Title: Impresa del molto R. M. Gioseffo Zarlino da Chioggia
Author: Giovanni Maria Artusi
Publication: Gio. Battista Bellagamba (Bologna, 1604)
Principal editor: Frans Wiering
Funder: Utrecht University Netherlands Organization for Scientific Research (NWO)
Edition: 2000
Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht NetherlandsDEL MOLTO R. M.
GIOSEFFO ZARLINO
DA CHIOGGIA,
GIA` MASTRO DI CAPELLA DELLA
Illustrissima Signoria di Venetia.
ARTVSI da Bologna, Canonico Regolare nella
Congregatione di S. Saluatore.
Appresso Gio: Battista Bellagamba. M. D. C. IIII.
Con Licenza de' Superiori
page iipage iii
AL MOLTO R. P.
D. ALFONSO
BAVOSO,
VISITATORE MERITISS.
DELLA CONGREGATIONE
DI S. SALVATORE.
la felice memoria di quel Dottissimo, e
buon Vecchio Gioseffo Zarlino, fui
molte volte in occasione di visita, à ra-
gionamento con lui, di diuerse cose alla
Musica appartenenti; ma vna fra l'al-
tra della proprietà, e qualità delle conso-
nanze discorrendo, mi mostrò la sua Impresa, nella quale si-
mili cose si vedono, e scuoprono dalla natura prodotte. Vidi,
notai, & minutamente il tutto considerai, con animo di farne si
come n'ho fatto vna breue dichiaratione, laquale per rauiuare
per modo di dire, la memoria di quel buon Vecchio mando in
publico si; ma sotto l'ombra della R. V. à cui, oltra le virtù,
e meriti, sono tanti gl'oblighi con li quali ella m'ha legato, ed au-
uinto, che sarebbe debito mio, non in vna picciola, e breue let-
tera; ma in molte carte, delle lodi sue tessere vn panegirico, fa-
cendo al mondo testimonianza, quanto sia il valore, e le quali-
tà dell'animo suo, & di quanto io la riuerisca, & ammiri;
ma perche conosco che la penna mia, non è basteuole ad ombreg-
giare, essendo infeconda, vna minima parte delle virtù, e bon-
page iv tà sue, fermo alla penna il corso, & qui mi taccio; aggradi-
sca almeno, mercè dell'amoreuolezza sua, queste poche di car-
te, si come io di core gli le offero, & inuio; che le prego dal Si-
gnore grandezza conforme alli meriti suoi, & le baccio la ma-
no.
Di Bologna il 25. Aprile 1604.
Di V. P. molto Reu.
Obligatissimo
D. Gio: Maria Artusi.
AL MOLTO REV. PADRE
D. ALFONSO BAVOSO
MERITISS. VISITATORE.
QVESTO di gran disio picciolo segno
V'offro, o d'ogni valor nido, & ricetto;
In cui la bontà pari, e l'intelletto
Concerta alto ed humil, graue & benegno.
Sà ben quest'opra di mezano ingegno,
Che troppo e lieue all'eccessiuo oggetto,
Ma insieme sà ch'affettuoso affetto
Suol far nel donatore il don più degno.
Il mondo è harmonia, voi contemplando
L'hauete. Et le virtù sono harmonia
Voi ve l'hauete, e 'l dimostrate oprando:
Talche dicata a voi l'industria mia
Deuuta è a voi, che di voi tratt'io, quando
Mi propongo a trattar di melodia.
L'Academico Spinoso.
DICHIARATIONE
DELL'IMPRESA
DEL MOLTO R. M.
GIOSEFFO ZARLINO
DA CHIOGGIA,
GIA` MASTRO DI CAPELLA DELLA
Illustrissima Signoria di Venetia.
ARTVSI da Bologna, Canonico Regolare nella
Congregatione di S. Saluatore.
in qualche stima, potiamo con verità dire, che
dal principio del suo nascimento crescendo fi-
no alla giouentù, elle siano state piene di mol-
te tenebre, & di cose che talmente le rendeua-
no oscure, ed ignobili, che ragioneuolmente,
per imperfette eran conosciute.
do im[[per]]fet-
te, & quā-
do perfette Ma arriuare alla Virilità, che
ben potiamo dire che sia in questa nostra etade; affirmatiuamen
te affirmare potiamo ancora, che à tal stato di eccellenza, &
page 2perfettione elle giunte siano, che poche anci nulla vi sia che de-
siderare, & di ciò ne fanno manifesta fede la Pittura; la
Scultura, le Leggi, la Medicina, le Mathematiche; & tutte
quelle che con queste tengono amicitia ouero parentella.
