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Title: {Cronica de matematici

Author: Bernardino Baldi

Publication: Angelo Ant. Monticelli (Urbino, 1707)

Principal editor: Frans Wiering

Funder: Utrecht University Netherlands Organization for Scientific Research (NWO)

Edition: July 2000

Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht Netherlands
Copyright © 2000, Utrecht University, Netherlands
page i
CRONICA
DE MATEMATICI.

page iipage iii
CRONICA
DE MATEMATICI
OVERO
EPITOME DELL'ISTORIA
DELLE VITE LORO

OPERA
DI Monsignor
BERNARDINO BALDI DA URBINO
ABATE DI GUASTALLA
[Figure]
IN URBINO, MDCCVII.
Per Angelo Ant. Monticelli.Con Licenza de' Superiori.page ivpage v

L'AUTORE
A' LETTORI

DI molti Matematici ho tro-
vato cotanto appresso gli
Scrittori, che ho potuto
tesserne Vite convenienti;
d'altri poi che hanno havuta la for-
tuna manco favorevole, non ho potu-
to raccogliere tanto, ch'io habbia ha-
vuto il modo da scriverne à pieno; on-
de, accioche e gl'uni, e gl'altri haves-
sero luogo nelle mie fatiche, ho posto
insieme la presente Cronichetta, nel-
la quale brevemente vò toccando i
tempi, ne quali fiorirono, e le cose
scritte da loro, e comincio da Eufor-
bo, il quale secondo Laertiofù più
page vi antico di Talete. Il computo de gl'
anni è espresso per via d'Olimpiadi,
e d'anni di Cristo. Leggasi dunque
da chi si diletta di questi studii la
presente historia, la quale, s'io non
m'inganno, per la novità sua non sa-
rà punto spiacevole. Addio
page vii
SI videbitur &c. in lucem, qua ultra saeculum caruit,
prodire poterit Liber iste, cui titulus est: Cronica
de Matematici, overo epitome &c.
Auctore Abbate
Bernardino Baldi Urbinatensi, Viro undequaque
eximio; Praelo enim eum dignissimum censeo. Dat.
ex Aedibus S. Dominici Urbini die 9. Aprilis 1707.
F. Thomas Maria Brancaleoni ord. Praedicatorum,
ejusdem Conventus Prior, S. Theol. Magister, atq.
Examinator, & Revisor Synodalis.
Imprimatur

Petrus Joseph Causidicus Vicarius Generalis &c.

page viiipage ix

LO STAMPATORE A CHI LEGGE.

IL gradimento, con che
dalla Republica lette-
raria è stato accolto l'
Encomio di quest'incli-
ta Città d'Urbino, composto da
Monsig. Bernardino Baldi Abate
di Guastalla, che l'anno scorso
uscì dalle mie Stampe, mi chiama
all'adempimento della promessa,
che allora feci, di publicare alcun'
altra delle sue illustri fatiche à co-
mun' benefizio. Vengo pertanto
à liberar la mia fede, con offerirvi
(amico Lettore) la presente Cro-
nica de Matematici
, da me scelta,
page x in riguardo della picciolezza del-
la sua mole, per prodroma all'in-
signe, e celebratissima Opera del-
le Vite intere de medesimi Mate-
matici, alla di cui impressione mi
vado apparecchiando. Travagliò
dodici anni continui questo eru-
ditissimo Letterato in raccorre le
notizie, che gli bisognavano, per
formare l'accennata grand'Ope-
ra, alla quale applicò l'animo, su-
bito che ebbe composta per im-
pulso di grata riconoscenza la Vi-
ta di Federico Comandino suo
Maestro, e insieme uno de chia-
rissimi lumi della sua Patria: ripu-
tando egli cosa non convenevole,
dopo d'aver scritto del suo Mae-
page xi stro, tacere de gl'altri, e compor-
tare che stassero immerse nell'obli-
vione le memorie gloriose di tan-
ti, e tanti eccellentissimi Vomini,
che con li studii, e dottrina loro
non ad una persona, ne ad una
Città sola, mà ad intere Provin-
cie, e al mondo tutto apportaro-
no grandissima utilità, e orna-
mento. Superate non senza costo
d'immense fatiche, come egli istes-
so afferma nella Prefazione del
primo tomo, le gravissime diffi-
coltà dell'impresa, à che fù egli
grandemente ajutato dalla per-
fetta cognizione, che aveva, di
molte lingue, divise tutta la ma-
teria in due grossi volumi; nel pri-
page xii mo de quali racchiuse le Vite di
tutti li Matematici illustri, che fio-
rirono dall'Olimpiade 58. sino al-
la nascita del nostro Redentore
Giesù Cristo, cominciando da Ta-
lete, e terminando in Vitruvio; e
nel secondo abbracciò le Vite di
tutti gl'altri Matematici, che visse-
ro dopo l'Era Cristiana sino à suoi
tempi, cominciando da Boezio Se-
verino, e terminando nel P. Cri-
stoforo Clavio Bambergese. Ma
perche di molti, è quali la sorte fù
meno propizia, non gli riuscì di ac-
quistar tanto, che bastasse per scri-
vere appieno le loro Vite, e non
era dicevole, che il nome de me-
desimi rimanesse sepolto in oscu-
page xiii ro, e ingiurioso silenzio; quindi l'
Autore pigliò consiglio, com'Egli
accenna nella seguente Prefazio-
ne è Lettori, d'illustrare la loro
memoria; con tessere la presente
Cronica, in cui volle insieme comi-
prendere anche li Matematici, de
quali ha composte le Vite, affin-
che nulla mancasse alla perfetta
disposizione dell'opera. Tocca egli
brevemente in essa le cose da cia-
scheduno inventate, e descritte,
& assegna è tutti li tempi precisi,
ne quali probabilmente fiorirono.
Sono li Matematici nella Cronica
nominati 366. e di questi abbia-
mo le intere Vite sino al numero
di 201. E vero che la diligenza di
page xiv Gerardo Gio: Vossio, e di altri mo-
derni è giunta à trovare maggior
numero di antichi celebri Mate-
matici, & ha anche osservata
una forse più corretta, e sicura
Cronologia de tempi, in cui visse-
ro; ma ciò non dimminuisce pun-
to il merito del nostro Autore, è
cui si debbe incontrastabilmente
la gloria d'esser'stato il primo, che
abbia tratto dalle tenebre, in cui
giacevano, li nomi di tanti chia-
rissimi Professori di queste nobili
discipline, e ne abbia tessute ordi-
natamente le Vite, il che per veri-
tà non ha fatto alcun'altro de gl'
antichi, ne dei moderni Scrittori.
Mi animo pertanto à sperare, che
page xv l'operetta presente sarà da Voi be-
nignamente gradita; il che succe-
dendo, mi applicarò volontieri à
servirvi in recare ad effetto, quan-
to più presto mi sarà permesso,
la divisata edizione delle Vite,
quali porgeranno senza dubbio
molto più abbondante materia di
diletto, e di profitto. E Dio vi fe-
liciti.
page xvipage 1

CRONICA
DE MATEMATICI
DI BERNARDINO BALDI
DA URBINO.
ABBATE DI GUASTALLA.

