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Title: Il compendio della musica

Author: Orazio Tigrini

Publication: Ricciardo Amadino (Venezia, 1588)

Principal editor: Frans Wiering

Funder: Utrecht University Netherlands Organization for Scientific Research (NWO)

Edition: 2000

Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht Netherlands
Copyright © 2000, Utrecht University, Netherlands
page i
IL
COMPENDIO
DELLA MVSICA
NEL QVALE BREVEMENTE SI TRATTA
Dell'Arte del Contrapunto,
DIVISO IN QVATRO LIBRI.
DEL R. M. ORATIO TIGRINI
Canonico Aretino.
Nouamente composto, & dato in luce.
CON PRIVILEGGIO.
[Figure]
IN VENETIA, MDLXXXVIII.
Appresso Ricciardo Amadino.
page iipage iii

AL MOLTO REVERENDO
M. GIOSEFFO ZARLINO DA CHIOGGIA,
Musico Eccellentiss. & Digniss. Maestro di Cappella
Della Serenissima Signoria di Venetia,
Signor mio sempre osseruandiss.

IO reputo degni veramente di molta lode quelli, che de-
siderando con virtuosi mezi farsi tra gli huomini im-
mortali, hanno dedicato l'opere loro a Prencipi, & à
gran Personaggi; Si come fece Vitruuio dedicando il
suo volume d'Architettura à Ottauiano Augusto; Va-
lerio Massimo i libri de i detti, & fatti notabili de gli An
tichi à Tiberio Cesare: & Plinio la sua Naturale Histo-
ria à Tito Vespasiano; Ma di molto maggiore assai, à mio giudicio, sono
quelli, che stimando molto più i beni della virtù, che quelli della fortuna,
da quale il piu delle volte da i Regni à chi non li merita, & gli toglie a chi n'èBoet. lib. 2. de
de consolat
philos.
valerio mass.
5. c. 3.

degno, dedicano le loro a persone intelligenti, & virtuose, sopra le quali ella
non hà giuridittione alcuna; si come fece Marco Varone grauissimo Au-
tore della lingua Latina, il quale dedicò l'opera sua a Marco Tullio Cice-
rone, Padre, & capo della Romana eloquenza. Per tale rispetto dunque
mando, do, dono, & dedico hora io questo mio picciolo libretto a V. S. Mol
to R. & Eccellentiss. Padre, & capo, all'età nostra della Musica; Et lodedi-
co ancora, per essere egli a guisa di vna picciola ghirlandetta di variati fiori
intessuta: de i quali hauendone io quasi la maggior parte raccolta nell'a-
menissimo, & fertilissimo suo giardino, & desiderando a preghi di molti
Amici darlo in luce, ho giudicato, per l'una, & l'altra causa ad altri non
conuenirsi piu, che a lei; dalla quale hauendo egli l'origine, & portando
scolpito in fronte il chiarissimo suo Nome, senza dubbio alcuno serà di mol
to maggiore auttorità, & gratia appresso quelli, che desiderano sapere
quelle cose, che fanno di mestiero a volere imparare l'Arte del Contrapun-
to. Piacciale dunque gradire la sua venuta, & riceuere lui come cosa sua,
& me conseruare nella sua buona gratia, nella quale quanto posso il piu mi
raccomando pregandole da Dio ogni felicità.

D. V. S. M. Reuerenda, & Eccellentiss.
Affettionariss. Seruitore
Oratio Tigrini.

page iv

AL MOLTO REVERENDO
M. ORATIO TIGRINI, dignissimo Canonico Aretino
S. S. osseruandiss.
GIOSEFFO ZARLINO S.

PER la vaga Ghirlanda de varij, & odoriferi fiori dal-
la dotta mano D. V. S. contesta, & à me donata, &
dedicata; atto veramente cortese; non sò ritrouar
parole, conueneuoli di poternele render gratia; ma
per questo non restarò di dire, che s'io mi riputassi
degno di quelle lodi, che la sua bontà m'attribuisce;
osarei dire; non essendo cosa di poco momento, l'esser
lodato da lodata persona; che s'alcun vorrà di cotal Ghirlanda ornarsi le
tempie, potrà esser certo, di poter esser pareggiato à qual si voglia, c'haurà
cinto il capo di corona di Lauro; & questo basti.

DE L'ECCELL.te M. LODOVICO PANZANI.

QVando passò per le Celesti sfere

Tigrin, la bella e pura

Vostr'alma apprese il moto e la misura

De l'harmonia del Cielo:

Ond'hoggi n'insegnate

Come possiam, cantando, far le fere

Benigne e mansuete al caldo al gielo:

E mentre voi cantate,

A i vostri dolci accenti,

In Mar s'acquetan l'onde in Aria i uenti.

DEL MEDESIMO.

CHI l'harmonia Celeste

Cantando imitar vuole,

E cantando indolcir mill'alme meste;

Legga. & osserui quanto

In si preggiati inchiostri,
page v

Mà scritto a i giorni nostri,

Questo spirto gentil, che mentre il Sole

Splenderà in Ciel; terrà la gloria, e 'l vanto

A tutti gli altri, e solo

Con grido eterno andrà pel mondo a volo.

DI M. LVCA GVADAGNOLI.

QVesti sacrati Cigni

Che l'arenoso lido

Fan dAdria risonar con dolci accenti;

Imparando da voi comi concenti

Formar possin migliori

Già si preparan con un chiaro grido;

Per non vi torre i meritati honori,

Portan TIGRIN la vostra fama e 'l nome

De la dal Mar, che fa i flutti sanguigni;

Acciò mentre le chiome

Spiegherà Febo, in terra

Vivin, facendo à Morte illustre guerra.

DEL MEDESIMO.

SE non fosse empio il dire

TIGRIN, che possi un alma

Ir d'una in altra salma;

Direi certo, che quella

Di Pitagora in voi si fosse inuolta;

Per far vn altra volta

A l'egro Mondo udire

Vn'Armonia tanto piu grata e bella,

Quantè piu de l'antica la nouella.
page vi

AL MAG. ET R. SIGNOR ORATIO TIGRINI
Nell'Opera sua Musicale.

LAscin gl'Orsi li sdegni, e i fier Leoni

L'alta superbia lor pongano, homai

Cada al Lupo la rabbia, e i duri guai

Quiui habbian fine, e al deuorar perdoni.

Scaccin lombre nocenti (horridi doni)

Le selue opache, & a i fulgenti rai

Cedan il Cal conteso, & hoggi mai

Siano ricetto di concenti, e suoni.

Poi che nouella Tigre all'armonia

S'è resa humile; e leggi e note impone

A chi per tal camin ratto s'inuia.

Taccian que' primi: e nell'oblio si stia

D'Orfeo la Cettra, e 'l cantar d'Amfione,

Che sol mostra il TIGRIN l'arte, e la via.

Paolo Bozi.

AL R. M. ORATIO TIGRINI.

NOuo Legislator, cui l'alte menti,

Che tra l'infimo cherchio e 'l piu sublime,

Fan quel concento, ch'in ciò ch'è s'imprime,

Scortati son al bel camin che tenti.

Cadde Thebe, Corinto, Athene, e spenti

Son que' Trionfi delle leggi prime:

Tu rintuzzati le voraci lime

Del tempo ingordo, onta simil non senti.

E se Cerbero, e Pluto all'armonia

CEsse el ritorno alla bell'Euridice:

Dirò, che 'l buio Regno fie distrutto.

Poiche al TIGRIN, con saggia maestria

Mosci in Orfei ridur hoggi sol lice.

ORATIO sol contra l'inferno tutto.

Ces: Accelli.

page vii

A I LETTORI.

HAuendo io deliberato Lettori miei humanissimi, raccor-
re insieme tutte quelle cose, lequali ho giudicato essere
piu vtili, & necessarie all'Arte del Contrapunto, che ap
presso molti scrittori tanto diffuse, & sparse si trouano,
che maleageuolmente comprendere si possono, mi è
parso à proposito, tra tutte quelle che da i piu nobili,
& eccellenti Autori sono state dette, farne una scelta, &
con quella breutà maggiore, che sia possibile ridurle insieme, acciò che
quelli, che desiderano imparare tal'Arte, meno s'affatichino in andarle ho
ra in questo, hora in quello Autore ricercando. Non è già stata mia inten-
tione di volere ogni cosa abbracciare: perche chi potrebbe mai in si piccolo
fascio stringere quello, che nel tempo adietro da tanti Scrittori è stato det-
to? ò chi sarebbe mai tanto prosontuoso, & fuori di se, che si promettesse
in cosi piccolo volume scriuerle à pieno, con quello stile copioso, & elegan-
te di tanti Eccellenti scrittori, ò quelli di diligenza, & di leggiadria auanza-
re? Acciò dunque à quelli, che desiderano vedere, & intendere più a pieno
le , che in esso si trattano sia piu facile il ritrouarle ne i copiosi, &
dotti loro volumi, potrà ciascuno guardando in margine ricorrere in vn
subito a quelli, che di mano in mano seranno annotati. Et perche il piu
delle volte solo si accenna il Nome di ciascuno, acciò che questo non ui appor-
ti difficultà alcuna, deuete sapere, che quando in margine trouarete scritto
Agost. vuol dire S. Agostino dottore di Santa Chiesa.
Aristot. Aristotele.
Auer. Auerroe.
Aristoss. Aristosseno.
Alb. mag. Alberto Magno.
Andr. Alc. Andrea Alciato.
Bernar. Santo
Boet. Santo Seuerino Boetio.
Berno Abb. Berno Abbate.
Conc. Trid. Concilio Tridentino:
Cic. M. T. Cicerone.
Diod. Sic. Diodoro Siculo.
Duc. d'Atri. Il signor Andrea Matteo d'Acqua viua.
Franch. Franchino.
Fab. stapul. Il Fabro stapulense:
Fior. Ang. Il Fior Angelico.
S. Greg. Santo Gregorio:
Gui. Are. Guidone Monacho Aretino. page viii
Gios. Zarl. M. Gioseffo Zarlino
Greg. Rha. Gregorio Rhau:
Georg. Valla Georgio Valla Piacentino,
Gen. Il Genesi della Sacra Bibia:
Gio: Cartus. Giouanni Cartusiense.
Gio: Tint. Giouanni Tintoris:
Gio: Spat. Giouanni Spataro Bolognese
Gul. Duran. Guglielmo Durando lo speculatore:
Gio: Ottob. Giouanni Ottobi Carmelitano:
Gale. Galeno
Lattan. fir. Lattantio firmiano
Luig. Dent. Luigi Dentice Napolitano
March. Pad. Marchetto Padouauo
Macrob. Macrobio:
Marg. Filos. Margarita filosophica:
Merl. Merlino Poeta Mantouano.
Nic. Bur. Parm. Nicolao Burtio Parmigiano.
D. Nic. Vicent. Don Pre Nicola Vicentino.
Ottom. Lusc. Arg. Ottomaro Luscinio Argentino.
Orat. Oratio Poeta Venusino.
Papa Gio: Papa Giouanni XX.
Piet. Aron fior. Pietro Aron Fiorentino.
Piet. Commest. Pietro Commestore
Piet. Canunt. Pietro Canuntio Potentino.
Plin. Plinio
Prisc. Prisciano.
Quint. Quintiliano.
Sui. Suida Historico.
Stef. Van. Stefano Vaneo.
Tolome. Tolomeo
Thom. S. Thomaso Dottore Angelico.
Vinc. Lusit. Vincentio Lusitano.
Val. Mass: Valerio Massimo.
Virg. Virgilio Poeta Mantouano.
page ix

TAVOLA
DI TVTTE LE MATERIE
PRINCIPALI, CHE SONO
contenute nell'Opera.

[Figure]
Nel Primo Libro si contiene.
IL Proemio facciata 1
Che cosa sia Contrapunto, & perche sia cosi detto. Cap. 1 2
Harmonia, quello che sia, & di quanti sorti. cap. 2 2
Del Suono cap. 3 3
Che differenza sia tra 'l suono, & la voce. cap. 4 3
Della Conzonanza, & dissonanza. cap. 5 3
Di quante sorte sia il Contrapunto. cap. 6 3
De gli Elementi, che compongono il Contrapunto. cap. 7 4
Diuisione delle sopradette voci. cap. 8 5
Quali Consonanze siano perfette, & quali imperfette. cap. 9 5
Dell'Vnisono. cap. 10 6
Del Tuono. cap. 11 6
Del semituono maggiore. cap. 12 7
Del semituono minore. cap. 13 7
Nuoua diuisione della Diapason fatta secondo la natura del numero harmonico, &
tra le chorde C. D. E. F. G. a. . & c.
cap. 14 8
Della Diapason, ouero Ottaua. cap. 15 10
Della Diapente, ouero Quinta. cap. 16 12
Della Diatessaron, ouero Quarta. cap. 17 14
Delle Consonanze imperfette maggiori, & minori, & prima del Ditono, ouero Ter-
za maggiore.
cap 18 16
Del Semiditono, ouero Terza minore. cap. 19 17
Dello Essachordo maggiore, ouero Sesta maggiore. cap. 20 17
Dello Essachordo minore, ouero Sesta minore. cap. 21 18
Della Diapente col Ditono, ouero Settima maggiore. cap. 22 19
Della Diapente col Semiditono, ouero Settima minore. cap. 23 20
Che le Consonanze mescolate con le Dissonanze fanno l'Harmonia piu diletteuole, &
piu grata all'vdito.
cap. 24 21
Per qual cagione lAutore habbia seguito solo la opinione di M. Gioseffo Zarlino
intorno alle Proportioni delle consonanze.
cap. 25 21
page x
Nel Secondo Libro si narra.
Che le compositioni s'incomincino per consonanza perfetta. Cap. 1. 23
Che non si denno porre due consonanze perfette del medesimo genere l'una dopo l'al-
tra, che insieme ascendino, o discendino senza mezo alcuno.
cap. 2. 24
Che tra due consonanze perfette del medesimo genere si ponga vna imperfetta.
cap. 3. 25
Che due, ò piu consonanze perfette dssimili, vna dopo l'altra si possono fare.
cap. 4. 26
Che consonanze perfette del medesimo genere, l'una dopo l'altra possono con-
stituirsi.
cap. 5. 26
Che le parti procedano per mouimenti contrarij. cap. 6. 27
Che da una consonanza imperfetta si dee andare à vna imperfetta piu vicina.
cap. 7. 29
Che ogni cantilena finisca in consonanza perfetta. cap. 8. 31
Il modo, che dee tenere ciascuno, che uoglia imparare a fare il contrapunto.
cap. 9 31
Modo di fare il contrapunto diminuito. cap. 10 32
Modo che si dee tenere nelle compositioni di due voci. cap. 11 35
Per qual cagione non si sia trattato prima de i Modi, o Tuoni innanti alle sopra-
dette Regole.
cap. 12 35
Quello, che s'ha da fare innanti, che si dia principio alla compositione. cap. 13 36
Del principio delle compositione. cap. 14 37
Modo, che si hà da tenere nel mezo della compositione. cap. 15 38
Del fine della compositione. cap. 6 38
Modo di comporre a tre uoci. cap. 17 38
Modo che sha da tenere nel comporr a quatro uoci. cap. 18 40
Modo di comporre a piu di quatro uoci. cap. 19 42
Modo che si dee tenere nello accommodare le parti della compositione. ca. 20 43
Descrittione di alcuni salti, che sono buoni, di alcuni cattiui, & d'alcuni altri du-
bij.
cap. 21 44
Modo da fare, che tutti li salti cattiui, che uanno all'Vnisono diuentino buoni.
cap. 22 50
De i termini delle parti nelle cap. 23 50
Modo che sha da tenere nel mettere le parole sotto le Note. cap. 24 51
Modo di riuedere le compositioni, & emendarle da ogni sorte di errori. capi-
tolo 25
51
Nel Terzo Libro si ritroua.
Che la scienza della Musica nella cognitione della ragione, è più chiara, & illustre
dellatto, & dell'opera.
Cap. 1 53page xi
Modo, o Tuono quello che sia. cap. 2 56
Che i modi sono dodici, & sono diuisi in due parti, cioè Autentici, & Plagali.
cap. 3 56
Delle chorde finali. cap. 4 58
Delle sei chorde finali. cap. 5 58
De i Modi Perfetti, Imperfetti, Piu che perfetti Misti, & commisti. cap. 6 59
De i principij di tutti Modi. cap. 7 60
Della formatione, principij, cadenze, & natura del primo Modo. cap. 8 62
Del Secondo modo cap. 9 63
Del Terzo modo. cap. 10 63
Del Quarto modo. . 11 64
Del Quinto modo. cap. 12 65
Del Sesto modo. cap. 13 65
Del Settimo modo. cap. 14 66
Dell'Ottauo modo. cap. 15 66
Del Nono modo. cap. 16 67
Del Decimo modo. cap. 17 68
DellVndecimo modo. cap. 18 68
Del Duodecimo modo. cap. 19 69
Epilogo de i termini di tutti i Dodici Modi per le chorde regolari, & irregolar
nella parte del Tenore.
cap. 20 69
Della cadenza; Quello che ella sia; di quanti sorti; & in che modo shabbia a vsare
nelle compositioni.
cap. 21 71
Delle cadenze terminate per Ottaua. cap. 22 73
Della Cadenza terminata per Quinta, o per terza, ouero per altra Consonanza.
cap. 23 74
Delle Cadenze naturali, & accidentali, che fuggono la Cadenza. cap. 75
Che non si faccino le cadenze tutte di consonanti sincopate, ò col punto; ne si ponga
la Diapente superflua in luogo della vera.
cap. 25 78
Delle Cadenze a 3. a 4. a 5. & a 6. uoci. cap. 26 79
Che le cadenze si faccino regolatamente, & secondo che 'l Modo, o Tuono ricer-
ca.
cap. 27 95
Modo di conoscere qual si voglia compositione di che modo ella sia dalla Cadenza
finale nella parte del Tenore.
cap. 28 95
Modo di conoscere i modi dalla parte del Basso per la Cadenza finale nelle chorde re
golari.
cap. 29 96
Modo di conoscere i Modi trasportati col mezo del b. dalla parte del Tenore.
cap. 30 97
Modo di conoscere i Modi trasportati, col mezo del b. nella parte del Basso.
cap. 31 98
Delli Dodici Modi nouamente posti in consideratione dall'Eccellentiss. M. Gioseffo
Zarlino.
cap. 32 99
page xii
Nel Quarto Libro so tratta
Che lArte del Contrapunto tanto è più bella, & di maggiore istima, quanto che è
messa in vso più nobile.
Cap. 1 103
Delle fughe, Consequenze, ouero Reditte, & prima delle fughe legate. cap. 2 104
Delle fughe sciolte. cap. 3 105
Delle fughe sciolte alla riuerscia. cap. 4 107
Della Imitatione cap. 5 107
Del Contrapunto doppio alla duodecima. cap. 6 109
Modo di comporre un canto, nel quale vna parte incominci nel fine, & l'altra nel
principio in un medesimo tempo.
cap. 7 111
Modo do fare vna compositione, che si possa cantare a voce piena, & a voce mu-
tata.
cap. 8 112
Modo di fare vna compositione a voce pari, laquale si possa cantare anchora a vo-
ce puerili.
cap. 9 113
Modo di comporre sopra 'l canto fermo. cap. 10 114
Modo di fare il contrapunto alla mente sopra 'l canto fermo. cap. 11 115
Modo di fare le fughe sopra 'l canto fermo. cap. 12 116
Modi di fugare quando la parte del canto fermo farà il mouimento separato di
Terza.
cap. 13 120
Modi di fugare quando la parte del canto fermo ascende, o dicende per per mouimento
separato di Quarta.
cap. 14 121
Modi di fugare, quando la parte del canto fermo procederà per moumento sepa-
rato di Quinta.
cap. 15 122
Della Battuta. cap. 16 123
Che cosa sia sincopa, & in che modo si facci nelle . cap. 17 124
Delle Pause. cap. 18 125
Delle legature delle Note. cap. 19 126
Della perfettione, e imperfettione delle Note. cap. 20 127
Del Modo, del Tempo, & de la Prolatione, & de i loro segni. cap. 21 128
Della Sesquialtera. cap. 22 129
Della Hemiolia maggiore, & della minore. cap. 23 130
Modo di comporre la Musica sotto varij segni. cap. 24 132
Del Punto. cap. 25 133
Fine della Tauola.
page 1
[Figure]

LIBRO PRIMO
DEL COMPENDIO
DELL'ARTE DEL CONTRAPVNTO
DEL R. M. ORATIO TIGRINI Canonico Aretino.

[Figure]

PROEMIO.

ERrano grandemente coloro, che sono di parere, che 'l
comporre della Musica non sia altro, che vna certa
prattica; & che le Consonanze si misurino con l'vdito
solamente; Percioche se bene pare, che tutto 'l princi-
pio di questa Scienza consista nel senso dell'vdito: con-
ciosia che, come dice Boetio, se non fusse l'vdito, inBoet. lib. 1. c.
9. & 10. c 28.
& lib. 3. ca. 1.

nessun modo si potria disputare delle voci; Nondime-
no tutto il resto della perfettione, & la forza della cognitione consiste nel-
la ragione; la quale fondandosi nelle vere, & certe regole, non può in al-
cun modo errare; il che non auiene così de i sensi, non essendo data à tut-
ti vna medesima forza d'intendere, nè ritrouandosi quella nell'huomo sem-
pre eguale. Et per ciò Aristosseno accostandosi solo al senso, & negandoBoet. lib. 5. c.
1. & cap. 12.
Aristot. libr.
Metaphy. sen
sus auditus
potest facilè
falli, sicut &
visus & Com-
mentator in li
bris elencho-
rum inquit.
Quod color,
& forma non
est perfectum
iudicium rei,
nisi praecisè
inuestigetur.

la ragione, commesse molti errori: onde i Pitagorici presero la via del me-
zo: perche non diedero tutto 'l giudicio alle orecchie; nè anco senza quel-
le furono da essi molte cose ritrouate. Per la qual cosa se bene le conso-
nanze si misurano con l'vdito: con tutto ciò, di quali distanze siano tra lo-
ro differenti, questo non già all'orecchie, il giudicio delle quali è offusca-
to, ma alle regole, & alla ragione si permette; & così il Senso viene à essere,
come seruo, & la ragione, come Padrona. Et se bene per essere questa Scien
za l'vna delle matematiche, le quali tutte sono fondate nelle vere, & certe
regole, & sono nel primo grado di certezza: sapendosi esse, tutti quelli, che
ne fanno professione, le sanno à vn medesimo modo: tuttauia l'isperienza
ci dimostra, che la copia de gli Scrittori non solo hà giouato co 'l facilitare
molte cose, che erano difficili, & oscure; ma anco col ritrouarne dell'altre,
si come hà fatto l'Eccellentissimo M. Gioseffo Zarlino, dal quale è stata tal-
page 2 Franch. Theo.
lib. 2. c. 16. Item
errat Aristo-
xenus: q[m-m] nu
meris simpli
cibus inter-
ualla notauit
non aumt pro-
portionibus
&c.
mente facilitata la strada à quelli, che della Scienza della Musica si dilettano,
che oltre l'hauere ritrouato molte cose di nuouo, non ci è quasi rimaso co-
sa alcuna, quantunque oscura, & difficile, che, mercè di lui, non sia hor
mai chiarissima, & facilissima. Ma perche il più delle volte auiene, che alcu-
ni, per non hauere cognitione della lingua latina, & poco della volgare: &
alcuni altri ancora infastiditi dalla lunghezza, & oscurità del dire, & massi-
mamente non hauendo molti termini di Theorica, non possono così facil-
mente intendere molte cose, che sparsamente ne i loro dotti, & copiosi vo-
Cic. lib. offi
ciorum & Ari-
stot. lib. 2. To
picorum, & lib.
7. Metaphysi.
Pietro Aron
Fior. Instit. har
mon. lib. 3. ca.
Nicol. Burt.
Parm. lib 2.
cap. 1.
lumi si contengono; da quelli ho io breuemente raccolto tutte quelle, che
à mio giudicio sono più necessarie à quelli, che desiderano imparare l'Ar-
te del Contrapunto, & ridottole in questo breue Compendio; Et pensan-
domi, che à questi tali sia per essere molto vtile, mi sono risoluto mandarlo
fuori con animo, che quando bene ad alcuni non fusse molto grato, hab-
bia almeno alla maggior parte à essere gioueuole: essendo, che mai non si
dice da me cosa alcuna, della quale in margine non s'habbia l'autorità. Et
perche, come dice Cicerone, ciascun principio, che con ragione si prende
Franch. nella
prat. lib. 3. c. i.
M. Gios. Zarl.
Isiti. harm. li.
4. c. 8. dice es-
sere stato Gio
uan Damasc.
Vedi Lattan-
tio firm. nel
libr. de opif.
Dei. cap. 16.
Cic. nelle Tu
scul. quest. nella
prima q. con-
tro Aristosse-
no Marchet-
to Pad. nel pri
mo Trattat.
Quid est har.
Boet. li. 5. c. 1.
Franchino in
Theor. lib. 3.
c. 10. in fine, &
M. Gios. Zarl.
Istit. har li. 2.
capit. 10. & il
Duc. d'Atri.
Harmon. est
concinnitas
quandam uocum
non similium
&c.
sopra qualche cosa, deue procedere dalla Definitione: acciò meglio s'inten
da, che cosa sia quella, della quale si tratta; hauendosi à ragionare del
Contrapunto, & de gli elementi, & delle specie, delle quali si compone, pri-
mieramente vedremo

Che cosa sia Contrapunto, & perche sia così detto. Cap. I.

HAnno detto alcuni, che 'l Contrapunto non è altro, che vn semplice
canto duplicato, triplicato, & quadruplicato ad arbitrio del Com-
positore. Ma il Dottissimo M. Franchino dice; che 'l Contrapunto è vna fa
coltà, & vn modo, che in se contiene diuerse variationi di suoni cantabili,
con certa ragione di proportioni, & misura di tempo; Et è cosi detto, per-
che anticamente i Musici, auanti, che dall'Eccellentissimo Filosofo M. Gio
uanni de' Muri fussero ritrouati i segni, & caratteri delli otto figure, ò No-
te cantabili, delle quali hora Noi ci seruiamo nelle nostre compositioni, vsa
uano di comporre i loro Contrapunti con alcuni punti, ponendo vn pun-
to contra l'altro nel medesimo modo, che facciamo hora Noi vna Nota
contra l'altra; Ma per maggiore intelligenza vediamo quello, che sia Har-
monia, & li suoni cantabili, c'habbiamo detto.

Harmonia, quello che sia, & di quante sorti. Cap. II.

DIcono li Musici l'Harmonia essere di due sorti, delle quali l'vna di-
mandano propria, & l'altra non propria. La propria dicono esser
quel concento di chorde, ò di voci consonanti nelli lor modi senza offesa al-
cuna delle orecchie; la non propria dicono poi esser quella, la quale anco-
ra che habbia gli estremi tramezati altri suoni: nientedimeno, non con-
tiene in se modulatione alcuna.
page 3

Del Suono. Cap. III.

DIce Boetio, che la Consonanza, che regge ogni modulatione dellaBoet. li. 1. c. 8.
Franchino in
Theor. li. 1. c.
2. & li. 3. c. 10.
Alberto Ma-
gno libr. 2. de
Anima.

Musica, non si può fare senza suono; il suono non si può fare senza la
percussione, & la percussione non può essere in modo alcuno senza
moto. Perche se tutte le cose fussero immobili, non potria altri ad altro
concorrere, che altri fusse commosso gia mai; & tutte le cose essendo imM. Gios. Zarl.
Istit. harmo.
lib. 2. cap. 10.
Margarita fi-
losophica li.
5. cap. 6.

mobili, & non hauendo moto, sarebbe necessario, che nessun moto si fa-
cesse: per lo che il Suono si dice essere vna percussione dell'aria non sciol-
ta in sino all'vdito.

Che differenza sia tra 'l suono, & la voce. Cap. IIII.

SE bene appresso il Musico questi due nomi, cioè Suono, & voce sonoArist. lib. 2. de
anima. Marg.
filosoph. lib.
5. cap. 6. &
Diodoro.
vox est spiri-
tus tenuis sen
sibilis quantum
in ipso est. &
Priscian. vox.
est aer tenuis
simus &c.

equiuochi; è nientedimeno trà loro questa differenza; che il suono è
vna percussione d'Aria indissoluta in sino all'vdito, che può nascere da i
corpi duri, & inanimati; & la voce, è vna percussione d'aria respirata, la
quale nasce solo da i corpi animati; onde il Filosofo. Vox autem sonus est
quidam animati.
Di maniera che ogni voce è suono, non già per lo contra-
rio, ogni suono è voce. Ma vediamo hora, che cosa sia Consonanza, & quel-
lo, che sia Dissonanza.

Della Conzonanza, & Dissonanza. Cap. V.

DIce il sopradetto Boetio, che la Consonanza, è vna mistura di suonoLattant. firm.
libr. de opif.
Dei capit. 8.
Alberto Ma-
gno lib. 2. de
anima cap. de
voce. Nicol.
Burt. Parm.
lib. 1. cap. 7.

graue, & acuto, che peruiene alle nostre orecchie soauemente, & vni-
formemente, la quale il Filosofo dice essere ragione di numeri nello
acuto, & nel graue; & per lo contrario, la Dissonanza, come afferma il me-
desimo Boetio, non è altro, che vna mistura di suono graue, & acuto, la quaBoet. libr. 1. c.
3. & Franch. in
Theor. lib. 1.
c. 3. & libr. 3.
cap. 10.

le aspramente peruiene alle nostre orecchie; però che mentre tali suoni l'v-
no con l'altro non si uogliono vnire, & in vn certo modo si sforzano di ri-
manere nella loro integrità, offendendosi l'vno con l'altro rendono all'vdi-
to cattiuo, & insoaue suono.Arist. lib. 2 de
anima poste.
M. Gios. Zarl.
Istit. harm. li.
2. cap. 12.

De quante sorti sia il Contrapunto. Cap. VI.

RItornando hora al Contrapunto, dicono i Musici, essere di due sorti,Margar. filos.
libr. 5. cap. 7.
Nico. Burt.
Parm. libr. 1.
capit. 9. &
S. Greg. dice
Consonantia d[r-macr] esse quando duae voces in eodem tpere se compatiuntur, itaque vna cum alia secundum auditum sua-
uem reddant melodiam. Franch. part. lib. 3. ca. 1. & cap. 10.

cioè semplice, & diminuito. Il semplice è quello, che è composto sola-
mente di Consonanze, & di figure eguali l'vna con l'altra; si come è àM. Gios. Zarl. instit. harm. lib. 3. cap. 1
Pietro Aron. Fior. l. 3. istit. harm. cap. 1.

page 4 dire, vna Semibreue contro vn'altra Semibreue, & cosi dell'altre simili, co-
me in questo essempio.
Il diminuito è quello, che non solo è composto semplicemente di Consonan-
ze, ma Dissonanze ancora, & in esso si pone ogni sorte di figure cantabili à
beneplacito del Compositore, numerate secondo la misura del suo tempo,
come nel sottoscritto essempio si dimostra, & nell'altro discorso meglio
Vedi in que-
sto lib. 2. ca. 3.
s'intenderà, quando si ragionerà più à pieno di questa sorte di contrapunto.

De gli Elementi, che compongono il Contrapunto. Cap. VII.

Franch in
Theor. lib. 1.
cap. 3.
GLi elementi, che compongono il Contrapunto, sono di due sorti, cioè
semplici, & replicati; li Semplici sono tutti quelli interualli, che sono
Marg. Filos.
lib. 5. cap. 20.
M. Gios. Zarl.
libr. 3. istit
harm. cap. 3.
libr. 3 prat.
cap. 2.
minori della Diapason, ouero Ottaua, come sono l'vnisono, la Secon
da, la Terza, la Quarta, la Quinta, la Sesta, la Settima, & l'Ottaua, cioè essa
Diapason; ancora che da alcuni, & particolarmente dallo Eccellentissimo
M. Franchino sia messa trà le replicate: nientedimeno à me piace molto più
l'opinione del Dottissimo Signor Zarlino, il quale con efficacissime, & viue
ragioni proua in effetto; che, per essere la Diapason il primo trà gli altri in-
terualli, & la prima Consonanza, non può in alcun modo esser composta, ò
replicata. Li replicati dunque sono tutti quelli, che sono maggiori di essa
Diapason; come sono la Nona, la Decima, l'Vndecima, & la Duodecima,
con le loro replicate.
page 5

Diuisione delle sopradette Voci. Cap. VIII.

TOlomeo, come referisce Boetio, chiama alcune delle sopradette VociBoet. lib. 5. c.
10. & cap. 11.
M. Gios. Zarl.
istit. li. 3. c. 4.
Franch. prat.
libr. 3. cap. 1.
& cap. 2.

trà loro congionte, vnisone: & alcune, non vnisone; vnisone chiama
quelle, che sempre fra loro fanno vn medesimo suono; & di quelle, che
non sono vnisone, alcune dimanda equisone, alcune Consone, altre Emme
li, & alcune Dissone; & vltimamente alcune altre dimanda Ecmeli, da queste
molto differenti. Equisone chiama quelle, che insieme percosse dalla mistu-
ra di due suoni differenti, fanno vn certo semplice suono: si come è quello
della Diapason, cio è Ottaua, & quello della Disdiapason, ouero Quintade-
cima. Consone dimanda quelle, che se bene fanno vn suono composto, ò
misto, è nondimeno soaue: si come è quello della Diapente, ciò è Quinta,
& quello della Diatessaron, cioè Quarta, & delle loro composte, & replica-
te. Emmeli chiama poi quelle, che non sono consonanti, ma si possono be
nissimo accommodare alla Melodia, & che congiongono insieme le Con-
sonanze: si come è il tuono, il quale è la differenza, che si ritroua tra la Dia
pente, & la Diatessaron. Dissone chiama quelle, che non mescolano insieme
suono alcuno, che sia grato, ma non rendendo soauità alcuna, offendono
aspramente il nostro sentimento. Emmeli poi chiama quelle, che non en-
trano nella congiuntione delle Consonanze, come è quel Diesis , che alcuni mettono nel numero delle emmeli, & altri simili inter-
ualli, come meglio, & più à pieno nel soprascritto lib. di Boetio, & nelle Isti-
tut. Harm. del sopradetto Signor Zarlino si può vedere. Et perche habbia-
mo detto di sopra, che alcune sono Consone, cio è Consonante, & alcune
altre Dissonanti; s'ha da sapere, che le Consonanti sono la Terza, la Quar-
ta, la Quinta, la Sesta, & la Ottaua, con le loro composte, & replicate; le Dis
sone, ouero dissonanti sono poi la Seconda, la Settima, la Nona, la Decima-
quarta, la Decimasesta, & la Vigesima prima, con le loro replicate. Resta ho
ra, da che si è inteso, quali siano gli elementi, & specie, che compongono il
Contrapunto, & quali siano le Consonanze, & quali le Dissonanze, che si
venga alla loro Diuisione; & perche sono di due sorti, cioè perfette, & im-
perfette, che si vegga

Quali Consonanze siano perfette, & quali imperfette.
Cap. IX.

