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Title: L'arte del contraponto ridotta in tavole

Author: Giovanni Maria Artusi

Publication: Ricciardo Amadino (Venezia, 1586)

Principal editor: Bill Clemons

Edition: 2002

Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht Netherlands
Copyright © 2002, Bill Clemons; Utrecht University, Netherlands
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L'ARTE DEL CONTRAPONTO RIDOTTA IN TAVOLE
DA GIO: MARIA ARTUSI DA BOLOGNA
DOVE BREVEMENTE SI CONTIENE i Precetti à quest' Arte necessarii.
CON PRIVILEGGIO. In Venetia Presso Giacomo Vincenzi, & Ricciardo Amadino, compagni: MDLXXXVI.page iipage iii

AL MOLTO R. PADRE D. GIO. BATTISTA DOMENICHI DI FERRARA Dignissimo Visitatore nella Congregatione del Salvatore Padre mio osservandissimo.

CONSIDERANDO io, Reverendo Padre, molte volte fra me stesso l'attioni humane, che non da fortuna, ò caso, ò accidente alcuno, ma da una volunta ben regolata dipendono: vedo che l'huomo si move ad amare, honorare, & riverire un'altr'huomo, se bene di quel tale non ha familiarita alcuna che intrinseca sia; ciò facendo solo dal sentire predicare qualche attione virtuosa, ò altra qualità conforme alla natura sua che buona sia, & spessissime volte s'è veduto che questo effetto ha havuto tanto di forza che ha spinto un'huomo da un luoco à un'altro, solo per conoscer colui, le qualita di cui ha sentito piu volte raccontare, essempii infiniti potrei addurre sopra di cio à V.P.R. e non lo faccio, perche essendo ella intendente & di belle lettere ornata parmi di soverchio il dimostrarglielo, solo gli diro in prova di cio quello ch'a me e intravenuto, & è che dal principio ch'io la conobbi che molt'anni sono l'ho sempre amata, e desiderato servirla, & questo mio desiderio vedo che da altro non e proceduto, che dallo haverla io consciuto Padre di bellissime qualità al paro di qualunque altro si sia. Ma perche dalla fortuna non m'è stato concesso il fargli conoscere l'affetione che fin'hora gl'ho portato, hora in segno di cio le invio l'Arte del Contraponto, qual ella si sia, in brevità da me per benefitio de studiosi cosi ridotta. Degnisi V.P.R. dunque di accettar questo picciolo dono in segno della molta affettione & riverenza ch'io le porto, come io prontamente gli offero & porgo, basciandoli la mano me le raccomando Di Bologna il dì 20. di Decembre. 1585.

D.V.P.M.R. Servitore Gioan Maria Artusi.

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A i lettori.

Sempre mi sono dato à credere, Gratiosi Lettori, che molti habbino bramato di veder ridotto in foggia di compendio l'Arte del Contraponto, accioche tutto questo ridondasse à benefitio di quelli che de termini Theorici non hanno intiera cognitione; & se bene à cosi gratioso & nobile desiderio non sono fin'hora mancati huomini in questa professione più che illustri, i quali hanno perfettamente sodisfatto: tuttavia io ancora, non come quello che molto mi presuma, ma come uno che pur desidero di non stare ocioso al mondo, ho guidicato bene di seguire in questo fatto l'uso de' moderni, & in particolare del molto Reverendo M. Gioseffo Zarlino tanto meraviglioso, quanto in tutte l'altre scienze singolare, & percio in maniera di Tavole che brevi & destinte sono ho quasi voluto ingegnarmi di facilitar quest' Arte, sforzandomi per utile de meno intelligenti forsi senza indignità di abbassarmi in molte cose, dove per lo inanti gl'altri per grandezza dell' Arte giudicorno di star in alto. Et di questa mia pronta volonta sperando pure che si habbino à contentare tutti quelli che della virtù conveniente stima fanno, non mi persuado che sia necessario di andare iscusando qualunque mio difetto, poi che mi rendo pur sicuro, che dove nobiltà d'animo alberga, non pur si sprezza ma si loda il parto ancor che monstruoso fosse. Avertandosi che se bene queste Tavole sono distinte in una parte sola, si puo pero dire che siano divise in quatro; Et la prima contiene alcuni preamboli, dilettevoli & necessarii. La seconda, gli elementi di quest' Arte. La terza l'ordine che si tiene nel componer detti elementi insieme. La quarta & ultima i Modi secondo l'uso de Moderni Compositori. Cose tutte necessarie alla cognitione di quest' arte, accettate dunque voluntieri queste Tavole, che se conscerò ciò esservi à grado mi sforzerò di darvi qualch' altra cosa & utile & dilettevole, in tanto, Amatemi.
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Della Musica in universale.

Musica in universale non è altro che harmonia et di due sorti si ritrova essere
  • Naturale, che si divide in
    • Mondana; questa si considera ne cieli, nel rivolgimento delle distanze, nelle parti delle sfere celesti; ne gl'aspetti come bene dimostra Tolomeo nel Tertio cap. ottavo, nel sito dei sette Pianeti; nel ligamento de gl'elementi insieme che partoriscono questa cosi bella varietà dell' Anno.
    • Humana; consiste nella compositione del corpo humano. si consosce ancora dalle parti dell'anima che sono tre, à quali è l'attributo questi tre intervalli: Duplo, sesquialtero, sesquiterzo.
      • Intelletto à cui il duplo corrisponde, che hà sette intervalli.
        • Mente
        • Imaginatione
        • Memoria
        • Cogitatione
        • Opinione
        • Ragione
        • Scienza
      • Senso, acui il sesquialtero che ha quatro intervalli corrisponde.
        • Vedere
        • Odire
        • Odorare
        • Gustare
        • Tatto si addimanda senso commune: per esser commune ad altri sensi.
      • Habito; à cui si conviene il sesquiterzo, che tre intervalli tiene.
        • Augumento
        • Somità
        • Decrescimento
  • Artificiale, & è overo
    • Organica, da instrumenti causata, che di tre maniere si ritrovano
      • Da fiato
        • Organi
        • Tromboni
        • Flauti, & simili
      • Da Corde
        • Viole
        • Lauti
        • Arpe
        • Cetre
      • Da battere
        • Tamburi
        • Gnachare
    • Harmonica; questa considera mediante il senso e la ragione, le differenze de suoni, le modulationi, le consonanze, le dissonanze & è causata da instromenti naturali, che sono
      • Labra
      • Denti
      • Lingua
      • Palato
      • Polmone
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Altra Divisione Della Musica.

Ritrovasi essere la Musica come l'altre scienze che in due parti vengono divise. In
  • Speculativa, che Teorica vien detta. Questa consiste nella verità delle cose dall' Intelletto intese, e col suo mezo si ritrovano cose nuove, & tanto della pratica piu nobile si ritrova quanto è l'animo del Corpo di qui si cava che
    • Teorico si chiama quello che ha facoltà di iudicare non per il suono, ma per ragione quello che in tal scienza si contiene e puo essere
      • Teorico semplice senza haver altra cognitione di pratica.
      • Teorico, e pratico insieme e chiamarassi Musico perfetto, se pero havrà cognitione dell'
        • Arithmetica.
        • Geometria.
        • Proportioni.
        • Sonare
        • Acordare
          • Arpicordi
          • Lauti
        • Cantar.
        • Comporre
        • Gramatica
        • Metrica
        • Historia
        • Dialettica
        • Rethorica
  • Pratica che riduce le cose ritrovate dal Musico in atto, e sta il suo fine nell'operare e tanto men nobile si ritrova esser questa quanto e men noibile il corpo dell'animo di qui dicono che
    • Pratico è colui che li precetti del Musico con lungo essercitio apprende e manda ad effetto e se farra questo con
      • La penna, si chiamerà compositor dal comporre le Cantilene
      • Qualche Instromento, si chiamerà il tale dal tal instromento secondo che lui essercitarà; se organo; il tal organista, se lauto, il tal dal lauto.
      • La voce, semplicemente verrà Chiamato cantore.

Aviso

  • Indi si cava quanto s'inganano coloro che indifferentemente, e à Cantori, e à Sonatori, & ad altra sorte di pratici dano il nome di Musico.
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A che fine debba l'huomo dar opera alla Musica.

Sono da molti molte cose dette sopra di questo fine, le quali non hanno luoco nell animo de gl'huomini ragionevoli e virtuosi, ma si bene in quelli, che post hanno il loro bene essere nel senso solamente, e questi vogliono che s'impari per
  • Dar solazzo e dilettatione all'odito, acciò divenghi perfetto nel sentire, si come dventa perfetto il vedere, quando mira una cosa, che bella, & ben proportionata sia. Ma veramente per mio parere, quest' opinione non ha del virtuoso ne del nobile, ma del vile & dell' ignobile, e da huomini che solo attendono alla sodisfattione de sensi, niente dell' Intelletto curandosi, però non si debbe manco imparare perche
    • Serva alla sanità del Corpo.
    • Sia utile come quelle cose, che sono per lo adquisto de beni esteriori.
    • Sia necessaria.
    • Sia posta tra le discipline liberali, nelle quali già si essercitavano gl'huomini nobili.
    • Dispona l'animo à diverse passioni.
    • Si possi comparire ne luochi publici, per esser honorati & riveriti per sapienti.
    • S'habbi da essercitarla in cose che lascive è dishoneste siano. Ma à questa debbesi dar opera per
      • Acquistare la perfettione dell'Intelletto.
      • Poter vivere virtuosamente.
      • Fuggir la pigritia, & per tal mezo divenir prudente.
      • Rellassare i spiriti, quando dalle cure e occupationi dell'animo sono affitti.
      • Poter col suo mezo pervenire ad un'habito buono e virtuoso che ne conduca per la via de buoni costumi.
      • Consumar il tempo in attioni nobili, è fuggire gl'intoppi ei lacci di questo falso e perverso Mondo.
      • E Questo è il vero Fine.

Aviso

  • Debbesi però, avertire, che il dar opera alla Musica, e non ad altre scienze insieme con questa viene attribuito piu tosto à vitio che à virtù, & ciò si prova con l'auttorita de gl'Antichi, quali per legge ordinorno, che questa alla Ginnastica fosse congionta, acciò per la Musica, gl'animi non s'avvilissero & effeminassero, & per la Ginnastica, non s'incrudelissero, & d'humani, inhumani diventassero, ma una temprasse l'altra.
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Quali cose possino mover l'animo, e disporlo à diversi effetti.

