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Title: Dialogo di musica

Author: Pietro Pontio

Publication: Erasmo Viotti (Parma, 1595)

Principal editors: Frans Wiering; Russell E. Murray, Jr.

Funder: Utrecht University Netherlands Organization for Scientific Research (NWO)

Edition: 2001

Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht Netherlands
Copyright © 2001, Utrecht University, Netherlands
page i
DIALOGO
DEL R. M. DON
PIETRO PONTIO
PARMIGIANO,
Oue si tratta della Theorica, e Prattica
di Musica.
Et anco si mostra la diuersità de' Contraponti,
& Canoni.
[Figure]
In Parma, appresso Erasmo Viothi. 1595.
Con licenza de' Superiori.
page iipage iii

ALL'ILLVSTRISSIMI
SIG.RI ACADEMICI
FILARMONICI
DI VERONA.

Signori miei colendissimi.

SE con altro miglior modo, che
con l'attioni, si potesse dimostrar
l'animo di chi ama, & osserua,
anch'io haurei cercato via, e mo
do, con i quali hauessi potuto di-
mostrare l'affettione, & osser-
uanza, che sempre hò portato à cotesta Illustrissi-
ma Academia; mà conoscendo, che in altro
modo non lo poteuo dimostrare, che con l'attioni
proprie darne segno manifesto. Ho pur ancho vo-
luto con quelle, che più d'ogn'altre à me si conuen
gono farlo, & che più d'ogn'altre mi sono state di
fatica, e studio, & ancho di maggior sodisfattio-
ne. Inuio dunque à voi Signori Illustrissimi que-
sta fatica mia di Musica, cosi ridotta in forma
di Dialogo, oue si tratta della Theorica, & anco
della Prattica di quella, che sotto il nome suo hò
dato alla stampa, parendomi conueniente dedi-
page iv carla ancho à persone, che di tal scienza si dilet-
tino, & che in quella si vanno essercitando, che
sarà ancho per segno dell'affettione, & osseruan-
za mia verso di loro; l'accettino dunque per quel
maggior segno, che posso darle, & che da me può
venire, ch'offerendomi à loro, per ciò che vaglio,
le bacio le mani.

Delle SS. VV. Illustriss.
Affettionatiss. Seruitore
Pietro Pontio.

page v
[Figure]

Sonetto d'Antonio Maria Prati.

A I SIGNORI ACADEMICI
Filarmonici di Verona.

FAmosi CIGNI; il cui celeste canto
Le fere alletta, e gli elementi intorno;
E doue nasce, e doue more il giorno,
Et altrui porge inuidia, e toglie il vanto.

Se ogni altra voce pàr di roco pianto,
E cede à l'Harmonia, c'hà in voi soggiorno.
Come cede à Real di gemme adorno,
Di Bifolco, ò Pastor, pouero manto;

E se di quella sete ampio Occeàno,
Giust'è, che 'l PONTIO entro à cerulei campi
V'offra gli accenti suoi: canoro pesce;

O pur, qual Rè de' fiumi, in viso humano,
Porga il tributo de l'humor, che gli esce
Dal crine ogn'hor, con gloriosi lampi.

[Figure]
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[Figure]

Sonetto dell'istesso Prati.

AL REVEREN. SIGNOR
DON PIETRO PONTII.

COME tal'hor Nocchier, che dianzi à i venti
Fidò spesso le vele, e i legni à l'onde;
E del mar periglioso ambe le sponde
Varcò fra mille rischi, e mille stenti,

L'arte sua spiega à peregrini intenti:
Oue l'acque sian meno, ò più profonde:
Gli scogli, e l'aure auuerse, e le seconde,
Et i lumi del Ciel fidi, e lucenti.

Cosi Tù, che sin'hor, con nome altero,
Di MVSICA in solcando i vasti flutti,
Spendesti gli anni, & imbiancasti il crine:

Vago di posa homai, sotto non vero
Sembiante, insegni altrui di quella i frutti,
E gli honori, e i perigli, e le dottrine.

[Figure]
page viii
page 1

DIALOGO
DI MVSICA
INTERLOCVTORI
Gli Ilustriss. Signori. Il Sig. Conte Giordano
Sarego. Il Sig. Conte Marco Verità. Il Sig.
Conte Alessandro Beuilaqua.
Prima parte.

GIordano. Non meno vrgente, che insolita per
certo deue esser la cagione Signor C. Marco,
che hà costretto V. S. à mouere il piede di ca-
sa in questa hora cosi noiosa per l'eccessiuo
caldo del mezo giorno, tempo, che più ricer-
ca (parmi) lo starsi in quiete all'ombra de i
giardini, oue respiri qualche ameno venticel-
lo, che sia di refrigerio fra gli immensi ardori,
che l'andare à torno fra le mura della Citta-
de, oue per il riflesso de i raggi del Sole rinchiusi in luogo angusto, par
quasi, che l'aria auampi.
M. Altro non m'ha tratto di casa, che l'inuito fatto da questi Signori
Academici: & à che fine non sò. Credo però, che non sia fatto per altro,
che per far elettione d'vn Musico per l'Academia, essendosi più volte
trattato di questo. G. sopra di ciò non gli sò dir cosa alcuna, per esser
stato fuori in Villa; ma hauendosi à trattar' sopra questo particolare, (co
me essa si crede) voglio tralasciar ogn'altro mio negotio per interuenir à
cosi degna resolutione che in vero la estimo molto vtile; più necessaria, è
sommamente degna d'honore. Molto vtile; posciache offerendosi l'oc-
casione continuamente di concerto, ò per il giorno deputato, ò per l'ar-
riuo di qualche forastiero, breuemente, e con minor difficoltà, per esser-
ui, chi appresta gli stromenti, potrà darsi principio. Più necessaria; sendo
di mestieri il custodirgli con quell'ordine, che nel restante di cosi nobile
Academia si serua. E per fine sommamente degna d'honore; perchè serà
page 2di non poca al luogo, & a' Signori, che vi si adunano apresso
quei, che di giorno in giorno sogliono visitar simili Academie. M. Così
pur tengo ancor io, sendo la Musica scienza tanto nobile, e di grandissi-
mo decoro all'huomo, e mezo quasi, per il quale egli si viene à protestar
per disceso dalli cieli, serbando nelle voci quell'istessa harmonia, o al-
meno specie di quella, che nasce dall'aggirarsi continuamente insieme,
che fanno le ruote celesti. Et ben veramente è stato d'alto intelletto, più
angelico, che humano, e degno di lode eterna quegli che ne fù l'inuen-
tore. G. E chi ne fù l'inuentore? M. Credo, che di questo varie siano
l'opinioni: ne pur'ancor si sappia il certo. G. Come sia possibile, che di
scienza tanto stimata apresso gli Antichi diligentissimi inuestigatori del-
l'inuentioni, quanto apò i moderni, incerto sia l'inuentore? Mà forsi age-
uolmente potrà compiacerci, di quanto bramiamo il Sig. Conte Ales-
sandro? che se ne viene verso noi; che così mi promete lo studio, e la fa-
tica grande, che egli hà fatto nella Theorica, e nella prattica del compor
re. E veramente più opportuna, e più desiderata non ci poteua già esser
la venuta di V. S. Aless sono adesso quiui, e sempre, & in ogni luogo prō-
tissimo à i loro seruiggi. M. Chiara ci è ben la sua infinita cortesia, per la
quale la preghiamo à volerci hor fauorire co 'l dichiararci, chi fosse l'in-
uentore della Musica (cosa da noi non intesa, e sommamente desidera-
ta) per non saper, à chi ascriuere vn tanto honore. A. A me più tosto si con
uerrebbe apprēdere da altri; si in questa scientia, com'anco in ogni altra,
che altri apprēdessero da me. Et nō essendo io atto à sostener' tal carico,
perciò nō l'impōghino sopra di me, che le assicuro, che le mie forze non
lo potranno sostenere. G. Siamo ben sicuri, che tutto ciò vien detto da lei
per sua modestia: mà conoscendo noi di quanta vtilità ci sarà il suo ra-
gionamento, di nuouo la preghiamo, acciò si degni di fauorirci, che repu
tandosi questo per gran gratia ottenuta da lei, le restaremo con obligo
infinito. A. Non posso altrimenti per il desiderio, c'ho di seruirle; rifiutar'
tal carico. E per compiacerle dirò quel, che ne sento, per quel poco di stu
dio, che mi gli ritrouo hauer fatto. Varij sono gli Autori, che di ciò trat
tano, e diuerse sono le loro opinioni. Siche poche sono quelle, che si
conformino insieme, delle quali reciterò alcuna; perche quel poco di
tempo, che ci auanza, meno ci annoi; e perche anco i vengha maggior-
mente à sodisfarle in ciò, che esse da me desiderano. Mosè nel Genesi al
Quarto Capitolo chiamò Iuballe padre della Musica. Gioseffo de bello
Iudaico al 3. cap. del primo libro disse, che fù l'istesso Iuballe il primo,
che mostrò la Musica. L'istesso affermò Beroso Caldeo nel primo libro,
oue dice, che Iuballe trouò la Musica, & che fù inanzi il diluuio vniuer-
sale. Doppò tal diluuio altri scrittori han detto, che fù Anfione, tra qua-
page 3li fù Plinio nel libro settimo al cap. 56. Altri hanno tenuto, che sia stato
Mercurio, & altri Apollo, che fù ornato di tutte le scienze, e virtudi, co-
me dimostra Gioanni Boccaccio nel libro quinto della Genealogia de
Dei al cap. 3. Altri dissero, che fù Filamone. Altri Demodoco da Corfù,
che celebrò co 'l canto le nozze di Venere in opera Poetica. Eusebio nel
libro secondo de Preparatione Euangelica nel cap. secondo disse, che fù
Dionisio inuentore della Musica. Polibio nel quarto libro vuole, che sia-
no stati quelli d'Arcadia. Atheneo nel libro decimo quarto al capitolo
decimo disse, che furono gli inuentori della Musica i Frigij. Vi sono al-
tri, che han detto, che fù Pithagora, Filosofo, & delle cose Naturali dili-
gentissimo inuestigatore, che co 'l suono de i Martelli la ritrouò. Cama-
leone Pontico disse, che la inuentione della Musica è venuta in conside-
ratione all'huomo per il cantar delli Augelli, e che da quelli la Musica hà
hauuto il suo principio. Molti altri ve ne sono di diuerse opinioni, per
la qual diuersità non si può saper la certezza di questo. G. Come V. S. ci
hà recitate diuerse opinioni di molti scrittori, non manchi cosi ancora
per sua cortesia di dirci, quale ella stima, che ne fosse l'inuentore A. Sti-
mai sempre, che dopò il diluuio Pithagora fusse il primo, che ne haues-
se cognitione; Del qual parere furono molti, come Boetio nel capitolo
decimo del primo libro della sua Musica, Franchino nell'ottauo capito-
lo del primo libro della sua prattica, Macrobio nel secondo libro de
Sommo Scipionis al primo capitolo, il Zarlino al primo capitolo del pri-
mo libro delle sue instutioni, e Pietro Aron nel primo libro dell'opra
sua detta il Toscanello al secondo capo, Marsilio Ficino nel capitolo tri-
gesimo primo del suo Commentario, che fa sopra il Timeo del diuino
Platone, e molti altri, i quali tutti di commune sentenza dissero, ch'esso
Pithagora la ritrouò dal suono de i martelli; e temendo, che l'harmonia
loro nascesse dalla forza del braccio d'vno huomo, che più dell'altro
gagliardamente battesse, commandò che scambieuolmente cangiassero
i martelli per assicurarsi della verità. Ilche fatto, e trouata fra loro l'istes-
sa harmonia, giudicò, che non dalla forza delli huomini ciò venesse, mà
dal peso de' Martelli; e che fra loro alcuna proportione nelli pesi deuesse
hauere in sè tal'harmonia. Onde ordinò, ch'essi si pesassero, fra quali
vno era lire dodeci, l'altro sei, e l'altro quattro, E considerando la distan-
za dell'vno dall'altro, conobbe, che da dodeci à sei eraui la proportione
Dupla forma dell'ottaua, e da sei à quattro veniua la proportione ses-
quialtra forma della Quinta. Si che da quella sua inuestigatione venne
in cognitione di questa Musica. Perilche si tiene da i detti, e da molti altri
Scrittori, che esso Pithagora dopo il detto diluuio ne sia stato l'inuento-
re. G. Ci fauorisca (prego) ancora V. S. di dire, onde sia nata tanta varietà
page 4fra gli Scrittori, che vno Anfione, vn'altro Mercurio & altri chiamarono
diuersi inuentori di questa, come ella hà mostrato. A. Tengo io, che ciò
sia auuenuto dalla distanza de i tempi, e dalla poca cognitione, che hauea
no gli Scrittori d'altri, che di quelli, che nelle proprie Cittadi, e patrie lo
ro essercitauano la Musica Perilche indotti ancor dall'affettione gli ascri-
ueuano l'honore del primo. G. Nè da altro stimo anch'io, che sia deriua
ta tanta varietà. Mà sia stato, chi si voglia l'inuentore, fù veramente egli,
& è ancora degno di somma lode; poiche tante sono l'vtilitadi, che ne ca
ua l'huomo, come più volte ho inteso. M. S'essa adunque ci sarà gratia
(come la preghiamo di dirci quali siano queste vtilitadi, non ci sarà di
men fauore, di quello, che à noi sia stato l'intenderne l'Inuentore. A. In
molte cose per certo è di vtilità la Musica, come in molte ancora l'huo-
mo se ne può seruire. Et per testimonio di ciò si legge, che Anfione co 'l
suonar la lira indusse gli huomini à fabricar le mura di Thebe. Ilche signi
ficò Horatio con que' versi della sua Poetica.
Dictus & Amphion Thebanae conditor arcis
Saxa mouere sono testudinis, & prece blanda
Ducere, quò vellet.
Ch'Empedocle co 'l suono estinse l'ira d'vn Giouane Tauromitano: che
co 'l canto Damone Pithagorico temprò la dishonesta vita d'alcuni Gio-
uani inuolti nel vitio della Lussuria. Tefasue per placar le passioni dell'a-
nimo commandaua che si suonasse la piua; il che faceua ancora Theofra
ste. Senocrate con la Musica liberaua gli spiritati, si legge parimenti nel
primo libro delli Rè al decimo sesto Capitolo, che Dauide acquetaua lo
spirito maligno di Saulle con la Musica. E' scritto di Peone Medico, che
sanò con questa vn'infermo di salute disperata Aulo Gelio nel libro quar
to nel capitolo decimo terzo dice, che la Musica acqueta il dolore della
Sciatica. Si scrive di Terpandro Lesbio, che con questa più volte placò
gli Spattani riuolti alle discordie, & alle seditioni. Di Talete Candiotto si
legge, che co 'l suonar della cetra scacciò la pestilenza da Mesina. Si vede
pur anche hoggidì, che il suono risana i feriti del morso della Tarātola.
Di più si truoua, che Asclepiade molte sopì con la Musica la discor
dia nata nel popolo, e co 'l suono della tromba rese l'vdito à sordi, co 'l
qual suono si vede pur anco à giorni nostri andar gli huomini à fiere bat
taglie, & iui far proue di se stessi, del che ci fà fede il gran Basilio nel-
l'Homilia quinquagesima quarta, oue dice, che Timoteo incitaua Ales-
sandro à prender l'armi; E perciò conoscendo il Rè della Lidia Haliatte
la forza di questa Musica, volse i suonatori nel suo essercito contro i Mi-
lesij, come racconta Herodoto nel principio del primo libro: e tali suona-
tori parimente voleuano i Lacedemoni ne' suoi esserciti, come testifica
page 5Aulo Gelio nel primo libro, nel capitolo vndecimo. Cosi ancora quelli
Creta volsero i suonatori, come si vede in nel libro decimo
quarto al capitolo vndecimo. Similmente si legge nella Profetia terza di
Daniele, che 'l Rè Nabucdonosor volle, che, mentre il popolo adoraua la
sua statua, vi fosse d'ogni sorte d'istromenti Musicali. I Romani ancora
sì nell'allegrezze, come ne i funerali oprauano la Musica. Il qual costume
è seguito sin'a giorni nostri, posciache nelli conuiti, e nelli funerali pari-
mente si vsa questa Musica, la quale è di accrescimento, d'allegrezza, e di
gioia in quelli; e di alleggiamento del dolore, e della noia in questi. Nelle
Chiese non si cessa mai di lodare Iddio con hinni, e salmi fatti in Musica.
Nel sesto capo del secondo libro de' Rè si troua scritto, che Dauide ord-
inò, che fosse la Musica all'Arca foederis. Ma che dirò del Cielo, oue habi
tano i Santi? frà di loro pur'anco stassi la Musica; poiche continuamente
cantano auanti Iddio, come gli vintiquattro vecchi co 'l suono di cetra, e
con la voce il lodano. Ilche si può vedere nel capitolo quinto, & decimo
quarto delle reuelationi di San Gioanni. Siche questa Musica hà parte in
tutte le attioni. Si vede, che gli huomini mal conditionati dall'infirmità,
all'vdir della Musica, si alleggeriscono alquanto dal dolore. Si legge di
più nel libro quarto delli Rè al capitolo terzo, ch'Eliseo Profeta nō vol-
se predire à Giosafatto Rè di Giuda quel, ch'ei douesse fare, perche l'es-
sercito non perisse di sete, se prima non gli fù condotto vn Musico, che
cantasse: per il qual canto fù dallo Spirito Diuino ispirato, e predisse il tut
to. Similmente è scritto, che alcuni huomini Religiosi stauano sopra vn
Monticello, oue non cessauano giorno, e notte con soaui cantilene, &
istromenti Musicali di lodare il sommo Iddio, donde diuentarono profe-
ti. Se leggerete il capitolo ottauo del nono libro di Plinio, trouarete, che
i Delfini hanno gran diletto dal sentir la Musica. Talche alcuni dissero,
che volendo i marinari dar la morte ad Arione, esso gli pregò, che prima
lo lasciassero suonar la Cetra. Del che compiacciutosi, sentendo i Delfini
tal'harmonia, & approssimandosi alla naue, egli gettossi nel mare, e per
questa sua Musica fù portato à saluamento alla riua, e liberato dalla mor
te da vn di quei Delfini. Racconta Franchino nel Capitolo primo della
sua Theorica nel primo libro, che i Cerui sono presi co 'l suono della Fi-
stola. Et, che i Cigni siano guidati, ouunque si vuole, co 'l canto, l'attesta
Martiano Capella nel libro nono, oue ragione della Musica. Vedemo si-
milmente, che gli Augelli vengono nella rete per il suono, e restano dalli
vccellatori presi, e morti. Perciò disse Plutarco nel principio del proemio
della sua Musica simili parole. Neminem autem puto tam stupidum, tam
plumbeum, qui cantu non moueatur.
Disse anche Macrobio nel libro secon
do de Somno Scipionis nel terzo capitolo, che la Musica è dominatrice
page 6d'ogni cosa viuente cosi fra gli animali, come fra gli huomini. Più oltre
vi dirò, che non può essere buono, e perfetto l'Architetto, che sia priuo
della scienza Musicale, per le machine, & diuisioni de' Teatri. Ne può il
Medico esser parimente perfetto della Medicina, se non hà cognitione
della Musica, per la depositione, & eleuatione del polso, che in quella
rapresenta la misura; poiche col mezzo di quello fù ritrouata, & da esso
ci vien dimostrata la sanità, e la infirmità del corpo. Che dirò dell'Astro
logo? certò egli non può hauere perfetta cognitione delle sfere, & orbi
celesti, se non possede la Musica, già in esse sfere, come alcuni voglio
no, si troua posta la Musica mondana. Ne potrà il Poeta, ch'è priuo del-
la Musica, esser compito, nè tampoco esprimere il suo concetto versifican
do. Che dirò dell'Oratore? conuien pur'anche à lui l'esser'amaestrato in
questa scienza della Musica; perche sappia con la voce hor graue, & hor
acuta, esprimendo il suo concetto, muouere, e dilettare gli animi, e l'orec-
chie delli Auditori. Perilche si legge, che Gaio Gracco dignissimo Orato-
re, per non saper Musica, hauea sempre dietro à se vn Musico, che nell'o-
rare gli somministraua à luogo, e tempo i modi della pronuntia, hor gra-
ue, & hora acuta, come faceua bisogno. Mà, se verremo poi alla considera
tione de i sonatori, potremo dire con vera ragione, che niun di lor sia
buono, e perfetto nell'arte sua (sia pur di qual si voglia stromento) se non
possiede la Musica. Et in somma si può dir, ch'essa condisce, & adorna
assai l'altre virtù, come mostrò Franchino nel proemio dell'opra sua inti-
tolata Prattica di Musica, oue sono queste parole. Non solamente gioua
à se stessa (parlando della Musica) mà ancora alle altre virtù, e scienze. Et
veramente essa tiene in sè questo particolare, che, aggionta à qualonque
virtù, e scienza, la fà perfetta. Il che confermò Isidoro nel capitolo terzo
del terzo libro delle sue Etimologie, mentre disse, che niuna scienza non
poteua esser perfetta senza questa Musica. Da questi adunque e da mille
altri essempij, che le potrei addurre, e principalmente da questo, che in-
finiti sono gl'honorati virtuosi, che quinci traggono il vitto, e 'l vestito de
centemente à se stessi, e à tutta la loro famiglia, chiaro le sia di quanta
vtilità, e necessità sia questa: che, per non recar alle Signorie vostre noia,
non m'estenderò più oltre. G. Da questo, ch'essa à sufficiēza, & à nostra
intelligenza hà detto, si potrà dire, che la Musica sia ornamento, e deco-
ro di tutte l'altre scienze; poiche à ciascuna d'esse porge aiuto, & fauore.
A. Cosi veramente si può dire, abbracciando ella (come hanno inteso)
tutte le scienze, e virtù, e facendole perfette. E perciò disse Platone nel
Dialogo de Republica, vel de Iusto à carte 384, che i putti deono impa-
rar Musica, come principio delle altre virtù. Il che confermò Eusebio
de praeparatione Euangelica, nel decimo quarto capitolo del duodecimo
page 7libro. Onde apresso gli antichi non si permetteua, che l'huomo fosse pri-
uo della Musica, douendo essere bene istituito, e compitamente nelle
scienze come attesta Isidoro nel capitolo, e libro sopra allegato,
mentre dice, che non iscema meno il decoro all'huomo il non saper Mu-
sica, che il nō saper lettere. Però si troua nelle leggi, & istitutioni delli An
tichi, che dopò la Grammatica faceano imparare à i loro putti prima
d'ogni altra scienza la Musica, come si legge nel terzo, quinto, e sesto ca
pitolo dell'ottauo libro della Politica d'Aristotele, oue dice, che si facea
insegnare à i putti la Musica; perche si cognoscea per la longa isperiēza,
che quella abbraccia, e porge aiuto alle altre virtù, e scienze, & è in quel-
le, e in molte altre cose di grande vtilitade all'huomo. Quiui anche quel-
li d'Arcadia (come riferisce Atheneo nell'vndecimo capitolo del decimo
quarto libro) haueano per lege, che si deuesse imparar la Musica; & vno,
che solo di Musica, e non d'altra scienza fosse stato dotato, apò loro era
di scusa degno: e si teneua per cosa bruttissima l'esser di quella priuo; an-
zi simil persona, che non ne fosse ammaestrato, riputauasi per persona di
poco valore. Il che mostrò Cicerone nel libro delle Tusculane nel princi-
pio, oue disse, che rifiutando Themistocle di suonar la lira, fù riputato
huomo di poco valore. Licurgo Rè de' Lacedemoni tra le sue seuerissime
legi lodò pur anch'egli l'imparar di Musica; perche cognosceua la necessi
tà, gli mirabili effetti, e l'operationi di quella nell'huomo. E per certo, se
ben ciò si considera, si vede, ch'essendo ella essercitata santamente, e con
diuotione, leua la mente nostra à Dio, come attestò Santo Hilario Vesco-
uo nel proemio, oue ragiona sopra i Salmi, dicendo, che per mezzo della
Musica si considera la beatitudine; e s'inducono gli huomini à frequētar
la Chiesa per lodare il sommo Iddio. ilche riferisce la somma Tabiena
nel capitolo cantus à carte 63 secondo il mio testo. Si vede dipiù, ch'ella
(vsata modestamente, e virtuosamente) hà possanza di radicare in noi
vn'habito de' buoni, & ottimi costumi. Ilche si troua scritto nel decimo
cap. del decimo quarto libro di Atheneo. Ben da tutte queste ragioni chia
ramente si cognosce, quanto siano i tempi nostri tenebrosi, ciechi, e pie-
ni d'errori; posciache hoggidì fra i mortali è tralasciato, e quasi sprezza-
to lo studio di cosi nobile virtù, e scienza ritrouata specialmente per lo-
dar il sommo Fattore, come riferisce il Profeta nel salmo nonagesimo
quinto dicendo. Cantate domino canticum nouum, cantate domino omnis
terra. Cantate domino, & benedicite nomini eius, annunciate de die in diem
salutare eius, annunciate inter gentes gloriam eius, in omnibus populis mira-
bilia eius.
Et per leuare la mente nostra alle cose diuine. Benche tutta-
uolta è da molti moderni malamente vsurpata, & essercitata in lodare co
se mortali, caduche, e profane, ponendo in Musica parole lorde, e vergo-
page 8gnose. Cosa sommamente abomineuole, essendosi per questo falsificato
il primo carattere di sì nobile scienza, hauuta già in veneratione, e consi-
deratione cotanta dalli nostri precessori. Per conchiusione adunque del
nostro ragionamento dico, che infiniti sono i beneficij, che da questa Mu
sica vengono ad honore, & vtile dell'huomo, come di già hanno vdito,
e come anche potrei mostrare con mille altri essempij, e nuoue ragioni,
& autorità, le quali tutte tralascio per non le infastidire. M. Io non vi du
bito punto. Et per certo conosco l'vtilità, che da questa Musica prouiene,
& in che cosa l'huomo se ne può seruire: e ciò apprendo chiaramente
dal ragionamento di V. S. che ci è stato sommamente grato, e sommamē
te ne le rende obligati. A. Non hebbi pensiero mai, nè tam poco voglio,
che di ciò m'habbiamo obligo alcuno; posciache questo cosi è mio debito
di compiacerle, ouunque mi commandaranno, come sono pronto, se più
oltre da me vogliono cosa, ch'io possa di seruirle. G. Siamo ben sicu-
ri, che 'l tutto procede da sua mera e infinita cortesia, la qual m'affida, e
mi dà libero campo di poterle chiedere il modo, co 'l quale Pithagora
hebbe cognitione di questa Musica per il peso di quei martelli; e che co
sa importaua l'esser'vno di lire dodeci, l'altro di sei, e l'altro di quattro.
A. Portaua questo, che fra i pesi predetti si trouaua relatione di propor-
tioni, dalle quali veniuano alcune consonanze, che generauano, e causaua
no quella harmonia, per la quale Pithagora hebbe cognitione della Mu-
sica. M. Mà qual proportione si trouaua da dodici à sei, e da sei à quat-
tro? A. Lo dirò. Da 12 à 6 si troua la proportione Dupla, prima spe-
cie del Genere Moltiplice, la quale dà la consonanza ottaua: e da 6 à 4 si
contiene la sesquialtra proportione, prima specie del Genere superparti-
colare, la quale porge la consonanza quinta, & ambedue questi Generi so
no atti à produrre le consonanze. M. Vi sono altri Generi di più di quel
li, ch'essa hà nominati? A. Sono cinque i Generi d'inequalità. Il primo è
detto Moltiplice, Il secondo superparticolare, Il terzo superpartiente, Il
quarto Moltiplice superparticolare, Il quinto Moltiplice superpartiente.
M. E perche si chiamano cosi Generi d'inequalità? A. Perche sono diffe-
renti di proportione dalla proportione d'equalità. M. E che differenza si
troua dalla proportione di equalità à quella d'inequalità? A. la differēza
è questa,che la proportione di equalità hà i numeri
l'vno cōtra l'altro eguali, come quì
3 3
3 3
ouer come quì
4 4
4 4

Ma quella d'Inequalità ha i numeri ineguali, come quì.
4 3 4
2 2 3
E per questo sono detti Generi d'inequalità.
M. Poiche V. S. ci hà fauoriti, co 'l darmi fin quì sodisfattio-
ne, mi fauorischi anche di nouo con dirci, se vi sono altri
Generi, che li nominati. A. Ve ne sono altri cinque. M. E co-
page 9me son nominati? A. Si chiamano submoltiplice, subsuperparticolare;
e cosi per ordine M. Non veggio altra varietà fra loro, se non l'aggionta
della dittione sub. A. essa dice il vero. M. Quale effetto fà dunque questa
dittione sub à detti Generi? A. Ne risultano molti effetti, & in particola-
re, che facendosi le cōparationi delle proportioni, si mette il numero mi
nore di sopra, & il maggiore di sotto in questa forma. Et in somma al con
trario di quello, che si fanno nelli generi detti innanzi.
1 2 3
2 3 4
E queste comparationi fatte in tal maniera seruo-
no al Genere submoltiplice, & al Genere subsu-
perparticolare; e cosi seguendo alle altre propor-
tioni delli altri Generi d'inequalità sopranominati.
E queste sono dette proportioni di minore inequalità, proportioni priua-
tioue, e proportioni rationali. Quando poscia i nu-
meri maggiori son posti di sopra in forma tale.
2 3 4
1 2 3

Al contrario di quelli di minor inegualità, ser-
uono al Genere Moltiplice, al Genere superparti
colare, & alli altri simili nel primo luogo annouerati. e sono dette pro-
portioni di maggiore inequalità, proportioni positiue, e proportioni rea-
li. M. Non si trouano già altri Generi, ne altre proportioni oltre quelle
di già da lei nominate? A. Altri Generi non vi sono; ma vi sono bene le
proportionalità. M. E quante, e come si nomano queste proportionalità?
A. Sono tre. vna vien detta proportionalità Arithmetica, l'altra propor-
tionalità Geometrica e l'vltima proportionalità Harmonica. M. Queste
deuono esser frà di loro diuerse, si come diuersi nomi hanno acquistati?
A. Non deue V. S. dubitar di questo. G. Piacciale, Signor mio, poiche V. S.
non si è sdegnata vsar la solita sua cortesia in rispondere à tante nostre
richieste, di mostrare questa varietà, che aggiongeremo questo al cumu
lo infinito delli altri oblighi, che le teniamo. A. Il tutto farò volontieri
più per commandamento, che per insegnare; benche mi serà fauore l'es-
sercitarmi, e passar'il tempo in questa maniera, con mio non picciolo fru
to. Proportionalità dunque Arithmetica serà, quando verranno
posti tre numeri in questa forma
4 3 2
fra quali numeri le proportio
ni sono varie, & le differēze vguali. Ilche si vede da ciò. Perche
la [[pro]]portione, che si troua fra i duoi primi numeri, i quali son
questi,
4 3
si dice proportione sesquiterza; e fra i secondi, cioè
3 2

si troua la proportione sesquialtra; e fra il primo, e l'vltimo
numero la proportione Dupla hà la sua origine. Si che si vede, che le
proportioni sono diuerse. Hora considerando le differenze, che si troua-
no tra vna proportione, e l'altra, chiaramente si vedranno esser vguali.
Perche fra 4, & 3 l'vnità resta per differenza, come fra 3, & 2 l'istessa
page 10vnità si troua anco per differenza. Di maniera, che la proportionalità
Arithmetica, sarà quella, che conterrà in se le proportioni ineguali, e le
differenze vguali, come hò dichiarato. Et acciò meglio si posseda il tut-
to, darò vn'essempio della proportionalità Arithmetica
G. Veggio chiaramente esser così. Mà desidero saper (se pia
ceà V. S.) perche sono trè numeri, & non duoi, come sono
4 3 2
1 1
differenze
le proportioni, che da quei cinque Generi d'Inegualità ven-
gono. A. Io le farò chiare. Proportionalità è vn composto
di proportioni; & quando fossero duoi numeri soli, non si
potrebbero conoscere le proportioni, ne tam poco le differenze fra l'vn
numero, e l'altro, per esserui duoi numeri solamēte. E questa è la ragione
per cui cōuiene, che siano almeno tre numeri, e nō duoi; acciò si conoschi
la detta variatione delle proportioni, e la equalità delle differēze. Perciò,
quādo sono più numeri, che duoi, sono chiamate proportionalità, perche
sono più proportioni insieme vnite. G. Hò intese le ragioni. Però seguiti
pur (piacēdole) alle altre due. A. Il farò. La [[pro]]portionalità Geometrica hà
le cōditioni cōtrarie alla [[pro]]portionalità Arithmetica tāto nelle [[pro]]portioni,
quāto nelle differēze. Ilche si vede quinci, [[per]]che nella [[pro]]portionalità Arith
metica le [[pro]]portioni sono diuerse, & in sta sono cōformi: parimente nella
[[pro]]portionalità Arithmetica le differēze sono eguali, & in ste di cui ragio
no, le differēze sono ineguali come scopriranno i presenti numeri, i quali
fanno la [[pro]]portionalità Geometrica.
8 4 2
4 2
differenze
Se si consideraranno le
proportioni, che da quelli numeri vengono, apertamente
conoscerassi, che sono simili; perche da 8 à 4 viene la Dupla
cosi, come da 4 à 2. Siche le proportioni sono simili; ma le
differenze sono varie; perche da 8 à 4 per differenze vi re-
sta il 4, e da 4 à 2 restaui per differenza il 2. Onde le diffe-
renze sono dissimili, come dissi, e le proportioni son le medeme. Et que-
sta è la Geometrica proportionalità contraria in tutto alla proportionali-
tà Arithmetica. La terza che è la proportionalità Harmonica, non è simi
le nè alla prima, nè alla seconda; perche in essa si trouano le proportioni,
& le differenze ineguali. Ilche quindi si cognosce; perche la proportio-
ne, che si troua fra 6, & 4, è la sesquialtra, e fra 4, & 3 la sesquiterza, e tra
6, & 3 la proportione dupla: ma la differenza, che si troua tra i duoi pri-
mi numeri, è, 2, & fra i secondi, è 1, come scorgerassi da i
6 4 3
2 1
differenze

