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Title: Lucidario in musica

Author: Pietro Aaron

Publication: Girolamo Scotto (Venezia, 1545)

Principal editor: Anne-Emmanuelle Ceulemans

Funder: Université catholique de Louvain, Unité de musicologie F.N.R.S.

Edition: 2002

Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht Netherlands
Copyright © 2002, Université catholique de Louvain, Unité de musicologie, Louvain-la-Neuve, Belgium; Utrecht University, Netherlands
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VIRGA ARON REFLORVIT.


NICOLAI COMITIS ARCITENENTIS
EXASTICHON IN P. ARON LAVDES For a discussion of this poem, see Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 92.

Viuat Aron, saeclo sua uirga refloreat omni,

Per quem oscura olim Musica, nunc rutilat.

Ergo pulchra ferat tantorum dona laborum.

Praemia quis tanto digna neget capiti?

Vos uiuum uates statua. & decorate corona,

Post obitum sydus Dii facite esse nouum.

page 2

1545. Die. 30. Augusti in Rogatis.

La Gratia, & Priuilegio della Illustrissima Signoria di Vinegia.

Che per auttorita di questo Consiglio sia concesso a Don Pietro Aron, che
per anni, X. prossimi alcuno senza permissione sua, non possa stampare,
ne far stampare, ne uendere in questa nostra Citta, ne in alcun luogo del Do-
minio nostro, ne altroue stampata, in quelli uendere, l'Opera per lui composta,
titolata Lucidario in Musica, sotto pena, alli contrafacenti, di perder l'opere, &
di ducati. 200. da esser diuisi per terzo fra il Magistrato, ouer Rettore che fa
ra l'essecutione, Laccusatore, & lui Supplicante, il qual pero sia obligato di os-
seruar tanto quello, che per le nostre leggi, è disposto nella materia di Stampe.
page 3
LVCIDARIO IN MVSICA DI AL-
CVNE OPPENIONI ANTICHE, ET MO-
derne con le loro Oppositioni, & Resolutioni, Con
molti altri secreti appresso, & questioni da altrui
anchora non dichiarati,
Composto dall'ec
cellente, & consumato Musico Pie-
tro Aron del Ordine de Cro
sachieri, & della cit-
ta di Firenze.
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TAVOLA DI TVTTE LE COSE, CHE SI
contengono nell'opera.

LIBRO PRIMO.
Intorno le chiaui di natura, & di b, quadro, Oppenione. 1
Dell'ottaua corda, chiamata, G, oppenione 2
Circa il procedere delle mutationi, oppenione 3
Come il tropo si conosce per altra maniera, che per arsin, e tesin. op. 4
Delle terminationi regolate, & non regolate, oppenione. 5
Di alcuni Tuoni da Marchetto non bene intesi, oppenione. 6
Della medesima intelligenza, oppenione. 7
Come le note sopra della sillaba la, si possano chiamare, opp. 8
Di utre, &, remi, ascendenti oppenione. 9
Sopra di alcuni processi ecclesiastici, oppenione. 10
LIBRO SECONDO.
Nel proemio del secondo libro, cui ueramente si conuenga
questo nome di Musico.
Delle due Pause di tre tempi segnate, oppenione. 1
Intorno la figura Diesi, oppenione. 2
Della conformita del Diesi, & del b, molle, oppenione. 3
Circa la sillaba sopra uoce la, oppenione. 4
Del Punto, & quantita di esso, oppenione. 5
Del circolo, & semicircolo col punto, oppenione. 6
Del mi, contro il fa nella perfetta Simphonia, oppenione. 7
Delle due consonanze perfette nel contrapunto l'una dopo l'al
tra poste,
oppenione. 8
Come l'una di due note continouate in spatio, o in riga da alcu-
ni e sospesa.
oppenione. 9
Di alcuni progressi da molti falsamente chiamati fuga, oppe. 10
Come i tre generi debbano incominciare dal tuono, & non dal
semituono,
oppenione. 11
Del incontrario posto, oppenione. 12
Se il semicircolo tagliato, & non tagliato possono producere la
doppia proportione,
Oppenione. 13
Del tritono, ouero tetracordo maggiore ne concenti usato, op. 14
Che il comporre della Musica, non e altro che Pratica, oppe. 15
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LIBRO TERZO
Del tempo Musico detto naturale, & accidentale. Cap. 1
Risposta allo eccellente don Franchino intorno alcune sue
oppenioni.
Cap. 2
Oppositione fatta dallo eccell. messer Giouanni spadaro. Cap. 3
Dichiaratione di alcuni segreti nel contrapunto. Cap. 4
Come il punto non puo fare imperfetta una nota simile. Cap. 5
Come il cantore dee osseruare la misura ne concenti, & segni. ca. 6
Delle parti, & imperfettione delle note. cap. 7
Altre considerationi intorno la imperfettione. cap. 8
Qual sia stato il primo e 'l secondo segno da gli antichi dimostrato. c. 9
De quattro modi da gli antichi, & moderni musici ordinati. cap. 10
Del tacito ualore della Massima. cap. 11
Oppenione di alcuni intorno la breue perfetta, & imperfetta. c. 12
Perche la massima non ha pausa. cap. 13
Come il Musico non ha riguardo di fare imperfetta piu l'una che
l'altra di molte note in un corpo unite.
cap. 14
Oppenione, & Resolutione, circa i Mandriali a Note nere. ca. 15
Oppenione, & resolutione, intorno le compositioni. cap. 16
LIBRO QVARTO.
Della Musica dorica, Lidia, & frigia. cap. 1
Perche cagione sia stato trouata l'alteratione. cap. 2
Dubitationi necessarie intorno l'alteratione. cap. 3
Come si puo formare ciascuna specie semplice, & composta nel
le due congionte.
cap. 4
Delle sei sillabe considerate da, a, a, f, & da, b, a, , & da, d, a, b, &
da, e, a, c, & da, f, a, d.
cap. 5
Del modo di procedere colle sei sillabe accidentali nello stor-
mento detto Organo.
cap. 6
Domanda del, b, molle, in, c, & in, f, considerato ouero imaginato. c. 7
Del, b, in, f, collocato. cap. 8
Del segno del Diesi in, b, & in, e, immaginato. cap. 9
Del Diesi in, e, considerato. cap. 10
Della congionta del, b, molle, & del, b, duro. cap. 11
Come in ciascun luogo della mano si possono trouare. 30 muta
tioni.
cap. 12
page 6

ALL'ILLVSTRE SIGNOR CONTE FORTV-
NATO MARTINENGO PIETRO ARON
MVSICO FIORENTINO.For a discussion of this dedication, see Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 87.

MOlti giorni Illustre Signor mio sono andato pensando a cui questa
nouella opera mia di Musica douessi indrizzare, conciosia cosa che
hauendo la natura tante diuersità d'ingegni al mondo prodotto, Io
temeua di non inuiarla ad alcuno, l'animo del quale dal soggetto di
quella alieno si trouasse; Onde poi fusse non solamente non lauda-
ta, ma etiandio disprezzata, Ma tosto, che V. S. a gliocchi della mente mi occor
se, io presi ardire di douerla sicuramente sotto il felice nome suo dare in luce; Per-
cioche facendo continuo in lei un soauissimo concento tutte le uertu, non posso se non
sperare, che questo parto mio non sia da essa con lieta fronte riceuuto; senza che
mi pare, che gran torto haurei fatto a me stesso a non dedicarla alla uertu, & bon-
ta uostra; Peroche essendo io tutto suo, è conueneuole anchora; che ogni cosa, che
da me nasce, sia sua, Et togliendola allei, & donandola altrui, uenerei non solo af-
fare errore, ma anchora a cometter furti, Essa dunque accetti uolentieri il piccio-
lo dono, che da me suo deuotissimo le si porge, ma che dico le si porge? anzi come
suo, le si rende, conciosia che tutto quel poco di sapere, che in me si troua da lei
proceda, come da quella, che col chiaro raggio del ualor suo illustra le oscur tene-
bre del ingegno mio.
page 7

PIETRO ARON A LETTORI

POTRESTI facilmente di noi dolerti dottissimo & eccellente
lettore, & forse far giudicio, che fossimo degni di qualche biasimo,
imperoche hauendo noi gia dato fuori il Toscanello in lingua uolga
re, hor questa presente ultima nostra Opera, o Trattato harmonico
nella istessa pure habbiamo mandato in luce, la doue che, et per ua-
riare, & perche essendo questo soggetto piu graue di quello, era con
ueneuole, che fosse ancho trattato colla latina, come piu nobile. & degna della uol-
gare, & come che io habbia ferma oppenione, che essendo la latina piu ,
& in maggiore prezzo li sarebbe stato piu agrado, che piu tosto in questa la ti ha-
uessimo recata, che nella uolgare. Tuttauia soccorrendomi, che tutto che appresso
de Romani fossero due lingue l'una propia, & natia, la quale era la Latina, l'altra
Straniera, & non naturale, si come era la Greca, nondimeno essi piu uolentieri scri
ueano nella loro, come piu domestica, & famigliare, che nell'altrui dalloro meno
conosciuta, ho giudicato affine di giouare parimente a dotti, & a gli idiotti, che fosse
bene nella lingua, la quale dalle nutrici appariamo, iscriuerla. Et se alcuno dicesse,
che non si conuenisse lasciare la piu degna per scriuere nella meno, si risponde, che
non manco sarebbe disdiceuole a colui, che uolesse scriuere nella piu degna, & hono-
rata per lasciare la sua propia, et naturale, che sarebbe a colui, che uolendo fare una
casa piu tosto in una citta strana, che nella sua propia per essere piu bella della sua,
& piu riguardeuole, la ne fabricasse. A laqual cosa fuggire m'insegnano i tre mag
gior lumi della mia patria. Il Boccaccio, Dante, & il Petrarca, & molti altri de
quali ciascheduno anzi ha uoluto la sua lingua anchora pouera arrichire, che all'al
trui ampia poco giouamento apportare. Et appresso de latini Cicerone, ilquale an
chora che sapesse la lingua Greca, pure uolle piu tosto nella sua scriuere, che nell'al-
trui. Appresso confortando i suoi Romani a Romanamente scriuere. Considerate le
sopradette ragioni, & appresso, che latinamente dannoi essendo composta, hauereb
be per auentura portato seco maggior difficulta, conciosia cosa chell'Oppenioni, le
Oppositioni, & le Resolutioni, che in quella si contengono, non sarebbono cosi da tut
ti state intese, se noi le hauessimo latinamente scritte, ci è paruto per manco fatica di
coloro, ch'ella aspettano, di scriuerla nel Idioma nostro natiuo, Per la qual cosa ti
piacera gentile, & candido lettore con lieto, & benigno animo accettandola di essa
contento rimanere, quando non per altro mi sono mosso a questa fatica, che per so-
lo desiderio di giouare altrui, cosi Iddio felicemente ti conserui.
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PIETRO ARON ALLI SPIRITI AR-
MONICI, ET GENTILI.

FRa tutte le arti, & scienze, delle quali Iddio ottimo massimo fe-
ce dono a mortali, poche al mio parere ue ne ha, & forse niuna,
che siano non solamente di maggiore, ma di uguale diletto alla
Musica, Conciosia cosa che abbisognando la miseria, & imbe-
cillità humana di qualche sostentamento per conforto, & allog-
giamento di que tanti trauagli, & calamita, de quali ella si uede piena, Questa
diuina rapitrice degli animi nostri uie piu di niuna altra cio si uede prestare, Et
per tanto hauendo io a cio riguardo, & uolendo, come colui, che da tutta huma-
nita non è lontano, in quanto per me si puo souenire a tale imperfettione humana,
ho preso noua fatica, (come che cio commodamente non si sia potuto fare senza op
pormi,) di raccogliere alcune oppenioni, & sentenze non solamente apparte-
nenti al canto fermo, o immisurabile, ma al misurato etiandio, & uariabile. la
qual intelligenza puo essere intesa in due modi l'uno rispetto al Canto fermo, ilqua
le per se non considera piu suoni, o tempi in una sola figura, o nota compresi, o
pronontiati, ma solo la qualita di duoi di essi l'uno dopo l'altro con debito spatio
con la uoce espressi, ouero considerati, Et anchora tal Canto fermo non ha riguar
do alla misura, o al tempo preso nel principio del cantare in parti ternarie, ne bi-
narie diuiso, ma sempre è permanente nella sua misura, & ualore senza creare
nella sua integrita altro numero, ne parti alcune, l'altro secondo il Canto figurato;
delquale le proportioni occorrenti fra le distanze regolate sono nella Musica con ar
te essercitate, come è l'interuallo del Tuono, & lo spatio del Diatessaron, & al-
tri simili interualli, lequali considerationi non hanno luogo nel Canto fermo, del
quale piacendo a colui, che ogni cosa gouerna, & regge, spirto gentile ti dare-
mo principio.
page 9

PRECETTI DEL CANTO PIANO DA
MOLTI NON BENE INTESI.

LIBRO PRIMO.

OPPENIONE. I.

MOLTI hoggi si ritrouano, iquali fanno pro-
fessione d'insegnare Musica, de quali alcuni dal
diritto camino ueramente si ueggono trauiare,
conciosiacosa che da loro inconsideratamente sia
preso quello, che di sua natura sta altramente, et
incominciando, dicono. Che nella Musica immi-
surabile solamente si trouano due chiaui, la pri-
ma di f, fa ut, come qui & la seconda seguen
te di C, sol, fa, ut, per lo qual ordine pre
teriscono il uero modo, la qual cosa dannoi
non solamente non è conceduta, ma da
ogni mediocre Musico è riprouata.

OPPOSITIONE.

A intelligenza, & cognitione di cio, che intendiamo di dimostrare, si
domanda, che è quello, che insegna al mercatante, o a chiunque ua in uiaggio il luo
go doue egli si ha da ristorare della fatica della passata uia, certamente tu dirai,
che egli è un certo segno apparente, il quale generalmente s'usa di porre dinanzi a
tal alloggiamento, come sarebbe una Testa, un Sole, una Luna, una Spada, uno
Angiolo, & simili, mediante i quali segni egli giudica quello douer essere il disiato
albergo, ouero osteria Similmente pel mezzo di tali segni, o chiaui si hara notitia
del proprio luogo di F, et di C, come conferma il Reuerendo Don Franchino al ca.
quarto di quel suo Trattato uolgare chiamato Angelico, & Diuino, oue egli dice,
che per cognitione, & dimostratione della settima estensione, cioè di f, fa ut, si se-
gna nel principio del canto sopra una linea una figura dimostrantesi con tre note,
come dinanzi habbiamo dimostrato, Et la undecima positione cioè C, sol, fa, ut, si-
milmente con una figura apparente con due note, come di sopra si dimostra, Le
quai chiaui, o segni daranno notitia della proprieta di natura, & di b, quadro, Et
benche nel detto capitolo da Franchino siano chiamate chiaui delle corde, non è pe-
ro da intendere che esse siano chiaui delle propie corde, ma segni, che dimostrano le
positioni di F, & di C. page 10

RESOLVTIONE.

Veduta chiaramente la uerita di quello, che di sopra è stato detto, dico, che dato
che tali segni, o chiaui siano permanenti in F, & in C, non seguitera pero, che essi
siano appropiati al luogo di F graue, ne di C, acuto, perche la positione di F, & la
positione di C, hanno le loro naturali, & propie chiaui, come ogni Musico affer-
ma che ognilettera in Musica è detta chiaue, per la qual cosa diremo, che in F, &
in C, saranno due chiaui, & non una sola, La prima la lettera, la quale è f, & la
seconda la chiaue delle tre note dimostranti la proprieta di natura graue, la quale
è la sillaba ut, posta nel C graue, perche rimosso tal segno, o chiaue, sarebbe occolto
doue fosse creata, Similmente il luogo di C acuto hara due chiaui, la lettera C, &
quella delle due note, A confermatione delle quai cose Giouan Tintori in un suo trat
tato dice che F, fa ut, si è un luogo, la propia chiaue del quale è la lettera, Et simil
mente C sol fa ut è un luogo, la chiaue del quale propiamente è la lettera, le quali
lettere sono un reserramento di tutte le corde, ouer positioni della mano, per tanto
sara di souerchio, & uano dare al luogo quello, che non si conuiene.

OPPENIONE. II.

Molti acutissimi, & eccellentissimi Musici hanno hauuto oppenione, chella po-
sitione di G, sol, re ut ottaua, sia graue, secondo l'ordine della nostra mano,
nella quale nasce la propieta quarta di b quadro acuto, la qual cosa chiaramente in
contrario essere si uede, perche oue la positione fosse detta graue, per conseguente
anchora seguirebbe, chella propieta fosse detta graue, & non acuta, Il che non puo
star a modo alcuno, perche due contrari in un istesso tempo non possono hauer luo-
go nel medesimo subietto, Alla qual cosa rispondono, che tutto che la positione di G
sia graue, che pero la proprieta è acuta, posto che essa sia nelluogo del detto G, per
che essa propietà non è altro, che un ricoglimento di sei sillabe, cioè di utremifa
solla, della qual aggregatione, o raccoglimento la prima sillaba ut, è capo, & fon
damento di tutte le seguenti allei, & per tanto per essere piu note nelle parti acute,
che nelle graui, dicono essa essere acuta, & non graue.

OPPOSITIONE.

Se haueremo consideratione a quegli, che tengono la sopradetta oppenione, certo
uederemo le positioni della nostra mano dalloro esser diuise in. 8. graui, ouero secon
do l'ordine del Greco in. 7. le quali han principio in Proslambanomenos dannoi chia
mato Are. Et seguitando in. 7. acute, &. . sopracute, per lo qual ordine si uede-
ranno nascere non pochi dubbi, percioche le parti graui possederanno quattro pro-
prieta dissimili. La prima nella prima corda chiamata Gammaut. La seconda in
page 11C, la terza in F, la quarta in G, chiamata da loro acuta, per la qual partecipatio-
ne le parti graui souerchieranno le acute, & le sopracute, Per tanto non si conuiene
torre al graue per dare all'acuto, ma corrispondere all'una parte, & all'altra, cioè
due proprieta di b quadro, al graue, et una alle parti acute, la onde si uede non po-
ter essere quello, che dalloro è dimostrato, non ostante che maggior quantita di no-
te siano nelle parti acute, per lo qual fondamento essa non sara detta acuta, ma gra-
ue, perche ogni deriuatiuo tiene della natura del suo primitiuo, o positiuo.

RESOLVTIONE.

Veduto tal fondamento di costoro, non è dubbio, che se dalloro sara domandato
la proprieta del b quadro acuta, & non graue, per le ragioni disopra dimostra-
te, ne risultera grande confusione, per lo qual modo sara di necessita rimouere la
proprieta del b molle, di graue in acuto, conciosia cosa che la detta propieta ten-
ga maggior parte di sillabe, o note cantabili, nelle parti acute, che nelle graui,
nella qual cosa si uede chiaro, chella oppenione di sopra allegata non ha
alcuna, ne fondamento ragioneuole, perche due propieta del b molle resterebbono
acute, & sopracute, doue primieramente era la prima graue, la quale quiui ha il
suo nascimento, Adunque per rimouere i dichiarati inconuenienti, auertirai te es-
ser costretto diuidere la tua mano in 8. graui, & 7. acute, & 5. sopracute, col prin-
cipio in Gamma prima corda, & la fine in ottaua detta G, Et per tal modo G, sa
ra graue, con la propieta graue, per essere collocata nelle positioni, o luoghi gra-
ui, Et cosi essendo il b quadro acuto sarebbe detto in G, nascere la propieta del b
quadro acuto & in F primo la propieta di b molle acuto, & non graue, & per te-
ner retto ordine sara detto cosi,
  • La propieta di b quadro rispetto al luogo, graue,
  • La proprieta di natura, graue,
  • La propieta di b molle acuto, graue,
  • La proprieta di b quadro acuto, graue,
  • La propieta di natura acuta,
  • La proprieta di b molle sopracuto, acuta,
  • La propieta di b quadro sopracuto, acuta,

OPPENIONE. III.

Eglie certo, & manifesto, che molti si ritrouano, iquali con poca diligenza danno
principio intorno le mutationi, preuaricando l'ordine che ha concesso ogni Ec
cellentissimo Musico, perche non considerano la facilita, laquale si richiede a un
nuouo discepolo, come sarebbe trouando tal processo da A re, graue insino ad, A,
acuto, da loro sara detto re, Et seguitando mifaremifasolla, Et discenden-
page 12do lasolfalasolfamire, Et il medesimo modo osserueranno da mi positione. .
ad, A, positione, 9, dicendo mifaremifasolla, Et discendendo lasolfala
solfami, Il quale ordine, o modo da noi non è come quello che non e com
modo al canto piano, uuoi dir fermo.

OPPOSITIONE.

Se colui, al quale tu darai principio ad insegnare, non sara alquanto instrutto
di tali mutationi, senza alcun dubbio gli partoriranno non poca confusione,
perche da Are detto graue procedendo compostamente, o continouatamente insino
ad, A, acuto, non sara di necessita mutar la nota in, D, graue, ne meno discendendo
in E, pur graue, similmente da b mi ad A, acuto, non si conuiene mutare in, D, la sil-
laba sol, nella sillaba re, ne discendendo in E mutare il mi, nella sillaba la, perche tal
modo non si osserua nella Musica piana, ma è contro le institutioni di ogni scientia-
to Musico.

RESOLVTIONE.

Chi ben considera, trouera, chella Musica senza misura circa le mutationi di ne-
cessita conuiene essere non poco differente da quella detta misurata, percioche il Can
tore sempre cerca di procedere col commodo suo. Il che non auiene a colui, che al
canto fermo uorra dar opera, per la qual cosa le mutationi del canto fermo saranno
dissimili da quelle del figurato. Per tanto uolendo procedere da Are graue, ad A
acuto, non sara necessario mutar la nota, o sillaba del D graue, la qual se dice sol
nella sillaba re, ma indugiare insino attanto, che arriui alla corda di E, la, mi, &
del, la, cangiarla nel mi, dicendo lami, in un medesimo tempo, & discendendo da
essa A, acuta, ad Are graue, dirai la solfamire, & la sillaba ut muterai in fa,
dicendo utfa, in un istesso tempo, & seguitando mire, cosi procedendo da b, mi,
graue ad A acuto, muterai la sillaba la, la quale è in E la, mi, nella sillaba mi, pu
re a un tempo medesimo, & discendendo come di sopra hai compreso, Et questo mo
do, & ordine è necessario, & non come a te piace, perche le mutationi mai non si
debbono fare, se prima la necessita non te costrigne, come afferma Guidone Areti-
no dicendo. Mai non si dee fare la mutatione, se non astretto dalla necessita, la onde
non sara necessario mutare il sol nel re, del D graue, ma la sillaba la, di E la, mi, nel
mi, come da Marchetto (che che gli altri si habbiano creduto) Rettamente è stato di
mostrato, dicendo, La mutatione si è un uariare del nome della uoce in unaltra nel
medesimo suono,
Et similmente Franchino al cap. 4. della sua pratica dice, chella,
uoce non si cangia in un'altra uoce per l'ascendere, ne per lo discendere, ma la silla
ba si bene in altra sillaba, & la propieta, ouero qualita in altra qualita, la quale
intelligenza solo appartiene al canto figurato, & non al fermo, perche le mutatio-
page 13ni del canto figurato sono gouernate dalla commodita, & quelle dal canto fermo
dalla necessita, come la figura dimostra.
la mi ut fa la re ut sol la mi ut fa

Essempio per cagione delle cose di sopra raccontate.

OPPENIONE. IIII.

Trouo in un trattato di Musica immisurabile dell'eccellente Marchetto Pado-
uano al cap. . oue tratta de modi, che egli dice, che il tuono non si conosce
solamente per lo ascenso, & per lo discenso, ma anchora per altre ragioni allegan-
do tale regola, che un canto haura il suo discenso, & manchera dell'autentica ascen
sione. & nondimeno tal tuono, o canto non plagale ma autentico sara giudicato,
come è il risponsorio Sint lumbi uestri precincti, & altri simili. Et appresso egli
dice, che si puo trouare un canto, il quale sara del terzo tuono, sotto il fine del qua-
le si puo aggiongere una uoce, la quale sara la fine del primo tuono, per lo qual ri-
spetto egli non uuole, che sia primo ma terzo, percioche se primo fusse detto, pareb-
be, chella detta uoce aggionta sotto il fine hauesse piu potere che i principi, & le di-
stintioni, & le specij di essi, la qual cosa egli dice essere falsa.

OPPOSITIONE.

Le ragioni di sopra allegate di Marchetto conchiudono che i Tropi, ouer tuoni
non solamente siano giudicati per lo ascenso et per lo discenso, ma anchora per lo tran
sito delle spetij, et a corroboratione di cio dice, che nell'allegato risponsorio Sint lum
bi uestri precincti
, et in altri simili sono certi pentacordi congionti, o quinte, che chia
mar gli uogliamo, i quali hanno forza di rimouere esso risponsorio de plagale, in
autentico per lo potere di esse spetij, come anchora dannoi fu dimostrato al. cap. 31.
de Institutione harmonica, per la quale autorita dice, che un canto, il quale haura
forma, ouero compositione atta al terzo tuono, che esso canto, dato che habbia il fi-
ne nella regolar sua positione, sara chiamato terzo, et non primo, Tutto che allui sia
page 14aggionto nel graue il tuono sesquiottauo, il quale è constituito in D graue. Et dice,
che se sara giudicato primo, che 'l Musico sara detto cieco, & essere in errore, al fon
damento del quale sara dannoi in contrario opposto.

RESOLVTIONE.

Il sopra nominato Marchetto male considerò le predette cose considerando chella
forza delle spetij possa generare due effetti, primieramente mutare il tuono di pla-
gale in autentico, et econuerso. Et secondariamente mutar la positione in un'altra, al
la quale oppenione io non assento a guisa alcuna, perche le specij de Diapenti con-
giunti apparenti nel processo del risponso, Sint lumbi uestri etc. fanno un solo effet
to cioè mutano il canto di plagale in autentico senza mutare la sede, ouer positio-
ne regolare, & in contrario, Del che tal tuono, o canto per cagione delle specij, &
del fine sara del primo tuono, & del secondo per causa del discendere. Ma se uoglia
mo procedere per lo tuono, et dargli il fine in D graue, dico, che tal canto da niun
dotto non sara mai chiamato terzo, ma primo commisto, perche ogni regola uuole,
che il primo, & il secondo Tuono finiscano, & terminino regolarmente in D, la
qual cosa essendo cosi, male dallui è futo considerato esser terzo, percioche se que-
sto fusse uero, si derogherebbe a ogni altro modo appartenente a Tuoni commisti, co
me egli conferma al cap. . in ultimo doue dice, quello è detto Tuono commisto, il
quale essendo autentico, haura altre spetij che del suo plagale, & al contrario essen-
do plagale haura altre spetij che del suo autentico,
per la sentenza del quale conchiu
do che il terzo Tuono non haura mai luogo regolarmente per cagione delle spetij
in altra positione che in E graue, ma in D, non mai.

OPPENIONE. V.

Tutti coloro, i quali di Musica hanno trattato intorno le terminationi de Tuo
ni regolari, & irregolari appartenenti al canto fermo, conchiudono quelle
essere otto D, E, F, G, graui, Et A, b, mi, C, D, acute nelle quali ciascun di loro potra
terminare come per noi al cap. 32. del primo libro, de Institutione harmonica con al
cuni precetti non s'e tacciuto, Et perche molti hanno uarie oppenioni di tale irrego
larita dicono tali terminationi non essere ragioneuolmente considerate per non tro
uarsi in esse quella sorte di compositione, che a quelle si conuiene, onde dice Marchet
to Padoano in quel suo trattatello della immisurabil Musica al cap. . le seguenti pa
role, le quali, come ne gli altri luoghi ci è accaduto, habbiamo fatte uolgari, Ma
potrebbe dire alcuno, perche la prima spetie del Diapente non è constituita in Are
graue, la quale è composta del tuono, & del semituono, et di duoi tuoni, Et appresso
perche non finisce nel medesimo luogo il primo tuono, e 'l secondo, & seguentemente
le altre spetij, dallequali alcuni altri tuoni sono ordinati, Rispondiamo con piu ra-
page 15gioni, Et la prima si è, che possiamo ascendendo da Are graue incominciare la pri
ma spetie del Diapente, sopra la quale nondimeno la prima spetie del Diatessaron
a niuna guisa si ritroua, La seconda, chel suo plagale non haurebbe il suo discenso,
La terza, che procedendo all'ascendere non potremmo hauere la seconda spetie del
Diapente, percioche da B mi graue ad F, graue niuna spetie si ritroua, oltre di ciò
se tal primo tuono finira nella sua confinalità sopra la detta prima spetie del Dia-
pente, non si harà la prima del Diatessaron, ma la seconda.

OPPOSITIONE.

Per le parole di sopradette. Il nostro eccellentissimo Marchetto Padouano con-
chiude, che tali terminationi per non hauer le loro spetij, ouero compositioni, saran-
no indarno alla intelligenza, & cognitione de tuoni, conciosia cosa che la regola
dica, che ogni canto puo terminare in ogni luogo della mano, doue le specij si posso-
no ritrouare, ma che tali tuoni per qualche accidenti sono trasportati alla regolari
ta, ouer confinalita, nella quale certo si uede non potersi trouare regolarmente le
spetij condecenti loro, come al cap. 32. del primo libro de Institutione harmonica
dannoi è stato conchiuso, che terminando un canto in A acuto sopra il Diapente ne
nascera il tetracordo secondo, & non primo. Et in b, mi, acuto nascera maggior di
scordia, perche dal detto b, ad F, acuto non sara spetie di Diapente retto, ma scema
to, & falso, & sopra il detto F, nascera un tetracordo superfluo, ouero duro Trito
no. Et in C acuto un pentacordo non atto al Quinto ne al Sesto Tuono, ma al setti
mo, et a l'ottauo in D, appaiono le spetij del primo, et del secondo Tuono, delle qua-
li dimostrationi pare, che ne nasca confusione grandissima. Et anchor che Marchet
to dica chelle positioni non regolari, le quali da molti sono state concedute, siano ua
ne et di souerchio, nondimeno habbi mente, che non e cosi, ma sono atte alle spetij,
& compositioni loro, secondo la irregolar natura, come seguitando intenderai.

RESOLVTIONE.

In questa dichiaratione saranno dimostrati alcuni accidenti, che nascono per esse-
re le positioni nelle parti irregolari, della qual cosa niuno non si dara ammiratio-
ne, percioche dice il sopranominato Marchetto al cap. . del suo trattato, se qual-
che Tuono nascera nella sua confinalita, Tal procedere sara sempre accidente,
&
possiam dire, che tal tuono, è acquisito, percioche egli ua acquistando le sue spetij
per la uarieta de segni del b rotondo, & del b quadro, & in ogni altro luogo, do
ue propiamente esse spetij termineranno dico, che se 'l primo, & il secondo Tuono
termineranno in A acuto, & il terzo, e 'l quarto in b, & il quinto, e 'l sesto in C,
& il settimo, l'ottauo in D, tali terminationi non saranno nominate uane, ne di
souerchio, ma sieno luoghi atti a conseruare ciascun Tuono quello, che allui si con-
page 16uenera, Per tanto si risolue, che se alcun canto terminera nella corda, o positione
di A, acuto, sara primo, o secondo tuono, & essendo la corda irregolare conse-
guentemente le spetij loro saranno accidentali, come da A la, mi, re, acuto ad E la, mi,
& dal E la mi acuto, ad A sopra acuto colla seguente figura in F acuto. Se ancho
ra terminerano in b mi acuto, diremo essere del Terzo, & del Quarto tuono, per
che formando il presente segno in F acuto da esso F acuto a b acuto, et da F acuto
sopra acuto non sara altro che 'l secondo Diapente et il secondo Diatessaron. Et ter
minando in C acuto sara del Quinto, et del Sesto tuono, pur che paia la figura nel
detto F acuto, per cagion della quale ne nascera il terzo Diapente, & il terzo Dia
tessaron, Et se finira in D, acuto, del settimo, & del ottauo sara giudicato, perche
ponendo la figura come qui in F acuto, la doue prima era natural Diapente, cioè
rela, esso diuenta Quarto, & sopra, il primo diatessaron, col qual modo, & ordi-
ne sara composto ciaschedun tuono irregolare, o uuoi accidentale, come nella pre-
sente figura intenderai.

OPPENIONE. VI.

Quegli, che trattano della intelligenza appartenente, a tutti i tuoni del Canto
immisurabile. ueramente sono concordi in una sola, et uera uolonta. Et per-
che alcuni di essi hanno diuerse oppenioni, fa mestieri alcune cose dichiarare
massimamente intorno al tuono ordinato perfetto, et anchor al misto. Essi dicono, che
page 17se un canto terminerà nella positione di D graue, & ascendendo al suo Diapason,
& non piu oltra nel graue, che 'l detto canto sara protho imperfetto, perche non si
dimostra sotto al fine colla proportione sesquiottaua, il qual descenso di necessita bi
sogna che in lui si ritroui, come ha creduto il nostro eccelente Marchetto Padoua-
no nel principio del suo Trattato di sopra da noi allegato. La quale oppenione certo
non ual nulla, ne da niun dotto è dimostrata.

OPPOSITIONE.

La oppenione di tutti gli autori è che ogni canto, ouer tuono di natura autenti-
ca possa scendere sotto la sua fine un tuon sesquiottauo eccetuando il Trito, il qua-
le secondo l'ordine, è terzo autentico, perche scende allo spatio del minor semituo-
no. Il che se cosi fosse, seguiterebbe, che 'l detto Quinto tuono per non poter hauere
il tuon sesquiottauo, come allui piace, restasse da meno del primo tuono, del terzo,
& del settimo, Et per conseguente non fosse mai perfetto, ma tale perfettione fosse
attribuita al sesto soggiogale, & minor di lui, la qual cosa non si conuiene.

RESOLVTIONE.

E parere di ogni Musico, che ciascun tuono autentico possa discendere sotto il
suo fine un tuono sesquiottauo, & somigliantemente ogni plagale un tuono sopra
la confinalita, ouero semituono. Onde auertirai, che altro è potere, & altro conue
nirsi. Il dire puo discendere, non è di necessita, ma in liberta, & di licenza della Chie
sa, La onde si conchiude, che se un canto ascendera sopra del fine il suo Diapason, &
non discenda il tuon sesquiottauo, non sara chiamato altro che perfetto, perche tal
perfettione sol si estende al numero di otto uoci, cosi ogni plagale, se non hara sopra
il fine uno Essacordo maggiore, o minore, pur che ascenda al Diapente, & sotto il
Diatessaron, sara detto perfetto, & non imperfetto come l'Eccelente Franchino al
cap. 11I.e. of the Tractatus secundus.. di quel suo Trattato uolgare chiamato Angelico, & diuino dice, che ogni
tuono, o cantico composto precisamente della sua intera Diapason è giudicato per-
fetto.
Et nota, che alcuni uogliono, che i tuoni plagali per licenza, & autorità
della Chiesa possano hauere sopra l'ascenso del loro Diapente una sol nota eleuata
nel acuto per interuallo di un minore semituono, ouero di tuono, ma questo è ascritto
a tuoni soprabondanti & non a perfetti, i quali sono considerati solamente nella pie
nezza del Diapasonico sistemma, come per gli tuoni, & modi antichi, è dimostra-
to. Et a maggior confermatione il medesimo al cap. 8. della sua Pratica in lingua
latina replica tai parole. Ma noi Diatonicamente procedendo, stimiamo, che non
si debba sozopra riuolgere la naturale dispositione delle uoci della mano, conciosia
cosa che esse otto uoci della consonanza del Diapason stano distinte dalla misura del
la doppia proportione, la quale consiste di cinque sesquiottaui tuoni con duoi mi-
page 18nori semituoni, per la qual cosa non reputo necessario, chella detta uoce discenda
sotto il suo fine, come non conueneuole alla Diapasonica harmonia, per l'autorita
della Chiesa, nondimeno da douer essere approuata.
Per tanto sara conchiuso, che
ogni tuono autentico, il quale hara un Diapason sopra il fine, dato che non scenda
sara detto perfetto. Et se il plagale discendera sotto il suo fine per un Tetracor
do, & di sopra di esso fine non piu oltre che per un Pentacordo sara perfetto etian-
dio chiamato.

OPPENIONE. VII .