LE Consonanze perfette sono queste, cioè l'vnisono, la Quarta, la Quin
ta, & l'Ottaua, con le loro replicate; le imperfette sono la Terza, &
la Sesta medesimamente con le loro replicate, come di sopra; & que-
ste similmente si diuidono in due sorti, in maggiori, & in minori; si co-
me meglio al suo luogo si dirà, quando particolarmente di esse ragione-
remo.
page 6

Dell'Vnisono. Cap. X.

Boet. li. 1. c. 3.
Franch. prat.
lib. 3cap. 2. &
in Theor. lib.
1. c. 2. & c. 10.
Giorgio Val
la lib. 2. ca. 2.
della sua Mu
sica.
ESendo la Consonanza, come dice Boetio, vna mistura di suono graue,
& acuto, che soaue, & vniformemente peruiene alle nostre orecchie;
conseguentemente da vna istessa, & sola voce, ò suono non si può pro-
durre Consonanza alcuna; & se bene da i Musici egli è messo trà le Conso-
nanze, niente dimeno non è propriamente Consonanza; ma si come ap-
presso gli Arimmetici l'vnità non è numero, ma origine di numeri; & ap-
presso i Geometri il Punto non è linea, ma principio della linea; così anco
Gregor. Rhau
enchiridion li
br. 1. cap. 6.
appresso i Musici l'vnisono si dice non essere Consonanza, ma l'origine del-
Stefano va
neo li. 1. c. 25.
M. Gios. Zarl.
Instit. har. lib.
2. c. 11. & c. 29.
Greg. Rhau.
enchiridion.
libr. 1. cap. 6.
vn solo suono; come per il presente sottoscritto essempio si dimostra.
Nel quale, come si vede, non è alcuna varietà di concento: ma l'vna par-
te, & l'altra suona il medesimo.

Del Tuono. Cap. XI.

Boet. l. 4. c. 14.
Franch. Theo.
lib. 2. cap. 14.
& in prat. lib.
1. cap. 8.
HAuendosi à ragionare delle Consonanze, lequali sono composte tut-
te di Tuoni, & di semituoni, serà anco, al parer mio, molto vtile il sa
per prima, che cosa sia Tuono, & quello, che sia semituono. S'ha
dunque da sapere, che questo nome Tuono nella Musica, è equiuoco; &
Pietro Canun-
tio cap. 42.
alcune volte significa Concordanza, intonatione, & regola, mediante la-
quale si conosce il canto, come meglio si dirà, quando si ragionerà di que-
Macrobio in Somn. Scip.
libr. 2. cap. 1.
Pietro Aron.
nel Lucidario
lib. 3. cap. 16.
Fiorangelico
lib. 1. c. 33.
sta sorte di Tuoni; alcune altre volte Tuono si chiama quella congiuntio-
ne, che si ritroua trà due voci, ò suoni; Del quale parlando il nostro Gui-
done Monaco Aretino disse, esser quello legitimo spatio, che si troua trà
due voci perfette. Et certamente li veri, & legittimi interualli del genere
Diatonico sono questi trè, cioè il Tuono maggiore, il minore, & il maggior
semituono, & non il minore, come molti hanno detto. Il Tuono maggio-
Guido Areti-
no.
re dunque, è quello, che segue immediatamente verso l'acuto nelle chor-
de nominate Diatoniche il semituono maggiore in ogni Tetrachordo; & è
M. Gios. Zarl.
Istit. harmo.
lib. 3. cap. 18.
Boet. l. 1 c. 25.
Fabro stapu-
lense. Vedi il
Fiorangelico
doue sopra è
citato.
quello ancora, che si troua collocato, trà la chorda A. . & a. . senza
mezo alcuno. Il Minore poi segue sempre il maggiore verso l'acuto; & tie-
ne sempre il terzo di ciascuno Tetrachordo nella parte acuta; co
me ne i sottoposti essempi.
page 7 Tuoni maggiori.
Tuoni minori.

Del Semituono maggiore. Cap. XII.

LA maggior parte de gli Scrittori, tanto antichi, quanto moderni, seBoet. li. 3. c. 8.
Franch. nella
Theor. libr. 1.
capit. 15.

guendo l'opinione di Boetio, hanno detto, il Semituono maggiore,
ouero Apotome, che lo dimandino, non si ritrouare naturalmente
in luogo veruno della mano: nè se non doue sia questa positione b. fa. . mi;Pietro Aron.
nel Thosca-
nello libr. 2.
cap. 20.

ma ritrouarsi bene accidentalmente, ouunque sia il Tuono, figurandolo
con l'vno, & l'altro di questi due segni b. & . Ma Noi seguendo i più mo-
derni, & quelli particolarmente, che senza soffisticheria alcuna hanno meM. Gios. Zarl.
Istit. harmo.
libr. 3. cap. 19.

glio ritrouato la verità delle proportioni delle Consonanze musicali; dire-
mo, il Semituono maggiore ritrouarsi sempre, senza mezo alcuno, nel prin
cipio di ciascuno Tetrachordo nella parte graue, trà queste chorde, cioè
. & C. E. & F. & trà le chorde A. & b. come in questo essempio si dimostra.
Semit.Magg.

Del Semituono minore. Cap. XIII.

SEgue dopò il maggiore il Semituono minore, che à differenza del magBoet. lib. 3. c.
8. 14. & 15.
Franchino
Theor lib. 1.
cap. 15. & in
prat. li. 3. c. 13.
Pietro Aron
Fior. nel To-
sca. li. 2. c. 20.
Marg. filoso.
lib. 1. capit 18.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
3. c. 19. & c. 25

giore hanno descritto con questi due segni . & . dicendo quasi com
munemente tutti, che si ritroua trà queste due chorde Mi, fa. Il che quan
to sia lontano dal vero, oltre la ragione, anco il senso di questa cosa n'è giu-
dice; & però seguendo Noi la megliore, & più reale opinione, diremo; che in
effetto questo Semituono minore, si ritroua ascendendo nello acuto, tra la
chorda b. & . come in questo essempio si vede
La natura del quale, è di , ò di leuare il
Semituono minore dal Tuono, & di far diuentare
minore alcuna Consonanza maggiore, & così per lo
page 8 contrario come in questo essempio si dimostra
Nel quale doue dalla prima figura alla se-
conda è lo spatio del Tuono, ponendo trà l'vna
& l'altra di quelle figure il b, come nel secondo
essempio si vede, si uiene à leuare dalla parte acuta il Semituono minore, &
ci rimane il maggiore. Il medesimo effetto fa ancora il , posto, come in que
sto essempio. Nelquale, si come trà la prima,
& la seconda figura del primo essempio si ri-
troua il Tuono, così posta la Chorda . in
luogo della b, come nel secondo essempio, le-
ua il minore, & rimane il maggior semituono. Il medesimo effetto fa an-
cora il . de introdurre il Semituono maggiore in luogo del Tuono, come
in questo essempio. Nel quale essendo nel primo il
Tuono trà la prima, & la seconda Nota, me-
diante questo segno , s'introduce il Semituono
maggiore, come nel secondo essempio trà la pri
ma, & la seconda chorda si vede. Sogliono anco molti Musici il più delle
uolte in luogo del . porre la detta cifera . la qual cosa è da i valenti
huomini poco lodata, che potendosi descriuere quello, che si vuole inten-
dere col proprio segno, si serua di vn'altro diuerso, & forestiero. Veniamo
hora alle Consonanze, & principalmente alla Diapason, come più nobile, &
più perfetta di tutte l'altre.

Nuoua diuisione della Diapason fatta secondo la natura del numero har-
monico, & collocata tra le chorde. C. D. E. F. G. a. . & c.
Cap. XIIII.

M. Gios. Zarl.
nelle Dimo-
strationi har-
mon. Rag. 5.
Definit. 8. 9.
10. & 11. & nel
le istit. harm.
lib. 3. cap. 12.
MA prima, che si venga alle diuisioni delle specie delle consonanze, non
voglio lasciare di dire, come di esse si ritrouano due ordini, l'vno de i
quali procede secondo le lettere Gregoriane, & antiche A. . C. D.
E. F. & G. & l'altro secondo le sillabe, & voci di Guidone Monacho, vt, re,
mi, fa, sol, la. Nel primo de i quali la Diapason ha la sua prima specie nella
chorda A. & nella sillaba re; & nel secondo, nella C. & nell'vt, prima sillaba
del nostro Essachordo. Laonde se bene questo secondo, rispetto alle voci,
& alli dodeci Modi, ouero Tuoni, che vengono accommodati l'vno dopò
l'altro per ordine naturale, & non interrotto, come nell'altro primo, pare
veramente molto naturale, & bello; perciò che in esso la prima specie della
Diapason è quella, che tra la terza, & la quarta chorda, & tra la settima, &
l'ottaua contiene il semituono maggiore. La seconda è quella, che lo con-
tiene tra la seconda, & la terza, & tra la sesta, & la settima chorda. La terza è
quella, che lo contiene tra la prima, & la seconda, & tra la quinta, & la sesta.
La quarta è quella, che lo contiene tra la quarta, & la quinta chorda, & tra
page 9 la settima, & l'ottaua. La quinta è quella, che lo contiene tra la terza, & la
quarta, & tra la sesta, & la settima chorda. La sesta è quella, che lo contiene
tra la seconda, & la terza, & tra la quinta, & la sesta chorda. Et la settima è
quella, che lo contiene tra la prima, & la seconda chorda, & tra la quarta,
& la quinta procedendo sempre dalla parte graue all'acuta, come in questi
essempi.
Prima specie
Seconda specie
Terza specie
Quarta specie
Quinta specie
Sesta specie
Settima specie
Et la prima specie della Diapente è quella, che contiene tra la terza, & la
page 10 quarta chorda il semituono maggiore. La seconda è quella, che lo contiene
tra la seconda, & la terza. La terza è quella, che lo contiene tra la prima, & la
seconda; & la quarta è quella, che lo contiene tra la quarta, & l'vltima, an-
dando sempre dal graue all'acuto, come ne i soprascritti essempi si vede.
La prima specie della Diatessaron è quella, che contiene il maggior semi-
tuono tra la terza, & la quarta chorda. La seconda è quella, che lo contiene
tra la seconda, & la terza; et la terza è quella, che lo contiene tra la prima, et
la seconda, procedendo sempre dal graue all'acuto. Onde, dico, se bene ne
auengono le sudette cose: nientedimeno per essere il primo ordine più in v-
so, et da tutti i Musici Antichi, & Moderni ridotto in prattica; per la sua an
tichità, & per la molta riuerenza, ch'io deuo à tanti, & quasi infiniti Scrit-
tori: tanto nella diuisione delle sopradette principali Consonanze, quanto
anco circa l'ordine delli dodici Modi, ouero Tuoni, che dimandargli vo-
gliamo, noi non ci partiremo per hora dal primo; non già, perche questo
nuouamente ritrouato dall'Eccellentissimo Signor Zarlino non sia con gran
dissimo fondamento, & giudicio: ma per esser quello, come si è detto, più
in vso communemente à tutti, & più pratticato, che per ancora non è que-
sto secondo, del quale si farà mentione nel cap. 32. del 3. Libro. Però seguen-
do il nostro breue discorso intorno alla diuisione delle Consonanze secon
do 'l primo ordine delle lettere Gregoriane A. . C. D. E. F. & G. come di so
pra, uerremo alla medesima consonanza Diapason, come principale, & più
perfetta di tutte l'altre.

Della Diapason, ouero Ottaua. Cap. XV.

Arist. li. 1. phy
sic. A nobilio
ri inchoan
dum est &c.
Boet. lib 1. c. 19.
& lib. 2. c. 30.
& Arist. lib. 8.
proble. nella
proble. 29 &
Cic. in Somn.
Scipio. & Ma-
cro. li. 2. c. 10.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib. 3
cap. 12.
DOuendosi dunque ragionare delle Consonanze, è cosa conueniente,
che s'incominci dalla più nobile, & più perfetta di tutte. Adunque la
Diapason, ouero ottaua, è una Consonanza di otto suoni, contenu-
ta dalla Proportione dupla, nel genere moltiplice, tra questi due termini ra
dicali 2. & 1. Questa considerata semplicemente non ha, se non una specie;
Ma essendo tramezata da altri interualli, le sue specie sono sette tra loro dif-
ferenti, secondo la natura del genere Diatonico; lequali contengono in se
cinqueTuoni, cioè tre maggiori, due minori: & due semituoni maggiori; &
è Madre, & Regina di tutte le Consonanze, sopra le quali ha giuridittione,
Marchet. Pa-
dou. Tratt. 7.
c de diapason
Franc. prat. li.
3 cap. 2. & in
theo. li. 1. c. 14
Plinlib. 2. na
tur. hist.
& sopra ogni interuallo, che sia maggiore, ò minore di lei. Et se bene di so-
pra si è detto, che la Quarta, & la quinta sono Consonanze perfette: niente
dimeno questa sola è ueramente perfetta. La Diapente, cioè la Quinta, è
messa da i Musici tra le perfette: non perche sia in effetto perfetta, ma per la
soauità, che in se contiene; Onde il nostro Guidone disse, non esser uoce al-
cuna, ò suono con il suo Quinto suono, che perfettamente concordi, eccet-
S. Agost. lib. 4.
de Trin. ca. 2.
to l' Ottaua, la quale, come dice anco Tolomeo, fà una congiuntione tale di
uoci, che essendo due nerui, ò chorde in ottaua, pare, che sia uno istesso suo-
page 11 no. Di questa parlando Plinio, dice; contenere tutto 'l corpo del Mondo; &Tholomeo li
bro 1. c. 11.
Marg. Philos.
lib. 5. c. 10.
lib. 2.

che dalla Terra al Cielo, doue si comprendono li Segni delle Stelle, fatto il
computo d'ogni cosa, ci è una Diapason. Ha dunque sette specie, ò inter-
ualli, come disopra, cioè una meno de gli otto suoni; si come hanno anco
tutte l'altre Consonanze, le quali hanno una specie meno de i loro interual Virgi. 6. libr.
aene. obloqui
tur numeris,
septem discri
mina uocum
Boet. l. 4. c. 13.
Guid. libr. 1.
Boet. li. 5. c. 9.
Franch. in
Theor. lib. 1.
capit. 14.
Franch. prat.
lib. 1. capit. 7.

li; Perche come dice il nostro Guidone, assimigliandola alla settimana, si co
me finiti li sette giorni della settimana, noi repetiamo li medesimi; & il pri-
mo, & l'ottauo giorno lo chiamiamo il medesimo: cosi nella Ottaua, figu-
riamo, & dimandiamo le medesime uoci, perche le sentiamo consonare con
una naturale, & uera concordia. Et è così detta Diapason à Dia, che signi
fica per, & pason, che vuole dire tutto, ò uero uniuersità; & però da i Musici
è chiamata Genitrice, & uniuersal soggetto di tutte le Consonanze; Hora
quali siano le sue specie dette di sopra, nel presente essempio si dimostrano.
Ma potrebbe dire alcuno. Perche causa, essendo questa consonanza la
principale, come si è detto di sopra, non ha la sua prima specie nella primaMarchetto
Pad. trat. 9. et
Pietro Canun
tio lib. 1. c. 16.
March. Pa. nel
Trattat. 8. nel
c. della Diates
saron & Ber-
no Abba li. 1.
della sua Mu-
sica. & Fior
Angel. libr. 1.
capit. 16. &
Guid. Aretin.
lib. 1. capti. 1.
Ben. lib. 1 c. 4.

positione della mano cioè in Γ. vt, laquale è la prima di tutte l'altre voci, co
me ella l'hà in A, che è la seconda? A questo si risponde, che, se bene quanto
all'ordine delle sei voci, ò Note, cioè, vt, re, mi, fa, sol, la, il Γ. vt è la prima;
tutta via, quanto poi all'ordine essentiale, & tripartito della mano Diato-
nica, cioè A. . C. D. E. F. G. la prima è A. & non Γ. laquale non e stata mes
sa in tal luogo, come voce, ò suono principale, ma, come vogliono alcuni,
per dimostrare, che questa scienza è stata ritrouata da i Greci: come habbia-
mo nel primo lib. del Genesis, che Iubal fu il Padre de i cantanti nella Cete-
ra, & nell'Organo: & si come nel principio del nostro Compendio si è detto,
che Pitagora, Aristosseno, Tolomeo, & altri Greci hanno ritrouato le Pro-
portioni delle Consonanze; oltre che, come dice Macrobio, & afferma anco
Quintiliano, tutti gli antichi Poeti, & Scrittori erano grandemente lodati,
page 12 Pietro Com-
mest. nella hi
storia scolasti
ca dice esser
stato Iubal. lo
inuentore &
che di Pitago
ra ne è stato
detto fauolo
samente da i
Greci. & Gio.
cartus. nelli. 1.
della sua Mu
sica capit. 10.
Macrob. li 5.
saturn. Quin
tiliano lib. 12.
Fior Angeli-
co lib. 1. c. 16.
Petro Aron.
Cic. 2. de ora-
tore. ordo est
qui memoriae
lu-
men affert. &c.
M. Gios Zarl.
lib. 3. cap. 13.
Istit. harm.

se i Titoli delle loro opre erano Greci, si come tra gli altri fece Virgilio no-
minando il suo verso pastorale Bucolica, & Theocrito ancora, & quasi la
maggior parte delli Scrittori. Ma veniamo hora alla Diapente, come par-
te maggiore di detta Diapason.

Della Diapente, ò vero Quinta. Cap. XVI.

ET perche si proceda con ordine, ilquale non solo da à ciascuna cosa il
luogo suo, ma anco da gran lume alla memoria; essendosi ragionato
della principale Consonanza, che è la Diapason, laquale, come si è det
to, è contenuta dalla Proportione Dupla, è cosa ragioneuole, che si venga
hora alla Diapente, ouero Quinta: essendo, che dopò la Dupla segue imme-
diate la Tripla, nella quale proportione consiste questa, tra questi due ter-
mini radicali 3. & 2. Et si come quella è la prima del genere molteplice, così
anco questa è la prima del genere superparticolare; de i quali generi si farà
mentione nel nostro quarto Discorso più à pieno, quando si ragionerà del
la Sesquialtera. E dunque chiamata Diapente, à dia, che significa per, &
pente, che vuol dire cinque; cioè Consonanza di cinque suoni, la quale es-
sendo semplicemente considerata senza mezo alcuno, è di vna sola specie:
perciò che non si troua Diapente alcuna, che di Proportione sia maggiore,
ò minore d'vn'altra; la quale se bene è Consonanza di cinque voci, ò suoni,
non però si ritroua in tutti quei luoghi, che tra loro sono distanti per cin-
Di questi questo
lib. 4. cap. 22.
Aristoss. libr.
2. & 3.
que interualli, si come pensò Aristosseno: auenga che se bene da . ad F. &
da e. à b. acuto ci sono cinque interualli: non per questo si genera tra loro
questa consonanza, la quale tramezata diatonicamente nelli suoi estremi
ha quattro specie: tra lequali si contengono due Tuoni maggiori; vno
minore, & vn semituono maggiore, come ne i sottoposti essempi si vede.
Ma essendo poi distesa tra questi interualli, cioè. . & F; ouero tra e. &
b, viene à essere diminuita d'vn Tuono, & viene à contenere solamente due
Contro Pie-
tro canuntio
lib. 1. cap 48.
Tuoni, & due Semituoni; Di maniera che, & dica chi vuole, questa conso-
nanza sia di trè sorti, cioè perfetta, imperfetta, & superflua; che io (quanto
page 13 à me, ogni hora che non contenga li tre Tuoni, & il Semituono, come di so-
pra, ma sia diminuta, o accresciuta, come in questi essempi,


non tengo, che la sia Consonanza: ma, come dice Franchino, vna Dissonan
za inconueniente alla cantilena: si come meglio nelle Regole del Contrapun Franch. nella
prat. li. 3. c. 3.

to nella Regola seconda s'intenderà. Et se bene questa Diapente imperfetta
si pone nelle compositioni di due, di tre, di quattro, & di più voci; Dico, che
è posta non come Consonanza, ma nel medesimo modo, che si pongono le al
tre Dissonanze, cioè nella seconda testa della Battuta; come in questi sot-
toposti essempi di due, di tre, & di quattro voci si può benissimo vedere.
A due voci. A tre voci, page 14 A quatro voci.
Ne i quali essempi si vede la detta Diapente imperfetta esser posta nella
seconda testa della Battuta come l'altre Dissonanze.

Della Diatessaron, ouero Quarta. Cap. XVII.

Boet. l. 1. c. 18.
Franch. prat.
li. 3. c. 5. & 6.
Nota che
Boet. nel lib.
dell'Aritmeti
ca dimanda
questa conso-
nantia prenci
pe delle altre
perche rap-
presenta i
quattro ele-
menti li. 2. c.
48. dArith. &
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
3. cap. 4.
Boet. li. iiii. c.
6. & cap. 13.
Franch. Theo.
lib. 2. cap. 23.
DOpò la Diapente segue immediatamente la Diatessaron, così detta
in Greco à Dia, che significa per, & tessaron, che vuol dire quattro,
cioè Consonanza di quattro voci, ò suoni; che è contenuta nel se-
condo luogo del genere superpartiente tra questi termini 4, & 3; la quale
considerata, come si è detto dell'altre, semplicemente, & senza mezo alcuno
non ha, senon vna sola specie; Ma essendo Diatonicamente tramezata da
altri suoni, ha tre specie, che nascono dalla varietà del semituono maggio-
re, ilquale si troua diuersamente posto tra le lor chorde mezane, cioè nella
prima nel secondo luogo; nella seconda nel primo, & nella terza, nel terzo;
come in questo essempio si vede.


page 15
Et se bene la Diatessaron è Consonanza di quattro voci; è nondimenoBoet. lib. 5. c.
12. &
Franch. nella
Theor. lib. 2.
cap 16.

d'auertire, che questa Consonanza non si ritroua in tutti quei luoghi, ne i
quali sono quattro voci, ò suoni, nel modo, che si è detto di sopra della Dia
pente, come si pensò Aristosseno: perche da F. à . tanto acuto, quanto so Aristoss. li. 2.
vedi meglio i
suoi errori in
Franch. Theo.
lib. 2. c. 16. &
nelle Isti. har.
lib. 2. c. 33.

pracuto, tal Consonanza, rispetto altritono, non si troua; & acciò si proce-
da distintamente: Tritono chiamano li Musici quella congiuntione di tre
Tuoni, laquale si ritroua tra f. & . come in questo essempio.
Doue questa consonanza non contiene altro,
che due Tuoni, & vn maggior semituono, come
di sopra. Et se bene nelle compositioni alcuneFranch. lib. 3.
c. iiii. & lib. 3.
cap. 6.

volte si ritroua costituita tra questi interualli, è
posta come Dissonanza nella leuatione della Battuta, come disopra la Quin
ta imperfetta, & non come Consonanza; si come ne gli infrascritti essempi
nelle penultime Note dell'Alto, & del Tenore del primo, & nelle penultime
del Canto, & dell'Alto del secondo si vede.
Et se bene alcune volte ancora si trouano messe nelle Compositioni di
tre, di quattro, & di più voci, nel principio della battuta, come ne i sotto-
posti essempi.


page 16 

questo nasce, non perche tra queste chorde f. & . in modo alcuno si ritro
ui la Consonanza, ma per virtù dell'altre consonanze, che si ritrouano tra
le altre parti, mediante le quali il Tritono non può così aspramente ferire
il sentimento nostro.

Delle Consonanze imperfette maggiori, & minori, & prima del Ditono
ouero Terza maggiore. Cap. XVIII.

Franch. prat.
lib. 3. cap. 2. &
capit. 7.
DOpò le Consonanze perfette vengono le imperfette, come disopra;
tra lequali è questa differenza, cioè, che alcune sono maggiori, & al-
M. Gios. Zarl.
Istit har. libr.
3. cap. 9. & 15.
Pietro Aron.
Istit har. libr.
1. cap. 19. &
Fiorangelico
lib. 1. cap. 36.
cune altre minori. Le maggiori sono quelle, gli estremi delle quali so-
no contenuti da Proportioni maggiori, & da maggiori interualli; & perciò
il Ditono, ò uero Terza maggiore è così detta, per esser composta di due
Tuoni, ma non già sesquiottaui, come molti hanno detto: ma d'vno mag-
giore, contenuto dalla proportione sesquiottaua, & da vno minore conte-
nuto dalla proportione sesquinona. Il Ditono, ò Terza maggiore adun-
que considerato semplicemente, & senza mezo alcuno tra i suoi termini ra-
dicali 5. & 4. nel luogo del genere super particolare dalla proportio-
ne sesquiquarta, si può dire il medesimo, che si è detto dell'altre, cioè; che
non habbia senon vna sola specie: conciosia che tanto siano distanti in pro-
portione gli estremi del Ditono posto nell'acuto, quanto quelli d'alcun'al-
tro posto nel graue; Ma essendo tramezato diatonicamente da altri Suo-
ni, & diuiso in due Tuoni, le specie sue sono due, tra le quali è questa diffe-
renza; che nel primo interuallo della prima specie si ritroua il Tuono mag
giore, & nel secondo il minore, come in questo essempio.
Nella seconda specie si ritroua poi il Tuono minore nel primo, & il mag-
giore nel secondo, come quì si vede.
page 17
Quando dunque due parti seranno distanti tra questi due suoni come in
questo essempio. diremo, che sia-
no distanti per
vn Ditono, oue-
ro per vna Terza maggiore.

Del Semiditono, ouero Terza minore. Cap. XIX.

IL Semiditono, ilquale da i Prattici è detto Terza minore, la forma delFranch. prat.
lib. 3. ca. 2. &
M. Gios. Zarl.
Istit. har. li. 3.
capit. 16. &
Pietro Aron.
Istitut. harm.
lib. 1. ca. 18. &
Fiorangelico
lib. 1. cap. 7.

quale è contenuta nel genere superparticolare dalla proportione Sesqui
quinta nel quarto luogo, considerato diatonicamente, & senza mezo al-
cuno, è d'vna sola specie, si come s'è detto di sopra dell'altre Consonanze:
ma essendo tramezata diatonicamente da altri suoni, ha due specie, tra le
quali è questa differenza, che la prima contiene nel primo luogo il Tuono
maggiore, & nel secondo il maggior semituono; & la seconda contiene il
detto semituono nel primo interuallo, & il Tuono nel secondo, come in
questo essempio.
Quando dunque si troueranno nelle compositioni due parti distanti
l'vna dall'altra in questo modo,
Diremo, che siano distanti per vn Semiditono, ò vero per vna Terza.
minore.

Dello Essachordo maggiore, ò uero Sesta maggiore. Cap. XX.

LO Essachordo, ò vero Sesta maggiore, così detto dal numero delle voFranch. prat.
libr. 3. cap. 2.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
1 cap. 23 &
Fiorangelico
lib. 1. cap. 41.

ci, ò suoni, che in se contiene, è vna Consonanza composta di sei voci,
la quale ha la sua forma dalla proportione superbipartiente terza,
che è la prima di questo genere tra questi termini radicali 5. & 3. Questo
considerato ne i suoi estremi solamente, si può dire come dell'altre, cioè,
che sia di vna sola specie; Ma essendo diatonicamente diuiso, & tramezato
page 18 da altri suoni ha tante specie, quante sono le variationi de i luoghi del Se-
mituono; Et secondo i Prattici, Essachordo è vna compositione di sei vo-
ci, ò vero suoni, che contiene quattro Tuoni, & vn Semituono maggiore,
come nel presente essempio si dimostra.
Quando adunque nelle compositioni si troueranno due parti, l'vna con
l'altra in questo modo.
si dirà, che siano distanti per vno Essachordo maggiore, ò vero per vna Se-
sta maggiore.

Dell'Essachordo minore, ò uero Sesta minore. Cap. XXI.

Franch. prat.
libr. 3. cap. 2.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. li. 3.
capit. 21. &
Pietro Aron.
Istitut. harm.
lib. 1. capit. 23.
Fiorangel. li.
1. cap. 42.
LO Essachordo minore, ò vero Sesta minore, che è contenuto dalla pro
portione superpartiente quinta, è similmente vna Consonanza di sei
suoni, la quale essendo considerata ne i suoi estremi terinini solamen-
te si potrebbe dire il medesimo, che si è detto dell'altre, cioè, che non haues
se, se non vna sola specie: ma essendo diatonicamente tramezato, anco que
sto ha tre specie; si come dalla varietà de i Semituoni si può comprendere;
& à differenza della maggiore contiene tre Tuoni, & due semituoni maggio
ri, come in questo essempio.


page 19
Quando adunque due parti seranno l'vna con l'altra distanti in questo
modo;
diremo, che siano distanti l'vna dall'altra per vno essachordo minore, ò ve-
ramente, per vna Sesta minore.

Della Diapente col Ditono, ò uero Settima maggiore. Cap. XXII.

ET perche, se bene l'Harmonia, principalmente si compone di ConsoFranch. prat.
lib. 3. cap. 4.
Pietro Aron.
Istit har. lib.
1. cap. 24.

nanze, si vsano anco in essa le Dissonanze; che (come à suo luogo, &
tempo si dirà) essendo in essa poste regolatamente, non solo non offen-
dono l'vdito, ma gli danno anco diletto; & essendosi fatto mentione della
Quinta imperfetta, acciò che anco le Dissonanze habbino il luogo loro, ver M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
3. cap. 22.

remo alla Diapente col Ditono, ò vero Settima maggiore, & poi alla mino-
re; dopò le quali, vedutosi breuemente, come nelle compositioni si deua-
no porre le dette Consonanze, si porrà fine à questo nostro primo ragiona-
mento hauendo à memoria il precetto d'Oratio, che sempre ci serà innantioratio libr. 1.
della Poet.
Quicquid
praecipiesesto
breuis, vt cito
dicta. Perci-
piant animi
dociles, te-
neantque fi-
deles &c.

gli occhi. Ritornando dunque alla Diapente col Ditono, ouero Settima
maggiore dicono i Musici, essere vno interuallo posto nell'ordine delli Disso
nanti, ilquale contiene in se sette suoni, tra iquali sono cinque Tuoni mag
giori, & vn Semituono maggiore, dal qual numero di Suoni l'hanno anco
chiamato Eptachordo, che altro non vuol dire, se non Interuallo di sette
chorde, ilquale essendo considerato semplicemente ne i suoi estremi, & sen-
za mezo alcuno, non hà se non vna specie sola: ma essendo poi diatonica-
mente diuiso in Tuoni, & semituoni, n'hà due, come in questo essempio.


Quando dunque due parti seranno nel graue, & nello acuto in queste chorde,
diremo, che sono distanti l'vna dall' altra per vna Diapente col Ditono,
ò vero per vna Settima maggiore.
page 20

Della Diapente col Semiditono, ò uero Settima minore.
Cap. XXIII.

M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
1. c. 16. & libr.
3. cap. 23.
LA Diapente col Semiditono, ò vero Settima minore è vna Dissonanza
anco ella di sette Suoni, che contengono sei Interualli, tra iquali si tro
uano quattro Tuoni, & due Semituoni maggiori, & è contenuta nelle
Pietro Aron.
Istit. har. lib. 1.
cap. 24.
sue estreme chorde sotto la proportione superquadripartiente trà questi
suoi termini radicali 9. & 5. Questa considerata nelle sue chorde estreme sen
za mezo alcuno, come di sopra si è , hà vna sola specie: ma essendo dia-
tonicamente tramezata, le sue specie sono cinque, le quali nascono dalla di
uersità de i luoghi de i Semituoni, si come in questo essempio si vede.
Questa Dissonanza chiamano i Musici anco Eptachordo minore, dal nu
mero delle chorde, come disopra, à differenza del maggiore. Però quando
due parti della cantilena seranno l'vna dall'altra distanti per queste chorde;
diremo, che siano distanti per vna Diapente col Semiditono, ò per vno Epta
cordo minore, ò vero per vna Settima minore.
page 21

Che le Consonanze mescolatecon le Dissonanze fanno l'Harmonia più
diletteuole, & più grata all'vdito.
Cap. XXIIII.

ET se bene, come nel principio si è detto, l'Harmonia si compone prinFranch. prat.
lib. 3. cap. iiii.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
3. cap. 42.

cipalmente di Consonanze; tuttauia, se non fussero le Dissonanze, non
serebbe così vaga, & diletteuole all'vdito; il quale non altrimente si di
letta della varietà de i suoni consonanti, & delli Dissonanti, che si faccia il
sentimento del vedere, della diuersita, & contrarietà dei colori, iquali quan-
tunque tra loro siano di natura contrarij, & diuersi, nientedimeno quanto
più sono da Eccellenti Pittori con buona, & bella maniera accommodati,
tanto maggior bellezza, & vaghezza rendono à gli occhi nostri. Il simile dun-
que auiene delle Dissonanze, le quali quanto più tra loro sono contrarie, & con
bello ordine accomodate, tanto maggiore è la vaghezza, & il diletto, che al
le orecchie nostre rendono. Et veramente, se nelle cantilene non odissero
altro, che Consonanze solamente; ancora che facessero buono, effetto non da-
rebbeno però al sentimento nostro quel diletto, che danno essendo con ordi
ne, & con regola mescolate con le Dissonanze. Et perche, à mio giudicio,
questo è il fondamento di tutto 'l ragionamento Musicale, dà che si seranno
conosciute, quali siano le Consonanze, & quali le Dissonanze sopradette, è
necessario vedere il modo, che si dee tenere nell'accomodarle nelle Compo-
sitioni secondo l'ordine, & le buone regole de gli Antichi, & moderni Musi-
ci, le quali tutti si metteranno ordinatamente nell'altro seguente discorso,
con quella breuità, & facilità maggiore, che serà possibile.

Per qual cagione l'Autore habbia seguito solo l'opinione di M. Gioseffo
Zarlino intorno alle proportioni delle Consonanze.
Cap. XXV.