Possono operare nell' animo nostro diversi effetti quatro cose.
PRIMA SECONDA TERZA QUARTA
L'Harmonia Il Numero La Narratione Il soggietto
E una mescolanza de suoni gravi, e acuti, tramezati, e non tramezati, la qual percuote soavemente il senso, e nasce dalle parti della cantilena per il procedere che fanno accordandosi insieme fin tanto che siano pervenute al fine.
Questa per se sola non è atta à poter operare nell' animo nostro alcun effetto estrinseco, ma ben può, dispor l'animo intrinsecamente à piu facilmente ricevere alcuna passione, come ridere, piangere & simili, e cio manifestamente si vede, se alcuno ascolta qualche cantilena che non esprima altro che Harmonia, piglia di tal cosa gran piacere, ma non gia si vede mai c'habbi operato alcuno effetto estrinseco: Ma aggiuntovi
Ch'altro non è, se non una certa misura di tempo breve, ò longo nel qual si scorge la proportione ò misura di duo movimenti ò piu insieme comparati secondo una cambievole ragione di tempo di essi movimenti, e si scorge ne piedi del Metro o del verso che si compongano di piu numeri con un certo ordine ò spatio determinato. E questo verso e un ordine di piedi ritrovato per dar dilettatione all' odito.
Subito piglia gran forza come si vede ne balli, e move l'animo molto piu facilmente all'Harmonia, che per se solo. Ma se à questi dui sarrà aggiunta
Ch'è l'oratione ò il parlare che esprima costumi col mezo della narratione d'alcuna Historia overo favola.
E incredibile à dire la gran forza che con seco portano queste tre cose insieme imperoche se sentiamo leggere overo raccontar alcuna Historia ò Favola, non s'inchina subito l'animo nostro alla colera, ò ira, ò all'affettione di qualche particolare? certo si, ma se tal motto segue in questa cosa solamente, che seguiterà poi all' altre due? aggiunta nn si può dire: E se a queste poi seguitarà che
Che è l'uditore che voluntieri ascolti, e si diletti e sia disposto per natura sua ad ascoltare queste cosi fatte cose.
Molti effetti miracolosi si vedranno, come in molti si sono veduti. In Alessandro figliuolo di Filippo Re di Macedonia. Nel Giovane Taurominitano. In quei popoli che furno dalle loro discordie racchettati da Asclepiade e tanti altri di cui le Historie sono piene.

Aviso

  • Se piu longo ragionamento desideri sopra di tal materia leggerai le institutioni del R. Zarlino nella seconda parte Cap. 7. 8. 9. dove a pieno sarrai sodisfatto, lasciando l'altre opinioni da banda come quelle che non hanno del ragionevole e percio inutili.
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Del suono in universale come naschi.

  • Se tutte le cose fossero immobili, cessassero i movimenti, e non si respingessero le cose l'una l'altra, senza dubio alcuno cessarebbono anco i suoni e le consonanze, l'Harmonia e la Melodia, perche da altro non nascono che dal motto, alla generatione del quale secondo i Filosofi tre cose vi concorrono:
    • Colui che percuote, e questo bisogna che non velocita percuota, e forte altrimenti non nascerebbe alcun suono, perche bisogna che il motto di chi percuoe venga inanti che l'aria si divida accioche l'aria ragunata e raccolta si possa percuotere e in lei generarsi il suono.
    • La cosa percossa e questa bisogna c'habbi tre conditioni.
      • Che i corpi duri e sodi siano
      • Che le superficie loro siano convenientemente larghe.
        • De corpi che molli siano come spunghe, peli, lana e simili non può nascer suono.
        • Causera maggior suono due mani che insieme si percuotino, che non sarra, due punte de'aghi, ne due dita, per aver loro maggior larghezza.
        • Quanto sarra più piano & havrà le parti che uguali siano tanto maggior suono causera.
      • Che sia corpo concavo e piano, cioè che nessuna delle sue parti sopr' avanzi l'altra.
    • E'l mezzo che è l'aria nella qual sia il suono come in proprio soggietto, e questa porta il suono alle nostre orecchie: indi dicono il suono essere ripercussione dar a che viene fino all' udito: Ma questa consideratione s'appartiene piu al filosofo che al Musico; qual consideratione mò habbi il Musico di questo nella seguente Tavola vedrassi.
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Del suono che in particolare il Musico Considera.

E il suono che al Musico s'appartiene, un cadimento di voce atto alla modulatione, fatto sotto una estensione. & per tal s'intende il stato della voce nel qual ella si ritrova, Questo par quasi quando si sente uscir dal corpo di onde deriva, che cada. Viene considerato nella Musica si come il ponto nella Geometria, che indivisibile si ritrova essere, & è principio della quantità continua ma non è quantità, si come il suono è principio della consonanza, ma non è consonanza: Intorno à questo tre cose vi concorrono.
  • Il luoco del suono, e si considera in quanto egli viene fatto.
    • Acuto
    • Grave
      • Si fa grave overo acuto quando ritrovandosi in una, sola estensione che unisona s'addimanda: si parte, e tortuosamente va in altre parti: all'hora diciamo essere in diversi luochi, & in varie & diverse estensioni, e crescono all'hora di quello che mentre erano in una sola estensione mancavano, cioè dell'intervallo.
  • Il tempo e questo viene considerato come quello che comprende numero over Rithmo.
  • Il Colore, e quello per il quale i suoni e le voci sono tra di loro differenti, come per essempio nelle Cantilene dove i suoni sono sotto diverse estensioni, ò partendosi dall' unisono si piegano in ogni verso, hora nel grave, hora nell' acuto.
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Quello che sia Consonanza, Dissonanza Harmonia e Melodia.

Va il Musico considerando
  • Semplicemente la consonanza, la qual è di due sorti.
    • Propriamente detta
      • E mistura di suono grave, & acuto la qual soavemente, & uniformemente viene all'udito; la cui proportione è Molteplice overo super particolare.
    • Communemente detta
      • E compositione di suono grave & di acuto la qual se bene non è interamente soave all udito è però sopportabile, la cui proportione non è ne molteplice ne superparticolare.
  • Da queste quando tramezate sono nasce l'Harmonia che di due sorti si ritrova
    • Propria è una mescolanza di suoni gravi e acuti tramezati, e non tramezati la qual percuote soavemente il senso, e nasce dalle parti di ciascuna cantilena, per il proceder che fanno accordandosi insieme, fin tanto che sono pervenute al fine, & ha possanza di dispor l'animo à diverse passioni & è di due maniere
      • Perfetta
        • Quando si ritrovano molte parti in una Cantilena che vadano cantando insieme di modo che le parti estreme siano tramezate dall'altre
      • Imperfetta
        • Quando solamente due parti vano cantando insieme senza esser tramezate da altre parti.
    • Non propria è una compositione de suoni tramezati insieme posti, senza modulatione alcuna, e non ha possanza di dispor l'animo à passione alcuna & si divide in due parti. In
      • Semplicemente detta è
        • il concento che nasca da due consonanze almeno poste insieme, unite secondo i gradi della proportionalità Harmonica, la qual soavemente tiene all'udito
      • Ad' un certo modo detta è
        • l'accordo che fanno due consonanze insieme poste non secondo i gradi della Harmonica proportionalità la qual non cosi soavemente come la semplicemente detta viene all'udito
  • Accidentalmente la dissonanza che
    • E distanza di suono grave & acuto, che insieme per natura loro mescolare non si possono, e percuote l'udito aspramente e senza alcun piacere.

Aviso

  • Dall Harmonia propria dal Numero, e dall' oratione nasce come vogliono i dotti la Melodia.
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Diffinitione e divisione del Contraponto.

E il Contraponto una artificiosa unione di suoni diversi ridotta alla concordanza & chiamasi Contraponto perche gia in vece che noi poniam, note contra note, over segni positivi, essi ponevano ponto contra l'altro ponto: e ritorovasi essere di due sorti
  • Semplice e
    • Quello che ha le sue modulationi solamente di consonanze, e di figure che di valore sono equali l'una contra l'altra, siano poi quali si vogliano, come breve contra breve, semibreve contra semibreve & altre.
  • Composto
    • Quello che non solo ha le parti composte di consonanze ma per accidente di molte dissonanze ancora, & in esso si pone ogni sorte di figure cantabili à beneplacito del compositore, e sono ordinate le sue modulationi per intervalli ò spatii cantabili, e le figure numerate secondo la misura del tempo.

Aviso

  • Proprio del Contraponto, è di ascendere e discendere con diversi suoni e voci per motti contrarii in un medesimo tempo

De gl'elementi del Contraponto.

Elemento si chiama quello, del quale primieramente ogn'individuo si compone e per belle cantilene overo ogni cantilena è composta di consonanze & di dissonanze, pero vengono chiamati elementi, e sono di due maniere
  • Semplici e sono
    • Ottava
    • Settima
    • Sesta
    • Quinta
    • Quarta
    • Terza
    • Seconda
  • Composti e sono
    • Quintadecima
    • Quartadecima
    • Terzadecima
    • Duodecima
    • Undecima
    • Decima
    • Nona
  • A ciascuna di queste se ne può giungere molt' altre in infinito se bene non si tien conto dell' infinito perche non se n'ha scienza alcuna e l'intelletto non cape l'infinita, ma si bene una determinata quantità, e questa s'havrà se per il numero settenario sarranno accresciute. Se alla decima si giungerà sette havressi la decimasettima, che sarra dell'istessa natura, che la decima se alla quinta, aggiungerete sette, s'havra la duodecima, della natura istessa della quinta. se alla seconda sette sarra aggiunto havrassi la Nona della istessa natura, e cosi dell' altre.

Aviso

  • Non si pone nel numero di questi elementi l'unisono perche non è consonanza, ne dissonanza, ma un principio dal quale ne nasce per il suo flusso l'ottava, in quella maniera che nasce la linea dal ponto.
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Altra Divisione de gl'elementi.

Sono gl'elementi de quali questa e quell altra cantilena si compone di due sorti.
  • Consonanti
    • Ottava, Sesta, Quinta, Quarta, Terza
    • & di questi altri
      • Perfetti
        • Ottava
        • Quinta
        • Quarta
      • Imperfetti
        • Sesta
          • Maggiore
            • Quando tra le sue corde vi cadrà una sol volta il semituono mi fa, overo, fa mi.
          • Menore
            • Quando tra le sue corde due volte vi si ritrovarà il semituono, mi fa, overo, fa mi.
        • Terza
          • Maggiore
            • Quando tra le sue corde non vi si ritrovarà alcuno semituono.
          • Menore
            • Quando tra le sue corde vi cadrà il semituono mi fa, overo fa, mi.
  • Dissonanti
    • Settima & è
      • Maggiore
        • Sarra se fra le sue corde una sol volta vi si ritrovara il semituono.
      • Menore
        • Quando tra le sue corde havrà due volte il semituono.
    • Seconda
      • Maggiore sarra
        • Quando due suoni posti l'uno dietro l'altro detto tuono come, ut re, re mi
      • Menore
        • Sarra lo istesso semituono, mi fa, overo, fa mi.