Dice similmente il sopranominato Marchetto, che quando un canto hara mag-
giore ascenso, che discenso, senza alcun dubbio esso sara chiamato autentico,
& se parte maggiore sara nel graue, si dira plagale. La quale oppenione da ogni
auttore è confermata. Et per mostrare, che cio sia uero, dice, che ogni canto termi-
nato in D graue, che ascenda insino a C acuto, auegna che se non una uolta tocchi
il B graue, sempre sara del primo giudicato. Et se due uolte, il detto C, tanto mag-
giormente del primo sara detto, ma se tre uolte ritocchera il mi non primiero, ma
secondo sara detto, come dimostra la figura seguente.
Conchiude Marchetto intorno li essempi di sopra dallui dimostrati in questo mo-
do. Il primo essempio dimostra il canto autentico, percioche egli ascende un tuono
piu oltre di quello, che fa il plagale, & non discende se non un semituono piu basso
di quello, che puo discendere l'autentico. Nel secondo essempio appare il medesimo
canto autentico, imperoche tutto che egli discenda due uolte al semituono, il che non
è lecito all'autentico, tuttauia i detti duo semituoni non aggiongono alla pienezza,
& perfettione del tuono, allaquale non puo arriuare il plagale, percioche essi sono
minori di quelli del genere Enarmonico, & cantasi il detto canto per b quadro.
Appresso diciamo, che tutto cio che ascende sopra il primo b acuto, è della sostan-
za del primo tuono, & non del secondo, percioche si come è detto, il secondo per lo
b rotondo necessariamente si dee cantare. Nel terzo essempio è contenuto il canto
plagale, percioche i tre semituoni, da quali discende il tuono quello souerchia-
page 19no di un Diesi, imperoche tre semituoni contengono sei Diesi, & un tuono se non cin-
que di essi contiene, Alle quai regole è da douer essere hauuto riguardo in tutti i
canti.

OPPOSITIONE.

Dannoi è considerato, & fatto giuditio, che ciascuno, che hara tale oppenione,
sara contrario a ogni dottrinale modo. Imperoche hauendo i dotti Autori constitui
to, & ordinato la natura, & le differenze de tuoni, oue quello che Marchetto in-
tende, fosse osseruato, ne auerebbono molti inconuenienti, percioche sarebbono estin
ti, & annullati i tuoni misti imperfetti, sopra i quali domina la corda. Ma concio
sia cosa che sia nota la sua oppenione, cioè che ogni tuono autentico di necessita
debba discendere sotto il suo fine per lo spacio d'un tuono, & il plagale d'un semi-
tuono, & d'un tuono sopra la corda confinale, ne nascera confusione, come segui-
tando ageuolmente intenderai.

RESOLVTIONE.

Se considereremo sanamente la natura, la qual si appartiene al mescolato tuono
troueremo Marchetto in tutto quello, che dallui per gli essempi di sopra è dimostra
to hauer non poco trapassato l'ordine, conciosia che egli uoglia, che tali canti sia-
no giudicati per lo continouo moto de semituoni nascenti fra 'l C, & il B mi graue,
& dice, che 'l primo, el secondo essempio sono autentici, La qual cosa adiuiene per
cagione del tuono, il qual si dimostra fra 'l b , e 'l c acuti, et appresso per essere mag
gior del semituono nascente fra 'l C, el B, mi graui, & per esser maggior parte nel
acuto, che nel graue gli appella autentici, la quale oppenione se fosse al proposito,
sarebbe ragioneuole, perche tutto che sia maggior, o minor interuallo dal tuono al
semituono, non si concede pero tal oppenione a un processo simile, il qual si com-
prende potersi per lo ascenso, & per lo discenso giudicare. Se ascende adunque alla
settima uoce dal suo finale, & dal medesimo finale nel graue al semidittono, non si
uuole procaciare la quantita del tuono, ne del semituono, ma giudicargli per la lo-
ro corda per essere uguali di imperfettione come dichiara Franchino al cap. 8. del
primo libro della sua Pratica, doue dice. Se un canto è autentico, & che nel graue
tocchi tutto 'l Tetracordo del suo plagale, ouero almanco due uoci, tal canto sara det
to misto,
Per tanto diremo il detto canto essere del secondo tuono misto, & non del
primo per cagione delsuo continouare, il qual si conosce nelle parti graui signoreg
giando la corda, la qual sentenza è confermata da Guido Aretino in quel suo trat
tato chiamato Compendio di Musica, doue dice, Ma quelli autentici, che discenden-
do si abbassano per un tuono, o per un semituono, o per un dittono, percio che con
loro plagali si mischiano, sono chiamati misti.
page 20

OPPENIONE. VIII.

Certo in me partorisce non poca marauiglia, quando considero la trascuraggi
ne di molti, & molti, i quali uolendo dar precetti nella frequentata Musica,
auolgono in mille errori gli ingegni di coloro che nulla sanno, percioche inconsidera
tamente danno per ferma regola, che quella nota, ouero sillaba, che sara sopra la nota
chiamata la, sempre sara pronontiata fa, per la qual uana oppenione inducono il nuo
uo discepolo a una falsa intelligenza, come intender potrai, per la qual cosa sarebbe
conueneuole, che con ragione, & modo scientifico dimostrassono a chi uuole impa-
rare, quando, & in che guisa tal regola si ha da usare, & se sempre, o non mai.

OPPOSITIONE.

La natura di alcuni principij, et processi per hauer similitudine colla regola sopra-
detta da molti non è ben intesa, imperoche da loro non è hauuto consideratione alle
Neume o Discorsi ascendenti o discendenti, ne manco alle Continouationi del canto
fermo, ma solo badano alla ascendente nota sopra quella nominata la, per lo qual lo
ro ordine, è commesso errore, perche dato che una nota sia sopra la sillaba la, è ne-
cessario inanzi che tu pronontij il fa, faccia giuditio come, & in che modo egli pro
ceda, Il qual procedere ha ad essere quello, che dara nome del fa, et anchora del mi,
alla seguente nota superiore a la, Desiderando io adonque rimouere quello, che ope-
rar non si dee, non risparmiero fatica a dimostrarlo. Et seguitando dico.

RESOLVTIONE.

Il modo, & ordine osseruato da questi eccelenti Musici, quanto al procedere di so
pra mostrato, solamente consiste dal piu soaue, & dal piu duro, come è addire, il
fa del b molle, & il mi del b duro. Per tanto eglino considerano esser meglio il dire
fa, sopra la uoce la, che non è mi, perche da a, acuto a b, si fa tal processo per lo se
mituono minore, il qual di natura è molle, Il perche non sara di necessita in tai di-
scorsi considerare il piu soaue, ne il piu duro, eccetto se non ui nascesse la spetie Tri
tonale, nel qual caso saresti costretto pronontiare la uoce fa, sopra la sillaba la, On
de non procedendo il canto in tal durezza ti sarebbe attribuito ad errore, perche
nel canto piano non se canta per b molle altrimenti, se non per addolcire il Tritono,
come conferma Guido Monaco. Si conchiude adunque, che se un canto procedera
da D, sol, re, ad A la, mi, re, & a b, fa, b, mi, per un salto o ueramente continouate
note, non una uolta, ma cento sempre sara cantato per la propieta del b quadro, co
me appare nel essempio dimostrato dallo eccelente Marchetto Padouano addotto in
un suo Trattato di canto fermo chiamato della Compositione de tuoni per le loro
spetij
al cap. . doue dice, ouero alcuna uolta al C acuto, & alhora doppiamente,
page 21perche ouero ascende al predetto b acuto piu uolte, & al C acuto, ouero ascende da
uanti, che descenda al F graue, & sempre si canta per b quadro, come qua.


Dalle sopradette cose harai notitia, come, et in che modo
ragioneuolmente potrai procedere.

OPPENIONE. VIIII.

Eglie ferma oppenione di ciascun Musico, che ogni mutatione terminata in ut, in
re, & in mi, sia ascendente, come fa ut, re ut, sol ut, sol re, la re, ut re, mi re, &
re mi, la onde quanto alla dichiaratione di G, dicono che la sesta mutatione ut re, è
ascendente del b quadro nel b rotondo. Et similmente re mi, di A acuto col medesi-
mo processo ascende.

OPPOSITIONE.

Se dannoi sara considerato l'ordine dal Musico dato con semplice modo circa tali
mutationi cioè, ut re, & re mi, ascendenti dal b quadro nel b rotondo. Certamente
non ne potra nascere se non qualche confusione, imperoche si uede essere molto in con
trario, dicendo che ut re, & re mi, ascendano dal b quadro nel b rotondo, conciosia
cosa che la propieta del b quadro sia superiore al b rotondo. Essendo adunque essa
propieta del b quadro nel G, & quella del b rotondo nel F, seguitera quanto alla
propieta, che siano domandate discendenti del b quadro nel b rotondo, & non ascen
denti, come dimostra l'eccelente Don Franchino al cap. 4. del primo libro della sua
Pratica. Et perche egli ha solamente considerato la occorrenza, & necessita del
Tritono, & il procedere con manco mutationi, ha biasimato l'arte per accommo-
darsi ad uno altro effetto, il qual cagionera nel G, & nel A, tre mutationi ascenden
ti, & tre discendenti, la quale oppenione non solamente annoi non piace, ma etian-
dio è riprouata dallo eccellentissimo, & dottissimo Musico messer Giouan Spadaro
al cap. 10. della prima parte del suo trattato sopra i dubbij del nominato Don Fran
chino
. Et similmente da noi al cap. 14. del primo libro de Institutione harmonica,
nel quale con ragioni, & efficaci argomenti habbiamo a questo contradetto, et mo-
strato potersi conuertire lo ascenso nel discenso, secondo che saranno i processi.

RESOLVTIONE.

Veramente da ogni Musico è conceduto, chelle mutationi terminate in ut, in re,
& in mi, siano ascendenti. Et perche si dice ascendere del b quadro nel b rotondo
page 22par cosa di uero molto contraria, perche la propieta del b quadro è piu intensa, oue
ro alta della proprieta del b rotondo. Et per tal rispetto dicono chella detta muta-
tione non ascende, ma discende. Et nota che questo dire ascende del b quadro nel b ro
tondo non ha da essere da te considerato secondo la positione piu alta, o piu bassa, ma
secondo le propieta, et note, ouero sillabe poste nella detta positione dal Musico con
siderate. Onde bisognando necessariamente mutare la sillaba ut, nella sillaba re, con
ciosia cosa che l'ut sia del b quadro, & il re del b rotondo, mostra, che non sia con-
ueniente, che ella ascenda quanto alle proprieta, ma come habbiamo detto, non si
attende alle proprieta piu alte, o piu basse, ma al procedere delle note sopra la silla
ba ut, Lasciando adonque la sillaba ut, & cangiandola nella sillaba re, sara retta
mente detto, che ascenda del b duro nel b molle. Perche si lascia la nota del b duro,
& si trasferisce in del b molle, Per tanto egli è di necessita, chella sillaba ut,
si cangi nel re, per ischifare il Tritono interuallo, come la seguente figura ti mostra,
la qual sillaba altramente ascenderebbe a qualche altra nota intensa,

OPPENIONE. X.

Nascono oppenioni circa il terzo, & l'ultimo Kyrie cantato & fre-
quentato nelle feste semiduplicibus minoribus, come che da molti nelle ottaue
de Santi sia costumato, il quale per essere in alcuni Libri ecclesiastici per lo b molle
segnato senza altra consideratione dicono, che tale Kyrie non altrimenti che con esso
b molle dee essere cantato, come dimostra la seguente figura.

OPPOSITIONE.

Dannoi non è considerato, ne manco creduto, che huomo dotto, ne mezzano ten-
ga oppenione di tal processo di sopra mostrato, perche egli è manifesto, che rimo-
uendo le spetij, ne nascerebbe al cominciamento un processo non harmonico, ma
aspro, & duro alla conueneuole pronontiatione, Et per quanto si estende il nostro di
scorso, è giudicato, che coloro, i quali procederanno nel modo di sopra detto, saran
no degni di emendatione, perche mentre badano solamente a schiuare le mutationi,
tal loro credere danna l'arte, & contradice a naturali processi, le quali dubitatio-
ni nacquero fra gli eccellenti Musici della Capella del Domo della magnanima, &
honorata citta di Brescia. page 23

RESOLVTIONE.

Conosciute le ragioni, e 'l fondamento debole di costoro, dico, che mai da autore al
cuno antico, o moderno non fu ordinato, ne conceduto nella Musica immisurabile can
tare per b molle, eccetto che nell'interuallo del Tritono, il quale opponendosi spes-
se uolte nel trapasso del Quinto, & del Sesto tuono, i Compositori hanno preso di se
gnar tali tuoni col segno del b molle, per lo qual modo mutano il Diapente del quin
to & del sesto tuono in quello del settimo, & del ottauo, onde la regola dice che per
niun modo si canta nel Canto fermo per b molle saluo che per addolcire il Tritono,
Stando adunque questi fondamenti non sara necessario, che tal concento debba esse-
re cantato per b molle, per la qual cosa quello, che da noi è stato chiaramente di-
mostrato al cap. 4. del Trattato nostro della natura, & cognitione di tutti i tuoni
di canto figurato
si potra a tal proposito adducere, che essendo tal primo Kyrie, et
il seguente Christe del ottauo tuono, non è cosa conueneuole mescolar seco il secon-
do tuono, Per tanto si domanda, se un concento a quattro uoci hauesse una sola par
te col b molle segnata, come in alcuni canti si troua, se sarebbe inconueniente, o no.
Egli è cosa certa, che da ciascuno sara riputato errore, perche non è concesso can-
tare parte per b molle, & parte per natura, & parte per b quadro, pur nondimeno
se dannoi questa tal oppenione ti sara conceduta, risguarda quello, che ne seguitera,
Prima se tu darai il nome del mi, alla quarta nota legata nel principio del concento
procedendo alle due in b fa, b mi, formate, per essere due uolte continouato il fa, sa-
ra un ualico del dissonante tritono, perche il mi, seguente non è uicino a quello di Ela
mi intenso procedendo con una sola nota nel detto b fa acuto, tal dissonanza me-
glio sera tollerata, percioche appare il Diapente secondo composto, o continouato,
Appresso un altro inconueniente ne nascera, se tu dirai fa, alla sopradetta quarta no
ta, uenendo alla nona, la quale è mi, sara processo certo non troppo grato, & questo
è per gli estremi del Diapente diminuto, per la qual cosa se bene auertirai cantan-
do per lo b quadro graue ne risultera processo naturale harmonioso, & grato, &
qui si conchiude non ritrouarsi mai nel Canto fermo concento alcuno, il qual si
cantasse per lo b rotondo essendo del primo, o del secondo, terzo, quarto, set-
timo, & del ottauo tuono, Et perche piu fiate habbiamo considerato una no-
ua oppenione di alcuni altri sopra il primo & ilterzo Agnus dei essercitati, &
dedicati alla solennita di Iesu Christo omnipotente, & anchora nelle solennita de do
deci Apostoli, per essere al fine del nostro canto fermo inanzi che di quello ci espedia
mo, daremo risoluta decisione, Molti dunque senza pensamento alcuno dicono, che
tali Agnus dei nel loro principio debbono essere cantati per lo b molle per cagione
del tritono come qui,
la quale oppenione è contraria lo-
ro, perchioche proce- dendo da esso b acuto ad F graue,
conciosia cosa chella settima, ottaua, & nona nota siano
in cadenza, l'orecchio non patira, chella nota ottaua posta
page 24in F detto graue sia altrimenti che sospesa, Et perche si dice che la esperienza, è
maestra di tutte le cose, per essa uerrai in luce della uerita, percioche essendo sosten
tata, ouero sospesa, non ci sara interuallo di alcuno Diatessaron da esso F graue a
b acuto, ma interuallo di Dittono minore, pur nondimeno oue essi presumessero di
non sospendere detta nota, egli è manifesto, che ne nascerebbe un cotal errore, che
li sara da essa nota ottaua, alla duodecima un Tritono, per lo qual modo tu sarai co
stretto procedere per b molle dal cominciamento al fine, Onde per le ragioni di so-
pra allegate giudicheremo da loro essere futo mal considerato, come fu anchora da
quel padre, ilquale uolle racconciare il Graduale a penna di santa Maria delle gra
tie di Bergamo, nel quale egli segnò gli Agnus dei sopra la positione di F del segno
del b quadro, come è qui Il qual segno certamente non
è conueneuole ne inteso dallui, conciosia cosa che sua
paternita solamente considerasse, che si douesse proce
dere nel principio con le seguenti sillabe, cioè fasol
sollalasolfamifa, & non auerti, che il b quadro graue non è conueniente in
tal positione, come seguitando harai uera notitia, & questo è noto per la autorita
di tutti i Musici, i quali dicono, che ogni Tritono annullato si conuertisce nel Tetra
cordo terzo, ordinariamente, Si conchiude adunque, che l'uno, & l'altro modo è
di souerchio, & non concesso, perche tal segno per se è naturale, & essendo natu-
rale non puo creare alcuno accidentale, ne lo accidentale alcuno naturale, come in
b fa b mi si uede, Pertanto tal segno non hara altro luogo, che nel b mi gra-
ue & nel acuto, & nel sopracuto, Onde sara necessario a tanti inconuenienti chel
detto Agnus dei resti formato come la figura, che segue dimostra.
.
Fine del Canto fermo
page 25

DICHIARATIONE DEL CAN-
TO FIGVRATO.

LIBRO SECONDO.

MOLTE Volte si trouano alcuni, quali si prendono piacere,
& dilettatione quando odono il mischiamento di suoni, ouero di
uoci ottimamente pronontiate di qualche soaue, & sonoro con-
cento, la onde per esser questi tali di natura uari piu tosto secon
do il loro propio senso mouendosi, che secondo la ragione, la
uertu, & peritia di tale harmonizzati concenti attribuiscono
non al loro artefice, & compositore, ma à coloro, iquali all'orecchio altrui con
l'organo della natura, o con stormenti per arte fatti porgono tali dolci, & ben
modulati canti, di maniera che il semplice cantore, & citharedo, o altri simili,
da quali l'opere de compositori, o musici sono manifestate, & fatte note al sen-
timento dell'udire altrui, chiamano musici, si come noi nell'opera nostra de Insti-
tutione harmonica
al secondo capitolo del secondo libro alcune cose ne habbiamo
dichiarato, la qual cosa ueramente non è ammessa da gli huomini in questa facol
ta dottrinati, perche come dal nostro Boetio al capo. 34. del primo libro della
sua musica è stato detto, i cantori, & citharedi, & altri simili non debbono
esser chiamati musici,
percioche dice, che il musico è quegli, il quale con ragio-
ne, & intelligenza ha facoltà di comporre la harmonia, Et il cantore, & sem-
plice citharedo è quegli, che publica, & fa manifesta l'opera harmonica compo-
sta, & in luce prodotta dal musico, & compositore con ragione di dottrina, di
maniera che esso cantore, & semplice citharedo sara in comperatione del musico
come è il banditore rispetto al podesta, dal quale i comandamenti, & uolontà di
esso sono fatte note, & manifeste, & in publico addotte, Et però da molti in-
gegnosi, & ottimi cantori alcuna uolta habbiamo inteso, che loro pareua, che
quelli cantori fossero da douer essere poco stimati, i quali non intendeuano quel-
lo, che da loro era cantato, & che non immeritamente si poteano rassomigliare
a coloro, i quali leggendo qualche cosa, quella solamente intendono alla cortec-
cia, & alla semplice struttura delle parole, senza alla midolla, & al uerace sen
timento di quelle sotto esse nascosto penetrare, imperoche il semplice cantore per
una certa sua pratica esprime, & semplicemente conosce le note ouero figure quan
titatiue ne misurati moduli essercitate, lequali con ragione alcuna dallui non sono
comprese, ne l'ordine di quelle, ne la forza del loro ualore conosciuto, Il che non
aduiene del musico, dal quale non solamente è prodotto il tempo musico nella sua
integrita essercitato, ma etiandio è considerato esso tempo accozzato, ouero mol-
page 26te uolte in una altra figura, ouero nota preso, dal quale accozzamento nasce il
modo minore, & il maggiore, Appresso il detto musico tratta di esso tempo conue
neuolmente in parte separato, & come di tal suo separamento nascono due ua-
rieta di prolationi, cioè minore, & maggiore con molte altre sottilissime, &
acutissime considerationi, & occorrenze da dotti musici usate intorno l'ordine,
& positione della regolare numerosita constituita, & ordinata nel numero bina-
rio, & ternario, i quali numeri da musici ciascuno per se sono intesi, & chia-
mati perfetti & imperfetti, la quale intelligenza, & dimostrationi paiono a roz
zi oscure, & quasi impossibili a comprendere, & che per ragione alcuna non si
possino dimostrare, ne essere intese.

OPPENIONE I.

In alcuni trattati la oppenione di molti, che hanno scritto, trouiamo, che
essi per ferma conchiusione tengono, & uogliono, che due pause di lun-
ga messe insieme, & composte di tre tempi habbiano a significare quello, che
da molti è chiamato Modo maggior perfetto, per lo quale sara la Massima for-
mata di tre lunghe, & la lunga di tre breui posto che esse pause siano binarie, &
a confermatione di cio dicono, che due pause di semibreue insieme poste come qui
appresso di ogni musico significano tempo perfetto, per la qual similitudine
le pause di sopra nominate haranno forza del Modo maggior perfetto, la quale
oppenione se fosse uera, sarebbe al proposito.

OPPOSITIONE.

Certamente è da considerare, che fra le due pause di lunga di pari poste, &
fra le due di semibreue insieme dimostrate, non potra essere alcuna diritta, ne
uera somiglianza, perche hauendo le pause delle semibreui origine, & comin-
ciamento dalla pausa di breue, la quale è inuariabile ferma, & durante, come
in molti capi l'eccellente Messer Gioanni Spadaro ha dimostrato, ne seguitera,
che le due pause dilunga non saranno a quella similitudine, ne manco potranno ha
uere tal ordine, ne positione per rispetto delle pause di sopra assegnate, però, che
la massima non ha pausa propia, ma si domanda doppia lunga, Et benche da noi
sia stato detto al cap. 31 del secondo libro de Institutione harmonica, che ella sia
pausa de Massima, non è pero da noi inteso cosi, ma la pigliamo per lo tacito ualo-
re di essa Massima, & a piu facile intelligenza l'habbiamo cosi nominata, Segui-
ta adunque, che non hauendo detta Massima pausa, esse non saranno simili alle due
pause di semibreui, le quali deriuano dalla pausa di breue, & per conseguente la
detta pausa senza mutar forma piglia ualore di numero binario nel ternario, Et la
page 27figura Massima acquista la sua ualuta per la pausa di lunga piu uolte presa, la qua
le, dato che ella si trouasse, conuerrebbe esser uariabile, & per tal modo essendo
il tempo, ouer la breue perfetta, & imperfetta, la sua propia pausa non occupa
piu ne manco di uno spatio, ouer di due righe. Per le quali considerationi uolendo
fare retta similitudine bisognera considerare la pausa della Massima essere muta-
bile, posto che anchor la pausa di breue non fosse stabile, ne per altro ordine con-
siderata, per lo quale ne sortirebbe confusione non poca.

RESOLVTIONE.

Egli è manifesto, considerate le ragioni di sopra anotate, chelle due pause di
lunga formate di tre tempi insieme poste non possono significare il Modo mag-
gior perfetto, ne hauere somiglianza colle pause di semibreui mostrate, Impercio
che come conferma l'eccellente Messer Gioan Spadaro in un suo trattato al cap. 14.
della prima parte sopra i dubbi del honorato Don Franchino, le due pause della
lunga perfetta accoppiate, & le due pause di semibreui in una sola linea poste non
hanno alcuna similitudine fra loro, pero che le predette due pause di semibreue
possono essere intese, & considerate due terze parti della pausa di breue, la quale
è ritrouata immutabile, la doue che le due pause di lunga non potranno essere ac-
cettate per due terze parti della pausa Massima, la quale non è trouata, & oue
pur anche fosse trouata, sarebbe mutabile, & senza stabilita, Et impercio sara
dibisogno che 'l musico, ouero componitore immaginandosi il Modo maggior per-
fetto stabilisca a tal ualore tre pause di lunga insieme poste, & non due, lequali
per esser tre dimostrano perfettione, & per conseguente daranno alla figura Mas-
sima la quantita perfetta, cioè delle tre lunghe, si come la pausa di lunga di tre tem
pi mostra la lunga essere perfetta, alle quali sentenze ciaschedun dotto non si oppone.

OPPENIONE II.

Ogni Compositore moderno, & antico è usato di segnare la figura Diesi
ne canti, massimamente quando intendono di sospendere alcuna spetie
atta allo harmonico discorso, per lo quale ne nasce gratissima harmonia, Et
pero fermamente è necessario nelle cantilene a luoghi loro debiti dimostrarlo,
come dannoi al capitolo 20. del secondo libro del nostro Toscanello fu dichia-
rato, il qual segno dicono, che opera, & sostenta l'interuallo ouero spatio d'uno
Appotome cosi alla nota ascendente, come alla discendente, il quale sostentamen-
to appare, quando al musico piace essendo figura bisogneuole, & in poter di lui
secondo l'intento suo, perche sopra una corda, o positione puo essere, & no. page 28

OPPOSITIONE.

Certo si uede, che tal figura Diesi nella Diatonica musica opera quello, che
di sopra è stato detto, anchor che molti dubbitando dicano, che 'l Diesi sosten
ta un spatio, che esso non ha di natura, per la qual ragione non sono confor-
mi alla oppenione de sopra detti, conciosia cosa che essa Diesi come piace a Boetio
al cap. 27. del libro secondo della Musica sua, non sia altro, chella metà del se-
mituon minore, Et come dannoi anchora nel secondo libro del Toscanello nostro
al cap. 20. fu dichiarato, perche uolendo il musico usare la sostentatione dello Ap-
potome
, il quale non opera quello, che dallui è inteso gli sara necessario trouare
una figura, o segno atto, & commodo allo intento suo circa tal Semituono.

RESOLVTIONE.

Intorno la dichiaratione di sopra dimostrata della figura Diesi, bisognera
considerare sanamente la uaria natura, laquale in lei nasce, perche toglie, &
leua alla spetie, & anchora aumenta uno equale ualore cosi in ascendere, come
in discendere, Et appresso che non sia di souerchio, ma necessaria, & con ragio-
ne ordinata, & constituita, conciosia cosa che la detta figura, tutto che ella si
dimostri un mezzo spatio del minor semituono, impertanto opera nella nota la so-
stentatione dello Appotome, secondo la uolonta del musico, Et per esser differen-
te l'essere, & l'operar di quello, tal mezzo spatio del semituono minore sara so-
lamente necessario alla diuisione del tuono, percioche diuidendosi esso tuono in quat
tro Diesi, & un comma, esso sara piu della quarta parte del tuono reputatoben-
che alcuni lo diuidano in cinque Diesi, per la qual cosa considerato il tutto uede-
remo alla operatione seguire un nuouo effetto, per lo quale uolendo esso musico sol-
leuare, o inalzare la nota dallui considerata, & immaginata gli sara forza pre-
ualersi di tal figura Diesi, alla quale sono ordinate tre positioni naturali, cioè
nel C, nel F, & nel G, secondo il diatonico ordine, Et questo affine di trammu-
tar la specie minore nella maggiore, come da A, a C, & da D, a F, & simiglie-
uolmente da E, a G, allequali spetij opponendosi la detta figura sotto di esso C, et
del F, et del G, solleuera la nota per lo spatio dello Appotome considerato, la qual
nota anchor che si dimostri per un fa, pure pigliera occoltamente la forza della
sillaba mi, onde essendo spetie di semidittono diuentera per cagione del Diesi Dit-
tono, perche quello, che era semituon minore si trasforma nel tuono, & per con-
seguente procede per un tuono, & per dui semituoni continouati, cioè pel minore,
& pel maggiore, gli quali dui semituoni continouati non hanno luogo nel Diato-
nico genere, Apparendo adunque il detto Diesi fra 'l D, e 'l G, il tuono, che cade
page 29fra 'l F, e 'l G, sara diuiso per lo semituono maggiore nel graue, & il minore nel
acuto, Per loqual ordine chiaramente si comprende la figura detta Diesi essere
acconcia alla sostentagione del detto spatio Appotome chiamato.

OPPENIONE III.

La oppenione di alcuni altri è, che la figura Diesi, & il segno del b mol-
le siano conformi, & di niuna contrarieta tra loro, conciosia cosa che essi
credano, che tal Diesi operi quello, che dal segno del b molle è operato, percio-
che dal musico sempre è inteso, che la figura Diesi nel discenso diminuisce, & nel-
l'ascenso accresca lo spatio dell'Appotome, come da A, a G, & da D, a C, & ap
presso da D, a F, & da E, a G, similmente dicono, che il b molle opera, perche
accresce, & toglie alla spetie lo spatio del detto Appotome, come da C, acuto, a
b quadro acuto, & da C acuto ad Elami acuto, come la figura, che segue dimo-
stra.
Tutto che la figura habbia dimostrato, come il Diesi, & il b molle sono conformi
nella operatione dello spatio maggiore detto Appotome, non per tanto sono dissi-
mili quanto all'effetto, conciosia che l'uno & l'altro toglia, & accresca alla spe-
tie il semituon maggiore, non ostante che essi adoperino in contrario, ma perche
essi sono differenti di forma, uarieranno lo effetto dello spatio essercitato, & per
conseguente non haranno propia similitudine, come seguitando intenderai.

OPPOSITIONE.

Chi ben uorra considerare, trouera certo, chella figura Diesi, & il b mol-
le non haranno fra loro conuenenza, ne retta similitudine, perche altro è l'ef-
fetto & altro è la operatione, Quanto all'operatione non ha dubbio, che lu-
no, & laltro non toglia allo spatio Sesquiottauo lo Appotome, & di minor se-
page 30mituono non lo conuertiscano in tuono, i quali effetti si conosceranno tra loro es-
sere contrarij, & questo accadera quando il musico per cagione di necessita, &
per far migliore consonanza sostentera, & inalzera la nota dallui intesa, cosi
nell'ascendere, come nel discendere, per laquale sostentagione, o inalzamento si
uolgera la spetie naturale nella accidentale, come appare nel principio della so-
pra posta figura, nella quale si procede per dui tuoni continouati, sotto i quali
appare in che maniera il musico intende, che tali tuoni siano conuertiti in dua se-
mitoni minori, & similmente, come il seguente tuono colle due spetij semiditto-
nali nella spetie, & forma del dittono sono da douer essere considerate, i quali se-
midittoni, & tuoni essendo pronontiati conserueranno il nome, ma in uertu mute-
ranno la spetie, onde quanto alla operatione hanno parte di similitudine, tutta-
uia si uede chiaro, che all'effetto operano in contrario, & quinci nasce, che la
figura Diesi sempre nel discendere toglie, & nel ascendere accresce, alqual effet-
to, & operatione il b molle è contrario, percioche nel innalzare menoma, & au
menta nell'abbassare, come da F, a b mi quadro acuto, laquale è spetie tritonale,
per laqual cosa conchiuderemo, che il Diesi & il b molle quanto alla operatione
sono conformi, ma quanto alla forma, & naturale effetto non hanno propia, ne
uera similitudine, come anchora è manifesto alla mitigatione, & al dolcimento
del tritono, il quale sempre dal b molle è mitigato, & addolcito nell'estremita di
sopra, come da F, a b quadro acuto, la qual mitigatione è contraria a quella, che
dal Diesi è operata, perche esso Diesi mitiga, & ammollisce la durezza del Tri-
tono nella parte di sotto, come da E acuto a b quadro acuto, & da b quadro acu-
to a F graue, come la figura mostra.

RESOLVTIONE.

Egli è certo, che molti compositori nelle loro compositioni sono conformi à se-
gnar la figura Diesi sotto la positione del b quadro acuto per sostentare la
nota, la quale in essa si ritroua senza hauer riguardo alcuno al b segnato in tal
canto, spetialmente trouandosi il Tenore nella terza, nella decima, & nell'altre
simili col Basso, ilquale in tal positione non hara retto, ne douuto luogo, concio-
sia cosa che tal segno da Gioanni Othobi sia nominato b giacente, il qual non
richiede in tal positione per esser figura accidentale, del che ne seguita dui segni
accidentali trouarsi in un istesso luogo, cioè il b, & il Diesi nomato, la qual
figura b secondo Guidone è nomata Menon, che altro non uien a dire, che acci-
page 31dentale, Restano adunque detti segni tra loro simili, per la qual similitudine, et
natura non potranno dimorare in una positione medesima, percioche non si con-
cede un segno accidentale sopra un altro segno accidentale, Onde sara dibiso-
gno al musico, & compositore uolendo sostentare, & solleuare quella nota la, se-
gnarui il b quadro detto, il quale di quel luogo è naturale, per lo qual ordine la
sostentatione uerra ad essere naturale, & per conseguente il Diesi solamente haura
luogo nel C, nel F, & nel G, senza punto pregiudicare al b quadro, il quale quiui
ha la sua propia, & naturale stanza.

OPPENIONE IIII.

Per maggior chiarezza di quello, che dicemmo al capitolo ottauo del canto
fermo
, egliè da sapere, che la nota sopra la uoce la non sempre dee essere
appellata, & pronontiata fa, come appare nel principio dello essempio di so-
pra mostrato, nel qual processo molti, & molti diranno sollafasolfa,
per lo qual ordine disconueneuole disordinatione ne nascerà, mentre essi crede-
ranno fuggire, & annullare la spetie di quel tritono, la quale si comprende fra
la quinta, & l'ultima breue, per la quale sostentagione opereranno una spetie da
loro non intesa, ne conosciuta.

OPPOSITIONE.

Certamente sara dibisogno a coloro, i quali tengono tale oppenione, & mo-
do sopradetto considerare primieramente, come, & in che guisa procedano i
canti, perche alcuni hanno la sillaba fa naturalmente sopra la sillaba la, co-
me da E, a F, & come da A, a B, accidentali, oue per cagione del tritono si di-
ra fa in Elami acuto, discendendo al fa di b fa b mi quadro acuto, ma non es-
sendo dalla necessita costretto procederai per ordine naturale secondo la forma, et
la dispositione del canto, & non come a te piace, il qual ordine, & modo osser-
ua l'eccellente Marchetto Padouano in un suo trattatello di canto immisurabile da
noi allegato alla oppenione 8. del canto fermo.

RESOLVTIONE.

Non habbiamo dubbio alcuno, che da te non sia creduto procedere diritta-
mente quel principio della figura di sopra nominata dicendo sollafalafa
solfa, & questa oppenione sara in te cagionata per lo tritono apparente fra
la quinta, & l'ultima breue, il qual tritono ui nasce accidentalmente per la for-
za, & positione della figura b in b fa b mi quadro posta, il qual processo non è da
page 32te inteso, ne considerato, perche tu pensi euitare quel Tritono, & non auertisci,
che tutto è in contrario, percioche dicendo fa nel detto Elami, & essendo il fa
sospeso di b fa b mi detto non sara spetie terza del Tetracordo, ma spetie del
Dittono menomato di un Comma, perche procede per semituono, per tuono, &
per semituono. Per tanto dannoi (uolendo seruare ordine, & retto modo) sara
conchiuso, che uolendo ischifare tal Tritono, sara mestiere, essendo sospesa la sil-
laba fa, dir mi nel detto Elami, dato che gli estremi habbiano nome del Trito-
no, ma in quantita, & forma del Diatessaron secondo, per laqual cosa diuentando
il mi di Elami la, & il fa sospeso conuertendosi in mi, sara distrutto il Tritono
per lo segno del Diesi nello estremo inferiore, come piu compitamente nel princi-
pio della giunta del nostro Toscanello habbiamo detto, & con molte ragioni di-
sputato.

OPPENIONE V.

Quanto si aspetta intorno la intelligenza del punto, egli è da sapere, che egli
non è altro, che una figura minima in quantita, ma in potenza grande,
come dannoi è stato dichiarato al cap. 32. del primo libro del nostro Tosca-
nello
, & simile al cap. 28. del libro secondo de Institutione harmonica, Ilqual pun
to secondo che piace ad alcuni è di sei ragioni nella essercitata musica, cioè pun-
to di perfettione, di imperfettione, di diuisione, di alteratione, di trasportatio-
ne, & di aumentatione, ciascuno de quali affermano per se solo senza mescola-
mento alcuno nella musica potere il suo effetto operare, come la presente figu-
ra dimostra.

Et intorno il primo essempio di essi dicono, che il punto dopo la prima breue si
domanda punto di perfettione, percioche rimosso tal punto sarebbe necessario re-
integrarla, & accompagnarla colla seguente semibreue, Intorno al secondo essi
uogliono, che il punto dopo la prima semibreue sia di imperfettione, ma che non
essendoui il punto, la breue rimanga perfetta per cagione d'una euidente, & chia
ra quantita d'un tempo solamente ternario, la qual perfettione non e sempre fer-
ma, ma in facolta del musico, & dallui cosi intesa, Et appresso quanto al ter-
zo, il punto posto fra le due semibreui racchiuse da due breui chiamano punto di
page 33diuisione, perche conchiude, & ristringe la prima breue, & la seconda alla se-
conda breue, Circa il quarto, e 'l quinto essempio, punto di trasportatione inten-
dono essere quello dopo ilquale seguono due, ò piu breui, per lo qual modo, & or-
dine non auerrà quello, che da loro è creduto, Del punto di aumentatione per es-
sere noto, à ogn'uno, non ci è paruto dirne altro.

