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Title: {Cronica de matematici

Author: Bernardino Baldi

Publication: Angelo Ant. Monticelli (Urbino, 1707)

Principal editor: Frans Wiering

Funder: Utrecht University Netherlands Organization for Scientific Research (NWO)

Edition: July 2000

Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht Netherlands
Copyright © 2000, Utrecht University, Netherlands
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CRONICA DE MATEMATICI.
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CRONICA DE MATEMATICI OVERO EPITOME DELL'ISTORIA DELLE VITE LORO
OPERA DI Monsignor BERNARDINO BALDI DA URBINO ABATE DI GUASTALLA
[Figure]
IN URBINO, MDCCVII. Per Angelo Ant. Monticelli.Con Licenza de' Superiori.page ivpage v

L'AUTORE A' LETTORI

DI molti Matematici ho tro-vato cotanto appresso gli Scrittori, che ho potuto tesserne Vite convenienti; d'altri poi che hanno havuta la for-tuna manco favorevole, non ho potu-to raccogliere tanto, ch'io habbia ha-vuto il modo da scriverne à pieno; on-de, accioche e gl'uni, e gl'altri haves-sero luogo nelle mie fatiche, ho posto insieme la presente Cronichetta, nel-la quale brevemente vò toccando i tempi, ne quali fiorirono, e le cose scritte da loro, e comincio da Eufor-bo, il quale secondo Laertiofù più page vi antico di Talete. Il computo de gl' anni è espresso per via d'Olimpiadi, e d'anni di Cristo. Leggasi dunque da chi si diletta di questi studii la presente historia, la quale, s'io non m'inganno, per la novità sua non sa-rà punto spiacevole. Addio
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SI videbitur &c. in lucem, qua ultra saeculum caruit, prodire poterit Liber iste, cui titulus est: Cronica de Matematici, overo epitome &c. Auctore Abbate Bernardino Baldi Urbinatensi, Viro undequaque eximio; Praelo enim eum dignissimum censeo. Dat. ex Aedibus S. Dominici Urbini die 9. Aprilis 1707.
F. Thomas Maria Brancaleoni ord. Praedicatorum, ejusdem Conventus Prior, S. Theol. Magister, atq. Examinator, & Revisor Synodalis.
Imprimatur

Petrus Joseph Causidicus Vicarius Generalis &c.

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LO STAMPATORE A CHI LEGGE.

IL gradimento, con che dalla Republica lette-raria è stato accolto l' Encomio di quest'incli-ta Città d'Urbino, composto da Monsig. Bernardino Baldi Abate di Guastalla, che l'anno scorso uscì dalle mie Stampe, mi chiama all'adempimento della promessa, che allora feci, di publicare alcun' altra delle sue illustri fatiche à co-mun' benefizio. Vengo pertanto à liberar la mia fede, con offerirvi (amico Lettore) la presente Cro-nica de Matematici, da me scelta, page x in riguardo della picciolezza del-la sua mole, per prodroma all'in-signe, e celebratissima Opera del-le Vite intere de medesimi Mate-matici, alla di cui impressione mi vado apparecchiando. Travagliò dodici anni continui questo eru-ditissimo Letterato in raccorre le notizie, che gli bisognavano, per formare l'accennata grand'Ope-ra, alla quale applicò l'animo, su-bito che ebbe composta per im-pulso di grata riconoscenza la Vi-ta di Federico Comandino suo Maestro, e insieme uno de chia-rissimi lumi della sua Patria: ripu-tando egli cosa non convenevole, dopo d'aver scritto del suo Mae-page xi stro, tacere de gl'altri, e compor-tare che stassero immerse nell'obli-vione le memorie gloriose di tan-ti, e tanti eccellentissimi Vomini, che con li studii, e dottrina loro non ad una persona, ne ad una Città sola, mà ad intere Provin-cie, e al mondo tutto apportaro-no grandissima utilità, e orna-mento. Superate non senza costo d'immense fatiche, come egli istes-so afferma nella Prefazione del primo tomo, le gravissime diffi-coltà dell'impresa, à che fù egli grandemente ajutato dalla per-fetta cognizione, che aveva, di molte lingue, divise tutta la ma-teria in due grossi volumi; nel pri-page xii mo de quali racchiuse le Vite di tutti li Matematici illustri, che fio-rirono dall'Olimpiade 58. sino al-la nascita del nostro Redentore Giesù Cristo, cominciando da Ta-lete, e terminando in Vitruvio; e nel secondo abbracciò le Vite di tutti gl'altri Matematici, che visse-ro dopo l'Era Cristiana sino à suoi tempi, cominciando da Boezio Se-verino, e terminando nel P. Cri-stoforo Clavio Bambergese. Ma perche di molti, è quali la sorte fù meno propizia, non gli riuscì di ac-quistar tanto, che bastasse per scri-vere appieno le loro Vite, e non era dicevole, che il nome de me-desimi rimanesse sepolto in oscu-page xiii ro, e ingiurioso silenzio; quindi l' Autore pigliò consiglio, com'Egli accenna nella seguente Prefazio-ne è Lettori, d'illustrare la loro memoria; con tessere la presente Cronica, in cui volle insieme comi-prendere anche li Matematici, de quali ha composte le Vite, affin-che nulla mancasse alla perfetta disposizione dell'opera. Tocca egli brevemente in essa le cose da cia-scheduno inventate, e descritte, & assegna è tutti li tempi precisi, ne quali probabilmente fiorirono. Sono li Matematici nella Cronica nominati 366. e di questi abbia-mo le intere Vite sino al numero di 201. E vero che la diligenza di page xiv Gerardo Gio: Vossio, e di altri mo-derni è giunta à trovare maggior numero di antichi celebri Mate-matici, & ha anche osservata una forse più corretta, e sicura Cronologia de tempi, in cui visse-ro; ma ciò non dimminuisce pun-to il merito del nostro Autore, è cui si debbe incontrastabilmente la gloria d'esser'stato il primo, che abbia tratto dalle tenebre, in cui giacevano, li nomi di tanti chia-rissimi Professori di queste nobili discipline, e ne abbia tessute ordi-natamente le Vite, il che per veri-tà non ha fatto alcun'altro de gl' antichi, ne dei moderni Scrittori. Mi animo pertanto à sperare, che page xv l'operetta presente sarà da Voi be-nignamente gradita; il che succe-dendo, mi applicarò volontieri à servirvi in recare ad effetto, quan-to più presto mi sarà permesso, la divisata edizione delle Vite, quali porgeranno senza dubbio molto più abbondante materia di diletto, e di profitto. E Dio vi fe-liciti. page xvipage 1

CRONICA DE MATEMATICI DI BERNARDINO BALDI DA URBINO. ABBATE DI GUASTALLA.

Olimp. 44 Anni avanti Christo 600 EUFORBO di Frigia fù il primo de nominati fra Greci, che instituì le contemplationi Matema-tiche, e come scrive La-ertio, trovò le specola-tioni delle linee, e de triangoli scaleni.
58 545 TALETE accrebbe le cose di Eufor-bo; indi passato nell'Egitto imparò da Sa-cerdoti le dette discipline; onde tornato in Grecia seminò fra suoi le cose Geometri-che, & Astronomiche.
60 537 AMERISTO fratello di Stesicoro Poeta, di natione Siciliano, successe à Ta-lete, e fù il primo, che ponesse insieme gl' Elementi Geometrici.
61 535 ANASSIMANDRO discepolo di Talete, gran Geometra, & Astrologo, fù page 2il primo fra Greci, che cominciasse ad os-servare le grandezze, e distanze del Sole, e della Luna, le declinationi del Zodiaco, gl' Horologgi solari, e le Carte Geografiche.
98 524 PITAGORA diede forma alla Geo-metria; separolla da la materia, e fecela più nobile; fù inventore de corpi regolari, e d'alcune propositioni famose. I Musici ancora riconoscono da lui i fondamenti di quella disciplina. Fù il primo assertore dell' harmonia de Cieli.
69 500 HIPPASO Metapontino discepolo di Pitagora, Fisico, e Matematico, scrisse un libro intitolato il Sermone mistico, inscris-se il dodecaedro nella sfera. Morì di nau-fragio per havere, come scrive Jamblico, propalato i misteri occulti de la Geo-metria.
79 460 FAENO habitatore d'Atene osservò le cose celesti, predisse alcune apparitioni di Comete, fù eccellentissimo ne pronosti-ci delle mutationi dell'Aere, insegnò pu-blicamente in Atene le cose dell'Astrolo-gia, & hebbe per discepolo Metone. E' commemorato da Teofrasto, e da Plinio.
80 458 ANASSAGORA Clazomenio filoso-so naturale, e Matematico, fù discepolo di Anassimandro, e conseguì gran lode nelle cose Geometriche; fù il primo, secondo Plutarco in Nicia, che trovasse le cagioni page 3del lume, e dell'oscuratione della luna, e ciò consegnasse à gli scritti. Tentò la quadra-tura del cerchio, come s'ha dall'istesso Plutarco nell'opuscolo dell'essilio. Fù per-spettivo, & adattò la detta facoltà alla pra-tica delle scene. Vitruvio al libro settimo.
86 435 HIPPIA Eleo gran Sofista, buon Matematico, e grande Architetto, e Me-canico fù eccellente, come s'ha da Lucia-no, & altri, nelle cose Geometriche, nelle Aritmetiche, nelle Musiche, & in tutte l'altre, che à queste s'accompagnano. Tro-vo, come scrive Proclo, la linea quadran-te, e scrisse de gl'accidenti proprii, ò sim-ptomi di lei.
86 435 MATRICETA Metinnese di Patria, & è Metinna Città di Lesbo, fù grande Astrologo, e bonissimo osservatore dell'al-terationi dell'Aere, come nota Teofrasto.
86 433 CLEOSTRATO da Tenedo con-temporaneo di Matriceta, e della stessa professione, osservò l'imagine del Zodia-co, e fù il primo, che s'avvide, le Stelle de capretti nell'imagine dell'Auriga essere tempestose. Scrisse l'ottoeteridi, osservò le mutazioni de tempi, e fedelmente le predisse; perciò fù nel libretto de segni delle pioggie commemorato da Teofrasto.
86 432 EUTEMONE Ateniese Astrologo os-servò la quantità dell'anno, & i pronosti-page 4ci de tempi, onde fù di lui fatta comme-morazione da Teofrasto, da Plinio, da Tolomeo, e da altri gravi Autori.
87 430 HARPALO non si sà di qual Patria si fosse; lasciò scritte l'osservazioni della quantità dell'anno, e publicò un'ottoete-ride.
87 430 METONE Ateniese fù Medico, e nelle cose dell'Astrologia discepolo di Fae-no. Fù grandissimo osservatore de segni delle pioggie, e de sereni; onde egli è commemorato da Teofrasto, da Plinio, e da Plutarco. Questo, perche il figliuolo non andasse alla guerra, fingendo il pazzo, ab-brusciò la casa propria. Fù inventore dell' Enneadecateride, che noi diciamo aureo numero decennovale. Eresse alcune co-lonne, come dice Eliano, & intagliovvi per servizio publico il corso del Sole, e le osservazioni dell'anno grande. Da costui hebbero principio i lunarii, ò pronostici, che oggi si stampano con gl'aspetti della Luna, ele mutationi de tempi.
87 430 TEODORO Cireneo gran Matema-tico de suoi tempi tenne scola in Cirene, & hebbe per discepoli Platone, e Teeteto; laonde è da Platone introdotto nel Teete-to à ragionare con Socrate. Fù Dialettico insieme, & Astronomo, e Musico. Scrisse alcune cose delle potenze, delle quantità, page 5e delle commensurabilità loro, come si rac-coglie dal detto Dialogo di Platone.
87 428 ENOPIDE Chio peregrinò in Egitto, apparò da Sacerdoti le cose dell'Astrolo-gia; fù anco gran Geometra, e trovò se-condo Proclo la duodecima del primo de gl'Elementi. Trovonne parimente alcun' altra, come s'ha dal medesimo. Affaticos-si intorno la grandezza dell'anno vertente, & anco del grande, il quale egli diceva es-sere di cinquantanove anni; laonde, come scrive Eliano ne gl'Olimpii, dedicò una tavola di rame, nella quale haveva inta-gliato l'osservazioni astronomiche del det-to anno; fù egli Fisico ancora, e disputò delle cose Meteorologiche, e disse alcuna cosa intorno al crescimento del Nilo.
89 420 HIPPOCRATE compatriota di Eno-pide, e suo contemporaneo, di Mercatante fecesi Geometra; fù d'ingegno acutissimo, accrebbe le cose Geometriche, e diede pri-ma di tutti gl'altri forma, & ordine à gl' Elementi; onde, al giuditio di Pietro Ra-mo, d'autorità di Proclo, merita nome di primo Stichiota; fù anco inventore dell'in-duttione Geometrica, & è, che per trova-re una tal cosa, bisogni sapere la tale. Egli dunque proposto da Platone il problema dell'addoppiare il cubo, trovò, che v'era bisogno delle due medie proportionali. page 6Tentò di quadrar il cubo, e trovò la qua-dratura de la lunula. Disputò alcune cose delle Comete, e fù poi redarguito dal Fi-losofo nelle Meteore. Fù inetto nel gover-no familiare, e per negligenza, come scri-ve il medesimo, fece perdita di molto ha-vere.
94 400 DEMOCRITO Abderita Fisico, e Matematico, fù assertore degl'attomi, e nelle cose Matematiche scrisse molto; cioè della differenza dell'Angolo, del contatto, del circolo, e della sfera, de numeri Geo-metrici, due libri delle linee irrationali, e solide. Nell'Astrologia scrisse dell'anno grande, de Parapegmi, cioè Instrumenti Astronomici, il certame della Clepsidra, la descrittione del Cielo, e della Terra, e la descrittione del polo, e de raggi. Nel-la Musica scrisse del concento, e dell'har-monia, e nella Perspettiua del modo di ti-rare al punto le scene.
95 398 BIONE compatriota, e discepolo di Democrito fù il primo, che affermasse tro-varsi alcune parti del Mondo, nelle quali il giorno è di sei mesi continui, e d'altre-tanti le notti. Hebbe egli dunque buona cognitione delle cose della sfera, e delle habitationi, che dalle varie inclinationi si conoscono.
95 398 ZENODORO fù discepolo d'Andro-page 7ne, & amico della dottrina d'Enopide, di-stinse il problema dal Teorema, considerò la natura del Triangolo acidoide, scrisse un gran trattato delle figure isoperimetre, come s'ha da Proclo, da Teone, e da Sim-plicio.
96 395 FILOLAO da Cotrone Filosofo Pita-gorico, gran Fisico insieme, e Matemati-co, scrisse molte opere, delle quali Plato-ne fece gran capitale; fra l'altre è quella delle Baccanti raccontata da Proclo, nella quale, per quanto appare, adattava le Matematiche all'uso de misterii delle co-se divine. Fù Astrologo ancora, & osser-vò la quantità dell'anno vertente, e fù in-ventore d'uno degl'anni grandi. Hebbe alcune strane opinioni intorno alla natura del Sole. Voleva, che la terra fosse una delle stelle, e si movesse in giro. Attese alle cose Musiche, Gnomoniche, e Meca-niche. Fù ucciso nei sollevamenti, che si fecero contro i sodalitii Pitagorici.
96 394 ARCHITA di Patria Tarentino, gran Pitagorico, & eccellente non meno nelle attioni, che nelle speculationi, fù amicissi-mo di Platone. Scrisse molto, diede opera alle cose delle Machine, e fece la colom-ba di legno, che volava. Scrisse di Musi-ca, alla qual facoltà attese con profitto mi-rabile. Trovò un'Instromento detto Me-page 8solabio, per investigar le due medie, onde si quadra il cubo; al fine, se crediamo ad Horatio, morì di naufragio.
93 393 EURITO Tarentino anch'egli Pita-gorico fù ammirato, & udito in Italia da Platone, attese alle Matematiche, e diede opera à quell'Aritmetica la quale conside-ra le proprie passioni de numeri, per valer-sene secondo il costume Pitagorico ne Mi-steri della Filosofia, e della Teologia.
99 380 EUDOSSO da Cnido figliuolo d'un Eschine, povero de beni di fortuna, studiò in Atene, indi passò nell'Egitto, ove fece molto acquisto di scienza; fù domestico di Platone, & amico della dottrina Socratica; fù grande historico, e per questa cagione sono dagl'Antichi molto allegate le cose sue. Scrisse egli delle navigazioni, e cose Geografiche. Affaticossi parimente nelle cose di Geometria, e d'Astrologia, & in-torno alla materia degl'Elementi fù il pri-mo, che accrescesse la moltitudine di quei Teoremi, che si chiamano universali, & alle tre proportionali, aggiunse le tre altre, & ampliò quelle cose, che si appartengo-no alle settioni, le quali in quel tempi ha-vevano havuto principio. Scrisse un libro d'Elementi, e s affaticò nella duplatione del cubo, e trovò Instrumento da le due medie. Fù Gnomonico, e trovò una for-page 9ma d'Horologgio solare, che si disse Ra-gno. Diede opera con grandissimo studio alle contemplationi celesti, osservò il corso de Pianeti, di che haveva appreso i prin-cipii nell'Egitto, & insegnò le cose osser-vate à Greci. Scrisse l'Enotro, ò specchio, da cui prese Arato i suoi fenomeni; osser-vò la grandezza dell'anno, e ritrovò un' anno grande di nove anni vertenti, che si disse Enneateride. Nel fatto delle Teori-che fuggì gl'eccentrici, e gli epicicli, sfor-zandosi di salvar l'apparenze per via di concentrici con orbi moltiplicati. Disse che il Diametro del Sole è nonuplo à quel-lo della Luna; fù galant'huomo, percioche non diede fede alcuna alle predittioni de Caldei. Morì di cinquanta tre anni, essen-dogli stata predetta la morte da Api bue d'Egitto, che gli leccò il Mantello.