Olimp.
44
Anni
avanti
Christo
600
EUFORBO di Frigia fù
il primo de nominati
fra Greci, che instituì le
contemplationi Matema-
tiche, e come scrive La-
ertio, trovò le specola-
tioni delle linee, e de triangoli scaleni.
58 545 TALETE accrebbe le cose di Eufor-
bo; indi passato nell'Egitto imparò da Sa-
cerdoti le dette discipline; onde tornato in
Grecia seminò fra suoi le cose Geometri-
che, & Astronomiche.
60 537 AMERISTO fratello di Stesicoro
Poeta, di natione Siciliano, successe à Ta-
lete, e fù il primo, che ponesse insieme gl'
Elementi Geometrici.
61 535 ANASSIMANDRO discepolo di
Talete, gran Geometra, & Astrologo, fù
page 2il primo fra Greci, che cominciasse ad os-
servare le grandezze, e distanze del Sole, e
della Luna, le declinationi del Zodiaco, gl'
Horologgi solari, e le Carte Geografiche.
98 524 PITAGORA diede forma alla Geo-
metria; separolla da la materia, e fecela
più nobile; fù inventore de corpi regolari,
e d'alcune propositioni famose. I Musici
ancora riconoscono da lui i fondamenti di
quella disciplina. Fù il primo assertore dell'
harmonia de Cieli.
69 500 HIPPASO Metapontino discepolo di
Pitagora, Fisico, e Matematico, scrisse un
libro intitolato il Sermone mistico, inscris-
se il dodecaedro nella sfera. Morì di nau-
fragio per havere, come scrive Jamblico,
propalato i misteri occulti de la Geo-
metria.
79 460 FAENO habitatore d'Atene osservò
le cose celesti, predisse alcune apparitioni
di Comete, fù eccellentissimo ne pronosti-
ci delle mutationi dell'Aere, insegnò pu-
blicamente in Atene le cose dell'Astrolo-
gia, & hebbe per discepolo Metone. E'
commemorato da Teofrasto, e da Plinio.
80 458 ANASSAGORA Clazomenio filoso-
so naturale, e Matematico, fù discepolo di
Anassimandro, e conseguì gran lode nelle
cose Geometriche; fù il primo, secondo
Plutarco in Nicia, che trovasse le cagioni
page 3del lume, e dell'oscuratione della luna, e ciò
consegnasse à gli scritti. Tentò la quadra-
tura del cerchio, come s'ha dall'istesso
Plutarco nell'opuscolo dell'essilio. Fù per-
spettivo, & adattò la detta facoltà alla pra-
tica delle scene. Vitruvio al libro settimo.
86 435 HIPPIA Eleo gran Sofista, buon
Matematico, e grande Architetto, e Me-
canico fù eccellente, come s'ha da Lucia-
no, & altri, nelle cose Geometriche, nelle
Aritmetiche, nelle Musiche, & in tutte
l'altre, che à queste s'accompagnano. Tro-
vo, come scrive Proclo, la linea quadran-
te, e scrisse de gl'accidenti proprii, ò sim-
ptomi di lei.
86 435 MATRICETA Metinnese di Patria,
& è Metinna Città di Lesbo, fù grande
Astrologo, e bonissimo osservatore dell'al-
terationi dell'Aere, come nota Teofrasto.
86 433 CLEOSTRATO da Tenedo con-
temporaneo di Matriceta, e della stessa
professione, osservò l'imagine del Zodia-
co, e fù il primo, che s'avvide, le Stelle
de capretti nell'imagine dell'Auriga essere
tempestose. Scrisse l'ottoeteridi, osservò
le mutazioni de tempi, e fedelmente le
predisse; perciò fù nel libretto de segni
delle pioggie commemorato da Teofrasto.
86 432 EUTEMONE Ateniese Astrologo os-
servò la quantità dell'anno, & i pronosti-
page 4ci de tempi, onde fù di lui fatta comme-
morazione da Teofrasto, da Plinio, da
Tolomeo, e da altri gravi Autori.
87 430 HARPALO non si sà di qual Patria
si fosse; lasciò scritte l'osservazioni della
quantità dell'anno, e publicò un'ottoete-
ride.
87 430 METONE Ateniese fù Medico, e
nelle cose dell'Astrologia discepolo di Fae-
no. Fù grandissimo osservatore de segni
delle pioggie, e de sereni; onde egli è
commemorato da Teofrasto, da Plinio, e
da Plutarco. Questo, perche il figliuolo non
andasse alla guerra, fingendo il pazzo, ab-
brusciò la casa propria. Fù inventore dell'
Enneadecateride, che noi diciamo aureo
numero decennovale. Eresse alcune co-
lonne, come dice Eliano, & intagliovvi
per servizio publico il corso del Sole, e le
osservazioni dell'anno grande. Da costui
hebbero principio i lunarii, ò pronostici,
che oggi si stampano con gl'aspetti della
Luna, ele mutationi de tempi.
87 430 TEODORO Cireneo gran Matema-
tico de suoi tempi tenne scola in Cirene,
& hebbe per discepoli Platone, e Teeteto;
laonde è da Platone introdotto nel Teete-
to à ragionare con Socrate. Fù Dialettico
insieme, & Astronomo, e Musico. Scrisse
alcune cose delle potenze, delle quantità,
page 5e delle commensurabilità loro, come si rac-
coglie dal detto Dialogo di Platone.
87 428 ENOPIDE Chio peregrinò in Egitto,
apparò da Sacerdoti le cose dell'Astrolo-
gia; fù anco gran Geometra, e trovò se-
condo Proclo la duodecima del primo de
gl'Elementi. Trovonne parimente alcun'
altra, come s'ha dal medesimo. Affaticos-
si intorno la grandezza dell'anno vertente,
& anco del grande, il quale egli diceva es-
sere di cinquantanove anni; laonde, come
scrive Eliano ne gl'Olimpii, dedicò una
tavola di rame, nella quale haveva inta-
gliato l'osservazioni astronomiche del det-
to anno; fù egli Fisico ancora, e disputò
delle cose Meteorologiche, e disse alcuna
cosa intorno al crescimento del Nilo.
89 420 HIPPOCRATE compatriota di Eno-
pide, e suo contemporaneo, di Mercatante
fecesi Geometra; fù d'ingegno acutissimo,
accrebbe le cose Geometriche, e diede pri-
ma di tutti gl'altri forma, & ordine à gl'
Elementi; onde, al giuditio di Pietro Ra-
mo, d'autorità di Proclo, merita nome di
primo Stichiota; fù anco inventore dell'in-
duttione Geometrica, & è, che per trova-
re una tal cosa, bisogni sapere la tale. Egli
dunque proposto da Platone il problema
dell'addoppiare il cubo, trovò, che v'era
bisogno delle due medie proportionali.
page 6Tentò di quadrar il cubo, e trovò la qua-
dratura de la lunula. Disputò alcune cose
delle Comete, e fù poi redarguito dal Fi-
losofo nelle Meteore. Fù inetto nel gover-
no familiare, e per negligenza, come scri-
ve il medesimo, fece perdita di molto ha-
vere.
94 400 DEMOCRITO Abderita Fisico, e
Matematico, fù assertore degl'attomi, e
nelle cose Matematiche scrisse molto; cioè
della differenza dell'Angolo, del contatto,
del circolo, e della sfera, de numeri Geo-
metrici, due libri delle linee irrationali, e
solide. Nell'Astrologia scrisse dell'anno
grande, de Parapegmi, cioè Instrumenti
Astronomici, il certame della Clepsidra,
la descrittione del Cielo, e della Terra, e
la descrittione del polo, e de raggi. Nel-
la Musica scrisse del concento, e dell'har-
monia, e nella Perspettiua del modo di ti-
rare al punto le scene.
95 398 BIONE compatriota, e discepolo di
Democrito fù il primo, che affermasse tro-
varsi alcune parti del Mondo, nelle quali
il giorno è di sei mesi continui, e d'altre-
tanti le notti. Hebbe egli dunque buona
cognitione delle cose della sfera, e delle
habitationi, che dalle varie inclinationi si
conoscono.
95 398 ZENODORO fù discepolo d'Andro-
page 7ne, & amico della dottrina d'Enopide, di-
stinse il problema dal Teorema, considerò
la natura del Triangolo acidoide, scrisse
un gran trattato delle figure isoperimetre,
come s'ha da Proclo, da Teone, e da Sim-
plicio.
96 395 FILOLAO da Cotrone Filosofo Pita-
gorico, gran Fisico insieme, e Matemati-
co, scrisse molte opere, delle quali Plato-
ne fece gran capitale; fra l'altre è quella
delle Baccanti raccontata da Proclo, nella
quale, per quanto appare, adattava le
Matematiche all'uso de misterii delle co-
se divine. Fù Astrologo ancora, & osser-
vò la quantità dell'anno vertente, e fù in-
ventore d'uno degl'anni grandi. Hebbe
alcune strane opinioni intorno alla natura
del Sole. Voleva, che la terra fosse una
delle stelle, e si movesse in giro. Attese
alle cose Musiche, Gnomoniche, e Meca-
niche. Fù ucciso nei sollevamenti, che si
fecero contro i sodalitii Pitagorici.
96 394 ARCHITA di Patria Tarentino, gran
Pitagorico, & eccellente non meno nelle
attioni, che nelle speculationi, fù amicissi-
mo di Platone. Scrisse molto, diede opera
alle cose delle Machine, e fece la colom-
ba di legno, che volava. Scrisse di Musi-
ca, alla qual facoltà attese con profitto mi-
rabile. Trovò un'Instromento detto Me-
page 8solabio, per investigar le due medie, onde
si quadra il cubo; al fine, se crediamo ad
Horatio, morì di naufragio.
93 393 EURITO Tarentino anch'egli Pita-
gorico fù ammirato, & udito in Italia da
Platone, attese alle Matematiche, e diede
opera à quell'Aritmetica la quale conside-
ra le proprie passioni de numeri, per valer-
sene secondo il costume Pitagorico ne Mi-
steri della Filosofia, e della Teologia.
99 380 EUDOSSO da Cnido figliuolo d'un
Eschine, povero de beni di fortuna, studiò
in Atene, indi passò nell'Egitto, ove fece
molto acquisto di scienza; fù domestico di
Platone, & amico della dottrina Socratica;
fù grande historico, e per questa cagione
sono dagl'Antichi molto allegate le cose
sue. Scrisse egli delle navigazioni, e cose
Geografiche. Affaticossi parimente nelle
cose di Geometria, e d'Astrologia, & in-
torno alla materia degl'Elementi fù il pri-
mo, che accrescesse la moltitudine di quei
Teoremi, che si chiamano universali, &
alle tre proportionali, aggiunse le tre altre,
& ampliò quelle cose, che si appartengo-
no alle settioni, le quali in quel tempi ha-
vevano havuto principio. Scrisse un libro
d'Elementi, e s affaticò nella duplatione
del cubo, e trovò Instrumento da le due
medie. Fù Gnomonico, e trovò una for-
page 9ma d'Horologgio solare, che si disse Ra-
gno. Diede opera con grandissimo studio
alle contemplationi celesti, osservò il corso
de Pianeti, di che haveva appreso i prin-
cipii nell'Egitto, & insegnò le cose osser-
vate à Greci. Scrisse l'Enotro, ò specchio,
da cui prese Arato i suoi fenomeni; osser-
vò la grandezza dell'anno, e ritrovò un'
anno grande di nove anni vertenti, che si
disse Enneateride. Nel fatto delle Teori-
che fuggì gl'eccentrici, e gli epicicli, sfor-
zandosi di salvar l'apparenze per via di
concentrici con orbi moltiplicati. Disse
che il Diametro del Sole è nonuplo à quel-
lo della Luna; fù galant'huomo, percioche
non diede fede alcuna alle predittioni de
Caldei. Morì di cinquanta tre anni, essen-
dogli stata predetta la morte da Api bue
d'Egitto, che gli leccò il Mantello.
100 379 FILOSOFO così chiamato visse nei
tempi di Filippo Macedone, huomo d'in-
finita dottrina, e grande nelle Matemati-
che, e nell'Astrologia. Scrisse delle distan-
ze del Sole, e della Luna, due libri degli
Dei, uno del tempo, uno dell'ira, uno
della remuneratione, uno degl'amici, e
dell'amicitia, uno de Locri Opuntii, uno
del piacere, uno dell'amore, uno dello scri-
vere, uno di Platone. Scrisse delle gran-
dezze del Sole, della Luna, e della terra,
page 10un libro de lampi, uno de Pianeti, dell'
Aritmetica, de Numeri Poligonii, due di
Perspettiva, due della Specolaria, libri ci-
clici, delle Medialità, & altre cose. Di-
stinse i libri delle leggi di Platone in dodi-
ci parti, e come si dice, vi aggiunse la ter-
zadecima del suo.
100 378 XENAGORA misurò l'altezza del
Monte Olimpo di Tessaglia, e consegnol-
la alla memoria per via d'un'Epigramma.
Hassi ciò appresso Plutarco nella vita di
P. Emilio.
100 376 HERMOTIMO Colofonio discepolo
di Platone trovò molti Elementi Geome-
trici, & ampliò quelle cose, che erano sta-
te publicate da Eudosso, e da Teeteto.
Pietro Ramo lo mette peril quarto fra co-
loro, che hanno ordinato i libri degl'Ele-
menti.
101 375 TEETETO Ateniese compagno di
Platone; e Discepolo di Teodoro Cireneo,
e nelle morali di Socrate, è connumerato
da Proclo fra coloro, che ne tempi di Pla-
tone apportarono molta perfettione alle
Matematiche, e l'accrebbero grandemen-
te di numiero di Teoremi. Morì di ferite,
che riportò dalla guerra.
101 375 FILIPPO Mendeo di natione Italia-
no, trasferitosi in Atene fecesi discepolo di
Platone, à persuasione di cui diede opera
page 11alle Matematiche, attese alla dottrina de-
gl'Elementi. Fù chiaro nelle cose dell'
Astrologia, scrisse delle significationi, del-
le non erranti, e trattò delle cose Meteo-
rologiche.
102 370 DINOSTRATO fratello di Menee-
mo, e discepolo di Eudosso, e frequenta-
tore delle scuole di Platone; trovò questi
la linea quadrante, se però egli è quello, di
cui fà memoria Pappo nel quarto de Col-
lettanei; il nostro fù di patria Alopeco-
nesio.
102 379 POLEMARCO da Cizico fù amico,
e familiare di Eudosso; attese alle Mate-
matiche, e particolarmente all'Astrologia.
Conobbe le variazioni dell'apparenze de
Pianeti, intorno al parere hor maggiori,
hor minori di diametro; ma amando le
suppositioni de concentrici, non v'applicò
l'animo. Fù nella dottrina delle Teoriche
Maestro di Calippo, di cui egli era fami-
liare.
102 368 AMICLA di Heraclea fù, come affer-
ma Proclo, familiare di Platone, e con
Meneemo, e Dinostrato apportò gran gio-
vamento alla Geometria.
103 365 AGENORE da Metelino, ò Mitilene
fù di professione Musico, e scrissene volumi;
Egli è però dannato in ciò da Aristosseno,
che, se bene attese alle differenze de Siste-
page 12mi, e non ragionò solamente de setticordi,
che gl'altri tenevano proprii dell'harmo-
nia, trattonne imperfettamente.
104 365 PITAGORA Zacintio, cioè dal Zan-
to, fù Musico, che nell'istesso modo d'
Agenore, come nell'istesso luogo scrisse
Aristosseno, trattò non troppo bene delle
differenze de Sistemi.
104 362 MENEEMO fratello di Dinostrato fù
discepolo di Eudosso, & amico di Platone;
secondo Suida fù Alopeconesio. Apportò
questi grande augumento alla Geometria,
scrisse alcune opere Geometriche, delle
quali si servì Proclo ne suoi Commentarii;
distingueva gl'Elementi in confermanti, e
confermati, e diceva ogni elemento più
semplice essere elemento del composto, di
cui egli entrava nella compositione; vole-
va, che tutte le propositioni fossero Teore-
mi, cioè che nelle propositioni Matemati-
che nulla si fabricasse. S'affaticò nell'in-
ventione delle due medie, e fecene instru-
mento, servendosi in ciò delle settioni co-
niche.
104 360 ERASTOCLE Musico è commemo-
rato da Aristosseno, e ripreso da lui per ha-
vere imperfettamente trattato della com-
positione degl'intervalli, & alcune altre
cose di Musica.
106 355 HELICONE da Cizico fù discepolo
page 13di Eudosso in Atene, & indi uditore, e
domestico di Platone, da cui fù mandato
à Dionigi Siracusano. Attese alle Mate-
matiche, e fù uno di quelli, à quali Plato-
ne mandò coloro, che cercavano la solutio-
ne del problema dell'addoppiamento del
cubo; fù buon Astrologo, e predisse un
Ecclisse della Luna con maraviglia di Dio-
nigi, che perciò gli donò un talento d'ar-
gento. Scrisse anco libri Apotelesmatici,
cioè giuditiarii appartenenti alla Genetlia-
ca, dalla quale s'attende à giuditii delle
natività degl'huomini.
107 350 TEUDIO fù da Magnesia Città della
Jonia, hebbe per Maestro Platone, e fù
eccellentissimo Matematico. Affaticossi in-
torno a gl'Elementi Geometrici, e fabri-
cogli egregiamente, e molti di loro, che
erano particolari, fece più universali. Di
lui fà honorata mentione Proclo ne suoi
Commentarii.
107 350 PLATONE Ateniese, cognominato
per la sua eccellenza Divino, illustrò non
solo tutta la Filosofia, mà le Matemati-
che ancora, alle quali di maniera fù affet-
tionato, che scrisse sopra l'Accademia, che
niuno vi entrasse, che non fosse Geome-
tra. Dalla scuola di lui, come dal Cavallo
Trojano, uscirono Matematici nobilissimi
commemorati da Proclo ne i suoi com-
page 14mentarii, e da noi in questa nostra histo-
ria. Sparse egli per tutti i suoi Dialoghi i
lumi di queste scienze, e mostrò quanto
egli ne fosse vago, & intendente; dilettossi
però di questi studii non per servirsene in
cose materiali, ma, secondo il costume de
Pitagorici, per alzarsi col mezzo loro all'
altissime contemplationi della Teologia.
107 349 LAODAMANTE da Thaso, fami-
liare di Platone; questi accrebbe i Teore-
mi Geometrici, & illustrogli; imparò egli
da Platone il metodo risolutivo, & adat-
tandolo alle speculationi fù inventore di
molte cose notabili nella Geometria.
107 349 NEOCLIDE aggiunse molte cose alle
speculationi de gli Elementi, accrescendo
quelle, che poco prima erano state trovate
da Compagni, e Discepoli di Platone.
108 344 LEONE Pitagorico di Setta, e disce-
polo di Neoclide, fabricò gl'Elementi
Geometrici per la moltitudine, e per l'uso
delle cose, che vi si dimostrano con molto
maggior diligenza di quello, che si facesse-
ro i più antichi di lui. Trovò le determi-
nationi, mediante le quali possa conoscer-
si, quando il problema proposto sia possi-
bile.
109 342 POLIIDE di Tessaglia gran Mecani-
co facilitò la dottrina delle Machine da
guerra, militò sotto lo stipendio di Filippo
page 15d'Aminta Re di Macedonia, e Padre del
grande Alessandro, e trovossi con lui all'
espugnatione di Bizantio. Discepoli di co-
stui furono Diade, e Cherea.
109 341 PIRRO, come scrive Ateneo à Mar-
cello, fù inventore di Machine da guerra.
Scrisse un libro intitolato i Poliorcetici,
cioè espugnativi delle Cittadi, ne quali
trattò de cuniculi, e cave sotterranee con
le cose à loro appartenenti; secondo me
questi è quello, che corrottamente ne testi
di Vitruvio si dice Firo, di cui egli fà me-
moria nel proemio del settimo fra Mecani-
ci, dell'opere del quale egli afferma d'es-
sersi servito nello scrivere delle Machine
da Guerra.
109 340 AGESISTRATO: questi ancora fù
inventore di machine, e ne scrisse, e per-
ciò fù da Vitruvio allegato nel numero di
quegl'altri, de quali egli si valse. Ateneo
à Marcello si valse delle cose sue, affer-
mando, che nell'arte delle Machine da
lanciare egli superò di tanto gli antichi,
che apena trovino fede appresso chi le sen-
te raccontare; percioche una sua catapulta
di tre cubiti lanciava lontano tre stadii, e
mezzo, & una di quattro un mezzo miglio
intiero.
109 340 HEGETORE da Bizantio fù inven-
tore, come scrive Ateneo à Marcello, del-
page 16la testuggine, la fabrica di cui viene espli-
cata da Vitruvio nel decimo, ove egli
scrive delle Machine.
110 339 CHEREA, e DIADE Ateniesi Di-
scepoli di Poliide di Tessaglia militarono
con Alessandro il grande. Furono questi
due inventori delle Trivelle, delle Scale
nautiche, e delle Torri, che si conducono
per via di ruote; di costoro fanno mentio-
ne Vitruvio, & Herone Mecanico. Che-
rea, come s'ha da Vitruvio, mandò fuori
libri di Machine.
110 338 XENOCRATE Calcedonio figlio d'
Agatenore discepolo, e familiare di Plato-
ne, fù d'ingegno alquanto ottuso, e sem-
pre melanconico, e nemico de piaceri amo-
rosi, e famoso per la continenza. Disprez-
zò le ricchezze, e fù di vita innocentissi-
ma. Scrisse molte opere commemorate da
Laertio nella vita di lui, ma nelle Mate-
matiche, alle quali attese con molta dili-
genza, lasciò scritte le infrascritte cose.
Delle cose Geometriche libri cinque, de
numeri uno, delle speculationi de numeri
uno, degl'intervalli uno, delle cose Astro-
logiche libri sei, gl'Elementi ad Alessan-
dro, due libri ad Efestione della Geome-
tria. Amò la disciplina di Pitagora, onde
le cose Geometriche, & Aritmetiche ap-
plicò alle cose Filosofiche, & alla Teolo-
page 17gia; vien ripreso non dimeno dell'haver'
Egli tenuto darsi alcune linee per la loro
picciolezza indivisibili, il che in tutto è
contrario alla natura della quantità, & à
principii della Geometria: Proclo in alcu-
ne altre cose gli si oppone appartenenti
all'helica del cilindro; Conobbe le Mate-
matiche essere utilissime à chi vvol far pro-
fitto nella Filosofia; onde non volle inse-
gnare à colui, che disse di non saper-
ne, dicendogli, che non haveva λασήν
φίλοσοφίας
, cioè il manico, per cui la Fi-
losofia si prende; successe nella scuola con
Speusippo à Platone.
111 335 ARISTOSSENO compatriota di Ar-
chita fù figliolo di un Mnesia, ò Spintaco
Musico, onde indrizzato dal Padre attese
alla Musica, diede opera alla Filosofia an-
cora, e fra gl'altri hebbe per Maestro Ari-
stotile; fù severo, & inimico del riso, il
che pare che fosse contrario alla sua profes-
sione principale. Scrisse molti libri di Mu-
sica, e particolarmente gli elementi Har-
monici, che finhora in alcune famose li-
brerie si conservano, e non ha molto furo-
no recati nella lingua latina da un Anto-
nio Gogava. Nella Musica dava Egli gran
parte al senso, nel che non sentiva con Pi-
tagora, che il tutto riduceva alle raggioni.
Scrisse altre opere in altre professioni con
page 18molta eccellenza, le quali ci sono state fu-
rate dalla longhezza del tempo. Suida
vvole ch'egli scrivesse quattrocento, e cin-
quanta tre volumi.
111 334 DICEARCO Messinese figliolo d'un
Fidia, partitosi dalla Patria udì in Atene
Aristotile; fù Egli Historico, Filosofo, e
Geometra; fù Geografo ancora, e publi-
conne Tavole; Misurò i Monti del Pelo-
poneso, e della Tessaglia, e fù grande ami-
co di Aristosseno.
112 330 CALIPPO da Cizico familiare di Po-
lemarco suo compatriota, da cui apprese
quelle cose, che appartengono alle Teori-
che de pianeti secondo la dottrina di Eu-
dosso. Partito da Polemarco, e trasferito-
si in Atene fecesi scolare d'Aristotile; ri-
formò in qualche parte le Teoriche di Eu-
dosso, dell'accommodamento di cui si val-
se poi il Filosofo ne libri Metafisici. Fu-
rono tuttavia imperfette le suppositioni d'
Eudosso, e di Calippo paragonate con
quelle degl'Astrologi più bassi; fù Calip-
po inventore d'un anno grande, che fù dal
suo nome detto il Periodo di Calippo, &
era di settanta sei anni. Osservò esquisita-
mente la grandezza dell'anno, e scrisse al-
cuna cosa intorno l'osservatione de nasci-
menti, & occasi delle stelle.
112 329 HEGESIANATTE da Troade scris-
page 19se poeticamente dell'Astrologia, ne quali
libri, come nota Plutarco, si sforzò per via
di raggioni perspettive, e specolari di ren-
dere la causa delle macchie della Luna.
112 328 NICETA Siracusano, come scrive
Teofrasto, era d'opinione, che il Cielo,
il Sole, la Luna, e le Stelle, e tutte le co-
se di sopra stessero ferme, e la Terra sola
si movesse in giro. L'istessa opinione avan-
ti haveva havuta Filolao, nella vita di cui
Laertio, ò chi tradusse, chiamano il no-
stro Hiceta in vece di Niceta, se però, co-
me io stimo, non vi è menda nel testo.
115 318 TEOFRASTO Eresio figliolo di Me-
lanto, auditore di Platone, & indi d'Ari-
stotile, hebbe piena cognitione di tutte le
Matematiche, onde, oltra l'altre infinite
opere, che egli scrisse nell'altre professio-
ni, connumerate da Laertio nella Vita di
lui, compose quattro libri dell'historia
Geometrica, sei dell'historia Astronomi-
ca, uno dell'argomento dell'historia Arit-
metica. Successe nella Scuola al suo Mae-
stro.
115 316 EUDEMO Rodiotto fù discepolo d'
Aristotile, attese alla Filosofia, & alle Ma-
tematiche, scrisse, come nota Proclo, un
libro dell'Angolo. Oltra l'altre opere sue
scrisse l'historia naturale, la Geometrica,
e l'Astrologica; queste arrivarono sino à
page 20tempi di Simplicio, & hora sono per-
dute.
119 308 FIDIA figliolo d'Acupatre fù Astro-
logo più antico d'Archimede, percioche
egli fà mentione di lui nel libro del nume-
ro dell'arena, ove dice che egli dimostrò
il diametro del Sole esser dodeclupo al
diametro dalla Luna.
119 300 ARISTEO commemorato da Pappo-
ne Collettanei fù acuto Matematico, e
scrisse un'historia Geometrica, nella quale
raccoglieva tutte le cose trovate insino à
suoi tempi; Scrisse parimente cinque libri
de luoghi solidi, col mezzo de quali si ri-
solvono i problemi solidi. Scrisse cinque
altri libri, ma brevissimi, della dottrina co-
nica; Scrisse oltra ciò un libro della com-
paratione de cinque corpi regolari.
120 299 AUTOLICO Pitaneo d'Eolia fù Mae-
stro nelle Matematiche di Arcesilao di Se-
uto, con cui peregrinò nella Città di Sardi.
Attese principalmente à moti della sfera ce-
leste. Scrisse dunque due libri, l'uno della
sfera mossa, & uno diviso in due libri de
nascimenti, & occasi delle Stelle. Diede
opera con grande industria alle Teoriche,
e doppo Eudosso, e Calippo scrissene vo-
lumi, che ci sono stati rapiti dalla rabbia
del tempo.
120 298 DIOCLE scrisse un libro intitolato i
page 21Pirii, nel quale, come nota Eutocio sopra
i libri di Archimede, trovò un modo da
investigare le due medie proportionali, e
se fù inventore di Machine, può esser quel-
lo commemorato da Ateneo ne , che nell'espugnatione di Rodi donò
à Demetrio Poliorcete li Elepoli, il che se
è vero, fù egli di patria Abderite.
120 297 HIPPONICO fù d'ingegno ottuso:
tuttavia fece tanto profitto nelle Matema-
tiche, e particolarmente nella Geometria,
che aprì la scuola in Atene, & hebbe per
discepolo Arcesilao Pitaneo, che haveva
udito Autolico. Non lasciò scritto nulla,
che si sappia, ma finalmente divenne pazzo.
120 296 FILONE Bizantico grandissimo Ma-
tematico, & illustre Mecanico, & insieme
Architetto eccellente, onde scrisse delle
simmetrie de tempii, e fece il pronao, ò
vestibolo, che dir vogliamo, al tempio di
Cerere Eleusinia, e di Proserpina in Ate-
ne. Fabbricò egli con infinita sua lode l'
armamentario, ò Arsenale del Pireo in
Atene, e scrissene un libro. Scrisse un li-
bro di Mecaniche, e mostrò, che le cin-
que potenze Mecaniche si riferiscono alla
natura della libra, e trovò un'instromento
da rinvenire le due medie proportionali.
Publicò parimente un libro d'Automati,
ò Semoventi, del quale fa memoria He-
page 22rone in quel libri tradotti da Noi, ne qua-
li tratta dell'istesso suggetto. Herone il
Mecanico attribuisce al nostro Filone l'in-
ventione della testuggine arginata com-
moda all'espugnationi delle Fortezze.
121 295 EPIMACO Ateniese Mecanico nobi-
lissimo servì nella guerra Demetrio Polior-
cete, e fabricògli le machine belliche, per
cagione delle quali Demetrio fù ammira-
to, e guadagnonne il cognome d'espugna-
tore. D' fù inventione quella
gran machina Elepoli, cioè espugnatrice
delle Cittadi, che Demetrio adoperò nell'
espugnatione di Rodi. Altri hanno attri-
buita la detta machina à Diocle, di cui si
ragionò nello scrivere di lui, ma può esse-
re che fossero insieme, ò che anco Diocle
ne fabricasse un'altra; certo Vitruvio, e
Ateneo Mecanico attribuiscono l'Elepoli,
di cui si servì à Rodi Demetrio, ad esso
Epimaco.
122 290 EUCLIDE Secondo alcuni Siciliano,
e della Cità di Gela fra tutti gl'altri Ma-
tematici chiarissimo studiò in Alessandria,
e come è da credere, in Atene. Scrisse
molte cose, cioè il libro degl'Elementi
Geometrici, nel quale Egli superò tutti
coloro, che avanti à lui ne havevano scrit-
to, e tolse il luogo à tutti quelli, che se-
guirono doppo lui, di maniera che per ec-
page 23cellenza egli s'ha acquistato il cognome
dello Stichiota. Oltra il libro de gl'Ele-
menti scrisse il libro de Dati, tre volumi
de Porismi, la perspettiva, la specolaria, il
libro de fenomeni, ò apparenti, un libro
de Conici un altro de Mendacii, ò falla-
cie, e gl'elementi della Musica. Vi è an-
cora chi attribuisce à lui quel libro di Ma-
cometto Bagdadino delle divisioni delle
superficie. Fù Euclide Platonico di setta,
e, come scrive Proclo, si pose à scrivere gl'
Elementi per giungere alla fabrica de cor-
pi regolari.
124 280 ARATO da Soli di Cilicia figliolo di
Atenodoro, e di Letofila fù discepolo di
Menecrate Efesio nella gramatica: nella fi-
losofia udì Timone, e Menedemo, nelle
Matematiche fù scolare d'un Aristotoro.
Studiò in Atene con Dionigi Heracleo-
ta, e Perseo; accostossi ad Antigono Go-
nata Re di Macedonia. Scrisse molte ope-
re, ma la maggior lode acquistossi per il li-
bro degl'apparenti, nel quale seguendo la
dottrina di Eudosso, egli cantò poetica-
mente delle stelle.
128 265 BEROSO Caldeo, e di Patria Babi-
lonio, abbreviò l'historia de Caldei, fù pa-
rimente grande Astrologo, e Filosofo, e
dell'una, e l'altra professione lasciò scritti
libri in lingua greca. Aprì la scuola nell'
page 24Isola di Cò, e, come scrivono alcuni, fù il
primo Caldeo, che portasse l'Astrologia
Genetliaca à Greci. Superò egli in quella
professione tutti gl'altri, di maniera, che
per la verità delle sue predittioni gl'Ate-
niesi posero la sua statua nelle publiche
scuole con la lingua dorata. Disputò ec-
cellentemente delle cagioni de varii aspet-
ti della Luna, e perche ella hora cresca se-
condo l'apparenza, & hora scemi. Attese
alla Gnomonica, e trovò una sorte d'ho-
rologgio detto Hemiciclio, di cui fà men-
tione nella sua Architettura Vitruvio.
129 263 TIMOCARI Alessandrino, Astrolo-
go de suoi tempi famosissimo, attese prin-
cipalmente all'osservationi de moti celesti,
e fù il primo, che osservasse i luoghi delle
stelle fisse per via di longitudini, e latitu-
dini, le quali osservationi furono poi di
gran giovamento ad Hipparco, e Tolo-
meo, che vissero doppo lui.
129 261 ARISTARCO da Samo fù grandissi-
mo Astrologo: osservò la quantità dell'an-
no vertente, e disse l'anno grande essere
di due mila quattrocento ottanta quattro
anni vertenti. Tenne Aristarco che il So-
le posto nella sfera delle Stelle fisse, e qua-
si una di loro, stesse fermo, e la terra gli
s'aggirasse intorno. Scrisse egli vn'operet-
ta nobilissma delle grandezze, e distanze
page 25del Sole, e della Luna, tradotta à nostri
tempi, e publicata dal Comandino. Fra
gl'antichi v'haveva scritto sopra alcuni Sco-
gli Pappo Alessandrino. Scrisse Aristarco
sopra gl'apparenti di Arato, & attese alla
Gnomonica, e fù inventore di quell'Ho-
rologgio concavo di mezza sfera, che si dis-
se scase, & anco di quell'altro piano, che
si chiama il Disco, de quali fà memoria
Vitruvio nella sua Architettura.
129 260 SELEUCO Babilonio di Seleucia fù
Astrologo Caldeo. Teneva egli che il mon-
do fosse infinito, che la terra si movesse di
moto contrario à quello della Luna, onde
cavava le ragioni del stusso, e riflusso del
mare. Disputò delle cose celesti.