OPPOSITIONE.

Se la sentenza di Aristotile è uera, sarà di souerchio, & uano considerare per
lo piu quello, che per lo manco si puo bene intendere, per la qual cosa coloro, i qua-
li uogliono, che ci siano sei punti musicali, non poco hanno preterito il uero mo-
do, conciosia cosa che niuno de sopradetti punti non possa per se solo operare effet-
to alcuno senza il soccorso del punto di diuisione, o di perfettione, non ostante che 'l
nostro uenerando Don Franchino al cap. 12. del secondo lib. della sua pratica habbia
creduto, che il punto di reducimento senza mescolanza alcuna per se possa operare,
come nel principio del seguente Tenore ha dimostrato, come l'essempio ti mostra,
il qual punto in apparenza par bene, che sia semplice
per se solo punto di riducimento, perche non fa effet-
to di niuno altro punto, nientedimeno se tal punto non
apparera, la prima semibreue puntata, & la minima,
& la semibreue seguenti saranno annouerate per un sol tempo, ouer breue perfetta,
la doue che senza tal punto la seguente semibreue per non poter far imperfetta la
prima breue per la uniuersal regola della similitudine sara necessario sincoparla,
ouero trasportarla doue potra hauer il suo luogo, Et perche tal misuramento na-
scera da l'arte, & anchora dalla natura, la qual per se, & senza altro fauore
opera, & dimostra il suo effetto, & ordine, seguitera, che il punto messo da Fran
chino per punto di trasportamento otiosamente ui sara posto, ne potra stare, senza
l'altrui aiuto, & fauore, perche senza tal punto si considera quello, che da Fran
chino per esso punto è stato inteso, Et impero non sara di necssita assegnare sei pun
ti, ma solamente tre, come seguitando intenderai.

RESOLVTIONE.

Chiaramente si uede, che il punto di perfettione, di alteratione, & di trasporta
tione non possono per se soli operare effetto alcuno senza la commistione del punto
di diuisione, o di perfettione, perche il punto di diuisione è quello, che genera la
imperfettione, la alteratione, & la trasportatione, & che cio sia uero guarda al
secondo essempio di sopra notato, doue uederai, che quel punto infra la prima, &
la seconda semibreue fa dui effetti, percio che prima diuide, appresso altera, on-
de rimosso tal punto, ne seguira un altro modo d'annouerare, cioè che la prima,
page 34& la seconda breue resteranno perfette, & la terza semibreue piu dallui non sara
alterata, o raddoppiata, Et altresi, se porrai mente al terzo essempio, oue il pun
to fralle due semibreui si dimostra, trouerai, che egli diuide, & fa imperfette le
due breui, ma non ui si trouando, le breui saranno perfette, & la seconda semibre
ue si alterarà, cosi nel quarto il punto di diuisione opera tre effetti, cioè diuide, fa
imperfetto, & trasporta, per lequali dimostrationi ueggiamo, che il punto di di-
uisione è quello, che causa gli altri accidenti, Et il punto, che nel primo essempio
si dimostra, si dira punto di perfettione, et di trasportatione, Si potra dunque cre
dere, che coloro, iquali hanno considerato essere tre punti, cioè di perfettione, di
diuisione, & di aumentatione hanno hauuto non poco lume di intelligenza, impe-
roche hanno tacitamente lasciato adietro il punto di alteratione, & di riduttione
da l'ordine de punti come superflui, & inutili, perche la alteratione prodotta do-
po alcun punto, con punto o senza quello è cagionata, quando il numero ternario
hauera diffetto di una nota, come qui, la qual al-
teratione non nascera dal punto po- sto fra la
quarta, & la quinta semibreue, ma dal manca
mento, le semibreui dopo il punto po-
sto, per tanto il detto punto non sara di alteratione, ma di diuisione, perche fa,
che le figure annouerate a tre sono per altro modo diuise, & considerate, che non
erano senza esso, Et se alcuni dicessero, che tal punto sara rettamente chiamato
di alteratione, perche essa non puo accadere senza l'apparenza di lui, Si rispon-
de, che il propio della alteratione è, che il numero ternario sia scemato di una no-
ta simile alle due innanzi annouerate seguitando dopo una maggiore propinqua al-
lei; Adunque diremo, che il punto sopra detto non sara causa di tale alteratione,
ma solo il scemamento ne sara cagione, perche esso punto solo diuide, & rimoue le
figure dal primo loro essere, & l'alteratione attende a reintegrare il detto numero,
che secondo il regolar precetto, et ordine detto è dimostrato habile ad essere alterato.

OPPENIONE VI.

Non penso anchora di tacere intorno la oppenione di molti antichi, & moder-
ni scrittori, de quali per non essere di mia consuetudine, ne di natura inui-
dioso, tacerò il nome, ma ben uo dire la sentenza del Vangelo chi ha orecchi di
udire, oda,
per tanto dicono, et dichiarano, che il circolo, et il semicircolo col pun
to sono chiamati maggior perfetto, & imperfetto, et senza 'l punto minor perfetto,
& imperfetto, come ne loro trattati manifestissimamente si uede, le sentenze de qua-
li con euidenti ragioni saranno dannoi riprouate.

OPPOSITIONE.

Questa preminenza di maggioranza perfetta, et imperfetta da loro data alla fi-
page 35gura circolare, et semicircolare secondo ogni dotto non le si conuiene, ma è tolta in
prestanza dal modo maggior perfetto, et imperfetto, Et perche la detta figura cir
colare, & semicircolare piu l'una, che l'altra in se alcune perfettioni,
loro danno titolo di maggioranza, et di minoranza perfetta, & imperfetta, per la
qual cosa se da te il circolo puntato è inteso maggior perfetto, et il semicircolo mag
gior imperfetto, auiene, percioche nel circolo sono due perfettioni, cioè la breue, et
la semibreue, la doue che nel semicircolo non ue n'ha se non una, la quale è la semi-
breue. Ma nota, che quando nella musica si dice modo maggior perfetto, gli si da
quella dignita, & maggioranza, che dar gli si puo maggiore, Intorno la qual
cosa si domanda, se il circolo puntato è maggior perfetto, come si chiamera
questo seguente segno 33, Egliè certo, che tu nol domanderai altro che mo-
do maggior perfetto, minor perfetto, tempo perfetto, et prolation perfetta nome ue
ramente idoneo, & conueneuole et da ogni perito musico confermato; Adunque il
circolo semplice puntato per te hara equiualenza di nome à quello, che si dimostra
con due cifre ternarie, la qual cosa non puo star a modo alcuno, perche il circolo
semplice puntato, & il semicircolo non possono acquistar nome di maggioranza
perfetta, & imperfetta, auegna che egli hauesse tal nome per rispetto di quelle due
note perfette, percioche oue cosi fosse, saremmo costretti nominar questo 33. piu
che maggior perfetto, perche la massima, la lunga, la breue, et la semibreue sono
perfette, la qual oppenione sarebbe erronea, & falsa, & similmente ne nascerebbo-
no altri disordinamenti, & manifeste confusioni, se da loro fosse detto questo segno,
, minor perfetto, & il seguente minor imperfetto, come qui, , Imperoche se da
te è chiamato questo segno maggiore imperfetto, perche non chiami questo, ,
maggiore perfetto per rispetto della sua forma circolare, & per la ugualezza, che
è fra loro di perfettione, conciosia cosa che in questo, , sia una sola perfettione, et
nel seguente, , un'altra, onde considerato il fondamento, chiaro si uede essere ogni
ordine confuso.

RESOLVTIONE.

Chi uuol ben considerare, trouera, che il segno circolare, & il semicircolare sem
plici puntati ne musici suoni non potranno essere rettamente chiamati maggior per
fetto, ne maggior imperfetto, conciosia che nella musica misurata noi habbiamo cin
que spetij principali, cioè Tempo, Modo minore, Modo maggiore, Prolation mag
giore, et Prolation minore, Le quali maggioranze, & minoranze sono appropiate
alla Massima, & alla Lunga, le quali son figure, che rappresentano il modo mag-
gior perfetto, il maggiore imperfetto, il minore perfetto, & il minore imperfetto,
La qual perfettione, & imperfettione maggiore, & minore non si concede alla cir-
colare, ne alla semicircolare figura semplici puntati, & non puntati oue esse non
siano accompagnate con due cifre numerali ternarie, ouero binarie, o etiandio con
una, le quali sono da dotti musici antichi, & moderni dimostrate; la onde per le so-
page 36predette ragioni diremo, che la semplice circolar figura col punto non opera tanti
effetti, perche in lei solamente due perfettioni, l'una della breue, et l'altra della se-
mibreue si trouano, ma que segni, che si troueranno con due cifre ternarie appresso
il circolo col punto, haueranno quattro perfettioni, cioè la massima, la lunga, la
breue, & la semibreue, per le quai dimostrationi la circolar figura, & la semicir-
colare colle due cifre appresso acquisteranno il nome del modo Maggior perfetto,
Et dell'Imperfetto, & del Minor perfetto, & dell'Imperfetto, Et la detta figura
circolare semplice puntata hara quattro uarieta di segni, la prima il circolo col
punto, la seconda il semicircolo col punto, la terza il circolo senza punto, la quar
ta il semicircolo senza punto, La onde è da dire, che il circolo, et il semicircolo quan
do hanno il punto si debbano chiamare Tempo, & Prolatione, percioche essi sono
applicati al Tempo, ouero alla Breue, come è il punto alla Semibreue, & quando
non l'haranno tempo perfetto, & tempo imperfetto saranno detti.

OPPENIONE VII.

La comune oppenione di ciascun musico intorno gli interualli musici è, che non
si debba nel contrapunto comporre mi contro al fa nelle consonanze perfette,
perche esse sono spetij, le quali offendono, & di natura discordano, come da b mi
graue ad F graue, & da Elami a b fa acuto, lequali positioni sono di Diapenti di
minuti, non atti, ne conueneuoli nella musica, come Franchino al 3. cap. del 3. lib.
della sua Pratica in lingua latina dice, che niuno non dubbita, chella quinta scema-
ta di un semituono per esser tal scemamento molto noto, non sia aspra, & nel canto
poco conueneuole, & che per tal rispetto in musica non si patisce, chell'ordine delle
spetij Diapentiche da A graue siano deriuate,
& per esser tal auttorità ordinaria,
et comune, non si diranno altre sentenze sol per breuita.

OPPOSITIONE.

Sarebbe disconueneuole, se intorno la dichiaratione del sopradetto capitolo io fussi
di contraria openione di quello, che dannoi è stato dichiarato al 14 cap. del secon-
do libro del nostro Toscanello doue dice, Quelli, gli quali poneranno in uso due quin
te l'una dopo l'altra, dato che l'una sia perfetta, & l'altra imperfetta, secondo il
parer nostro incorrono in errore, perche nella diuisione Diatonica non si patisce
tal spetie diminuta etc.
nel qual luogo auertirai, che l'intendimento nostro non fu,
che tal spetie quando che sia non potesse, oue fosse in piacere del musico, essere to-
lerata, perche potra per se sola stare, & dal b molle essendo reintegrata sara per-
fetta, pertanto due cose sono di douere essere sanamente considerate; l'una, se il com
positore intendera far perfetta qualche figura o nota, che nello acuto, o nel graue
sia distante da un'altra per uno Diapente diminuto; l'altra, se dallui sara immagi
nato trascorrere in altre spetij che de Pentacordi, le quali considerationi saranno
page 37rettamente dall'arte ammesse, & concedute, come appresso intenderai.

DICHIARATIONE.

Se la oppenione di coloro, iquali dicono, che la sillaba mi contro il fa nella conso-
nanza perfetta non è tolerata nella diuisione Diatonica fosse uera, bisognerebbe di
re, che il monacordo in uano fusse ritrouato, perche il Diatonico genere non sa
rebbe Diatonico, se dallui non nascesse il Diapente imperfetto nel detto monacor-
do diatonicamente diuiso, & considerato, Il qual genere Diatonico è detto natu-
rale, & perche la natura non opera mai in darno, seguitera, che tutti gli interualli
Diatonici cosi consonanti, come dissonanti si potranno accommodare alla harmo-
nia, come la presente figura dimostra.
Canto Tenore. Basso. Tenore Basso.
Egli mi si fa à credere, che tu non negherai, che quella seconda nota del Tenore
legata ouero concatenata, & la seconda semibreue del Soprano non siano ragio-
neuolmente poste non ostante che tra loro sia la spetie del Diapente scemato, impe
roche se altrimenti fosse collocata, sarebbe contraria a ogni terminata regola, la
quale comanda, che uolendo procedere a una altra consonanza, che selle dia inan-
zi la piu uicina, per tanto il detto mi contro il fa sara dal senso dell'udire compor
tato, Appresso procedendo alla terza dopo la quinta, & uolendo in essa far per-
fetta la quinta precedente, la detta quinta per essere una sesta minore non si con-
uerebbe colla ottaua del Basso, Oltre le predette cose nel secondo essempio appare
il Diapente imperfetto, & in molti altri luoghi di buoni, & dotti compositori,
perche essendo pronontiata nella seconda metà del Tempo, non potra producere
asprezza alcuna, la quale offenda, perche da l'arte non è posta in tal luogo come
consonanza, ma è intesa caderui come discorso d'un tempo intero in due parti se-
parato, la seconda parte del qual Tempo è dissonante, come anchora accade della
seconda, della quarta, & della settima, & delle loro deriuate, le quali sono distan-
ze da se stesse nel genere Diatonico non consonanti, & nulla dimeno per una certa
intelligenza, & arte, sono nelle compositioni essercitate, come è dimostrato
da Bartholomeo Rami al cap. 8. del trattato secondo della sua Pratica intorno al-
la fine doue parla del Semidiapente, Et questo quanto alla prima consideratione,
Intorno alla seconda, se il buon compositore, & musico si immaginera procedere
per la spetie sminuita, o imperfetta, le quali naturalmente procedono senza essere
contrarie a gli essempi disopra mostrati, bisognera tenere altro modo, perche ha-
ra immaginato altro effetto, per lo quale opponera il segno rotondo accidentale reintegratione della spetie sminuita, o imperfetta come qui.
Canto. Tenor. Alto. Basso.

OPPENIONE VIII.

Da tutti i dotti musici, & parimente da mezzani è stato detto, & fermamente
statuito, che nel contrapunto non si possano comporre due consonanze perfet
te di un medesimo genere, & natura insieme ascendenti, & descendenti senza as-
segnare di ciò ragione alcuna; Et perche stimiamo tale intelligenza, & cogni-
tione douer recare ad un hora profitto, & dilettatione, di alcune cose à ciò apper-
tenenti dannoi sarai breuemente ragguagliato.

OPPOSITIONE.

Se il Diapason, & il Diapente perfetti ciascuno per se puo producere grata
harmonia, & piu soaue risonanza che alcuna altra delle imperfette distanze, Si
domanda, perche adunque essi sono nelle compositioni, ouero nel contrapunto con
piu rispetto usati, che non sono le imperfette spetij, le quali sono poste secondo 'l uole
re del compositore nell'ascendere, & nel discendere con molte Terze, & Seste.
Certamente essendo il Diapason, il quale è formato di uoci Vnisone, simiglieuole
al suono unisono, & similmente la quinta per la sua nota, & stabile distanza, &
corrispondenza, segue, che piu spetij perfette simili frequentate nelle compositio-
ni dourebbono producere, & rendere piu amena, & soaue harmonia, che non fa
la terza, ne la sesta, secondo il qual modo dice Bartolomeo Rami, che Tristano
de Silua diceua, che egli si puo dar una quinta dopo un'altra quinta, cioè l'una
perfetta, & l'altra imperfetta, come si uede in quello antico canto chiamato ,So ys emprentid: by Walter Frye. See Peter Bergquist, The Theoretical Writings of Pietro Aaron (Ph.D. diss, Columbia University, 1964), p. 339. Et in uno di Verdelot, Infirmitatem nostram etc. pero che tal Quinta
imperfetta non si concede nelle note intere, ma nelle parti minute del tempo, come
qui, cioè di Minima, & di Semiminima.
Canto. Tenor. Basso. Il qual modo piacendoti resta nel tuo arbitrio di seguirlo, & massimamente in
una necessità strema, non è dannoi uituperato. page 39

RESSOLVTIONE.

Eglie antica, & approuata sentenza, chella similitudine suole cagionare uera
concordia, & amicitia, abenche puo auenire, che tale amicitia, & concordia,
la quale nasce da tale similitudine, sara odiosa a qualche terzo, & quinci adiuiene,
che se due uoci unisone quinte, ouero ottaue per essere simili in specie, saranno fra se
concordi in amicitia, & similitudine, tale loro amicitia per tal modo essercitata,
non sara diletteuole al senso dell'udire, il quale tra quelle sara terzo, & uero giu-
dice del processo harmonico, imperoche noi ueggiamo, che naturalmente il dolce
semplice piace al gusto humano, nondimeno per lo continuarlo il gusto tosto il ne ha
in abominatione, & par che cerchi, & desideri altro mescolato, & uario cibo, il
che è futo dimostrato da Boetio nel undecimo capitolo del primo libro della sua mu
sica
, oue trattando del genere Cromatico dice, Spedite adunque queste cose, egliè
da dire de generi de canti, iquali sono tre, Il Diatonico, il Cromatico, & l'Enar-
monico, fra quali il Diatonico è alquanto duro, & naturale, ma il Cromatico
tiene quasi della natura del Diatonico, & piu soauemente procede,
per le quai pa
role, il genere Cromatico dallui è detto molle, perche discorre per Semituoni, on-
de per tal mollezza, conciosia cosa che dallo audito fosse abominato, è futo rimosso
dalla essercitatione, la qual cosa è stata dimostrata da Guido monaco al capitolo
quarto di quel suo trattato de Tuoni, doue dice, che i medesimi Semituoni non han-
no luogo mai l'uno dopo l'altro, i quali sono stati ritrouati per moderare, & rad-
dolcire il canto, & che quando con men consideratione, & rispetto, che non si
conuerebbe, sono posti, rendono durezza, & amarore in quella guisa, fanno
le cose condite di souerchio sale, per la qual dimostratione si uede, che assai piu
piace a gli ascoltanti il genere Diatonico usato, ilquale come dice Boetio è alquanto
duro, & naturale, perche nel suo ordine procede per un Semituono, & per dui spa
tij di Tuoni continouati nel suo Tetracordo, gli quali spatij, o interualli di Tuo-
ni sono spatij duri piu che non sono quegli del genere Cromatico, il qual procede
per dui continouati Semituoni, & per un Triemitonio in uno interuallo, gli quali
sono spatij molli, Et se alcuni argomentassero cosi, Se due spetij perfette simili
ascendendo, & discendendo non sono grate, segue che due spetij perfette dissimili,
come la quinta dopo la ottaua ascendendo, & discendendo, non debbano produce-
re grata ne soaue armonia;
A tal loro ragione si risponde, che dato che la ottaua,
& la quinta siano di natura perfette, esse pero non sono di una medesima spetie,
Et si come naturalmente suole interuenire, che maggior diletto, & piacere sente
il gusto inessendogli anzi due cose diuerse, che una sola porte, Cosi accade, che la
quinta dopo la ottaua, & la ottaua dopo la quinta, perche non sono simili in spe-
tie, potranno stare insieme, cioè l'una dopo l'altra ascendendo, & discendendo
senza impedire l'ascoltare; Intorno adunque al parere di coloro, che non uoglio-
page 40no, che due consonanze perfette di un medesimo genere insieme ascendenti, & di-
scendenti nel contrapunto siano concesse, conchiuderemo secondo Bartolomeo Rami
al precetto secondo del suo contrapunto, che due quinte, o due ottaue, come è stato
detto, insieme non si conuengono, perche quella continouanza parrebbe una cosa
medesima per non esser in esse natura uariabile, & appresso s'incorrerebbe qual-
che uolta nel Diapente diminuito, & perche tali suoni sono tra loro equisonanti
per tal similitudine, & equalita, sono tralasciati dall'armonia, la quale non è al-
tro, che mescolanza, & diuersita di uoci concordi, le quali procedono per Ar-
sim
, & Thesim cioe ascendendo, & discendendo; Seguitera adunque, che la otta-
ua posta dopo un'altra ottaua, & similmente la quinta dopo un'altra quinta non
produceranno ottima harmonia, & appresso che per tale processi di suoni concor-
di non nascera quel mescolamento di diuerse spetij concordi, il quale dalla diffini-
tione di sopra assegnata è dimostrato.

OPPENIONE IX.

Habbiamo piu uolte considerato una non buona oppenione di alcuni composi-
tori, i quali ne lor concenti figurano in una riga, o Spatio due Breui, o
Semibreui, delle quali l'una sara sospesa, ouero sostentata, & l'altra naturalmen
te procedera, Et questo intenderai in tutte le corde, o positioni, doue il segno del
b giacente haura signoria, come nel, C, nel F, & nel G, & come la figura chiara-
mente dimostra.
Canto, Tenore. Canto. Tenore. Basso.

OPPOSITIONE.

Se le oppenioni di coloro, che tale ordine tengono, fossero con uero modo, & ar-
te considerate, & immaginate, non sarebbono arditi di mostrare quello, che in
contrario essere si uede, intorno la qual cosa dice Bartolomeo Rami, che se tal mo
do fosse tenuto circa ciò, ne seguiterebbe l'uno di dui errori, cioè, o che egli si pro-
cederebbe della sesta minore nella ottaua, ouero bisognerebbe che quelle due uoci
che sono poste nel G acuto fosseno proferte con uguale suono, perche non essendo co
si pronontiate tra la prima, et la seconda nota caderebbe la distanza di un Semituon
non buono, & nel genere Diatonico per se non usato, ma incommodo, & non
conceduto, le quali considerationi malamente possono essere intese da coloro, i qua
li non hanno uera cognitione delle congionte, la intelligenza, & notitia delle quali
page 41porge insegnamento, & dottrina di conuertire una spetie maggiore nella minore,
& una minore nella maggiore, & similmente dimostra il modo di recare una spe-
tie imperfetta alla propia sua perfettione, & una perfetta alla imperfetta.

RESOLVTIONE.

Se saranno dannoi osseruati i regolari precetti del contrapunto, non sara conue-
neuole formare due note nella riga o spatio di diuersa natura, come dimostrano le
due Breui del sopra posto essempio, si come alcuni per seruare la regola del detto
contrapunto hanno fatto, i quali hanno sospeso la seconda breue, la quale era sesta
minore nella maggiore per rispetto dell'ottaua del seguente Tenore, per lo quale
ordine per coprir un male, ne commettono un maggiore, il qual si uede nella prima
breue, la quale quinta, & naturale si mostra col Tenore, conciosia cosa che per es-
sere incommodo, & faticoso tal spatio di Semituon maggiore continente al genere
Cromatico, & non al Diatonico, sara dibisogno rimouere la prima detta breue di
Quinta in Sesta anche essa maggiore, Onde similmente nel secondo essempio ne na
scera un altro manifesto errore, non ostante chella nota incoronata sospesa innanzi
il ripigliamento della seguente posi alquanto nel tacere, per le medesime ragioni di
sopra mostrate sara processo odioso, & non concesso, perche il Basso conuiene col-
la detta breue seguente nella ottaua, il quale inconueniente, & errore nasce per tua
cagione, perche di ciò non hai la uera intelligenza, la quale ti mostra quella otta-
ua creare in decima, Et ti fa accorto di altri processi simili.

OPPENIONE X.

Gia dannoi molte uolte fu hauuto consideratione alla poca auertenza, & ua-
na oppenione di alcuni, i quali si credono creare nelle loro compositioni quel-
lo, che dal musico è chiamato Fuga, la imaginatione de quali non sara in tutto quel-
la, ch'alla fuga si conuiene, imperoche essi considerano tal effetto solamente conue
nirsi alla fuga, conciosia che esso sia appartenente etiandio al canon, Il quale ap-
presso de Greci ual quanto regola, come seguitando intenderai.
Canto. Tenore.
Se da te sara considerato, come procedano le note, o sillabe del sopra posto essem
pio, uederai, che di necessita bisognera, che il Tenore pausi i dui primi tempi del
Canto, & procedendo tal principio non fara l'effetto somigliante al Canto, perche
page 42esso procede da remifasol, il qual processo e la prima Diatessaron, & il Te-
nore da utremifa, ilquale è processo della terza Diatessaron, la onde per esse-
re da molti tal uia ignorata, diranno, che sia fuga per Diapason, percioche il prin
cipio del Tenore rende ottaua al canto, Et cosi in tutte le altre imitationi danno il
titolo alla fuga non conueneuole al cominciamento di colui, che lo segue, onde ne
nascono inconuenienti manifestissimi.

RESOLVTIONE.

Gli antichi, & dotti musici, & anchora i moderni in questa parte di musica chia
mata Contrapunto, hanno considerato molte uarieta, & modi d'interualli prodot-
ti dalla uaria positione delle figure, ouero note, De quai processi uno han-
no chiamato Fuga laqual fuga, ouer consequenza non potra stare per se pronontia
ta, cioè con un suono, perche essa non puo esser prodotta con manco di due uo-
ci, delle quali l'una segua dopo l'altra, Et tal fuggire si fa in quattro modi, cioè per
Vnisono, per Diatessaron, per Diapente, & per Diapason, & per le loro compo-
ste, o replicate, per tanto come di sopra è manifesto, diremo che fuga non sia altro,
che una somiglianza di interualli musici, gli quali è mestiere che siano simili di for
ma, & di nome, Stando adunque questi termini, dico, che il processo di sopra mo-
strato, non sara uera fuga, perche non ha similitudine di nome, imperoche dicendo
il Soprano remifasol, Et il Tenore utremifa, sara Canon, & non fuga, per
lo qual fondamento hauerai riguardo quando farai un uarco, che da te sia inteso fu-
ga, oue al nome di quella non risponda; dirai Canon per Diatessaron, ò per Dia-
pente, ò come ti piacera, & non fuga, la quale come con ragione si habbia affare,
nella seguente figura uederai.

Fuga per Diapason

OPPENIONE .

Hanno domandato alcuni, & forse hanno ferma oppenione, che i tre generi,
cioè il Diatonico, il Cromatico, & l'Henarmonico debbano hauer principio
page 43dalla proportione Sesquiottaua, & non de Semituoni, & dal Diesi, perche esso spa
tio del Tuono è perfetto, et di maggior dignita, che non è il Semituono, et il Diesi;
per laqual cosa stando i detti generi, o Tetracordi cogl'interualli minori nella par
te graue, essi fanno una domandaQual sia la cagione, che essendo il Comma, co-
me piace a Boetio, minimo, & insensibile all'udire, Pitagora, & gli altri philo-
sophi non habbiano trouato una diuisione di Tetracordi, i quali habbiano nel gra-
uissimo loro interuallo la proportione, ouero spatio di esso,
La qual questione nel
1516 fu da don Franchino proposta mentre l'eccellente messer Gioan Spada-
ro, & io con lui, & con Nicolo Vulso erauamo a musico litigio, nella quale il det-
to don Franchino teneua, che i tre generi hauessono principio per Tuono, & non
per Semituono, ne per Diesi, allegando Boetio, Ilquale parlando de detti generi, di-
ce, che egli mai non adiuiene, che essi possano essere cangiati di graui in acuti; Per
tanto dal sopradetto messer Gioanni, & da noi fu data resoluta risposta, come di
sotto appare.

OPPOSITIONE.

In questo luogo Franchino allega il 4. lib. della musica di Boetio, & noi trouia-
mo che il detto Boetio nel libro primo al cap. 21. dice in contrario, percioche la do
ue dallui della forma Diatonica è trattato, egli incomincia nel graue, & procede
nel acuto, dicendo, che secondo la diatonica Cantilena in un Tetracordo si procede
per un Semituono, per un tuono, & per un altro Tuono, Dapoi trattando della
forma Cromatica dice, che 'l Cromatico genere, il quale è detto quasi colore, come
quello, che uaria dalla natura del Diatonico è cantato per duoi continouati Semi-
tuoni, & per un Semidittono; Et similmente dello Henarmonico dice, chell'Henar
monico per essere piu ristretto, si canta in tutti i Tetracordi per duoi Diesi l'un do
po l'altro, & per un Dittono; per laqual cosa annoi pare, che chiaramente Boetio
dica per altro modo, perche dimostra, che tali generi procedono dal graue nel acu
to, & non dal acuto nel graue, ne manco a Pitagora piacque trouare Tetracor-
di, ne quali si trouasse nel grauissimo luogo la proportione del Comma.

RESOLVTIONE.

Di sopra si uede, come Boetio assegna gli interualli a detti generi dicendo la uo-
ce procede,
& anchora si canta, la onde si comprende, che se la uoce non potesse
prononciare gli interualli de detti generi, che tali interualli sarebbono uani, & di
souerchio posti, & trouati, Per tanto si dice che lo spatio del Comma non è futo
considerato, ne posto per interuallo di alcuno genere, perche dato che egli sia com-
preso dall'udire, dallo stormento naturale non puo essere pronontiato, Et come sa-
rebbe fuor di proposito a colui che douendo essere in alcun luogo, facesse in giro il
camino oue con men fatica, & piu acconciamente a dirittura ui potesse peruenire,
page 44cosi se lo spatio del Diesi basta, piu parti minute non si uogliono ricercare, Et ben
che lo stormento artificiale (concio sia cosa chell'arte sempre si sforzi di imitare la
natura con tutto il suo potere) potesse per uentura pronontiarlo, non essendo il na-
turale bastante, ne ualeuole a ciò fare, nientedimeno in tal diuisione egli non si ue-
de essere d'importanza alcuna; Similmente da Franchino fu domandato, perche il
Cromatico Tetracordo dal Diatonico è deriuato piu tosto procedendo dall'acuto
nel graue, che dal graue nel acuto?
Si risponde, che niuna legge, ne ragione puo
sforzare il musico nella diuisione di Tetracordi a dar principio piu nel graue, che
nel acuto, perche quelli interualli, iquali si possono hauere dallo acuto nel graue, si
potranno anchora hauere dal graue nello acuto; Per tanto dico cio essere a bene-
placito di colui che fa tal diuisione di graue nel acuto, Ilche è stato osseruato da Ia
cob Fabro nel diuidere de generi spessi, Et somigliantemente da Guido nella del suo Monocordo secondo il genere Diatonico diuiso, cosi anchora da Bartolo
meo Rami nel Diatonico partimento, & anchora in quello, doue egli dimostra, che
ogni Tuono resta partito in dui Semituoni, Et da Franchino al cap. 15. del primo
libro dell'Armonia delli stormenti(conchiuderemo adunque, che tal diuisione co-
minciata per lo graue, o per lo acuto è in requisitione del musico, perche il buon
partitore fara poca stima nel mediare dui estremi Sesquitertij, comunque si comin
ci, o nell'acuto, o nel graue.

DEL SEMITVONO NEL GRAVE.

Vltimamente fu domandato, perche habbiano i Tetracordi origine dal Semituo
no nel graue, & non da altra spetie, o figura appartenente al Diatessaron, con-
ciosia cosa che ciascheduna spetie habbia il sesquitertio interuallo. Questo quesito,
il quale similmente da don Franchino fu fatto, nel uero e, di poca, & quasi nulla
estimatione all'Academia de musici, perche questo porre del Semituono sta nel uo-
lere del musico, pure per sodisfacimento di molti alcune ragioni sopra di cio si diran
no, pero dico, che essendo il Semituono quello interuallo per lo quale mediante la
sua uaria sede le spetij del Diatessaron sono uariate, che egli non fu senza cagione
posto nel luogo piu graue de Tetracordi, come luogo piu degno dello acuto, impe-
roche egli è molto piu degno nella musica la Intensione per la sua facilita, che non è
la Remissione, & questo noi uediamo nello introducere il discepolo ne musici inter-
ualli, perche prima si amaestra intorno l'ascendere con queste sillabe utremifa
solla, & poi nel discendere; Oltre di cio noi habbiamo duoi modi, ouer Tropi,
che quegli, i quali sopra il loro fine ascendono, sono primi nel ordine assegnati, &
quegli, che sotto la loro finale lettera discendono, sono secondi nel ordine considera-
ti. Appresso non è dubbio alcuno, che il principio graue non sia piu degno dell'a-
cuto, perche il graue, e come tutto, & lo acuto, è parte di esso graue, come habbia
mo da Aristotele ne Problemi; Medesimamente diremo, che tale Semituono sia sta
page 45to posto nella parte graue per poter dopo la diuisione del genere Diatonico nel Te-
tracordo assegnata con piu ageuolezza procedere alla uera diuisione de gli altri ge
neri, i qual per le ragioni su dette debbono anchora hauere i numeri de loro inter-
ualli nella parte graue nella diuisione de Tetracordi.

OPPENIONE XII.

Nel medesimo tempo? & millesimo soprascritto il nostro don Franchino heb-
be contraria oppenione, come appare da alcune sue a me scritte intorno il
capitolo. 55. del Terzo della nostra Musica della Institutione harmonica, oue dan
noi e detto, che il Quinto modo è quando il Semicercolo si ritroua uolto al contra-
rio sotto il segno del tempo imperfetto, La qual figura significa doppia proportio-
ne, sopra qual luogo egli disse In questo pigliate errore, percioche il Semicircolo
comunque sia uolto, sempre è segno di tempo imperfetto, come qua , [[mus.TemImpDown]], [[mus.TemImpUp]],
Il qual Semicercolo per non esser altro che un cerchio imperfetto, non pieno, o non
intiero, o sia posto sopra, o sotto le figure, che di esso sono coronate, non è di ualor
ueruno,
& seguitando dice, che non trouò mai dotto autore, che assegnasse ragione
alcuna, che tal segno . ne meno l'altra sua uguale parte come qui. . . fusse
proportione doppia, et che allui parea, chell', ouero Semicircolo fosse una
figura di Geometria, & la metà d'un circolo, appresso che il Musico giudicaua,
& assegnaua il circolo e 'l semicircolo al tempo ternario, & al binario, & che
non erano posti per caratteri di numeri da gli Arithmetici, & conchiudendo, dice,
che quello che dinota numero, è gouernato dalla discreta quantita, & che tali nume
ri Musici debbono essere dimostrati per le zifre numerali, & non per, , ne per. .
le quali sono figure che s'appartengono alla continoua quantita; Trallequali quan
tita, cioe tralla continoua, è la discreta non è poca contrarieta.

OPPOSITIONE.

Al gran discorso, & obiettione della Eccellenza del nostro don Franchino, la
quale egli ci fa in poche parole dicendo, che egli non ha mai trouato dotto alcuno,
che tra questo segno. . & quest'altro. . faccia proportione doppia, Dannoi è
risposto, che se egli non ha ueduto di cio special regola, o trattato, che noi l'habbia
mo trouato nelle compositioni de dotti musici nostri predecessori, & perche egli di
ce parlando Geometricamente, cioe secondo la quantita apparente, che il Semicir-
colo ne l'altra sua parte uguale non potranno fare doppia proportione, conciosia
che l', o Semicircolo sia una figura Geometrica, & la metà d'un circolo,
Questo dannoi è conceduto parlando quanto alla Geometria, la qual consideratio-
ne intorno la materia nostra è di souerchio, perche essendo tal nostra consideratio-
ne della musica, I Musici non giudicano il circolo, ne il semicircolo secondo la for-
page 46ma, & la quantita apparente, Ma pigliono esso circolo, e 'l semicircolo, come egli
afferma per tempo ternario, & binario, appresso egli uuole, che il Musico non
possa porre questo segno del ternario. . contro a quest'altro del binario. .
per crear la sesqualtera proportione, Ma ha oppenione che il Musico, quando uor-
ra dimostrare qualche proportione ne suoi canti debba adoperare le zifre, o figure
numerali da gli Arithmetici usate, Intorno al qual parere, dico, che l'usare i nume-
ri e in potesta, & arbitrio del musico, ne percio si fa pregiuditio alla Arithmetica,
che benche sia lecito al Musico sapere Arithmetica, egli non è pero sforzato di usar
la, se non quanto allui piace, & bisogna, Perche se il Musico ne suoi canti puo di-
mostrare per lo suo circolo, & per lo semicircolo la proportione cadente tra le sue
figure cantabili, non gli è dibisogno andar togliendo le zifre d'altrui.

RESSOLVTIONE.