presenti numeri, i quali dimostrano la proportionalità Har
monica. G. Se V. S. seguirà ad altre cose pertinenti à si nobi
le scienza, ci serà di tanto fauore, di quanto ci è stato l'inten
dere tutto il precedente. A. Assai mi restarebbe à dire so
pra questo particolare, come del somare, del sottrare, mol-
page 11tiplicare, partire, cauar le radici delli numeri, & principalmente la Radi-
ce quadrata, & molte altre cose pertinenti à questa scienza, le quali trala
scio, volendo sol ragionare di queste tre parti, che più al nostro parlar di
Musica conuengono. Come si possano la Dupla, la Tripla, & le altre pro-
portioni contenute da quelli cinque generi d'Inequalità diuidere secon-
do la forma della proportionalità Arithmetica, seruēdomi in ciò delli at
ti del somare, & del partire. Come si riduchino, ò continuino le dette pro
portioni tanto secondo la proportionalità Geometrica, quanto Harmoni-
ca. Nella riduttione, ò continuatione delle quali principalmente adope
rarò l'atto del Moltiplicare. Et finalmente, come si possa cognoscere la
differenza da vna proportione all'altra, & conseguentemente d'vna con-
sonanza all'altra. Nella cognitione della qual differenza, ò eccesso mi bi-
sognarà adoperare l'atto del sottrare, acciò al desiato fine me ne venga.
M. Ci sarà adunque caro l'intender prima (poiche ciò per cortesia pia-
ce à V. S.) come si possono diuidere esse proportioni, secondo la forma
della proportionalità Arithmetica, e delle altre due. A. Principiando à ra
gionar della proportionalità Arithmetica dico, che serà diuisa la Dupla,
la Tripla, la sesquialtra, la sesquiterza, e cosi tutte le altre proportioni se-
condo la proportionalità Arithmetica ogni volta, che fra i numeri, i quali
faranno la Dupla, ouer la Tripla, (e cosi d'ogni altra proportione) sia in-
terposto vn numero, che faccia le proportioni differenti, e le differenze
fra loro eguali, come richiede la detta proportionalità. Delche le farāno
certe i presenti essempij.
Dupla diuisa
4 3 2
Sesqui-
terza.
Sesqui-
altra.
1 1
differenze
diuisa
3 2 1
Sesquial-
tra.
Dupla
1 1
differenze
Sesquialtra diuisa
6 5 4
Sesqui-
quinta.
Sesqui-
quarta.
1 1
differenze.
Di quì si veggono le proportioni ineguali, e le differenze eguali. M. Ben
il veggiamo chiaramente. A. Hor proporrò vna regola, con cui potrassi
diuidere ogni [[pro]]portion di ciascun genere secōdo la [[pro]]portionalità Arith
metica. M. Se ciò farà di grādissimo cōpiacimento. A. lo farò; ma
con attention sua, che grandemente se le ricchiede. Volendo partire ogni
proportione d'Inequalità secondo la proportionalità Arithmetica, si ser-
uarà questa regola. Si ridurranno i duoi numeri della proportione, che si
page 12haurà da diuidere in vn corpo solo. Come per essempio dirò
della Dupla, che si troua in questi numeri
4 2
fuori delli suoi termi
ni radicali, i quali ridotti insieme danno questo numero 6. G. Ma
prima che più oltre passi V. S. non si sdegni, la prego, di darci ad intende
re, quali siano i numeri radicali: ne le dispiaccia interrompere, e sospen-
dere alquanto l'incominciato suo ragionamento, che con maggior facili-
tà nostra, e sua minor fatica conosceremo, quali proportioni siano fuori
delli suoi numeri radicali. A. Non mi farò ciò graue; anzi doue posso scor
gere, che sia per piacer à loro, non che per giouare, sprezzerò non solo
ogni incominciato ragionamento, ma ogni benche eccessiua fatica, come
in questo proposito son per fare. Numeri radicali adunque sono quelli,
che sono origine, e principio delle proportioni. Come per essempio di-
rò, che i numeri radicali della proportione Dupla sono 2, & 1: della
proportione sesquialtra, e sesquiterza 3, e 2; 4, & 3: della superbipartiē-
te terza 5, e 3: della proportione Dupla sesquialtra prima specie del
Genere Moltiplice superparticolare sono 5, e 2. Ne le tacerò i numeri ra-
dicali della proportione Dupla superbipartiente terza prima specie del
Genere Moltiplice superpartiente, che sono 8, e 3: e della sesquiottaua,
e sesquinona, che sono 9, e 8; 10 e 9. Sin quì hanno inteso vn'essempio
della proportione di ciascun Genere d'Inegualità, e quali sono i numeri
radicali della proportione sesquiottaua, e sesquinona. Cosi adunque tutti
i numeri, che sono i primi fondamenti, & le origini delle proportioni si
deuono tenere per numeri radicali. Quando poscia si trouaranno dette
proportioni poste nelli altri numeri, che nelli suoi primi, come quiui
4 2 6 4 8 6 10 6
Et altri simili, si diranno det
te proportioni esser fuori
de' suoi termini radicali, e
cosi auuerrà anche à tutte l'altre proportioni. G. Potrà V. S. hora seguir
l'incominciato ragionamento del modo di diuidere ciascun Genere; per
che dall'hauer inteso, che cosa siano i numeri radicali, più facilmente
verremo capaci del tutto. A. Io seguo. Quando adunque li numeri si
hauranno ridotti insieme (come dissi) e ne risultarà questo numero 6, si
pigliarà la metà del numero creato, il qual'è 3, e postelo fra 4, e 2, hauras
si la Dupla proportione diuisa, secondo la qualità della proportionalità
Arithmetica; posciache fra tali numeri le differenze sono eguali, e le pro
portioni ineguali, come richiede la natura d'essa Arithmetica proportio-
nalità. Il che intendasi anche della proportione Tripla, Quadrupla, e del-
le altre del Genere Moltiplice, come da gli essempi, che hora addurrò,
ciò si mostrerà aperto.
page 13
4 2
dupla
4 3 2
Dupla diuisa
1 1
differenze
3 1
Tripla
3 2 1
Tripla diuisa
1 1
differenze
M. Mi piace sommamen-
te questa regola di V.S.
& altretanto mi piacereb
be, anzi desidero (se non
l'è graue) saper la cagio-
ne, per cui ridoppia i nu-
meri della Dupla e lascia
la Tripla nelli suoi primi
termini. A. A ciò rispon-
dendo dirò cosa, che ser-
uirà ancora nelle altre proportioni. ponendo adunque la dupla ne' suoi
primi termini radicali, i quali sono 2, e 1, & riducendoli in vn corpo solo
danno 3: il qual numero non si potendo per modo alcuno diuidere in
due parti eguali, per esser numero impare, conuiene radoppiare i detti nu
meri sì in essa, come ancora nelle altre proportioni, che hanno la loro ra-
dice impare. Ma nella proportione Tripla non occorre il radoppiargli;
poiche ridotti insieme fanno 4, il qual numero si può diuidere in due
parti eguali. Questa è dunque la ragione per cui i numeri della Tripla si
lasciano nel suo primo stato, come ancora si lasciaranno tutte quelle, che
hauranno i numeri, i quali in vn corpo ridotti egualmente si potran-
no partire. M. Siamo (mercè la cortesia di V. S.) sin'hora del tutto pos-
sessori. Siche (parendole) essa potrà procedere alli altri Generi delle [[pro]]-
portioni di maggior inequalità. A. Seguirò al Genere superparticolare; e
dirò, che volendosi ridurre la sesquialtra proportione prima specie di tal
Genere alla proportionalità Arithmetica, non si dee far partenza dalla
già data regola, auuertendo, che le proportioni di questo Genere ne' suoi
termini radicali non ponno per alcun modo esser diuise egualmente per
esser gli numeri ineguali, come quindi si può vedere; perche 3 e 2 ridot-
ti insieme fanno 5; e cosi 4, e 3 fanno 7. Laonde bisogna duplicare i det-
ti numeri (come già dissi) per non fare errore, & acciò si possa far la di-
uision regolata, e che stia bene: come dalli essempij, che le darò, potrāno
rendersi sicure.
6 4
Sesquialtra
6 5 4
Sesquialtra diuisa.
1 1
differenze
8 6
Sesquiterza
8 7 6
Sesquiterza diuisa.
1 1
differenze
10 8
Sesquiquarta
10 9 8
Sesquiquarta diuisa.
1 1
differenze
page 14Di quì veggono, come le proportioni del Genere superparticolare si pon
no diuidere secondo l'ordine della proportionalità Arithmetica. Seguirò
adunque al terzo Genere d'inequalità detto superpartiente, se così à loro
piace. M. Anzi ci serà di sommo fauore. A. Potranno ridursi le propor-
tioni del Genere superpartiente alla diuisione della [[pro]]portionalità Arith-
metica con l'istesso di già mostrato modo, auuertendo (come poco fà
pur dissi) che, quando le radici delle proportioni ridotte insieme non ver
ranno in numero pari, conuerrà duplicare i numeri (come nel Genere su
perparticolare si dice) acciò si faccia la diuisione senza errore, come ac-
cade in questi essempij.
5 3
Superbipartiente
terza.
5 4 3
Superbipartiente
terza diuisa.
1 1
differenze.
7 5
Superbipartiente
quinta.
7 6 5
Superbipartiente
quinta diuisa.
1 1
differenze
7 4
Supertripartiente
quarta.
14 11 8
Supertripartiente
quarta diuisa.
3 3
differenze
Quindi co l'ottimo studio potrassi seguire alle altre proportioni di questo
Genere, dirò adesso del Genere Moltiplice su[[per]]particolare. M. Prego V. S.
à nō isdegnarsi di mostrarci cosa che ci rēda sicuri, se la Dupla, ò altra pro
portione sia diuisa secondo la [[pro]]portionalità Arithmetica. A. Questo le assi
curerà, quādo haurassi trouato vn numero, che diuida la [[pro]]portione, che
si [[pro]]pone da partire (ò sia la Dupla, ò la sequialtra, od altra proportione)
in due [[pro]]portioni diuerse, ma le differenze che tra loro si trouaranno, sia-
no eguali, come nelli essempij addotti di sopra è accaduto, si potrà sicura
mēte credere, che la diuisione sia fatta secondo l'ordine della proportiona
lità Arithmetica. Vn'altra ragione renderà le Signorie Vostre certe, e
quella sia. Quando si pigliarà il numero di mezo, e la differenza (cio è,
il numero, che vi si troua per differenza) e, ridottigli insieme, quando da-
ranno il primo numero della proportionalità diuisa all'hora sarà segno,
che l'operante non hauerà errato. Vn'altra regola hò per le mani, se si pi-
glia il numero minore della proportionalità, e 'l numero, che si troua per
differenza: & questi, se ridotti in vn corpo solo daranno il numero di me
zò, similmēte farāno sicuro il Mathematico, che la propor
tione sia diuisa senza errore secondo la proportionalità
Arithmetica, come si mostrerà con questo essempio
4 3 2
1 1

Qui si vede, che preso il numero di mezo che è 3, e la diffe
page 15rēza, che è 1, e cōgiōti fanno 4 primo numero della [[pro]]portionalità. E preso
l'vltimo numero, e l'vnità, qual'è per differenza, e postigli insieme fanno
3, il qual è numero di mezo. M. Potrà V. S. (se le piace) passare alla diuisio
ne delli altri Generi, che di questo rimaniamo sufficientemente istrutti.
A. Farollo, dicēdo come haueua io proposto, del Genere Moltiplice su-
perparticolare, (le cui proportioni volendosi diuidere conforme alla
proportionalità Arithmetica, si seruarà la sopradetta regola) seruendosi
del ridoppiare i numeri delle proportioni (quando ridotti insieme da-
ranno vn numero impare) acciò si possino trouar le proportioni, e le dif
ferenze, che in se contiene la proportionalità Arithmetica. E desideran-
dosi partire le proportioni del Genere Moltiplice superpartiente confor
me alla regola della proportionalità Arithmetica, si seruarà l'ordine già
detto. E cosi dell'vno, e dell'altro Genere le darò alcuni essempij, per gli
quali potranno penetrar più oltre di quel, ch'io dico.
Del Genere Moltiplice superparticolare.
5 2
Dupla sesquialtra
10 7 4
Dupla sesquialtra
diuisa
3 3
differenze
7 3
Dupla sesquiterza
7 5 3
Dupla sesquiterza
diuisa
2 2
differenze
7 2
Tripla sesquialtra
14 9 4
Tripla sesquialtra
diuisa
5 5
differenze
Del Genere Moltiplice superpartiente.
8 3
Dupla superbipar-
tiente terza
16 11 6
Dupla superbipar-
tiēte terza diuisa
5 5
differenze
11 4
Dupla supertripar-
tiente quarta
22 15 8
Dupla supertripar-
tiente quarta diuisa
7 7
differenze
14 5
Dupla superquadri-
partiente quinta
28 19 10
Dupla superquadri-
partiēte quinta diuisa
9 9
differenze
page 16Da questi essempi si potrà venire in cognitione come possino partirsi
l'altre proportioni delli Generi predetti, & delli altri Generi d'inequali-
tà. Et (cosi mi pare) si veggono gli effetti di questa diuisione. Hora passan
do alla seconda proposta mia, ragionerò del modo del moltiplicar, il qual
seruirà alla proportionalità Geometrica. Questo modo di moltiplicare
non è altro, che vn moltiplicare, ò augumentare vna, ò più proportioni,
dalle quali poi ne risulta la proportionalità Geometrica. Il che da ciò fia
chiaro; perche volendo moltiplicar la proportione Dupla secondo la for
ma della proportionalità Geometrica, qual'hà le proportioni eguali, & le
differenze ineguali (come già si disse conuerrà multiplicare il numero
maggiore della proposta proportione in se stesso, & il minore per il mag
giore, & finalmente moltiplicare il minore per se stesso. Il che mostrerò
con li numeri, che fanno la proportione Dupla, i quali sono questi
4 2
Hora moltiplicando il numero maggiore in se stesso, che è 4, ren
derà 16, moltiplicando il detto numero maggiore per il mino-
re, che è 2, darà 8, e moltiplicando parimente il detto numero
minore in se stesso s'hauerà 4, i quali numeri creati, e po-
sti per ordine in questa forma
16 8 4
daranno la proportione Du-
pla accresciuta, secondo la continenza della proportionalità
Geometrica. E cosi della Tripla, Quadrupla, e delle altre proportioni del
Genere Moltiplice (seruando la regola mostrata) hassi da intendere. E
per maggior sicurezza darò alcuni essempij.
4 2
Dupla
16 8 4
Dupla
8 4
differenze
3 1
Tripla
9 3 1
Tripla
6 2
differenze
4 1
Quadrupla
16 4 1
Quadrupla
12 3
differenze
M. Mi piacciono questi essēpij di V.S. Mà chi ne farà sicuri, e chi n'accer
tarà, se la Dupla, ouer la Tripla, e cosi l'altre proportioni siano moltipli-
cate secondo la proportionalità Geometrica ? A. Tre seranno le ragioni,
che le assicuraranno. Vna fia, quando fra i numeri si trouaranno le propor
tioni eguali, come si vede in questi numeri del primo essempio proposto
della Dupla,
16 8 8 4
i quali sono tutti Dupli. L'altra, quan-
do si trouaranno fra quelle proportioni le differen-
ze inequali, che cosi vuole tal proportionalità Geo
page 17trica. Il che quì si vede, perche tra 16, & 8 vi è 8 per differenza; e tra 8, &
4 vi resta il 4, per differenza, che non è eguale all'8. La terza sia, quando
le differenze, che sono fra quelle proportioni, rappresentaranno la mede
sima proportione, che si è moltiplicata secondo l'osseruatione della pro-
portionalità Geometrica. Come per essempio: hauendo pigliata la Dupla,
le differenze pur daranno la Dupla: hauendo pigliata la Tripla, trouarassi
l'istessa nelle sue differenze. Et cosi intendasi della Quadrupla, e delle al-
tre per ordine, come mostro in questi essempij, che adduco.
4 2
Dupla
16 8 4
Dupla
8 4
differenze
Dupla
4 1
Quadrupla
16 4 1
Quadrupla
12 3
differenze
Quadrupla
5 1
Quincupla
25 5 1
Quincupla
20 4
differenze
Quincupla.
M. Se le resta altro che dire sopra questo Genere Moltiplice, à noi serà di
tanto fauore l'vdirle, di quanto stati ci sono i già mostrati essempij, i qua
li n'hanno fatto più facile il suo ragionamento. A. Altro non mi resta, che
l'auuertire, come con questa regola potrassi passare all'altre proportioni
di questo Genere. Onde mi trasferirò à parlar del Genere superpartico-
lare. Volendo adunque continuare la proportione sesquialtra, prima spe-
cie del Genere predetto, secondo la proportionalità Geometrica, non si
rimoueranno punto dalla già detta regola. E perche più se ne accertino,
formarò questi essempij.
3 2
Sesquialtra
9 6 4
Sesquialtra
3 2
differenze
4 3
Sesquiterza
16 12 9
Sesquiterza
4 3
differenze
5 4
Sesquiquarta
25 20 16
Sesquiquarta
5 4
differenze
page 18Ecco queste tre proportioni continuate secondo la forma della propor-
tionalità Geometrica. E questa istessa regola seruirà nelli altri tre Generi
d'Inequalità. La onde per non essere à tedio, co 'l replicare l'istessa rego-
la, farò fine, formando solo per maggior sicurezza alcuni essempij delle
proportioni di detti Generi.
Questi sono del Genere superpartiente.
5 3
Superbipartiente
terza
25 15 4
Superbipartiente
terza
10 6
differenze
7 4
Supertripartiente
quarta
49 28 16
Supertripartiente
quarta
21 12
differenze
7 5
Superbipartiente
quinta
49 35 25
Superbipartiente
quinta
14 10
differenze
Questi altri sono del Genere Moltiplice superparticolare.
5 2
Dupla sesquialtra
25 10 4
Dupla sesquialtra
15 6
differenze
7 3
Dupla sesquiterza
49 21 9
Dupla sesquiterza
28 12
differenze
7 2
Tripla sesquialtra
49 14 4
Tripla sesquialtra
35 10
differenze
E questi sono del Genere Moltiplice superpartiente.
8 3
Dupla Superbipar-
tiente terza
64 24 9
Dupla superbipar-
tiente terza
40 15
differenze
11 4
Dupla Supertripar-
tiente quarta
121 44 16
Dupla Supertripar-
tiente quarta
77 28
differenze
14 5
Dupla superquadri-
partiente quinta.
196 70 25
Dupla superquadri-
partiente quinta.
126 45
differenze
page 19Cosi adunque con questo modo, e regola potrassi multiplicare non solo
ogni proportione del Moltiplice, ma etiandio di tutti gli altri Ge-
neri d'Inequalità secondo la Proportionalità Geometrica. Mi resta solo
trattare della Proportionalità Harmonica: essendo però le Signorie Vo-
stre sodisfatte, e intendenti à pieno delle due sopranomate proportionali
tà. G. Siamo sodisfatti. Siche ella può far quel, che le piace. A. Dirò adun
que, che volendo continuare; ò ridurre la Proportione Dupla prima spe-
cie del Genere Moltiplice secondo la forma della proportionalità Har-
monica, conuien seruirsi dell'operatione del partire, e parimente del Mol
tiplicare; perche bisogna prima partire detta Dupla secondo la forma
della proportionalità Arithmetica, come di sopra è stato inse-
gnato in questo modo
4 3 2
e fatto questo, moltiplicar il numero di
mezo, qual'è 3, co 'l numero maggiore d'essa proportionalità,
qual'è il 4, e se ne haurà 12: e poscia moltiplicare il minore, qual'è 2,
co 'l maggiore, e se ne trarrà 8, e susseguentemente si prenderà il detto nu
mero minore, il qual moltiplicherassi con quel di mezo,
ch'è il 3, e se ne riportarà 6: e postigli tutti in questa forma,
12 8 6