100 379 FILOSOFO così chiamato visse nei tempi di Filippo Macedone, huomo d'in-finita dottrina, e grande nelle Matemati-che, e nell'Astrologia. Scrisse delle distan-ze del Sole, e della Luna, due libri degli Dei, uno del tempo, uno dell'ira, uno della remuneratione, uno degl'amici, e dell'amicitia, uno de Locri Opuntii, uno del piacere, uno dell'amore, uno dello scri-vere, uno di Platone. Scrisse delle gran-dezze del Sole, della Luna, e della terra, page 10un libro de lampi, uno de Pianeti, dell' Aritmetica, de Numeri Poligonii, due di Perspettiva, due della Specolaria, libri ci-clici, delle Medialità, & altre cose. Di-stinse i libri delle leggi di Platone in dodi-ci parti, e come si dice, vi aggiunse la ter-zadecima del suo.
100 378 XENAGORA misurò l'altezza del Monte Olimpo di Tessaglia, e consegnol-la alla memoria per via d'un'Epigramma. Hassi ciò appresso Plutarco nella vita di P. Emilio.
100 376 HERMOTIMO Colofonio discepolo di Platone trovò molti Elementi Geome-trici, & ampliò quelle cose, che erano sta-te publicate da Eudosso, e da Teeteto. Pietro Ramo lo mette peril quarto fra co-loro, che hanno ordinato i libri degl'Ele-menti.
101 375 TEETETO Ateniese compagno di Platone; e Discepolo di Teodoro Cireneo, e nelle morali di Socrate, è connumerato da Proclo fra coloro, che ne tempi di Pla-tone apportarono molta perfettione alle Matematiche, e l'accrebbero grandemen-te di numiero di Teoremi. Morì di ferite, che riportò dalla guerra.
101 375 FILIPPO Mendeo di natione Italia-no, trasferitosi in Atene fecesi discepolo di Platone, à persuasione di cui diede opera page 11alle Matematiche, attese alla dottrina de-gl'Elementi. Fù chiaro nelle cose dell' Astrologia, scrisse delle significationi, del-le non erranti, e trattò delle cose Meteo-rologiche.
102 370 DINOSTRATO fratello di Menee-mo, e discepolo di Eudosso, e frequenta-tore delle scuole di Platone; trovò questi la linea quadrante, se però egli è quello, di cui fà memoria Pappo nel quarto de Col-lettanei; il nostro fù di patria Alopeco-nesio.
102 379 POLEMARCO da Cizico fù amico, e familiare di Eudosso; attese alle Mate-matiche, e particolarmente all'Astrologia. Conobbe le variazioni dell'apparenze de Pianeti, intorno al parere hor maggiori, hor minori di diametro; ma amando le suppositioni de concentrici, non v'applicò l'animo. Fù nella dottrina delle Teoriche Maestro di Calippo, di cui egli era fami-liare.
102 368 AMICLA di Heraclea fù, come affer-ma Proclo, familiare di Platone, e con Meneemo, e Dinostrato apportò gran gio-vamento alla Geometria.
103 365 AGENORE da Metelino, ò Mitilene fù di professione Musico, e scrissene volumi; Egli è però dannato in ciò da Aristosseno, che, se bene attese alle differenze de Siste-page 12mi, e non ragionò solamente de setticordi, che gl'altri tenevano proprii dell'harmo-nia, trattonne imperfettamente.
104 365 PITAGORA Zacintio, cioè dal Zan-to, fù Musico, che nell'istesso modo d' Agenore, come nell'istesso luogo scrisse Aristosseno, trattò non troppo bene delle differenze de Sistemi.
104 362 MENEEMO fratello di Dinostrato fù discepolo di Eudosso, & amico di Platone; secondo Suida fù Alopeconesio. Apportò questi grande augumento alla Geometria, scrisse alcune opere Geometriche, delle quali si servì Proclo ne suoi Commentarii; distingueva gl'Elementi in confermanti, e confermati, e diceva ogni elemento più semplice essere elemento del composto, di cui egli entrava nella compositione; vole-va, che tutte le propositioni fossero Teore-mi, cioè che nelle propositioni Matemati-che nulla si fabricasse. S'affaticò nell'in-ventione delle due medie, e fecene instru-mento, servendosi in ciò delle settioni co-niche.
104 360 ERASTOCLE Musico è commemo-rato da Aristosseno, e ripreso da lui per ha-vere imperfettamente trattato della com-positione degl'intervalli, & alcune altre cose di Musica.
106 355 HELICONE da Cizico fù discepolo page 13di Eudosso in Atene, & indi uditore, e domestico di Platone, da cui fù mandato à Dionigi Siracusano. Attese alle Mate-matiche, e fù uno di quelli, à quali Plato-ne mandò coloro, che cercavano la solutio-ne del problema dell'addoppiamento del cubo; fù buon Astrologo, e predisse un Ecclisse della Luna con maraviglia di Dio-nigi, che perciò gli donò un talento d'ar-gento. Scrisse anco libri Apotelesmatici, cioè giuditiarii appartenenti alla Genetlia-ca, dalla quale s'attende à giuditii delle natività degl'huomini.
107 350 TEUDIO fù da Magnesia Città della Jonia, hebbe per Maestro Platone, e fù eccellentissimo Matematico. Affaticossi in-torno a gl'Elementi Geometrici, e fabri-cogli egregiamente, e molti di loro, che erano particolari, fece più universali. Di lui fà honorata mentione Proclo ne suoi Commentarii.
107 350 PLATONE Ateniese, cognominato per la sua eccellenza Divino, illustrò non solo tutta la Filosofia, mà le Matemati-che ancora, alle quali di maniera fù affet-tionato, che scrisse sopra l'Accademia, che niuno vi entrasse, che non fosse Geome-tra. Dalla scuola di lui, come dal Cavallo Trojano, uscirono Matematici nobilissimi commemorati da Proclo ne i suoi com-page 14mentarii, e da noi in questa nostra histo-ria. Sparse egli per tutti i suoi Dialoghi i lumi di queste scienze, e mostrò quanto egli ne fosse vago, & intendente; dilettossi però di questi studii non per servirsene in cose materiali, ma, secondo il costume de Pitagorici, per alzarsi col mezzo loro all' altissime contemplationi della Teologia.
107 349 LAODAMANTE da Thaso, fami-liare di Platone; questi accrebbe i Teore-mi Geometrici, & illustrogli; imparò egli da Platone il metodo risolutivo, & adat-tandolo alle speculationi fù inventore di molte cose notabili nella Geometria.
107 349 NEOCLIDE aggiunse molte cose alle speculationi de gli Elementi, accrescendo quelle, che poco prima erano state trovate da Compagni, e Discepoli di Platone.
108 344 LEONE Pitagorico di Setta, e disce-polo di Neoclide, fabricò gl'Elementi Geometrici per la moltitudine, e per l'uso delle cose, che vi si dimostrano con molto maggior diligenza di quello, che si facesse-ro i più antichi di lui. Trovò le determi-nationi, mediante le quali possa conoscer-si, quando il problema proposto sia possi-bile.
109 342 POLIIDE di Tessaglia gran Mecani-co facilitò la dottrina delle Machine da guerra, militò sotto lo stipendio di Filippo page 15d'Aminta Re di Macedonia, e Padre del grande Alessandro, e trovossi con lui all' espugnatione di Bizantio. Discepoli di co-stui furono Diade, e Cherea.
109 341 PIRRO, come scrive Ateneo à Mar-cello, fù inventore di Machine da guerra. Scrisse un libro intitolato i Poliorcetici, cioè espugnativi delle Cittadi, ne quali trattò de cuniculi, e cave sotterranee con le cose à loro appartenenti; secondo me questi è quello, che corrottamente ne testi di Vitruvio si dice Firo, di cui egli fà me-moria nel proemio del settimo fra Mecani-ci, dell'opere del quale egli afferma d'es-sersi servito nello scrivere delle Machine da Guerra.
109 340 AGESISTRATO: questi ancora fù inventore di machine, e ne scrisse, e per-ciò fù da Vitruvio allegato nel numero di quegl'altri, de quali egli si valse. Ateneo à Marcello si valse delle cose sue, affer-mando, che nell'arte delle Machine da lanciare egli superò di tanto gli antichi, che apena trovino fede appresso chi le sen-te raccontare; percioche una sua catapulta di tre cubiti lanciava lontano tre stadii, e mezzo, & una di quattro un mezzo miglio intiero.
109 340 HEGETORE da Bizantio fù inven-tore, come scrive Ateneo à Marcello, del-page 16la testuggine, la fabrica di cui viene espli-cata da Vitruvio nel decimo, ove egli scrive delle Machine.
110 339 CHEREA, e DIADE Ateniesi Di-scepoli di Poliide di Tessaglia militarono con Alessandro il grande. Furono questi due inventori delle Trivelle, delle Scale nautiche, e delle Torri, che si conducono per via di ruote; di costoro fanno mentio-ne Vitruvio, & Herone Mecanico. Che-rea, come s'ha da Vitruvio, mandò fuori libri di Machine.
110 338 XENOCRATE Calcedonio figlio d' Agatenore discepolo, e familiare di Plato-ne, fù d'ingegno alquanto ottuso, e sem-pre melanconico, e nemico de piaceri amo-rosi, e famoso per la continenza. Disprez-zò le ricchezze, e fù di vita innocentissi-ma. Scrisse molte opere commemorate da Laertio nella vita di lui, ma nelle Mate-matiche, alle quali attese con molta dili-genza, lasciò scritte le infrascritte cose. Delle cose Geometriche libri cinque, de numeri uno, delle speculationi de numeri uno, degl'intervalli uno, delle cose Astro-logiche libri sei, gl'Elementi ad Alessan-dro, due libri ad Efestione della Geome-tria. Amò la disciplina di Pitagora, onde le cose Geometriche, & Aritmetiche ap-plicò alle cose Filosofiche, & alla Teolo-page 17gia; vien ripreso non dimeno dell'haver' Egli tenuto darsi alcune linee per la loro picciolezza indivisibili, il che in tutto è contrario alla natura della quantità, & à principii della Geometria: Proclo in alcu-ne altre cose gli si oppone appartenenti all'helica del cilindro; Conobbe le Mate-matiche essere utilissime à chi vvol far pro-fitto nella Filosofia; onde non volle inse-gnare à colui, che disse di non saper-ne, dicendogli, che non haveva λασήν φίλοσοφίας, cioè il manico, per cui la Fi-losofia si prende; successe nella scuola con Speusippo à Platone.
111 335 ARISTOSSENO compatriota di Ar-chita fù figliolo di un Mnesia, ò Spintaco Musico, onde indrizzato dal Padre attese alla Musica, diede opera alla Filosofia an-cora, e fra gl'altri hebbe per Maestro Ari-stotile; fù severo, & inimico del riso, il che pare che fosse contrario alla sua profes-sione principale. Scrisse molti libri di Mu-sica, e particolarmente gli elementi Har-monici, che finhora in alcune famose li-brerie si conservano, e non ha molto furo-no recati nella lingua latina da un Anto-nio Gogava. Nella Musica dava Egli gran parte al senso, nel che non sentiva con Pi-tagora, che il tutto riduceva alle raggioni. Scrisse altre opere in altre professioni con page 18molta eccellenza, le quali ci sono state fu-rate dalla longhezza del tempo. Suida vvole ch'egli scrivesse quattrocento, e cin-quanta tre volumi.
111 334 DICEARCO Messinese figliolo d'un Fidia, partitosi dalla Patria udì in Atene Aristotile; fù Egli Historico, Filosofo, e Geometra; fù Geografo ancora, e publi-conne Tavole; Misurò i Monti del Pelo-poneso, e della Tessaglia, e fù grande ami-co di Aristosseno.
112 330 CALIPPO da Cizico familiare di Po-lemarco suo compatriota, da cui apprese quelle cose, che appartengono alle Teori-che de pianeti secondo la dottrina di Eu-dosso. Partito da Polemarco, e trasferito-si in Atene fecesi scolare d'Aristotile; ri-formò in qualche parte le Teoriche di Eu-dosso, dell'accommodamento di cui si val-se poi il Filosofo ne libri Metafisici. Fu-rono tuttavia imperfette le suppositioni d' Eudosso, e di Calippo paragonate con quelle degl'Astrologi più bassi; fù Calip-po inventore d'un anno grande, che fù dal suo nome detto il Periodo di Calippo, & era di settanta sei anni. Osservò esquisita-mente la grandezza dell'anno, e scrisse al-cuna cosa intorno l'osservatione de nasci-menti, & occasi delle stelle.
112 329 HEGESIANATTE da Troade scris-page 19se poeticamente dell'Astrologia, ne quali libri, come nota Plutarco, si sforzò per via di raggioni perspettive, e specolari di ren-dere la causa delle macchie della Luna.
112 328 NICETA Siracusano, come scrive Teofrasto, era d'opinione, che il Cielo, il Sole, la Luna, e le Stelle, e tutte le co-se di sopra stessero ferme, e la Terra sola si movesse in giro. L'istessa opinione avan-ti haveva havuta Filolao, nella vita di cui Laertio, ò chi tradusse, chiamano il no-stro Hiceta in vece di Niceta, se però, co-me io stimo, non vi è menda nel testo.
115 318 TEOFRASTO Eresio figliolo di Me-lanto, auditore di Platone, & indi d'Ari-stotile, hebbe piena cognitione di tutte le Matematiche, onde, oltra l'altre infinite opere, che egli scrisse nell'altre professio-ni, connumerate da Laertio nella Vita di lui, compose quattro libri dell'historia Geometrica, sei dell'historia Astronomi-ca, uno dell'argomento dell'historia Arit-metica. Successe nella Scuola al suo Mae-stro.
115 316 EUDEMO Rodiotto fù discepolo d' Aristotile, attese alla Filosofia, & alle Ma-tematiche, scrisse, come nota Proclo, un libro dell'Angolo. Oltra l'altre opere sue scrisse l'historia naturale, la Geometrica, e l'Astrologica; queste arrivarono sino à page 20tempi di Simplicio, & hora sono per-dute.
119 308 FIDIA figliolo d'Acupatre fù Astro-logo più antico d'Archimede, percioche egli fà mentione di lui nel libro del nume-ro dell'arena, ove dice che egli dimostrò il diametro del Sole esser dodeclupo al diametro dalla Luna.
119 300 ARISTEO commemorato da Pappo-ne Collettanei fù acuto Matematico, e scrisse un'historia Geometrica, nella quale raccoglieva tutte le cose trovate insino à suoi tempi; Scrisse parimente cinque libri de luoghi solidi, col mezzo de quali si ri-solvono i problemi solidi. Scrisse cinque altri libri, ma brevissimi, della dottrina co-nica; Scrisse oltra ciò un libro della com-paratione de cinque corpi regolari.
120 299 AUTOLICO Pitaneo d'Eolia fù Mae-stro nelle Matematiche di Arcesilao di Se-uto, con cui peregrinò nella Città di Sardi. Attese principalmente à moti della sfera ce-leste. Scrisse dunque due libri, l'uno della sfera mossa, & uno diviso in due libri de nascimenti, & occasi delle Stelle. Diede opera con grande industria alle Teoriche, e doppo Eudosso, e Calippo scrissene vo-lumi, che ci sono stati rapiti dalla rabbia del tempo.
120 298 DIOCLE scrisse un libro intitolato i page 21Pirii, nel quale, come nota Eutocio sopra i libri di Archimede, trovò un modo da investigare le due medie proportionali, e se fù inventore di Machine, può esser quel-lo commemorato da Ateneo ne Ginnoso fisti [sic: Dinnosofisti], che nell'espugnatione di Rodi donò à Demetrio Poliorcete li Elepoli, il che se è vero, fù egli di patria Abderite.
120 297 HIPPONICO fù d'ingegno ottuso: tuttavia fece tanto profitto nelle Matema-tiche, e particolarmente nella Geometria, che aprì la scuola in Atene, & hebbe per discepolo Arcesilao Pitaneo, che haveva udito Autolico. Non lasciò scritto nulla, che si sappia, ma finalmente divenne pazzo.
120 296 FILONE Bizantico grandissimo Ma-tematico, & illustre Mecanico, & insieme Architetto eccellente, onde scrisse delle simmetrie de tempii, e fece il pronao, ò vestibolo, che dir vogliamo, al tempio di Cerere Eleusinia, e di Proserpina in Ate-ne. Fabbricò egli con infinita sua lode l' armamentario, ò Arsenale del Pireo in Atene, e scrissene un libro. Scrisse un li-bro di Mecaniche, e mostrò, che le cin-que potenze Mecaniche si riferiscono alla natura della libra, e trovò un'instromento da rinvenire le due medie proportionali. Publicò parimente un libro d'Automati, ò Semoventi, del quale fa memoria He-page 22rone in quel libri tradotti da Noi, ne qua-li tratta dell'istesso suggetto. Herone il Mecanico attribuisce al nostro Filone l'in-ventione della testuggine arginata com-moda all'espugnationi delle Fortezze.
121 295 EPIMACO Ateniese Mecanico nobi-lissimo servì nella guerra Demetrio Polior-cete, e fabricògli le machine belliche, per cagione delle quali Demetrio fù ammira-to, e guadagnonne il cognome d'espugna-tore. D'Epimoco [sic: Epimaco] fù inventione quella gran machina Elepoli, cioè espugnatrice delle Cittadi, che Demetrio adoperò nell' espugnatione di Rodi. Altri hanno attri-buita la detta machina à Diocle, di cui si ragionò nello scrivere di lui, ma può esse-re che fossero insieme, ò che anco Diocle ne fabricasse un'altra; certo Vitruvio, e Ateneo Mecanico attribuiscono l'Elepoli, di cui si servì à Rodi Demetrio, ad esso Epimaco.