131 255 HERMIPPO. Scrisse egli ancora i Fe-
nomeni in versi nella maniera, che haveva
fatto Arato, aggiungendovi, & interfe-
rendovi le favole appartenenti à nomi dell'
imagini.
131 254 ACHINAPOLI; di costui non si sà
altro, se non che frà gl'Astrologi eccellen-
ti egli è annumerato da Vitruvio nel No-
no dell'Architettura.
132 250 PERSEO; non si sà bene di qual pa-
tria si fusse. Fù egli, come s'ha da Proclo,
inventore delle linee spiriche, le quali na-
scono dalle varie settioni della spira, il che
parendogli bella inventione, sacrificò à gli
page 26Dei, e dedicò alla memoria un distico.
134 240 BITONE antico mecanico scrisse un
libro intitolato delle machine, e dedicol-
lo al Rè Attalo; in questo insegno la fa-
brica di molte machine da lanciare e dar-
di, e pietre, & insieme esplicò la fabrica
della Sambuca, machina da espugnare le
Città maritime.
136 235 MOSCO scrisse un libro di machine,
nel quale affermava gagliardissima essere
fra tutte la sambuca, della quale egli ne
assegnava l'inventione ad un Heraclide
Tarentino. Io stimo che questi fosse Sicilia-
no, e quel medesimo, che scrisse il com-
mentario della nave di Hierone, di cui fa
mentione Ateneo ne Dinnosofisti. Un'al-
tro Mosco pure Siciliano gentilissimo Poe-
ta fù commemorato da Suida in Teocrito.
137 230 HERACLIDE fù domestico, e fami-
liare di Archimede, e di Dositeo. Scris-
se egli la Vita di Archimede. Stimo che
egli sia quel Tarentino, à cui da Ateneo,
come dicemmo in Mosco, fù attribuita l'
inventione della Sambuca.
139 220 ARCHIMEDE Siracusano Prencipe
de Matematici, e degl'Inventori di ma-
chine, familiare di Hierone, e di Gelone
Regi di Sicilia, hebbe ingegno più divi-
no, che humano. Scrisse molte opere, del
numero della Rena, delle cose, che si muo-
page 27vono per l'acqua, degl'equeponderanti,
della quadratura delle parabole, della mi-
sura del cerchio, delle linee spirali, de co-
noidi, e sferoidi, della sfera, e del Cilin-
dro, & alcune altre opere nobilissime; fù in-
ventore della Coclea atta ad elevare l'acqua
dal basso in alto. Trovò tredici corpi soli-
di diversi dai cinque di Pitagora, e nel fa-
bricare machine da guerra non hebbe pari.
Scoperse il furto dell'Orefice, che haveva
mescolato l'argento fra l'oro della corona.
Architettò la Nave mirabile di Hierone
descritta da Ateneo, e la mosse per con-
durla al mare con tanta facilità, che ne fe-
ce stupire Hierone, e la Sicilia. Inventò
una machina, mediante la quale si vantò di
muovere la terra, quando egli havesse ove
posarsi. Fabricò la sfera, che si moveva,
come la celeste, la quale fù celebrata da
Claudiano, e da altri Scrittori. Diffese
gran tempo la sua Patria contro Marcello;
finalmente essendo ella presa, di ferro fù
ucciso, con gran dispiacere di Marcello,
da un Soldato, mentre egli era intento al-
la speculatione d'alcune figure matemati-
che.
139 220 SCOPINA Siracusano, questo è con-
numerato da Vitruvio nel primo dell'Ar-
chitettura fra coloro, che furono perfettis-
simi nella Teorica, e nella Pratica, e sep-
page 28pero molte scienze, e l'applicarono all'uso.
Penso che sia errore nel testo, e voglia di-
re Scopa, di cui fà mentione l'istesso Vi-
truvio nel nono libro, come d'inventore
d'un Horologgio da sole detto Plinto, ò la-
cunare, il quale ne tempi di Vitruvio fù
posto in publico nel circo Flaminio.
140 219 PATROCLE gran Geografo, di cui
si valse Eratostene nell'emendar gl'errori
della Tavola Geografica antica. E verisi-
mile, che questi sia quel medesimo, che
trovò l'Horologgio detto Pelevino cioè Se-
cure, commemorato da Vitruvio nell'Ar-
chitettura.
140 219 CONONE da Samo grandissimo Ma-
tematico, e Geometra, & Astrologo insie-
me, fù caro al primo Tolomeo Evergete
Rè d'Egitto, onde nominò alcune stellet-
te dal nome della chioma di Berenice. Fù
domestico d'Archimede, ritrovò la linea
spirale, ma prevenuto dalla morte lasciò la
cosa imperfetta, alla quale diede poscia per-
fettione Archimede. Attese alla dottrina
conica, e scrissene ad un Trasideo: Heb-
be per nemico un Nicotele Cireneo, che
gli scrisse contro. Scrisse Conone alcuni
libri di Astrologia, e di lui, come d'os-
servatore delle cose celesti, fanno mentio-
ne Probo, Seneca, Plinio, & altri.
140 216 METRODORO Astrologo scrisse de
page 29significati delle Stelle non erranti, di cui si
valse Tolomeo nel libretto publicato da lui
nel medesimo soggetto. Osservò, com'egli
scrive, in Sicilia, & in Italia.
141 215 ERATOSTENE Cireneo perla viva-
cità del suo ingegno, e per la varia cogni-
tione delle cose cognominato il secondo
Platone, fù in Atene discepolo d'Aristo-
ne Chio. Acquistossi l'eccellenza in mol-
te discipline, perciòche fù egli intenden-
tissimo Filosofo, Matematico, cioè Arit-
metico, Musico, Astrologo, e Geome-
tra. Fù anco grand'Historico, Geografo,
e Poeta, onde dicevasi Pentatlo, cioè vin-
citore di cinque giuochi, volendogli dino-
tare, che in tutte le professioni egli supe-
rava gl'altri; fù nondimeno in alcuni luo-
ghi ripreso da Strabone. Scrisse molte ope-
re in tutte le professioni, le quali si sono
perdute. S'affaticò nell'inventione delle
due medie per la duplatione del cubo, e fe-
cene commodissimo Instrumento, e driz-
zata una colonna dedicollo alla memoria
ad uso publico, aggiungendovi un'Elegia
in materia della detta inventione, diretta
à Tolomeo Re d'Egitto.
144 220 ENEA da Hierapoli diede opera alle
Matematiche. Ridusse questi in compen-
dio gl'Elementi Geometrici. Scrisse un
trattato delle faci, ò delli specchi, onde
page 30s'accende il fuoco, & un libro di Strata-
gemmi.
144 200 DOSITEO buon Matematico, & A-
strologo de suoi tempi, e peritissimo Geo-
metra. Fù questi familiarissimo d'Archi-
mede, da cui gli fù dedicato il libro delle
linee spirali, e quello della quadratura del-
la parabola. Fugli anco donato il libro de
Conoidi efferoidi. Fù egli grande osserva-
tore de moti celesti, e fù publicatore dell'
otto eteidi. Scrisse de nascimenti, & occa-
si delle Stelle, e delle significationi delle
non erranti. Osservò egli secondo Tolo-
meo nell'Isola di Coo.
149 180 SCILACE da Carianda fù Historico,
Musico, e Matematico, e benche fosse in-
tendentissimo Astrologo, non diede fede
per tanto alle vanità de Genetliaci, del
che fù lodato da Cicerone nei libri della
Divinatione. Scrisse contro l'historia di
Polibio.
154 160 PARMENIONE Matematico, e
Geometra diede opera alla Gnomonica, e
fù, come scrive nella sua Architettura Vi-
truvio, inventore d'un Horologgio solare
detto alla Greca Prostali Istrumena; cioè
che si poteva operare in tutti quei luoghi,
che già erano conosciuti appreso gl'Histo-
rici.
158 145 APPOLONIO da Perga celebratissi-
page 31mo Matematico, e per l'eccellenza sua
chiamato il Geometra. Attese con gran
diligenza alla dottrina degli elementi, e
d'alcune cose trattò più pienamente, che
non haveva fatto Euclide, di cui pare che
tentasse e nella disciplina degl'Elementi,
e nelle cose coniche di oscurare la gloria
Affaticossi nella dimensione del cerchio, e
quadrollo con l'ajuto d'una linea detta da
lui sorella della Cicloide. Dimostrò la ge-
neratione dell'Helica, & insegnò il modo
da trovare le due medie proportionali
Scrisse di perspettiva. Diede opera alla
Gnomonica, e trovò quell'Horologgio,
che dalla similitudine era detto Faretra.
Scrisse delle Teoriche de Pianeti, e mandò
fuori un libro del paragone del Dodecae-
dro, e dell'Icosnedro. Scrissene un'altro
intitolato il luogo risoluto, e de libri della
Settione della proportione, un'altro della
Settione dello spatio, due de contratti,
due delle inclinationi, due altri de luoghi
piani. Scrisse otto libri mirabili, ne qua-
li abbracciò tutta la dottrina Conica; di
questi se ne trovano sol' quattro, gl'altri
sono stati divorati dal tempo.
159 143 ATTALO da Rodi amico di Appol-
lonio Pergeo, à cui esso Appollonio dedi-
cò il quarto de libri Conici, attese alle
, e particolarmente all'Astro-
page 32logia. Scrisse sopra i Fenomeni d'Arato,
ne commentarii di cui fù egli in molte co-
se ripreso da Hipparco.
159 142 ARCHELAO contemporaneo di Pa-
nesio, e Stoico di Setta, fù Astrologo
eccellentissimo de suoi tempi, il quale di-
sprezzò, ne volle servirsi dell'Astrologia
Caldaica, la quale attende alle predittio-
ni. Fa mentione di costui Cicerone nel
secondo della Divinatione.
159 141 CASSANDRO contemporaneo d'Ar-
chelao, fù egli anco Astrologo, e risiutò
il predire le cose future per via dell'Astro-
logia de Caldei. E commemorato da Ci-
cerone apunto nell'istesso luogo.
159 140 ANDREA fù inventore appresso Vi-
truvio d'una sorte d'Horologgio, che egli
chiamò Prospanchima, cioè per ogni cli-
ma, che noi diremo universale; può esse-
re che questi sia quell'Andrea Mecanico,
di cui s'à mentione appresso Oribasio nel
libro delle Machine da conciar l'ossa.
159 140 TEODOSIO da Tripoli di Soria, se
però egli non fù Bitino, come afferma
Strabone, fù Matematico di molta stima,
e scrisse di molte opere, fra le quali eccel-
lentissima è quella, che in tre libri egli
compose degli sferici. Compose anco un
libretto de giorni, e delle notti, diviso in
due libri, & un'altro dell'habitationi, cioè
page 33de varii effetti de moti celesti rispetto di-
versi siti della terra habitata. Scrisse anco-
alcuni commentarii sopra un libro d'Ar-
chimede intitolato l'Esodio. Scrisse pari-
mente sopra un'opera intitolata i Capitoli
di Teuda. Fù inventore insieme con An-
drea di quell'Horologgio, che si disse ad
ogni clima. Hebbe trè figli Matematici,
de quali non s'ha il nome, ne altra cosa
di particolare.
159 140 DIONISIODORO nobile Matema-
tico fù nativo di Cidno. Scrisse un libro,
nel quale insegnò di segare una data sfera
secondo una data proportione. Vive quest'
opera, e fù tradotta da Giorgio Valla, e
di nuovo era promessa da Francesco Mau-
rolico Mesinese. E connumerato da Vi-
truvio fra gl'inventori di varie maniere d'
Horologgi, & attribuitagli l'inventione
d'una sorte, che dalla forma fù chiamata
il Cono. Nella sepoltura di costui fù tro-
vata una lettera, nella quale scriveva, che
essendo egli sceso al centro, il Semidiame-
tro della Terra era di quarantadue mila
stadii.
160 139 CTESIBIO d'origine Ascreo, ma nato
in Alessandria, fù figliuolo d'un Barbiere,
& attese anch'egli da giovinetto alla det-
ta arte; poi diedesi alle cose Geometriche,
e dell'ingegno, nelle quali riuscì di ma-
page 34niera, che fece miracoli. Fù egli invento-
re delle Machine Hidrauliche, con le qua-
li s'alza l'acqua per via d'espressione. Tro-
vò anco le spiritali con l'occasione del ca-
nale di quello specchio, che vien raccon-
tato da Vitruvio. Trovò secondo il me-
desimo gl'Horologgi aquatici, & accreb-
be la dottrina delle Machine semoventi,
che i Greci dissero Automati. Scrisse an-
co delle machine da guerra, & à noi so-
no passati i Belopirii, che trattano della
detta materia. A costui s'attribuisce anco
l'inventione degl'Organi aquatici.
160 138 NINFODORO grande Inventore di
Machine è messo da Vitruvio nella classe
d'Archita, e d'Archimede, e di Ctesi-
bio. Fù ritrovatore, come s'hà appresso
Oribasio, d'una Machina per l'uso della
Chirurgia, detta Glossocomo. Non sò se
questi sia quello, che da Plinio, come Geo-
grafo, è commemorato nella sua historia
naturale.
160 130 HIPPARCO da Nicea di Bitinia
grandissimo Astrologo, e Filosofo insie-
me visse, e fece tutte le sue osservationi
in Rodi. Osservò con grandissima diligen-
za la grandezza dell'anno vertente, e fù
il primo, che s'accorgesse, che le Stelle
fisse hanno un moto proprio secondo l'or-
dine de segni, come hanno i Pianeti. Con-
page 35stituì l'anno grande secondo Censorino d'
anni trecento quattro. S'affatigò nell'os-
servatione de Solstitii, & Equinotii, e fù
di gran giovamento la diligenza sua à To-
lomeo, che osservò molti anni dopo lui.
Pose molto studio nelle Teoriche de Pia-
neti: conobbe l'eccentricità del Sole, e
qual proportione ella s'habbia al semidia-
metro del suo eccentrico. Scrisse un libro
della sfera, uno dell'ascensione de dodici
segni. Dodeci ne compose della quantità
delle rette nel circolo. Scrisse dell'interca-
lazioni. Scrisse contro Eudosso, e Calip-
po nel fatto de concentri, e revolventi.
Publicò un buon volume sopra gl'Appa-
renti d'Arato. Scrisse degl'Asterismi, cioè
dell'osservatione de luoghi delle Stelle fis-
se, & anco de nascimenti, e degl'occasi
delle Stelle. Scrisse dell'Astrolabio, e fù
inventore della Dioctra. Fù Cosmografo,
e corresse i commentarii cosmografi di Era-
tostene, ancorche egli ancora sia in alcu-
ne cose ripreso da Strabone, che và cor-
reggendo ambedui.
164 120 HERONE Alessandrino attese con
genio mirabile alle cose delle Machine,
nella qual Professione hebbe per Maestro
Ctesibio, e diede opera à gl'Elementi, e
scrisse delle diffinitioni Matematiche. S'af-
faticò intorno al modo del trovar le due
page 36medie. Scrisse i metrici, nel qual libro in-
segnava di trovare l'approssimatione del-
la radice d'un dato numero. Seguì sopra
tutti la dottrina d'Archimede, & espose
l'inventioni sue. Trattò delle cinque po-
tenze, dell'opera di cui servissi Pappo nell'
ottavo de suoi collettanei. Scrisse degl'Au-
tomati, e degli spiritali, & anco degl'Hi-
drologii, cioè Horologgii dall'acqua. Scris-
se le Camraiche, e Cambestrie, Machine
da guerra. Publicò parimente Herone un
libro della Geodesia, cioè del misurare i
campi.
174 80 POSIDONIO d'Apamea di Siria Fi-
losofo Stoico trasferissi da giovinetto in
Rodi, ove fece mirabile profitto nelle
scienze. Fù discepolo d'Antipatro Stoico,
à cui successe nella scuola. Fù domestico
di Scipione Affricano, di Pompeo il gran-
de, e di Cicerone. Fù Historico, Geo-
grafo, e Matematico. Scrisse molti libri
di Geografia, nelle quali Strabone si sfor-
zò di riprenderlo in qualche cosa, come
haveva fatto Eratostene, & Hipparco.
Publicò molte opere morali secondo la
Dottrina degli Stoici. Scrisse anco delle Fi-
siche, & attese alle cose dell'Astrologia,
e ne compose volumi, de quali in gran
parte nella sua circolare specolatione si val-
se Cleomede. Investigò con un modo ri-
page 37trovato da lui la quantità del giro della
Terra. Fù esercitatissimo nella dottrina de-
gl'Elementi Geometrici, e come nota Pro-
clo, scrisse un'intiero volume contro Ze-
none Sidonio Epicureo, che l'oppugnava.
Ma quanto nel fatto degl'Elementi Posi-
donio valesse, è chiaro per quello, che s'
hà ne commentarii sopra Euclide fatti
dall'istesso Proclo. Attese ancora all'Astro-
logia de giuditii, come di autorità di Ci-
cerone afferma S. Agostino nella Città di
Dio. Fece Posidonio una sfera, che si mo-
veva à tempo, simile à quella, onde con-
seguì cotanta lode Archimede. Hebbe una
figliuola, di cui, e Menecrate suo marito
nacque un Giasonne, che gli successe nel-
la Scuola.
175 79 HIPSIDE Alessandrino figliuolo di Pa-
dre Matematico diede opera con molto
profitto alle dette scienze. Lasciò alcune
opere nella sua professione, fra le quali so-
no i due ultimi libri de gl'Elementi, cioè
il quartodecimo, e l'ultimo, ne quali si
tratta della dottrina de corpi regolari.
Scrisse anco gl'Anaphorici, overo dell'
Ascensione de segni, della qual'opera si
valse Giorgio Valla. Attese anco alla Mu-
sica Hipside, e scrissene volumi.
175 75 NICOMEDE fù di Tessaglia, grande
Inventore, e fabricatore di Machine da
page 38guerra. Servi Mitridate nell'oppugnatio-
ne di Cizico. Ritrovò egli una linea detta
Quadrante, credo perche servisse à qua-
drare il circolo. Divise con questa l'An-
golo rettilineo in tre parti, cosa difficilissi-
ma, e di maggior'importanza, che à gl'
Idioti non pare. Ritrovò anco una linea
mista nominata dalla sua forma Concoide,
e scrissene un'volume. Di questa si vale-
va per dividere l'angolo, come si disse, &
anco per trovare le due medie proportio-
nali per la duplicatione del cubo. Fanno
honorata mentione di lui Pappo, & Euto-
cio nobilissimi Matematici.
176 75 FILONE di Patria Gadarese scrisse al-
cune cose intorno all'opera d'Archimede
della dimensione del Cerchio, nella qual'
opera s'affaticò d'approssimarsi all'esquisi-
tezza per via de numeri più di quello, che
si facesse Archimede, nel che non fù loda-
to da Eudocio. Fù questo Filone Mae-
stro di Sporo.
176 75 SPORO Niceno di Bitinia Discepolo,
come si è detto, di Filone attese alle Ma-
tematiche, & è connumerato da Eutocio
fra quelli, che trovarono il modo da rad-
doppiare il cubo. Scrisse un'opera intito-
lata i Cerii, ò Cyrii. Parve che volesse
mordere Archimede in lodando il suo
Maestro di maggior esquisitezza nell'in-
page 39ventione delle dimensioni del cerchio.
Non è verisimile che questo Sporo sia
quello, che, come vuole Teone ne com-
mentarii d'Arato, scrisse della natura del-
le Comete, e secondo Achille Statio fece
i Commentarii sopra i Fenomeni dell'istes-
so Poeta.
179 60 DOROTEO Fenicio, e da Sidone fù
Astrologo Giuditiario, e scrissene in versi
un copioso volume, di cui con molta lode
raggiona Giulio Firmico, mostrando che
Manilio ne suoi libri si valesse dell'opera
di costui. Viene celebrato da molti mo-
derni, fra quali sono principali Gioseffo
Scaligero, il Giraldi, e Gioviano Pontano
ne i libri delle cose celesti.
183 45 SOSIGENE Alessandrino grandissi-
mo Astrologo contrasse in Alessandria fa-
miliarità con Giulio Cesare, il quale si ser-
vì poi dell'opera sua nell'accomodamento
dell'anno. Scrisse delle Teoriche de Pia-
neti, e de Moti delle stelle fisse. Fù in-
ventore dell'aureo numero, di cui si valse-
ro gl'antichi per trovare le lunationi. Due
furono i Sosigeni Astrologi, e questo è de
due il più antico; dell'altro scriverassi al
luogo suo.
184 43 TEOGENE Astrologo giuditiario, il
quale attendeva alla detta professione in
Appollonia dell'Epiro. Questi predisse la
page 40sua grandezza ad Augusto, essendo egli
ancora giovinetto, laonde fece battere, es-
sendo fatto Imperatore, le Medaglie con
l'ascendente del capricorno, sotto al quale
egli era nato con sì felice ventura.
184 42 NIGIDIO cognominato Publio gen-
tilhuomo Romano attese alla Filosofia, al-
la Medicina, & all'Astrologia. Scrisse
molte opere gramatiche, fisiche, & appar-
tenenti all'Aruspicina; vuole Eusebio, che
egli fosse Mago; ma che egli fosse Astro-
logo, e valente ne giudicii è chiaro, per-
cioche predisse egli ad Ottavio Padre di
Augusto la grandezza del figliuolo pur al-
lora nato. E famosa la ruota del vasajo gi-
rata da lui per render la raggione delle va-
rie inclinationi de Gemelli. Scrisse Nigi-
dio i Fenomeni, ò libro della sfera all'ele-
vatione d'Egitto, e della Grecia, chia-
mando i fenomeni Egitii sfera Barbara à
differenza della Greca; nei detti libri imi-
tò Arato, e scrissevi de pronostichi delle
mutationi de tempi. Fù amicissimo di
Marco Tullio, & essendo in essilio al tem-
po, che Cesare prese l'Imperio, fù conso-
lato da lui, promettendogli la liberatione,
la quale non ottenne, anzi se ne morì ban-
dito.
191 14 M. Vitruvio Pollione Architetto
famosissimo è incerto di qual Patria si fos-
page 41se. Attese da giovinetto à tutte l'arti mi-
gliori, hebbe cognitione molta buona del-
le cose Geometriche, e particolarmente
attese alle Gnomoniche, & alle Mecani-
che. Militò sotto Giulio Cesare, final-
mente essendo vecchio fù da Ottaviano
Augusto ad intercessione di Ottaviasua
Sorella fatto sopraintendente delle Machi-
ne da guerra, nel qual tempo egli scrisse,
e donò ad Augusto quel dieci nobilissimi
libri dell'Architettura, ne quali breve-
mente comprese tuttociò, che à quella
professione è necessario.
192 12 M. MANILIO Antiocheno di Servo
fatto liberto, & adottato nella famiglia de
Mallii, fù condotto à Roma ne tempi di
Giulio Cesare, e fiorì sotto Augusto, al
quale per le sue qualità egli fù molto gra-
to. Scrisse cinque libri dell'Astrologia in
versi Heroici latini, e dedicolli ad Augu-
sto. Il suo stile è concettoso, & alto, ma
non purgato, e puro. Attese alla Gnomo-
nica, e pose la palla dorata in cima dell'
obelisco in Campo Martio, accioche ser-
visse per vertice dello stile, onde la detta
Piramide mostrava l'hore per via dell'om-
bra.
203 Doppo
Chri-
sto
36
ARRUNTIO fù della Città di Fer-
mo di basso lignaggio. Il Padre chiamossi
Lutio. Venne à Roma essendo ancora
page 42fanciullo, dove ne tempi di Varrone, di
Cicerone, di Nigidiodiede opera alla Fi-
losofia, & alle Matematiche, ma sopra tut-
to dilettossi dell'Astrologia, onde per via
de calcoli astronomici ritrovò l'hora della
fondatione di Roma, e l'ascendente suo,
e con l'istesse raggioni trovò la constitu-
tione del Cielo nell'hora che nacque Ro-
molo, il che fece ad instanza di Terrentio
Varrone, di cui era molto familiare. Scris-
se in lingua Greca delle stelle. Pare ch'
Egli fosse Geografo, & anco historico. Fù
amico, e familiare di Ottaviano Augusto,
e fù due volte Console sotto lui. Essendo
finalmente negl'ultimi anni di Tiberio im-
putato di esser'intervenuto in una congiu.
ra contro lui, temendo di non esser fatto
morire, crudelmente da se medesimo si tol-
se la vita, essendo vecchio di novantadoi
anni in circa.
203 37 TRASILLO, ò TRASIBULO fù
Astrologo giuditiario amato, & accarez-
zato molto da Tiberio. Fù egli, per quan-
to è da credere, da Rodi, perche da quell'
Isola fù condotto à Roma da Tiberio, ove
egli fù conosciuto per il suo valore anco da
Augusto, che allora viveva. Fù musico,
e ne scrisse libri, ove trattava del movi-
mento Harmonico de pianeti. Scrisse del-
la figura del Sole. Trattò di Geografia.
page 43Mando fuori Efemeridi. Predisse à Nero-
ne, ch'Egli otterrebbe l'Imperio.
204 40 CLEOMEDE Stoico di Setta scrisse
in prosa un libro, che egli intitolò la circo-
lare specolatione, la quale si è conservata,
& è stata recata in latino da Giorgio Val-
la. In questo ragionò de cerchi celesti, e
di tutto quello che si aspetta ad una som-
maria cognitione dell'Astrologia. Scrisse
in oltre un libro d'Aritmetica, il quale si
conserva nelle librarie d'Italia, e promesso
alla luce gran tempo fà dall'Accademia
Venetiana. Compose anco un'opera, il
cui titolo era del Moto de Corpi gravi per
un'medesimo mezzo: questa, la quale à
mio giuditio doveva esser bellissima, non
si trova.
207 50 SULLA. Questi al nome pare che fos-
se Romano. Diede opera alla giuditiaria,
e di lui non si sà altro se non che egli, co-
me narra Suetonio, predisse la morte di
Calligola.
212 70 MARINO da Tiro Geografo, e Cos-
mografo de suoi tempi non ignobile. De-
scrisse le Tavole Geografiche, nelle quali,
per non haver usata la diligenza, che do-
veva, & haver tralasciate molte cose neces-
sarie, fù emendato nella sua Geografia da
Tolomeo. A questo Marino s'attribuisco-
no le Protcorie sopra i dati d'Euclide.
page 44
217 90 ASCLETARIONE visse in Roma,
e diede opera all'Astrologia genetliaca.
Questi, come narra Suetonio, predisse la
morte à Domitiano, il quale fattolo per-
ciò chiamare à se, interrogollo di qual mor-
te dovesse morire, e quando; & egli rispo-
se che presto sarebbe lacerato da cani, l'
Imperatore, fattolo occidere, ordinò, che
fosse abbrusciato, ma levatosi un gran tem-
porale smorzossi il fuoco; la onde sepolto
il corpo mezzo arso fù la notte dissotterra-
to, e divorato dai Cani, & indi à poco
Domitiano, secondo il suo pronostico, fù
ucciso.
218 94 AGRIPPA è verisimile, che fosse Lati-
no, ponendosi mente al nome; nondime-
no ciò può esser falso volendo Tolomeo
che Egli fiorisse in Bitinia. Fece alcune
osservationi delle cose celesti, delle quali
poi nell'Almagesto si valse Tolomeo.
221 109 MENELAO Alessandrino fù gran
Matematico, & Astrologo. Questi fece le
sue osservationi in Roma. Fù Geometra
ancora, e diede opera con molto frutto al-
la dottrina de gl'Elementi, per la qual ca-
gione egli vien commemorato da Proclo
ne i suoi Commentarii. Trattò in sei libri
la dottrina de Seni. Scrisse un libro de
Triangoli, il quale ancora vive. Publicò
un libro de gl'Elementi sferici, come avan-
page 45ti à lui haveva fatto Teodosio. Fù inven-
tore come narra Pappo, d'una linea detta
Paradossa, del genere dell'heliche, delle
quadranti, delle conchoidi, e cissoidi. Fù
grande osservatore delle cose celesti, delle
osservationi di cui si valse Tolomeo nell'
Almagesto.
227 130 APOLLODORO Damasceno gran
Mecanico de suoi tempi servì dui Impera-
tori Trajano, & Hadriano. Questi fù
quello, che fece di comissione di Trajano
il Ponte sul Danubio, e fabricò Machine
da guerra in servitio d'Hadriano, e scrisse-
ne un libro intitolato i Poliarcetici, cioè
dell'espugnatione, di cui ne suoi Aversorii
fà mentione il Turnebò.
228 135 DIODORO Alessandrino fù cogno-
minato Valerio, e nacque di un Polione
famoso Filosofo de suoi tempi. Attese alla
filosofia, & alle Matematiche. Scrisse mol-
to delle cose celesti, e meteorologiche.
Diede opera alla Gnomonica, e scrisse, co-
me si ha da Pappo, dell'Analemma. Scris-
se, come appare, de pesi, e della libra. E
lodato, e commemorato da Proclo, da
Alessandro Afrodiseo, e da altri.
229 140 DAMIANO Larisseo Matematico,
attese alla perspettiva, e publiconne un
volume, del quale si valse il Valla nella
sua Geometria.
page 46
232 250 NICONE Pergameno Padre di Gale-
no il gran Medico. Fù questi Architetto,
e Geometra, ma più nome conseguì egli per
cagione del figliuolo, che della professione.
232 152 HELIODORO da Larissa discepolo
forse di Damiano attese alle cose di per-
spettiva, e scrisene un Trattatello in lin-
gua Greca, sopra il quale tradotto in vol-
gare, fece alcune fatiche Egnatio Danti
Perugino, che fù poi Vescovo d'Alatri.
233 154 NICOMACO da Gerasa Città di Si-
ria scrisse un trattato di Musica intitolato
Manuale, o Enchiridio, il quale si trova
manuscritto in lingua Greca. Scrisse due
libri Aritmetici, che pure si trovano intie-
ri, ne quali non discende all'arte de conti,
ma se ne sta solamente nella purità delle
speculationi, contemplando le proprie pas-
sioni, e quelle cose, che per se accaggiono
à numeri. Scrisse anco un libro delle me-
dietà, allegato da Pappo. Fù Nicomaco
filosofo di Setta Pitagorico, come viene
affermato dal detto Pappo, eda altri Scrit-
tori.
233 255 TEONE gran Matematico, & Astro-
logo osservò i moti celesti nel tempo dell'
Imperio di Hadriano. Fù amico di Tolo-
meo, il quale come afferma in più d'un
luogo dell'Almagesto, si valse dell'osser-
vationi sue.
page 47
233 155 TOLOMEO cognominato Claudio
Alessandrino di Patria, ma d'origine da
Pelusio Egittio, grandissimo Geometra,
& eccellentissimo Astrologo diede opera
alla Filosofia, & alle Matematiche nella
sua Patria. Scrisse molte opere, & attese
con gran cura à tutte le Matematiche, in-
cominciando da gl'Elementi, nella mate-
ria de quali scrisse alcune cose intorno alle
parallele. Scrisse di Perspettiva più libri,
ne quali trattò de gli specchi. Nelle Me-
caniche affaticossi ancora, e scrisse un trat-
tato de momenti elementare alla detta
professione. Nella Gnomonica fù dottissi-
mo, e lasciò scritto il libro dell'Analem-
ma, dal quale tutta la Gnomonica dipen-
de. Scrisse del Planisferio un nobilissimo
trattato, nel quale mostra, da quali rag-
gioni si faccia in quell'instrumento la pro-
jettione della sfera nel piano, posto l'oc-
chio nel polo antartico. Di Musica scrisse
tre libri, ne i quali non lasciò cosa addietro,
che fosse necessaria ad un' perfettissimo
trattato della detta professione. Scrisse un
succinto libretto delle significationi delle
non erranti, nel quale raccolse l'osservatio-
ni di Messone, d'Eutemone e d'altri A-
strologi più antichi di lui infino à Cesare.
Scrisse la Geografia in otto libri, ne quali
raccolse tutte le Provincie conosciute à
page 48suoi tempi, e determinò le Città più fa-
mose per via delle longitudini, e latitudi-
ni. Compose l'Almagesto libro divino,
nel quale raccolse quanto s'aspetta alla co-
gnitione de moti de Cieli, & alle Teori-
che de pianeti, e delle stelle fisse, la qual'
opera divise in sedici libri. Scrisse apparte-
nenti alla Giuditiaria quattro libri, dal un-
mero de quali chiamollo il Quadripartito.
Scrisse ultimamente il Centiloquio, che
da Greci fù detto i frutti, nel quale rac-
colse cento sentenze in guisa d'Aforismi,
appartenenti alla stessa professione de Giu-
ditii.
234 260 SOSIGENE Peripatetico attese all'
Astrologia. Fù Maestro d'Alessandro
Afrodiseo. Scrisse delle cose Teoriche,
cioè de Revolventi, ne quali si sforzava
secondo la dottrina di Calippo e di Eudos-
so di salvar' l'apparenza senza eccentrici,
& epicicli. Scrisse anco molti libri di per-
spettiva, & alcune cose appartenenti alle
Meteore. Di costui fanno mentione Ales-
sandro, e Simplicio ne commentarii loro.
239 180 ATENEO da Neucrate d'Egitto
buon Filosofo, e Geometra scrisse de , & un libro di Machine da guer-
ra dedicato da lui à Marcello, ò Marco
Aurelio Imperatore.
245 202 GEMINO amico della Filosofia peri-
page 49patetica, e Matematico Eccellentissimo
scrisse un'opera mirabile intitolata dell'
Enarrationi, ò Percettioni Matematiche,
nella quale trattò in universale delle Ma-
tematiche, sicome Aristotile fece delle co-
se fisiche. Scrisse anco un libro dell'ordi-
ne delle Matematiche, e s'affaticò intorno
le cose d'Archimede. Trattò le cose Me-
teorologiche, e scrisse l'institutioni à Fe-
nomeni, & è uno di quelli che esposero gli
apparenti d'Arato. Francesco Barocci vuo-
le, che di Gemino sia quella sfera, che si at-
tribuisce à Proclo; il medesimo Barocci lo
ripone fra coloro, che trattorno di Cosmo-
grafia.
247 210 ADRASTO d'Afrodisia compatrio-
ta d'Alessandro, e suo contemporaneo, e
come lui di Setta Peripatetico fece com-
mentarii sopra i dieci Predicamenti d'Ari-