s'haurà la proportione Dupla ridotta alla forma della pro-
portionalità Harmonica; poiche in essa si contengono le proportioni, e
le differenze diuerse, come è suo naturale; e come lo porrò inanzi alli lor
sensi co 'l mio presente discorso. Se si farà comparatione
delli duoi primi numeri, che sono
12 8
non è dubbio, che iui
sia la proportione sesquialtra. Se si pigliaranno poscia questi
duoi numeri
8 6
tra loro si trouarà la proportione sesquiterza. Siche
vedesi apertamente, che le proportioni sono diuerse. Se si verrà
poi alla consideratione delle differenze, si trouerà, che sono ine-
guali; perche tra 12, e 8 sta il 4 per differenza; e tra 8, e 6 cade per diffe-
renza il 2. Onde le differenze, e le proportioni sono ineguali, come ricer-
ca la proportionalità Harmonica. Cosi ancora volendo io ridurre la Tri-
pla, la Quadrupla, e le altre proportioni del Genere Moltiplice alla for-
ma della proportionalità Harmonica mi seruirò dell'istessa regola, come
à pieno le informarò con questi essempij.
4 3 2
Dupla
12 8 6
Dupla ridotta
4 2
Proportioni, & diffe-
renze ineguali.
6 4 2
Tripla
24 12 8
Tripla ridotta
12 4
Proportioni, & diffe-
renze ineguali.
8 5 2
Quadrupla
40 16 10
Quadrupla ridotta.
24 6
Proportioni, & diffe-
renze ineguali.
page 20E cosi seruando l'ordine mostrato potrassi formare ogni proportione del
Genere moltiplice, sotto la natura della proportionalità Harmonica.
Hor, poiche mi prometto d'essere inteso da loro di quanto le hò ragiona-
to, me ne passarò al Genere superparticolare. G. Se lo farà, accrescerà fa-
uori à fauori, & obligo alli infiniti oblighi, che di già le hauemo. A. Anzi
à lor haurò io obligo per il favore, che mi fanno in vdirmi. E perciò di-
co, che volendo tramutare alcune proportioni del Genere superparticola
re conforme alla qualità della proportionalità Harmonica, il faremo con
l'istessa regola seruata nel Genere Moltiplice, come più apertamente
si scoprirà dagli essempij, che hora appresento.
6 5 4
Sesquialtra
30 24 20
Sesquialtra ridotta.
6 4
Proportioni, & diffe
renze ineguali.
8 7 6
Sesquiterza
56 48 42
Sesquiterza ridotta.
8 6
Proportioni, & diffe
renze ineguali.
10 9 8
Sesquiquarta.
90 80 72
Sesquiquarta ridotta.
10 8
Proportioni, & diffe
renze ineguali.
Tuono maggiore formato Harmonicamente.
18 17 16
Sesquiottaua
306 288 272
Sesquiottaua ridotta.
18 16
Proportioni, & diffe-
renze ineguali.
Cosi pur anche, e con l'istessa regola si far
riduttione di ciascuna proportione tanto del
Genere superpartiente, quāto delli altri Generi
d'Inequalità, de' quali tutti tre [[per]] maggior intel
ligenza ne porrò separatamente gli essempij.
Questi son gli essempij del Genere superpartiente.
5 4 3
Superbipartiente
terza.
20 15 12
Superbipartiente
terza ridotta.
5 3
Proportioni inegua-
li, & differenze
ineguali.
7 6 5
Superbipartiente
quinta
42 35 30
Superbipartiente
quinta ridotta.
7 5
Proportioni inegua-
li, & differenze
ineguali.
14 11 8
Supertripartiente
quarta
154 112 88
Supertripartiente
quarta ridotta.
42 24
Proportioni ineguali,
& differenze
ineguali.
page 21
Questi altri son del Genere Moltiplice superparticolare.
10 7 4
Dupla sesquialtra
70 40 28
Dupla sesquialtra
ridotta
30 12
Proportioni inegua
li, & differenze
ineguali
7 5 3
Dupla sesquiterza
35 21 15
Dupla sesquiterza
ridotta
14 6
Proportioni inegua
li, & differenze
ineguali
14 9 4
Tripla sesquialtra
126 56 86
Tripla sesquialtra
70 20
Proportioni inegua-
li, & differenze
ineguali
E questi altri sono per il Genere Moltiplice superpartiente.
16 11 6
Dupla superbipar-
tiente terza
176 96 66
Dupla superbipar-
tiente terza ridotta
80 30
Proportioni, & diffe
renze ineguali
22 14 6
Tripla superbipar-
tiente terza
308 132 84
Tripla superbipar-
tiente terza ridotta
176 48
Proportioni, & diffe
renze ineguali
E perche hò di già mo-
strato il modo, e l'ordi-
ne, con cui potrassi for
mar, continuar, & ridur
re secondo la proportio
nalità Arithmetica, Geo
metrica, & Harmoni-
ca ogni proportione nō
solo del Genere Molti-
plice; mà etiandio di tut
ti gli altri Generi d'Ine-
qualità, non m'estende-
rò più oltre di quel, ch'
io hò mostrato, sapendo, che si potrebbe seguire, ma non finire; & me ne
passarò alla terza proposta, nella quale, come nelle due prime si è visto, in
che seruono il partire, & il moltiplicare, cosi si cognoscerà il valore del-
l'atto del sottrare. M. Prima, che V. S. vada più oltre, credo sarà bene, ch'el
la ci fauorisca di dare il modo per cognoscere, se la riduttione d'alcuna
proportione secondo la proportionalità Harmonica sia fatta senza errore
alcuno, come hà fatto nel modo delle altre due. A. Dirò, che allhora ne
saranno sicuri, quando le proportioni, e le differenze seranno ineguali, co
me richiede tal proportionalità: & ogni volta, che le differenze delle pro
page 22portioni daranno quella medema proportione, che s'haurà diuisa. & per
essempio porrò la Dupla, la Tripla, & sesquialtra.
4 3 2
Dupla
12 8 6
4 2
differenze
Dupla
6 4 2
Tripla
24 12 8
12 4
differenze
Tripla
6 5 4
Sesquialtra
30 24 20
6 4
differenze
Sesquialtra
Quindi si veggono le proportioni, e le differenze, che fra esse sono ine-
guali. Si vede anche nelle differenze la proportione, che s'hà ridotta
alla proportionalità Harmonica, il che assicura l'operante, che l'operatio-
ne sia senza errore. M. Questa sua regola è così facile, che, senza più di-
morarui sopra, V. S. potrà passare ad altro, se le piace. A. Cosi farò. Parlan
do della terza parte, in cui si troua l'atto del sottrare, dico, ch'altro non
contiene, che 'l cauare vna proportione dall'altra, per saper, quanto vna
proportione superi l'altra, e quanto vna consonanza sia superiore all'al-
tra. & prima andrò ponendo à questo fine le radici delle proportioni, dal
le quali le consonanze, e dissonanze traggono la sua origine, & vera for-
ma; acciò meglio fia chiaro, quanto vna consonanza, ò dissonanza supe-
ri l'altra, ò da quella sia superata. G. Posciache cosi le piace, comincij
pur ella, che 'l tutto ci serà e di contento, e di sommo fauore. A. Comin-
ciando dalle proportioni, che danno le consonanze e dissonanze, dico pri
ma della proportione Dupla, la quale si troua in questi numeri 2. 1, da
che si hà la consonanza detta l'ottaua. Della proportione Sesquialtra,
qual contiensi in questi numeri 3 2, ne' quali si troua la quinta. Del-
la proportione Sesquiterza, qual si troua in questi numeri 4 3, donde
si caua la Quarta. Nella proportione Sesquiquarta, che stassi in questi
numeri 5 4, la Terza maggiore hà la sua vera forma. Dalla Sesqui-
quinta, che è nelli numeri 6 5, si caua la Terza minore. Dalla pro-
portione superbipartiente terza, ch'è formata nelli numeri presenti 5 3,
si trahe la Sesta maggiore. La minore è poi collocata nella proportio-
ne supertripartiente quinta, la qual dà questi numeri 8 5. Il Tuono mag
giore giace nella proportione Sesquiottaua, qual consiste nelli numeri
9 8. Il Tuono minore vien fondato nella proportione sesquinona, qual
hà principio in questi numeri 10 9. L'Hettacordo, ò settima maggiore
hà la sua vera forma nella supersettepartiente ottaua, che nasce da i nu-
meri 15 8. La settima minore nella superquadripartiente quinta, che
page 23danno i numeri 9 5. Il semituono maggior si troua constituito nella pro
portione di 16 à 15: e 'l minore nella proportione di 25 à 24. Nè taccio,
da qual proportione il Coma traggia la forma sua, la qual si cognoscerà
nella proportione di 81 à 80. Dico ancora, che 'l Tritono è formato dal-
la proportione di 45 à 32. Et la semidiapente ci vien data da la propor-
tione di 64 à 45. Hò di già mostrate le proportioni, e i numeri, che ge-
nerano le forme di ciascuna consonanza, e dissonanza, e d'ogni altro mini
mo interuallo, cosi cantabile, come incantabile: hora restami à dire, co-
me vna proportione superi l'altra. Dalche si cognoscerà, come vna con-
sonanza, ò dissonanza ecceda l'altra. E farò principio dalla Dupla vera
forma (come s'è detto) dell'ottaua, e me ne scenderò alle altre per ordi-
ne. Prima dunque scoprirò il modo, che deue tenersi à cognoscere,
quanta sia la differenza, che si troua tra la proportione Tripla, & la pro-
portione Dupla. Pongāsi i numeri, che ci danno dette proportio
ni, l'vn contro l'altro cosi
3 1
4 2
Moltiplichi poscia il numero mag-
giore della proportione Tripla co 'l minore della Dupla, che se ne
hauerà il numero 6: e di poi si moltiplichi il numero minore della
Tripla co 'l maggiore della Dupla; che se ne hauerà il numero 4, i quali
amendui paragonati insieme faranno la proportione sesquialtra; e questo
si dice propiamente estrahere vna proportione dall'altra. E per cogno-
scer poi, di quanto la proportione Quadrupla sia superiore alla Tripla, &
alla Dupla, si seruarà l'istessa di già data regola, che à pieno mostrerà il tut
to, come si vede per questi essempij.
3 1 Tripla
4 2 Dupla
6 4 Sesquialtra
per eccesso
fuori de' suoi
termini radi
cali.
8 2 Quadrupla
3 1 Tripla
8 6 Sesquialtra
per eccesso
fuori de'
suoi termi
ni radicali.
8 2 Quadrupla
4 2 Dupla
16 8 Dupla per ec-
cesso fuori de'
suoi termini ra
dicali.
Passando più oltre dirò il modo, che si deue tenere per saper la differen-
za, che si troua dalla proportione Dupla alla sesquialtra prima specie del
Genere superparicolare, che fia questo. Formaremo i numeri, che
danno dette proportioni in questo modo
2 1
3 2
e, se leuaremo vna pro
portione dall'altra, come si è fatto di sopra, dubbio non è, che ne
page 24resterà per differenza la proportione sesquiterza. E perche meglio il con
siderino, formarò l'essempio cosi.
2 1 Dupla
3 2 Sesquialtra
4 3 Sesquiterza
per eccesso.
E se pur vorremo sapere ancora, quanto tiene
di più la proportione Dupla della Sesquiter-
za, conuerrà, che seruiamo la sopradetta rego-
la. Perciò formarò le proportioni, che danno
la Dupla, e la Sesquiterza. Et moltiplicandole
poi (come si disse) indubitatamente ne verrà
per eccesso la Sesquialtra; come ne rēderà cer
ti questo essempio.
2 1 Dupla
4 3 Sesquiterza
6 4 Sequialtra
per eccesso
fuori de' suoi
termini radica
li.
Quì vedesi la Sesquiterza superata dalla Du-
pla d'vna proportione Sesquialtra. Hora po-
sta la proportione Dupla, e la Sesquiquarta, e
moltiplicando vna proportione con l'altra nel
modo di già vsato, ne verrà per eccesso la pro
portione supertripartiente quinta, come ne
mostrarà questo essempio.
2 1 Dupla
5 4 Sesquiquarta
8 5 Supertripartiē
te quinta per
eccesso.
Onde fia superata la proportione Sesquiquar
ta dalla proportione Dupla d'vna supertripar
tiente quinta. Mostrarò adesso, di quanto la
proportione Dupla ecceda la sesquiquinta
con moltiplicar nella solita maniera i numeri,
che danno la Dupla, e la Sesquiquinta; & ne
verrà per eccesso la proportione superbipar-
tiente terza, come vuole il presente essempio.
2 4 Dupla
6 5 Sesquiquinta
10 6 Superbipartien-
te terza per ec-
cesso fuori de'
suoi termini radi
cali.
Di quì si vede, come la proportione Du-
pla auanza la proportione Sesquiquinta
d'vna superbipartiente terza. Farò chiaro
adesso, quanto la proportione Dupla ecce-
da la sesquiottaua, moltiplicando nel mo-
do istesso le proportioni l'vna con l'altra;
[[per]]che danno per eccesso vna [[pro]]portione so-
prasettepartiēte nona cō questo essempio.
page 25
2 1 Dupla
9 8 Sesquiottaua
16 9 Soprasettepartiē-
tenona per ec-
cesso.
Apertamente pur si vede, che l'eccesso è
quello, che dico. Come anche si vede da
questo altro essempio, che formarò, che la
proportione Dupla eccede la sesquinona
d'vna superquadripartiente quinta, il che
risultarà moltiplicando l'vna con l'altra
proportione, come quiui.
2 1 Dupla
10 9 Sesquinona
18 10 Superquadripar-
tiente quinta per
eccesso, fuori de'
suoi termini radi
cali.
Seguirò mostrando, quando la proportio-
ne superbipartiente terza, prima specie
del Genere superpartiente, sia superata
dalla proportione Dupla, seruando l'vsa-
to modo, per cui l'eccesso, che ne verrà,
darà la proportione sesquiquinta, come
in questo mio essempio.
2 1 Dupla
5 3 Superbipartien
te terza.
6 5 Sesquiquinta
per eccesso.
Seguo à manifestare, quanto la proportione
Dupla tiene in se più della supertripartiente
quarta. Il che facendo con l'istesso ordine,
cauerò per differenza la proportione sesqui-
settima, come si vede dalle proportioni po-
ste quiui.
2 1 Dupla
7 4 Supertripartien
te quarta
8 7 Sesquisettima
per eccesso.
Se hora prenderò la proportione superqua-
dripartiente quinta, e la proportione Dupla,
sottrahendo vna proportione dall'altra verrà
per eccesso la proportione sesquinona, come
farò aperto col presente essempio.
page 26
2 1 Dupla
9 5 Superquadripar-
tiente quinta
10 9 Sesquinona per
eccesso.
Dicchiararò pur'anche, quanta sia la diffe
renza, che giace dalla proportione Dupla
alla Dupla sesquialtra, prima specie del
Genere Moltiplice superparticolare: e ciò
farò non mi scostando punto dall'ordine
osseruato di sopra, come in questo essem-
pio si contiene.
2 1 Dupla
5 2 Dupla sesquial-
tra.
4 5 Subsesquiquarta
per eccesso.
Cosi parimente mostrarò nel Genere mol
tiplice superpartiente la differenza che è
fra la proportione Dupla, e la Dupla su-
perbipartiente terza, prima specie del det
to Genere Moltiplice superpartiente, leuā
do vna proportione dall'altra al modo so-
lito. Il che fatto si vedrà vna proportione
subsesquiterza per differēza, come quiui.
2 1 Dupla
8 3 Dupla Superbipar-
tiente terza
6 8 Subsesquiterzaper
eccesso fuori de'
suoi termini radi-
cali.
Hauendo dati sin'hora alcuni essempij di
ciascun Genere, se non l'è graue di prestar
mi grate orecchie, come sin'adesso hanno
fatto, me ne passarò al Genere superparti-
colare ragionando di alcune sue propor-
tioni; posciache da lor stessi potranno pe-
netrare più oltre di quel, che hò mostra-
to nelle altre simili proportioni, che, per
non esser prolisso, e per non arrecar noia,
le tralasciarò. M. Essequisca, & adempia
pur V. S. di questo ogni sua voglia, che non solo non ci sarà graue l'vdir-
la, ma etiandio di sommo fauore; poiche il tutto prouiene da sua mera
cortesia à nostro compiacimento, & vtile. A. Cominciarò adunque dalla
proportione sesquialtra prima specie del Genere superparticolare, dicen-
do, quanto essa ecceda la Sesquiterza, & le altre proportioni. Et primiera-
mente portò inanzi à gli loro occhi la differenza, che si troua tra la ses-
quialtra, e sesquiterza predette. Talche ponendo li numeri, che danno
la forma dell'vna, e dell'altra proportione, e sottrahendo l'vno parimen-
te dall'altro, come già si fece nelli numeri della proportione Dupla, sor-
gerà per eccesso la proportione sesquiottaua; come fia manifesto da que
sto essempio.
page 27
3 2 Sesquialtra
4 3 Sesquiterza
9 8 Sesquiottaua per
eccesso
Et in che l'istessa sesquialtra superi la ses-
quiquarta, posti li numeri delle proportio-
ni l'vno contro l'altro, e cauato l'vno dal-
l'altro, dichiararà questo altro essempio,
che ne risultarà la sesquiquinta.
3 2 Sesquialtra
5 4 Sesquiquarta
12 10 Sesquiquinta per
eccesso fuori de'
suoi termini radi
cali.
Quanto ancora la medesima sesquialtra
auanzi la sesquiquinta, lo scoprirò nel-
l'istesso modo con questo essempio, on-
de ne risultarà vna sesquiquarta.
3 2 Sesquialtra
6 5 Sesquiquinta
15 12 Sesquiquarta per
eccesso fuori de'
suoi termini radi
cali.
Ne tacerò, come si possi cognoscere la
differenza, che giace tra questa propor-
tione sesquialtra, e la sesquiottaua; mà
con l'istessa maniera à loro manifestarà,
che per eccesso vi cade la proportione
sesquiterza; come in questo essempio si
vede
3 2 Sesquialtra
9 8 Sesquiottaua
24 18 Sesquiterza per ec-
cesso fuori de' suoi
termini radicali.
Supera pur l'istessa sesquialtra la ses-
quinona d'vna supersettepartiente
vigesima, come si scorge dal presente
essempio.
3 2 Sesquialtra
10 9 Sesquinona
27 20 Supersettepartiente
vigesima per ecces-
so.
Farò passaggio adesso (se il consenti-
ranno) alla proportione Sesquiterza,
per palesare, quanto ella tiene di più
della proportione sesquiquarta.
G. Tutto ciò è in conformità di quā
to desideriamo: e perciò seguiti pur,
essendoci questo di moltà vtilità.
A. Serà dunque il principio dalla differenza, che tiene detta propor
tione sesquiterza con la sesquiquarta, ch'altra non è, ch'vna sesquiquin-
page 28tadecima, come mostra, seruato l'ordine nostro, questo essempio.
4 3 Sesquiterza
5 4 Sesquiquarta
16 15 Sesquiquintade
cima per eccesso.
Secondariamente accertarà loro questo
altro essempio, che le darò, che la sesqui-
quinta è inferiore alla sesquiterza d'vna
proportione sesquinona fuori de' suoi
termini radicali; perche leuando vna pro
portione dall'altra risorgerà per eccesso
la sesquinona, come quì.
4 3 Sesquiterza
6 5 Sesquiquinta
20 18 Sesquinona per ec-
cesso fuori de' suoi
termini radicali.
Terzo farò palese, di quanto l'istessa
sesquiterza auanzi la sesquiottaua
con l'essempio, che hora scriuo, il
qual farà ciascun certi, come questo
eccesso è d'vna superquinquepartien
te vigesima settima, & ecco quanto
v'hò detto.
4 3 Sesquiterza
9 8 Sesquiottaua
32 27 Superquinquepar-
tiente vigesima set-
tima per eccesso.
Quarto, & vltimo, questa sesquiterza
eccede la sesquinona d'vna sesqui-
quinta, come ci mostrerà il presente
essempio.
4 3 Sesquiterza
10 9 Sesquinona
36 30 Sesquiquinta per ec
cesso fuori de' suoi
termini radicali.
Sono già finiti gli eccessi della pro-
portione sesquiterza. La onde han-
no visto, quanto auantaggio ella ten-
ga sopra le altre proportioni. Se à
loro piacerà di penetrar anco più ol-
tre in questo Genere superparticola-
re, il farlo sarà lecito; posciache la
regola già data potrà condurre l'operante in infinito per ogni Genere,
ch'io (piacendole) voglio trasferirmi à ragionar della proportione su-
perbipartiēte terza, prima specie del Genere superpartiente; e far cogno-
scere l'eccesso, che si troua fra essa, e la sesquialtra. Ilche chiaramente ve-
drassi, se si trarà vna proportione dall'altra secondo la regola insegnata,
per la quale estrattione nascerà la sesquinona proportione. Cosi ponendo
la quarta, & la sesquialtra, verrà per differenza vna
sesquisesta. Et questi eccessi si vedono in questi essempij.
page 29
5 3 Superbipartiente
terza
3 2 Sesquialtra
10 9 Sesquinona per
eccesso
7 4 Supertripartiente
quarta
3 2 Sesquialtra
14 12 Sesquisesta per
eccesso fuori de'
suoi termini radi
cali.
Mostrarò hora la differenza, che si troua fra la proportione sesquiterza, e
la superbipartiente terza, che si cognoscerà con l'istessa regola, con la qua
le si sono cognosciute l'altre, come per il presente essempio si può ve-
dere.
5 3 Superbipartiē
te terza
4 3 Sesquiterza
15 12 Sesquiquarta
per eccesso
fuori de' suoi
termini radi-
cali.
Di quì chiaramente si scopre, che la propor-
tione superbipartiente terza contiene in se
vna sesquiquarta oltre le sesquiterza. Questa
istessa proportione superbipartiente terza auā
za la sesquiquarta d'vna sesquiterza, come nel
presente essempio si vede.
5 3 Superbipar
tiente terza
5 4 Sesquiterza
20 15 Sesquiquar
ta [[per]] eccesso
fuori de'
suoi termi
ni radicali.
Vince pur'anche l'istessa superbipartiente terza
la sesquiottaua d'vna supertredecipartiente
vigesima settima, della quale solo darò l'essem-
pio; accioche vanamente non mi affatichi in co-
sa, che à loro sia à tedio, con l'estendermi all'al-
tre seguenti proportioni; posciache l'istesso or-
dine mio può introdur ogn'vno sicuramente al-
la cognitione dell'eccesso della detta superbipar
tiente terza verso le altre, che seguono nel ge-
nere superparticolare, senza ch'io più mi dilati.
page 30
5 3 Superbipartiente
terza
9 8 Sesquiottaua
40 27 Supertredecipar-
tiente vigesima set
tima per eccesso.
Tuttauia non posso tralasciare di mostrar
anco, quanto la medesima superbipartien
te terza superi la sesquinona per esser
d'importanza, e ciò farò co 'l presente es-
sempio.
5 3 Superbipartiente
terza
10 9 Sesquinona
45 30 Sesquialtra per
eccesso fuori de'
suoi termini radi
cali.
Ragionarò adunque della Dupla sesqui-
altra, prima specie del Genere Moltipli-
ce superparticolare: è breuemente dirò
quanta sia la differenza, che si troua esser
tra la Dupla sesquialtra, & la superbipar
tiente terza. Ilche farò con l'istesso or-
dine della sottrattione, come in questo
essempio vederanno.
5 2 Dupla sesquialtra
5 3 Su[[per]]bipartiēte terza
15 10 Sesquialtra per ec-
cesso fuori de' suoi
termini radicali.
M. Hauendone fauoriti V. S. in tante,
e tante cose non solo di quello, che
le habbiamo chiesto, ma anco più ol-
tre, perciò la preghiamo, che si con-
tenti di dirci; perche essa ha lasciata la
Dupla, e la sesquialtra: che accrescen-
do i fauori, à noi accrescerà ancora gli
obblighi. A. Quantunque no 'l facessi volontieri; l'obligo, che hò di ser-
uirle ouun mi commandano, mi ci sforzarebbe. Però è ben ragione,
che non nieghi d'obedir loro in questo, come faccio, dicendo, che non
mi occorreua far mentione della Dupla, ne della sesquialtra; poiche ragio
nando delli eccessi della Dupla, mostrai la differenza, che fra loro si tro-
uaua, & della sesquialtra non mi occorre dir altro; poiche la differenza,
che si troua fra la Dupla sesquialtra, & la superbipartiente terza è vna
proportione sesquialtra. Cosi conuertendo la differenza, che si troua tra
la Dupla sesquialtra, & la proportione sesquialtra, è vna superbipartien-
te terza, che ritorna in vna medesima cosa. ma se pur à loro cade in pen-
siero, ch'io tratti della Tripla, e della Quadrupla, farò, quanto le piacerà.
M. Se ciò non fosse per apportarle noia, ci sarebbe per certo di sommo
piacere; ma, perche temiamo, che 'l trattarne à pieno, sarebbe à V. S. non
poco di fatica, e forsi nō si comportarebbe dalla venuta de' nostri Signori
page 31Academici, che di punto in punto s'aspettano, basterà solo, ch'ella ce ne
mostri qualche parte. A. Già dissi, e di nouo replico, che à fatica alcuna
non perdonarò per loro compiacere. Perciò dico, che volendo cognoscer
la differenza, che è fra la Dupla sesquialtra prima specie del Genere Mol
tiplice superparticolare, e la Tripla, bisogna, che si pongano i numeri,
che danno le dette proportioni, & seruandosi l'ordine, che già diedi
s'haurà per eccesso vna subsesquiquinta, come vedranno dal presente
essempio.
5 2 Dupla sesquial-
tra.
3 1 Tripla
5 6 Subsequiquinta
per eccesso.
Hora, se più oltre piacerà di passare alle
proportioni del Genere Moltiplice, il
potranno fare, che l'istessa regola seruirà
anco nelle compagne, che quanto à me
seguirò di mostrare la differenza, che è
dalla proportione sesquiterza alla Du-
pla sesquialtra, qual conoscerassi, se all'v-
sato modo si porranno i numeri dell'vna,
& dell'altra proportione, e si cauarà vna dall'altra. Ilche si manifesta con
questo essempio.
5 2 Dupla sesqui-
altra
4 3 Sesquiterza
15 8 Supersettepar
tiēte ottaua per
eccesso.
L'istessa regola pure le potrà guidare alla co-
gnitione delli eccessi delle proportioni de i
sopranomati Generi che restano. Già, che hò
mostrato gli essempij del Genere Moltiplice,
del superparticolare, & del superpartiente,
scoprirò al presente, quanto vna proportione
d'vn di detti Generi superi vn'altra propor-
tione dell'istesso Genere: come delli altri ho
fatto: & dirò, che cosa la Dupla Sesquialtra
contenga in se più della Dupla Sesquiterza, e
della Dupla Sesquiquarta. Ilche vedrassi leuata vna proportione dall'al-
tra, come fin'hora si è costumato, e come in questi essempij miei osseruo.
5 2 Dupla Sesquialtra
7 3 Dupla Sesquiterza
15 14 Sesquiquattordeci-
ma per eccesso.
5 2 Dupla Sesquialtra
9 4 Dupla sesquiquarta
20 18 Sesquinona per ec-
cesso fuori de' suoi
termini radicali.
Cosi anche si potrà seguire in questo Genere Moltiplice superparticolare
in infinito, come pur anco si poteua nelli altri sopranomati Generi. Hora
page 32trattarò del Genere Moltiplice superpartiente, vltimo delli Generi d'Ine-
qualità, e farò principio dalla Dupla suberbipartiēte terza prima specie
del Genere predetto, dando à cognoscere, quanto essa superi la Tripla se-
conda proportione del Genere Moltiplice, lasciata la Dupla, perche par-
lando delli suoi eccessi, ciò mostrai. Ilche farò con l'istesso modo in
questo essempio.
8 3 Dupla superbipar-
tiente terza
3 1 Tripla
8 9 Subsesquiottaua
per eccesso.
Quindi si apre la via alle altre propor-
tioni del Genere Moltiplice superpar-
tiente con il Moltiplice, nelle quali ser-
uirà per guida la regola osseruata più
volte da me. Non mi vi fermerò più
sopra, volendo manifestarui in che
l'istessa Dupla superbipartiente terza
ecceda la sesquialtra, e la sesquiterza
con questi essempij.
8 3 Dupla superbipar-
tiente terza
3 2 Sesquialtra
16 9 Supersettepartiente
nona
8 3 Dupla superbipar-
tiente terza
4 3 Sesquiterza
24 12 Dupla per eccesso
fuori de' suoi termi
ni radicali.
G. Habbiamo inteso; segua pur V. S. più oltre, se le piace. A. Dirò solo,
che si potrà seguire in questo Genere all'infinito: e me ne passarò al Ge-
nere superpartiente, se delli detti le Signorie vostre restaranno sodisfatte.
M. Siamo sodisfattissimi. A. Dirò dunque, che la differenza, che stà fra
la proportione Dupla superbipartiēte terza, prima specie del Genere Mol
tiplice superpartiente, e la superbipartiente terza prima specie del Gene-
re superpartiente, è d'vna supertripartiente quinta, come con quello istes
so ordine si vede. & dal presente essempio si caua.
8 3 Dupla superbipartien-
te terza
5 3 Superbipartiēte terza
24 15 Supertripartiente quin
ta per eccesso fuori
de' suoitermini radica
li.
Qual'ordine parimente incamina-
re potrà lo studioso in infinito ad
ogni proportione del Genere su-
perpartiente, e del Moltiplice su-
perpartiēte in veder'i loro eccessi.
M. Per la regola in se stessa facile, e
per gli essempij chiarissimi (ambi)
possediamo benissimo il suo ragio-
namento G. è cosi veramente.
page 33A. Però per non lasciar Genere alcuno, che di qualche sua proportione
non si parli, dirò del Genere Moltiplice superparticolare. E 'l principio
mio serà dalle prime specie di quello, & etiandio del Moltiplice super-
partiente, le quali sono queste 8 à 3, 5 à 2. E per saper la differenze, che
tra l'vna, e l'altra si troua seruisi pur sempre l'ordine dell'estrattione, &
ecco l'essempio.
8 3 Dupla superbipartien-
te terza
5 2 Dupla sesquialtra
16 15 Sesquiquindecima
per eccesso
Se si desidera poi cognoscere, di
quanto la Dupla sesquiterza ceda
alla Dupla superbipartiente terza,
vaglia l'istessa regola; che per non
esser longo, e conseguentemente
noioso tralasciate queste due pro-
portioni, farò palese la differenza,
che è dal maggiore al minor Tuo-
no con questo essempio.
8 9 Sesquiottaua
10 9 Sesquinona
81 80 Sesquiottaua vi
gesima [[per]] eccesso
Cosi adunque hò detto ciò, che mi oc-
correua per gli eccessi, e differenze d'vna
proportione all'altra di tutti cinque i Ge
neri d'Inequalità, e per conseguenza per
le differenze ancora delle consonanze, e
dissonanze. Ilche si può vedere, trouando
le proportioni radicali, che danno le vere
forme dell'vne, e dell'altre, e d'ogn'altro interuallo. La onde non mi estē
derò più in longo, ma ben mi sforzaro di leuar loro ogni dubbio, che mo
strassero hauere. M. Del ragionamento, ò più tosto discorso suo altro nō
è, che mi renda difficultà, che il non saper, come mi potrò affidar, che
gli eccessi, ò differenze (come dir ci piace) siano senza errore. Delche ci
promettiamo la certezza della cortesia di V. S. di cui nel resto habbiamo
fatta proua, stando l'offerta sua. A. Di questo loro assicurarà il moltipli-
car la proportione seconda, che è di sotto, con l'Eccesso, moltiplicando
però l'antecedente con l'antecedente, & il conseguente con il conseguen
te, che ne verrà la proportione prima posta di sopra. Ilche affacilitarò cō
l'essempio della Dupla, che è il primo, e con quello della Sesquialtra,
che è il secondo, & con quello della Sesquiterza, che è il terzo, come si
vede nella seguente facciata.
page 34
2 1 Dupla
3 2 Sesquialtra
4 3 eccesso
12 6 Dupla fuori de' suoi
termini radicali.
3 2 Sesquialtra
4 3 Sesquiterza
9 8 eccesso
36 24 Sesquialtra fuori de'
suoi termini radi-
cali.
4 3 Sesquiterza
5 4 Sesquiquarta
16 15 eccesso
80 60 Sesquiterza fuori de'
suoi termini radicali.
Ben si vede, come moltiplicato l'ec
cesso con la proportione seconda,
ritorna la prima proportione. Non
mancarò di proponere ancora l'es-
sempio della superbipartiēte terza,
prima specie del Genere superpar-
tiente, qual'è questo.
5 3 Superbipartiente
terza
3 2 Sesquialtra
10 9 eccesso
30 18 Superbipartiente
terza
Quindi si scorge; che dal moltiplicar,
come di sopra, ne risulta la superbipar
tiente terza fuori de' suoi termini radi
cali. E perche dal ridoppiar gli essem-
pij, si rende più intelligente, e capace
l'Auditore, ne metterò vno della Du-
pla Sesquialtra, e vn'altro della Dupla
superbipartiente terza, & eccogli.
5 2 Dupla Sesquialtra
3 2 Sesquialtra
10 6 Ecesso
30 12 Dupla Sesquialtra
fuori de' suoi termi-
ni radicali.
8 3 Dupla Superbipar-
tiente terza
3 2 Sesquialtra
16 9 Eccesso
48 18 Dupla superbipartien-
te terza fuori de' suoi
termini radicali.
page 35Hauete già vn'essempio d'ogni Genere d'Inequalità; e di quì possiamo
passar ad ogni altro Genere, senza ch'io dico altro; poiche questo stesso
ordine in ogni sorte di proportione per sempre ci serue. G. Veramente
ci piace questo modo di cerificarsi; ma chi n'assicura, che la proportio-
ne, che risulta fuori de' suoi termini radicali dopò l'hauer moltiplicato,
come ci disse V. S. sia l'istessa prima proportione posta di sopra? A. Le ne
assicura il modo, che dirò. La proportione Dupla, che fuori
de' suoi termini radicali, è come quiui,
40 20
ha per nu
meri radicali questi
2 1
per saper adunque, quanto si
chiede, diuidansi quei numeri in tante parti, quante sono le ra-
dici della proportione; come sarebbe à dire. Vna parte di 20, è 20; la me-
tà di 40 è 20. Siche detta proportione si riduce alla pro-
portione d'equalità, come quì si vede
20 20
Onde ogni volta che
dalla proportione, che diuideremo per gli suoi termini radi-
cali, haueremo la proportione d'equalità, saremo sicurissimi, che quella
proportione si troua fra essi numeri, quantunque sia fuori de' suoi termi-
ni radicali. E perche meglio ciò s'intendi, darò vno essempio per ciascun
Genere, & sono i seguenti.
Del Genere Moltiplice
2 1 Dupla ne' suoi termini
radicali.
40 20 fuori de' suoi termini
radicali
20 20 Proportione di equa-
lità
Del Genere superparticolare.
3 2 Sesquialtra ne' suoi ter-
mini radicali
12 8 Fuori de' suoi termini
radicali
4 4 Proportione di
equalità
Del Genere Superpartiente.
5 3 Superbipartiente
terza ne' suoi ter-
mini radicali.
25 15 Fuori de' suoi termi
ni radicali.
5 5 Proportione di
equalità.
Del Genere Moltiplice superparticolare.
5 2 Dupla sesquialtra ne' suoi
termini radicali.
30 12 Fuori de' suoi termini
radicali
6 6 Proportioni di equalità
page 36
Del Moltiplice superpartiente.
8 3 Dupla superbipartien
te terza ne' suoi ter-
mini radicali.
32 12 fuori de' suoi termi-
ni radicali.
4 4 Proportione di equa-
lità.
Hò mostrato come hò promesso vn'
essempio di tutti conque i Generi d'I-
nequalità, accioche per mezo di loro
sia lecito il passare più oltre in altre
proportioni di essi Generi. Perciò, se
hanno altro dubbio, e me lo scopri-
ranno, m'impiegarò, per quanto si
estendono le forze mie, a leuarglielo.
M. Poiche V. S. m'inuita, e 'l tempo
me 'l concede, le dirò quel, che hora
mi souuiene. Ragionando delle pro-
portioni, che danno la forma delle consonanze, e dissonanze, disse, che la
Dupla è la vera forma dell'ottaua, & che in essa hà la sua origine, & da
essa il suo nascimento: e pur si vede, che posta la sesquialtra,
& la sesquiterza in questa forma,
3 2
4 3
e moltiplicati i numeri di
esse proportioni, ciò è, il maggiore co 'l maggiore, & il mino&-
re co 'l minore, ne viene la Dupla, forma dell'Ottaua, come mo
strarò per vn essempio.
3 2 Sesquialtra
4 3 Sesquiterza
12 6 Ottaua fuori de'
suoi termini radi-
cali.
Parimente, se ponerò la Sesquiterza, e la
sesquiottaua come di sopra, e moltiplica
rò come hò fatto, non è dubbio che da-
rà la sesquialtra, forma della Quinta
fuori de' suoi termini radicali, come sco
prirà il presente essempio.
4 3 Sesquiterza
9 8 Sesquiottaua
36 24 Quinta fuori de' suoi
termini radicali.
Se moltiplicarò ancora la sesquiquarta,
e la sesquiquinta (come hora hò fatto)
haurò parimente la forma delle pro-
portione sesquialtra, che produce la
Quinta; come più largamente si caua
da questo essempio.
5 4 Sesquiquarta
6 5 Sesquiquinta
30 20 Quinta fuori de'
suoi termini
radicali.
Di più moltiplicata la sesquiquinta, e la
sesquinona all'usato modo, verrà per cer-
to la proportione sesquiterza fuori de'
suoi termini radicali, vera forma della
quarta. Ilche si vede da questo essempio.
page 37
6 5 Sesquiquinta
10 9 Sesquinona
60 45 Quarta fuori de' suoi
termini radicali.
Se si vorrà parimente la sesquiquarta
forma della Terza maggiore, ponendo
la sesquiottaua, e la sesquinona, & mol
tiplicate come le sopradette, verrà indu
bitatamente la sesquiquarta forma del-
la terza maggiore fuori de' termini ra
dicali, come apertamente quì si vede.
9 8 Sesquiottaua
10 9 Sesquinona
90 72 Terza maggiore.
Se vorrò parimente la proportione su-
perbipartiente terza, forma della Sesta
maggiore, formarò la sesquiterza, e la
sesquiquarta, e moltiplicandole insieme
alla vsata maniera ne trarrò la superbi-
partiente terza forma della sesta mag-
giore. Se desidero anche hauer la Sesta
minore, formarò la proportione sesqui-
terza, e la sesquiquinta, e co 'l moltiplicar l'vn con l'altro numero, come
di sopra, haurò la proportione supertripartiente quinta, forma, e radice
della Sesta minore; come si chiarisce con questi essempij.
4 3 Sesquiterza
5 4 Sesquiquarta
20 12 Sesta maggiore
fuori de' suoi ter-
mini radicali.
4 3 Sesquiterza
6 5 Sesquiquinta
24 15 Sesta minore fuori
de' suoi termini ra-
dicali.
Similmente volendo la supersettepartiente ottaua, forma, e radice
della settima maggiore, prenderò nel modo antedetto la sesquialtra, e
sesquiquarta; che ne sorgerà la ricercata supersettepartiente ottaua. Se
cercarò la settima minore, ponerò insieme la sesquialtra, e la sesquiquin-
ta, e la moltiplicatione del numero minore co 'l minore, e del maggiore
co 'l maggiore, mi darà la proportione superquadripartiente quinta, for-
ma della settima minore. E, perche più si cognosca la verità, darò gli
essempij di tutte due.
page 38
3 2 Sesquialtra
5 4 Sesquiquarta
15 8 Settima maggiore ne'
suoi termini radicali.
3 2 Sesquialtra
6 5 Sesquiquinta
18 10 Settima minore fuori
de' suoi termini radi-
cali.
Onde si vede per isperienza, che l'ottaua, la quinta, la quarta e l'altre Cō
sonanze hanno le due forme in altre proportioni, che in quelle, che V. S.
ha mostrate. Siche tra me stesso ne rimango confuso, e dubbioso. A. Vo
stra Signoria hà addotte ragioni, & essempij tali, che per certo non si può
negar, che non siano veri; posciache moltiplicando insieme la sesquial-
tra, e la sesquiterza ne risulta la Dupla forma dell'ottaua, e cosi similmen
te si può dir delle altre conforme à le lor proportioni: ma non già per
questo si deue dir, che l'ottaua e le altre consonanze habbiano la sua for-
ma nelle già addotte proportioni. Laonde spero, che con poche parole
la renderò possessor della verità. E vero, che si troua la settima maggio-
re, la qual piglia la forma sua dalla sesquialtra, e dalla sesquiquarta, mol-
tiplicando l'vna, e l'altra insieme, come quì.
3 2 Sesquialtra
5 4 Sesquiquarta
15 8 Settima maggiore
nelli suoi termini ra
dicali.
Et è vero ancora, che 'l Tritono prende
la sua forma dalla sesquiquarta, e dalla
sesquiottaua, come quiui.
5 4 Sesquiquarta
9 8 Sesquiottaua
45 32 Tritono ne' uoi ter-
mini radicali.
Ma è vero ancora, che il secondo nu-
mero dopo l'vnità è il 2. dalli quali pa-
ragonati insieme ne viene la Dupla pri
ma specie del Genere Moltiplice; da
cui l'ottaua prēde la sua vera forma, la
qual è prima cōsonāza, per esser la pri-
ma creata dalla prima proportione, co
me conferma Marsilio Ficino nell'Epi-
nomide di Platone nel 2. tomo à car. 1529, secōdo il mio testo, & ancora
page 39è prima; perche ad essa si riduce ogni proportione. Il che è conforme à
quel, che mostrò l'istesso Ficino commentando il timeo di Platone nel
cap. 29. carte 1455. Talche, se primieramēte ella si nomina; ragionandosi
delle consonanze, degnamente si fa, per esser l'ottaua la prima d'ogn'al-
tra consonanza creata, e madre di tutte le altre consonanze, e dissonanze;
posciache tutte in se le contiene. Ne si deue incominciare dall'vnisono,
come quello, che non rappresenta consonanza alcuna. Perciò vede V. S.
che l'ottaua ha la sua forma nella proportione Dupla, e nō nella Sesquial
tra, e sesquiterza, le quali sono ben parti dell'ottaua, ma non origine.
E questa è la prima ragione. La seconda sarà, che (se fosse vero, che
l'ottaua prendesse la sua forma da dette proportioni) ne seguirebbe,
dette proportioni esser create prima di lei; ilche non può essere in modo
alcuno, hauendo la Sesquialtra il suo principio nel numero 3, & 2. E se
pur cosi fosse, che l'ottaua hauesse la sua forma in esse proportioni, come
si potrebbe addimandare madre delle consonanze, e dissonanze? di ma-
niera tale, che non è lecito dire, che l'ottaua da altra proportione, che dal-
la Dupla tragga la sua vera forma. La terza causa fia, che, mettendo i nu
meri radicali della istessa Dupla, i quali si dicono numeri contra se primi,
e incommensurabili; e cosi anche i numeri radicale della altre conso-
nanze e dissonanze, e facendo la proua con l'istromento della prat-
tica, si vedrà chiaramente, che la forma della ottaua è nella proportione
Dupla, e non nella sesquialtra, e sesquiterza; poiche sono due propor-
tioni differenti, e sono parti dell'ottaua, come si è detto. E cosi per l'istesso
stromento la proportione sesquialtra darà la quinta, la sesquiterza la
quarta, e similmente le altre daranno quelle consonanze, se-
condo le lor radici, che già ho mostrato. G. Prima, che V. S. se gli allonta-
ni più, la prego à fauorirmi della sua solita cortesia, co 'l mostrarmi, come
sia fatto questo istromento della prattica; perche, volendo far qualche
proua di quel, che ella hà detto (non già perche dubiti, che sia altrimen-
ti, ma per imparare) habbia il modo di poter farlo. A. Il farò volentie-
ri. Questo istromento della prattica è vna asse piana egualmente diuisa
in tanti numeri per ogni lato, quanto essa può capire; nelle cui estremità si
mette vn ponticello immobile, e duoi mobili. Poi volendosi far proua
di qualche consonanza, ò dissonanza, come per essempio della quinta, si
tirarà vna chorda di lautto sopra detti ponticelli immobili; e mettendosi
da vna parte vn di quei ponticelli mobili sopra il 3, e dall'altra parte l'al-
tro ponticelli mobile sopra il 2, e fra questi ponticelli mobili attacādosi
vn peso, acciò tenga la chorda tirata, se si percuoterà la chorda dentro al-
li duoi numeri, oue sono posti quei ponticelli, senza dubbio si haurà la
quinta con soaue, e diletteuol suono: e facendo il simile della Dupla tro-
page 40uaremo l'ottaua; e cosi intendasi dell'altre consonanze, e dissonanze prese
secondo le loro radici. Ma si potrà ben dire, che l'ottaua è composta dal
la quinta, e dalla quarta aggionte insieme. Il che similmente si potrà di-
re delle altre consonanze, e dissonanze. Siche per questa ragione non si
può dire con verità, che l'ottaua tragga la forma sua dalla proportione
sesquialtra, e sesquiterza, come Vostra Signoria diceua. Aggiungoui quarta ragione qual' è, che leuando vna proportione cōtinua, e minore
superparticolare dalla maggiore, quella che resta, è minore della metà di
quella proportione, che è stata detratta. Ilche si proua nella sesquialtra, e
sesquiterza; perche, se detraremo la sesquiterza dalla sesquialtra, restarà
solo la sesquiottaua, la qual duplicata non fà la proportione sesquiterza
cōpita, ma minore della distāza, che si troua nel semituono minore, ilche
non seguitarebbe se fosse in altro Genere, che nel Moltiplice, come aper-
tamente il dimostrò Boetio nel secondo libro della sua Musica al cap. 20.
oue con molte altre ragioni mostra, che l'ottaua è nella Dupla, e non in
altra proportione. Siche da se stessa potrà venir'in cognitione, che l'ot-
taua hà la sua forma, e 'l suo nascimento nella proportione Dupla, co-
me ancor le altre nelle sue proportioni radicali; si come al suo luogo dis-
si; poiche vna sola proportione dà dette consonanze; ma secondo la sua
opinione due sarebbero necessarie. M. Per cortesia di V. S. mi si è sopito
ciò, che mi daua qualche sorte di dubbio; mà solo dall'istessa attendo,
che mi dichiari, quali siano i numeri contra se primi, & incommensurabi-
li, de' quali nel risponder alla mia obiettione hà fauellato, e perche si chia
mino con tali nomi. A. Di questo pur'anche volentieri la farò chiara.
Numeri minimi, e contra se primi, ò incommensurabili so
no quelli, che sono posti ne i lor minimi termini, come
1 2 3

&, che altro numero nō gli può misurar fuor, che l'vnità;
poiche è quella, che misura ogni numero. E questi sono detti numeri
minimi, e contra se primi, & incommensurabili. Numeri composti, e
commensurabili sono poi quelli, che da altri numeri sono ac
cresciuti, & misurati, come
5 3
la cōmune misura de' quali, è il 3.
Ne voglio già tacer, che cosa sia parte aliquota, e parte non ali
quota, ouer' aggregatiua, per esser cosa necessaria principalmente per ri-
trouar gli numeri radicali, & cognoscer i sopradetti numeri commen-
surabili. G. Ci serà tanto maggior fauore. A. Parte aliquota sarà quel-
la, che pigliata due, tre, ò più volte renderà il suo tutto perfettamante. Co
me per essempio prendendo il 6, & il 3. questo si dice parte aliquota di
quello; perche pigliato due volte 3 misura intieramente il 6. Et perche
pigliato tre volte il 2, misura cosi ancora egli intieramente il 6, si chiama
similmente parte aliquota. Parte non aliquota, ouer aggregatiua serà
page 41poi quella, che pigliata due, ò più volte non misura il suo tutto; perche
ò lo passa, ò non lo giunge. Come 2 risguardando al 5 si dice parte non
aliquota, perche pigliatolo tre volte il supera, e pigliatolo due volte non
lo giunge. Perche adunque non lo misura intieramente si chiama parte
non aliquota, ò (come vogliono alcuni) aggregatiua, perche accresciuto
d'vn numero intieramente poi misura il suo tutto. Hò sin quì per com-
piacerle detto delle tre proportionalità Arithmetica, Geometrica, & Har
monica, seruendomi del sottrare, del moltiplicare, & del partire. Et ho ra
gionato con le Signorie Vostre di qualche altra cosa pertinente alla Theo
rica della Musica, per non spender questo tempo indarno. M. Et noi sia-
mo possessori benissimo, di quanto ella sin'hora ci hà detto, & la ringra-
tiamo. Ma pure anche saprei volontieri, se per hauer buonissima intel-
ligenza di questa Theorica musicale si può diuenir perfetto compositore;
e se questa Theorica porge aiuto alcuno al comporre in Musica. A. Sap-
piano pur di certo, che à farsi buono, e perfetto compositore nella Musi
ca si richiede altro, che lo studiar della Theorica, & che l'inuestigare le
proportioni, che danno le consonanze, e dissonanze, e l'altre cose, che si
sono dette: & se faranno qualche studio per comporre in Musica, troua-
ranno, che 'l mio parlar si conforma al vero; &, che è più difficile quella,
che si chiama prattica del comporre, che la Theorica. E ben vero, che es-
sa ci potrà seruire in molte cose; ma però in poche rispetto all'opinione
d'alcuni. Ci seruirà come in alcuni numeri per far qualche proportione
nella Musica, come è la Dupla, la Tripla, la Sesquialtra, & altre cantabili.
Ilche si può vedere nella Quarta parte della prattica di Franchino. Et in
altri simili particolari Ma non mostra già il bell'ordine di porre le conso-
nanze, e dissonanze in diuersi modi, e che siano di grato vdire. Nè tampo-
co mostra il modo, ò la regola di far modular le parti insieme con modi,
& interualli leggiadri, e senza discommodo. Nè si vede, che dia punto
cognitione delli affronti (per dir così) che fanno le parti insieme, e delli
mouimenti incommodi, i quali fanno, che la compositione non produca
buono effetto. Nè parimente da lei si può venire in cognitione de i Tuo-
ni, e del modo da seruarsi nelle compositioni, nelle loro cadenze Rego-
lari, & irregolari. Ne similmente mostra le inuentioni. Ne tampoco inse-
gna ad accommodar le parole breui, e le longhe. Nè, come si habbia à
far'vna compositione mesta, ouer per il contrario allegra, & altre cose
infinite, che occorrono nel comporre in Musica, che non si ponno anco
scriuere, ma più presto con longa prattica, & grande studio s'acquistano.
M. Credeuo io veramente, che questa Theorica fosse di tal valore, che
per essa si potesse venire in cognitione perfetta del comporre in Musica,
& imparar tutto quello, che è necessario à farsi perfetto Compositore.
page 42A. Era V. S. non senza errore. Et, se 'l tempo me lo concedesse, mostra-
rei, che, quanto hò detto, è vero; ma, per esser venuta vna bona parte del-
li nostri Sig. Academici, voglio, che andiamo da loro, & se si riuederemo
vn'altra giornata, e se non lo vietarà il tempo, come è stata questa d'hog-
gi, per diporto discorreremo sopra questo, purche sia con lor sodisfattio
ne, & spero farle cognoscere, e soppor alli suoi sensi per vero ciò, che hò
detto. M. Tutto ciò intenderemo da lei con grandissima attentione, che
estremamente lo desideriamo, e ce lo promettiamo dalla cortesia sua.
A. Il farò volontieri.
Il fine della Prima parte.
page 43

DIALOGO
DI MVSICA,
INTERLOCVTORI,
Il Sig. Conte Marco Verità. Il Sig. Conte
Alessandro Beuilacqua, & il Sig. Conte
Giordano Sarego.
Seconda Parte.