POtrebbono taluolta alcuni merauigliarsi, che intorno alle proportio Boet. li. 1. c. 19
Aristos. disse
esser compo
sta di sei Tuo
ni. Boet. li. 2.
capit. 30. &
Franch. prat.
lib. 3 capit. 2.
Boet. lib. 3. c.
8 & ca. 14. &
c. 5 & Piet.
Aron nel To
scanello lib.
2 cap. 20. &
Franch. nella
Theor. lib. 1.
cap. 15.

ni di queste Consonanze, lasciato l'opinione di Boetio, di M. Franchi-
no, & communemente di tutti gli antichi, & moderni Scrittori, che tut-
ti vnitamente hanno detto, la Diapason esser composta di Cinque Tuoni,
& di due Semituoni minori; & il semituono maggiore non si ritrouare dia-
tonicamente in luogo alcuno della mano, & il minore ritrouarsi tra queste
chorde E, & F. & conseguentemente il Ditono esser composto di due Tuo-
ni Sesquiottaui, & il Semiditono d'vn Tuono, & d'vn Semituono minore; &
similmente lo Essachordo maggiore (credendo, che le Consonanze musica
li siano forse contenute da vna forma) esser composto di quattro Tuoni, &
di vn Semituono minore; & il minore di tre Tuoni, & di due semituoni mi-
nori; lasciata dico l'opinione di Boetio, & di molti altri, io habbi voluto se-
guire quella di vno solo. A i quali breuemente respondendo, dico; Che non
page 22 M Gios. Zarl
Istit har lib.
4. c 8. in fine.
& lib. 3. c. 13.
in fine.
dee essere di merauiglia alcuna, se gli antichi Filosofi, Boetio, & tutti quel-
li, che hanno seguito la loro opinione, non habbino hauuta la vera, & per-
fetta cognitione di tali proportioni; perciò che essendo questa, come l'altre
Scienze, diuisa in due parti, cioè nella Theorica, & nella Prattica: & essendo
il proprio fine della Theorica, la cognitione delle cose intese dall'intelletto
solamente, & della Prattica l'operare: & essendo queste due parti insieme tal-
Galenus lib.
9. Methodi
medendi. ca.
6. inquit.
Quod ad Ar-
tis medendi
prefectionem
necessariam
& methodum,
quae circa
vniuersale, &
exercitatio
nem, quam particula-
ria uersatur.
& sic duobus
pedibus utens
necte incedit
qui autem
uno tantum
claudus uiam
suam & sepè
errans pera-
git. &c.
mente congiunte, che per tal ragione non si possono separare l'vna dall'al-
tra, se come vn Medico (come dice Galeno) che habbia solamente la Theo-
rica della Medicina, mai potrà fare perfetto giudicio d'vna infirmità, senza
la prattica; & così per lo contrario, hauendo solamente la prattica senza la
Theorica potrà sempre errare: così similmente è da credere, che non hauen
do hauuto questi tali altro, che la Theorica, non habbino per consequen-
za potuto arriuare alla perfetta cognitione di tali proportioni. Il che vo-
lendo dimostrare il nostro Guidone Monacho Aretino, parlando del libro
di Boetio sopra la Musica, disse. Cuius liber, non cantoribus, sed solis Phi-
losophis vtilis est.
Non dee dunque esser merauiglia alcuna, se 'l nostro Signor
Zarlino, essendo non meno Eccellente nella Prattica, che nella Theorica, co
me benissimo l'opere sue dimostrano, n'habbia ritrouato la vera forma; Nè
anco dee parere impossibile, se fra tanti Scrittori, in così lungo spatio di tem-
po, da nessuno altro non siano state conosciute tali Proportioni: perche
questo, come si è detto, non solo è nato per la poca prattica, ma ancora,
perche acquietandosi alla sentenza di così graui Autori, non hanno fatto
altro paragone delle proportioni di tali Consonanze, nè cosi sottilmente
inuestigatone la verità con quello studio, & diligenza, c'hà fatto esso Signor
Zarlino; ilquale raccogliendo diuerse cose da i buoni Antichi, le ha non so-
Guido lib. 2.lo facilitate, ma anco n'ha ritrouate dell'altre di nuouo; con lequali non
solo ha molto bene aperto la strada à i virtuosi, che della Musica si diletta-
no, ma anco ha reso il suo pristino, & antico honore à così nobile Scienza,
la quale hormai con maestà, & decoro può veramente comparire tra l'altre
sue compagne, & sorelle.
Il Fine del primo Libro.
page 23
[Figure]

LIBRO SECONDO
DEL COMPENDIO
DELL'ARTE DEL CONTRAPVNTO
DEL R. M. ORATIO TIGRINI
Canonico Aretino.

NEL QVALE SI CONTENGONO LE REGOLE,
& alcune altre cose appartenenti al Contrapunto.
[Figure]

Che le Compositioni s'incomincino per Consonanza perfetta,
Regola Prima.
CAPITOLO PRIMO.

NOn è dubbio alcuno, che l'Arte del Contrapunto, anco-
ra che i canti si varijno, è finita; perche non sono arbiFranch. prat.
lib. 3. capit. 1.

trarij, & varij i suoi precetti, ma communi, & conosciu-
ti. Laonde, ancora che i Modi, & le diuersità delle Can
tilene si varijno in infinito; nientedimeno, l'Arte del
Contrapunto non differisce dall'altre Arti, delle quali i
precetti sono finiti, & limitati, & le parti procedono in
infinito. Per la qual cosa dice M. Franchino, che otto sono le Regole del
Contrapunto, delle quali la prima è, che i principij di qual si voglia Canto
siano per Consonanza perfetta, come per vnisono, per Ottaua, ò per Quin-
tadecima, & ancora per Quinta, ò per Duodecima, le quali se bene, come si
è detto di sopra, non sono veramente Consonanze perfette; nientedimeno
per la soauità, & sonorità, ch'elle hanno, sono connumerate trà le perfette
vero è, che questo primo precetto non è necessario, ma arbitrario; perche
la perfettione in tutte le cose, non alli principij, ma al fine s'attribuisce; &Franch. lib. 3.
cap. 3.

di quì hanno preso molti à cominciare per Consonanza perfetta.
page 24

Che non si denno porre due Consonanze perfette del genere, l'vna
dopò l'altra, che insieme ascendino, ò discendono senza mezo
alcuno. Cap. II.

Franch. prat.
lib. 3. capit. 3.
LA Seconda regola è, che due Consonanze perfette del medesimo gene
re non si deueno porre conseguentemente, & immediate, insieme , ò discendendo nelle Compositioni, come sono due vnisoni,
due Ottaue, ò due Quintadecime; & ancora due Quinte, ò due Duodeci-
me, le quali, come si è detto, ben che non siano perfette, si pongono fra le
perfette, seruando però la loro proportione, come ne i presenti essempi.
Et la ragione è, che non nascendo l'Harmonia senon da Suoni tra loro
diuersi, & contrarij, come nel principio si disse, non solo fa bisogno, volen-
do che le parti siano harmoniose, che siano distanti l'vna dall'altra nel gra-
ue, & nello acuto, ma siano anco nei mouimenti differenti, & che conten-
ghino Consonanze contenute da proportioni diuerse. Questa regola non è
arbitraria, ma legale. Et perche sono alcuni, che dubitano, se stante questa
regola, che non si deuano mettere due Consonanze del medesimo genere,
come di sopra, si possano porre due Quinte, che non siano del medesimo
genere, come in questo presente essempio.
le quali stante, dico, la detta regola, che
prohibisce solamente quelle del medesimo
Franch. lib. 3
cap. 3.
genere, per essere queste di diuerso genere,
pare che si possino ammettere. Si risponde, che essendo tale Diapente dimi-
nuita d'vn Semituono, la quale di sopra fù chiamata Imperfetta, non è più
Consonanza, ma vna Dissonanza non conueniente alla cantilena. L'effetto,
che faccia tra due Consonanze perfette la Dissonanza, si dirà nella seguente
regola. Il porre anco due, ò più Consonanze Imperfette del medesimo ge-
nere l'vna dopò l'altra senza mezo alcuno, come due, ò più Terze maggiori,
due minori, due Seste maggiori, ò due minori, è poco lodeuole: se bene al-
Luigi Dentice
nel suo Dialo
go tiene que-
sta opinione.
cuni tengono, che le regole delle Terze, & delle Seste maggiori, ò minori sia-
no arbitrarie, & non legali. Hora, da che gia si è detto, quali siano le Ter-
ze, & le Seste maggiori & minori, verremo alla Terza regola, la quale è.
page 25

Che tra due Consonanze perfette del medesimo genere si ponga una
imperfetta. Cap. III.

LA terza regola è, che tra due Consonanze perfette del medesimo geFranch. lib. 3.
prat. capit. 3.

nere in diuersi, o consimili moti, acute, ò graui, si dee porre in mezo
vna Consonanza imperfetta, come la Terza, ò la Sesta. Et perche in
questa regola sono alcuni, che dubitano; se tra due Consonanze perfette
del medesimo genere, in cambio della imperfetta si possa mettere vna Dis-
sonanza, come è la settima, ò simili,
la quale faccia il medesimo effetto,
che fa la Consonanza imperfetta in
questo modo;
A questi si risponde, con l'auttorità veri, & perfetti Musici; che la Dis-
sonanza posta trà due Consonanze perfette, non rende variatione alcuna
di concento, & come s'e detto di sopra, tal Dissonanza così posta tra due
perfette, è inconueniente alla cantilena. Ma in che modo le Dissonanze siM. Gios. Zarl.
Istit. har. li. 3.
capit. 47.

possino porre nelle compositioni, s'accennò di sopra nel primo nostro ra-
gionamento, quando ragionò della Diatessaron. Il Mi, contra 'l Fa, non
si porrà mai in vna delle Consonanze perfette, come si è in Quinta, ò in ot-
taua, ne manco in Dissonanza, come in Seconda, in Quarta, ò in Settima
(in principio però della Battuta) come di sopra si è detto quando si ragio-
nò della Quinta imperfetta, & dell'altre dissonanze, le quali nelle composi
tioni, sempre si pongono nel leuare della battuta; come ne i sottoposti es-
sempi si dimostra.




page 26
Da i quali essempi si può facilmente comprendere la perfettione della
Diapason, ò vero Ottaua, la quale con effetto tanto nella leuatione, quan-
to anco nella positione della Battuta non può sopportare imperfettione
alcuna, come fanno l'altre Consonanze, & le Dissonanze ancora. Ma venia-
mo hora alla quarta regola, nella quale si dispone;

Che due, ò più Consonanze perfette dissimili, una dopò l'altra si possono
fare. Cap. IIII.

Franch. lib. 3.
cap. 3.
Regol. 4.
LA quarta regola e, che più Consonanze perfette, & dissimili ascenden-
do, ò discendendo nel Contrapunto si possono fare, come la Quinta
dopò l'Vnisono, ò dopò l'Ottaua, & l'Ottaua dopò la Quinta, & le re-
stanti questo medesimo modo, come in questi essempi.

Che due Consonanze perfette del medesimo genere l'una dopò l'altra
possono constituirsi. Cap. V.

Franch. lib. 3.
cap. 3.
Regol. 5.
LA quinta regola è, che due Consonanze perfette simili possono nel
Contrapunto conseguentemente, & immediate constituirsi: pur che
procedino per mouimenti contrarij, & dissimili, come si è, se di due
Ottaue la prima sia distesa in acuto, & la seconda rimessa nel graue, & così
per lo contrario. Similmente, quando seranno due Quinte, delle quali la
prima sia condotta per positione, & la seconda per eleuatione, & così per lo
contrario, come in questo essempio.
page 27

Che le parti procedano per mouimenti contrarij. Cap. VI.

LA sesta regola è, che le parti procedano per mouimenti contrarij, cioè,Franch. lib. 3.
cap. 3.
Regol. 6.

che, quando la parte acuta ascende, la graue descenda: & così per lo
contrario, come nel presente essempio.
Nientedimeno questa legge è arbitraria. Ma perche molte fiate occorre-
rà, che le parti ascendano, ò descendano insieme; Allhora s'auertirà, che si
proceda in modo, che mouendosi l'vna parte per mouimento separato, l'al-
tra si moua per mouimento congiunto, in questo modo.
Vero è, che serà più lodeuole, quando le parti descendono insieme nel gra-
ue, che quando ascendono verso l'acuto, come ne i soprascritti essempi. Et
quando occorrerà, che le parti ascendano, ò descendano insieme per moui-
menti separati: s'auertirà più, che sia possibile, di non andare da vna Conso
nanza maggiore, che sia di specie imperfetta, ad vna minore, che sia perfet-
ta, come dalla Decima all'Ottaua; ouero da vna Consonanza contenuta da vna
proportione maggiore, che sia perfetta, ò imperfetta, ad vna, che segue, che
sia perfetta, come dalla Terza all'vnisono, & dalla Decima all'Ottaua, come
s'e detto. Nè si porrà primieramente la Sesta, & di poi la Quinta, quando le
parti ascendano, ò descendano insieme: ancora che l'vna si mouesse con moui-
mento congiunto, & l'altra con mouimento separato, come in questo essempio
page 28
Et per torre via ogni dubbio, che potesse nascere nella mente di alcuni, i
quali nello spartire le altrui Compositioni hauessero per sorte in quelle de'
Musici Eccellentissimi ritrouato tali passaggi, che da i buoni Autori sono
veramente poco lodati; A questi si risponde, che se bene tali salti, & passag-
gi sono stati fatti da buoni, & Eccellentissimi Musici nelle loro Compositio
ni di 4. di 5. di 6. di 7. di 8. & di più voci, nelle quali, si come meglio al suo
Pietro Aron.
Istit. har. lib.
3. cap. 9.
luogo si dirà, quando si ragionerà di simili di Compositioni, non si
possono così osseruare quei legami appartenenti al Contrapunto nel me-
desimo modo, che si possono nelle Compositioni di due, & di tre voci; tut-
tauia, perche, come dice Terentio, Deteriores omnes sumus licentia, volen
dosi saper bene, & esquisitamente l'ordine buono, che s'ha da tenere nel di-
sporre le Consonanze, non conuiene, che s'incominci in modo alcuno dalle
cose, che si possono ammettere nelle Compositioni di tante voci, ma bene
da quelle che si denno fare prima à due, & poi à più voci, nelle quali, come
al suo luogo si dirà, tal cosa si sopporta dal sentimento nostro, che non si fa
in queste di due, & di tre voci: oltre che tutte quelle cose, che sono buone à
due voci, à quante più sono, tanto diuentano megliori; il che, come s'in-
tenderà, non auiene per lo contrario, si come con particolari essempi allho
ra si dimostrerà, quando si verra alla particolare descrittione di alcuni sal-
ti, che seranno buoni, & d'alcuni altri cattiui. Serà ben lecito andare dalla
Consonanza imperfetta, che sia minore di proportione della seguente,
quando le parti insieme ascendano, ouero descendano, pur che vna di esse
faccia il mouimento congiunto, & sia d'vn Semituono maggiore, in questo
modo.
Serà ancora lecito venire da vna Consonanza perfetta, all'imperfetta,
quando le parti ascenderanno, ò descenderanno insieme, pur che l'vna di
esse faccia il mouimento congiunto, & la Consonanza imperfetta sia di
maggiore proportione della perfetta. Si potranno ancora porre due Con-
sonanze, l'vna dopò l'altra, che facciano tra due parti il mouimento sepa-
rato, pur che vna di esse si moua per vna Terza minore, come in questo es-
sempio.
page 29
Potranno ancora due parti descendere, ò ascendere insieme per moui-
menti separati, & venire dalla Terza alla Quinta, & dalla Quinta alla Terza,
come in questi sottoposti essempi si dimostra.
Et perche i mouimenti, quanto più sono vicini, tanto più sono naturali,
& cantabili: però s'auertirà, che le parti dei Contrapunti, tanto, quando a-
scendono, ò discendono insieme, quanto ancora, quando si moueranno in
diuerse parti, non molto s'allontani l'vna dall'altra per simili mouimenti,
come in questo presente essempio.
Le quali distanze, se bene non sono dissonanti, tuttauia, oltre che à can-
tare sono difficili, sono anco poco grate all'vdito. Ma veniamo hora alla
settima regola, nella quale si vedrà

Come da vna Consonanza imperfetta si deue andare a vna perfetta
più uicina. Cap. VII.

LA settima regola è, che, quando dalla Consonanza imperfetta si vorFranch. lib. 3.
prat. cap. 3.
Regol. 7.

rà andare alla perfetta, s'andrà sempre alla più vicina, come per , quando le parti tra loro seranno in Sesta maggiore, allhora
procedendo amendue per mouimenti contrarij, cioè la parte graue descen
dendo per vna voce, & l'acuta ascendendo per vn'altra, subito conuerran-
page 30 no in Ottaua, la quale, considerata la contrarietà de i moti, è più propin-
qua ad essa sesta. Ilche è propio della Sesta maggiore andare all'ottaua, &
della minore più frequentemente andare alla quinta, con vn solo mouimen-
to però, cioè stando vna parte immobile, & l'altra mobile. Il simile s'inten-
derà anco della Terza, con la quale volendosi venire alla Quinta, & vna delle
parti non farà mouimento alcuno, serà dibisogno, che la Terza sia maggiore:
ma quando le parti tra loro seranno in Terza minore, allhora procedendo
ambedue con mouimenti contrarij, si verrà all'vnisono. Et quando le par-
ti ascendessero insieme l'vna per mouimento congionto, & l'altra per mo
uimento separato: allhora si porrà la Terza maggiore; & quando vna par
te stesse immobile, & l'altra ascendesse, ò discendesse per mouimento sepa-
rato; allhora la Terza si porrà sempre minore, come nel presente essem-
pio si dimostra.
Et se bene tal Sesta è più vicina alla Quinta, che all'Ottaua, nientedime-
no non per questo si può negare, come ben dice l'Eccellentissimo Signor Zar
lino, che la Sesta minore non sia più vicina alla Quinta, che non è la maggio
re; tal che essendo poi tra le perfette l'Ottaua maggiore della Quinta, &
tra le Seste la maggiore di maggior quantità, che non è la minore; è ragio-
neuole, che la maggiore delle perfette s'accompagni con la maggiore del-
l'Imperfette, & la minore delle perfette con la minore dell'Imperfette: per
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
3. cap. 57.
la qual cosa non serà lecito volendosi osseruare questa regola, passare dalla
Sesta maggiore alla Quinta, se già non le tornasse commodo, & non potesse
fare altrimente per qualche accidente, quando la Sesta si serà posta nella se-
conda parte della Semibreue sincopata come in questo essempio si vede;
Perciò che se la Seconda, & la Settima, come afferma l'Eccellentissi-
mo Signor Zarlino, che sono dissonanze, poste nelle Sincope sono sop-
page 31 portate, quanto maggiormente si deue tollerare la Sesta, che è vna Con-
sonanza? Vero è, che questa medesima licenza non si piglierà però col an-
dare dalla Sesta minore all'Ottaua, perche questo si farebbe contra ogni
douere: perciò che se bene la maggiore è di natura di peruenire all'Otta-
ua; laonde si vede, che douendosi andare, come è il douere, dalla Conso-
nanza Imperfetta alla perfetta con la più vicina: stando in questa licenza,
la Sesta maggiore conuiene più alla Quinta, che la minore all'Ottaua: però
non ci è ragione alcuna, che ne scusi, ò difenda quando si volesse commet-
tere vn tal disordine di andare dalla minore all'Ottaua. Tale osseruanzaM. Gios. Zarl.
Istit. har. li. 3.
capit. 38.

non serà però necessaria, quando da vna perfetta si vorrà andare all'Imper
fetta: perciò che ogni cosa naturalmente desidera venire alla sua perfettio-
ne più presto, che sia possibile. Veniamo hora all'Ottaua, & vltima regola,
nella quale si dispone,

Che ogni cantilena finisca in Consonanza perfetta.
Cap. VIII.

L'Ottaua, & vltima regola è, che ogni canto dee finire in Consonanza
perfetta, come si è in Vnisono, in Ottaua, ouero in Quintadecima:
perche il fine secondo il Filosofo, è la perfettione di qual si voglia cosa.
Le quali regole non solamente sono vtili, & necessarie alle Compositioni di
due Voci, ma etiandio ad ogni altra sorte di Compositioni. Et allhora la
compositione si dirà esser buona, quando serà regolata per li precetti delle
sopradette regole, come si potrà vedere.

Il modo, che dee tener ciascuno, che uoglia imparare à fare il
Contrapunto. Cap. IX.

QVello, che vorrà imparare a fare il Contrapunto, dopò, che hauràM. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
3. cap. 40.

molto bene conosciute le distanze delle Consonanze, & intese le so-
pradette Regole, volendo incominciare a fare il Contrapunto, ricor-
dandosi di quello, che sopra si è detto, cioè, che 'l Contrapunto è di due , cioè semplice, & diminuito, essercitandosi prima nel semplice, nel quale
interuengono solamente le Consonanze, & le medesime figure, come di so-
pra, potrà pigliando per Soggetto qualche cantilena di Canto fermo, por-
re vna nota contra l'altra in Consonanza, osseruando nel disporre delle
Consonanze le sopradette Regole, auertendo di schiuare gli Vnisoni, & le
Ottaue, come disotto si dirà; Et dopò che si serà talmente essercitato, &
haurà imparato a farlo bene, & corettamente, potrà venire al Contrapun
to diminuito tenendo l'ordine, che appresso si dirà.
page 32

Modo da fare il Contrapunto diminuito. Cap. X.

VOlendosi dunque fare il Contrapunto diminuito, si trouerà prima
il soggetto, come di sopra è stato detto ne i Contrapunti semplici, &
si piglierà per soggetto vna parte di qualche canto fermo, & sopra
ogni nota del soggetto, che serà vna Semibreue, si porranno due Minime, ò
quattro Semiminime, ò vna Minima, & due Semiminime, ouero quante, &
quali figure faranno al proposito: pur che quelle, che si porranno nella par
te del Contrapunto siano equiualenti à quelle del soggetto. Et perche nel
Contrapunto diminuito non solo interuengono le Consonanze, ma le Dis
sonanze ancora, delle quali se bene in varij, & diuersi luoghi sparsamente
n'è stato fatto mentione, per maggior facilità, non essendo di minore impor-
tanza, anzi per essere forse molto più difficile il sapere ordinare bene, & re-
Nicol. Burt.
Parm. lib. 2. c.
2. & 3.
golatamente le Dissonanze, che le Consonanze, seranno molto vtili gl'in-
frascritti auertimenti, ne i quali si dirà non solo delle figure, che si possono
fare dissonanti, ma di ciascuna Dissonanza ancora, incominciandosi dalla
Seconda, venendo alla Quarta, alla Settima, alla Nona, all'Vndecima, &
Franch. prat.
3. cap. 4.
alle loro replicate. Quanto alle figure, che si possono porre dissonanti, s'a-
uertirà di non porre mai la prima parte della Semibreue, che sia dissonante,
eccetto però in questo modo sincopata, come in questo essempio si vede nel-
la seconda meta della prima breue del Tenore.
Vedi Franch.
prat. li. 2. c. 15.
Che cosa sia sincopa, si dirà nel quarto nostro discorso nel cap. 9. più à
pieno. Dopò la Semibreue segue la Minima, sopra la quale s'auertirà, che
ogni figura del soggetto, che sia canto fermo deue hauere almeno due con-
sonanze sopra di se, cioè, l'vna nel battere, & l'altra nel leuare della Battu-
ta; Hora perche nelle Dissonanze serà grandemente necessario l'auertire
se 'l mouimento delle parti sia congiunto, ò pure separato: però quando
due, ò più Minime non procederanno per mouimenti congiunti, non serà
mai lecito farne veruna, che sia dissonante, ma l'vna, & l'altra procedendo
per mouimenti separati si porranno consonanti: perciò che tal separatio-
ne fa, che dall'vdito non si possa tollerare tal Dissonanza; ma quando la
Dissonanza serà posta nel mouimento congiunto nella seconda parte della
Battuta, nella seconda Minima non apporterà disgusto alcuno all'orec-
chie; come nel sottoposto essempio si può vedere.
page 33
Il simile si farà quando si voranno porre quattro semiminime nel ConM. Gios. Zarl.
lib. 3. cap. 42.

trapunto equiualenti à vna Semibreue: doue sempre si farà, che quelle semi
minime, che cascano sopra 'l battere, & sopra il leuare della Battuta, cioè
la prima, & la terza siano consonanti. Ma quando dopò la Minima, ò Semi
breue col punto, ò senza seguiranno due Semiminime, si potrà fare, che la
seconda sia Consonante, & non la prima; come in questo essempio.
Sogliono ancora i Musici quando vogliono venire à qualche cadenza
col mezo di quattro semiminime, porle in questo modo, cioè, che la Terza
semiminima sia dissonante, come in questo essempio.
Ritornando dunque alle Dissonanze. Quando la Dissonanza serà messaCome s'hab-
bino da accom
modare le
Dissonanze uedi Franch.
nella prat. lib.
3. cap. 4.

nella seconda parte della Semibreue sincopata, la quale serà vna Seconda,
ouero vna Quarta: allhora dopò lei s'accommoderà la Terza come Conso
nanza più vicina; come in questo essempio.
Alla settima medesimamente se li accompagnerà la Sesta, & il simigliante
si farà delle loro replicate; si come della Nona, & dell'Vndecima, alle quali
s'accompagnerà la Decima; come in questo essempio.
page 34
Dalla Seconda si potrà anco venire all'vnisono essendo sincopata, quando
vna delle parti farà il mouimento di Tuono, & l'altra di Semituono, proce-
dendo l'vna, & l'altra per mouimenti congiunti, come in questo essempio.
Si potrà fare ancora la Quarta sincopata, dopò la quale segua senza mezo
alcuno la Diapente imperfetta, ò semidiapente, che chiamare la vogliamo,
& dopò quella la Terza maggiore; come in questo essempio.
Ma non starà già bene il porre la Quinta, come di sopra, quando casca il
Tritono per relatione; come nel soprascritto, & nell'infrascritto
ancora si vede.
Si potrà ancora dopò la Nona venire all'Ottaua, quando le parti proce-
deranno per mouimenti contrarij, & vna di esse ascenderà per Quarta, ò
descenderà per Quinta, & l'altra discenderà per mouimento congiunto;
come in questo essempio.
Da i quali essempi si potrà benissimo vedere il modo, che s'ha da tenere
nel disporre delle Dissonanze nel Contrapunto diminuito.
page 35

Modo, che si deue tenere nelle Compositioni di due Voci. Cap. .

DIcono alcuni, che il Duo, rispetto alle Compositioni di tre, di quatD. Nicola Vi
centino libr.
prat. 4. ca. 24.

tro, di cinque, & di più Voci, è simile alla differenza, che si ritroua
tra lo ignudo, & il vestito nella pittura: perche ogni Pittore farà be-
ne tutta vestita; ma non tutti li Pittori ne faranno bene vna
ignuda; Così similmente interuiene delle Compositioni: però che molti
comporranno delle cantilene à quattro, à cinque, & à più Voci; ma pochi
seranno quelli, che habbino vn bel modo di procedere, & sappino bene, &
regolatamente accompagnare i gradi, & le Consonanze in vn Duo, nel qua
le principalmente si osseruerà il Tuono: nè si farà, che hora si oda vn proce-
dere d'vn Tuono, & hora d'vn'altro senza regola, ò ordine alcuno: onde 'l
principio sia diuerso dal mezo, & il mezo dal principio, & dal fine: percheHor. Poet. hu
mano capiti.
&c.

allhora verrebbe à essere simile al Mostro, che descriue Oratio nel principio
della sua Poetica. Si farà ancora, che la Compostione di due Voci non sia
molto estrema; & che non ascenda più di quindeci chorde fra gli estremi, &
le Consonanze al più siano la Decima, & la Duodecima: perche la lontanan
za posta in vn Duo non è grata; & più che sia possibile, nel Duo si schiuerà
l'vnisono, ne molto spesso si vseranno le ottaue, le quali per la simiglian-
za, ch'elle hanno con l'vnisono, non sono cosi vaghe all'vdito, come l'altre
Consonanze, si come è stato detto di sopra. Nel restante, quanto poi al por-
re le Consonanze, si osserueranno sempre le sopradette Regole.

Per qual cagione non si sia trattato prima de i Modi, ò Tuoni innanti
alle sopradette regole. Cap. XII.

ESsendo così principalmente necessaria nelle Compositioni l'osseruan-
za de i Modi, ò Tuoni, che chiamare gli vogliamo, come si è detto: &
facendo Noi professione di procedere ordinatamente, parerà forse à
qualch'vno, che necessariamente si fusse deuuto prima ragionare de i detti
Tuoni; conciosia che fia impossibile l'osseruare quello, di che non s'hà noti-
tia alcuna. Ma, chi bene, & con diligenza considererà il nostro modo, cono-
scerà benissimo, quanto meglio, & più vtile sia per essere l'hauere cosi distin-
tamente trattato nel primo libro delle Consonanze semplicemente, & in
questo Secondo, delle regole, & del modo d'accommodarle à due, & à più
Voci, senza intrico alcuno d'altre materie; & nel terzo il fare particolare
mentione di tutti li dodici Modi, cioè della loro formatione, natura, & Ca
denze, & delle Cadenze in commune; & nel Quarto, & vltimo, dopò che si sa
rà acquistata la cognitione delle Consonanze, delle Regole, & de i Tuoni,
l'hauere riserbato le cose più difficili, le quali così distintamente, & con que-
sto ordine poste, seranno, senza comparatione alcuna, molto meglio intese,
che se, o con le Consonanze, ò con le dette regole fussero mescolate: Per che co
page 36 me potrà mai alcuno osseruare il Tuono, ò fare le fughe, ò altri arteficiosi
canti, se prima egli non habbia perfetta cognitione, & delle Consonanze, &
delle regole da disporle, & accommodarle nelle compositioni? Non sarà dun-
que il nostro ordine prepostero, ma buono, & continoato, seguendosi in que-
sto Secondo il ragionamento delle regole appartenenti alle Compositioni
di due, di tre, di quatro, & di più voci solamente; & nell'altro seguente ve-
nendosi alli detti Modi, ò Tuoni, & alle Cadenze particolarmente; dal qua
le ordine ne succederà anco questa commodità, che, chi pure vorrà inten-
dere la cosa de i Modi, innanti le regole, ò veramente innanti le Consonan-
zc, potrà in vn subito ricorrendo al Terzo, senza confusione alcuna, & de i
Modi, & delle Cadenze ancora hauer piena, & particolare notitia. Però ha-
uendo Noi detto fin quì delle Compositioni di due voci, seguendo il nostro
breue discorso, prima che si proceda più, non serà fuori di proposito il vedere

Quello, che si ha da fare innanti, che si dia principio alla Com-
positione. Cap. XIII.

Franch. lib. 3.
prat. capit. 15.
PRima dunque, che si dia princ ipio alla Compositione, è necessario il
considerare molto bene, sopra che soggetto, & materia s'habbia à com
porre, cioè, se sia cosa latina, & ecclesiastica, ò pure volgare, come sono
Madrigali, Sonetti, Canzoni, ò simili altre materie; & essendo latina, & ec-
clesiastica, si farà, che habbia del graue, & sia il proceder suo differente da
quello delle Villotte, de Madrigali, delle Canzone Francesi, & simili sorte di
Compositioni volgari; & volendosi comporre vna Messa sopra qualche
soggetto, non si comporrà sopra Madrigali, Battaglie, ò altri simili sogget-
ti, da i quali più presto nasce mala sodisfattione appresso, chi sente queste
sorti di canti, che diuotione: imperciò che quanti crediamo noi che siano
quelli, che sentendo per le Cappelle hora cantare la Messa l'ombre armato,
hora Hercules Dux Ferrariae, & hora Filomena dicano; che domine ha da
fare la Messa con l'huomo armato, ò con Filomena, ò col Duca di Ferrara?
Gulielmo Du
rando libr.
Rationale Di
uin. officiorum
lib. 2. cap.2 &
Santo Thoma
so 2. 2. q. 91.
artic.1. & dist.
21. c. cleros
circa finem. &
summa Tabie
na. uerbo can-
tus §. 2. &
Agostin. libr.
Confess.
Vedi che numeri, che concenti, che Harmonie, che mouere d'affetto, di di-
uotione, & di pietà è questo. Onde essendo stata introdotta la Musica nella
Chiesa di Dio per incitar gli animi de gli huomini à diuotione, quando si
sentono simili sorti di Canti, non solo non fanno questo effetto, ma più to-
sto gl'incitano à lasciuia, come se fossero ad ascoltare qualche Mascherata,
ò altri simili canti lasciui, & teatrali, i quali non solo dal Santo Concilio
Tridentino, & communemente da tutti i Dottori di Santa Chiesa sono in
tutto, & per tutto prohibiti, ma etiandio insino da gli Antichi, che non
hebbero il vero lume, & la vera cognitione d'Iddio furon grandemente ab-
horriti, & detestati, si come Timoteo quel grandissimo Musico inuentore,
come si crede, del genere chromatico, fino al secolo nostro ne rende col suo
essilio buonissima testimonianza, il quale, se per hauere aggiunto nel solito
page 37 Istrumento vna sola chorda, fù da gli Antichi Lacedemonij scacciato, &De Consecr.
dist. 5. c. Non
mediocriter.
uersic. adora-
re § 2. & 3. &
Conc. Trid.
sess. 22.
De osseruan.
& euitan. in
celebrat. Mis-
sae. c. 18. & 23.
Boet. li. 1. c. 1.
suidas haec.
& Arist. lib. 2.
Metfisi. dice
se non fusse
stato Timo-
teo, non ha-
ueressimo
molte melo-
die.

bandito della sua Città, dubitando, che non hauesse ridotto la Musica in
vn modo troppo molle, che deuiasse gli animi de i fanciulli dalla virtù della
modestia: di quanto maggior biasmo, & castigo vengono à farsi meriteuo-
li coloro, che nel comporre le Messe si seruono di simili soggetti? faranno
adunque le compositioni, secondo che il soggetto ricercherà; Il quale se
serà di cose allegre, si farà, che la Compositione sia sotto vn Modo, ò Tuo-
no, che sia di natura allegra, & non sotto vno, che sia di natura melanconi-
ca; & così per lo contrario, se 'l soggetto serà di cose melanconiche, & meste
non si farà sotto vn Modo, che sia di natura allegra, ma melenconica, & me-
sta, dandogli quelle Cadenze, che à tal Modo si ricercano, le quali, come si
è detto, tutte ordinatamente nel seguente libro seranno messe, si come cia-
scuno potrà vedere.

Del principio della Compositione. Cap. XIIII.

IO non starò à perder molto tempo, come hanno fatto alcuni, nel dispu-
tare da qual parte si deua incominciare la Compositione: perche questoM. Gios. Zarl.
Istit. har. li. 3.
capit. 58.
Pietro Aron
Istit. har. libr.
3. capit. 10.
Nicol. Burt.
Parm. li. 2. c. 5.
Nicol. Burt.
lib. 2. cap. 3.
Primo siqui-
dem a disso-
nantiis quam
quam compassi
bilibus nun-
quam incho-
andum, nun-
quam & in il-
lis finiendum
&c.

serà in arbitrio del Compositore, che potrà incominciarla da quella par
te, che gli serà più commoda, & il soggetto richiederà. Si dee nondimeno ha
uere grande auertenza, che le parti nell'entrare non comincino per Secon-
da, ne per Settima, nè anco per Nona, eccetto però nella seconda parte de
vn Canto, la quale non solo si potrà cominciare per vna delle Consonanze
perfette, si come nella prima Regola si dispone, ma anco per qual si voglia
Dissonanza: il che mai nella prima parte non serà permesso, eccetto però,
se 'l soggetto no 'l ricercasse con dire le strane Voci, ò simili parole, ma altra
mente non solo si darà principio alla Compositione per vna Consonanza,
come di sopra, ma ancora si farà, che habbia il suo principio in vno di quei
luoghi, ne i quali il Modo, ò Tuono, di che si vorrà fare la Compositione,
ha i suoi principij. Et se bene i principij delle Compositioni sono varij, nien-
tedimeno i veri, & naturali principij di ciascun Tuono sono nelle chorde
estreme della loro Diapente, & della Diatessaron. Acciò dunque da i Can-
tanti più facilmente si possa pigliare la voce, si farà, che il principio sia, ò
per Vnisono, ò per Quarta, ò per Quinta, ò per ottaua, ò per Decima, ò perM. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. capit. 18.
Cic. Reth. lib.
3. c. de Pronun
ciatione.
Nicol. Burt.
Parm. libr. 1.
cap. 30.

