap. XXIII.
diremo, che siano distanti per vna Diapente col Semiditono, ò per vno Eptacordo minore, ò vero per vna Settima minore.
page 21
Che le Consonanze mescolate con le Dissonanze fanno l'Harmonia più diletteuole, & più grata all'vdito. Cap. XXIIII.
Per qual cagione l'Autore habbia seguito solo l'opinione di M. Gioseffo Zarlino intorno alle proportioni delle Consonanze. Cap. XXV.
Cuius liber, non cantoribus, sed solis Phi-losophis vtilis est. Non dee dunque esser merauiglia alcuna, se 'l nostro Signor
Zarlino, essendo non meno Eccellente nella Prattica, che nella Theorica, come benissimo l'opere sue dimostrano, n'habbia ritrouato la vera forma; Nè
anco dee parere impossibile, se fra tanti Scrittori, in così lungo spatio di tem-po, da nessuno altro non siano state conosciute tali Proportioni: perche
questo, come si è detto, non solo è nato per la poca prattica, ma ancora,
perche acquietandosi alla sentenza di così graui Autori, non hanno fatto
altro paragone delle proportioni di tali Consonanze, nè cosi sottilmente
inuestigatone la verità con quello studio, & diligenza, c'hà fatto esso Signor
Zarlino; ilquale raccogliendo diuerse cose da i buoni Antichi, le ha non so-Guido lib. 2.lo facilitate, ma anco n'ha ritrouate dell'altre di nuouo; con lequali non
solo ha molto bene aperto la strada à i virtuosi, che della Musica si diletta-no, ma anco ha reso il suo pristino, & antico honore à così nobile Scienza,
la quale hormai con maestà, & decoro può veramente comparire tra l'altre
sue compagne, & sorelle.
LIBRO SECONDO DEL COMPENDIO DELL'ARTE DEL CONTRAPVNTO DEL R. M. ORATIO TIGRINI Canonico Aretino.
Che le Compositioni s'incomincino per Consonanza perfetta, Regola Prima. CAPITOLO PRIMO.
Che non si denno porre due Consonanze perfette del mòdesimo [sic: medesimo] genere, l'vna dopò l'altra, che insieme ascendino, ò discendono senza mezo alcuno. Cap. II.
le quali stante, dico, la detta regola, che
prohibisce solamente quelle del medesimo
Franch. lib. 3
cap. 3.genere, per essere queste di diuerso genere,
pare che si possino ammettere. Si risponde, che essendo tale Diapente dimi-nuita d'vn Semituono, la quale di sopra fù chiamata Imperfetta, non è più
Consonanza, ma vna Dissonanza non conueniente alla cantilena. L'effetto,
che faccia tra due Consonanze perfette la Dissonanza, si dirà nella seguente
regola. Il porre anco due, ò più Consonanze Imperfette del medesimo ge-nere l'vna dopò l'altra senza mezo alcuno, come due, ò più Terze maggiori,
due minori, due Seste maggiori, ò due minori, è poco lodeuole: se bene al-Luigi Dentice
nel suo Dialogo tiene que-sta opinione.cuni tengono, che le regole delle Terze, & delle Seste maggiori, ò minori sia-no arbitrarie, & non legali. Hora, da che gia si è detto, quali siano le Ter-ze, & le Seste maggiori & minori, verremo alla Terza regola, la quale è.
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Che tra due Consonanze perfette del medesimo genere si ponga una imperfetta. Cap. III.
la quale faccia il medesimo effetto,
che fa la Consonanza imperfetta in
questo modo;
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Che due, ò più Consonanze perfette dissimili, una dopò l'altra si possono fare. Cap. IIII.
Che due Consonanze perfette del medesimo genere l'una dopò l'altra possono constituirsi. Cap. V.
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Che le parti procedano per mouimenti contrarij. Cap. VI.
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Deteriores omnes sumus licentia, volendosi saper bene, & esquisitamente l'ordine buono, che s'ha da tenere nel di-sporre le Consonanze, non conuiene, che s'incominci in modo alcuno dalle
cose, che si possono ammettere nelle Compositioni di tante voci, ma bene
da quelle che si denno fare prima à due, & poi à più voci, nelle quali, come
al suo luogo si dirà, tal cosa si sopporta dal sentimento nostro, che non si fa
in queste di due, & di tre voci: oltre che tutte quelle cose, che sono buone à
due voci, à quante più sono, tanto diuentano megliori; il che, come s'in-tenderà, non auiene per lo contrario, si come con particolari essempi allhora si dimostrerà, quando si verra alla particolare descrittione di alcuni sal-ti, che seranno buoni, & d'alcuni altri cattiui. Serà ben lecito andare dalla
Consonanza imperfetta, che sia minore di proportione della seguente,
quando le parti insieme ascendano, ouero descendano, pur che vna di esse
faccia il mouimento congiunto, & sia d'vn Semituono maggiore, in questo
modo.
Come da vna Consonanza imperfetta si deue andare a vna perfetta più uicina. Cap. VII.
Che ogni cantilena finisca in Consonanza perfetta. Cap. VIII.
Il modo, che dee tener ciascuno, che uoglia imparare à fare il Contrapunto. Cap. IX.
Modo da fare il Contrapunto diminuito. Cap. X.
Modo, che si deue tenere nelle Compositioni di due Voci. Cap. II [sic: XI].
Per qual cagione non si sia trattato prima de i Modi, ò Tuoni innanti alle sopradette regole. Cap. XII.
Quello, che si ha da fare innanti, che si dia principio alla Com-positione. Cap. XIII.
Del principio della Compositione. Cap. XIIII.
Modo, che si ha da tenere nel mezo della Compositione. Cap. XV.
Del fine della Compositione. Cap. XVI.
Modo di comporre à tre Voci. Cap. XVII.
- Dell'vnisono. Se la parte del Canto con quello del Basso serà in vnisonoPrimo. si farà, che quella dell'Alto sia in Terza di sopra, ò disotto.
- Della Quarta. Et se la parte del Canto serà con quella del Basso in vnaQuarta. Quarta, si metterà quella del Tenore in Terzo sotto il Basso.
- Della Quinta. Et se la parte del Canto con quella del Basso serà in vnaQuinta. Quinta, quella del Tenore serà in vna Terza sopra 'l detto Basso, che verrà à essere vna Terza di sotto à quella del Canto.
- Della Sesta. Et se la parte del Canto serà in Sesta sopra quella del Basso;Sesta. allhora si porrà la parte del Tenore vna Terza sopra il detto Basso.
- Dell'Ottaua. Et se la parte del Canto, & quella del Basso seranno disteseottaua. in Ottaua, allhora si porrà quella del Tenore vna Quinta, & anco vna Ter-za sopra il detto Basso.
- Della Decima. Et se la parte del Canto serà distesa per vna Decima soDecima.pra quella del Basso, quella del Tenore si potrà porre in Quinta, ò in otta-ua sopra 'l detto Basso.
- Della Duodecima. Et se la parte del Canto con quella del Basso serà inDuodecima. Duodecima, si farà, che quella del Tenore sia in Decima con quella del Basso.
- Della Terza Decima. Et se la parte del Canto serà in Terza decima conTertiadecima. quella del Basso si farà, che quella del Tenore sia in Decima sopra il detto Basso.
Della Quintadecima à 3. Voci.
Modo, che s'ha da tenere nel comporre à quattro voci. Cap. XVIII.
Della Terza a quatro Voci.
Della Quarta.
Della Quinta.
Della Sesta.
Dell'Ottaua.
Della Decima.
Dell'Vndecima.
Della Duodecima.
Modo di comporre à più di quattro Voci. Cap. XIX.
Modo, che si dee tenere nello accommodare le parti della Composi-tione. Cap. XX.
Del Basso.
Del Tenore.
Dell'Alto.
Del Canto.
Descrittione di alcuni salti, che sono buoni, di alcuni cattiui, & d'alcuni altri dubbij. Cap. XXI.

