[Figure]
DICHIARATIONE
DELL'IMPRESA
DEL MOLTO R. M.
GIOSEFFO ZARLINO
DA CHIOGGIA,
GIA` MASTRO DI CAPELLA DELLA
Illustrissima Signoria di Venetia.
FATTA DAL R. D. GIO: MARIA
ARTVSI da Bologna, Canonico Regolare nella
Congregatione di S. Saluatore.
[Figure]
DI tutte le scienze che appresso gl'huomini sono
in qualche stima, potiamo con verità dire, che
dal principio del suo nascimento crescendo fi
-no alla giouentù, elle siano state piene di mol
-te tenebre, & di cose che talmente le rendeua
-no oscure, ed ignobili, che ragioneuolmente,
per imperfette eran conosciute.
Arti quan
do im
perfet
-te, & qu
an-do perfette
Ma arriuare alla Virilità, che
ben potiamo dire che sia in questa nostra etade; affirmatiuamente affirmare potiamo ancora, che à tal stato di eccellenza, & page 2perfettione elle giunte siano, che poche anci nulla vi sia che de-siderare, & di ciò ne fanno manifesta fede chiara la Pittura; la
Scultura, le Leggi, la Medicina, le Mathematiche; & tutte
quelle che con queste tengono amicitia ouero parentella.
Di
pari fortuna con queste hanno fatto il suo corso le Imprese; im-peroche nella loro fanciullezza sono state senza regola, & senza
guida, ma pian piano poi crescendo alla giouentu sono andate
acquistando,Auttori,
che hanno
date regole
certe delle
Imprese. sino tanto che da Monsignor Giouio di felicissima
memoria, & dopo lui da Girolamo Ruscelli, da Camillo Ca-milli, dal Capaccio, & da tanti & poi tanti altri sono state ridotte alla virilità; & datole con regole certe tal guida, che dir ben
si può, che giunte siano ad vna perfetta perfettione. Di qui è
(se bene il trattare ed il formare le Imprese e cosa difficileE cosa difficile il trat-tare, & formare l'Imprese.) che
tanti nobili spiriti hauendo ritrouata, & ritrouando quest'Arte
ridotta à Regole certe, & sicure; si sono sforzati, & sforzano di
di formarsi Imprese tali, che significare possino gli loro nobili, &
alti pensieri;Le Impre-se apparten-gono à particolari. chi di lettere; chi d'arme; altri di sdegni, d'ire,
d'odij, d'amori, di piaceri, d'allegrezze, & chi di vna cosa, & chi
di vn'altra, secondo la diuersità de gli accidenti, che occorrere
sogliono à gli huomini, che sono infiniti; ornando quelle con
Motti diuersi da grauissimi Auttori leuati,Motto so-no l'anima
delle Impre-se, & per-che. che sono l'anima
delle imprese, perche destramente danno contezza di tutto quel-lo, che per l'impresa si vuole palesare, & questi sono hor affir-matiui, hor negatiui, tal hora interrogatiui, & quando imper-sonali.
Quando nella natiua lingua, & alle volte nella forestie
-ra; quando con vn sol moto, & quando con due; che cosi fece
giuditiosamente il dottissimo, & virtuosissimo R. Gioseffo Zar
-lino, quando volse dimostrar quello, che per natura, & pro
-pria virtù hauea operato. Per natura, & inclinatione naturale,
quando essendosi affaticato nello studio delle lingue, Hebrea,
Greca, & Latina; & nelle scientie, Humanità, Filosofia, Mathe
matica, & Theologia; scrisse tanto, che dichiarando molti passi
de Poeti, Filosofi, Mathematici, & Musichi antichi; trasse da mor
ta à vita la Musica, che giacea come sepolta.