stotile. Affaticossi ancora sopra i Fenome-
ni d'Arato. Scrisse libri di musica mol-
to eccellenti, de quali fa mentione Gior-
gio Valla nella musica.
248 215 DEMETRIO Alessandrino. Questi
secondo il testimonio di Pappo scrisse trat-
tati de Grammici, cioè di materie lineari,
ne quali scrisse di molte linee, che si chia-
mano trovate à luoghi delle superficie, e
d'altre piegate, e curve, le quali hanno
molti simptomi mirabili.
page 50
249 220 FILONE Tianeo contemporaneo di
Demetrio scrisse della stessa materia delle
linee, i libri di cui secondo Pappo furo-
no tenuti in molta riputatione da Mo-
derni.
265 285 ANATOLIO Alessandrino da giovi-
netto attese alle cose di Dialettica, di Ret-
torica, & alla Filosofia. Diede opera an-
co alle Matematiche, e fù di professione
Christiano, e Vescovo di Laodicea. Die-
de opera con molto frutto, come afferma
S. Girolamo, all'Aritmetica, alla Geome-
tria, & all'Astronomia. Lasciò scritti die-
ci libri di Aritmetica, & alcuni calcoli so-
pra la retta celebratione della Pasqua.
269 300 PORFIRIO, che per proprio nome
si disse Malco, figliuolo di Malco da Ti-
ro, fù discepolo di Jamblico di Ammo-
nio Sacca, e di Plotino, come Peripate-
tico. Scrisse molte opere in diverse pro-
fessioni, oltra il libro de Predicabili. Fù
buon Matematico, e particolarmente diede
opera alle speculationi di musica; onde lasciò
dottissimi commentarii sopra i trè libri di
Musica di Tolomeo. Fù acerbissimo ne-
mico del nome Christiano, e scrisse loro
contra libri non meno empii, che sottili,
& acuti.
274 330 GIULIO Firmico Siciliano attese all'
Astrologia Giuditiaria, e scrisse otto libri,
page 51ne quali inseri tutto quello, che appartie-
ne alla Dottrina Apotelesmatica. Scrisse
anco un libro del conocratore, cioè del Si-
gnore del tempo della genitura, e promi-
sene dodici dell'Astrologia, & alcune al-
tre opere, che non si trovano.
274 CARPO Antiocheno buon Matema-
tico de suoi tempi diede opera alla Dot-
trina elementare, e scrisse un trattato del-
la natura dell'Angelo. Attese principal-
mente alle Mecaniche, onde Mecanico fù
detto da Proclo. Per l'istessa cagione vien
anco lodato da Pappo nell'ottavo. Fù egli
amico delle cose d'Archimede, e scrisse
alcuna historia delle cose publicate da lui.
Simplicio vuole che Carpo guardasse il cer-
chio per via d'una linea, che egli chia-
mo generata da doppio moto.
285 365 DIOFANTO Alessandrino Aritme-
tico, Astronomo, Geometra, e Musico
scrisse d'Aritmetica tredici libri ingegno-
sissimi, sopra i due primi, de quali ag-
giunse Scolii Massimo Planude, hora sei
di questi ha , e publicato Gugliel-
mo Xilandro Augustano. Compose anco
un libro de numeri Poligonii. Lasciò an-
cora un libro appartenente alle cose Har-
moniche, il quale non è ancora stato tra-
dotto. Scrisse parimente un libro intitola-
to il canone Astronomico, sopra il quale
page 52fece commentarii Hipasia figliuola di Teo-
ne Alessandrino.
286 368 DIODORO Monaco Ciziceno di Pa-
tria, e Prete della Chiesa d'Antiochia,
& al fine Vescovo della Città di Tarso di
Cilitia. Fù discepolo d'Eusebio Emese-
no. Espose la Scrittura Sacra, e nelle Ma-
tematiche scrisse molto, e fra l'altre ope-
re da Svida sono allegate queste, cioè del-
la sfera, delle cinque Zone, del contra-
rio movimento delle Stelle, e commenta-
rii sopra la sfera d'Hipparco, Discepolo
di Diodoro. Fù Giovane Cristiano.
291 398 TEONE Alessandrino Filosofo, e Ma-
tematico, e publico lettore delle Mate-
matiche in Alessandria; percioche egli ha-
veva il carico d'interpretare il libro degl'
Elementi, e le cose dell'Almagesto di To-
lomeo. Onde sopra l'una, e l'altra di quel-
le opere affaticossi egregiamente; ma so-
pra tutte bella fù la fatica, ch'egli fe-
ce sopra l'Almagesto. Scrisse anco al-
tre opere. Illustrò il libro dei Dati, e la
Perspettiva d'Euclide, & esplicò i libri
della Musica di Tolomeo. Sopra i Feno-
meni ancora fece studio, & illustrogli, e
scrisse dell'Aritmetica. Vuole anco Sui-
da ch'egli scrivesse de segni, & osserva-
tioni delli Ucelli, e della voce de Cor-
vi. Scrisse parimente del crescere del Ni-
page 53lo, e del nascimento della Canicola. Il-
lustrò di Scolii ol canone spedito di Tolo-
meo, e l'Astrolabio picciolo. E verisimi-
le, che questi sia quello, che fece i com-
mentarii sopra gli apparenti di Arato. Fe-
ce anco Teone alcune Tavole Astrono-
miche, le quali si conservano nella libra-
ria Regia
292 390/note> PAPPO Alessandrino Filosofo, e Ma-
tematico attese alla dottrina degli Elemen-
ti, & in ciò vien lodato, e ricordato da
Proclo. Scrisse otto libri, ch'egli chiamò
collettanei, ò collettioni matematiche, ne
quali come Ape ingegnosissima, scelse tut-
te le più belle cose, che s'habbiano le
Matematiche, e le ridusse in un corpo,
nell'ottavo de quali comprese una succin-
ta, e persetta introduttione di quelle co-
se, che s'aspettano alla cognitione delle
Mecaniche, e particolarmente fece trat-
tato secondo la dottrina d'Archimede, e
di Herone delle cinque potenze. Lasciò
scritto ancora Scolii sopra i Conici d'Apol-
lonio, e sopra l'Almagesto. Scrisse inol-
tre la Corografia di tutto il mondo habi-
tabile, de fiumi di Libia, & un trattato
del giuditio de Sogni.
292 392 CRATISTO, amico di Pappo, e di
Proclo attese alle Matematiche, e come
s'hà da Proclo, fù acutissimo nell'inven-
page 54tioni, e nelle solutioni non per arte ch'egli
v'usasse, ma per grandissima acutezza d'
ingegno, e bontà di natura. A costui de-
dicò Pappo alcuni libri degli otto delle
Collettioni.
292 393 PROCLO Licio trasferito in Atene
fecesi discepolo di Plutarco, di Nestorio
gran Platonico, e di Siriano, & Olimpio-
doro ottimi Peripatetici. Giovanni Zona-
ra vuole ch'egli udisse anco Jamblico il
gran Pitagorico. Scrisse in tutte le facol-
tà volumi acutissimi, cioè nella gramma-
tica, e nella filosofia. Commentò l'opere,
e i giorni d'Hesiodo, e scrisse alcuni hin-
ni misteriosi sopra il Sole, e Venere, per
cagione de quali dal Giraldi vien connu-
merato fra i Poeti. Scrisse opere morali
della buona educatione, della buona di-
sciplina, e del modo del vivere. Scrisse
ancora commentarii dottissimi sopra i Dia-
loghi di Platone. Scrisse una succinta difs-
putatione del moto. Scrisse un libro del-
le cause, e commentarii sopra i libri d'Ari-
stotile. Publicò molte opere intorno alla
Teologia etnica, imitando Pitagora, Pla-
tone, Plotino, & altri. Fù nemico della
Religion Cristiana, e scrissele contro, all'
obiettioni di cui rispose G. Gramatico.
Nelle Matematiche lasciò scritti quei no-
bilissimi commentarii sopra il primo d'Eu-
page 55clide, i quali furono tradotti in latino da
Francesco Barocci gentilhuomo Venetia-
no. Scrisse un libretto della sfera; se pe-
rò, come vuole il detto Barocci, non è
di Gemino. Lasciò parimente un libro in-
titolato le Hipotiposi Astronomiche, il
quale non è altro che un'abbreviatione
delle cose di Tolomeo intorno alle Teori-
che de Pianeti. Scrisse anco dell'Astrola-
bio, cioè della fabrica, & uso suo, il qua-
le s'hà per le mani de Studiosi, publica-
to da Guglielmo Cavallatte. Hebbe Pro-
clo molti discepoli, e fra gl'altri Ammo-
nio d'Hermea grandissimo Peripatetico,
il quale fù poi Maestro di Simplicio, e di
Giovanni Grammatico. Successegli nella
scuola Marino Neapolito.
294 395 HILARIONE Antiocheno huomo
nella gioventù sua assai dissoluto, partito-
si per alcuni strani avvenimenti dalla Pa-
tria sua desideroso di attendere alli studii
della Filosofia, trasferissi in Atene per far-
si discepolo di Proclo, ma per il soverchio
suo lusso non fù accettato da lui. Attese
poi alle Matematiche, e scrisse delle Teo-
riche de Pianeti molto garbatamente.
294 400 HIPASIA Alessandrina figliuola di
Teone fù nelle lettere Donna mirabile,
onde cognominossi Filosofa. Diede ope-
ra felicemente alle Matematiche, nelle
page 56quali fù ammaestrata dal Padre. Scrisse
commentarii sopra il canone astronomico
di Tolomeo, e sopra i Conici d'Apollo-
nio. Scrisse parimente sopra l'Aritmetica
di Diofanto; finalmente per invidia fù
ammazzata per opra d'un Cirillo capo,
come dice Svida, della contraria fattione,
cioè, come io stimo, concorrente del Pa-
dre.
294 404 TEOFILO Alessandrino successe nel
Vescovato d'Alessandria à Pietro, che fù
il ventesimo Vescovo di quella Città, fù
gran Teologo, e Matematico. Scrisse fra
l'altre cose un libro della retta celebratio-
ne della Pasqua, il quale fù tradotto in la-
tino da S. Girolamo. Hebbe gara con S.
Giovanni Crisostomo, e fù principalissi-
ma cagione, ch'egli fosse cacciato di Co-
stantinopoli.
297 410 ISIDORO, e Vulpiano fratelli Ales-
sandrini studiarono in Atene, e furono
discepoli di Seriano, e condiscepoli di Pro-
clo. Di questi due Vulpiano di minor'età,
fù d'ingegno acutissimo, & attissimo alle
Matematiche, di maniera, che Seriano
ne rimaneva ammirato. Isidoro attese agl'
istessi studii, onde compiacendosi del suo
ingegno Teone gli diede Hipasia sua fi-
gliuola per moglie. Questi due non si sà,
che scrivessero cosa alcuna.
page 57
302 432 CIRILLO Alessandrino Vescovo nel-
la sua Patria, Nepote, cioè figliuolo d'un
fratello di Teofilo, di cui si ragionò di
sopra, fù prima Monaco del Monte Car-
melo. Tenne il luogo di Papa Celestino
nel Concilio di Efeso di 200. Vescovi con-
tro Nestorio, e Pelagio. Fù d'ingegno
acutissimo, Filosofo, Teologo, e Mate-
matico. Scrisse molte opere Teologiche.
Scrisse anco del Ciclo Pascale un libro,
nel quale contro i Calunniatori difese la
dottrina di Teofilo suo Zio.
304 440 ARISTIDE Quintiliano fù Musico, e
scrissene tre libri dottissimi in lingua Gre-
ca, i quali hoggi vivono. Raccolse egli
in quelli quanto in quella professione à
suoi tempi si poteva desiderare, e parlon-
ne larghissimamente.
307 450 GIOVANNI Gramatico cognomina-
to Philopono, cioè amico della fatica, fù
discepolo di Hammonio di Hermea, e
condiscepolo di Simplicio. Fù gran Filo-
sofo Peripatetico, e commentò gran parte
dell'opere di Aristotile. Attese anco alle
Matematiche, onde si vedono ne suoi
commentarii feminate molte cose, delle
quali appare quanto egli ne fosse intenden-
te. Scrisse egli commentarii sopra i libri
Aritmetici di Nicomaco Geraseno, i qua-
li vivono, e si trovano nell'Accademia
page 58Venetiana, che prometteva di publicarli.
307 450 SIMPLICIO di Patria Cilice fù con
Giovanni Gramatico discepolo d'Ham-
monio d'Hermea in Atene, onde diven-
ne Filosofo Peripatetico acutissimo, e com-
mentò con infinita lode i libri fisici, e quel-
li del Cielo d'Aristotile. Questi fù anco
assolutissimo Matematico, di maniera, che
non vi fù autore alcuno eccellente nelle
dotte professioni, che da lui non fosse ve-
duto, la onde egli ne riempì largamente
tutti i suoi commentarii, il che à noi nel
tessere la nostra historia, è stato d'infini-
to ajuto; Ciò conobbe Alessandro Pico-
lomini, che tradusse dal Greco tutte le
cose, che Simplicio ne commentarii de li-
bri fisici raccolse appartenenti alla quadra-
tura del Cerchio. Fù empio questo Filo-
sofo, onde per diffender Proclo, che la-
trò contro noi, sempre fù contrario à Gio-
vanni Grammatico, che la prese per noi.
Fù da quell'Uranio, di cui fa mentione
Agatia, condotto con altri Filosofi à Co-
sroa Re di Persia, che in quel tempi era
stimato grand'amatore della Filosofia.
307 450 PASCASINO Siciliano huomo San-
to, e Vescovo fù gran Teologo, e Ma-
tematico. Sedè Legato di Papa Leone il
grande nel Concilio Calcedonense contro
Eutiche, e Dioscoro, e scrisse gl'atti di
page 59quel Concilio. Affaticossi intorno à callco-
li, e scrisse al detto Pontefice della retta
celebratione della Pasqua due Epistole.
308 450 GIOVANNI Filadelfio di Lidia scris-
se un libro de mesi, un'altro de segni dell'
aere, e d'alcun'altre suppositioni Matema-
tiche delle quali scrivendo ragionava con
un Gabrielle Hipparco, cioè Prefetto. Co-
tanto solo di costui scrive Suida.
309 460 VITTORINO Aquitano della Città
di Limoges fù grandissimo Computista, e
ne i tempi d'Hilario, che successe à Leo-
ne, s'affaticò ne Cicli Pascali di commis-
sione del detto Pontefice, e composene
uno di cinquecento, e trentadue anni, il
quale per la grandezza sua chiamossi Ciclo
magno, nel quale fù tenuto ch'egli haves-
se superato quelli, che prima di lui fra
Greci ne havevano scritto, e fù accettato
da Latini, ma non da Greci, onde nacque-
ne scisma. Contro costui scrisse Vittorio
Vescovo di Capua, sostentando il Ciclo
degl'Alessandrini. Venne poi Dionigi Ro-
mano, che diede grand'assesto alle diffe-
renze loro.
310 462 SERENO d'Antista una delle Città
di Lesbo fù buon Matematico, e Filosofo
insieme Peripatetico. Scrisse due bellissimi
libri, l'uno della Settione del Cilindro, e
l'altro della Settione del Cono per lo ver-
page 60tice, le quali opere dedicò ad un Ciro suo
amico. Questi libri furono tradotti in lati-
no, & illustrati di Scolii da Federico Com-
mandino, e donati à Francesco Maria se-
condo figliuolo di Guido Baldo secondo
Duca d'Urbino.
310 464 PROTERIO Vescovo d'Alessandria
attese à Calcoli Astronomici, e scrisse à
Leone Papa tre Epistole, & una ad Hila-
rio della retta celebratione della Pasqua.
Fù amazzato da successori di Dioscoro
Eretico, e creato Vescovo dopo lui Timo-
teo fautore di quella Setta.
312 470 MAUGANTIO di Brettagna attese
all'Astrologia giuditiaria, e scrisse i Cano-
ni Matematici, & altre opere di detta pro-
fessione.
314 480 VITTORE Vescovo di Capua huo-
mo dottissimo, e versatissimo ne computi
scrisse, come fù detto contro Vittorino
Aquitano intorno alla retta celebratione
della Pasqua, sopra il calcolo di cui scrisse
Albone Floriacense.
Qui
Manca
l'uso
dell'O-
limpia-
de
500 ALIPIO Greco scrisse nella sua lingua
un'introduttione alle cose della musica as-
sai breve, la quale si conserva nella libraria
di S. Salvatore in Bologna, e nello studio
nostro.
GAUDENTIO Greco Filosofo, e
Musico. Scrisse egli anco un'introduttio-
page 61ne alle cose della musica, nella quale con
molta brevità raccolse tutto quello, che
s'aspetta ad una succinta informatione de
termini della detta professione; quest'ope-
ra similmente habbiamo noi Greca, e ma-
nuscritta fra i libri nostri.
526 BOETIO, che si disse Anitio Manilio
Severino discese dalla famiglia de Torqua-
ti, nobilissimo Cittadino, e Patritio Ro-
mano attese à tutte le buone arti, e fù
grandissimo Filosofo, Teologo, e Mate-
matico. Scrisse sopra molti libri logici d'
Aristotile, tradotti da lui. Tradusse alcu-
ni libri d'Euclide, à quali aggiunse alcune
raggioni del misurare. Affaticossi intorno
la quadratura del circolo. Fece parafrasi
sopra l'Aritmetica di Nicomaco. Scrisse
cinque libri di Musica, & altre cose. Fù
tre volte Console, & un tempo felicissimo;
al fine caduto per opera de maligni in so-
spetto à Teodorico Re de Goti fù da lui
relegato in Pavia, e finalmente fatto mori-
re. Nella sua prigionia scrisse quel mirabi-
le libro della Consolatione filosofica. Men-
tre fù in gratia di Teodorico, servillo alcu-
ne volte in cose d'ingegno, come s'ha in
alcune lettere, scrittegli dal detto Prenci-
pe, dalle quali raccogliesi anco quanto stu-
dio ponesse Boetio nelle cose d'Archime-
de, e de gl'altri buoni Autori.
page 62
540 DIONISIO Romano cognominato
picciolo fù Abbate, non sò di qual Mona-
sterio. Fù huomo di gran scienza, & Arit-
metico perfettissimo. Affaticossi intorno
al computo Pascale, & aggiunse à Calen-
darii l'aureo numero, e confermò il Ciclo
grande di Prospero, e Vittorino Aquitani,
se bene in questo Ciclo i posteri hanno sco-
perto errore. Fù dotto della lingua Gre-
ca, e da quella recò molte cose de Greci
in latino appartenenti al detto computo.
550 ISIDORO Milesio fù compagno di
Antemio Tralliano, e grandissimo Mate-
matico, & ingegniero, perciòche principa-
lissima professione fece egli delle Machine.
Trovò il modo da trovare le due medie
proportionali con un'Instrumento chiama-
to da lui Diabete. Nelle Matematiche fù
discepolo di costui Eutocio Ascalonita, il
quale ne commentarii sopra i libri d'Ar-
chimede fece honorata memoria del suo
Maestro.
552 ANTEMIO da Tralli Città di Lidia.
Fù questi gran Matematico, ma sopra tut-
to attese alle Mecaniche. Fù egli per il suo
valore chiamato da Giustiniano, il quale,
come scrivono Agatia, e particolarmente
Procopio, fece fabriche magnifiche, & im-
portantissime, sua quali restaurò il grandis-
simo tempio di S. Sofia. Scrisse Antemio
page 63libri della sua professione, & hoggi conser-
vasi nella Biblioteca Vaticana un suo libro
intitolato delle Machine paradosse, cioè
maravigliose. Fù Maestro eccellentissimo
delli specchi, che abbrusciano, e fecene
belle prove. Fù egli cosi familiare di Euto-
cio, che da quel valent'huomo tutti i com-
mentarii fatti sopra l'opere d'Archimede
furono dedicati a lui.
EUTOCIO Ascalonita discepolo, co-
me si disse, d'Isidoro Milesio, & amico
d'Antemio, fù grandissimo Geometra, &
udì dal suo Maestro l'interpretatione de più
dotti Matematici, cioè d'Archimede, di
Pappo, di Herone, d'Euclide, d'Apollo-
nio, e de gl'altri di quella classe: Commen-
tò i libri d'Archimede della sfera, e del
Cilindro sopra gl'Equeponderanti, sopra
i Conici d'Apollonio, sopra l'Almagesto
di Tolomeo. Affaticossi parimente sopra
il libro d'Archimede della dimensione del
Circolo. Sono tutte le fatiche di questo
grand'huomo state illustrate, e publicate
dal Comandino.
555 CRISE Alessandrino grand'ingegnie-
ro di Giustiniano servillo in fabriche di
molta importanza, come s'ha da Proco-
pio, ove scrive degl'Edificii mirabili del
detto Imperatore.
600 HERONE dalla professione Mecanico, attese con gran profitto
alle cose Geometriche, e particolarmente
al negotio delle Machine. Scrisse un libro
delle Machine da guerra, il quale non ha
molto, fù tradotto dal greco, & illustrato
di Scolii da Francesco Barocci. Questo
non compose Herone di suo ingegno, ma
raccolse le cose de gl'Antichi, e fecele più
chiare. Scrisse anco un'opera di Geodesia
tradotta dal medesimo Barocci. Mandò
fuori anco un libro de gl'Horologgi solari,
& un libro della positione de medesimi.
Nella sua Vita habbiamo notato l'errore
di coloro, che lo confondono con l'Ales-
sandrino. Il nostro fù Cristiano, come ma-
nifestamente dall'opera sua si raccoglie, e
vi ha qualche inditio, ch'egli fosse di Co-
stantinopoli.
619 LORENZO Italo, così cognominato
fù Arcivescovo di Doroberna in Inghilter-
ra; e scrisse del computo Pascale un' libro
molto dotto.
680 ADELMO Bladuvino Inglese fù Ab-
bate in Scotia del Monasterio Maidulben-
se dell'ordine di S. Benedetto. Fù huomo
dottissimo, e scrisse molte opere sacre. Fù
gran Computista, e scrisse egli anco della
tetta celebratione della Pasqua.
GEOLFRIDO anch'Egli Inglese, &
Abbate dell'ordine Benedettino del Mo-
page 65nasterio di S. Pietro, e Paolo in Inghilter-
ra, fù grande nella ragione de computi
Ecclesiastici, e scrisse un trattato in modo
di Epistola al Re de Pitoni della retta ce-
lebratione della Pasqua. Fù questi Mae-
stro del Santo, e Venerabil Beda.
730 BEDA Prete, e Monaco del Mona-
sterio di S. Pietro, e Paolo in
dell'Ordine di S. Benedetto, fù oltre la
Santità della vita dottissimo Filosofo, Teo-
logo, e Matematico, e sopra tutto attese
alle cose Astronomiche appartenenti agl'
usi della Chiesa, & à computi Ecclesiasti-
ci. Scrisse sopra tutta la Sacra Scrittura e
vecchia, e nuova. Scrisse parimente histo-
rie, Croniche, & altre cose in prosa, & in
versi. Ridesi Tritemio di coloro, che vo-
gliono, ch'egli fosse cieco.
850 LEONE Magno Costantinopolitano
fù discepolo di Michele Psello, & insegno
le Matematiche in Costantinopoli sua Pa-
tria ne tempi di Teofilo, e di Michele
Imperatori.
880 ALBUMASARO è il più antico de-
gl'Arabi, che dessero opera alle Matema-
tiche. Fù di natione Spagnuolo, & eccel-
lentissimo Astrologo. Scrisse l'Introdutto-
rio Astronomico, ampliò l'Almagesto,
epitomato da Albategnio, compose Dia-
loghi, nequali si sforzò di provare, che la
page 66Zona torrida fosse habitabile. Scrisse otto
libri delle gran congiuntioni, & i fiori dell'
Astrologia. Hebbe questi un figliuolo det-
to Abalachio anch'esso Matematico no-
bile.
880 HUGBALDO di Natione France-
se Monaco Benedettino nel Monasterio
Cluonense, fù dottissimo Filosofo, Musi-
co, e Poeta. Scrisse molte opere, e fra l'
altre un libro di musica ne tempi di Carlo
Calvo.
884 MESSALA Spagnuolo, e di natione
Arabo fù Medico, e Matematico nobilis-
simo. Scrisse un trattato degl'Elementi,
& uno degl'orbi celesti. Scrissene un'altro
della virtù del Motore. Fù giuditiario cu-
rioso. Affaticossi intorno il Planisferio di
Tolomeo, e fecene quasi una Parafrasi in
lingua Arabica.
884 ALBATEGNO d'Arata Città vicina
à Damasco fù Medico, & Astrologo ec-
cellente, e tradusse in Arabico tutte l'ope-
re di Galeno, e fece commentarii sopra l'
apse d'Aristotile. Fù grande osservatore
de Moti celesti, & amicissimo dell'opere
di Tolomeo, di cui restrinse, & epitomò
l'Almagesto. Scrisse un trattato del Mo-
to delle stelle. Emendò la quantità dell'
anno osservata da Tolomeo. Affaticossi
intorno alle Teoriche de Pianeti, e corres-
page 67se la quantità dell'eccentrico osservato da
Tolomeo. Scrisse in oltre un trattato dell'
hore de pianeti, il quale affermò d'haver
veduto Giovanni Stoflero nel suo trattato
dell'Astrolabio.
900 ISACIO Monaco Greco, e cognomi-
nato Argiro. Fù questi buon Matematico
de suoi tempi. Scrisse alcuni scolii succinti
sopra gl'elementi d'Euclide, che si sono
conservati, e non ha molto furono publica-
ti per opera di Giovanni Sambuco, il qua-
le gli haveva manuscritti nella sua libraria.
Fù Musico parimente Isacio, e scrisse
commentarii sopra la musica di Tolomeo.
Scrisse del Planisferio, & altre varie fati-
che Astronomiche, le quali in alcune li-
brarie si conservano. Scrisse della divisio-
ne del Palmo, & il metodo della Geode-
sia. Il tempo, quando egli scrisse, è poco
noto.
905 AURELIANO Prete della Chiesa
Remense fù gran Musico de suoi tempi, e
scrissene volumi, come s'ha dall'Abbate
Tritemio.
970 ALBONE Monaco Floriacense dell'
ordine di S. Benedetto fù gran Computi-
sta, e scrisse un libro sopra il Calcolo Pasca-
le di Vittorino, & un' libro d'addittioni
sopra il medesimo, predicando l'Evangelio
in Vactonia, fù martirizzato dagl'Empii
page 68
988 ALI' Aberangele pare che fosse di na-
tione Persiano. Attese all'Astrologia de
giudicii, & in quella professione lasciò scrit-
ti volumi. Scrisse egli un'opera intitolata
De Segnali dell'Astrologia, & un'altra
inscritta il Complemento de giuditii delle
Stelle.
988 PUNICO di natione, secondo me,
Persiano, e contemporaneo d'Alì Aberan-
gele, fù grand'Astrologo, e Filosofo, e
Medico fra le nationi de gl'Arabi. Espo-
se questi l'arte picciola di Galeno, & i
quattro libri di Tolomeo de giuditii delle
Stelle.
1000 ZAELE Bemhiz Ismaelita, & Arabo
fù Astrologo giuditiario, e scrisse in detta
professione più libri, cioè dell'interrogatio-
ni, dell'elettioni, delle significationi de
tempi ne giuditii, & anco della natura del
nato. E ripreso costui dell'haver voluto
ne giuditii descendere alle cose troppo par-
ticolari.
1007 AZOSI grand'Astrologo fra gl'Arabi,
scrisse libri d'Astronomia, e fra gl'altri del'
osservatione de moti, il quale libro si con-
serva in Germania nella libraria di Gior-
dio Colimisio Zanstettero. Fiorì regnan-
do Almansore.
1009 ARZAHELE Spagnuolo, e Toleta-
no Astrologo Arabo di molto nome, os-
page 69servò, e scrisse assai intorno alla materia
de moti celesti. Osservò cento, e trenta
anni doppo Albategnio. Scrisse del moto
dell'accesso, e del recesso. Compose le
Teoriche dell'ottavo cielo per salvar i mo-
ti delle Stelle fisse.
1010 ALMANSORE Spagnuolo di natio-
ne, e Saraceno, ò Arabo di Setta, atte-
se all'Astrologia giudiciaria. Scrisse gl'Afo-
rismi Astronomici, e diviseli in sentenze.
Compose cento cinquanta giuditii, ò pro-
positioni sopra le Stelle, e donò il detto
libro al Re de Saraceni. Fù questi Padre
di due figli eccellenti nelle dette profes-
sioni, l'uno chiamato Almeone, e l'al-
tro Giovanni.
1020 FEBERTO di Conturbia Monaco dell'
ordine di S. Benedetto fù gran letterato
de suoi tempi, e diede grand'opera alla
musica, e scrissene un'utile volume.
1024 ALI' Aben Rodano di natione Egit-
tio Medico, & Astrologo eccellente. Scris-
se commentarii sopra l'arte picciola di Ga-
leno, & alcuni Scolii sopra il quadripar-
tito di Tolomeo. Scri e due altre operet-
te, l'una della projettione de raggi, e l'
altra di trè natività, fra le quali vi è an-
co la sua.
1030 GUIDO Aretino monaco dell'ordine
di S. Benedetto, & Abbate del Monaste-
page 70rio della Croce di S. Leofredo, fù dotto
in tutte le lettere, ma principal'opera die-
de alla Musica, l'uso della quale facilitò
grandemente havendo antiquato i catatte-
ri, ò cifre ch'erano state in uso insino al
tempo suo. Trovò l'uso della mano nella
Musica, e la divisione delle linee, e quel-
le note communi, che hoggi si cantano
per alzar, & abbassar la voce, e portarla
convenientemente. Scrisse questi un libro
di Musica intitolato Micrologo.
1054 HERMANNO di natione Svevo fi-
gliuolo d'Hiltruda, e Volfredo Conti di
Vectugia essendo dalla sua fanciullezza ri-
maso attratto de membri fù poi cognomi-
nato Contratto. Fù studiosissimo, & ap-
parò la lingua Greca, l'Arabica, e la La-
tina , e dilettossi delle cose poetiche, e scris-
se alcuni hinni, benche, secondo quell'età,
con modo barbaro. Fù historico, e Cro-
nista. Nella Filosofia parimente fece pro-
fitto, e nelle Matematiche, e nella Mu-
sica. Scrisse questi un libro della Musica,
& uno del Monacordo. Fù amico di Gui-
done Aretino, fù buon Aritmetico, e scris-
se un libro intitolato Ritmomachia , cioè
combattimento di numeri, & un'altro del
computo. Nell'Astrologia scrisse un vo-
lume dell'Ecclissi, e dell'Astrolabio scris-
se quattro libri. Scrisse anco un libro del-
page 71La quadratura del Circolo, & un libro di
Fisonomia. Fecesi finalmente Monaco di
S. Benedetto.
1055 FRANCONE Tedesco Prete della
Chiesa di Liegi fù huomo di molta scien-
za, Filosofo, Astrologo, e grande Aritme-
tico. Scrisse fra l'altre cose un libro del
computo Ecclesiastico, & ad instanza d'
Hermanno Arcivescovo di Colonia un li-
bro della quadratura del Circolo.
1060 MANUELE dell'Imperial famiglia
de Comneni Costantinopolitano, attese all'
Astrologia, e scrisse intorno alla detta pro-
fessione varii volumi, che hoggi si conser-
vano nelle librarie famose d'Italia.
1064 RABI' ISACCO Giudeo Spagnuolo
attese all'Astrologia, e per cotal cagione
fù caro al Re de Saraceni Almastimado.
Scrisse questi sopra il Talmudde. Finalmen-
te fù con tutta la Sinagoga de Giudei ucci-
so da Saraceni in Granata.
HELPERICO dell'Ordine di S. Be-
nedetto Monaco del Monasterio di S. Gal-
lo, di natione Tedesco, Filosofo, Teolo-
go, Poeta, e Matematico. Scrisse molte
opere, fra le quali furono un libro del
computo Ecclesiastico, & uno di Musica.
1085 VILHELMO Inglese Monaco, e Bi-
bliotecario Malmesberiense fù historico, e
Matematico. Scrisse dell'historie d'Inghil-
page 72terra, compose libri di Musica, della ra-
gione de computi, e dell'Astrolabio.
1091 GUGLIELMO Tedesco Monaco Be-
nedettino Abbate del Monasterio Hirsau-
gense, Filosofo, Teologo, e Matematico
scrisse due libri di musica, un libro de
Tuoni, un libro dell'Horologgio, & un vo-
lume d'Institutioni Filosofiche, & Astro-
nomiche, & altre fatiche.
1095 ROBERTO di Lorena Vescovo di
Herfordia scrisse le deflorationi di Maria-
no, un libro de moti delle Stelle, un
libro delle Tavole Matematiche, e del
computo lunare.
1100 MANUELE della nobilissima Fami-
glia de Briennii potentissima in Costanti-
nopoli sotto l'Imperio di Romano Dioge-
ne, attese alle cose di Musica, e scrisse
una degna opera nella detta profesione,
che noi manuscritta conserviamo fra gl'al-
tri nostri libri.
1100 ALAZZENO figliuolo di Alaizeno Ara-
bo grandissimo Matematico fra l'altre co-
se diede opera alla Perspettiva, nella qua-
le in lingua propria lasciò scritto un no-
bilissimo volume, che fù poi mandato fuo-
ri in lingua latina da Federico Risnerio,
& adornato di figure.
1102 ALCHINDO, overo Giacobbe, che
tale fù il proprio nome suo, nacque in Spa-
page 73gna, e fù di Setta Saraceno, ò Arabo.
Attese alle cose di Filosofia, di Medici-
na, e di Astrologia. Scrisse molto nella
Medicina. Publicò anco molte opere astro-
nomiche, fra le quali vi è una intitola-
ta de raggi delle Stelle, & un'altra del
moto divino. Scrisse parimente un libro
delle proportioni. Averroe fece il catalo-
go dell'opere mandate fuori da costui, fra
le quali era un libretto intitolato delle ra-
giont delle sei quantità. Scrisse anco un
libretto delle pioggie, e de venti, e delle
mutationi dell'aere, non come Meteoro-
logico, ma come Astrologo.
1111 SIGEBERTO di natione Francese,
Monaco Benedettino del Convento Gem-
blacese, scrisse molti libri in diverse pro-
fessioni. Fù intendentissimo de computi
Ecclesiastici, e scrissene un libro. Fù que-
sti insieme Historico, e Cronista. Viene
costui ripreso dell'essersi nello Scisma acco-
stato ad Henrigo terzo contro Gregorio
Settimo.
1140 ROBERTO Baconio cognominato
grossa testa fù di Patria Inglese. Attese
alla Filosofia, alle Matematiche, & alla
Teologia. Fù egli fatto Vescovo di Linco-
nia in Inghilterra. Scrisse molti volumi fi-
losofici, e Teologici. Nelle cose Matema-
tiche lasciò scritto un libro della sfera, uno
page 74intitolato la somma numerale, uno del
computo Ecclesiastico, & uno del Calen-
dario riputato bellissimo.
1150 AVO Macmad Giavar di natione Ara-