Dell'Vnisono ad altri gradi.
Modo da fare, che tutti li salti cattiui, che uanno all'Vnisono diuentino buoni. Cap. XXII.
I quali si faranno buoni ogni volta, che vna parte salterà sopra la seconda
parte della Battuta co 'l mezo d'vna Pausa di Minima, ouero d'vn Punto
nel modo, che in questo essempio si dimostra.
De i termini delle parti nelle compositioni. Cap. XXIII.
Modo, che s'ha da tenere nel mettere le parole sotto le Note. Cap. XXIIII.
Modo di riuedere le Compositioni, & emendarle da ogni sorte di errori. Cap. XXV.
LIBRO TERZO DEL COMPENDIO DELL'ARTE DEL CONTRAPVNTO DEL R. M. ORATIO TIGRINI Canonico Aretino.
Che la scienza della Musica nella cognitione della ragione è più chiara, & Illustre dell'atto, & dell'Opera. CAPITOLO PRIMO.
Modo, ò Tuono quello, che sia. Cap. II.
Che i Modi sono dodici, & sono diuisi in due parti, cioè Autentici, & Plagali. Cap. III.
Delle chorde finali. Cap. IIII.
. & f. & tra f. &
. conseguentemente in tal Positione non
può terminare Modo alcuno.
Delle Sei chorde Confinali. Cap. V.
. c. & d. ac-comodando la a al Primo, & al Secondo, la
al Terzo, & al Quarto, la c. al
Quinto, & al Sesto, la d. al Settimo, & all'Ottauo: non s'accorgendo, che se
bene tra la detta a, & e. si ritroua la prima specie della Diapente, della qua-Contro Mar-ch. P.d. nel
tratt. 11. c. 2. &
4.
Franch. prat.
lib. 1. c. 8. &le il Primo Modo, è composto: nientedimeno ascendendo da e insino ad a
nell'acuto, non ci è altrimente la prima specie della Diatessaron, si come il
Primo Modo ricerca, ma la seconda specie di detta Diatessaron la quale con-uiene al Terzo; Nè anco volendosi discendere dalla detta a ad E verso 'l gra-ue si ritroua la prima specie di detta Diatessaron appartenente al Secondo
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Modo. ma la seconda, la quale il Quarto Modo ricerca; Et similmente comeM. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 17.
mai potranno terminare il Terzo, & il Quarto nella chorda b fa
mi, della
quale ascendendo in sino alla sua Ottaua, & discendedo insino ad F, graue,
sono le specie del Quinto, & del Sesto; Et come potranno etiandio termina-re in c. il Quinto, & il Sesto, quando dalla detta chorda c. ascendendo all'al-tra c. & discendendo nel graue insino alla G. si ritrouano le specie del Settimo, & dell'Ottauo? Et finalmente, come potranno terminare nella chorda
d. il Settimo, & l'Ottauo, se il settimo, hauendo ad ascenderre dalla detta
chorda d. in sino a dd. sua ottaua; & hauendo similmente l'Ottauo à discen-dere dalla detta d. in sino ad A. ne i quali luoghi si ritrouano le specie del primo, & del Secondo? Laonde se alcuno dimandasse, per qual cagione il Pri-mo, & il Secondo Modo non habbiano la lor chorda finale in a; Il Terzo, &
il Quarto in
. Il Quinto, & il Sesto in c. Il settimo, & l'ottauo in d; AltroQuia ut in-qui. Bernard.
Species sunt
musicales e-pule, que Modos creant. Vide March.
Pat. Tract. 11.
ca. 3. in fine.
non si risponderebbe se non, che per la sudetta ragione non possono i detti
Modi terminare in queste chorde, essendo che in esse non si posso no troua-re le loro specie. Et da questo si può benissimo comprendere, che gli altri
quattro Modi, cioè. Il Nono, il Decimo, l'Vndecimo, & il Duodecimo, non
sono nuoui altramente, ò Irregolari, come alcuni si sono immaginati, ma
naturali. Dunque le chorde confinali non sono veramente le sopradette a.
. c. d. ma sono queste G. a.
. & c. cioè nella G. col mezo del b. verranno à
terminare il Primo, & il Secondo, nella a, Il Terzo, & il Quarto. nella b. il
Quinto, & il Sesto, & nella c. il Settimo, & l'Ottauo. Et conseguentemente
nella d. il Nono, & il Decimo, & nella f. l'Vndecimo, & il Duodecimo, co-me in questi essempi si vede.
Dei Modi. Perfetti, Imperfetti, Più che perfetti, Misti, & Commisti. Cap. VI.
De i Principij di tutti i Modi. Cap. VII.
. in
c. & in d. In g. come, Prae timore autem; In a. come, Argentum, & aurum
non est mihi; in
. come, Tulerunt Dominum meum. In G. come, Mulier
cum parit. & in d. come, Veni sponsa Christi.
Della formatione, principij, Cadenze, & Natura del primo Modo. Cap. VIII.
Li principij
veri, & natu-rali di que-sto, & di tutti gli altri, come di sopra, sono
nelle chorde estreme della sua Diapente, cioè
in D. & in a. & nella chorda estrema della
Diatessaron cioè in d. & nella chorda meza-na della Diapente, cioè in F. se bene si trouano infinite compositioni, che
hanno i loro principij sopra l'altre chorde ancora, come di sopra habbia-mo veduto anco ne i libri ecclesiastici. Basta in somma, che i veri, & naturali
suoi principij sono questi, come in questo essempio si dimostra.
Fine.
Circa 'l suo fine s'è detto di sopra di tutti. Vn'altra
sorte di fini mezani si osseruano non solo nelle com-positioni di Musica, ma ne i Canti ecclesiastici anco-ra, nel fine di ogni clausola, ò Periodo, & d'ogni per-fetta oratione, i quali li Musici chiamano Cadenze; che sono grandemen-te necessarij per la distintione delle parole, che generano il senso perfetto nella oratione; Delle quali, perche si ragionerà à pieno subito dopò i Modi;
però basterà per hora sapere, che in tutti i Modi, ò Tuoni si trouano di due
sorti Cadenze, cioè Regolari, & Irregolari. le Regolari sono quelle, che si fanno in tutte quelle chorde estreme della Diapente, & della Diaressaron, do-ue habbiamo detto essere li suoi veri, & naturali principij. Le Irregolari, le
quali anco da i Musici sono chiamate peregrine, come al suo luogo si dirà,
Natura.sono quelle, che si fanno nell'altre chorde. Questo Modo, ò Tuono è di na-tura parte mesta, & parte allegra; Perciò se le potranno accommodare be-nissimo quelle parole, che seranno piene di grauità, & trattano di cose sen-tentiose, & alte, acciò che l'Harmonia conuenga con la materia, che in esse
si contiene. le sue Cadenze vere, & naturali sono in tutte quelle chorde, che
di sopra si è detto, come nell'infrascritto esempio
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Del Secondo Modo. Cap. IX.
Questo ancora ha i suoi principij veri, & naturali ne gli
estremi della sua Diapente, & della sua Diatessaron, &
nella chorda mezana della Diapente, & ancora che si
trouino delle cantilene tanto nella Musica figurata,
quanto nella piana, le quali hanno il loro principio per l'altre chorde, co-me sopra si è mostrato; basta in effetto, che questi sono i suoi veri, & natura-li, come in questo essempio
Nelle quali chorde ha le sueCadence.
vere, & regolari cadenze; &
tutte l'altre, che si trouano.
in questo Modo fuori
delle sopradette chor-de sono Irregolari, co-me di sopra si è detto
nel primo Modo. Questo nella Musica rare uolte si troua nelle sue proprie
chorde, ma il più delle volte si troua trasportato per vna Quarta col mezo
del b. Et si come il Primo ha gran conuenienza col Nono, così questo l'ha
col Decimo. Dicono alcuni, che questo Modo è di natura lagrimeuole, &Natura.
Franch. prat.
li. 3. cap. 15.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 8.
humile; & perciò è stato molto vsato da gli Ecclesiastici in cose meste, & la-grimeuoli, per essere molto atto à quelle parole, che rappresentano pianto,
mestitia, calamità, & ogni sorte di miserie; & le sue Cadenze regolari sono
queste infrascritte
Del Terzo Modo. Cap. X.
. & della prima della Diatessaron, che si troua tra
. & e. posta sopra la Diapente, come in questo presente essempio
Sono i suoi principij veri, & naturali nelle chorde estre-me della sua Diapente, & della sua Diatessaron, & nella
chorda mezana di detta Diapente; & se bene di questo
Modo si trouano molte cantilene ecclesiastiche, & di Musica fuori di tali chorde, tuttauia questi sono i suoi veri, & naturali, come
nel presente essempio.
Nelle quai chorde ha
le sue Cadenze regolaCadence.ri, si come s'è detto degli altri due sopradetti; &quelle, che in tal Modo si trouano fuori di queste chorde,sono Irregolari, come di so-
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pra. Hanno detto alcuni, che questo Modo è molto atto à commouere ad
Natura.ira; la onde, dice il nostro Guido Aretino, che per tale rispetto gli Antichi
Franch. prat.
lib. 3. cap. 15.
Nicol. Burt.
Parm. libr. 2.
cap. 5.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 20.lo dipingeuano con colore rosso. Alcuni altri dicono, che la natura sua è di