Musica e'
si può dire
ritornata
da morte a
vita, & da
chi. Per propria virtù
quando nelle tribulationi, non si abbassando punto, & nelle al
-legrezze, e prosperità non si inalzando, diede segno di esser sal
-page 3do, stabile, & sempre ad vn modo, in quella maniera che stà
per propria natura il corpo cubo semplice, che perciò di que
-sto face eletione per sua Impresa,
Impresa
del Zarli-no. se bene di poi consideran
-do, che questo ad esplicare gli suoi nobili, & alti pensieri era
debole, lasciandolo da vna banda, à quello, che diuiso ho nel
frontispicio, & dimostrato, s'appigliò; alla dichiaratione del
quale apparechiandomi hor'io, anchorche non sia cosi facile il
sapere, e penetrare gli pensieri altrui, non mi difido di giun
-gere à termine tale, che se bene intieramente, & perfettamen
-te, non arriuarà al segno, sarà almeno, tanto là vicino, che cia
scuno, che vorrà potrà porre l'vltima mano à questa impre
-sa.
Et all'hora in somma eccelentia si conoscerà, quanto il
Reu. Gioseffo Zarlino sia stato, non sonnachioso, & dormi-glione, come dicono alcuni; ma vigilante, & accorto osser-uatore delle regole, & di quei precetti, i quali sono fondamenti dell'arte delle Imprese; & del bel modo di componere le
Cantilene Musicali; il che dimostrarò in quel discorso. Se
componere si possi alcuna Cantilena, che sia nella purità, &
simplicità sua di alcuno delli due generi, Cromatico, & Enarmonico.
Dico adonque per dar principio à questa Dichia
-ratione, che fra tutti gli Corpori Regolari, che senza dubio al
-cuno sono cinque, si ritroua questo ilquale dal numero delle
sue Base, che quattro sono; Tetragone, & eguali;
Cubo qual
figura tenghi, et qual
forma (& ritiene
la forma di vno di quelli Dadi, con gli quali si gioca al Tauo
liere;) li Mathematici chiamano, quattro base, ouero cubo.
Questo da gli Antichi pythagorici fu anco detto non vana
-mente Geometrica Harmonia;
Cubo da
Pithagori-ci come fu
detto. essendo che dalla gran Ma
-dre Natura instromento del grande Iddio, fu ripieno, (ol
-tra ogn'altro corpo) tutto d'harmonia; la qual si può prima
conoscere, nella ragione, & corrispondente commisuratione
delle cose, nelle quali il detto corpo nelle sue superficie può
(nel modo ch'io mostrerò) esser diuiso. Imperoche egli pri
-ma essentialmente è contenuto nel serramento della sua figu
-ra da dodeci lati eguali, & da otto angoli solidi, de gli quali
ciascuno è compreso da tre angoli retti, formati da tre linee
o lati egualmente retti;
Cubo da
che formato. che la sua longhezza, larghezza, e
page 4profondità, ò altezza rappresentano; & è serrato da sei super
-ficie lequali conseruano in esso quella proportionalità, che
chiamano harmonica; ilche meritamente Euclide nella
21.
diff. dell'vndecimo; ouero secondo Clauio nella
25. dice.
Il cubo esser figura solida contenuta sotto sei quadrati;Cubo quello che sia.
per
-chioche distendendosi dalla sua longhezza, nella larghezza,
da questa nel colmo della sua altezza; viene à credere di mo
do, che hauendo la sua origine da cose eguali;
Boetio A-rith lib. 1.
cap. 15. & proceden
-do al medesimo modo à cose eguali; egualmente crescendo
à se stesso e tutto conueniente, tutto conforme, & tutto d'har
monia pieno. Per la qual cosa, è anco detto solido, & rett'an
-golo;
Corpo solido quello
che sia. perche il corpo solido come bene Euclide nella
prima
diff. dell'vndecimo dice, e quello che ha longhezza, larghez
za, & grossezza, che sono le tre dimensioni appartin
enti al cor
-po solido; e 'l Cubo è da questi parti naturalmente contenu
-to, perciò vien detto Corpo solido.