pari fortuna con queste hāno fatto il suo corso le Imprese; im-
peroche nella loro fanciullezza sono state senza regola, & senza
guida, ma pian piano poi crescendo alla giouentu sono andate
acquistando,Auttori,
che hanno
date regole
certe delle
Imprese. sino tanto cheda Monsignor Giouio di felicissima
memoria, & dopo lui da Girolamo Ruscelli, da Camillo Ca-
milli, dal Capaccio, & da tanti & poi tanti altri sono state ridot
te alla virilità; & datole con regole certe tal guida, che dir ben
si può, che giunte siano ad vna perfetta perfettione. Di qui è
(se bene il trattare ed il formare le Imprese e cosa difficileE cosa diffi
cile il trat-
tare, & for
mare l'Im
prese.) che
tanti nobili spiriti hauendo ritrouata, & ritrouando quest'Arte
ridotta à Regole certe, & sicure; si sono sforzati, & sforzano di
di formarsi Imprese tali, che significare possino gli loro nobili, &
alti pensieri;Le Impre-
se appartē-
gono à par
ticolari. chi di lettere; chi d'arme; altri di sdegni, d'ire,
d'odij, d'amori, di piaceri, d'allegrezze, & chi di vna cosa, & chi
di vn'altra, secondo la diuersità de gli accidenti, che occorrere
sogliono à gli huomini, che sono infiniti; ornando quelle con
Motti diuersi da grauissimi Auttori leuati,Motto so-
no l'anima
delle Im[[pre]]-
se, & per-
che. che sono l'anima
delle imprese, perche destramente danno cōtezza di tutto quel-
lo, che per l'impresa si vuole palesare, & questi sono hor affir-
matiui, hor negatiui, tal hora interrogatiui, & quando imper-
sonali.
ra; quando con vn sol moto, & quando con due; che cosi fece
giuditiosamente il dottissimo, & virtuosissimo R. Gioseffo Zar-
lino, quando volse dimostrar quello, che per natura, & pro-
pria virtù hauea operato. Per natura, & inclinatione naturale,
quando essendosi affaticato nello studio delle lingue, Hebrea,
Greca, & Latina; & nelle scientie, Humanità, Filosofia, Mathe
matica, & Theologia; scrisse tanto, che dichiarando molti passi
de Poeti, Filosofi, Mathematici, & Musichi antichi; trasse da mor
ta à vita la Musica, che giacea come sepolta.Musica e'
si può dire
ritornata
da morte a
vita, & da
chi. Per propria virtù
quando nelle tribulationi, non si abbassando punto, & nelle al-
legrezze, e prosperità non si inalzando, diede segno di esser sal-
page 3do, stabile, & sempre ad vn modo, in quella maniera che stà
per propria natura il corpo cubo semplice, che perciò di que-
sto face eletione per sua Impresa,Impresa
del Zarli-
no. se bene di poi consideran-
do, che questo ad esplicare gli suoi nobili, & alti pensieri era
debole, lasciandolo da vna banda, à quello, che diuiso ho nel
frontispicio, & dimostrato, s'appigliò; alla dichiaratione del
quale apparechiandomi hor'io, anchorche non sia cosi facile il
sapere, e penetrare gli pensieri altrui, non mi difido di giun-
gere à termine tale, che se bene intieramente, & perfettamen-
te, non arriuarà al segno, sarà almeno, tanto là vicino, che cia
scuno, che vorrà potrà porre l'vltima mano à questa impre-
sa.
Reu. Gioseffo Zarlino sia stato, non sonnachioso, & dormi-
glione, come dicono alcuni; ma vigilante, & accorto osser-
uatore delle regole, & di quei precetti, i quali sono fondamen
ti dell'arte delle Imprese; & del bel modo di componere le
Cantilene Musicali; il che dimostrarò in quel discorso. Se
componere si possi alcuna Cantilena, che sia nella purità, &
simplicità sua di alcuno delli due generi, Cromatico, & Enar
monico.
ratione, che fra tutti gli Corpori Regolari, che senza dubio al-
cuno sono cinque, si ritroua questo ilquale dal numero delle
sue Base, che quattro sono; Tetragone, & eguali;Cubo qual
figura ten
ghi, et qual
forma (& ritiene
la forma di vno di quelli Dadi, con gli quali si gioca al Tauo
liere;) li Mathematici chiamano, quattro base, ouero cubo.