122 290 EUCLIDE Secondo alcuni Siciliano, e della Città di Gela fra tutti gl'altri Ma-tematici chiarissimo studiò in Alessandria, e come è da credere, in Atene. Scrisse molte cose, cioè il libro degl'Elementi Geometrici, nel quale Egli superò tutti coloro, che avanti à lui ne havevano scrit-to, e tolse il luogo à tutti quelli, che se-guirono doppo lui, di maniera che per ec-page 23cellenza egli s'ha acquistato il cognome dello Stichiota. Oltra il libro de gl'Ele-menti scrisse il libro de Dati, tre volumi de Porismi, la perspettiva, la specolaria, il libro de fenomeni, ò apparenti, un libro de Conici un altro de Mendacii, ò falla-cie, e gl'elementi della Musica. Vi è an-cora chi attribuisce à lui quel libro di Ma-cometto Bagdadino delle divisioni delle superficie. Fù Euclide Platonico di setta, e, come scrive Proclo, si pose à scrivere gl' Elementi per giungere alla fabrica de cor-pi regolari.
124 280 ARATO da Soli di Cilicia figliolo di Atenodoro, e di Letofila fù discepolo di Menecrate Efesio nella gramatica: nella fi-losofia udì Timone, e Menedemo, nelle Matematiche fù scolare d'un Aristotoro. Studiò in Atene con Dionigi Heracleo-ta, e Perseo; accostossi ad Antigono Go-nata Re di Macedonia. Scrisse molte ope-re, ma la maggior lode acquistossi per il li-bro degl'apparenti, nel quale seguendo la dottrina di Eudosso, egli cantò poetica-mente delle stelle.
128 265 BEROSO Caldeo, e di Patria Babi-lonio, abbreviò l'historia de Caldei, fù pa-rimente grande Astrologo, e Filosofo, e dell'una, e l'altra professione lasciò scritti libri in lingua greca. Aprì la scuola nell' page 24Isola di Cò, e, come scrivono alcuni, fù il primo Caldeo, che portasse l'Astrologia Genetliaca à Greci. Superò egli in quella professione tutti gl'altri, di maniera, che per la verità delle sue predittioni gl'Ate-niesi posero la sua statua nelle publiche scuole con la lingua dorata. Disputò ec-cellentemente delle cagioni de varii aspet-ti della Luna, e perche ella hora cresca se-condo l'apparenza, & hora scemi. Attese alla Gnomonica, e trovò una sorte d'ho-rologgio detto Hemiciclio, di cui fà men-tione nella sua Architettura Vitruvio.
129 263 TIMOCARI Alessandrino, Astrolo-go de suoi tempi famosissimo, attese prin-cipalmente all'osservationi de moti celesti, e fù il primo, che osservasse i luoghi delle stelle fisse per via di longitudini, e latitu-dini, le quali osservationi furono poi di gran giovamento ad Hipparco, e Tolo-meo, che vissero doppo lui.
129 261 ARISTARCO da Samo fù grandissi-mo Astrologo: osservò la quantità dell'an-no vertente, e disse l'anno grande essere di due mila quattrocento ottanta quattro anni vertenti. Tenne Aristarco che il So-le posto nella sfera delle Stelle fisse, e qua-si una di loro, stesse fermo, e la terra gli s'aggirasse intorno. Scrisse egli vn'operet-ta nobilissma delle grandezze, e distanze page 25del Sole, e della Luna, tradotta à nostri tempi, e publicata dal Comandino. Fra gl'antichi v'haveva scritto sopra alcuni Sco-gli Pappo Alessandrino. Scrisse Aristarco sopra gl'apparenti di Arato, & attese alla Gnomonica, e fù inventore di quell'Ho-rologgio concavo di mezza sfera, che si dis-se scase, & anco di quell'altro piano, che si chiama il Disco, de quali fà memoria Vitruvio nella sua Architettura.
129 260 SELEUCO Babilonio di Seleucia fù Astrologo Caldeo. Teneva egli che il mon-do fosse infinito, che la terra si movesse di moto contrario à quello della Luna, onde cavava le ragioni del stusso, e riflusso del mare. Disputò delle cose celesti.
131 255 HERMIPPO. Scrisse egli ancora i Fe-nomeni in versi nella maniera, che haveva fatto Arato, aggiungendovi, & interfe-rendovi le favole appartenenti à nomi dell' imagini.
131 254 ACHINAPOLI; di costui non si sà altro, se non che frà gl'Astrologi eccellen-ti egli è annumerato da Vitruvio nel No-no dell'Architettura.
132 250 PERSEO; non si sà bene di qual pa-tria si fusse. Fù egli, come s'ha da Proclo, inventore delle linee spiriche, le quali na-scono dalle varie settioni della spira, il che parendogli bella inventione, sacrificò à gli page 26Dei, e dedicò alla memoria un distico.
134 240 BITONE antico mecanico scrisse un libro intitolato delle machine, e dedicol-lo al Rè Attalo; in questo insegno la fa-brica di molte machine da lanciare e dar-di, e pietre, & insieme esplicò la fabrica della Sambuca, machina da espugnare le Città maritime.
136 235 MOSCO scrisse un libro di machine, nel quale affermava gagliardissima essere fra tutte la sambuca, della quale egli ne assegnava l'inventione ad un Heraclide Tarentino. Io stimo che questi fosse Sicilia-no, e quel medesimo, che scrisse il com-mentario della nave di Hierone, di cui fa mentione Ateneo ne Dinnosofisti. Un'al-tro Mosco pure Siciliano gentilissimo Poe-ta fù commemorato da Suida in Teocrito.
137 230 HERACLIDE fù domestico, e fami-liare di Archimede, e di Dositeo. Scris-se egli la Vita di Archimede. Stimo che egli sia quel Tarentino, à cui da Ateneo, come dicemmo in Mosco, fù attribuita l' inventione della Sambuca.
139 220 ARCHIMEDE Siracusano Prencipe de Matematici, e degl'Inventori di ma-chine, familiare di Hierone, e di Gelone Regi di Sicilia, hebbe ingegno più divi-no, che humano. Scrisse molte opere, del numero della Rena, delle cose, che si muo-page 27vono per l'acqua, degl'equeponderanti, della quadratura delle parabole, della mi-sura del cerchio, delle linee spirali, de co-noidi, e sferoidi, della sfera, e del Cilin-dro, & alcune altre opere nobilissime; fù in-ventore della Coclea atta ad elevare l'acqua dal basso in alto. Trovò tredici corpi soli-di diversi dai cinque di Pitagora, e nel fa-bricare machine da guerra non hebbe pari. Scoperse il furto dell'Orefice, che haveva mescolato l'argento fra l'oro della corona. Architettò la Nave mirabile di Hierone descritta da Ateneo, e la mosse per con-durla al mare con tanta facilità, che ne fe-ce stupire Hierone, e la Sicilia. Inventò una machina, mediante la quale si vantò di muovere la terra, quando egli havesse ove posarsi. Fabricò la sfera, che si moveva, come la celeste, la quale fù celebrata da Claudiano, e da altri Scrittori. Diffese gran tempo la sua Patria contro Marcello; finalmente essendo ella presa, di ferro fù ucciso, con gran dispiacere di Marcello, da un Soldato, mentre egli era intento al-la speculatione d'alcune figure matemati-che.
139 220 SCOPINA Siracusano, questo è con-numerato da Vitruvio nel primo dell'Ar-chitettura fra coloro, che furono perfettis-simi nella Teorica, e nella Pratica, e sep-page 28pero molte scienze, e l'applicarono all'uso. Penso che sia errore nel testo, e voglia di-re Scopa, di cui fà mentione l'istesso Vi-truvio nel nono libro, come d'inventore d'un Horologgio da sole detto Plinto, ò la-cunare, il quale ne tempi di Vitruvio fù posto in publico nel circo Flaminio.
140 219 PATROCLE gran Geografo, di cui si valse Eratostene nell'emendar gl'errori della Tavola Geografica antica. E verisi-mile, che questi sia quel medesimo, che trovò l'Horologgio detto Pelevino cioè Se-cure, commemorato da Vitruvio nell'Ar-chitettura.
140 219 CONONE da Samo grandissimo Ma-tematico, e Geometra, & Astrologo insie-me, fù caro al primo Tolomeo Evergete Rè d'Egitto, onde nominò alcune stellet-te dal nome della chioma di Berenice. Fù domestico d'Archimede, ritrovò la linea spirale, ma prevenuto dalla morte lasciò la cosa imperfetta, alla quale diede poscia per-fettione Archimede. Attese alla dottrina conica, e scrissene ad un Trasideo: Heb-be per nemico un Nicotele Cireneo, che gli scrisse contro. Scrisse Conone alcuni libri di Astrologia, e di lui, come d'os-servatore delle cose celesti, fanno mentio-ne Probo, Seneca, Plinio, & altri.
140 216 METRODORO Astrologo scrisse de page 29significati delle Stelle non erranti, di cui si valse Tolomeo nel libretto publicato da lui nel medesimo soggetto. Osservò, com'egli scrive, in Sicilia, & in Italia.
141 215 ERATOSTENE Cireneo perla viva-cità del suo ingegno, e per la varia cogni-tione delle cose cognominato il secondo Platone, fù in Atene discepolo d'Aristo-ne Chio. Acquistossi l'eccellenza in mol-te discipline, perciòche fù egli intenden-tissimo Filosofo, Matematico, cioè Arit-metico, Musico, Astrologo, e Geome-tra. Fù anco grand'Historico, Geografo, e Poeta, onde dicevasi Pentatlo, cioè vin-citore di cinque giuochi, volendogli dino-tare, che in tutte le professioni egli supe-rava gl'altri; fù nondimeno in alcuni luo-ghi ripreso da Strabone. Scrisse molte ope-re in tutte le professioni, le quali si sono perdute. S'affaticò nell'inventione delle due medie per la duplatione del cubo, e fe-cene commodissimo Instrumento, e driz-zata una colonna dedicollo alla memoria ad uso publico, aggiungendovi un'Elegia in materia della detta inventione, diretta à Tolomeo Re d'Egitto.
144 220 ENEA da Hierapoli diede opera alle Matematiche. Ridusse questi in compen-dio gl'Elementi Geometrici. Scrisse un trattato delle faci, ò delli specchi, onde page 30s'accende il fuoco, & un libro di Strata-gemmi.
144 200 DOSITEO buon Matematico, & A-strologo de suoi tempi, e peritissimo Geo-metra. Fù questi familiarissimo d'Archi-mede, da cui gli fù dedicato il libro delle linee spirali, e quello della quadratura del-la parabola. Fugli anco donato il libro de Conoidi efferoidi. Fù egli grande osserva-tore de moti celesti, e fù publicatore dell' otto eteidi. Scrisse de nascimenti, & occa-si delle Stelle, e delle significationi delle non erranti. Osservò egli secondo Tolo-meo nell'Isola di Coo.
149 180 SCILACE da Carianda fù Historico, Musico, e Matematico, e benche fosse in-tendentissimo Astrologo, non diede fede per tanto alle vanità de Genetliaci, del che fù lodato da Cicerone nei libri della Divinatione. Scrisse contro l'historia di Polibio.
154 160 PARMENIONE Matematico, e Geometra diede opera alla Gnomonica, e fù, come scrive nella sua Architettura Vi-truvio, inventore d'un Horologgio solare detto alla Greca Prostali Istrumena; cioè che si poteva operare in tutti quei luoghi, che già erano conosciuti appreso gl'Histo-rici.
158 145 APPOLONIO da Perga celebratissi-page 31mo Matematico, e per l'eccellenza sua chiamato il Geometra. Attese con gran diligenza alla dottrina degli elementi, e d'alcune cose trattò più pienamente, che non haveva fatto Euclide, di cui pare che tentasse e nella disciplina degl'Elementi, e nelle cose coniche di oscurare la gloria Affaticossi nella dimensione del cerchio, e quadrollo con l'ajuto d'una linea detta da lui sorella della Cicloide. Dimostrò la ge-neratione dell'Helica, & insegnò il modo da trovare le due medie proportionali Scrisse di perspettiva. Diede opera alla Gnomonica, e trovò quell'Horologgio, che dalla similitudine era detto Faretra. Scrisse delle Teoriche de Pianeti, e mandò fuori un libro del paragone del Dodecae-dro, e dell'Icosnedro. Scrissene un'altro intitolato il luogo risoluto, e de libri della Settione della proportione, un'altro della Settione dello spatio, due de contratti, due delle inclinationi, due altri de luoghi piani. Scrisse otto libri mirabili, ne qua-li abbracciò tutta la dottrina Conica; di questi se ne trovano sol' quattro, gl'altri sono stati divorati dal tempo.
159 143 ATTALO da Rodi amico di Appol-lonio Pergeo, à cui esso Appollonio dedi-cò il quarto de libri Conici, attese alle Matematche [sic: Matematiche], e particolarmente all'Astro-page 32logia. Scrisse sopra i Fenomeni d'Arato, ne commentarii di cui fù egli in molte co-se ripreso da Hipparco.
159 142 ARCHELAO contemporaneo di Pa-nesio, e Stoico di Setta, fù Astrologo eccellentissimo de suoi tempi, il quale di-sprezzò, ne volle servirsi dell'Astrologia Caldaica, la quale attende alle predittio-ni. Fa mentione di costui Cicerone nel secondo della Divinatione.
159 141 CASSANDRO contemporaneo d'Ar-chelao, fù egli anco Astrologo, e risiutò il predire le cose future per via dell'Astro-logia de Caldei. E commemorato da Ci-cerone apunto nell'istesso luogo.
159 140 ANDREA fù inventore appresso Vi-truvio d'una sorte d'Horologgio, che egli chiamò Prospanchima, cioè per ogni cli-ma, che noi diremo universale; può esse-re che questi sia quell'Andrea Mecanico, di cui s'à mentione appresso Oribasio nel libro delle Machine da conciar l'ossa.
159 140 TEODOSIO da Tripoli di Soria, se però egli non fù Bitino, come afferma Strabone, fù Matematico di molta stima, e scrisse di molte opere, fra le quali eccel-lentissima è quella, che in tre libri egli compose degli sferici. Compose anco un libretto de giorni, e delle notti, diviso in due libri, & un'altro dell'habitationi, cioè page 33de varii effetti de moti celesti rispetto di-versi siti della terra habitata. Scrisse anco-alcuni commentarii sopra un libro d'Ar-chimede intitolato l'Esodio. Scrisse pari-mente sopra un'opera intitolata i Capitoli di Teuda. Fù inventore insieme con An-drea di quell'Horologgio, che si disse ad ogni clima. Hebbe trè figli Matematici, de quali non s'ha il nome, ne altra cosa di particolare.
159 140 DIONISIODORO nobile Matema-tico fù nativo di Cidno. Scrisse un libro, nel quale insegnò di segare una data sfera secondo una data proportione. Vive quest' opera, e fù tradotta da Giorgio Valla, e di nuovo era promessa da Francesco Mau-rolico Mesinese. E connumerato da Vi-truvio fra gl'inventori di varie maniere d' Horologgi, & attribuitagli l'inventione d'una sorte, che dalla forma fù chiamata il Cono. Nella sepoltura di costui fù tro-vata una lettera, nella quale scriveva, che essendo egli sceso al centro, il Semidiame-tro della Terra era di quarantadue mila stadii.
160 139 CTESIBIO d'origine Ascreo, ma nato in Alessandria, fù figliuolo d'un Barbiere, & attese anch'egli da giovinetto alla det-ta arte; poi diedesi alle cose Geometriche, e dell'ingegno, nelle quali riuscì di ma-page 34niera, che fece miracoli. Fù egli invento-re delle Machine Hidrauliche, con le qua-li s'alza l'acqua per via d'espressione. Tro-vò anco le spiritali con l'occasione del ca-nale di quello specchio, che vien raccon-tato da Vitruvio. Trovò secondo il me-desimo gl'Horologgi aquatici, & accreb-be la dottrina delle Machine semoventi, che i Greci dissero Automati. Scrisse an-co delle machine da guerra, & à noi so-no passati i Belopirii, che trattano della detta materia. A costui s'attribuisce anco l'inventione degl'Organi aquatici.
160 138 NINFODORO grande Inventore di Machine è messo da Vitruvio nella classe d'Archita, e d'Archimede, e di Ctesi-bio. Fù ritrovatore, come s'hà appresso Oribasio, d'una Machina per l'uso della Chirurgia, detta Glossocomo. Non sò se questi sia quello, che da Plinio, come Geo-grafo, è commemorato nella sua historia naturale.
160 130 HIPPARCO da Nicea di Bitinia grandissimo Astrologo, e Filosofo insie-me visse, e fece tutte le sue osservationi in Rodi. Osservò con grandissima diligen-za la grandezza dell'anno vertente, e fù il primo, che s'accorgesse, che le Stelle fisse hanno un moto proprio secondo l'or-dine de segni, come hanno i Pianeti. Con-page 35stituì l'anno grande secondo Censorino d' anni trecento quattro. S'affatigò nell'os-servatione de Solstitii, & Equinotii, e fù di gran giovamento la diligenza sua à To-lomeo, che osservò molti anni dopo lui. Pose molto studio nelle Teoriche de Pia-neti: conobbe l'eccentricità del Sole, e qual proportione ella s'habbia al semidia-metro del suo eccentrico. Scrisse un libro della sfera, uno dell'ascensione de dodici segni. Dodeci ne compose della quantità delle rette nel circolo. Scrisse dell'interca-lazioni. Scrisse contro Eudosso, e Calip-po nel fatto de concentri, e revolventi. Publicò un buon volume sopra gl'Appa-renti d'Arato. Scrisse degl'Asterismi, cioè dell'osservatione de luoghi delle Stelle fis-se, & anco de nascimenti, e degl'occasi delle Stelle. Scrisse dell'Astrolabio, e fù inventore della Dioctra. Fù Cosmografo, e corresse i commentarii cosmografi di Era-tostene, ancorche egli ancora sia in alcu-ne cose ripreso da Strabone, che và cor-reggendo ambedui.