Duodecima, ouero per Quintadecima. Et sopratutto s'auertirà, che 'l prin
cipio non si faccia in voci troppo estreme con le parti, come è quella del So-
prano troppo alta, & quello della parte graue troppo bassa: perciò che es-
sendo tutti gli estremi vitiosi, questo serà poco grato all'orecchie de gli Ascol
tanti: perche, come dice M. T. Cicerone nel terzo lib. della sua retorica, do-
ue da bellissimi documenti circa la conseruatione della voce, & il modo, che
s'hà da tenere nel principio, nel mezo, & nel fine dell'oratione; Che cosa è
meno soaue, che 'l grido nel principio della causa? è molto vtile alla fermez
page 38 za della voce, la voce moderata nel principio: perciò che l'acuta esclamatio
ne nel principio ferisce le fauci, & la voce, & offende anco gli vditori.

Modo, che si ha da tenere nel mezo della Compositione. Cap. XV.

IL modo, che si dee tenere nel mezo della Compositione serà questo, cioè,
che il mezo corrisponda al principio, & al fine: perche il mezo è quello,
che dee tenere in piedi il termine del procedere del Tuono. Nè serà incon
ueniente il fare alle volte nel mezo della Compositione qualche Cadenza,
che sia fuori di tuono, ma discretamente però, & con bello modo, come si di
rà, quando si ragionerà delle Cadenze. Et se la Compositione serà à 4. à 5. à
6. & à 7. il farci nel mezo vn duo, ò vn terzo, ouero vn quarto serà molto di
letteuole, & grato all'orecchie. Ma il fare vn Duo in vna compositione d'ot
to, ò di più voci, è cosa poco lodeuole, rispetto alla moltitudine delle parti,
se già à questo non ci astringesse il soggetto, con dire, quei due, ò simili paro-
le. Il che nè anco loderei molto, quando la Compositione fusse à due, ò tre
chori; & in tal caso più presto direi, che si facessero cantare due Chori, che si
vdisse vna tale discrepanza d'vn Duo frà tanta moltitudine di voci.

Del fine della Compositione. Cap. XVI.

ET circa il fine, che è la conclusione del principio, & del mezo di qual si
voglia cosa; ogni volta che si vorrà dar principio alla Compositione,
si dee considerare il mezo, & il fine, & con ogni diligenza procurare,
che 'l principio sia buono, il mezo megliore, & ottimo il fine. Ilche serà quan-
do il fine corrisponderà al principio, & al mezo, & che non solo la Composi
tione terminerà sotto le Consonanze perfette, come di sopra, nell'vltima s'è detto, ma in quel luogo, & in quella chorda ancora, nella quale il
Tuono, sotto cui è la Compositione ha hauuto il principio, & il mezo, dee
finire.

Modo di comporre à tre Voci. Cap. XVII.

Franch. prat.
lib. 3. cap. 11.
HOra, da che si è inteso l'ordine, & il modo, che si ha da tenere nel com
porre à due voci, è conueniente, che vediamo ancora il modo, che
s'ha da tenere nelle compositioni di tre voci. Però, quando si vorrà
comporre vn Terzo, si potrà incominciare da qual parte serà più commo-
da, & tornerà meglio, come di sopra. Sera ancora lecito in vn Terzo fare vn
Duo, & porui etiandio delle Dissonanze, le quali essendo ben poste, & con le
sue debite compagnie, daranno varietà d'Harmonia all'vdito. Et sopra tut
to si procurerà, che la parte graue habbia bel procedere, & che molte volte
si tocchino variate chorde, il che rende alle orecchie il Terzo molto dilette-
page 39 uole, & gratioso. La Quarta, & la Quinta imperfetta s'accompagneranno
benissimo tutte le volte, che si ordineranno nel modo, che di sopra nel 3. ca-
pitolo & nel secondo essempio si è detto, & dimostrato; Anzi che à tre voci
seranno molto migliori, si come dal presente essempio si può comprendere.
Nè anco s'anderà di Quarta in Quinta, perche, come si è detto nel prin-
cipio, l'vna, & l'altra è perfetta: & quanto manco Ottaue si faranno in vn
Terzo, tanto meglio serà. L'Ottaua con la Quinta in mezo serà meglio, che
l'Ottaua con la Decima di sopra, ò di sotto: Et acciò meglio s'intenda il
modo, che s'ha da tenere nello accommodare le Consonanze à tre voci,
terrà l'ordine infrascritto.
  • Dell'vnisono. Se la parte del Canto con quello del Basso serà in vnisonoPrimo.
    si farà, che quella dell'Alto sia in Tera di sopra, ò disotto.
  • Della Quarta. Et se la parte del Canto serà con quella del Basso in vnaQuarta.
    Quarta, si metterà quella del Tenore in Terzo sotto il Basso.
  • Della Quinta. Et se la parte del Canto con quella del Basso serà in vnaQuinta.
    Quinta, quella del Tenore serà in vna Terza sopra 'l detto Basso, che verrà à
    essere vna Terza di sotto à quella del Canto.
  • Della Sesta. Et se la parte del Canto serà in Sesta sopra quella del Basso;Sesta.
    allhora si porrà la parte del Tenore vna Terza sopra il detto Basso.
  • Dell'Ottaua. Et se la parte del Canto, & quella del Basso seranno disteseottaua.
    in Ottaua, allhora si porrà quella del Tenore vna Quinta, & anco vna Ter-
    za sopra il detto Basso.
  • Della Decima. Et se la parte del Canto serà distesa per vna Decima soDecima.
    pra quella del Basso, quella del Tenore si potrà porre in Quinta, ò in otta-
    ua sopra 'l detto Basso.
  • Della Duodecima. Et se la parte del Canto con quella del Basso serà inDuodecima.
    Duodecima, si farà, che quella del Tenore sia in Decima con quella del
    Basso.
  • Della Terza Decima. Et se la parte del Canto serà in Terza decima conTertiadecima.
    quella del Basso si farà, che quella del Tenore sia in Decima sopra il detto
    Basso.

Della Quintadecima à 3. Voci.

Et se la parte del Canto con quella del Basso serà in vna Quintadecima;
si potra porre quella del Tenore, ò in Duodecima, ò in Decima, ò
page 40 in Quinta, ouero in Terza sopra quella del Basso, secondo che tornerà più
commodo; come in questo essempio si dimostra.

Modo, che s'ha da tenere nel comporre à quattro voci. Cap. XVIII.

Franch. lib. 3.
cap. 11.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
3. cap. 58.
Pietro Aron.
nel Toscanel.
libr. 2. cap. 21.
QVando la parte del Soprano, ouero Canto serà Vnisono con quella
del Tenore, & il Basso serà terza sotto 'l detto Tenore, si porrà l'Alto
in vna Quinta, ouero in vna sesta sopra detto Basso; & se quella del
Basso farà la Quinta sotto 'l Tenore, l'Alto si porrà in Terza, ò in Decima so
pra 'l detto Basso. Et se la parte del Basso serà in vna Sesta sotto quella del Te
nore, l'Alto potrà essere per vna Terza, ò vero per vna Decima sopra il det-
to Basso. Ma se la parte del Basso serà per vna Ottaua sotto quella del Teno
re, l'altre parti potranno essere per vna terza, per vna Quinta, per vna Sesta,
per vna Decima, ouero per vna Duodecima sopra il detto Basso; Il quale se
serà in vna Decima sotto 'l Tenore, l'Alto si potrà porre in vna Quinta, ò in
vna Decima sopra il detto Basso; il quale se sarà disteso sotto 'l Tenore per
vna Duodecima; allhora l'Alto si potrà porre in vna Terza, ò in vna Deci-
ma sotto il detto Basso. Similmente quando la parte del Basso serà sotto
quella del Tenore in vna Quintadecima, l'Alto si potrà porre in Terza, in
Quinta, in Sesta, in Decima, in Duodecima, ouero in Terza decima sopra
quella del Basso.

Della Terza a quatro Voci.

Et se la parte del Soprano serà in Terza con quella del Tenore, & il Basso
serà Terza sotto 'l detto Tenore, l'Alto si potrà porre in ottaua, ouero in
Decima sopra il Basso. Et se 'l Basso serà vn'Ottaua sotto 'l Tenore, si porrà
l'Alto in Terza, ò in vna Quinta di sopra al Basso. Et se 'l Basso serà in vna
Decima sotto 'l Tenore, si potrà porre l'Alto in Terza, in Quinta, ò in ot-
taua sopra il detto Basso.
page 41

Della Quarta.

Se la parte del Canto serà in vna Quarta con quella del Tenore, si porrà il
Basso in Quinta sotto 'l Tenore, & l'Alto in Terza, ò in Decima sopra 'l Bas-
so. Et se 'l Basso serà in vna Terza sotto 'l Tenore, si porrà l'Alto in vna Terza
sotto il detto Basso: perche la Quarta, è Consonanza poco grata senza la
Quinta di sotto.

Della Quinta.

Se la parte del Tenore serà vna Quinta sotto quella del Soprano, il Basso
si porrà in Terza sopra 'l Tenore, & l'Alto vna Sesta, ò vna ottaua sopra il
Basso, & se 'l Basso serà disteso per vna ottaua sotto 'l Tenore, l'Alto si porrà
in Terza, in Quinta, ò in Decima sopra il Basso.

Della Sesta.

Se la parte del Tenore serà vna Sesta sotto 'l Canto, si porrà 'l Basso vna
Quinta sotto 'l Tenore, & l'Alto in Terza, ò in Duodecima sopra il detto Bas
so; Il quale se serà vna Terza sopra 'l Tenore, si porrà l'Alto in Quinta sotto
il Basso, ò in Sesta superiore al Basso, il quale se serà vna Terza sotto 'l Teno-
re, l'Alto si porrà in Quinta sopra il Basso.

Dell'Ottaua.

Se la parte del Tenore serà vn'ottaua sotto quella del Canto, si porrà 'l
Basso vna Quinta sotto 'l Tenore, & l'Alto in Ottaua, ò in Terza, ouero in
Decima sopra il Basso, il quale se serà vna Terza sopra 'l Tenore, l'Alto si por-
rà, ò in Quinta sotto, ò in Terza sopra detto Basso. Così se 'l Basso serà vna
Quinta sopra 'l Tenore, l'Alto si porrà vna di sotto, ò vero vna Sesta sopra il
detto Basso. Et se la parte del Basso serà Vnisono con quella del Tenore, l'Al
to si porrà vna Terza sotto, ò sopra le dette parti, se bene la Quinta, ò la De-
cima, ouero la Duodecima sopra il detto Basso faranno migliore, & più gra
ta harmonia.

Della Decima.

Se la parte del Tenore serà vna Decima sotto quella Del Canto, si porrà il
Basso vna Terza sotto 'l Tenore, & l'Alto in Quinta, ò in Ottaua, ò anco in
vna Decima sopra il Basso; il quale se serà vna Terza sopra 'l Tenore, l'Alto si
porrà in Quinta sotto 'l Basso, ò in Quinta, ò anco in Sesta sopra 'l Tenore,
Et se 'l Basso serà vna ottaua sopra 'l Tenore, l'Alto si porrà vna Quarta ò
vna Sesta, ouero vna Decima sotto 'l detto Basso.

Dell'Vndecima.

Et se 'l Tenore serà vna Vndecima sotto 'l Canto, si porrà la parte del Bas-
so vna Quinta sotto 'l Tenore, & l'Alto in Ottaua sopra il Basso, ouero in
Decima, ò in Duodecima, ò anco in Terza sotto 'l Tenore. Et se 'l Basso serà
Terza sotto 'l Tenore, si potrà porre l'Alto in Sesta, ò in ottaua, ò vero in
Decima sopra il Basso, secondo che far à bisogno, non hauendo luogo più
commodo.
page 42

Della Duodecima.

Et se la parte del Tenore sera vna Duodecima con quella del Canto, si por
rà il Basso vna Quinta sopra 'l Tenore, & l'Alto vna Quarta, ò vna Sesta so-
pra 'l Basso, & anco vna Terza sotto il detto Basso. Così quando 'l Basso serà
vna ottaua sopra 'l Tenore, sì porrà l'Alto in Quarta, ò in Sesta sotto 'l Bas-
so, ò anco in Terza sopra il detto Basso. & se 'l Basso serà vna Terza sopra 'l
Tenore, si porrà lAlto vna Terza, ò vna Sesta, ouero vna ottaua sopra il det
to Basso. Ma, perche poche, ò rare volte auiene, che queste due parti siano
l'vna dall'altra lontane per cosi lunghi Interualli, quali nè anco sono mol-
to grati all'vdito, & massimamente, che il piu delle volte si vengono a con-
fondere, & cauare le parti de i loro veri, & naturali termini la qual cosa è
poco lodeuole: però non si procederà più oltre a quelli piu lontani, come
sono la Terzadecima, & la Quintadecima: conciosia che da questi di sopra
mostrati non sia per esser difficile il ritrouare le Consonanze, con le quali si
deueno accompagnare ancora tutte l'altre.

Modo di comporre à più di quattro Voci. Cap. XIX.

M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
3. cap. 66.
Pietro Aron.
lib. 3. cap. 9.
D. Nicola Vi
centino libr.
4. cap. 28.
LA differenza, che si troua tra le Compositioni di quattro, di cinque, di
sei, & di più voci, è questa; che le parole non si possono così fare inten
dere insieme, come in quelle di quattro voci: perche in quelle di cin-
que, di sei, & di più voci nasceranno alcune incommodità, per le quali o con-
uerrà fare pausare qualche parte, ò nascondere delle voci per le parti, & far
le vnisone, ouero ottaue hora con vna parte, & hora con l'altra. Nella qual
cosa bisognerà vsare grandissima diligenza, & particolarmente nel distribui
re gli vnisoni, & le Ottaue: acciò non si facessero due vnisoni, ò due ottaue
insieme ascendenti, o discendenti, & si venisse à contrafare alle Regole da-
te di sopra, dalle quali mai non serà lecito partirsi in modo alcuno, & siano
le Compositioni di quante voci si voglino. Et quando la compositione serà
di più di sei voci, si potrà fare, che le parti di mezo vadano di Quarta in
Quinta, & molti altri passaggi, come si dirà, quando si ragionerà del mo-
do, che si dee tenere nello accommodare le parti della compositione, & nel
la descrittione, che si farà di tutti i salti buoni, & cattiui, che s'hanno da fa-
re, ò schiuare nelle compositioni. Et quando si vorrà comporre a due Cho
ri, si terrà questo modo, cioè, che, quando il primo Choro haurà finito la
conclusione delle parole, & che vorrà entrare il Secondo; si farà, che 'l Secon-
do pigli le voci per vnisono, ò per Ottaua con tutte le parti sopra la metà
dell'vltima Nota dell'antedetto Choro, cioè il Tenore del Secondo Choro
piglierà l'vnisono con l'altro Tenore, & il simile farà l'Alto con quello del
primo Choro, & così in somma tutte l'altre parti, & siano quante si vogli-
no. Et quando vn Choro non piglierà la voce dall'altro Choro, ò per vniso
no, ò per ottaua, non solo non sera buono da sentire, ma anco al pigliare
page 43 delle voci serà molto scommodo, & fallace. Si potrà ancora, per mostrare va
rietà, fare, che 'l Secondo Choro sia à voce mutata, & il Primo, & il Terzo an
cora volendosi comporre à tre Chori, siano à voci puerili. Et quando si vor
rà fare, che tutti i due, ò tre Chori cantino vnitamente tutti in vn medesi-
mo tempo, si farà, che i Bassi di tutti due, ò tre Chori s'accordino insieme,
nè si metterà mai vn Basso con l'altro in vna Quinta di sotto, quando tutti
à vn tratto canteranno; perche l'altro Choro hauerà la Quarta di sopra, &
discenderà con tutte le sue parti, perche quelli non sentiranno la Quinta
sotto, s'il Choro serà niente lontano dall'altro. Et volendosi fare accorda-
re tutti i Bassi, s'accorderanno sempre in vnisono, ò in Ottaua; & qualche
volta in Terza maggiore, nella quale non si riposerà più d'vn tempo d'vna
Minima, perche detta Terza maggiore serà debile à sostentare tante voci, &
così le parti non discorderanno, & i Chori potranno cantare ancora separa
tamente l'vno dall'altro, che accorderanno benissimo, se bene le parti seran
no lontane. Ma nelle Compositioni de i dialoghi, ne i quali le parti cante-
ranno in circulo, si potranno ne i Bassi comporre delle Quinte, facendosi pe
ro stare i Bassi l'vno appresso all'altro, per rispetto, che l'vno de i detti Bassi
haurà la Quarta di sopra all'altro, per lo che essendo lontani discorderebbo
no; nella qual sorte di Compositioni circa 'l pigliare delle voci, si terrà l'or-
dine sopradetto.

Modo, che si dee tenere nello accommodare le parti della Composi-
tione. Cap. XX.

SOpratutto s'auertirà, che le parti della Compositione siano talmenteFranch. prat.
libr. 3. ca. 15.

accommodate, che l'vna dia luogo all'altra, & siano facili da cantare, &
habbino bello, regolato, & elegante procedere, ne siano molto estreme,
nè l'vna s'allontani dall'altra con salti, & mouimenti separati, si come, quan-
do l'vna procedesse per vn salto d'ottaua, & l'altra di Quinta, ò di Quarta, ò
per altri simili mouimenti posti di sopra nella settima regola: perche i moui
menti, come s'è detto, quanto più seranno vniti, tanto più seranno cantabi
li, & naturali, & faranno la compositione maggiormente grata, dolce, sono-
ra, harmoniosa, & piena d'ogni buona melodia. Et perche le quattro parti,
da i Musici chiamati elementali, sono messe nella Musica à guisa de i quat-
tro elementi, tra i quali si come la Terra tiene l'infimo luogo, così la parte
più graue chiamata Basso occupa il luogo più graue della Cantilena, sopraM. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
3. capit. 58.

la quale, si come immediatamente segue l'Acqua, così nell'ordine delle par-
ti procedendo alquanto più in suso verso l'acuto hanno accommodato
quella, che chiamano Tenore. Et si come tra li detti elementi sopra l'Acqua
immediatamente segue l'Aria, così simigliantemente i Musici hanno accom-
modato la Terza parte elementale, la quale dimandano Contratenore, con-
tralto, ò Alto nel terzo luogo. Et si come tra gli Elementi nel supremo luo-
page 44 go segue immediatamente il fuoco, così medesimamente i Musici hanno
accommodato nella parte suprema quella parte, che si dimanda Canto, oue-
ro soprano. Et si come è inconueniente, che la Terra, ò l'Aqua stia sopra 'l
Fuoco, & il fuoco sotto la Terra, ò sotto l'Aqua; così simigliantemente nel-
la Musica serà grandissimo inconueniente, quando le parti si confonderan-
no, & che l'acuta serà messa sotto la graue, & così la graue per lo contrario
sopra l'acuta: però allhora le parti renderanno buona, & diletteuole har-
M. Gios Zarl.
Istit. har. lib.
3. cap. 46.
monia, & seranno bene, & regolatamente accommodate, quando si farà,
che ciascuna habbia il luogo suo secondo la simiglianza di questi quattro
elementi, da i quali sono chiamate parti elementali, come di sopra.

Del Basso.

M. Gios. Zarl.
lib 3. cap. 58.
La parte del Basso allhora serà bene ordinata, quando non serà molto di
minuita, ma procedendo con figure di alquanto valore serà ordinata di
maniera, che faccia buoni effetti, nè sia difficile da cantarsi.

Del Tenore.

Pietro Ca-
nuntio lib. 1.
cap. 13.
Tenor est cu
iusque cantus
compositi
fundamentum
relationis
&c.
Il Tenore, il quale è cosi detto, perche è quella parte, che regge, & gouer
na tutta la Compositione, & mantiene col suo procedere il Modo, sopra cui
è fondata; si dee comporre con belli, & eleganti mouimenti, hauendo gran
de auertenza, che nelle Cadenze, & nell'altre cose osserui la natura di quel
Modo, ò Tuono, di che serà la detta compositione.

Dell'Alto.

L'Alto allhora serà bene ordinato, quando serà ben composto, & ornato
di belli, & eleganti passaggi, co' quali darà grandissimo ornamento, & va-
ghezza alla Compositione.

Del Canto.

Il Canto, si come è più acuto, & penetratiuo d'ogni altra parte, quanto
haurà bello, ornato, & elegante procedere, tanto maggiore serà il diletto,
ch'apporterà alle orecchie di quelli, che l'ascoltano.

Descrittione di alcuni salti, che sono buoni, di alcuni cattiui, & d'alcuni
altri dubbij. Cap. XXI.

ET perche alcuna volta occorrerà fare in vna Compositione di due vo-
ci alcuni salti con gradi, che seranno buoni, & con alcuni cattiui, &
dubbij; & quelli, che seranno cattiui à due Voci, & à tre, seranno buo-
page 45 ni à quattro, à cinque, à sei, à sette, à otto, à noue, & à più voci: però, acciò
di tutti si possa hauer cognitione à pieno, & sapere quelli, che sono buoni,
& quelli, che sono cattiui, se ne daranno alcuni essempi, i quali seranno
molto vtili; & prima.

Dell'Vnisono ad altri gradi.

Si può anco andare dalla Terza all'vnisono nel modo, che nella setti-
ma Regola s'è detto, & quì si dimostra; i quali salti, & gradi sono buoni in
ogni sorte di Compositioni di quante voci si voglino, come in questo es-
sempio.
Sono alcuni altri gradi, & salti naturali, & accidentali, co' i quali si va alD. Nicola Vi
centino libr.
lib. 2. cap. 3.

l'Vnisono, che sono buoni, & alcuni altri ancora dubiosi, de i quali tutti
quelli, che non sono buoni, s'intenderanno cattiui in sino à sei Voci, ma da sei
voci in sù saranno buoni: pure che siano posti nelle parti di mezo, & non nel
le parti estreme, cioè nel Canto, & nel Basso à vicenda: perche queste due
parti per la loro estremità sono troppo scoperte. Et à quante più voci serà la
Compositione, tanto meglio per la moltitudine delle parti si salueranno: per la
quale, come ben dice M. Pietro Aron Musico Fiorentino, non si possono osserua Pietro Aron.
libr. 3. Istit.
. cap. 9.

re tutti quei legami, che alla Compositione si ricercano; li quali gradi tutti si
page 46 metteranno ne i sottoposti essempi co i numeri delle voci, à quante seran-
no buoni.
Nè anco serà lecito fare due vnisoni tramezati da vna Secunda; ò da vna
Pausa di Minime per le ragioni dette di sopra nella terza Regola, come in
questo essempio; Ma quando seranno tramezate da vna pausa di Semibre-
Franch. prat.
lib. 3. cap. 12.
Quia pausa
semibreuis
integram tem-
poris mensu
ram obseruat
&c.
ue staranno bene per la ragione, che n'adduce l'Eccellentissimo M. Franchi
no, come ne i sottoposti essempi si dimostra.
Nè meno serà lecito nelle compositioni di due voci porre tra due Quinte
la Quarta, nè tra due Ottaue la Settima, ò la Nona, ò vna Pausa di Mini-
ma, come nel presente essempio.
page 47
Serà ancora poco lodeuole il fare che in vna Compositione l'vna, & l'al-
tra parte ascendano, ò discendano insieme per mouimenti di Quinta, pro-
cedendo l'vna con quattro semiminime, & l'altra per Semibreue senza di-
minutione alcuna, come in questo essempio.
Perche, si come dice l'Eccellentissimo Signor Zarlino, non hanno gratiaM. Gios. Zarl.
Istit. har. li. 3.
capit. 47.

alcuna, & si viene à contrafare alla Regola, che dispone che le parti proce-
dano con mouimenti contrarij, & à quell'altra ancora, che vuole, che, quan-
do le parti insieme ascendono, o discendono, l'vna di esse si moua per moui-
mento congiunto; il che deurebbono fare quelle parti, che contengono le
Semibreui, le quali così ordinate, non fanno tale effetto, come nel sopradet
to essempio si vede. Nè si farà ancora, che nella Compositione, dopò l'Ot-
taua posta sopra vna figura di Semibreue, che discenda, & habbia sotto di
se vna Minima, seguano immediatamente due semiminime; ò in luogo del-
le semiminime la Minima col punto; come in questo essempio.
Le quali, se bene non si può dire, che in apparenza siano due Ottaue l'vna
page 48 dopò l'altra, conciosia che si troui tra loro posta la Sesta, ò la Decima: nien-
tedimeno fra vna ottaua, & l'altra non si sente varietà alcuna, oltre l'altre
ragioni, che si potrebbono addurre. Infiniti altri salti si trouano oltre li so-
pradetti, che con molta diligenza sono stati messi sparsamente insieme da al
cuni Eccellenti Musici, & particolarmente dal R. M. Don Nicola Vicenti-
no, de i quali la maggior parte si metteranno ne i sottoposti essempi, che se-
ranno molto vtilià, chi desidererà fare le Compositioni à due, a tre, à quat-
tro, à cinque, à sei, à sette, à otto, & à più Voci.

Essempi di varij salti, & gradi insieme ascendenti, & discendenti

Essempio primo. Di salti, & gradi

Salti & gradi

Gradi, & salti.

page 49

Essempi di due parti, che insieme saltano.

Essempio di due parti, che insieme saltano.





page 50

Modo da fare, che tutti li salti cattiui, che uanno all'Vnisono diuentino
buoni. Cap. XXII.

DOpò la sopradetta descrittione de i gradi, & salti buoni, & cattiui, se-
rà molto vtile il sapere in che modo il Compositore possa fare, che tut
ti i cattiui, che vanno all'Vnisono, come li soprascritti, quali sono
nel presente essempio, diuentino buoni.
I quali si faranno buoni ogni volta, che vna parte salterà sopra la seconda
parte della Battuta co 'l mezo d'vna Pausa di Minima, ouero d'vn Punto
nel modo, che in questo essempio si dimostra.

De i termini delle parti nelle compositioni. Cap. XXIII.

M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 31.
NElle compositioni di quattro, di cinque, di sei, & di sette voci i termi-
ni delle parti serranno questi; che 'l Tenore sopra 'l Basso potrà ascen-
dere in sino a dodici, ò tredici voci, & co 'l Semituono verrà più com-
Nic. Vicent.
lib. 4. cap. 17.
moda, che co 'l Tuono, & l'Alto potrà ascendere fino a quindeci voci in se-
dici co 'l Semituono sopra il Basso; & l'estremo del Soprano co 'l Basso potrà
essere insino a 19. & 20. voci co 'l Semituono; & nelle compositioni di otto,
ò di più voci, per commodità delle parti potrà il Soprano ascendere sopra 'l
Basso insino a 22. voci. Hauendo però consideratione sopra la imperfettio-
ne delle voci de nostri tempi, essendo cosi penuria delle parti estreme, come
de Bassi & Soprani. Imperoche se il Basso nelle estreme sue voci non farà cor
po sonoro alla Musica, restarà languida la cantilena. Cosi parimente se il
page 51 Canto ascenderà alle sue parti estreme con fatica, farà ingrato sentire. Sal-
uo se tal Musica non fosse recitata con istromenti, che all'hora farebbe buo
no effetto.

Modo, che s'ha da tenere nel mettere le parole sotto le Note.
Cap. XXIIII.

ET perche l'accommodare le figure cantabili alle parole, è di grandissiM. Gios. Zarl.
Istit. har. li. 4.
cap. 30.

ma importanza; resta, che breuemente si dica in che modo si deuano
accommodare, acciò non si sentano i periodi confusi, & altri incon-
uenienti, che lungo sarebbe il raccontarli; mediante i quali il più delle vol-
te auiene, che i Cantanti restano tanto confusi, che non sanno ritrouare il
modo da poterle proferire. Però volendosi fuggire vn tal disordine, si farà,
che sempre sotto la sillaba lunga, ò breue si ponga vna figura conueniente,
cioè, che non faccia la lunga breue, & la breue lunga: eccettuandone però
le Semiminime, & quelle, che di loro sono minori, le legate, & i punti, i quali
se bene sono cantabili, nientedimeno non s'accommoda loro sillaba alcu-
na, & nelle legate tanto nel canto figurato, quanto nel fermo non si accom
moda loro più d'vna sillaba nel principio; & non solo si terrà quest'ordine
quando si correrà con vna vocale sopra le Semiminime, ò sopra le Chrome,
cioè, che non si proferisca mai la sillaba sopra la prima bianca dopò la nera
subito, ma sopra la seconda bianca seguente, come in questi essempi.
Et quando occorrerà mettere la sillaba sopra la Semiminima, si potrà an
co porre vn'altra sillaba sopra la Nota seguente. Dicono alcuni, & bene, che
quando il Compositore vorrà fare vn salto d'Ottaua, non si dee nel salto di
quelle due Note proferire vna sillaba della dittione nella Nota di sotto, &
vn'altra sillaba nella Nota di sopra del salto: perche tale pronuncia non fa
buono vdire. Fra vn salto di Quinta, per non esser tanto lontano serà man-
co male, & molto più sopportabile.

Modo di riuedere le Compositioni, & emendarle da ogni sorte di
errori. Cap. XXV.

HOra che s'è inteso il modo, che s'ha da tenere volendosi comporre à
tre, à quattro, & à più voci; resta solo, che si vegga l'ordine, che s'ha da
tenere volendo ciascuno da se stesso ritrouare ogni sorte d'errori, che
page 52 per inauertenza fossero stati commessi nella Compositione, & vedere se in
essa fussero due Quinte, due Ottaue, & altri simili falli. Però, dopò che si se-
rà fatta la Compositione à quattro, à cinque, à sei, & à più voci, si piglierà
la parte del Canto, & à Nota per Nota si raffronterà con tutte le parti, cioè,
con l'Alto, con la Quinta parte, co 'l Tenore, con vno, ò più, che seranno, &
co 'l Basso. Dipoi si piglierà quella dell'Alto, & si raffronterà similmente co 'l
Tenore, con vno, ò più che saranno, & con la Quinta parte, & co 'l Basso nel
medesimo modo, che si serà fatto quella del Soprano. Et il medesimo si farà
del Tenore con gli altri Tenori, & col Basso à Nota per Nota: & così si ritro-
ueranno tutti gli errori, che per inauertenza in essa fussero stati commessi,
da i quali si potrà poi commodamente purgarla, & ridurla secondo l'osser-
uanza delle sopradette Regole.
Il fine del Secondo Libro.
page 53
[Figure]

LIBRO TERZO
DEL COMPENDIO
DELL'ARTE DEL CONTRAPVNTO
DEL R. M. ORATIO TIGRINI
Canonico Aretino.


NEL QVALE SI RAGIONA DE I TVONI,
& delle Cadenze.

[Figure]

Che la scienza della Musica nella cognitione della ragione è più chiara, &
Illustre dell'atto, & dell'Opera.
CAPITOLO PRIMO.

DIce Boetio, che ogni Arte, & ogni Disciplina fondata nellaBoet. libr. 1.
cap. 34.
Nicol. Burt.
Parm. libr. 1.
cap. 6.
Franch. prat.
lib. 1. cap. 1. &
Pietro Aron.
Istit. har. li. 2.
cap. 2.
Marchetto
Pad nel luci-
dario in fine
tractat. 15.

ragione, è più degna dell'artificio, che dalle mani, & dal-
l'opera dell'Artefice si essercita, & è ancora molto mag-
giore, & più alto in vn'huomo l'intendere, & il sapere quel-
lo, che fa, che il fare, & essercitare quello, che sa; Perche
l'Artificio corporale serue come seruidore, & la ragione
come padrona commanda; nè senz'essa la mano già mai
puo far cosa buona. Tanto dunque la Scienza della Musica nella cognitio-
ne della ragione è più chiara, & illustre dell'opera, & dell'atto solamente,
quanto il corpo è superato dall'animo. Onde ne seguita, che la speculatio-
ne della ragione non ha necessità alcuna dell'atto dell'operare; Ma l'opere
delle mani, se non sono guidate dalla ragione, sono nulle. Et di già inuero,
quanto sia la gloria, & il merito della ragione, intendere si può da questo,
che molti Artefici (per dir così) corporali, non dalla disciplina, ma da essi
istrumenti pigliarono il nome, come il Citaredo dalla citara, il Tibicine dal
la Tibia, & molti altri da i loro istrumenti. Ma quello è veramente Musico,
che misurata la ragione non con l'opera, ma speculando solamente possie-
de la Scienza del cantare. La qual cosa si vede ancora nell'opere de gli edifi-
page 54 cij, & della guerra, doue sono celebrati i nomi solamente de i Fondatori, &
de i Trionfanti, per la ragione, & imperio de i quali furono tali cose & fon-
date, & ordinate, & non di quelli, che con l'opra, & col seruitio le condusse-
ro à fine. Sono dunque tre generi dell'Arte della Musica. Vno è quello, che
consiste ne gli istrumenti: Il secondo circa la Poesia, & il terzo, che rende giu-
dicio dell'vna, & dell'altra cosa. I Citaredi, & gli Organisti, & tutti coloro,
che essercitano solamente gli istrumenti, perche sono lontani dal rendere
ragione della Musica; però, come è stato detto, essi seruono, & di tutta la spe
culatione sono ignoranti. Il secondo genere della Musica è dato à quelli,
che compongono versi: & perche tutto quello, che si referisce al verso, più
tosto per istinto naturale, che per ragione, ò speculatione si fa: però i Poeti
Fiorangelico
lib. 2. cap. 14.
ancora non denno esser chiamati Musici. Il terzo genere è quel solo, che di
giudicare ha la Scienza. Questo tutto nella ragione, & speculatione essendo
posto propriamente alla Musica si deputerà. Et se bene il volgo ignorante
Agost. lib. 11.
de Ciuita. Dei
haec.
Hec igitur di
cta sine pro-
pter insensati
hominis arro
gantiam, qui
ausus in com
pendio confu-
sionis sue pro
rumpere, quod
doctrina Gre
gorii atque
Guidonis &c
Cice. epist. fa-
miliari lib. 1.
epist. vltima.
non sapendo, che non è minor differenza tra 'l Musico, & il Cantore, che tra 'l
Podestà, & il Banditore, chiama Musici anco li Cantori, tra i quali alcuni si
ritrouano tanto presuntuosi, & arroganti, che se bene non sanno à pena co
noscere le Note, non vergognano publicamente per le Chiese fare il Mae-
stro di Capella, come già fece quello arrogantissimo Ispagnolo nella nostra
Cattedrale Aretina al tempo di Guidone Monaco, & tanti altri al tempo
di Paolo mio Maestro, & de gli altri, in sino al di d'hoggi, ne i quali tempi
nella nostra Città è occorso quello, che scriue M. T. Cicerone à quel L. Vale
rio, che l'haueua pregato, che di gratia scriuendoli lo chiamasse Dottore,
in tutto che fusse senza dottrina, cioè, vsare l'audacia in cambio della Sa-
pienza: Non è però, che tra l Musico, & il Cantore non ci sia grandissima dif
ferenza; anzi tale, quale è tra la luce, & le tenebre: imperciò che il Cantore è
quello, che nel canto essercita la voce sua secondo i precetti del Musico, &
quelli viene à condurre con l'atto della voce, ouero del suono, & pronuncia
le cantilene, che con ragione sono state fate, & composte prima dal Musico;
Gui. Aret. lib.
3. cap. 1.
onde il nostro dottissimo Guidone nel principio del Prologo del 3. lib. del
suo Michrologo dice. Tra i Musici, & li Cantori si ritroua grandissima diffe-
renza: perche i Musici sono veramente scienti, & sanno con ragione quelle
et Aueroe di-
ce. Tantum dif
fert homo
scieus ab ho-
mine non scien
te, quantum
homo ab ho-
mine picto.
Fiorangel. c.
15. lib. 1.
cose, che compongono nella Musica, & i Cantori sono, quelli che le cantano, &
pronunciano con la voce: onde assimigliandoli alle Bestie sogiunge. Non, qui
facit quod non sapit, deffinitur Bestia: perche si come le Bestie quello, che fan
no, lo fanno senza ragione; così anco quei Cantori, che mossi da falsa ambi
tione, fomentati anco il più delle volte dalla malignità, & ignoranza di quel-
li, che fanno poca stima della Virtù, sono veramente degni di essere assimi-
gliati alle Bestie: perche se hauessero niente di giudicio, non solo non si lasce
rebbono precipitare in vn così graue errore, ma nè anco ardirebbero pure
mai pensare simile sciochezza; & il tempo, & la spesa, che alle Chiese danno
nel comprare gran copia di libri hora di questo, & hora di quell'altro Au-
page 55 tore, i meschini la farebbono con il loro [gap — ] nel Maestro, che insegnasse loro i
primi elementi della Musica. Io ho preso à scriuere dell'arte del Contrapun
to, & non le vane historie di questi Musicastri, de i quali à me pare, ch'il no-
stro Dottissimo Guidone habbia detto à bastanza; Ma dà che la materia mi
sforza, & loro non si vergognano darne l'occasione, non mi vergognerò an-
cor io a dire, & perdonimi la loro riuerenza, che mai li veggo per le nostre
Chiese squadernare tanti libri, & alzare le braccia quanto più possano, ac-
ciò si vegga, che loro sono i Maestri di Capella, che non mi venga riso, paren-
domi vedere quell'Asino tanto bene descritto dal Signor Alciato, che porM. Andrea Al
ciat. emblem.
7.

tando quel tabernacolo à dosso, al quale vedendo inginochiarsi il populo,
& credendosi, che facesse riuerenza à lui, si fermaua, nè con lusinghe, nè con
minaccie, ò col bastone si poteua far caminare più innanti. Anzi, che questi
tali, il più delle volte per mostrare d'hauer composto loro quelle cantilene,
che fanno cantare à i Cantori assai più sicuri di loro, le trascriuono in cer-
te loro carte, acciò porgendole à questo, & à quello, habbia causa chi vede
di credere, che siano opere loro nuouamente dà loro composte: & così i paz-
zi ignoranti, senza andar più innanti co 'l imparare, riuolti in oscurissime te
nebre, circondati da ogni oscura nebbia, ò caligine, si fermano nella loro va
na, & ambitiosa ignoranza; & sallo Iddio quanto sia grande, & spesso lo scan-
dalo, ch'il più delle volte danno a gli vditori, poi che veramente interuiene
loro quello di che quasi piangendo diceua il Dottissimo Guidone, cioè. EtGui. Aret. in
Prologo li. 2.

chi è quello, che non piangessse? perciò che è nella santa Chiesa di Dio vno
errore tanto grande, & vna discordia tanto pericolosa, ch'il più delle volte
quando si celebrano i diuini officij, non pare, che altrimente si lodi Iddio,
ma che combattiamo tra di noi. Vno discorda con l'altro; il Discepulo non
achorda co 'l Maestro, nè vno Discepulo è d'achordo con l'altro. Ma perche
sarei degno di molto maggior biasimo, che non sono questi tali, se di loro io
facessi altra mentione di quella, che fece Valerio Massimo di quello, che abVal. Mass. li.
8. cap. 15.

brusciò il Tempio di Diana Ephesia per farsi di fama immortale, ritornan-
do alla differenza, che si ritroua tra 'l Musico, & il Cantore, dico, che da que
sto si può molto bene conoscere, che quello pigliando il nome dalla Scienza
della Musica vien detto Musico, & questo non dalla Scienza, ma dall'opera-
re, come dal Comporre è detto Compositore, dal cantare è detto Cantore,Boet. lib. 1. c.
34. & libr. 3.
cap. 10.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. li. 1.
capit. 11.
Nota che o-
gni Musico è
cantore, ma
il Cantorenon
e gia Musico
Nicol. Bur.
Par. lib. 1. c. 6.