bo figliuolo d'Afla, attese alle cose dell'
Astrologia, e particolarmente alla dottri-
na de moti. Questi secondo Alpetragio
scrisse un libro, nel quale corresse Tolo-
meo nel moto di marte.
1155 ALPETRAGIO, overo Aboasaco
fù gran Filosofo, & Astrologo. Scrisse un
libro di Teoriche dette naturali, nel quale
si sforza di salvar tutte l'apparenze senza
servirsi di Eccentrici, & Epicicli. Giovan
Francesco Pico vuole ch'egli fosse Cristia-
no, ancorche dall'opere sue, nelle quali
egli allega l'Alcorano, appaja Turco, ò
Saraceno.
1155 GIOVANNI Hispalense, cioè da Si-
viglia, attese all'Astrologia, & hebbe co-
gnitione della lingua Arabica, onde tra-
dusse quell'introduttione Arabica all'
Astrologia intitolata Alcabitio, e publi-
colla con l'espositione di Giovanni di Sas-
sonia, e l'emendationi d'Antonio de Fan-
ti Medico di Trevigi. Scrisse libri di per-
spettiva, e fece un'Epitome di tutta l'A-
strologia.
1160 GEBRO di natione Spagnuolo, Arabo
di Setta, nacque in Siviglia. Diede opera
page 75alla Filosofia, alle Matematiche, & all'
Astrologia, e per l'eccellenza dell'inge-
gno si guadagnò il titolo di acutissimo.
Scrisse questi una Sintassi Astronomica, nel-
la quale raccolse quanto nell'Almagesto
haveva trattato Tolomeo, di cui fù così
poco amico, che si sforzò di gettar à ter-
ra molte delle cose sue, contro cui à di-
fesa di Tolomeo scrisse Alessandro Picco-
lomini. Lasciò scritte molte altre opere in
altre professioni, e particolarmente alcuni
libri d'Alchimia, nella qual vanità egli
è tenuto dottissimo da chi presta fede à
sogni de professori di quell'arte.
1191 ALFAGRANO di natione, e di Set-
ta Arabo fù stimato da suoi nell'Astrolo-
gia un'altro Tolomeo. Scrisse un libro in-
titolato il Compendio de Principii Astro-
nomici. Haveva questi alcune opinioni
intorno al moto proprio delle Stelle. Fio-
rì sotto Lafandino Figliuolo di Saladino.
1200 LEOPOLDO d'Austria fù Astrologo
giuditiario, e curiosissimo. Scrisse alcuni
libri della detta professione.
1200 OMAR, overo, come altri scrive Ao-
maro fù del Paese di Giudea della Città
di Tiberiade. Publicò alcuni libri dell'A-
strologia giudiciaria, nelli quali imitò, co-
me scrive Gioseffe Scaligero, la Dottrina
di Doroteo, che della stessa materia scrisse
in versi greci.
page 76
1208 TEBITTE figliuolo di Core, e per-
ciò detto Bencorab fù di natione Spagnuo-
lo, e di stirpe Giudeo. Attese alle cose
dell'Astrologia, e principalmente à quel-
la, che osserva i moti celesti. Scrisse un
Trattatello intitolato dell'immaginatione
della sfera. E famoso costui per l'inven-
tione del moto della trepidatione. Scrisse
un libro dell'immagini, nel quale insegna
di far'immagini di tale, e tal virtù sotto
tale, ò tale costellatione. Tebitte si con-
numera fra coloro, che hanno scritto la
magìa naturale.
1217 ABRAM Avenestra detto così per
esser figlio d'Estra, per il suo sapere cogno-
minato dalla sua Natione Ebrea il sapien-
te. Fù di Natione Spagnuolo, grande nel-
le cose di Gramatica, di Filosofia, di Teo-
logia, come Hebreo, e delle Matemati-
che. Scrisse sopra tutti i ventiquatro libri
del Testamento vecchio, ancorche non s'
habbia alle mani, se non sopra il Penta-
teuco, & i Profeti. Conversò, e fù sti-
mato assai nell'Isola di Rodi, ove morì
ancora. Scrisse un libro de luminari, e de
giorni Critici. Ne Commentarii suoi ap-
pare ch'egli fosse Astrologo, poiche gli
sparse tutti di cose appartenenti alla detta
prosessione.
1240 MICHELE Scoto, cioè di Scotia,
page 77fù Astrologo Giuditiario, e servi in quella
professione l'Imperator Federico secondo.
Scrisse un dottissimo trattato per via di
questioni sopra la sfera di Giovanni di Sa-
cro Bosco, il quale s'hà per le mani. Fù
Mago secondo alcuni, e dicono, che si fa-
ceva portare le vivande talhora dalla Cu-
cina de grandissimi Prencipi per arte ma-
gica. Morì per la percossa in capo d'un
piccolo sassetto, della quale egli haveva
preveduto di dover morire.
1250 GIORDANO d'un luogo detto si chiamò . Attese alle
Matematiche, e particolarmente alle Me-
caniche. Scrisse un libretto de ponderibus.
Scrisse anco dieci libri d'Aritmetica, &
un libretto del Planisferio. Hebbe dottri-
na assai barbara, e nelle Mecaniche pre-
se assunti falsi; come nelle Mecaniche sue
mostra il dottissimo Guidobaldo de Mar-
chesi del Monte. Scrisse anco i Dati Ari-
tmetici.
1256 GIOVANNI di Sacro Bosco Inglese,
overo secondo il Volaterrano Tedesco, stu-
diò in Parigi, e fecesi Dottore di quello
studio, ove fù publico professore dell'ar-
ti, e della Teologia, & al fine fecesi Fra-
te dell'Ordine de Predicatori. Scrisse quel-
la famosissima Sfera commentata da tanti
eccellentissimi ingegni. Scrisse anco dell'
page 78Astrolabio, & un libro del computo Ec-
clesiastico. Scrisse anco un Calendario; le
quali opere tutte si leggono dagli Studio-
si. Fù egli huomo per lo suo tempo assai
grande, ma non puro dalla ruggine di quel
secolo, nel quale egli viveva.
1260 RUGGIERO Baconio Inglese Dot-
tor d'Ossonio, e Frate Minoritano fù d'in-
gegno oltra modo curioso. Attese à calco-
li Astronomici, & à computi Ecclesiastici.
Affaticossi à trovar il vero giorno della
Passione di Nostro Signore, ma non asse-
guì il vero, e perciò fù confutato da Pa-
volo di Middelburgo. Scrisse della Stella
de Magi. Lasciò un libro de Pronostichi
delle Stelle, uno de reggimenti celesti,
uno della vera Astronomia, uno de giu-
dicii dell'Astrologia, uno di Perspettiva
molto lodato, uno della facoltà delli Spec-
chi, uno dell'immagini di Nevomantia,
uno dell'opere occulte della natura, & al-
cune altre in diverse professioni, e partico-
larmente nell'Alchimia, della quale egli
fù espertissimo.
1262 ALFONSO Figliuolo di Ferdinando
terzo Re di Leone, e di Castiglia, dop-
po il Padre successe nel Regno. Attese
alla Filosofia, & all'Astrologia. Fù egli
eletto all'Impero da una parte degl'Elet-
tori, ma non l'ottenne, succedendo in suo
page 79luogo Riccardo fratello del Re d'Inghil-
terra. Fù molto travagliato nel suo gover-
no, & hebbe di molte guerre; nondime-
no diede sempre opera agli studii, & alle
cose civili. All'Astrologia fù inclinatissi-
mo, onde conseguì nome di Astrologo.
Fece tradurre molti libri Arabici di quel-
la professione in latino, e chiamati d'ogni
parte eccellentissimi Matematici, pose in-
sieme quelle Tavole Astronomiche, le
quali sono intitolate dal nome suo. Scris-
se egli libri degl'Instrumenti Matemati-
ci, e particolarmente sopra uno chiamato
con voce Arabica Asasca. Morì, e fù se-
polto nella Città di Murcia, ch'à lui in
alcune occasioni più di tutte l altre era
stata fedele.
1264 CAMPANO, à cui diedero titolo di
Maestro gl'huomini del suo tempo, di Pa-
tria Novarese, diede opera alla Filosofia,
& alla Teologia, e fù ne suoi tempi as-
soluto Astrologo. Affaticossi intorno gl'
Elementi d'Euclide, seguendo le tradut-
tioni Arabiche, il che gli fù cagione di
qualch'errore, ancorche per lo più si por-
tasse così bene, che non hebbe ne suoi
tempi chi megliore si fusse di lui. Scris-
se un trattato della sfera in cinquanta-
quattro capitoli. Attese à computi Ec-
clesiastici, e scrissene un libro intitolato il
page 80computo maggiore, dal quale egli ripor-
tò molta lode. Scrisse anco un trattato
dell'Equatione de Pianeti. Publicò pa-
rimente un libro della quadratura del cer-
chio; se però fù egli, che lo diede fuo-
ri, il che non può persuadersi Giovan-
ni Buteone per la soverchia rozzezza, &
imperfettione di quell'opera. Serisse in
oltre un libro del Quadrante, un Calen-
dario, e molti altri Trattati.
1269 VITELLIONE di Natione Polacco,
ò Turingo, e secondo Giovanni di Mon-
teregio, Tedesco, fù acutissimo Matema-
tico, & avanzossi grandemente nelle cose
di Perspettiva, onde ne scrisse quella bel-
lissima fatica, la quale stampata da Fede-
rico Risnerio con quella di Alazeno si leg-
ge, nella quale si comprendono non solo
le cose di Perspettiva, ma quelle delli
Specchi ancora, che sono loro familiari. Al-
cuni hanno voluto riprenderlo in qualche
cosa, ma non è meraviglia poiche humana
cosa è l'errare. Scrisse anco Vitellione un
opera di Geomantia, la qual professione
con l'altre di quel genere è da Sacri Cano-
ni proibita. Imitò, e seguì in gran parte
Vitellione la Dottrina d'Alazeno.
1270 ABILFEDEA Prencipe della Siria, e
della Persia grandissimo Cosmografo de
suoi tempi, e da alcuni paragonato à To-
page 81lomeo, descrisse tutto il paese soggetto agl'
Ismaeliti con diligenza mirabile.
1280 HENRIGO di Malines discepolo d'
Alberto Magno diede opera, oltra la Fi-
losofia, e Teologia, anco alle cose Astro-
nomiche. Fece commentarii sopra il libro
delle gran congiuntioni d'Albumasaro.
Scrisse anco un libro della propria Nativi-
tà, & vno intitolato lo specchio delle cose
divine, & humane, & un trattato della
Stella de Magi. Fù quest'huomo così cre-
dulo nelle cose Astronomiche, che si per-
suase, che il diluvio di Noè procedesse dal-
la congiuntione di Giove, e di Saturno
nel fine del Cancro, il che appresso me, &
à chi non è privo di giudizio, è in tutto
ridicolo.
1290 GUlDO Bonato Fiorentino per esser
stato mandato in esilio fatto Cittadino di
Forlì, si disse Forlivese, diede opera alla
Giuditiaria, e scrissene un grosso volume.
Servì Guido da Montefeltro, e predisse-
gli molte cose nelle guerre di Romagna.
Fecesi finalmente Frate Francescano, e
per humiltà andò chiedendo il pane à uscio
à uscio.
1300 CECCO, cioè Francesco detto dalla sua i
Patria d'Ascoli fù huomo ne suoi tempi
assai dotto. Attese alle cose di Filosofia,
& all'Astrologia, & anco alle sciocchezze,
page 82ò empietà dell'arte Magica. Servì questi
Carlo Daca di Calabria, e fù suo familia-
re, & Astrologgo. Scrisse commentarii so-
pra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco,
i quali imbrattò con mille vanità di Ma-
gia, ancorche nel fine dell'opera egli prote-
sti di non haver detto, ne voluto dire co-
sa alcuna contro l'assertioni di S. Chiesa.
Scrisse un libro di cose naturali, e Meteo-
rologiche in versi goffissimi. Fù emulo di
Dante, & andollo mordendo alla scoper-
ta, ma non era cosui tale, che le sue pun-
ture dovessero nuocere à quell'huomo così
mirabile, e grande. Fù questi, come scri-
ve G. Villani l'anno 1328., abbrusciato in
Fiorenza per Mago.
1300 PIETRO di Dacia fù buon Filosofo,
& intendente delle lingue migliori. Atte-
se principalmente all'Astrologia, nella
qual professione lasciò scritte molte operet-
te, una de computi Asronomici, una del
Calendario, una di Tavole Astronomiche;
Non fù però tale, che arrivasse all'eccel-
lenza.
1300 GIOVANNI Suissetto cognominato
il Calcolatore fù di natione Scozzese. Fù
ne computi sottilissimo, onde Girolamo
Cardano ardi di paragonarlo nella vivacità
dell'ingegno con Euclide, e Giovan-
ni Scoto.
page 83
1302 NICOLO' Cabasila Greco, e Vesco-
vo di Tessalonica scrisse molte cose Teo-
logiche, & Astronomiche. S'hanno del
suo nella libreria Vaticana l'osservationi
sopra la visione de quattro animali in Eze-
chiele. Questi per alcune sue salse asser-
tioni è sato condannato da S. Chiesa, e
posto nel Catalogo degl'Heretici. Fece
questi Commentarii sopra l'Almagesto di
Tolomeo.
1304 PROFASIO Giudeo attese all'Astro-
logia, e fecere osservationi, le quali lasciò
scritte. E' costui allegato da Francesco
Giuntino, e da alcuni altri.
HENRIGO da Bruselles Monaco
Benedettino del Monasterio di Stafflinga,
Filosofo, e grande Aritmetico. Scrisse al-
cune operette, cioè, della Ragione del
computo, il Calendario delle incisioni, &
alcune altre cose.
1320 NICEFORO Gregora Greco Filoso-
fo, e Teologo attese anco alle cose dell'
Astrologia. Scrisse molte opere in varie
professioni, fra le quali si connumerano l'
infrascritte; Alcuni commentarii sopra Ari-
stotile, un discorso intitolato Fiorenzo, ò
della Sapienza, l'Encomio della sua Pa-
tria, l'Historia di Roma, cioè degl'Impe-
ratori di Costantinopoli, e tutte queste si
conservano manuscritte nella libraria Va-
page 84ticana: Commentarii sopra Sinesio degl'
insogni, che pure si conservano. Orationi
contro gl'Heretici Palamiti. il Compen-
dio dell'Historie libri dieci: un libro del
gran pesce, e degl'altri Animali: conser-
vasi nella libraria de Medici: Della morte
dell' Andronico Paleologo:
contro quelli che pongono il fato. D'Astro-
logia scrisse contro coloro, che la calunnia-
no, un'essortatoria alla detta professione.
Scrisse anco dell'Astrolabio un utilissìmo
trattatello, che fù tradotto in latino dal
Valla, e stampato in Parigi con l'Astrola-
bio del Poblacione, di Proclo, e del Ke-
belio. Visse Niceforo ne tempi d'Andro-
nico Paleologo, di cui egli scrisse, come fù
detto, la morte.
1330 GIOVANNI di Sassonia cognomina-
to Danco fù huomo d'acutissimo ingegno.
Studiò in Parigi, dove attese alla Filoso-
fia, & alle Matematiche, nelle quali parti-
colarmente diede opera all'Astrologia.
Scrisse Canoni dell'Ecclisse, uno dell'
Astrolabio, uno dell'incisioni, e alcune
espositioni sopra l'Alcabitio, & un libro
de Canoni sopra le Tavole del Re Alfon-
so. Fù compagno di Giovanni Lignerio,
e Maestro di Giovanni Eligerio.
1330 GIOVANNI de Muri nello studio di
Parigi compagno di Giovanni di Sassonia,
page 85e di Giovanni Lignerio, e d'un certo Ber-
nardo, grand'Aritmetico, calculò il gior-
no della Passione di Cristo Signor Nostro,
ma non s'appose, come s'ha da Pavolo di
Middelburgo nella sua Paulina.
1300 BARLAAMO detto Calabro per es-
ser nato in Calabria, Monaco dell'Ordine
di S. Basilio, attese alle Lettere greche e
latine, mà particolarmente alle greche. Va-
gò per tutte le scienze, e più dell'altre si
compiacque delle Matematiche. Scrisse
molto in varie professioni. Fù egli infetto
di Heresia greca circa la processione dello
Spirito Santo. Affaticossi intorno agl'ele-
menti d'Euclide, onde si valse delle cose
di lui Federico Comandino ne suoi
Commentarii. Scrisse cinque libri di Lo-
gistica, cioè dell'arte de computi; alcune
dimostrationi Aritmetiche: della Geome-
tria, & un'opera intitolata Teologica spe-
culatione sopra l'inventione della Pasqua.
Publicò un trattatello della fabrica, & uso
dell'Astrolabio annulare, un libretto degl'
Elementi Astronomici, che sono in luogo
d'un preparatorio alla gran construttione
di Tolomeo. Lasciò altre opere ancora, le
quali si conservano nelle librerie d'Italia,
fra quali è un libro intitolato le collettioni,
nel quale raccoglie da gl'Autori, così Lati-
ni, come Greci le cose appartenenti alle
page 86favole degli Dei Gentili, della qual'opera
si valse Giovanni Boccaccio di cui egli fù
amico in quel libro, ch'egli scrisse della
Genealogia degli Dei. Fù Maestro di
Leontio Pilato, e di Pavolo Perugino
Giureconsulto, e Bibliotecario del Re
Roberto di Sicilia. Non sò se questo
Leontio sia quello, di cui s'hanno alcuni
Commentarii greci sopra la fabrica della
sfera d'Arato.
1340 ANDALO Genovese della famiglia
de Negri attese con molta felicità alli stu-
dii dell'Astrologia, & alle speculationi de
moti celesti. Peregrinò molto, & osservò
le latitudini de luoghi per aggiustar le Ta-
vole degl'Antichi. Lasciò un'opera dell'
Astrolabio già stampata in Ferrara. Scris-
se parimente delle Teoriche de Pianeti.
Dilettossi anco di cose Poetiche, e fù
Maestro di Giovanni Boccaccio.
1344 BRENLANLIO cognominato Bri-
tannico buon'Astrologo de suoi tempi,
scrisse delle presuntioni Astrologiche.
1347 GIOVANNI Estuido di Natione In-
glese, Filosofo, Teologo, & Astrologo,
scrisse la somma Anglicana, overo degl'
accidenti del Mondo divisa in doi libri,
opera grande, & appartenente all'Astro-
logia de Giuditii.
1350 GIOVANNI Lignerio di Natione
page 87Tedesco, Filosofo, & Astrologo famoso
de suoi tempi, fù Lettore nello Studio di
Parigi. Scrisse molte opere, un libro de
Canoni del primo mobile, uno dell'Instru-
mento Armillare, uno dell'Equatorio del-
le Minutie de numeri, uno delle utilità
dell'Astrolabio, e dell'imagini delle stelle
fisse.
1350 GIOUANNI Eligerio discepolo di
Giovanni di Sassonia, e di natione Tede-
sco di Gondesleven, attese alla Filosofia,
& all'Astrologia. Scrisse un libro della
compositione dell'Astrolabio, & uno delle
utilità del medesimo, uno dell'utilità del
Quadrante, due della Calamita, uno del-
l'Astrogemetro, & alcune altre cose.
1360 NICOLO' di Linna Inglese di Norfol-
cia scrisse Canoni delle case de Pianeti, un
libro della sfera giuditiale, uno de dogmi
degl'Astrologi, uno delle figure, e de se-
gni, uno della revolutione del Mondo,
uno dell'uso dell'Astrolabio, uno per gl'
Infermi, uno dell'Ecclisse del Sole, uno
de giudicii delle Stelle, & uno delle geni-
ture.
1370 GIOVANNI Corrado Tedesco d'Al-
zeiten dotto in varie professioni, scrisse
molte opere in versi, & in prosa. Attese
alla Gnomonica, e scrissene un libro com-
memorato da Francesco Barocci nella sua
Cosmografia. page 88
1372 RUGGIERO Suissetto Inglese scrisse
un libro de Calcoli Astronomici, uno de
Calcoli Matematici, uno dell'Effemeridi,
& uno dell'arte cabalistica.
1372 LODOVICO Rigio, ò Regio scrisse
gl'Aforismi Astrologici al Patriarca di Co-
stantinopoli, che s'hanno stampati in No-
rimberga.
1372 PAVOLO Fiorentino, cognominato il
Geometra, fù gran Geometra, Aritmeti-
co, & Astrologo. Attese alle Teoriche, e
di sua mano fecene eccellentissimi Instru-
menti. Scrisse anco nelle dette professioni.
Morendo fù sepolto in Fiorenza nella
Chiesa di S. Trinità, & honorato d'una
bella sepoltura, & epitafio.
1397 HENRIGO d'Hassia di natione Te-
desco nato in Langestein diede opera alle
scienze nello studio di Parigi, compagno
di Giovanni Lignerio, di Giovanni di Sas-
sonia, e di quegl'altri. Fù buon Teologo,
e scrissene molti volumi. Mandò fuori un
libro contro gl'Astrologi giuditiarii. Scris-
se le Teoriche de Pianeti, & altre opere.
Si trovò all'erettione dello Studio di Vien-
na, chiamato alla lettione delle Matema-
tiche. Morì in Vienna, e fù sepolto nella
Catedrale con Henrigo d'Oita suo Col-
lega.
1400 LEONARDO, che dalla Patria fù
page 89detto Pisano, fù grandissimo Geometra,
& Aritmetico. Peregrinò lungo tempo in
Paesi Orientali, e da gl'Arabi medesimi
apparò l'Algebra, e tornato in Italia ne
scrisse un degno volume, il quale non è
però mai uscito alla luce. Scrisse anco un'
libro de numeri quadrati, che il Xilandro
tiene, ch'egli prendesse da Diofanto.
Compose anco un nobilissimo libro Geo-
metrico, il quale si conserva manuscritto
nella libraria Feltria d'Urbino, il quale
Federico Comandino era per publicare, se
non fosse stato prevenuto dalla morte.
Delle cose di Leonardo si valse fra Luca
dal Borgo, & à giorni nostri Nicolò Tar-
taglia Bresciano.
1411 TOMASO Branduardino, overo, co-
me altri scrivono Bravardino Inglese, fù
gran Teologo, e trattò di cose Teologiche
profondissime, come sono della Trinità,
della Prescientia, & altre cose tali, e scris-
se dottamente contro i Pelagiani. Compi-
lò una somma di Teologia, & altre opere.
Attese egli alle Matematiche felicemente.
Scrisse de principii Geometrici, libri di
Aritmetica, e della quadratura del circolo.
1425 PIETRO d'Aliaco di natione France-
se Teologo, Filosofo, e Matematico, e
Dottore Parigino scrisse molte opere in
ciascuna delle dette professioni, e partico-
page 90larmente nella Teologia. Intorno poi alle
Matematiche scrisse quattordeci questioni
sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco,
un trattato della Stella de Magi, due libri
della concordia della Teologia, e dell'
Astrologia, della correttione del Calenda-
rio, del vero Cielo lunare, un'opera de do-
dici paralleli. Fù huomo, che s'ingerì ne
maneggi. Fù fatto Vescovo di Cameraco,
& indi da Giovanni Papa, che si dicea pri-
ma Baldassar Cossa, fù nella prima pro-
motione creato Cardinale. Trovossi ne
frangenti delle Scisme, e si portò con mol-
ta prudenza. Hebbe Pietro molti discepo-
li, e fra gl'altri Giovanni Gersone, huo-
mo di grandissima Santità, e di eccellente
Dottrina.
1425 GIOVANNI Cantuariense, cioè di
Conturbia, Inglese, che poi fù Arcive-
scovo Cameracense, cognominato Betsan,
diede opera alle Matematiche, e parti-
colarmente alla perspettiva, nella quale
scrisse un volume diviso in tre libri, inti-
tolato la perspettiva commune, della qua-
le appresso gl'Intendenti è fatta grandis-
sima stima. Scrisse anco un libro diviso in
quindici Capitoli, ch'egli inscrisse L'oc-
chio morale. Il suo libro di perspettiva fù
emendato, e fatto ristampare in Norim-
berga da Giorgio Harmanno. Alcuni igno-
page 91ranti in luogo di Betsan leggono Pisano.
1438 GIOVANNI Gazulo Ragugeo attese
à moti celesti. Di costui fassi mentione
nelle Tavole di Giovanni di Monteregio.
1440 GERARDO da Sabioneta, che poi
fattosi Cittadino di Cremona fù detto
Cremonese, fù Medico, & Astrologo,
hebbe cognitione della lingua Arabica, e
della Greca. Praticò nella Spagna, e par-
ticolarmente in Toledo, & ivi dall'Ara-
bico tradusse in latino molti libri di Me-
dici Arabi. Dalla lingua Greca ancora
trasferì molti libri di Medicina. Del suo
fece alcuni Commentarii sopra il Viatico
di Costantino Monaco, & alcuni altri li-
bri di Medicina. Nelle cose Astronomi-
che tradusse i nove libri dell'Astronomia
di Gebro, e scrisse un libro di Teoriche
intitolate vecchie, contro le quali scrisse
Dialoghi Giovanni di Monteregio. Scris-
se anco Gerardo alcune cose intorno alla
vanità della Geomantia.
1442 GIOVANNI Gmunde Francone di
patria successe nello studio di Vienna ad
Henrico d'Hassia, ove hebbe un Cano-
nicato nella Catedrale, e fù fatto Vice-
cancelliero dello Studio. Attese alla Filo-
sofia, alla Teologia, alle Matematiche,
& a tutte l'arti liberali. Scrisse Tavole
del moto de Pianeti, e dell'Ecclissi, de
page 92Luminari al Meridiano Viennese. Scrisse
un Calendario, i Canoni sopra le Tavo-
le, Delle Tavole, un libretto dell'arte del
calculare i minuti fisici, varie Tavole del-
la parte proportionale, un Trattato de Si-
ni, l'Equatorio del moto de Pianeti, la
compositione dell'Astrolabio, e dell'uti-
lità sue, & alcuni altri instrumenti. Mo-
rì in Vienna, e fù sepolto nella Catedrale.
1447 HUMFRIDO cognominato Buono,
figliuolo di Henrigo quarto Re d'Inghil-
terra, Conte di Pembrochia, e Duca di
Glocestre. Fù eccellente Astrologo de
suoi tempi, e scrisse nella detta professio-
ne. Questo fù, mentre dormiva, affoga-
to da suoi nemici con un guanciale.
1450 GIOVANNI de Dondi Padovano Fi-
sico, & Astrologo, fù publico Lettore del-
le Matematiche nello studio della sua Pa-
tria. Scrisse molte opere, fra le quali è
quella de Fonti caldi del Territorio di Pa-
dova. Publicò un libro sopra un'Instru-
mento detto Astrario, overo opera de Pia-
neti, nel quale insegna à far Instrumen-
ti per osservar facilmente i moti loro.
1460 GIOVANNI Bianchino Bolognese,
trasferitosi à Ferrara, fecesi Cittadino di
quella Patria. Hebbe cariche nella Corte
di Leonello, e di Borso. Diede opera fin
da fanciullo à studii dell'Astrologia, nella
page 93qual professione scrisse un libro de Cano-
ni, e Calcoli Astronomici perpetui, dedi-
candolo al Marchese Leonello. Quest'ope-
ra accresciuta da lui, e fatta più perfetta
donò la seconda volta all'Imperatore Fe-
derigo. Scrisse anco un trattato del primo
mobile: quali libri poi furono stampati in
Venetia per opera d'Agostino Olomucen-
se Nipote d'Andrea Stiborio.
1462 GIORGIO Peurbachio così detto dal
nome della sua Patria fù di natione Te-
desco, dottissimo in tutte le buone arti,
Filosofo, Teologo, e sopra tutte l'altre
cose Matematico assolutissimo, onde me-
ritò la publica Lettura delle dette scien-
ze nello Studio di Vienna; della qual Cit-
tà egli fù fatto Cittadino. Fù caro all'Im-
perator Federico, & indi stipendiato da
Sigismondo, che nel Ducato d'Austria
successe à Federico. Fù anco amato, e sti-
mato dal Cardinal Bessarione Niceno, ad
instanza di cui cominciò ad epitomare l'
Almagesto di Tolomeo, ma prevento
dalla morte, non passò il sesto libro; on-
de fù bisogno, che lo finisse Giovanni di
Monteregio. Scrisse Giorgio molte opere
Astronomiche, le quali sono commemo-
rate da Andrea Stiborio, e da noi nella
vita, che scriviamo di lui, le quali per
fuggir la lunghezza tralasciamo in questo
page 94luogo. Fra tutte l'altre opere sue più si
guadagnò di lode, e fece utile al Mondo
con quel maraviglioso trattato delle Teo-
riche, nel quale avanzò quanti havevano
scritto avanti à lui, e per ancora non tro-
va chi lo pareggi. Sopra quest'opera han-
no scritto molti eccellenti ingegni, fra qua-
li senz'alcun dubbio tiene il primo luogo
il Reinoldo. Hebbe famosi discepoli, fra
quali furono Nicolò di Cusa, e Giovan-
ni di Monteregio. Morè in Vienna di
morte immatura, perciòche non vidde il
quarantesimo anno dell'età sua. Fù sepol-
to honoratamente nella Catedrale, haven-
dosi, mentre viveva, composto l'Epita-
fio.
1464 HERMANNO Zostelio di natione
Tedesco attese à calcoli Astronomici , & i
à computi Ecclesiastici. Scrisse questi del
tempo della celebratione della Pasqua, l'
opera di cui è citata da Giovanni Sto-
flero nel suo Calendario. Trovossi con
Nicolò di Cusa nel Concilio di Basilea,
ove si trattava dell'emendatione dell'an-
no, e della restitutione dell'Equinotio.
Teneva egli che dovesse ridursi al vente-
simo primo di Marzo, come era à tempo
del Concilio Niceno. Questa sua opinio-
ne è ventilata dallo Stoflero, da Pavolo
di Middelburgo, e da Giovanni Lucido.
page 95Basta, che vltimamente appare, che buo-
na fosse la sua consideratione, poiche à
questo termine l'ha ridutto l'emendatio-
ne Gregoriana.
1464 NICOLO' di Cusa Tedesco huomo i
di mostruoso ingegno impatronissi delle
tre lingue megliori, e diede opera all'arti
liberali, & alle scienze. Nelle Matemati-
che fù discepolo, come si disse, di Gior-
gio . Si trovò come dicevamo,
nel Concilio di Basilea con il Zostelio, e
Pietro d'Aliaco, & affaticossi intorno al-
la correttione dell'Anno. Fù caro à due
Pontefici Pio secondo, e Nicola quinto,
de quali il secondo l'honorò della digni-
tà del Cardinalato. Fù poi dal detto Pon-
tefice adoperato in maneggi importanti,
& in varie Legationi. Scrisse molte opere
Teologiche, e molte Matematiche, del-
le quali nella sua vita raccontiamo le se-
guenti. Della correttione del Calendario,
De complementi Matematici, Della per-
fettione delle Matematiche, Dell'eccellen-
za della speculatione, Il direttorio dello
specolante, Della Quadratura del Circolo,
Un Dialogo degl'Esperimenti Statici. Nel
libro della Quadratura del Cerchio fù
agramente ripreso da Giovanni di Men-
teregio, e Buteone. Nell'altre opere sue
ancora si può conoscere talhora più sofi-
page 96stico assai, che reale, e d'ingegno acuto,
ma non sodo. Fù Vescovo di Bresanno-
ne, e fù travagliato molto da Sigismon-
do Arciduca d'Austria, che lo fece anco
prigione, ancorche interponendovisi Pio
secondo, egli tosto lo liberasse. Mentre
il detto Pontefice si trasferì in Mantova,
fù Nicolò in luogo suo lasciato Legato in
Roma. Morì finalmente à Todi, e fù il
suo corpo riportato in Roma, e sepolto
in S. Pietro in Vincola. Il suo core fù por-
tato in Germania, e sepolto nella Chiesa
d'Ursicastro fabricata da lui.
1470 PROSDOSIMO Padovano della fa-
miglia di Beldomando fù professore delle
Matematiche nella Patria sua, & è fra co-
loro, che furono lodati nella sua oratione
in lode dell'Astrologia da Luca Gaurico.
Non hebbe cognitione della lingua Greca,
onde per questa cagione, e per altro anco-
ra appartenente alla Geometria fù ripreso
da Francesco Barocci nella Cosmografia.
Scrisse, come dice il Volaterrano nella Fi-
losofia, libri d'Aritmetica. Fece ancora
commenti sopra la sfera di Giovanni di
Sacrobosco, e compose un volume d'Astro-
logia con le tavole de moti de corpi, com'
egli dice, sopracelesti, la qual'opera ma-
nuscritta si conserva nella libraria Feltria
in Urbino.
page 97
1474 ALFONSO da Siviglia, che perchò si
dice Hispalense, attese all'Astrologia, e
compose alcune Tavole Astronomiche, le
quali donò alla Regina Elisabetta, & in-
scrisse le del suo nome, il che fece per la-
sciar eterno Testimonio de beneficii ricev-
uti da quella gran Regina. Fù egli Me-
dico di Professione, e servì un Cardinale
di Casa Borgia. Nell'inscrittione de Ca-
noni Astronomici chiamossi da Cordova,
il che per qual cagione si facesse, non sa-
prei.
1476 GIOVANNI, che dalla sua Patria fù
detto di Monteregio, fù Tedesco, e di
Franconia; il suo vero cognome fù Moli-
tore, come riferisce il Giuntino. Hebbe
per Maestro, come fù detto, Giorgio . Fù d'ingegno acutissimo, & heb-
be ottima cognitione della lingua Latina,
e della Greca; Fù anco professore dell'
arti, e della Filosofia. Essendo giovane
se ne venne in Italia, ove contrasse ami-
citia con Pavolo Fiorentino. Mentre era
in Italia, scrisse contro Nicolò di Cusa.
Scrisse Giovanni tante opere, e così ec-
cellenti nelle cose Geometriche, & Astro-
nomiche, che sarebbe cosa lunga il raccon-
tarle ad una ad una, bastando assai di quel-
lo, che ne habbiamo detto nello stender
pienamente la vita di lui. Molte opere
page 98haveva promesse, le quali sopragiunto dal-
la morte non potè recar al fine. Fu caris-
simo à Mattia Huneade Re d'Ungheria
grandissimo remunertore de virtuosi. Fù
chiamato dalla Città di Norimberga, e
fattone Cittadino, e da Sisto Quarto fat-
to Vescovo di Ratisbona, dal quale chia-
mato à Roma per la correttione morì di
morte repentina con grandissimo dolore
di tutti i letterti, essendo d'anni qua-
rantuno dell'età sua, e fù sepolto in Ro-
ma nella Chiesa di S. Spirito. Questa lo-
de ha egli particolare, dell'esser stato in-
ventore della decima sfera, la quale se-