Se il Musico fosse in errore de suoi circoli, & semicircoli, secondo che l'eccellen-
te, & consumato Musico messer Gioan Spadaro alsu detto Franchino rispose segui-
rebbe, che gli Arithmetici circa le figure loro fossero parimente nel medesimo erro
re, per le quali essi dimostrano la unita, & la aggregatione di essa unità, come qui.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 etc. Intorno la qual cosa chiaramente si uede, che esse figure nu
merali non sono altro, che una linea ne diuersi modi dimostrati posta, per la qual
cosa il Musico a similitudine dello Arithmetico senza riprensione alcuna puo usa-
re altre figure differenti da quelle dell'Arithmetica, come. . &. . per dimo-
strare il suo numero ternario, & il binario, Ma egli ha creduto, che la uertu del-
l'annouerare consista solamente nelle figure dello Arithmetico, la qual cosa è falsa,
percioche noi ueggiamo che tutto che l'arte dell'Arithmetica sia una sola, et l'istes-
sa, nondimeno appresso di molti con diuersi carratteri, &, segni ella, è significata,
et dimostrata, percioche ueggiamo i Greci hauere le lor figure differenti da quelle
de Latini, & similmente gli Hebrei, & altre nationi, le quali tutto che con uari ca
ratteri, la ne dimostrino, et dichiarino, non dimeno tutte ugualmente la ne credono, et
tengono la medesima, Similmente se il Musico dimostra il suo ternario per lo circo
lo, & il binario per lo semicircolo, dallui non è pero stimato, che tali numeri siano
diuersi in uertu, & quantita da numeri dalli Arithmetici usati, & considerati, Il
medesimo ueggiamo dalla forma delle lettere del nostro Alphabeto, & di quelle de
Greci, & di altre lingue, le quali quantunque di figura & di apparenza siano tra
se differenti, & dissimili, esse pero in uertu, & ualore sono le istesse, & fanno il
medesimo effetto, & operatione, si come si uede in queste lettere, δ, γ, le quali
come che con queste, d, g, non habbiano somiglianza de forma, nondimeno le pri-
me l'istesso si ueggono operare appresso diGreci, che le seconde si facciano appres-
so de Latini, & de nostri. Oltre di cio si come la unita cosi segnata. i. senza mutar
la forma di essa altramente alcuna uolta è intesa per principio del numero, & al-
page 47cuna uolta dimostra numero, Similmente il circolo, & il semicircolo del Musico è
alcuna uolta inteso per tempo perfetto, & imperfetto, & alcuna per termine pro-
portionato. Appresso dice il detto eccellente m Gioan Spadaro, che il Musico po-
ne in due maniere la pausa occupante la metà dello spatio, cioè discendendo, &
ascendendo, come è la pausa della semibreue, & la pausa della minima, & sottogio
gne, che egli è manifesto che quanto alla continoua quantita tra le predette due pau
se non ha differenza alcuna apparente, ma quanto alla ualuta, che dal musico è in
teso che la pausa de la detta semibreue comprenda in se tre uolte quella della mini-
ma, & qualche uolta due, finalmente conchiude, che essendo la pausa della minima,
la quale è la metà di quella della semibreue, seguitera, che la detta metà, che è la
medesima figura, sara differente da se stessa, Inteso dannoi il fondamento, & le ra
gioni del sopradetto si puo conoscere, che questi duoi semicircoli. . dato che se-
condo la loro forma siano uguali, essi pero per la loro diuersa apparenza, ouero po
sitione sono dal Musico considerati producere diuersi effetti intorno le figure loro
cantabili. Dalle quai cose si raccoglie, che il semicircolo secondo che egli si troua
posto, è preso qualche uolta da i Musici per assegnare il ualore alle note cantabili,
& qualche altra per leuare il detto ualore loro, percioche questi segni. . dan-
no il numero alle figure, si come al contrario questi le ne priuano, imperoche
recano la nota in un certo essere, & stato secondo il uolere del cantore, Et per
tanto egliè da dire, che questo semicircolo riuolto. . dalli antichi sia stato inte-
so per lo doppio di questo. . Pero se tal ordine da loro rettamente è stato compre-
so, non ha dubbio, che quello che dannoi a loro somiglianza, è futo trattato, conue-
neuolemente non sia stato detto.

OPPENIONE XIII.

Gia dannoi fu intesa una noua oppenione, che haueano alcuni intorno al , ta-
gliato, & non tagliato. La quale era, che essi non potessono producere insie-
me paragonati la doppia proportione, ne altra spetie, conciosia che essi non possano
far l'effetto di caratteri numerali in dimostrare alcuna proportione, & diceano,
che il semicircolo uergolato, o tagliato, partorisce una diminutione simile alla pro-
portione doppia nelle sue figure, & che comparando il detto semicircolo tagliato
al semicircolo non tagliato le note, ouero sillabe, di esso restano considerate nella di-
minutione della metà del suo ualore, Appresso da loro era detto, che i seguenti se-
gni non erano considerati nella proportione Sesqualtera come qui. . . perche
il Semicircolo è segno di tempo imperfetto, & solamente diuide la breue in due semi
breui, & tutto il rimanente del canto, Et similmente, che la figura circolare è se-
gno di tempo perfetto, & separa la breue in tre semibreui, Et in altre, che tali se-
gni bene dimostrano la quantita loro, & il processo ternario, & il binario nelle se
mibreui, ma che non possono far diminutione, ne accrescimento alcuno apparte-
page 48nente alla proportione, le sentenze, & fondamento de quali dimostreremo non esse-
re di momento niuno, percioche essi si fondano solamente nell'essercitatione.

OPPOSITIONE.

Diciamo adunque, che da loro solamente è considerato la uertu del segno, & non
l'effetto del segnato, perche dicono, che il segno semicircolare tagliato produce una
diminutione simile alla doppia proportione, Si risponde, che per tal somiglianza,
& conuenenza, che ha il segno semicircolare con quella egli non sara punto dissi-
mile dalla detta proportione, La natura della quale in questo luogo adopera, chel-
la figura perde la metà del suo ualore, o uertu, per la qual cosa dico che il semicir-
colo adogato, o reciso accompagnato di questo. . dimostra la proportione dop-
pia, perche come disopra habbiamo detto, essendo comparato al semicircolo non ta-
gliato, le sue cantabili figure restano considerate la metà manco del loro ualore,
Appresso la detta proportione si puo dimostrare per gli numeri come qui 2/1 4/2, Per
che ogni figura sotto tali termini numerali segnata in comparatione delle poste
inanzi à se uicine resta con la metà del suo ualore considerata.

RESOLVTIONE.

Vedute & considerate dannoi le ragioni sopra dette diciamo, et conchiudiamo, che
il semicircolo tagliato paragonato al semicircolo non tagliato sempre rende la pro-
portione doppia, et che al Musico piu si conuiene segnare la detta doppia proportio
ne per gli suoi propi segni attrauersati, che per gli altrui caratteri numerali, perche
ogni scienza dee procedere per gli suoi termini per fino che di quelli si puo ualere, et
doue co suoi non possa sodisfare, in tal caso all'altre scienze le è lecito di ricorrere, la
qual cosa è osseruata da dotti antichi Musici, Medesimamente dalloro sono stati usa
ti i caratteri numerali in esprimere quello, che per lo circolo, et per lo semicircolo
non potea essere dimostrato, Et perche essi non sanno anchora, che il circolo posto in
opposito del semicircolo generi la proportione Sesquialtera, di qui nasce, che solo
attendono alla prattica, percioche eglino non considerano, chella Musica, la quale
consiste nella sonora quantita, dee hauere un principio inuariabile della sua ua-
luta, Et si come il Geometra diuide la istessa forma, o figura in piu modi, rimanen
do essa inuariabile, cosi il Musico, come colui come s'è detto, che tratta della sono-
ra quantità, deè hauere una inuariabile principio, ilquale dalli inuentori di quest'ar
te fu chiamato Tempo, il quale molte uolte insieme raccolto produce quello che dal
Musico è chiamato Modo, come in piu luoghi l'eccellente, & dotto Musico messer
Gioan Spadaro nel suo trattato della perfettione dalla Sesqualtera prodotta con-
ferma, Et perche da loro è detto, che il circolo, & il semicircolo dimostrano sola-
mente le loro quantita del numero ternario, & del binario nelle semibreui, et non
page 49diminuimento, ne accrescimento proportioneuole, diciamo, che questo è falso, per-
cioche se il Musico puo diuidere il suo tempo in parte minute, & con esso producere
le parte terze, & le mezze, le quali siano uguali tra loro senza togliere da altrui
quello, onde possa esprimere la sua intentione, non ueggiamo, perche di ciò ne deb-
ba nascere contrarieta alcuna, Queste considerationi erano osseruate da gli anti-
chi, per le quali da loro fu constituito tanta uarieta di segni per diuidere il tempo
imperoche ciascun segno assegna non solamente al tempo uaria diuisione, ma etian-
dio uaria pronontiatione, & per conseguente aumentatione, diminutione, & pro-
portione tra loro comparati, Alla qual cosa essi erano contrarii, perche diceuano,
che nel canto figurato le semibreui di questo segno. . sono cantate ugualmente col-
le semibreui di questo segno  . A che rispondiamo, che gliè la uerita, pero il buon
Musico non dee dannare l'arte, per compiacere alla semplice essercitatione, percio-
che egli puo bene scriuendo in Musica seruare alla Theorica la propieta, & tutto
quello che è suo sanza derogare in cosa ueruna alla prattica, & per tal modo il det
to potra sodisfare all'una, & all'altra, & quello, che a ciascuna di esse si conuiene
loro conseruare, onde per le ragioni addotte, gli antiche & dotti Musici sesquialte-
rauano le note di questo segno. . comparate al seguente. . perche per un tempo
di questo. . pronontiauano due semibreui, & sotto questo. . ne passauano tre, la
qual cosa è impossibile, uolendo procedere per uie ragioneuoli, che altrimenti sia
considerata, non ostante che dannoi sia stato in contrario osseruato al cap. 38. del
primo libro del nostro Toscanello, non ad altro fine, che per osseruare quello, che
molti noi hanno usato. For a discussion of the shift from equal minim to equal breve, see Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 187.

OPPENIONE XIIII.

Ciascun dotto, & mezzano Musico, cosi antico, come moderno ha constituito,
& per ferma regola dato, che il Tritono, ouero Tetracordo maggiore ne
concenti musici debba essere distrutto, & mollificato non meno quando egli ascen-
de, & descende che quando egliè composto, & non composto, Il qual mollificamen
to non per altro dal musico è stato usato, se non per una dura, & aspra distanza
ischiuare, la quale nasce dal primo stremo all'altro, la qual distanza, o interuallo
è dalla Harmonica consideratione tralasciata.

OPPOSITIONE.

Conciosia cosa che l'oppenione d'ogni Musico intenda a fuggire la intolerabile
durezza del sopradetto Tritono affine che tu sappia, che alcuna uolta esso si può
tolerare dico, che egliè dibisogno considerare molti modi, & uarieta, le quali pos-
sono essere dimostrate dalla natura di esso, Imperoche dal musico, ouero composi-
tore essendo inteso, & figurato composto, & incomposto, o ueramente dall'uno stre
page 50mo all'altro, ne seguitera, che alcuna uolta sara tolerato, & alcuna no, la qua-
le intelligenza, & secreto forse non sara ageuole a douere essere intesa, perche pro-
cederà gradatamente, ouero per gli mezzi, per lo qual discorso, et processo si com
prendera chell'udire dal detto Tritono non potra essere offeso da l'uno stremo a l'al
tro, da quali stremi prouiene tale disonanza, la quale per un certo ordine di fi-
gure, & note ristrette trall'uno stremo & l'altro, non sara ammollita ma accet-
tata per natural suo discorso, come la figura sottoposta ti fara manifesto.

RESSOLVTIONE.

Se egli sara fatto giudicio intorno i sopra posti essempi, non potra se non esser det
to chella quinta semibreue colla settima renda spatio di un Tritono, & similmente
la prima breue del secondo essempio colla seconda semibreue legata ne rende un al-
tro, li quali dui tritoni certamente potranno essere tollerati non ostante che ogni re-
gola uoglia, che quando un canto ha principio nel F graue, et da esso F graue ascen
de al b mi acuto, & per opposito, sempre si debba cantare per la figura del
b molle, nulla dimeno ogni regola puo patire eccettione, conciosia cosa che egli si
uogliano uarij effetti considerare, per tanto diremo, che tali tritoni potranno ret-
tamente dal cantore essere pronontiati et tollerati, perche sono composti, & dimez
zati da alcune note, le quali mettono tempo per modo che la durezza, & dissonan
za loro, la qual nasce da gli stremi non è sentita, & poco offende gli uditori, per
laqual cosa se dall'uno stremo all'altro sara dimezzamento, ouero compositione di
alcune note per essere lontana la sillaba mi dal fa potrai senza commettere errore
procedere all'uno, & all'altro modo, come sara in tuo piacimento, Ma se saranno
composti, o dimezzati per una sola sillaba, o nota, ouero per uno solo interuallo sen
za dubbio essi non saranno tollerati, imperoche gli stremi sono troppo prossimani,
& uicini nella qual cosa la regola non patira eccettione, come la figura seguente
dimostra.

Certamente egliè cosa molto conueneuole far mentione, & dar notitia delle pre-
dette cose, perche tutto che esse paiano essere contro a precetti, & alle semplici re-
gole date a gli incomincianti, pero da gli intendenti, & dotti compositori non sono
tenute in uil pregio, come dimostrano le loro compositioni, & canti a tre, a quat-
page 51tro, & a piu uoci, Imperoche in tali canti per una certa arte meglio si puo occul-
tare al senso dello udire uno processo, il quale gli sarebbe aspro, & spiaceuole, che
nelle compositioni a due, o a tre uoci, Et questo adiuiene, perche quando il buono
compositore conosce, che una parte del concento ha diffetto, & manca nell'ordine
incontanente mediante l'arte, & la ragione le porge aiuto in qualche altra parte,
& progresso del canto medesimo in guisa, chell'udire non sentendo durezza, ne im
pedimento alcuno, a tal sonorità, & harmonia si acqueta, Et perche tra gli inter-
ualli, & distanze della quarta, cioè di due tuoni, & de un semituono, che cadono
nel diatonico monacordo, ue ne hanno luogo alcuni del tritono, auegnadio che esso
Tritono paia difforme dall'ordine de Tetracordi; Nondimeno da quelli, che han-
no la uera intelligenza della Musica essendo con industria, & arte accommodato
nelle harmoniche comparationi a tre & a piu uoci, ageuolmente si potra tollerare
massimamente quando haura la terza, ouero la decima nella parte graue, come
seguitando si uede.
Canto. Tenore. Basso.

OPPENIONE XV.

Egliè gran questione tra alcuni ueracemente poco intendenti, che il comporre
in Musica non sia altro, che una pratica, i quali a corroboramento di questa
loro oppenione dicono, che molti sono stati, & a tempi nostri si trouano, i quali so
no eccellenti, & ottimi compositori senza hauere molto fondamento di musica, Et
percioche questi tali considerano questa diuina arte solamente alla scorza, & su-
perficie, essi dicono essa essere cosa ageuolissima, pero accio tu conosca quanto fe-
risca lontano dal uero segno questa loro oppenione, mi è paruto da sporti quello,
che contro questi tali dal nostro messer Gioan Spadaro è detto.

OPPOSITIONE.

Chi uorra intorno tal materia in alto leuare il suo ingegno, chiaramente conosce-
ra, che tutta la eta d'un huomo non solamente non sara bastante a douer peruenire
al sommo di essa, ma ne anche i primi gradi pure a salire, Dico adunque, chell'ar-
te del comporre l'harmonia non consiste solamente nella pratica, Perche oue cosi
fosse, egli seguiterebbe, che colui, il quale piu praticasse, & piu si essercitasse in
comporre, hauesse piu gratia, & cognitione di tal arte, Ilche tutto si uede essere in
contrario, percioche egli si è ueduto per esperienza, che alcuni haranno essercitato
page 52buona parte della loro uita l'arte del comporre, & poi da altri, che quella per pic
ciolo tempo haranno pratticato, saranno state superate, Adunque egli non è da di-
re, chell'arte del comporre consista solamente nella pratica, Imperoche hauendo la
Musica molti membri, & particolari considerationi, Alcuni di essi solamente con
siderano la ragione delle distanze sonore per termini proportionati, come accade
nel canto fermo, altri la misura del tempo in diuersi modi essercitata, la quale al
canto misurato si appartiene, Tali hanno rispetto di ottimamente cantare, & con
leggiadria le uoci, & suoni proferire, In modo che l'harmonia uenga grata a colo
ro, che l'ascoltano, Ecci un altro membro, il quale è detto arte di comporre l'har-
monia, & questo tale attende a ordinare le sonore distanze per certa scienza &
moderata arte, et ordine, accio che esse peruengono a gli orecchi di coloro, che l'odo
no soaui, & grate, I quai membri, & parti potranno ciascuna per se soli stare, cioè
che 'l huomo potrà hauere buona intelligenza di un solo de detti membri, o partico-
le senza hauer cognitione di niun altro di quelle, Et anche potra hauere la uera no
titia delle proportionate distanze de suoni, & non sapere canto figurato, ne canta-
re, ne comporre, Et il somigliante accadera dell'altre particole, & membri pre-
detti, I quali sono tanti, che egliè impossibile, che alcuno possa hauere la perfetta
intelligenza di tutti, crederrò bene, che si siano stati di quelli, & anchora siano, i
quali uno, o parte di essi habbiano intesi, laqual cosa adiuiene si perche un solo di
essi è tale, che richiede molto piu di spatio, che non è la breue uita di un huomo, &
si anchora, perche i cieli non concedono la intiera cognitione di una scienza in un
solo, ma essi la ne compartono in piu, accioche l'huomo per tal perfettione non pre-
sumesse troppo alte cose di se, conciosia cosa che per un antico, et sperimentato pro-
uerbio si dica, cella scienza suole far insoperbire.

RESOLVTIONE.

Risoluiamo, che il ben comporre l'harmonia non consiste solamente nella prati-
ca, ma anchora nell'hauere buona Theorica, & cognitione della uerita, la qual no
stra oppenione fu confermata dallo eccellente, & consumato musico messer Gioan
Spadaro, il qual dice che uno puo essere buono, & ottimo compositore, anchora
che dallui sia ignorato ogni altro membro, & particola di musica, perche harà
chiaro lume, & cognitione della uerita di tal particola di musica, & posto che
dallui non siano considerate molto profondamente le musiche distanze, ma sola-
mente la loro semplice sonorita, nondimeno per uia di una certa arte, & pratica sà
per tal modo ordinare le sonore distanze, che al sentimento dell'udire producono
amena, & soaue harmonica commistione, La qual materia non si troua, che per al-
cuno de gli antichi philosophi, i quali hebbero cognitione di tanti secreti della natu
ra sia stata saputa trattare nelle opere, & scritture loro, Imperoche da loro sola-
mente è stato addotto in luce la materia atta alla forma harmonica, cioè il Diapa-
page 53son, il Diapente, & il Diatessaron, & altre distanze, per la qual cosa i trattati et
compositioni loro non sono di tanta eccellenza quanto i concenti di molti eccellenti
compositori, i quali senza altramente considerare la propieta, & la natura come
quelli fecero di tal materia colla loro arte, & ingegno hanno saputo condurla alla
forma harmonica di maniera che il senso dell'udire resta contento di tale soaue com
mistione, perche procedono con tale ordini, & modi sottilissimi di modulationi, che
essi sono piu tosto sopra naturali, che naturali, la onde si puo credere che i buoni
compositori nascono, & non si fanno per studio, ne per molto praticare, ma si be-
ne per celeste influsso, & inclinatione, Gratie ueramente, che a pochi il ciel largo
destina, nondimeno concediamo, che altro non sia il comporre in musica che una pra
tica, la quale annoi pare, che non consista in altro che in esprimere, & manifesta-
re quello che dal Theorico, come da colui che prima ciò per istudio, & per acume
d'intelletto ha conosciuto ci è dimostrato, per laqual cosa appare, che uolendo be-
ne, & soauemente comporre l'harmonia, altro ci uuole, che la semplice intelligen-
za & cognitione de consoni interualli, percioche ci concorre anchora la intelligen
za, & il sapere di tali suoni concordi appartenenti alla detta harmonia, Et si co-
me ueggiamo, che per diuersi scultori nel marmo, o in altra materia essendo intro-
dotta la istessa figura, o forma, esse tra loro tuttauia haranno tanto piu di perfet-
tione l'una dell'altra, quanto gli artefici di esse saranno piu eccellenti l'uno, chell'al
tro, Il simile dico auenire di questa nostra harmonica facolta, nella quale ueggia-
mo ritrouarsi molti compositori, da ciascuno de quali la materia, ouero distanze
musiche essendo conosciute acconcie alla forma harmonica essa le è data in piu ec-
cellenza dall'uno, che dall'altro, & con maggior soauità, & dolcezza prodotta
secondo che l'uno ha piu cognitione, & gratia in tal facolta dell'altro, Et per ta-
li argomenti, & dimostrationi si conchiude che l'arte del comporre l'harmonia con
siste in altro che nella sola pratica.
page 54

LIBRO TERZO

DICHIARATIONE DEL TEMPO MVSICO DET-
TO NATVRALE, ET ACCIDENTALE. CAP. I.

NOI Veggiamo per isperienza, che si come la scienza, & cogni-
tione delle cose non solamente si arreca ornamento, ma etiandio di
grandissimo proffitto ci suole essere cagione, per laqualcosa meri
tamente que saggi antichi philosophi, lasciata ogni altra cosa con
ogni cura, & solecitudine si diedero alla inuestigatione di quella,
Cosi al contrario la ignoranza, come madre di errori, a coloro,
che nella sua oscura calligine sono inuolti, biasimo, & danno solamente per lo piu
suole partorire, Ma fra tutte le sorti di ignoranza quella è graue, & noiosa, &
che prepondera di gran lunga a ciascuna delle sue parti, quando alcuno stima di sa
per le cose, che egli non sa, Pero da questo fonte certamente, & non altronde pro-
uengono tutte le oppenioni dalle quali cosi ueramente siamo ingannati, Et pero non
ostante, che dannoi al cap. 8. & al 27. & al seguente del nostro Toscanello i segni
antichi, & moderni siano stati sposti nondimeno non ne pare fuor di proposito al-
cune altre parti reiterare non manco necessarie che le prime state si siano, conciosia
cosa che alcuni si ritrouino, i quali hauendo poco lume delle uerita, cercano l'arte
di oscurare, conciosia cosa che essi credano, che quando un canto non ha nel princi
pio la figura circolare, ouero la semicircolare non sia di ragione conceduto, nella
qual cosa essi dimostrino essere priuati di tutto principio, et di ogni quantunque pic
ciola intelligenza, conciosia che egli si consideri il tempo Musico in dui modi, cioè
apparente, et immaginato, Et perche per tal rispetto potrebbono essere stimati duoi
tempi, pero è da sapere che esso, o sia immaginato, ouero scritto, et apparente nella
sua nota, o figura sara sempre il medesimo tempo, onde meritamente la sua conside
ratione anchora si potra dire essere una sola, la qual predetta diuisione del tempo
in due parti uguali, da musici è chiamata naturale, Et questo auiene per pendere,
& nascere dal numero binario, il quale essendo primo tra gli altri numeri è detto
naturale, la qual cosa è molto accetta al commertio Musico, appresso il quale la
detta diuisione del tempo in due parti uguali, o per altra spetie diuiso è nota, & co
gnita per la semplice apparenza di ciascuno concento del canto misurato, cioè sen
za esserui posto ne segnato altro segno, per lo quale tal binaria diuisione sara fatta
al Musico, ò Cantore, ma quando il tempo, o altra spetie è rimossa da tal naturale
diuisione, Tal mutatione conuiene allhora apparere per certo, & noto segno, per lo
quale il cantore sia fatto accorto della accidentale diuisione delle spetij del canto
misurato, come accade, quando il tempo, o altre spetij per segni dimostratiui, & ap
parenti non possono essere intesi cadere sotto la binaria diuisione, conchiuderemo
che ogni concento, o canto immaginato dal Musico, o compositore sotto la binaria
page 55diuisione sta permanente, & retto senza altro segno nel principio, dato che nel det-
to principio appaiono pause del modo maggior perfetto, & del imperfetto, & del
minor perfetto, dellaqual oppenione fu similmente il giudicioso, & dotto messer
Gioan Spadaro.

Risposta allo eccellente don Franchino intorno alcune sue oppe-
nioni. Capitolo II.

Nel sopradetto millesimo cioè nel 1516. dal uenerabile don Franchino ci fu
opposto, che dannoi era detto, che otto a, 9. &. 16. ad. 18. comparati non face-
uano proportione sesquiottaua, ma sotto sesquiottaua, la qual differenza apo noi
non è riputata di molta importanza, perche quando i termini comparati sono pro-
nontiati, egli non importa, che il minore sia posto prima del maggiore, o il maggio
re del minore, ma solo si attende all'interuallo, il quale cade tra il suono graue, &
l'acuto, Il contrario adiuiene nelle figure comparate del misurato canto, percioche
le proportioni della maggior inequalità scemano, & le minori cresceno, doue che
nella uoce non accade crescimento, ne discrescimento, Similmente sua eccellenza di-
ceua, che il Diesi non era la metà del minore semituono, il che benche non paia uero,
pur nondimeno egli il conferma al. 3. cap. del primo libro del suo trattato dell'har-
monia delli stormenti
, doue allegando Bacheo dice, che il Diesi è la mezza misura
del minor semituono, la qual sentenza dallui è confermata anchora nella sua Theo-
rica
al. 3. cap. del secondo libro, & similmente al. 2. cap. del Quinto libro della
detta Theorica, & da Boetio al cap. 21. del primo della sua Musica, Appresso
sua eccellenza dice, che dannoi sono state messe alcune note di color pieno per se-
squaltera proportione, La qual cosa egli dice esser falsa, imperoche le note nere
per se non possono dimostrare sesqualtera proportione, alla qual oppositione dannoi
è risposto essere la uerità, cioè chelle dette figure piene per se non significheranno
sesquialtera proportione, ne anchor le tre semibreui bianche in questo segno 32.
per se sole la potranno fare, ma paragonate ad altre precedenti bene potranno
creare la detta proportione, Intorno la quale per meglio dimostrarela sua oppe-
nione dice, Chelle note di tal sorte piene sono dette sesqualterate per essere tra lo-
ro di ugual misura, & con tutto che tal diminutione serua alla hemiolia, ouero
sesquialtera proportione, che propiamente però essa non puo fare tale effetto,
per la qual cosa essendo dannoi domandato à sua eccellenza, qual era il propio
del sesquialterare, per lui, & per noi fu risposto non essere altro, che leuare
una terza parte alla nota diuisa per la uertu del segno in due parte uguale, oltre cio
se la semibreue piena come egli conferma leua alla sua semibreue non piena la sua
terza parte, & questi termini, 32, tra loro comparati similmente togliono alla
detta semibreue bianca e ad altre simili la sua terza parte, à noi pare, che quello
che è proprio all'uno sia conueniente all'altro, & tra loro non sia differenza alcu-
page 56na. Per tanto l'una, & l'altra sara detta sesqualtera, et diminuta, de quai duoi nomi,
qual sia piu conueniente fu conchiuso esser meglio il dire sesqualterate, che diminu-
te, perche dicendo diminute solamente, egli non sarebbe inteso sotto quale diminutio
ne fussero locate, perche si come le spetij di maggior inequalità non hanno fine, cosi
le diminutioni sarebbono infinite, Per tanto sara dibisogno dire, diminute sesqualte-
rate,
Et a questo modo secondo sua eccellenza ci sarebbono due sorti di sesqualtera,
cioè una propia, & l'altra per certa diminutione di una terza parte, Per la qual
cosa secondo lui la propria stara per se, & sara chiaramente intesa per questi ter-
mini comparati, 32, & altri simili, L'altra nascera dal pieno alle figure assegnate
disopra dette, Et la prima dallui è chiamata propia per non essere altro sesqual-
tera ne primi numeri, che quando tre figure si fanno equali a due come i termini di
sopra dimostrano, Et la seconda delle tre semibreui piene, sara dallui detta impro-
pria, Et questo adiuiene, perche ella non si dimostra in cifre numerali, ma dal pie-
no delle figure cantabili, il quale leua alle dette tre note piene tanto di uirtu, o ua-
lore che restano solamente in quantita di due uacue, Et dato che le dette due sesqual
tere siano dimostrate per segni diuersi, non saranno pero tra loro diuerse proprieta,
perche per questi termini, 32, comparati si conosce, che le tre note bianche, han-
no solamente la uertu di due di quelle, che loro innanzi sono poste: & per tal ra-
gione i predetti termini comparati, & il nero alle figure assegnato non producono
diuersi effetti, Et pero sarebbe errore a credere, chella forza consista nel segno, &
non nella cosa segnata, perche si come il segno del merciaio, o d'altri non è cagione,
chella merce sia uenduta, ma quiui stà per dar a conoscere qual sia di essa il signore
cosi questi termini 32 stanno per segno della sesqualtera, & non sono pero essi se-
squaltere, ma le figure nelloro sesqualtero ualore pronontiate saranno essa sesqualte-
ra, & come iluendere della merce puo essere per uari segni dimostrato, cosi anchora
la sesqualtera per uarij segni puo essere notata, Et questi segni appresso i Musici si
fanno in dui modi, cioè con cifre, & con note piene, benche da gli antichi essa se-
squaltera era qualche uolta dimostrata per lo circolo, & lo semicircolo tra loro
comparati dalle sopradette ragioni conuinto, sua Reuerenza non pote negare chel-
la sesqualtera non si segnasse con le figure piene, imperoche al cap. 5. del Quarto
libro della sua pratica conchiudendo, dice cosi, Quello fra questo mezzo general-
mente è da douer essere auertito, chella di note nere non dee co suoi nume-
ri essere notata, accioche per sorte non incorressino, in questo inconueniente di se-
gnare due sesquialtere,
Alle quai parole dannoi fu auertito, che se le figure piene
non si debbono chiamare sesqualterate, ma diminute, oue egli disopra ha detto se-
squialtera di note nere, egli douea dire sesquialtera di note diminute, Ma questo egli
non disse, perche conuiene pur in fine, chella uerita stia disopra, La qual sentenza
anchora è stata confermata da Gioan Tintori in quel suo trattato di proportione,
la doue trattando della sesqualtera dice, Chella sesqualtera ha altri segni che li so-
pradetti, la qual cosa puo ragioneuolmente stare; Conchiuderemo adunque, che si
page 57come le figure piene per se non sono sesqualterate, similmente le figure uacue in tal se
gno 3/2 non potranno essere per se sesqualterate, oue gia ad altre figure non fossero
comparate, Et quello, che è proprio alle uacue, sara anchora proprio alle piene, &
incontrario, Alcuni studiosi sono stati a contentione, quale di dui segni predetti hab
bia piu efficacia, & hanno conchiuso il pieno essere piu efficace delle zifre cosi po-
ste, 32, & questo dicono auenire, perche il pieno è congionto col suo effetto per
essere nelle figure sesqualterate posto, Et le cifre, le quali sono disgiunte dalle figu-
re da loro dimostrate, potranno anche per se stare altroue senza quiui causare alcu
no effetto, ma il pieno non mai. Medesimamente da sua Reuerenza fui ripreso,
quando da noi fu detto, che ogni musico interuallo per se stesso nella corda sonora
puo essere misurato dicendo, che pensaua che fusse la uerita parlando Geometrica-
mente, ma che Arithmeticamente, cioè secondo la proportione del numero intero,
& manifesto, che egli non credea, che si potesse trouare nella corda sonora la misu-
ra del Semituono minore ne del , ne del Diesi ne del Coma, ne del Dittono, ne
del Semidittono, cosi a puntino, ma che bene le si potra andar appresso al segno, al-
laqual oppenione da noi fu risposto, che sua reuerenza s'inganaua molto creden-
do, che gli interualli predetti solamente si potessono hauere ciascuno per se nella
sonora corda Geometricamente & non Arithmeticamente, conciosia cosa che egli
faceua del ragioneuole irragioneuole, & del lecito non lecito, perche egli uoleua,
che essi interualli si potessono dimostrare per ragioni Geometriche, le quali non han
no nome ne misura, & non per ragione Arithmetica, la quale ha nome, & misura,
Intorno la qual cosa certamente sua riuerenza era fuori di ogni ragione, conside-
rando che egli non uoleua che i sopradetti interualli, e quali ne numeri hanno certa
& denominata proportione si potessono per se numerare nella corda sonora se non,
per ragioni Geometriche, le quali appaiono, & non sono, perche la musica non le
riceue, Et che sia il uero, egli si troua per regola stabilissima, & ferma, che quan-
do nella corda sonora uogliamo hauere l'interuallo di qualche euidente proportio-
ne, che tutta la lunghezza della corda si parte per lo numero maggiore, & da poi
si fa comparatione da esso al minore, se nella corda uogliamo introducere la sesqui-
altera, la quale produce il Diapente, pero eglie di mestieri, chella corda sia diuisa
in tre parti uguali, & che dapoi il suono. 3. sia refferito al suono delle due parti,
& per tal modo si potra hauere lo spatio del minor semituono per se, il qual cade
tra questi termini comparati. 256. ad. 243. Et se tutta la corda sara diuisa,
ouero partita in. 256. parti eguali, et dapoi il suono generato da quella sara ref-
ferto al suono. 243. haremo tal semituono minore per se formato, Et cosi anchora
accadera de gli altri interualli, iquali disopra sono nominati.

Oppositione fatta del eccellentissimo Messer Gioanni Spadaro, & da
noi confermata. Cap. III

page 58A nostra confermatione ci è paruto di aggiongere l'autorita del eccellente, &
dottissimo musico messer Gioanni Spadaro Bolognese, il quale cosi dice Egli
non fu mai piu udito, che una distanza, la quale habbia chara, & denominata pro
portione non si potesse per se trouare Geometrica, et Arithmeticamente nella sonora
corda, perche quello, che per numeri è apparente si puo anchora trouare nella con-
tinoua quantita, la doue tutto quello, che se puo dimostrare nella continoua
quantita non puo gia per numeri essere dimostrato, conciosia cosa che gli numeri sia
no infiniti, et l'altra manca di misura, et sia finita,
come dimostra Iacopo fabro dal
detto Franchino allegato, Et perche sua reuerenza allegaua Guido monaco dicen
do, che 'l semituono e 'l semidittono, & il dittono non si poteuano per se formare nel
Monacordo, ma che si poteua bene loro andare appresso al segno, per laqual cosa
concedeua, che per se tali distanze potessero hauere diuisione nel Monacordo, per-
che niuno Stormento essercitato colla mano non puo arriuare insino alla integrita
della perfettione di tali consonanze, ma che bene si potea tanto accostare alla per-
fettione di quelle, che lo audito, come quello, che non puo comprendere tal imperfet-
tione, resterebbe contento, A tal suo parere da noi si risponde in questo modo, che
egli è la uerita, che Guido Monaco al cap. 6. nel dice cosi, Tutto che
il semituono e 'l dittono, et il semidittono siano cantati, nondimeno non riceuono niu-
na diuisione,
per le quali parole Guido non dice, che tale distanze non possano esser
condotte per se nel Monacordo con nota, & certa misura, ma si iscusa, che per la
diuisione fatta nel quinto precedente capitolo tali distanze tacitamente sono forma-
te, & prodotte con piu facilita, che non sarebbe auenuto, se fossero state per se esser
citate, percioche nel predetto cap. egli partendo la corda solamente in due in tre
in quattro, & in noue parti ha assegnato in essa corda tutti gli interualli nel Mona
cordo necessari, & con tal facile modo procedendo, leua la faticosa diuisione, la
quale nascerebbe nel formare per se nel Monacordo i predetti interualli, Perche uo
lendo hauere nel Monacordo lo spatio intiero di duoi Toni sesquiottaui bisognereb-
be diuidere la corda in. 81. parti uguali, & dapoi refferire il suono. 81. al suo-
no. 64. & all'opposito, per tal modo sarebbe necessario essercitarsi circa gli altri
interualli cioè del minore & del maggiore semituono, del diesi, del coma, & del se
midittono, le quali diuisioni dato che siano laboriose, pur nondimeno si possono troua
re, & per se formare, perche la loro proportione è chiara, & nota, & commensu-
rabile, & ne numeri constituita onde Guido dice, che non possono per se riceuere di
uisione, perche essa resta apparente dopo la facile diuisione del Diapason, del Dia-
pente del Diatessaron, et del Tuono le sopradette sentenze dello eccellente messer Gio
anni non sono publicate, ma dallui ci furno scritte, & da noi considerate, & con-
fermate.For a commentary on this passage, see Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 96.