& dal sonare Sonatore. Quello dunque è veramente Musico, cha facoltà se-
condo la speculatione, & la ragione conueniente alla Musica di saper giudi-
care i rithmi, i generi de i Canti, le permistioni, & i versi de i Poeti. Però chi
desidera venir buon Musico, non creda, che quello sia veramente Musico,
che più presto per certo istinto naturale, & vna certa prattica, che per altro
sà mettere insieme quattro Consonanze senza ragione, ò fondamento alcu
no, ma quello, che con ragione, & secondo le Regole, & il soggetto ricerca,
ne dispone. Per il quale essendo tanto necessaria la cognitione de i Modi, ò
Tuoni: però in questo nostro terzo discorso serà molto vtile il farne parti-
page 56 colare, & piena mentione innanti, che si venga all'altre cose, come di sopra,
delle quali breuemente si discorrerà nel quarto, & vltimo nostro ragiona-
mento.

Modo, ò Tuono quello, che sia. Cap. II.

M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. c. 1. & nelle
Dimostrat.
har. nel Ra-
gionamento
5. Defin. 11.
PRima, che si ragioni de i Modi, ò Tuoni, che chiamare gli vogliamo, ac-
ciò si proceda ordinatamente, & meglio si possa intendere quello, di
che s'ha da trattare, è necessario vedere prima quello, che sia Modo, ò
Tuono. Dicono dunque i Musici il Modo, ouero Tuono essere forma, ò qua
lità d'Harmonia, che si troua in vna delle sette specie della Diapason, modu
lata per quelle specie della Diapente, & della Diatessaron, che alla sua for-
ma sono conueneuoli, i quali sono Dodici, & si diuidono in due parti, si co-
me breuemente s'intenderà.

Che i Modi sono dodici, & sono diuisi in due parti, cioè Autentici,
& Plagali. Cap. III.

M. Gios. Zarl.
nelle Dimos.
libr. 5. defin.
xiiii.
Tolomeo li.
2. c. 7. & c. 10.
Boet. lib. 4. c.
14. & 15.
Plinio nella
Histo. natur.
lib. 6. cap. 2.
Quintili. lib.
1. della Musi-
ca.
Vedi il lib. 1.
della Musica
di Papa Gio-
uanni c. 10 &
Il Fiorang. li.
1. cap. 30.
Franch nella
prat. nel 1. li.
& nella The-
oric. lib.
Pietro Aron.
nel Tosc. &
nelle Ist. har.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. & nelle Di
mostr. harm.
lb 5. Defi. 14.
HOra, perche l'intention mia è solo di ragionare con breuità, & facili-
tà delle cose appartenenti all'Arte del Contrapunto, & fuggire tutte
quelle, che generano più presto confusione, che Scienza, nè fanno à
proposito alcuno à, chi vuole imparare tal'Arte: però douendosi trattare
de i Modi, ò Tuoni, non starò à perdere niente di tempo nel raccontare, quan
ti, & quali fussero i Modi, ò Tuoni principali, ò collaterali de gli Antichi; nè
quale appresso di Noi sia il Dorio, il Frigio, il Lidio, il Mistolidio, l'Eolio, l' Io
nico, l'Iasto, ò il Locrico, ouero Locrense; & dica Platone, Plutarco, Lucia-
no, il Polluce, Apuleio, Euclide, Tolomeo, Gaudentio, Aristide, Boetio, Cas-
siodoro, Martiano, Atheneo, Plinio, Pindaro, & gli altri quello, che loro pa-
re, che à Noi basta in somma hauere notitia delli dodici Modi, che da i Prat-
tici hoggi sono messi in vso nelle compositioni de i nostri tempi, & siano poi
stati li Modi antichi quali, & quanti si vogliano, perche questo non è di so-
stanza alcuna à Noi il cercarlo. Et se pure alcuno Curioso vorrà saperlo, leg
gendo la prattica, & la Theorica dell'Eccellentissimo Franchino, il Tosca-
nello di M. Don Pietro Aron Fiorentino, & le Istitutioni, & le Demostratio
ni harmoniche del nostro Signor Zarlino, potrà con sua commodità ha-
uerne di tutti minutissimo ragguaglio, senza che Noi in cosa tanto inutile,
& senza proposito alcuno andiamo consumando il tempo in vano. Venen-
do dunque à i Modi da i Musici Moderni ritrouati, come di sopra; dico, che
sono dodici, i quali si diuidono in due parti, cioè sei principali, ouero Au-
tentichi, & sei collaterali, ouero plagali. I primi sono detti principali, come
più nobili, & perche contengono in se l'harmonica medietà tra le due parti
maggiori, che sono la Diapente, & la Diatessaron, l'vna posta nel graue, &
page 57 l'altra nell'acuto; il che non si troua ne gli altri, come si dirà. Sono stati an-
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 12.
& nelle Dim.
har. Ragion.
5. nella Defi.
15. & 16.

co chiamati Autentichi, o perche hanno maggior autorità de gli altri, oue
ro per essere aumentatiui, & hanno facoltà di ascendere più sopra il loro fi-
ne di quello, che non fanno i collaterali, ò placali, che chiamare gli voglia-
mo; Quali sono detti collaterali, dalli lati della Diapason, che sono, come si
è detto di sopra, la Diapente, & la Diatessaron: perciò che pigliate le parti
nominate, che nascono dalla diuisione de gli Autentichi, da quelle medesi-
me poste al contrario, rimanendo la Diapente commune, & stabile, nasco-
no i collaterali. Si chiamano anco plagali da questa parola Greca, cioè Pla-
gon, che vuol dire lato; ouero da Plagios, che significa obliquo, ò ritorto,
quasi obliqui, ritorti; o riuoltati: conciosia che procedano al contrario
de i suoi Autentichi, i quali procedano dal graue all'acuto, & i plagali per
lo contrario dall'acuto al graue. Li principali, ò Autentichi dunque sono
questi sei, cioè il Primo, il Terzo, il Quinto, il Settimo, il Nono, & l'vndeci-
mo. Li collaterali, ouero plagali sono poi, il Secondo, il Quarto, il Sesto,
l'Ottauo, il Decimo, & il Duodecimo: i quali non solo seruono alla Musica
solamente, ma nelli Canti fermi ancora, si come meglio si dirà al suo luogo.
Furono i Modi da principio quattro solamente, cioè il Dorio, il Frigio, il Li
dio, & il Missolidio, à i quali il nostro Guidone Monaco Aretino per torreGuid. Aret.
nel Michrol.
Franch. prat.
lib. 1. cap. 7.
Papa Gio. 20.
nella sua Mu
sica capit. 10.
Fiorangelili.
1. cap. 30.
Franch. prat.
lib. 1. cap. 8.
Valerio Mas.
lib. 2. capit. 1.

via quella grandissima difficultà, che nasceua da cosi grande altezza, & bas-
sezza di voci, n'aggiunse altri quattro, cioè al Dorio il Sottodorio, al Fri-
gio il Sottofrigio, il Lidio il sottolidio, al Missolidio il sottomissolidio, i
quali da i Musici si chiamano Primo, Secondo, Terzo, Quarto, Quinto,
Sesto, Settimo, & Ottauo Tuono. Ma perche la natura de gli huomini è di
ritrouar sempre cose nuoue, & d'aggiungerne alle ritrouate: sono stati vl-
timamente da i nostri Moderni , & aggiunti questi quattro vlti-
mi, cioè il Nono, il Decimo, l'Vndecimo, & il Duodecimo, i quali se be-
ne in verità non sono nuoui, si come da molti canti Ecclesiastici si può com
prendere; tutta via non sono stati per prima ben conosciuti, ma erano
chiamati Modi Irregolari, come meglio s'intendera, quando si ragione-
rà di simil sorte di Modi. De i quali hauendone il nostro Signor Zarlino
fatto due ordini, cioè vno nelle Istitutioni, & l'altro nelle Dimostrationi
harmoniche; il quale se bene è taluolta più naturale, & fatto con ragione,
nientedimeno seguendo quello delle Istitutioni, come più familiare, & più
facile, si dirà breuemente, quali siano le loro chorde finali, & quanto
si possa ascendere, ò discendere di sopra, & di sotto le dette chorde, pri-
ma che si venga ad altro particolare della formatione, natura, & Cadenze
di ciascuno.
page 58

Delle chorde finali. Cap. IIII.

HAuendo ciascun Modo, ò Tuono la sua forma, ò qualità in vna delle
specie della Diapason, modulata per quelle della Diapente, & della
Diatessaron, come di sopra; & hauendo la detta Diapente la sua chor
da grauissima commune tanto all'Autentico, quanto al Plagale; però da i
Musici sono stati accompagnati insieme à due, à due, ponendo la Chorda
D. commune al Primo, & al Secondo. La E. al Terzo, & al Quarto. La F. al
Quinto, & al Sesto. La G. al Settimo, & all'Ottauo; la chorda a. al Nono, &
al Decimo; & la C. all'Vndecimo, & al Duodecimo come nel presente essem
pio si dimostra
Nè si dee alcuno merauigliare, se dal Decimo, all'Vndecimo non si vada
con ordine continuato: perciò che essendo composto ciascun Modo d'vna
Diapente, & d'vna Diatessaron, le quali Consonanze non si trouano tra que-
sti due termini . & f. & tra f. & . conseguentemente in tal Positione non
può terminare Modo alcuno.

Delle Sei chorde Confinali. Cap. V.

March. Pad.
Tratt. 11. c. 4.
Possunt Toni
ordinari in
quolibet lo-
co manus,
ubi species,
quae ipsos for
mant supe-
rius, & infe-
rius possunt
proprie ordi-
nari &c
ET, perche non sempre i sopradetti Modi, ò Tuoni finiscono nelle det-
te chorde D. E. F. G. a. & c. nelle quali denno regolatamente finire;
Però s'ha da sapere, che tutti i Modi si possono trasportare fuori delle
loro chorde naturali in tutti quei luoghi, ne i quali si possono trouare le
specie della loro Diapente, & della loro Diatessaron. In questo molti Pratti-
ci si sono grandemente ingannati, i quali hanno constituito à gli otto Mo-
di le dette corde confinali in questi quattro positioni, cioè a. . c. & d. ac-
comodando la a al Primo, & al Secondo, la al Terzo, & al Quarto, la c. al
Quinto, & al Sesto, la d. al Settimo, & all'Ottauo: non s'accorgendo, che se
bene tra la detta a, & e. si ritroua la prima specie della Diapente, della qua-
Contro Mar-
ch. P.d. nel
tratt. 11. c. 2. &
4.
Franch prat.
lib. 1. c. 8. &
le il Primo Modo, è composto: nientedimeno ascendendo da e insino ad a
nell'acuto, non ci è altrimente la prima specie della Diatessaron, si come il
Primo Modo ricerca, ma la seconda specie di detta Diatessaron la quale con-
uiene al Terzo; Nè anco volendosi discendere dalla detta a ad E verso 'l gra-
ue si ritroua la prima specie di detta Diatessaron appartenente al Secondo
page 59 Modo. ma la seconda, la quale il Quarto Modo ricerca; Et similmente comeM. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 17.

mai potranno terminare il Terzo, & il Quarto nella chorda b fa mi, della
quale ascendendo in sino alla sua Ottaua, & discendedo insino ad F, graue,
sono le specie del Quinto, & del Sesto; Et come potranno etiandio termina-
re in c. il Quinto, & il Sesto, quando dalla detta chorda c. ascendendo all'al-
tra c. & discendendo nel graue insino alla G. si ritrouano le specie del Setti
mo, & dell'Ottauo? Et finalmente, come potranno terminare nella chorda
d. il Settimo, & l'Ottauo, se il settimo, hauendo ad ascenderre dalla detta
chorda d. in sino a dd. sua ottaua; & hauendo similmente l'Ottauo à discen-
dere dalla detta d. in sino ad A. ne i quali luoghi si ritrouano le specie del pri
mo, & del Secondo? Laonde se alcuno dimandasse, per qual cagione il Pri-
mo, & il Secondo Modo non habbiano la lor chorda finale in a; Il Terzo, &
il Quarto in . Il Quinto, & il Sesto in c. Il settimo, & l'ottauo in d; AltroQuia ut in-
qui. Bernard.
Species sunt
musicales e-
pule, que Mo
dos creant. Vi
de March.
Pat. Tract. 11.
ca. 3. in fine.

non si risponderebbe se non, che per la sudetta ragione non possono i detti
Modi terminare in queste chorde, essendo che in esse non si posso no troua-
re le loro specie. Et da questo si può benissimo comprendere, che gli altri
quattro Modi, cioè. Il Nono, il Decimo, l'Vndecimo, & il Duodecimo, non
sono nuoui altramente, ò Irregolari, come alcuni si sono immaginati, ma
naturali. Dunque le chorde confinali non sono veramente le sopradette a.
. c. d. ma sono queste G. a. . & c. cioè nella G. col mezo del b. verranno à
terminare il Primo, & il Secondo, nella a, Il Terzo, & il Quarto. nella b. il
Quinto, & il Sesto, & nella c. il Settimo, & l'Ottauo. Et conseguentemente
nella d. il Nono, & il Decimo, & nella f. l'Vndecimo, & il Duodecimo, co-
me in questi essempi si vede.

Dei Modi. Perfetti, Imperfetti, Più che perfetti, Misti, &
Commisti. Cap. VI.

HOra i sopradetti Modi sono molte volte da i Musici chiamati PerfetFranch. lib. 1.
cap. 8.
Nicol. Burt.
Parm. libr. 1.
cap. 23.
Pietr. Canunt.
c 64. cap. 65.
& 66.

ti, Imperfetti, Piu che perfetti, Misti, & commisti. Perfetti chiamano
quelli, che non mancano di veruna specie della loro Diapente, & del-
la loro Diatessaron: di modo che adempiano la loro Diapason. Imperfetti
dimandano poi quelli, che mancano della loro perfettione, cioe, che non
adempiono la loro Diapason, & mancano di qualche specie della Diapen-
te, ò della Diatessaron. Più che perfetti, ouero superflui chiamano quelli,
page 60 che eccedono la loro Diapason per due, ò più chorde. Misti chiamano poi
quelli, che se bene arriuano alla loro perfettione, nondimeno passato il ter-
mine loro discendono due, trè, ò quattro chorde sotto, & ne i termini del
loro Plagale, & così per lo contrario, quando 'l Plagale eccede la sua Dia-
pente per due, trè, ò quattro chorde nello acuto, & ne i termini del suo
Autentico. Commisti finalmente chiamano quelli, che sono mescolati
con altri Modi del medesimo genere, come è vno Autentico con vn'altro
Autentico, & vn Plagale con vn'altro Plagale; Ancora che questa sorte di
Modi, & de gl'Imperfetti particolarmente, & de i piu che perfetti, s'appar-
tiene più à i Canti fermi, che alle Compositioni di Musica, delle quali in
questo nostro discorso habbiamo tutta l'intention nostra di parlare: per-
ciò che nelle Compositioni serebbe impossibile trouare vn Modo, che fus-
se imperfetto, ò che non fusse Misto; Perche mentre la parte acuta ha il suo
progresso per le specie dello Autentico, la graue all'incontro ancora ella
procede, & discorre per i termini del suo Plagale. Verbi gratia, se 'l Tenore
serà ne i termini del primo Modo, la parte graue per lo contrario starà ne i
termini del Secondo, & il simile auerra sempre di tutti gli altri, come nel
presente essempio si vede.
De i più che perfetti, & de i Commisti nelle Compositioni, & massima-
mente nelle volgari se ne ritrouano infinite, & senza numero: vero è, che
nelle Latine si osseruano molto più i Modi, & le Cadenze, che nelle volgari,
nelle quali il più delle volte, non solo non si sente alcuna osseruanza del Mo
do, ma nè anco del genere, procedendo non solamente in vna delle parti,
ma alle volte in tutte per discommodi; & disproportionati interualli, i qua-
li non si denno però adoperare, se non con proposito, & quando la Cantile
M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
3. cap. 80.
na, & il Modo lo ricerca: conciosia che, come dice l'Eccellentissimo Signor
Zarlino, l'adoperare qualunque cosa senza necessita, & senza proposito, è
cosa veramente vana, & dinota poca prudenza: oltre che genera al proprio
sentimento di tale oggetto grandissimo fastidio.
page 61

De i Principij di tutti i Modi. Cap. VII.

DIcono alcuni Prattici, che 'l primo Modo ha cinque principij, cioè, inFranch. prat.
lib. 1. cap. 8.
Pietro Aron.
Istit. har. libr.
2. cap. 34. &
March. Pad.
Tratt. 11. cap.
De principiis
primi Toni.
Nicol. Burt.
Parm. libr. 1.
capit. 23. &
Marg. filosof.
lib. 5. cap. 11.

C. in D. in F. in G. & in a. Et alcuni altri dicono hauerne sei, cioè in
C. in D. in E. in F. in G. & in a. in C. come Gloriosae Virginis; In D.
come l'Antifona, Cum autem sero. In E. come. Congregatae sunt gentes;
In F. come, Iterum videbo vos; in G. come, Cum appropinquaret Domi-
nus, & in a. Come, Exi citò in plateas, & molte altre cantilene ecclesiasti-
che, le quali non starò à raccontare per non esser troppo lungo.
Dicono ancora, che 'l Secondo n'ha cinque, cioè in A. in C. in D. in E. &
in F. In A. come, il Responsorio, Si bona suscepimus; in C. come, Similabo
eum. In D. come, Vado ad Patrem. In E. come, Domine Deus Rex omni-
potens; & In F. come, Credimus Christum.
Il Terzo similmente dicono hauere tre principij, cioè in E. in G. & in C.
In E. come, l'Antifona Dum complerentur. In G. come, Salua nos Domi-
ne. & in C. come, Domine mi Rex.
Dicono di poi il Quarto hauere cinque principij, cioè in C. in D. in E. in
F. & in G. In C. come, Tulit ergo, in D. come, Inuebant patri eius. In E. co-
ine, Prudentes Virgines. In F. come, In feruentis olei; & In G. come Stetit
Angelus, nel lib. Monastico.
Il quinto, dicono, hauerne due solamente, vno, cioè in F. & l'altro in C. In
F. come, l'Antifona, Sicut nouit me pater; & in C. come, Ego sum vitis vera.
Il sesto parimente dicono hauerne due altri, cioè vno in F. & l'altro in C.
come il suo Autentico. In F. come, Gaudent in coelis: & in C. come nel Re-
sponsorio, Decantabant populus Israel.
Il settimo poi, dicono, hauere cinque principij, cioè in G. in a. in . in
c. & in d. In g. come, Prae timore autem; In a. come, Argentum, & aurum
non est mihi; in . come, Tulerunt Dominum meum. In G. come, Mulier
cum parit. & in d. come, Veni sponsa Christi.
Et l'ottauo vltimamente, dicono, hauerne cinque, cioè in D. in F. in G. in
a; & in c. In D. come l'Introito, Spiritus domini repleuit orbem terrarum.
In F. come, Tu es gloria mea; in G. come, Veni sponsa Christi. In a. come, Iste
Sanctus; & in c. come, Erat autem aspectus eius sicut sol. Ma perche, se bene
li Modi tanto nel canto fermo, quanto nella Musica figurata, quanto alla
formatione delle specie, alle Cadenze, & alla terminatione ancora sono i me
desimi: tuttauia, perche nella Musica, rispetto alla diuersità, & moltitudine
delle parti, ci è quanto al procedere qualche differenza: però essendo il sup-
posto nostro la Musica figurata, & non la piana; dico che non solo questi otM. Gios. Zarl.
Istit har. libr.
3 cap. 8.

to, ma tutti li dodici Modi hanno generalmente i loro veri, & naturali
principij nelle chorde estreme della loro Diapente, & della loro Diates-
saron, & nella chorda mezana della loro Diapente, come ragionandosi
page 62 della formatione, principij, cadenze, & natura di ciascun Modo, ò Tuono
separatamente, & per ordine, meglio s'intenderà.

Della formatione, principij, Cadenze, & Natura del primo
Modo. Cap. VIII.

Franch. prat.
lib. 1. cap. 8. &
in Theor. lib.
4 c. 2 & c. 4.
Formatione.
Principii.
il Primo Modo Autentico è composto della prima specie
della Diapente, la quale si troua tra D. & a; & della prima della Dia-
tessaron, che si troua tra a, & d, posta sopra la Diapente, come in que
sto essempio.
Li principij
veri, & natu-
rali di que-
sto, & di tutti gli altri, come di sopra, sono
nelle chorde estreme della sua Diapente, cioè
in D. & in a. & nella chorda estrema della
Diatessaron cioè in d. & nella chorda meza-
na della Diapente, cioè in F. se bene si trouano infinite compositioni, che
hanno i loro principij sopra l'altre chorde ancora, come di sopra habbia-
mo veduto anco ne i libri ecclesiastici. Basta in somma, che i veri, & naturali
suoi principij sono questi, come in questo essempio si dimostra.
Fine. Circa 'l suo fine s'è detto di sopra di tutti. Vn'altra
sorte di fini mezani si osseruano non solo nelle com-
positioni di Musica, ma ne i Canti ecclesiastici anco-
ra, nel fine di ogni clausola, ò Periodo, & d'ogni per-
fetta oratione, i quali li Musici chiamano Cadenze; che sono grandemen-
te necessarij per la distintione delle parole, che generano il senso perfetto nel
la oratione; Delle quali, perche si ragionerà à pieno subito dopò i Modi;
però basterà per hora sapere, che in tutti i Modi, ò Tuoni si trouano di due
sorti Cadenze, cioè Regolari, & Irregolari. le Regolari sono quelle, che si fan
no in tutte quelle chorde estreme della Diapente, & della Diaressaron, do-
ue habbiamo detto essere li suoi veri, & naturali principij. Le Irregolari, le
quali anco da i Musici sono chiamate peregrine, come al suo luogo si dirà,
Natura.sono quelle, che si fanno nell'altre chorde. Questo Modo, ò Tuono è di na-
tura parte mesta, & parte allegra; Perciò se le potranno accommodare be-
nissimo quelle parole, che seranno piene di grauità, & trattano di cose sen-
tentiose, & alte, acciò che l'Harmonia conuenga con la materia, che in esse
si contiene. le sue Cadenze vere, & naturali sono in tutte quelle chorde, che
di sopra si è detto, come nell'infrascritto esempio
Cadenze vere, & naturali del primo Modo. page 63

Del Secondo Modo. Cap. IX.

IL Secondo Modo collaterale, ouero Plagale del primo si compone dellaFranch. prat.
lib 1. cap. 9. &
in Theor. li.
1. ca. 6. & 11.
Formatione.
Principii.

prima specie della Diapente a & D. posta nell'acuto, & della prima della
Diatessaron D. & A. posta nel graue, come in questo essempio
Questo ancora ha i suoi principij veri, & naturali ne gli
estremi della sua Diapente, & della sua Diatessaron, &
nella chorda mezana della Diapente, & ancora che si
trouino delle cantilene tanto nella Musica figurata,
quanto nella piana, le quali hanno il loro principio per l'altre chorde, co-
me sopra si è mostrato; basta in effetto, che questi sono i suoi veri, & natura-
li, come in questo essempio
Nelle quali chorde ha le sueCadence.
vere, & regolari cadenze; &
tutte l'altre, che si trouano.
in questo Modo fuori
delle sopradette chor-
de sono Irregolari, co-
me di sopra si è detto
nel primo Modo. Questo nella Musica rare uolte si troua nelle sue proprie
chorde, ma il più delle volte si troua trasportato per vna Quarta col mezo
del b. Et si come il Primo ha gran conuenienza col Nono, così questo l'ha
col Decimo. Dicono alcuni, che questo Modo è di natura lagrimeuole, &Natura.
Franch. prat.
li. 3. cap. 15.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 8.

humile; & perciò è stato molto vsato da gli Ecclesiastici in cose meste, & la-
grimeuoli, per essere molto atto à quelle parole, che rappresentano pianto,
mestitia, calamità, & ogni sorte di miserie; & le sue Cadenze regolari sono
queste infrascritte
Cadenze Regolari del secondo Modo.

Del Terzo Modo. Cap. X.

IL terzo Modo Autentico si compone della seconda specie della DiapenFranch. prat.
lib. 1. cap. 10.
& in Theor.
lib. 4. cap. 5.
Formatione.
Principii.

te, la quale si troua tra E & . & della prima della Diatessaron, che si tro
ua tra . & e. posta sopra la Diapente, come in questo presente essempio
Sono i suoi principij veri, & naturali nelle chorde estre-
me della sua Diapente, & della sua Diatessaron, & nella
chorda mezana di detta Diapente; & se bene di questo
Modo si trouano molte cantilene ecclesiastiche, & di Mu
sica fuori di tali chorde, tuttauia questi sono i suoi veri, & naturali, come
nel presente essempio.
Nelle quai chorde ha
le sue Cadenze regolaCadence.
ri, si come s'è detto de
gli altri due sopradetti; &
quelle, che in tal Modo si tro
uano fuori di queste chorde,
sono Irregolari, come di so-
page 64 pra. Hanno detto alcuni, che questo Modo è molto atto à commouere ad
Natura.ira; la onde, dice il nostro Guido Aretino, che per tale rispetto gli Antichi
Franch. prat.
lib. 3. cap. 15.
Nicol. Burt.
Parm. libr 2.
cap. 5
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 20.
lo dipingeuano con colore rosso. Alcuni altri dicono, che la natura sua è di
commouere al pianto: per lo che gli accommodarono quelle parole, che so-
no lagrimeuoli, & piene di lamenti. Questo essendo mescolato col nono, ha
la sua harmonia alquanto men dura. Sono dunque le sue vere, naturali, &
Regolari Cadenze queste infrascritte.
Cadenze regolari del Terzo Modo.

Del Quarto Modo. Cap. XI.

Franch. prat.
li. 1. cap. 11.
& in Theor.
lib. 4. cap. 8.
Nicol. Burt.
Parm. l. 2. c. 5.
Forma.
IL Quarto Modo Plagale è composto della seconda specie della Diapente,
che si troua tra . & E. & della seconda della Diatessaron posta nel gra-
ue, cioè E. & . come in questo presente essempio si dimostra.
Questo ha i suoi principij
regolari nelle chorde .
E. G. & . come in que-
sto presente essempio
Principii.
Cadence.
Appresso gli Ecclesiastici ha i suoi principij irregolari in altre chorde, come
di sopra. In questi medesimi luoghi si trouano anco le sue Cadenze Regola-
ri; & le Irregolari si trouano medesimamente nell'altre chorde, come si è
Natura.detto. Dicono i Musici, che questo Modo s'accommoda grandemente à pa
role lamenteuoli, che contengono tristezza, ouero supplicheuole lamenta-
tione, come sono, materie amorose, & quelle, che significano otio, quiete,
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 21.
tranquillità, adulatione, fraude, & detrattione; la onde da molti è stato
chiamato Modo adulatorio. Vero è, che questo è assai più mesto del Terzo
suo Principale, & il più delle volte si trasporta per vna Diatessaron nello a-
cuto col mezo chorda b. in cambio della . Sono dunque le sue Ca-
denze Regolari, come di sopra, nell'infrascritte chorde, come in questo es-
sempio.
Cadenze Regolari del Quarto Modo.> page 65

Del quinto Modo. Cap. XII.

IL Quinto Modo Autentico si compone della terza specie della Diapente,Franch. prat:
lib. 1. c. 12. &
c 7. & lib. 3. c.
15. & nella
Theor. lib. 4.
cap. 5.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
4. cap. 22.
Formatione.
Principii.
Cadence.

che si troua tra F. & C; & della terza, & vltima della Diatessaron C. & f. po
sta nella parte acuta; come in questo presente essempio.
Li principij veri, & naturali di questo Modo sono nelle
chorde F. a, c, & f. Et, se bene si ritrouano altri principij
fuori di queste chorde ne i canti ecclesiastici, come di so-
pra; tali principij non sono però naturali. Sono dunque li naturali suoi
principij questi.
Ha le sue Caden
ze Regolari nel-
le parti estreme
della sua Diapente, & della Diates-
saron, & nella chorda mezana di
detta Diapente, cioè in quelle so-
pradette chorde, nelle quali ha i
suoi veri, & naturali principij, cioè in F. a. C. & f. Le irregolari poi si fanno
nell'altre chorde. Questo Modo è di natura gioconda, modesta, allegra,Natura.
& diletteuole: però gli Antichi gli accommodarono parole, & materie, che
contenessero alcuna vittoria; onde lo dimandarono Modo giocondo, moM. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. c. 22.

desto, & diletteuole. Le sue Cadenze regolari, come di sopra, sono nelle
chorde poste nell'infrascritto essempio, ouero nell'ottaua di sopra, che so-
no le medesime: nè importa cosa alcuna se siano descritte nella parte acu-
ta, ò nella graue.
Cadenze Regolari del Quinto Modo.

Del sesto Modo. Cap. XIII.

IL Sesto Modo Plagale si forma della terza specie della Diapente, la qualeFranch. prat.
lib. 1. cap. 13.
et lib. 3. c. 15.
& nella The-
ori. lib. 4. c. 8.
Forma.
Principii.

si troua tra C. & F. & della terza specie della Diatessaron, la quale si troua
tra F. & C. posta nel graue, come nel essempio.
Questo Modo ha i suoi principij veri, & naturali in que-
ste chorde, cioè C, a, F. & C. fuori delle quali se bene se
ne trouassero nell'altre chorde, quelli non sono però
naturali, o regolari, come questi.
Nelle quali chorde ha similmente
le sue Cadenze Regolari; nell'alCadenze.
Natura.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
4. cap. 23.

tre poi si fanno le irregolari.
Questo da i Mu-
sici e dimandato
Modo diuoto, &
lagrimeuole à dif
ferenza del Secondo, quale è più tosto funebre, & calamitoso, che altro.
Di questo si trouano molte Cantilene Ecclesiastiche graui, & deuote, &
che contengono lagrime, le sue Cadenze Regolari dette di sopra sono que-
ste poste nell'infrascritto essempio.
page 66 Cadenze Regolari del Sesto Modo.>
Le medesime seranno nella parte acuta per vna Ottaua di sopra, come
habbiamo detto: però diasi lo essempio nella parte graue, ò nell'acuta; in
sostanza sono le medesime.

Del Settimo Modo. Cap. XIIII.

Franch. prat.
lib. 1. cap. 14.
& nella The-
oric. li. 4. c. 9.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. cap. 28.
Formatione.
Principii.
Cadence.
Natura.
IL Settimo Modo Autentico si forma della quarta & vltima specie della
Diapente, la quale principia da G, ascendendo insino à d; & della prima
della Diatessaron di sopra, la quale si troua tra d. & g. come in questo es-
sempio.
Questo Mo-
do ha i suoi
principij ve
ri, & naturali, & le sue Cadenze Regolari
ne gli estremi della sua Diapente, & ne gli
della sua Diatessaron, & nella chor-
da mezana della detta Diapente in queste
chorde, cioè G. . d. & g. come in questo essempio
A questo, secondo che dicono alcuni, conuengono
parole, ò materie, che siano lasciue, o che trattino di
lasciuia, le quali siano allegre, dette con modestia; &
quelle, che significano minaccie, perturbationi, & ira. Le sue Cadenze Re-
golari, come di sopra, sono l'infrascritte poste in questo essempio.
Cadenze Regolari del Settimo Modo nella parte graue del Tenore.