Questo da gli Antichi pythagorici fu anco detto non vana-
mente Geometrica Harmonia;Cubo da
Pithagori-
ci come fu
detto. essendo che dalla gran Ma-
dre Natura instromento del grande Iddio, fu ripieno, (ol-
tra ogn'altro corpo) tutto d'harmonia; la qual si può prima
conoscere, nella ragione, & corrispondente commisuratione
delle cose, nelle quali il detto corpo nelle sue superficie può
(nel modo ch'io mostrerò) esser diuiso. Imperoche egli pri-
ma essentialmente è contenuto nel serramento della sua figu-
ra da dodeci lati eguali, & da otto angoli solidi, de gli quali
ciascuno è compreso da tre angoli retti, formati da tre linee
o lati egualmente retti;Cubo da
che forma
to. che la sua longhezza, larghezza, e
page 4profondità, ò altezza rappresentano; & è serrato da sei super-
ficie lequali conseruano in esso quella proportionalità, che
chiamano harmonica; ilche meritamente Euclide nella 21.
diff. dell'vndecimo; ouero secondo Clauio nella 25. dice.
Il cubo esser figura solida contenuta sotto sei quadrati;Cubo quelper-
lo che sia.
chioche distendendosi dalla sua longhezza, nella larghezza,
da questa nel colmo della sua altezza; viene à credere di mo
do, che hauendo la sua origine da cose eguali;Boetio A-
rith lib. 1.
cap. 15. & proceden-
do al medesimo modo à cose eguali; egualmente crescendo
à se stesso e tutto conueniente, tutto conforme, & tutto d'har
monia pieno. Per la qual cosa, è anco detto solido, & rett'an-
golo;Corpo soli
do quello
che sia. perche il corpo solido come bene Euclide nella prima
diff. dell'vndecimo dice, e quello che ha longhezza, larghez
za, & grossezza, che sono le tre dimensioni appartinēti al cor-
po solido; e 'l Cubo è da questi parti naturalmente contenu-
to, perciò vien detto Corpo solido.
posito; Quest'Harmonia si conosce nell'ordine delli sodetti
numeri 12. 8. 6. che simil cose rappresentano;Salina li. 1.
cap. 9. essendo che
in esso ritrouaremo la ragione, e proportione, (dico di quel
rispetto che hanno due quantità d'vno medesimo genere fra
di loro,) che si ritroua fra gli due estremi numeri 12. & 6. es-
ser Dupla, & l'istessa che si troua fra questi numeri, che sono
lo loro differentie; cioè 4. & 2. il che chiaramente ci denota
che tra cotali numeri è l'Harmonica proportionalità;Fra le par
ti del Cu-
bo ui è l-
Harmoni-
ca propor-
tionalità. laqual
contiene le forme di tutte quelle Consonanze, che gli Musi-
ci nominano perfette semplici; essendo che tra 12. & 6. si tro
ua la forma naturale, come ho detto della Diapasō nella pro
portione dupla; Et questa è quella nobilissima, perfettissima,
soauissima, & tenerissima consonanza, riceuuta, hauuta, & co-
nosciuta per tale da tutta la Scuola de Musici, & Filosofi, co-
me nella secōda parte dell'Artusi già dimostrai; dalla cui di-
uisione nascono tutti gli interualli Musicali.Forme del
le consonā
ze perfette
sēplici qua
li. Si ritroua poi
quella della Diapente tra 12. & 8. ouero fra il 6. & 4. nella
sesquialtera proportione; come ancora quella della Diates-
saron tra 8. & 4. ouero tra 4. & 3. nella sesquiterza proportio-
ne; lequali due consonanze sono le parti prime, & principa-
page 5li, che dalla diuisione della dupla fatta, nascono; sono però
l'vna di quantità, & di qualità differente dall'altra come la lo
ro forma benissimo dimostra.