Ma ritornando al pro
-posito; Quest'Harmonia si conosce nell'ordine delli sodetti
numeri 12. 8. 6. che simil cose rappresentano;
Salina li. 1.
cap. 9. essendo che
in esso ritrouaremo la ragione, e proportione, (dico di quel
rispetto che hanno due quantità d'vno medesimo genere fra
di loro,) che si ritroua fra gli due estremi numeri 12. & 6. es
-ser Dupla, & l'istessa che si troua fra questi numeri, che sono
lo loro differentie; cioè 4. & 2. il che chiaramente ci denota
che tra cotali numeri è l'Harmonica proportionalità;
Fra le parti del Cu-bo ui è l'-Harmoni-ca propor-tionalità. laqual
contiene le forme di tutte quelle Consonanze, che gli Musi
-ci nominano perfette semplici; essendo che tra 12. & 6. si tro
ua la forma naturale, come ho detto della Diapas
on nella pro
portione dupla; Et questa è quella nobilissima, perfettissima,
soauissima, & tenerissima consonanza, riceuuta, hauuta, & co
-nosciuta per tale da tutta la Scuola de Musici, & Filosofi, co
-me nella
seconda parte dell'Artusi già dimostrai; dalla cui di
-uisione nascono tutti gli interualli Musicali.
Forme delle consonanze perfette
semplici quali. Si ritroua poi
quella della Diapente tra 12. & 8. ouero fra il 6. & 4. nella
sesquialtera proportione; come ancora quella della Diates
-saron tra 8. & 4. ouero tra 4. & 3. nella sesquiterza proportio
-ne; lequali due consonanze sono le parti prime, & principa
-page 5li, che dalla diuisione della dupla fatta, nascono; sono però
l'vna di quantità, & di qualità differente dall'altra come la lo
ro forma benissimo dimostra.
Ma procedendo più oltra si
trouano ancora le forme dell'altre consonanze perfette tra gli
sodetti tre numeri, composte, & le loro differenze, che in ordine cotale posti sono 12. 8. 6. 4. 2. si come quella della Disdia-pason tra 8. & 2. nella proportione quadrupla; Quella della
Diapason Diapente fra 12. & 4. nella proportione tripla; il
che si ritroua pur anco tra 6. & 2. & quella della Disdiapason
diapente 12. & 2. nella proportione sestupla.Proportio-ne vera. Ma si come con
ragione si può tra quali si vogliano dati numeri; collocarue-ne alcuni altri mezani; cosi si puote, tra due quali si vo-gliano quantità sonore, & tra gli suoni, poruene, quando sia
dibisogno, de gl'altri. Perilche vedendo gl'Antichi ciò non
essere impossibile, aggiunsero alle tre sudetti vn quarto numero mezano, in questo modo 12. 9. 8. 6. acciò si hauessero insieme congiunte le tre prime & principali proportionalità, che
sono l'Arithmetica, la Geometrica, & l'Harmonica; perche
fra gli estremi termini 12. & 6. delli proposti, ritrouandosi l'8
gli aggiunsero il 9. & tra questo, & quello venero à collocare
la proportione sesquiottaua, che è la forma del tuono mag-giore, ilquale chiamano misura delle consonanze,Tuono
maggiore
misura delle consonanze. essendo e-gli quella differenza che si ritroua tra la Diapente, & la Dia-tessaron prime consonanze.
Laonde tra gli sodetti quattro
termini, ò numeri, ritrouar
on prima (per dar principio da que
sta) la proportionalità Geometrica;
Geometria
proportio-nalità dis-giunta fra
quali nu-meri contenuta. la disgiunta dico fra 12.
8. & 9. e 6. percioche tanto fra gli primi 12. & 8. quanto fra gli
secondi 9. & 6. si ritroua la proportione sesquialtera natural
forma della Diapente; come anco si ritroua tra il 12. & 9. &
fra l'8 & 6. quella della Diatessaron nella sesquiterza; & ciò
(secondo la dottrina de Mathematici
Boetio lib.