condo lui è quella, che in ventiquattr'ho-
re si volge da Levante e Ponente, e ra-
pisce le sfere inferiori col moto suo.
1480 LEON Battista Alberti nobile Fio-
rentino huomo d'ingegno acutissimo, &
à tutti gli studii egualmente disposto, at-
tese felicemente alla Pittura, Architettu-
ra, & alle Matematiche, e scrisse con mol-
ta eleganza in latino più libri. Lasciò die-
ci libri d'Architettura, ne quali pare, che
non solo emulasse, ma superasse Vitru-
vio. Scrisse di pittura, de lumi, e dell'om-
bre. Scrisse anco le piacevolezze Mate-
matiche, & un libro della nave. Fù ar-
gutissimo nelle cose morali, onde leggia-
mo del suo cento Apologi, il Momo,
page 99overo del Prencipe, & alcune altre ope-
re. Dicono, ch'egli per via dello spec-
chio sece il suo ritratto eccellentissima-
mente al naturale.
1480 CARLO Boviglio Veromanduo Sa-
macobrino fù d'ingegno così vario, e vi-
vo, che non lasciò cantone alcuno di scien-
za, e d'Arte, ove non penetrasse, & in
tutte le professioni scrisse volumi; le qua-
li per esser moltissime, tacerò in questo
luogo dell'altre, e racconterò le Mate-
matiche. Scrisse dunque della Quadratu-
ra del Circolo per via d'un'Instrumento
Geometrico, ritrovato da lui. Fece sei li-
bri d'introduttioni alla Geometria, l'in-
troduttione alla Perspettiva. Scrisse della
Cubicatione della sfera, De Matematici
perfetti, un libro delle ruote Matemati-
che, De i corpi Matematici, ò Geome-
trici, De supplementi Matematici, & al-
tre opere curiose.
1480 BARTOLOMEO Zamberto Vene-
tiano fù intendente delle Matematiche, e
della lingua Greca, onde si pose à tradur-
re i libri d'Euclide secondo l'editione di
Teone. Recò dunque nella lingua latina
il libro degl'Elementi, la Specolaria, la
perspettiva, i Fenomeni, & il libro de Da-
ti con la Proteoria di Marino; non sono
però le sue traduttioni senza errore, i qua-
page 100li dal Maurolico sono attribuiti all'igno-
ranza del Zamberti, ma dal Comandino,
& altri alla scorrettione degl'esemplari.
Scrisse una Comedia, la quale fù stam-
pata fra i libri della Stamperia Hervagiana.
1485 PAVOLO Fiorentino Filosofo, e gran
Geometra attese principalmente alla Me-
dicina, e diede opera alla lingua Greca.
Fù per l'eccellenza nella Geometria caro
à Nicolò di Cusa, & à Giovanni di Mon-
teregio, e de nostri à Cristoforo Landi-
no, & à Marsilio Ficino, & à tutti gl'
altri di quella dottissima Patria, che fio-
rirono ne tempi del gran Cosimo de Me-
dici. Morì vecchissimo, e non lasciò cosa
alcuna partorita dal suo ingegno à po-
steri.
1487 NICOLO' Bursio Parmegiano fù huo-
mo, che attese alle lettere, e particolar-
mente dilettossi delle cose della Musica,
intorno alla quale compiacquesi della Dot-
trina di Guidone Aretino. Scrissene que-
sti un' libro, nel quale si sforzò di difende-
re esso Guidone dalle calunnie d'un certo
Spagnuolo. La lingua, e la dottrina di
costui tengono assai del barbaro, e ruggi-
noso.
1490 LUTIO Bellantio da Siena familiare
di Gioviano Pontano attese alle cose d'
Astrologia, e scrisse un libro contro il Pico
page 101della Mirandola, impugnando quell'ope-
ra, che da lui era stata scritta contro gl'
Astrologi.
1490 GIOVAN BATTISTA Capuano di
Manfredonia Canonico della Congrega-
tione Lateranense fù publico Lettore del-
le Matematiche nello studio di Padova.
Fù questi molto dotto, come appare da
Commentarii, che lui ha fatto sopra la sfe-
ra di Giovanni di Sacrobosco, e sopra le
Teoriche di Georgio Peurbachio.
1491 DOMENICO MARIA Italo publi-
co professore delle Matematiche nello stu-
dio di Bologna, osservò i moti celesti, e
ne scrisse. Discepolo di costui fù Nicolò
Copernico.
1494 LORENZO Bonincontro da San Mi-
niato Filosofo, & Astrologo eccellente, e
commodo Poeta. Gregorio Giraldi lo
chiama huomo di portentosa dottrina.
Scrisse questi ad imitatione d'Ovidio un
libro de Fasti, & alcuni Commentarii. Fù
domestico, & amico di Marsilio Ficino.
1494 ALBERTO di Prussia cognominato
Pruteno visse in Cracovia Metropoli di
Polonia, dello studio di cui fù Collegiato.
Fù buono Astrologo, e scrisse molte ope-
re, fra le quali dall'Abbate Tritemio sono
connumerate le seguenti = Un libro sopra
le Teoriche di Giorggio Peurbachio, &
page 102uno sopra l'Efemeridi Conispergesi.
1494 GIOVANNI Toloso di natione Te-
desco, e Francone Canonico di Ratisbo-
na, e Dottore de Sacri Canoni, attese alle
buone arti, e fù Astrologo, Cosmografo,
e Poeta eccellente. Scrisse alcune cose di
Matematica, se bene l'Abbate Tritemio
non dice, di che trattassero.
1494 AQUINO di Suedia Frate dell'Ordi-
ne de Predicatori buon Filosofo, e Mate-
matico, scrisse un' libro de numeri, e de
suoni ad imitatione di Boetio; Scrisse an-
co un libro di proportioni, & alcune altre
cose.
1496 MATTIA Minecomio Fiammengo,
e da Trajetto Frate dell'Ordine de Cruci-
geri abbreviò la Musica di Boetio, e la
Teologia naturale di Raimondo Sabunde.
CRISTIANO Molitore Tedesco da
Klagèfurt scrisse molte operette d'Astro-
logia, le quali sono molto stimate dagl'
Intendenti, e si guadagnò gran nome
con suoi pronostici fra gl'huomini del suo
tempo.
1495 BERNARDO Valtero da Norimber-
ga scrisse le osservationi Astronomiche se-
condo le regole di Tolomeo del Moto
del Sole.
1500 GIOVANNI Stabio d'Austria Histo-
rico, Poeta, e Matematico fù chiamato à
page 103suoi servitii da Maximiliano Imperatore.
Scrisse molte opere, e nelle Matematiche
lasciò le seguenti -- L'Horoscopio univer-
sale con le linee spirali, un'altro con le li-
nee colunnari, ò cilindriche, un'Instru-
mente da trovar l'ascendente con le case
celesti, e le stelle fisse à diverse elevationi,
un'Instrumento detto Horometro, la com-
positione del Meteoroscopio da trovar le
longitudini delle Città, compositioni, &
inventioni di projettioni di Tolomeo, va-
rie sorte di Corografie, la descrittione di
varii modi da dipingere le tavole cosmo-
grafiche, il modo del trovar le distanze de
migli fra diversi luoghi, & altre opere di
cosmogrfia, il modo del fare l'horolog-
gio lunare, & inventò quella specie d'ho-
rologgio, che dalla forma fù detto la fo-
glia della Pioppa. Fece anco una tavola
delle stelle fisse, nella quale hebbe per
compagni Alberto Durero, e Volparia
Fiorentino.
1500 GIACOBO Sconentio Filosofo, e Ma-
tematico di Herbipoli scrisse con elegante
stile un'Apologia in difesa dell'Astrologia
contro il Pico della Mirandola.
1500 GIOVANNI Eslezero Magnutio
scrisse un picciolo volumetto, nel quale si
sforzò di dimostrare che il punto dell'
Equinottio della Primavera precede il
page 104principio dell'Ariete, che è nelle tavole
gradi quattro, e mezzo.
1500 FRANCESCO Sirigatto huomo di
varia letteratura diede opera alle cose
Astronomiche, delle quali anco lasciò scrit-
ti volumi. Habbiamo del suo un Calen-
dario diviso in tre libri, nel primo de qua-
li tratta di tre sorte di nascimenti, & occa-
si, dell'imagini stellate secondo i Poeti, e
gl'Astronomi; nel secondo delle Sinasta-
tole, e Simmesuranemi, e sincatadisi, cioè
con qual grado di segno nasca, sia à mezzo
il Cielo, e tramonti ciascuna stella, nel
terzo pone la quantità dell'arco dell'eclit-
tica, che ascende nel tramontare di qualsi-
voglia stella. Questa sua fatica dedicò egli
à Papa Leone Decimo, nel qual tempo
verificò tutti i luoghi delle stelle.
1500 PIETRO Cirvello Darocese Spagnuo-
lo fece commentarii sopra la sfera di Gio-
vanni di Sacrobosco.
1500 ABRAM Zacuto Giudeo Spagnuolo
di Salamanca fù Astrologo del Re Ema-
nuele, & è connumerato da Damiano di
Goa fra gl'altri Spagnuoli eccellenti in
quella professione. Compose l'Almanacco
perpetuo di tutti i moti de Cieli.
1501 BATTISTA Piasio nobile Cremone-
se Filososo, Medico, & Astrologo, fù let-
tore di Filosofia, e di Astrologia nello stu-
page 105 dio di Ferrara, chiamatovi dal Marchese
Leonello. Predisse molte cose, le quali
ruiscirono vere. Scrisse molto, e fra l'altre
cose prese la difesa di Gerardo contro il
Monteregio, ma queste sue fatiche non
sono uscite alla luce.
1501 GIORGIO Interiano Gentiluomo
Genovese, attese particolarmente alle cose
di Cosmografia, e scrisse alcuni trattati del-
la longitudine Cosmografica. Fù il primo,
che portò à Venetia i Platani. Questi ad
istanza di Pavolo Manutio scrisse la vita
di alcuni popoli detti Richii.
1502 GIOVANNI Gioviano Pontano da i
Cerete huomo d'ingegno divino, & attis-
simo à tutte le cose. Accostossi à servitii
de Re di Napoli, appresso i quali diven-
tò grande e di lettere, e di riputatione.
Scrisse molte cose in versi con eleganza, e
natura mirabile, & in profa con felicità
non dispari. Attese con grande studio alle
cose Astronomiche, nelle quali scrisse quel
bel libro dell'Urania, ove egli tratta delle
stelle. Fece parimente Commentarii sopra
il Centiloquio di Tolomeo, e dedicolli al
gran Federico Feltrio Duca d'Urbino.
Scrisse anco quattordici libri intitolati del-
le cose celesti, ne quali raccolse con molta
diligenza da Tolemeo, da Giulio Firmi-
co, e da altri tuttocio, che ad un'esquisita
page 106cognitione della Giuditiaria può apparte-
nere.
1506 GIOVANNI Vernero nato di nobilis-
sima famiglia in Norimberga, diede opera
alle Matematiche, e lasciò doppo se molte
fatiche, percioche tradusse egli, e mandò
fuori con bellissime figure tutte quasi l'ope-
re d'Archimede, e del suo scrisse un libret-
to di ventidue elementi comici. Scrisse an-
co insieme un Commentario, ò Parafrasi
intorno agl'undeci modi dell'addoppiar il
cubo, & un'altro Commentario sopra il
problema di Dionisiodoro, e di Diocle,
nel quale si propone di segar la sfera con
un piano secondo la data proportione. Pu-
blicò due trattati del Moto dell'ottava sfe-
ra, e tradotta dal Greco la Geografia di
Tolomeo v'aggiunse annotationi, e com-
mentarii. Scrisse anco un trattato de gui-
dicii del vento, e de Meteoroscopici pro-
messi alla luce da Giovanni Hermanno.
1506 BARTOLOMEO Vespucci nobile
Fiorentino attese agli studii delle Mate-
matiche, ancorche principal sua professio-
ne fosse la Medicina, nella quale, e nell'
arti egli era addottorato. Diessi poi in tut-
to all'Astrologia, & alle Matematiche, e
ne fù publico Lettore nello studio di Pa-
dova. Hassi del suo un dotto commento
sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco.
page 107
1509 LUCA Pacioli dal Borgo S. Sepolcro
Frate Minoritano di S. Francesco, attese
fin da fanciullo alle Matematiche, nelle
quali per l'acutezza del suo ingegno egli
divenne eccellente. Fù publico Lettore
delle dette professioni in Perugia, ove scris-
se alcuni libri d'Algebra, e dedicolli alla
gioventù Perugina. Fù doppo chiamato
col detto carico in Roma, & indi à Napo-
li. Scrisse molte opere Geometriche, &
Aritmetiche. Tradusse in volgare gl'Ele-
menti d'Euclide. Scrisse il libro della Di-
vina proportione, e compilò quel suo gran
volume, intitolato -- Somma dell'Aritme-
tiche, e Geometriche proportioni, la qua-
le egli dedicò al Duca Guidobaldo figliuo-
lo di Federico Feltrio d'Urbino. Scrisse
anco un' libro de corpi regolari, & alcune
altre cose. Fù egli barbaro nella lingua,
poiche senza alcuna scelta mescolava le pa-
role volgari, e le latine, e l'une, e l'altre
corrompeva, il che diede occasione ad An-
nibal Caro di chiamar l'opere di Fra Luca
Ceneracci, poiche era in loro sepolto l'oro
delle cose, come fra le ceneri degl'Orefici
sogliono esser nascoste le minuzzaglie del-
l'oro.
1510 GIACOBO Fabro Stapulese Fiam-
mengo d'ingegno felicissimo attese con
gran frutto ad ogni sorte di dottrina, e
page 108guinse all'eccellenza, di maniera che fù
giudicato meraviglia del suo secolo. Scris-
se in tutte le professioni, ma nelle Mate-
matiche queste, che seguono -- Un intro-
duttione all'Aritmetica di Giordano, Com-
mentarii sopra la Musica di Boetio, com-
mentarii sopra l'Aritmetica del medesimo
epitomata da lui, l'Introduttorio Astro-
nomico sopra la sfera di Giovanni di Sa-
crobosco, due libri di Teoriche de corpi
celesti, & altre cose. Scrisse anco opere
Teologiche essendo vecchio, ma dicesi ch'
egli s'accostasse alquanto all'heresia Lu-
terana. In costui riprende il Giovio la pu-
rità dello stile. Il Sacro concilio di Tren-
to proibì molte opere di costui, come si
vede all'Indice.
1512 GIOVANNI ANGELO d'Aichem
Bavaro, visse nello studio di Vienna, &
attese alle cose di Matematica, & Astro-
logia. Scrisse un libretto della correttione
del Calendario, Calculo, Efemeridi. Scris-
se del Planisferio, al quale haveva aggiun-
to molte cose appartenenti alla figura del-
le case del Cielo per l'Astrologia giuditia-
ria. Mentre attendeva à compir la tavola
dell'equationi de Pianeti di Giorgio Peur-
bachio, morissi in Vienna.
1512 ANDREA Stiborio Francese del Pae-
se de Boi, attese alla Filosofia, & alla Teo-
page 109loggia, & alle Matematiche. Fù prima Ca-
nonico della Chiesa Olomucense, & indi
Canonico della Catedrale di Vienna, ove
Egli fù chiamato da Massimiliano, accio-
che nella detta Città leggesse publicamen-
te le Matematiche. Fù egli discepolo di
Aquino Daco, e compagno nello studio
di Giovanni Stabio. Scrisse molte opere,
i titoli delle quali sono raccolti in catalogo
da Giorgio Tanstettero Collimisio suo di-
scepolo, & inserte da noi nella vita, che
scriviamo di lui.
GIORGIO Tanstettero Collimisio da
Licoripo di natione Tedesco adottorato
nell'arti, e nella Medicina. Attese alle
Matematiche nello Studio di Vienna, ove
hebbe per Maestro Andrea Stiborio, a
cui successe poi nella lettura delle dette
professioni. Scrisse alcune cose, e publicò
le Tavole dell'Ecclissi di Giorgio Peurba-
chio, e quella del primo mobile di Gio-
vanni di Monteregio, alla qual'opera egli
aggiunse un'historietta di tutti i Matemati-
ci, che avanti à lui havevano havuto la pu-
blica lettura nello studio di Vienna, e insie-
me tutte l'opere composte da loro, della
fatica di cui nello scriver le vite, noi ci sia-
mo utilmente ferviti.
1513 STEFANO Rosino d'Augusta Mae-
stro dell'Arti, e della Filosofia, e Bacelliero
page 110della Sacra Teologia, e licentiato ne De-
creti, Canonico della Catedrale di Vien-
na, insegnò publicamente le Matematiche
nel detto studio, calculò la Tavola delle
declinationi delle stelle fisse, e scrisse varii
pronostichi.
1513 GIORGIO Razemburgio di Baviera
huomo di varia dottrina fù connumerato
da Giorgio Tanstettero fra gl'eccellenti
Astrologi dello studio di Vienna.
1514 PAVELO Monaco nel Monasterio
Melicense commemorato dal medesimo
per Astronomo, e Cosmografo acutissimo.
1514 GIOVANNI d'Espieres, & Erasmo
Ericio insegnarono le Matematiche publi-
camente nel medesimo studio con molta
gloria loro.
1515 GIACOBO Laterano Filosofo, Astro-
nomo, e Poeta fiorì nel medesimo studio.
1515 GIOVANNI Fabritio da Reislinga
Consobrino di Giorgio Tanstettero fù Let-
tore publico dell'Astrologia con Giacobo
Laterano nella medesima Università di
Vienna.
1516 GIOVANNI Zerte Cittadino, e Se-
natore di Vienna secondo il medesimo
Tanstettero fù gratioso Matematico, & at-
tese particolarmente alle ragioni della pit-
tura, e della perspettiva appartenenti al
disegno degl'Edifitii.
page 111
1516 ANDREA Kuenhofer Norimberghe-
se discepolo di Giovanni Stabio, e di An-
drea Stiborio è lodato dal medesimo Gior-
gio per eccellente nelle Matematiche fra
quelli, che fiorirono nel predetto studio.
1517 GIORGIO Strolino gentilhuomo d'
Ulma, e Medico eccellente è connumera-
to dal Tanstettero fra gl'altri suoi amici
dotti nelle cose dell'Astrologia, dell'ope-
ra di cui afferma essersi valuto nell'emen-
dationi delle Tavole.
1518 GIOVANNI Kolpec da Ratisbona
Medico, & Astrologo, è lodato dal Tan-
stettero per eccellenza d'ingegno nel la-
vorare instrumenti Matematici d'ottone,
e d'altre materie.
1518 GIOVANNI Humelio di costui non
sò altro, se non ch'egli fù publico pro-
fessore delle Matematiche nello studio di
Lipsia.
1520 STEFANO Lionese scrisse dell'Arit-
metica in lingua Francese, & imitò per
lo più Fra Luca dal Borgo, doppo il
quale, come dice Giovanni Buteone, ten-
ne il secondo luogo.
1520 ALBERTO Piglio da Campi Tede-
sco huomo dottissimo, Teologo, Filosofo,
e Matematico eccellente. Scrisse dell'in-
ventione de Solstitii, & Equinottii, e del-
le raggioni della celebratione della Pasqua,
page 112e dell'emendatione del Calendario, le
quali opere dedicò à Leone Decimo.
Scrisse anco un'Apologia in difesa dell'
Astrologia, & un libro contro i Pronosti-
catori. S'affaticò per ritenere l'antiche
inventioni di Tebitte, e di Alfonso, e scris-
se un'Apologia contro Marco Beneven-
tano, come che egli havesse depravato le
positioni d'Alfonso, e le cose appartenen-
ti al moto dell'ottava sfera. Scrisse anco
dell'assertione della Hierarchia ecclesiasti-
ca, ove tratta della Messa contro i Lu-
terani, & un'altro libro del libero arbi-
trio contro l'assertioni di Calvino, & un
trattato del metter in concordia le con-
troversie della Cristianità nella Dieta di
Ratisbona.
1520 FEDERICO Delfino Gentilhuomo
Venetiano eccellente Matematico fù pu-
blico professore delle dette scienze nello
studio di Padova. Questi raffrontati mol-
ti testi insieme emendò le Tavole del Rè
Alfonso, & i libri di Tolomeo. Verificò
anco le Tavole delle Stelle fisse. Fù que-
sti Maestro di Daniel Barbaro, e di Ales-
sandro Piccolomini.
1525 LUDOVICO Vitali Bolognese pro-
fessore dell'arti, e della Medicina nella
sua Patria. Ricorresse la sfera di Proclo
già tradotta da Tomaso Linacro, e la fe-
page 113ce stampare in Bologna con l'aggiunta di
molte cose necessarie, e concernenti alla
materia de nascimenti, & occasi de Segni,
Lunghezze de giorni, e delle notti, de
moti de Pianeti, e delle cause dell'Ec-
clisse, & altre cose tali. Mandò fuori an-
co un'Introduttorio alle Teoriche del
Peurbachio, & il tutto dedicò à Goro
Geri Vescovo di Fano, e Vicelegato di
Bologna. Scrisse ancora, si com'egli af-
ferma, alcune Tavole dell'Ecclissi de due
Luminari, quasi ad ogni latitudine.
1529 GIOVACHINO Fortio Ringelber-
gio d'Anversa fù Grammatico, e Dialet-
tico, e dell'una, e l'altra professione la-
sciò scritti commentarii. Attese anco alle
Matematiche; scrisse della sfera tre libri,
ò institutioni Astronomiche, della Cosmo-
grafia, Un libro del tempo, Uno di per-
spettiva, il Caos Matematico, & Arit-
metico, Dell'Horoscopo, d'Astrologia,
di Geomantia, dell'urina non veduta, Dell'
interpretatione de Sogni, e dell'esperien-
ze. Tutte queste cose furono stampate in
Basilea.
1530 GIOVANNI Stoflero da Giustinga
Città di Svevia fù Canonico della Cate-
drale della sua Patria, attese alle Mate-
matiche nella Città di Tubinga, ove egli
ne fù publico professore. Fece molte ope-
page 114re, fra le quali sono = Della fabrica, e dell'
uso dell'Astrolabio, e Commentarii discus-
sissimi sopra la sfera di Proclo. Scrisse an-
co due libri della fabrica, e dell'uso de
varii Astrolabii, compose anco Tavole
Astronomiche, e mandò fuori un libro d'
Efemeridi. Lasciò parimente à posteri un
bellissimo Calendario, nel quale non la-
sciò cosa alcuna adietro delle appartenen-
ti al computo Ecclesiastico. Attese alla
Geografia, e compose un libretto Cosmo-
grafo, e fece commentarii sopra la Geo-
grafia di Tolomeo. Fù nello scrivere al-
quanto barbaro, e non attese gran fatto
all'eleganza latina. Morì vecchio d'ot-
tant'anni in Tubinga del 1530.
1530 GIACOBO Kebelio Tedesco, & ami-
co di Giovani Stoflero, scrisse anch'egli
della fabrica, & uso dell'Astrolabio pri-
ma in lingua Tedesca, o poi nella Lati-
na. Scrisse anco nella detta sua lingua li-
bri Aritmetici stampati con l'Astrolabio
in Francfort. Publicò anco insieme con l'
Astrolabio un succinto trattatello del qua-
drante, della sfera materiale, del Trian-
golo Geometrico, del baculo di Giacob-
be, dell'Umbracolo visorio, della verga
Geometra, dell'Horologgio mantiale,
del Nottilabio, e del Cilindro, e dell'
uso loro.
page 115
1530 GIOVANNI Rastello Inglese buon
Matematico scrisse un libro della natura
naturata, & alcuni Canoni Astronomici.
1532 ALBERTO Durero da Norimberga i
Pittore eccellentistimo, e Matematico no-
bile, oltre le Tavole dipinte, & intaglia-
te in legno, & in rame con grandissima
diligenza, scrisse molte cose, cioè della
Pittura, e delle Simmetrie, ò proportio-
ni de corpi, della Perspettiva, e della ra-
gione dell'ombre, libri di fortisicationi,
& alcuni opuscoli Geometrici garbatissi-
mi, i quali scritti da lui in lingua Tede-
sca furono tradotti in latino, e publicati
da Bilibaldo Pirkemero.
1534 PAVOLO de Middelburgo di Zelan-
da Fiammenggo studiò nell'Accademia di
Lovanio, & addottorato in Filosofia, Teo-
logia, e nella Medicina, insegnolle pu-
blicamente in Middelburgo, dove fatto-
si Prete ottenne un Canonicato nella
Chiesa Catedrale di S. Bartolomeo. Tor-
nato à Lovanio fù chiamato dalla Signo-
ria di Venezia per la lettura delle Mate-
matiche, e dell'Astrologia nello Studio
di Padova, facendo poi viaggio trasferis-
si ad Urbino, ove accarezzato da Prenci-
pi, accostossi al servizio loro nella profes-
sione della Medicina, e dell'Astrologia,
ove essendo gratissimo, fù fatto Abbate
page 116della Terra di Castel Durante, & indi
crescendo i suoi meriti, ottenne il Vesco-
vado di Fossombruno. Fù d'ingegno acu-
tissimo, e scrisse molte opere, fra le qua-
li si annoverano le seguenti. Un giudizio
dell'anno mille quattrocento ottanta, nel
quale riprese molti Astrologi, e Matema-
tici nobilissimi più antichi di lui, cioè il
Blanchino, Prosdocimo, Beldomando,
Alpetragio, Giovanni Anglico, Henrico
di Medinia, & altri. Hebbe gara con
Giovanni Barbo Nipote di Papa Paolo
Secondo, e scrisseli contro una risentita
Apologia. Publicò un'operetta del nume-
ro degl'atomi contro l'ingordigia degl'
Usurari. S'affatticò molto nella correttio-
ne del Calendario per la retta celebratio-
ne della Pasqua, e ne scrisse quel gran-
dissimo volume detto del suo nome la Pau-
lina. Fù molto adoperato per la detta ca-
gione da Leon Decimo nel Concilio La-
teranense. Scrisse anco molte epistole ap-
partenenti al detto negotio, & alcune
apologetiche ad un Pietro di Ricco Lo-
vaniense. Non mancò per tanto chi redar-
guisse dopo in molte cose la detta Pauli-
na, fra quali è Giovanni Lucido emen-
datore de tempi. Scrisse Pavolo molti pro-
nostichi, ne quali rare volte si discostò
dal vero.
page 117
1535 GIOVANNI Lucido Samoteo di na-
tione Francese huomo dottissimo nelle
lettere Secolari, e nelle Sacre, attese prin-
cipalmente à calcoli Ecclesiastici, come
studio conveniente ad huomo di Chiesa,
essendo egli Sacerdote. Scrisse Giovanni
un Cronico, overo dell'emendatione de
tempi, opera di grandissimo giovamento
agl'Historici. Scrisse anco del vero gior-
no della Passione di Cristo, & un'Epito-
me dell'emendatione del Calendario. Ti-
rò egli il suo Cronico insin all'anno del
trentacinque, e l'aggionta di quarant'an-
ni vi fù fatta da Girolamo de Bardi Fio-
rentino dell'ordine Camaldolese.
1536 GIOVANNI Driandro Tedesco Me-
dico, e Matematico nell'una, e nell'al-
tra professione. Lasciò scritti molti volu-
mi, e per tacere de gl'altri, nelle Ma-
tematiche compose i seguenti = La Fabri-
ca, e le ragioni dell'anulo Astronomico,
L'esplicationi del Cilindro in lingua Te-
desca, Un libro di varie compositioni d'
Horologgi da Sole, dell'uso dell'instru-
mento notturno da conoscere l'hore per
via delle Stelle, i Canoni dell'Astrola-
bio, l'esplicatione del quadrante, Della
fabrica, & uso di quell'Horologgio usita-
tissimo dal Sole, che si chiama volgarmen-
te Compasso. Scrisse anco di diversi ho-
page 118rologgi da ruote così da molla, come da
contrapesi, così di ferro, come di legno.
Attese alla Cosmografia, e scrissene intro-
duttioni, e fece due globi, l'uno stellato,
e l'altro Cosmografico ambidui ornatissi-
mi. Fù in oltre grande Anatomista, e pu-
bliconne volumi in Marpurgo, ove egli
ne facea professione.
1539 HENRIGO Glareano da Friburgo di
Brisgoja fù huomo, che diede opera à
tutte l'arti liberali, e scrisse molto in ver-
si, per cagione de quali egli fù laureato,
& anco in prosa. Fece questi non medio-
cre professione delle Matematiche, onde
lasciò scritto un libretto della sfera, alcu-
ne introduttioni Cosmografiche, & alcu-
ni libri di musica. Fece annotationi so-
pra Tito Livio, à cui giunse la Crono-
logia de Consoli, fece anco il medesimo
sopra Cesare, e Salustio, & alcune altre
opere non inutili. Fù grand'amico, e de-
voto di Giovanni Vernero, e di Damia-
no da Goes.
1540 GEMMAFRISO Fiammengo da
Lovanio Medico, e Matematico fù pu-
blico professore delle dette scienze nello
studio della sua Patria. Scrisse un libro
del Raggio Astronomico, e Geometrico,
un libro dell'Astrolabio Catolico, Un
page 119trattato de principii dell'Astronomia,
e della Cosmografia, dell'uso del globo
Cosmografico, della divisione del Mon-
do antico, e moderno, dell'uso dell'anu-
lo Astronomico. Scrisse finalmente il me-
todo dell'Aritmetica pratica, & un com-
pendio delle frattioni Astronomiche. Scris-
se anco un modo di conoscere per via di
memoria le Calende, gl'Idi, e le None, le
feste mobili, & i luoghi del Sole, e del-
la Luna nel Zodiaco. Scrisse parimente
del modo di descrivere i luoghi, e trovar
le distanze, cosa appartenente alla Coro-
grafia. Mandò fuori una Carta di Map-
pamondo, ove si descrive tutta la Ter-
ra, & alcune altre cose. Lasciò questi
Cornelio suo figlio Medico, Filosofo, Poe-
ta, & in tutte le buone arti non punto
inferiore al Padre.
BONETTO Giudeo scrisse un libret-
to dell'Anulo Astronomico stampato in
Marpurgo.
1540 MICHELE Stifelio Tedesco Aritme-
tico versatissimo ne scrisse più libri, uno
ch'egli intitola dell'Aritmetica perfetta,
e l'altro compendiosa, overo prattica Ita-
liana. Scrisse anco in lingua Tedesca le
Regole dell'Algebra, & il computo Ec-
clestastico. L'opere di costui in qualche
parte sono riprese da Giovanni Buteone
page 120nel libretto della Quadrattira del Circolo.
1540 CUTBERTO Tonstallo Inglese Ve-
scovo di Dunelmia, attese alle lettere Sa-
cre, e con molto profitto diede opera al-
le Matematiche. Questi scrisse un bellis-
simo libro d'Aritmetica. Intanto crescen-
do la crudeltà d'Henrigo ottavo, & uc-
cidendo tirannicamente i migliori, temen-
do della propria vita per la morte di To-
maso Moro, & altri amici, diedesi in tut-
to à compiacere, & à placare il crudelis-
simo Re contro i migliori adirato.
1543 NICOLO' Copernico di Natione Pru-
teno, benche nascesse sotto asprissimo Cie-
lo, e fra gente barbare, non punto aspro
ne barbaro diede opera alle buone lettere.
Nacque egli in Toruna, onde fù detto To-
runese. Diedesi costui con tanta felicità
alle Matematiche, & all'Astrologia, che
meritò da alcuni esser detto un Tolomeo
Tedesco, ò per dir meglio Pruteno. Es-
sendo giovinetto, venne in Italia, e nello
studio di Bologna fecesi discepolo di Do-
menico Maria Italo. Fù fatto Canonico
di Varmia, ove attese all'osservazioni de
Moti celesti, & impugnò in alcune cose
Tolomeo. Con l'occasione del Concilio
Lateranense per l'emendatione dell'anno,
scrisse il suo nobilissimo libro delle revolu-
tioni degl'orbi celesti, nel quale seguì la
page 121falsa suppositione di coloro, che vogliono,
che il Sole stia fermo, come centro, e la
Terra gli si muova in giro. Scrisse anco
il Copernico alcuni commentarii sopra la
sfera. Una gran parte delle sue osservatio-
ni fece vicino alla foce della Vistula in
Fravemburgo. Dedicò egli la sua grand
opera delle Revolutioni à Pavolo Terzo.
1548 NICOLO' Sosiano da Corfù elegantis-
simo Letterato attese alle cose Matemati-
che, e di Cosmografia. Scrisse questi un
bel libretto in lingua Greca dell'Astrola-
bio anulare, e publicò la descrittione del-
la Grecia, nella qual Tavola superò non
solamente Tolomeo, ma quanti altri ha-
vevano scritto avanti à lui; onde Abra-
mo Ortelio nella descrittione della Grecia
antica, non ha voluto altro essempio, che
il suo. Un Nicolò G. huomo dannato da
Santa Chiesa, fecevi sopra Commentarii,
i quali sarebbono degni d'esser letti, se
non gli profanasse l'empietà dell'autore.
1548 GIROLAMO Fracastoro nobilissimo
Gentilhuomo Veronese Filosofo, e Medi-
co eccellentissimo, diede opera con pari
felicità agli studii delle Matematiche, on-
de sforzossi di mantenere quel fondamen-
to amato da Eudosso, Aristotele, Calip-
po, Avverroe, Alpetragio, & altri per sal-
var le apparenze, e le varietà de Moti ce-
page 122lesti senza suppositione di eccentrici, ne d'
epicicli, e scrissene quella nobile fatica, la
quale dalle cose contenute egli intitolò
=Homocentrica=, e certo i suoi pensie-
ri furono ingegnosissimi, se bene à giudi-
tio de migliori egli non conseguì il fine, al
quale egli tendeva. Quant'altre cose egli
scrivesse, e quanto egli fosse eccellente
Poeta è più chiaro che il Sole, ne ricerca
la brevità di questa fatica, ch'io mi disten-
da ad annoverarle ad una ad una.
1548 GIULIANO Ristoro Frate dell'ordi-
ne de Carmelitani nacque nella Città di
Prato, & attese alle Matematiche sì felice-
mente, che ne meritò la Catedra dello
studio di Pisa. Attese questi alle cose
Astronomiche, nelle quali mentre volse
fare imagini di tale, ò tale virtù sotto cota-
le, ò cetale costellatione fù da giuditiosi
riputato assai vano. Fù discepolo di costui
Francesco Giuntino, sicome egli stesso af-
ferma ne Commentarii della sfera di Gio-
vanni di Sacrobosco.
1550 GIOVANNI MARTINO Siliceo
Spagnuolo della Diocesi di Pace studiò in
Parigi nell'arti, e nella Filososia, & atten-
dendo alle Matematiche lasciò à Posteri
un libro di Aritmetica assai copioso. Que-
sto per la sua virtù fù Maestro di Filippo
Re di Spagna, & indi Vescovo di Carta-
gena.
page 123