Dell'Ottauo Modo Plagale. Cap. XV.

Franch. prat.
li. 1. cap. 15.
& in Theor.
4. cap. 9.
M. Gios. Zarl
Istit har. libr.
4. cap. 25.
Formatione.
Principii.
L'Ottauo Modo Plagale si forma dalla quarta, & vltima specie della
Diapente, la quale si ritroua tra d, & G, posta nell'acuto, & dalla pri-
ma della Diatessaron, la quale si troua tra G, & D. posta nel graue, co
me nel presente essempio si dimostra
Questo Modo ha i suoi principij Regolari nelle chorde
d, . G, & D, nelle quali sono gli estremi della Diapen-
te, & della Diatessaron, & la chorda mezana di detta
Diapente, come in questo essempio:
Et gli irregolari si trouano nell'altre chorde. Le sue
Cadenze.Cadenze regolari si pongono nelle medesime chor-
de, nelle quali il detto Modo ha i suoi principij, si co-
page 67 me habbiamo detto de gli altri di sopra. Dicono i Prattici, che questo Mo-
do è di natura soaue, & contiene in se vna certa naturale dolcezza, & soauiNatura
tà, che con somma giocondita riempie gli animi de gli ascoltanti, & è al tut-
to lontano dalla lasciuia, & da ogni vitio; onde l'hanno accompagnato con
parole, ò materie mansuete, accostumate, & graui, le quali contengono co
se profonde, speculatiue, & diuine, come sono quelle, che sono accommo-
date da impetrar gratia da Dio: & però ne i libri Ecclesiastici si trouano di
questo Modo infinite cantilene; le sue Cadenze Regolari, come di sopra,
sono l'infrascritte.
Cadenze Regolari dell'Ottauo Modo.

Del Nono Modo. Cap. XVI.

IL Nono Modo autentico si compone della prima specie della Diapente,M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
4. cap 26.
Formatione.

quale si troua tra a, & e, & della seconda della Diatessaron, la quale si tro
ua verso l'acuto tra e, & aa, come in questo essem-
pio si dimostra.
Questo Modo non è veramente nuouo, ma antichis-
simo, se bene è stato gran tempo incognito, & pri-
uo del suo propio nome, & chiamato Primo Modo Irregolare da tutti i
Prattici poco accorti, che se bene tra le chorde a, & e si ritroua la prima spe
cie della Diapente, non per questo si troua poi la prima della Diatessaron
tra le chorde e, & aa. come di sopra si è detto ragionandosi delle chorde
confinali: Questo Modo ha i suoi principij RegolariPrincipii.
nelle chorde a. c. e. & aa, come in questo essempio.
Nelle quali chorde ha anco le sue Cadenze Regolari.Cadence.
come gli altri, & le irregolari si pongono poi nell'al-
tre chorde. Questo Modo ha grandissima conformità col primo, per essereNatura.
la prima specie della Diapente tra loro commune. Alcuni l'hanno chiama-
to Modo aperto, & terso attissimo à i versi lirici, al quale s'accommodano
benissimo quelle parole, che contengono materie allegre, dolci, soaui, & so-
nore; Ha le sue Cadenze Regolari nelle chorde sopradette, come nell'infra-
scritto essempio.
Cadenze regolari del Nono Modo. page 68

Del Decimo Modo. Cap. XVII.

M. Gios. Zerl.
Istit. har. lib.
4. c. xxvii.
Formatione.
principii.
IL Decimo Modo Plagale si compone della prima specie della Diapente
e, & a, & della seconda della Diatessaron a, & E. posta nel graue, come in
questo essempio.
Questo Modo ha i
suoi principij rego
lari nelle chorde
estreme della Diapente, & della Dia-
tessaron, & nella chorda mezana del-
la Diapente in queste chorde e, c, a,
& E, come in questo essempio si di-
Cadence.mostra;
nellequa
li ha an-
co le sue
Cadenze regolari; l'irregolari si pongono
nell'altre chorde nel modo, che si è detto
de gli altri. Questo Modo, perche si serue
della Diapente, che è commune al secon-
do, & della Diatessaron, che serue anco al Quarto, si può dire, che anco
Natura.egli partecipi della natura dell'vno, & dell'altro, & però gli si conuengono
quelle parole, ò materie, che habbiamo detto di sopra conuenirsi all'vno,
& all'altro Modo. Sono dunque le sue Cadenze regolari, nelle chorde po-
ste nello infrascritto essempio.
Cadenze Regolari del Decimo Modo.

Dell'Vndecimo Modo. Cap. XVIII.

M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
4. c. 28.
Formatione.
L'Vndecimo Modo Autentico si compone della Quarta specie della Dia
pente, la quale principia da C. insino à G. ouero da c,
insino à gg. & della terza & vltima della Diatessaron,
la quale incomincia da G. ouero g. ascendendo insino à
C, ouero cc. come in questo essempio.
principii.Questo ancora ha i suoi principij regolari nelle chor-
de estreme della sua Diapente, & della Diatessaron, &
nella chorda mezana; come in questo essempio.
ha ancora le sue Cadenze regolari nelle medesime chor-
Cadence.
Natura.
de; l'irregolari si trouano nell'altre chorde. Questo Modo per esser mol-
to atto, & frequentato nelle danze, & ne i balli, l'hanno chiamato alcu-
ni Modo lasciuo, & ha gran conformità col Terzo. Sono dunque le sue Ca-
denze regolari le infrascritte.
Cadenze Regolari dell'vndecimo Modo. page 69

Del Duodecimo Modo. Cap. XIX.

IL Duodecimo Modo Plagale si forma della quarta specie della DiapenM. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
4. c. 29.
Formatione
principii.

te, la quale principia da G. ascendendo insino à C; & della terza della Dia-
tessaron, la quale si troua tra C. & G. discendendo nel graue, come in
questo presente essempio.
Questo modo ha i suoi
principij & Cadenze Re-
golari nelle chorde estre-
me della Diapente, & del
la Diatessaron, & nella
mezana della Diapente,Cadence.
cioè g. e. c. & G. come in
questo essempio. Dicono alcuni,
che à questo Mo
do conuengono
parole amatorie, le quali conten-
ghino cose lamenteuoli. Ne i Can
ti fermi pare veramente alquantonatura.

mesto; tuttauia, come dice l'Ec-
cellentissimo Signor Zarlino, ciascuno Compositore, che desidera fare al-
cuna Cantilena, che sia allegra, non si sa partire da lui; & le sue Cadenze
regolari, come di sopra, sono queste.
Cadenze Regolari del Duodecimo Modo.

Epilogo de i termini di tutti i Dodici Modi per le chorde Regolari,
& irregolari nella parte del Tenore. Cap. XX.

HOra da che è stata fatta particolar mentione della formatione, prin-
cipij, Cadenze, & natura di ciascun Modo: acciò più facilmente si
possa capire quello, che si è detto; serà molto vtile il dimostrare per
ordine gli essempi de i termini di tutti, prima nelle chorde Regolari, & di
poi nelle irregolari nella parte del Tenore, la quale, come disse il Dotto, &
faceto Poeta Mantouano, è il regimento delle voci, & guida de i Tuoni;Poet: Merl.
nella Macha.
Tenor est uo-
cum rector
uel guida To-
norum.

Però incominciando dalle chorde Regolari, i termini di ciascuno sono gli
infrascritti.

Termini de i Modi sopradetti nelle chorde regolari.

Termini de i Dodeci Modi per le chorde irregolari col
mezo del b.

Nelle quali chorde ciascun Modo, come benissimo si vede, ha le sue specie
cioè, quelle della Diapente, & quelle della Diatessaron, come nelle propie,
& regolari; la onde con ragione si puo veramente dire, che le chorde confi-
nali non siano a. . c. d. e. & g. tra le quali non si ritrouano dette specie, co
me s'è detto di sopra; ma, che siano queste G. a. b. c. d. & f. come benissimo
i soprascritti essempi dimostrano.

Della Cadenza; quello che ella sia; di quante sorti; & in che modo s'hab
bia à usare nelle Compositioni. Cap. XXI.

ESsendosi già tante volte fatto mentione della Cadenza, tempo è horM. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
3. cap. 53.
D. Nicola Vi
cent. libr. 3.
cap. 24.

mai, che si vegga quello, che ella sia; di quante sorti cadenze si ritroui-
no, & come la si dee vsare nelle compositioni. Dicono dunque i Prat-
tici, la Cadenza essere vn certo atto, che fanno le parti della cantilena, il qua-
le dimostra, che vuole significare di far cadere il fine della conclusione del
parlare, ò della cantilena: la onde è stata detta cadenza quasi, che cade, &
conclude la oratione, ouero l'Harmonia. Et se bene la Cadenza nella Musi-
ca è di grandissimo ornamento: tuttauia non per questo si dee vsare nelle
compositioni, se non quando s'arriua alla clausola, ouero periodo della
Prosa, ò del verso, in quella parte, che termina il membro di essa, ouero vna
delle sue parti; & non come fanno alcuni Compositori, & sonatori ancora,
che non considerando tal volta la cagione perche sia stata ritrouata; nel
principio delle loro compositioni, & sonate incominciano à fare le caden-
ze auanti, che à pena l'habbino incominciate: & quello che è peggio le fan-
no il più delle volte fuori di quelle chorde, ch'il Modo, ò Tuono, sopra 'l qua
le è la compositione, ò la sonata, ricerca. Tanto dunque è la Cadenza nella
Musica, quanto la virgula, & il Punto nella Oratione; Et si trouano di due
sorti cadenze, cioè vna di quelle, che terminano per vnisono, & l'altra di
quelle, che finiscono per ottaua. Se ne ritrouano anco dell'altre, che fi-
niscono per la Quinta, alcune altre per Terza, & alcune per altre diuerse
Consonanze, le quali non sono chiamate assolutamente Cadenze, ma Ca-
page 72 denze imperfette; Tutte le quali secondo alcuni sono di tre sorti, cioè mag-
giori, Minori, & Minime, come ne i sottoposti essempi.
Cadenze Maggiori. Cadenze Minori. Cadenze Minime. Le quali Cadenze sono di due sorti, cioè semplici, & diminuite. Le sempli-
ci sono quelle, che procedono per figure, ò Note simili senza dissonanza al-
cuna, come in questi essempi.
Cadenze semplici. Le diminuite sono poi quelle, che si fanno con diuerse figure, tra le quali
si ritroua la sincopa, nella quale, nelle Cadenze terminate per l'Vnisono si
ode la seconda, sopra la seconda parte, come ne i sotto posti essempi si
dimostra.
page 73 Le quali Cadenze si possono fare ancora in tutte l'altre chorde, secondo
che 'l Tuono ricercherà, nel medesimo modo, che di sopra: pur che si osser-
uino le sopradette Regole del Contrapunto, & particolarmente la Setti-
ma, di andare dalla Consonanza imperfetta, alla imperfetta con la più
vicina.

Delle Cadenze terminate per Ottaua. Cap. XXII.

LE Cadenze terminate per Ottaua vogliono essere in tal modo ordi-
nate, che la prima, la seconda, & la terza Nota della parte acuta; &
la prima, la seconda, & la terza della parte graue si mouino con moui-
menti contrarij, & congiunti, l'vna parte con l'altra; & la seconda Nota
della parte acuta sia distante per vna Sesta maggiore dalla seconda della par
te graue. Si fanno ancora alcune volte le medesime Cadenze con moui-
menti congiunti, & insieme discendenti nelle prime, & seconde Note del-
l'vna, & dell'altra parte: & alcun'altre volte con mouimenti separati, il che
non importa cosa alcuna, pur che le seconde Note siano poste l'vna dall'al-
tra distanti per l'interuallo di Sesta maggiore, & l'vltime finischino in Ot-
taua, come di sopra. Et perche queste ancora sono semplici, & Diminui-
te; il medesimo si osseruerà come di sopra, cioè, che le semplici seranno
tutte Consonanti, & le Diminuite hauranno la Sincopa, ouero il punto,
& si odirà la Settima nella seconda parte, come ne i sottoposti essempi.
page 74 Nelle Cadenze tanto semplici, quanto Diminuite si possono cambiare le
parti: & fare che la parte graue faccia il medesimo passaggio, c'ha fatto l'a-
cuta, & cosi per lo contrario; come in questi essempi si dimostra.
Si pongono anco da i Prattici le Cadenze con il punto nella Semibreue in
cambio della sincopa nel modo infrascritto, il quale non è però molto da
vsarsi nelle compositioni, se bene è in vso: percioche, come benissimo dice
l'Eccellentissimo Signor Zarlino, oltre che non si osserua tutto quello, che
ricerca la Cadenza, ancora non sodisfà a pieno il sentimento; come in
questi essempi.

Della Cadenza terminata per Quinta, ò per Terza, ouero per altra
Consonanza. Cap. XXIII.

SI trouano ancora alcune altre Cadenze terminate per Quinta, ò per
Terza, ouero per altra Consonanza, le quali sono chiamate Cadenze
impropriamente; & sono loro ancora di due sorti, cioè Semplici, & Di-
minuite. Le semplici sono tutte consonanti, & contenute sotto le medesi-
me figure, come di sopra. Et le Diminuite sono quelle, nelle quali si ode la
Quarta nella seconda parte della Sincopa, & non altra Dissonanza, come
ne i sottoscritti essempi.
page 75 Cadenze Diminuite, terminate per Quinta, ouero per Terza, ò per altra
Consonanza.
Le quali non si deono vsare molto à dilungo nelle Compositioni di due Vo-
ci: conciosia che l'ascendere, & il discendere per li soprascritti mouimenti,
come dice il sudetto Signor Zarlino, è proprio della parte grauissima di al-
cuna Compositione fatta à più voci, nella quale si vsano. Non si porran-
no dunque molto spesso, & quando si vorranno porre, si metteranno nel
mezo, & non nel fine della Compositione; è ben vero, che quando anco si
ponessero nel principio, ò nel fine per qualche occasione di fuga, ò d'imi-
tatione, non sarebbe molto grande inconueniente: pur che l'ultima Nota
della Cantilena finisca in Consonanza perfetta osseruando il Tuono di che
serà composta, & l'ottaua & vltima Regola del Contrapunto, come di sopra
nel lib. 2. nel Cap. 8. è stato detto.

Delle Cadenze naturali, & accidentali, che fuggono la
Conclusione. Cap. XXIIII.

OLtra le sopradette, si ritroua ancora vn'altra sorte di Cadenze, che
fuggono la Conclusione, le quali sono assai megliori à tre, & à più,
che à due voci; nelle quali si dee sempre auertire più che si può, che
i salti siano in tal maniera composti, ch'il Cantore non possa fallare la lo-
ro intonatione; Delle quali si daranno alcuni essempi, mediante i quali
si potrà etiandio venire in cognitione dell'altre in qual si voglia altro luo-
go, oue tornerà più commodo, & secondo che 'l Modo, ò Tuono ricer-
cherà.
page 76 page 77 Accidentali Queste Accidentali, à mio giudicio, sono alquanto difficili à pigliarsi: tut-
tauia si sono messe tra l'altre, acciò douendosi à pieno ragionare delle Ca-
denze, non ci restasse sorte alcuna di esse, senza farne mentione. Nel resto,
perche in questo non conuengo molto con i Chromatisti, à i quali io lascio
tutta la prattica delle sopradette Cadenze; in tutto, & per tutto mi rimet-
to ad ogni meglior giudicio, & à quanto dottissimamente ne scriue l'Eccel-
lentissimo Signor Zarlino. Ma in qual modo si possino per diuersi modiIstit. har. libr.
3. cap. 80.

ordinare le Cadenze, perche sarebbe impossibile il darne l'essempio di tut-
ti, si porranno questi altri pochi essempi, mediante i quali si potrà facil-
mente comprendere il modo, che si hauerà da tenere nel ritrouarne del-
l'altre.
page 78

Che non si faccino le Cadenze tutte Consonanti sincopate, ò col punto,
nè si ponga la Diapente superflua in luogo della
uera. Cap. XXV.

SOuienmi ancora un'altra sorte di Cadenze tutte Consonanti, le quali
sono in questa maniera ordinate, cioè, che essendo 'l Tenore vna Terza
sopra il Basso per mouimento congiunto d'vn Tuono; & ritornando l'v-
na, & l'altra parte à i suoi primi luoghi, la parte acuta fa la Cadenza distan-
te dalla graue per vna Quinta verso l'acuto, come in questo essempio.
La quale oltre all'essere pochissimo grata all'orecchie, sonandosi nello Istru-
mento contiene in se tre Quinte: Però s'auertira molto bene di non fare di
questa sorte Cadenze. Et perche la Cadenza senza la Dissonanza non ha
gratia, ò leggiadria alcuna, come sono quelle, che sincopate, ò col punto
procedono per le istesse figure in questo modo.


Le quali Cadenze non s'vseranno in modo alcuno. S'auertirà ancora di
non fare, che alcuna parte faccia la Cadenza, quando l'altre parti fussero
in tal maniera ordinate, che qualunque altra delle più graui facesse la Quin
ta con la Nota mezana della Cadenza posta nello acuto, facendo il moui-
mento congiunto del Semituono, quando tal figura si potrà segnare con
la cifra chromatica: percioche proferendosi tal parte della Cadenza na-
turalmente col Semituono, sarebbe cosa difficile, che 'l Cantore in tal ca-
so potesse hauere riguardo di non la proferire in quel modo, che si profe-
risce naturalmente; onde verrebbe à commettere errore, & à porre vna
Distonanza in luogo della Consonanza, ponendo la Diapente superflua in
luogo della vera, come in questo essempio.
page 79 Nel quale le penultime Note del Tenore, & dell'Alto hanno tal Diapente
superflua in cambio della Consonanza, come si ricerca alla Cadenza.

Delle Cadenze à tre, à Quattro, à cinque, & à sei uoci.
Cap. XXVI.

ET perche, s'io non m'inganno, s'è detto à sufficienza delle Cadenze à
due Voci: acciò più facilmente si possa scorgere il modo, che s'haurà
da tenere nel farle à tre, à quattro, à cinque, & à sei Voci: in tutto
che in molti, & quasi infiniti altri modi si possino fare, nondimeno si por-
ranno alcuni essempi, da i quali serà cosa facilissima il sapere in vn subito il
modo, che si dee tenere volendosi fare le dette Cadenze, mediante i quali
essempi si potrà anco facilissimamente ritrouarne dell'altre.

Essempio delle Cadenze à tre Voci.

page 80 Cadenze à quattro uoci.

Essempi delle Cadenze à quattro Voci.

page 81
Et se bene le Cadenze a quatro voci sono poste solamente ne i sopra scritti
luoghi; nondimeno si possono fare anco in qualunque altro luogo, oue
ornerà più commodo, & il modo di che serà composta la cantilena ricer-
herà; il simigliante s'intenderà ancora dell'altre seguenti di cinque, & di
i voci, le quali si porranno ne i sottoposti essempi.
page 82

Cadenze à cinque in C. sol fa vt.

Cadenze à cinque in D. sol re.

page 83
Residuo delle Cadenze a cinque in C. sol fa vt.
Residuo delle Cadenze à cinque in D. sol re.
page 84

Cadenze à cinque in e la, mi.

Cadenze à cinque in F. fa vt.

page 85
Residuo delle Cadenze a cinque in e la, mi.
Residuo delle Cadenze a cinque in F fa, vt.
page 86

Cadenze à cinque in g. sol re vt.

Cadenze à cinque in a. la, mi, re.

page 87
Residuo delle cadenze a cinque in g. sol re vt.
Residuo delle Cadenze a cinque in a. la, mi, re.
page 88

Essempi delle Cadenze à sei voci.

page 89
Residuo delle Cadenze à sei uoci.
page 90

Cadenze à sei voci.

page 91
Residuo delle Cadenze à sei uoci.
page 92

Cadenze à sei voci.

page 93
Residuo delle Cadenze à sei voci.
page 94

Cadenze à sei voci.

Da quali essempi si può facilissimamente comprendere il Modo, che s'ha
da tenere nel fare le Cadenze à Quattro à Cinque, & à Sei Voci in qual si
voglia altro luogo, ò chorda, secondo, che il Modo del quale serà la Com-
positione richiederà, come di sopra, & come più à pieno di sotto s'inten-
derà. Hora in che Modo s'habbino à fare tutte le Cadenze, cioè tanto
quelle, che sono descritte ne i sopra notati essempi, quanto tutte l'altre an-
cora, si dirà breuemente nel seguente Capitolo.
page 95

Che le Cadenze si faccino regolatamente, & secondo ch'il Modo,
ouero Tuono ricerca. Cap. XXVII.

NOn serà però in arbitrio del Compositore il fare delle Cadenze: ma
si faranno regolatamente, & secondo la forma, & natura di quel Mo-
do, ò Tuono, di che serà la Compositione; imperciò che, si come i
Modi sono di specie, & di natura tra loro differenti, così anco sono di Ca-
denze, come di sopra si è detto. Pero in questo serà molto bene auertito
il Compositore, cioè di dare principalmente à ciascuno le sue proprie, &
naturali Cadenze. Et perche sogliono anco spesse fiate i Musici intromet-
tere in vna Compositione fatta sotto vn Modo, alcune Cadenze d'vn'al-
tro, le quali dimandano Peregrine; in queste dunque vserà grandissima
diligenza: però che, si come essendo messe in vn'altro Modo discretamen-
te producano al sentimento nostro buono, & gratioso effetto; così an-
co per lo contrario messe senza giudicio, ò consideratione alcuna, ren-
dono la Compositione pochissimo grata, anzi priua al tutto d'ogni gra-
tia, & bontà. Onde per tal rispetto, acciò si tolga via ogni errore, che si
potesse commettere nel comporre tale Cadenze, si sono dimostrate qua-
li siano le proprie, & naturali di ciascun Modo, le quali essendo bene co-
nosciute, serà à ciascuno più facile assai il farne dell'altre fuori delle pro-
prie, & naturali chorde discretamente, & con giudicio, acciò la Compo-
sitione sia più diletteuole, più gratiosa, & piu bella.

Modo di conoscere qual si uoglia Compositione di che Modo ella sia
dalla Cadenza finale nella parte del Tenore.
Cap. XXVIII.

NOn è dubbio alcuno, che chi hauera bene inteso quello, che di so-
pra è stato detto intorno à i Modi, & alle Cadenze, saprà benissimo
conoscere, & anco comporre la Musica sopra tutti i dodici Modi;
Ma perche non è concesso così à tutti l'intendere egualmente, & à pieno
capire quelle cose, che communemente da tutti si trouano scritte: però,
acciò meglio si possino conoscere i Modi in ogni Compositione dalla parte
del Tenore, si descriueranno tutte le Cadenze finali di detta parte nelle chor
de regolari, mediante le quali sera facilissimo il conoscerli in vn subito sen-
za fatica alcuna, come meglio ne i sottoposti essempi si dimostreranno tut-
te per ordine.
page 96

Modo di conoscere i Modi dalla parte del Basso per la Cadenza finale
nelle corde regolari. Cap. XXIX.

ET perche la parte del Basso è la base, & fondamento di tutte l'altre, co
me, bene dimostrò il faceto Mantouano Poeta dicendo. Bassus alit
voces, ingrassat, fundat, & auget.
Essendosi dati gli essempi di tutte
le Cadenze finali del Tenore per le chorde regolari: per maggiore intelli-
genza si daranno anco gli essempi di tutte le finali della parte del Basso per
le medesime chorde regolari: acciò mediante l'una, & l'altra di queste due
Parti, ciascuno possa facilissimamente sapere, & conoscere in un subito
ogni compositione di qual Modo, ò Tuono ella sia.

Modi di conoscere i Modi trasportati col mezo del b. dalla parte
del Tenore. Cap. XXX.

ET perche, come è stato detto di sopra, i Modi si possono trasportare in
tutti quei luoghi, doue si trouano la loro Diapente, & la Diatessaron,
ne i quali il più delle volte sono da i Musici trasportati; acciò siano fa-
cilmente conosciuti fuori delle loro chorde finali, proprie, & regolari, si de-
scriueranno le Cadenze finali di tutti così trasportati nella parte del Teno-
re, dalla quale ciascuno potra conoscere ogni compositione di che Modo,
ò Tuono ella sia: però tutte per ordine si metteranno come di sopra ne i sot-
toposti essempi.

Modo di conoscere i Modi trasportati col mezo del b. nella parte
del Basso. Cap. XXXI.

ET per dar fine à questo nostro terzo ragionamento circa i Modi, ò Tuo
ni, & loro Cadenze, intorno alle quali materie, a mio parere, s'è det-
to à bastanza: hauendo dimostrato il modo, che s'ha da tenere a voler
conoscere i Modi trasportati dalla parte del Tenore, è ragioneuole, che an-
co il medesimo modo si dimostri nella parte del Basso, nella quale si mette-
ranno tutte le Cadenze finali delli dodici Modi, come ne i sottoposti essem-
pi, mediante i quali serà facilissimo il conoscere dalla detta parte ogni com-
positione sotto qual si voglia Modo composta.


page 99

Delli Duodici Modi nuouamente posti in consideratione dall'Eccellentissimo
M. Gioseffo Zarlino. Cap. XXXII.

SO benissimo che à quelli, che hanno cognitione de i Tuoni formati seM Gios Zarl.
lib. delle Di-
mostr harm.
Ragonamen
to 5. Defin. 8.

condo la diuisione della Diapason, quale procede per le lettere Grego-
riane, & Antiche A. . C. D. E. F. & g. & del nuouo ordine delli dodici
nuouamente posti in consideratione dall'Eccellentissimo Signor Zarlino
secondo la nuoua diuisione della Diapason dall'istesso fatta, & ritrouata
secondo la natura del numero harmonico, & collocata tra le chorde C. D.
E. F. G. a, & . secondo le Sillabe, & Voci del nostro Guido Monacho Are-
tino, come di sopra; Et con perfetto giudicio considereranno l'interrotta
varietà di quelli, & la grandissima commodità di questo bello, naturale, &
continuato ordine Moderno, parerà forse vano, & superfluo il ragiona-
mento da noi fatto di sopra intorno a tale materia: Ma chi molto bene con
siderera il fine, per il quale noi habbiamo ciò fatto, confesserà ingenuamente
non essere stato errore alcuno l'hauere fatto mentione anco di quelli, si per
essere tanto in vso, come dicemmo di sopra, come anco, accio ciascunolib. 1. c. 14.
Intelligente hauendo innanti l'vno, & l'altro, possa meglio conoscere quan
to questa nuoua Diuisione della Diapason, & questo nuouo, & bello Or-
dine de' Tuoni siano più commodi, & più naturali de gli altri posti di so-
pra. I quali, se bene, come dice l'istesso Signor Zarlino ad alcuni nella prilib. della Di
most. har. Ra-
gionamento
5. defin. 8.

ma vista paressono difficili: tuttauia l'vso, il commodo, & l'ordine così bel-
lo. & continuato faciliteranno il tutto. Et si come insino à hora da buo-
na parte de i Musici Moderni; in Francia, in Elemagna, in Spagna, & an-
co nella nostra Italia sono stati riceuuti: così anco si può securamente spe-
rare, che in breuissimo spatio di tempo siano per essere vniuersalmente ri-
ceuuti & abbracciati. Per la cognitione de i quali sarà grandemente ne-
cessaria la sopradetta nuoua diuisione della Diapasson, à questo particolare
effetto da noi messa di sopra. Le specie della quale, si come non si possonolib. 1. cap. 14.

modulare se non in dodici maniere: percioche in sei modi si troua harmo-
nicamente diuisa: & in sei altri modi arithmeticamente: onde tutte queste
maniere ascendono al numero di Dodici: così li Modi non sono, nè posso-
no essere più, nè meno di dodici. Et acciò meglio s'intenda. All'hora si dilib. delle Di-
most. har. Ra-
gionamento
5. Def. 12. 13.

ce la Diapason essere harmonicamente diuisa, quando da vna chorda me-
zana è partita in vna Diapente, & in vna Diatessaron: dimaniera che la Dia-
pente sia collocata nella parte graue di essa, & la Diatessaron nell'acuta.
Così similmente allora si dice la Diapason essere arithmeticamente diuisa:
quando per lo contrario da vna mezana chorda è in tale maniera partita,
che nella parte graue di essa sia accommodata la Diatessaron, & nellacuta
la Diapente. Et perche se bene sette sono le sue specie: essendo che tra la
settima specie, che si troua tra queste chorde . C. D. E. F. G. a. & . non
page 100 cade alcuna chorda mezana, che harmonicamente la possa diuidere in due
parti: così non vi cade modulatione alcuna di alcun Modo principale, ò
autentico: così anco la quarta specie non riceuendo la diuisione arithme-
tica, conciosia che non essendo tra F. & . la Diatessaron, nè tra . & f. la
Diapente, non sarà anco la . mezana, la quale diuida arithmeticamente
in due parti, non può caderui modulatione alcuna di alcun Modo non
Principale, ouero Plagale. Di maniera che questi Tuoni Moderni sono
ancora loro Dodici, come gli altri di sopra, & si diuidono loro ancora in
due parti, cioè in Principali, ò Autentichi, & in Collaterali, ouero Plagali.
Nella prima si pongono quelli, che sono contenuti nella Diapason harmo-
nicamente diuisa, cioè li Principali, ò Autentichi, & nella seconda si pongo-
no quelli, che sono contenuti nella Diapason arithmeticamente diuisa,
Ragionamen
to 5. propo-
sta 15.
cioè li Collatterali, ouero Plagali. Le chorde finali delli sei Modi Principa-
li sono communi con quelle de i suoi ; Et la vera chorda finale
di ciascheduno, è la grauissima chorda della loro Diapente. Onde la C. è
commune al Primo, & al Secondo. La D. al Terzo, & al Quarto. La E. al
Quinto, & al Sesto. La F. al Settimo, & all'Ottauo. La G. al Nono, & al
Decimo, & la chorda a, all'Vndecimo, & al Duodecimo: come in que-
sto essempio.


Ragionamen
to 5. propo-
sta 25.
lib. 3. cap. 30.
Et si possono anco trasportare nell'acuto, ouero nel graue per vna Diapa-
son, oueramente nell'acuto per vna Diatessaron, ò nel graue per vna Dia-
pente nel modo che si è detto poco di sopra.
  • Il Primo Modo è quello, che è contenu-
    to tra la prima specie della Diapason har-
    monicamente diuisa, come in questo es-
    sempio. page 101
  • Il Secondo è quello, che si troua tra la
    quinta specie della Diapason arithme-
    ticamente diuisa; come in questo es-
    sempio.
  • Il Terzo è quello, che è contenuto tra
    la seconda specie della Diapason har-
    monicamente diuisa; come in questo
    essempio.
  • Il Quarto è quello, che si troua tra la
    sesta specie della Diapason arithmeti-
    camente diuisa; come nel presente es-
    sempio.
  • Il Quinto è quello, che è posto tra la
    terza specie della Diapason harmoni-
    camente diuisa; come in questo es-
    sempio.
  • Il Sesto è quello, che è collocato tra
    la settima specie della Diapason arith-
    meticamente diuisa; come in questo
    essempio.
  • Il Settimo è quello, che si troua tra
    la quarta specie della Diapason harmo
    nicamente diuisa; come in questo es-
    sempio.
  • L'Ottauo è quello, che si troua tra la
    prima specie della Diapason arithme-
    ticamente diuisa; come in questo es-
    sempio.
  • Il Nono è quello, che si troua tra la
    quinta specie della Diapason harmo-
    nicamente diuisa; come in questo es-
    sempio.
  • Il Decimo è quello, che si troua tra la
    seconda specie della Diapason arithme-
    ticamente diuisa; come in questo es-
    sempio.
  • L'Vndecimo è quello, che si troua nel-
    la sesta specie della Diapason harmoni-
    camente diuisa; come in questo essempio.
  • Il Duodecimo è quello, che si troua nel
    la terza specie della Diapason arithmeti-
    camente diuisa; come in questo essempio.
page 102 Di modo che appresso i Moderni il primo di questo nuouo ordine è l'Vn-
decimo. Il Secondo è il Duodecimo. Il Terzo è il Primo. Il Quarto è il
Secondo. Il Quinto è il Terzo. Il Sesto è il Quarto. Il Settimo è il Quin-
to. L'Ottauo e il Sesto. Il Nono e il Settimo. Il Decimo è l'Ottauo. L'Vn-
decimo è 'l Nono. Et il Duodecimo, è il Decimo appresso gli Antichi. Ho-
ra quali siano i principij, le Cadenze, & Natura di ciascheduno di essi, si
può facilmente sapere da quello, che è stato detto di sopra mentre si è fat-
ta particolare mentione de i principij, Cadenze, & Natura di ciascheduno
de i sopra mostrati Modi distintamente per ordine, il che essendo bastante
intorno à tale materia: però si porrà fine à questo nostro terzo ragiona-
mento.
Il fine del terzo libro.
page 103
[Figure]

LIBRO QVARTO
DEL COMPENDIO
DELL' ARTE DEL CONTRAPVNTO
DEL R. M. ORATIO TIGRINI
Canonico Aretino.

NEL QVALE SI TRATTA DELLE FVGHE,
& di varie sorti di Contrapunti.
[Figure]

Che l'Arte del Contrapunto tanto è più bella, & di maggiore istima,
quanto che è messa in uso più nobile.
CAPITOLO PRIMO.

SE bene l'Arte del Contrapunto, come è stato detto diFranch. prat:
lib. 3. cap. 1. &
nella Theor.
lib. 1. cap. 5.

sopra, ha i suoi precetti finiti, communi, & limitati:
nientedimeno, tanto è più bella; & di maggiore istima,
quanto che è messa in vso piu nobile. Però essendosi fi-
no à quì ragionato del Contrapunto, che semplicemen
te, & communemente si costuma, è tempo hor mai,
che si venga ad alcune altre sorti di Contrapunti, che
hoggi da i Musici più moderni, da i quali questa nobilissima Scienza è già
stata ridotta à quel maggior colmo di perfettione, che sia possibile, si co-
stumano. Non si creda però alcuno già mai d'hauersi punto à partire dal-
le sopradette regole; Nè le serà di merauiglia alcuna, se di sopra sia stato
detto, il Contrapunto essere solamente di due sorti, & hora si proponga
vn ragionamento d'alcune altre sorti di Contrapunti: perciò che, se bene
si ragionerà di varie sorti di Contrapunti, tale varietà serà in quanto all'v-
so delle sopradette regole, in variati modi vsate, & non già perche siano va-
rie, & diuerse le regole. Consisterà dunque (acciò meglio s'intenda) tale
varieta solamente nell'vso, & dispositione delle Consonanze, & non nelle
regole, dalle quali, come si è detto, mai serà lecito in modo alcuno allon-
page 104 tanarsi; si come ciascuno da se medesimo potrà benissimo comprendere.
Ma prima che si venga ad altra sorte di Contrapunti, si ragionerà delle Fu-
ghe, Conseguenze, ouero Reditte, che dimandare le vogliamo, & delle Imi-
tationi quello che siano, & in che modo si faccino, con quella maggior bre-
uità, & facilità, che sia possibile.