2. cap. 33.) auuiene in questa; qu
ando si moltiplicano gli due estremi numeri tra loro; & anco li
due mezani da per se; & dall'vna, & l'altra parte nasce vn'i
-stesso numero, come bene, & diffusamente dichiara il Clauio
nel principio del
Comento suo, sopra il
libro quinto di Eucli
de; & come qui si vede, che moltiplicato il 12. per il 6. tanto
page 6ne viene, quanto moltiplicato il 9. per l'8, cioè 72. Si ritroua
dipoi tra 12. 9. & 6. la progressione Arithmetica;
Progressione Arith-metica, &
Armonica
mediocrità
come si conosca. ilche si cono
sce dalle loro differentie, che sono 3. & 3. numeri simili. Ma
fra 12. 8. & 6. è posta la mediocrità harmonica; come dalle dif
ferenze di essi termini, li quali sono 4. 2. contenuti dalla du
pla proportione: Si come ancora la contengono 12. & 6. ter
-mini estremi delle tre dati, come è il proprio di questa medio
crità, ò proportionalità.
Clauio so-
pra il quin
to di Eucli
de.
Se si considererà dipoi cotal corpo
diuiso in molte parti, si ritrouerà che contenendo egli quat-tro angoli solidi, ciascuno de quali, è contenuto da tre lati e-guali; contiene anco quattro piramide solide eguali, la cui sommità finisce & termina in vno de gl'istessi angoli;Altra con-sideratione
Piramidi
triangolari. essendo queste piramidi serrate da molti triangoli, vno de quali è equila-tero posto per base, & gl'altri equicruri, & di angolo retto. Imperoche qual si voglia lato della sua base è diametro di vno
de quadrati, che serrano il cubo; & qual si voglia lato della
sua altezza, e vn lato di vno de sodetti quadrati. Onde tra lo-ro (per la 117. del decimo de gl'Elementi d'Euclide) non cade alcuna proportione rationale; se bene il tutto dell'vno de qua-drati del cubo, con tutto l'vno de gl'altri sia in dupla proportione, & l'vno sia per la metà maggiore, ò minore dell'altro: co-me per la 34. del primo si potrebbe dimostrare.
Ma questo è
veramente marauiglioso; che se si diuiderà prima vna delle su
-perficie, ò quadrati che serrano il cubo, in sei parti eguali; di
modo che facciano sei paralelligr
ammi; ouero se sarà diuiso in
sei parti ineguali,
in tal maniera che naschino sei quadrati, che
habbiano vna parte più longa dell'altra, in questo modo, fa
-cendo che il primo sia la metà intiera di tutto il quadratto; il
secondo le due terze parti; il terzo li tre quarti; il quarto li
quattro quinti; & il quinto sia li cinque sesti; il sesto neccessa
-riamente verà ad essere la sua sesta parte intiera; & da i lati
delle base dell'vna delle dette piramidi, venirà ad essere diui
so in due triangoli eguali, che hauerano vn'angolo retto; &
le linee contenute nelli sodetti quadrati venirano ad essere le
parti delle linee;
Parti delle
linee dano
le forme delle Musicali consonan-za. & tra quelle che saranno contenute ne trian
goli, si troueranno tali relationi, che daranno le forme delle
page 7Musicali consonanze. Il simile auerrà ancora, quando si ac
-comoderà nelli sodetti quadrati, il triangolo da due lati e
-guali; la cui base sia vn'istessa con quella del quadrato; & li
suoi lati diuidano gli lati delli quadrati in vna parte longhi;
onde dall'vna, & l'altra parte del detto triangolo ne nascer
an-no due altri con l'angolo retto.