164 120 HERONE Alessandrino attese con genio mirabile alle cose delle Machine, nella qual Professione hebbe per Maestro Ctesibio, e diede opera à gl'Elementi, e scrisse delle diffinitioni Matematiche. S'af-faticò intorno al modo del trovar le due page 36medie. Scrisse i metrici, nel qual libro in-segnava di trovare l'approssimatione del-la radice d'un dato numero. Seguì sopra tutti la dottrina d'Archimede, & espose l'inventioni sue. Trattò delle cinque po-tenze, dell'opera di cui servissi Pappo nell' ottavo de suoi collettanei. Scrisse degl'Au-tomati, e degli spiritali, & anco degl'Hi-drologii, cioè Horologgii dall'acqua. Scris-se le Camraiche, e Cambestrie, Machine da guerra. Publicò parimente Herone un libro della Geodesia, cioè del misurare i campi.
174 80 POSIDONIO d'Apamea di Siria Fi-losofo Stoico trasferissi da giovinetto in Rodi, ove fece mirabile profitto nelle scienze. Fù discepolo d'Antipatro Stoico, à cui successe nella scuola. Fù domestico di Scipione Affricano, di Pompeo il gran-de, e di Cicerone. Fù Historico, Geo-grafo, e Matematico. Scrisse molti libri di Geografia, nelle quali Strabone si sfor-zò di riprenderlo in qualche cosa, come haveva fatto Eratostene, & Hipparco. Publicò molte opere morali secondo la Dottrina degli Stoici. Scrisse anco delle Fi-siche, & attese alle cose dell'Astrologia, e ne compose volumi, de quali in gran parte nella sua circolare specolatione si val-se Cleomede. Investigò con un modo ri-page 37trovato da lui la quantità del giro della Terra. Fù esercitatissimo nella dottrina de-gl'Elementi Geometrici, e come nota Pro-clo, scrisse un'intiero volume contro Ze-none Sidonio Epicureo, che l'oppugnava. Ma quanto nel fatto degl'Elementi Posi-donio valesse, è chiaro per quello, che s' hà ne commentarii sopra Euclide fatti dall'istesso Proclo. Attese ancora all'Astro-logia de giuditii, come di autorità di Ci-cerone afferma S. Agostino nella Città di Dio. Fece Posidonio una sfera, che si mo-veva à tempo, simile à quella, onde con-seguì cotanta lode Archimede. Hebbe una figliuola, di cui, e Menecrate suo marito nacque un Giasonne, che gli successe nel-la Scuola.
175 79 HIPSIDE Alessandrino figliuolo di Pa-dre Matematico diede opera con molto profitto alle dette scienze. Lasciò alcune opere nella sua professione, fra le quali so-no i due ultimi libri de gl'Elementi, cioè il quartodecimo, e l'ultimo, ne quali si tratta della dottrina de corpi regolari. Scrisse anco gl'Anaphorici, overo dell' Ascensione de segni, della qual'opera si valse Giorgio Valla. Attese anco alla Mu-sica Hipside, e scrissene volumi.
175 75 NICOMEDE fù di Tessaglia, grande Inventore, e fabricatore di Machine da page 38guerra. Servi Mitridate nell'oppugnatio-ne di Cizico. Ritrovò egli una linea detta Quadrante, credo perche servisse à qua-drare il circolo. Divise con questa l'An-golo rettilineo in tre parti, cosa difficilissi-ma, e di maggior'importanza, che à gl' Idioti non pare. Ritrovò anco una linea mista nominata dalla sua forma Concoide, e scrissene un'volume. Di questa si vale-va per dividere l'angolo, come si disse, & anco per trovare le due medie proportio-nali per la duplicatione del cubo. Fanno honorata mentione di lui Pappo, & Euto-cio nobilissimi Matematici.
176 75 FILONE di Patria Gadarese scrisse al-cune cose intorno all'opera d'Archimede della dimensione del Cerchio, nella qual' opera s'affaticò d'approssimarsi all'esquisi-tezza per via de numeri più di quello, che si facesse Archimede, nel che non fù loda-to da Eudocio. Fù questo Filone Mae-stro di Sporo.
176 75 SPORO Niceno di Bitinia Discepolo, come si è detto, di Filone attese alle Ma-tematiche, & è connumerato da Eutocio fra quelli, che trovarono il modo da rad-doppiare il cubo. Scrisse un'opera intito-lata i Cerii, ò Cyrii. Parve che volesse mordere Archimede in lodando il suo Maestro di maggior esquisitezza nell'in-page 39ventione delle dimensioni del cerchio. Non è verisimile che questo Sporo sia quello, che, come vuole Teone ne com-mentarii d'Arato, scrisse della natura del-le Comete, e secondo Achille Statio fece i Commentarii sopra i Fenomeni dell'istes-so Poeta.
179 60 DOROTEO Fenicio, e da Sidone fù Astrologo Giuditiario, e scrissene in versi un copioso volume, di cui con molta lode raggiona Giulio Firmico, mostrando che Manilio ne suoi libri si valesse dell'opera di costui. Viene celebrato da molti mo-derni, fra quali sono principali Gioseffo Scaligero, il Giraldi, e Gioviano Pontano ne i libri delle cose celesti.
183 45 SOSIGENE Alessandrino grandissi-mo Astrologo contrasse in Alessandria fa-miliarità con Giulio Cesare, il quale si ser-vì poi dell'opera sua nell'accomodamento dell'anno. Scrisse delle Teoriche de Pia-neti, e de Moti delle stelle fisse. Fù in-ventore dell'aureo numero, di cui si valse-ro gl'antichi per trovare le lunationi. Due furono i Sosigeni Astrologi, e questo è de due il più antico; dell'altro scriverassi al luogo suo.
184 43 TEOGENE Astrologo giuditiario, il quale attendeva alla detta professione in Appollonia dell'Epiro. Questi predisse la page 40sua grandezza ad Augusto, essendo egli ancora giovinetto, laonde fece battere, es-sendo fatto Imperatore, le Medaglie con l'ascendente del capricorno, sotto al quale egli era nato con sì felice ventura.
184 42 NIGIDIO cognominato Publio gen-tilhuomo Romano attese alla Filosofia, al-la Medicina, & all'Astrologia. Scrisse molte opere gramatiche, fisiche, & appar-tenenti all'Aruspicina; vuole Eusebio, che egli fosse Mago; ma che egli fosse Astro-logo, e valente ne giudicii è chiaro, per-cioche predisse egli ad Ottavio Padre di Augusto la grandezza del figliuolo pur al-lora nato. E famosa la ruota del vasajo gi-rata da lui per render la raggione delle va-rie inclinationi de Gemelli. Scrisse Nigi-dio i Fenomeni, ò libro della sfera all'ele-vatione d'Egitto, e della Grecia, chia-mando i fenomeni Egitii sfera Barbara à differenza della Greca; nei detti libri imi-tò Arato, e scrissevi de pronostichi delle mutationi de tempi. Fù amicissimo di Marco Tullio, & essendo in essilio al tem-po, che Cesare prese l'Imperio, fù conso-lato da lui, promettendogli la liberatione, la quale non ottenne, anzi se ne morì ban-dito.
191 14 M. Vitruvio Pollione Architetto famosissimo è incerto di qual Patria si fos-page 41se. Attese da giovinetto à tutte l'arti mi-gliori, hebbe cognitione molta buona del-le cose Geometriche, e particolarmente attese alle Gnomoniche, & alle Mecani-che. Militò sotto Giulio Cesare, final-mente essendo vecchio fù da Ottaviano Augusto ad intercessione di Ottaviasua Sorella fatto sopraintendente delle Machi-ne da guerra, nel qual tempo egli scrisse, e donò ad Augusto quel dieci nobilissimi libri dell'Architettura, ne quali breve-mente comprese tuttociò, che à quella professione è necessario.
192 12 M. MANILIO Antiocheno di Servo fatto liberto, & adottato nella famiglia de Mallii, fù condotto à Roma ne tempi di Giulio Cesare, e fiorì sotto Augusto, al quale per le sue qualità egli fù molto gra-to. Scrisse cinque libri dell'Astrologia in versi Heroici latini, e dedicolli ad Augu-sto. Il suo stile è concettoso, & alto, ma non purgato, e puro. Attese alla Gnomo-nica, e pose la palla dorata in cima dell' obelisco in Campo Martio, accioche ser-visse per vertice dello stile, onde la detta Piramide mostrava l'hore per via dell'om-bra.
203 Doppo Chri-sto 36 ARRUNTIO fù della Città di Fer-mo di basso lignaggio. Il Padre chiamossi Lutio. Venne à Roma essendo ancora page 42fanciullo, dove ne tempi di Varrone, di Cicerone, di Nigidiodiede opera alla Fi-losofia, & alle Matematiche, ma sopra tut-to dilettossi dell'Astrologia, onde per via de calcoli astronomici ritrovò l'hora della fondatione di Roma, e l'ascendente suo, e con l'istesse raggioni trovò la constitu-tione del Cielo nell'hora che nacque Ro-molo, il che fece ad instanza di Terrentio Varrone, di cui era molto familiare. Scris-se in lingua Greca delle stelle. Pare ch' Egli fosse Geografo, & anco historico. Fù amico, e familiare di Ottaviano Augusto, e fù due volte Console sotto lui. Essendo finalmente negl'ultimi anni di Tiberio im-putato di esser'intervenuto in una congiu. ra contro lui, temendo di non esser fatto morire, crudelmente da se medesimo si tol-se la vita, essendo vecchio di novantadoi anni in circa.
203 37 TRASILLO, ò TRASIBULO fù Astrologo giuditiario amato, & accarez-zato molto da Tiberio. Fù egli, per quan-to è da credere, da Rodi, perche da quell' Isola fù condotto à Roma da Tiberio, ove egli fù conosciuto per il suo valore anco da Augusto, che allora viveva. Fù musico, e ne scrisse libri, ove trattava del movi-mento Harmonico de pianeti. Scrisse del-la figura del Sole. Trattò di Geografia. page 43Mando fuori Efemeridi. Predisse à Nero-ne, ch'Egli otterrebbe l'Imperio.
204 40 CLEOMEDE Stoico di Setta scrisse in prosa un libro, che egli intitolò la circo-lare specolatione, la quale si è conservata, & è stata recata in latino da Giorgio Val-la. In questo ragionò de cerchi celesti, e di tutto quello che si aspetta ad una som-maria cognitione dell'Astrologia. Scrisse in oltre un libro d'Aritmetica, il quale si conserva nelle librarie d'Italia, e promesso alla luce gran tempo fà dall'Accademia Venetiana. Compose anco un'opera, il cui titolo era del Moto de Corpi gravi per un'medesimo mezzo: questa, la quale à mio giuditio doveva esser bellissima, non si trova.
207 50 SULLA. Questi al nome pare che fos-se Romano. Diede opera alla giuditiaria, e di lui non si sà altro se non che egli, co-me narra Suetonio, predisse la morte di Calligola.
212 70 MARINO da Tiro Geografo, e Cos-mografo de suoi tempi non ignobile. De-scrisse le Tavole Geografiche, nelle quali, per non haver usata la diligenza, che do-veva, & haver tralasciate molte cose neces-sarie, fù emendato nella sua Geografia da Tolomeo. A questo Marino s'attribuisco-no le Protcorie sopra i dati d'Euclide. page 44
217 90 ASCLETARIONE visse in Roma, e diede opera all'Astrologia genetliaca. Questi, come narra Suetonio, predisse la morte à Domitiano, il quale fattolo per-ciò chiamare à se, interrogollo di qual mor-te dovesse morire, e quando; & egli rispo-se che presto sarebbe lacerato da cani, l' Imperatore, fattolo occidere, ordinò, che fosse abbrusciato, ma levatosi un gran tem-porale smorzossi il fuoco; la onde sepolto il corpo mezzo arso fù la notte dissotterra-to, e divorato dai Cani, & indi à poco Domitiano, secondo il suo pronostico, fù ucciso.
218 94 AGRIPPA è verisimile, che fosse Lati-no, ponendosi mente al nome; nondime-no ciò può esser falso volendo Tolomeo che Egli fiorisse in Bitinia. Fece alcune osservationi delle cose celesti, delle quali poi nell'Almagesto si valse Tolomeo.
221 109 MENELAO Alessandrino fù gran Matematico, & Astrologo. Questi fece le sue osservationi in Roma. Fù Geometra ancora, e diede opera con molto frutto al-la dottrina de gl'Elementi, per la qual ca-gione egli vien commemorato da Proclo ne i suoi Commentarii. Trattò in sei libri la dottrina de Seni. Scrisse un libro de Triangoli, il quale ancora vive. Publicò un libro de gl'Elementi sferici, come avan-page 45ti à lui haveva fatto Teodosio. Fù inven-tore come narra Pappo, d'una linea detta Paradossa, del genere dell'heliche, delle quadranti, delle conchoidi, e cissoidi. Fù grande osservatore delle cose celesti, delle osservationi di cui si valse Tolomeo nell' Almagesto.
227 130 APOLLODORO Damasceno gran Mecanico de suoi tempi servì dui Impera-tori Trajano, & Hadriano. Questi fù quello, che fece di comissione di Trajano il Ponte sul Danubio, e fabricò Machine da guerra in servitio d'Hadriano, e scrisse-ne un libro intitolato i Poliarcetici, cioè dell'espugnatione, di cui ne suoi Aversorii fà mentione il Turnebò.
228 135 DIODORO Alessandrino fù cogno-minato Valerio, e nacque di un Polione famoso Filosofo de suoi tempi. Attese alla filosofia, & alle Matematiche. Scrisse mol-to delle cose celesti, e meteorologiche. Diede opera alla Gnomonica, e scrisse, co-me si ha da Pappo, dell'Analemma. Scris-se, come appare, de pesi, e della libra. E lodato, e commemorato da Proclo, da Alessandro Afrodiseo, e da altri.
229 140 DAMIANO Larisseo Matematico, attese alla perspettiva, e publiconne un volume, del quale si valse il Valla nella sua Geometria. page 46
232 250 NICONE Pergameno Padre di Gale-no il gran Medico. Fù questi Architetto, e Geometra, ma più nome conseguì egli per cagione del figliuolo, che della professione.
232 152 HELIODORO da Larissa discepolo forse di Damiano attese alle cose di per-spettiva, e scrisene un Trattatello in lin-gua Greca, sopra il quale tradotto in vol-gare, fece alcune fatiche Egnatio Danti Perugino, che fù poi Vescovo d'Alatri.
233 154 NICOMACO da Gerasa Città di Si-ria scrisse un trattato di Musica intitolato Manuale, o Enchiridio, il quale si trova manuscritto in lingua Greca. Scrisse due libri Aritmetici, che pure si trovano intie-ri, ne quali non discende all'arte de conti, ma se ne sta solamente nella purità delle speculationi, contemplando le proprie pas-sioni, e quelle cose, che per se accaggiono à numeri. Scrisse anco un libro delle me-dietà, allegato da Pappo. Fù Nicomaco filosofo di Setta Pitagorico, come viene affermato dal detto Pappo, eda altri Scrit-tori.
233 255 TEONE gran Matematico, & Astro-logo osservò i moti celesti nel tempo dell' Imperio di Hadriano. Fù amico di Tolo-meo, il quale come afferma in più d'un luogo dell'Almagesto, si valse dell'osser-vationi sue. page 47
233 155 TOLOMEO cognominato Claudio Alessandrino di Patria, ma d'origine da Pelusio Egittio, grandissimo Geometra, & eccellentissimo Astrologo diede opera alla Filosofia, & alle Matematiche nella sua Patria. Scrisse molte opere, & attese con gran cura à tutte le Matematiche, in-cominciando da gl'Elementi, nella mate-ria de quali scrisse alcune cose intorno alle parallele. Scrisse di Perspettiva più libri, ne quali trattò de gli specchi. Nelle Me-caniche affaticossi ancora, e scrisse un trat-tato de momenti elementare alla detta professione. Nella Gnomonica fù dottissi-mo, e lasciò scritto il libro dell'Analem-ma, dal quale tutta la Gnomonica dipen-de. Scrisse del Planisferio un nobilissimo trattato, nel quale mostra, da quali rag-gioni si faccia in quell'instrumento la pro-jettione della sfera nel piano, posto l'oc-chio nel polo antartico. Di Musica scrisse tre libri, ne i quali non lasciò cosa addietro, che fosse necessaria ad un' perfettissimo trattato della detta professione. Scrisse un succinto libretto delle significationi delle non erranti, nel quale raccolse l'osservatio-ni di Messone, d'Eutemone e d'altri A-strologi più antichi di lui infino à Cesare. Scrisse la Geografia in otto libri, ne quali raccolse tutte le Provincie conosciute à page 48suoi tempi, e determinò le Città più fa-mose per via delle longitudini, e latitudi-ni. Compose l'Almagesto libro divino, nel quale raccolse quanto s'aspetta alla co-gnitione de moti de Cieli, & alle Teori-che de pianeti, e delle stelle fisse, la qual' opera divise in sedici libri. Scrisse apparte-nenti alla Giuditiaria quattro libri, dal un-mero de quali chiamollo il Quadripartito. Scrisse ultimamente il Centiloquio, che da Greci fù detto i frutti, nel quale rac-colse cento sentenze in guisa d'Aforismi, appartenenti alla stessa professione de Giu-ditii.