Delle Fughe, Conseguenze, ouero Reditte, & prima delle
Fughe legate. Cap. II.

M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
3. cap. 51. &
Pietro Aron
lib. 3. cap. 52.
D. Nic. Vic.
lib. 4. cap. 3. 2.
FVga, Conseguenza, ouero Reditta è quella replica, che si fa di più
Note nella Cantilena, ouero la replica di tutte fatta da vn'altra, ò più
parti dopò alquanto tempo, procedendo per le medesime figure can-
tabili, ouero per diuerse, & per i medesimi interualli di Tuoni, & di Semi-
tuoni con altri simili, la quale non solo s'vsa ne i Contrapunti fatti sopra 'l
canto fermo, ma ne i diminuiti ancora, ne i quali è molto maggiormente
frequentata, conciosia che il Compositore sia più libero. La Fuga dun-
que è di due sorti, cioè legata, & sciolta. Legata si dimanda quella, quan-
do vna, ò più parti cantano le medesime Note, & spettano le medesime pau-
se, che spetta la Guida, cioè la parte tanto graue, quanto acuta, la quale
incomincia à cantare, & l'altre parti, che la seguitano si dimandano con-
seguenti, & si scriue in vna parte sola, facendo, che l'altre la seguano dopò
l'hauere aspettato per spatio di vna, di due, di tre, di quattro, & di più
D. Nic. Vic.
lib. 3. c. 51. in
princ.
Pause. Et se bene alcuni Moderni vogliono, che quattro pause siano trop-
pe; Questo credo io, che habbino tal volta voluto intendere ne i Contra-
punti di due Voci solamente: perciò che in quelli di più Voci non solo non
seranno troppe quattro Pause, ma nè anco otto, nè dieci; Anzi se bene
quelle Fughe, che si fanno meno distanti l'vna parte dall'altra, & che aspet-
tano solamente nel Conseguente vna Pausa di Minima, ò di Semiminima,
sono dal senso più facilmente comprese: nientedimeno, come dice l'Eccel-
lentissimo Signor Zarlino, tale vicinità è causa, che non si può hor mai fare
M. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
3. cap. 52. in
princip.
vna Fuga, che non sia stata mille volte fatta. Queste sorte di Fughe legate si
pongono l'vna con l'altra in conseguenza all'Vnisono, alla Quarta, alla
Quinta, all'Ottaua, ouero ad altri interualli, incominciandosi tanto dalla
parte graue, quanto dall'acuta, & si segnano, come di sopra, in vna parte so-
la, & da alcuni (ancora che impropiamente) sono chiamati Canoni, ne i
quali doue la parte del Conseguente ha da incominciare, si pone questa Ci-
fra, & segno nella Guida [[mus.sigcon]] quale si dimanda presa: & douendo il Conse-
guente incominciare nello acuto, si pone verso l'acuto, & douendo inco-
minciare nel graue, si pone verso 'l graue; & doue s'ha da fermare si pone
questo altro segno [[mus.ferm]] quale i Prattici chiamano coronata; Et quando si ha
da replicare da capo, si fa quest'altro :||: quale dimandano Ripresa, Ritor-
nello, ò Replica, come ne i sottoposti essempi si può vedere.
page 105

Fuga legata all'Vnisono.

Delle Fughe sciolte. Cap. III.

SOno dunque le Fughe sciolte quelle, che procedono per vn certo nuM. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
lib. 3. c. 51.

mero di figure, che si ritrouano nella parte della Guida, & l'altre figure
poi non sono sottoposte à tale legge, nè è obligato il Musico osseruare
di porre le medesime figure, ò Pause: ma se vna parte procederà per Semi-
breui, si può fare, che l'altra proceda per Minime, ò per quali altre torne-
ranno più commode, come ne i sottoposti essempi.
[Music example]
page 106

Fuga sciolta, la quale sempre procede per le medesime voci,
con varie sorti di figure.

Ma perche questa sorte di fughe è molto frequentata, si verrà all'altre più
ingegnose, & belle, fra le quali è quella, che si dimanda Fuga alla riuerscia,
la quale procede per Arsim, & Tesim, cioe per eleuatione, & depositione:
perciò che mentre vna parte ascende, l'altra discende per li medesimi inter-
ualli ponendo sempre i Semituoni alla riuerscia, si come, mentre vna parte
dirà Mi fa, l'altra per lo contrario dirà Fa mi. Queste ancora sono di due
sorti, cioè legate, & sciolte, come l'altre di sopra. Nelle legate non solo
procede il Conseguente per i medesimi interualli, & per mouimenti con-
trarij, come di sopra: ma con le medesime figure ancora; & la Guida, tanto si
pone nella parte graue, quanto nell'acuta, come ne i sottoposti essempi si vede

page 107 Si potranno etiandio fare di questa sorte fughe ponendo l'vna delle parti
lontana dall'altra alla settima, alla vndecima, & in diuersi altri luoghi: pu-
re che si faccia, che li Semituoni, mentre in vna parte ascendono, nell'al-
tra discendino nel modo, che di sopra è stato detto.

Delle Fughe sciolte alla riuerscia. Cap. IIII.

LA Fuga sciolta alla riuerscia si fa in questo modo, cioè, che 'l ConseM. Gios. Zarl.
Istit har. libr.
3. cap. 51.
D. Nic. Vic.
lib. 4. cap. 32.

guente proceda in fuga con la Guida per vn certo numero di figure
solamente. Et se bene procede per i medesimi Interualli, come si fa
nella legata: nientedimeno non è forzata à porre le medesime figure, nè
aspettare le medesime Pause, come di sopra è stato detto dell'altre fughe
sciolte ordinarie. & questo basterà circa la fuga; però verremo alla Imita-
tione, la quale non solo è di grandissimo ornamento, ma è anco cosa inge-
gnosa, & molto bella.

Della Imitatione. Cap. V.

LA imitatione adunque è quella, che si ritroua tra due ò più parti, delM. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
3. c. 52.

le quali quelle, che entrano dopò la Guida vanno imitando quella per
i suoi mouimenti, procedendo per li medesimi gradi solamente, senza
hauere altra consideratione de gli Interualli, cioè di fare, che tanti Tuo-
ni, & Semituoni siano nella parte del Conseguente, quanti sono nella Gui-
da. Et questa Imitatione, a differenza della Fuga, la quale si fa all'Vniso-
no, alla Quarta, alla Quinta, & all'Ottaua, si può fare ad ogni altro in-
teruallo da questi in fuori, come si è alla Seconda, alla Terza, alla Sesta, al-
la Settima, & ad altri simili Interualli, come sono la Nona, la Decima, & al-
tri loro composti, & replicati. Questa ancora è di due sorti, cioè legata, &
sciolta, come la fuga; dalla quale senza replicare hora il medesimo, si può be
nissimo comprendere quale sia la Imitatione legata, & quale la sciolta: però
da questi pochi infrascritti essempi non solo si potrà intendere quello, che
si è detto, ma se ne potranno anco facilissimamente ritrouare dell'altre
nuoue: & insieme conoscere la differenza, che si troua tra le Fughe, & le
Imitationi tanto legate, quanto sciolte, & alla riuerscia.
Imitatione alla riuerscia. page 108 Alla Seconda. Alla Terza Alla Sesta. page 109 Alla Settima. Mediante i quali essempi si vede, che la differenza, la quale si ritroua tra laVedi piu a
pieno M. Gio
sef. Zarl nelle
Istit har. lib.
3. c. 52.

Fuga, & la Imitatione è questa, cioè, che doue la Fuga nel procedere ha
riguardo a i Tuoni, & Semituoni, come di sopra; La Imitatione, senza ri-
guardo alcuno de gli istessi Interualli, procede per i medesimi mouimen-
ti, ouero gradi nella parte del Conseguente, che fa quella della Guida.
Resta hora, che si faccia mentione di alcune altre sorti di Contrapunti,
che hoggi da i Moderni Compositori si fanno con molta gratia, & artifi-
cio, & prima del Contrapunto alla Duodecima, & si vegga quello, che nel
voler comporlo s'habbia da osseruare.

Del Contrapunto doppio alla Duodecima. Cap. VI.

VArie, & diuerse sono le sorti de i Contrapunti, che hoggi nelle ComM. Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
3. cap. 56.

positioni da i Musici si fanno; tra le quali vna se ne ritroua, la quale,
s'io non m'inganno, è la più artificiosa, & più bella di tutte l'altre;
& questa sorte di Contrapunto si dimanda, Contrapunto doppio alla Duo
decima, nel quale la parte acuta diuenta graue; & la graue per lo contra-
rio diuenta acuta, procedendo per gli istessi mouimenti, & interualli, co-
me nel sottoposto essempio si vede, nel quale, chi vorrà comporlo, osser-
uerà queste cinque cose, delle quali.
  • 1. La Prima è; che mai nella parte principale si porrà la Sesta: perche nella
    replica non fa Consonanza.
  • 2. La Seconda; non si constituiranno mai le parti tanto lontane l'vna dal-
    l'altra, che passino la Decima.
  • 3. La Terza; non si porrà mai la parte acuta in luogo della graue, nè la gra-
    ue nel luogo della acuta: perche non solo le parti, che passano la Duodeci-
    ma fanno dissonanza nella replica, ma tutte quelle ancora, che occupano
    il luogo dell'altra.
  • 4. La Quarta; Non si faranno mai Sincope, nelle quali interuenga la Set-
    tima; ma si potranno ben farle, che c'interuenga la Seconda, ò la Quarta.
    page 110
  • 5. La Quinta & vltima. Non si porrà mai nel principale la Decima mino-
    re, dopò la quale seguiti l'Ottaua, ò la Duodecima; Nè la Terza minore
    auanti l'Vnisono; Nè la Quinta, quando le parti procedino con moui-
    menti contrarij: perciò che essendo in tal modo poste, ne viene à seguire il
    Tritono, ouero qualche altro inconueniente tra le parti.
La onde ogni
Duodecima nel principale viene à essere Vnisono nella replica. Et ogni
Quinta torna Ottaua. Oltre à questo, ogni volta, che si vorrà finire que-
sto Contrapunto con la Cadenza, serà necessario, ch'il Principale, ò la
Replica habbia la Cadenza terminata per Quinta, ò per Duodecima. Ilche
auiene ancora nelle Cadenze mezane; Et se bene tra le parti s'vdirà la rela-
tione del Tritono: questo in tal caso non importerà, pure, che il rimanen-
te sia ordinato regolatamente secondo la sopradetta Regola, & nel modo,
che per lo presente essempio si dimostra.




page 111 Dal quale si può facilmente comprendere, che l'ordine delle Consonan-
ze, & delle Dissonanze in questa sorte di Contrapunto è questo, cioè;
che ogni Vnisono è vna Duodecima di sotto; & ogni Terza di sopra, è
vna Decima di sotto; & ogni Quinta di sopra, è vna Ottaua di sotto;
& per lo contrario, ogni Ottaua di sopra, è vna Quinta di sotto; & ogni
Decima di sopra, è vna Terza di sotto; & ogni Duodecima di sopra, è
vna Quinta di sotto. Et le Dissonanze similmente. Ogni Seconda di so-
pra, è vna Vndecima di sotto; & ogni Quarta di sopra, è vna Nona di
sotto. Et ogni Settima di sopra, è vna Sesta di sotto. Et ogni Nona di so-
pra, è vna Quarta di sotto; Et ogni Vndecima di sopra, è vna Seconda
di sotto. Et così per lo contrario volendosi comporre la parte di sotto,
ogni Decima di sotto, serà Terza di sopra; & ogni Ottaua di sotto, se-
rà vna Quarta di sopra; Et ogni Quinta di sotto, serà vna Ottaua di
sopra; Et ogni Terza di sotto sera vna Decima di sopra; Et ogni Vnisono
serà vna Duodecima di sopra. Et così similmente le Dissonanze. Ogni Se-
conda di sotto, è vna Vndecima di sopra; Et ogni Quarta di sotto, è vna
Nona di sopra; Et ogni Settima di sotto, è vna Sesta di sopra; & ogni Sesta
di sotto, è vna Settima di sopra; Et ogni Nona di sotto, è vna Quarta di so-
pra. Questo dunque è il Contrapunto alla Duodecima.

Modo di comporre un Canto, nel quale una parte incominci nel fine,
& l'altra nel principio in un medesimo tempo.
Cap. VII.

SI può fare ancora vn'altra sorte di compositione, la quale si possaD. Nic. Vic.
prat. lib. 4. c.
37.

cantare in vn medesimo tempo da due parti, delle quali vna incomin-
ci dal principio, & l'altra dal fine; la quale volendosi fare, si terrà que-
sto ordine, cioè. Che mai si farà Sincopa cattiua, che in parte nessuna
discordi; Nè anco si farà Nota nessuna cattiua, cioè fuori della Conso-
nanza; Nè si farà Nota alcuna con il Punto: perche all'opposito fareb-
be sincopare tutte le Note, che nel ritorno si ritrouassero. Si compor-
ranno prima dieci, vinti, trenta, ò quanti tempi si vorrà, osseruando
l'ordine sopradetto, & nel mezo di detta Compositione, & sopra quella
meta in tal modo disposta, s'incomincierà à fabricare in modo, che bi-
sognerà, che 'l Compositore s'imagini, che quel principio sia il fine, &
quello comporrà sino al fine di quelle Note, che prima hauerà incomincia-
te nel modo, che si è detto, & in quel mezo s'accommoderà con vna Con-
sonanza di vna Terza, ò con qualche altra Consonanza, & così la Compo-
sitione verrà tutta consonante, & buona, & si potrà finire in qual Nota
si vorrà, & ridurre sopra vna parte sola, come nel sottoscritto essempio
si vede.
page 112
[Music example]
Quando vna parte è arriuata all'vltima Nota, subito ritornerà in dietro
nella penultima, & il simigliante farà quell'altra, che serà arriuata al prin-
cipio, & alla prima Nota, subito ritornerà nella seconda, & così seguirà
insino al fine, & in questo modo tutte le quattro sopradette parti accor-
deranno benissimo.

Modo di fare una Compositione, che si possa cantare à uoce piena,
& à uoce mutata. Cap. VIII.

SI potrà fare ancora vn'altra sorte di Compositione, che quando ci se-
ranno le Voci puerili si potrà cantare, & quando non ci seranno, si
potra medesimamente cantare à Voci pari, facendo, che la parte del
Soprano si canti vna Ottaua di sotto, che diuenterà Tenore, & l'Alto se-
rà come vn Canto à Voci pari. Nella quale s'auertirà, che tutte le Con-
sonanze delle Quinte, che seranno nel Soprano, quando seranno abbassa-
te per vna Ottaua, diuenteranno Quarte, & tutte le Terze maggiori di-
uenteranno Seste minori, & per lo contrario tutte le Terze minori diuen-
teranno Seste maggiori. In oltre, quando occorrerà fare vn Duo con la
parte mutabile, non si farà mai la Quinta: perche abbassata, per vna Ot-
taua, diuenterà vna Quarta, come di sopra; Et la Duodecima nella par-
te mutabile diuenterà vna Quinta. Nè si procederà mai in questa sorte di
Contrapunti, di Quarta in Quinta, perche non staranno molto bene. Et
quando la parte del Basso, & dell'Alto faranno le Cadenze per Sesta, & per
Ottaua: & che la parte del Soprano farà la Decima, quella verrà di sot-
to vna Terza, che serà con la parte dell'Alto Quarta falsa, ouero Tri-
tono. Ma acciò questo modo di comporre sia più facile à intendersi, si po-
tra dall'infrascritto essempio acquistare benissimo la prattica di compor-
re questa sorte di Canti, i quali seranno molto commodi, & massima-
mente, quando seranno insieme alcuni Cantori, tra i quali non ci serà per
sorte la voce puerile, che possa cantare la parte del Soprano.
page 113

Essempio della Compositione à Quattro Voci, nella quale il Soprano
è mutabile per vna Ottaua di sotto.

Modo di fare una Compositione à Voci pari, la quale si possa
cantare ancora à Voci puerili. Cap. IX.

HOra, che si è detto il modo, che s'ha da tenere volendosi fare vna com-
positione à Voci puerili, che si possa cantare ancora à Voci pari; è
cosa ragioneuole, che ancora per lo contrario si dica il modo, che si
ha da tenere volendosene fare vn'altra à Voci pari, la quale si possa canta-
re ancora à Voci puerili; nella quale si terra quest'ordine, cioè. Che volen-
dosi fare di questa sorte Canti, si faranno due Tenori, & quello, che deurà
essere mutabile, si farà, che habbia del procedere del Soprano, & non va-
da mai sotto il Basso vna Quinta: perche, come si è detto, la Quinta di sot-
to, è vna Quarta di sopra, la onde discorderebbe. Et se 'l Tenore serà sot-
to 'l Basso vna Terza, & poi si canti all'Ottaua di sopra, quella Terza diuen-
terà vna Sesta; & ogni Ottaua posta sopra 'l Tenore mutabile, diuenterà
page 114 Vnisono, & l'Vnisono nella parte, che si haurà à mutare, diuenterà vna
Ottaua; similmente ogni Terza minore sotto il Basso diuentera Sesta mag-
giore; & così per lo contrario ogni Terza maggiore sotto il Basso diuente-
rà vna Sesta minore di sopra. Et così ancora, quando la parte del Tenore
serà vna Sesta minore sotto 'l Basso, diuenterà Terza maggiore essendo al-
zata per vna Ottaua; & in questo modo si potrà cantare à Voci pueri-
li ancora.

Modo di comporre sopra il Canto fermo. Cap. X.

Franch prat.
lib. 3. cap. 10.
VArij, & diuersi sono ancora i modi di comporre sopra il Canto fer-
mo. Sono alcuni, che volendo fare il Contrapunto sopra il Canto
fermo, fanno la fuga medesima, che fa la parte del Canto fermo; il
qual modo oltre al non essere molto moderno, essendo i principij de i Can-
ti ecclesiastici tanto communi, & pratticati, per lo che poche, o nessuna fu-
ga si può fare, che non sia communissima, & piu di mille volte vdita; A ta-
le, che essendo la fuga tanto piu bella, quanto è meno frequentata, & da
certo vso commune piu lontana, serà l'vso moderno assai più bello. Però
quando si vorrà comporre sopra qualche soggetto di Canto fermo, come
è, sopra vno Introito, ò sopra qualche Antifona, ò simili sorte di Canti-
lene; si piglierà vn punto sopra tal soggetto, & si farà, che le parti vadino
imitando quel punto per fuga all'insù, ò all'ingiù, di maniera che le parti
faccino la fuga con l'altre parti, & non con il Canto fermo, come hanno
fatto ne i loro non meno vaghi, che dotti Contrapunti sopra gli Introiti il
Reu. P. Maestro Costanzo Porta, & molti altri Eccellenti Musici, si come
meglio ciascuno essaminandoli da per se stesso può vedere. Ne gli Hinni,
ne i quali è grandemente necessaria la imitatione del Canto fermo, non so-
lo non serà biasimeuole l'incominciare per la fuga medesima del Canto fer-
mo, ma serà anco molto lodeuole, & necessario: conciosia che tanto sia
più bello l'Hinno, quanto che egli imita meglio il Canto fermo: ma ne gli
altri Canti fermi si terrà l'ordine sopradetto moderno, elegante, & bello;
secondo 'l quale si fara, che quando vna parte entrerà dopò l'altra, essendo
possibile, faccia il medesimo passaggio della parte antecedente; & così tut-
te le parti vna dopo l'altra fugando sempre ò sotto, o sopra il Canto fer-
mo. Et quando alle volte le Note, secondo l'occasione, vadino insieme,
non fara cattiuo sentire. Et quante più Consonanze si daranno sopra vna
Nota del Canto fermo, tanto più seranno grate all'vdito, & al manco se le
ne daranno due. Et volendosi sopra vn Canto fermo fare qualche Mottet-
to, s'hauerà grande auertenza, che sopra tutto si osserui il Modo, cioè il
Tuono; & che la parte graue non proceda per suoni, ò chorde, che possi-
no caare di Tuono esso Canto fermo. Et in particolare si vserà diligen-
za di fare le Cadenze di quel Tuono, di che serà il Canto fermo. La parte
page 115 del Canto fermo si potrà fare dire non solo al Basso, ò al Tenore, ma anco,
per variare, si potrà fare replicare à vn'altra parte, come si è alla Quinta
parte, ò al Contralto, la qual parte potrà ò alla Quinta, ò alla Quarta re-
plicare il medesimo Canto fermo con la medesima osseruanza del Tuono
nella parte principale del Soggetto, sopra 'l quale si fabricarà la Composi-
tione, la quale varietà serà molto grata, & diletteuole all'vdito.

Modo di fare il Contrapunto alla mente sopra 'l Canto fermo.
Cap. XI.

QVando si vorrà fare il Contrapunto alla mente sopra il Canto fer-
mo, come si costuma nelle Capelle: bisognera hauere grande auer-
tenza, che tutte le parti tenghino i loro termini, & che i Soprani
faccino i loro passaggi, & così la parte dell'Alto, & il Tenore sopra 'l Basso,
che farà 'l Canto fermo, & che ciascuna parte osserui i suoi termini circa
l'altezza, & bassezza; Et se 'l Contrapunto si farà à due, non passerà dodi-
ci voci ò di sotto, ò di sopra: perche la lontananza, come si disse di sopra,
nel Duo particolarmente, non è punto grata. Ne gli altri ancora di più
Voci, si osseruerà circa la estremità delle parti, quanto di sopra è stato det-
to; Et sopra tutto s'auertira, che si faccino le Cadenze secondo che 'l Tuo-
no, di che serà 'l Canto fermo ricerca. Oltre di questo si daranno sopra
vna Nota più Consonanze, che si può: ma non già come fanno alcuni, che
pigliano vna ostinatione di far sempre vn passaggio, la quale volendo diFranch. prat:
lib. 3. c. 15.

continuo sostentare, vsano tanta la velocità nel Cantare, che la maggior
parte, che si ode, sono Semichrome; & questa loro prattica, come bene di-
cono alcuni Eccellenti Musici, nel Choro non è buona, & da camera, non
vale niente. Non si faranno adunque di questa sorte Contrapunti rinfor-
zati; Nè manco si farà, come costumano alcuni altri, che come trouano
nel Canto fermo vna ascendenza, ò discendenza di quattro, ò cinque No-
te, tanto all'insù, quanto che all'ingiù fuggano per Sesta, & per Quinta,
il che non fa grato vdire: conciosia che in questo modo di procedere non si
senta varietà alcuna. Sono alcuni altri ancora, che vsano le loro fughe,
che saltano di Quarta all'insù, & di Terza all'in giù continuamente con
questi due salti seguendo per molte Note ascendenti d'Ottaua in Quinta,
& di Quinta in Ottaua, senza variare alcuna Consonanza; & così anco di
Quinta in Terza, & di Quinta in Sesta; il qual modo se bene non è molto
moderno, nientedimeno è manco male. Alcuni altri ancora fanno can-
tare il Contrapunto à tre Voci sopra il Canto fermo il Soprano sempre in
Decima, osseruando, che quello, che fa la parte di mezo non faccia mai
due Consonanze imperfette; Et se tal parte farà due Seste con la parte del
Basso, il Soprano farà due Quinte; Et se la detta parte farà col Basso due
Terze, farà col Soprano due Ottaue; Et se bene ad alcuno questo modo di
page 116 cantare non paresse molto diletteuole all'orecchie per le tante Decime,
che si sentono, è nondimeno manco male, che non sono gli altri sopra no-
minati. Ma il vero Contrapunto sopra il Canto fermo si è, quando pri-
ma si fa scritto: perche in quello, che si fa alla mente, è quasi impossibile,
che non si faccino infiniti errori. Questo per hora basterà circa il Contra-
punto alla mente sopra il Canto fermo. Resta hora, che per maggior fa-
cilità si vegga il modo, che s'ha da tenere nel fare varie fughe sopra il Canto
fermo, il che serà inuero molto vtile.

Modo di fare le Fughe sopra il Canto fermo. Cap. XII.

ET perche il Canto fermo si può fugare in tanti modi, che quasi sareb-
be impossibile raccontarne pure vna minima parte: si fara mentione
solamente di alcune fughe, che seranno più facili all'acquistare la prat-
tica di questa sorte Contrapunto, & ritrouarne dell'altre. Onde, perche
il Canto fermo procede sempre ò con mouimenti congiunti, ouero con
separati: si dirà primamente d'alcune fughe, che si possono fare sopra il
Canto fermo in variati modi, quando procede con mouimenti congiun-
ti. Secondariamente, perche, quando procede con mouimenti separa-
ti, i detti mouimenti sono ò per Terza, ò per Quarta, ouero per Quinta:
però si ragionerà secondariamente di quelli, che procedono per mouimen-
to di Terza; dipoi si vedrà come si possino fare le fughe, quando il detto
Canto fermo procederà per mouimento separato di Quarta; Et finalmen-
te si mostreranno breuissimamente, come si possa fugare la parte del Can-
to fermo, quando procedera per mouimento separato di Quinta. Quan-
do dunque il Canto fermo procederà gradatamente per mouimenti con-
giunti, si potrà fugare in due modi, cioè nello acuto, & nel graue. Volen-
dosi fugare nello acuto, si potrà fugare in vna Quinta di sopra, facendo,
che la parte, che farà la fuga, vada per meza Battuta innanti, incomin-
ciando con vna figura di Minima, seguendo la fuga nell'altre Note con le
medesime del soggetto, andando sempre innanti vna meza Battuta nello
ascendere, & nel discendere, vna meza Battuta in dietro; come nel pre-
sente essempio.


page 117 Ma quando si vorrà fugare la parte del Canto fermo sotto nel graue, si
terrà contrario ordine à questo di sopra; & doue la parte acuta salendo
andaua innanti vna meza Battuta, & discendendo veniua dopò, simil-
mente per spacio d'vna meza Battuta; Questa graue per lo contrario nel
salire sempre rimanerà indietro vna meza Battuta, & nel discendere pre-
uenirà la parte del Canto fermo vna meza Battuta, come in questo es-
sempio.
Si potrà ancora, mentre due parti faranno la fuga, fare, che vna parte di-
stesa nello acuto faccia l'imitatione per Decime, tanto all'in sù, quanto
all'in giù; come in questo essempio.
Et se alcuno, mentre il Canto fermo ascenderà per questi mouimenti con-
giunti andrà cantando sempre di Terza in Sesta, cioè dando ad ogni figura
del Canto fermo due Note, vna, cioè, che sia Terza, & l'altra Sesta: potrà
vn'altra parte, spettando vna Pausa di Minima, fare la medesima fuga al-
l'Vnisono con la detta Parte antecedente, come in questo essempio.
page 118 Ancora se 'l Canto fermo ascenderà per mouimenti Congiunti, come di so-
pra, & vna parte procederà d'Ottaua in Sesta, potra vn'altra fare la fuga
seco all'Vnisono spettando vna Pausa di Minima, come di sopra; Et di-
scendendo il Canto fermo per li medesimi mouimenti congiunti, & can-
tando vna parte d'Ottaua in Quinta, potrà vn'altra fugare con essa all'V-
nisono, spettando medesimamente vna Pausa di Minima, come di sopra, &
nel sottoposto essempio si dimostra.
Le quali Fughe non sono però molto grate all'vdito, & massimamente non
essendo il Contrapunto cantato se non dalle due sopradette parti: concio-
sia che tanto all'insù, quanto all'ingiù, non si senta altra relatione, che
di Ottaue, le quali tanto più si vdirebbono, quando, che si volessero so-
page 119 nare sopra l'Istrumento. Molte altre simili se ne possono fare, le quali per-
che in effetto non rendono alcuna varietà d'Harmonia, si passeranno con
silentio, & solo si farà mentione delle più harmoniose.
Quando la parte del Canto fermo ascenderà per mouimenti congiunti,
potrà vn'altra parte discendere per i medesimi mouimenti incomincian-
do dall'Vnisono, & venendo fino all'Ottaua di sotto; & così per lo con-
trario, quando la parte del Canto fermo discendera per li medesimi moui-
menti congiunti, potrà all'incontro mouendosi per Vnisono, ascendere
con il medesimo mouimento fino all'Ottaua; come meglio in questi pre-
senti essempi si dimostra.




Sarà ancora lecito il pigliare alle volte vn passaggio, & quello replicare vna,M Gios. Zarl.
Istitu. harm.
lib. 3. c. 55. &
Vinc. Lusit.
lib. 1. della sua
Introdut. in
fin.

ò due volte, & subito fare qualche bella tirata, o veramente vn passo largo
ascendente, ò discendente, secondo, che tornerà più commodo, procu-
rando, che 'l Contrapunto habbia più bell'aria, che sia possibile.
Et se la parte del Basso farà il Contrapunto, si auertirà di fare le Cadenze
del Tuono, come di sopra si è detto, & potrà procedere per quelle specie,
che vorrà: & massimamente per Terze, per Quinte, & per Ottaue; & si fa-
rà, che non proceda per Note molto diminuite, ma graui; si come gia par-
landosi della parte del Basso, è stato detto. Et volendosi fare, che sopra di
essa canti vn'altra parte per Decime, si guarderà di non fare mai due Terze,
nè due Seste in Alto, nè in Basso, nè manco fare alcuna Quinta in Alto.
page 120 Et quando la parte graue farà Sesta in Basso, ò Vnisono, ò serà sopra 'l
Canto fermo, potrà il Tenore fare alcuna Quinta, ma seranno molto ra-
re. Et se occorrirà, che la parte del Soprano faccia il Contrapunto con
l'Alto, ò co 'l Tenore, vno de i quali habbia il Canto fermo, il detto Sopra-
no potrà fare le Cadenze all'Vnisono col Canto fermo per non andare
troppo alto, tenendo nel resto il medesimo ordine del Tenore, quando fa
il Contrapunto sopra il Basso. Et se 'l Soprano farà Concerto col Basso,
procederà per Ottaue, per Decime, & per l'altre specie secondo i suoi ter-
mini, hauendo grande auertenza di fare le Cadenze, come di sopra.

Modo di fugare, quando la parte del Canto fermo farà il mouimento
separato di Terza. Cap. XIII.

QVando la parte del Canto fermo farà il mouimento separato di Ter-
za, si potrà fugare in due modi, cioè nello acuto, & nel graue. Quan-
do si vorrà fugare nello acuto, mentre la parte del Canto fermo ascen
de per Terza, si farà, che la parte, la quale vorrà fare la fuga, spettando vna
Pausa di Minima, proceda sempre in fuga alla Quinta con le medesime fi-
gure, come in questo essempio.
Per lo contrario poi volendosi fugare nella parte graue, si farà, che la par-
te graue, che vorrà fare la fuga, incominci per vna Minima, procedendo
sempre per le medesime figure vna meza battuta innanti, come in questo
essempio si dimostra.
page 121 Ma discendendo con i medesimi mouimenti separati di Terza, si terrà l'or-
dine tutto contrario a questo di sopra, cioè, che doue la parte acuta pre-
cederà sempre vna meza Battuta innanti nel discendere, & la graue stando
vna meza Battuta in dietro, verrà fugando per le medesime Note in que-
sto modo.




Sopra le quali figure si possono tra le parti fare molte fughe, le quali, oltre
che da altri sono state messe tutte insieme: ancora, perche non serà molto
difficile à chi hauerà molto bene capito le cose sopra dette il ritrouare quel
le, & dell'altre: però attendendo alla breuità si come è nostra principale in-
tentione, si lascieranno da parte.

Modo di fugare, quando la parte del Canto fermo ascende, ò discende
per mouimento separato di Quarta. Cap. XIIII.

QVando dunque la parte del Canto fermo ascende, ò discende per mo
uimento separato di Quarta, potrà medesimamente fugarsi nello
acuto, & nel graue come l'altro di sopra. Però quando il Canto
fermo ascenderà, ò discenderà con simili mouimenti di Quarta, & si vorrà
fare, che vna parte faccia la fuga nello acuto; Al salire la parte, che farà la
fuga alla Quinta di sopra, incomincierà per vna figura di Minima seguen-
do tutta la fuga con le medesime figure, eccetto la prima, insino all'vltima.
Et quando la parte del Canto fermo discenderà per simili mouimenti: al-
lora la parte acuta aspettando vna Pausa di Minima potrà fugare per le me
desime figure vna Quinta di sopra insino al fine, come in questo essempio.
page 122 Quando poi si vorrà fugare la parte del Canto fermo, che proceda in que-
sto modo con vna parte di sotto nel graue, tal parte fara tutto l'opposito
di quello, c'ha fatto la parte acuta: perciò che si come quella nel salire
sempre è andata innanti vna meza Battuta, & nel discendere è sempre ri-
masa in dietro per lo spatio di meza Battuta, così questa per lo contrario
nel salire farà la fuga vna Quinta di sotto restando indietro per vna meza
Battuta, & nel discendere, sempre anderà innanti medesimamente per me-
za Battuta, come in questo essempio.
In questi sopradetti due modi dunque potrà essere fugato il Canto fermo
quando ascenderà, ò discendera con mouimento separato di Quarta.

Modo di fugare quando la parte del Canto fermo procederà con mouimento
separato di Quinta. Cap. XV.

QVando la parte del Canto fermo procederà con mouimento separa-
to di Quinta, si potrà fugare quella ancora nel medesimo modo, che
l'altre di sopra. Ma tal fuga, ò sia fatta alla Quinta, ò all'Otta-
ua di sopra, ouero alla Quinta di sotto nel graue, rispetto à gli Vnisoni &
alle Ottaue, che in essa verranno in ogni Nota ripercossi, sera, à mio giu-
dicio, molto priua d'Harmonia, & conseguentemente pochissimo grata
alle orecchie, alle quali diletta pure assai la varietà delle Consonanze. Si
potrà dunque fugare con altre parti nell'acuto, & nel graue, come gli altri
di sopra; pero in che modo si possa fugare da due parti acute, l'vna delle qua
li faccia la fuga alla Quinta, & l'altra all'Ottaua di sopra, & come anco si
possa fugare da vna parte sotto nel graue, senza perderci molto tempo, po-
trà ciascuno da se stesso facilmente saperlo co'l mezo de gl'infrascritti essempi
page 123 Hora, come l'altre parti possino fugare insieme sopra le dette figure: per-
che copiosamente ne tratta il Lusitano nel suo Trattato di Musica, & nel-
le regole generali, c'ha fatto per far fughe sopra 'l Canto fermo; potra cia-
scuno da se stesso col mezo di tali regole venire in cognitione d'infinite altre
fughe, che sopra le dette figure, & generalmente sopra il Canto fermo si
possono fare; però questo basterà intorno à tale materia.

Della Battuta. Cap. XVI.