Il perche fra tutte quelle par-ti delle linee, che si ritroueranno ne triangoli ciascuno da per
se, conteneranno tali proportioni; che saranno le forme vere
delle consonantie, & altri interualli dissonanti. Ben sarà il vero, che quelli quadrati, che diuisi saranno in parti eguali, ra-presentaranno tante vnità ordinate in progressione Arithmetica; come quelle, che poste sono nella sommità del cubo, che
seruono per vno de lati delli due triangoli eguali, & equicruri, che contengono l'angolo retto. La onde non è dubio, che
tra le parti fatte nel quadrato dal diametro, si ritroueranno le
forme di tutte le consonanze della Musica,Dalle par-ti fatte nel
quadrato
dal diame-tro si ritrouano le forme di tutte
le consonanze della
Musica. che sono la Diapason, la Diapente, la Diatessaron, il Ditono, & lo Semiditono;
come si può comprendere nelle sodette diuisioni.
Et prima
nella facciata di sopra del cubo, dal diametro solamente del
quadrato; & dipoi dalle due linee eguali del triangolo equi
-cruro; che ascendono dalla base del quadrato congiung
endosi
nella sommità in vno istesso punto; lequali diuidono anco il
detto quadrato in due altri triangoli, che contengono l'ango
lo retto; ciascuno de quali è col primo in dupla proportione.
Vedasi il
Terzo lib.
ca. 3. de so-plementi
Musicali
del Zarli-no.
Il perche tra le parti delle dette linee fatte da gli latti di essi
triangoli de i paralelligrammi si ritrouano le ragioni della
sodette consonanze;
Dalle parti delle li-nee fatte
da gli lati
de triangoli, si ritro-uano le ragioni di tutte le consonanze. le quali parti sono in tal maniera ordi
-nate; che nell'ordine Arithmetico le più lunghe fatte dalli
paralelligrammi eguali: si troueranno essere le c
onsonanze di
minor proportione, & più graui; & tra quelle che sono più
corte, quelle di maggiore, & più acute: come trà le due mag
-giori il semiditono nel graue; & tra quelle che sono più cor
-te, o minori, la Diapason nell'acuto; si come ancora tra gli nu
meri maggiori, nella proportionalità Arithmetica si ritroua
essere minore la proportione di quella, che si troua collocata
tra gli minori.
Lequali consonanze simigliantemente si tro
-page 8uano nella facciata, ò superficie prima del cubo;
Le conso-nanze di minor proportione doue
si ritroua-no. & quella che
è posta alla parte destra: ma però collocati al contrario: cioè
tra le parti maggiori fatte dalli detti lati, le consonanze di
maggior proportione; & tra le minori, quelle delle minori:
come delle due maggiori la Diapason; & delli due minori lo
semiditono, nell'ordine harmonico, nato dalla moltiplicatio
ne delli parti; anci dalla diuisione del suo tutto, fatta per or
-dine. Più oltre si trouerà ne i due triangoli posti dall'vna,
& dall'altra parte del tri
angolo equicruro, di angolo retto tali
parti, che contennerano le vere forme delle Diatessaron, del
tuono, & del semituono maggiori, & del minore semituono
ancora:
Forme del
tuono, &
Semituono
doue nel
cubo diui-so si ritro-uano. come in essi sensibilm
ente si potrano vdire, & conosce
-re: massimamente qu
ando doppo si haurà teso sopra ciascuno
de gli lati, delli paralelligr
ammi fatti sopra gli sodetti quadrati
vna corda, & si hauranno accordate tutte insieme di modo,
che siano perfettamente vnisone, percioche toccando insie
-me quelle parti solamente delle corde l'vna all'altra vicina;
che le proportioni conteneranno, ò daranno le forme de gl'
-interualli in cotal modo percosse saranno vdire tanto quelli
che consonanti sono, quanto quelli che per natura loro l'vdi
to offendono, & sgustano, che disson
anti gli diciamo; siano poi
semplici, o composti, che questo poco ò nulla importa.