Aviso

  • Pongono la quinta, e la quarta nel numero delle consonanze perfette perche piu ritengono della perfettione per natura loro che dell'imperfettione, ancorche siano l'una, e l'altra veramente mezane tra le perfette, e l'imperfette, e che l'ottava sola perfetta sia.
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Della Natura de gli detti elementi.

Delle consonanze altre sono
  • piu piene
    • Ottava
    • Quinta
    • Quarta
    • Ma di queste e delle sue replicate si può dire che la quinta sia più piena dell'ottava, perche maggiormente occupa l'udito, e con maggior diletto ne gl'estremi suoni, che non fa l'ottava che in tutto gl'ha simili, però lasciando l'ottava e le replicate si può dire che la quinta sia più piena della quarta: e la quarta di tutte l'altre che menori gli sono.
  • Men piene e son di due sorti.
    • Piu vaghe è la
      • Sesta maggiore
      • Terza maggiore
      • Desiderano sempre farsi maggiori andando l'una all'ottava l'altra alla quinta, e sono per loro natura sonore, vive, allegre, e rendono le cantilene piene d'allegrezza e vivacità.
    • Men vaghe è la
      • Sesta menore
      • Terza menore
      • Amano queste sempre il divenir menori, avicinandosi l'una alla quinta, l'altra all'unisono & hanno per natura loro del languido, e declinano alquanto al mesto.
Sono le Dissonanze per loro natura tutte aspre, a all'udito insoportabili, tuttavia di questa asprezza ne ha
  • piu la
    • Settima maggiore
    • Seconda menore
    • E se tali si scoprono essendo poste con i debiti modi maggiormente tali se assolutamente, e senza regola accommodate nelle Cantilene.
  • Meno la
    • Settima menor
    • Seconda maggior
    • E tali si scoprono essendo legate, e risolte con debiti modi come si vede.
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Di Quelle cose, che per vietare la confusione necessarie sono.

Se hanno i Musici ridurre le cose sue, sotto'l giudicio del sentimento, gl'è stato necessario ritrovare cose universali secondo le quali potessero significare i suoni che in carta non si possono descrivere, e oltra di questo molt'altre cose à ciò necessarie, e sono
  • Sillabe con le quale denominano le corde de gli loro instromenti, e sono ut re; mi, fa, sol, la; e tal ordine si chiama deduttione; la qual altro non e se non una progressione naturale di sei sillabe, & perche tal deduttione può haver principio in C. F. G. Quando ha principio in C. dicono che si canta per la proprietà di Natura. Quando in F. per quella di b. molle. & quando in G. per quella di [natural] quadro.
  • Chiavi e sono di
    • G sol re ut
    • C sol fa ut
    • F fa ut
    • Sono queste chiavi per cinque Voci l'una lontana dall altra. Quella di F. fa ut da quella di C. sol fa ut, e questa da quella di G. sol re ut, ma questa da quella di F. fa ut per nove voci.
  • Cifre che sono
    • [flat] molle
    • [sharp] Diesis
    • Fanno questo un' istesso effetto ma per contrario motto, percioche il b. molle lieva dalla corda acuta un semituono, e loda alla grave e sempre discende.
    • Ma il [sharp] lo lieva alla grave, dandolo alla acuta, e sempre ascende. chiamansi accidenti.
    • [natural] Quadro; questo si pone sempre nella corda di b. fa b. mi Quando la Canilena si canta per b. molle e non altro ut per esser quello suo luoco naturale se bene ad alcuni poco intelligenti e parso modernamente di usarlo nella corda, F. fa ut, quando à tal corda vi si da per una quinta la b. fa b. mi contra ogni dovere.
  • Segni e sono di due maniere
    • Positivi e vagliono l'uno doppie dell' altro
    • Privativi e questi non si debbono porre nelle cantilene, se non fornita la clausula ò il periodo dell' oratione
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Delle spetie delle consonanze perfette, e di quelle che gli corrispondono quanto alle corde, ma sono superflue overo diminute.

Sogliono alcuna volta cascare i pratici in un'errore comune di molta importanza, & è che considerando gl' ordini de suoni nel numero delle corde solamente e facendo poca stima de gl'intervalli in essi contenuti, hanno posti nelle compositioni loro sotto'l nome di alcuna di quelle consonanze che hora dimostrerò il suo intervallo superfluo overo diminuto e sono
  • Perfetti la
    • Ottava che ha sette spetie & si conoscono l'una dall' altra, dalla variata sede che in loro tiene il semituono: la prima spetie ha il semituono tra la 3. e 4. 7. & 8. corda: la seconda tra la 2. 3. 6. 7. & cosi l'altre.
      • Prima Spetie.

      • Seconda Spetie.

      • Terza Spetie.

      • Quarta Spetie.

      • Quinta Spetie.

      • Sesta Spetie.

      • Settima Spetie.

    • Quinta che ha Quattro spetie, e si conoscono l'una dall' altra dal variato luoco che in loro tiene il semituono la prima spetie lo tiene tra la 3. e 4. corda. la seconda fra la 2. e 3. la terza fra la 1. e 2. la quarta fra la 4. e 5.
      • Prima Spetie.

      • Seconda Spetie.

      • Terza Spetie.

      • Quarta Spetie.

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    • Quarta che tiene tre spetie l'una dall' altra conoscibili come le sopradette, dal luoco variato che tiene il semituono. Queste aggiunte alle quinte compongono le ottave e sono
      • Prima Spetie.

      • Seconda Spetie.

      • Terza Spetie.

  • Imperfetti e falsi corrispondenti alle corde de sopradetti e sono di due sorti.
    • Superflui e sono maggiori di un semituono menore.
      • Ottava superflua.

      • Quinta superflua

      • Quarta superflua

    • Diminuti e mancano di un semituono menore
      • Ottava diminuta.

      • Quinta diminuta.

      • Quarta diminuta

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Delle spetie delle Consonanze Imperfette e come si tramutano d'una in l'altra

Se alle consonanze perfette no loro estremi, sarra aggiunta alcuna di queste, cifre [flat] [sharp] [natural] diventano di modo all udito aspre che in modo alcuno, non può sopportarle. Ma se all' imperfette sarranno aggiunte non solamente grate e all' udito riusciranno, ma ancora di molto comodo allo Artefice, ma quali e quante spetie siano e come si tramutano eccolo.
  • Imperfette nel loro essere naturale sono
    • Sesta & è o
      • Maggiore che ha tre spetie
        • Prima Spetie.

        • Seconda Spetie.

        • Terza Spetie.

      • Menore & ha tre spetie
        • Prima Spetie.

        • Seconda Spetie.

        • Terza Spetie.

    • Terza e overo
      • Maggiore et ha due solo spetie
        • Prima Spetie.

        • Seconda Spetie.

      • Menore & ha due spetie
        • Prima Spetie.

        • Seconda Spetie.

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  • Imperfette tramutate con gl'accidenti di maggiori, in minori e di menori in maggiori.
    • Sesta
      • Maggiore
      • Menore
    • Terza
      • Maggiore
      • Menore
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Delle spetie delle Dissonanze & loro utilità

Poi che habbiamo dimostrato le spetie delle consonanze e le passioni loro e ragionevole hora dimostrar le spetie delle dissonanze, delle quali accidentalmente si compongono le cantilene e sono
  • Settima
    • Maggiore ha due spetie
      • Prima Spetie.

      • Seconda Spetie.

    • Menore ha cinque spetie
      • Prima Spetie.

      • Seconda Spetie.

      • Terza Spetie.

      • Quarta Spetie.

      • Quinta Spetie.

  • Seconda
    • Maggiore e di due sorti.
      • Tuono maggiore e tiene il suo luoco tra la 2. e 3. corda d'ogni tetracordo, e col suo mezo si passa dalla diatessaron alla diapente cioè dalla quarta alla quinta.
      • Tuono menore, e tiene il suo luoco fra la 3. e 4. corda d'ogni tetracordo, e col suo mezo si passa dalla diapente all' essacordo, cioè alla sesta maggiore
    • Menore e chiamasi semituono maggiore, col suo mezo si passa dalla terza maggior alla quarta, e tiene il suo luoco fra la prima e seconda corda d'ogni tetracordo.

Aviso

  • Tetracordo e un'ordine di quatro corde contenuto ne gl'estremi dalla proportione sesquiterza, nel qual si può modulare per tre intervalli secondo un certo & determinato modo contenuto tra esse corde
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Di quello che si ricerca in ogni compositione.

Soggietto si chiama quella parte sopra la quale il compositore cava l'inventione, di far l'altre parti della cantilena, siano quanti si vogliono, e tal soggietto puo essere.
  • Inventione propria
  • Inventione d'altri accommodata alla sua cantilena
  • E tal inventione può essere tenore ò altra parte di canto semplice, o composto, overo potranno essere due ò più parti che si seguitono in consequenza. E quando non havrà ritrovato soggietto
    • Quella parte con la quale il compositore darrà principio alla sua cantilena sia qual, sia voglia, sarra il soggietto.
    • Quella parte sopra la quale sono accomodate l'altre in fuga ò consequenza & è la principale: Non dico quella che incomincia ma quella che mantiene il modo, sopra la quale sono accomodate l'altre distanti l'una dall'altra per qual intervallo si sia, sarra il soggietto
E se il compositore andra cavando una parte dall'altra, quella particella che lui cavara dall'altre sopra la quale da poi componera altre parti della sua cantilena si chiamera il soggietto. Ma oltra questa consideratione del soggietto intorno alla compositione bisogna ancora.
  • Che sia composta di Consonanze, di poi habbi in se per accidente molte dissonanze accommodate con debiti modi.
  • Che le parti della Cantilena, cantino bene, cioè che le modulationi procedono per intervalli che siano legitimi del genere, e che agevolmente, si possino cantare.
  • Che le modulationi & il concento sia variato e che le cantilene non continuino molto nel grave, ò nell' acuto, e le parti stiano ne suoi termini.
  • Che la cantilena sia ordinata sotto una determinata Harmonia, ò Modo, ò Tuono.
  • Che l'Harmonia che in essa si contiene sia talmente accomodata alle parole, che nelle materie allegre, l'Harmonia non sia lamentevole, o per il contrario, nelle lamentevoli l'Harmonia non sia allegra.
  • Che in essa si ritrovi il numero delle figure convenienti secondo, il tempo Modo e prolatione, sotto'l quale sarra composta.
  • Mancando l'una di queste conditioni alla compositione, potrassi con qualche ragione dire che sia imperfetta.
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Di quante sorti siano i movimenti delle Consonanze.