trouano ancora le forme dell'altre cōsonanze perfette tra gli
sodetti tre numeri, composte, & le loro differenze, che in ordi
ne cotale posti sono 12. 8. 6. 4. 2. si come quella della Disdia-
pason tra 8. & 2. nella proportione quadrupla; Quella della
Diapason Diapente fra 12. & 4. nella proportione tripla; il
che si ritroua pur anco tra 6. & 2. & quella della Disdiapason
diapente 12. & 2. nella proportione sestupla.Proportio-
ne vera. Ma si come con
ragione si può tra quali si vogliano dati numeri; collocarue-
ne alcuni altri mezani; cosi si puote, tra due quali si vo-
gliano quantità sonore, & tra gli suoni, poruene, quando sia
dibisogno, de gl'altri. Perilche vedendo gl'Antichi ciò non
essere impossibile, aggiunsero alle tre sudetti vn quarto nume
ro mezano, in questo modo 12. 9. 8. 6. acciò si hauessero insie
me congiunte le tre prime & principali proportionalità, che
sono l'Arithmetica, la Geometrica, & l'Harmonica; perche
fra gli estremi termini 12. & 6. delli proposti, ritrouandosi l'8
gli aggiunsero il 9. & tra questo, & quello venero à collocare
la proportione sesquiottaua, che è la forma del tuono mag-
giore, ilquale chiamano misura delle consonanze,Tuono
maggiore
misura del
le consonā
ze. essendo e-
gli quella differenza che si ritroua tra la Diapente, & la Dia-
tessaron prime consonanze.
termini, ò numeri, ritrouarō prima (per dar principio da que
sta) la proportionalità Geometrica;Geometria
proportio-
nalità dis-
giunta fra
quali nu-
meri conte
nuta. la disgiunta dico fra 12.
8. & 9. e 6. percioche tanto fra gli primi 12. & 8. quanto fra gli
secondi 9. & 6. si ritroua la proportione sesquialtera natural
forma della Diapente; come anco si ritroua tra il 12. & 9. &
fra l'8 & 6. quella della Diatessaron nella sesquiterza; & ciò
(secondo la dottrina de MathematiciBoetio lib.
2. cap. 33.) auuiene in questa; quā
do si moltiplicano gli due estremi numeri tra loro; & anco li
due mezani da per se; & dall'vna, & l'altra parte nasce vn'i-
stesso numero, come bene, & diffusamente dichiara il Clauio
nel principio del Comento suo, sopra il libro quinto di Eucli
de; & come qui si vede, che moltiplicato il 12. per il 6. tanto
page 6ne viene, quanto moltiplicato il 9. per l'8, cioè 72. Si ritroua
dipoi tra 12. 9. & 6. la progressione Arithmetica;Progressio
ne Arith-
metica, &
Armonica
mediocrità
come si co
nosca. ilche si cono
sce dalle loro differentie, che sono 3. & 3. numeri simili. Ma
fra 12. 8. & 6. è posta la mediocrità harmonica; come dalle dif
ferenze di essi termini, li quali sono 4. 2. contenuti dalla du
pla proportione: Si come ancora la contengono 12. & 6. ter-
mini estremi delle tre dati, come è il proprio di questa medio
crità, ò proportionalità.Clauio so- pra il quin to di Eucli de.
diuiso in molte parti, si ritrouerà che contenendo egli quat-
tro angoli solidi, ciascuno de quali, è contenuto da tre lati e-
guali; contiene anco quattro piramide solide eguali, la cui sō
mità finisce & termina in vno de gl'istessi angoli;Altra cō-
sideratione
Piramidi
triāgolari. essēdo que
ste piramidi serrate da molti triangoli, vno de quali è equila-
tero posto per base, & gl'altri equicruri, & di angolo retto. Im
peroche qual si voglia lato della sua base è diametro di vno
de quadrati, che serrano il cubo; & qual si voglia lato della
sua altezza, e vn lato di vno de sodetti quadrati. Onde tra lo-
ro (per la 117. del decimo de gl'Elementi d'Euclide) nō cade al
cuna proportione rationale; se beneil tutto dell'vno de qua-
drati del cubo, cō tutto l'vno de gl'altri sia ī dupla proportio
ne, & l'vno sia per la metà maggiore, ò minore dell'altro: co-
me per la 34. del primo si potrebbe dimostrare.