Marco. Hauēdo la venuta delli nostri Sig. Academi
ci l'altro giorno impedito il nostro principiato
ragionamento di Musica sì, che non potemmo
conchiuder quello, che meritaua il soggetto; &
hora hauendo buona commodità di tempo,
per non esser ancor l'hora dell'Academia, po-
trà il Sig. Conte Alessandro leuare il dubbio,
che ci lasciò nel fine del suo discorso. Ilche fi-
nito si potrà poi anco ragionar di qualche altro
particolar pur di Musica, essendo questo luogo dedicato ad essa, come
anco noi à quella inclinati. A. Quando saprò, sopra di che habbiamo
il dubbio, mi sforzerò compiacerle in ciò, ch'io potrò. M. Nel fine del
suo discorso mostrò V. S. hauer'opinioni, che la prattica del comporre in
Musica fosse d'altra consideratione, & di più difficoltà, che non è la Theo
rica. Ilche non mi par esser cosi, essendo che la Theorica non par esser
altro, che numeri e proportioni, nelle quali le consonanze, & dissonanze
hanno il suo fondamento, & la sua vera forma; come anco essa mostrò
l'altro giorno. Come dunque può essere, che la Theorica non sia di mag
gior valore, che non è la prattica del comporre in Musica? poiche con
vera ragione si può chiamar la Theorica madre delle proportioni; &
conseguentemente madre delle consonanze, & dissonanze; & il soggetto
della Musica non è altro, che il numero sonoro. Talchè parmi, che s'hab-
bia più tosto à tenere il contrario. A. Credami V. S. che non senza ragio-
ne son'io di tal parere. M. Può benissimo credere, che ci serà inten-
derla A. Hora le dirò. Si vede fra gli Scrittori della Theorica di Musi-
page 44ca, non esser quasi nulla di varietà; & in diuerse cose cōformanti insieme;
ne in quel, che importa contrariarsi, M. Saprei volentieri, doue questi
Scrittori hanno tal conformità. A. Si conformano ne' generi di propor-
tione, cominciādo dalla proportione d'equalità, i quali tutti
di commun parere, dicono la proportione d'equalità esser
2 a 2