commouere al pianto: per lo che gli accommodarono quelle parole, che so-no lagrimeuoli, & piene di lamenti. Questo essendo mescolato col nono, ha
la sua harmonia alquanto men dura. Sono dunque le sue vere, naturali, &
Regolari Cadenze queste infrascritte.
Del Quarto Modo. Cap. XI.
. & E. & della seconda della Diatessaron posta nel gra-ue, cioè E. &
. come in questo presente essempio si dimostra.
Questo ha i suoi principij
regolari nelle chorde
.
E. G. &
. come in que-sto presente essempio
Principii.
Cadence.Appresso gli Ecclesiastici ha i suoi principij irregolari in altre chorde, come
di sopra. In questi medesimi luoghi si trouano anco le sue Cadenze Regola-ri; & le Irregolari si trouano medesimamente nell'altre chorde, come si è
Natura.detto. Dicono i Musici, che questo Modo s'accommoda grandemente à parole lamenteuoli, che contengono tristezza, ouero supplicheuole lamenta-tione, come sono, materie amorose, & quelle, che significano otio, quiete,
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 21.tranquillità, adulatione, fraude, & detrattione; la onde da molti è stato
chiamato Modo adulatorio. Vero è, che questo è assai più mesto del Terzo
suo Principale, & il più delle volte si trasporta per vna Diatessaron nello a-cuto col mezo dellà [sic: della] chorda b. in cambio della
. Sono dunque le sue Ca-denze Regolari, come di sopra, nell'infrascritte chorde, come in questo es-sempio.
page 65
Del quinto Modo. Cap. XII.
Li principij veri, & naturali di questo Modo sono nelle
chorde F. a, c, & f. Et, se bene si ritrouano altri principij
fuori di queste chorde ne i canti ecclesiastici, come di so-pra; tali principij non sono però naturali. Sono dunque li naturali suoi
principij questi.
Ha le sue Cadenze Regolari nel-le parti estreme
della sua Diapente, & della Diates-saron, & nella chorda mezana di
detta Diapente, cioè in quelle so-pradette chorde, nelle quali ha i
suoi veri, & naturali principij, cioè in F. a. C. & f. Le irregolari poi si fanno
nell'altre chorde. Questo Modo è di natura gioconda, modesta, allegra,Natura.
& diletteuole: però gli Antichi gli accommodarono parole, & materie, che
contenessero alcuna vittoria; onde lo dimandarono Modo giocondo, moM. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. c. 22.desto, & diletteuole. Le sue Cadenze regolari, come di sopra, sono nellechorde poste nell'infrascritto essempio, ouero nell'ottaua di sopra, che so-no le medesime: nè importa cosa alcuna se siano descritte nella parte acu-ta, ò nella graue.
Del sesto Modo. Cap. XIII.
Questo Modo ha i suoi principij veri, & naturali in que-ste chorde, cioè C, a, F. & C. fuori delle quali se bene se
ne trouassero nell'altre chorde, quelli non sono però
naturali, o regolari, come questi.
Nelle quali chorde ha similmente
le sue Cadenze Regolari; nell'alCadenze.
Natura.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
4. cap. 23.tre poi si fanno le irregolari.Questo da i Mu-sici e dimandato
Modo diuoto, &
lagrimeuole à differenza del Secondo, quale è più tosto funebre, & calamitoso, che altro.
Di questo si trouano molte Cantilene Ecclesiastiche graui, & deuote, &
che contengono lagrime, le sue Cadenze Regolari dette di sopra sono que-ste poste nell'infrascritto essempio.
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Del Settimo Modo. Cap. XIIII.
Questo Mo-do ha i suoi
principij veri, & naturali, & le sue Cadenze Regolari
ne gli estremi della sua Diapente, & ne gli
stremi [sic: estremi] della sua Diatessaron, & nella chor-da mezana della detta Diapente in queste
chorde, cioè G.
. d. & g. come in questo essempio
A questo, secondo che dicono alcuni, conuengono
parole, ò materie, che siano lasciue, o che trattino di
lasciuia, le quali siano allegre, dette con modestia; &
quelle, che significano minaccie, perturbationi, & ira. Le sue Cadenze Re-golari, come di sopra, sono l'infrascritte poste in questo essempio.
Dell'Ottauo Modo Plagale. Cap. XV.
Questo Modo ha i suoi principij Regolari nelle chorde
d,
. G, & D, nelle quali sono gli estremi della Diapen-te, & della Diatessaron, & la chorda mezana di detta
Diapente, come in questo essempio:
Et gli irregolari si trouano nell'altre chorde. Le sue
Cadenze.Cadenze regolari si pongono nelle medesime chor-de, nelle quali il detto Modo ha i suoi principij, si co-
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me habbiamo detto de gli altri di sopra. Dicono i Prattici, che questo Mo-do è di natura soaue, & contiene in se vna certa naturale dolcezza, & soauiNaturatà, che con somma giocondita riempie gli animi de gli ascoltanti, & è al tut-to lontano dalla lasciuia, & da ogni vitio; onde l'hanno accompagnato con
parole, ò materie mansuete, accostumate, & graui, le quali contengono cose profonde, speculatiue, & diuine, come sono quelle, che sono accommo-date da impetrar gratia da Dio: & però ne i libri Ecclesiastici si trouano di
questo Modo infinite cantilene; le sue Cadenze Regolari, come di sopra,
sono l'infrascritte.
Del Nono Modo. Cap. XVI.
Questo Modo non è veramente nuouo, ma antichis-simo, se bene è stato gran tempo incognito, & pri-uo del suo propio nome, & chiamato Primo Modo Irregolare da tutti i
Prattici poco accorti, che se bene tra le chorde a, & e si ritroua la prima specie della Diapente, non per questo si troua poi la prima della Diatessaron
tra le chorde e, & aa. come di sopra si è detto ragionandosi delle chorde
confinali: Questo Modo ha i suoi principij RegolariPrincipii.
nelle chorde a. c. e. & aa, come in questo essempio.
Nelle quali chorde ha anco le sue Cadenze Regolari.Cadence.
come gli altri, & le irregolari si pongono poi nell'al-tre chorde. Questo Modo ha grandissima conformità col primo, per essereNatura.
la prima specie della Diapente tra loro commune. Alcuni l'hanno chiama-to Modo aperto, & terso attissimo à i versi lirici, al quale s'accommodano
benissimo quelle parole, che contengono materie allegre, dolci, soaui, & so-nore; Ha le sue Cadenze Regolari nelle chorde sopradette, come nell'infra-scritto essempio.
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Del Decimo Modo. Cap. XVII.
Questo Modo ha i
suoi principij regolari nelle chorde
estreme della Diapente, & della Dia-tessaron, & nella chorda mezana del-la Diapente in queste chorde e, c, a,
& E, come in questo essempio si di-Cadence.mostra;
nellequali ha an-co le sue
Cadenze regolari; l'irregolari si pongono
nell'altre chorde nel modo, che si è detto
de gli altri. Questo Modo, perche si serue
della Diapente, che è commune al secon-do, & della Diatessaron, che serue anco al Quarto, si può dire, che anco
Natura.egli partecipi della natura dell'vno, & dell'altro, & però gli si conuengono
quelle parole, ò materie, che habbiamo detto di sopra conuenirsi all'vno,
& all'altro Modo. Sono dunque le sue Cadenze regolari, nelle chorde po-ste nello infrascritto essempio.
Dell'Vndecimo Modo. Cap. XVIII.
principii.Questo ancora ha i suoi principij regolari nelle chor-de estreme della sua Diapente, & della Diatessaron, &
nella chorda mezana; come in questo essempio.
ha ancora le sue Cadenze regolari nelle medesime chor-Cadence.
Natura.de; l'irregolari si trouano nell'altre chorde. Questo Modo per esser mol-to atto, & frequentato nelle danze, & ne i balli, l'hanno chiamato alcu-ni Modo lasciuo, & ha gran conformità col Terzo. Sono dunque le sue Ca-denze regolari le infrascritte.
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Del Duodecimo Modo. Cap. XIX.
Questo modo ha i suoi
principij & Cadenze Re-golari nelle chorde estre-me della Diapente, & della Diatessaron, & nella
mezana della Diapente,Cadence.
cioè g. e. c. & G. come in
questo essempio.
Dicono alcuni,
che à questo Modo conuengono
parole amatorie, le quali conten-ghino cose lamenteuoli. Ne i Canti fermi pare veramente alquantonatura.
mesto; tuttauia, come dice l'Ec-cellentissimo Signor Zarlino, ciascuno Compositore, che desidera fare al-cuna Cantilena, che sia allegra, non si sa partire da lui; & le sue Cadenze
regolari, come di sopra, sono queste.
Epilogo de i termini di tutti i Dodici Modi per le chorde Regolari, & irregolari nella parte del Tenore. Cap. XX.