Mentre che i suoni si ritrovano in una sola estensione, overo in diverse secondo l'occasione e il comodo del compositore, e che di la si partono per andar altrove, e necessario che in cosi fatta partita gli cada movimento, perche non può la voce far motto di un luoco, in un'altro senza il motto locale. Ma questo motto di quante sorti appresso il Musico si ritrovi, le dimostra la sottoposta figura, e con quali rispetti s'habbi d'andare da un luoco all'altro le sequenti Quatro Tavole per esser quatro motti ancora lo dimostrerano.
E parso ad alcuni troppo sacenti di dire che in dui di questi movimenti, si possa e si debba procedere senza rispetto alcuno, e i motti sono questi
  • Da A. à D.
  • Da C. à D.
Quanto la loro opinione sia ragionevole lo lascio iudicare à quelli che in cio sono consumati, e nelle sequenti Tavole si vedra.
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Di quei movimenti che si fanno da A. à B. cioè da una perfetta all' altra.

Non è possibile in modo alcuno poter ridurre in atto alcuno di quei movimenti che la tavola passata contiene se non col mezo del
  • Motto contrario da contrapontisti più d'ogn'altro osservato & caro, e tanto s'intende contrario quando le parti si allontanano, come quando si avicinano essendo lontane.
  • Motto Retto s'intende ogni volta che ambe le parti ò ascendono overo discendono in un medesimo tempo insieme.
  • Obiquo per cosi dirlo, occorre ciascuna volta che una parte sta, e l'altra si move sia. poi si voglia che si movi ò stia.

Avisi intorno a tal motto

  • Non si permette nelle compositioni, due consonanze che siano simili l'una doppo l'altra come due unisoni due ottave due quinte, ne si concedono col ponergli di mezo una pausa minima, overo una dissonanza.
  • Vietano nel motto contrario quel movimento che si fa dalla quinta all'unisono, e dall' unisono alla quinta ne contraponti à due voci, ma ben lo concedono, quando una parte ascende per quarta e l'altra discende per grado.
  • Schisano che le parti mutino luoco, restando la istessa consonanza e'l medesimo suono.
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Di quei movimenti che si fanno da A. à D. cioè dalla perfetta, ad una imperfetta.

Si riducano e pongono in atto questi movimenti con lo istesso ordine del passato che sono il motto
  • Contrario
  • Retto
  • Obliquo

Avisi

  • Prohibiscono i moderni pratici, che si facci il mi avanti, o doppo'l fa che gli corrispondi, per quinta, quarta, overo ottava, e cio perche fra le parti non si ritrova che vi sia relatione Harmonica.
  • Che non si movino nel motto contrario dall'unisono alla sesta, per la molta asprezza che in tal consonanza si ritrova.
  • Vietasi nel motto retto, che non si possi andare di quinta in sesta, ogni volta che una parte si move per grado, e che quel grado sarra di semituono, l'altra di terza menore.
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Di quei movimenti che si fanno da. C à B. cioè dall' imperfetta alla perfetta.

Lo medesimi modi riducono in atto questo motto, de gl' altri e sono
  • Contrario
  • Retto
    • A piu voci si concedono
    • Prohibiti à tutti i modi
  • Obliquo
Vogliono che si vadi da una consonanza all' altra con la piu vicina, e quali siano le piu vicine, s'è dimostrato di sopra.

Avisi

  • Osservano che nel motto da C. à B. si vadi in modo che una delle parti col movimento nel qual sia il semituono ò tacito ò espresso come nel motto contrario è dimostrato.a piu voci
  • Non vieta ma loda il buon pratico che si vada dalla sesta alla quinta diminuta senza semituono, purche le parti doppo tal quinta vadino ad incontrarsi in Terza maggiore.
  • Dicono non esser bene lo andare di sesta in quinta che ambidue le parti ò ascendino, ò descendono, perche tiene della natura di due quinte, bene lo concedono à piu Voci fra le parti di mezo.
  • Concedono pero che si vadi di sesta maggior in quinta se bene contra la natura sua, e sarra come licenza poetica nel motto obliquo.

Di quei movimenti che si fanno da. C. à D. cioè da una Imperfetta, ad una Imperfetta.

Nella istessa maniera si riduce all' atto questo motto che gli passati col motto
  • Contrario
  • Retto
  • Obliquo

Avisi

  • Non concedono che nel motto retto si possi fare due seste maggiori, per salto di terza, onde ne naschi relatione che harmonica non sia. seste maggiori
  • Negano il far due seste minori nel motto retto mediante le quali possi nascer lo istesso errore, che nelle seste maggiori. > seste minori
  • Ne manco sopportano il salto di due terze che maggiori siano, overo che per grado caminino, quando però tra di loro nasce l'istessa relatione, che nave tra le seste, e cio s'intende delle minori ancora. Terze maggiori
  • Menori
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Ultimi precetti di Contraponti semplici.

Se il compositore havrà caro che le sue cantilene rieschino grate, e regolatamente fatte bisognerà che avertischi a molte cose, e prima osservarà di fare che
  • Le parti della cantilena in tal maniera siano poste, che ogni cosa si senta di buono, voglio dire che ne contraponti semplici non si ponghi alcuna dissonanza.
  • Le parti fugano gl'unisoni e le ottave piu che sia possibile, perche rendono le cantilene poco grate, & di consonanze prive.
  • La moltitudine de contraponti da lui hora nel grave, hora nell'acuto fatti, gli siano strada à facilitare, quei contraponti che diminuti si chiamano, & à esser pratico delle corde. Soggietto nel acuto. Soggietto nel grave.

Avisi

  • Farra di modo che le sue cantilene fornischino in una delle Consonanze perfette, e le sarrà molto in proposito l'unisono overo l'ottava.
  • Sarra ben fatto il dar principio pe consonanza che perfetta sia, tuttavia potrà ancora far tal principio per imperfetta, conciosia che al fine e non al principio si dia sempre la perfettione.
  • Userà ogn'arte accio le parti vadino modulando piu per grado che possibil sia, per esser conforme piu alla natura, & al Cantore di molto comodo.
  • Dovendo usar salti, fugga quello di sesta maggiore, & tutti gl'altri che sconvenevoli, e all'udito di molestia sono.
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Di quello che osservar si debbe ne Contraponti composti à due Voci.

Sono i Contraponti semplici di figure tra di loro equali composti, ma quelli che diminuti sono di figure inequali purche siano equivalenti alle figure ò segni positivi che nella parte del soggietto si ritrovano si compongono. Et perche tutta questa difficolta versa intorno a tre sorti de figure però di ciascheduna si tratterà, & prima delle semibrevi, & minime, e le semibrevi in dui modi si pongono.
  • Slegate in dui modi nel
    • Battere, si ponera nel principio de contraponti non mai nel mezo.
    • Levare, si porra nel principio & nel mezo; ma perche quella parte che cade nel battere può esser
      • Consonante però
        • Quando sarra tale la minima che la seguitara, ò per salto, ò per grado potra esser consonante
      • Dissonante pero
        • Quando sarra tale sia necessario che la minima sia consonante, & per un grado descendente, non mai ascendente, & quando in suo luoco vi bisognera ponere le due semiminime le seguenti tavole lo dimostreranno.
  • Legate si pongono ne contraponti nel principio non mai nel mezo. Ma perche tal ponto può essere.
    • Consonante pero la minima che le seguitara potra essere
      • Consonante & per salto e per grado
      • Dissonante caminar per grado ne mai per salto.
    • Dissonante pero.
      • Sarra necessario, che la seguente minima sia consonante & per un grado descendente.

Avisi

  • Non è contento l'udito che quella minima posta doppo la semibreve, risolva quella parte che sarra dissonante, in ottava, overo in unisono.
  • Della minima col ponto potra servirsene nel battere & nel levare, nel battere, nel principio, nel levare, nel principio & nel mezo.
  • Non battera sopra la prima parte in un sono, ò in ottava, ma con la seconda nel levare
    • cattivo
    • buono
  • Vedra di far si che essendo la minima puntata, la seconda delle due Crome non ribatta in ottava, ne in unisono.
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Come adoprar si debbano le semiminime ne Contraponti composti, quando il canto fermo sarrà posto nel grave.

Di queste figure quatro se ne pongono per il d'una semibreve e perche si costuma di ponerne dua doppo la semibreve col ponto, overo sincopata, et anco doppo, la minima in battuta pero può accadere in tre modi overo.
  • Che la seguente figura doppo la seconda semiminima immediatamente discende all' hora
    • Se la minima ò il ponto di minima sarra sesta e la parte del non si movera se la minima sarra nella sincopa di semibreve posta in quarta col soggietto descendendo il soggietto per salto di terza.
    • Se la minima ò il ponto di minima o la semibreve sincopata sarra undecima e che il canto fermo ascendera per quarta.
      • La prima semiminima sarra consonante.
    • Se il valor di una minima che precede la semiminima, sarra quinta con la parte del soggietto, e che il soggietto descendera per grado.
    • Se il valor di detta minima sarra decima con la parte del soggietto, e che il soggietto ascenda per grado ò per Terza.
      • La seconda semiminima sarra consonante.
  • Che la seguente figura doppo la seconda semiminima ascende per grado all' hora
    • Se il Canto fermo sarra quarta overo settima con la minima, ò ponto di minima ò sincopata.
    • Se il canto fermo sarra sesta con la minima e ascendera per terza, ò non si movera.
      • La prima di tal semiminime sarra consonante.
    • Se il Canto fermo sarra quinta con la minima e descendera per grado
    • Se il canto fermo sarra terza con tal minima, e descendera per grado overo per quarta.
      • La seconda semiminima sarra consonante.
  • Che la seguente figura doppo la seconda semiminima ascende per salto all' hora.
    • La seconda di tali semiminime sarra sempre consonante come vi dimostra chiaramente la demostratione.

Avisi

  • Ogni volta che le semiminime sarranno poste ne contraponti per salto sia qual si voglia, sarra si che tutte siano consonanti, e quando molte di loro, ò ascendono, overo discendono per grado, una sia consonante, l'altra no.
    • per salto
    • per grado
  • Sarra buono e ben fatto che i fondi, e le cime siano consonanti, e non come molti fanno dissonanti.
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Come adoprar si debbano le semiminime ne Contraponti quando il canto fermo e posto nell' acuto.

In altra maniera andranno accomodate le semiminime, di quello che sono state ne contraponti dove il canto fermo tiene la parte grave saranno però tre i modi overo.
  • Che la seguente figura doppo la semiminima immediatamente descenderà all hora.
    • Se il canto fermo sarrà seconda con la minima.
    • Se il canto fermo sarra quinta e non si movera ò ascendera per salto di terza.
      • La prima sarra consonante.
    • Se la minima sarra col canto fermo Terza, e ascendera per terza, ò descendera per quarta.
    • Se sarra sesta e ascendera per grado overo per quarta.
      • La seconda sarra consonante
  • Che la seguente figura doppo la seconda semiminima ascendera per grado all' hora
    • Se il canto fermo sarra seconda con la minima.
    • Se la minima sarra quinta col canto fermo, e descendera esso canto fermo per quarta, ò ascendera per quinta.
      • La seconda sarra consonante
    • Se sarra sesta e ascendera per quarta, ò descendera per quinta.
    • Se sarra terza e ascendera per terza ò descendera per grado.
      • La prima sarra consonante
  • Che la seguente figura doppo la seconda semiminima ascendera per salto.
    • Sarra necessario che sempre la seconda di dette semiminime sia consonante & non mai dissonante, accio che l'udito resti a pieno sodisfatto.