1550 BARTOLOMEO Mercatore scrisse
Meditationi sopra la sfera, overo introdut-
tioni sopra tutta la Cosmografia.
1550 GIOVANNI di Rojas di natione
Spagnuolo di nobilissimo Sangue, e fi-
gluiolo del Marchese di Poza, studiò, &
attese alle buoni arti in Lovanio, ove sot-
to la disciplina di Gemma Friso diede
opera alle Matematiche. Scrisse dell'Astro-
labio Universale un volume assai nobile.
Fù historico, e promise di scrivere l'histo-
ria di Carlo Quinto, e di Filippo.
1550 PIERIO Valeriano da Cividale di i
Belluno huomo versatissimo in tutte le sor-
ti di lettere, e dottissimo delle cose gre-
che, e latine, e buon Poeta, & oratore,
fù Prete, e Servitore domestico del Cardi-
nale de Medici. Attese alle Matemati-
che, e scrisse un libretto della sfera, ch'
egli chiamò Compendio, intentione di cui
fù il facilitar quello studio, e dire con più
eleganza di lingua quello, che assai rozza-
mente era stato trattato da altri; quest'
opera dedicò ad Alessandro Farnese Car-
dinale in quel tempi assai giovane. Scrisse
anco quei dottissimo, & amplissimo libro
de Gieroglifici, & altre cose.
1550 PIETRO Apiano Bennisio da Licis-
nia Tedesco ebbe la prima Catedra della
lettura delle Matematiche nello Studio d'
page 124Ingolstadio. Publicò dopo Giovanni Sta-
bio l'Horologgio detto foglia della Piop-
pa. Mandò fuori il libro di Giordano de
Pesi. Scrisse del suo un libretto di Geo-
grafia, à cui aggiunse un trattatello del co-
noscer l'hore della notte per via della Stel-
la Polare. Publicò parimente un Quadran-
te Universale in forma nuova, & alcune
altre cose.
1550 GIUVONE Heldo Frisio familiare di
Giovanni di Rojas scrisse della fabrica del
Planisferio, dal quale Giovanni prese gran
parte delle cose, ch'egli trattò nel suo.
1552 LUCA Gaurico Giusanese, cioè dal
Tempio di Giunone Argiva, diede opera
alla Filosofia, & alle Matematiche in Fer-
rara, nel quale essendo assai giovane, fù
Lettore delle cose d'Astrologia, fece alcu-
ne annotationi sopra l'Almagesto di To-
lomeo tradotto dal Trapezuntio, alle qua-
li aggiunse tin'appendice de Mesi, & alcu-
ne altre cose di poco momento. Fece egli
ancora alcune fatiche sopra la sfera di Gio-
vanni di Sacrobosco, e sopra le Teoriche
di Giorgio Peurbachio, & un Problema,
nel quale discorre se sotto l'equinottiale vi
siano habitationi. Sotto Papa Clemente
in Roma predisse molte di quelle ruine,
che successero; onde fù chiamato à suoi
servitii da Pavolo Terzo, dal quale fù an-
page 125co fatto Vescovo. Molte altre cose lasciò
scritte Luca, cioè la correttione della Ta-
vola d'Alfonso, e d'Elisabetta. Affaticos-
si intorno le Tavole delle direttioni di
Giovanni di Monteregio, e di Giovanni
Blanchino, & intorno al libro di Loren-
zo Bonincontro de Moti celesti. Publicò
del suo le figure, e i pronostici per tutto il
cinquantadue. Scrisse introduttioni à tut-
ta l'Astrologia, & altre cose, le quali più
à lungo sono da noi scritte nella vita di lui.
Questo solo diciamo, ch'egli non fece co-
sa, che possa dirsi in tutto di momento.
1552 PASCASIO Hamello Matematico
Regio di Henrigo di Francia scrisse com-
mentarii sopra il libro d'Archimede del
numero dell'arena, e tre libri di Perspetti-
va publicati da Giorgio Harmanno.
1553 ERASMO Reinoldo Turingo di Sal-
velfeldia Astrologo, e Matematico degno
di paragonarsi con gl'eccellenti del tempo
antico. Fù dotto in tutte le scienze, &
hebbe perfetta cognitione della lingua la-
tina, e della greca. Fece scolii sopra le
Teoriche del Peurbachio, e calcolò le Ta-
vole Pruteniche, & altre cose, che per bre-
vità si tralasciano, essendo appieno distese
nell'historia della vita sua. Fù travagliato
da molti infortunii; al fine essendo publico
Lettore delle Matematiche nello studio di
page 126Vittemberga, essendo ancora molto giova-
ne, morì di febre etica il sesto climaterico
dell'età sua.
1553 NICOLO' Simo Bolognese buon Ma-
tematico successe à Domenico Maria Ita-
lo nella publica Lettura delle Matemati-
che nello studio di Bologna. Calcolò l'
Efemeridi per molti anni, e v'aggiunse i
Canoni, che spiegano l'uso loro con alcu-
ni trattati dell'elettione, delle mutationi
dell'aere, e delle Rivolutioni. Ridusse
egli parimente in compendio le Teoriche
de Pianeti, ne sò che altra cosa del suo la-
sciasse à Posteri.
1555 ORONTIO Fineo dal Delfinato ven-
ne da giovinetto nella Città di Parigi, ove
hebbe la Lettura delle Matematiche nel
Collegio Reale di Navarra, & indi fù as-
sunto dal Re Francesco alla dignità di
Matematico Regio. Era d'ingegno pron-
tissimo, ma non acuto, onde scrisse molto,
e commesse di molti errori; persuadevasi
troppo del proprio sapere, e la fortuna,
che lo favoriva, accresceva in lui il dissetto
naturale; il perche molti valent'huomini
furono, che scrivendogli contro, scoperse-
ro li suoi errori. L'opere composte da lui
s'hanno registrate appieno da noi nell'hi-
storia della sua vita. Hebbe per Discepo-
lo Pietro Ramo, il quale, come di suo
page 127Maestro, ragionò molto honoratamente
di lui nelle sue scuole.
1555 GIORGIO Armanno publicò tre libri
di Perspettiva di Pascasio Hamello, & i
Commentarii sopra il libro del numero
dell'Arena d'Archimede fatta dal medesi-
mo, & egli promise di mandare fuori un
trattato dell'ombre.
1555 LUDOVICO Baeza Parigino Filoso-
fo, e Matematico, Discepolo d'un Gio-
vanni Magnien, come egli dice, Medico,
e Matematico eccellentissimo. Scrisse un'
elegante libretto d'Aritmetica, che fù or-
natamente stampato in Parigi. Promette-
va altre cose ancora, così in questa profes-
sione, come intorno alla filosofia Peripate-
tica. Hebbe, come appare della sudetta
sua opera, esquisita cognitione delle lette-
re greche, e delle latine.
1555 MARTINO Poblacione fece un suc-
cinto trattatello dell'Astrolabio, il quale
compilò parte da Niceforo Gregora, e par-
te da Giovanni Stoflero. L'operetta divi-
se egli in due parti, nella prima trattò dell'
uso dell'Astrolabio, e nella seconda della
Scala Altimetra, e dedicò la sua fatica
ad un Francesco di Lupo Ronconi.
1555 GIOVANNI Buteone Francese del
Delfinato, attese alle Leggi civili, & alle
Matematiche, & in queste com'egli affer-
page 128ma, non hebbe altro Maestro, che se me-
desimo. Scrisse molti trattatelli curiosissi-
mi, che gli recarono molta lode. Scrisse
dunque un'opuscolo del Ponte, che Cesa-
re fece sul Reno, & un'altro dell'Arca di
Noè, nel quale mostrò la forma dell'edifi-
cio, divise le celle, e gl'animali, e prepa-
rò i luoghi per gli cibi, e per gl'huomini,
che v'entrorono. Scrisse contro Orontio,
di cui fù grande, e perpetuo impugnatore
ne i libri della quadratura del Circolo. Di-
chiarò un' luogo Geometrico di Quintilia-
no appartenente alla capacità delle figure
isoperimetre. Affaticossi per trovare la
duplatione del cubo per via degl'elementi
d'Euclide, e trovò una certa approssimatio-
ne, & ivi redarguì una falsità dello Stifelio
intorno al detto Problema. Scrisse un trat-
tatello della Misura dell'acqua, che scor-
re, appartenente alla divisione dell'acque
de publici aquedotti. Fece un discorsetto
intorno à una Machina d'Agricoltura di
Columella, chiamata Cicogna. Scrisse del-
la stadiera, mostrando come con picciolo
instrumento possono pesarsi gravissimi pe-
si. Scrisse della ragione de Marchi delle
bilancie, & un trattatello del prezzo delle
perle. Fece un libro della divisione dell'
Isole, che si fanno ne i fiumi, e redarguì la
Tiberiade di Bartolo; Tutte le dette fati-
page 129che raccolte in un succinto volume dedicò
al Cardinal Turnone. Oltra le cose narra-
te scrisse d'Aritmetica, d'Algebra, & un
bellissimo libro sopra Archimede della
quadratura del Cerchio. Scrisse anco al-
cune altre cose intorno ad alcuni passi di
Legge, che nell'esplicatione hanno biso-
gno delle Matematiche.
1559 GIOVANNI ANTONIO Delfino
da Casal Maggiore Francescano de Con-
ventuali scrisse al Cardinal Camillo Pa-
leotti un libro de Globi, e moti celesti
contro i pareri de Filosofi, & Astrologi in
favore della verità Cristiana. Questi ridus-
se tutta la Filosofia Peripatetica in luoghi
communi.
1559 ABELE Fullonio gentilhuomo Fran-
cese scrisse della fabrica, & uso dell'Olo-
metro, così detto dall'esser'atto à misu-
rare tutte le cose.
1560 ANTONIO Lupicino scrisse della fa-
brica, & uso delle verghe Astronomiche,
instrumento da osservar le distanze delle
Stelle in cielo, & altre cose appartenen-
ti all'uso dell'Astrologia.
1560 GIACOBO Peletario Cittadino Leo-
nese, attese alli studii Legali, & indi es-
sendo d'età più matura, non si compia-
cendo di quello studio, si diede alla Fi-
losofia, & indi alla Medicina, di cui si
page 130compiacque, e secevi buon profitto. Fù
Poeta nella lingua materna, annico, & imi-
tatore di Pietro Ronsardo; finalmente fer-
mossi nelle Matematiche, e nelle dette
professioni lasciò scritto alcune opere. Fe-
ce egli dunque un Commentario della di-
mensione del Circolo, uno del contatto
delle linee, uno della costitutione dell'
Horoscopo. Scrisse alcune annotationi so-
pra l'Aritmetica di Gemma Friso, e man-
dò fuori un compendio delle frattioni
Astronomiche, & uno di ritrovar per via
di memoria le Calende, gl'Idi, & i luo-
ghi del Sole, e della Luna nel Zodiaco.
Scrisse in lingua Francese un volume d'
Algebra, & ultimamente commentarii so-
pr i primi sei libri degl'elementi d'Eu-
clide, nei quali, come tengono i miglio-
ri, fù soverchiamente animoso, & innova-
tore. Donò quest'opera à Carlo Cardi-
nale di Lorena. Scrisse alcune cose dell'
angolo, del contatto, del cerchio, e
della linea, nella quale presi principii fal-
si, ne trasse tali anco le conclusioni. Mol-
ti confutatori ha havuto il Peletario, fra
quali non è punto ignobile Cristoforo Cla-
vio Bambergese, contro cui esso Peleta-
rio mandò fuori un'Apologia, à cui il
Clavio rispose con una disgressione fatta
nel libro de Triangoli. Henrigo Mona-
page 131tolio Matematico Regio prese la parte deI
Clavio, e scrisse contro il Peletario.
1560 PIETRO Nonio Portughese huomo
d'acutissimo ingegno, scrisse un libro de-
gl'errori d'orontio Fineo, un trattato d'
Algebra, & altre cose. E' lodato da P.
Ramo nelle Scuole Matematiche.
1560 GIOVANNI Pena Francese discepo-
lo nelle Matematiche di Pietro Ramo
prontissimo, e risvegliato d'ingegno, es-
sendo ancor giovane fù fatto Matemati-
co Regio, al che fù ajutato dal favore
di Carlo Cardinale di Lorena. Diedesi
ad illustrare le cose di Perspettiva, e del-
la Specolaria, e publicò l'optica, e la Ca-
toptica d'Euclide greca, e latina, tradot-
ta da lui, e dedicolla al sudetto Cardina-
le suo benefattore. Mà mentre egli era
intento ad altre opere, essendo appena di
vintisei anni, abbandonò questa vita.
1560 FRANCESCO Candalla Francese
dell'Illustrissima famiglia de Flussati huo-
mo cotanto dedito alli studii, quanto no-
bile, affaticossi intorno agl'Elementi d'
Euclide, e tradussegli dal Greco, se be-
ne in ciò fù poco lodato da migliori, che
mentre egli tentò d'arricchirli, tralascia-
te le buone dimostrtioni greche, ve ne
aggiunse del suo diffettose, manchevoli, e
poco buone.
page 132
1565 GIO: BATTISTA Vimercato Pre-
te Milanese scrisse un Dialogo intitolato
= della Descrittione Teorica, e Pratica de
gl'Horologgi dal Sole, che fù poi da Va-
lente Panizza Mantovano stampato in
Ferrara, e donato à D. Alfonso da Este.
Questi come appare, fù huomo assai igno-
rante delle Matematiche, il che si cono-
sce dalla stessa inscrittione, perciòche non
si può dire descrittione Teorica, essen-
do assai differente il descrivere dallo spe-
colare; ma egli stimò, che fosse Teorica
il servirsi delle linee, e pratica quell'al-
tra, che per via del Sole, e d'un horo-
loggio fatto reca al fine il proposito. Quan-
to poi all'opera chiaro appare, che egli
non vedesse Tolomeo, poiche altro non
è che quelle pratiche barbare de Tede-
schi, nelle quali assai si sarebbe portato
bene, se havesse (cosa non fatta da lo-
ro) aggiunto alle loro pratiche tenebro-
se il lume della dimostratione.
1566 FRANCESCO Giuntini Fiorentino
assai buon Matematico, & Astrologo
giuditiario, fece gran tempo di sua vita
in Francia. Scrisse due grandissimi libri
sopra la sfera di Giovanni di Sacro bo-
sco, un Calendario Astronomico, & al-
cune altre cose.
1566 COSIMO Bartoli nobile Fiorentino
page 133si dilettò delli studii delle Matematiche,
tradusse quasi tutte l'opere di Leon Bat-
tista Alberti in lingua Toscana, e del suo
scrisse un libro del modo di misurare le
distanze, le superficie, & i corpi, il qua-
le compilò da varii Autori antichi, e mo-
derni.
1567 NICOLO' Tartaglia Bresciano d'hu-
mile nascimento attese alle cose Matema-
tiche, e particolarmente alla Geometria,
& all'Aritmetica con tanto genio, che si
lasciò molti adietro. Trasferì costui in
lingua volgare gl'Elementi d'Euclide,
ch'egli leggeva publicamente in Venetia.
Scrisse molte opere appartenenti al moto
de corpi gravi, à tiri dell'Artigliarie, à
fortificationi de luoghi, à misurar con la
vista, & altre cose tali, e finalmente scris-
se due gran volumi, ne quali raccolse tut-
to quello, che s'appartiene ad una com-
pita specolatione, e pratica delle cose dell'
Aritmetica, e della Geometria. Fù egli
grand'Avversario di Girolamo Cardano,
e scrisseli contro alcune opere. Attese non-
dimeno così poco alla bontà della lingua,
che move à riso talhora chi legge le co-
se sue.
1567 PIETRO Pitati nobile Veronese atte-
se alle Matematiche ammaestrato da un
Frate Innocentio da Novara Benedetti-
page 134no; compiacquesi delle cose Astronomi-
che, le quali si pose à leggere nell'Acca-
demia de Filarmonici, nella quale egli
era chiamato Filuranio. Scrisse Efemeri-
di, & il supplemento loro. Stampò un
volumetto dell'annua quantità del Sole,
e della Luna, & un'altro della solennità
Pasquale secondo la recognitione degl'An-
tichi canoni della Chiesa, con esso la re-
stauratione del Calendario Romano, &
un trattato del vero giorno della Passione
del Nostro Signore, & alcune altre ope-
rette di non grave momento.
1570 DANIEL Barbaro Gentilhuomo Ve-
netiano, e nepote del dottissimo Hermo-
lao, fù eletto al Patriarcato d'Aquilegia.
Hebbe egli gran gusto nelle Matemati-
che, il che mostrò in quel commentarii,
che diffusamente fece sopra l'Architettura
di Vitruvio. Scrisse commentarii anco so-
pra la Retorica d'Aristotele, & altre cose.
Nelle Matematiche fù discepolo di Fede-
rico Delfino publico Lettore, come dicem-
mo ragionando di lui, nello studio di Pa-
dova.
1570 PIETRO Ramo Parigino Oratore, e
Filosofo Regio nello studio di Parigi, fù
huomo di suegliatissimo ingegno, e die-
de opera con molta felicità, e profitto à
tutte le buone arti. Attese alle Matema-
page 135tiche sotto la disciplina d'Orontio Fineo,
e fecene gran professione. Scrisse questi le
Scuole Matematiche, Geometriche, &
Aritmetiche, nelle quali intorno alla ma-
teria degl'elementi, mostrò quant'egli ne
sapesse, ancorche à giuditio d'alcuni egli
le trattasse con ingegno impetuoso, & au-
dace. Scrisse della militia di Cesare, &
altre cose. Fù ammazzato Pietro in quel-
la congiura, che sotto Henrigo fù fatta
contro l'Ammiraglio, e la fattione degl'
Ugonotti, e ciò, come si tiene, piu tosto per
furore del popolo, ch'egli se lo meritasse.
1570 HENRIGO Monatolio Professor Re-
gio delle Matematiche in Parigi, scrisse in
risposta dell'Apologia, che Giacobo Pele-
tario haveva fatta contro Cristoforo Clavio.
1572 SILVIO Belli Vicentino ingegniero,
e Matematico ha lasciato del suo un li-
bro del misurare le distanze con la vista
con ajuto del quadrante Geometrico sen-
za bisogno de Calcoli Aritmetici, la qual'
opera donò al Cavalier Valerio Chierega-
ti. Scrisse doppo un libro degl'Elemen-
ti, nel quale tentò di trovar vie più bre-
vi, che non haveva fatto Euclide, & an-
dossi fabricando altri principii, ma per-
che non è stata fabrica ben fondata, non
ha consegnito il suo fine.
1573 PIETRO Catena Padovano, mentre
page 136io mi trovavo nello studio di Padova,
leggeva publicamente le Matematiche, e
da lui viddi esporre le mecaniche di Ari-
stotile. Egli era vecchio, e faceto di ma-
niera, che spesso era piena la sua scuola di
genti desiderose più di ridere, che d'im-
parare. Non era huomo di profonda dot-
trina, e non ha dato fuori del suo altro,
che una semplice, e piccola sfera.
1574 GIOVANNI MARIA de Tolosani
dell'Ordine de Predicatori, nacque in
Colle di Valdella, attese a computi Ec-
clesiastici. Fece un libro intitolato il Bre-
viloquio de tempi, dal quale Giovanni
Lucido col consenso di lui cavò molte
cose, & inserì nell'opera sua. Scrisse un
libretto della Massima declinatione del
Sole, & una breve emendatione del Ca-
lendario intorno alla retta celebratione
della Pasqua, e dirizzolla al Concilio di
Trento.
1575 FRANCESCO Maurolico nobile
Messinese, & Abbate nella Patria sua,
per l'eccellenza del suo ingegno merita
d'esser'annoverato fra primi Matematici
dell'età nostra. Scrisse tre Dialoghi di
Cosmografia dottissimi, & arguti, e do-
nogli à Pietro Bembo Cardinale, che s'
era trattenuto in Messina, essendo ancor
giovanetto, per imparare lettere Greche
page 137da Costantino Lascari. Scrisse anco un li-
bretto della sfera molto succinto, & un
trattatello degl'Instrumenti Astronomici.
Ha lasciato anco à Posteri un nobilissimo
libro di Gnomonica, nel quale assai pie-
namente prosegue la detta materia. Pro-
metteva egli tante opere in un suo Cata-
logo, che s'havesse risposto alla promes-
sa, toglieva il luogo ad ogn'altro Mate-
matico, ma non sò per qual cagione le-
cose, ch'egli prometteva, furono aspet-
tate dagli Studiosi indarno. Fatto huomo
di Chiesa si diede alle cose sagre, & es-
sendo gia vecchio, publicò un Martiro-
logio. Egli morì carico d'anni di manie-
ra, che per l'età era in tutto mancata in
lui la vivacità dell'ingegno. Fù molto
amico di Federico Comandino, ancor-
che gia mai non si conoscessero di presen-
za. Si veggono alcuni Epigrammi del
Maurolico, onde appare, ch'egli non fo-
se nemico delle muse.
1575 FEDERICO Comandino Gentilhuo-
mo Urbinate figliuolo di Battista Coman-
dino, e di Laura Bonaventuri, attese da
fanciullo alle buone lettere, & impatro-
nissi della lingua greca, e della latina.
Studiò in Padova le cose di Filosofia, e
di Medicina, & hebbe per maestri Mar-
co Antonio Genova, e Gio: Battista
page 138Montano Lettori publici dello detto Stu-
dio, l'uno Filosofo, e l'altro Medico ec-
cellentissimi. Prese la dignità del Dotto-
rato di Medicina in Ferrara, ove egli heb-
he per promotore il Bresavola. Fù poi
Medico di Ranuccio Farnese fratello d'
Alessandro, ambedue Cardinali, fin da
giovinetto haveva dato opera felicemen-
te alle Matematiche, alle quali haveva
straordinaria inclinatione, e perche à det-
ti studii fù eccitato da Marcello Cervino,
che fù poi Pontefice, e da Ranuccio, à
servitii de quali egli si trovava, abbracciò
più caldamente le dette professioni, di
maniera, che vedendo l'incertezza della
medicina, & il pericolo del trattarla, ab-
bandonatala del tutto, si diede alle spe-
colationi Matematiche, nelle quali fece
poi tanto profitto, quanto con molta me-
taviglia ha veduto l'età nostra: poiche
per opera sua hanno racquistato lo splen-
dor loro tutti i più antichi, e nobili scrit-
tori di quelle professioni. Egli ha tradot-
to dal greco, & illustrato le cose d'Ar-
chimede, d'Appollonio, di Sereno, di
Pappo, d'Eutocio, d'Aristarco, d'Eu-
clide, e di Herone Alessandrino, di To-
lomeo, e di molti altri, l'opere de qua-
li, prevenuto dalla morte, egli non potè
publicare. Del suo habbiamo il libro del
page 139Centro della gravità de solidi, opera da
esser paragonata à quelle de più nobili
antichi. Non fù il Comandino Lettore
d'alcuna Università, ne meno procurol-
lo, ma vivendosene in casa sua, gode-
vasi la quiete delli studii. Molti lo fre-
quentavano desiderosi d'imparare, fra
quali era Guidobaldo de Marchesi del
Monte, che hoggi vive, e con gli scrit-
ti suoi illustra queste scienze. Eravi an-
co Bernardino Baldi, che scrive quest'
historia, il quale essendo in quel tempi
giovinetto, si dilettava grandemente di
queste professioni. Ma fra discepoli del
Comandino si connumera anco France-
sco Maria Duca d'Urbino figliuolo di
Guidobaldo, à servitii del quale per det-
ta cagione egli fù con honorato stipen-
dio trattenuto molti anni, percioche, es-
sendo quel Prencipe inclinatissimo a gli
studii, non volle passare à filosofici, e
Teologici, ne quali è versatissimo, sen-
za aprirsi prima la porta mediante la co-
gnitione delle Matematiche. Morì Fede-
rico di sessantasei anni, e fù sepolto nel-
la Chiesa di S. Francesco de Conventua-
li in Urbino.
1575 GIOVANNI Padovano Veronese
scrisse un'operetta, nella quale discorre
della turbatione dell'anno commune, e
page 140del disordine del Calendario.
1576 GIO: BATTISTA Benedetti Vene-
tiano attese alle Matematiche, nelle quali
servì i Duchi di Savoja. Scrisse un libro
di Gnomonica, il quale toccò molte cose
appartenenti alle dimostrationi della detta
disciplina, se non che viene ripreso da più
esquisiti di non haver'osservato quel meto-
do, e quella purità nell'insegnare, che ri-
cercano le Matematiche, & è stato osser-
vato da gl'ottimi Greci, e da gl'Imitatori
loro. Scrisse anco alcune altre cose leggie-
re, e di non molto momento.
1578 ALESSANDRO della nobilissima fa-
migglia de Piccolomini Senese, e finalmente
Arcivescovo di Patrasso, e Coadiutore
dell'Arcivescovo di Siena, Filosofo, Poe-
ta, Oratore, e Matematico, studiò in Pa-
dova, & in Bologna, e scrisse molte cose, e
fra l'altre si sforzò di recar nella lingua no-
stra le cose della Filosofia, e publiconne vo-
lumi. Mandò fuori una Parafrasi sopra le
Mecaniche d'Aristotele, i libri della sfe-
ra, le Teoriche de Pianeti, un trattato
della grandezza dell'Acqua, e della terra,
& altre cose, le quali minutamente sono
descritte da Noi nell'historia della sua vi-
ta. Morì vecchio nella sua Patria, e fù
con grandissima pompa sepolto nella Ca-
tedrale.
page 141
1579 GIOVANNI Bernardino Rostello
Perugino scrisse un libretto dell'emenda-
tione dell'anno, e dedicollo à Jacobo Bon-
compagni Duca di Sora, e d'Arce, nel
quale si sforza di provare, che l'Equinot-
tio debba restituirsi al ventesimo quarto
di Marzo, & accommoda l'Aureo nume-
ro alle lunationi perpetue.
1580 BERNARDO Salignaco da Burde-
gala Francese attese alle Matematiche, e
fù fatto uno de Rettori del Collegio Cor-
bachiano della sua Patria. Scrisse in lin-
gua Francese dui libri d'Aritmetica, &
alcune cose d'Algebra. Fù questo disce-
polo di Pietro Ramo, com'egli stesso af-
ferma nel proemio delle scuole Matema-
tiche.
1580 FILIPPO Fautonio Fiorentino dell'
Ordine di Camandoli scrisse un libro del
ridur' l'anno alla debita forma.
1587 GIOSEFFE Moleti Siciliano buon
Matematico de nostri tempi, fù Maestro
nelle dette discipline del Duca Vincenzo
di Mantova, & indi Lettore publico nello
studio di Padova. Scrisse alcune cose per
via d'appendici alla Geografia di Tolo-
meo, e publicò l'Efemeridi per molti an-
ni, & è uno di quelli, che scrissero ad in-
stanza di Gregorio Terzodecimo intorno
all'emendatione dell'anno.
page 142
1588 FRANCESCO Barocci Gentilhuo-
mo Venetiano dotato di bellissimo inge-
gno, Filosofo, e Matematico eccellente,
essendo giovane di ventuno anno tradusse,
& illustrò i Commentarii di Proclo sopra
il primo degl'Elementi di Euclide. L'istes-
so tradusse i libri di Herone Mecanico,
e gli arricchì di Commentarii. Ultima-
mente ha scritto un volume di Cosmo-
grafia, nel quale redarguisce gl'errori di
molti intorno le cose Geometriche, e d'
Astrologia.
1589 GIOSEFFE Zarlino da Chioggia
Musico eccellentissimo diede opera con
pari felicità alle Matematiche, & à tutte
le buone arti. Fù molto intendente delle
cose della Filosofia. Essendo giovane si
trasferì in Venetia, ove fattosi conoscere
fù eletto Maestro di Cappella della Chie-
sa di S. Marco. Nelle cose della musica
hebbe per Maestro Hadriano Villacese il
primo de suoi tempi in quella professio-
ne. Scrisse l'introduttioni musicali, le di-
mostrationi harmoniche, & i supplementi
Musicali, e questi publicò egli ad utile de-
gli Studiosi della Musica; scrisse etiamdio,
ma non mandò in luce, un libro intitola-
to -- De re musica - diviso in vinticinque
libri, il Melopeo, cioè il Musico perfetto.
Fuori della professione della Musica feris-
page 143se un libro dell'emendatione del Calleda-
rio, un trattato della Patienza, uno dell'
Oratione, uno della Correttione, un'hi-
storietta de Capuccini, & alquanti sermo-
ni. Fù l'uno de due Capellani perpetui
di S. Severo Parocchia di Venetia. Heb-
be controversia nelle cose della musica con
un Francesco Salinese Spagnuolo, il quale
facendo professione d'esser stato suo disce-
polo in un'opera, ch'egli scrisse, tentò di
lacerarlo, contro il quale egli publico ul-
timamente il libro de Supplementi. Fù
Gioseffe per esser fatto Vescovo di Chiog-
gia, ma per alcuni impedimenti non gli
fù conceduto. Morì di sessantasette anni,
e fù sepolto dentro il Monasterio di S. Lo-
renzo in Venetia.
1596 CRISTOFORO Clavio da Bamber-
ga Città di Franconia, di natione Tede-
sco, vive hoggi in Roma connumerato ra-
gionevolmente frà i primi Matematici del
nostro secolo. Legge egli le dette profef-
sioni nel Collegio de Giesuiti, essendo
egli nel numero della detta Congregatio-
ne; è huomo d'infinita fatica, ha scritto,
e scrive molte opere, fra le quali ha egli
publicato le seguenti-- Alcuni Commen-
tarii dottissimi sopra la sfera di Giovanni
di Sacrobosco, Gl'Elementi d'Euclide
con grandissima felicità da lui dopo il Co-
page 144mandino illustrati, Un trattatello dell'
Aritmetica pratica, otto libri di Gnomo-
nica, l'opere de gli sferici di Teodosio,
Un libro della dottrina de Sini, Uno del-
le linee, che si toccano, uno di quelle, che
si fegano, uno de Triangoli Rettilinei, e
Sferici, uno delle Dimensioni delle gran-
dezze. Hebbe differenza con Giacobo
Peletario intorno all'angolo delle contin-
genze de circoli nella sfera. Affaticossi
grandemente Cristoforo per ordine di
Gregorio Terzodecimo nella correttione
del Calendario, & ultimamente publicò
un gran volume in detta materia contro
un Michele Mestlino da Geppinga Ma-
tematico, e Lettore nello studio di Tubin-
ga huomo heretico, e nemico dell'ordina-
tioni Pontificie. Prometteva il Clavio do-
po quest'Astrologia di publicare un libro
dell'Astrolabio demostrato, un trattato di
misurar tutte le grandezze, & alcune altre
cose, fra le quali è il libro de gl'Elemen-
ti, la seconda volta emendato, & accre-
scinto.
1596 ALUIGI Lilio Umbraticense scrisse
un trattato intorno all'emendatione del
Calendario, nel quale tolto via l'Aureo
numero accommodava in quel luogo le ta-
vole dell'Epatte per trovare i giorni delle
lunationi. L'opera di costui fù dal fratel-
page 145lo Antonio Lilio Dottore di Medicina
presentata à Gregorio Terzodecimo, il
quale fattala vedere, e mandatala à Pren-
cipi, à fine che col mezzo de grand'Astro-
logi la considerasero, la comprobò, e conw-
forme à quella volle, che s'accommodasse
il Calendario.
1596 GIOVANNI ANTONIO Magino
Padovano grande Astrologo, e Matema-
tico de nostri tempi, & espertissimo de
Calcoli Astronomici, publicò l'efemeridi
di molti anni. Si trattenne egli alcun'tem-
po in Venetia, & hora è publico professo-
re delle dette scienze nello studio di Bolo-
gna. A costui dedicò Federico Bonaven-
tura Gentilhuomo d'Urbino quell'Apolo-
gia, ch'egli scrisse in diffesa di Teofrasto,
e d'Alessandro Afrodiseo intorno al vero
tempo del nascimento, e dell'occaso dell'
imagini d'Orione.
1596 GUIDOBALDO de Marchesi del
Monte figliuolo di Ranieri, la cui fami-
glia discende dalla Casa Regia di Borbo-
ne, vive hoggi famosissimo per l'eccellen-
za del suo ingegno nella professione delle
Matematiche. Ha egli buona cognitione
delle due lingue megliori, e delle cose filo-
sofiche, e della Teologia. Nelle poi ha genio così grande, e particola-
mente nelle cose della Geometria, e delle
page 146subalterne, che pare, che sia risorta in lui
la vivacità dell ingegno d'Archimede, il
che ha mostrato ne libri delle Mecaniche,
ne quali chiaramente appare, ch'egli hab-
bia tornata quella facoltà nel suo antico
splendore. Scrisse anco le dimostrationi
de Planisferii, e non ha molto publicò una
dottissima parafrasi degl'Equeponderanti
d'Archimede tradotti da lui dal greco
nella lingua latina. Scrisse anco, e fece
stampare un libretto della correttione dell'
anno, e dell'emendatione del Calendario,
nel quale mostrò quanto esso vaglia ne
computi Astronomici. Hora ha per le
mani molte opere, delle quali una gran
parte è per mandare in luce; queste sono
un gran libro de Canoni celesti, ne quali
insegna per via di compasso à trovar tutte
le questioni, che appartengono al primo
mobile. Ha scritto parimente un libro in-
torno alla Coclea da inalzar' l'acque, nel-
le quali rende la ragione, e dimostra l'ef-
fetto di quel maraviglioso Instrumento.
E'anco per dar fuori un grandissimo vo-
lume di Perspettiva, nel quale senza al-
cun dubbio si tiene, che habbia da supe-
rare quanti altri hanno scritto intorno
quel nobilissimo Suggetto. Vive egli riti-
rato in Monte Baroccio suo Castello, ove
attendendo à studiare, & à scrivere, vie-
page 147ne facendo ricco il Mondo de parti del
suo felicissimo ingegno, e mostra d'esser
stato degno discepolo di Federico Co-
mandino. Molte cose sariano da esser scrit-
te di questo felice ingegno, ma ci conten-
tiamo di tanto per non uscir da termini,
che ci prescive la natura di questa historia.
IL FINE.
page 148page 149