Termini de i Modi sopradetti nelle chorde regolari.

Termini de i Dodeci Modi per le chorde irregolari col mezo del b.
. c. d. e. & g. tra le quali non si ritrouano dette specie, come s'è detto di sopra; ma, che siano queste G. a. b. c. d. & f. come benissimo
i soprascritti essempi dimostrano.
Della Cadenza; quello che ella sia; di quante sorti; & in che modo s'habbia à usare nelle Compositioni. Cap. XXI.
Le quali Cadenze sono di due sorti, cioè semplici, & diminuite. Le sempli-ci sono quelle, che procedono per figure, ò Note simili senza dissonanza al-cuna, come in questi essempi.
Le diminuite sono poi quelle, che si fanno con diuerse figure, tra le quali
si ritroua la sincopa, nella quale, nelle Cadenze terminate per l'Vnisono si
ode la seconda, sopra la seconda parte, come ne i sotto posti essempi si
dimostra.
page 73
Le quali Cadenze si possono fare ancora in tutte l'altre chorde, secondo
che 'l Tuono ricercherà, nel medesimo modo, che di sopra: pur che si osser-uino le sopradette Regole del Contrapunto, & particolarmente la Setti-ma, di andare dalla Consonanza imperfetta, alla imperfetta con la più
vicina.
Delle Cadenze terminate per Ottaua. Cap. XXII.
page 74
Nelle Cadenze tanto semplici, quanto Diminuite si possono cambiare le
parti: & fare che la parte graue faccia il medesimo passaggio, c'ha fatto l'a-cuta, & cosi per lo contrario; come in questi essempi si dimostra.
Si pongono anco da i Prattici le Cadenze con il punto nella Semibreue in
cambio della sincopa nel modo infrascritto, il quale non è però molto da
vsarsi nelle compositioni, se bene è in vso: percioche, come benissimo dice
l'Eccellentissimo Signor Zarlino, oltre che non si osserua tutto quello, che
ricerca la Cadenza, ancora non sodisfà a pieno il sentimento; come in
questi essempi.
Della Cadenza terminata per Quinta, ò per Terza, ouero per altra Consonanza. Cap. XXIII.
page 75
Cadenze Diminuite, terminate per Quinta, ouero per Terza, ò per altra
Consonanza.
Le quali non si deono vsare molto à dilungo nelle Compositioni di due Vo-ci: conciosia che l'ascendere, & il discendere per li soprascritti mouimenti,
come dice il sudetto Signor Zarlino, è proprio della parte grauissima di al-cuna Compositione fatta à più voci, nella quale si vsano. Non si porran-no dunque molto spesso, & quando si vorranno porre, si metteranno nel
mezo, & non nel fine della Compositione; è ben vero, che quando anco si
ponessero nel principio, ò nel fine per qualche occasione di fuga, ò d'imi-tatione, non sarebbe molto grande inconueniente: pur che l'ultima Nota
della Cantilena finisca in Consonanza perfetta osseruando il Tuono di che
serà composta, & l'ottaua & vltima Regola del Contrapunto, come di sopra
nel lib. 2. nel Cap. 8. è stato detto.
Delle Cadenze naturali, & accidentali, che fuggono la Conclusione. Cap. XXIIII.
page 77
Queste Accidentali, à mio giudicio, sono alquanto difficili à pigliarsi: tut-tauia si sono messe tra l'altre, acciò douendosi à pieno ragionare delle Ca-denze, non ci restasse sorte alcuna di esse, senza farne mentione. Nel resto,
perche in questo non conuengo molto con i Chromatisti, à i quali io lascio
tutta la prattica delle sopradette Cadenze; in tutto, & per tutto mi rimet-to ad ogni meglior giudicio, & à quanto dottissimamente ne scriue l'Eccel-lentissimo Signor Zarlino. Ma in qual modo si possino per diuersi modiIstit. har. libr.
3. cap. 80.
ordinare le Cadenze, perche sarebbe impossibile il darne l'essempio di tut-ti, si porranno questi altri pochi essempi, mediante i quali si potrà facil-mente comprendere il modo, che si hauerà da tenere nel ritrouarne del-l'altre.
page 78
Che non si faccino le Cadenze tutte Consonanti sincopate, ò col punto, nè si ponga la Diapente superflua in luogo della uera. Cap. XXV.
La quale oltre all'essere pochissimo grata all'orecchie, sonandosi nello Istru-mento contiene in se tre Quinte: Però s'auertira molto bene di non fare di
questa sorte Cadenze. Et perche la Cadenza senza la Dissonanza non ha
gratia, ò leggiadria alcuna, come sono quelle, che sincopate, ò col punto
procedono per le istesse figure in questo modo.
Le quali Cadenze non s'vseranno in modo alcuno. S'auertirà ancora di
non fare, che alcuna parte faccia la Cadenza, quando l'altre parti fussero
in tal maniera ordinate, che qualunque altra delle più graui facesse la Quinta con la Nota mezana della Cadenza posta nello acuto, facendo il moui-mento congiunto del Semituono, quando tal figura si potrà segnare con
la cifra
chromatica: percioche proferendosi tal parte della Cadenza na-turalmente col Semituono, sarebbe cosa difficile, che 'l Cantore in tal ca-so potesse hauere riguardo di non la proferire in quel modo, che si profe-risce naturalmente; onde verrebbe à commettere errore, & à porre vna
Distonanza in luogo della Consonanza, ponendo la Diapente superflua in
luogo della vera, come in questo essempio.
page 79
Nel quale le penultime Note del Tenore, & dell'Alto hanno tal Diapente
superflua in cambio della Consonanza, come si ricerca alla Cadenza.
Delle Cadenze à tre, à Quattro, à cinque, & à sei uoci. Cap. XXVI.