Avisi

  • E quando il compositore pigliasse per soggietto una parte che fosse di canto diminuto, all' hora si osserverà di porre cotali semiminime che siano consonanti, secondo la dispositione si della parte del soggietto, come quella del Contraponto.
  • Se tali semiminime andranno per grado, ò per salti, osservarassi quello che nella passata Tavola habbiamo posto, & di più che le cime & i fondi siano disposti come la si contiene.
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Con qual sorte di figure sia lecito dar principio alle cantilene.

Potra il compositore dar principio con qual sorte di figure gli piacera ma sarra avertito che
  • Le parti, quella del soggietto e quella del Contraponto potrano insieme, dar principio alla Cantilena, ma non sarra gia questa legge fatale e necessaria, anzi a voglia del compositore.
  • Le parti possono haver delle pause di breve di semibrevi, & altre secondo che a lui tornera comodo la qual cosa e di molto ornamento, & utile, di più che
    • Non sarra lecito, se bene molti l'usano, di porre doppo la pausa di longa ò di breve, quelle figure che s'adimandano minime per esser il motto troppo veloce, e alla natura sconnevole.
      • Ma sarra bene elegante doppo la pausa di minima, dar principio alla cantilena con la minima overo con la semibreve sincopata, parte propinqua di detta pausa di minima, e in tal modo sarra posta di maniera che l'udito ne pigliera piacere.
  • Delle parti quella del soggietto pausi, e quella del contraponto incominci overo che
    • Quella del Contraponto pausi, e quella del soggietto dia principio, & cosi all uno, e all altro modo da buoni auttori Antichi e Moderni viene usato
  • Le figure cantabili ò segni positivi sono posti in quatro differenze, & si chiamano una dell' altra parte
    • Propinqua
      • Quella è parte propinqua d'un' altra che immediatamente nell ordine de segni positivi di sopra posto la seguita senza alcun mezo come doppo la breve la semibreve e cosi la semibreve verra ad essere parte propinqua della breve.
    • Remota
      • Quella remota che nell' ordine detto s'interpostone una è la terza, come la breve, e la minima à cui s'interpone la semibreve, e cosi la minima si adimanda parte remota della breve.
    • Piu remota-
      • Quella è piu remota che nell' istesso ordine interpostone dua, e la quarta, come tra la longa e la minima, à cui vi si interpone la breve e la semibreve, e cosi la minima e parte piu remota della longa.
    • Remotissima
      • Quella è remotissima che nell istesso ordine n'ha tre interposte, & e la quinta, come tra la massima, e la minima a cui si interpone, la longa, breve, & la semibreve, e cosi la minima e parte remotissima della Massima.
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Quali passaggi si debbano fuggire, e quali sia lecito seguirare.

Sonovi alcuni passaggi da compositori usati, che il replicargli rende la compositione alcuna volta
  • Povera e languida; tale si dimostra, quando il contraponto non è variato & cosifatto passaggio si ritrova essere nelle istesse
    • Corde
    • Consonanze
    • Movimenti
  • Ricca d'inventione & hà dello ingenioso; ma ad esser tale se il passaggio sarra
    • Nelle istesse corde bisognerà che non sia nelle istesse
      • Consonanze
      • Movimenti
    • Nelle istesse consonanze, sarrà dibisogno che non sia overo nelle istessi
      • Movimenti
      • Corde
    • Ne gl'istessi movimenti bisognerà non sia overo nelle istesse
      • Consonanze
      • Corde
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Della Battuta.

Vedendo i Musici che per la diversità de movimenti che le parti insieme cantando fanno poteva nascere, qualche confusione, ordinorno un segno detto plausum che vuol dire battimento delle mani, ma volgarmente detto battuta, e questo dicono essere, un segno fatto dal Musico egualmente overo inegualmente secondo alcuna proportione con la positione overo levatione della mano, à questa i Musici.
  • Applicarono hora la breve, hora la semibreve imperfette, facendole uguale al tempo del polso humano distinto in dui movimenti.
    • Levatione
    • Positione
    • E questa chiamorno battuta equale, perche tanto alla positione quanto alla levatione si attribuisse segni, ò figure di valore uguale, & quando vogliono che si intendi questa sorte di battuta, segnano le loro cantilene con questi segni nel principio.
  • Applicarono hora la breve con la semibreve, hora la semibreve con la minima, e le divisero in due movimenti ineguali ponendole in dupla proportione cioè alla.
    • Levatione una semibreve, overo una minima
    • Positione una breve overo una semibreve.
    • E questa chiamarono battuta inequale, perche alla positione attribuirno figure di doppio valore, di quello che si fa alla levatione e quando vogliono che si intenda questa sorte di battuta segnano le cantilene con questi segni.

Avisi

  • Hanno di piu usato di ponere alcune Cifre numerali, quando vogliono significare la battuta inequale ponendo il 3. sopra il 2. cosi 3/2 e la chiamarono sesquialtera, ma ogni volta che sarrà in questo modo signata potra la battuta essere.
  • Eguale e sarra
    • Ogni volta che sarranno collocate nel principio, ma non di tutte le parti.
    • Quando sarranno poste nel mezo di alcuna parce solamente.
  • Ineguale
    • Ogni volta che tali cifre si porranno nel principio di tutte le parti della Cantilena.
    • Quando nel mezo sarranno poste di tutte le parti.
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Della Sincopa.

Intendono per sincopa quella trasportatione che si fa di alcuna figura cantabile minore oltra una ò piu maggiori alla sua simile ove convenientemente si possa applicare & numerare per finire il numero della misura del suo tempo, però quella figura si dice sincopata che incomincia nella levatione della battuta non mai nella positione & si ritrova essere di due sorti.
  • Propriamente detta puo nascere ò dalle
    • Figure, ogni volta che gli se ne interpone una, che sia del valore per la metà della sincopata.
    • Pause, quando ò nel principio ò nel mezo se gl'interpone pause che siano del valore per la metà delle figure sincopate.
  • Impropriamente detta è quando sia qual figura si voglia, nel tempo perfetto, ò nell'imperfetto, intesi, l'uno per il circolo, ò semicircolo non tagliati l'altro per quelli che sono tagliati le figure incominciano nella positione, ma per il ponto paiono sincopate.

Aviso

  • Sarrà il compositore avertito di far che le pause non siano sincopate perche rompono la misura e'l tempo, oltra il discomodo che ne piglia il cantore.
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Quello che sia Cadenza, e di quante sorti si ritrovi essere.

Cadenza dicono questi Musici essere una certa finale terminationi di tutto il concento overo del contesto dell' oratione. & è à simiglianza del ponto fermo nell' oratione, & non si debbe usare se non quando la sentenza perfetta delle parole, ò nella prosa, ò nel verso e terminata; e ritrovasi essere di due maniere overo che ella è.
  • Semplice e all'hora le sue parti procedono con segni che simili sono, e non contengono dissonanza, ne sincopa ma questa e overo.
    • Perfetta quando le parti si vano ad incontrare, overo discostandosi finiscono in unisono ò in ottava, & usasi quando la sentenza ha da finire perfetta, si nella prosa, come nel verso.
    • Imperfetta quando le parti discostandosi, non forniscono ne in unisono, ne in ottava, ma in altre consonanze e chiamasi fuggir la cadenza. Usasi quando si fa alcuna distintione mezana dell Harmonia, ò delle parole insieme, le quali habbino fornito perfettamente la sentenza.
  • Composta, e all'hora procedono le parti con varie figure, consonanti e dissonanti, et in essi vi si ritrova la sincopa e di due sorti si ritrova.
    • Perfetta quando doppo il motto contrario che fanno le parti insieme, si vanno ad incontrare in unisono overo in ottava & usasi come la semplice perfetta.
    • Imperfetta quando doppo il motto che fanno le parti si ritrovano ò in terza ò in quinta ò sesta, e chiamasi fuggir la cadenza & usasi come la semplice imperfetta.

Aviso

  • Sogliono usare alle volte i pratici di ponere la semibreve col ponto dissonante, usando poi tutte le circonstanze che alla cadenza si ricercano, il che non sodisfa molto il senso, però vengono avisati di non usarlo molto nelle loro compositioni accio siano piu da gl' errori purgate che sia possibile.
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Delle Fughe consequenze, & Imitationi.

Fuga è la replica di una particella, overo di tutta la modulatione fatta da una parte grave, overo acuta procedendo per alquanto spatio di tempo per gl'istessi intervalli, nello istesso suono, ò voce, e può esser fatta per motti
  • Retti, sarra di due sorti
    • Sciolta, quando sarra replicata una particella di una modulatione, da un' altra parte, in unisono, Quarta, Quinta, & Ottava.
    • Legata quando sarra in tal modo ordinata, che tutta la modulatione, potrà essere replicata da una parte, ò piu grave ò acuta, e chiamerassi consequenza, & tal replica havrà principio, in unisono, Quarta, Quinta, Ottava.
      • Guida e consequente in uno.
  • Contrarii e sarra di due maniere
    • Sciolta quando doppo un certo numero di figure, si potra replicare una parte della modulatione, non essendo pero tutta sotto posta, à cotal legge, in unisono, Quinta Quarta, Ottava.
    • Legata, quando sarrà talmente ordinata, che tutta la modulatione potrà esser replicata, da un'altra parte, ò piu per motto contrarii, chiamerassi consequenza in unisono, Quarta, Quinta, Ottava.
      • Guida e consequente in uno.

Avisi

  • Se il contrapontista sarrà si che le parti nello incominciare le fughe, siano alquanto discoste di tempo, l'una dall' altra fuggirà le cose comuni.
  • Nelle fughe legate la guida si scrivera distera, e dove havra da dar principio la consequenza se gli porrà sopra questo segno detto ripresa, e dove havra da fornire, quest' altro detto coronata
  • Nel descrivere le consequenze porra vicino alle figure cantabili la chiave della Guida, e tra questa e quella del consequente le pause c'havra da fare il consequente.
Della imitatione
  • Imitatione è quella la quale si ritrova fra dui ò piu parti delle quali il consequente imitando li movimenti della Guida procede solamente per gl'istessi gradi senza haver altra consideratione da gl'intervalli, & havra il consequente principio, in seconda. Terza. Sesta. Settima nel resto se seguitera l'ordine delle fughe.
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Di alcune consequenze che à due voci si fanno.