ouer
3 a 3
e seguendo alli cinque generi d'inequali
tà, i quali sono (come si disse) Moltiplice, Superparticola-
re, superpartiente, Moltiplice superparticolare, & Moltipli
ce superpartiente. Ancora sono conformi fra di loro nelle proportioni
priuatiue: come submoltiplice, subparticolare, subsuperpartiente, sub-
moltiplice subsuperparticolare, & submoltiplice superpartiente. Nelli
numeri poi, che danno le consonanze, & le dissonanze tutti dicono l'ot-
taua hauer la sua vera forma dalla Dupla, & la Quinta dalla sesquialtra,
& la Quarta dalla Sesquiterza, & la seconda dalla Sesquinona, & cosi del
l'altre il simile si vede. Onde chiaramente si comprende tutti esser d'vn
istesso parere, ne trouarsi fra di loro in ciò diuersitade alcuna: & cosi nel
moltiplicare, partire, & sottrare, & altre operationi sono d'vna mede-
sima opinione: come anco trattando della proportionalità Arithme-
tica, & delle sue differenze, & proportioni; della proportionalità Geome-
trica, & Harmonica, tutti dicono il medesimo, come nelle opre loro si
può legere. Parimente, volendo sapere, se le proportioni (quando sono
fuori de' suoi termini radicali) si trouano in essi numeri, tutti dimostra-
no vna medesima regola. Cosi, volendo mostrare, quanto vna propor-
tione superi l'altra, tutti sono conformi, ne si conosce punto di varietà fra
di loro. Il che non si può dire nella prattica; perche nel comporre in Mu-
sica non si vede vn compositore simile all'altro; e di ciò fanno fede l'opre,
e gli scritti loro. Che perciò non si può negare, che non sia vero quel,
ch'i dico. G. Il che affermo anch'io mosso dalle ragioni sue; mà non ne-
garà già, che tutti gli Compositori non si vagliano di quelle sei figure,
ouero note (come dir vogliamo) ciò è, vt, re, mi, fa, sol, la, da Guido Areti
no ritrouate: & parimente dell'Ottaua, Quinta, Terza, Sesta maggiore, e
minore, & delle replicate; & il medemo dico delle dissonanze. Di mo-
do che veggio in questa prattica di Musica essi compositori valersi d'vna
medesima cosa, e non esser fra loro disparere alcuno. A. Ben dice il vero,
che si vagliano delle medesime figure, delle medeme consonanze, & dis
sonanze; ma esse sono talmente poste dalli Eccellenti compositori in di-
uersi modi, & in diuersi soggetti, che non si può veder'vna compositio-
ne simile all'altra. Et, se per caso vi fosse pur qualche harmonia simile à
quella d'vn'altro, non si vedrà già tutta la compositione di quella Canti-
lena essere simile à quella dell'altro. Et in questo proposto voglio dire,
page 45che, trouandosi vna cantilena simile di figure, & d'interualli à quella di
qualche altro Compositore, esso sarebbe giudicato huomo di poca scien-
za, & di niua valore; eccetto però, se non fosse per qualche imitatione
di Messe, ouer Ricercarij; che in tal caso vien lecito al Compositore il pi-
gliar l'istessa inuentione, & Harmonia propria di detta compositione, co-
me fu detto da Pietro Pontio nel quarto ragionamento, che fece in casa
del Signor Conte Mario Beuilacqua; & altrimente non serà lecito. M.
Questo c'hora ella dice, mi pare veramente degno di consideratione, es-
sendo, che tutti si vagliono delle sei figure già nominate, & dell'istesse
consonanze, & dissonanze, & poi ne venga tanta varietà fra di loro, e che
vno non faccia, come l'altro, nelle sue compositioni, non essendoui varie-
tà (come hò detto) ne di figure, ne tampoco di consonanze, e dissonāze.
Perciò volentieri saprei la cagione (se possibil fosse) onde ciò nasce; &
doue deriui questa varietà. A. Diuerse sono le cause di questa dissi-
miglianza. M. Ne faccia gratia V. S. di mostrarci, donde procede questa
varietà, e dissimiglianza. A. Lo farò. Causa di questo è prima l'inuen-
tione; perche vno la farà più bella dell'altro, in quella sarà più pronto, &
talmente la saprà accommodare, che farà nelle compositioni grato vdire,
la seconda causa è, che vno per lo studio grande haurà acquistato vno sti-
le di comporre (cosi chiamato) più vago, più elegante, & più musicale
dell'altro. Terza è, ch'vno saprà meglio accommodar le consonanze, e
le dissonanze nelle sue compositioni d'vn'altro; & che perciò daranno
alli ascoltanti più grato vdire, che non faranno quelle di quell'altro com
positore. La quarta causa è, & in questo fà venir gran varietà; perche
vno più, che l'altro, haurà consideratione alle parole. Perilche se quelle
significaranno allegrezza, ouer mestitia, trouarà vn tuono, che serà di pro
pria natura allegro, ò mesto. La quinta sia; perche, quando vno compo-
sitore darà principio alla sua compositione, trouarà inuentioni fatte secon
do il tuono propostosi, & appropriate à quello, le quali seruarà cosi nel
mezo, come nel fine: & si vedrà alcuna volta tal compositione fatta ad
imitatione del Canto plano, che benissimo serà osseruato da quello, il che
non serà osseruato da vn'altro. La sesta causa, che fà seguire fra compo-
sitori gran varietà, è perche vno farà la sua compositione più dotta, & in-
gegnosa, che non farà vn'altro. La settima fia, ch'vno farà vna sola in-
uentione nel mezo della sua compositione, che non serà dalli Acoltanti
considerata, ne tampoco intesa, & da vn'altro serà fatta sì, che si osserua-
rà, & benissimo s'intenderà. L'ottaua cagione, che causa varietà, è; per-
che vno più, che vn'altro osseruarà il tuono. La nona causa è, ch'vno si
seruirà delle cadenze fuori del tuono, & l'altro nò. Et queste sono le cau-
se, che fanno nascere tanta varietà frà compositori. M. Resto molto so-
page 46disfatto per hauer inteso, donde nasce si gran varietà; ma per esser detto
molto più breuemente di quello, che ricerca tal materia, prego V. S. (se
perciò hora hà commodità) acciò ci mostri queste cause con più parti-
colarità. Et, per seguir l'ordine del suo ragionamento, haurei caro sapere
quale sia, ò quali siano l'inuentioni, che si ponno chiamar belle, e leggia-
dre; & in che consiste questa sua bellezza, e leggiadria; acciò ne possi ha
uer quella piena cognitione, che desidero. Passando poi all'altre cause,
spenderemo il tempo virtuosamente sino alla venuta delli altri Signori
Academici, se cosi à lei piacerà. A. Per essere il discorso di non poca im-
portanza, con giusta ragione potrei ricusar tal carico, non conoscendomi
atto à questo; ma ciò farò solo per compiacerle. M. Et noi restandole
con obligo la preghiamo à dar principio per esserne concesso il tempo.
A. Cosi farò, poiche le Signorie Vostre da me desiderano di ciò inten-
dere.
L'inuentione, che ragioneuolmente si potrà dir bella, e leggiadra, serà
quella, che con leggiadri mouimenti, ò interualli si mouerà da luogo à
luogo; e poi con l'altra parte si trouerà hora in quinta, hora in sesta, & tal
volta in terza, ouero in ottaua, si come l'occasione porterà, facendo gli
suoi mouimenti grato, & harmonioso vdire. Questa cosi fatta inuentio-
ne si potrà chiamare bella; quando, però gli suoi interualli seranno secō-
do il tuono, doue serà fondata detta compositione, che, s'altrimente fos-
se, non si potrebbe cosi chiamar. Et sappiasi certo, che la sua bellezza
cōsiste nel far modular bene le parti insieme; & che i suoi interualli sijno
commodi al cantore; &, che non si senta mouimento alcuno delle parti,
che non faccia, se non buono effetto. Et questo si conoscerà, quando
l'orecchia de' Periti di Musica non serà offesa. M. V. S. ha molto bene
esplicato quali sono l'inuentioni, che degnamente si possono chiamar
belle, e vaghe; mà, se ci mostrasse qualche segno d'essempio, molto più
restaressimo consolati; poiche mouono più gli essempij, che le parole,
e rendono maggior certezza. A. Io lo farò volentieri per sodisfarlo. Et
eccoui vn poco d'essempio fatto nel primo Tuono.
page 47Si vede, come per interualli proprij, & bene accommodati se ne vanno le
inuentioni d'ambidue le parti senza discommodo del Cantore. Et à que-
sto modo conuiene, che vadino le inuentioni, volendo, che habbiano il
nome di belle, e vaghe. M. Veggio in effetto, che quelle inuentioni van-
no con leggiadro modo, trouando i suoi interualli senza punto di fatica.
Mà rende alquanto di difficultà l'hauer detto, che in questo è necessario,
che siano i suoi interualli secondo il tuono; volendo dire (quanto posso
considerare) che di tale inuentione non mi posso seruire in altro tuono,
eccetto in quello, per cui è fatta detta compositione. A. Non ha à dubi-
tar punto di questo. M. La cagione volentieri saprei, perche di questa
inuentione non mi potrei seruire nel quarto, e quinto tuono, & nelli altri.
A. Molte ragioni addurrò, perche questo non sia lecito. Vna è, che, vo-
lendosi seruire nel quarto tuono di tal inuentione, conuerria, che il sopra-
no cominciasse in D la sol re, la qual chorda non è propria del quarto
tuono; nè per principio, nè per medietà, nè tampoco per fine, come dal-
le compositioni de' Periti di Musica si può cauare. Se principiarà poi
in A la mi re il soprano, l'Alto conuerrà principiare nella chorda di
E la mi; & all'hora la inuentione non serà reale; poiche vna parte dirà.
Et l'altra dirà.
Talmente, che l'inuētioni non seranno conformi, nè si poco il nome delle
figure. L'altra inconuenienza serà, che il Contralto più del suo ordinario
si estenderà nell'acuto, in modo tale, che il Cantore non potrà esprime-
re con la voce tal figure. Se poi, fattosi cominciar il Contralto, si farà ri-
spondere il Tenore, il medesimo disordine si ritrouarà; perche le parti
non seranno conformi, ne 'l nome delle figure, come ho detto. Circa il
quinto tuono, e cosi circa gli altri, detta inuentione non può seruire in
modo alcuno per gli incommodi, & inconuenienti, che ne auuerrebbe,
come da loro stesse considerando, lo potranno vedere. M. Ditemi per
cortesia, non mi potrò seruir nel secondo tuono? A. Potrà seruirsi, & que
sto auuiene per esser compagno del primo; mà conuerrà mutar le Parti,
page 48& anco le sue Chiaui, & che siano per b molle. M. In che modo? A. Con
uien far cominciar l'Alto, & poi il Tenore in questa forma.
M. Facciane gratia di dirci la cagione, perche conuiene cominciar l'Alto,
& non il Tenore. A. Per risposta dico, che conuiene far cominciar l'Al-
to; perche con più commodo le altre Parti cominciaranno nelli suoi pro
prij luoghi. M. Mà auanti, che V. S. passi ad altro, ne dica (la prego) per-
che non si potrà dar principio alla chorda di D la sol re; essendoche iui
può venire tal'inuentione con molto commodo. A. V. S. dice il vero, che
si potrà far cominciare il Tenore, ouero il Soprano nella chorda detta,
mētre al Cōpositore torna commodo; & l'altra parte, che deurà dar prin
cipio, non eccede più di duoi Tempi d'vna Breue; poiche dalli buoni
Compositori altrimente non è permesso, come si può veder nelle loro
buone, e regolate compositioni. Vero è, che nelli Ricercarij si permette
il posare auanti, che si dia principio all'altra Parte per vno spatio di duoi
Tempi di Breue, e mezo, & alle volte di più, si come l'occasione porta;
perche cosi vuole, e ricerca il modo di tal compositione, accioche esse
inuentioni (ancorche longhe) sijno dalli Ascoltanti intese, come essami-
nando i Ricercarij di Iaques Bus, di Claudio da Correggio, di Annibale,
del Luzzasco, e d'altri simili si può vedere. Ben'è vero, che in altra occa-
sione io giudico, che 'l fermarsi tanto non sia lecito. Hora hanno intesa la
cagione, per la qual conuiene cominciare il Contralto nella chorda di
G sol re vt; perche cominciando in D la sol re, ne verrebbe il già detto
disordine. M. Credo, che habbiamo inteso questo à bastanza, ma dica-
ne; perche detta inuentione potrà seruire nel secondo tuono, & non in
altro. A. Perche il primo, e 'l secondo tuono sono formati da vna medesi
ma specie della quinta, & della quarta, & finiscono in vna medesima
chorda. E questa è la ragione, che detta Inuentione può seruire anco nel
secondo Tuono, mutando le Parti, come già hò detto. M. Hora hauen-
do inteso, perche mi posso seruire di detta Inuentione si nel Primo Tuo-
no, come nel secondo; &, come deggio far, desidero saper; perche con-
uien mutar le Chiaui, come disse di sopra. A. Perche le Inuentioni ha-
page 49ueranno i suoi proprij interualli, & seranno proprij del secondo Tuono;
che essendo fatte per la Chiaue di G sol re vt, non haueranno i proprij
interualli del secondo Tuono; ma seranno del primo. Et, acciò meglio in-
tendano, come ciò s'habbia à fare, quì formerò vn'essempio con tutte le
quattro parti, che seranno secondo il proprio del secondo Tuono, e nelli
suoi proprij luoghi.
Qui si vede, che tutte le Parti fanno principio nelle sue Diapente, e Dia-
tessaron del Tuono. M. Ci è stato carissimo intendere ciò, che V. S. hà det
to sopra di questo per nostro auuertimento, degno inuero di tenerne par
ticolar memoria. G. Anch'io confesso, che non è da sprezzar. Mà hauen
do V. S. di sopra fatta mentione d'Inuentione Reale, desidero sapere, qual
si habbia à dimandar inuentione Reale. A. Non senza ragione hò detto
Inuentione Reale, essendo, che in trè modi si ponno fare esse inuentioni:
e perciò tal volta si faranno, che vna parte risponderà all'altra, & seranno
simili di figure, di nomi, & d'interualli, come di sopra dall'vltimo essem
pio si può vedere. Et questa si chiama Reale, perche tutte le Parti sono
conformi di nomi, di figure, e d'interualli. Alcuna volta si faranno simili
di nome, e d'interualli, ma non già di figure, come quì.
page 50 Queste Inuentioni sono simili di nome, & d'interualli, ma non già di fi-
gure; poiche il Contr'alto và in alcuna parte con moto, & figure più tar
de del soprano. Talche con giusta ragione non si potrà dir tale Inuentio
ne esser reale; poiche le parti non sono conformi di moto, nè di figure.
Il terzo modo d'Inuentione è, quando vi serà la similitudine delle figu-
re, & delli interualli, ma non già del nome, come quì.
Et queste sono le trè varietà, che si trouano fra le Inuentioni de' Musici.
Non voglio però tacere due altre Inuentioni differenti dalle prime, delle
quali si sogliono alle volte seruire i Musici nelle loro compositioni.
Vna è, quando le parti si trouano per Inuentione esser simili d'inter-
ualli, & figure, & proceder di riga in spatio, ouer di spatio in riga per con
trario moto, come quì.
page 51Il qual modo d'Inuentioni si potrà con vera ragione ridurre alle Inuen-
tioni reali, essendoui conformità di figure per trouarsi per moto contra-
rio. Et questo modo osseruò Pietro Pontio nel Motetto. Verbū iniquū,
nel primo libro de' suoi motetti à cinque voci. Nel resto poi sono con-
formi le parti, come si può vedere. Et di questo modo d'inuentioni si po-
tranno seruire per Quinta, per Quarta, e per Terza, come à loro più pia-
cerà. Et, perche meglio s'intenda questo modo, quì formarò vn'essem-
pio per Quinta lontano.
Si trouar vn'altro modo d'Inuentione, qual'è, quando due parti seranno
fatte per contrario moto, come è quella di sopra; ma le dette parti non
serueranno l'ordine di riga in ispatio, ò per il contrario; anzi vna serà in
riga, & l'altra in ispatio. Et alle volte i Compositori sogliono mutar le par
ti; ciò è se il Soprano nel principiar l'Inuentione discenderà, nel replicar-
la poi ascenderà. Et tal ordine da Pietro Pontio fù osseruato nel Motet-
to. Lamentabatur Iacob. & nel Motetto. Quemadmodum desiderat
Ceruus ad fontes aquarum. Ambiduoi posti nel suo terzo libro de Mo-
tetti à cinque voci. Il medesimo seruò Pietro Vinci nel suo primo libro
de' Motetti à quattro voci. Il qual modo potranno benissimo vedere
in questo poco d'essempio.
page 52Quì si vede, come le parti hanno mutate l'Inuentioni. E modo molto
ingegnoso, & da osseruarsi. Che poi, piacendo al Compositore di far det-
te Inuentioni, nelli modi mostrati, serà in suo piacere farle, hora di Breue,
& hora di Semibreue, non essendo obligato in questo à cosa alcuna, se
non quanto porta il suo capriccio. Credo già à sufficienza hauer detto
sopra le varie Inuentioni, che si sogliono fare; e mostrato quel, che con-
uiene hauer vna Inuentione, che veramente si possi chiamar reale; e pari
mente le conditioni, che sono necessarie à quella, che si habbi à chiamar
bella, e vaga. G. Credo che habbiamo inteso molto bene tutto ciò, in che
V. S. chi hà fauoriti di discorrere sopra questo particolare. Et fra tutto quel
lo, che deue osseruare nelle inuentioni il Compositore (per quanto ho
potuto intendere) il principal è, che siano fatte secondo il Tuono, & ap-
propriate à quello, & che siano modulate con legitimi interualli. A. Così
conuiene, altrimente farebbe nulla, come già dissi. G. Voglio però, che
passiamo più auanti co 'l nostro ragionamento; & desidero sapere, se il Cō
positore, facendo diuersi Motetti del primo Tuono, ouer d'altri, conuer-
rà, che faccia vna sola Inuentione; ouero che sijno variate fra di loro, ma
però siano secondo il Tuono, che egli propone di fare. A. Gli conuiene
senza dubio, che faccia tante varie Inuentioni, quanti sono i Motetti, che
ei vuol fare. Ne deuono dubitar punto, perche ve lo mostraranno le
compositioni de' Musici periti, come si può vedere nel libro quarto del
Palestina, detto la Cantica, del Pontio nel secondo libro de' suoi Motetti,
di Iachetto ne' suoi Motetti del fiore, & di altri Autori i quali per non es
ser prolisso tralascio, fra quali è Gomberto. Vero è, che questa non è le-
ge determinata, ne commandamento espresso; perche sogliono ancora
i Compositori cominciare vna sua compositione, come di quattro parti
insieme, senza punto obligarsi all'Inuentione; ma la maggior parte suole
osseruar tal ordine. Et con questo dà saggio di se, & fa conoscere, che
possiede diuerse Inuentioni con la Idea sua, & finalmente mostra hauer
fatto studio assai nel componere. G. Hora conosco, che questa prattica
del comporre non è di cosi poca consideratione, come noi la credeuamo;
anzi confesso esser necessario, che il compositore sia di grandissimo giudi-
cio per trouare diuerse Inuentioni differenti l'vna dall'altra in vno istesso
soggetto, ò Tuono (come dir vogliamo) & habbia vedute opre assai de'
Compositori; e fra tutto parmi, che deggia hauer buona memoria, acciò
non faccia egli il medesimo nelle sue Inuentioni, che haurà fatto vn'altro.
Ilche tengo per cosa difficile; posciache hormai (cosi credo) ogni cosa
(intendendomi di Musica) deue essere stata fatta dalli Compositori di
Musica. A. Anzi difficilissima si deue giudicare; e pur conuiene farlo,
che altrimenti saria riputato di poco valore, come dissi. M. Potrà V. S.
page 53passar' al secondo capo, non hauendo sopra di questo altra difficultà.
La seconda causa, che fa venire variatione fra' Compositori, è il modo
di comporre, ò vogliamo dire lo stile, il qual di vno serà più vago, & har-
monioso d'vn'altro. M. Mostrici, la prego, quando si potrà chiamar
vno stile più vago, & harmonioso dell'altro; & in che consista questa sua
vaghezza, & harmonia. A. Questo stile consiste nel saper accommodar
le parti, accio non vi sia interuallo, che cantar non si possa. Di più nel
fare, che le parti vadino più, che sia possibile, per mouimenti congion-
ti; perche ciò rende commodo nel cantare, & al cantore diletto, e fà
la compositione harmoniosa. Di più anco nel far che le parti fra di loro
siano talmente vnite, & accommodate, che non si senta interualli, che
offenda. All'hora adunque da' Cantori (essendo poste per parti insieme,
come hò detto) serà cantata quella compositione con mirabile diletta-
tione: & impossibile serà, che nel cantare faccino errore, essendo, che
vna parte (per modo di dire) chiamarà l'altra. Mà, se in altro modo se-
ranno le dette parti poste, si sentiranno quelle parti dalli Cantori esser
pronontiate per forza; & alli Ascoltanti renderanno poco diletto, e
dolcezza. Et, quando vna parte si poserà con alquante pause, conuerrà,
che il Cantore sia diligente, & auuertito nel tener conto d'esse pause,
acciò non faccia errore; perche quella parte darà principio con poco
diletto, e sodisfattione, di chi l'ascolterà, & di chi canterà detta canti-
lena. Tutto questo accaderà, perche detta parte farà principio fuor di
proposito, e senza ragione. Il che non auuerrà, quando le parti seranno
poste con bell'ordine, come già hò detto. Anzi posto tal ordine se 'l
Cantore non tenesse memoria delle pause, venendo l'occasione di dar
principio alla parte, che canta, ancor che non volesse (per così dire) serà
sforzato darli principio per le parti, che vanno modulando; perche
quella, che tace, dalle altre è chiamata, à cominciar'anco essa, come
cantando l'opre de' Musici eccellentissimi, si possono rendere certe, di
quanto hò ragionato. M. Di questo son sicuro; perche alle volte hò sen-
tita vna compositione da buoni Cantori esser cantata, con tutto ciò (e
questo non sia per mio giudicio, che potrei far errore; mà per parer d'al-
tri) essa rendea poco diletto alli Ascoltanti; & tutti di commune senten-
za affermauano, che non hauea in se diletto alcuno; & di più si vedeua,
che dalli Cantori istessi era cantata con molta loro fatica, e poco piacere.
Ne perciò la causa di questo alcun mi sapea dire A. Varie, e diuerse sono
le ragioni, che puonno addursi sopra di questo.
Prima può questo essere per non hauer'il Compositore con bell'or-
dine, & nel suo proprio essere accommodare le parti insieme. può esser'
ancora, che fra le parti siano di quelli affrontamenti d'vnisono, & d'ot-
page 54taua per mouimenti separati, come dimostrò Pietro Pontio nella secon-
da parte del suo ragionamento di Musica, & il simile dell'altre conso-
nanze. Alle volte causerà questo il non stare nelli suoi termini secondo
il tuono; & il non far le sue conclusioni, ouer cadenze (come dir voglia-
mo) nelle Quinte, & Quarte di quel tuono, oue serà formata la cantilena.
Auuerrà forsi questo ancora, perche l'Inuentioni non seranno poste con
bell'ordine, & nel suo proprio essere: ouer, che daranno principio più
presto, che non conuenirà: ouer seranno tardi nel cominciar. Vltima-
mente potrà ciò essere, perche il Compositore haurà fatta morta la com
positione, cioè senza mouimento. Laonde per qualche vna di queste ra-
gioni conuien, che la compositione dia si poco diletto alli Ascoltanti.
M. Vorrei, che mi facesse più chiaro, che cosa sia questa morta compo-
sitione. A. Morta la Compositione (parlando di Messe, Motetti, Salmi,
Magnificat, Ricercarij, & altre varie Compositioni, eccettuato però
l'Incarnatus de spiritu sancto della Messa, il Gloria patri delli Salmi, le
lettioni della settima santa, & altre cose pertinenti à detta settimana)
s'intende, quando le parti vanno communemente con misura di Breue,
ouer con misura di Semibreue, per alquanto spatio di tempo: ne ui se-
rà parte alcuna d'esse, cantando trè, ouer quattro parti insieme, che fac-
cino mouimento alcuno, il qual modo, (come già hò detto) rende poco
diletto, come da questo essempio il tutto potrassi vedere.
Hora veggono, come quelle parti vanno egualmente in misura per
ispatio assai di tempo, il qual modo, e stile fà la compositione mesta, e
senza vaghezza, e diletto alcuno. Si permette però alle volte ne' Mo-
tetti, & altre compositioni per vn tempo di Semibreue, ouer di Breue
al più, che le parti si possino fermar'insieme; mà, fatto questo, le Parti
page 55poi cominciano à far mouimento, seruando l'ordine, e lo stile delle
Compositioni de' periti Musici, come ciò ben scoprono i Motetti di
Adriano, Gomberto, Finotto, & altri simili, i quali per non dilongarmi
tacerò. Queste adunque sono le cause (come hanno inteso) che fanno
le compositioni senza grato vdire, & di poco diletto alli Ascoltanti. M.
Dalle parole, & dall'essempio proposto ben conosco, che per qualch'v-
na di quelle ragioni conuiene, che la compositione dia si poco piacimen-
to. Hora desidero sapere, in che modo vna parte chiami l'altra, come
ha detto. A. Lo dirò. Si può dire, che vna parte chiami l'altra (commu-
nemente parlando) quando vna parte haurà cominciato con queste fi-
gure.
Et l'altra dirà il medemo, & cosi la terza parte. Et acciò vedino que-
sto più chiaramente, per esser cosa degna da osseruarsi, mostrerò vn po-
co d'essempio.
Quì si vede, come finita l'Inuentione con vna parte, l'altra comincia,
oue si può dire, che vna parte chiami l'altra A. Io lo vedo & tengo per
cosa degna di memoria; mà dico, non si potrebbe far principiare il So-
page 56prano, come principia il Contralto, ouer qualche altra parte? A. Questo è
in arbitrio del Compositore, il qual può dar principio con quella parte,
che più gli piace, purche stia nel proprio essere del tuono, e sia fatta l'In-
uentione con bell'ordine Musicale, e commodo delle parti. M. Di gratia
fauoriscami (se pur è sua commodità) di mostrar vn'altro essempio di
tal'inuentione fatta in altro modo; acciò ne venga più capace. A. cosi fa-
rò, & ecco l'essempio in vn'altro modo composto.
Hor si vede l'inuentione fatta ad vn'altro modo. Però gli suoi inter-
ualli si trouano esser proprij del tuono: e si può anco far principiar'il can-
to, seguendo poi con quella parte, che più sia commoda; non si scostan-
do punto dal tuono. M. Emmi piacciuto il veder questa Inuentione fatta
à duoi modi diuersi. Mà, perche mi dice, che si potrà principiare ad vn'
altro modo, che serà, facendo principiar'il Soprano, però osseruandosi il
tuono, come anco qualunque altra parte, che piacerà al Compositore,
senza disgiongersi dal tuono, desiderarei saperne la causa. A. Questa è,
che detta Inuentione hà gli interualli suoi proprij del tuono; perche và
modulando per le Quinte, e per le Quarte forme di tal tuono; e facen-
dosi principiar à qual più delle parti aggradirà, sempre verrassi à seruar
la modulatione del tuono per le sopradette ragioni. Ilche non sarebbe
vero, se altrimente fossero disposti gli interualli di detta Inuentione. E so-
pra questo particolare dico di più, che iui si ricerca grandissima conside-
ratione del diligente Compositore, per esser di grande importanza nelle
page 57compositioni. Et questa è vn'altra causa, che produce gran varietà fra
Compositori. M. Gran consolatione veramente i sento nell'esplicare, ch'el
la fà queste sottili ragioni; mà maggior ne sentirei, se ella ci dicesse più
oltre sopra questo, se si potrebbe far dire all'Alto, & al Basso le medesi-
me figure, che dicono il Canto, e 'l Tenore. A. Non si può già negare,
che non si possa far dire al Basso, & all'Alto le medesime figure; mà co-
minciando il Basso nella chorda di B mi, quel mi rende dura la compo-
sitione. E questo auuiene, per non hauer la sua Quinta naturalmente per-
fetta, come si troua in E la mi. Talche il Compositore diligente, & auuer-
tito schiffa il cadere in simili asprezze, e durezze. Quanto al Contr'alto,
con facilità, & commodo si può far, che dica le medesime figure; poiche
hà la sua Quinta nella parte bassa naturalmente perfetta. M. Piacemi an-
cor l'hauer'intesa questa difficoltà, e sottigliezza. onde maggiormente
mi cade nel pensiero, che più difficile sia la Prattica, che la Theorica, per
le difficoltà, & sottigliezze, che hora mi si mostrano intorno al com-
porre in Musica. Però seguiti pure al compimento di ciò, che già ci
disse, ciò è, che cosa causi varietà frà Compositori, posciache della secōda
causa già siamo à sufficienza istrutti. A. Io lo farò volentieri.
La terza causa, che tra loro genera varietà, è il saper meglio accom-
modar fra le parti le consonanze, e dissonanze, acciò si renda grato l'vdi-
re alli Ascoltanti. G. In che consiste l'accommodar le parti sodette, che
stiano bene? A. Consiste in saper darle il luogo sì, che ciascuna di esse
possa fare il suo effetto nell'ascendere, e discendere; acciò fra loro non si
trouino interualli, che non possino cantarsi, come sarebbe à dire, inter-
uallo di Settima, di Nona, e di Sesta maggiore, così nel discendere, come
nell'ascendere. Parimente il mouimento di Sesta minore nel discendere,
nell'ascendere di mi in fà per Quinta, & nel discendere di fà in mi per
Quarta, i quali sono tutti mouimenti incantabili, si deono fugire. Di più
si deue auuertire che non si veggano le parti affrontarsi insieme per mo-
uimenti separati d'ambedue le parti: perche tal sorte di consonanza
può recar poca harmonia all'orecchie de gli Ascoltanti. Ancora haurà
risguardo il diligente Compositore, che vna parte non vada nell'altra,
ciò è, il Tenore nel Basso, e cosi anco per il contrario. Et questo voglio
intendere, quando facessero tal passaggio trè, e quattro volte in vna
istessa Compositione, che per vna sola si può sopportare. Parimente
auuerta nelle sue conclusioni, che sia finita la sentenza delle parole, ouer
doue si troui il punto: & la cadenza, qual si chiama conclusione, ouer
riposo generale, sia fatta nella Quarta, e Quinta di detto Tuono, ouero
in altra chorda appropriata à tal Tuono, le quali particolarità furono
mostrate da Pietro Pontio nel Terzo ragionamento, che fece in casa del
page 58Signor Conte Beuilacqua, oue tratta della formatione, & cadenza de'
Tuoni. E perciò non hauendo più, che dir sopra questa terza causa, che
fa varietà fra Compositori, me ne passarò alla Quarta, la qual nasce da
questo, che vno più dell'altro haurà consideratione alla parole; & se
trattaranno di mestitia, trouarà vn Tuono di propria natura mesto, come
il secondo, il Quarto, il Sesto, & sopra di loro farà la sua compositione;
& trouarà harmonia, & concenti pieni di mestitia; ma, se trattaranno
d'allegrezza; pigliarà vno delli restanti: Ilche non saprà fare vn'altro
Compositore meno instrutto. Vero è, che ogni Tuono si può far mesto,
& allegro, se il Compositor serà intelligente in questa Prattica della Mu-
sica. G. Desidero intender, in che modo si possa far'vn Tuono mesto, &
allegro, hauendo hora detto, che ci sono alcuni Tuoni di propria natura
e mesti, e allegri, ilche mi par cosa nuoua veramente, & degna da inten-
dersi. A. Non le paia ciò strano; perche l'huomo intelligente con le spe-
culationi, & con l'isperienze dell'harmonie più volte fatte, saprà tra-
mutar'vn soggetto d'vna natura nell'altra. Et che ciò sia il vero, sappiano
che i Compositori per la longa isperienza fatta più volte hanno osserua-
to, che i moti delle parti tardi rendono la compositione alquanto mesta,
come si può vedere nelle lettioni della settimana santa, & in altre cōposi-
tioni à quelle simili, come il Gloria Patri delli Magnificat, & l'Incarnatus.
Quando adunque vorrà, che la sua cantilena sia mesta, si seruirà di tai
moti tardi, & anco della Terza minore, la qual rende assai mestitia. Se poi
vorrà la sua compositione allegra, si seruirà delli moti veloci, come si
può vedere nelle compositioni volgari; & in luogo della Terza minore si
seruirà della Decima maggiore, & di altri mouimenti, che fanno la Mu-
sica allegra. Si che hauendo questa intelligenza potrà ad ogni Tuono
tramutar la sua natura. Questa è la ragione, per la quale si può far il Tuo-
no mesto, & allegro, come più al Compositore piace. G. Grandissima so-
disfattione ho hauuta dall'esplicatione, ch'ella ha fatta di queste partico-
larità. E credo in vero, che conuenga al Compositore esser molto istrut-
to, & hauer pratticata gran tēpo la Musica, volendo esprimere il suo con-
cento mesto in Tuono di propria natura allegro, & trouar passaggi pieni
di mestitia; acciò possa esplicare il senso delle parole; e così per il con-
trario. A. Conuiene veramente, che sia così, altrimente la compositione
non sarebbe di buona riuscita. G. Inuero scuopro ogn'hora in questa
prattica del comporre molte difficoltà; mà, se essa andrà seguendo l'altre
proposte cause (essendosi già da noi sufficientemente intesa la Quarta)
staremo attenti, & obligati. A. Deuo adunque hora dimostrar la Quinta
causa della differenza fra scrittori Musici, della qual volentieri parlando
in questo modo darò principio. Quando il dotto Compositore princi-
page 59pia la sua Compositione, si vedono inuentioni fatte secondo il Tuono, ne
solamente nel principio, ma anco nel mezo, e fine con proposito. Di più
quando si vede la sua cōpositione fatta per imitatione del Canto Plano, co
me sopra l'Oratione Dominicale, la Salue Regina, il cantico di Maria Ver
gine, & altri simili, onde si conosce tale imitatione sopra il Canto Plano,
fatta in suo proprio essere, & accommodata con veri, e legitimi interual-
li, e dal Cantore pronontiata con facilità, e con sommo suo diletto. Ilche
non saprà fare vn'altro poco istrutto di tali auuertimenti. M. Dicami per
cortesia, in che modo si possa fare, che dal Cantore sia con facilità, e con
diletto cantata simil compositione. A. In questo modo, ciò è, quando
le parti modularanno con interualli congionti, e quando partendosi da
vna consonanza andarà à trouar l'altra con legitimi, & ben proportiona-
ti interualli, come in queste due parti.
Da questo poco di essempio potranno vedere il modo, che hà da tenere
il Compositore nelli suoi componimenti, nell'accommodar le parti insie
me, che vengano ben vnite, senza venir fastidio al Cantore, anzi con suo
diletto. E questo fia (come dissi) quando la parte modularà con veri, e
legitimi interualli, & andarà con moto congionto; parimente quando pas
serà da vna consonanza all'altra senza incōmodo alcuno. Il simile di quel,
che si è visto nelle due parti, conuerrà farsi, essendo la Cantilena à quat-
tro, à cinque, & à sei voci. M. Credo, che sia, come dice; mà parmi anco-
ra, che difficilmente si possino accommodare quattro, e cinque parti insie
me, e caminare in quel modo, che ci hà mostrato con l'essempio suo. A.
Che ragione mi si può addurre in contrario? M. Questa che vna parte
potrà occupare il luogo dell'altra, ò nel discendere, ò nell'ascendere in
modo tale, che quelle parti non potranno andarsene, per interualli con-
gionti, ma conuerrà, che vadino separati, e lontani, & alle volte non com
modi. A. S'inganna; perche il Compositor prattico, e diligente antiue-
de questi disordini, & incommodi; e sà, che ciascuna parte deue restar
nell'esser suo, e nelli suoi termini; ne permette, che il Tenore faccia quel
lo, che deurebbe far l'Alto, e cosi anco per il contrario. E, quando, la com-
page 60positione serà à quattro, à cinque, & à sei, & vedrà, che, facendo cantare
tutte le parti, ne verrebbe qualche incommodo interuallo, ouer, ch'vna
parte andarà à trouar'vn'altra fuor di proposito, & senza occasione; e
da ciò ne verrà qualche inconueniente, all'hora farà posare quella parte,
nella quale si causarebbero simili disordini; perche meglio serà, che po-
sa, che fare tali disordini ne i componimenti; poiche non fanno nel buo-
na, ne harmoniosa la compositione. E di questo si possono render chia-
re, essaminando l'opre de' Musici Eccellētissimi, come di Iachetto, Adria
no, Cipriano, del Palestina, di Constantio Porta; & d'altri simili; ouer,
vuole, che hor l'vna, hor l'altra parte faccia riposo; e questo solo, acciò
non vengano simili inconuenienti, come anco fa l'istesso per trouare nuo
ue Inuentioni, e per dar riposo a' Cantori, i quali (cantando sempre) la
compositione verrebbe noiosa. Laonde si hà dalle già dette cause, come
hor l'vna, & hor l'altra parte si riposi. M. Credo veramente, che non sen
za qualche difficoltà sia l'accommodar bene quattro, e cinque parti insie
me, si che non vi cada simile discommodo, & inconueniente. A. Porta
certo difficoltà grandissima; pur'è necessario questo auuertimento, ch'al-
trimente il componimento sarebbe di niun diletto alli ascoltanti, & di
tedio al Cantore. M. Gratissime ci sono state tutte queste particolarità,
& altrettanto ci seranno l'altre, che ella mostrarà, passando alla sesta cau-
sa. A. Passerò dunque alla detta Sesta, che è causa di gran varietà fra mu-
sici, facendo vno la sua compositione più dotta, & più ingegnosa dell'al-
tro.Dicami (la prego) à che si conosce vna compositione più dotta, &
ingegnosa dell'altra? A. A trè cose. La prima è, quando in essa si vedran-
no diuerse Inuentioni, ò fughe (come dir si vuole) non sol nel principio,
ma ancora nel mezo, & fine. La seconda, quando in essa si trouarà obli-
gatione di Canto Plano, come si può veder nella Messa del Palestina à
quattro voci nel primo libro, oue fà il Canto Plano di quella Antifona.
Ecce sacerdos magnus. Ouer si trouarà obligatione di figure, come fece
Iusquino nella Messa Hercules Dux Ferrariae, nel secondo libro delle sue
Messe à quattro, & altroue nel primo libro di dette Messe, pigliando per
soggetto queste figure la sol fa re mi. Et di tali figure si seruì anco il
Pontio nel primo libro delle sue Messe à sei, le quali hanno per suo tito-
lo. Missa la sol fa re mi, ouero può mostrar lo studio suo, quando sopra
di esso canto Plano, & di esse figure il compositore trouarà varie inuen-
tioni, come si vede nelle sopranominate Messe. Il simile possono vedere
nelli Magnificat di Morales, ouer fa il Canto Plano, e poi vi sono diuerse
inuentioni sopra di esso Canto Plano. La terza causa è, quando la com-
positione (oltre alle altre inuentioni) haurà vna parte, ouer due, che diran
no il medesimo, ò per quinta, ò per quarta, ouer per ottaua, ò per altra
page 61consonanza, che farà l'altra, il qual modo si chiama Canone, ouer regola,
come si possono far certe vedendo la Messa di Iosquino fatta ad fugam
cosi chiamata, la messa di Morales fatta sopra Aue maris stella, la Messa
del Pontio fatta sopra, In die tribulationis nel suo primo libro à cinque,
quella di Iacchetto intitolata Peccata mea posta nel libro delle sue Mes-
se à cinque, & d'altri. Il qual modo di comporre è dotto; & ingegnoso,
quando però la compositione serà talmente ordinata, che nel cantare
renda vaghezza & harmonia, & che fra le parti nō si troui interuallo, che
non faccia, se non buono vdire alli intendenti di Musica; & che fra esse
parti non siano di quelli affronti (cosi detti volgarmente di consonanze
male ordinate, e senza regola poste, i quali non fanno nelle compositioni
se non tristo effetto. M. L'hauer inteso, quando vna compositione si po-
trà chiamar dotta, & ingegnosa ci è stato di grandissima sodisfattione;
mà di più intiera ne sarebbe, se determinasse, quando si trouasse vna com
positione fatta senza alcuna inuentione, & obligatione de' Canoni, e
facesse buona harmonia, e nel cantare rendesse facilità, e diletto al Can-
tore, se sarebbe questa compositione degna d'esser lodata. A. Sarebbe
veramente degna di lode; mà molto più, quando vi fosse vn de' già det-
ti trè modi. Deueno però saper, che alcune compositioni non ricercano
in se cosa alcuna delli trè modi predetti, anzi essendouene alcuno la
cantilena non saria fatta secondo il suo proprio, e non seruerebbe il suo
decoro. M. Et quali sono queste tali cantilene? A. Sonoui le lettio-
ni della settimana santa, gli Passi, gli Miserere, l'incarnatus est de
Spiritu sancto con le seguenti sino al Crucifixus, e 'l gloria del Magnifi-
cat. perche conuien, che queste compositioni siano graui, e le paro-
le intese benissimo dalli Ascoltanti, acciò à loro rendino deuotio-
ne. Ne si deue in simili componimenti far Inuentione alcuna, ò al-
meno poche; mà solo esprimer le parole, come si vede nelle lamen-
tationi di Morales, Gioanni Nasco, Gioanni Contino, nel Gloria delli
Magnificat di Morales, nelle messe di Iosquino, nell'Incarnatus, & in
altri simili. E solo iui si deue hauer consideratione, di far la com-
positione mesta; poiche cosi ricercano le parole: e di far buona, e
grata harmonia. Mà fuori delli predetti, & simili, conuiene farui del-
le Inuentioni, ò Canoni; perche di quì si scopre l'intelligenza del Com-
positore; e da tutti i periti di Musica serà giudicato huomo di valore,
e ben fondato in quella; che, quando non vi fosser queste particolarità,
sarebbe giudicato altrimente per le Cantilene fatte senza Inuentione,
e si potrebbe dire, che fossero tutte ad vn modo, per non vi esser
varietà. M. Vostra Signoria conchiude, che di valore, e riputa-
page 62tione serà quella compositione, che haurà in se Inuentioni diuerse,
ò Canoni, ouer Canti Plani, ritrouando poi diuerse Inuentioni sopra esso
Canto Plano appropriate al Tuono, sopra che compone. A. Cosi stà:
& se considerano le compositioni delli Eccellentissimi Compositori,
si vedrà, che ciascun di loro hà posto ogni suo pensiero, e studio intor-
no à nuoue Inuentioni per far nelle sue opre cose nuoue. & questo è
vno de maggiori particolari, che si conuenga al Compositore, men-
tre che voglia hauer nome, e buona fama fra' Musici. M. Così ten-
go ancor io; però seguiti pure à quello, che già ci propose. A. Hauendo
discorso assai sopra la sesta causa, si che nulla più mi ui resta à dire,
passarò alla settima, la qual'è, che vno farà vna Inuentione, ouer fuga
(come dir vogliamo) nel mezo della sua compositione, che dal-
li Ascoltanti non serà nè considerata, nè intesa; ma vn'altro la ponerà
in tal forma, che dalli Ascoltanti serà considerata, & osseruata benis-
simo. M. Questo mi rende fuor di modo sospetto, come vna Inuen-
tione fatta da vno non serà considerata, nè intesa; e fatta da vn'altro poi
serà osseruata, & intesa. A. E cosi in vero; e, quando si sentirà la ra-
gione, m'assicuro, che saremo conformi d'opinione. M. E d'intender
questa à punto son grandemente desideroso. A. Auuertasi adunque
che questo è di molta consideratione, & osseruatione per quelli, che nel-
le lor compositioni si vogliono seruir dell'Inuentioni, le quali, quando
seranno intese, & osseruate, daranno gran fama, e reputatione alli Autori;
&, quando fosse altrimenti, vana sarebbe la fatica loro, poiche non sa-
rebbero in veruna consideratione. Hora l'Inuentione fatta senza alcun
riposo dalli Ascoltanti non potrà esser'osseruata, nè intesa. M. Facciaci
di gratia più chiare queste parole. la inuentione fatta senza alcun ripo-
so non si potrà osseruar, nè intendere. A. Volentieri, è in questo mo-
do le dicchiaro. Trouandosi vn tenore, ò altra parte, che cāti, se in quel-
le figure si farà vna Inuentione con vn'altra parte, ouer con più parti, que
sta si fatta Inuentione non si potrà considerar, nè si potrà mettere à me-
moria; si come si farebbe, se prima si facesse il riposo. M. Intendo que-
sto, mà facciane gratia di mostrarci vn poco d'essempio, acciò meglio ne
siamo capaci.
page 63 A. Se in questo poco d'essempio à tre voci fatto consideraranno le
figure, oue si troua quel segno tra le parti, ce si rispondono per Inuen-
tione; dal senso, conosceranno, che non sono nè vdite, ne osseruate per
questa ragione; che, per il non fermarsi quelle parti, gli Acoltanti (per la
maggior parte) non ponno giudicar, se quelle figure siano fatte per In-
uentione, ò per far cantar le parti, ouer per esplicar le parole poste sotto
le figure predette, ò più tosto per empimento (per dir cosi) delle parti,
cantando sempre quelle insieme. M. Conosce esser vero quel, che mi
dice; posciache tal hora non si pon cura ad altro, che al sentire l'harmo-
nia delle consonanze, causata dalle parti, che cantano, e tal'hora al bell'or
dine, che hà tenuto il compositore in metter le parole, che siano intese.
Mà, che si deurà fare, acciò l'Inuentioni vengano sentite, & osseruate?
A. Si deurà tener questo ordine, che la parte, che principiarà nuoua In-
uentione, ouer replicarà la medesima, si fermi (come già dissi) per spatio
d'vn tempo di breue, ò di semibreue, ò almeno d'vna pausa di Minima;
perche dandosi poi principio alla parte, che già hà posato, gli Ascoltanti
le porgono orecchia, e seruano nella memoria le figure, che proferisce
il Cantore, onde viene dalla memoria de gli ascoltanti osseruata. M. Pia-
cemi assai questa ragione. E, benche vero sia tutto ciò, che hauete detto, e
per tale lo stimi; nondimeno per maggior nostra certezza, e capacità, la
prego à volerci illuminar più con vn poco d'essempio. A. E per com-
piacer loro, e per certificatione del tutto mi contento volentieri di far l'es
sempio, che è questo.
page 64 Nell'essempio scritto ben vedete, che, doppo l'hauer principiate le parti,
e fatta la lor cadenza, ò riposo generale (come più piace nominarla) il Te
nore, già che si è riposato per spatio d'vna pausa di minima, dà principio
all'Inuentione, che dice.
E parimente; poiche il Canto hà riposato per spatio d'vna pausa di bre-
ue, dice listessa Inuentione per Ottaua lontano, simile di figure, di no-
me, & d'interualli: e, poiche il Contralto, per lo spatio similmente d'vna
pausa di Breue si è riposato, con simil figure, & interualli fa il medesimo
lontano dal Tenore per Quarta; e cosi poscia tutte le parti si riducono al
fine. Onde fatte di tal sorte l'inuentioni verrannno dalli Ascoltanti intese,
& insieme osseruate per essersi posata ciascuna d'esse parti doppo la pri-
ma cadenza, ò riposo generale. Questa dunque è la ragione, per cui l'In-
uentioni vengono osseruate dalli Ascoltanti. Onde fatte in altro modo
(come dissi) non sono cosi intese. ma la compositione di quell'altra
page 65sorte vien'ad esser fatta con ordine, e giudicio più bello, come essaminan-
do le compositioni de' periti in questo le Signorie Vostre resteranno più
chiare. Vero è, ch'alle volte principiarà vna parte nuoua Inuentione: ma
ciò di raro (parlando generalmente) e l'altre parti seguiranno il già detto
ordine. M. Ben sono dalle ragioni dette, e dal sopra mostrato essempio
restato chiaro di questa settima causa di varietà, che in altro modo non
deue farsi; posciache dal cominciarsi la parte, che di già alquanto ha po-
sato alli auditori viene à esser posta nella memoria assai più, che dall'ha-
uer continuamente cantata. Perciò hauendone fatti di questo benissimo
possessori, potrà (come la prego) passar'all'altre cause già proposte; che,
se di tal'importanza seranno, di quale sono state queste, oltre che l'inten
derle, come le predette ci serà di grandissima consolatione, le faremo ob
ligati eternamente. A. Senza tanti prieghi ben il farò di buona voglia,
co 'l dire, che l'ottaua causa producitrice di tanta varietà frà Compositori
(di non minor'importanza, nè punto men degna d'osseruatione dell'al-
tre) è l'osseruare il Tuono, doue si fà la compositione. G. Sendo (co-
me dice) questa di tanto rileuo, come le passate, conseguentemente pa-
re anco, che ricerchi tal'esplicatione, quale hanno hauuta le predette. Pe-
rò inanzi ch'oltre si passi, la prego à dicchiararne, che cosa sia questo os-
seruare il tuono. A. Il Tuono sopra ogn'altra cosa si deue osseruare nel