Essempio delle Cadenze à tre Voci.
page 80
Essempi delle Cadenze à quattro Voci.
page 81 Et se bene le Cadenze a quatro voci sono poste solamente ne i sopra scritti luoghi; nondimeno si possono fare anco in qualunque altro luogo, oue tornerà più commodo, & il modo di che serà composta la cantilena ricer-cherà; il simigliante s'intenderà ancora dell'altre seguenti di cinque, & di sei voci, le quali si porranno ne i sottoposti essempi.
Cadenze à cinque in C. sol fa vt.

Cadenze à cinque in D. sol re.

Cadenze à cinque in e la, mi.

Cadenze à cinque in F. fa vt.

Cadenze à cinque in g. sol re vt.

Cadenze à cinque in a. la, mi, re.

Essempi delle Cadenze à sei voci.

Cadenze à sei voci.

Cadenze à sei voci.

Cadenze à sei voci.
Che le Cadenze si faccino regolatamente, & secondo ch'il Modo, ouero Tuono ricerca. Cap. XXVII.
Modo di conoscere qual si uoglia Compositione di che Modo ella sia dalla Cadenza finale nella parte del Tenore. Cap. XXVIII.
Modo di conoscere i Modi dalla parte del Basso per la Cadenza finale nelle corde regolari. Cap. XXIX.
Bassus alit
voces, ingrassat, fundat, & auget. Essendosi dati gli essempi di tutte
le Cadenze finali del Tenore per le chorde regolari: per maggiore intelli-genza si daranno anco gli essempi di tutte le finali della parte del Basso per
le medesime chorde regolari: acciò mediante l'una, & l'altra di queste due
Parti, ciascuno possa facilissimamente sapere, & conoscere in un subito
ogni compositione di qual Modo, ò Tuono ella sia.
Modi di conoscere i Modi trasportati col mezo del b. dalla parte del Tenore. Cap. XXX.
Modo di conoscere i Modi trasportati col mezo del b. nella parte del Basso. Cap. XXXI.
page 99
Delli Duodici Modi nuouamente posti in consideratione dall'Eccellentissimo M. Gioseffo Zarlino. Cap. XXXII.
. C. D. E. F. & g. & del nuouo ordine delli dodici
nuouamente posti in consideratione dall'Eccellentissimo Signor Zarlino
secondo la nuoua diuisione della Diapason dall'istesso fatta, & ritrouata
secondo la natura del numero harmonico, & collocata tra le chorde C. D.
E. F. G. a, &
. secondo le Sillabe, & Voci del nostro Guido Monacho Are-tino, come di sopra; Et con perfetto giudicio considereranno l'interrotta
varietà di quelli, & la grandissima commodità di questo bello, naturale, &
continuato ordine Moderno, parerà forse vano, & superfluo il ragiona-mento da noi fatto di sopra intorno a tale materia: Ma chi molto bene considerera il fine, per il quale noi habbiamo ciò fatto, confesserà ingenuamente
non essere stato errore alcuno l'hauere fatto mentione anco di quelli, si per
essere tanto in vso, come dicemmo di sopra, come anco, accio ciascunolib. 1. c. 14.
Intelligente hauendo innanti l'vno, & l'altro, possa meglio conoscere quanto questa nuoua Diuisione della Diapason, & questo nuouo, & bello Or-dine de' Tuoni siano più commodi, & più naturali de gli altri posti di so-pra. I quali, se bene, come dice l'istesso Signor Zarlino ad alcuni nella prilib. della Dimost. har. Ra-gionamento
5. defin. 8.ma vista paressono difficili: tuttauia l'vso, il commodo, & l'ordine così bel-lo. & continuato faciliteranno il tutto. Et si come insino à hora da buo-na parte de i Musici Moderni; in Francia, in Elemagna, in Spagna, & an-co nella nostra Italia sono stati riceuuti: così anco si può securamente spe-rare, che in breuissimo spatio di tempo siano per essere vniuersalmente ri-ceuuti & abbracciati. Per la cognitione de i quali sarà grandemente ne-cessaria la sopradetta nuoua diuisione della Diapasson, à questo particolare
effetto da noi messa di sopra. Le specie della quale, si come non si possonolib. 1. cap. 14.
modulare se non in dodici maniere: percioche in sei modi si troua harmo-nicamente diuisa: & in sei altri modi arithmeticamente: onde tutte queste
maniere ascendono al numero di Dodici: così li Modi non sono, nè posso-no essere più, nè meno di dodici. Et acciò meglio s'intenda. All'hora si dilib. delle Di-most. har. Ra-gionamento
5. Def. 12. 13.ce la Diapason essere harmonicamente diuisa, quando da vna chorda me-zana è partita in vna Diapente, & in vna Diatessaron: dimaniera che la Dia-pente sia collocata nella parte graue di essa, & la Diatessaron nell'acuta.
Così similmente allora si dice la Diapason essere arithmeticamente diuisa:
quando per lo contrario da vna mezana chorda è in tale maniera partita,
che nella parte graue di essa sia accommodata la Diatessaron, & nell'acuta
la Diapente. Et perche se bene sette sono le sue specie: essendo che tra la
settima specie, che si troua tra queste chorde
. C. D. E. F. G. a. &
. non
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cade alcuna chorda mezana, che harmonicamente la possa diuidere in due
parti: così non vi cade modulatione alcuna di alcun Modo principale, ò
autentico: così anco la quarta specie non riceuendo la diuisione arithme-tica, conciosia che non essendo tra F. &
. la Diatessaron, nè tra
. & f. la
Diapente, non sarà anco la
. mezana, la quale diuida arithmeticamente
in due parti, non può caderui modulatione alcuna di alcun Modo non
Principale, ouero Plagale. Di maniera che questi Tuoni Moderni sono
ancora loro Dodici, come gli altri di sopra, & si diuidono loro ancora in
due parti, cioè in Principali, ò Autentichi, & in Collaterali, ouero Plagali.
Nella prima si pongono quelli, che sono contenuti nella Diapason harmo-nicamente diuisa, cioè li Principali, ò Autentichi, & nella seconda si pongo-no quelli, che sono contenuti nella Diapason arithmeticamente diuisa,
Ragionamento 5. propo-sta 15.cioè li Collatterali, ouero Plagali. Le chorde finali delli sei Modi Principa-li sono communi con quelle de i suoi Collatterali [sic: Collaterali]; Et la vera chorda finale
di ciascheduno, è la grauissima chorda della loro Diapente. Onde la C. è
commune al Primo, & al Secondo. La D. al Terzo, & al Quarto. La E. al
Quinto, & al Sesto. La F. al Settimo, & all'Ottauo. La G. al Nono, & al
Decimo, & la chorda a, all'Vndecimo, & al Duodecimo: come in que-sto essempio.
Ragionamento 5. propo-sta 25.
lib. 3. cap. 30.
Et si possono anco trasportare nell'acuto, ouero nel graue per vna Diapa-son, oueramente nell'acuto per vna Diatessaron, ò nel graue per vna Dia-pente nel modo che si è detto poco di sopra.
- Il Primo Modo è quello, che è contenu-to tra la prima specie della Diapason har-monicamente diuisa, come in questo es-sempio.
page 101
- Il Secondo è quello, che si troua tra la quinta specie della Diapason arithme-ticamente diuisa; come in questo es-sempio.
- Il Terzo è quello, che è contenuto tra la seconda specie della Diapason har-monicamente diuisa; come in questo essempio.
- Il Quarto è quello, che si troua tra la sesta specie della Diapason arithmeti-camente diuisa; come nel presente es-sempio.
- Il Quinto è quello, che è posto tra la terza specie della Diapason harmoni-camente diuisa; come in questo es-sempio.
- Il Sesto è quello, che è collocato tra la settima specie della Diapason arith-meticamente diuisa; come in questo essempio.
- Il Settimo è quello, che si troua tra la quarta specie della Diapason harmonicamente diuisa; come in questo es-sempio.
- L'Ottauo è quello, che si troua tra la prima specie della Diapason arithme-ticamente diuisa; come in questo es-sempio.
- Il Nono è quello, che si troua tra la quinta specie della Diapason harmo-nicamente diuisa; come in questo es-sempio.
- Il Decimo è quello, che si troua tra la seconda specie della Diapason arithme-ticamente diuisa; come in questo es-sempio.
- L'Vndecimo è quello, che si troua nel-la sesta specie della Diapason harmoni-camente diuisa; come in questo essempio.
- Il Duodecimo è quello, che si troua nella terza specie della Diapason arithmeti-camente diuisa; come in questo essempio.
LIBRO QVARTO DEL COMPENDIO DELL' ARTE DEL CONTRAPVNTO DEL R. M. ORATIO TIGRINI Canonico Aretino.
Che l'Arte del Contrapunto tanto è più bella, & di maggiore istima, quanto che è messa in uso più nobile. CAPITOLO PRIMO.
Delle Fughe, Conseguenze, ouero Reditte, & prima delle Fughe legate. Cap. II.

Fuga legata all'Vnisono.
Delle Fughe sciolte. Cap. III.