Dichiaratione del Contrapunto. Cap. IIII.

page 59Molti scrittori in questa nostra harmonica facolta hanno diffinito, che cosa sia
Contrapunto, fra iquali si troua, che Gioan tintori nel suo Diffinitorio dice,
che il Contrapunto non è altro, che un canto, che consiste nel porre di una uoce con-
tro d'unaltra uoce, ilqual Contrapunto dallui è diuiso in due parti, cioè in semplice,
et diminuto, Et Franchino al cap. primo del quarto Trattato del suo libro dell'Har
monia de gli stormenti dallui chiamato Angelico, & diuino, dice, che il concento,
ouero modulatione è uno corpo, il quale ha in se diuerse parti accommodate alla can
tilena disposta tra uoci distanti per interualli commensurabili,
& che questo è detto
Contrapunto, perche sempre si considera un punto contro a un altro, o ueramente
una uoce contro un'altra,
Per la qual cosa egli è da considerare che da Gioan tin-
tori secondo la sua diffinitione è stato inteso, che 'l Contrapunto occorra, ouero sia,
quando due uoci, o note, o piu siano poste in modo che una simile nel cantare uada,
o risponda a un'altra sua simile in nome, ouero in uertu, & ualore, come breue con
tro a breue, ouero altra nota, la quale per qualche accidente habbia il ualore di es-
sa breue, Et cosi delle altre note, nella qual sentenza concorre Franchino, doue di-
ce, che il Contrapunto è per tal modo nominato, perche sempre si considera un pun
to contro a unaltro, nel qual luogo bisogna bene auertire intorno quello, che da Fran
chino è stato detto, cioè che 'l concento è quello, che è detto Contrapunto, Per laqual
cosa pare, che egli contradica in questa seconda autorita à quello che ha detto di
sopra, Imperoche bisognaua, che egli facesse differenza tra il concento, il quale pro
cede per la nota simile contro la sua simile, & il concento, il quale cade tra molte
note tra se simili, ouero dissimili, come accade nel diminuire delle note, il qual mo-
do di comporre si usa ne concenti, & secondo la diffinitione di Franchino in tali con
centi non cadera il Contrapunto dallui diffinito, perche la sua diffinitione solo sara
intesa conuenire a quegli concenti, i quali solamente a nota contra nota simile proce
dono, doue piu note simili o non simili sono pronontiate per una nota loro dissimile, et
è contra, A corroboratione di cio dice l'eccellente messer Gioan spadaro, che egli è
da notare doue Franchino ha detto che il Contrapunto ouero Concento, o Modula-
tione consiste di uoci intra se distanti per interualli commensurabili, che egli aperta
mente si contradice a se stesso in molte sentenze scritte dallui ne suoi trattati, perche
primieramente la doue tratta del Contrapunto la minore & la maggiore, cioè
il Semidittono, & il Dittono, & la sesta minore et la maggiore, cioè il Diapente col
Semituono, & il Diapente col Tuono dallui sono essercitate, come buone consonan-
ze, Et poi ne trattati suoi dice, che tali distanze sono incommensurabili, perche ca-
dono in una incerta proportione cioè lontana dalla multiplicita, & alla sopra par-
ticolarità, Et sottogionge, che il predetto Franchino nel preallegato luogo seguitan
do a ciascuna uerita delle terze, & seste predette assegna chiara, & nota propor-
tione apparente per termini, & numeri comparati, la sentenza del quale dice esse-
re falsissima perche fra le date zifre numerali, ouero nella discreta quantita comun
que elle si sia, o aliena, o non dalla moltiplicità, & sopra particolarità non si da
page 60proportione incommensurabile, ouero irrationale, per la qual cosa appare, che da
sua Reuerenza sia male intesa quella sentenza di Guido monaco dallui regi-
strata in quel suo cap. perche da Guido non fu scritto in tal modo, che dallui fosse
tenuto, che il Semidittono, & il Dittono non habbiano certa, & nota proportione,
& che non si possano condurre et formare per se nel Monacordo musico, come dal-
lui nel suo Trattato chiamato Postille è stato prouato, Ma dal predetto Guido fu
per tal modo, che diuidendo la corda sonora del Monacordo in due in tre, , & in noue parti uguali da tal diuisione nasce la Diapason, la Diapente,
la Diatessaron, & anchora il Tuono delle quali distanze facilmente egli si forma,
& riduce a perfettione uno Monacordo secondo il genere Diatonico compito, & di
uiso, nel qual Monacordo in tal modo partito appare prodotto il Semituono il Semi
dittono, & il Dittono, & lo spatio di ciascuna delle seste predette cioè la minore,
& la maggiore senza essere essercitata la loro propia numerosità, & partitione,
Per tanto si dee intendere, chelle parole di Guido predette suonino come qui, per
che essi siano ammessi nel cantare, nondimeno nel Cordotono non riceuono diuisione,
Et questo adiuiene, perche tali distanze sono tacitamente prodotte dalle predette
partitioni,
Et Bartholomeo Rami in un certo suo compendio composto in lingua
materna dice; Che gli antichi diceuano, che il contrapunto ouero organizatione non
era altro, che considerare la consonanza, che fanno duoi suoni, ouero due uoci, o
piu una piu acuta, o piu graue dell'altra giuntamente profferite. A confermatione del
la qual cosa l'eccellente, & consumato musico Messer Gioan spadaro dice, che 'l me
desimo Bartholomeo Rami suo maestro nel cap. primo della seconda parte della
sua pratica dice, che tutto il corpo musico consiste nella distanza dello Diapason,
la quale consiste di otto uoci ouer suoni, Et che al Contrapunto assai basta dichiara
re, come le predette uoci conuengono intra loro, & che dapoi procedendo pone, &
colloca le uoci tra se equali, oueramente unisone tra il numero delle consonanze, non
perche intra le uoci equali, & unisone cada interuallo, ouero distanza, ma solamen
te, perche sono una medesima cosa, & pari in suono che tutto che egli dica, che
l'unisono non è differente da se stesso, non pero egli dice, che l'unisono sia consonan-
za, perche come piace a Boetio la consonanza non si fa di uoci simili, le quali sia-
no insieme unite in concordia in modo che la loro sonorita peruenga soaue, & gra-
ta al senso dell'udire, Dapoi che egli dice, che l'unisono stà in quella guisa nella mu-
sica che sta la unità nella Arithmetica, percioche si come essa unità non è numero, ma
stà come principio di numero per tal modo l'unisono non stà nella musica come con
sonanza, ma stà come origine, & fonte delle consonanze, Intorno la qual cosa an-
noi pare, che ciò dal suo precettore sia stato meglio inteso che da Franchino nel se-
condo cap. del terzo libro della sua Pratica, doue egli dice, che l'unisono rispetto al
le musiche distanze stà come il punto Geometrico rispetto alla linea in Geometria,
ouero in continoua quantita considerata, Nella qual cosa Franchino, è in grande er-
page 61rore, perche se l'unisono considerato dal musico ha natura del punto Geometrico,
egli non potra hauere natura, ne similitudine uera con la unità in Arithmetica con-
siderata, Et questo auerra, perche tra il punto Geometrico & la unità Arithmetica
cade non poca contrarieta, & questo nasce, perche la unità in producere il nume-
ro, ouero la discreta quantita sara molte uolte presa, la qual cosa del punto Geome-
trico in creare la continua quantita non si uede auenire, Laonde se il numero si uede
non esser altro, che una moltitudine di unità, la linea certamente, o altra continua
quantita non potra constare di moltitudine di punti, ma solamente di dui, fra quali
è tirata, Similmente la unita in arithmetica considerata non potra in minute parti
essere diuisa, il qual effetto dal punto Geometrico per modo ueruno non potra na-
scere, perche esso punto non è quantita, ma è immaginato si come è futo affermato
da Euclide la doue diffinendo esso punto dice, che 'l punto è quello del quale non ci è
parte, Per le predette Mathematiche dimostrationi appare, che l'unisono dal Musico
considerato solamente si potra assomigliare alla unità, la quale è principio della di
screta quantita, la quale unità come disopra è stato detto, potra esser molte uolte
presa, & fare di se numero, & anchora potra essere in parti minute separata, & que
sto auerrà, perche il suono, il qual consiste in tempo, & in quantita sonora potra si
milmente essere aggregato, & in parti diuiso, come è manifesto comparando il suo
no graue al suono acuto, & il suono acuto, al graue, Imperoche, come il suono
graue contiene in se il suono acuto, cosi l'acuto sara parte del suono graue,
come da Aristotile è stato confermato ne suoi Problemi, Si potrebbe però conuene-
uolmente assomigliare l'unisono alla linea Geometrica, la quale è una lunghezza
senza latitudine, perche tal lunghezza potra essere molte uolte presa, & creare un
numero, & moltitudine di linee, & anchora in parti minute potra essere diuisa, a
similitudine della data, & considerata unita in Arithmetica intesa, Ma non puo gia
essere che l'unisono sia paragonato al punto considerato dal Geometrico per prin-
cipio della continoua quantita, percioche essendo immaginato, non puo essere quan-
tita & per consequente sara indiuisibile, Et dato che fosse molte uolte preso non sa-
ra pero di se linea, perche come è stato detto la linea è considerata dal punto dal
quale hauendo origine è tirata, & non da quello molte uolte preso, percioche oue co
si fosse egli seguiteria, che la linea, & ciascuna altra continoua quantita si potesse ri
soluere nel punto, in quel modo, che il numero si puo risoluere nella semplice unità, Et
appresso, che tra la continoua, et la discreta quantita non cadessero quelle contrarie
ta, le quali per loro natura loro sono assegnate da dotti, et intendenti Mathematici.

Come il punto non puo far imperfetta una nota simile inanzi a un'al-
tra sua simile. Cap. V.

Per ischifare, & dilucidare alcune oppenioni, & dubbi, le quali da alcuni Com
positori sopra l'arte de dolci, & soaui moduli, & concenti sono hauute, sara
page 62dannoi ragioneuolmente dichiarato il modo, & la uia, che a ciò fare si dee tenere,
conciosia cosa che in molti concenti, & massimamente ne gli oltramontani si tenga
per ottima, & ferma regola, che una breue simile alla sua seguente per uigore del
punto sia fatta imperfetta, la qual consideratione certamente è uana, & di souer-
chio ne concessa da Musico alcuno, perche al punto non si concede poter rendere im-
perfetta una nota simile a un'altra simile sotto la ternaria, & ordinata diuisione,
Imperoche il punto solamente opera a leuare la perfettione alla nota, ouero figu-
ra, che per se sola si puo dimostrare perfetta come qui
Nel qual essempio chiaro si conosce, chella breue per ca
gione delle tre semibreui seguenti, le quali creano un tem-
po perfetto resta permanente intera, e perfetta, ma che traponendosi il punto fra
la prima, & la seconda semibreue esso fara imperfetta la nominata prima breue
come qui. Et questo accadera per non hauer essa bre-
ue altra nota appresso a se simile, Per tanto tal pun
to non hara forza come loro piacer di dar imperfet-
tione mai a una nota a se simile, come seguitando uedi.
La quale oppenione essen-
do approuata dall'eccellen
te don Franchino al capi-
tolo del libro secondo della sua Prattica dice, Egliè fra questo mez-
zo da douer esser inteso, che una nota posta dauanti ad un'altra sua simile
non puo essere fatta imperfetta,
& da noi al capitolo uentesimo nono del pri-
mo libro del nostro Toscanello il medesimo fu dichiarato, per la qual cosa uer-
gognensi adunque tutti coloro, i quali tengono, & credono, che tale oppenione
possa esser uera. Ci sono anchora molti, i quali non solamente consentono, & cre-
dono che tal similitudine, & perfettione sia manifesta, & ragioneuole, ma etiandio
maggiormente uogliono, chella detta breue posta dinanzi la figura maggiore di se
sia perfetta, La oppenione de quali chiaramente si uede essere falsa, percioche egli
fara ben di mestieri, che uno fosse rozzo, & senza giuditio a douer credere, che una
lunga fosse simile a una breue, & meno poi la detta breue a una massima. Pertan-
to questo loro argomentare, se una simile posta dauanti a un'altra simile non puo
essere fatta imperfetta, maggiormente essendo posta dinanzi a una maggiore di se
non potra riceuere imperfettione, Non uale, ne hanno bene apparato Loica, percio-
che non trouerranno Musico ne moderno, ne antico, che approui questa loro conse-
quenza, & oppenione, percioche questo non ha luogo se non in quelle note, che sono
simili di forma, & di corpo, come habbiamo detto disopra, Ma pur uolendo il Com-
positore far perfetta la nota posta innanzi la maggiore, essa non haura sempre tal
perfettione, ma sara in facolta del Musico, & secondo piacera allui, come essami-
nando molte compositioni in quelle cosi in note, come in pause trouerrai, & come
la figura seguente ti mostra.
page 63
Habbiamo ueduto nel passato capitolo che alcuni hanno alterato quella regola del-
la similitudine delle breui col uoler l'una di esse per uia del punto far . Ap
presso, come essi uogliono, che se una simile dauanti alla sua simile non puo essere fat
ta imperfetta, che tanto piu posta innanzi a un'altra maggiore di se, che non potra
essere fatta imperfetta, Hor alcuni altri ci si fanno incontro opponendo, & contra
stando contro la terza, & ultima oppenione, & regola da tutti i dotti auttori or
dinata, la quale è, chella breue dauanti alla sua pausa sia sempre perfetta, con-
ciosia cosa che essi dicano, che il terzo modo, & precetto non è ragioneuole uo-
lendo chella detta breue innanzi la sua pausa sia sempre perfetta, percioche ciò al-
cuna uolta stà nella dispositione, & uolonta del compositore, perche dato che essa
breue si manifesti innanzi la sua pausa, come qui, non pero sara simile
la apparente pausa, ma sara simile al suo proprio ualore, perche la forma della
pausa non ha similitudine colla figura breue, la qual perfettione dicono essere piu
ferma alle due, tre, o quatro breui continouate, che alla breue, & alla sua pau-
sa, le quali sentenze, & oppenioni non saranno da noi per modo alcuno concedu-
te, ne approuate, benche ne trattati nostri sia in contrario dichiarato non affine
di dare quello, che quiui scrissi, per regola, ma piu tosto per modo di disputare,
percioche la pausa della breue resta permanente, ferma, & stabile, come quella che
sempre si dimostra perfetta, & imperfetta senza cangiar forma come fa quella
della lunga, la quale per se si muta, & uaria.

Come il cantore dee osseruare la misura ne segni de modulati con-
centi dal Musico, & Compositore ordinati. Cap. VI.

Si trouano molti, i quali con poca consideratione cantando danno la misura sot
to il segno d'un concento cosi segnato a loro beneplacito, la qual misura
non sara quella, che al segno si conuiene, ne che dal Musico è considerata, come in
molti canti si ritroua, i quali haranno nel principio il segno diminuto di sopra mo
strato, per lo qual segno essi danno la misura sopra la semibreue, & questo incon-
ueniente commettono per poter con piu loro facilita cantare, Et per tal modo in-
corrono in errore, & in non poca confusione, perche la misura che essi tengono
nella semibreue uerrà a dannare quello, che dal Compositore è inteso, & immagi
nato, conciosia cosa che dopo molte note nascera una sesqualtera habitudine, Per
laqual cosa io uorrei un poco, che mi dicessero questi tali, che danno la misura so-
pra una semibreue per battuta, poscia che saranno giunti alla detta sesqualtera, che
proportione sara quella? Certo non si puo dire che essa habbia da essere , ma tripla si bene, Et questo auerra perche essi passeranno tre semibreui so-
pra la battuta della detta semibreue, Laqual cosa è falsissima, la onde ti sara ne-
cessario auertire, & dare la misura ouer battuta nel segno sopradetto nella figu-
ra breue, & non nella semibreue, & cosi passeranno nella sesqualtera tre semibre-
ui per una battuta contra le due semibreui, o contro una breue del segno diminuto,
o tagliato, Et quanti ce ne sono anchora, che cantando tal segno per una semibre-
ue per battuta giunti alla sesqualtera muteranno misura per accomodarsi a quella
della sesqualtera, per gli quali inconuenienti ci è paruto cosa conueneuole chia-
rire tal modo, & misura, pero diciamo essa non essere altro, che una lunghez-
za finita per equali interualli, la qual misura, ouero modo di misurare in questa
facolta di Musica è considerata in dui modi, cioè annouerando le note cantabili, et
non cantibili dal principio del canto insino al fine secondo il ualore della nota a se
maggiore propinqua, cioè cogliendo insieme tre minime per una semibreue perfet-
ta, & due per una imperfetta, Et similmente tre semibreui per una breue perfet-
ta, & due per una imperfetta, Il simile facendo delle breui rispetto alla lunga, &
delle lunghe rispetto alla massima, la quale non sara misurata, perche dopo essa non
si da nota maggiore, della quale essa massima sia molte uolte contenuta, & tale or
dine i Musici propiamente chiamano misurare, perche tale ordine, & modo dimo-
stra se il canto ha tutto il suo numero cioè del Modo, del Tempo, & della Prola-
tione, secondo la dimostratione del segno innanzi del canto posto; La seconda con
sideratione, & modo di misurare nasce da quella misura la qual considera il Mu-
sico, ouero Cantore, quando esso leua, & abbassa la mano, o anchora il piede, il
quale inalzamento, & abbassamento i phisici chiamano Sistole, & Diastole, per-
tanto a colui, il quale desidera rettamente misurare, & cantare sara di necessità,
che cantando, in atto ouero nella mente consideri un certo mouimento, & battuta
inuariabile, oue tutte le note proportioneuolmente si riduchino, al qual moto, ouer
misura è stato ordinato da dotti, chelle figure, o note di ciascuno segno debbano mi-
suratamente concorrere, per la qual cosa il presente segno. 3. chiamato Modo
con Tempo per la de dotti antichi, et moderni insegna dare la misura nel
cantare sopra quella nota chiamata da loro Tempo, il quale altrimenti è detto bre
ue, Et con tal modo ne segni, ne quali la breue sara dimostrata perfetta, per una
battuta passera una breue perfetta, ouero il suo ualore, Et in quegli, che haranno il mo
do minor perfetto et imperfetto col Tempo dimostrato imperfetto, come i seguenti. 2. 2.
sempre la uera misura cadera sopra la breue imperfetta, o duesemibreui, Di quel-
lo che si dee operare ne dui seguenti segni, come qui, . assai chiaro al cap. 38.
del primo libro del nostro Toscanello habbiamo scritto; Ma nel circolo, & nel se-
micircolo senza il punto, la battuta, ouero misura cadera nella semibreue, & im-
pero se un Tenore, o altra parte sara segnato con uno de presenti segni . . &
che le altre parti di tal canto siano segnate con ciascuno di questi. 3. 3. 2. 2.
alhora una minima di quegli dui segni col punto in mezzo harà tanta uertu, & ua
page 65lore, quanto una intera breue di ciascuno de quattro segni disopra mostrati, Et an-
chora per una minima de dui segni puntati, passera una semibreue per battuta di
questi dui non puntati. . . Hauendo ueduto, & chiaramente compreso la natura,
& forma de sopradetti segni non diminuti, potrai ageuolmente intendere quello.
che nel diminuto si contiene, conciosia cosa che egli sia da considerare, che essi se-
gni diminuti siano nella loro semplice integrità, come disopra si dimostrano, per-
tanto essendo passato una breue per battuta se essi saranno diminuti ouer tagliati,
come qui. 3. 3. 2. 2. per una battuta, o tempo passera nel termine di quella
prima breue la quantita di una lunga, & la battuta, la quale cadeua sopra la semi-
breue ne presenti, . . nel diminuto cadera sopra la breue, Et quella, la quale in
questi. . . cadeua sopra la minima essendo diminuti, cadera sopra la semibre
ue, Et questo s'intende sempre ponendo, & passando due figure simili in nome, &
quantita del segno diminuto à comperatione del segno non diminuto.

Delle parti, & imperfettioni delle note. Cap. VII.

Essendo danoi stato trattato della imperfettione delle note al Cap. 20 del pri-
mo libro del nostro Toscanello, per non essere quiui a sufficienza stato dichia
rato tutto quello, che facea di mestieri dichiarare, saranno da noi dilucidate alcu-
ne sentenze, & essempi necessari, & à molti grate, & utilissime, le quali sentenze
sono dallo eccellente Musico messer Gioanni spadaro addotte, et da noi confermate,
Et questo faremo per cagione di alcuni, i quali di ciò forse non hanno la uera cogni
tione, Et perche in tal nostro capitolo sopradetto non fusse preso errore, auertirai,
che la doue da noi è dichiarato, chella massima puo esser fatta imperfetta da una
lunga, da una breue, da una semibreue, & da una minima, non è da noi considera-
to, ne inteso, che la detta massima possa esser fatta imperfetta da una breue, o semi-
breue, o da una minima, Ma solamente dalla lunga, o dal suo ualore, perche la bre
ue, la semibreue, o la minima non sono terze parti di quella, pertanto intenderai,
che si come la breue potra fare imperfetta una di quelle lunghe contenuta, ouero
intesa in essa massima, cosi la semibreue, o la minima saranno atte affare imperfet-
ta una di quelle breui, & semibreui contenute, & annouerate nella detta massima,
come seguitando harai cognitione, Si dira adunque, che di quelle note, le quali pos-
sono esser perfette secondo la uolonta del Compositore, & imperfette per lo leua-
mento della loro terza parte, Alcuna hara solamente la parte propinqua, come la
semibreue, Et alcuna hara la parte propinqua, & la remota, come la breue, Simil
mente alcuna di esse hara la parte propinqua, & la remota, & anchora, la parte
piu remota, come sara la lunga, Et alcuna hara la parte propinqua, & la remo-
ta, & la piu remota, & la remotissima, come sara la massima, Et habbiamo da
considerare, che ciascuna nota, nella quale puo consistere perfettione, si sara anno-
uerata perfetta, eccetuando le pause, Tal nota potra essere fatta imperfetta dalla
page 66nota a se minore propinqua, oueramente dal ualore di essa sua minore propinqua,
Et cosi seguiterà, chella semibreue nella prolatione perfetta, come qui. . potra
essere fatta imperfetta dalla sua terza parte, o dal suo ualore in questo modo
Possono alcuna uolta tali semiminime piene stare in
tali segni puntati, massimamente ne canti, che con ta
li segni sono dimostrati, doue non cadano minime pie
ne, le quali alle uolte sono usate affine di ischifare al-
teratione, o per qualche altra lecita cagione, Alcuni altri dicono, che quando una
sola nota sara considerata perfetta in qualche canto, oue accada far la imperfetta,
Tal nota considerata perfetta dalla sua terza parte, ouero dal suo ualore, che alho
ra tale terza parte, o suo ualore dee esser tutto posto dalla parte dinanzi oueramen
te dopo, et non una parte innanzi, & una parte dopo la nota fatta imperfetta, come qui
E non in questo modo.
o in altri simili, i quali possono accadere, Et questo dicono auenire, perche diuiden
do la semibreue nelle sue parte minute, come sono le minime, le semiminime, & l'al-
tre, & ponendo una parte della detta semibreue alla parte dinanzi, & una parte
dopo la breue egli pare, che una delle tre semibreui contenuta in essa breue sia fatta
imperfetta dalla minima posta dalla parte dinanzi, & dalla minima posta dopo
tal breue, Pertanto dicono, che se un canto sara segnato col segno della prolation
perfetta, che in quel caso tale positione sara lecita, & con ragione posta, & ben
considerata, come qui Tuttauia certamente si co
nosce, che tale positione in
questo modo considerata,
non debba essere in parte alcuna dubbiosa al detto inten-
dente, percioche dallui è compreso, che per la priuatione
del punto del circolo, la prolatione, ouero la semibreue
resta imperfetta, Pertanto non si potra considerare, chella minima, la quale è po-
sta dinanzi la breue, ne anchora la minima posta dopo essa breue siano terze par-
ti di alcuna delle semibreui tolte dalla breue, però bisogna considerare, che in tali
occorrenze siano prese insieme la minima posta dinanzi alla breue, & quella dopo,
lequali faranno la quantita, o ualore di una semibreue, il qual ualore sara quello,
dal quale la breue in mezzo delle due minime posta sara fatta imperfetta, Intorno
lequai cose bisogna auertire, che tale o simile positione di figure è in potesta, et uole
re del Compositore, per che il Musico, o Compositore per sodisfare al poco sapere di
alcuni; non è tenuto a non esprimere, et conducere il concento al suo debito fine se-
condo la sua intentione, Et questo che di sopra è stato detto della breue posta fra le
minime del segno, doue solamente il Tempo sara perfetto, si intendera anchora della
page 67lunga posta fra due semibreui, doue solamente il modo minore sara perfetto, & del
la Massima posta fra le breui, doue solamente il Modo maggiore sara perfetto.

Altre considerationi intorno la imperfettione delle note. Cap. VIII.

La nota, ouero figura chiamata breue alcuna uolta si dimostra imperfetta in-
sieme con la sua minor propinqua, come qui 2. 2. . et alcuna uolta essa
breue è dimostrata imperfetta con la sua minore propinqua perfetta, come dichia-
ra il presente segno. Et alcuna tal breue sara perfetta, & la sua seguente mino-
re sara imperfetta come dimostrano questi segni 3. 3. . La breue adunque go-
uernata sopra i dimostrati segni, senza altri accidentali segni considerata non di-
uentera imperfetta, cioè non sara diminuta di alcuna sua particola, Ma sempre sta
ra in quel ualore, & uertu, il quale le sara attribuito dal segno, ma la breue perfet
ta per questi segni dimostrata 3. 3. . per non essere in loro altra nota perfet-
ta, potra solamente essere fatta imperfetta dalla sua terza parte, et non in altro mo
do, Et quando la breue sara imperfetta, & che ualera due semibreui perfette come
dimostra la semicircolar figura, , alhora tal breue non potra essere fatta imper-
fetta senon dalla sua terza parte, perche non resta diuisa in tre parti equali, ma po
tra ben diuentare imperfetta inquanto alle parte propinque, cioè rispetto alle semi-
breui, perche tali sue semibreui sono dimostrate perfette dal punto apparente nella
semicircolar figura, Et tale imperfettione potra occorrere in dui modi, cioè che del
le due semibreui perfette considerate in essa breue una sola potra essere imperfetta,
& l'altra perfetta come qui, & secondo ogni precetto, & or-
dine dato da dotti, & consu- mati Musici, cosi moderni, come
antichi, tali breui rettamente si potranno ritrouare ragioneuol-
mente tutte imperfette come qui, et cosi
Et in molti altri modi simili, iqua
li per breuita si lasceranno, ma la
breue, laquale sara formata di tre semibreui perfette, come in questo segno si con-
tiene, , potra essere fatta imperfetta dalla sua terza parte, cioè da una semibre-
ue perfetta come qui ouero da oltretanto suo ualore, come di tre mini-
me, & l'altre due potranno far imperfette quelle due semibreui, lequa-
li dopo la imperfettione della predetta breue restano in tal breue atte a poterla far
imperfetta, come si dimostra per li seguenti essempij
Anchora nella breue per tal modo segnata potranno es-
sere solamente due semibreui perfette, & una imperfet-
ta, Imperoche come è stato detto la breue in tal segno uale tre semibreui perfette,
delle quali semibreui una sola rimarrà imperfetta dalla seguente minima, & per
tal modo tal breue hara il ualore di otto minime, Appresso nella detta breue le due
minime potranno far imperfette le due semibreui, rimanendo l'altra perfetta, co-
page 68me qui Doue la breue ritenerà il ualore di sette minime, Et hab-
biamo da considerare, che accadendo, che tal breue sia fatta im-
perfet- ta da tre minime come qui Si dee inten-
dere, chella breue sia fatta imperfetta dalla sua terza parte, cio
è dal ualore di una semibreue perfetta, et che le tre semibreui per-
fette, le quali uagliano quanto una breue perfetta, non saranno fatte imperfette da
quelle tre minime poste dopo tal breue, perche oue cosi fosse, egli seguiterebbe, chel-
la breue perfetta disopra assegnata non si potesse fare imperfetta dalla semi-
breue perfetta, come uuole la natura del far imperfetto, cioè che ogni nota per-
fetta, laquale sia composta di tre note perfette non potra essere fatta imperfetta se
non le sara tolto uia una nota perfetta, la quale sia la terza parte della nota fatta
imperfetta, pertanto se uogliamo, chelle tre minime poste dopo la breue siano in
quella guisa messe per far imperfette quelle tre semibreui, lequali sono comprese per-
fette nella breue, ilche non auiene di essa breue, Dico, che non potra stare, perche
tolta la perfettione a ciascheduna delle tre semibreui considerate perfette nella
predetta breue egli seguiterebbe, che tale breue restasse perfetta di tre semibreui
imperfette, per tal modo tal breue dopo la imperfettione delle predette tre semibre
ui sarebbe fatta imperfetta di una semibreue imperfetta, la qual cosa sarebbe molto
repugnante, et contraria al segno, perche esso dimostra, che il tempo, ouero la bre
ue è composta di tre semibreui perfette, uolendo adunque, che la breue sia fatta im-
perfetta, egli sara dibisogno, chella nota, che ha forza di far imperfetto, sia perfet
ta, & non imperfetta, ma se pur tal nota, che puo leuare la perfettione sara imper
fetta, bisognerà, che essa insieme con una delle sue parte concorra affare imperfet-
ta essa breue, come qui Il simile auerra, sella detta semibreue sara di-
uisa in tre minime, & etiandio in note piu minute, perche la natura,
& l'arte ci amaestra, che quando egli si troua una nota, laquale hab
bia uertu, & ualore di tre minori perfette a se propinque, noi debbiamo prima ha-
uer riguardo, se tal nota sara perfetta, cioè se nel concento resterà conseruata dal-
la imperfettione, percioche oue non ui restasse, sarebbe necessario chella nota che
arreca imperfettione fosse apparente in forma, in pausa, o in ualore, Pertanto quan
do dopo tal nota, o innanzi si trouera tanto di ualore, che aggionga alla terza par
te di quella nota perfetta, laquale contiene tre note perfette, alhora tal ualore si dee
applicare alla imperfettione di quella nota, la quale comprende il ternario numero
delle minori perfette a se propinque, Et se dopo tal terza parte altro numero di fi-
gure minute auanzano atte affare imperfette le figure perfette comprese da essa no
ta, tali note si debbono accomodare affar imperfette tal note perfette minori con-
tenute piu uolte in essa maggiore, Et però quando dopo la breue in tal segno segna-
ta , seguita il ualore di piu di una semibreue, Se tal parte, laquale auanzera ol-
tra la semibreue intiera sara minore di essa semibreue, come sua terza parte, et che
essa sia reintegrata, alhora essa terza parte sara computata affar imperfetta una
page 69di quelle semibreui, le quali rimangono nella breue dopo la imperfettione di essa bre
ue, ma se esse saranno due parti dopo la imperfettione della predetta breue, saran-
no computate affar imperfette quelle due semibreui, le quali dopo la imperfettione
della breue resteranno in essa breue, come si potra comprendere per li essempi seguenti.
Nel primo, & nel secondo es-
sempio la breue per le predet-
te ragioni ualera cinque mi-
nime, ouero una semibreue
perfetta & una imperfetta, ma nel terzo, ouero ultimo essa ualera quattro mini-
me, ouero due semibreui imperfette, Et perche in tale consideratione potrebbono na
scere molti dubbi, et accidenti contrarij alla uolonta del Compositore, pertanto per
maggior chiarezza è lecito tal uolta porre simili punti tra le note, che fanno la im
perfettione, come si uede nel secondo, & nel terzo essempio, de quali punti, gli ul-
timi apparenti nella seconda, & nella terza figura saranno rettamente chiamati
punti di ridutione, per liquali tali note sono dimostrate essere ridotte, ouero traspor
tate alle note innanzi alloro poste, & tali note solamente sono ridotte affar imper
fette altre note di lor maggiori, & non per accompagnarsi con altre loro simili in
forma, ne in ualore, Ma le note nel primo modo trasportate possono far imperfette
le loro maggiori propinque, & anchora si possono accompagnare colle loro simili
in forma, & in ualore, & essi punti di ridutione dopo la nota ridotta posti saranno
sempre con participatione, & non per se, come alla quinta oppenione habbiamo
dimostrato, oltra le predette cose, Egliè da sapere, chelle figure, le quali sono causa
della imperfettione possono stare in molti altri modi diuersi da quelli habbiamo nar
rati, rispetto alla nota fatta imperfetta, come sara la semibreue innanzi la breue,
come qui, Et in ciascuno altro segno di tempo
perfetto, Nelquale precedente essempio sola la
breue sa- ra imperfetta, come anchora dimo-
stra il primo essempio, ma in questo seguente
La breue sara imperfetta, & anchora una di quelle due semi-
breui, le quali dopo la imperfettione della breue sono restate
in essa breue, & nel seguente essempio si dimostra.
La breue sara imperfetta con quelle due semibreui contenu
te in tale breue, Et in molti altri innumerabili modi potran
no accadere tali imperfettioni, lequali per breuità si tace-
ranno, perche haueremmo troppo facenda & sarebbe processo molto lungo, &
quasi senza fine, Adunque per quello, che di sopra è stato detto, chiaramente si uede,
chella nota, nella quale consiste la perfettione, non si dice essere imperfetta, se non
le sara leuato la sua terza parte, laquale sia nota intera, o il ualore della minore ui-
cina, per la qual cosa errano quegli, i quali in questo essempio
Et altri simili dicono, che la prima breue sia fatta imperfetta
page 70dalla seguente minima, Et similmente dicono, chella seconda breue resta imperfetta
dalle due seguenti minime, Imperoche una sola minima, & anchora due non sono la
terza parte della breue segnata con questo segno , La onde quella minima sola
fara rimanere imperfetta una di quelle tre semibreui in se raccolte dalla prima bre
ue del predetto segno, la quale è perfetta, Cosi la seconda breue non sara fatta im-
perfetta dalle due seguenti minime, ma le due semibreui si bene in essa breue consi-
derate resteranno imperfette, la quale intelligenza & uerita si potra chiaramente
dimostrare in questi modi Et in altri
simili, E certo quanto al primo es-
sempio, doue appaiono cinque mini-
me dopo la breue, egli non si puo negare, chelle tre non facciano la predetta breue
imperfetta, perche sono il ualore, & la quantità di una terza parte di quella, cioè
di una semibreue perfetta, Cosi anchora quelle due minime, le quali auanzano do-
po le tre, saranno computate nella detta breue affare imperfette le due semibreui,
lequali oltra quelle, che fanno imperfetta la breue restarono perfette in essa breue,
Il medesimo anchora accadera nella seconda dimostratione, perche la semibreue po
sta dopo la breue fara imperfetta essa breue, & le due minime poste dinanzi a tal
breue faranno imperfette quelle due semibreui, le quali dopo la imperfettione della
breue rimasono in detta breue, Se adunque in ciascheduno de gli essempi predetti sa
ra mossa ouero leuata uia la imperfettione delle due semibreui sopradette, cioè quel
le due minime, le quali alle tre minime sopra auanzano, & similmente quelle due
minime, le quali sono poste dinanzi la breue del secondo essempio, seguiterà, che so
la la breue restera imperfetta, & cosi in contrario, Se dal primo, & dal secondo
essempio sara tolta uia la imperfettione delle predette due semibreui, cioè le due mi
nime, solo il tempo, ouero la breue restera imperfetta, & le due semibreui in esso
tempo rinchiuse saranno perfette, Et questo tale ordine è tenuto per fermo, & uero
da ogni Musico, & dotto Compositore.

Qual sia stato il primo, e 'l secondo segno da gli antichi, & dotti
Musici dimostrato. Cap. IX.