le compositioni, altrimente il tutto sarebbe fatto senza proposito, che è il
saper come i Tuoni siano formati (così volgarmente parlando) acciò si
sappiano far le cadenze ne' luoghi proprij delle sue Diapente, & Diatessa
ron, ne si facciano fuori del Tuono. G. Facciane gratia di manifestar le
Diapente, e Diatessaron di ciascun Tuono. A. Non posso mancar, poi-
che me lo chiedono, & è cosa degna di memoria, e ricerca attentione. Il
primo Tuono dunque hà la sua Diapente da D sol re, chorda sua fina-
le, ad A la mi re posta nell'acuto: e dall'A mi re à D la sol re posta pari-
mente nell'acuto, hà la sua Diatessaron. Il suo compagno; ciò è, il secōdo
Tuono (chiamato cōpagno) [[per]]che hà il suo fine nella chorda di D sol re,
si come il primo hà la sua Diapēte da D sol re ad A la mi re nell'acuto, co
si anco haurà il secōdo. La sua Diatessaron tiene poi da D sol re ad A re
posta nel graue. Et dicono i Prattici, che ambidui sono formati dalla pri-
ma specie dalla Diapēte, e Diatessaron. Et questi sono i luoghi delle Diapē
te, e Diatessaron del primo, e secōdo Tuono, oue si fanno le lor cadēze, ò
riposi generali. Il terzo Tuono hà la sua Diapēte da E la mi, chorda sua fi-
nale, à B fa b mi posta nell'acuto, e da B fa b mi ad E la mi parimente po-
sta nell'acuto hà la sua Diatessaron. Il quarto Tuono, che si chiama suo
compagno, hà parimente la sua Diapente da E la mi à B fa b mi posta di
sopra, e da E la mi à B mi vi si troua la Diatessaron posta nel graue. E di-
page 66 cono i Prattici, che si formano questi duoi Tuoni dalla seconda specie
della Diapente, & Diatessaron. Il Quinto Tuono, quale hà la sua chorda
finale in Fa ut, tenerà la sua Diapente da Fa ut in C sol fa ut nell'acuto, e
la Diatessaron da C sol fa ut ad Fa ut nell'acuto parimente. Il sesto ha
la sua Diapente da Fa ut à C sol fa ut nell'acuto, e la Diatessaron da Fa ut
à C fa ut posta nel graue. Questi Tuoni, si tiene, che siano formati dal-
la terza specie della Diapente, e Diatessaron. Il settimo Tuono ha la Dia-
pente da G sol re ut (per esser chorda, oue finisce simil Tuono) a D la
sol re posta di sopra ad essa chorda, e la Diatessaron da D sol re à G sol
re ut posta nell'acuto. Il suo compagno, ch'è detto l'Ottauo Tuono, haurà
similmente la Diapente da G sol re ut à D la sol re nell'acuto, e la Diates-
saron da G sol re ut à D la sol re nel graue. Dicono i Prattici, che ambi-
dui questi Tuoni si formano dalla quarta specie della Diapente, e Diates-
saron. Queste dunque sono le Diapente, e le Diatessaron di ciascun
Tuono, fra le quali si fanno le cadenze, ò riposi generali, acciò si osserui il
Tuono. Siche non hauendo il Compositor tal cognitione può errar fa-
cilmente, facendo vna cadenza, la qual non sia propria del Tuono. Laon-
de la sua compositione verria fatta fuori delle regole buone; non essendo
nelli termini regolati del Tuono. G. Cosi credo, e per sicuro il tengo: e
però desiderarei saper, se d'altri luoghi, che delle sue Diapente, e Diates-
saron, si può seruir il compositore per far le cadenze. A. Si può seruir
ancora d'altri luoghi, i quali seranno, doue i Salmi fanno la sua medietà,
& anco alle volte doue principiano,e nella medietà ancora della Quinta
d'essi Tuoni; perche sono chorde appropriate alli Tuoni del Salmo, e se
ne seruiamo alle volte nelle compositioni, come diffusamente ragionò di
questo particolare Pietro Pontio nel terzo ragionamento fatto nel Ridot
to dell'Illustrissimo Sig. Conte Mario Beuilacqua, come anco essaminan-
do l'opre d'Eccellentissimi Compositori ne restaranno con più intiera
chiarezza. E perciò non mi estenderò in mostrar loro il nome delli luo-
ghi de' principij, medietà, e fini delli Salmi; perche essendo stati presen-
ti al ragionamento terzo fatto nel Ridotto predetto, oue amplamente si
trattò di questo, si deuono ricordar di quel, che iui si disse intorno à simi
li principij, medietà, e fini de' Salmi, ragionandosi anco, doue si haueano
à far le cadenze sì de motetti, come de' Salmi, & d'altre Compositioni.
G. Ben me ne ricordo, onde non fà mestiero, che ne prenda altra fatica.
Mà, se pur altro resta intorno al particolar del comporre in Musica, ci sa-
rà di sommo fauore il farcelo manifesto. A. Non mi resta altro, che
dire, posciache si ricordano, di quanto si ragionò nel Ridotto sodetto. Ma
hora mi souuiene la nona causa producitrice di varietà fra Compositori,
la cui decchiaratione proponendo in questo modo dico, che vno si serui-
page 67rà d'altre cadenze fuori del Tuono, in cui fà la sua Compositione, & vn
altro nò. Queste cadenze à punto vengono chiamate cadenze fuori del
Tuono, & conuiene esser diligentemente in ciò auuertito; acciò, facen-
dosi vna cadenza fuori del Tuono, oue si fonda la Compositione, si vada
con bell'ordine di consonanze, nè si faccia fuori di proposito, e senza al-
cuna gratia, altrimenti non si renderebbe grato vdire alle purgate orec-
chie. G. Aggionga (la prego) questo alli altri fauori, che ci hauete fatti,
& dica quali siano le cadenze che fuori del Tuono si chiamano. A. Vo-
lontieri il dirò. Poniamo caso, che si faccia vn Motetto, ò altra composi-
tione dell'ottauo Tuono: se iui si facesse vna cadenza in A la mi re, non è
dubbio, che questa sarebbe cadenza impropria, e fuori del Tuono. G. La
prego di più à mostrarne la ragione. A. La ragione è questa; perche
in detta chorda d'A la mi re non è il principio della Diapente, nè della
Diatessaron, nè tampoco vi è la medietà, ne il fine dell'ottauo Tuono, i
quali sono i luoghi, oue si fanno le cadenze appropriate ad esso Tuono,
(come gia dissi). Si che si fatta cadenza non può esser in modo alcuno
appropriata ad esso Tuono; e perciò si dice cadenza impropria, e fuori
del Tuono. Cosi anco è fuori del suo proprio Tuono la cadenza di
G sol re ut, facendosi vna Cantilena nel sesto Tuono. Talmente che,
volendosi seruire di simili cadenze, è necessaria grandissima considera-
tione, e diligenza, acciò nelle compositioni si renda grato vdire. E quel
tanto, che di questi duoi Tuoni hò detto, può dirsi e deue intendersi
anco delli altri. Questa dunque è parimente vna causa, che genera va-
rietà fra Compositori; posciache non tutti sanno seruirsi di simili caden-
ze, le quali fatte con bello ordine producono buono, e leggiadro effetto.
G. Credo veramente, che sia mestiero di gran diligenza è di gran pru-
denza in seruirsi di simili cadenze, più, che delle proprie del Tuono. Ma
perche più per causa delli essempij si viene a perfetta cognitione, di che
si tratta, la prego per maggior nostra consolatione à non mancar in que-
sto di qualche poco d'essempio. A. Non mancarò, & eccolo.
page 68 Si può co 'l giudicio dell'orecchia cōsiderare, come quel Soprano ricerca
tal cadenza in A la mi re per rispetto del fa posto per accidēte nella chor-
da di B fa b mi; e come poi con bell'ordine subito torna nella chorda di
D la sol re mediatrice di tal Tuono, che così conuien, che faccia. Se anco
desiderano vn'essempio del sesto Tuono per sentir la cadenza fatta in
G sol re ut; qual'è fuori del numero delle cadenze proprie di esso Tuono,
lo dicano, che tanto farò. G. Se così le piace, s'accrescerà l'obligo nostro.
Lo farò volentieri, & ecco che lo scriuo.
Si sente la cadēza di G sol re ut, come è di grato vdire; del che cantādo
si potranno benissimo certificare. G. Io lo vedo, & sento benissimo,
mà non si potrebbe far la cadenza nella chorda di E la mi? A. Potreb-
besi veramente, ma offenderia grandemente le purgate orecchie. G. E
perche? A. La ragione è, che il mi di E la mi è in tutto contrario al se-
sto Tuono, quanto al farui cadenza; e per esser in tutto all'opposto del fa
di Fa ut in modo alcuno non ponno accommodarsi insieme; poiche esso
manca della sua Quinta, nella parte superiore; e perciò tal cadenza si la-
scia da parte, perche non può produrre effetto buono nelle Cantilene
del sesto Tuono, come ne fanno fede l'opre delli Eccellentissimi Compo
sitori, fra quali non si vede simil cadenza vsarsi da loro. Questa è dun-
que la cagione. G. Vero è, che di sommo piacimento m'è stato l'haue-
re intesa questa varietà; poscia che mi sarei dato ad intender, che tal ca-
denza si fosse potuta far, come quella di G sol re ut, & hauesse deuuto an
co render grato l'vdito; nondimeno per più mia intelligenza la prego ad
vsar la solita cortesia con vn poco d'essempio. A. La voglio compiace-
re, & ecco l'essempio richiestomi.
page 69 Di quella cadēza fatta in E la mi, e da V. S. desiderata. L'orecchia, come
quella, che hà in ciò il Principato, farà il giudicio, alla quale anco simil-
mente s'aspetta il giudicar la cadenza cosi di G sol re ut, come della
D la sol re, le quali hò soggionte; perche co 'l loro intelletto cantandole,
vengano in cognitione, qual d'esse tre faccia miglior effetto nelle . G. Per quel, che l'intelletto, e l'orecchia mi detta, par di miglior'
effetto quella di G sol re ut, e quell'altra di D la sol re, che quella di
E la mi. A. Nè vano, anzi è verissimo il suo parere. G. Ben veggio ho-
ra, che questa prattica del comporre in Musica, è (quasi dirò) piu della
Theorica difficile, già che vado essaminando fra queste varietà di caden-
ze la gran prudenza, e consideratione, che necessariamente cader deue
nel Compositore, per saper discernere (essendo tutte cadenze fuori de'
Tuoni) quale di loro sia di buono effetto nella Compositione, e quale
di contrario, & di tristo effetto; e pur non conosco intorno alle consonan
ze cosa (per dir cosi) brutta, e che i mouimenti di tal cadenza sono fat-
ti con bell'ordine di mouimenti cantabili; nè già detta cadenza in vn
Tuono fà buona riuscita, se ben la fà poi in vn'altra. A. Tutto pieno è
di verità ciò, che dice; perche simil cadenza può seruir nel Terzo, Quar-
to, e Settimo Tuono. G. Mà che ci farà certi di questo che hora dice?
A. Due ragioni loro ne faranno certi: vna è, che nel Terzo, e Quarto
Tuono la chorda di E la mi è principio della Diapente, e Diatessaron, e in
essa chorda si troua il suo fine d'ogni cantilena, e del settimo Tuono tal
chorda è la medietà del Salmo, & i Compositori (come già altroue sco-
persi) si sogliono seruir delli luoghi, doue i Salmi fanno le sue medietà
in fargli le sue cadenze, & questa è la prima ragione. La seconda ragione
è il giudicio dell'orecchia, qual dà certezza del buono effetto, che produ
ce in detti Tuoni; perche essa non ne viene offesa. G. Dunque si può dire
page 70in questa facoltà di comporre in Musica, che il senso dell'vdito, e non
la ragione hà luoco. A. Si può dir quasi, che sia cosi; poiche per l'vdito
la Musica hà hauuto il suo conoscimento, & hà fatta elettione per mezo
di questo dal tristo al buono, e dal buono al migliore. G. Questo causa
in me non poca marauiglia, che l'orecchia preuaglia alla ragione. A. Dal-
le ragioni, e dalli essempij, che addurrò, mi rendo sicuro, che ne resteran-
no chiare rimossa ogni merauiglia. G. Il vedere gli essempij, & inten-
derne le ragioni certamente mi fia di sommo fauore. A. Stiano dunque
attente, che quanto più attenderanno, tanto meglio il tutto capiranno.
Dubbio non è, che queste consonanze in tal modo fatte, ciò è.
Quando si passa dalla Terza all'vnisono, e cosi dalla Quinta, all'vnisono,
sono fatte con ragione, secondo i mouimenti cantabili, & cōformi alle re
gole date, le quali dicono potersi passar dalla Terza all'vnisono, e cosi an-
co dalla Quinta all'vnisono; & pur nō rēdono grato vdire, come nel cātar
l'essempio si potrāno chiarire, & anco essaminādo l'opre d'Eccellētis. Mu
sici di ciò s'accerterāno, posciache nō si troua tal modo di passaggij fatto
se non rarissime volte, e per qualche occasione d'inuentioni, come si disse
nel secondo ragionamento fatto del Ridotto nel Sig. Conte Mario Beui-
lacqua da Dō Pōtio, ragionādosi delli passaggij delle Terza, e Quin
ta. G. Vero è, che non sono di grato vdire. A. Hora mostrarò in vn altro
modo l'istesse consonanze, ciò è, quella parte che và per grado cōgionto,
anderà per salto, e cosi della Quinta, vna si mouerà, e l'altra rimarrà fer-
ma, & ambedue faranno grato, & harmonioso vdire, & ecco l'essempio.
page 71G. Dice il vero. A. Dicami (la prego) non è il medesimo passare dal-
la Terza all'vnisono, e cosi dalla Quinta all'vnisono? come nel primo es-
sempio si troua, e solo si varia il Mouimento. G. Egli è il vero. A. Di-
mando adunque, che le fà certe del miglior effetto d'vn passaggio dell'al-
tro, fuorche il giudicio dell'orecchia? G. Non altro veramente, poscia-
che l'hanno mostrato i duoi essempij dalla Terza all'vnisono, e cosi anco
dalla Quinta all'vnisono. A. Si potrà dunque dir, che in questa prattica
del comporre in Musica l'orecchia ottenga il Prencipiato nel giudicar le
cose di buono, ò di reo effetto nelle compositioni. Nè già si può dire al-
trimente, essendo che il passare dalla Terza all'vnisono non si può dire
con verità, che stia male, ne anco dalla Quinta all'vnisono; mà non è già
il primo causa di buono effetto, posto in quella maniera, quando amen-
due le parti discenderanno; e cosi parlando del mouimento fatto dalla
Quinta all'vnisono, vna parte ascendendo, e l'altro descendendo; e pari-
mente dicasi delli altri passaggij, che fanno le parti insieme, le quali non
rendono nelle Compositioni harmonia alcuna. E conseguentemente del-
le cadenze sopranomate, questo è stato veramente giudicio dell'orec-
chia, & è meritatamente suo questo honore, posciache ella è stata giudice
dal buono al reo. G. Mi piace assai l'hauer intesa questa ragione; ne di
minor piacimento mi sarebbe, se ci dicesse il modo, per cui questo senso
dell'vdito, facendo il giudicio del discernere il buono dal tristo, nō com
metta errore alcuno. A. Diuerse cose vi concorrono. Prima necessa-
ria cosa è la fatica intorno al cantar varie compositioni de' Musici Eccel-
lentissimi. Vi conuiene anco l'essercitarsi nel contraponto, e passando al-
la compositione comporre cose diuerse; e cantandole poi darle audienza
diligentemente per saper se le consonanze poste insieme producono buo
na harmonia, e grato vdire, e se son poste regolatamente. Di più si deue
attentamente vdire, se le parti vanno commodamente per legitimi inter-
ualli, e se fra loro si sentono mouimenti, ò concenti, che offendano l'orec-
chia. Onde da simili essercitij si viene à ridur l'orecchia à tal perfettio-
ne, che non può patire, se non cose perfette, buone, & harmoniose. Et se
d'altra sorte se le offeriscono, tosto giudica, che simili concenti non sono
nè buoni, nè harmoniosi. G. Credo per vero ciò, che hà detto; mà, che
anco non sia men vero, stimo, che non tosto tosto si riduca à perfettione il
giudicio dell'orecchia. A. Nō vi è dubbio, essendo necessario prima, che
si gionga à qualche perfettione di contrapunto, & al comporre qualche
cosa di buona riuscira, l'hauer fatte cose molte, e diuerse, & l'hauerne
vdite altrettante de' periti di Musica. Ilche tutto porta seco e mesi, & an-
ni, e fatica non poca, la quale pure necessariamente deue esser sopporta-
ta, da chi intende di giongere ad vna certa meta di perfettione; ch'altri-
page 72menti non si potrebbero scegliere i passaggij buoni, e non buoni. G. Ve-
ramente mi dò ad intendere, che tutte le scienze richiedano studio, e fati
ca assai, mà più questa d'ogni altra. A. Cosi stà à punto. H. Hor ben
mi comincia à cader nell'animo, che più difficoltà apporti seco la pratti-
ca del comporre in Musica, che la Theorica; posciache da quel, che m'ha
significato, molte ve ne scorgo prima, che si gionga à qualche perfettio-
ne di comporre. A. Si pensano forsi, che vi concorrino solo quei pochi
auuertimenti, che hò detto? M. Ve ne sarebbero per caso ancor delli
altri? A. Si ponno quasi dir infiniti gli auuertimenti necessarij da sapersi
al Compositor di Musica. M. Deh la preghiamo accresca à gli altri obli-
ghi, che le teniamo ancor questo, che serà co 'l fauorirne di scoprir alcune
delle rimanenti difficoltà. A. Volentieri loro compiacerò, e le propone-
rò, se non in tutto (che è impossibile) almeno in parte, fra le quali stà
questa; che conuiene al compositore star'auuertito per non cader in
mouimenti, che cantar non si possano, ne se ne senta alcuno fra le parti,
che non faccia buona relatione, e grato vdire, come dissi. Conuiene di
più l'esser diligente, e proceder non senza consideratione nell'accommo
dar le parole sotto alle figure, ciò è, che non vi si trouino figure super-
flue, e talmente siano accommodate, che vengano à conseruar la sua na-
tura dell'esser breui, ò longhe. Si deue etiandio osseruare (se è possibile)
ch'essendo la compositione à quattro, à cinque, & à più voci, vi si ritroui
le consonanze, ciò è, la Terza, e la Quinta. Vero è, che questo non è lege
inuiolabile; perche cantando quattro, ò cinque parti, e non trouandosi in
esse per caso le consonanze già dette, non sarebbe errore, quando però si
vedessero le parti far qualche bell'effetto d'inuentione, e dar principio à
nuoua inuentione, ouer quando alcuna parte si mouesse con qualche leg
giadro mouimento di semiminime, od altre figure, perche se bene non si
trouasse nella cōpositione vna delle sopranomate cōsonanze, non impor-
tarebbe: ma fuori di simili occasioni serà bene il trouarsi dette consonā-
ze. E necessario ancora l'osseruar, che le compositioni finiscano in misu-
ra, secondo il modo, ò tempo, ò prolatione, à cui seranno fatte tali com-
positioni. M. Questo, c'hor essa dice, è degno di consideratione? A. Si-
gnor sì; anzi è commandamento, e lege espressa. Nè si admette compo-
sitione alcuna (secondo gli intelligenti di questa scienza) che non finisca
in misura conforme à quello, à che serà fatta. E vedendosi vna composi-
tione co 'l perfetto, ò l'imperfetto tēpo; ò co 'l maggiore, ò minor modo;
ouer anco con la prolatione maggior, e senza misura nel fine fatta, stima-
rebbesi l'auttore poco intendente, e mal prattico di questa scienza. Hora
mi persuado, che chiaro le sia, se ciò è degno di consideratione.
M. E chiaro veramente; però esserciti pure la sua solita cortesia nel se-
page 73guire. A. Di più conuiensi hauer intelligenza di passar da vna all'altra
consonanza con l'osseruationi hoggidì solite à farsi da' Compositori mo
derni. M. Mi pare oscuro questo suo dire. Laonde la prego à mostrar-
ne quel fauore, che sin'hor ne ha mostrato, co 'l renderlo più chiaro, poi-
che di quello, che sin'hor ci ha detto siamo benissimo instrutti. A. Lo
renderò più chiaro, & anco (essendo lor in piacimento) mostrarò il tut
to con essempio. M. Il mostrarne gli essempij oltre le parole per mag-
gior nostra intelligenza, ci serà gratia singolare. A. Farò dunque quanto
loro piace; e cominciarò dalla Terza minore, auuertendo, che 'l suo pro-
prio è di passar all'vnisono per principio di Misura, mouendosi amendue
le parti per mouimento congionto, vna ascendente, e l'altra descendente,
ouer vna descendente per grado disgiunto in eleuatione della misura, e
non facendo l'altra mouimento alcuno, come con questo essempio scopri
rò il tutto.
Hora soggiongo la Terza maggiore, il cui proprio serà di passare alla
Quinta: facendo la Terza maggiore mouimento congionto ascendendo,
e la parte bassa mouimento congionto discendendo. Si potrà ancor pas-
sar dalla Terza all'Ottaua; e questo fia, quando la superiore farà, ascendē
do, il mouimento congionto, e la parte bassa il mouimento disgionto, co-
me ciò farà chiaro il presente essempio.
M. Dicami (la prego) per la sua vsata cortesia; perche non poss'io an-
dare all'vnisono, come faccio della Terza minore con amendue le parti
page 74con mouimento congionto, vna ascendente, & l'altra discendente?
A. La compiacerò, di quanto mi chiede. è regola, & osseruatione gene-
rale, che sempre si deue da vna consonanza passare alla sua più propin-
qua. E, perche la Terza minore contiene in se vn Tuono, & vn semituo-
no, è cosa ragioneuole, che si passi (come già hò detto) all'vnisono,
per esser più vicino, ch'altra consonanza. La Terza maggiore poi si tro-
ua hauere in se duoi Tuoni; onde conuiene andare alla Quinta, come
consonanza à lei più vicina, e non all'vnisono. Questa è dunque la ra-
gione, perche non si può passare dalla Terza maggiore all'vnisono in
quella forma, che si fà con la Terza minore, secondo l'ordine de' moder-
ni Compositori. M. Non si sdegni di gratia di dirmi, se il non poter
passar ad altra consonanza, che alla Quinta, & all'Ottaua, è legge inuiola-
bile. A. Signor mio nò. M. E doue si potrà passare? A. Si potrà pas-
sare alla Sesta minore, & maggiore (& il simile si può far della Terza
minore) come porterà l'occasione, & il mouimento delle parti, confor-
me à quel, che disse Pietro Pontio, nel secondo ragionamento fatto nel
Ridotto del Sig. Conte Marco Beuilacqua. M. S'è con suo commodo,
non manchi (la prego) di darne vn poco d'essempio della Terza minore,
come della Terza maggiore, che meglio verremo capaci del sodetto suo
ragionamento. A. Eccolo per non mancar del mio solito.
Vedono, che fatta la Terza minore si passa alla Sesta minore, e cosi pari-
mente fatta la Terza maggiore alla Sesta maggiore, quali mouimento so-
no e regolati, e moderni. M. Non si potrebbe andar dalla Terza mino-
re alla Quinta, nel modo, che fà la Terza maggiore? A. Si potrebbe;
mà non seria passaggio legitimo. M. Perche? A. La ragione è, perche
il diligente cantore sentendo quella Terza diminuita d'vn semituono, la
crescerà d'vn semituono per appagar l'orecchia. Ilche serà, quādo doppo
page 75fatta la Terza minore la susseguente figura ascenderà. M. In ciò dun-
que conuiene sodisfare all'vdito, per quanto posso cauar dalle sue paro-
le. A. E cosi à punto; e da lor stessi nel cantar tal mouimento se ne po-
tranno render chiari. M. Il credo. Siche questa Terza minore haurà duoi
moti soli, vno all'vnisono, e l'altro alla Sesta minore, e 'l passaggio d'an-
dar alla Quinta si lasciarà da banda; ilche fia, quando anderà ascendente
per moto congionto. Mà all'hor, che discenderà la figura, si potrà far
tal passaggio? A. Signor mio sì. M. Pregola à voler compiacerne di
dir qual sia la cagione, che discendendo si fà, & ascendendo si tralascia.
A. Già hò detto, che ascendendo il diligente cantore l'accrescerà per cō
tentar l'orecchia. M. Non potrebbe far il medesimo, quando la figu-
ra discende? A. Questo non giamai; perche fra Compositori Eccel-
lentissimi (& è conforme all'ordine de' moderni) non si permette, che
sia cresciuta la figura nel discendere, mà nell'ascender solo; come essami-
nando le loro compositioni si potranno assicurar di questo dubbio. Et
questa è l'osseruanza di porre la Terza minore, secondo l'ordine de' Mu-
sici moderni, per render nelle cantilene grato vdire, e schifar ogni errore.
M. Di questa Terza son fatto assai possessore, & della ragione, perche
non si conuenga l'andare alla Quinta: ma se vna parte si trouarà in ot-
taua con essa Terza minore, & vna passarà alla Quinta, e l'altra all'vniso-
no, come potrà farsi tal mouimento, che sia di grato effetto? A. Lo dirò.
E cosa certa, che non fia d'alcun buon'effetto; poscia che vno accrescerà
quella Terza, e l'altro la lasciarà nel suo primo stato; Onde ne verrebbe
vn'Ottaua superflua. Ma dal diligente, & accurato Compositore farassi,
che non si trouarà parte alcuna per Ottaua con detta Terza, quando ascē
de alla Quinta per vietarne il disordine. M. Per non esser molto istrut-
to di questo, ne senteuo tra me qualche contrasto; mà hora che chiara-
mente il veggio, necessaria cosa stimo l'hauer risguardo in diuerse manie
re, come la compositione fia purgata d'ogni errore, & faccia buona har-
monia. Però potrà (se cosi le piace) passar à quelli altri auuertimenti,
che già di questi duoi con mio sommo contento son fatto capace à ba-
stanza. A. Cosi farò dicendo della Sesta minore, della quale il moto
proprio serà di passare alla Quinta, & alla Terza ancora con buona occa-
sione. M. Non potrò io con l'occasione andar'alla Ottaua? A. A que-
sto rispondo, che si troua vn passaggio, che fa lecito il passar dalla Sesta
minore alla Ottaua; & questo è, quando vna parte resta ferma, e l'altra
mouendosi (fatta che serà la detta Sesta) se ne và all'Ottaua; ma facen-
do moto tutte le parti, e trouandosi per principio di misura in Ottaua, il
passaggio non le è concesso conforme all'osseruationi de' Musici, e Com
positori moderni. M. Perdonami V. S. io non la intendo in questo. però,
page 76se ricorrerà secondo la solita cortesia à vn poco d'essempio, non parlarà
à sordo, & io la intenderò. e quanto più facilmente, tanto più le ne serò
obligato. A. Cosi farò: & ecco vn'essempio d'ambigui gli passaggij del-
la Sesta minore.
Eccoui il primo modo, con che si può andar dalla Sesta alla Ottaua. Ma
il secondo modo è quello, che non le viene concesso secondo i Composi
tori moderni, come nell'essaminar le lor compositioni s'accertaranno di
quanto hò detto. Già hanno intesa, e veduta la cagione, perche nō si per-
mette, che fatta la Sesta si passi all'ottaua, essendo le parti per principio
di misura. Hor breuemente dirò della Sesta maggiore, il cui proprio se
rà di passare all'Ottaua, vna ascendendo, & l'altra discendendo Ilche serà
secondo la regola de' moderni. M. Dicami di gratia, non potrà far'altro
passaggio? A. Potrà pigliar alcuni di quelli passaggij, come accade alla
Terza, & alla Quinta, per fare qualche varietà d'inuentione, come si dis-
se, da Pietro Pontio, nel secondo ragionamento nel Ridotto del Sig. Con-
te Mario Beuilacqua. Et questi sono i passaggij, che regolatamente si
potranno far della Sesta maggiore con le sopradette consonanze. Vero è,
ch'alcuni non permettono, che doppo l'istessa Sesta si passi alla Quinta.
Con tutto ciò (quanto à me) non gli farei difficoltà alcuna; mentre
con buona occasione facesse tal mouimento, e rendesse vaga, e diletteuo-
le la Compositione. Mà per passar ad altri auuertimenti, hora scoprirò,
come si deue hauer consideratione nel ponere il b ritondo nelle compo-
sitioni, e parimente queste virgolette chiamate volgarmente diesis.
M. Di gratia, le ne supplico. A. Si pone il b ritondo nella chorda di
B fa b mi per accidēte, essendo la Cantilena per quadro, & ancora
nella chorda di E la mi, essendo la Cantilena per b molle, auuertēdo,
che doppo il b ritondo, quella figura, che lo segue, conuiene, che di-
scenda, & non altrimente. Il contrario poi s'osserua essendo poste ne
page 77compositione quelle virgole sotto à qualche figura; perche conuiene
che quella figura, che le segue, vada ascendendo, altrimente non ser-
uarebbesi l'ordine del comporre regolatamente, e giudiciosamente.
M. Di sommo contento ci sarebbe il sapere la cagione, perche nel b
ritondo conuiene, che la figura, che le segue, discenda, & nelle virgole la
seguente figura ascenda. A. Altra non è la cagione, che il commodo del
cantore, & ancora; perche cosi ricerca il modo del comporre giudicio-
samente. Hanno di già visto, quante considerationi sono necessarie, per-
che la compositione sia regolata, e faccia buona harmonia, e le diuerse
cause producitrice di varietà fra Cōpositori. M. Veramente conosco, che
conuiene l'esser'in molte cose auuertito; e l'assicuro, che l'hauer'inteso
le cause della varietà fra Compositori ci è stato di grandissima consola-
tione. Ma dicami i Sig. Giordano la causa; perche il Sig. Conte nostro
non hà fatta mentione della consonanza Quarta, hauendo nominate tut
te l'altre consonanze. G. Credo perche non è consonanza. M. Come
nò? E, & mi perdoni in errore; &, che sia il vero, Boetio nel secondo li-
bro della Arithmetica nel cap. 48. La chiama la principale delle conso-
nanze, e nel libro primo della sua Musica nel cap. decimo, e decimosesto
la pone fra le consonanze. Vitruuio nel libro Quinto al Quarto capo
numera la Quarta fra le consonanze. Franchino parimente nel libro in-
titolato Angelicum, & diuinum opus, nel secondo Trattato nel capitolo
sesto la chiama consonanza. E parimente esso Franchino nella sua Theo-
rica nel primo libro all'ottauo capo la connumera fra le consonanze. Nè
si discosto il Zarlino da questa opinione nella Terza parte delle institu-
tioni al capitolo Quinto, e nel capitolo decimoquarto, & anco nel capito
lo quadragesimo settimo; che la pose fra le consonanze. Et altri Scritto-
ri hanno fatto il simile, i quali (per non l'annoiare) tralascio. Può ben
hor veder, come assai è in errore, se pensa, ò stima altrimenti. G. Per
l'auttorita de' Scrittori famosi, e degni di fede tanto antichi, quanto mo
derni V. S. ha mostrato, che la Quarta è consonanze; & io per l'auttorità
delli stessi, & altri degni scrittori, e per le ragioni, che addurrò, le farò ve-
der, ch'ella è dissonanza; fra quali scrittori è Franchino nel Quarto trat-
tato del libro, ch'essa m'ha allegato nel secondo capitolo, oue dice queste
parole. eccetto la Quarta, le cui estreme parti discordano. e nel libro se-
condo della sua Theorica nel Capitolo Quinto, oue dice. Non igitur au-
ribus consonat Diapason cum Diatessaron,
intendendo doppo, e non fra
l'ottaua, e nel libro terzo della sua prattica al secondo capitolo, dice, che
ponēdola sola (ciò è) facendola con due parti sole è dissonante. Il Zarlino
nella terza parte delle institutioni nel capitolo 42. à carte 197. La pone
tra le dissonanze; e nel capitolo 66. nella terza parte di esse institutioni à
page 78carte 263, la chiama dissonanza; e parimente nel capitolo 32. della Quar
ta parte, parlando, come si deue far la compositione à compiacenza delle
parole, dice, che, quando le parole significheranno durezza, asprezza, cru
deltà, si potrà vsare la Quarta, & ancora la Settima, si che per queste pa-
role inferisce la Quarta esser dissonanza co 'l farla simile alla settima. Da
Pietro Aron nel secondo libro della sua Musica intitolato il Toscanello
nel capitolo decimoterzo non si vede in alcun modo nominata la Quar-
ta. Gio. Maria Lanfranchi nella quarta parte delle scintille, oue ragiona
delle dissonanze, vi connumera la Quarta Vicenzo Galilei nel Dialogo
di Fronimio, & Deumario oue tratta dell'intauolatura del Leutto à carte
195, dice la Quarta esser dissonanza. Et, se fosse consonanza, i Composi-
tori nelle lor Compositioni, se ne seruirebbero. Altri Auttori sonoui an-
co di questo parere, i quali taccio per breuità. Siche si vede da questi
Scrittori la Quarta esser posta fra le dissonanze. Mà quel, che più mi fà
credere, che sia dissonanza, è, ch'io non la veggio postra fra le cōpositioni,
come la Terza, la Quinta, la Sesta, & l'Ottaua. M. V. S. hà il torto in dire,
che non è posta fra le compositioni. G. Veda V. S. (e mi perdoni) che non
intende il mio ragionamento. Voglio dire che, quādo serà fatta la Terza si
passerà hora alla Quinta, hora alla Sesta, & hora all'Ottaua, & alle volte
cō mouimento cōgiōto, & alle volte cō mouimento separato, e tal'hora ascē
dēdo, e tal'hora discēdendo, come tornarà più cōmodo al Cōpositore; e
cosi anco il simile si vede delle altre consonanze. Di più si vedono le so-
pradette nelle compositioni fatte hora con figura di Breue, hora con figu
ra di Longa, & di Massima, come porta l'occasione: ma questa, che V. S. e
molti altri dicono essere consonanza, non vedo fra le compositioni de'
Musici tanto antichi, come moderni posta, come le nominate di sopra,
ciò è, con figura di Breue, ò di Longa; e pur volentieri saperei la cagio-
ne, perche detta Quarta (poiche V. S. la dice consonanza) da' Composi-
tori non è posta fra le loro compositioni, come l'altre. Et, che il vero ciò
sia, potrà essaminare V. S. le compositioni di Iosquino, di Giamoton, di
Adriano, Cipriano, Iacchetto, del Palestina, e d'altri infiniti, che non ve-
drà mai detta Quarta posta fra le compositioni con figura di Breue, ouer
di Longa, mà solo con figura di Semibreue, ouer di , posta in
eleuatione della misura accompagnata prima in vna medesima riga, oue
ro spatio con vna consonanza, e poi fatta detta Quarta venirle subito vn'
altra consonanza, hora la Terza, hora la Quinta, & hora la Sesta, e conuie
ne, che la figura susseguente vadi per mouimento congionto, e che discen
da, come si fa nelle altre dissonanze. E questo è commandamento espres-
so, come dalle compositioni de' Musici si può vedere, & il Zarlino nella
terza parte delle Institutioni di Musica nel capitolo 53 à carte 224. in tal
page 79modo la fece, ilche non si vede questo commandamento nelle altre con-
sonanze; perche le figure, che dopò loro sono hor vanno ascendendo, &
hor discendendo, cosi per grado congionto, come separato, si come torna
commodo al Compositore; ma quella figura, che viene doppo la Quar-
ta, sempre discende con mouimento congionto. M. V. S. ha addotte
autorità de' Scrittori dignissimi per mostrarmi, che la Quarta non è con-
sonanza; ma però s'altro, che l'auttorità non mi hauesse addotto (ancor-
che esse meritino approbatione) sarei ancora nella mia prima opinione.
Però dicendomi, che li compositori degni al par delli già nominati da
me, non fanno questa Quarta con figura di Breue, nè tampoco con figura
di longa, come si può vedere nelle lor compositioni: e, che vanno hor per
grado congionto, hor separato, & così hora ascendendo, & hora discen
dendo quelle figure, che doppo le consonanze vengono; ma quella che
doppo la Quarta segue, conuiene, che sempre discenda con mouimento
congionto. Et, che questo è commandamento espresso; questa sua con-
chiusione mi fà alquanto da quella prima opinione rimouere, & dubita-
re, che non sia consonanza. Laonde fra me stesso rimango confuso, essen-
do da quelli Filosofi, e Theorici posta fra le consonanze: e poi d'alcuni di
lor essendo detto, che non fà concordanza alcuna, e posta nel numero del
le dissonanze, e di tal maniera resto sbigottito, che non sò, che mi dire.
Perilche grandissimo fauore, & vtile mi fia l'intendere dal Signor Conte
Alessandro, come si possino accordare queste opinioni contrarie. A. poi-
che così le piace, lo farò, auuertendole, ch'i non son per dar più ad vno,
che all'altro il torto; posciache le Signorie Vostre hanno sostentato il ve-
ro con le buone ragioni, e fondamenti addotti; ma ben (con lor pace)
dirò, che non hanno inteso il modo del ragionar delli sopra nominati
Auttori. M. S'ella ci farà intendere, come non gli habbiamo intesi, à noi
sarà gratissima cosa, mostrandoci il nostro errore. A. Et io son per far
questo prontissimo. Deuono adunque auuertire, che, quando essi Scritto
ri hanno posta questa Quarta fra le consonanze, hanno parlato secondo
la Theorica, e non secondo la Prattica, fra quali fù Pithagora (come dili-
gentissimo inuestigatore, & osseruatore de' numeri, e conseguentemente
de' generi delle proportioni, e loro specie). Tolomeo, Aristosseno, Boe-
tio, & altri seguaci di detti Filosofi, furono d'opinione, che niun gene-
re potesse esser capace delle consonanze, fuorche il Moltiplice, & il Super
particolare, e si fondarono co 'l dire, che questi duoi Generi erano puri, e
semplici; e che alcun'altro numero non gli potea misurare, se non l'vnità.
E, perche detta Quarta si trouaua hauere la sua vera forma nella propor
tione Sesquiterza, seconda specie del Genere superparticolare, la nomi-
narono fra le consonanze. Di più cōsiderarono, che nel numero Senario
page 80(qual'è numero perfetto) si conteneuano tutte le consonanze, e trouan-
dosi detta Quarta compresa in questo numero Senario, la chiamarono cō
sonanza. Onde non è marauiglia, se questo numero Senario fu diman-
dato segnacolo del mondo; poiche in esso si troua ogni consonanza, con
ogni perfettione delle cose del mondo; & non hà in se cosa, che sia su-
perflua, nè tampoco diminuta; ilche fu tenuto tale appresso Pithagora,
& altri Filosofi. Siche questa Quarta da lor fù chiamata Tetrachordo, &
in tanta veneratione tenuta, che l'assimigliarono alle quattro varietà de'
Tempi, & ancora alli quattro Elementi, i quali sono necessarij alla vita
humana; perche stimarono; che da lei venisse ogni varietà nella Musica.
Per questa cominciarono à diuidere il Tuono in diuersi modi. Aristide
diuise il Tuono in quattro diesis minori: dell'istesso parere fu Baccheo.
Altri poi, come fù Pithagora, Boetio, Franchino, Macrobio, & molti altri,
lo diuisero in due parti, facendo d'esso vna parte semituono maggiore,
quale contiene in se cinque come, & vn semituono minore, ch'è forma
to di quattro come; poiche esso Tuono ha la sua vera forma nella pro-
portione Sesquiottaua. E parimente giudicarono, che 'l Tuono non si po-
tesse per modo alcuno diuidere in due parti vguali, come alcuni haueua-
no opinione. Qual'opinione di diuisione del Tuono fu da quelli accetta-
ta, & all'hora, & anco al presente osseruata. G. Non le sia à dispiacere
il dirci ancora perche sia affaticauano questi tali in far tante diuisioni di
questo Tuono. A. Non per altro, se non per hauer diuerse diuisioni di
questo Tetrachordo. G. Et à che fine poi se ne seruiuano? A. Non ad
altro, che à trouare ciascuno secondo la sua opinione diuerse specie del
Genere Diatonico; e così del Genere Chromatico, & Enharmonico.
G, Fù varietà fra di lor di questi Generi? A. Non fu varietà di nome,
ma fu gran varietà nelle diuisioni di detto Tetrachordo, la quale causò,
che Tolomeo hebbe due varietà del Genere Diatonico, vn detto molle, e
l'altro incitatiuo; e cosi altri Filosofi hebbero il medesimo parere. G. La
prego à compiacermi di dire, chi giudicò fra le tante diuisioni fatte da i
già detti Filosofi, quali fossero le migliori. A. L'orecchia sola ne fece
il giudicio. G. E con che ragione? A. Perche miglior consonanza le
rendeua all'vdito, & cosi da quelli Musici fù accettato, & abbracciato
quel, che l'era di maggior soauità, e maggior commodo nel cantare. Mà,
perche queste varietà de' Generi fà poco à nostro proposito del saper
quel, che da loro si cerca, non passarò più auanti, lasciando questo ragio-
namento, in cui sono intrato, per mostrar, quanto in pregio haueuano
quellli antichi Filosofi questo Tetrachordo. Siche per conchiusione dirò,
che i Filosofi già nomati per le ragioni predette chiamarono la Quarta,
consonanza, stando ancora, che nelle loro Cantilene non si vedeuano
page 81(come à tempi nostri si vede) trè, e quattro parti insieme modulando,
ma vi era vn solo Musico con vn'istromento, co 'l quale accompagnaua
la sua voce, esplicando il suo concetto, e cantando con diuersità di Poe-
sia, e per esser solo nō si poteua discernere alcuna consonanza, nè dissonā-
za. Mà, poiche si cominciò modulare insieme due, trè, & quattro parti,
conobbero i Musici dalla longa isperienza, che la Quarta non era conso-
nanza, come la Terza, e la Quinta, & altre; e ponendola, come la Terza,
la Sesta, & le altre, conobbero, che rendeua aspra, e dure la compositio-
ne, & offendeua grauemente l'vdito: e volendosi di lei seruire gli conue-
niua accompagnarla con vna figura di Semibreue, posta in eleuatione
della misura, nella quale la prima parte d'essa figura fosse consonanza,
e l'altra poi fosse la Quarta, doppo la quale venisse vna figura, che fosse
consonanza, e che temprasse quella asprezza; e detta figura fosse in ele-
uatione della misura, & la sequēte poi discendesse, come si fà della Setti-
ma, e della Seconda. Qual verità fù con tempo, & isperienza longa
conosciuta; onde i compositori nelle loro opre cominciarono seruirsi
in tal modo di lei: siche vedendo il buono effetto, che faceua seguiro-
no tal modo, come faceuano delle altre dissonanze, & al presente
cosi i Musici se ne vagliono: e per questa isperienza fu posta fra le disso-
nanze da loro, e come dissonanze se ne seruono. M. Questa isperien-
za come fù fatta? A. Co 'l giudicio della purgata orecchia. M. Fù
dunque il giudicio dell'orecchia, e non altro? A. Non fù altro; come
ancora nelli mouimenti delle parti, e parimente nel passare da vna con-
sonanza all'altra; & in quello, che fa buono, e reo effetto non si sarebbe
mai potuto discernere il vero. Ilche mostrò il Zarlino nel primo capo
della prima parte delle sue institutioni di Musica, oue disse, che dall'vdi-
to (come più necessario delli altri sentimenti) la scienza della Musica
hà hauuta la sua perfettione; posciache per essa hà conosciuto il buono
dal reo, & hà fatto vn retto, & ottimo giudicio delle cose pertinenti alla
grata harmonia. M. Grandissimo contento hò sentito nell'ispiegarmi
(come hà fatto) per qual causa i Filosofi la connumerauano fra le con-
sonanze, e per qual causa poi da Musici è stata tenuta nel numero delle
dissonanze, & vsata nelle compositioni al par dell'altre dissonanze; &
come questa certezza è stata fatta co 'l giudicio della purgata orecchia.
A. Cosi è stato à punto. Di più lor voglio dire, che gli Antichi Musici
(stando, che niuno altro genere, che il Moltiplice, e Superparticolare,
non poteua dar consonanza veruna, ouero altro numero, che 'l numero
Senario) haueuano con questo suo fondamento priuata la Sesta mag-
page 82giore, & minore del nome, e commercio delle consonanze, nè mai di lo-
ro fecero mentione alcuna per non trouarsi dette Seste nelli sopranomati
Generi, e cosi nel numero Senario. Mà i Musici prattici le hanno poste
nel numero delle consonanze. G. Non le sia di gratia à tedio, come
ci serà fauore, il dirne per qual ragione il fecero. A. Per due ragio-
ni. La prima è, che percuotendo dette Seste, non discordauano, ma
sotisfaceuano al senso dell'vdito, & erano di grato vdire nelle com-
positioni. L'altra è, che, se bene non si trouauano in que' duoi Ge-
eri già nomati, nè tampoco attualmente nel numero Senari; si tro-
uauano però in potenza, perche si forma la Sesta maggiore da vna Quar
ta, & da vna terza maggiore.
4 3
5 4
20 12 Sesta maggiore
E che sia il vero questo,
sommate insieme queste due proportioni, vna delle
quali dà la Quarta, e l'altra dà la Terza maggiore, si
haurà la Sesta maggiore. Il simile facendo della Quar-
ta, & Terza minore, haurassi la
Sesta minore, come dalli Essempij,
c'hora scriuo saranno chiare.
4 3
6 5
24 15 Sesta minore
Le quali proportioni si trouano nel Genere superpartico-
lare, & anco nel numero Senario. E per queste ragioni le
posero nel numero delle consonanze, come di ragione
conueniua, & ancora per la longa ispe-
rienza fatta più volte co 'l senso dell'vdi-
to, dal quale (come hanno vdito) dipen-
de ogni giudicio del buono, e del reo nella Musica. Siche hanno di
già intese la ragione, perche i Musici prattici abbracciarono la Sesta mag
giore, & minore; & ancora, perche la Quarta non si troui abbracciata da
loro, come consonanza, come l'altre per le ragioni già dette. Del che
fanno fede le compositioni de' periti nella Musica. M. L'hauer'in-
teso, che la Quarta non è da' Musici prattici vsata nelle loro Composi-
tioni, se non per dissonanza (come si può vedere) e cosi delle due Se-
ste per consonanze ci è stato di sommo contento, già che erauamo con-
fusi dal veder le diuerse opinioni predette. Perciò potrà seguire ad al-
tre cose pertinenti à questa Musica, che, sendosi stato risolto il prece-
dente dubbio, ci serà tutto ciò d'altrettanto contento l'intendere altre
cose. A. Voglio anco mostrare (se non in tutto, almeno in parte) à
che cosa deue il Compositore hauer risguardo, acciò chiaro sia, quanta
difficoltà si trouino nella Prattica del comporre in Musica. Prima deue
auuertire sopra qual Tuono voglia fondare la compositione. Di poi ha-
uer in consideratione i principij, acciò vengano fatte per le sue Quinte, e
page 83Quarte del Tuono. All'istesso conuiene parimente il considerare con
ogni diligenza il senso delle parole, acciò le ponga ad vn Tuono
appropriato al senso loro. Parimente il far, che la compositione sia
sonora, & harmoniosa, e vi siano sempre nuoue inuentioni. Di
più il far, che le parti vadino modulando insieme con leggiadri
mouimenti, e senza difficoltà del Cantore. Alle quali cose tutte
conuiene, che habbia risguardo, desiderando, che la compositio-
ne produca buona, e diletteuole harmonia. Gia si scuoprono quan-
te considerationi, & auuertimenti sono necessarij per esser buon
compositore, lasciate molte altre cose, e specialmente la diuersità,
e l'obligationi de' contraponti, oltre la diuersità de' Canoni in diuersi
modi fatti. Siche dalle narrate cose può ben'esser chiaro, che infi-
niti sono i risguardi necessarij al Compositore per essere in questa
facoltà del Musical componimento (non dirò perfetto) mà almeno
intendente, i quali tutti si acquistano con longhezza di tempo.
M. Il veggio, & m'è chiaro; perche molte cose Vostra Signoria
ha dette con breuità di parole, che al pratticarle si richiedono
molto tempo, come il saper mettere le consonanze, e dissonanze
regolatamente, e giudiciosamente, si che faccino buono, e grato
vdire; cosi anco il far le cadenze proprie, & improprie con pro-
posito, & non strauagantemente; e parimente l'esser intendente, e
possessore di tutte le già dette considerationi; & l'hauer altre cose
da lei mostrateci. A. Stassi à punto il fatto come essa dice. M. Mà
doue si lasciano tanti variati principij tante diuerse inuentioni neces-
sarie à farsi tanto nel principio, quanto nel mezo, e nel fine della
compositione come ben Vostra Signoria discorse: che senza dubbio de-
siderano tempo, e studio grande. G. Ben mi comincia à sorgere nell'a-
nimo, pensiero, & opinione, che questa prattica del compor Mu-
sicalmente superi di gran longa la Theorica. A. Non vi è dubbio.
G. Posciache Vostra Signoria ha nominata la diuersità, & gli oblighi
de' contraponti, e la diuersità de' canoni, facciane gratia di mo-
strar qualche cosa degna di lei sopra questi contraponti, e canoni;
che ciò fia vn aggiongere fauore à fauori, e metterci obligo so-
pra oblighi. A. Ben io senza tante cerimonie sarei per farlo, se la
longhezza del ragionamento non chiedesse altro spacio di tempo, che
quel, che ci resta al solito del ridursi delli altri nostri Signori Accade-
mici, qual'è pochissimo. Ma tutto ciò (se cosi lor piace) differire-
mo ad vn'altra giornata, & essendo di già venuta buona parte d'essi
noi si adunaremo con loro come l'honesto vuole. M. Cosi fare-
page 84mo; e (portando il commodo di Vostra Signoria Illustrissima) vn'al-
tro giorno si ragionerà di quel, che le hauemo chiesto, che
ci serà di sommo contento. A. Sono per compia-
cere, & osseruar quanto ho già
loro promesso.
Fine della Seconda Parte.
page 85