Fuga sciolta, la quale sempre procede per le medesime voci, con varie sorti di figure.
page 107
Si potranno etiandio fare di questa sorte fughe ponendo l'vna delle parti
lontana dall'altra alla settima, alla vndecima, & in diuersi altri luoghi: pu-re che si faccia, che li Semituoni, mentre in vna parte ascendono, nell'al-tra discendino nel modo, che di sopra è stato detto.
Delle Fughe sciolte alla riuerscia. Cap. IIII.
Della Imitatione. Cap. V.
page 108
page 109
Mediante i quali essempi si vede, che la differenza, la quale si ritroua tra laVedi piu a
pieno M. Giosef. Zarl. nelle
Istit. har. lib.
3. c. 52.
Fuga, & la Imitatione è questa, cioè, che doue la Fuga nel procedere ha
riguardo a i Tuoni, & Semituoni, come di sopra; La Imitatione, senza ri-guardo alcuno de gli istessi Interualli, procede per i medesimi mouimen-ti, ouero gradi nella parte del Conseguente, che fa quella della Guida.
Resta hora, che si faccia mentione di alcune altre sorti di Contrapunti,
che hoggi da i Moderni Compositori si fanno con molta gratia, & artifi-cio, & prima del Contrapunto alla Duodecima, & si vegga quello, che nel
voler comporlo s'habbia da osseruare.
Del Contrapunto doppio alla Duodecima. Cap. VI.
- 1. La Prima è; che mai nella parte principale si porrà la Sesta: perche nella replica non fa Consonanza.
- 2. La Seconda; non si constituiranno mai le parti tanto lontane l'vna dal-l'altra, che passino la Decima.
- 3. La Terza; non si porrà mai la parte acuta in luogo della graue, nè la gra-ue nel luogo della acuta: perche non solo le parti, che passano la Duodeci-ma fanno dissonanza nella replica, ma tutte quelle ancora, che occupano il luogo dell'altra.
- 4. La Quarta; Non si faranno mai Sincope, nelle quali interuenga la Set-tima; ma si potranno ben farle, che c'interuenga la Seconda, ò la Quarta. page 110
- 5. La Quinta & vltima. Non si porrà mai nel principale la Decima mino-re, dopò la quale seguiti l'Ottaua, ò la Duodecima; Nè la Terza minore auanti l'Vnisono; Nè la Quinta, quando le parti procedino con moui-menti contrarij: perciò che essendo in tal modo poste, ne viene à seguire il Tritono, ouero qualche altro inconueniente tra le parti.
page 111
Dal quale si può facilmente comprendere, che l'ordine delle Consonan-ze, & delle Dissonanze in questa sorte di Contrapunto è questo, cioè;
che ogni Vnisono è vna Duodecima di sotto; & ogni Terza di sopra, è
vna Decima di sotto; & ogni Quinta di sopra, è vna Ottaua di sotto;
& per lo contrario, ogni Ottaua di sopra, è vna Quinta di sotto; & ogni
Decima di sopra, è vna Terza di sotto; & ogni Duodecima di sopra, è
vna Quinta di sotto. Et le Dissonanze similmente. Ogni Seconda di so-pra, è vna Vndecima di sotto; & ogni Quarta di sopra, è vna Nona di
sotto. Et ogni Settima di sopra, è vna Sesta di sotto. Et ogni Nona di so-pra, è vna Quarta di sotto; Et ogni Vndecima di sopra, è vna Seconda
di sotto. Et così per lo contrario volendosi comporre la parte di sotto,
ogni Decima di sotto, serà Terza di sopra; & ogni Ottaua di sotto, se-rà vna Quarta di sopra; Et ogni Quinta di sotto, serà vna Ottaua di
sopra; Et ogni Terza di sotto sera vna Decima di sopra; Et ogni Vnisono
serà vna Duodecima di sopra. Et così similmente le Dissonanze. Ogni Se-conda di sotto, è vna Vndecima di sopra; Et ogni Quarta di sotto, è vna
Nona di sopra; Et ogni Settima di sotto, è vna Sesta di sopra; & ogni Sesta
di sotto, è vna Settima di sopra; Et ogni Nona di sotto, è vna Quarta di so-pra. Questo dunque è il Contrapunto alla Duodecima.
Modo di comporre un Canto, nel quale una parte incominci nel fine, & l'altra nel principio in un medesimo tempo. Cap. VII.
Modo di fare una Compositione, che si possa cantare à uoce piena, & à uoce mutata. Cap. VIII.