SI disse di sopra, ragionandosi del Contrapunto alla Duodecima, cheM. Gios. Zarl.
Istitu. harm.
lib. 3. c. 48.

non si facessero Sincope, nelle quali interuenga la Settima. La onde pa-
reua cosa conueniente, che prima si deuesse vedere quello che sia Sinco-
pa; ilche non si è fatto per non interrompere il principale ragionamento,
il quale è del Contrapunto; Et se bene la Sincopa è appartenente al Con-
trapunto; tuttauia hauendo hauuto commodità prima di ragionare del-
la Battuta, come in vero era necessario, innanti che si parlasse della Sinco-
pa: bisognaua, per non interrompere il ragionamento di tale materia, ri-
serbare alcune cose appartenenti à esso, fino a hora; & della Sincopa in par-
ticolare, la quale non si potendo conoscere senza hauere cognitione del-
la Battuta, è necessario, prima che si proceda più oltre, che si ragioni di
essa Battuta: acciò non si proceda per termini non conosciuti, i quali non
possono apportare scienza alcuna. E la Battuta quel segno, che
si fa con la mano, il quale dimostra il modo, c'hanno da tenere quelli che
cantano, nel proferire la Voce con misura di tempo veloce, ò tardo, secon-
do che con le figure cantabili si dimostra. Et questo segno dimandano i
Musici tempo sonoro, & da Agostino Dottore di Santa Chiesa è dimandaS. Agost. nel
libro 2. della
Musi. c. 10.

to plauso, a plaudo, ch'altro non significa, che battimento delle mani; Et
è composto di due mouimenti, l'vno de i quali si fa col discendere, & l'al-
tro con l'ascendere, cioè con la positione, & leuatione; & perche le figure
cantabili alcuna volta vanno nella Battuta pari, & alcun'altra impari;
Quando sono di quelle, delle quali và vna per Battuta, la metà si mette nel-
la prima parte, cioè, nella Positione, & l'altra metà nella seconda parte,
cioè nella leuatione. Quando poi nella Battuta anderanno figure impa-
ri, come nella Proportione tripla, nella sesquialtera, & nel numero Emio-
lio, si come meglio si dira quando si ragionerà della Emiolia; se n'anderan-
no tre nella Battuta, due si metteranno nella positione, & vna nella leua-
tione; & se n'andranno cinque per Battuta, tre si metteranno nella posi-
tione, & due nella leuatione; Et se n'andranno sette per Battuta, quattro se
ne metteranno nella Positione, & tre nella leuatione; Et se n'andranno no-
ue per Battuta, cinque se ne metteranno nella prima parte, cioè nella Posi-
tione, & quattro nella seconda, cioè nella leuatione. Questo per hora baste-
rà sapere circa la Battuta. Resta hora, che breuemente si vegga.
page 124

Che cosa sia Sincopa, & in che modo si faccia nelle Compositioni.
Cap. XVII.

Franch. prat.
lib. 2. c. 15.
M. Gios. Zarl.
Istit. har. lib.
3 c 49.
Piet. Aron.
Tosc libr. 1.
c. 37.
Nicol. Burt.
Parm. libr. 3.
cap 9.
Fiorangelico
lib. 2. cap. 13.
DIce il. R. M. Franchino, che la Sincopa nel Canto figurato, è vna ri-
duttione, ò trasportatione d'alcuna figura, ò Nota minore oltre
vna, ò più maggiori alla sua simili, oue si possa conuenientemente,
per finire il numero della figura del suo tempo. Si troua la Sincopa nelle
Cantilene, tutte le volte, che si cantano molte Note fuori della loro misu-
ra, tanto nella ternaria, quanto nella Binaria numerosità. Nel fare la Sin-
copa s'auertirà, che le parti non si mouino insieme, & che nel procedere
di più d'vna Nota, ò due insieme sincopando, non si faccino sincopare tut-
te le parti: perche non parrebbe altrimente Sincopa. Si farà la Sincopa
d'vna Nota, che le vadi innanti, la quale sia di valore della metà della figu-
ra sincopata, ouero quando se le pone innanti due, ò più figure, che sia-
no equiualenti à tale metà, ouero dalle Pause, che se le pongono auanti,
le quali sono di valore della meza parte delle Note sincopate, come in que-
sto essempio.
La Breue non solo è stata sincopata dall'Eccellentissimo Iusquino, & da al-
tri Eccellentissimi Musici con Pausa, ò Figura di Semibreue, ma di Mini-
ma ancora. Circa le Pause Poi; se bene Agricola in quella Magnificat del
primo Modo, nel verso Sicut erat, del quale fa mentione l'Eccellentissimo
Signor Zarlino, sincopò la Pausa di Longa con vna Pausa di Semibreue:
non serà però lecito il sincopare le Pause poste sotto qual si voglia segno di
tempo perfetto, ò imperfetto, come in questo essempio.
Molte altre cose si potrebbono dire della Sincopa, le quali si lasciano, pa-
rendo, che queste siano à bastanza, & massimamente per l'intelligenza del-
la sopradetta Regola del Contrapunto alla Duodecima, & delle Fughe so-
pra 'l Canto fermo, per rispetto delle quali si è fatta hora questa digressio-
ne; Hora, auanti che si proceda più oltre, sarà bene il dire ancora qualche
cosa intorno alle Pause: acciò non si lasci indietro cosa alcuna senza farne
qualche mentione.
page 125

Delle Pause. Cap. XVIII.

LA Pausa, secondo il sopradetto M. Franchino, non è altro, che vnoFranch. prat.
lib. 2 cap. 6.
Nicol. Burt.
Parm. libr. 3.
cap. 6. &
M. Gios. Zarl.
lib. 3. Istitut.
harm. c. 50. &
c. 44.

segno d'vno arteficioso intralasciamento di voce, la quale da i Musici
è stata instituita nelle Cantilene, non tanto per ornamento, quanto
per vna opportuna quiete, & recreatione della voce: però che, si come vn'-
Oratore con il riposarsi alcuna volta rende l'infastidito Vditore più grato,
& più attento; così il Cantore mescolando con le voci della Cantilena al-
cune Pause, rende gli Vditori più attenti. Et si come è cosa vitiosa, che
vno parli sempre senza mai posarsi, & alle orecchie de gli Ascoltanti appor-
ta grandissinno fastidio; così auerrebbe tutte le volte, che vn Musico faces-
se vna Compositione senza riposo alcuno delle parti; per lo che seria forza-
to il Cantante, dopò l'hauere alquanto cantato, fermarsi, & pigliar fiato.
Et però dice il medesimo M. Franchino la Pausa essere vno tralasciamentolib. prat. 2. c. 6.
artificioso. Et se bene le Pause rappresentano il valore delle figure cantabi-
li: non però se le dette figure sono otto, le Pause sono più di sei specie, cioè di
Lunga, di Breue, di Semibreue, di Minima, di Semiminima, & di Chroma,
però che tutte le volte, che si vuole figurare la Massima, si pone quella dellaPerche la mas
sima non hab-
bia la sua pau
sa vedi Pietro
Aron fior. nel
suo lucidario
lib. 3. c. 13. &
M. Gios. Zarl.
Istit har. libr.
3. cap. 50. &
Fiorangelico
lib. 2. cap. 9.

Lunga radoppiata; & per essere la Semichroma di minimo valore, non s'v-
sa; & tutte queste sei si figurano nell'infrascritto modo.
[Music example]
S'auertirà sopra tutto, che nel porre delle Pause, li membri della oratione
siano diuisi, & la sentenza delle parole si oda interamente, se già per imita-
tione delle parole alcuna volta non si diuidessero; come si è, quando le pa-
role dicessero sospiri, sospira, ò sospirando, ò simili, come ha fatto l'Eccel-
lentissimo Gioan Pierluigi Palestina nel Madr. à Quattro Voci del suo Pri-
mo Libro, quale incomincia. Queste saranno ben lagrime, nella parola
sospiri, la quale egli diuide facendo, che tutte le parti dicano sospi, ri. Ma
in altro modo non sarà mai lecito diuidere la parola; Et si come si è detto
di sopra, quando si ragionò della Sineopa, che non era lecito sincopare le
Pause: così, nè anco serà lecito notarle inconfuse, come fanno alle volteD. Nic. Vicent.
lib. 4. c. 7.

alcuni ponendole in questo modo.
[Music example]
Et finalmente, se bene la Pausa, come habbiamo detto, rappresenta la Nota,Nicol. Burt.
Parm. libr. 3.
cap. 31.
Pietro Aron
Istit. har. libr.
2 c. 31.

che può esser perfetta, & imperfetta, & alterata: nientedimeno secondo alcuni,
page 126 Nota, che
Franch. nella
prat lib. 4 c 5
pare, che ten-
ga il contrario
doue dice
Consideran-
dum esse pro
portionum di-
minutiones,
quibus & No
tulae subiacent,
& Pausam.
Fiorangel. li.
1. c. 58.
March. Pad.
nel Tratta. 13
cap. 13. &
Franch prat.
lib. 1. c. 8.
mai può farsi perfetta, ò imperfetta, nè meno può patire alteratione al-
cuna. Delle Pause poi, che gli Ecclesiastici chiamano Neume, le quali pon-
gono non per ornamento, ma per necessità: conciosia che sarebbe impos-
sibile, che dal Cantante si potesse venire al fine di cotali Canti senza mai
prendere riposo alcuno, non si parlerà: atteso che il ragionamento nostro
non è della Musica Piana, ma della figurata, & particolarmente del Con-
trapunto: ancora che e cosa notissima, che nella Musica, della quale hora
si tratta, non si vsano di questa sorte Pause, che abbracciano tutte le righe,
& tutti gli spatij nelle Cantilene ad altro effetto, che per dare loro il fine, &
il compimento. La onde dice Isidoro. La Neuma essere vna congiuntio-
ne di Note in qual si voglia Modo, che forma il Canto, lo distingue, lo co-
pula, & lo conclude.

Delle legature delle Note. Cap. XIX.

A Quelli, che hauranno letto il nostro breue discorso, & molto bene
capito tutte le cose, delle quali succintamente in esso si è parlato, se-
rà molto vtile, anzi necessaria la cognitione delle legature delle No-
te; le quali breuemente trascorrendo, è da sapere, che la legatura, come
dice il sopradetto M. Franchino, è vna ordinata congiuntione di semplici
Nota, che
quattro sono
le figure lega
bili.
figure di corpo quadrato, ouero obliquo, la quale nella Musica, secondo
la opinione di Gregorio , per tre cause è stata ritrouata, cioè per la
sottigliezza, per ornamento del Canto, & per applicare le figure, ò Note
M. Gios. Zarl.
Istit har libr.
4. c. 34. dice.
La Massima
esser figura
passibile, &
sottoposta al-
la diminutio
ne del suo va
lore; Ancora
che M. Franch.
nel lib. 2. del-
la prat c. 5. &
Giou. Ottob.
Carmel. & il
Fiorang. lib.
2. c. 14. tengo-
no il contra-
rio; Ma l'ope-
nione di M.
Gios. Zarl. pa
re megliore,
& più vera.
cantabili alle sillabe della oratione. Et se bene nel Canto figurato sono ot-
to figure, come di sopra: nientedimeno quattro solamente ne sono legabi-
li, le quali sono queste, cioè la Massima, la Longa, la Breue, & la Semibreue.
La Massima, ancora che alcuni dicano il contrario, ò sia legata, ò sciolta,
sempre è del medesimo valore; Et la Lunga ancora, mai perde il suo valore,
ch'ella ha fuori della legatura. Et ciascuna di queste Note, che si possono
legare, si pone nella Legatura in tre modi, cioè nel principio, & questa è det-
ta principale, ouero inditiale; nel mezo, & questa si dimanda media; & nel
fine, & questa si chiama finale. Sono le Legature di due sorti, cioè vna ascen-
dente, & l'altra discendente. La legatura ascendente è quella, quando la se-
conda figura è più alta della prima; & la discendente, per lo contrario, è
quella, nella quale la seconda figura è più bassa della prima, come in questo
essempio si dimostra.
[Music example]

Et si come la legatura si pone in tre
modi, cioè nel principio, nel mezo, &
nel fine, così dal principio, dal mezo,
& dal fine si conoscera il valore di ciascuna figura legata. Però ogni legatu-
ra, così ascendente come discendente, di quadrato, ouero di obliquo cor-
po, che ha la virgola di sopra nella sinistra parte, sempre la prima & la secon-
page 127 da Nota saranno Semibreui; come in questo
presente essempio si vede.
[Music example]

Nel quale si come le due prime ascendenti, &
discendenti tanto quadrate quanto l'oblique
non possono essere altro, che Semibreui, così nè anco la terza di corpo
quadrato non può essere altro, che lunga; onde
[Music example]

il verso. Vltima dependens quadrata, sit tibi
longa.
Quando poi la prima Nota, tanto quadro,
quanto obliqua sarà virgolata dal sinistro lato &
tal virgola sia pendente all'in giù, allora la prima,
& la seconda saranno breui; si come in questo presente essempio si vede.
Ma quando la virgola penderà nella parte destra
[Music example]

tanto all'in giù, quanto all'in sù, tal Nota sarà
lunga come in questo essempio.
Et quando la legatura sarà ascendente di quadra-
to, ouero di obliquo corpo, & la prima
[Music example]

Nota sarà senza virgola, come in questo
essempio: sempre saranno di valore d'v-
na breue.
Ma quando la prima Nota sarà senza la virgola
[Music example]

posta in legatura, come in questo essempio sem-
pre la vltima Nota sarà lunga.
Circa alle Note media, ouero mezana; Quan-
do tali mezane saranno quadrate, ouero oblique, & senza la virgola nella
sinistra parte, tutte saranno Breui.
Quanto poi all'vltime, s'ha da sapere, che l'vltima Nota ascendente posta
in legatura, è constituita dalla sua precedente Breue, come nel presente
essempio, eccettuando pe
[Music example]

rò la legatura delle due Se
mibreui.
L'vltima Quadrata pen-
dente figura del sottopo-
sto essempio, è constituita longa dalla
[Music example]
M. Franch.
prat. libro 2.
cap.1[gap — ] &
Nicol. Burt.
Parm. libr. 3.
cap. 4.
M. Gios. Zarl.
Istit har. libr.
3 c 68. & 69.
Franch prat.
& Giou. Spat.
Bologn. c 12.

sua precedente, & come longa nella
Cantilena deue essere pronunciata.
Et questo basterà per hora circa le legature, esssendo che a tempi nostri non
sono molto in vso.

Della perfettione, & imperfettione delle Note. Cap.. XX.

ESsendosi ragionato delle legature, non è da passare con silentio la ma-
teria della perfettione, & imperfettione delle figure cantabili. Però le
medesime Note, che sono legabili, cioè la Massima, la Lunga, la Breue,
page 128 Perche al nu-
mero terna-
rio sia attri-
buita la per-
fettione, vedi
Gio. Spat. Bo-
lognese nel
suo Tratt. nel
c. 19. & quel-
lo che sia Im pfettione ve-
di Gio. Tin-
toris nel suo
Diffinitorio.
c. 9. & Franch.
prat. libro 2.
c. 6. & 8.
Istit. har. libr.
3. c. 69.
Prat. libro 2.
c. 11.
& la Semibreue possono essere perfette, & imperfette. Perfette s'intendo-
no, quando sono constituite nel numero ternario, come più à pieno s'in-
tenderà, quando si ragionerà del Modo, del Tempo, & della Prolatione.
Adunque ogni figura perfetta può essere imperfetta o dalla parte propin-
qua, o dalla remota, ouero dalla più remota. Però quando la Massima è
fatta imperfetta da vna Lunga, allhora si dice essere fatta imperfetta per la
ragione del tutto. Et quando è fatta imperfetta da vna Breue, si dice esser
fatta da vna parte remota. Ma quando è poi fatta Imperfetta da vna Se-
mibreue, si dice esser fatta imperfetta da vna parte più remota. Il simile
s'intende delle Lunghe rispetto delle Breui; & delle Breui rispetto delle Se-
mibreui; & delle Semibreui, rispetto delle Minime, & delle Semiminime.
La Lunga allhora si dice essere perfetta, quando vale tre Breui; & la Breue
si dice esser perfetta, quando vale tre Semibreui; Et così la Semibreue quan-
do vale tre Minime, & il medesimo s'intende di tutte l'altre figure seguenti.
Nessuna Nota si può imperficere se non contiene in se il valore di tre Note:
& però dicono i Prattici, che l'Imperfettione è vna certa diminutione del-
la terza parte del valore della Nota. Et se bene le Pause, come è stato det-
to di sopra, non sono sottoposte all'Imperfettione per essere, come dice
l'Eccellentissimo Signor Zarlino, agenti, & non patienti: tre cose nondi-
Pietro Aron.
Istit. har. libr.
2. c 10. 11. 12.
& 13. & nel
Toscan. lib 1.
c 6 7. 8 & 9. &
M Gios. Zarl.
Istit. har. libr.
3. cap. 67. &
Giou. Ottob.
Carmel. nel
tratt. de Pro-
port.
meno hanno forza, come dice M. Franchino, di fare vna Nota Imperfet-
tibile Imperfetta, cioè, le Pause, i Punti, & il Colore, ouero pienezza del-
le Note. Resta hora, che breuemente si discorra sopra il Modo, Tempo, &
Prolatione, de i quali di sopra habbiamo fatto mentione.

Del Modo, del Tempo, della Prolatione, & del loro segni.
Cap. XXI.

LA Massima, ouero la Lunga significano il Modo, cioè; quando la
Massima vale tre Lunghe, o la Lunga tre Breui, si dice esser del Mo-
Del Modo ve
di Franc. prat.
lib. 2. cap. 7. &
Del Tempo
lib. 2. cap. 8. &
Della Prolat.
lib. 2. c. 9.
Gio Spat. Bo-
log. c. 11.
Franch. Prat.
libro 2.
De Modo c 7
De Tempore
cap. 8 &
De Prolatio-
ne cap. 9.
do perfetto della Massima, ouero della Lunga. Et quando la Massi-
ma vale due Lunghe si dice essere del Modo imperfetto delle Massime. Et
così similmente quando la Lunga vale due Breui, si dice essere del Tempo
imperfetto delle Lunghe. La Breue significa il Tempo, & quando vale tre
Semibreui si dice essere di Tempo perfetto; & quando ne vale due, allhora
si dice essere di Tempo imperfetto. La Semibreue poi significa la Prola-
tione, la quale è di due sorti, cioè maggiore, & minore. Quando la Semi-
breue vale tre Minime, si dice essere Prolatione maggiore; Et quando ne
vale due solamente, si dimanda Prolatione minore. Perfetto, ò maggio-
re nella Musica significa il numero ternario, & l'Imperfetto, ouero mino-
re significa il numero binario. Il Modo dunque, diceuano gli Antichi Mu-
sici, essere vna quantità di Lunghe, o di Breui considerate nella Massima, o
nella Lunga secondo la diuisione binaria, o ternaria. Et il Tempo essere
page 129 vna Certa, & determinata quantità di figure minori contenute, o conside-
rate in vna Breue; Et la Prolatione essere vna quantità di Minime applica-
te à vna Semibreue. Questo circolo . significa, che la Breue è di Tempo
perfetto; Et questo segno semicircolare . significa la Breue essere di Tem-
po imperfetto. La pienezza del Circolo in questto modo significa la Pro
latione maggiore, cioè, che la Semibreue vale tre Minime. Il medesimo anco
ra significa la pienezza del Semicircolo in questo modo Ma la varietà del
Semicircolo dinota il tempo imperfetto, & la Prolatione minore, ne i quali
la Semibreue vale due Minime, come ne gli infrascritti essempi si dimostra.
[Music example]

Della Sesquialtera. Cap. XXII.

PErche la principale intentione nostra è di trattare solamente delle coseBoet. libro 1.
cap. 4. &
Franch. prat.
lib. 4. c. 5. &
Nicol. Burt.
Parm. libr. 3.
c. 10. &
M. Gios. Zarl.
Istit har. libr.
3. c. 70. &
D. Nic. Vicent.
Prat. libro 4.
c. 31.
Nicol. Burt.
Parm. libr. 3.
cap. 12.
Boet. lib 3. c.
31. quoniam
hanc canen-
di concordiam
similitudo
non efficit. sed
dissimilitu-
do, &c.

appartenenti all'Arte del Contrapunto: però s'andrà toccando bre-
uissimamente alcuna cosa delle Proportioni, che nelle Compositioni
sono hoggi più da i Musici frequentate, come sono la Sesquialtera, & l'altre
infrascritte seguenti. Nel resto poi, quelli, che vorranno hauere miglio-
re cognitione delle Proportioni, potrà con suo commodo vedere il Quar-
to Libro della Prattica dello Eccellentissimo Musico M. Franchino, nel
quale con gli essempi dimostra tutte le sorti di Proportioni, che nella Mu-
sica si ritrouano. Acciò dunque si proceda con ordine. Proportione se-
condo Euclide è vna certa habitudine, o conuenienza, la quale si ritro-
ua tra due finite quantità d'vn medesimo genere propinquo, eguali, o
non eguali tra loro. Et perche delle Proportioni alcune sono di Equa-
lità, & alcune altre d'Inequalità: lasciando da parte quelle di Equalità,
& venendo à quelle d'Inequalità, conciosia che non la similitudine, ma la
dissimilitudine sia quella, che nella Musica partorisca la Consonanza, la
onde n'auiene, che per questo rispetto il Musico consideri le Proportio-
ni d'inequalità, & particolarmente venendo alle più frequentate da i
Musici de i nostri tempi, come sono la Sesquialtera, & la Emiolia: In-
cominciando dalla Sesquialtera s'ha da sapere, che è così detta da Ses-
qui, che significa tutto, & altera, che altro non vuol dire, che tutto, &
l'altra parte: & è quella, cioè, quando il maggior numero compara-
to al minore, quello contiene vna volta intera con vna delle due parti
page 130 di più, & è proportione d'inegualità: onde volendosi fare come si dee, si farà
sempre, che quando vna, ò più parti canteranno due Semibreui, o due Mi-
nime in vna Battuta, l'altre parti cantino all'incontro tre Semibreui, o tre
Minime; & non come alcuni, che nelle loro Compositioni, sotto 'l segno del-
la Sesquialtera fanno egualmente cantare tutte le parti tre Semibreui, ò tre
D Nic. Vicen.
prat. libro 4.
cap. 31. &
Nicol. Burt.
Parm. libr. 3.
cap. 13.
Minime contra tre altre; la onde auiene, che questa tale Proportione faccia
tutto l'opposito di quello, che 'l segno dimostra, & così venga à essere mal
detta Sesquialtera cantandosi egualmente tre Note del medesimo genere
Contro tre altre, & venga à essere proportione di Equalita, come in que-
sto essempio.
[Music example]
Questa viene à essere Proportione di Equalità, & non Sesquialtera, la qua-
le è Proportione d'inequalità, come s'è detto. Ma la vera Sesquialtera, è
come in questo essempio.
[Music example]
Questa dunque è veramente Sesquialtera, nella quale, doue, prima anda-
uano due Minime nella Battuta nella parte del Soprano: ecco, che median
te questi due segni 3/2: ne vanno poi tre contra due; de iquali segni, sempre il
sopraposto mostra le figure, che vanno in vna Battuta, & il sottoposto, quan-
te n'andauano prima al numero passato, secondo però il Lusitano; la qual
cosa se bene è vera, non però & perdonemi S. S. è questa la causa principale,
per la quale essi segni si figurano in tal maniera, ma se bene per dimostrare
la forza, & lo effetto della Sesquialtera, la quale, come si è detto, è vna Pro-
Nota, che la
Proportione
si dee segna-
re con due nu
page break
meri: perche
la Proportio-
ne non è al-
tro, che una
certa coapta-
tione, ò corri
spondenza di
due numeri;
si come dice
Boet libro 2.
Arithm. c. 40
Proportio
est &c. &
Franch. prat.
lib. 4. c 5. &
libr. 4. c 1 &
cap. 4.
Fiorangel. li.
2. c. 22. c. 17.
& 18.
portione, che contiene il tutto, & l'altra parte. La onde si auertirà, che
quando si vorrà comporre qualche Proportione, non si mostri con vn nu-
mero solamente, come alcuni fanno non sapendo forse, ò per dire meglio,
page 131 non si ricordando, che la Proportione è vna comparatione di due nume-
ri, cioè d'vna quantità a vn'altra, come di sopra; & come meglio ne i sotto-
posti essempi si potrà vedere doppò che si sarà detto della prima, & della se-
conda specie d'Inequalità. Dunque la prima specie d'Inequalità è quando
il maggior numero contiene in se tutto il minore due, ò tre, ouero quattro
volte, & niente vi si troua di souerchio, nè di meno; & questa si chiama ò Du
pla, ò Tripla, ò Quadrupla, Quintupla, Sestupla, Settupla, Ottupla, , Decupla, & così in cotale ordine si può procedere in infinito; come
nel sotto posto essempio.
[Music example]
Al qual genere, è all'opposito l'infrascritto di minore inequalità, il quale
si dimanda submolteplice, l'vno de i quali è destruttore dellaltro, come
in questo essempio.
[Music example]
Alcune altre Proportioni si trouano della seconda specie d'inequalità, cioè
del genere sopraparticolare, come nello infrascritto essempio.
[Music example]
Con questi due segni dunque, & non con vn solo si dimostrerà quella Pro-
portione, che si vorrà fare, & non con vno solo; come di sopra.

Della Hemiolia maggiore, & della minore. Cap. XXIII.

LA Hemiolia è di due sorti, cioè maggiore, & minore; la maggiore èFranch. prat.
lib. 4 c 5.
D Nic. Vicen.
prat. libro 4.
cap. 31.

quella, quando tre Semibreui negre vanno in vna battuta, come in
questo essempio.


page 132 La Hemioha minore è poi quella, nella quale tre Minime negre vanno in
vna Battuta nel medesimo modo, c'hanno fatto le tre Semibreui di sopra,
come in questo essempio.
[Music example]
Franch. prat.
lib. 4 c. 5
D. Nic. Vic.
lib. 4. c. 31. in
fin.
Franch prat.
lib. 2. cap. 11.
Pietro Aron
Istit. har. lib.
2. cap. 32. &
nel Tosc lib.
1. cap. 38. &
M. Gios. Zerl.
Istit. harm.
lib. 3. c. 67. &
D. Nic. Vic.
prat. li. 4. c. 31
Concil. Trid.
sess. 22. ca. de
obseruan. &
euitan. in ce-
lebr. missae in
92 dis c. in san
cta. & in cle-
men. de celeb.
missae. 28. dis.
presbiterum.
de consecrat.
dis. 5. non o-
portet. & 27.
dist. c. 2. & in
estrauag. Ioan.
22. que inci-
pit dicta san-
ctorum patrum
Et perche nella Hemiolia tanto maggiore, quanto minore non si ritro-
ua perfettione alcuna rispetto alla pienezza, la quale, come è stato detto
di sopra, rende imperfetta ogni Nota, che si può fare imperfetta. Per tal
cagione adunque nè l'vna, nè l'altra si segneranno col Tempo perfetto. Et
sopra tutto si farà, che la Sesquialtera, & la Hemiolia maggiore, & mino-
re siano buone nel battere, & nel leuare della Battuta, si come si fanno nel
comporre ordinariamente in consonanza le Semiminime, le quali, come si
è detto di sopra, si fanno buone nel battere, & nel leuare della Battuta; Et
questo per hora basterà intorno alla Sesquialtera, & alla Emiolia maggio-
re, & minore, delle quali si è detto à bastanza.

Modo di comporre la Musica sotto uarij segni. Cap. XXIIII.

SE bene da i Musici moderni non sono quasi più vsate certe sorti di com
positioni fatte sotto alcune Proportioni, & segni, da i quali veramen-
te non nasce altro, che difficulta, ò per dir meglio, vno intricamento,
& vna confusione nella mente de i poueri Cantori, senza frutto, ò vtilità
alcuna; & il più delle volte anco con molto scandalo de gli Vditori; le qua-
li anco da Santa Chiesa sono prohibite; Nientedimeno, acciò non si lasci
cosa alcuna di quelle, che nelle Compositioni sono state vsate insino à hog-
gi: essendosi parlato della Sesquialtera, & della Hemiolia, & insieme mo-
strato tante altre sorti di Proportioni, pare ancora honesto, che si vegga il
modo, & l'ordine, che si dee tenere volendosi fare vna Compositione sot-
to varij segni; Il quale ragionamento potrà seruire almeno per ritrouare
page 133 simili sorti di Canti così fatti, quando alcuno ne venisse per le mani, ò far-
ne anco de gli altri simili, in tutto che come si è detto non siano quasi hog-
gi più in vso. Quando dunque si troueranno due parti, in vna delle qua-
li questo segno serà comparato à questo ; ogni Minima del primo sa-
rà equale in quantità à vna Semibreue del secondo. Et quando questo
serà comparato à questo , serà tra loro questa differenza solamente, che
il circolo puntato hauerà le Breui, & le Semibreui perfette, & il semicirco-
lo le Breui solamente. Et quando questo sera comparato à questo ,
serà simile à quello di sopra, eccetto, che nella perfettione del Tempo, &
della Prolatione. Et quando questo serà comparato à questo . ogni
Minima del primo serà del valore d'vna Breue di questo secondo. Quan-
do poi questo serà comparato à questo 2. serà simile à quello di so-
pra, eccetto però, che in questo secondo le Lunghe sono perfette, & le Bre-
ui imperfette. Questo comparato à questo , ouero à questo , serà
nella Battuta dissimile, cioè, che ogni Minima di questo serà in quan-
tità d'vna Semibreue di questi , . Questo comparato à questo ,
ouero à questo 2, ogni Minima del primo serà di quantità d'vna Breue
di questi , 2. Questo . comparato à questo . ogni Semibreue
del primo ne varrà due del secondo. Questo comparato à questo 2.
ogni Semibreue del primo ne varrà due del secondo. Questo , compa-
rati à questo , ogni Semibreue del primo varrà vna Breue del secondo.
In questo , con questo 2. seranno le figure quadruplicate, cioè, ogni
Lunga del secondo serà di quantità d'vna Semibreue del primo. Questo
, con questo seranno dissimili nella Battuta, & ogni Semibreue del
primo varrà quanto vna Breue del secondo. Questo 2. con questo
ogni Semibreue del secondo serà della medesima quantità d'vna Lunga del
primo. Questo , comparato à questo 2, ogni Breue del primo ne
varrà due del secondo. Questo 2, con questo sono simili nella mi-
sura. Questo , con questo . ogni Nota del primo resta diminuita del-
la sua meza parte comparato al secondo. Questo , comparato à que-
sto , ogni due Breui del primo sono in quantità di tre Semibreui del se-
condo. De i quali segni se alcuno vorrà hauer notitia, potrànel Tosc. lib.
1 c. 38. & nel
le Istit. harm.
libr. 2. c. 32.

vedere meglio il Toscanello di M. Pietro Aron Fiorentino, doue di questi
segni si tratta più à pieno. Resta hora, che essendosi fatto mentione di al-
cune Proportioni, si ragioni anco del Punto, delle sue specie, & dei suoi
effetti.

Del Punto. Cap. XXV.

DICONO i Prattici, che il Punto nella Musica è vna minimaFranch. prat.
lib. 2. c. 12.
M Gios. Zarl.
Istit har. libr.
3. c. 7. &
page break Nicol. Burt.
Parm. libr. 3.
cap 5. &
Piet. Aron,
Istit. har. libr.
2. c. 28. & nel
Fiorang. lib.
2. c. 8.
Giou. Ottob.
Carmel. nel
suo Tratta.
Di questa ter
naria perfet-
tione uedi
Otomaro
Lusc. Argen.
nel primo com
mentario del
la .

particella, o uero vna certa quantità indiuisibile, ò veramente
vn minimo segno, che si aggiunge alle Figure Cantabili per acci-
page 134 dente hora dopò, hora di sopra, & alle volte si pone tra loro. Il Punto nel-
la Musica fa quattro effetti, cioè da la perfettione, accresce, diuide, & alte-
ra, & radoppia le dette figure; La onde dicono i Musici, nella Musica ritro-
uarsi di quattro sorte Punti, cioè di Perfettione, d'augumentatione, di Di-
uisione, & di alteratione. Il punto di perfettione è quello, che si pone ap-
presso le Note, che si possono fare, ouero possono essere perfette ne i segni
di perfettione, come la Breue del Tempo perfetto, ouero appresso d'vna
Massima, ò d'vna Lunga del Modo maggiore, & del minore perfetto, o d'v-
na Semibreue di Prolatione perfetta. Il Punto d'Augumentatione, ouero
d'accrescimento è quello, che si pone senza mezo alcuno dopò la figura, la
quale non può essere, nè si può fare perfetta; di maniera che tra 'l punto di
perfettione, & questo d'augumentatione ci è questa differenza, che quello si
pone solamente appresso quelle figure, che si possono fare perfette sotto i
segni della perfettione; Et questo per lo contrario si pone solamente ap-
presso quelle, che in nessun modo si possono fare perfette, come di sopra.
Questo punto s'vsa nelle Compositioni in varij modi, & fa diuersi effetti ac-
compagnato con le Consonanze, & Dissonanze. Quando è legato con la
Nota, dee sempre esser buono, eccetto però nelle Cadenze, nelle quali si può
vsare etiandio il Punto cattiuo per Seconda, per Quarta, per Settima, per
Nona, per Vndecima, & per Quartadecima, come in questi essempi.
[Music example]
Il Punto di Diuisione è quello, che si pone tra due figure simili minori po-
ste in mezo à due maggiori, il quale non però si canta; & si pone ancora tra
la Pausa, che tiene il primo luogo, & vna figura, che tenga il secondo, quali
siano d'vn medesimo valore, come ne i sottoposti essempi.
[Music example]
Il Punto d'alteratione è quello, che si pone innanti due figure minori, le
quali siano poste innanti à vna maggiore propinqua, nè si canta come an-
co il sopradetto, per non essere quantità, nè parte del tempo, ma solamen-
te è segno, acciò il Cantante comprenda, che la seconda figura minore si
radoppia, come nel presente essempio si dimostra.
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[Music example]
Vn'altra sorte di Punti ritrouo io appresso gli Scrittori, oltre à questi della
Musica, & à quelli, che si vsano nella Oratione per distinguere, o finire la
detta Oratione, o Periodo, i quali anticamente vsauano nelle cause, che
andauano innanti à Cento huomini, à i quali vditosi le parti, era portata
vna tauoletta, dentro la quale ciascuno Giudice faceua vn Punto, che si-
gnificaua o l'assolutione, o la condennatione del reo: & quello, che era as-
soluto si diceua, che haueua portato tutti i punti, & haueua hauuto l'asso-
lutione perfetta; del quale parlando il Lirico Venusino Poeta dice.
OmneOrat. in Arte
poet.

tulit punctum, Qui miscuit vtile dulci delectando, pariterque monendo
;
Parendomi hormai tempo di dare fine al nostro breue Compendio, nel
quale à me non pare, che si sia lasciato indietro cosa alcuna appartenente
all'Arte del Contrapunto; piaccia à Dio, che di questa mia fatica io ripor-
ti tutti i punti, & che hauendo mescolato l'vtile col piacere, se non ho di-
lettato, non habbi almeno offeso le purgatissime orecchie de i giuditiosi,
& benigni Lettori, à i quali per non essere più tedioso, rendendo gratie à
Dio larghissimo donatore di tutti i beni, farò
FINE.page 136

MODO DI LEGER LE NOTE, ET PRATTICA, PER
far le mutationi sopra tutte le Chiaui.

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IL FINE.