DIALOGO
DI MVSICA,
INTERLOCVTORI,
Il Sig. Conte Giordano Sarego. Il Sig. Conte
Alessandro Beuilacqua, & il Sig. Conte
Marco Verità.
Terza Parte.

GIordano. Hauendo la breuità del tempo vie-
tato à Vostra Signoria il trattar l'altro giorno
della varietà de' Contraponti, & de' Cano-
ni; hora che l'occasione l'inuita, la preghia-
mo, (che facil cosa à lei, & à noi gratissima
sarà) il parlarne alquanto. Alessandro. Ben
è ragioni, ch'io non mi opponga alle loro vo-
glie. E così per loro compiacer, farò quan-
to potrò. Ben desidero, che se da me non
restaranno sodisfatte conforme al loro desiderio, accusino solo il mio
poco sapere, e scusino me per il gran desiderio, che hò di loro seruire.
G. Non possiamo se non esser sodisfatti da lei, come ancho per l'a-
dietro siamo restati sodisfatti. A. Veramente per l'amor, che mi por-
tano, s'ingannano; posciache grande è la varietà de' contraponti, e de'
Canoni fra Compositori. Onde malamente mi conosco atto à far quan-
to si promettono di me. Nondimeno (piacendo così) darò principio
al ragionamento sopra la varietà de' Contraponti. E, perche ciò si fac-
cia con ordine, mostrarò primieramente vn modo, con che i Contra-
pontisti sogliono far vn Contraponto, che sia ben legato, e ben propor-
tionato di mouimenti commodi, di legitimi interualli, di passaggij buo-
ni, e fatti con ogni ragione senza obligo alcuno di figure, ouer priuatione
di consonanze, ò dissonanze, il qual è questo.
page 86Contraponto senza obligatione. Qual contraponto è degno di consideratione, & osseruatione, sì per esser
vago, e fatto con bell'ordine di consonanze, e dissonanze, come anche per
non hauer difetto di mouimenti incantabili, e discommodo alcuno, & al
tre qualità, che si conuengano al contrapunto; de' quali non dirò parola,
già che nel quarto ragionamento, che si fece nel Ridotto del Sig. Conte
Mario Beuilacqua di ciò fù trattato diffusamente da Pietro Pontio; mà
passarò ad vn'altro modo di Contraponto solito à farsi tal'hora da' Con-
trapontisti per loro diletto, oue non si troua la Consonanza ottaua, che è
presente.
Contraponto senza ottaua.page 87Et questo si potrà dir vna osseruatione fatta cosi per capriccio. Sogliono
pur ancor farne vn'altro variato dal sopradetto, in cui non si troua la Con
sonanza Quinta, come da questo essempio si potrà conoscere.
Contraponto senza Quinta. Già hanno veduta la varietà de i predetti duoi Contraponti: hora vedran
no la terza diuersità, che fia priuando il Contraponto della consonanza
terza, cosi maggiore, come minore, per variarlo dalli sopradetti: & ecco
l'essempio.
Contraponto senza Terza. Quì veggono nuoua varietà di Contraponti. M. Di sommo piacer m'è il
veder questi capriccij cosi, come mi sarà; se V. S. si degnarà di seguire il
page 88suo ragionamento. A. Cosi farò. Altri poi formaranno vn Contrapon-
to, oue non si trouarà Sesta cosi maggiore, come minore per dimostrarlo
vario dalli già detti, come è il presente.
Contraponto senza Seste. Altri poscia per lor diletto (acciò non si conformi con li predetti) non fa
ranno nel contraponto dissonanza alcuna, come quiui.
Contraponto senza dissonanze. Questo si vede pur vario dalli predetti. Altri ancora faranno per diuer-
sità vn solo passaggio di figure sopra del canto Plano, come in questo
essempio.
page 89 Contraponto d'vn solo passaggio. Quest'altro poscia similmente serà d'vn passaggio solo; mà fatto ad vn'
altro modo di figure
Contraponto d'vn solo passaggio in vn'altro modo. Hanno di già veduti questi duoi passaggi variati sopra vn'istesso Canto
Plano, i quali modi di contrapunto, veramente richiedono osseruationi
per esser fatti con bell'ordine di consonanze, e dissonanze, e per hauer in
se legitimi interualli, non sentendosi mouimento, che offenda l'orecchia;
e se pur vi fosse qualche interuallo discōmodo, deurebbe sopportarsi per
l'obligatione osseruata dal Contrapontista; mà essendo il Contraponto cō
modo, e fatto con ragione, fia degno di maggior lode per esser ingegno-
so, e dotto. Et in simili Contraponti fia lecito due, e tre volte far vn'istes-
page 90 so passaggio simile di figure, e d'interualli per adempire l'obligatione
delle figure; mà, rimossa poi tal'occasione, sarebbe da gli intendenti di
questa scienza stimato pouero d'inuentioni. Altri similmente (per va-
riar'i Contraponti) faranno vna parte tutta di figure di semibreui poste
per principio di misura sopra d'vn canto figurato, come quì.
Contraponto di semibreui. Alcuni altri ancora faranno vn Contraponto fatto di figure di Semibreui
in eleuatione della misura sopra il Canto figurato, meriteuole per certo
di consideratione, come mostrarò con questo essempio.
Contraponto di semibreui in eleuatione di misura. Certa cose è, che in simili obligationi non si può far modulare il Contra-
ponto cosi per interualli leggiadri, e commodi, come si fà essendo priuo
page 91di simili obligationi, e perciò il Contrapontista fia degno di scusa, se vi si
trouaranno alcuni incommodi. In oltre si obligaranno à far vn sol pas-
saggio di figure sopra il Canto figurato. E questo è vn modo ingegno-
so, e degno di osseruatione, poiche è dotto, e bello, come già dissi, ragio-
nando di tal obligatione sopra il Canto Plano, & anche ne mostrarò al-
cuni essempij.
Contraponto d'vn sol passaggio. Contraponto d'vn sol passaggio. Da questi duoi Contraponti si scoprono duoi variati passaggi; mà alle
volte per incommodità dell'obligo non si può fare il proposto soggetto,
ò passaggio, come dir vogliamo. Et acciò il Contraponto non si riposi ol-
tre di modo; poiche mancarebbe del giudicioso il sentir modular vna
Cantilena sola senza compagnia per spatio di vno, ouer duoi tempi di Se
mibreue: Perciò conuiene far modulare altre figure, che non siano del
proprio soggetto, per non cadere in questo errore. Si può variar di più
in questa maniera, facendo vn contraponto sopra il Canto Plano, ò figu-
rato, oue si pronuntiano tre minime all'incontro di due, detta proportio-
ne Sesquialtra, la quale non è altro, che tre minime, ouer tre semibreui al
l'incontro di due, come mostra questo essempio.
page 92 Queste sono le variationi, che per suo diletto sogliono fare i Contrapon-
tisti sopra il Canto Plano, e sopra il Figurato. G. Molta varietà per cer-
to hò visto in questi Contrapunti tutti ingegnosi, e degni di memoria sì,
che conosco, e parmi, che questa prattica di Musica sia di grandissimo va
lore, e di molto più, che non è la Theorica, come V. S. mi disse. A. Cre-
de forsi V. S. che sia quì il fine, e che non vi resti altra varietà sopra questi
Contraponti? G. Ve ne sono dunque dell'altre? A. Anzi sì, che ve
ne rimangono molte. G. Ci fauorisca dunque V. S. in mostrarmi queste
altre varietà; che crescendo i suoi fauori verso di noi, cresceranno anche
gli oblighi nostri verso di lei. A. Farollo volentieri, mà con attentione
di ciascun di loro darò qualche essempio. Si farà tal'hora vn Contra-
ponto, che potrà modularsi sotto, e sopra del suo proprio principio, oue
sarà formato per Ottaua lontano, come il presente.
Contraponto che si può cantare per ottaua alla bassa Guida.page 93Replica. G. Ben veggio cosi ingegnosa varietà. Ma di sommo piacere mi fia,
(come anche credo, che sarà Sig. Conte Marco) il saper il modo da
osseruarsi per far vn simil Contraponto. A. A questo fine pur anco darò
le regole, & le osseruationi, senza le quali giamai non si potrebbe far tal
modo di Contraponto, che fosse buono. Volendosi far vn simil Contra-
ponto, conuerrà osseruar questa regola, che non vi sia la consonāza Quin
ta per alcun modo; mà ben si potrà seruire della Duodecima, & dell'al-
tre consonanze, e dissonanze à suo piacere: e 'l tutto riuscirà bene, co-
me certificarà il predetto essempio. E questa serà vna varietà di Contra-
ponto. M. V. S. ci vieta la Quinta, e poi ne concede la Duodecima, non
sono forsi elle vna stessa consonanza? A. E vero; ma fra d'esse si troua la
distanza, la qual causa, che il Contraponto poi venga in Quinta sopra il
Canto Plano; e la Quinta venga nella replica sopra il predetto Canto
Plano Quarta; oue si può dire, che sia fatto senza regola, & ordine sì, che
non deue farsi la consonanza Quinta; come potranno chiarirsene del far
ne la proua. M. Mà V. S. mi dica: potrò io con questa regola creare per
principal vn Contraponto nella parte Bassa, e poi farlo modulare per Ot
taua lontano dal suo principio; ouero mi si conuiene osseruar'altra rego-
la. A. L'istessa regola; & osseruatione serue, cosi per far il Contraponto
nella parte Bassa, come nell'Alta. Basta solo l'hauer risguardo; che, facen-
dosi il Contraponto nella parte Bassa, non si faccino due terze seguenti:
non già, perche non possino stare; mà, perche, modulando poi il Con-
traponto per Ottaua lontano, quelle Terze vengono Seste, e rendono il
Contraponto alquanto duro, & aspro. E perche egli sia più soaue, più
dolce, e più purgato, serà bene il lasciar di far due terze seguenti. M. Hò
page 94di già intesa la ragione. Potrà dunque V. S. seguire à suo piacere. A. Si
troua ancora vn'altra varietà di Contraponto, qual si potrà modular per
decima sotto al principale, come si scoprirà da questo essempio.
Contraponto che si può cantare alla decima bassa. Replica. E volendosi porre in esecutione questo modo di Contraponto, non biso
gna seruirsi di due Terze seguenti; poiche sono duoi vnisoni nella repli-
ca, e bisogna parimente lasciar di far due seste; perche verrebbero due
Quinte nella replica. Conuiene similmente priuarsi del passaggio dalla
Quinta in eleuatione della misura alla Terza per principio di misura: e
questo sarà all'hora, che ambedue le parti discenderanno; perche, facen
dosi tal mouimento, si và nella replica dalla Sesta alla Ottaua per moui-
mento separato, il qual'è senza gratia, e di niun valore. Si possono ser-
uire delle dissonanze d'ogni sorte. E ben vero, che sarà bene lasciar la
settima; poiche nella replica, che si fà per Decima, si salua la Quarta con
la Quinta: cosi facendo la Quarta nella replica viene la seconda, e poi
page 95l'Vnisono, auuertendo, che prima della Quarta ci vuole la Quinta, e non
la Terza; perche non tornarebbe bene nella replica: e facendosi la No-
na riesce bene nella replica; poiche vien la seconda saluata con la Terza;
nōdimeno per vietare ogni durezza si potrà lasciare la Settima, e la Quar
ta, che serà più soaue il Contraponto; mi rimetto però sempre al loro giu
dicio. E sappino ancora, che detto Contraponto si potrà modulare insie-
me con tutti duoi i Contraponti sopra, e sotto; e ne risulterà soaue har-
monia. Volendosi poi formare il principale di questo Contraponto nella
parte Bassa, conuerrà lasciar la Seconda, quando la figura del Canto Plano
discende; poiche non può star per Decima nella replica. Ma, quando il
Canto predetto haurà la figura, ch'ascenda, si potrà seruirsene degnamen
te, e seruirsi anche della Settima, e delle consonanze, cosi perfette, come
imperfette, guardandosi di nō far due terze seguenti, ne due Seste, come
fù detto in quel, che si fà nella parte acuta. Già hanno l'osseruationi d'am
biduoi i modi, e perciò seguirò in mostrar vn'altro modo di Contrapon-
to sopra il Canto Plano, ò Figurato, che potrà modularsi per Decima, e
Duodecima sopra l'vno, e l'altro Canto: e ciò farò con questo essempio.
Contraponto, che si può modulare nell'acuto Duodecima. Replica.page 96E lecito etiandio modulare ambiduoi i Contraponti co 'l Canto Plane, e
seranno di buono effetto. M. Gran contento per certo hò dal veder que
ste belle varietà, & altrettanto ne hauerei dal saper da V. S. (piacendole)
la regola per farne vn simile. A. Si deue osseruar di non far Quinta, nè
Settima in questo Contraponto; perche non ponno stare nella replica, se-
condo le buone regole. Ben vi si concede il seruirsi della Quarta; auuer-
tendoui però, che la segua la Terza, come è solito, e doppo quella segua
la Sesta, che altrimente il passaggio non sarebbe buono nella replica, co-
me da loro stessi potranno considerare, & anco poranno far la Nona, &
farà buono effetto. Et queste sono l'osseruationi, e regole da tenersi in
formar tal Contraponto, che si possa modular per Decima, e Duodecima
sopra i duoi Canti predetti (come dissi) formando il principale per Deci-
ma nell'acuto. M. Hò inteso il tutto si che ella potrà (volendo) seguir'
ad altri nuoui Contraponti. A. Ne mostrarò vn'altra sorte, che si mo-
dularà per Duodecima, lontano dal suo principale nella parte Bassa. E, per
che sò, che desiderano di saper l'osseruationi di ciascun Contraponto, di
cui ragiono, farò conoscere l'osseruationi di questo, che seranno tali, che
non si deue far la Sesta; perche nasce la Settima nella replica; & si potran
no seruir di tutto il resto delle consonanze, rendendo grato vdire; & an-
cora di queste dissonanze, ciò è della Quarta, à cui segua la Terza descen
dendo per mouimento congionto, come è solito. Della settima similmē-
te si potranno seruire, mentre che le succeda la Quinta per mouimento
pur congionto d'ambedue le parti. Della Nona ancora; ma meglio fia il
lasciarla; poiche ne viene la Quarta nella replica saluata con la Quinta;
acciò il Contraponto resti purgato d'ogni macchia. Nè conuiensi far
Quintadecima per principio di misura; conciò sia, che nella replica nasce
la Quarta fatta fuori d'ogni regola. Queste dunque sono l'osseruationi
conuenienti ad vn simil Contraponto; e questo ancora fia l'essempio, che
loro assicurerà del tutto.
Contraponto, che si può cantare per Duodecima nel Basso.page 97Replica. Auuertendo, che non si permette, che tal Contraponto nelle sue estremi-
tadi ecceda più, che dodeci voci; e fatto, & adempito tutto ciò, egli serà
tutto vago, leggiadro, e cantabile; e per accrescergli maggior leggiadria,
e scemargli ogni asprezza, che vi si potesse sentire, si lasciarà di far la set-
tima, & anche la Nona; perche nella replica la Quarta vien saluata con
la Quinta (come già dissi); e si potrà (piacendo) formarlo cosi pur an-
cor nella parte Bassa, non si partendo dall'istesse regole. Volendo poscia
far vn Contraponto variato dal sopradetto, ciò è, che si possa cantare per
Decima, & Duodecima, lontano dal principale nella parte Bassa, fà di me
stieri lasciar la consonanza sesta; nè vsar due terze seguenti, l'vna doppo
l'altra; nè tampoco alcuna dissonanza: e 'l tutto serà di buona riuscita, co-
me potranno conoscere in questo essempio.
Contraponto che si può modularealla Decima, & Duodecima bassa. Replica per decima. Replica per Duodecima.page 98Dubbio non è, che tal'hora cadono nelle repliche alcune relationi di con
sonanze, onde non è la modulatione di quella soauità, & dolcezza, che
si richiederebbe; nondimeno si deuono ammettere in tal occasione per
l'obligo del Contraponto. Il che non sarebbe tolerato fuori di questo
obligo. Ne mancarò già di mostrar vn Contraponto, che si modulerà
per Ottaua, per Decima, e per Duodecima in acuto, lontano dal suo prin-
cipale, & lo mostrarò con questo essempio.
Replica per Duodecima. Replica per Decima. Replica per Ottaua.page 99Contraponto, che si può cantare per Ottaua, per Decima,e Duodecima. Auuertendo però di non far consonanza, ne dissonanza nel principale
sopra l'vno, ò l'altro Canto, già che nella replica, che si canta alla Duo-
decima, nasce delle dissonanze, essendo fatto il detto Contraponto
con la parte Bassa; & auuertendo, che in esso principale per niun mo-
do si troua Quinta, nè Sesta, nè due Terze seguenti, nè Quarta,
nè Settima; mà fia lecito vsar la dissonanza seconda, e l'altre, come
è stato concesso nell'essempio già mostrato. G. Vorrei che Vostra
Signoria ci aggiongessi questo altro fauore à mille fattici, che è se l'os-
seruationi mostrateci, seruiranno facendo questo Contraponto con la
parte superiore. A. Signor mio nò. G. Vi vogliono dunque altre
osseruationi? A. Anzi sì; poiche nel Contraponto fatto nella parte
Bassa già mostrato non si concede per alcun modo il far la Quinta, e
in quel, che si fà per Soprano, si può ben seruire della Duodecima
(non già della Quinta) e cosi della dissonanza Nona, e dell'Vndeci-
ma. E ben vero, che nella replica fatta per Duodecima dopò la Quar-
ta succede la Quinta; ma nel resto rimangono ferme l'osseruationi pre-
dette del primo, che si fà con la parte Bassa osseruandosi di non far
quintadecima, & cosi nell'altro. G. Vorrei pur anco sapere, perche
in questo, che si fà per Soprano, si può fare la Duodecima, e si vie-
ta la Quinta nella parte Bassa. A. Perche, facendosi la Quinta nella
parte bassa; nasce la Quarta fuori di regola nella replica, che si fà
per Ottaua, come la proua dimostrerà. Et à questo fine porgo l'es-
sempio.
page 100Contraponto che si può cantare per Ottaua, per Decima,& per Duodecima. Replica per Ottaua. Replica per Decima. Replica per Duodecima. Io veggio chiaramente, che vi è varietà dal primo Contraponto, facendo
il principale nel graue à quello, che si troua fatto nell'acuto. Ma chi cau-
sa questa varietà? A. I mouimenti della parte acuta; posciache rimane
sopra il Canto Plano, e quella del graue sotto d'esso canto. E questa è la
causa, che le osseruationi non ponno sodisfar à pieno all'vno, & all'altro
Contraponto, come hanno veduto. G. Mi compiaccia V. S. ancora in
questo di dirmi, se le osseruationi di quelli altri Contraponti già mostrati
potranno seruir cosi nel graue, come nell'acuto. A. Alcune d'esse serui-
ranno all'vno, & all'altro. E cominciando dal Contraponto, che si può
modular per Ottaua, e seguendo per ordine (acciò habbiano notitia di
page 101 PARTEtutte l'osseruationi di ciascun Contraponto) mostrarò, quali seruiranno
ad ambiduoi. E primieramente parlando di quel Contraponto, che può
modularsi per Ottaua in acuto dal suo principale fatto nella parte Bassa,
non vi si troua differenza alcuna: e l'istessa regola si può vsar, & all'vno,
& all'altro, come dissi, e come potranno comprendere da questo essēpio.
Replica per Ottaua. Contraponto, che si può modulare per Ottaua. Di quì si manifesta, che l'istessa regola serue cosi nell'acuto, come nel gra
ue; benche questo non sia simile al primo, ch'io mostrai in acuto. G. Ve-
ramente è cosi, come ella per sua cortesia ne ha dimostrato. Il che ci è sta-
to di gran contento, e d'altre tanto ci serà il dir (piacendo à V. S.) se nel-
li altri Contraponti si troua l'istessa regola, & osseruationi, che seruano
cosi nel graue come nell'acuto. A. Così farò. E per dar loro sodisfat-
tione, seguirò ordinatamente. E perciò volendo formare vn Contrapon-
to, che modular si possa per Decima lontano dal suo principale, ò sia for-
mato nella parte graue, ò nella parte acuta, l'istesse regole, & osseruatio-
ni seruiranno ad ambedue, come accertarà la proua. La onde non fatica-
rò me, nè stancarò loro con altro essempio, che con l'vltimo dato, per cui
del tutto s'assicuraranno. G. Potrà dunque V. S. seguirsene alli altri per
ordine. A. Me ne passo al Contraponto, che si può modular per Duode
cima, oue l'istessa regola, che si vsò nel crearlo nella parte acuta, aiutata
anche totalmente nella parte Bassa E per non vi esser differenza alcuna,
non dirò altro sopra ciò; ma seguendo al Contraponto, che si può modu
lar per Decima, e Duodecima, (in cui non cade altra nuoua regola: es-
sendo concesso il poter vsar l'istesse osseruationi in farlo nella parte bassa,
page 102come l'isperienza può mostrar nell'essempio già dato) auuertirò que-
sto, che, facendosi il suo principal nel Graue, si hà da schifare ogni moui-
mento sopra il Canto Plano, ò figurato: perche nella replica, che si fa al-
la Duodecima, gli vengono molte dissonanze fuori d'ogni regola. Ne tro
uandosi differenza alcuna dalla prima regola de' predetti Contrapon-
ti, fuorche di questo, che si può modular per Ottaua, per Decima, e per
Duodecima; come all'hora, che ne parlai, già dissi farò fine. G. Hab-
biamo visto vna sol regola per li duoi antecedenti Contraponti fatti, vno
nel graue, e l'altro nell'acuto, come anche per gli altri, che di già hà mo-
strato, composti in diuersi modi; onde da cotal varietà più mi si confer-
ma l'opinione, che la prattica del comporre in Musica sia maggiore in se
stessa, e di maggior valore, che la Theorica. A. E, perche le Sig. Vostre
non si persuadessero, che quì fosse il fine d'ogni varietà fra Contrapon-
ti, ne mostrarò alcuni altri, che si ponno modulare e sotto, e sopra, mu-
tando le parti, ciò è, facendo il Basso Soprano, e 'l Soprano Basso, & alzā-
dosi la parte Bassa per interuallo d'otto voci, distante dal suo originale,
& abbassando l'acuta dal suo primo stato per Quinta, come mostrarò ho-
ra con l'essempio.
page 103 Di quì, mutate le parti, si scopre il Contraponto leggiadro, e bello.
G. Poiche è piacciuto à V. S. di instruirci delli altri, non si sdegni anche
di darci la regola da osseruarsi in far questo Contraponto, che questo sa-
rà sua maggior cortesia, e più nostra perfettione, & obligo verso di lei.
A. Si dè priuarsi della Consonanza Sesta, e della Dissonanza Settima, e
Seconda. La Dissonanza Quarta poi, e l'altre Consonanze, si potran-
no vsar à piacimento. G. Fauoriscaci Vostra Signoria di dir la cagio-
ne, per cui si lasciano la Sesta, e quelle dissonanze. A. Si lasciano, perche,
mutandosi le parti al modo, che si fa, ne sorgerebbero delle dissonanze
fuori d'ogni regola, & ordine. G. Già, che hò intesa la causa, potrà V. S.
à suo piacere farsene passaggio ad altri Contraponti. A. Scoprirò hora
vn'altro Contraponto, che si può modular, alzando la parte Bassa per
Quinta, e la superiore resterà ferma, come quì.
Parte, che non si muoue. Parte alzata per Quinta.page 104G. Veggiò ciò con ogni chiarezza possibile; mà, se V. S. non vuol lasciar
l'ordine incominciato nell'esercitar la sua cortesia, ci darà il modo di far
ne vn simile. A. Il farò volentieri. Leuisi la Consonanza Ottaua, la Se-
sta, e la Settima: vi si concede poi l'vsar la dissonanza Quarta, e tutte le
altre consonanze. Auuertendo però, che il Contraponto non vada sot-
to il Canto Plano, ò figurato, quando si crea detto Contraponto; ma stia
sopra; che cosi fia di buona riuscita. Desiderendo poscia il far vn'altro
variato Contraponto, che si possi alzar la parte Bassa per vna Quinta, &
abbassar la Superiore per vna Terza dal suo primo stato, non bisogna far
due Terze, nè Sesta; nè Vnisono, nè Ottaua, nè Settima. E ben lecito il
seruirsi della Quarta, mà più lodeuole è il lasciarla; posciache nella par-
te, che si muoue per terza, vien saluata la Quarta con la Quinta; stando
però, che non ecceda più d'otto voci tra i suoi estremi; e, che 'l Contra-
ponto non vada sotto il Canto Plano; mà tuttauia sopra, & ecco l'es-
sempio.
Hora porgerò vn'altro Contraponto, oue la parte superiore si potrà mu-
tare per Ottaua, e la inferiore per Quinta in acuto dal suo originale, e ne
dò l'essempio, ch'è questo.
page 105 M. E cosa veramente ingegnosa; mà ci compiaccia V. S. in dar il modo
per farne vn simile, conforme à quel, che ha fatto nelli passati. A. Si dè
vietar la Settima, la Quintadecima, e la Sesta; adoprar poi si potrà la Dis-
sonanza Quarta, e tutte l'altre consonanze. E ben vero, che l'obligo to-
glie parte di quella varietà, e leggiadria, che si conuerrebbe; mà l'istesso
ancora porra seco scusa, e consideratione. E per esser homai gionto al fi-
ne di quanto poteuo dir sopra di questo, me ne passarò ad altri particola-
ri piacendo d'vdirmi. G. Il tutto ci sarà di fauore. Ma pria, che passi
ad altro di special gratia ci sarà intendere à che fine siano state ritrouate
page 106le pause, & il loro effetto; poiche di quelle si seruono i Compositori in
tutte le sue compositioni. A. Sono state trouate, e l'vsano i Composito-
ri, mossi da più ragioni, e per varij effetti: e prima per dar riposo al Can
tore tal volta, che fora impossibile il gionger continuamente al fin della
Cantilena senza suo grande incommodo, e stanchezza della voce. Di più
per far nuoue inuentioni, & anche per replicarle; e perche siano intese,
& osseruate dalli ascoltanti. Se ne seruono ancora per la Conchiusione
delle parole; & anche per render la Compositione più ornata, e vaga.
G. Hò già intese le cause; mà, passando più oltre, saprei volentieri, qual
sia il meglio di questi duoi, e qual più ingegnoso; quel, che cominciarà le
parti per inuentione del Canto Plano, ò per altra inuentione, e poi darà
principio ad esso Canto: ò chi lo cominciarà , ouer vna parte con il
detto Canto, e seguirà poscia alle altre parti fecendole similmente per in-
uentioni. A. Fia meglio fuor d'ogni dubbio il cominciar prima il Cāto
Plano, secondo il mio parere, ouer vna parte insieme con l'istesso Canto,
e seguir poi all'altre parti ordinatamente per inuentione; ò sia l'inuentio-
ne simile al Canto Plano, ò sia d'altra sorte, che ciò nulla importa. E que-
sto istesso modo hanno osseruato gli Eccellentissimi Compositori; come
si può veder nella Messa di Costanzo Porta à sei voci, fatta sopra queste
figure la, sol, fa, re, mi; e nella Messa del Palestina à quattro voci fatto so-
pra l'Antifona. Ecce sacerdos magn[[us]]: e nelli Magnificat di Morales; e final-
mēte nelle Compositioni d'altri fatte sopra i Canti fermi. E tanto meglio
sarà, quanto più l'inuentioni si estenderanno in longo, e maggiormente,
se fossero le inuentioni obligate. G. E, perche io intenda questo più
chiaro, non si sdegni V. S. di dirne, che cosa sia fuga obligata, & fuga sciol-
ta. A. Fuga obligata fia quella, in che vna parte seguirà l'altra da princi
pio sino al fine con gli medesimi interualli, e figure dalli Musici chiama-
ta Guida. Fuga sciolta, ò non obligata fia poi quella, che seguirà vna
parte per alquante figure, & interualli, ma non già sino alla fine. G. Hò
benissimo intesa la differenza, che è tra la fuga sciolta,e l'obligata; e ciò
ci è stato di tanto fauore, di quanto ci sarà anche il saper la differenza, che
si troua fra la fuga, e l'imitatione; se piacerà à V. S. di dirmela. A. L'imi-
tatione sarà questa, che imitarà vn Motetto, Madrigale, ò Canzone con
gli istessi mouimenti; mà non seruarà il valore delle figure del Motetto,
ò Madrigale, od altra cosa, che si sia; nè tampoco alle volte gli stessi Tuo
ni, & Semituoni. Questo modo adunque si dirà imitatione; e questa è la
differenza, che si troua tra la fuga, & l'imitatione. G. Volentieri per re-
star meglio instrutto di quanto V. S. mi hà detto della fuga cosi sciolta, co
me obligata, e dell'imitatione (piacendole) vedrei vn poco d'essempio.
A. Lo farò veder quiui.
page 107 Essempio della fuga sciolta. Essempio dell'imitatione. Hora da questi essempij potranno conoscer la differenza, che giace fra
l'vna, & l'altra. G. Hò benissimo conosciuta la varietà. Laonde per pas
sar più oltre, prego V. S. à volermi compiacer ancora di dir se si possa fa-
re vna Cantilena senza interpositione di pause, che accrescendone gli fa-
uori, maggiormente gli saremo obligati. A. E vero, che si potrebbe fare;
mà dubbio non è, che la Cantilena non saria di buona riuscita; poiche al-
cune inuentioni non se gli ponno fare senza il mezo del riposo; e, se pur
page 108se gli fanno, riescono confuse, e male intese dalli Ascoltanti; e 'l Cantore
non può (se non con grandissima fatica, e difficultà, come già dissi) sup-
plir con la voce sino alla fine. G. Hora ci sarebbe necessario il saper, co-
me s'habbia à finir vn Contraponto, hauendo di già inteso, come si possi
formare; poiche non sappiamo, se si habbi à finir vn Contraponto, ò vna
Compositione di due voci per altra consonanza, che per l'vnisono, ouer
Ottaua. Onde aspettiamo questo dalla cortesia di V. S. non le sendo in-
commodo. A. Non mi sarà mai incommodo (purche possa) il sodisfar
ad ogni loro desiderio. E perciò in questo dico, che il Contraponto di
due voci, e la Compositione d'altretante, ò di trè voci, si deuono finire
per Ottaua, sendo quella la più nobile, e prima consonanza creata dalli
numeri, che danno le consonanze; ouero per Vnisone, come porta l'occa
sione della Cantilena. Si potrà pur anche per piacer del Compositore
finire in Decima, ouer in Terza; ma fia meglio per Ottaua, ò per Vniso-
no, come è stato osseruato dalli Musici Antichi, e Moderni, e specialmen-
te nelle compositioni di due, e tre voci. G. Perche dalli Contraponti si
passa poi alle Compositioni, di fauor non picciolo ci sarebbe il saper qual
che altra cosa sopra di loro; e prima, se, facendo vna Compositione di
quattro voci, e mancandole qualche consonanza, come la Terza, ouer la
Quinta, si potrebbe chiamar error del Musico, ò si permeterebbe.
A. Tal hora fia lecito il priuarsi di quelle Consonanze, ciò è, quando si
principiarà qualche inuentione; che allhora per l'obligo, che si tiene, si cō
cederà il priuarsene, acciò le parti vadino cantando con più bel modo, e
più legitimi interualli. E ciò si permette ancora nel far qualche cadēza,
ouer terminatione; come si può veder nelle compositioni di Cipriano,
del Palestina, di Morales, e d'altri Autori; mà vieterassi fuori di tali occa-
sioni, perche la Cantilena non resti pouera. M. E per metter insieme
quattro, ò cinque parti, che cantino conformi l'osseruationi delli Eccellē
ti Musici, euui regola, ò modo alcuno da osseruarsi? A. Vi sono alcune
regole formate da qualche Autore, tra quali fù Pietro Aron nel Capitolo
vigesimo primo della seconda parte dell'opra sua intitolata il Toscanel-
lo, & altri; mà veramente (per quanto io mi giudico) non vi si può tro
uar regola terminata; poiche tal'hora si trouarà il Tenore per vnisono
con la parte Bassa, e tal'hora per Quinta, & anche per Ottaua, doue con
uerrà mutar l'altre parti. E perciò non si può dar regola certa per accop-
piare insieme le . M. Chi causa questo? A. Il modular,
che fanno le parti, & ancora le inuentioni, che si fanno fra le Composi-
tioni. Siche (come dissi) per mio giudicio nō si può darsi regola ferma.
Si darà ben questa, che il Compositore auuertisca, che le parti vadino
più, che sia possibile, per mouimenti congionti; perche siano più facili, e
page 109più commodi al Cantore da cantarsi. Che parimente dopò vna conso-
nanza perfetta segua vna imperfetta, per far la Compositione regolata, e
con qualche varietà. Si deue ancora osseruare di procedere da vna Con-
sonanza all'altra, con la più propinqua, che si troua. Queste sono come
regole, e commandamenti infallibili, nè di sicura altra per mio giudicio,
se ne ritroua. M. Le ragioni addotte da V. S. supra di ciò sono cosi reali,
che necessariamente si dè conchiuder seco, & perciò non vi si troua altra
regola ferma; onde parimente si deue affermare, che cotesta prattica ec-
ceda, e superi di gran longa la Theorica, per le tante diuersità, che in
quella si scorgono, e per le molte differenti maniere, che quotidianamen
te si scoprono nelle Compositioni, che non si ponno intender bene, e, me
no possedere senza molta fatica, e studio, fuori de' quali non si concede
l'acquistar cotesta prattica del comporre. A. Ne io tengo punto di dub-
bio in questo, che le Signorie Vostre siano per giudicare altrimente: anzi
mi prometto, che maggiormente lo stimarono allhora, che haurò
mostrare le tante varietà delli Canoni, che si trouano, e si veggono posti
ogni giorno dalli Compositori fra le loro Cantilene. E, perche il tempo
me 'l concede (se loro dandomi grate orecchie il permetteranno) seguirò
in mostrarne qualch'vno. G. Grandissima sarà l'vtilità, che noi ne tra-
remo; sommo il fauore, che la ci farà, & infinito l'obligo, che le terre-
mo. A. Persuadansi adunque, che due sono le varietà delli Canoni, vno
fatto conforme all'idea, & all'intelletto del Compositore, che sarà hora
à due, hora à trè voci; e tal volta ancora saranno accompagnate à tal Ca-
none, due, e tre parti sciolte, e più, come più piace al Compositore: l'al-
tro tutto diuerso dal precedente vien fatto con alcune osseruationi. Pri-
ma farò principio da quei Canoni, che sono fatti à due voci dal Compo
sitore, secondo il suo genio, e poi me ne verrò à questo vltimo. Gli Com-
positori fanno questi Canoni hora all'Vnisono, hora alla Seconda, hora
alla Terza, hora alla Quinta, come più gli piace. Siche infinite sono que-
ste variationi de' Canoni; e 'l volerle mostrar tutte, richiederebbe vn ra-
gionamento fuori di modo longo. G. Vietando dunque à V. S. il poco
tempo, che ci resta, il far questo, lo differisca ad vn'altro giorno, che più
le sia di commodità. A. Mi dò bene ad intendere, che ci auanzi tanto
tempo ancora prima, che vengano questi Signori, che ne vederemo la