Per essere cosa necessaria, et molto al proposito intendere i segni appartenenti
al canto figurato diremo non solamente de semplici, ma anchora de composti
& de diminuti tra quali dimostreremo principalmente esseruene duoi, per liquali
si conosce il numero perfetto, & l'imperfetto, & anchora il diminuto, Pertanto il
primo segno da molti Musici dottissimi è futo chiamato segno di Modo con Tempo,
Et il secondo segno di Tempo con prolatione, Il primo diessi adonque è stato da lo-
ro figurato, & dimostrato in quattro diuersi modi, Il primo con un circolo, & con
una ternaria cifra, come qui. 3. Il secondo con un semicircolo & una cifra ter
naria. 3. Il terzo con un circolo, & una cifra binaria, come qui. 2. Il quar-
page 71to col semicircolo, Et una binaria cifra, come qui. 2, i quali quattro segni di-
mostrati, come al capitolo 28. del primo libro del Toscanello habbiamo detto sono
applicati al Modo minore perfetto, & al modo imperfetto, oueramente alla lunga,
Per laqual cosa se un concento sara segnato con questa figura, cioè col primo. 3.
la lunga ualera tre breui, & la breue tre semibreui, perche sempre quella nota si di
ce esser perfetta, alla quale il circolo è attribuito, il qual modo essendo, cosi se-
gnato la breue, ouero tempo sara perfetta, perche essa è in tre parti delle sue mi-
nori propinque diuisa, alla qual breue tal cifra ternaria è attribuita, ma se un al-
tro canto sara segnato col secondo, come qui. 3. alhora la lunga non ualera altro,
che due breui, & questo adiuiene, perche il semicircolo, ilquale è appropiato al Mo-
do minore, oueramente alla lunga dinota imperfettione, ouero binaria aggregatio-
ne di tempi, et in tal segno la breue sara perfetta, perche la cifra ternaria posta do
po il semicircolo dimostra al Tempo ternaria diuisione. Gli altri duoi seguenti se-
gni hauendo chiaramente inteso la natura, & la proprieta de sopra detti, facilmen
te saranno intesi de quali l'uno sara, questo. 2. per lo quale sara compreso la lun
ga essere di tre breui, & la breue di due semibreui rispetto alla cifra laqual dimo-
stra binario numero, Et nell'altro, che è questo 2 ultimo da noi segnato non cade
ra alcuna perfettione, perche non si dimostra per figura circolare, ne con cifra ter
naria pertanto il modo, ouer la lunga, et la breue saranno imperfette. Il secondo segno
da musici dimostrato, ilquale è chiamato Tempo con prolatione è come qui simil
mente ha quattro uarietà di segni, cioè, Il circolo col punto, come di sopra si uede,
Et il semicircolo col punto, come qui Il terzo, e 'l quarto un circolo, & un senza punto, la perfettione de quali consiste nella breue, & nella semibreue, come
chiaramente si uede al capitolo 8. del primo libro del nostro Toscanello, Quan-
to a segni diminuti dicono alcuni, che il segno diminuto ne canti usato, non è altro,
che quando una figura acquista il ualore della nota minore a se propinqua del segno
non diminuto cioè, quando la massima è intesa per una lunga, la lunga per la bre-
ue, & la breue per una semibreue, & cosi dell'altre seguenti, Alla qual oppenione
in contrario dannoi è detto, percioche ne segni de diminutione imperfetti potra bene
ciascheduna nota conuertirsi nella minore à se propinqua, pero tutto che tal dimi-
nuimento accada nelle note comprese sotto il segno che significa perfettione, non ha-
uera luogo nella breue come si dimostra nel presente essempio
Nelquale chiaro si uede, che ciascuna di quelle quattro breui do
po il segno circolare poste saranno perfette, & ualeranno tre
semibreui, ma se tal segno sara diminuto, oueramente tagliato, come qui alhora
quella uergola, laquale attrauersa o taglia il circolo o altro segno, sempre dimostra
diminutione, la onde sara forza che ciascuna di quelle quattro breui del ta-
gliato sia per se considerata per la metà rispetto alla quantità del segno circolare
non tagliato seguitera adunque, che ciascheduna breue perfetta del circolar segno
tagliato non potra ualere una semibreue del segno non tagliato, oueramente dimi-
page 72nuto, perche la breue del tempo perfetto passa per tre battute, per laqual cosa sara
di bisogno chella breue del tempo perfetto diminuto comparato, passi per tre mini-
me, al segno non tagliato per loqual rispetto non si potra conuertire una nota nella
sua minor seguente, ma trouandosi tal figuratione,
ciascuna breue, & semibreue sotto la data diminutione
hara ualore della parte minore a se propinqua, & que
sto si intende procedendo nel canto, perche le note del segno tagliato si cantano piu
uelocemente per lo doppio, per laqual cosa sara meglio diffinire, che la diminutione
non sia altro, che quando una nota ha uertu della metà del suo ualore intero, la qual
diffinitione sara consentanea, et amica all'uno, et all'altro numero, cioè al perfetto, et
allo imperfetto, ma quella, che di sopra habbiamo detto essere di altri, solamente so
disfara al numero, & alle note imperfette, la qual diminutione, come habbiamo
detto, si conosce quando i segni sopradetti saranno tagliati, ò attrauersati, onde tali
segni saranno chiamati segni di modo, con tempo, diminuti, Et quando haranno il
punto in mezzo essendo pure tagliati, saranno detti segni di tempo con prolatione,
come alla oppenione. 6. del canto figurato à sufficienza habbiamo conchiuso, ma
bene auertirai, che se ben tali segni saranno diminuti, le loro note in tali segni messe
sempre resteranno in quella quantita et numero perfetto, et imperfetto, nel quale era
no inanzi alla loro diminutione di maniera, che tra loro non haura differenza alcu
na eccetto che nelle note, perche la doue nel segno non tagliato per una battuta pas-
sa una semibreue, nel tagliato ne passano due, & una minima per due minime, Et il
medesimo accadera delle altre figure, Et perche alcuni hanno detto, che nella dimi
nutione la misura sola è quella, che uaria, et non le note, Qua habbiamo da conside
rare, che altro non è misura, che una lunghezza di interualli equali finita, pertanto ta
li figure del seguente essempio saranno intese douer essere
annouerate nel cantare in dui modi, cioè semplicemente,
& non, sotto la misura considerata dal mouimento dello
abbassare, et dello inalzare, Et intorno il primo modo di misurare, o annouerare in
questo segno diminuto, si cerchera la quantita del tempo, ouero della breue, pi-
gliando due semibreui, o 'l loro ualore, dato che anchora fussero sotto il segno semi-
circolare non diminuto, come qui, Onde secondo questo
modo di misurare il canto, la misu- ra, la quale accadera
nell'annouerare le note del segno di sopra diminuto, non sa
ra uaria dal misurar le note del segno non tagliato, perche in ciascun segno la bre-
ue si diuide in due semibreui, Quanto al secondo, considerando il canto sottoposto
al semicircolo diminuto, & dato dal Musico, o Cantore, alla misura si fara altra
consideratione, Imperoche alhora le note sotto al segno diminuto poste procederan
no per lo doppio rispetto alle note del segno non tagliato nelqual segno diminuto
tanto ualore hara una breue, quanto una semibreue del segno non diminuto, & per
tal modo le semibreui del segno diminuto cosi nelle pause, come nelle note cantabili
page 73haranno ualore, et uertu di minime rispetto al secondo segno diminuto, Conchiudere
mo adunque, chella oppenione di questi tali sia falsissima percioche, come chiara-
mente appare, la misura presa nel principio del canto mai non uaria, ma le note
sono quelle, lequali fanno la uariatione, perche come disopra è stato detto per una
semibreue del segno non diminuto, sotto quel medesimo mouimento, & misura pas-
sano due semibreui, oueramente una breue del segno tagliato, Et per essere al presen-
te al proposito nostro è cosa necessaria auertire che molti, & molti si ritrouano,
liquali secondo la loro fantasia, & senza consideratione alcuna commettono eui-
dentissimi errori circa le proportioni, & massimamente della sesqualtera habitudi-
ne da Musici & Compositori communemente essercitata, laquale con poca auerten
za da quegli che cantano è prononciata, l'errore de quali di qui nasce, che dopo la
misura data al principio del canto, secondo il segno apparente dopo alcune note pa
randosi loro la sesqualtera le daranno una noua misura con-
traria a quello, che sara stato il uero intelletto del Musico, et Compositore di quella,
dal quale inconueniente ne risultera una proportione non considerata dal Musico,
perche mutando la misura alla apparente sesqualtera come quella, che per se non
potendo stare è relata & comparata al segno, ouero alle note dinanzi a se poste
per tal mutatione essa contro la oppenione del Compositore, non sara sesqualtera,
ma quasi sempre tripla, come dimostra il seguente essempio

Per lo qual processo molti cantori poco pratici daranno la misura à tal principio
sopra la semibreue, & questo faranno per piu loro facilità, Ilqual modo sara con-
trario alle note seguenti dopo la sesqualtera, perche facendo passare nel principio
una semibreue per battuta, peruenuti alla sesqualtera; ne passeranno tre sotto quel-
la, per lequali ne nascera la tripla, & non la sesqualtera, Et per questo ne segui-
rebbe quello, che disopra habbiamo detto, cioè che la misura sarebbe uaria, & non
le note, pertanto ti sara necessario sempre in tali processi dar la misura sopra la
breue, o sopra la sua quantita, & senza mutar altra misura cantar tre note simili
contra le due dette dinanzi, lequali cagioneranno la sesqualtera intesa, et immagina-
ta dal Compositore, dalqual modo ueramente si uede, & conosce, chelle note sono
quelle, che uariano, & non la misura, laquale sempre si dee osseruare dal principio
al fine secondo la natura del segno; quantunque ne seguitassero cento proportioni,
Similmente ne occorre un altro inconueniente manifestissimo intorno la sesqualtera
proportione, nellaquale molti senza consideratione alcuna creano una proportione
per un'altra, come dimostra il seguente essempio.
page 74
Intorno ilquale hacci di quelli, iquali pensando cantare le note sesqualterate per ue
ra sesqualtera, inconsideratamente ui producono una sotto sesquiterza,
perche fanno passare tre di quelle minime sottoposte al termine sesqualtero contro
una breue, o 'l suo ualore del primo segno diminuto, la qual comparatione o modo di
cantare non è sesqualtera proportione, ma sotto sesquiterza, perche passano tre mi
nime contro a quattro, La onde per rimouere tali inconuenienti, & manifesti erro-
ri auertirai, a cantare sei di quelle minime sesqualterate o 'l loro ualore in un solo
tempo del segno diminuto inanzi posto, Et in ogni altro modo simile sempre in que-
sta guisa procederai.

De quattro modi da gli antichi, & moderni musici ordinati. Cap. X.

Se alcun dotto, o mediocre musico facesse discorso essere fuor di proposito trat
tar di quello, che piu in uso non si uede, cioè intorno alla intelligenza, & co-
gnitione de Modi da gli antichi intesi, & essercitati opponendoci tal nostra fatica
essere di souerchio, & di piu forse, che io uoglia rinouare la consuetudine antica, &
riprouata si risponde, che noi non uogliamo altramente rimouere cosa alcuna dalla
consuetudine moderna per introducere alcune di quelle della antica, ma bene inten-
diamo dimostrare come alcuni segni del canto figurato hanno hauuto principio, et
nascimento da quegli de gli antichi Musici, & come essi hauendo constituito, & or
dinato le cinque figure, ouer note essentiali per commodo del canto figurato, cioè
la Massima, la Lunga, la Breue, la Semibreue, & la Minima, & in esse conside-
rato, che alcune si hauessero a cantare & alcune, che in pause si contenessero, le
quali tutte non altronde nascono, che dalla figura breue chiamata da molti Tem-
po, loro hanno ordinato dui numeri, l'uno chiamato perfetto, & l'altro imperfet-
to, da quali ciascuna delle dette note saranno misurate, per laqual cosa essendoci so-
lamente quattro note, ouer figure, alle quali è dato il numero ternario & il bina-
rio è stato di necessità appropiare loro dui segni differenti, per gli quali fosse co-
nosciuto quali fossero del ualore ternario et quali del binario, l'uno & l'altro de
quai ualori è dato alla lunga, alla breue, & alla semibreue, ma alla massima fu-
rono dati proprij segni per la cognitione del suo numero ternario & binario, da
quali fosse intesa perfetta & imperfetta, Appresso apo loro quando un canto era
segnato nel principio col semicircolo semplice mostraua la imperfettione al tempo,
ouero alla breue, ma essendoui il circolo era intesa la breue esser perfetta, Et se al
circolo, & al semicircolo era dato una sola numerale figura come qui 2. 3. 2.
3. era rimosso il nome del tempo, & permutato nel modo detto minore, Et le ci-
page 75fre erano assegnate al tempo perfetto, & imperfetto, ma se erano col circolo, &
col semicircolo due cifre, di modo minore il circolo, e 'l semicircolo diuentaua mag
giore, & la prima cifra era detta Modo minore, & la seconda Tempo, oltre di
ciò se nel principio era il circolo, esso era chiamato modo maggior perfetto, la doue se
ui era il semicircolo si domandaua modo maggior imperfetto, di maniera che la cifra
seguente essendo ternaria era detta modo minor perfetto, et se era binaria imperfet
to, Et l'ultima seguente cifra se era ternaria tempo perfetto, & se binaria imper-
fetto era detta, come da noi al cap. 27. del primo libro del nostro Toscanello alcu-
ne cose anchora ne sono state dette. Alla minima non si da segno alcuno, conciosia
cosa che essendo dallei diuiso il tempo, essa è l'ultima figura di esso secondo l'ordine
delle cinque figure essentiali. considerate, delle quali daremo notitia, & cognitio-
ne piu breue, & facile, che per noi sia possibile. Diciamo adunque, che se un canto
sara segnato, come qui 33. la massima hara il ualore di tre lunghe perfette, & la
lunga di tre breui perfette, & la breue di tre semibreui, & la semibreue di tre mi-
nime. Et desiderando intendere qual nota sia alterata, dico, che le lunghe saranno
alterate le breui, le semibreui, & le minime rispetto alla massima alla lunga, alla
breue, et alle semibreui, le quali sono perfette, Et essendo segnato cosi 23. la mas-
sima, la breue, & la semibreue saranno perfette, & per conseguente alterera la se-
mibreue, & la minima, Ma se hauera questo segno 22. la massima, & la semibre-
ue saranno perfette, Et la , & la minima saranno alterate, Ma trouan-
dosi in questo modo. 32. la massima, la lunga, & la semibreue saranno perfette
alterando le breui, & le minime, Et mutando la figura in questo modo. 33. la mas-
sima perdera la sua perfettione, per essere il semicircolo inanzi posto, & la lunga,
la breue, & la semibreue resteranno perfette, & le breui, le semibreui, & le mini-
me altereranno, Ma stando cosi. 32. la lunga, & la semibreue saranno perfette,
alterando le breui, & le minime, Et se stara a questo modo. 23. le breui, & le se-
mibreui saranno perfette, Et solamente le , & le minime altereranno, Et se
cosi 22. le semibreui resteranno perfette, & solamente la minima sara alterata,
Anchora il trouerai in questo modo. 33. nelquale la massima, la lunga, & la bre
ue saranno perfette, alterando le lunghe, le breui, & le semibreui, E trouandolo cosi
32, la massima, & la lunga, saranno perfette, Et solo le lunghe, & le breui alte-
reranno, Ma se sara cosi 23. la massima, & la breue saranno perfette, & le lun
ghe, & le semibreui saranno alterate, Et se cosi. 22. la massima sara perfetta, et
le lunghe haranno alteratione, Nella seguente figura. 33. la lunga, & la breue sa
ranno perfette, Et per conseguente altereranno le breui, & le semibreui, Et in que-
sto, 32. la lunga sara perfetta, & solo altereranno le sue breui, Et oue il ritrouas-
si in questa guisa. 23. le breui saranno perfette, & solamente le semibreui altere-
ranno, Resta la seguente, & ultima figura. 22. nella quale non hauera luogo il
far imperfetto, ne l'alterare, rispetto al semicircolo, & alle cifre binarie, Et quan-
tunque tali segni al presente non si usino, nondimeno non ti dee essere molesto l'ha-
page 76uere apparato in che modo essi siano da douer esser intese.

Del tacito ualore della Massima. Cap. XI.

Hauendo dannoi hauuto notitia del ualore della Massima, ci è paruto conuene
uole appresso dimostrarti, come al Musico è stato necessario ordinarle il ta-
cito ualore, il quale i saggi, & dotti Musici hanno significato colla pausa di lunga
tante uolte raccolta quanto sara il ualore di essa massima inteso, Adunque eglie di-
bisogno chella positione, & apparenza di tal pause, le quali dimostrano il ualore
delle note che non si cantano in se habbiano ordine, cioè binario, & ternario, il qua
le non sara cosi necessario alla lunga, che si canta, perche le figure cantabili han-
no lecita cagione di uariare il loro ascendere, & discendere, nel quale consiste la
uera harmonia, Et quinci nasce, che il tacere non puo producere harmonico con-
cento, pertanto le sopradette pause molte uolte prese alla quantita della massima
serueranno l'ordine del numero ternario, & del binario, come qui,
Il qual modo da moderni Musici, è stato ordinato e tralasciati i so-
pradetti segni dagli antichi usati, i quali nel seguente ordine di pau-
se ternario, & binario dimostrano il medesimo effetto, che faceano gli antichi ne
sopradetti segni.

Valor di massi-
me & lunghe.

Et certamente ciascun segno disopra di-
mostrato produce ogni suo effetto, &
ordine differente da ciascun altro, di ma-
niera che mediante la cognitione di tali segni, la figura della massima, & della
lunga ci sono rappresentate in quella guisa che è ogni causa dal suo effetto, ouero
ogni subietto dal suo accidente, per laqualcosa uolendo il Musico moderno lasciare
il presente segno. 33. da gli antichi usato per dimostrare il suo Modo maggio-
re, e 'l modo minore, e 'l Tempo perfetti si uale del seguente Ilquale dimo
stra chella mente del Compositore fu che in qualunque canto, doue esso
si ritrouasse desse notitia, chella massima douesse hauere il ualore delle
tre lunghe, & la lunga delle breui, Et per quest'altro. 32. da essi antichi era di-
mostrata la massima perfetta, & la lunga, si come da moderni dimostrano, le tre
pause di tre tempi, Et quando essi antichi & dotti musici uoleuano rappresentare
la massima perfetta, insieme posta col tempo perfetto, da loro era usato il pre-
sente segno. 23. & i moderni, il circolo, con tre pause di lunga di tre tem-
pi luna. Et se uoleuano figurare la massima perfetta, la lunga, & la breue
imperfette non con altro, che col presente segno. 22. le dimostrauano, si come
hor dal Musico moderno con questo sono rappresentate, Et quando il Mu
sico antico uoleua intendere, che la massima fosse imperfetta, & la lun-
ga, & la breue perfette, era il suo segno, come qui si uede. 33. La on-
de i moderni a sua similitudine fecero quest'altro Appresso uolendo gli an-
tichi che sol la lunga restasse perfetta, ciò non con altro, che col presente segno
page 77dimostrauano. 32. la doue dal moderno ciò con questo fu significato, Et quan
do essi uoleuano dar a conoscere il tempo perfetto, da loro era usato il pre-
sente segno. 23. come da moderni il segno seguen- te Et tutto
che il presente segno. 22. non sia d'importanza alcuna si co- me quello,
delquale i detti antichi Musici non si ualeuano ad altro uso, che a dimostrare ogni
figura binaria, pero ci è paruto di metterlo per non mancare dell'ordine incominciato.

Oppenione di alcuni intorno la breue perfetta & imperfetta. Cap. XII.

Da alcuni è creduto, che ogni breue, la quale, sia posta innanzi a due pause
come qui essa debba sempre essere perfetta in quella guisa, che è
ogni simile posta innanzi alla sua simile, conciosia cosa che le dette pause di semi-
breui siano del ualimento di una breue imperfetta, Alla qual oppenione dannoi è ri
sposto, che se tal ordine potesse essere tenuto, si uederebbe da precetti Musici nasce
re gran confusione, per tanto non è da dire che le due pause con la forma, o corpo
della detta breue siano simili, conciosia cosa che la breue si uegga hauere diuersa
figura dalle pause, ma ben si potra dire esse pause essere del medesimo ualore della
breue imperfetta, Et se alcuni ci si oppenessero dicendo chella regola data della bre
ue perfetta dinanzi la sua propia pausa, non fosse sempre perfetta, percioche essa
pausa non ha somiglianza con la detta breue, tutto che ella sia del medesimo ualo-
re, dannoi si risponde, chella pausa di breue è degna, & merita chella figura bre-
ue inanzi allei posta sempre sia conseruata perfetta, conciosia che essa pausa sia sta
bile, & permanente, & dal Musico ordinata perfetta, & imperfetta, perfetta nel
segno circolare, et imperfetta nel semicircolare, senza mai cangiare la sua forma,
la onde le due pausette della semibreue insieme messe non haranno tal potere, che
sempre aumentino la breue al ualor del numero ternario, percioche ciò stà nel uole
re del Musico, & Compositore, dal quale ueggiamo molte uolte essa breue essere fat
ta perfetta, et imperfetta, Imperfetta dalla parte dauanti da una minore di lei, o da ol
tre tanto ualore, dalla parte dopo daun punto posto fra le due pausette, Et piu, a mag
gior loro biasimo, et confusione uogliono chella breue dinanzi la seguente legatura,
ouero nota maggior di se ouero dinanzi a un tempo disemibreui insieme unito sia per-
fetta lequali oppenioni sono false, et senza ragione alcuna da loro intese, et credute,
Raffermeremo adunque, et conchiuderemo, chella breue inanzi alla lunga, o alla massi
ma et alle pausette di semibreui, Et similmente dinanzi alla quantita del numero terna
rio, et alla legatura è in arbitrio del Compositore come la figura seguente dimostra
page 78

Perche la Massima non ha pausa. Cap. XIII.

Benche alla oppenione prima sia stato detto, chella massima non ha propia pau
sa non hauendo di ciò assegnato ragione alcuna è dibisogno trattarne alcu-
ne cose sopra lequali bisognera considerare, che trouandosi la pausa della breue, et
della semibreue si ritroui anchora quella della massima, percioche non bene assomi-
gliando l'una all'altra la nostra oppenione non sarebbe approuata, Appresso sara
di mestieri hauer consideratione, che se la pausa della massima come quella, che de-
riua dalla pausa della lunga piu uolte intesa per essere uariabile, cioè binaria, &
ternaria, producera processo uariabile, similmente conuerra chella breue sia forma
ta di piu pause di semibreui uariabili, pertanto la pausa della massima sara dimo-
strata con tante pause della lunga, quanto sara il ualore di quella dal Musico in-
teso, & considerato, perche esso le potra dare le tre pause di tre tempi & di dui
Et la oue egli le ne desse tre di lunghe perfette essa dimostrerebbe la quantita di no-
ue tempi, Et se la lunga sara imperfetta seguitera che la pausa della massima ne
occupera se non sei, come quella che hauera solamente ualor di sei tempi & cosi
in molti altri modi, Nondimeno diremo, che posto che si ritrouasse pausa di Massi-
ma fra essa, & quella della breue caderebbe un'altra contraria positione, & natu-
ra, percioche come habbiamo detto, la pausa della breue è inuariabile, Et quella del-
la massima sarebbe uariabile, perche la doue la pausa della breue sempre si conten-
ta da una riga all'altra occupando uno solo spatio, dimostrante la diuisione terna-
ria, & binaria per lo suo segno apparente, Quella della massima si dimostra con
moltitudine di pause insieme accolte, per laqualcosa douendo essere tra loro somi-
glianza uera, bisognerebbe, che essendo la pausa della massima mutabile, & uaria,
similmente quella della breue non hauesse in stabilita ne fermeza alcuna, et sella
breue ha pausa immutabile, che anchora essa massima hauesse pausa inuariabile, &
ferma, laqualcosa non puo essere a guisa alcuna, percioche oue fosse dato al Tempo
la pausa uariabile, sarebbe di necessità, che tal pausa in due diuersi modi, il che di sua
natura non concede fosse considerata, l'uno, che bisognarebbe dar alla breue, ouer tem
po imperfetta una pausa, laquale contenesse in se due uolte la pausa della semibreue
Come qui la qual pausa sarebbe chiamata dal Tempo imperfetto, L'altro,
che tal pausa piglierebbe la forma di tre semibreui come qui la qual occu-
parebbe un spatio intiero, & la metà di esso, Et per tal modo la pausa del Tempo
perfetto con quella del modo maggiore sarebbono fra se simili, non ostante, che in
tal consideratione tra loro cadessi non poca dissomiglianza, perche la immaginata
& non data pausa dimostrerebbe moltitudine di tempi, & quella breue dinotereb-
be il Tempo in tre terze parti diuiso. Si potrebbe intorno la similitudine delle dimo-
strate domandare ad alcuni, se egli fosse in uso di segnare il Tempo perfetto con la
pausa di breue uno intero spatio & la metà di esso, come qui &
page 79l'imperfetto di uno intero spacio, Et appresso non ritrouandosi il circolo, ilquale
dimostrasse la perfettione del Tempo, ma sol le pause delle due semibreui, come qui
se si direbbe che tal binaria positione di pause desse cognitione della breue
perfetta diciamo di no, perche trouandosi la propia pausa del Tempo perfetto, &
imperfetto come qui tal pause delle due semibreui nel canto, sarebbono di
souerchio, & in uano addotte circa la perfettione del Tempo, perche non opperereb
bono l'effetto accidentale del circolo ne di altro segno, Et se alcuno fosse di contra
ria oppenione dicendo, che tali pause di semibreui insieme poste potrebbono essere
in questa consideratione necessarie come qui Si risponde, che
alhora le dette pause non hauerebbono forza di dimostrare
perfettione alcuna per essere loro innanzi posto il segno cir
colare, ma sarebbono intese a douer diuidere la pausa del Tempo imperfetto in due
parti equali, perche, come dimostra la seguente figura, sarebbe dibisogno che la se-
conda semibreue alterasse come qui si come comanda la rego-
la dell'alteratione, Onde il Musi- co per rimouere tal altera
tione diuidera la pausa del tempo imperfetto in due pause di
semibreui per lequali ragioni, a noi pare, che esse piu regolarmente doueranno es-
ser poste se saranno separate dall'una riga a l'altra, come qui
perche le pause, lequali secondo il misurare del canto cadono
diuise non debbono per tal cagione essere insieme poste, nondi-
meno in questa consideratione, o siano separate, o no, non è di molta, o di niuna im
portanza. Hauendo con tali fondamenti dimostrato, come la pausa della breue si
possa ritrouare uariabile cioè di Tempo perfetto, et imperfetto, manifestamente ap-
pare, che essendo nella guisa che habbiamo detto segnata dal musico, le pause delle
semibreui come qui non potranno dimostrare il Tempo essere perfetto,
Perche se la pausa della breue perfetta fosse prodotta diuersa dalla pausa del Tem-
po imperfetto le pause delle semibreui disopra mostrate intorno la perfettione del
Tempo, sarebbono indarno poste, perche ciascuna di esse breui harebbe la sua pro-
pia pausa, Et a questo modo bisognerebbe fare la medesima differenza nella massi
ma, perche uolendo assegnare a ciascun temporal ualore & quantita di quella ogni
sua propia pausa sarebbe necessario constituire una uirgola, o pausa, la qual con-
tenesse quando fosse perfetta noue tempi, & quando imperfetta sei, & alcuna uol-
ta quattro, per loquale ordine, & modo chiaro si uede che in tutti i canti nascereb-
be non poca confusione, perche alle consuete righe ordinate per li nomi delle note
sarebbe forza aggiongerne dell'altre alla grandezza della pausa de sei tempi, &
molto maggiormente poscia a quella de noue. Dalle sopradette ragioni adunque
si puo conoscere, chella massima restera priua della propria pausa, & quando essa
hara bisogno del suo tacito ualore, con oltre tante pause di lunga sara reintegrata,
le quali quantita, & ualori nascono tutte da esso tempo Musico, ilquale piu uolte
preso genera il modo minore & il maggiore, et diuiso in parti minute crea & ge
page 80nera la minore, & la maggiore, la onde essendo esso primo, & capo per
merita pausa propia, et inuariabile, Alcuni si mouono dicendo, che non
essendo ordinato dal Musico propia pausa alla massima, per conseguente non si dee
ne anche dare pausa alla breue, Et dicono esser necessario dare alla breue il tacito
suo ualore con la pausa della minore a se propinqua tante uolte presa quanto sara
il ualore di essa breue, cioè se il tempo sara perfetto, tal sua perfettione, ouero ter-
naria diuisione sia dimostrata con tre pause di semibreui in una riga come qui
, Et similmente il ualore del Tempo imperfetto, oueramente breue imper
fetta con due altre pausette come qui le quali tre pause disopra dimostra
te senza altro segno daranno notitia della breue perfetta, come le binarie dimostre-
ranno la breue imperfetta, pur che nel canto non appaiano le tre disopra mostrate,
per li quali segni le note saranno annouerate a tre, et a due, Si risponde, & conchiu
de, che tutto che al ualore binario, & ternario della massima siano date oltre tan-
te pause di lunga, non si conuiene pero dare alla pausa della breue oltre tante pau
sette di semibreui, quanto si conuenga alla quantita sua ternaria, & binaria, per-
che da essa depende ogni altra pausa, et figura, per tanto la massima, quando le sara di
bisogno tacere, dependera dalla pausa di tante uolte moltiplicata, quanto sara
il suo ualore, ma non gia allo 'ncontro la pausa della breue non potra deriuare da
quella della molte uolte presa, perche esse pause della massima diriuando
da quelle della breue conuiene che esse le restino soggette. Altri dubitando si mouo-
no dicendo, che se il modo maggiore perfetto si conosce per la apparenza delle tre
pause della lunga di pari poste, Et quelle dello imperfetto maggiore per le due pau
se dette, seguitera, che nell'istesso canto cadera contrarieta, quando l'una, et l'altra
positione delle dette pause ui si troueranno, come appare in questo essempio
Onde tal contrarieta dicono auenire, perche in un solo concento, o su
bietto caderanno duoi contrari di perfettione, et d'imperfettione, Al
qual dubbio si risponde, chelle due pause di lunga possono ragione-
uolmente stare ne canti del modo maggior perfetto senza producere alcuna con-
trarietà, come quelle che hanno in se perfettione, & imperfettione, come anchora
accade delle breui perfette, & imperfette, lequali hanno luogo nel Tempo perfetto,
pur che essa massima, ouer pause siano reintegrate dalla terza loro parte, o per pau
sa, o per nota cantabile, Come disopra la figura dimostra, Ma quelle a tre insie-
me poste non si conueranno porre nel modo maggiore imperfetto, percioche in ta-
le consideratione esse sono annouerate per misura binaria, & non ternaria, come an
chora non è licito segnare le pause, che significano perfettione sotto il segno della
imperfettione, come si uede qua Ma accadendo al Mu
sico a segnare le tre pause di lunga, esso sara co-
stretto segnarle in tal guisa, & modo come la seguen
te figura ti dimostra.
page 81 Similmente senza commettere errore, gli sara
conceduto porre nel modo maggior perfetto
due pause di lunga inegualmente poste co-
me il seguente.
& in altri modi, i quali da noi per breuita
sono lasciati, da quali altri tutti modi ti
guarderai tu Compositore di non incorrer
ui saluo che in quelli, che da me sono stati
posti, i quali appresso ogni dotto senza alcun dubbio sono & saranno confermati.

Come il Musico non ha riguardo di far imperfetta piu l'una che l'altra molte note in un corpo unite. Cap. XIIII.

Facilmente potrebbono credere alcuni, che le note minori poste dauanti, o do-
po qualche maggiore hauessero auttorita, & forza di leuare la perfettione
piu alla prima, che alla seconda, o alla terza di molte note in un corpo rinchiuse et
intese, per laqual cosa ueggendo noi molti incorrere in tal errore, come amatori di
coloro, che in quest'arte si affaticano a loro giouamento, & sodisfatione alcune
cose dannoi saranno dimostrate; Prima habbiamo da considerare che ogni nota,
nella quale possa essere perfettione, eccetuando le pause tal nota potra essere fatta
imperfetta dalla minor di lei a se propinqua, & anchora da oltre tanto suo ualore
come seguitando si uede & dato che il primo, & il secon-
do essempio per la posi- tione delle semiminime sia tra se
differente però in cio non cade errore alcuno, perche al
cuna uolta le dette minime piene possono in tali segni puntati dal Musico essere in-
tese per euitare l'alteratione, che senza esse si uedrebbe sortire pur che ne canti do-
ue esse fanno tal effetto non si ritrouino dell'altre note simili sopra la quale imper
fettione da molti sono addotte alcune ragioni da dotti non concedute, ne approua-
te, delle quali alcune dannoi saranno dimostrate nel seguente segno,
Essi dicono che le due minime del presente segno poste dopo la breue
facendo delle tre semibreui, che in essa sono immaginate due imper
fette, & l'altra rimanendo perfetta per tal modo la breue uerra a restare di ualo-
re di sette minime, Et se tal breue tre minime continue haura dopo se, come qui
credono, che tali tre minime facciano imperfette quelle tre se-
mibreui contenute nella detta breue, la quale oppenione è fal-
sa, & male intesa, perche le tre semibreui, lequali sono il ua-
lore di essa breue perfetta non possono essere fatte imperfette dalle tre dette mini-
me, perche oue cosi fosse egli seguiterebbe che la breue perfetta non si potesse fare
imperfetta della sua terza parte, laquale è la semibreue, laqual cosa sarebbe con-
tro la regola, laquale comanda che ogni nota perfetta si possa fare imperfetta quan
page 82do le se toglie la terza sua parte, laquale è la semibreue o 'l suo ualore pertanto uo-
lendo questi tali, che quelle tre minime habbiano forza di far imperfette le tre se-
mibreui continue nel corpo della detta breue, si conchiude tal loro parere essere fuo
ri di ogni ragione, perche tolta la perfettione a ciascheduna delle tre semibreui con
siderate perfette nella detta breue, essa resterebbe perfetta di tre semibreui imper-
fette, Et per tal modo, la breue dopo la imperfettione delle tre semibreui sarebbe fat
ta imperfetta da una semibreue perfetta, la qual immaginatione sarebbe contraria al
sopradetto segno, perche esso dimostra che 'l tempo, ouer la breue è formata di tre
semibreui, Et perche alcune cose dette disopra fanno, in questo luogo al proposito
nostro non ci è paruto inconueniente reiterar per poter meglio conchiudere quel-
lo, che da ogni huomo forse non è inteso è da alcun creduto, che quando il Musico,
ò Compositore ne suoi canti dimostra la presente figuratione. che la
semibreue posta dinanzi alla lunga possa far imperfetta la prima breue
contenuta nel corpo della lunga, Et che quella posta dopo la lunga
del seguente essempio, habbia forza di far imperfetta la seconda bre
ue di quella, Le oppenioni, et inconsiderate considerationi de qua-
li procedono per ter- mini non ragioneuoli, perche si estendono in
quello, che non puo stare ne essere inteso, percioche il contenere che fa la lunga del-
le due breui non è si come essi credono secondo la quantita discreta, ma secondo la
uertu, che essa ha di natura, perche dato che in tal lunga siano due breui, non pero
tal breui saranno in tal lunga secondo il lor ualore formale, Mancando adunque
della forma loro propia di breue, per conseguente loro manchera etiandio l'esser det
te, prima, seconda, & terza breue, quando esse nella lunga saranno fatte imperfet-
te, onde se a tal lunga per cagion delle breui fosse fatto distintione di prima, secon-
da, o terza, ne nascerebbe alcuna uolta la similitudine che è tra loro, onde la semi-
breue in tal modo intesa, non potrebbe far imperfetta la prima breue
di essa lunga, & questo accaderebbe, rispetto alla prima breue della
lunga, laqual sarebbe innanzi alla sua simile, come il presente pro-
cesso dimostra Per tanto non è da considerare che in tal lunga, & al
tre simili fi- gure maggiori, o minori si possa ritrouare tal disten
tione di prima ne seconda, ne terza, ma è da credere, che la lunga habbia la uer-
tu, & ualore di due breui, & non la forma di breue, Et che ciascuna di esse breui
possa restare imperfetta da una di quelle semibreui, Et tal lunga sia permanente al
bergo & madre di tali note fatte imperfette, la onde humanissimo & candido let-
tore considerando le sopradette cose in altro modo, ageuolmente rimarresti ingan-
nato, & quanto piu note perfette si trouassero in una figura maggiore, tanto piu
manifesti errori da te sarebbono commessi.