TAVOLA DE NOMI.


A

ABele Fullonio car. 129.
Abilfedea 80.
Abram Avenestra 76.
Abram Zacuto 104.
Achinapoli 25.
Adelmo 64.
Adrasto 49.
Agenore 11.
Agesistrato 15.
Agrippa 44.
Alazeno 72.
Albategno 66.
Alberto Durero 115.
Alberto Pighio 111.
Alberto Pruteno 101.
Alchindo 72.
Albone 67.
Albumasaro 65.
Alessandro Piccolo-
mini 140.
Alfagrano 75.
Alfonso Hispalense 97.
Alfonso Re 78.
Alì Aben Rodano 69.
Alì Aberangele 68.
Alipio 60.
Almansore 69.
Alpetragio 74.
Aluigi Lilio 144.
Ameristo 1.
Amicla 11.
Anassagora 2.
Anassimandro 1.
Anatolio 50.
Andalo de Negri 86.
Andrea 32.
Andrea Kuenofer 111.
Andrea Stiborio 108.
Antemio 62.
Antonio Lupicino 129.
Apollodoro 45.
Apollonio 30.
Aquino 102.
Arato 23.
Archelao 32.
Archimede 26.
Archita 7.
Arzahele 68.
Aristarco 24.page 150
Aristeo 20.
Aristide 57.
Aristosseno 17.
Arruntio 41.
Ascletarione 44.
Ateneo 48.
Attalo 31.
Avenestra, vedi Abra-
mo
Avo Machmad 74.
Aureliano 67.
Autolico 20.
Azosi 68.

B

BArlaamo 85.
Bartolomeo
Mercatore 123.
Bartolomeo Vespucci 106.
Bartolomeo Zamber-
to 99.
Battista Piasio 104.
Beda 65.
Bernardo Salignaco 141.
Bernardo Valtero 102.
Beroso 23.
Bione 6.
Bitone 26.
Boetio 61.
Bonetto Giudeo 119.
Brenlanlio 86.

C

CAlippo 18.
Campano 79.
Carlo Boviglio 99.
Carpo 51.
Cassandro 32.
Cecco d'Ascoli 81.
Cherea 16.
Cirillo 57.
Cleomede 43.
Cleostrato 3.
Conone 28.
Cosimo Bartoli 132.
Cratisto 53.
Crise 63.
Cristiano Molitore 102.
Cristoforo Clavio 143.
Cristoforo Molitore,
vedi Cristiano
Ctesibio 33.
Cutberto Tonstallo 120.

D

DAmiano 45.
Daniel Barba-
ro 134.page 151
Demetrio 49.
Democrito 6.
Diade 16.
Dicearco 18.
Dinostrato 11.
Diocle 20.
Diodoro Alessandri-
no 45.
Diodoro Monaco 52.
Diofanto 51.
Dionisiodoro 33.
Dionisio Romano 62.
Domenico Maria
Italo 101.
Doroteo 39.
Dositeo 30.

E

ENea 29.
Enopide 5.
Epimaco 22.
Erasmo Reinoldo 125.
Erastocle 12.
Euclide 22.
Eudemo 19.
Eudosso 8.
Euforbo 1.
Eurito 8.
Eutemone 3.
Eutocio 63.

F

FAeno 2.
Feberto di Con-
turbia 69.
Federico Comandi-
no 137.
Federico Delfino 112.
Fidia d'Acupatre 20.
Filippo Fantonio 141.
Filippo Mendeo 10.
Filolao 7.
Filone Bizantino 21.
Filone Gadarese 38.
Filone Tianeo 80.
Filosofo 9.
Francesco Barocci 142.
Francesco Candalla 131.
Francesco Giuntini 132.
Francesco Maurolico 136.
Francesco Sirigatto 104.
Francone 71.

G

GAudentio 60.
Gebro 74.page 152
Gemino 48.
Gemma Friso 118.
Geolfrido 64.
Gerardo Cremonese 91.
Giacobo Fabro 107.
Giacobo Kebelio 114.
Giacobo Laterano 110.
Giacobo Peletario 129.
Giacobo Sconentio 103.
Giordano 77.
Giorgio Harmanno 127.
Giorgio Interiano 105.
Giorgio Peurbachio 93.
Giorgio Razembur-
gio 110.
Giorgio Strolino 111.
Giorgio Tanstettero 109.
Gioseffe Moletti 141.
Gioseffe Zarlino 142.
Giovacchino Fortio 113.
Gio: Angelo Bavaro 108.
Gio: Antonio Delfi-
no 129.
Gio: Antonio Magi-
no 145.
Gio: Battista Bene-
detti 140.
Gio: Battista Capua-
no 101.
Gio: Battista Vimer-
cato 132.
Gio: Bernardino Ro-
stello 141.
Gio: Bianchino 92.
Gio: Buteone 127.
Gio: Cantuariense 90.
Gio: Corrado 87.
Gio: de Dondi 92.
Gio: Driandro 117.
Gio: Eligerio 87.
Gio: Eslezero 103.
Gio: d'Espieres 110.
Gio: Estuido 86.
Gio: Fabritio 110.
Gio: Filadelfo 59.
Gio: Gazulo 91.
Gio: Gmunde 91.
Gio: Gramatico 57.
Gio: Hispalense 74.
Gio: Humelio 111.
Gio: Kolper 111.
Gio: Lignerio 86.
Gio: Lucido 117.
Gio: Maria Tolosano 136.
Gio: Martino Siliceo 122.
Gio: di Monteregio 97.
Gio: de Muri 84.
Gio: Padovano 139.
Gio: Pena 131.
Gio: Gioviano Pon-
tano 105.page 153
Gio: Rastello 115.
Gio: de Rojas 123.
Gio: di Sacro Bosco 77.
Gio: di Sassonia 84.
Gio: Stabio 102.
Gio: Stoflero 113.
Gio: Suissetto 82.
Gio: Toloso 102.
Gio: Vernero 106.
Gio: Zerte 110.
Girolamo Fracastoro 121.
Giulio Firmico 50.
Giuliano Ristoro 122.
Giuvone Heldo 124.
Guglielmo Hirsau-
gense 72.
Guido Baldo del
Monte 145.
Guido Bonato 81.
Guido Monaco 69.

H

HArpalo 4.
Hegetore 15.
Hegesianatte 18.
Helicone 12.
Heliodoro Larisseo 46.
Helperico 71.
Henrigo di Bruselles 83.
Henrigo Glareano 118.
Henrigo d'Hassia 88.
Henrigo di Malines 81.
Henrigo Monanto-
lio 135.
Heraclide 26.
Hermanno Contrat-
to 70.
Hermanno Zostelio 94.
Hermippo 25.
Hermotimo 10.
Herone Alessandri-
no 35.
Herone Mecanico 63.
Hilarione 55.
Hipasia 55.
Hipparco 34.
Hippaso 2.
Hippia Eleo 3.
Hippocrate Chio 5.
Hipponico 21.
Hipsicle 37.
Hugbaldo 66.
Humfrido 92.

I

ISacco Giudeo 71.
Isacio Monaco 67.
Isidoro 56.page 154
Isidoro Milesio 62.

L

LAodamante da
Thaso 14.
Leonardo Pisano 88.
Leone 14.
Leon Battista Al-
berti 98.
Leon Magno 65.
Leopoldo 75.
Lodovico Baeza 127.
Lodovico Regio 88.
Lodovico Vitali 112.
Lorenzo Bonincōtro 101.
Lorenzo Italo 64.
Luca Gaurico 124.
Luca Pacioli 107.
Luzio Bellantio 100.

M

MAnilio 41.
Manuele Bri-
ennio 72.
Manuel Comneno 71.
Marino 43.
Martino Poblacione 127.
Matriceta 3.
Mattia Menecomio 102.
Maugantio 60.
Menecmo 12.
Menelao 44.
Messala 66.
Metone 4.
Metrodoro 28.
Michele Scoto 76.
Michele Stifelio 119.
Mosco 26.

N

Neoclide 14.
Niceforo Gre-
gora 83.
Niceta 19.
Nicolò Bursio 100.
Nicolò Cabasila 83.
Nicolò di Cusa 95.
Nicolò Copernico 120.
Nicolò di Linna 87.
Nicolò Simo 126.
Nicolò Sosiano 121
Nicolò Tartaglia 133.
Nicomaco 46.
Nicomede 37.
Nicone 46.
Nigidio 40.
Ninfodoro 34.page 155

O

OMaro 75.
Orontio 126.

P

PAppo 53.
Parmenione 30.
Pascasio Hamello 125.
Pascasino 58.
Patrocle 28.
Paolo Fiorentino 100.
Paolo Geometra 88.
Pavolo di Midel-
burgo 115.
Pavolo Monaco 110.
Perseo 25.
Pierio Valeriano 123.
Pietro d'Aliaco 89.
Pietro Apiano 123.
Pietro Catena 135.
Pietro Cirvello 104.
Pietro Daco 82.
Pietro Nonio 131.
Pietro Pitato 133.
Pietro Ramo 134.
Pirro 15.
Pittagora 2.
Pittagora Zacintio 12.
Platone 13.
Polemarco 11.
Polyde 14.
Porfirio 50.
Posidonio 36.
Proclo 54.
Profasio Giudeo 83.
Prosdocimo Beldo-
mando 96.
Proterio 60.
Punico 68.

R

ROberto Linco-
niese 73.
Roberto Lotaringio 72.
Ruggiero Baconio 78.
Ruggiero Suissetto 88.

S

SCilace 30.
Scopina 27.
Seleuco 25.
Sereno 59.
Sigeberto Gembla-
cense 73.
Silvio Belli 135.page 156
Simplicio 58.
Sosigene Alessandri-
no 39.
Sosigene 48.
Sporo 38.
Stefano Lionese 111.
Stefano Rosino 109.
Sulla 143.

T

Talete 1.
Tebitte 76.
Teeteto 10.
Teodoro Cireneo 4.
Teodosio 32.
Teofilo 56.
Teofrasto 19.
Teogene 39.
Teone 46.
Teone Alessandrino 52.
Teudio 13.
Tolomeo 47.
Tomaso Branduan-
dino 89.
Trasillo 42.
Timocari 24.

V

VIlhelmo 71.
Vitellione 80.
Vitruvio 40.
Vittor Capuano 60.
Vittorino 59.
Vulpiano 56.

X

XEnagora 10.
Xenocrate 16.

Z

ZAele 68.
Zenodoro 6.