maggior parte. G. Se cosi le piace, seguiti dunque à sua voglia. A. Se-
guirò. Sono alcuni Canoni, che si fanno con due parti; & sono accom-
pagnati poi da due, e da tre parti sciolti, come si vede nella Messa di
Iosquino. Aue maris stella. In quella di Morales à cinque voci fatta pure
anche sopra l'istesso Hinno. Aue Maris Stella. Nel Palestina sopra la Mes-
sa, Ad Coenam agni prouidi, Hinno della Resurrettione, & in altri Scrit-
page 110tori, quali . Altrimente poi vi sono, che si fanno à due voci,
& altri à trè, & à quattro, cantando tutte le parti sopra vna sol parte.
Alcuni altri poi si faranno sopra vna parte, che andranno due parti per
contrario delle altre due. Altri compositori farāno due parti per Cano-
ne, & altre due ancora similmente per Canone. Siche diuersi sono i Ca-
noni predetti, che si fanno. G. Non mi neghi Vostra Signoria (la
prego) di dirci, se questi Canoni sono sempre per Vnisono, ò per Quarta,
ò per Quinta, ò se si ponno fare, come piace al Compositore. A. Si fan-
no sempre secondo il voler di chi gli forma, come già dissi. G. Mi com-
piaccio sommamente d'esserle perpetuamente obligato. Laonde non mi
sgomento, se per nuoui fauori, che continuamente ella mi fà, si accresco-
no gli oblighi. Perciò confidatomi nella sua infinita cortesia più sempre
ardisco di chiederle (come così hora le chiedo) nuoua gratia, ciò è, che
ella ci mostri, doue si possino fare questi Canoni, cominciando dall'Vni-
sono, e seguendo per ordine. A. Haurò pur sempre io in somma gratia
ogni occasione di compiacer loro, per dimostrare l'animo, che hò di ser-
uirle; e per confermarmi nell'amor, che mi portano. Perilche venendo
al particolar, che V. S. mi chiede, prima, che me ne passi più oltre, scopri
rò duoi modi principali per far Canoni, de' quali vno è sciolto, l'altro è
obligato, come dissi. Lo sciolto fia allhora, che si potrà seruir d'ogni con-
sonanza, e dissonanza; l'altro all'hora serà, quando il Compositore si pri-
uarà d'alcuna d'esse. Prima dunque mostrarò quei fatti à due voci senza
obligo veruno, cominciando per Vnisono, e seguendo sino all'Ottaua, co
me si desidera, e questo primo fia per Vnisono.
Auuertiscasi però, che, oue saranno questi segni [[mus.sigcon]] nel primo d'essi, si co-
minciarà, e si finirà nel secondo; come possono cōsiderar nel Sopra da
to essempio. Hora ne formo il secondo fatto per secōda; & ecco l'es
sempio.
page 111 Questo altro, di cui dò l'essempio, sarà per Terza minore, come dal consi
derarlo s'accertaranno,
Questo poi vien fatto per Quarta.
page 112Questo sopraposto chiaramente si mostra dalla Guida per Quar
ta; ma quel, che segue fia lontano dalla Guida per Quinta.
Quest'altro fatto per Sesta minore, vien detto Essacordo minore.
Dal seguente essempio si dà à conoscere quel che è fatto per Settima de
to Eptacordo, che altro non significa, che Settima.
page 113Mi resta il formar l'vltimo fatto per Ottaua, & qui sarà il fine delli Cano
ni sciolti; dell'vltimo adunque porgo tal essempio.
Farò passaggio al mostrarne alcuni altri fatti à due voci per Vnisono, e
per altra consonanza ancora con alcune osseruationi, che non più sciolti,
ma obligati saranno. E primieramente all'Vnisono verrò, doue vna par-
te dirà l'istesse figure, non seruando però i medesimi Tuoni, e Semituoni
per esser fatto per contrarij moti, di cui offerisco l'essempio presente.
Potrassi mutar in questo Canone il principale, e far cominciar il Tenore,
e dar le pause al Soprano, come nel presente essempio si vede.
Mutatione delle pause.page 114Ne formarò adesso vn'altro per Seconda, perche si veda la loro varietà.
Volendo poi, che il Contralto principia, daransi le pause al Soprano, con
forme à questo essempio.
Mutatione delle pause. Dò l'essempio ancora d'vn formato alla Terza, e d'vn'altro alla Quarta;
acciòdel tutto restino benissimo possessori.
page 115Mutatione delle pause. Mutatione delle pause. Io non procacciarò à me stesso nuoua fatica, & alle Signorie Vostre noia
co 'l formar altri essempij, per dimostrar, che i principij di queste altri si
ponno mutare; poscia che l'istesso modo osseruato nelli duoi primi per
sempre seruirà. M. Già; che habbiamo hauuti da lei le regole; & le os-
seruationi per far questi primi Canoni, che ci mostrò, & essendo questi
secondi di meno valore delli altri, ci fauorisca di darne pur anco le sue
osseruationi, che ci sarà di sommo fauore. A. Così farò. La regola per
far simili Canoni è facilissima; prima bisogna procedere per moto con-
page 116.
trario del principale, & hauer riguardo, che non vi cadino alcune Quin-
te imperfette fatte senza regola; e non vsar'altro, che le consonanze per-
fette, & imperfette, lasciando da parte ogni sorte di dissonanze, che nulla
vi fanno à proposito. Il che, se essaminaranno, potranno da lor stesse
conoscer perfettamente li sopradetti Canoni. M. Degna è veramente
di stima, per esser ingegnosa, è la sua osseruatione facile, sopra la quale
non occorre, ch'altro dica per nostra intelligenza: e perciò potrà ridursi
ad altre varietà. A. Cosi farò, mostrandone vno pur à due voci, che può
modularsi per Quinta, e per Quarta sopra, e sotto il principale di cui for-
mo questo essempio.
Habbino però in consideratione, che, volendosi far il Canone per Quin
ta, (che, come veggono è per Quarta) fia di mestieri, che le due pause di
Semibreue vi siano, le quali all'hora si daranno al principale, onde il tutto
riuscirà bene. M. Habbiamo visto ciò, che ci hà mostrato. Resta solo,
che V. S. (piacendole) ci mostri con l'essempio, come ne fia lecito fare,
che questo Canone moduli per Quarta, & Quinta sotto il principale.
A. Ecco l'essempio.
page 117 Guida per Quarta dando le pause alla prima Guida. Di quì scorgono, che volendosi il Canone per Quarta, si dà la pausa di
Breue al principale. Et, per non mi partire dall'ordine già cominciato,
(e credo, che à loro fia caro) mostrarò la maniera di farne vn simile, la
qual per se stessa è cosa facilissima; nè vi si ricerca altro, che 'l priuar il Ca
none d'vna consonanza perfetta, qual fia la Quinta, volendolo far per
Quarta, ouer per Quinta; & et si potrà modular e sotto, e sopra per l'i-
stesse figure, mentre che si diano le pause, à che verranno, come hanno vi
sto. M. Grandissime osseruationi mi prometteuo io in questo Canone,
già che mi si mostrauano quelle parti modulate hora alla Quarta, hora
alla Quinta, tanto sopra, quanto sotto, onde da ciascuna d'esse vsciua buo
na relatione, ma adesso, conoscendo; che 'l tutto prouiene, e si fà solo per
la priuatione d'vna Consonanza perfetta, la merauiglia già concetta in
me, si è quasi ridotta in riso; pure stimo ciò per cosa notabile, e degna di
memoria. A. Come dice à punto, saputa la regola par cosa di niun mo-
mento, e ridicolosa; conciosia che da vna sola consonanza nasce tanta
varietà. M. Mi dò ad intendere, che resti ancora à Vostra Signoria
molto da mostrarci di queste varietà tanto ingegnose, e meriteuoli di studio particolare; e però potrà seguire à suo piacere, che, & l'inten-
derle ci sarà di grandissimo fauore, e di sommo vtile. A. Per hauer
sin hor ragionato di quei Canoni, che son fatti à due voci, dirò di quelli,
che si fanno à trè voci, parlando prima delli sciolti. Siche sarà il mio
principio (come per l'adietro) all'Vnisono, di cui porgo questo es-
sempio.
page 118 Questo è fatto per Vnisono; quest'altro, che formo è per Terza.
Hora mostrarò vno per Quinta, & vn'altro per Ottaua à tre voci. Nè al-
tro dirò sopra simili Canoni, essendo in potestà del Compositore il for-
margli da se stesso.
page 119 Nè già voglio mancar di mostrar altri Canoni fatti con alcune osseruatio
ni di consonanze, e dissonanze à tre voci, che ponno cantarsi vn Tuono,
e duoi più alti, e più bassi dalla sua guida, ponendo altretante pause alla
seconda rissolutione, quante si trouaranno nella prima, & ecco l'essem-
pio.
page 120 Hora ne scoprirò vn'altro simile, oue si potrà modular la prima rissolu-
tione con la seconda, e tutte l'altre poi insieme co 'l principale, & egli fia
contrario al primo in questo, che verrà modulato vn Tuono più basso
del suo principale, come nell'essempio potranno vedere.
page 121Credo, che hora sia manifesto, come questo Canone si può modulare
per Seconda, e per Terza dal suo principale, discendendo sempre vna vo-
ce dal suo originale; e come anche fia lecito modular le rissolutioni in-
sieme; e 'l pigliar ancora la Guida, e tutte trè le parti. Il che si concede
etiando nel primo Canone, oue crescono le parti vn Tuono più alto del-
la sua guida, vero è, che nasce per obligatione alla volte alcune relationi
non grate alla purgata orecchia. G. Io lo credo, ma veggio questo esser
in tutto contrario all'altro. M. Cosi è, poiche il primo ascende, & que-
sto discende. Ma in tutto ciò à noi cessarà ogni vtilità, se in V. S. cessarà
la solita cortesia non ci dando la regola per farlo, come hà data per l'adie
tro. A. Dò questa regola. Vi si ricerca ogni studio possibile, perche le
parti vengano vnite, cantando con bel modo, e non eccedano il principa-
le nelle sue estremità al più di otto voci, & se non passarà più di sei voci
sarà meglio; mentre però non venga causato disordine alcuno dalle par-
ti. Si deue auuertir di più, che non vi cadino salti inconuenienti, ne quin
te imperfette fatte fuori d'pogni ordine; e che la Quarta sia fatta con la
regola, e secondo le buone osseruationi del comporre; e che si lasci la set-
tima, e la nona. Le consonanze poi si permettono, poiche di loro non si
fà riserua alcuna. G. Questa regola nell'esser facile corrisponde all'al-
tre. A. Per passar più oltre mostrarò vn'altro Canone, le cui parti modu-
laranno lontane dal principale per Terza crescendo l'vna dall'altra, ag-
giongendo l'istesse pause all'altra parte, che haurà la prima rissolutione;
come quì.
page 122Quì veggono, come esse parti van sempre crescendo per Terza, oue,
(piacendoui) potranno modular ancora le due rissolutioni insieme con
il principale. Si troua vn'altra sorte di Canone, le cui parti si modularan-
no per Terza, sempre declinando dal suo principale, del qual Canone dò
questo essempio.
Questo và modulando per il contrario del primo, e di dette parti due si
ponno cantare, & ancor tutte tre insieme con esso principale. E 'l tutto fia
di buona riuscita. Di più dico, che è lecito il modular vna sola, ouer due
altre parti con il principale, & il medesimo fare per Vnisono con vna di
quelle rissolutioni. Ilche fia chiaro considerando le predette rissolutioni
della parti. Vn sol riguardo fia di mestier, che s'habbia, cioè, ch'alla par-
te, che và prima (parlando delle rissolutioni) si aggiongano alcune figure
per dar compimento al fine della Cantilena, come conuiene, e perche me
glio il possedimo farò questi essempij.
page 123La seconda risolutione sia questa.
Ecco la terza rissolutione.
page 124Conoscono di quì chiaramente, che i Canoni fatti per Vnisono sono di
buona riuscita, aggionte alcune figure alla parte principale per finirgli;
come si richiede. G. Habbiamo di già visto con nostro sommo piacere
questa sì bella varietà; e d'altretanto ci sarebbe il saper, se il medesimo
si farà nell'altro Canone fatto per Terza, oue le parti ascendono per Ter-
za, che si fà in questo, ciò è, il modular il principale, & le rissolutioni in-
sieme per Vnisono, & ancor l'istesse rissolutioni da se per il medesimo
Vnisono. A. Signor mio nò: perche bisogna seruar la regola, che si os-
serua in questo, il qual discende per Terza. G. V. S. dunque non mi si
mostri men fauoreuole dell'ordinario per darne il modo da tenersi in
farne vn simile, che si possa modular per Terza ascendendo; posciache
non si può cantar in questo il principale, nè le rissolutioni parimente per
Vnisono; e per darne ancor poi la regola, che osseruar si conuenga in far
questi altri, le cui rissolutioni tutte si possono cantar all'Vnisono, come
nelli essempij. A. Volendosi far vn Canone, che si canti per Tera, cre-
scendo le parti lontane per Terza dal principale, si può vsar ogni conso-
nanza cosi perfetta, come imperfetta, & altretanto s'intende delle disso-
nanze, auertendo, che nelle sue estremità non ecceda più di sei ouer d'ot-
to voci, mentre non vi venga disordine. Questo fia adunque il modo da
tenersi nel fare il primo, il quale non sarà buono, mentre che si voglia cā-
tar le rissolutioni per Vnisono. Ma desiderandosi farne vno, che habbia
le parti lontane per Terza dal principale, ò guida, (come dir ci piace)
ascendendo, ò discendendo le parti, & che si possino modulare le risso-
lutioni per Vnisono fia di bisogno l'astringersi à questa regola. Che in
detta parte principale, con l'altra creata per Terza lontana non cadino
due Terze seguenti l'vna dopo l'altra; nè meno la Quinta in eleuatione
della misura, quando l'altra parte hà già cominciato; già che facendosi
poi le rissolutioni per Vnisono vi nascono molti inconuenienti. Conuie-
ne ancora il legarsi sotto quest'altra regola. Che non vi sia dissonanza
alcuna; & lasciare la Sesta acciò non produca qualche disordine; e nelle
sue estremità per il più, che sia, non ecceda l'Ottaua. Il che è, quanto si hà
d'adempire nella seconda richiesta. G. Aspettauo per certo altre osser-
uationi; poiche vi si vede tanta varietà. A. E cosa veramente facilissi-
ma; e però mi trasferirò ad vn'altro, le cui rissolutioni saranno lontane
per Quinta l'vna dall'altra, siche vna fia per Quinta, e l'altra Nona
co 'l principale; e si potranno anche cantar da se stesse le rissolutioni,
come quiui.
page 125 Dal precedente essempio hanno conosciuto tutto ciò. G. Nè già per
questo mi posso appagare, per non saper la norma da seguirsi in farne vn
simile. A. Questa nell'esser facile eccede tutte l'altre; poiche iui si con-
cede ogni consonanza, e dissonanza, e solo si vieta la settima, & nella sua
estremità non vada, se non sei voci, ò poco più, & questo sarà nella guida,
E perche sin hora hanno visti i Canoni fatti à tre voci, me ne passarò alli
altri pure à tre voci, accompagnati però con vna parte sciolta in questo
modo.
page 126In questo non è osseruationi alcuna, nè delle consonanze perfette, & im-
perfette, ne pur anche delle dissonanze. Solo basta l'accommodar quel-
le parti, che faccino grato vdire, e producano buona harmonia, come
s'accertaranno con gli essempij, che son per darle. Et, perche inten-
dano il tutto, ne mostrarò alcuni altri fatti hora alla Terza, hora alla Quar
ta, & in diuersi modi. Dalche ne traranno il modo, che nel farne delli
simili si deue osseruare.
Questo altro è fatto per Quarta.
page 127E questo seguente per Quinta.
E, perche sono già finiti questi pochi Canoni à tre voci, i quali hò scoper-
ti solo, perche l'istesso ordine l'introducano ad altri, come alla Secōda, e
più inanzi, se le piace; hora mostrarò, come si formi vn Canone con due
parti sciolte, e poscia con trè, per dar à conoscere il modo, e la norma, cō
cui si deue in simili procedere; perche (hauuta la notitia di questi) po-
tranno aggiongerli trè, e quattro parti sciolte, e più à loro piacere. Et à
questo effetto farò questi duoi Canoni, nell'vno de quali due parti, e nel-
l'altro trè saranno sciolte.
page 128In questo essempio hanno viste due parti obligate, fatte per Canoni, &
altretante sciolte: & in questo altro trè fiano le sciolte, & due l'obligate.
page 129Dalli duoi predetti essempij si è dato à conoscer il modo, e la via che dè
tenersi nel formar vn Canone con vna, con due, e con trè parti sciolte, e
con più se cosi piacerà. Il che solo consiste nella facoltà del giudicio, &
nell'intelletto del Compositore, già che non si fa eccettione nè di conso-
nanze, ne di dissonanze; e solo si deue hauer riguardo, che le parti mo-
dulino con leggiadri, e legitimi interualli; e non vi cadino mouimenti,
che cantar non si possino; nè vi sia alcuno altro disordine, conforme à
quanto si richiede alle ottime, e d'ogni errore purgate compositioni. Con
ciosia che sin hora si è vista la varietà sì de' Contraponti, come de' Cano
ni à due voci, e sciolte, & obligate; & à tre fatti in diuerse maniere; e co-
me ancora si può à due parti, che cantano in conseguenza, accompagnar
due, e tre altre, e più parti ad arbitrio del Compositore, mi resta hora il
mostrar i Canoni fatti à quattro voci, i quali son fatti da due parti ad vn
page 130modo, e da due altre in vn'altro; e le scoprirò di più, che sopra vna parte
sola se ne possino modular trè altre in conseguenza in diuerse maniere.
G. Si prometta pur V. S. che di tanta sua cortesia gli restaremo obligati
perpetuamente. M. E ben ragione, che, se V. S. hora da se stessa, & ho-
ra à nostra richiesta, non hà hauuto riguardo à fatica, & incommodo (per
grande, che sia stato) in compiacerne mostrandoci tante varietà di questa
si nobil scienza, e porgendone (per renderci meglio possessori) infinità
d'essempij, i quali tutti ci sono stimoli, e sproni pungenti à maggior fati-
ca, & studio, di quanto sin hora habbiamo fatto; è ben ragione dico, che
le restiamo perpetuamente obligati. A. Si possono ben accertar, che,
doue s'impiegheranno i loro affetti (pur che tant'oltre si estendino le
mie forze) fatica non sarà, che non mi paia piaceuole, & impresa che nō
mi si mostri facile. Che tutto ciò mi causa il gran desiderio, che hò di lor
seruire, e perche ne restino più sicure, seguirò in mostrar vn Canone fat-
to à quattro voci con due parti in conseguenza per Vnisono, di cui scri-
uo questo essempio.
page 131D'vn'altro pur anche fatto per Terza, oue si fanno due parti in Canone,
come nel sottoscritto darò questo essempio.
page 132Il Terzo Canone fatto per Quarta si può veder quiui.
Ma ne passo al Quarto Canone fatto in questa forma con due parti in
conseguenza lontana vna dall'altra per Quinta, il qual è di questa sorte.
page 133 Il quinto Canone fatto con le parti per conseguenza in Ottaua sarà con
quel modo istesso delli sopradetti, ciò è, due parti in conseguenza, & fia
questo l'essempio.
page 134Ne mostrarò pur anche vn'altro, delle cui parti due si trouaranno per
Quarta, & altre due per Quinta tutte in conseguenza; perche conoscano
vn'altra varietà dalli altri, & ecco l'essempio.
page 135Quì veggono due parti, che sono fugate per Quarta, e due per Quinta.
Questo Canone hò voluto proponere acciò sappino come è lecito il far
questi Canoni à quattro voci per diuersi modi. Laonde se ne può fare an
che uno, oue due per Ottaua, e due altre andranno per Quinta, come è
questo.
Se desiderano poscia altre varietà, se le possono fare da se stesse. Mi rimar
rebbe il dir come si possano fare altri Canoni per Seconda, ouer per Setti
ma, per dar qualche notitia di quei, che sono fatti per dissonanza; ma, per
non deuiar punto dall'ordine, che hò seruato per l'adietro, prima, che
passi più oltre, mostrarò la regola, conforme à cui ne faranno delli simili
à quelli, di che si sono dati gli essempij. M. Questo sarà pur vn confer-
mar, che la sua cortesia è infinita; e questo pur ci apportarà sommo vti-
le, e diletto. A. per farne dunque vn simile, deuono far prima, ch'vna
parte sola comincij (qual più piace) e moduli per lo spatio d'vno, ò due
tempi di Breue, e di più anco conforme al volere di chi compone; mà il
page 136meglio fia per duoi tēpi soli; & che principij poi vn'altra parte, & ambe-
due modulino insieme, sinche le piace: indi segua la Terza, e poi la Quar
ta parte, la quale poserà tanto doppo, che hauerà cominciato la Terza,
quanto la Seconda dopò 'l principio della Prima. Come per essempio, se
la Seconda haurà fatto pausa di duoi tempi, dopò che haurà principiato
la prima per duoi tempi ancora posarà la Quarta dopò il cominciar del-
la Terza, come si può veder dalli essempij che hò dati di sopra, oue dissi
del primo fatto all'Vnisono; nel quale principia il Contralto, e poscia il
Tenore per spatio d'vn tempo di Breue, e vanno modulando insieme per
alquanti tempi pur ancor di Breue; & indi hà principio l'altro Contral-
to, à cui segue l'altro Tenore, che hà posato vn tempo di Breue etiandio
dal principio del secondo Contralto, che tanto haueua fatto il primo Te
nore, come mostrarono gli essempij. Con tal regola dunque potranno
far simili Canoni. Nè vi sono altre osseruationi, sendo in potere del Cō-
positore l'vsar ogni consonanza, e dissonanza, auuertendoui (se possibil
fia) che non gli cadino salti, che cantar non si possino, che tuttauia per
l'obligo si scusarebbero pur anche. G. Poiche habbiamo inteso, che
cosa si ricerca per far simili Canoni, V. S. potrà (piacendole) passar più ol-
tre alli Canoni fatti per Dissonanza, come ci hauea proposto. A. Cosi fa-
ro; e ne formarò vno alla Seconda, che è questo.
page 137Ne mostro pur anche vn'altro per Settima, il che fia con questo essempio.
L'essempio mostra, che 'l Canone è fatto per Settima lontano dal suo ori-
ginale, come promisi. Hora mi accingo ad insegnarne alcuni altri fatti à
quattro voci, in vno de' quali due parti modularanno per fuga per con-
trario moto, e due altre similmente per moto contrario, ma dissimili pe-
rò di figure, di mouimenti, & d'interualli, dalle due prime parti. Dipoi
farò conoscere vn'altro Canone, in cui sopra vna parte sola modularāno
page 138due parti per Ottaua, & altre due per Terza, ouer per Quinta per con-
trario moto. In oltre ne mostrarò vn'altro sopra vna parte sola, oue le
altre tre modularanno per fuga, hora lontane per Quarta, & hora per
Quinta, come l'occasione, e 'l voler del Compositore chiederanno. G. Sia-
mi benigna V. S. non men, che per l'adietro sia stata in darmi prima la
norma, secondo la quale mi fia lecito farne vno. Darò l'istessa norma
pure, quanto al far principiar le parti, che hà luogo anche in questi mo-
strati per hora, come nelli predetti vltimi Canoni si vede. Delle conso-
nanze, e dissonanze poi si seruiranno à lor piacere in quel, ch'è fatto per
Seconda; ma nell'altro, ch'è per Settima lasciaranno tutte le dissonanze
nell'obligatione del Canone. Del resto poi corrisponde, e si conferma
alli altri. Onde me ne andrò ad vna modulatione à quattro voci, due de'
quali modularanno per fuga alla Terza, & altre due parimente alla Ter-
za tutte per contrario moto, di cui dò questo essempio.
page 139Da questo altro essempio ne haueranno vn'altro, in cui le parti saran lon-
tane dal suo originale per Quarta seguendosi per contrario moto.
Quest'altro fia per Quarta.
page 140Deuono però sapere, che in simili Canoni non si può veramente far mo-
dular le parti con leggiadri mouimenti, come si farebbe, sendo sciolta la
Cantilena da questi oblighi fatti per contrarij mouimenti. G. Il credo.
Et, ancorche non vi si troui quella vaghezza, e leggiadria, desidero però,
che V. S. non si scosti dall'ordinario suo; e ci dia ad intendere il mo-
do di fargli. A. Si osserua, che fra i Canoni non venga dissonanza alcu-
na; & anche (se fia possibile, accioche non vi nasca disordine) che non
si troui Quarta tra il Soprano, & Contralto; e di più ancora, che la parte
del principale, ciò è, quella, che và prima, nō ecceda al più di otto voci nel
le sue estremità; e questo solo, mētre che essa parte modularà per obligo,
che cessato poi questo potrà allargarsi à suo piacere, purche si guardi,
che le parti vadano per legitimi interualli, e con mouimenti seguenti,
quanto si possi; perche riesca la Cantilena più facile al Cantore, e più
soaue, e dolce. E questo è quanto vi si ricerca. Ne darò dunque vn'al-
tro fatto per mouimenti contrarij, oue vna parte modularà per Nona, &
vn'altra per Terza; come in questo essempio.
page 141 La Natura di questo Canone è tale, che si può far cominciare il Tenore,
e poscia il Basso, & indi porre le pause del Tenore al Contralto, e quelle
del Basso al Soprano. E lecito etiandio far cominciar il Soprano, e dar le
pause di quello al Tenore, e quelle del Tenore al Basso, e quelle del Basso
finalmente al Contralto. e 'l tutto è di buona riuscita. Vero è, che si mo-
stra impossibile l'osseruare il Tuono per le contrarietà de mouimenti,
page 142 che fanno le parti. E per farne vn simile, l'istesse regole già mostrate
han luogo. G. Mi piace estremamente questa varietà; ma ci fauorisca
V. S. di dir, se il simile si potrà far nelli altri predetti. A. Signor mio nò,
per gli interualli, che fanno le parti, come l'isperienza, che faranno, loro
accertarà. Saria ben concesso nel Canone fatto per Quinta il dar princi-
pio con la parte Bassa, e supporre poscia il Soprano, & indi far seguire il
Contralto; mà il Tenore non si può far cantar per alcun modo. Siche
non si può far delli altri, come di questo. Mi resta pur ancora il dar al-
cuni altri Canoni fatti sopra vna parte, in cui vna parte fugarà per Otta-
ua, e due poi per Decima per moti contrarij, e di questo loro offro l'es-
sempio.
page 143Quiui vna parte fuga sopra il principale per Ottaua, e due altre per Deci
ma lontane per moti contrarij. Se vi piacciono poi altre varietà, si darà
principio al Contralto, e poi ad vn Tenore, fraposti dall'vno all'altro dui
tempi di Breue, e seguirà vn'altro Tenore seruato l'istesso silentio, & indi
succederà il Soprano dopò sei tempi pur di Breue dal principio del Con-
tralto, che fia guida. E non contenti di questo cominciaranno con vn
Tenore, e dopò duoi tempi ancor di Breue seguiranno co 'l Contralto, &
hauendone interposti quattro, soggiongeranno il Soprano, à cui succede-
rà l'altro Tenore premesso il riposo di sei tempi simili. E, perche meglio
il tutto si affaciliti, porgerò questi essempij.
page 144Ecco l'altro variato.
Hora mostrarò, come due parti si cantaranno per Ottaua, e due per Quin
ta per contrario moto in quest'altro essempio, che hora formarò.
page 145Si concederà pur anche (à loro piacere) il far cominciare il Soprano, e
soggionta la pausa di due tempi di Breue, seguire il Tenore, & indi, adem
pita l'istessa distanza, l'altro Tenore, e finalmente doppo lo scorso di sei
tempi tali il Contralto, come quiui.
Nè già si vietarà (per far acquisto di varietà nuoua) il far principio con
vn Tenore, succedendogli il Contralto non prima di duoi tempi di Bre-
page 146ue, & indi allo spatio di quattro tempi si sopporrà il Soprano, che prece-
derà l'altro Tenore di sei tempi dell'istessa sorte. Ilche si appresenta loro
questo essempio.
Tre varietà si sono scoperte in questo Canone da tre varij principij, che
se gli sono dati. Vn'altra varietà ancora si permette, ciò è, che si comin-
ci da vn Tenore, e passati duoi tempi pur ancor di Breue, vi segua l'altro,
& poi il Contralto in quattro simili, à cui succeda il Soprano dal finir
di sei tempi dell'istessa sorte, non meno, che in questo essempio si fa.
page 147 Onde quattro sono le differenze tra i principij del predetto Canone, nel
quale per l'obligo, che in simili ci astringe, manca qualche parte della
leggiadria, e gratia, che si conuerrebbe. E perciò il possibile deue
sodisfare. Hauendo adunque io dati gli esempij, è ben ragione, che
(per non lasciar l'incominciato ordine) appresti il modo per farne delli
simili, & è questo. Si lascia ogni dissonanza, e la consonanza sesta, che sa-
rebbe di disordine non picciolo. Si auuerta, che 'l principale, ò guida nō
ecceda nelle sue estremità più di otto voci, mercè delle due parti, che
vanno per contrario moto; acciò siano commodi al Cantore. Et an-
co auuertiscasi che essa guida vada con mouimenti cantabili più, che fia
possibile. Ilche è ciò, che posso dir in questo. G. perche (al mio pare-
re) son fatto benissimo possessore di queste osseruationi che sono facilis-
sime alla memoria, V. S. potrà andarsene più oltre sopra questo Canoni,
se le piacerà. A. Cosi farò con l'additarne vn'altro, in cui tre parti mo-
dularanno sopra vna sola, e tutte diranno l'istesse figure, e cantaranno cō
i medemi interualli, tanto nell'ascendere, quanto nel discendere, cosa ve-
ramente bella, & ingegnosa, che à loro sarà (per quanto giudico) di som
mo contento. G. Ben se lo può permettere V. S. perche le desideriamo
tali; e tali solo escono dalla sua bocca. A. Ecco dunque l'essempio.
page 148 Qui comincia il Contralto per Quinta, il Tenore per Ottaua, & il Basso
per Duodecima. In questo poi, che son per dar loro, principiarà il Con-
tralto per Quarta, il Tenore per Ottaua, e 'l Basso per Vndecima.
page 149 Ma in quest'altro s'haurà il principio da vn'altra parte; acciò si dia noti-
tia, che si può far caminar la parte, che più al Compositore piace.
page 150 Per guida, e principale hassi il Tenore, & per formarne vn simile, basta,
che le due prime parti modulino, quanto piace, e poi cominci la Terza,
& indi la Quarta, seruando però vn'istessa pausa tra la prima, e la secon-
da, e tra la terza, e l'vltima, come si scorge, considerando gli essempij, che
hò dati. E lecito vsar la sesta, (cessando ogni disordine) e la dissonanza
quarta, e la settima, e tutte l'altre parimente, non si scostando punto in
metterle dall'ordine, che si tiene nelle compositioni. E ben vero, che que-
sti oblighi impossibili è il non far digresso dal bel modo di cantare, e d'ac
comodare le consonanze. Che per ciò tal hora per far il fine con qual-
che vago ordine di procedere, vi cadono delli passaggij non eleganti in
page 151tutto. Ilche (rimossa tal causa) per alcun modo non si ammetterebbe, e 'l
Compositore, che vi errasse, sarebbe giudicato (e con ragione) di poco
giudicio e di niun valore; poiche il tutto solo si concede, & ottiene per
simili oblighi. G. Il veggio per la varietà delli mouimenti, che fanno le
parti fra di loro. A. E cosi veramente. E, perche non mi souuiene per
adesso altra regola per far Canoni diuersi da quei, che hò mostrati, senza
estendermi più sopra di loro, stimando d'hauer à bastanza cosi mostrati
gli essempij suoi, come date le regola, & osseruationi, farò fine à questo
mio ragionamento; posciache da quello le Signorie Vostre per lor stesse
(essaminando il tutto à lor piacere) conosceranno la differenza, che è
fra la Theorica, e la Prattica; e quāta maggior difficoltà si troui in questa,
che in quella; e come sia pur ella scienza dignissima, ancorche hoggidì
sia cosi poco stimata, & hauuta in vile consideratione. G. Ben il cono-
sco, e non meno di quel, che deue vn cieco, à chi gli dona il lume
delli occhi (onde sicuramente senza duce, e timore alcuno se ne può
andare in qual si voglia luogo, fruire il bello, il vago, & i colori di que-
sta machina mondiale) sarò per sempre obligato à Vostra Signoria, che
mi hà illuminato in questa scienza, in cui dianzi mi poteuo dir cieco,
& hora contemplo, ammiro, e possiedo, tanti, e cosi dotti auuertimenti,
e precetti, mercè dell'infinita cortesia di Vostra Signoria, alla quale (se
il render la pariglia fosse concesso in parole) mai non potrei rispondere:
ancorche hauessi e bocche mille, e lingue mille; mà (doue, e di parole,
e più di fatti mi si niega il farlo) procurarò, e sforzarommi di suppli-
re con l'affetto interno del cuore. M. E pure ancor io, che quasi inu-
tile, e sterile pianta fui per l'adietro nel colto giardino di scienza così
nobile, & hora mi par d'esser diuenuto seconda, e fruttifera alle ruggia-
de delle dolcissime parole, al Zefiro soaue dell'immensa benignità, & à i
raggi del chiarissimo intelletto di Vostra Signoria, sarò tenuto in eterno
ad ascriuere à lei, e da quella riconoscere l'honore d'ogni frutto, che
son per farci, non già per ricompensa, (che questo sarebbe vn pre-
scriuer fine à chi ne manca, e restringer l'acque tutte del mare in vrna
breuissima) mà si bene per memoria delli oblighi, che le tengo in
tanto numero, che pria l'alma mi si può scioglier dal nodo corporeo,
che dal minimo di quelli mi liberi. A. Miei gli oblighi, miei gli rin-
gratiamenti, e mie deuriano essere le scuse; poiche con tanta attentio-
ne, & humanità, spogliati d'ogni noia, mi hanno prestate le orec-
chie gratissime; e si sono degnate d'essercitar l'amor, che lor porto, e
maggiormente dimostrarlo, co 'l chiedermi cose, ancorche picciole à
paragone del desiderio, che ne tengo. Per terminar, e sopir adunque
page 152 vna tanta lite di gratitudine (se cosi le piace) altro non sia giudi-
ce, altro non ci sia premio, altro non ci sia obligo, che vn'amore
immortale, che tutti trè ci annodi vicendeuolmente d'vna
catena per sempre . G. Sia lege inuio-
labile ciò, che ella propone. M. Mi ac-
queto pure anch'io in tutto, e
per tutto alle sue
voglie.
Il fine della Terza, & vltima parte.

REGISTRO.

¶ A B C D E F G H I K.
Tutti sono quaderni, eccetto ¶, & K, che sono duerni.
[Figure]
IN PARMA,
Nella Stamperia di Erasmo Viotti.
M. D. XCV.