Usano alcuni di far certa sorte di consequenze, le quali aiutano ad acuire l'insegno e si ritrovano essere di due sorti.
  • Semplici, e tale sarra ogni volta che il consequente seguitara la guida nell
    • Acuto doppo una pausa di minima per
      • Quarta, e bisognera che osservi di
        • Descendere per Terza. Quinta. Ascendere per Grado Ottava ne mai porra detta ottava per il valore di una semibreve.
      • Quinta, e la guida osservara di
        • Descendere per Grado. Ottava. Quarta. Sesta. Ascendere per Terza. Quinta. Ma con molto giudicio.
      • Ottava, e la guida osservera di.
        • Descendere per Terza. Quinta. Ascendere per Quarta. Sesta.
    • Grave doppo una pausa di minima per
      • Quarta osservera la guida di
        • Ascendere per Terza. Quinta. Grado ma solo, Descendere per grado. Ottava.
      • Quinta, osservera la guida di
        • Ascendere per Quarta. Sesta. Grado. Descendere per Terza Ottava.
      • Ottava, e la guida portrà
        • Ascendere per Quinta. Terza. Grado solo. Descendre per Quarta & altri intervalli, ma non sarra purgato contraponto
  • Doppio, e sarra tale ogni volta che non solo seguitarà la guida per intervallo di Quinta, ottava, & altri, ma potrassi trasportare una parte ò nell'acuto, ò nel grave, di modo che sarra diverso effetto dal primiero e accadere se il
    • Consequente seguira la guida doppo un tempo per una quinta nel grave, e quello che hora è consequente, diventa guida, e si trasporta per una quarta nell'acuta la guida prima osservera di fare.
      • Che nel principale non sia sesta, che la guida non passi sotto'l consequente doppo la Terza la Quinta non seguiti mai di non passare dall'ottava alla quinta per motti contrarii.
    • Consequente seguira la guida doppo una semibreve per una quinta nel grave, e si trasporte come la superiore potra la guida.
      • Descendere per Terza. Grado. Quinta. Quarta. Ascendere per Sesta. Quinta. Quarta Grado. Solo.

Avisi

  • Potra lo ingenioso studente, guidato dal lume di queste maniere de contraponti ritrovar altre maniere, che per brevita lascio.
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De Contraponti doppii che à due voci si fanno.

E il contraponto doppio una leggiadra, e ingeniosa compositione, che in piu maniere si puo cantare mutando le parti di acute gravi, e de gravi acute, in modo tale che si oda nella replica concento diverso dal primo, & è di due sorti over che
  • Il primo che si compone e la replica si canta mutandosi le parti di acuta grave, e di grave acuta, e caminerà per
    • Gl'istessi intervalli all'hora il
      • Contraponto replicato si canta facendo la parte acuta del principale, piu grave per una quinta, e la grave per una ottava piu acuta, ma farrà che.
        • Nel principale non si ritrovi mai sesta.
        • Non passino la duodecima corda le parti.
        • Una corda non occupi il luoco estremo dell' altra.
        • Non facino sincopa dove sia la settima, ma l'altre si.
        • Dopppo la decima minore, non si senti ne ottava, ne duodecima ò la quinta, ò l'unisono quando le parti procedono per motti contarii.
        • Finischino in cadenza di quinta ò duodecima.
    • Variati intervalli e all'hora il
      • Contraponto replicato si canterà per una decima la parte acuta piu grave, e la grave piu acuta per una ottava, & osserverà di
        • Non porre nel principale due consonanze simili, due terze, due seste.
        • Non far sincope dissonanti ma consonanti.
        • Caminar piu per grado che sia possibile per il discomodo della replica
        • Fugire il salto di quarta è di quinta perche nella replica torna male.
        • Far tenere le parti il luoco l'una dell'altra ma condicionatamente.
  • Doppo il principale si canta la replica che procede per motti contrarii cambiate le parti di grave acuta e di acuta grave, & osserverà che
    • Le sincope poste nel principale siano tutte consonanti.
    • Non torna bene la decima doppo la quale seguiti l'ottava.
    • Torna male nella replica poner la terza avanti l'unisono quando le parti insieme assendono.
    • Torna male poner le parti troppo lontane l'una dall'altra.
    • Nella replica la parte acuta si pone piu grave per una nona; e la grave piu acuta per una settima.
.

Avisi universali intorno à simili sorte de contraponti.

  • Non si deve ponere la terza doppo l'unisono, ne doppo l'ottava, quando le parti della cantilena cantano insieme.
  • Schivarai la sesta doppo la quinta, quando le parti ascendono, e la decima doppo la duodecima.
  • Non procederai dall' ottava alla decima minore, se non quando la parte acuta sarrà il movimento di tuono, e la grave di semituono.
  • Non passerai dalla Terza, ò dalla quinta alla decima minore per contrarii movimenti.
  • Fuggirai il motto dalla quinta alla terza maggiore, quando la parte grave non si move, e quando l'acuta stà, guardisi la grave di far simil movimento.
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Di alcune consequenze che à tre voci si fanno.

Sono le consequenze che à Tre Voci si fanno di tante maniere che impossibile mi pare in una facciata in Tavole ridurle tutte, ma perche quelle che piu si costumano da gl'auttori ponero io in questa Tavola però seguitano la guida per una
  • Pausa di minima distanti ò per
    • Unisono, sarrà che la guida
      • Descenda per Terza. Quarta. Quinta.
      • Ascenda per Terza. Quarta. Sesta.
    • Quinta e la guida
      • Descendera per Ottava. Sesta. Grado.
      • Ascendera per Terza. Quinta.
    • Ottava e la guida
      • Descendera per Quarta. Terza. Sesta.
      • Ascendera per Quinta. Quarta. Terza.
  • Pausa di semibreve distante dalla guida per una Quinta & osservera che la guida
    • Descenda per Terza. Grado.
    • Ascenda per Ottava. Terza. Grado.

Aviso

  • Se desideri piu longo ragionamento, e maggior coppia di questi essempii leggi le institutioni del R. Gioseffo Zarlino nella parte Terza capitolo. 63. che restarai sodisfatto.
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De Contraponti doppii che si fanno à Tre Voci.

Sono differenti questi da quelli che à due voci si fanno; che quelli si possono cantare à due & anco à tre, giungendo loro una parte che canti ò nell acuto ò nel grave per una decima, ad una parte principale. E questi non si possono cantare, se non con quelle parte con che vengono composti, e si sente nella replica molta varietà. le specie de quali sono molte tuttavia ne ponero tre sole per essempio del tutto e la
  • Prima sarra quando composte tre parti, si vorrà la replica poneremo il basso piu acuto per una quinta: il soprano, e'l tenore piu gravi per un'ottava, e per far cio bisogna osservare di
    • Non far che le parti di mezo col basso, faccino sesta.
    • Non far terza il basso col tenore doppo la quale seguiti la quinta.
    • Non ponere il basso col soprano in decima, doppo la quale seguiti la duodecima quando le parti insieme .
    • Non far sincopa di settima.
    • Fuggir la decima doppo la quale seguiti la quinta procedono per motti contrarii.
    • Fuggire che le parti tra di loro faccino quarte
  • Seconda, quando che fatte le parti principali, si vorrà la replica, tal replica sarra per motti contrarii, e si trasportera il basso nell acuto per una sesta. il tenore nel grave per un tuono il soprano per una decima nel grave; ma si osserverà nel principale di far che.
    • Le sincope siano tutte consonanti.
    • Il tenore non sia lontano dal soprano per quarta. potranno le parti occupar l'una il luoco dell' altra secondo il bisogno.
  • Terza quando composto il principale si vorra la replica il basso restera nelle sue corde. Il soprano per una duodecima. Il tenore per una quinta si trasporterranno piu gravi, ma osserverà che quando il
    • Soprano cantera col basso soli, vedra di fare che
      • Il soprano non passi sotto'l basso.
      • Non faccino sincopa di settima, ma di seconda e quarta.
      • Non faccino sesta le parti non siano lontane piu che per una duodecima.
      • Doppo la Terza non seguiti la quinta, e doppo la decima la duodecima.
    • Il tenore cantera col basso si avertira di far che
      • Non siano lontane ne per ottava ne per sesta, stando il tenore sopra il basso, se sarra sotto non si porra ne per sesta, ne per quinta se tal quinta non fosse nella seconda parte della sincopa doppo la quale ne seguiti la sesta subito.
    • Il tenore cantera col soprano soli avertira di far che
      • Non si senta quinta eccetto nella seconda parte della sincopa, e bisogna poi che gli seguiti di[gap — ] la sesta. Doppo la terza non si facci sesta e poi ottava, non dimori molto sopra la terza. puo usare la sincopa di quinta.
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Di alcune cose che si possono usare, & altre che s'hanno à fuggire.

Se il compositore ne Contraponti Tre Voci osservera le regole di sopra dote à Due Voci. sarrà le sue compositioni maggiormente lodate e da errori purgate ma; oltra di quelle ve ne sono alcun' altre che sono.
  • Lecite sarranno se sarra che
    • La parte di mezo col basso, il motto l'una di terza, l'altra di quinta ambe due descendendo, overo una si mova per grado, l'altro di quarta.
    • La parte grave stia ferma, l'altre parti una ascendendo, l'altra discendendo, s'incontrerano in quarta col basso; potra ancora usar detta quarta liberamente. ma non apportera tanto di vaghezza all'udito.
    • Le parti di mezo tra di loro usino il trittono, e la semidiapente, & anco col basso con molta contentezza dell'udito. page 37
  • Lecite se frequentasse overo usasse di far
    • Che le parti mezane col basso faccino il motto di sesta in Unisono, ò di unisono, in sesta. potranno però far tal movimento tra di loro le parti mezane ogni volta che una parte per quinta, l'altra per semituono, ò s'accosteranno ò s'allontaranno.
      • Illecito.
      • Lecito.
    • Quelle Cadenze nelle quali non entra la dissonanza, e veramente come ogni uno può da se stesso sentire non sono grate all'udito ma piu tosto di fastidio, e disturbo, insipide.
    • Che le parti nel far la cadenza entrasse l'una in luoco dell'altra, onde ne nascerebbe quanta superflua, e grand errore, come si vede che il tenore discende per quarta in una terza col basso e di poi ritorna al suo luoco, e'l soprano fa quinta col detto tenore, e superflua.

Avisi

  • Ponendo nelle compositioni, alcuna figura sincopata debbe aver l'occhio, à far si che l'altre parti siano tra di loro consonanti.
  • Se vedra le compositioni di Claudio da Correggio, di Costanzo porta che sono purgate, conoscera molte altre cose degne da esser osservate, belle & ingeniose.
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Del Tempo, Modo, e prolatione.