Oppenione, & Resolutione, circa i Mandriali a
Note nere. Cap. XV. For further information on black-note madrigals, see The Anthologies of Black-Note Madrigals, ed. Don Harrán (Corpus mensurabilis musicae, 73; Neuhausen-Stuttgart, 1978-1981).

page 83Sappi candidissimo, & humanissimo mio Lettore, se nell'opera nostra saran-
no Oppositioni, senza alcuna inuidia, & maluoglienza, dannoi sono state con
dotte, Ma per amore & utilita di quegli che imparar desiderano. Per laqual cosa,
uedendo noi nuoui uiluppi, & corruttele manifeste, tacerle non si possono, Diremo
adunque, essere poco tempo, che da molti Compositori, è usato un certo modo di com
porre, dalloro chiamato, A note nere, sopra de quali scriuono, & dicono, Cantasi
a breue.
Et per tal cieco modo & corruttela l'uno l'altro, nella fossa si getta-
no, Questo adiuiene, che mancano della intelligenza del dalloro segna-
to, Conciosia cosa che, da ogni Musico antico, & moderno, non è, ne fu mai det-
to, che tal segno semicircolare non tagliato, si douesse cantare alla battuta, o misu-
ra della breue, Et che questo sia la uerita, considera, et bene esamina la natura de
seguenti segni, , doue conoscerai il tuo errore, & corruttela, per
che non fai differenza l'uno dall'altro, dicendo in questo segno, , Cantasi a bre-
ue,
Per laqual cosa, si domanda, che misura si dara a questo, , Non ho dubbio al-
cuno, che tu non dica, che la misura sara sopra la breue, o di tanto sua ualore, Se
cosi è, ne seguitera, che questi dui segni, , saranno eguali, Doue se cosi fusse, Sa
rebbe di souerchio, uno di esso, & contro a ogni precetto si procederebbe, perche
questo, , fa doppia proportione al seguente, , & al contrario, Sotto doppia pro
portione, Per le quali dimostrationi, & comparationi, non sara uero quello che da
te è creduto, Et se bene da te sara considerato, tu conoscerai, che tali Mandriali a
note nere, non saranno cantati a breui, ma a semibreui, perche in un tempo, ouer
battuta, non passa altro, che una semibreue, o tanto suo ualore, laqual semibreue,
o quantita sua, in detto segno, , indugia tanto, quanto la breue di questo segno ,
passa, Et per tal modo da te è compreso, & creduto, che tali Mandriali si cantino
a breue, & non secondo il propio, & natura del segno, Conchiudendo che tal misu-
ra, o tempo non è a breue, ma a semibreue, Perche come habbiamo detto, non altro
passa, che una semibreue per tempo, Et questo per la uelocita delle note apparenti,
& dimostranti.

Oppenione, & Resolutione, Intorno le Compositioni. Cap. XVI.

Habbiamo anchora considerato, alcuni processi, da molti Compositori usati,
non ragioneuoli, no conceduti, & con poco rispetto in luce mandati, iquali
essi dimostrano uolendo procedere da, C, acuto sospeso, a C, sopracuto non alza-
to, per un solo salto, o senza mezzi, ilquale da niun dotto, non sara confermato,
Perche tale interuallo è Diapason diminuto, guasto, & non ageuole a pronontiar-
lo, Per ilche altri, in contrario dicono, Che il buono, & intelligente Compositore,
quando se immaginera di procedere con tale ordine, segnera nel, C, sopracuto, il
sotto posto Diesi, accio che tal Diapason resti perfetto, Si risponde, chell'uno &
l'altro modo, sara difficile, dispiaceuole, & poco accetto, Pertanto potendo esso
page 84Compositore, procedere per altre uie, & modi, Non è honesto, ne lecito cercare,
quello che al Cantore dispiacera, Imperoche si dee sempre producere con commo-
dita di colui che cantar doura, Ilquale inconueniente anchora a te accadera, se uor
rai procedere per Diapenti, o Diatessaron incomposti, da uno stremo all'altro, con
questo segno , Conchiudendo che tali modi ouero passaggi, non sono da douer esse
re usati, ma rilasciati. Restaci da considerare, alcune sorti di Consonanze, Concio
sia cosa che, esse non siano tutte atte, ne condecenti, al nostro genere Diatonico,
Nondimeno saranno dannoi dichiarate, lequali sono, il Diatessaron maggiore, &
il minore, il Dittono maggiore, & il minore, il Tuono maggiore, & il minore, il
Semituono , & il minore. Il Diatessaron maggiore, si chiamera quella
distanza, delle quattro uoci, lequali nascono da, F, graue, a mi, acuto, & il
minore procede, da, D, ad, G, graui. Il Dittono maggiore, sara quello, che ca
de, da G, graue, a mi, acuto, & il minore, da, G, graue segnato con que-
sto segno , a , acuto, Il Tuono maggiore, si dimostra da C, a, D, acuti, Et il
minore, ha principio da, C, acuto, con questa figura, , ad Ela, mi, acuta con il
seguente segno, b, del Semituono maggiore, & del minore, alcuni ne hanno fatto
dichiaratione, nasce tal Semituono maggiore, dalla sillaba fa, alla sillaba, mi, del-
la Positione chiamata, b fa, , mi, ilqual Semituono per se non si prononza, ben-
che alcuni habbiano, tal falso parere.

LIBRO QVARTO.

DELLA MVSICA DORIA. CAP. I.

SI COME secondo la diuersità de luoghi, et delle prouincieueg
giamo ritrouarsi uarie, et diuerse nationi, cosi egliè manifesto esse
tra loro essere dissimili non solamente di costumi, ma etiandio di
lingue, Quinci auenne, che da queste diriuarono anchora uarij, &
diuersi modi di cantare, iquali tutto che al presente piu non si tro-
uino, però non resteremo di alcuni di essi di far mentione, si per
essere stati non poco degni, si anchora per essere stati da alcuni de Greci essercita-
ti, Et questi tai modi di cantare, & musiche hanno acquistato il nome da popoli
appresso de quali essi erano in uso, come da Dori, i quali erano nelle parti di Acha
ia hoggi detta Morea uicina ad Athene, cosi detti da Doro figliuolo di Nettuno,
la Dorica, o Doria, che piu ci piaccia di chiamarla, è appellata; Questo era fra
mezzo la Lidia, & la Frigia, & la sua natura partecipaua del molle, & del du-
ro, si come si uede essere la nostra, laquale col segno del b, rotondo et del , quadro
è composta, per laqual cosa appresso di noi il primo tuono a loro somiglianza è det
to Protho, ouero Autentico, habile, mobile, & lieto, come nel trattato nostro de
tuoni
habbiamo dichiarato.
page 85

Della Lidia.

La Lidia fu cosi detta da Lido figliuolo di Atho, & è posta nell'Asia maggiore,
i popoli della quale erano di natura rozzi, & austeri, la onde la Musica, laquale
da loro fu essercitata similmente, era dura, & aspra, si come appresso di noi si ue-
de essere quella, che col segno del, , duro e segnata, Il perche il Quinto Tuono Li-
dio è chiamato ouer trito, cioè terzo autentico, diletteuole, temperato, et allegro.

Della Frigia.

La Frigia è posta nell'Asia minore, cosi detta dal fiume Frigio, dalquale dalla
Caria essa è separata, i popoli dellaquale erano di natura molli, & mansueti, Et
per questo la musica, che da loro proueniua era molle, & diletteuole, si come è quel
la appresso di noi, che dal segno del, b, molle è retta, & gouernata, dal qual segno
nasce soaue, & dolce armonia; laqual cosa adiuiene per rispetto de Pentacordi,
& de Tetracordi dal loro naturale rimossi, et mutati, per laqualcosa per ritrouar-
si come habbiamo detto uarie lingue, & popoli, conseguentemente da quelli deriua-
no, diuerse musiche, & pronontie, si come della nostra, di quella de Franciosi, o
delli Hispagnuoli, o delli Inglesi, o de Tedeschi, & di altre nationi si uede auenire,
la onde da alcuni loro uarij titoli, & appellationi sono state appropiati, si come à
Franciosi il cantare, alli Inglesi il giubilare, alli Hispagnuoli il , a Tedeschi
l'urlare, Et all'Italiani il caprezzare, See Franchino Gaffurio, Theorica musicae, lib. 5, cap. 8. laqualcosa non mi si puo far a credere, che
da altro proceda, che da inuidia, & malignita essendo da questi tali stato non so-
lamente dato il luogo da sezzo alla Italia, ma anche quella di uituperoso, & biasi-
meuole nome chiamata, Non è da douer esser fatto certamente tal giuditio, percio-
che posto che la natura di particolare, & spetial gratia non habbia conceduto alla
Italia, che in essa tutto siano eccellenti in questa facolta di Musica, non è pero, che
cosi fra noi non ui habbia di buoni, & eccellenti Musici, come in Francia, & in
qualunque altra prouincia, si come in quelle medesimamente di ogni maniera se ne
ritrouano, Anzi uuo, che a loro consolatione, & conforto sappiano questi nostri ma
liuoli, & detrattori, che se Franciosi, Tedeschi, ò niun altro barbaro hanno qual-
che parte, che traluca in loro, che tutto hanno (sia detto con loro pace) apparato in
Italia come quella, che è cimento, & paragone di tutti i belli & buoni ingegni, &
doue loro conuiene che uengano a pigliare il giuditio e 'l condimento di ogni lor sa
pere, A torto adunque questi tali tal nome di imperfettione danno a gli Italiani, con
ciosia cosa che gia molti cosi huomini, come donne degni & eccellenti cantori sia-
no stati, & hora siano in Italia, de quali alcuni che lungo fora a raccontargli tutti
parte per non defraudarli di quello, che loro meritamente si conuiene, & parte per
dar a diuedere a questi tali quanto sia falsa la loro oppenione, & il giuditio, che
page 86fanno de gli Italiani, dannoi saranno ricordati, & celebrati, Et primieramente
non è niuno, che non sappia di quanta eccellenza sia stato, & siano.

CANTORI A LIBRO.Many of the names on this list are identified by Peter Bergquist, The Theoretical Writings of Pietro Aaron (Ph.D. diss., Columbia University, 1964), p. 83.

  • Il Signor Conte Nicolo d'Arco.
  • Il Signor Lodouico Strozzi da Mantoua.
  • Messer Bidone.
  • Messer Costanzo Festa.
  • Messer Don Timoteo.
  • Messer Marc'Antonio del Doge da Vinegia.
  • Messer pre Francesco Bifetto da Bergomo,
  • Messer pre Gioan Maria da Chiari.
  • Messer Gioanni Ferraro da Chiari.
  • Messer fra Pietro da Hostia.
  • Messer Girolamo Donismondo da Mantoua.
  • Maestro Girolamo Lorino da Chiari, maestro di Capella in Brescia.
  • Messer Lucio da Bergomo.
  • Messer Biasino da Pesaro.
  • Messer Bernardino, ouero il Rizzo della Rocca contrada.

CANTORI AL LIVTO.

  • Il Signor Conte Lodouico Martinengo.
  • Messer Ognibene da Vinegia.
  • Messer Bartholomeo Tromboncino,
  • Messer Marchetto Mantoano.
  • Messer Ipolito Tromboncino.
  • Messer Bartholomeo Gazza.
  • Il Reuerendo Messer Marc'Antonio Fontana, Archidiacono di Como.
  • Messer Francesco da Faenza.
  • Messer Angioletto da Vinegia.
  • Messer Iacopo da San Secondo.
  • Il Magnifico Messer Camillo Michele Vinitiano.
  • Messer Paolo Melanese.

DONNE A LIVTO ET A LIBRO.

  • La Signora Antonia Aragona da Napoli.
  • La Signora Costanza da Nuuolara.
    page 87
  • La Signora Lucretia da Coreggio.
  • La Signora Franceschina Bellaman.
  • La Signora Gineura Palauigina.
  • La Signora Barbara Palauigina.
  • La Signora Susana Ferra Ferrarese.
  • La Signora Girolama di Sant'Andrea.
  • La Signora Marieta Bellamano.
  • La Signora Helena Vinitiana.
  • La Signora Isabella Bolognese.
Per laqual cosa coloro, che o da malignita di animo, o da sdrucciolo, o lubricita di
lingua si hanno lasciato trasportare addire, che gli Italiani caprizzano homai
conuinti delle sopradette ragioni, anzi dalla istessa uerità apparino addire, che ue-
ramente gli Francesi & Italiani sono quelli che cantano, che a questo modo essen-
do cosa diuina il rammendarsi, di ogni loro errore commesso saranno assolti, &
liberati.

Capitolo II.

NOn è dubbio alcuno, che quanto la , frall'altre uertu è degna
di somma commendatione, & honore, tanto allo 'ncontro non meriti biasi-
mo & uergogna il suo contrario, per laqual cosa per non parere ingrato appres-
so Iddio, il quale si dee per fermo credere che in me habbia infuso il lume, & cogni-
tione di questa nobilissima scienza, non perche esso meco si estinguesse, come in mol
ti ueggiamo auenire, ma perche di quello altroue facendo reflessione con altrui co
municassi quello, che da sua sola benignita mosso si è degnato di concedermi, ho me
co stesso proposto di non tacere inquanto per me si potra quello, che facilmente da
ciascheduno non è inteso, pero hauendo noi piu uolte sentito molti contrastare de
termini della alteratione, & sopra quella hauere uarie, & diuerse oppenioni, dimo
streremo quanto esse siano lontane dal uero, Et primieramente intorno quello, che
il nostro Venerando Don Franchino al cap. 13. del secondo libro della sua Pratica
dice, Che L'alteratione è stata ordinata, et trouata, accioche due note sole non resti-
no senza ternario numero,
Rispondiamo non essere questa la causa propia di tale
alteratione, Imperoche accade di raro, chelle note non si possano riducere al terna-
rio numero, Et tale oppenione solamente s'intendera hauer luogo in qualche Canto
doue non fosse alteratione ordinaria, & usata, ma secondo il uolere del Musico, co
me la presente figura dichiara Nel primo essempio del
la quale, se sara considerata, si uedera una altera-
tione non secondo che uuole la regola ma secondo la
uolonta, come habbiamo detto del Compositore, perche uolendo misurare il canto sara
forza pigliare la prima minima con la seconda alterata, accio si ritroui il numero ter
nario delle minime, Et il simile fare della prima semibreue colla seconda del secondo
page 88essempio, Ma in altro modo che in quello, che habbiamo mostrato la loro oppenione
loro non sara concedutta, perche se nel tempo perfetto et altri simili si potra hauere tre
note fra due loro maggiori, come qui, Imperoche si debbe con
siderare & bene auertire di preualersi della facilita, & non
oscurita, Per tanto non è dibisogno an- dar cercando modi o-
scuri, ne faticosi come qui, per hauere il numero ternario con le lo
ro minori. Altri piu sot- tilmente intorno cio considerando di-
cono che tal alteratione da gli antichi, (come quelli, che a segni
doue accadeua la perfettione, dauano sempre la misura sopra del tempo) è stata ri
trouata, & ordinata per manco confusione, & ornamento del Contrapunto, Et
che per tal causa il Compositore non è tenuto a continouare ne osseruare un sol mo
do intorno le positioni delle note, ma puo uariare secondo che allui piace, Et però
quando il Compositore uuole chel tempo olla misura resti diuisa nel cantare lo di-
mostra in questo modo & altri simili cioè chella prima terza par
te del tempo sia separata, & da se posta, Et appresso l'ultime due
terze parti di essa bre- ue, o tempo siano unite in una sola nota, per
laqual cosa dannoi è detto, che tale alteratione è stata ritrouata da gli antichi, non
perche due note non restino sole, et senza ternario numero come essi dicono, Ma per-
che tali due note possano hauere la loro terza parte per sincopa dalla parte dinan-
zi, oueramente per punti di diuisione, possano essere trasportate dopo, Et se alcuni
uolessero contradire dicendo, che 'l Compositore potra condure un concento secondo
il suo uolere senza considerare alteratione alcuna, come qui
& non colle due semibreui bianche messe, oueramente consi
derate in mezzo de due breui, del sopraposto circolo,
Si risponde chel primo essempio disopra non ha luogo per tutte le note, o segni, iqua
li mostrino perfettione, massimamente in quelli, iquali contengono in se piu note
perfette, come dimostrano nelle compositioni, nelle quali le breui, & le semibreui
sono apparenti, & ordinate nel segno ouer figura del segno chiamato circolo pun
tato, oueramente tempo con prolatione. Perche tutto che quella breue piena habbia
uertu, et tanto ualore quanto harebbe la semibreue alterata, ouero raddoppiata, non-
dimeno la detta semibreue piena mediante essa pienezza restera imperfetta, & cosi
seguitera, chella breue piena, & la semibreue non si potranno unire insieme al ri-
compimento d'un tempo perfetto contenente in se tre semibreui perfette, come chia-
ramente per rispetto dell'alteratione si comprende in questo presente essempio.
Dicono alcuni altri contrari a tale alteratione, che per ca-
gione del punto di perfettione si potra saluare tal semibreue
nella sua quantita perfetta come qui
& trasportandola altro numero ternario oue el
la si riduca affare imperfetta quella ultima breue, ouera-
mente pigliando tal Semibreue, laquale è fra la seconda, e terza breue, Si risponde che
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non pigliando la detta semibreue con la seguente breue piena per un tempo finito,
ilqual uuole, che non possano essere poste note nere senon è compito il tempo, tutto
che alcuni questo non habbiano osseruato, Ma quelli iquali hanno intorno l'altera-
tione tante dubbitationi douerebbono pensare che egli sarebbe loro assai piu ageuo
le a considerare la detta alteratione in quella guisa, che dagli antichi ella fu ordi-
nata, che con tante ragioni uoler introducere un modo, pe 'l quale essa fosse annulla-
ta, Et uolendo pur questi tali seguire questa loro oppenione è dibisogno chella bre-
ue piena habbia anche essa al supplimento del tempo la semibreue piena, Molti altri
inconuenienti nascerebbono, & errori, oue tale alteratione non fosse apparente ne
essercitata, Et per conseguente non sarebbe in podesta del Musico, ouer Composito
re di fare quanto piace allui, percioche conuerebbe, che egli seguitasse & seruisse
alle note, & non le note allui. Similmente sarebbe errore uolendo, chella minima al
terasse innanzi alle breue, & la semibreue innanzi alla lunga, Et la breue inanzi
la massima, Egliè ben uero, che esse altereranno inanzi alle loro maggiori a se pro
pinque, cioè la minima inanzi alla semibreue, la semibreue inanzi la breue, la bre-
ue inanzi la lunga, & la lunga inanzi la massima cosi in nota, come in pausa, Ap-
presso la nota non dee mai alterare inanzi alla sua simile, si in note come in pausa,
come la minima inanzi la minima, la semibreue inanzi la semibreue, et simili, Iqua
li ordini, & regole sono da essere osseruate, & non da essere reputate in potere del
Musico eccetuando la lunga, laquale non puo alterare inanzi la pausa della massi-
ma, perche come è stato detto la massima non ha propria pausa, La onde è stato dal
Musico ordinato, chella lunga nel modo maggior perfetto possa alterare inanzi a
due pause di lunga insieme poste come il presente essempio dimostra.
Et se da alcuni fosse per auentura dannato tal processo da noi considerato, Dicia-
mo, che tal figuratione di note, & di pause non è disdiceuole ne dissona dalla ra-
gione, perche le note atte alla alteratione, cosi altereranno inanzi alla loro mag-
gior propinqua imperfetta, come inanzi alla perfetta, Et perche alcuna uolta nel
Modo maggior perfetto accade pausare una quantita, o ualore d'una massima im
perfetta in uece del ualore di tal massima, conciosia cosa che non si ritroui la pro-
pia pausa di essa, si pongono due pause di lunga insieme poste a dimostrare, che ta
li pause non sono da nota alcuna diuise ne partite nel misurar le lunghe a tre, a tre,
come si richiede al Modo maggior perfetto, ma che sono insieme annouerate colla
lunga seguente dimostrante il proprio ualore di essa massima cantabile, Et di quan-
to disopra habbiamo scritto, & con ragioni euidenti chiarito, piu & piu uolte con
l'eccellente Messer Gioan Spadaro habbiamo fatto discorso, & fra noi il tutto con-
fermato, alcune oppenioni del quale a maggior confermatione delle cose habbiamo
page 90dette, sono state nella presente nostra opera addotte, accioche meglio si conosca quan
to retto, & buono sia il parere di coloro, che credono, & tengono il contrario.

Dubitationi necessarie intorno l'alteratione. Cap. III.

E conceduto, & per ferma regola dato, che la figura, ouer nota atta all'altera-
tione debba alterare (come è stato detto) sempre inanzi alla maggior di se,
cosi in nota, come in pausa, Allequali sentenze alcuni opponendosi dicono, che egli
non è conueniente la detta regola, cioè che la lunga alteri nel Modo maggior per-
fetto inanzi a due, o tre pause di lunga insieme poste, et che le note, ouer figure, cioè
la minima, la semibreue, la breue, & la lunga non debbono alterare se non inanzi
alle lor maggiori propinque, cioè alla semibreue, alla breue, alla lunga, & alla
massima, & non inanzi alle loro pause, & ualore separato, & diuiso in piu parti
minute; Et dicono che tal lunga alterata inanzi alle sopradette pause potrebbe es-
sere considerata con altro modo non confuso, come questo
perche trouandosi dopo tal massima le pause delle lunghe
non di pari poste, ma l'una piu alta dell'altra, la massima
non potra essere reintegrata perfetta, ma dalla nota dinanzi a se sara fatta imper-
fetta, o da oltretanto suo ualore, Diciamo che il Musico poco si cura comunque esse
siano poste, perche tal modo di pause uariate non offende l'harmonia, la quale con
siste nel pronuntiare delle uoci, Et a quello similmente, che essi dicono, che loro non
piace, che la lunga sia alterata inanzi alle sopradette pause, ma che douendo pure
essere alterata, che ella deè essere in forma, come disopra appare, Rispondiamo,
che tal alteratione di lunga è stata usata da molti altri, iquali essendo dotti si deè cre
dere, che con ragione habbiano proceduto, come quelli che hanno considerato, che
non hauendo la massima propia pausa, il ualore delle pause della lunga piu uolte
prese debba bastare al compimento di essa, Altri anchora si muouono dicendo, che
tal lunga inanzi alle dette pause con ragione alcuna non potra essere ridotta nella
forma della massima, perche oue questo auenisse, ne risulterebbono alcuni inconue-
nienti contrarij alle regole date, come si uede in questo essempio
perche uolendo trouare il numero conueniente al segno circolare,
sarebbe dibisogno seruare un modo non usato di alterare quella se-
conda semibreue dinanzi alla breue segnata, laquale semibreue se fosse ridotta alla
figura di una breue, ne nascerebbe la forma della simile inanzi alla simile, Et a que-
sto modo non si potrebbe saluare, ne anullare quella nota alterata, Similmente in
quest'altro dicono, massima di necessità non puo essere fatta
perfetta, ma si bene imperfetta da quella lunga dinanzi a se posta, Et
conchiudono, che tal massima colle tre pause non haura somiglian-
za, ma che essa sara inanzi al ualore di lei, Et perche alcuni potrebbono di leggie-
ri incorrere in quello, che niuna legge, o regola della Theorica non comanda, ne
page 91uuole, dannoi si haura riguardo a ricordare alcuni altri precetti necessarij intor-
no la sopradetta alteratione, Conciosia cosa che essa si possa intendere in dui mo-
di, secondo l'uno de quali essa è detta Alteratione regolare, Et secondo l'altro Al-
teratione sottointesa, La regolare alteratione sara quella, che dal Musico è ordina-
to, cioè quando egli uuole che essendo due semibreui fra due breui, la seconda sia al-
terata, Et prima che mostriamo quale sia alteratione sottointesa, accioche da te
non sia preso errore, Saprai, che sempre tal figura, o nota seconda dee alterare, ma
se tu trouerai punto fra le due semibreui, alhora per forza di quel punto di diuisio
ne tal semibreue non sara piu alterata, come si uede in molte compositioni, Et simil-
mente quando dal Compositore sara intesa piena, Appresso trouandosi cinque se-
mibreui, ouero otto fra due breui, la quinta, & la ottaua saranno alterate, dico al-
terate raddoppiate secondo la loro forma, & non come molti credono, fatte perfet-
te, da cio ingannati, che credono, che alterare significhi far perfetto, Pertanto si
uuol ben considerare, che la nota, laquale è sottoposta alla alteratione sia dopo 'l
segno, nelqual si ritroui la seguente maggiore di lei, & non dopo altro differente
segno, come questo, Percioche dato che tal modo dimostri qual-
che poco di ueri- tà, nondimeno la ragione nol consente; ne do-
po quest'altro suo contrario, cosi perche la
nota alterata del segno tagliato non hauerebbe forza di due in
potere, & uertu, ma sarebbe scemata della sua metà per la for
za del segno antecedente diminuto, Et quella dopo il circolo non tagliato accresce-
rebbe, & raddoppierebbe il suo ualore, Si conchiude , che tali modi non so
no conceduti, perche la nota alterata dopo il segno tagliato non crescerebbe in dop-
pio, come uuole la ragione dell'alteratione, ma sarebbe deffettiua della sua retta,
& ordinata quantità. Et per tal modo nascerebbe uno inconueniente manifestissi-
mo, che presa la semibreue dinanzi al segno diminuto con l'ultima dopo il segno non
diminuto, tali due semibreui non farebbono numero ternario, ma producerebbono
un certo numero di note inequali, Il simile accaderebbe se la semibreue fosse dopo il
segno circolare, La sottointesa ouero irregolare alteratione, secondo che al Musico
piace, appare in diuersi modi, come la presente figura ti dimostra.

Come si puo formare ciascuna spetie, semplice, & composta
nelle due congiunte. Cap. IIII.

Accio che meglio sia inteso ogni interuallo o spatio delle congionte dellequali
siamo per trattare al fine dell'opera, daremo di cio essempio colla spetie del Tuo
page 92no del Semituono, del Dittono, del Semidittono, del Diatessaron, del Essacordo, et del
Diapason, Et prima saranno dannoi considerati gli spatij sesquiottaui differenti l'u-
no dall'altro continouati, ouero composti senza rimouere gli estremi dimostrati in
figura, iquali saranno noti per la positione di graue, laquale sara immobile, fer-
ma, & permanente ad ogni spetie di tuono ascendente, & discendente, Et incomin
ciando diremo, che dalla sillaba, Vt, da, C, graue a, D, considerata nascera lo spa
tio sesquiottauo, cosi nello ascendere, come nel discendere, ma uolendo ritrouare il
seguente interuallo chiamato remi, bisognera immaginarsi & fingere il, b, ro-
tondo nella positione di Elami graue, & per tal congionta si trouera lo spatio se-
condo sesquiottauo chiamato remi, & la doue che il terzo fasol, senza altra con
gionta naturalmente si dimostra il quarto, & ultimo sesquiottauo spatio, ilquale
è solla, sara accidentale per la congionta, ouer segno del, b, molle in, , mi gra
ue considerato, Et con tale ordine discorrendo di ogni altro spatio di tuono fa
cilmente harai notitia, Ma uolendo nella detta positione, o corda hauere il minor
semituono, ti sara di necessita nella corda del detto, C, graue fingere, & presupor
re il b, giacente ouero Diesi, & si come prima ci era, ut, &, fa, rimossi tali
nomi cioe, remi, fasol, & solla sara detto mifa, &, fami, spatio del no
minato semituon minore, seguitando alla seguente consonanza chiamata Dittono
per essere natural spetie sola esso, restera propio senza altro accidentale, Et
perche forse alcuni non sono chiari, donde uenga la differenza delle due spetij semi
dittonali, auertirai, che essa non prouiene da altro, che dal semituono, che uaria, come
in questa spetie, cioè, refa, et misol, ilqual, refa, nel secondo interuallo ha il semituo
no, et misol, nel primo. Per tanto uolendo nella detta positione trouare le due spetij non
altrimenti che col, b, molle in Elami, & col Diesi in, C, fa ut le trouerai, da qua
li segni saranno comprese le due spetij sopradette, Et per meglio chiarirti qual sia
la causa, chel Dittono non ha piu d'una spetie, questo auiene, perche la detta spetie
non è formata di semituono alcuno, benche alcuni uogliano esserci due spetij di Dit-
tono, cioè, Vtmi, & fala, come quelli, iquali senza consideratione credono, che,
Vtmi, et fala, siano differenti, laqual oppenione è falsa, conciosiacosa che esse natu
ralmente secondo l'ordine delle note in tali processi siano, le piu uolte simili, perche
dicendo, Vt mi, ci sara anchora fala, dico secondo l'ordine naturale, perche uolen
do procedere da, , mi acuto a D, la, sol, re, per lo segno del, b, molle, senza
dubbio harai solamente fasolla, & non utremi, ma rimouendo la roton-
da figura, ritornera misol, processo naturale, Et per tal modo sara una sola spe-
tie, laquale non puo uariare senza la spetie semidittonale, come al terzo Cap. del
libro secondo del nostro Toscanello non si è taciuto. Similmente se uorremo trouar
le tre spetij del Tetracordo non rimouendo, come è stato detto la positione di, C, gra
ue, bisognera segnare la figura, b, nella positione di Elami, con laquale harai il pri
mo Tetracordo, ouero spetie da esso, C, a, F, graue, ma la seconda spetie da, C,
ad, F graue sara euidente per lo segno del, b, molle posto in D, graue, & la ter-
page 93za naturalmente si dimostra. Appresso habbiamo da uedere le quattro spetij del Dia
pente, o uuoi dire pentacordo, la prima spetie del quale sara compresa dal segno del,
b, molle in Elami graue posto insino a, D, acuto, &, C, graue, estremi, Il se-
condo Pentacordo, o spetie ci sara nota ponendo tal figura, b, in, D, in, E, gra
ui, & in, A, acuto, la terza incominciando da, C, positione graue insino a, D,
acuto ponendo la figura Diesi in, F, graue, la quarta senza segni è naturale, Et per
che la sesta maggiore non uolendo mutare la corda di, C, graue alla sua formatio
ne, produra poco diuerse tra se le sue spetij, senza empire il foglio in ragionar di lei
dannoi sara lasciata a dietro, non ostante che ella ne habbia due accidentali, quan-
do, loro è posta la figura, b, nella positione di Elami graue. Procedendo alla se-
sta minore, & alla prima spetie di lei ella non si puo dimostrare altramente, che
con duoi segni del b, molle, iquali si dimostrino in E graue, et A, acuto, ilqual processo
fara remifaremifa, la terminatione della seconda spetie non si potra creare, se
prima non appare col, b, rotondo ilquale conuiene, che sia nella positione di, , graui, ilqual processo sonera mifaremifasol, la terza spetie procedera in
questo modo, cioè mifasolremifa, il qual modo, & ordine nascera dalla posi-
tione, ouer figura del, b, molle posta in D, in, E, graui, & in, A, acuto, Et per
essere la quarta & la quinta spetie simili alla prima, & alla seconda dannoi saran
no tralasciate. La consideratione della prima spetie Diapasonica, cioè remi fare
mifasolla, si conoscera da, C, graue & da, C, acuto, pero uolendo procedere per
li mezzi di essi estremi dando nome a tutte le seguenti note, è necessario segnare la
figura, b in, E, graue, & in, A, acuto, per loqual modo harai la prima spetie,
& similmente hauera la seconda, se da te saranno considerati i mezzi delli stremi,
iquali nomi, o sillabe non ritrouerai, , la terza spetie per essere naturale,
dannoi non sara detta; la quarta procedera co seguenti nomi, cioè remifasolre
mifasol, iquali saranno dimostrati colla figura, b, segnata in, E, graue, & in,
mi acuto. I nomi, & mezzi della quinta spetie faranno tal processo doue bisognera segnare il seguente b, rotondo nella positione di, D,
graue, & A, acuto; la sesta hara il suo processo co presenti nomi fasolremifare
mifa, iquali non con altro saranno compresi, che col segno della figura Diesi, la-
quale si manifesta sopra la corda detta, F, graue, per loqual ordine harai la sesta Dia-
pason; La settima, et ultima Diapason consiste in tali nomi, et note, cioè Vtremifa
remifasol, iquali saranno conosciuti se in mi acuto nascera il, b, rotondo, Molte
altre cose si potrebbono dire in tal proposito, pero per mezzo di questa poca
instruttione, che ti habbiamo data, potrai ageuolmente intendere il fine di ogni altra
sonanza.

Delle sei sillabe considerate da, A, a, F, & da, , a, , Et da, D, a,
& da. E, a, C, & da F, a, D. Cap. V.

page 94Habbiamo alcuna uolta considerato le oppenioni di alcuni iquali con poco, et de
bile fondamento mouendosi dicono, che nel processo del Organo discorrendo dal
principio di esso insino al fine si possono ritrouare continouamente, ouer composte le sei
sillabe musicali, Però danoi essendo stato essaminato tale stormento, non è conuene-
uole, che la uerita sia taciuta, ma con euidenti ragioni dimostrata Diciamo adun
que, che tale stromento, ilquale dalla uoce greca è detto Organo, non ha in se quella
minuta diuisione, laquale certamente le si conuerrebbe, come considerandolo, &
diuidendolo, potrai uedere, percioche hauendo esso Organo le sue uoci stabili, & fer
me, & non essendo in lui spatio minore del semituono non potra reintegrare la pro
pia, & naturale sua forma delle sei sillabe, perche altro non puo rendere, che quel-
lo, che la corda per se rende, & suona, il che non auiene del Liutto, & d'altri simili
stormenti, ilqual Liutto puo essere aiutato col dito di colui, ch'el suona alla intensio-
ne, & remissione di qualche spatio minuto per la reintegratione della sua consonan
za, perche puo mouere la mano, ouero il dito in giu, & in su secondo che gli piace,
laqual comodita, come disopra habbiamo detto, non si puo hauere dal Organo, come
quello, che da solamente quello, chella uoce rende, Domando adunque a te se ben le
sai, ilquale forse hai tale oppenione, come si potranno hauere le sei sillabe continoua
te dando principio alla corda di mi graue, conciosia cosa che il detto b mi considererai, manchi d'un Coma alla sua terza maggiore, onde uolendo a
una a una formare le sei sillabe, harai, Vt nel detto, , mi, graue, & il, re, al ta-
sto negro sopra di, C, graue detto semituon maggiore, ilquale produce dal lo
spatio d'un tuono, Et da, C, a, D, harai lo spatio del semituono maggiore nel
graue, Et il minore nel acuto, & quello di, D, & E, in contrario, perche il semi-
tuon maggiore sara nello intenso & il minore nel remesso, la onde per esserci duoi se
mituoni minori continouati l'uno fra, C, &, D, & l'altro fra, D, &, E, gra
ui lo spatio del seguente tuono detto mi sara diminuto del Coma, alla reintegratio-
ne del quale è dibisogno, come da noi nel Toscanello fu dimostrato, che sopra la cor
da del detto tasto negro esso sia aumentato di tanto interuallo, che il ne faccia per
fetto, Per loqual fondamento tu potrai conoscere la tua oppenione essere falsa, Et se
tu non sai donde nasca tale inconueniente, perche mi non ha terza maggiore, auer
tirai che da altro non procede se non dalla congionta del, b, molle nata, & po
sta in Elami graue, ilqual, b, molle appare sotto del detto Elami per lo spatio d'un
Appotome, Il medesimo inconueniente 'l, , & il, D acuti trouerai, et per
che tu uegga l'ordine delle sei sillabe, diremo il loro principio essere in Gamaut
ilquale conciosiacosa che il loro processo in esso sia naturale sara tacciuto, pigliando
Are graue, sopra del quale diremo, Vt, In, , mi, re, In C, fa, ut, mi, col se-
gno del Diesi, In, D, sol, re, fa, In, Elami, sol, Et in, F, la, segnato col Die
si. Vt in, , mi; re in, C, fa, ut colla figura Diesi, mi in, D, sol, re col segno
detto; fa in ; sol, in, F, Et, la, in, G, Vt in,
D, sol, re; re, in E, la mi; mi in F, graue con la figura Diesi; fa, in, G, sol
page 95in A, acuto; Et, la, in b, quadro, acuto; Vt in E, la, mi, re in, F, graue col se-
gno del Diesi; mi, in G, col segno detto Diesi; fa, in A, acuto, sol, in b, quadro acuto,
la, in C, acuto inteso col Diesi. Vt in, F, Et per essere la detta positione nota, & facile
non le daremo altra dichiaratione ne similmente al seguente luogo G, sol, re, ut, gra-
ue, Vt in , la, mi, re; re in b, mi quadro detto; mi, in C, acuto col segno del Diesi;
fa, in D, acuto; sol, in E, &, la, in F, acuto col Diesi apparente. Vt, in b, qua-
dro acuto; re in C, acuto col segno detto; mi in D, acuto col segno Diesi; fa in E,
acuto; sol, in F, col Diesi; Et la in G, colla detta figura Diesi. Vt in C, acuto,
del quale non faremo mentione essendo il suo processo chiaro, & naturale, Vt in D,
acuto; re, in E; mi, in F, dimostrante il Diesi; fa, in G; Sol in A; La, in b qua-
dro, Vt, in E, acuto; re, in F, segnato del Diesi; mi, in G, col medesimo segno;
fa, in A; sol in b quadro sopracuto; & la, in C. Vt, in F, seguente corda sara si-
mile al primo cioè F, Et per essere il rimanente delle positioni simile a quello, che di
esse habbiamo detto faremo fine, Et perche nel seguente capitolo si trattera della
congionta del b quadro, & del b, rotondo, nelle quali si dimostrera, come, & in
che modo procederanno le sei sillabe, cioè utremifasolla, in ciascun luogo del
la mano, pero non è stato fuor di proposito hauer trattato, come tal sillabe possa-
no procedere da luogo a luogo continouate, ouero incomposte. Et a maggior uer-
gogna, & biasimo del tuo errore, poi che di senno ti credi pareggiare Solomone si
, se tali nomi, ouer sillabe si potranno trouare per la congionta del b, ro-
tondo in questo nostro stormento chiamato Organo, Certamente no, percioche uo-
lendo in E graue segnare il segno del detto b, rotondo, & in tal corda dire, ut, Cer
to si uede, che tal processo delle sei note non si potra con spatij debiti continouare
l'una dopo l'altra, perche essendo diuiso lo spatio Sesquiottauo fra G, graue, & A,
acuto, col Semituon maggiore nel Graue, & il Minore nel Acuto, seguita, che a
tal procedere loro manchera lo spatio del Semituon minore, ilquale nasce fra il se-
condo, e 'l terzo interuallo tolto, & occupato dalla congionta del b quadro nascen
te fra G, graue, & A, acuto, Et un altro inconueniente ne nascera, percioche uo-
lendo il terzo spatio Sesquiottauo, fasol detto, a buona hotta uorrò, che mi sap
pia dire, doue il trouerai, perche dopo il dimostrato Semituono maggiore fra esso
& A, acuto, non si troua altro, che il minore, & dal detto A, a acuto
un altro minore, i quali insieme presi non creano il Sesquiottauo spatio, Pertanto
tali semituoni minori, non si conuengono al genere Diatonico, essendo l'uno dopo
l'altro, Questo medesimo harai in E acuto, & in altri simili, Essendo stato per le
dimostrate ragioni riprouato quello, che con poca esperienza hai creduto, per l'in-
nanzi ti starai cheto.