234 260 SOSIGENE Peripatetico attese all' Astrologia. Fù Maestro d'Alessandro Afrodiseo. Scrisse delle cose Teoriche, cioè de Revolventi, ne quali si sforzava secondo la dottrina di Calippo e di Eudos-so di salvar' l'apparenza senza eccentrici, & epicicli. Scrisse anco molti libri di per-spettiva, & alcune cose appartenenti alle Meteore. Di costui fanno mentione Ales-sandro, e Simplicio ne commentarii loro.
239 180 ATENEO da Neucrate d'Egitto buon Filosofo, e Geometra scrisse de Gin nosofisti [sic: Dinnosofisti], & un libro di Machine da guer-ra dedicato da lui à Marcello, ò Marco Aurelio Imperatore.
245 202 GEMINO amico della Filosofia peri-page 49patetica, e Matematico Eccellentissimo scrisse un'opera mirabile intitolata dell' Enarrationi, ò Percettioni Matematiche, nella quale trattò in universale delle Ma-tematiche, sicome Aristotile fece delle co-se fisiche. Scrisse anco un libro dell'ordi-ne delle Matematiche, e s'affaticò intorno le cose d'Archimede. Trattò le cose Me-teorologiche, e scrisse l'institutioni à Fe-nomeni, & è uno di quelli che esposero gli apparenti d'Arato. Francesco Barocci vuo-le, che di Gemino sia quella sfera, che si at-tribuisce à Proclo; il medesimo Barocci lo ripone fra coloro, che trattorno di Cosmo-grafia.
247 210 ADRASTO d'Afrodisia compatrio-ta d'Alessandro, e suo contemporaneo, e come lui di Setta Peripatetico fece com-mentarii sopra i dieci Predicamenti d'Ari-stotile. Affaticossi ancora sopra i Fenome-ni d'Arato. Scrisse libri di musica mol-to eccellenti, de quali fa mentione Gior-gio Valla nella musica.
248 215 DEMETRIO Alessandrino. Questi secondo il testimonio di Pappo scrisse trat-tati de Grammici, cioè di materie lineari, ne quali scrisse di molte linee, che si chia-mano trovate à luoghi delle superficie, e d'altre piegate, e curve, le quali hanno molti simptomi mirabili. page 50
249 220 FILONE Tianeo contemporaneo di Demetrio scrisse della stessa materia delle linee, i libri di cui secondo Pappo furo-no tenuti in molta riputatione da Mo-derni.
265 285 ANATOLIO Alessandrino da giovi-netto attese alle cose di Dialettica, di Ret-torica, & alla Filosofia. Diede opera an-co alle Matematiche, e fù di professione Christiano, e Vescovo di Laodicea. Die-de opera con molto frutto, come afferma S. Girolamo, all'Aritmetica, alla Geome-tria, & all'Astronomia. Lasciò scritti die-ci libri di Aritmetica, & alcuni calcoli so-pra la retta celebratione della Pasqua.
269 300 PORFIRIO, che per proprio nome si disse Malco, figliuolo di Malco da Ti-ro, fù discepolo di Jamblico di Ammo-nio Sacca, e di Plotino, come Peripate-tico. Scrisse molte opere in diverse pro-fessioni, oltra il libro de Predicabili. Fù buon Matematico, e particolarmente diede opera alle speculationi di musica; onde lasciò dottissimi commentarii sopra i trè libri di Musica di Tolomeo. Fù acerbissimo ne-mico del nome Christiano, e scrisse loro contra libri non meno empii, che sottili, & acuti.
274 330 GIULIO Firmico Siciliano attese all' Astrologia Giuditiaria, e scrisse otto libri, page 51ne quali inseri tutto quello, che appartie-ne alla Dottrina Apotelesmatica. Scrisse anco un libro del conocratore, cioè del Si-gnore del tempo della genitura, e promi-sene dodici dell'Astrologia, & alcune al-tre opere, che non si trovano.
274 032 [sic: 332] CARPO Antiocheno buon Matema-tico de suoi tempi diede opera alla Dot-trina elementare, e scrisse un trattato del-la natura dell'Angelo. Attese principal-mente alle Mecaniche, onde Mecanico fù detto da Proclo. Per l'istessa cagione vien anco lodato da Pappo nell'ottavo. Fù egli amico delle cose d'Archimede, e scrisse alcuna historia delle cose publicate da lui. Simplicio vuole che Carpo guardasse il cer-chio per via d'una linea, che egli chia-mo generata da doppio moto.
285 365 DIOFANTO Alessandrino Aritme-tico, Astronomo, Geometra, e Musico scrisse d'Aritmetica tredici libri ingegno-sissimi, sopra i due primi, de quali ag-giunse Scolii Massimo Planude, hora sei di questi ha trodotto [sic: tradotto], e publicato Gugliel-mo Xilandro Augustano. Compose anco un libro de numeri Poligonii. Lasciò an-cora un libro appartenente alle cose Har-moniche, il quale non è ancora stato tra-dotto. Scrisse parimente un libro intitola-to il canone Astronomico, sopra il quale page 52fece commentarii Hipasia figliuola di Teo-ne Alessandrino.
286 368 DIODORO Monaco Ciziceno di Pa-tria, e Prete della Chiesa d'Antiochia, & al fine Vescovo della Città di Tarso di Cilitia. Fù discepolo d'Eusebio Emese-no. Espose la Scrittura Sacra, e nelle Ma-tematiche scrisse molto, e fra l'altre ope-re da Svida sono allegate queste, cioè del-la sfera, delle cinque Zone, del contra-rio movimento delle Stelle, e commenta-rii sopra la sfera d'Hipparco, Discepolo di Diodoro. Fù Giovane Cristiano.
291 398 TEONE Alessandrino Filosofo, e Ma-tematico, e publico lettore delle Mate-matiche in Alessandria; percioche egli ha-veva il carico d'interpretare il libro degl' Elementi, e le cose dell'Almagesto di To-lomeo. Onde sopra l'una, e l'altra di quel-le opere affaticossi egregiamente; ma so-pra tutte bella fù la fatica, ch'egli fe-ce sopra l'Almagesto. Scrisse anco al-tre opere. Illustrò il libro dei Dati, e la Perspettiva d'Euclide, & esplicò i libri della Musica di Tolomeo. Sopra i Feno-meni ancora fece studio, & illustrogli, e scrisse dell'Aritmetica. Vuole anco Sui-da ch'egli scrivesse de segni, & osserva-tioni delli Ucelli, e della voce de Cor-vi. Scrisse parimente del crescere del Ni-page 53lo, e del nascimento della Canicola. Il-lustrò di Scolii ol canone spedito di Tolo-meo, e l'Astrolabio picciolo. E verisimi-le, che questi sia quello, che fece i com-mentarii sopra gli apparenti di Arato. Fe-ce anco Teone alcune Tavole Astrono-miche, le quali si conservano nella libra-ria Regia.
292 390/note> PAPPO Alessandrino Filosofo, e Ma-tematico attese alla dottrina degli Elemen-ti, & in ciò vien lodato, e ricordato da Proclo. Scrisse otto libri, ch'egli chiamò collettanei, ò collettioni matematiche, ne quali come Ape ingegnosissima, scelse tut-te le più belle cose, che s'habbiano le Matematiche, e le ridusse in un corpo, nell'ottavo de quali comprese una succin-ta, e persetta introduttione di quelle co-se, che s'aspettano alla cognitione delle Mecaniche, e particolarmente fece trat-tato secondo la dottrina d'Archimede, e di Herone delle cinque potenze. Lasciò scritto ancora Scolii sopra i Conici d'Apol-lonio, e sopra l'Almagesto. Scrisse inol-tre la Corografia di tutto il mondo habi-tabile, de fiumi di Libia, & un trattato del giuditio de Sogni.
292 392 CRATISTO, amico di Pappo, e di Proclo attese alle Matematiche, e come s'hà da Proclo, fù acutissimo nell'inven-page 54tioni, e nelle solutioni non per arte ch'egli v'usasse, ma per grandissima acutezza d' ingegno, e bontà di natura. A costui de-dicò Pappo alcuni libri degli otto delle Collettioni.
292 393 PROCLO Licio trasferito in Atene fecesi discepolo di Plutarco, di Nestorio gran Platonico, e di Siriano, & Olimpio-doro ottimi Peripatetici. Giovanni Zona-ra vuole ch'egli udisse anco Jamblico il gran Pitagorico. Scrisse in tutte le facol-tà volumi acutissimi, cioè nella gramma-tica, e nella filosofia. Commentò l'opere, e i giorni d'Hesiodo, e scrisse alcuni hin-ni misteriosi sopra il Sole, e Venere, per cagione de quali dal Giraldi vien connu-merato fra i Poeti. Scrisse opere morali della buona educatione, della buona di-sciplina, e del modo del vivere. Scrisse ancora commentarii dottissimi sopra i Dia-loghi di Platone. Scrisse una succinta difs-putatione del moto. Scrisse un libro del-le cause, e commentarii sopra i libri d'Ari-stotile. Publicò molte opere intorno alla Teologia etnica, imitando Pitagora, Pla-tone, Plotino, & altri. Fù nemico della Religion Cristiana, e scrissele contro, all' obiettioni di cui rispose G. Gramatico. Nelle Matematiche lasciò scritti quei no-bilissimi commentarii sopra il primo d'Eu-page 55clide, i quali furono tradotti in latino da Francesco Barocci gentilhuomo Venetia-no. Scrisse un libretto della sfera; se pe-rò, come vuole il detto Barocci, non è di Gemino. Lasciò parimente un libro in-titolato le Hipotiposi Astronomiche, il quale non è altro che un'abbreviatione delle cose di Tolomeo intorno alle Teori-che de Pianeti. Scrisse anco dell'Astrola-bio, cioè della fabrica, & uso suo, il qua-le s'hà per le mani de Studiosi, publica-to da Guglielmo Cavallatte. Hebbe Pro-clo molti discepoli, e fra gl'altri Ammo-nio d'Hermea grandissimo Peripatetico, il quale fù poi Maestro di Simplicio, e di Giovanni Grammatico. Successegli nella scuola Marino Neapolito.
294 395 HILARIONE Antiocheno huomo nella gioventù sua assai dissoluto, partito-si per alcuni strani avvenimenti dalla Pa-tria sua desideroso di attendere alli studii della Filosofia, trasferissi in Atene per far-si discepolo di Proclo, ma per il soverchio suo lusso non fù accettato da lui. Attese poi alle Matematiche, e scrisse delle Teo-riche de Pianeti molto garbatamente.
294 400 HIPASIA Alessandrina figliuola di Teone fù nelle lettere Donna mirabile, onde cognominossi Filosofa. Diede ope-ra felicemente alle Matematiche, nelle page 56quali fù ammaestrata dal Padre. Scrisse commentarii sopra il canone astronomico di Tolomeo, e sopra i Conici d'Apollo-nio. Scrisse parimente sopra l'Aritmetica di Diofanto; finalmente per invidia fù ammazzata per opra d'un Cirillo capo, come dice Svida, della contraria fattione, cioè, come io stimo, concorrente del Pa-dre.
294 404 TEOFILO Alessandrino successe nel Vescovato d'Alessandria à Pietro, che fù il ventesimo Vescovo di quella Città, fù gran Teologo, e Matematico. Scrisse fra l'altre cose un libro della retta celebratio-ne della Pasqua, il quale fù tradotto in la-tino da S. Girolamo. Hebbe gara con S. Giovanni Crisostomo, e fù principalissi-ma cagione, ch'egli fosse cacciato di Co-stantinopoli.
297 410 ISIDORO, e Vulpiano fratelli Ales-sandrini studiarono in Atene, e furono discepoli di Seriano, e condiscepoli di Pro-clo. Di questi due Vulpiano di minor'età, fù d'ingegno acutissimo, & attissimo alle Matematiche, di maniera, che Seriano ne rimaneva ammirato. Isidoro attese agl' istessi studii, onde compiacendosi del suo ingegno Teone gli diede Hipasia sua fi-gliuola per moglie. Questi due non si sà, che scrivessero cosa alcuna. page 57
302 432 CIRILLO Alessandrino Vescovo nel-la sua Patria, Nepote, cioè figliuolo d'un fratello di Teofilo, di cui si ragionò di sopra, fù prima Monaco del Monte Car-melo. Tenne il luogo di Papa Celestino nel Concilio di Efeso di 200. Vescovi con-tro Nestorio, e Pelagio. Fù d'ingegno acutissimo, Filosofo, Teologo, e Mate-matico. Scrisse molte opere Teologiche. Scrisse anco del Ciclo Pascale un libro, nel quale contro i Calunniatori difese la dottrina di Teofilo suo Zio.
304 440 ARISTIDE Quintiliano fù Musico, e scrissene tre libri dottissimi in lingua Gre-ca, i quali hoggi vivono. Raccolse egli in quelli quanto in quella professione à suoi tempi si poteva desiderare, e parlon-ne larghissimamente.
307 450 GIOVANNI Gramatico cognomina-to Philopono, cioè amico della fatica, fù discepolo di Hammonio di Hermea, e condiscepolo di Simplicio. Fù gran Filo-sofo Peripatetico, e commentò gran parte dell'opere di Aristotile. Attese anco alle Matematiche, onde si vedono ne suoi commentarii feminate molte cose, delle quali appare quanto egli ne fosse intenden-te. Scrisse egli commentarii sopra i libri Aritmetici di Nicomaco Geraseno, i qua-li vivono, e si trovano nell'Accademia page 58Venetiana, che prometteva di publicarli.
307 450 SIMPLICIO di Patria Cilice fù con Giovanni Gramatico discepolo d'Ham-monio d'Hermea in Atene, onde diven-ne Filosofo Peripatetico acutissimo, e com-mentò con infinita lode i libri fisici, e quel-li del Cielo d'Aristotile. Questi fù anco assolutissimo Matematico, di maniera, che non vi fù autore alcuno eccellente nelle dotte professioni, che da lui non fosse ve-duto, la onde egli ne riempì largamente tutti i suoi commentarii, il che à noi nel tessere la nostra historia, è stato d'infini-to ajuto; Ciò conobbe Alessandro Pico-lomini, che tradusse dal Greco tutte le cose, che Simplicio ne commentarii de li-bri fisici raccolse appartenenti alla quadra-tura del Cerchio. Fù empio questo Filo-sofo, onde per diffender Proclo, che la-trò contro noi, sempre fù contrario à Gio-vanni Grammatico, che la prese per noi. Fù da quell'Uranio, di cui fa mentione Agatia, condotto con altri Filosofi à Co-sroa Re di Persia, che in quel tempi era stimato grand'amatore della Filosofia.
307 450 PASCASINO Siciliano huomo San-to, e Vescovo fù gran Teologo, e Ma-tematico. Sedè Legato di Papa Leone il grande nel Concilio Calcedonense contro Eutiche, e Dioscoro, e scrisse gl'atti di page 59quel Concilio. Affaticossi intorno à callco-li, e scrisse al detto Pontefice della retta celebratione della Pasqua due Epistole.
308 450 GIOVANNI Filadelfio di Lidia scris-se un libro de mesi, un'altro de segni dell' aere, e d'alcun'altre suppositioni Matema-tiche delle quali scrivendo ragionava con un Gabrielle Hipparco, cioè Prefetto. Co-tanto solo di costui scrive Suida.
309 460 VITTORINO Aquitano della Città di Limoges fù grandissimo Computista, e ne i tempi d'Hilario, che successe à Leo-ne, s'affaticò ne Cicli Pascali di commis-sione del detto Pontefice, e composene uno di cinquecento, e trentadue anni, il quale per la grandezza sua chiamossi Ciclo magno, nel quale fù tenuto ch'egli haves-se superato quelli, che prima di lui fra Greci ne havevano scritto, e fù accettato da Latini, ma non da Greci, onde nacque-ne scisma. Contro costui scrisse Vittorio Vescovo di Capua, sostentando il Ciclo degl'Alessandrini. Venne poi Dionigi Ro-mano, che diede grand'assesto alle diffe-renze loro.
310 462 SERENO d'Antista una delle Città di Lesbo fù buon Matematico, e Filosofo insieme Peripatetico. Scrisse due bellissimi libri, l'uno della Settione del Cilindro, e l'altro della Settione del Cono per lo ver-page 60tice, le quali opere dedicò ad un Ciro suo amico. Questi libri furono tradotti in lati-no, & illustrati di Scolii da Federico Com-mandino, e donati à Francesco Maria se-condo figliuolo di Guido Baldo secondo Duca d'Urbino.
310 464 PROTERIO Vescovo d'Alessandria attese à Calcoli Astronomici, e scrisse à Leone Papa tre Epistole, & una ad Hila-rio della retta celebratione della Pasqua. Fù amazzato da successori di Dioscoro Eretico, e creato Vescovo dopo lui Timo-teo fautore di quella Setta.
312 470 MAUGANTIO di Brettagna attese all'Astrologia giuditiaria, e scrisse i Cano-ni Matematici, & altre opere di detta pro-fessione.
314 480 VITTORE Vescovo di Capua huo-mo dottissimo, e versatissimo ne computi scrisse, come fù detto contro Vittorino Aquitano intorno alla retta celebratione della Pasqua, sopra il calcolo di cui scrisse Albone Floriacense.