In ogni Cantilena si ritrova essere
  • Tempo, il qual è una certa è determinata quantità di figure menori nella breve considerate & è di due sorti.
    • Perfetto, è ritrovasi nella cantilena segnata con questo segno. [tempPerf] che dinota la breve valere tre semibrevi, ò tre semibrevi doversi porre per il valor di una breve.
    • Imperfetto, ritrovasi in quella cantilena nel principio della quale è posto questo segno [tempImperf], che altro non vuol dire se non che la breve val due semibrevi, e si pongono due semibrevi in luoco di una breve.
    • E si numerano le cantilene
      • A tre semibrevi, per tempo è l'ultima non e posta in tal canto.
      • A due semibrevi per tempo è la figura ultima non viene numerata in tal canto.
  • Modo, è una quantità di longhe considerate nella massima, overo di brevi considerate nella longa secondo la divisione, ternaria, ò binaria, & è diviso in due parti.
    • Maggiore, e intendevano esser tale ogni volta che nel principio della Cantilena ponevano due overo tre pause di longa, le quali abbracciassero due overo tre spatii.
    • E questi dicono essere
        • Perfetto, è cio intendevano quando ponevano tre delle mostrate pause, è la massima vale tre longhe, è si numera la cantilena, di tre longhe in tre longhe.
        • Imperfetto, e all'hora si poneva due delle mostrate pause, e la massima val due longhe, e numeravano di due longhe, in due longhe la cantilena.
        • Perfetto, era quando si poneva una sol pausa che abbracciasse quatro linee, è la longha val tre brevi, e numerasi di tre brevi in tre brevi.
        • Imperfetto era quando ritrovavano una pausa che abbracciasse dui spatii, la longa val due brevi, e si numera di due brevi in due brevi.
    • Menore, e questo era considerato ogni volta che nel principio si poneva una sola di dette pause.
  • Prolatione dicono essere una quantità di minime nella semibreve considerate & è di due sorti
    • Perfetta, ogni volta che sarra segnata la cantilena con questi segni [tempPerfProlPerf] [prolPerf] è la semibreve val tre minime, è numerassi di tre minime in tre minime.
    • Imperfetta ogni volta che sarrà signata con questi segni [tempPerf] [tempImperf], è la semibreve val due minime è vengono numerate di due minime in due minime le Cantilene.

Aviso

  • Per dimostrare il modo maggiore, & minore gl'antichi ponevano le pause gia dette, è quando dinotavano cio erano poste avanti i segni è si chiamavano Indiciali, è erano poste doppo i segni si chiamavano indiciali & essentiali è le numeravano con le figure cantabili.
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Della perfettione de segni positivi.

Perche questi segni positivi alle volte variano il loro valore secondo che sono accompagnate da diversi accidenti, perciò da Musici sono chiamati alcuni.
  • Agenti
    • Tali posero le minime, le quali possono far imperfetti gl'altri segni, restando, perciò elle immutabili, e senza patire accidente di sorte alcuna.
  • Patienti
    • Tal si ritrova essere la Massima tra segni poitivi il maggiore può lui patire imperfettione, ne ad altri segni simil accidente può far patire.
  • Agenti & Patienti
    • Tali sono le longhe, le brevi & le semibrevi, perche non solo patiscono e sono sottoposte ad esser perfette ma imperfette ancora, e à far patire perfettione e imperfettione à gl'altri segni.

Avisi

  • Quelle figure che sono perfette, valgiono tre di quelle che gli sono parte propinqua.
  • Quelle che imperfette, due.
  • Qualunque segno, ò figura posta avanti ad una sua simile, è perfetta. E tal similitudine si piglia quanto alla forma, è non al colore. Nel tempo, Modo e prolatione.
  • Tutte le figure sottoposte al tempo, Modo, è prolatione, possono esser perfette & imperfette secondo che al compositor piace.
  • Ogni segno positivo posto avanti ad un segno privativo che sia del suo valore, sarra perfetto.
  • La Massima longa breve ciaschuna delle quali sia posta avanti una legatura del lor valore, sarra perfetta.
  • Quando tra due figure maggiori saranno poste due ò tre propinque, la prima sempre sarra perfetta, lo istesso effetto formano le pause.
  • Quando nel tempo perfetto fra due brevi sarra posto, cinque ò sei semibrevi all'hora la prima breve, sarra perfetta, e l'ultima delle cinque alterata è la prima avanti le sei sarra perfetta senza alteratione delle semibrevi.
  • ultima delle. 5. alterata.
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Della Imperfettione de segni positivi.

Dicono questi compositori che l'imperfettione ne segni positivi altro non è, che una certa diminutione di una terza parte reducibile alla figura nella perfettione del numero ternario. Ma ogni segno positivo patisce imperfettione in tre modi
  • Dalla parte avanti, e questo può essere in due maniere quanto
    • Al Tutto, e sarra fatto imperfetto da una sua parte propinqua, e tal parte può essere
      • Segno positivo,
      • Segno privativo
    • Alle parti, è sarra fatta imperfetta da parti che sarranno remote, e remotissime, purche reintegrano la terza parte del suo valore, e si farrà con segni
      • Positivi
  • Dalla parte di dietro e si fa in due modi quanto
    • Al tutto con segni
      • Positivo
      • Privativo
    • Alle parti con segni
      • Positivi
  • Dalla parte avanti è dalla parte di dietro per il ponto cioè quando tra due figure maggiori sarranno poste due figure minori propinque, overo le pause del valore di tal parte.

Avisi

  • Il Colore toglie sempre la terza parte alle figure sottoposte alla
  • Quella figura che patisce imperfettione, è sempre maggiore di quella che fa tal imperfettione.
  • Quella figure che cagiona l'imperfettione, si ha da considerare quanto alla quantità perfetta, e che sono sottoposte al numero Ternario.
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De Punti.

E il ponto un segno che si aggiunge à segni positivi per accidente hora doppo, hora sopra, hora fra due di loro, &è di quatro sorti di
Perfettione.
Questo punto si pone subito doppo la figura che può esser perfetta nel segno di perfettione per conservar la perfettione à tal figura.Modo maggior perfetto Modo minor perfetto Tempo perfetto Prolatione perfetta
Val questo punto la terza parte della figura perfetta, alla quale si pone vicino.
Accrescimento.
Si pone senza alcun mezo doppo la figura che non può, ne si può far perfetta in alcun modo, si come nelle figure poste ne segni d'imperfettione, E ne segni di perfettione à quelle che sono minori della semibreve.Segno d'imperfettione. Segno di perfettione.
Valera questo la metà della figura imperfetta alla quale vi si pone al lato.
Divisione.
Fra due figure simili minori poste fra due sue maggiori & propinque, ne segni di perfettione si pone tal punto e non si canta come quello di accrescimento, e di perfettione.Modo maggior Modo maggior Modo minor Modo minor
L'offitio di questo ponto è di dividere, e far imperfetta l'una e l'altra delle due figure maggiori, e si scrive nel mezo di sopravia tali figure.
Alteratione.
Questo si pone avanti due figure minori poste avanti una maggiore propinqua. Il cui offitio e di raddoppiare la seconda figura menore che doppo lui si pone ne si canta.Modo maggior perfetto Modo minor perfetto

Alteratione

Tempo perfetto Prolatione perfetta
In altri modi fu da gl'Antichi considerato questa alteratione, percioche quando ponevano due minore parte propinque fra due maggiori la seconda era alterate ne lor segni perfetti. Intendevano tal alteratione similmente quando due figure minori erano poste fra le pause delle maggiori.
Overo ponevano, la maggiore dietro alla quale seguitavano le due minori e poi le pause.

Aviso

  • Le figure alterabili sono quatro, longa, breve, semibreve, & minima la massima per non esser parte propinqua d'alcun' altra figura, non è alterabile, e la minima è il fine di tal alteratione perche non si può partire in due parti eguali altrimenti non solo sarebbe agente, ma patiente
  • Non casca alteratione nelle pause.
  • L'Alteratione si ritrova solamente ne segni di perfettione.
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Delle legature.

Ogni prima figura.
  • Con la coda
    • della parte destra.
      • Sia ascendente ò descendente purche sia quadra sarra del valore di una longa.
    • dalla parte sinistra.
      • Ascendente sia quadrata overo obliqua, sarrà del valore di una semibreve.
      • Descendente sia ò quadrata overo obliqua sarra del valore di una breve.
  • Senza coda
    • Quadrata
      • A cui quella che dietro gli seguita ascende è del valore di una breve.
      • A cui quella che dietro la seguita discende sarra del valore di una longa.
    • Obliqua
      • A cui quella che le seguita e descendente, sarra del valore di una longa. Longa
      • Se ascendente di una breve. Breve
Ogni ultima figura.
  • Quadrata
    • Senza coda
      • Ascendente è del valore di una breve. Breve
      • Descendente è del valore di una longa. Longa
    • Con la coda
      • Sia ascendente, ò descendente sarra del valore di una longa.
  • Obliqua
    • Sia come si voglia e del valore di una breve.
Figure mezane sono quelle che vengono poste tra la prima e l'ultima ogni figura mezana sarra del valore di una breve se non havrà la coda dalla parte destra, eccetto quella che immediatamente succede doppo la prima semibreve.
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DELLA NATURA DE MODI ET COME NASCINO.