Del modo di procedere con le sei sillabe accidentali nello stormen
to detto Organo. Cap. VI.

page 96

Ci resta anchora di dar ricordo a quegli, i quali hanno cura, & carico della
Musica, cioè a coloro, che sono detti Maestri di Capella, che quando alcuna
uolta auiene, che ne loro Cori ritrouano qualche concento composto regolarmen
te sopra 'l sesto, ouero sopra l'ottauo tuono, ilquale loro parra, che loro sia discomo
do il suo ascendere, essi non deono per accomodare se, discomodare il loro Sonatore
dell'Organo con fargli a sapere, che per loro commodità uoglia rimouere dal sesto
tuono la corda di, F, & un tuon piu basso, ilqual tuono nascera in, E
ma col segno del, b, molle, Et perche come disopra habbiamo detto, questi tali Mu
sici solo attendono alla loro commodita senza considerare quello, chell'Organista
puo operare, Accaderà, che uolendo il detto Sonatore sodisfare a tali loro comodi,
che esso non potrà rettamente procedere secondo il Canto fermo, & quello andare
imitando, cioè, che dando principio al sesto tuono nella corda, o positione di, E,
col segno detto del b, molle, & uolendo procedere secondo il discorso di tal tuono
gli mancherà il Semituon minore, ilqual per la congionta del b quadro riman mag
giore, Dicono alcuni che questo non è di molta importanza bisognando al suo discor
so tal Semituon minore, et trouandone un maggiore, percioche essendo il Coma parti
cola insensibile, & che non puo essere pronontiata dalla uoce humana, Il semituon
maggiore puo sodisfare in uece del minore; Si risponde, essere la uerita, ch'el Co-
ma per essere particola minuta non potrebbe essere prononciato dalla uoce huma-
na, quando esso hauesse proprio spatio, pero conchiudo tale oppenione non essere con
ceduta, perche dato che esso Coma per se non sia , nondimeno composto resta
sensibile, come appare, quando l'Organista si uuol preualere, & accomodarsi di
qualche Terza, o Decima maggiore, Appresso, che egli sia sensibile, chiaramente
si nelle diuisioni de tuoni dell'Organo le quali essendo da te bene essaminate,
trouerai dal, C, graue al seguente tasto negro essere maggiore parte che non è da
page 97esso tasto negro al seguente bianco, Et similmente procedendo da, F, a, G, graui,
da, F, al tasto negro sara maggiore spatio, che non sara dal detto tasto negro al se-
guente bianco, Et non per altro nasce tal quantità maggiore, che per lo spatio di
esso Coma, ilqual per se non si dimostra, Conchiudo adunque, che egliè di mestie-
ri, che il maestro di Capella habbia cognitione di sapersi accomodare all', altrimenti ne risultera , come molte uolte da noi è stato auertito, se
gia tali Organi non fossero stati ridotti allo loro perfettione.

Domanda del b, molle in C, & in F, considerato, ouero
immaginato. Cap. VII.

Potrebbono alcuni di acutissimi ingegni uolere intendere un certo ordine di Mu
sica non naturale, ma subintelletto, cioè si è possibile ritrouare i detti essarcor-
di col segno del, b, molle, & del Diesi immaginati, considerati in C, in F,
& in E, naturali. Quanto sia honesta, & ragioneuole tal loro dimanda si
dimostrerà nel presente capitolo, ma per sodisfatione di quegli, che fanno tal Que-
sito, Eglie dibisogno, che tu sappia, che egliè impossibile, che tal dimanda sia chia-
rita per uia del genere Diatonico; Volendo tu adunque immaginarti il segno di, b,
in C, graue, & con tal uoce fa, hauere ogni altra nota, lequali rettamente proceda
no, a te potrebbe interuenir forse quello, che altrui è interuenuto, iquali hanno cre
duto, che quando il Musico, ouer Compositore ne suoi processi musicali adduce la
figura del, b, molle, o del Diesi, che quella nota dal proprio suo luogo non si rimo-
ua. ma stia permanente & che tali segni siano quasi di souerchio. Però per isganar-
ti di questo errore saperai, che tal sillaba, o nota, fa, posta in C, col detto segno, b,
è indi rimossa, & piu non è la doue prima si ritrouaua, ma sotto di, b, mi graue,
per un spatio del Coma, ilquale non sta naturalmente in tal positione, per tanto non
hauendo il, b, positione commoda, per conseguente il mi, quiui non si potra ritro-
uare per essere il tuon sesquiottauo da, A, & B, mi graui diuiso per lo Se-
mituon maggiore nel acuto, & il minore nel graue, & procedendo al mi, non lo
potrai ritrouare, conciosia cosa che il Semituon geminato nasca fra, B, mi, &
A, & fra, A, & G, iquali semituoni sono sottoposti al genere Cromatico, Discor-
rendo la uoce Vt, tal sillaba sara per un semituon maggiore sotto a Gamma ut,This explanation is not satisfactory. Saying fa on a hypothetical C flat makes it possible to say mi on B flat, while re and ut on A flat and G flat were unavailable on standard keyboards in Aaron's time. On
de quando per piu facilita uorrai intendere tal Tetracordo da, C, a Gamma acci-
dentale col detto, b, dimostrato, quanto sara il fa, da, C, abbassato, tanto disotto a
Gamma sara la uoce ut, Et seguitando alla nota sol per essere sopra del, C, il semi-
tuon maggiore, saranno dal suo, fa, al sol, duoi semituoni maggiori iquali souerchia
no il tuono dello spatio del Coma, similmente uolendo la uoce, , per la continouatio
ne di duoi semituon minori manchera il tuono dello spatio del detto Coma.

Del, b, molle in , . Cap VIII.

page 98Col medesimo discorso facilmente ti sara noto non si potere Diatonicamente tro
uare le sei sillabe, ouer note mettendo la figura, b, nella positione di, F, gra-
ue, percioche il detto fa, sara inteso, & immaginato sotto la positione di, E, graue
per un Coma, ilquale cambia il semituon maggiore in minore nascente fra, E & D,
per laqual cosa quel fa, accidentale hara nel discendere il semituon minore, ilqual na
sce al tasto negro posto fra esso, D, & E, & dal mi, a, re, per essere dal detto tasto ne
gro al D, duoi semituon minori l'un dopo l'altro, iquali si comprendono dal tasto
bianco del D, graue al negro seguente, non si potra hauer lo spatio del tuono, Onde
sara dibisogno aumentarlo d'un Coma sotto al detto tasto negro posto fra, C, et D,
graui; Appresso non harai la uoce, Vt, per essere in tali positioni duoi semituoni mi
nori continouati la onde sara di necessità sotto b, mi graue immaginarsi un altro
Coma, Et questo ordine, & modo accidentale intorno le dette positioni, & segni
nel seguente capitolo intenderai, & seguitando diremo tutto quello è necessario in-
torno la cognitione della figura, o segno Diesi, in b, & in E, immaginato.

Del segno del Diesi in b, & in E, graui consi-
derato. Cap. .

Per diletto, & utile di ciascuno desideroso di tale intelligenza dichiareremo an-
chora quello, che si appartiene alla figura Diesi nelle corde di, b, graue, &
E, procedendo secondo le sillabe, constituita, & ordinata, Diremo adunque, che es-
sendo immaginata la detta figura Diesi in b, quadro primo, & uolendo il seguente
tuono ritrouare, ilqual, è, mire, Et per essere diuiso, & compassato tal spatio sesqui-
ottauo per semituon maggiore in acuto, & appresso continouando duoi semituoni
maggiori alla reintegratione di quel tuono superato dal Coma, dibisogno che 'l
detto interuallo hauesse il semituon minore nell'intenso, & il maggiore nel remesso,
per le sopradette cose appare, che egli è di souerchio tal segno in b, graue conside-
rato, nondimeno seguitando al graue: trouerai la uoce, Vt, perche lo spatio del Co-
ma supera il tasto nero ordinato fra, b, mi, graue & Are, la onde dal detto Coma
al tasto bianco dimostrate la corda di Are sara l'interuallo d'un Appotome, et dal
detto A, al tasto nero seguente appare il semituon minore, ilquale giunto insieme col
maggiore fanno, lo spatio sesquiottauo perfetto, dato che il Coma sopra di, b, mi gra
ue non habbia luogo propio, Et cosi sopra della uoce detta mi, seguiteranno il fa, il
sol, e 'l, la, Et bisognando al semituon minore, tal semituono sara immagi-
nato dal Coma sopra la corda di, C, graue al tasto nero fra C, et D, graue, et indi al
sol, quinta nostra uoce si uede esso non poter hauere luogo naturale, & proprio per
essere diminuto d'un Coma, & questo adiuiene. per rispetto de duoi semituon minori
considerati, & apparenti dal tasto nero al bianco detto, D, & dal detto bianco al
seguente nero fra D, & E, ilqual Coma sara inteso sopra del tasto, che cade fra D,
& E, & la sillaba ultima nascera sopra di F, graue, per un Coma. page 99

Del Diesi in E, immaginato. Cap. X.

Volendo pur anchora cosi procedere, si potra conoscere come, & in che modo
mettendo il Diesi in E, naturale corda le sei note cantabili si possono ritro-
uare, Dico, che andando di sillaba per sillaba alle parti haremo il Semituon
minore al tasto negro fra F, & G, ilquale diuide lo spatio del detto F, & G, per lo
Semituon maggiore nel graue, & per lo minore nel acuto. Onde per essere dal det-
to tasto negro fra F, et G, al seguente fra G, et A, il minor Semituono col detto mag
giore insieme, ne seguitera lo spatio sesquiottauo perfetto, Ma uolendo la uoce ul-
tima chiamata la, per esserci duoi semituon minori continouati diremo, che tal Tuo
no si potra hauere dal tasto nero fra G, & A, al tasto seguente nero aggiongendo-
ui un coma, o uuoi dire un semituon maggiore sopra di A, acuto, Et se uorai tro-
uare il re, & l'ut, dico, che tal sillaba, re, sara di D, al tasto nero seguente,
col qual modo sarai certo, che tal figura Diesi non potra dominare in b, quadro,
ne in E, ne il b, molle, nel C, nel F, come seguitando per le congionte intenderai.

Della congionta del b, molle, & del b, quadro. Cap. XI.

Et benche da noi nouamente siano dimostrate le congionte del b molle, & della
figura b duro, Non deono però da te essere istimate di souerchio, ne uane, ma ne
cessarie, & al proposito a coloro, iquali desiderano tali considerationi, Conciosia
che poche, o quasi niuna al presente se ne ritroui, Laqual cosa adiuiene, perche po
ca quantità ne furono impresse,'Perché poca quantità ne furono impresse': this is a reference to Aaron's Treatise on mutations. Pertanto a sodisfattione di quelli, che non ne han-
no potuto hauere, diremo, chelle congionte, come piace al musicale consortio, sono
due, delle quali l'una è detta di b, molle, oueramente b, rotondo, la quale si puo se-
gnare con questo segno, b, in ciascuna corda, o positione della semplice mano di
Guido, eccetto che in C, & in F, et la seconda è nominata dalla figura di b duro, oue
ro di b quadro, Laquale puo essere segnata con questo segno in ciascuna delle posi
tioni naturali, ouero semplici della detta mano, saluo che in B, et in E, ma perche
questo B, non si segni in C, ne in F, naturali, ne questo in B ne in E, seguitando sa
ra detto, Adunque questo segno b, si potra segnare in cinque luoghi, o positioni dif-
ferenti della mano, cioè in A, in B, in D, in E, & in G, Et questo similmente si po
tra segnare in altre cinque positioni della mano semplice predetta, cioè in A, in C,
in D, in F, & in G, & la sillaba, ouero nome officiale assegnata, o sottoposta a que
sto segno b, sara la sillaba fa, & a questo sara assegnata la sillaba mi, & de
qui nasce, che quando questo segno b, è posto nell'uno delle positioni della sopradet-
ta mano, alhora quel Tuono naturale, il qual cade fra tale positione segnata, & la
inferiore natural propinqua resta diuiso per lo maggior semituono nell'acuto, &
per lo minore nel graue, come dimostra il Tuono, il quale cade tra A, & B, qua-
page 100dro acuti, quando questo segno b, è segnato in mi graue, Ma quando questo se-
gno , è nell'una delle positioni predette naturali, alhora quel tuono natura-
le, il quale è posto fra tal positione segnata, & la superiore propinqua, restera di-
uiso col maggiore Semituono nel graue, & col minore nell'acuto, Per laqual cosa
accadera, che essendo segnata ciascuna delle predette positioni della semplice ma-
no co detti dui segni b, & , che ciascuno spacio de tuoni naturali della mano, oue
ro semplice Monacordo restera (come ho detto) diuiso per lo maggiore semi-
tuono nel graue, & per lo minore nell'acuto, & anchora per lo minor semituono
nel graue, & per lo maggior nell'acuto, in modo, che tra ciascuno spatio di Tuo-
no naturale appareranno doi minori semituoni, cioè l'uno nel graue, & l'altro nel
l'acuto, iquali Semituoni saranno dimezzati, & fra loro distanti per lo spatio di
un Coma, come accade ne Monacordi, & Organi moderni in quello spatio del Tuo
no cadente tra G, et A, naturali, tra le quali estremità cadono doi tasti neri, de quali
quello, che è piu appresso al G, sara semituono minore con la predetta lettera G, et
coll'A, sara maggiore, Ilqual tasto nasce da questo segno b, posto nell'A, predet-
ta, & l'altro tasto nero sara anchora Semituon minore colla lettera A, & mag-
giore col G, & quella distanza sonora, la quale cade tra i predetti duoi tasti ne-
gri Theoricamente parlando sara spatio di un Coma, Compreso adunque quello,
che è stato detto, si hara chiara cognitione di quello, che detto habbiamo di sopra,
cioè che in B, & in E, naturali non si segnera questo segno , & che in C, & ancho
ra in F, naturali non si segnera questo b, Laqual cosa aduerà, perche la lettera B,
& E, naturali non hanno sopra di se lo spatio propinquo di Tuono, ilquale median
te tal segno possa restare diuiso per lo Semituono maggiore nel graue, & per lo mi
nore nell'acuto. Ma tal segno oue fosse posto in B, & in E, naturali producerebbe
un suono, il quale ascenderebbe sopra C, et F, per uno spatio di un Coma molto inuti
le nell'harmonico stormento, similmente se questo segno b, fosse dato in C, ouero in
F, naturale, il suo suono discenderebbe sotto B, & E, naturali per lo spatio di un
Coma molto incommodo, & di souerchio, Et per tal cagione i detti segni non so-
no collocati nelle positioni di sopra dette, Quando adunque questi segni b, da
molti chiamati accidentali saranno segnati nelle predette naturali positioni della
mano di Guido, alhora seguitera che in ciascuno luogo, & positione di essa si po-
tra ritrouare ciascheduna delle sei sillabe, cioè ut, re, mi, fa, sol, la, con le loro de-
bite distanze, delle quali sillabe alcune nasceranno dall'ordine primo chiamato sem
plice, o naturale, & alcune da segni predetti, come qui b, L'origine, & nascimen
to delle quali tre prime sillabe, cioè, ut, re, mi, uolendo ritrouare, ti conuerrà essen
do prodotte da tali segni accidentali, ascendere, perche hanno il loro semituono ca
dente tra mi, & fa, sopra di loro, Ma uolendo ritrouare le predette sei sillabe
uguali in suono con Gama ut naturale, sara dannoi detto, chella prima sillaba, cioè
ut, è naturale in tal luogo, Dapoi chella sillaba seconda cioè, re, nascera da questo
segno b, segnato in b mi graue naturale, la terza sillaba mi, nascera anchora da
page 101questo b, segnato in Are, Ma la quarta sillaba fa, hauera principio da questo segno
segnato in F, acquisito, il quale naturalmente è distante da esso Gamma ut, per un
tuono, & è in ottaua con F, graue, Et la quinta sillaba, cioè sol, cadera in tal luo
go naturalmente, perche sara prodotta dal C, acquisito, il quale si troua in ottaua
nel graue con C, graue, Ma l'ultima sillaba, cioè la, deriuera da questo segno b, po
sto in E, acquisito distante per una ottaua da E, graue, et per tal modo, come a
molti piace, accadera, che tutti i nomi officiali, che accidentalmente sono equali in
suono con Gamma ut, saranno retti, & gouernati da questo segno b, eccetto il fa,
ilquale è gouernato da questo segno , & anchora ut, & sol, i quali si gouernano
per l'ordine semplice, ouero naturale. Poscia che habbiamo dimostrato la depen-
denza, de sei nomi officiali considerati equali in suono con Gamma ut, pri-
ma positione dell'ordine semplice della mano, hora seguitando intorno della depen-
denza, & nascimento delle predette sei sillabe considerate ugualmente in suono con
Are, si tratterà, Diciamo, adunque, chella prima sillaba ut, considerata equale in
suono con Are predetto procede da questo segno segnato in C, graue, Et la secon
da, cioè re, sta naturalmente in tal luogo, Et la terza, cioè mi, nasce da questo se-
gno b, posto in B mi quadro graue, Et la quarta, cioè fa, ha origine da questo
segno collocato in Gamma ut, la quinta, cioè sol, nasce da questo segno, messo
in F, acquisito, il qual F, naturalmente si troua sotto Gamma ut, un Tuono piu bas-
so, Ma la sesta sillaba, cioè, la, naturalmente sta in essa positione, & è generata
dal C, acquisito posto una ottaua sotto C, fa, ut, graue, Et per tal modo appare,
che tutti i nomi delle sillabe cadenti equali in suono con A, naturale nascono da que
sto segno , eccetto mi, ilquale deriua da questo b, & anchora la sillaba la, & re,
che nascono dall'ordine semplice ouero naturale. Visto, et essaminato come le sei sil-
labe, o nomi officiali nella prima, & nella seconda positione sono considerate, Al
presente si dara chiara notitia, come i predetti sei nomi debbono essere considerati
in b, quadro terza positione. Egliè adunque da sapere, chella prima sillaba ut,
ha origine da questo segno segnato in D, sol, re, secondo l'ordine semplice, e la se-
conda, cioè, re, ha il suo nascimento dal predetto segno posto in C, graue. Ma la
terza sillaba, cioè, mi, sta in tal luogo naturalmente, La quarta sillaba fa, nasce
da questo segno collocato in Are. Et la quinta, cioè sol, procede dal predetto se-
gno messo in Gamma ut, Et l'ultima detta, la, nasce da questo segno dimostrato
in F, acquisito, ilquale nel graue è sotto di Gamma ut, per lo spatio di un tuono, On-
de per le predette dimostrationi appare, che tutti i nomi, officiali iquali sono consi
derati equalmente in suono con b quadro naturale, da questo se-
gno eccetto mi, ilquale è dell'ordine primo detto naturale.
Et seguitando diremo, chelle sei sillabe equalmente nascono considerate in C, fa, ut,
La prima cioe, ut, sta in tal luogo naturalmente, & La seconda, cioè, re, nasce da
questo segno, b, segnato in Elami graue, & La terza cioè, mi, ha principio dal pre-
detto segno posto in D sol re, La quarta cioe fa, sta naturalmente in tal luogo, Ma
page 102la quinta detta, sol, nasce anchora da questo segno, b, collocato in b, quadro gra-
ue, & la sesta chiamata, la, depende dal sopra detto segno segnato in Are. Per tanto,
appare, che tutti i nomi officiali liquali sono considerati essere equali in suono nella
lettera. C. naturale deriuano dal detto segno, eccetto, ut, et fa, iquali si appartengo-
no al primo ordine, et con tale modo seguitando alla quinta positione detta, D, sol, re.
Diremo che la prima sillaba nascera da questo segno posto in F, graue, La se-
conda cioè, re, sta in tal luogo naturalmente, La terza detta mi, procede da questo
b, segnato in Elami, La quarta detta fa, nasce da questo segno messo in C, graue,
La quinta detta sol, sta in tal luogo naturalmente, L'ultima cioè, la, depende da que
sto segno b, posto in b quadro graue, Et per tal modo accadera, che tutti i nomi
officiali considerati equali in suono in D, graue naturale dependono da questo segno
b, ecceto fa, et ut, liquali hanno origine da questo segno , & re, & sol, iquali na-
turalmente si comprendono, Appresso seguitando diremo, che delle sei predette
sillabe considerate equalmente in suono nella sesta positione naturale chiamata Ela
mi, La prima sillaba ut, ha il suo nascimento da questo segno segnato in G acu-
to, ouero graue, Et la seconda cioe, re, nasce dal predetto segno posto in F, graue,
Ma la terza sillaba cioe, mi, sta in tal luogo naturalmente, Et la quarta cioe fa, ha
origine da questo segno collocato in D, graue, la quinta cioe sol, uiene da questo
segno messo nel C, graue. La sesta cioe la, sta naturalmente in tal luogo, in modo
che tutti i nomi officiali considerati equali in suono in Elami hanno dependenza da
questo segno , eccetto mi, et la, che sono considerati dal primo ordine detto naturale.
Puossi similmente dimostrare, come nella settima positione nascono sei nomi officia
li con equale sonorita. Pertanto adiuiene, che il primo cioe ut, ha origine da questo
segno, b, segnato in b quadro naturale acuto, Et il secondo, re, nasce da questo
segno, b, posto in a acuto, Et il terzo detto mi, deriua dal sopradetto segno dimostra
to in G acuto, o graue, Ma il quarto cioè fa, sta naturalmente nel suo luogo, Et il
quinto cioe sol, nasce dal predetto segno, come qua, b, messo in Elami graue, Ma l'ul-
timo cioe la, nasce dal b rotondo posto in D sol, re, Et per tal modo appare, che i no-
mi officiali equalmente considerati nel detto F, fa, ut, naturale dependono da questo
segno, b, eccetto, fa, ilquale nasce dal ordine primo.
Dopo le predette considerationi uerremo all'ottaua positione detta G, sol, re, ut, del
quale a douer ragionare ci par quasi di souerchio, percioche considerando la simili-
tudine, la quale cade tra i luoghi ottaui, assai basterebbe chi dimostrasse, come si tro
uano le sei sillabe in Gamma ut, similmente si possono ritrouare in G, sol, re, ut, acuto,
& sopracuto, pur nondimeno, conciosia cosa che in questo istesso capitolo'In questo istesso capitolo', i.e. Aaron's Treatise on mutations. habbiamo
dimostrato come i predetti sei nomi conuengano in ciascuna delle uenti positioni na
turali della mano, per non deuiare da tale ordine, non mancheremo di procedere se-
condo 'l modo, & ordine incominciato. Et primamente diciamo, che la prima sil-
laba, cioè ut, in tale ottaua positione sta naturalmente, Et la seconda, cioè re, nasce
da questo segno b, segnato in b, mi acuto naturale. Et la terza, cioè mi ha origine
page 103dal predetto segno posto in a, acuto, Et la quarta cioè fa, deriua dal detto se-
gno Diesi collocato in F, graue, Ma la quinta cioè sol, sta naturale nel suo luogo, Et
la sesta, cioè la, procede da questo segno b, posto in Elami naturale, & graue.
La nona corda puo similmente, & equalmente le predette sei sillabe, ouer
nomi officiali intorno iquali il primo chiamato ut, nasce da questo segno segna-
to in C, acuto. Et il secondo, cioè, re, sta naturalmente in tal luogo, Il terzo, cioè mi
deriua da questo segno b, posto in b quadro acuto, Il quarto detto fa, nasce da
questo segno collocato in G acuto, Il quinto, cioè sol, depende dal segno sopradet-
to posto in F, graue, La sesta sillaba la, naturalmente sta nel detto luogo.
La decima positione chiamata b, quadro acuto ha conuenenza con b, quadro gra
ue, ouero naturale. Pertanto la prima sillaba ut, nasce da questo segno posto
in D, acuto, La seconda, cioè, re, nasce dal detto segno posto in C, acuto, La terza
detta mi, sta naturalmente in tal luogo, La quarta detta fa, ha origine dal detto se-
gno Diesi segnato in a acuto, La quinta detta sol, nasce dal detto segno dimostrato
in G acuto, Ma la sesta, cioè la, nasce dal detto segno collocato in F graue.
Nella undecima positione detta C, acuto similmente si potranno ritrouare i predet-
ti sei nomi. Il primo chiamato ut, sta naturalmente, il re, nasce da questo segno b,
posto in E, acuto, Il terzo detto mi, ha origine della figura b dimostrato in D acuto,
Il quarto nomato fa, di sua natura dimora nelsuo , Il quinto detto sol, deriua da
la detta figura messo in b quadro acuto, Il sesto & ultimo descende da que-
sto segno b, posto in a, acuto.
Il duodecimo luogo detto D, acuto equalmente puo contenere i predetti sei nomi offi
ciali, Il primo cioè ut, nasce dal detto segno Diesi segnato in F acuto, Il secondo det
to re, naturalmente depende dal suo luogo, Il terzo detto mi, ha origine da questo se
gno b, posto in Elami acuto, Il quarto detto fa, procede dal detto segno Diesi dimo
strato in C, acuto, Il quinto, cioè sol, deriua dall'ordine naturale, Ma l'ultimo detto
la, ha principio da questo segno b, messo in b quadro acuto, & naturale.
La terzadecima nomata Elami acuta ha la prima sillaba detta ut, laqual
nasce dal detto segno segnato in G sopracuto la seconda, cioè re, prouiene dal detto
segno posto in F, acuto, La terza detta mi, naturalmente appare, La quarta chia-
mata fa, nasce dal detto segno Diesi dimostrato in D, acuto, La quinta ha comin-
ciamento dal detto segno Diesi messo in C, acuto, La sesta cioè la, resta naturalmen
te in tale positione.
La quartadecima corda chiamata F, Faut acuta, ha la prima sillaba ut, laquale na
sce da questo segno b, segnato in b quadro sopra acuto, La seconda detta re, deri-
ua dal predetto segno posto in A, sopra acuto, La terza appellata mi, è prodotta an
chora da questa figura o segno b, messo in G, sopracuto, La quarta cioè fa, natural
mente si dimostra, La quinta nominata sol, depende da questo segno b, posto in E,
acuto, La sesta, cioè la, procede da quello segno b, segnato in D, acuto.
Il quintodecimo luogo, ilqual si considera in G sopracuto similmente potra ottene-
page 104re i predetti sei nomi officiali equali in suono, de quali il primo chiamato ut, sta nel
suo luogo naturalmente, et il secondo detto re, nasce da questo segno b, posto in b qua
dro sopracuto, Et il terzo nomato mi, depende dal segno inanzi detto segnato in a,
sopracuto. Il quinto detto fa, procede dal detto segno Diesi dimostrato in F, acuto,
Ma il quinto detto sol, sta naturalmente nel suo luogo, Et l'ultimo detto la, ha origi-
ne da questo segno b, locato in Elami acuto.
La decimasesta positione chiamata A sopracuta anchora essa puo hauere le sei silla
be in suono equale. Diciamo adunque, chella prima sillaba ut, nasce dal segno so-
pradetto del Diesi segnato in C, sopra acuto. La seconda cioè re, uiene dal ordine
semplice, & naturale, La terza cioe mi, nasce da questo segno b, posto in b, mi , La quarta detta fa depende dal detto segno posto in G, sopra acu-
to, La quinta detta sol, ha principio dal detto segno collocato in F acuto, La sesta
detta la, naturalmente si comprende, La decima settima corda detta b, mi puo hauere la sillaba ut, in suono equale, et ha dependenza dal detto segno se-
gnato in D, sopra acuto, & anchora puo hauere la sillaba re, laqual nasce dal pre-
detto segno collocato in C, sopra acuto, La terza detta mi, sta naturalmente, La quar
ta detta fa, procede dal dettosegno Diesi posto in A sopra acuto, La quinta detta sol
ha origine dal segno sopra detto dimostrato in G, sopra acuto, La sesta detta la, de
riua dal su detto segno messo in F acuto.
Il decimo ottauo luogo cioe C, sopra acuto ha la sua prima sillaba cioe ut, in na-
turalmente a similitudine di C, graue, & di , acuto, Ma il suo re, nasce da questo
segno b, segnato in E sopra acuto. Et il suo mi, ha origine da questo segno b, posto
in D, sopra acuto, La quarta sillaba detta fa, sta naturalmente in tal luogo, Et la
quinta detta sol, nasce da questo segno b, posto in B, mi, sopra acuto, La sesta detta
la, procede da questo segno b, dimostrato in A, sopra acuto,
La positione decima nona cioè D, sopra acuto puo hauere la prima sillaba detta
ut, laqual depende dal detto segno Diesi segnato in F, acquisito, ilquale è distante
per un Semituono nello acuto da E, sopra acuto, & ha la sillaba re, laquale nasce
dall'ordine naturale a somiglianza di D, graue, & di D, acuto, Ma il mi, procede
da questo segno B, posto in E, sopra acuto, Et il fa, nasce dal detto segno Diesi dimo
strato in C, sopra acuto, a se propinquo, Et il sol, naturalmente sta nel suo proprio
luogo, Et la ultima sillaba nasce da questo segno , messoin B mi sopra acuto.
Il uentesimo & ultimo luogo anch'esso ha i detti sei nomi offitiali. Onde il primo,
cioè ut, ha origine dal detto segno Diesi segnato in G acquisito distante nell'acuto
da G, sopra acuto per uno Diapason. Il secondo detto re, nasce dal segno predetto
locato in F acquisito per una ottaua nell'acuto, posto sopra F acuto, La terza cioè
mi, naturalmente sta in tal luogo, a similitudine di Elami graue, & acuto, la quar-
ta cioè fa, nasce dal detto segno posto in D, sopra acuto, La quinta detta sol, nasce
dal sopradetto, segno come qui dimostrato in C, sopra acuto. Ma la sesta detta la,
naturalmente resta nel suo luogo. page 105

Come in ciascun luogo della mano si possono trouare 30, muta-
tioni. Cap. XII.

Lettore prudentissimo, se ben considererai all'ordine dannoi di sopra tenuto nel tro
uare in suono uguale i sei nomi officiali in ciascuna positione della mano, tu po
trai anchora conoscere che in qualunque se l'una di esse potranno nascere trenta
mutationi, lequali non si possono negare, perche sono introdotte con ragioni dimo-
stratiue & chiare, Imperoche non essendo altro la mutatione, che una uariatione di
dui nomi officiali tra loro equali in suono, iquali dependono da diuersi luoghi natu
rali, & accidentali, con simili, o diuersi segni segnati, seguitera, come habbiamo
detto, che in ciascuna delle dette positioni saranno 30, mutationi. Per tanto diremo,
che giungendo la sillaba ut, alle cinque a se seguenti, si faranno dieci mutationi, pro
cedendo a questo modo cioè, Primieramente mutando ut, in re'Mutando ut in re', i.e. on E la mi., tal mutatione stara
per ascendere dalla congionta di quadro segnata in G acuto con questo segno
nella congionta di quadro posto in F graue con questo segno , Appresso mutan
do re in ut, anchora si ascendera, tenendo contrario ordine, & cosi haremo due mu
tationi. Ma se da poi faremo mutatione di ut, in mi, essa ascendera, dalla predetta
congionta, segnata con il segno del Diesi in G acuto, nella proprieta di natura
graue, secondo l'ordine semplice, Ma mutando mi, in ut, ascendendo si fara il contra
rio, et per tal modo haremo 4, mutationi. Dapoi mutando ut, in fa, tal processo stara
per discendere della sopradetta congionta di b duro messo in G acuto, nella congion
ta similmente di b duro dimostrata con il detto segno Diesi in D, graue, & mu-
tando fa, in ut, saranno 6, mutationi, Ma oue auenga, che sia mutato ut, in sol, tal mu
tatione stara per discendere dal detto segno del Diesi posto in G acuto nella con-
gionta di b, duro segnata in C, fa, ut, col detto segno, & mutando sol, in ut per contra
rio, haremo 10, mutationi. Oltra di cio cangiando re, nel mi, tal mutatione stara per
ascendere dalla congionta del Diesi accidentale segnato come qui in F, gra-
ue, nella naturale proprieta detta natura graue. Et essendo mutato mi, nel re, etian
dio in contrario si ascendera, & in questa guisa saranno, 12, . Ma mutan
do il re, nel fa, tal mutatione sara per discendere dal sopra detto segno posto in F,
graue, nella congionta del b quadro segnata con questa figura in D, sol, re. Et fa-
cendo mutatione di fa, in re, auerra il contrario, & per tal maniera saranno, 14.
Ma se conuertiremo, la sillaba re, nella sillaba sol, tal mutatione stara per discen-
dere dal su detto segno come qui posto in F graue, nella congionta di duro se
gnata col medesimo segno in C, fa, ut. Et per il contrario cangiando sol, re, sa-
ranno. 16. mutationi, Quindi mutando re, in la, tale mutatione sara per discende-
re dal predetto segno del Diesi posto in F, graue, nella natural propieta di qua-
dro graue, Et cangiando la, nel re, seguitera il contrario. Et per tal uia saranno
18. mutationi. Appresso conuertendo mi, in fa, tal mutatione sara per discendere
page 106della propieta di natura graue nella congionta, come qui segnata in D, sol, re, na
turale. Et facendo mutatione di fa, in mi, nascera il contrario, per laqual cosa sa-
ranno 20. mutationi. Ma mutando mi, nel sol, tale ordine sara per discendere della
predetta proprieta naturale nella congionta, del b quadro, come disopra in C, gra-
ue. Et cangiando sol, in mi, seguitera il contrario, & alhora haremo 22. mutationi.
Dapoi trasmutando mi, in la, & la, in mi. Tale ordine stara per discendere, & per
ascendere di natura nel duro, & da b duro in natura secondo l'ordine naturale,
e cosi saranno 24, mutationi. Oltra di cio mutando il fa, nel sol, tal mutatione sara
per discendere dalla congionta del b quadro segnata con questo segno in D sol, re,
nella congionta similmente di b quadro col detto segno posto in C, fa, ut, Ma can-
giando sol, in fa, stara per discendere, ma intorno l'origine nascera il contrario, et
alhora haremo 26. mutationi, uolgendo fa, in la, si fara arieta di questo segno
segnato nel predetto D, discendendo nella natural proprieta di b quadro graue, Et
facendo mutatione di la, in fa, discendendo nascera il contrario, Et per tal ragione
haremo 28. mutationi. Ma se ultimamente il sol, sara mutato nel la, tal uarieta na
scera per discendere di questo segno segnato in C, graue nella natural proprieta
di b quadro graue. Et cangiando la, in sol, etiandio discendendo si hara il contra-
rio, & alhora saranno 30. mutationi chiare, & con ragioni dimostrate, alle quali
per piu chiarezza, & commodo di tutti habbiamo dato principio in E, la, mi, & non
in altra positione piu graue, accioche non fosse stato dibisogno ricorrere alle posi-
tioni finte ouero acquisite, & poste sotto Gamma ut.
Et se i precetti miei, non saranno messi, con quella alleganza, & ma-
niera che se gli conuerrebbono, la gentilezza di uoi, mi
sara mezzano, al mancamento mio.
IL FINE.
Aron faciebat ne inglorius uiueret.
In Vinegia appresso Girolamo Scotto. Nel M. D. XLV.