Qui Manca l'uso dell'O-limpia-de 500 ALIPIO Greco scrisse nella sua lingua un'introduttione alle cose della musica as-sai breve, la quale si conserva nella libraria di S. Salvatore in Bologna, e nello studio nostro.
GAUDENTIO Greco Filosofo, e Musico. Scrisse egli anco un'introduttio-page 61ne alle cose della musica, nella quale con molta brevità raccolse tutto quello, che s'aspetta ad una succinta informatione de termini della detta professione; quest'ope-ra similmente habbiamo noi Greca, e ma-nuscritta fra i libri nostri.
526 BOETIO, che si disse Anitio Manilio Severino discese dalla famiglia de Torqua-ti, nobilissimo Cittadino, e Patritio Ro-mano attese à tutte le buone arti, e fù grandissimo Filosofo, Teologo, e Mate-matico. Scrisse sopra molti libri logici d' Aristotile, tradotti da lui. Tradusse alcu-ni libri d'Euclide, à quali aggiunse alcune raggioni del misurare. Affaticossi intorno la quadratura del circolo. Fece parafrasi sopra l'Aritmetica di Nicomaco. Scrisse cinque libri di Musica, & altre cose. Fù tre volte Console, & un tempo felicissimo; al fine caduto per opera de maligni in so-spetto à Teodorico Re de Goti fù da lui relegato in Pavia, e finalmente fatto mori-re. Nella sua prigionia scrisse quel mirabi-le libro della Consolatione filosofica. Men-tre fù in gratia di Teodorico, servillo alcu-ne volte in cose d'ingegno, come s'ha in alcune lettere, scrittegli dal detto Prenci-pe, dalle quali raccogliesi anco quanto stu-dio ponesse Boetio nelle cose d'Archime-de, e de gl'altri buoni Autori. page 62
540 DIONISIO Romano cognominato picciolo fù Abbate, non sò di qual Mona-sterio. Fù huomo di gran scienza, & Arit-metico perfettissimo. Affaticossi intorno al computo Pascale, & aggiunse à Calen-darii l'aureo numero, e confermò il Ciclo grande di Prospero, e Vittorino Aquitani, se bene in questo Ciclo i posteri hanno sco-perto errore. Fù dotto della lingua Gre-ca, e da quella recò molte cose de Greci in latino appartenenti al detto computo.
550 ISIDORO Milesio fù compagno di Antemio Tralliano, e grandissimo Mate-matico, & ingegniero, perciòche principa-lissima professione fece egli delle Machine. Trovò il modo da trovare le due medie proportionali con un'Instrumento chiama-to da lui Diabete. Nelle Matematiche fù discepolo di costui Eutocio Ascalonita, il quale ne commentarii sopra i libri d'Ar-chimede fece honorata memoria del suo Maestro.
552 ANTEMIO da Tralli Città di Lidia. Fù questi gran Matematico, ma sopra tut-to attese alle Mecaniche. Fù egli per il suo valore chiamato da Giustiniano, il quale, come scrivono Agatia, e particolarmente Procopio, fece fabriche magnifiche, & im-portantissime, sua quali restaurò il grandis-simo tempio di S. Sofia. Scrisse Antemio page 63libri della sua professione, & hoggi conser-vasi nella Biblioteca Vaticana un suo libro intitolato delle Machine paradosse, cioè maravigliose. Fù Maestro eccellentissimo delli specchi, che abbrusciano, e fecene belle prove. Fù egli cosi familiare di Euto-cio, che da quel valent'huomo tutti i com-mentarii fatti sopra l'opere d'Archimede furono dedicati a lui.
EUTOCIO Ascalonita discepolo, co-me si disse, d'Isidoro Milesio, & amico d'Antemio, fù grandissimo Geometra, & udì dal suo Maestro l'interpretatione de più dotti Matematici, cioè d'Archimede, di Pappo, di Herone, d'Euclide, d'Apollo-nio, e de gl'altri di quella classe: Commen-tò i libri d'Archimede della sfera, e del Cilindro sopra gl'Equeponderanti, sopra i Conici d'Apollonio, sopra l'Almagesto di Tolomeo. Affaticossi parimente sopra il libro d'Archimede della dimensione del Circolo. Sono tutte le fatiche di questo grand'huomo state illustrate, e publicate dal Comandino.
555 CRISE Alessandrino grand'ingegnie-ro di Giustiniano servillo in fabriche di molta importanza, come s'ha da Proco-pio, ove scrive degl'Edificii mirabili del detto Imperatore.
600 HERONE dalla professione cognominaro [sic: cognominato] Mecanico, attese con gran profitto alle cose Geometriche, e particolarmente al negotio delle Machine. Scrisse un libro delle Machine da guerra, il quale non ha molto, fù tradotto dal greco, & illustrato di Scolii da Francesco Barocci. Questo non compose Herone di suo ingegno, ma raccolse le cose de gl'Antichi, e fecele più chiare. Scrisse anco un'opera di Geodesia tradotta dal medesimo Barocci. Mandò fuori anco un libro de gl'Horologgi solari, & un libro della positione de medesimi. Nella sua Vita habbiamo notato l'errore di coloro, che lo confondono con l'Ales-sandrino. Il nostro fù Cristiano, come ma-nifestamente dall'opera sua si raccoglie, e vi ha qualche inditio, ch'egli fosse di Co-stantinopoli.
619 LORENZO Italo, così cognominato fù Arcivescovo di Doroberna in Inghilter-ra; e scrisse del computo Pascale un' libro molto dotto.
680 ADELMO Bladuvino Inglese fù Ab-bate in Scotia del Monasterio Maidulben-se dell'ordine di S. Benedetto. Fù huomo dottissimo, e scrisse molte opere sacre. Fù gran Computista, e scrisse egli anco della tetta celebratione della Pasqua.
GEOLFRIDO anch'Egli Inglese, & Abbate dell'ordine Benedettino del Mo-page 65nasterio di S. Pietro, e Paolo in Inghilter-ra, fù grande nella ragione de computi Ecclesiastici, e scrisse un trattato in modo di Epistola al Re de Pitoni della retta ce-lebratione della Pasqua. Fù questi Mae-stro del Santo, e Venerabil Beda.
730 BEDA Prete, e Monaco del Mona-sterio di S. Pietro, e Paolo in Inghiltetra [sic: Inghilterra] dell'Ordine di S. Benedetto, fù oltre la Santità della vita dottissimo Filosofo, Teo-logo, e Matematico, e sopra tutto attese alle cose Astronomiche appartenenti agl' usi della Chiesa, & à computi Ecclesiasti-ci. Scrisse sopra tutta la Sacra Scrittura e vecchia, e nuova. Scrisse parimente histo-rie, Croniche, & altre cose in prosa, & in versi. Ridesi Tritemio di coloro, che vo-gliono, ch'egli fosse cieco.
850 LEONE Magno Costantinopolitano fù discepolo di Michele Psello, & insegno le Matematiche in Costantinopoli sua Pa-tria ne tempi di Teofilo, e di Michele Imperatori.
880 ALBUMASARO è il più antico de-gl'Arabi, che dessero opera alle Matema-tiche. Fù di natione Spagnuolo, & eccel-lentissimo Astrologo. Scrisse l'Introdutto-rio Astronomico, ampliò l'Almagesto, epitomato da Albategnio, compose Dia-loghi, nequali si sforzò di provare, che la page 66Zona torrida fosse habitabile. Scrisse otto libri delle gran congiuntioni, & i fiori dell' Astrologia. Hebbe questi un figliuolo det-to Abalachio anch'esso Matematico no-bile.
880 HUGBALDO di Natione France-se Monaco Benedettino nel Monasterio Cluonense, fù dottissimo Filosofo, Musi-co, e Poeta. Scrisse molte opere, e fra l' altre un libro di musica ne tempi di Carlo Calvo.
884 MESSALA Spagnuolo, e di natione Arabo fù Medico, e Matematico nobilis-simo. Scrisse un trattato degl'Elementi, & uno degl'orbi celesti. Scrissene un'altro della virtù del Motore. Fù giuditiario cu-rioso. Affaticossi intorno il Planisferio di Tolomeo, e fecene quasi una Parafrasi in lingua Arabica.
884 ALBATEGNO d'Arata Città vicina à Damasco fù Medico, & Astrologo ec-cellente, e tradusse in Arabico tutte l'ope-re di Galeno, e fece commentarii sopra l' apse d'Aristotile. Fù grande osservatore de Moti celesti, & amicissimo dell'opere di Tolomeo, di cui restrinse, & epitomò l'Almagesto. Scrisse un trattato del Mo-to delle stelle. Emendò la quantità dell' anno osservata da Tolomeo. Affaticossi intorno alle Teoriche de Pianeti, e corres-page 67se la quantità dell'eccentrico osservato da Tolomeo. Scrisse in oltre un trattato dell' hore de pianeti, il quale affermò d'haver veduto Giovanni Stoflero nel suo trattato dell'Astrolabio.
900 ISACIO Monaco Greco, e cognomi-nato Argiro. Fù questi buon Matematico de suoi tempi. Scrisse alcuni scolii succinti sopra gl'elementi d'Euclide, che si sono conservati, e non ha molto furono publica-ti per opera di Giovanni Sambuco, il qua-le gli haveva manuscritti nella sua libraria. Fù Musico parimente Isacio, e scrisse commentarii sopra la musica di Tolomeo. Scrisse del Planisferio, & altre varie fati-che Astronomiche, le quali in alcune li-brarie si conservano. Scrisse della divisio-ne del Palmo, & il metodo della Geode-sia. Il tempo, quando egli scrisse, è poco noto.
905 AURELIANO Prete della Chiesa Remense fù gran Musico de suoi tempi, e scrissene volumi, come s'ha dall'Abbate Tritemio.
970 ALBONE Monaco Floriacense dell' ordine di S. Benedetto fù gran Computi-sta, e scrisse un libro sopra il Calcolo Pasca-le di Vittorino, & un' libro d'addittioni sopra il medesimo, predicando l'Evangelio in Vactonia, fù martirizzato dagl'Empii, [sic: .] page 68
988 ALI' Aberangele pare che fosse di na-tione Persiano. Attese all'Astrologia de giudicii, & in quella professione lasciò scrit-ti volumi. Scrisse egli un'opera intitolata De Segnali dell'Astrologia, & un'altra inscritta il Complemento de giuditii delle Stelle.
988 PUNICO di natione, secondo me, Persiano, e contemporaneo d'Alì Aberan-gele, fù grand'Astrologo, e Filosofo, e Medico fra le nationi de gl'Arabi. Espo-se questi l'arte picciola di Galeno, & i quattro libri di Tolomeo de giuditii delle Stelle.
1000 ZAELE Bemhiz Ismaelita, & Arabo fù Astrologo giuditiario, e scrisse in detta professione più libri, cioè dell'interrogatio-ni, dell'elettioni, delle significationi de tempi ne giuditii, & anco della natura del nato. E ripreso costui dell'haver voluto ne giuditii descendere alle cose troppo par-ticolari.
1007 AZOSI grand'Astrologo fra gl'Arabi, scrisse libri d'Astronomia, e fra gl'altri del' osservatione de moti, il quale libro si con-serva in Germania nella libraria di Gior-dio Colimisio Zanstettero. Fiorì regnan-do Almansore.
1009 ARZAHELE Spagnuolo, e Toleta-no Astrologo Arabo di molto nome, os-page 69servò, e scrisse assai intorno alla materia de moti celesti. Osservò cento, e trenta anni doppo Albategnio. Scrisse del moto dell'accesso, e del recesso. Compose le Teoriche dell'ottavo cielo per salvar i mo-ti delle Stelle fisse.
1010 ALMANSORE Spagnuolo di natio-ne, e Saraceno, ò Arabo di Setta, atte-se all'Astrologia giudiciaria. Scrisse gl'Afo-rismi Astronomici, e diviseli in sentenze. Compose cento cinquanta giuditii, ò pro-positioni sopra le Stelle, e donò il detto libro al Re de Saraceni. Fù questi Padre di due figli eccellenti nelle dette profes-sioni, l'uno chiamato Almeone, e l'al-tro Giovanni.
1020 FEBERTO di Conturbia Monaco dell' ordine di S. Benedetto fù gran letterato de suoi tempi, e diede grand'opera alla musica, e scrissene un'utile volume.
1024 ALI' Aben Rodano di natione Egit-tio Medico, & Astrologo eccellente. Scris-se commentarii sopra l'arte picciola di Ga-leno, & alcuni Scolii sopra il quadripar-tito di Tolomeo. Scri e due altre operet-te, l'una della projettione de raggi, e l' altra di trè natività, fra le quali vi è an-co la sua.
1030 GUIDO Aretino monaco dell'ordine di S. Benedetto, & Abbate del Monaste-page 70rio della Croce di S. Leofredo, fù dotto in tutte le lettere, ma principal'opera die-de alla Musica, l'uso della quale facilitò grandemente havendo antiquato i catatte-ri, ò cifre ch'erano state in uso insino al tempo suo. Trovò l'uso della mano nella Musica, e la divisione delle linee, e quel-le note communi, che hoggi si cantano per alzar, & abbassar la voce, e portarla convenientemente. Scrisse questi un libro di Musica intitolato Micrologo.
1054 HERMANNO di natione Svevo fi-gliuolo d'Hiltruda, e Volfredo Conti di Vectugia essendo dalla sua fanciullezza ri-maso attratto de membri fù poi cognomi-nato Contratto. Fù studiosissimo, & ap-parò la lingua Greca, l'Arabica, e la La-tina , e dilettossi delle cose poetiche, e scris-se alcuni hinni, benche, secondo quell'età, con modo barbaro. Fù historico, e Cro-nista. Nella Filosofia parimente fece pro-fitto, e nelle Matematiche, e nella Mu-sica. Scrisse questi un libro della Musica, & uno del Monacordo. Fù amico di Gui-done Aretino, fù buon Aritmetico, e scris-se un libro intitolato Ritmomachia , cioè combattimento di numeri, & un'altro del computo. Nell'Astrologia scrisse un vo-lume dell'Ecclissi, e dell'Astrolabio scris-se quattro libri. Scrisse anco un libro del-page 71La quadratura del Circolo, & un libro di Fisonomia. Fecesi finalmente Monaco di S. Benedetto.
1055 FRANCONE Tedesco Prete della Chiesa di Liegi fù huomo di molta scien-za, Filosofo, Astrologo, e grande Aritme-tico. Scrisse fra l'altre cose un libro del computo Ecclesiastico, & ad instanza d' Hermanno Arcivescovo di Colonia un li-bro della quadratura del Circolo.
1060 MANUELE dell'Imperial famiglia de Comneni Costantinopolitano, attese all' Astrologia, e scrisse intorno alla detta pro-fessione varii volumi, che hoggi si conser-vano nelle librarie famose d'Italia.
1064 RABI' ISACCO Giudeo Spagnuolo attese all'Astrologia, e per cotal cagione fù caro al Re de Saraceni Almastimado. Scrisse questi sopra il Talmudde. Finalmen-te fù con tutta la Sinagoga de Giudei ucci-so da Saraceni in Granata.
4069 [sic: 1069] HELPERICO dell'Ordine di S. Be-nedetto Monaco del Monasterio di S. Gal-lo, di natione Tedesco, Filosofo, Teolo-go, Poeta, e Matematico. Scrisse molte opere, fra le quali furono un libro del computo Ecclesiastico, & uno di Musica.
1085 VILHELMO Inglese Monaco, e Bi-bliotecario Malmesberiense fù historico, e Matematico. Scrisse dell'historie d'Inghil-page 72terra, compose libri di Musica, della ra-gione de computi, e dell'Astrolabio.
1091 GUGLIELMO Tedesco Monaco Be-nedettino Abbate del Monasterio Hirsau-gense, Filosofo, Teologo, e Matematico scrisse due libri di musica, un libro de Tuoni, un libro dell'Horologgio, & un vo-lume d'Institutioni Filosofiche, & Astro-nomiche, & altre fatiche.
1095 ROBERTO di Lorena Vescovo di Herfordia scrisse le deflorationi di Maria-no, un libro de moti delle Stelle, un libro delle Tavole Matematiche, e del computo lunare.
1100 MANUELE della nobilissima Fami-glia de Briennii potentissima in Costanti-nopoli sotto l'Imperio di Romano Dioge-ne, attese alle cose di Musica, e scrisse una degna opera nella detta profesione, che noi manuscritta conserviamo fra gl'al-tri nostri libri.
1100 ALAZZENO figliuolo di Alaizeno Ara-bo grandissimo Matematico fra l'altre co-se diede opera alla Perspettiva, nella qua-le in lingua propria lasciò scritto un no-bilissimo volume, che fù poi mandato fuo-ri in lingua latina da Federico Risnerio, & adornato di figure.
1102 ALCHINDO, overo Giacobbe, che tale fù il proprio nome suo, nacque in Spa-page 73gna, e fù di Setta Saraceno, ò Arabo. Attese alle cose di Filosofia, di Medici-na, e di Astrologia. Scrisse molto nella Medicina. Publicò anco molte opere astro-nomiche, fra le quali vi è una intitola-ta de raggi delle Stelle, & un'altra del moto divino. Scrisse parimente un libro delle proportioni. Averroe fece il catalo-go dell'opere mandate fuori da costui, fra le quali era un libretto intitolato delle ra-giont delle sei quantità. Scrisse anco un libretto delle pioggie, e de venti, e delle mutationi dell'aere, non come Meteoro-logico, ma come Astrologo.
1111 SIGEBERTO di natione Francese, Monaco Benedettino del Convento Gem-blacese, scrisse molti libri in diverse pro-fessioni. Fù intendentissimo de computi Ecclesiastici, e scrissene un libro. Fù que-sti insieme Historico, e Cronista. Viene costui ripreso dell'essersi nello Scisma acco-stato ad Henrigo terzo contro Gregorio Settimo.