veramente marauiglioso; che se si diuiderà prima vna delle su-
perficie, ò quadrati che serrano il cubo, in sei parti eguali; di
modo che facciano sei paralelligrāmi; ouero se sarà diuiso in
sei parti ineguali, ī tal maniera che naschino sei quadrati, che
habbiano vna parte più longa dell'altra, in questo modo, fa-
cendo che il primo sia la metà intiera di tutto il quadratto; il
secondo le due terze parti; il terzo li tre quarti; il quarto li
quattro quinti; & il quinto sia li cinque sesti; il sesto neccessa-
riamente verà ad essere la sua sesta parte intiera; & da i lati
delle base dell'vna delle dette piramidi, venirà ad essere diui
so in due triangoli eguali, che hauerano vn'angolo retto; &
le linee contenute nelli sodetti quadrati venirano ad essere le
parti delle linee;Parti delle
linee dano
le forme [[de]]l
le Musica
li consonā-
za. & tra quelle che saranno contenute ne trian
goli, si troueranno tali relationi, che daranno le forme delle
page 7Musicali consonanze. Il simile auerrà ancora, quando si ac-
comoderà nelli sodetti quadrati, il triangolo da due lati e-
guali; la cui base sia vn'istessa con quella del quadrato; & li
suoi lati diuidano gli lati delli quadrati in vna parte longhi;
onde dall'vna, & l'altra parte del detto triangolo ne nascerā-
no due altri con l'angolo retto.
ti delle linee, che si ritroueranno ne triangoli ciascuno da per
se, conteneranno tali proportioni; che saranno le forme vere
delle consonantie, & altri interualli dissonanti. Ben sarà il ve
ro, che quelli quadrati, che diuisi saranno in parti eguali, ra-
presentaranno tante vnità ordinate in progressione Arithme
tica; come quelle, che poste sono nella sommità del cubo, che
seruono per vno de lati delli due triangoli eguali, & equicru
ri, che contengono l'angolo retto. La onde non è dubio, che
tra le parti fatte nel quadrato dal diametro, si ritroueranno le
forme di tutte le consonanze della Musica,Dalle par-
ti fatte nel
quadrato
dal diame-
tro si ritro
uano le for
me di tutte
le consonā
ze della
Musica. che sono la Diapa
son, la Diapente, la Diatessaron, il Ditono, & lo Semiditono;
come si può comprendere nelle sodette diuisioni.
nella facciata di sopra del cubo, dal diametro solamente del
quadrato; & dipoi dalle due linee eguali del triangolo equi-
cruro; che ascendono dalla base del quadrato congiungēdosi
nella sommità in vno istesso punto; lequali diuidono anco il
detto quadrato in due altri triangoli, che contengono l'ango
lo retto; ciascuno de quali è col primo in dupla proportione.Vedasi il
Terzo lib.
ca. 3. de so-
plementi
Musicali
del Zarli-
no.
Il perche tra le parti delle dette linee fatte da gli latti di essi
triangoli de i paralelligrammi si ritrouano le ragioni della
sodette consonanze;Dalle par
ti delle li-
nee fatte
da gli lati
de triango
li, si ritro-
uano le ra
gioni di tut
te le conso
nanze. le quali parti sono in tal maniera ordi-
nate; che nell'ordine Arithmetico le più lunghe fatte dalli
paralelligrammi eguali: si troueranno essere le cōsonanze di
minor proportione, & più graui; & tra quelle che sono più
corte, quelle di maggiore, & più acute: come trà le due mag-
giori il semiditono nel graue; & tra quelle che sono più cor-
te, o minori, la Diapason nell'acuto; si come ancora tra gli nu
meri maggiori, nella proportionalità Arithmetica si ritroua
essere minore la proportione di quella, che si troua collocata
tra gli minori.
page 8uano nella facciata, ò superficie prima del cubo;Le conso-
nāze di mi
nor propor
tione doue
si ritroua-
no. & quella che
è posta alla parte destra: ma però collocati al contrario: cioè
tra le parti maggiori fatte dalli detti lati, le consonanze di
maggior proportione; & tra le minori, quelle delle minori:
come delle due maggiori la Diapason; & delli due minori lo
semiditono, nell'ordine harmonico, nato dalla moltiplicatio
ne delli parti; anci dalla diuisione del suo tutto, fatta per or-
dine. Più oltre si trouerà ne i due triangoli posti dall'vna,
& dall'altra parte del triāgolo equicruro, di angolo retto tali
parti, che contennerano le vere forme delle Diatessaron, del
tuono, & del semituono maggiori, & del minore semituono
ancora:Forme del
tuono, &
Semituono
doue nel
cubo diui-
so si ritro-
uano. come in essi sensibilmēte si potrano vdire, & conosce-
re: massimamente quādo doppo si haurà teso sopra ciascuno
de gli lati, delli paralelligrāmi fatti sopra gli sodetti quadrati
vna corda, & si hauranno accordate tutte insieme di modo,
che siano perfettamente vnisone, percioche toccando insie-
me quelle parti solamente delle corde l'vna all'altra vicina;
che le proportioni conteneranno, ò daranno le forme de gl'-
interualli in cotal modo percosse saranno vdire tanto quelli
che consonanti sono, quanto quelli che per natura loro l'vdi
to offendono, & sgustano, che dissonāti gli diciamo; siano poi
semplici, o composti, che questo poco ò nulla importa.