Essempio della Compositione à Quattro Voci, nella quale il Soprano è mutabile per vna Ottaua di sotto.
Modo di fare una Compositione à Voci pari, la quale si possa cantare ancora à Voci puerili. Cap. IX.
Modo di comporre sopra il Canto fermo. Cap. X.
Modo di fare il Contrapunto alla mente sopra 'l Canto fermo. Cap. XI.
Modo di fare le Fughe sopra il Canto fermo. Cap. XII.
page 117
Ma quando si vorrà fugare la parte del Canto fermo sotto nel graue, si
terrà contrario ordine à questo di sopra; & doue la parte acuta salendo
andaua innanti vna meza Battuta, & discendendo veniua dopò, simil-mente per spacio d'vna meza Battuta; Questa graue per lo contrario nel
salire sempre rimanerà indietro vna meza Battuta, & nel discendere pre-uenirà la parte del Canto fermo vna meza Battuta, come in questo es-sempio.
Si potrà ancora, mentre due parti faranno la fuga, fare, che vna parte di-stesa nello acuto faccia l'imitatione per Decime, tanto all'in sù, quanto
all'in giù; come in questo essempio.
Et se alcuno, mentre il Canto fermo ascenderà per questi mouimenti con-giunti andrà cantando sempre di Terza in Sesta, cioè dando ad ogni figura
del Canto fermo due Note, vna, cioè, che sia Terza, & l'altra Sesta: potrà
vn'altra parte, spettando vna Pausa di Minima, fare la medesima fuga al-l'Vnisono con la detta Parte antecedente, come in questo essempio.
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Ancora se 'l Canto fermo ascenderà per mouimenti Congiunti, come di so-pra, & vna parte procederà d'Ottaua in Sesta, potra vn'altra fare la fuga
seco all'Vnisono spettando vna Pausa di Minima, come di sopra; Et di-scendendo il Canto fermo per li medesimi mouimenti congiunti, & can-tando vna parte d'Ottaua in Quinta, potrà vn'altra fugare con essa all'V-nisono, spettando medesimamente vna Pausa di Minima, come di sopra, &
nel sottoposto essempio si dimostra.
Le quali Fughe non sono però molto grate all'vdito, & massimamente non
essendo il Contrapunto cantato se non dalle due sopradette parti: concio-sia che tanto all'insù, quanto all'ingiù, non si senta altra relatione, che
di Ottaue, le quali tanto più si vdirebbono, quando, che si volessero so-
page 119
nare sopra l'Istrumento. Molte altre simili se ne possono fare, le quali per-che in effetto non rendono alcuna varietà d'Harmonia, si passeranno con
silentio, & solo si farà mentione delle più harmoniose.
Sarà ancora lecito il pigliare alle volte vn passaggio, & quello replicare vna,M. Gios. Zarl.
Istitu. harm.
lib. 3. c. 55. &
Vinc. Lusit.
lib. 1. della sua
Introdut. in
fin.
ò due volte, & subito fare qualche bella tirata, o veramente vn passo largo
ascendente, ò discendente, secondo, che tornerà più commodo, procu-rando, che 'l Contrapunto habbia più bell'aria, che sia possibile.
Modo di fugare, quando la parte del Canto fermo farà il mouimento separato di Terza. Cap. XIII.
Per lo contrario poi volendosi fugare nella parte graue, si farà, che la par-te graue, che vorrà fare la fuga, incominci per vna Minima, procedendo
sempre per le medesime figure vna meza battuta innanti, come in questo
essempio si dimostra.
page 121
Ma discendendo con i medesimi mouimenti separati di Terza, si terrà l'or-dine tutto contrario a questo di sopra, cioè, che doue la parte acuta pre-cederà sempre vna meza Battuta innanti nel discendere, & la graue stando
vna meza Battuta in dietro, verrà fugando per le medesime Note in que-sto modo.
Sopra le quali figure si possono tra le parti fare molte fughe, le quali, oltre
che da altri sono state messe tutte insieme: ancora, perche non serà molto
difficile à chi hauerà molto bene capito le cose sopra dette il ritrouare quelle, & dell'altre: però attendendo alla breuità si come è nostra principale in-tentione, si lascieranno da parte.
Modo di fugare, quando la parte del Canto fermo ascende, ò discende per mouimento separato di Quarta. Cap. XIIII.
page 122
Quando poi si vorrà fugare la parte del Canto fermo, che proceda in que-sto modo con vna parte di sotto nel graue, tal parte fara tutto l'opposito
di quello, c'ha fatto la parte acuta: perciò che si come quella nel salire
sempre è andata innanti vna meza Battuta, & nel discendere è sempre ri-masa in dietro per lo spatio di meza Battuta, così questa per lo contrario
nel salire farà la fuga vna Quinta di sotto restando indietro per vna meza
Battuta, & nel discendere, sempre anderà innanti medesimamente per me-za Battuta, come in questo essempio.
In questi sopradetti due modi dunque potrà essere fugato il Canto fermo
quando ascenderà, ò discendera con mouimento separato di Quarta.
Modo di fugare quando la parte del Canto fermo procederà con mouimento separato di Quinta. Cap. XV.
page 123
Hora, come l'altre parti possino fugare insieme sopra le dette figure: per-che copiosamente ne tratta il Lusitano nel suo Trattato di Musica, & nel-le regole generali, c'ha fatto per far fughe sopra 'l Canto fermo; potra cia-scuno da se stesso col mezo di tali regole venire in cognitione d'infinite altre
fughe, che sopra le dette figure, & generalmente sopra il Canto fermo si