1140 ROBERTO Baconio cognominato grossa testa fù di Patria Inglese. Attese alla Filosofia, alle Matematiche, & alla Teologia. Fù egli fatto Vescovo di Linco-nia in Inghilterra. Scrisse molti volumi fi-losofici, e Teologici. Nelle cose Matema-tiche lasciò scritto un libro della sfera, uno page 74intitolato la somma numerale, uno del computo Ecclesiastico, & uno del Calen-dario riputato bellissimo.
1150 AVO Macmad Giavar di natione Ara-bo figliuolo d'Afla, attese alle cose dell' Astrologia, e particolarmente alla dottri-na de moti. Questi secondo Alpetragio scrisse un libro, nel quale corresse Tolo-meo nel moto di marte.
1155 ALPETRAGIO, overo Aboasaco fù gran Filosofo, & Astrologo. Scrisse un libro di Teoriche dette naturali, nel quale si sforza di salvar tutte l'apparenze senza servirsi di Eccentrici, & Epicicli. Giovan Francesco Pico vuole ch'egli fosse Cristia-no, ancorche dall'opere sue, nelle quali egli allega l'Alcorano, appaja Turco, ò Saraceno.
1155 GIOVANNI Hispalense, cioè da Si-viglia, attese all'Astrologia, & hebbe co-gnitione della lingua Arabica, onde tra-dusse quell'introduttione Arabica all' Astrologia intitolata Alcabitio, e publi-colla con l'espositione di Giovanni di Sas-sonia, e l'emendationi d'Antonio de Fan-ti Medico di Trevigi. Scrisse libri di per-spettiva, e fece un'Epitome di tutta l'A-strologia.
1160 GEBRO di natione Spagnuolo, Arabo di Setta, nacque in Siviglia. Diede opera page 75alla Filosofia, alle Matematiche, & all' Astrologia, e per l'eccellenza dell'inge-gno si guadagnò il titolo di acutissimo. Scrisse questi una Sintassi Astronomica, nel-la quale raccolse quanto nell'Almagesto haveva trattato Tolomeo, di cui fù così poco amico, che si sforzò di gettar à ter-ra molte delle cose sue, contro cui à di-fesa di Tolomeo scrisse Alessandro Picco-lomini. Lasciò scritte molte altre opere in altre professioni, e particolarmente alcuni libri d'Alchimia, nella qual vanità egli è tenuto dottissimo da chi presta fede à sogni de professori di quell'arte.
1191 ALFAGRANO di natione, e di Set-ta Arabo fù stimato da suoi nell'Astrolo-gia un'altro Tolomeo. Scrisse un libro in-titolato il Compendio de Principii Astro-nomici. Haveva questi alcune opinioni intorno al moto proprio delle Stelle. Fio-rì sotto Lafandino Figliuolo di Saladino.
1200 LEOPOLDO d'Austria fù Astrologo giuditiario, e curiosissimo. Scrisse alcuni libri della detta professione.
1200 OMAR, overo, come altri scrive Ao-maro fù del Paese di Giudea della Città di Tiberiade. Publicò alcuni libri dell'A-strologia giudiciaria, nelli quali imitò, co-me scrive Gioseffe Scaligero, la Dottrina di Doroteo, che della stessa materia scrisse in versi greci. page 76
1208 TEBITTE figliuolo di Core, e per-ciò detto Bencorab fù di natione Spagnuo-lo, e di stirpe Giudeo. Attese alle cose dell'Astrologia, e principalmente à quel-la, che osserva i moti celesti. Scrisse un Trattatello intitolato dell'immaginatione della sfera. E famoso costui per l'inven-tione del moto della trepidatione. Scrisse un libro dell'immagini, nel quale insegna di far'immagini di tale, e tal virtù sotto tale, ò tale costellatione. Tebitte si con-numera fra coloro, che hanno scritto la magìa naturale.
1217 ABRAM Avenestra detto così per esser figlio d'Estra, per il suo sapere cogno-minato dalla sua Natione Ebrea il sapien-te. Fù di Natione Spagnuolo, grande nel-le cose di Gramatica, di Filosofia, di Teo-logia, come Hebreo, e delle Matemati-che. Scrisse sopra tutti i ventiquatro libri del Testamento vecchio, ancorche non s' habbia alle mani, se non sopra il Penta-teuco, & i Profeti. Conversò, e fù sti-mato assai nell'Isola di Rodi, ove morì ancora. Scrisse un libro de luminari, e de giorni Critici. Ne Commentarii suoi ap-pare ch'egli fosse Astrologo, poiche gli sparse tutti di cose appartenenti alla detta prosessione.
1240 MICHELE Scoto, cioè di Scotia, page 77fù Astrologo Giuditiario, e servi in quella professione l'Imperator Federico secondo. Scrisse un dottissimo trattato per via di questioni sopra la sfera di Giovanni di Sa-cro Bosco, il quale s'hà per le mani. Fù Mago secondo alcuni, e dicono, che si fa-ceva portare le vivande talhora dalla Cu-cina de grandissimi Prencipi per arte ma-gica. Morì per la percossa in capo d'un piccolo sassetto, della quale egli haveva preveduto di dover morire.
1250 GIORDANO d'un luogo detto He more [sic: Nemore] si chiamò Hemorario [sic: Nemorario]. Attese alle Matematiche, e particolarmente alle Me-caniche. Scrisse un libretto de ponderibus. Scrisse anco dieci libri d'Aritmetica, & un libretto del Planisferio. Hebbe dottri-na assai barbara, e nelle Mecaniche pre-se assunti falsi; come nelle Mecaniche sue mostra il dottissimo Guidobaldo de Mar-chesi del Monte. Scrisse anco i Dati Ari-tmetici.
1256 GIOVANNI di Sacro Bosco Inglese, overo secondo il Volaterrano Tedesco, stu-diò in Parigi, e fecesi Dottore di quello studio, ove fù publico professore dell'ar-ti, e della Teologia, & al fine fecesi Fra-te dell'Ordine de Predicatori. Scrisse quel-la famosissima Sfera commentata da tanti eccellentissimi ingegni. Scrisse anco dell' page 78Astrolabio, & un libro del computo Ec-clesiastico. Scrisse anco un Calendario; le quali opere tutte si leggono dagli Studio-si. Fù egli huomo per lo suo tempo assai grande, ma non puro dalla ruggine di quel secolo, nel quale egli viveva.
1260 RUGGIERO Baconio Inglese Dot-tor d'Ossonio, e Frate Minoritano fù d'in-gegno oltra modo curioso. Attese à calco-li Astronomici, & à computi Ecclesiastici. Affaticossi à trovar il vero giorno della Passione di Nostro Signore, ma non asse-guì il vero, e perciò fù confutato da Pa-volo di Middelburgo. Scrisse della Stella de Magi. Lasciò un libro de Pronostichi delle Stelle, uno de reggimenti celesti, uno della vera Astronomia, uno de giu-dicii dell'Astrologia, uno di Perspettiva molto lodato, uno della facoltà delli Spec-chi, uno dell'immagini di Nevomantia, uno dell'opere occulte della natura, & al-cune altre in diverse professioni, e partico-larmente nell'Alchimia, della quale egli fù espertissimo.
1262 ALFONSO Figliuolo di Ferdinando terzo Re di Leone, e di Castiglia, dop-po il Padre successe nel Regno. Attese alla Filosofia, & all'Astrologia. Fù egli eletto all'Impero da una parte degl'Elet-tori, ma non l'ottenne, succedendo in suo page 79luogo Riccardo fratello del Re d'Inghil-terra. Fù molto travagliato nel suo gover-no, & hebbe di molte guerre; nondime-no diede sempre opera agli studii, & alle cose civili. All'Astrologia fù inclinatissi-mo, onde conseguì nome di Astrologo. Fece tradurre molti libri Arabici di quel-la professione in latino, e chiamati d'ogni parte eccellentissimi Matematici, pose in-sieme quelle Tavole Astronomiche, le quali sono intitolate dal nome suo. Scris-se egli libri degl'Instrumenti Matemati-ci, e particolarmente sopra uno chiamato con voce Arabica Asasca. Morì, e fù se-polto nella Città di Murcia, ch'à lui in alcune occasioni più di tutte l altre era stata fedele.
1264 CAMPANO, à cui diedero titolo di Maestro gl'huomini del suo tempo, di Pa-tria Novarese, diede opera alla Filosofia, & alla Teologia, e fù ne suoi tempi as-soluto Astrologo. Affaticossi intorno gl' Elementi d'Euclide, seguendo le tradut-tioni Arabiche, il che gli fù cagione di qualch'errore, ancorche per lo più si por-tasse così bene, che non hebbe ne suoi tempi chi megliore si fusse di lui. Scris-se un trattato della sfera in cinquanta-quattro capitoli. Attese à computi Ec-clesiastici, e scrissene un libro intitolato il page 80computo maggiore, dal quale egli ripor-tò molta lode. Scrisse anco un trattato dell'Equatione de Pianeti. Publicò pa-rimente un libro della quadratura del cer-chio; se però fù egli, che lo diede fuo-ri, il che non può persuadersi Giovan-ni Buteone per la soverchia rozzezza, & imperfettione di quell'opera. Serisse in oltre un libro del Quadrante, un Calen-dario, e molti altri Trattati.
1269 VITELLIONE di Natione Polacco, ò Turingo, e secondo Giovanni di Mon-teregio, Tedesco, fù acutissimo Matema-tico, & avanzossi grandemente nelle cose di Perspettiva, onde ne scrisse quella bel-lissima fatica, la quale stampata da Fede-rico Risnerio con quella di Alazeno si leg-ge, nella quale si comprendono non solo le cose di Perspettiva, ma quelle delli Specchi ancora, che sono loro familiari. Al-cuni hanno voluto riprenderlo in qualche cosa, ma non è meraviglia poiche humana cosa è l'errare. Scrisse anco Vitellione un opera di Geomantia, la qual professione con l'altre di quel genere è da Sacri Cano-ni proibita. Imitò, e seguì in gran parte Vitellione la Dottrina d'Alazeno.
1270 ABILFEDEA Prencipe della Siria, e della Persia grandissimo Cosmografo de suoi tempi, e da alcuni paragonato à To-page 81lomeo, descrisse tutto il paese soggetto agl' Ismaeliti con diligenza mirabile.
1280 HENRIGO di Malines discepolo d' Alberto Magno diede opera, oltra la Fi-losofia, e Teologia, anco alle cose Astro-nomiche. Fece commentarii sopra il libro delle gran congiuntioni d'Albumasaro. Scrisse anco un libro della propria Nativi-tà, & vno intitolato lo specchio delle cose divine, & humane, & un trattato della Stella de Magi. Fù quest'huomo così cre-dulo nelle cose Astronomiche, che si per-suase, che il diluvio di Noè procedesse dal-la congiuntione di Giove, e di Saturno nel fine del Cancro, il che appresso me, & à chi non è privo di giudizio, è in tutto ridicolo.
1290 GUlDO Bonato Fiorentino per esser stato mandato in esilio fatto Cittadino di Forlì, si disse Forlivese, diede opera alla Giuditiaria, e scrissene un grosso volume. Servì Guido da Montefeltro, e predisse-gli molte cose nelle guerre di Romagna. Fecesi finalmente Frate Francescano, e per humiltà andò chiedendo il pane à uscio à uscio.
1300 CECCO, cioè Francesco detto dalla sua i Patria d'Ascoli fù huomo ne suoi tempi assai dotto. Attese alle cose di Filosofia, & all'Astrologia, & anco alle sciocchezze, page 82ò empietà dell'arte Magica. Servì questi Carlo Daca di Calabria, e fù suo familia-re, & Astrologgo. Scrisse commentarii so-pra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco, i quali imbrattò con mille vanità di Ma-gia, ancorche nel fine dell'opera egli prote-sti di non haver detto, ne voluto dire co-sa alcuna contro l'assertioni di S. Chiesa. Scrisse un libro di cose naturali, e Meteo-rologiche in versi goffissimi. Fù emulo di Dante, & andollo mordendo alla scoper-ta, ma non era cosui tale, che le sue pun-ture dovessero nuocere à quell'huomo così mirabile, e grande. Fù questi, come scri-ve G. Villani l'anno 1328., abbrusciato in Fiorenza per Mago.
1300 PIETRO di Dacia fù buon Filosofo, & intendente delle lingue migliori. Atte-se principalmente all'Astrologia, nella qual professione lasciò scritte molte operet-te, una de computi Asronomici, una del Calendario, una di Tavole Astronomiche; Non fù però tale, che arrivasse all'eccel-lenza.
1300 GIOVANNI Suissetto cognominato il Calcolatore fù di natione Scozzese. Fù ne computi sottilissimo, onde Girolamo Cardano ardi di paragonarlo nella vivacità dell'ingegno con Euclide, e Giovan-ni Scoto. page 83
1302 NICOLO' Cabasila Greco, e Vesco-vo di Tessalonica scrisse molte cose Teo-logiche, & Astronomiche. S'hanno del suo nella libreria Vaticana l'osservationi sopra la visione de quattro animali in Eze-chiele. Questi per alcune sue salse asser-tioni è sato condannato da S. Chiesa, e posto nel Catalogo degl'Heretici. Fece questi Commentarii sopra l'Almagesto di Tolomeo.
1304 PROFASIO Giudeo attese all'Astro-logia, e fecere osservationi, le quali lasciò scritte. E' costui allegato da Francesco Giuntino, e da alcuni altri.
HENRIGO da Bruselles Monaco Benedettino del Monasterio di Stafflinga, Filosofo, e grande Aritmetico. Scrisse al-cune operette, cioè, della Ragione del computo, il Calendario delle incisioni, & alcune altre cose.
1320 NICEFORO Gregora Greco Filoso-fo, e Teologo attese anco alle cose dell' Astrologia. Scrisse molte opere in varie professioni, fra le quali si connumerano l' infrascritte; Alcuni commentarii sopra Ari-stotile, un discorso intitolato Fiorenzo, ò della Sapienza, l'Encomio della sua Pa-tria, l'Historia di Roma, cioè degl'Impe-ratori di Costantinopoli, e tutte queste si conservano manuscritte nella libraria Va-page 84ticana: Commentarii sopra Sinesio degl' insogni, che pure si conservano. Orationi contro gl'Heretici Palamiti. il Compen-dio dell'Historie libri dieci: un libro del gran pesce, e degl'altri Animali: conser-vasi nella libraria de Medici: Della morte dell'Impetatore [sic: Imperatore] Andronico Paleologo: contro quelli che pongono il fato. D'Astro-logia scrisse contro coloro, che la calunnia-no, un'essortatoria alla detta professione. Scrisse anco dell'Astrolabio un utilissìmo trattatello, che fù tradotto in latino dal Valla, e stampato in Parigi con l'Astrola-bio del Poblacione, di Proclo, e del Ke-belio. Visse Niceforo ne tempi d'Andro-nico Paleologo, di cui egli scrisse, come fù detto, la morte.
1330 GIOVANNI di Sassonia cognomina-to Danco fù huomo d'acutissimo ingegno. Studiò in Parigi, dove attese alla Filoso-fia, & alle Matematiche, nelle quali parti-colarmente diede opera all'Astrologia. Scrisse Canoni dell'Ecclisse, uno dell' Astrolabio, uno dell'incisioni, e alcune espositioni sopra l'Alcabitio, & un libro de Canoni sopra le Tavole del Re Alfon-so. Fù compagno di Giovanni Lignerio, e Maestro di Giovanni Eligerio.
1330 GIOVANNI de Muri nello studio di Parigi compagno di Giovanni di Sassonia, page 85e di Giovanni Lignerio, e d'un certo Ber-nardo, grand'Aritmetico, calculò il gior-no della Passione di Cristo Signor Nostro, ma non s'appose, come s'ha da Pavolo di Middelburgo nella sua Paulina.
1300 BARLAAMO detto Calabro per es-ser nato in Calabria, Monaco dell'Ordine di S. Basilio, attese alle Lettere greche e latine, mà particolarmente alle greche. Va-gò per tutte le scienze, e più dell'altre si compiacque delle Matematiche. Scrisse molto in varie professioni. Fù egli infetto di Heresia greca circa la processione dello Spirito Santo. Affaticossi intorno agl'ele-menti d'Euclide, onde si valse delle cose di lui Federico Comandino ne suoi Commentarii. Scrisse cinque libri di Lo-gistica, cioè dell'arte de computi; alcune dimostrationi Aritmetiche: della Geome-tria, & un'opera intitolata Teologica spe-culatione sopra l'inventione della Pasqua. Publicò un trattatello della fabrica, & uso dell'Astrolabio annulare, un libretto degl' Elementi Astronomici, che sono in luogo d'un preparatorio alla gran construttione di Tolomeo. Lasciò altre opere ancora, le quali si conservano nelle librerie d'Italia, fra quali è un libro intitolato le collettioni, nel quale raccoglie da gl'Autori, così Lati-ni, come Greci le cose appartenenti alle page 86favole degli Dei Gentili, della qual'opera si valse Giovanni Boccaccio di cui egli fù amico in quel libro, ch'egli scrisse della Genealogia degli Dei. Fù Maestro di Leontio Pilato, e di Pavolo Perugino Giureconsulto, e Bibliotecario del Re Roberto di Sicilia. Non sò se questo Leontio sia quello, di cui s'hanno alcuni Commentarii greci sopra la fabrica della sfera d'Arato.