Se fin qui senza molti discorsi e dispute, s'è dimostrato quel che il Contrapontista di buono e di bello deve osservare, accioche con qualche ragione dir si possi che l'opre sue siino ben regolate, parmi hora molto in proposito anzi necessario, con l'istesso modo insegnare quelle cose, che alla cognitione de Tuoni, ò de Modi per meglio dire, si conviene. E tanto piu voluntieri fà questo, quanto ch'io sò, che se il compositore non havrà quella cognitione che haver deve de Modi, cascherà in quelli errori tanto comuni, che se incominciara per cosi dire, una cantilena del quinto Modo, seguitandola del sesto, fornira del duodecimo, e se havrà parole allegre,& piene di vaghezza, si proponerà di far la cantilena di un Modo lamentevole e mesto, e se le parole saranno meste e lamentevoli, accomodarà la cantilena sotto di un Modo totalmente lontano dalla natura delle parole. Hò perciò giudicato che sia molto necessario aggiungere le seguenti Tavole accio che ogn'uno possi, senza molta fatica e studio conoscere, come nascino di che natura siano, e come differentemente l'uno dall'altro si formino: E in ciò seguitare l'opinione del Reverendo Zarlino huomo che in questa professione ha pochi che lo agguagliano: oltra che à parer mio l'opinione di quest'huomo piu d'ogn'altra che fin qui sia stata detta, mi par ragionevole, e alla natura conforme: E se bene, à compositori vecchi par cosa strana, il mutare hora l'ordine de Tuoni, e che quello che loro chiamano primo, hora si chiama Terzo, tuttavia quando considererano, lontani dalle passioni, che questo importa poco alla sostanza & all'essenza de Tuoni, e che solo il nome e mutato, il quale è à beneplacito, credo che s'acquetarano, conoscendo che questo è stato fatto solo per ridurre le cose in ordine naturale e bello, si come alla ottava diffinitione del quinto delle Demostrationichiaramente dimostra lo istesso Zarlino, e in molti luochi nel suo Volume latino, & ne soplementi Musicali, gia da me, per amorevolezza sua veduti deve percio ogn'huomo ragionevole abbracciare quest'ordine, e ringratiar Dio che siamo giunti, à un'eta, nella quale essendo questa scienza si può dir morta per opera di quest'huomo e revissuta, di maniera che ha aperta la strada, e insegnato il modo à ciascuno, di penetrar le cose piu secrete che in essa scienza si nascondono. Dica chi vole che la verità viene consosciuta da tutti quelli che non hanno l'occhio offuscato da cosa che l'offendi. Ma per tornare alla mia prima intentione, se il pratico vole intender bene questi Modi per quel verso che intender si debbono: bisogna che prima sappi, e habbi buona cognitione della Tavola. 13. e di queste cose che seguono.
L'ottava si dice essere Harmonicamente divisa quando da una Corda mezana, e talmente tramezata, che nella parte grave resta una quinta, e nell'acuto la quarta.
L'ottava si dice Arithmeticamente esser divisa, quando da una Corda mezana sarra talmente accomodata, che nella parte grave resta la quarta e nell'acuto la quinta.
Le Cadenze regolari sono quelle che si fanno nelle corde regolari de Modi, e dove la diapason in ciascun modo Harmonicamente, overo Arithmeticamente e mediata, o divisa dalla corda mezana, le quali corde sono la estrema della quinta, & della quarta nella qual è divisa: similmente dove la quinta è divisa da una corda mezana in due terze.
Le Cadenze irregolari sono tutte l'altri, faccinsi dove si vogliano.
Finiscono tutte le cantilene nella corda grave di quella diapente, della quale si formano i modi sotto i quali sono composti.
Se il Tenore detto guida delle cantilene modula per le corde del Tuono Autentico bisognerà che il basso moduli per le corde, del suo plagale, & e converso alle quali corrisponderà il Soprano al Tenore, e'l Contr'alto al Basso per ottava, cioè modulerano sopra l'istesse corde per ottava, ò quintadecima che modula il basso e'l Tenore, e non passara ne gl'estremi suoi la decimanona overo la Vigesima corda.
Si trasportano per un'ottava nell'acuto overo nel grave, per una quinta in grave, & per una quarta nell acuto con l'aiuto della Cifra b. molle purche si possi ascendendo & descendendo havere tutte quelle corde che sono necessarie alla constitutione di tal modo cioè che diano li tuoni e semituoni all' essere suo essentiale necessarii.
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Diffinitione, Divisione, e Natura de Modi.

Modo è una qualità ò forma d'Harmonia che si trova in una delle sette spetie delle iapason, per quelle spetie di diapente & di diatessaron che alla sua forma sono convenevoli, e si dividono in due sorti.
  • Autentici e sono contenuti tra le corde di una delle sette spetie della diapason Harmonicamente divisa, da una corda mezana nella modulatione di una diapente & una diatessaron e sono.
    • Primo
      • Et è per natura atto ad esprimere danze balli, e percio da alcuni è detto modo lascivo, sotto questo è composta l'antifona Alma Redemptoris mater. Regina Coeli , & altre appresso gl'ecclesiastici.
    • Terzo
      • E per natura reputato mesto perche tiene nella parte grave della sua diapente la terza menore. Salve Regina, Victime pascali, si ritrova composto appresso gl'ecclesiastici sotto di questo.
    • Quinto
      • Commune al pianto, e gli si accomodano quelle parole che sono lamentevoli, come quella cantilena Huc me sydereo, & Te Deum patrem di M. Adriano.
    • Settimo
      • Per natura egli è modesto Iocondo e dilettevole, percio se gl'accomodano quelle parole che contengono alcuna Vittoria, E si ritrova di Cipriano di Tempo in tempo sotto questo composto.
    • Nono
      • A questo si convengono parole lascive, & allegre, et anco che significano minaccie, perturbationi & ira, Adriano compose sotto di questo Pater peccavi.
    • Undecimo
      • Si potranno accomoder à questo parole, allegre, dolci soavi, e materie che contengono dilettatione, appresso gl'ecclesiastici si ritrova composto, Gaudeamus omnes. Huc mana.
  • Plagali, e sono collocati fra le corde di una delle sette spetie della diapason divisa Arithmeticamente da una corda mezane nella modulatione di una diapente & una diatessaron e sono.
    • Secondo
      • Questo è atto ad esprimere cose amatorie che contengono lamenti, e tiene della natura mesta, e languido: Giosquino compose sotto di questo Inviolata insegna.
    • Quarto
      • Pianto, mestitia, solecitudine, calamità & ogni generatione di miseria si conviene à questo praeter rerum seriem di Giosquino. Avertatur obsecro di Adriano si ritrovano composti.
    • Sesto
      • Parole che contengono otio, quiete, tranquilità, adulatione, fraude, detrattione, si pongono sotto questo modo come il Deprofundis di Giosquino.
    • Ottavo
      • Questo non è molto allegro, è però stato usato nelle cantilene gravi, e divote che contengono comiseratione e lagrime: Ecce Maria nobis. di Gio. Motone.
    • Decimo
      • E lontano da ogni malitia & vitio, però se gli accomodano, parole, ò materie mansuete, costumate gravi, continenti cose profonde, speculative, & divine si ritrova di Giosquino. Benedicta & caelorum Regina .
    • Duodecimo
      • Questo, s'avicina alla natura del quarto & del sesto. E si ritrova di M. Adriano Flete oculi, rorate Genas.
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Da che si Formano i Modi.

Formasi il Modo
  • Primo
    • Della Prima spetie di diapason C. & c dalla corda G. divisa Harmonicamente, e nasce dalla prima spetie di diapente. C. & G. nel grave & dalla prima spetie delle diatessaron nell'acuto posta tra G. & C.
  • Secondo
    • Della Quinta spetie di diapason [gamma]. & G. divisa Arithmeticamente dalla corda sua finale C. e nasce dalla prima spetie di diatessaron, [gamma]. G, nel grave posta & dalla prima delle diapente C, & G. nell' acuto posta.
Modi de gl'ecclesiastici sono quelli che s'includono entro à questa linea.
Primo
  • Terzo
    • Della Seconda spetie di diapason D & d, divisa Harmonicamente dalla corda A. e nasce dalla seconda spetie di diapente D. & A. nella parte grave, è dalla seconda spetie della diatessaron nell'acuto posta tra A & d.
  • Quarto
    • Della Sesta spetie di diapason A. re & A. divisa Arithmeticamente, dalla corda mezana D. & nasce dalla seconda spetie di diapente D. & A. nell'acuto e dalla seconda delle diatessaron posta fra A re & D.
  • Quinto
    • Della terza spetie di diapason E. & e. Divisa Harmonicamente, dalla corda [natural] e nasce dalla terza spetie di diapente B. & [natural] nel grave, & dalla terza delle diatessaron [natural] & e, nell'acuto posta.
  • Sesto
    • Della Settima spetie di diapason [quadratum] & [natural] mediata dalla sua corda finale E, Arithmeticamente divisa nasce dalla terza spetie di diapente E, & [natural] nell' acuto & dalla terza spetie delle diatessaron [natural] & e, nel grave posta.
  • Settimo
    • Della quarta spetie di diapason F, & f. tramezata Harmonicamente dalla corda C, e si compone della quarta spetie di diapente tra F, & c, nel grave & della prima di diatessaron tra C, & F, nell' acuto poste.
  • Ottavo
    • Della Prima spetie di diapason C, & c, divisa Arithmeticamente, si compone della quarta spetie di diapente C, & F, posta nell' acuto, con la prima delle diatessaron nel grave accomodata.
  • Nono
    • Della Quinta spetie di diapason G, & g, Harmonicamente mediata, nasce dalla congiuntione della prima spetie di diapente G, d, posta nel grave, è dalla seconda di diatessaron nell' acuto tra d, & g, posta.
  • Decimo
    • Della seconda spetie di diapason D, & d, divisa dalla corda G, nasce dalla congiuntione della quarta spetie delle diapente G, & d, nell' acuto, con la seconda delle diatessaron fra D. & G. nel grave posta.
Ottavo
  • Undecimo
    • Della Sesta spetie di diapason A, & aa Harmonicamente mediata dalla corda, e, & nasce dalla seconda spetie di diapente A; & e con la terza delle diatessaron, e, & aa, nell acuto posta.
  • Duodecimo
    • Della terza spetie di E, & e, Arithmeticamente divisa dalla corda A, & si compone della seconda spetie di diapente A, & e, nell' acuto, & della terza delle diatessaron E, & A, nel grave posta.
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Altra Divisione, de Modi.

Sono pur anco i Modi da questi pratici in due parti divisi altri sono
  • Perfetti, Quelli che non trapassono nel grave, overo, nell' acuto la sua corda finale per un'ottava se però sarranno Autentici, e se plagali la quarta piu grave. Ò per meglio dire, Quelli che nel grave, ò nell' acuto trapassano l'ottava de quali sono formati.
  • Imperfetti e questi sono di due sorti.
    • Superflui, quelli che oltra la sua Ottava soprabondano, e la trapassano ò nel grave ò nell acuto.
    • Diminuti, Quelli che non arrivano ò nel grave, ò nell' acuto l'ottava di che sono composti.

Avisi

  • Modi comuni sono quelli che trapassano di tal sorte che arrivano alle corde del suo collaterale.
  • Modo Misto, è quello che spesse volte replica una spetie di diapente ò diatessaron, d'altro Modo che non sia suo collaterale.

Corrolario.

Indi si cava che non dalla corda finale si debbe far giuditio del Modo: ma da tutta la Cantilena.
Il fine.
page 47DEL SIGNOR CAMILLO CAMILLI

Qual piu dolce armonia gli animi appaghe,
E per l'udito entrando, il cor releghi
In dotte carte ci dimostri, e spieghi
Di piu voci union concordi e vaghe.

Tu n'insegni à formar sirene e maghe,
Che fan senza lusinghe, e senza preghi,
Che nulla à l'aura del suo dir si neghi,
Udito human, ch'in armonia s'allaghe.

Tu n'insegni à piegare a fare intenti
Artusi animi sordi, e snodi e sciogli
Di misti accenti melodia soave.

Con la dottrina tua fermare i venti
Potran le voci, e intenerir gli scogli,
E render molle ogni martir piu grave.