possono fare; però questo basterà intorno à tale materia.
Della Battuta. Cap. XVI.
Che cosa sia Sincopa, & in che modo si faccia nelle Compositioni. Cap. XVII.
La Breue non solo è stata sincopata dall'Eccellentissimo Iusquino, & da al-tri Eccellentissimi Musici con Pausa, ò Figura di Semibreue, ma di Mini-ma ancora. Circa le Pause Poi; se bene Agricola in quella Magnificat del
primo Modo, nel verso Sicut erat, del quale fa mentione l'Eccellentissimo
Signor Zarlino, sincopò la Pausa di Longa con vna Pausa di Semibreue:
non serà però lecito il sincopare le Pause poste sotto qual si voglia segno di
tempo perfetto, ò imperfetto, come in questo essempio.
Molte altre cose si potrebbono dire della Sincopa, le quali si lasciano, pa-rendo, che queste siano à bastanza, & massimamente per l'intelligenza del-la sopradetta Regola del Contrapunto alla Duodecima, & delle Fughe so-pra 'l Canto fermo, per rispetto delle quali si è fatta hora questa digressio-ne; Hora, auanti che si proceda più oltre, sarà bene il dire ancora qualche
cosa intorno alle Pause: acciò non si lasci indietro cosa alcuna senza farne
qualche mentione.
page 125
Delle Pause. Cap. XVIII.
Delle legature delle Note. Cap. XIX.
Della perfettione, & imperfettione delle Note. Cap.. XX.
Del Modo, del Tempo, della Prolatione, & del loro segni. Cap. XXI.
. significa, che la Breue è di Tempo
perfetto; Et questo segno semicircolare
. significa la Breue essere di Tem-po imperfetto. La pienezza del Circolo in questto modo
significa la Prolatione maggiore, cioè, che la Semibreue vale tre Minime. Il medesimo ancora significa la pienezza del Semicircolo in questo modo
. Ma la varietà del
Semicircolo dinota il tempo imperfetto, & la Prolatione minore, ne i quali
la Semibreue vale due Minime, come ne gli infrascritti essempi si dimostra.
Della Sesquialtera. Cap. XXII.
Della Hemiolia maggiore, & della minore. Cap. XXIII.
page 132
La Hemioha minore è poi quella, nella quale tre Minime negre vanno in
vna Battuta nel medesimo modo, c'hanno fatto le tre Semibreui di sopra,
come in questo essempio.
Modo di comporre la Musica sotto uarij segni. Cap. XXIIII.
serà comparato à questo
; ogni Minima del primo sa-rà equale in quantità à vna Semibreue del secondo. Et quando questo
serà comparato à questo
, serà tra loro questa differenza solamente, che
il circolo puntato hauerà le Breui, & le Semibreui perfette, & il semicirco-lo le Breui solamente. Et quando questo
sera comparato à questo
,
serà simile à quello di sopra, eccetto, che nella perfettione del Tempo, &
della Prolatione. Et quando questo
serà comparato à questo
. ogni
Minima del primo serà del valore d'vna Breue di questo secondo. Quan-do poi questo
serà comparato à questo
2. serà simile à quello di so-pra, eccetto però, che in questo secondo le Lunghe sono perfette, & le Bre-ui imperfette. Questo
comparato à questo
, ouero à questo
, serà
nella Battuta dissimile, cioè, che ogni Minima di questo
serà in quan-tità d'vna Semibreue di questi
,
. Questo
comparato à questo
,
ouero à questo
2, ogni Minima del primo serà di quantità d'vna Breue
di questi
,
2. Questo
. comparato à questo
. ogni Semibreue
del primo ne varrà due del secondo. Questo
comparato à questo
2.
ogni Semibreue del primo ne varrà due del secondo. Questo
, compa-rati à questo
, ogni Semibreue del primo varrà vna Breue del secondo.
In questo
, con questo
2. seranno le figure quadruplicate, cioè, ogni
Lunga del secondo serà di quantità d'vna Semibreue del primo. Questo
, con questo
seranno dissimili nella Battuta, & ogni Semibreue del
primo varrà quanto vna Breue del secondo. Questo
2. con questo
ogni Semibreue del secondo serà della medesima quantità d'vna Lunga del
primo. Questo
, comparato à questo
2, ogni Breue del primo ne
varrà due del secondo. Questo
2, con questo
sono simili nella mi-sura. Questo
, con questo
. ogni Nota del primo resta diminuita del-la sua meza parte comparato al secondo. Questo
, comparato à que-sto
, ogni due Breui del primo sono in quantità di tre Semibreui del se-condo. De i quali segni se alcuno vorrà hauer magglore [sic: maggiore] notitia, potrànel Tosc. lib.
1. c. 38. & nelle Istit. harm.
libr. 2. c. 32.
vedere meglio il Toscanello di M. Pietro Aron Fiorentino, doue di questi
segni si tratta più à pieno. Resta hora, che essendosi fatto mentione di al-cune Proportioni, si ragioni anco del Punto, delle sue specie, & dei suoi
effetti.
Del Punto. Cap. XXV.
OmneOrat. in Arte
poet.
tulit punctum, Qui miscuit vtile dulci delectando, pariterque monendo
;
Parendomi hormai tempo di dare fine al nostro breue Compendio, nel
quale à me non pare, che si sia lasciato indietro cosa alcuna appartenente
all'Arte del Contrapunto; piaccia à Dio, che di questa mia fatica io ripor-ti tutti i punti, & che hauendo mescolato l'vtile col piacere, se non ho di-lettato, non habbi almeno offeso le purgatissime orecchie de i giuditiosi,
& benigni Lettori, à i quali per non essere più tedioso, rendendo gratie à
Dio larghissimo donatore di tutti i beni, farò