Que
-ste cose adonque tanto essentiali, quanto accidentali, essendo
più e più volte state da quel Dottissimo, & buon Vecchio c
onsiderate,
Inclinatio-ne del Zarlino à che. furono causa che egli facesse elettione del cubo in co
tal modo diuiso, per sua Impresa; essendo egli stato inclinato
sempre allo studio, & alla speculatione delle cose naturali, &
Mathematiche; & specialmente à quelle della Musica; delle
quali ne ha fatta particolare professione, come ogn'vno in
quella versato ha potuto e può conoscere. Per la qual cosa
hauendo egli considerato, che senza loro cognitione, nulla
ò poco puote alcuno peruenire al vero lume, & intelligentia
delle cose, che si trattano nelle sodette scienze; poiche tutte
furono create dal Sommo fattore Iddio in Numero, Peso, &
Misura; Et per dirlo in vna sol parola; in Harmonia. Per si
-gnificar questo, il Dottissimo e buon Vecchio, aggiunse il se
-page 9guente detto.
Ὀυδὲν χωρὶς ἐμοῦ cioè, Nulla
senza me; che altro dir non volse, se non che. Niuna cosa ha
l'essere, nè può durare, ò permanere senza l'Harmonia, essen
-do in tutte le cose vna tacita harmonia, laquale qu
ando in par
te alcuna viene interrotta, & guasta, subito perde la perma
-nentia, l'essentia, & l'essere.
Dipoi che senza la cognitione di
queste cose, non si può sapere essattamente cosa buona nelle
Arti, & nelle Scienze, & particolarmente nella Musica. Ne
senza hauere di esse cognitione, si può sapere la natura, & il
temperamento delle cose mondane.Cubo quello che significa in questa Impre-sa. Oltra di questo volendo per cotal corpo significare se stesso, il quale ha donato al
Mondo, quelle vere cognitioni, che con lo studio di molti an-ni ha acquistato nella Musica, hauendo dichiarato, e dimostra-to tante cose difficili, & oscure, che come confessa ogni Litte-rato, senza la cognitione loro il Mondo ne sarebbe anco al buio; Ha voluto dire, che chi vorà hauere perfetta cognitione
delle cose Musicali, senza la letteratura, cognitione, & studio de
suoi scritti, farà poco anci nulla; ancorche potesse dire, che in
ciò habbi voluto dimostrare la naturale sua dispositione, & il
progresso della vita sua, tanto nella prosperità, quanto nelle
auersità; che fu l'essere sempre ad vn modo, & sempre di vn
colore, hauendo hauuto auanti gl'occhi, & nella mente quel-lo che in poche parole egli hauea letto in Eipiteto Filosofo.
Ανεχου και απεχου:
cioè, Sostiene, & Astienti;
percioche da queste parole inuitato non si mutò mai d'ani-mo; anci nelle auuersità, si ritrouò sempre patiente, & senza
dolore alcuno, confrontandosi col detto del Sauio.Prouer. 19 Doctrina
viri per patientiam noscitur, & gloria eius est iniqua praetergredi.
& altroue.Prouer. 16 Melior est patiens viro forti, & qui dominatur animo
suo expugnatore Vrbium.
Che perciò scrisse vn trattato di pa
-tientia, pieno di bonissima, & bellissima Dottrina; & nelle
prosperità sempre in tal modo d'animo temperato si dimo
-strò, che mai fu veduto insuperbirsi, nè inalzarsi di cosa alcu
-na, che fosse di sua contentezza; ma sempre in ogni fortuna es
sendosi ritrouato fermo, & constante diede saggio al mondo
di quello, che egli poteua essere; Nella conuersatione Ciui
page 10le modesto, piaceuole, quieto, & di buonissimo essempio nel
conuersare: Et perche il cubo dà manifesto, & conueniente
segno della sua quiete, per la stabilità delle sue superficie;
percioche essendo gittato da qual parte si voglia; sempre si ri
troua essere ad vno istesso modo, cioè d'vna istessa faccia, ò
equalita, però hauendo lui per lo auanti preso il cubo sempli
ce per Impresa, gl'accomodò queste due parole,
Ἀεί ὁ
ἀυτὸς. che vogliono dire sempre lo istesso; hauendo
sempre risguardo al detto di Eipiteto di sopra posto.
IL FINE.