ste cose adonque tanto essentiali, quanto accidentali, essendo
più e più volte state da quel Dottissimo, & buon Vecchio cō
siderate,Inclinatio-
ne del Zar
lino à che. furono causa che egli facesse elettione del cubo in co
tal modo diuiso, per sua Impresa; essendo egli stato inclinato
sempre allo studio, & alla speculatione delle cose naturali, &
Mathematiche; & specialmente à quelle della Musica; delle
quali ne ha fatta particolare professione, come ogn'vno in
quella versato ha potuto e può conoscere. Per la qual cosa
hauendo egli considerato, che senza loro cognitione, nulla
ò poco puote alcuno peruenire al vero lume, & intelligentia
delle cose, che si trattano nelle sodette scienze; poiche tutte
furono create dal Sommo fattore Iddio in Numero, Peso, &
Misura; Et per dirlo in vna sol parola; in Harmonia. Per si-
gnificar questo, il Dottissimo e buon Vecchio, aggiunse il se-
page 9guente detto. Ὀυδὲν χωρὶς ἐμοῦ cioè, Nulla
senza me; che altro dir non volse, se non che. Niuna cosa ha
l'essere, nè può durare, ò permanere senza l'Harmonia, essen-
do in tutte le cose vna tacita harmonia, laquale quādo in par
te alcuna viene interrotta, & guasta, subito perde la perma-
nentia, l'essentia, & l'essere.
queste cose, non si può sapere essattamente cosa buona nelle
Arti, & nelle Scienze, & particolarmente nella Musica. Ne
senza hauere di esse cognitione, si può sapere la natura, & il
temperamento delle cose mondane.Cubo quel
lo che signi
fica in que
sta Impre-
sa. Oltra di questo volen
do per cotal corpo significare se stesso, il quale ha donato al
Mondo, quelle vere cognitioni, che con lo studio di molti an-
ni ha acquistato nella Musica, hauēdo dichiarato, e dimostra-
to tante cose difficili, & oscure, che come confessa ogni Litte-
rato, senza la cognitione loro il Mondo ne sarebbe anco al bu
io; Ha voluto dire, che chi vorà hauere perfetta cognitione
delle cose Musicali, senza la letteratura, cognitione, & studio de
suoi scritti, farà poco anci nulla; ancorche potesse dire, che in
ciò habbi voluto dimostrare la naturale sua dispositione, & il
progresso della vita sua, tanto nella prosperità, quanto nelle
auersità; che fu l'essere sempre ad vn modo, & sempre di vn
colore, hauendo hauuto auanti gl'occhi, & nella mente quel-
lo che in poche parole egli hauea letto in Eipiteto Filosofo.
Ανεχου και απεχου:
cioè, Sostiene, & Astienti; percioche da queste parole inuitato non si mutò mai d'ani-
mo; anci nelle auuersità, si ritrouò sempre patiente, & senza
dolore alcuno, confrōtandosi col detto del Sauio.Prouer. 19
Doctrina
viri per patientiam noscitur, & gloria eius est iniqua praetergredi.
& altroue.Prouer. 16 Melior est patiens viro forti, & qui dominatur animo
suo expugnatore Vrbium.
tientia, pieno di bonissima, & bellissima Dottrina; & nelle
prosperità sempre in tal modo d'animo temperato si dimo-
strò, che mai fu veduto insuperbirsi, nè inalzarsi di cosa alcu-
na, che fosse di sua contentezza; ma sempre in ogni fortuna es
sendosi ritrouato fermo, & constante diede saggio al mondo
di quello, che egli poteua essere; Nella conuersatione Ciui
page 10le modesto, piaceuole, quieto, & di buonissimo essempio nel
conuersare: Et perche il cubo dà manifesto, & conueniente
segno della sua quiete, per la stabilità delle sue superficie;
percioche essendo gittato da qual parte si voglia; sempre si ri
troua essere ad vno istesso modo, cioè d'vna istessa faccia, ò
equalita, però hauendo lui per lo auanti preso il cubo sempli
ce per Impresa, gl'accomodò queste due parole, Ἀεί ὁ
ἀυτὸς. che vogliono dire sempre lo istesso; hauendo
sempre risguardo al detto di Eipiteto di sopra posto.