1340 ANDALO Genovese della famiglia de Negri attese con molta felicità alli stu-dii dell'Astrologia, & alle speculationi de moti celesti. Peregrinò molto, & osservò le latitudini de luoghi per aggiustar le Ta-vole degl'Antichi. Lasciò un'opera dell' Astrolabio già stampata in Ferrara. Scris-se parimente delle Teoriche de Pianeti. Dilettossi anco di cose Poetiche, e fù Maestro di Giovanni Boccaccio.
1344 BRENLANLIO cognominato Bri-tannico buon'Astrologo de suoi tempi, scrisse delle presuntioni Astrologiche.
1347 GIOVANNI Estuido di Natione In-glese, Filosofo, Teologo, & Astrologo, scrisse la somma Anglicana, overo degl' accidenti del Mondo divisa in doi libri, opera grande, & appartenente all'Astro-logia de Giuditii.
1350 GIOVANNI Lignerio di Natione page 87Tedesco, Filosofo, & Astrologo famoso de suoi tempi, fù Lettore nello Studio di Parigi. Scrisse molte opere, un libro de Canoni del primo mobile, uno dell'Instru-mento Armillare, uno dell'Equatorio del-le Minutie de numeri, uno delle utilità dell'Astrolabio, e dell'imagini delle stelle fisse.
1350 GIOUANNI Eligerio discepolo di Giovanni di Sassonia, e di natione Tede-sco di Gondesleven, attese alla Filosofia, & all'Astrologia. Scrisse un libro della compositione dell'Astrolabio, & uno delle utilità del medesimo, uno dell'utilità del Quadrante, due della Calamita, uno del-l'Astrogemetro, & alcune altre cose.
1360 NICOLO' di Linna Inglese di Norfol-cia scrisse Canoni delle case de Pianeti, un libro della sfera giuditiale, uno de dogmi degl'Astrologi, uno delle figure, e de se-gni, uno della revolutione del Mondo, uno dell'uso dell'Astrolabio, uno per gl' Infermi, uno dell'Ecclisse del Sole, uno de giudicii delle Stelle, & uno delle geni-ture.
1370 GIOVANNI Corrado Tedesco d'Al-zeiten dotto in varie professioni, scrisse molte opere in versi, & in prosa. Attese alla Gnomonica, e scrissene un libro com-memorato da Francesco Barocci nella sua Cosmografia. page 88
1372 RUGGIERO Suissetto Inglese scrisse un libro de Calcoli Astronomici, uno de Calcoli Matematici, uno dell'Effemeridi, & uno dell'arte cabalistica.
1372 LODOVICO Rigio, ò Regio scrisse gl'Aforismi Astrologici al Patriarca di Co-stantinopoli, che s'hanno stampati in No-rimberga.
1372 PAVOLO Fiorentino, cognominato il Geometra, fù gran Geometra, Aritmeti-co, & Astrologo. Attese alle Teoriche, e di sua mano fecene eccellentissimi Instru-menti. Scrisse anco nelle dette professioni. Morendo fù sepolto in Fiorenza nella Chiesa di S. Trinità, & honorato d'una bella sepoltura, & epitafio.
1397 HENRIGO d'Hassia di natione Te-desco nato in Langestein diede opera alle scienze nello studio di Parigi, compagno di Giovanni Lignerio, di Giovanni di Sas-sonia, e di quegl'altri. Fù buon Teologo, e scrissene molti volumi. Mandò fuori un libro contro gl'Astrologi giuditiarii. Scris-se le Teoriche de Pianeti, & altre opere. Si trovò all'erettione dello Studio di Vien-na, chiamato alla lettione delle Matema-tiche. Morì in Vienna, e fù sepolto nella Catedrale con Henrigo d'Oita suo Col-lega.
1400 LEONARDO, che dalla Patria fù page 89detto Pisano, fù grandissimo Geometra, & Aritmetico. Peregrinò lungo tempo in Paesi Orientali, e da gl'Arabi medesimi apparò l'Algebra, e tornato in Italia ne scrisse un degno volume, il quale non è però mai uscito alla luce. Scrisse anco un' libro de numeri quadrati, che il Xilandro tiene, ch'egli prendesse da Diofanto. Compose anco un nobilissimo libro Geo-metrico, il quale si conserva manuscritto nella libraria Feltria d'Urbino, il quale Federico Comandino era per publicare, se non fosse stato prevenuto dalla morte. Delle cose di Leonardo si valse fra Luca dal Borgo, & à giorni nostri Nicolò Tar-taglia Bresciano.
1411 TOMASO Branduardino, overo, co-me altri scrivono Bravardino Inglese, fù gran Teologo, e trattò di cose Teologiche profondissime, come sono della Trinità, della Prescientia, & altre cose tali, e scris-se dottamente contro i Pelagiani. Compi-lò una somma di Teologia, & altre opere. Attese egli alle Matematiche felicemente. Scrisse de principii Geometrici, libri di Aritmetica, e della quadratura del circolo.
1425 PIETRO d'Aliaco di natione France-se Teologo, Filosofo, e Matematico, e Dottore Parigino scrisse molte opere in ciascuna delle dette professioni, e partico-page 90larmente nella Teologia. Intorno poi alle Matematiche scrisse quattordeci questioni sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco, un trattato della Stella de Magi, due libri della concordia della Teologia, e dell' Astrologia, della correttione del Calenda-rio, del vero Cielo lunare, un'opera de do-dici paralleli. Fù huomo, che s'ingerì ne maneggi. Fù fatto Vescovo di Cameraco, & indi da Giovanni Papa, che si dicea pri-ma Baldassar Cossa, fù nella prima pro-motione creato Cardinale. Trovossi ne frangenti delle Scisme, e si portò con mol-ta prudenza. Hebbe Pietro molti discepo-li, e fra gl'altri Giovanni Gersone, huo-mo di grandissima Santità, e di eccellente Dottrina.
1425 GIOVANNI Cantuariense, cioè di Conturbia, Inglese, che poi fù Arcive-scovo Cameracense, cognominato Betsan, diede opera alle Matematiche, e parti-colarmente alla perspettiva, nella quale scrisse un volume diviso in tre libri, inti-tolato la perspettiva commune, della qua-le appresso gl'Intendenti è fatta grandis-sima stima. Scrisse anco un libro diviso in quindici Capitoli, ch'egli inscrisse L'oc-chio morale. Il suo libro di perspettiva fù emendato, e fatto ristampare in Norim-berga da Giorgio Harmanno. Alcuni igno-page 91ranti in luogo di Betsan leggono Pisano.
1438 GIOVANNI Gazulo Ragugeo attese à moti celesti. Di costui fassi mentione nelle Tavole di Giovanni di Monteregio.
1440 GERARDO da Sabioneta, che poi fattosi Cittadino di Cremona fù detto Cremonese, fù Medico, & Astrologo, hebbe cognitione della lingua Arabica, e della Greca. Praticò nella Spagna, e par-ticolarmente in Toledo, & ivi dall'Ara-bico tradusse in latino molti libri di Me-dici Arabi. Dalla lingua Greca ancora trasferì molti libri di Medicina. Del suo fece alcuni Commentarii sopra il Viatico di Costantino Monaco, & alcuni altri li-bri di Medicina. Nelle cose Astronomi-che tradusse i nove libri dell'Astronomia di Gebro, e scrisse un libro di Teoriche intitolate vecchie, contro le quali scrisse Dialoghi Giovanni di Monteregio. Scris-se anco Gerardo alcune cose intorno alla vanità della Geomantia.
1442 GIOVANNI Gmunde Francone di patria successe nello studio di Vienna ad Henrico d'Hassia, ove hebbe un Cano-nicato nella Catedrale, e fù fatto Vice-cancelliero dello Studio. Attese alla Filo-sofia, alla Teologia, alle Matematiche, & a tutte l'arti liberali. Scrisse Tavole del moto de Pianeti, e dell'Ecclissi, de page 92Luminari al Meridiano Viennese. Scrisse un Calendario, i Canoni sopra le Tavo-le, Delle Tavole, un libretto dell'arte del calculare i minuti fisici, varie Tavole del-la parte proportionale, un Trattato de Si-ni, l'Equatorio del moto de Pianeti, la compositione dell'Astrolabio, e dell'uti-lità sue, & alcuni altri instrumenti. Mo-rì in Vienna, e fù sepolto nella Catedrale.
1447 HUMFRIDO cognominato Buono, figliuolo di Henrigo quarto Re d'Inghil-terra, Conte di Pembrochia, e Duca di Glocestre. Fù eccellente Astrologo de suoi tempi, e scrisse nella detta professio-ne. Questo fù, mentre dormiva, affoga-to da suoi nemici con un guanciale.
1450 GIOVANNI de Dondi Padovano Fi-sico, & Astrologo, fù publico Lettore del-le Matematiche nello studio della sua Pa-tria. Scrisse molte opere, fra le quali è quella de Fonti caldi del Territorio di Pa-dova. Publicò un libro sopra un'Instru-mento detto Astrario, overo opera de Pia-neti, nel quale insegna à far Instrumen-ti per osservar facilmente i moti loro.
1460 GIOVANNI Bianchino Bolognese, trasferitosi à Ferrara, fecesi Cittadino di quella Patria. Hebbe cariche nella Corte di Leonello, e di Borso. Diede opera fin da fanciullo à studii dell'Astrologia, nella page 93qual professione scrisse un libro de Cano-ni, e Calcoli Astronomici perpetui, dedi-candolo al Marchese Leonello. Quest'ope-ra accresciuta da lui, e fatta più perfetta donò la seconda volta all'Imperatore Fe-derigo. Scrisse anco un trattato del primo mobile: quali libri poi furono stampati in Venetia per opera d'Agostino Olomucen-se Nipote d'Andrea Stiborio.
1462 GIORGIO Peurbachio così detto dal nome della sua Patria fù di natione Te-desco, dottissimo in tutte le buone arti, Filosofo, Teologo, e sopra tutte l'altre cose Matematico assolutissimo, onde me-ritò la publica Lettura delle dette scien-ze nello Studio di Vienna; della qual Cit-tà egli fù fatto Cittadino. Fù caro all'Im-perator Federico, & indi stipendiato da Sigismondo, che nel Ducato d'Austria successe à Federico. Fù anco amato, e sti-mato dal Cardinal Bessarione Niceno, ad instanza di cui cominciò ad epitomare l' Almagesto di Tolomeo, ma prevento dalla morte, non passò il sesto libro; on-de fù bisogno, che lo finisse Giovanni di Monteregio. Scrisse Giorgio molte opere Astronomiche, le quali sono commemo-rate da Andrea Stiborio, e da noi nella vita, che scriviamo di lui, le quali per fuggir la lunghezza tralasciamo in questo page 94luogo. Fra tutte l'altre opere sue più si guadagnò di lode, e fece utile al Mondo con quel maraviglioso trattato delle Teo-riche, nel quale avanzò quanti havevano scritto avanti à lui, e per ancora non tro-va chi lo pareggi. Sopra quest'opera han-no scritto molti eccellenti ingegni, fra qua-li senz'alcun dubbio tiene il primo luogo il Reinoldo. Hebbe famosi discepoli, fra quali furono Nicolò di Cusa, e Giovan-ni di Monteregio. Morè in Vienna di morte immatura, perciòche non vidde il quarantesimo anno dell'età sua. Fù sepol-to honoratamente nella Catedrale, haven-dosi, mentre viveva, composto l'Epita-fio.
1464 HERMANNO Zostelio di natione Tedesco attese à calcoli Astronomici , & i à computi Ecclesiastici. Scrisse questi del tempo della celebratione della Pasqua, l' opera di cui è citata da Giovanni Sto-flero nel suo Calendario. Trovossi con Nicolò di Cusa nel Concilio di Basilea, ove si trattava dell'emendatione dell'an-no, e della restitutione dell'Equinotio. Teneva egli che dovesse ridursi al vente-simo primo di Marzo, come era à tempo del Concilio Niceno. Questa sua opinio-ne è ventilata dallo Stoflero, da Pavolo di Middelburgo, e da Giovanni Lucido. page 95Basta, che vltimamente appare, che buo-na fosse la sua consideratione, poiche à questo termine l'ha ridutto l'emendatio-ne Gregoriana.
1464 NICOLO' di Cusa Tedesco huomo i di mostruoso ingegno impatronissi delle tre lingue megliori, e diede opera all'arti liberali, & alle scienze. Nelle Matemati-che fù discepolo, come si disse, di Gior-gio Perbachio [sic: Peurbachio]. Si trovò come dicevamo, nel Concilio di Basilea con il Zostelio, e Pietro d'Aliaco, & affaticossi intorno al-la correttione dell'Anno. Fù caro à due Pontefici Pio secondo, e Nicola quinto, de quali il secondo l'honorò della digni-tà del Cardinalato. Fù poi dal detto Pon-tefice adoperato in maneggi importanti, & in varie Legationi. Scrisse molte opere Teologiche, e molte Matematiche, del-le quali nella sua vita raccontiamo le se-guenti. Della correttione del Calendario, De complementi Matematici, Della per-fettione delle Matematiche, Dell'eccellen-za della speculatione, Il direttorio dello specolante, Della Quadratura del Circolo, Un Dialogo degl'Esperimenti Statici. Nel libro della Quadratura del Cerchio fù agramente ripreso da Giovanni di Men-teregio, e Buteone. Nell'altre opere sue ancora si può conoscere talhora più sofi-page 96stico assai, che reale, e d'ingegno acuto, ma non sodo. Fù Vescovo di Bresanno-ne, e fù travagliato molto da Sigismon-do Arciduca d'Austria, che lo fece anco prigione, ancorche interponendovisi Pio secondo, egli tosto lo liberasse. Mentre il detto Pontefice si trasferì in Mantova, fù Nicolò in luogo suo lasciato Legato in Roma. Morì finalmente à Todi, e fù il suo corpo riportato in Roma, e sepolto in S. Pietro in Vincola. Il suo core fù por-tato in Germania, e sepolto nella Chiesa d'Ursicastro fabricata da lui.
1470 PROSDOSIMO Padovano della fa-miglia di Beldomando fù professore delle Matematiche nella Patria sua, & è fra co-loro, che furono lodati nella sua oratione in lode dell'Astrologia da Luca Gaurico. Non hebbe cognitione della lingua Greca, onde per questa cagione, e per altro anco-ra appartenente alla Geometria fù ripreso da Francesco Barocci nella Cosmografia. Scrisse, come dice il Volaterrano nella Fi-losofia, libri d'Aritmetica. Fece ancora commenti sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco, e compose un volume d'Astro-logia con le tavole de moti de corpi, com' egli dice, sopracelesti, la qual'opera ma-nuscritta si conserva nella libraria Feltria in Urbino. page 97
1474 ALFONSO da Siviglia, che perchò si dice Hispalense, attese all'Astrologia, e compose alcune Tavole Astronomiche, le quali donò alla Regina Elisabetta, & in-scrisse le del suo nome, il che fece per la-sciar eterno Testimonio de beneficii ricev-uti da quella gran Regina. Fù egli Me-dico di Professione, e servì un Cardinale di Casa Borgia. Nell'inscrittione de Ca-noni Astronomici chiamossi da Cordova, il che per qual cagione si facesse, non sa-prei.
1476 GIOVANNI, che dalla sua Patria fù detto di Monteregio, fù Tedesco, e di Franconia; il suo vero cognome fù Moli-tore, come riferisce il Giuntino. Hebbe per Maestro, come fù detto, Giorgio Pur bachio [sic: Peurbachio]. Fù d'ingegno acutissimo, & heb-be ottima cognitione della lingua Latina, e della Greca; Fù anco professore dell' arti, e della Filosofia. Essendo giovane se ne venne in Italia, ove contrasse ami-citia con Pavolo Fiorentino. Mentre era in Italia, scrisse contro Nicolò di Cusa. Scrisse Giovanni tante opere, e così ec-cellenti nelle cose Geometriche, & Astro-nomiche, che sarebbe cosa lunga il raccon-tarle ad una ad una, bastando assai di quel-lo, che ne habbiamo detto nello stender pienamente la vita di lui. Molte opere page 98haveva promesse, le quali sopragiunto dal-la morte non potè recar al fine. Fu caris-simo à Mattia Huneade Re d'Ungheria grandissimo remunertore de virtuosi. Fù chiamato dalla Città di Norimberga, e fattone Cittadino, e da Sisto Quarto fat-to Vescovo di Ratisbona, dal quale chia-mato à Roma per la correttione morì di morte repentina con grandissimo dolore di tutti i letterti, essendo d'anni qua-rantuno dell'età sua, e fù sepolto in Ro-ma nella Chiesa di S. Spirito. Questa lo-de ha egli particolare, dell'esser stato in-ventore della decima sfera, la quale se-condo lui è quella, che in ventiquattr'ho-re si volge da Levante e Ponente, e ra-pisce le sfere inferiori col moto suo.
1480 LEON Battista Alberti nobile Fio-rentino huomo d'ingegno acutissimo, & à tutti gli studii egualmente disposto, at-tese felicemente alla Pittura, Architettu-ra, & alle Matematiche, e scrisse con mol-ta eleganza in latino più libri. Lasciò die-ci libri d'Architettura, ne quali pare, che non solo emulasse, ma superasse Vitru-vio. Scrisse di pittura, de lumi, e dell'om-bre. Scrisse anco le piacevolezze Mate-matiche, & un libro della nave. Fù ar-gutissimo nelle cose morali, onde leggia-mo del suo cento Apologi, il Momo, page 99overo del Prencipe, & alcune altre ope-re. Dicono, ch'egli per via dello spec-chio sece il suo ritratto eccellentissima-mente al naturale.
1480 CARLO Boviglio Veromanduo Sa-macobrino fù d'ingegno così vario, e vi-vo, che non lasciò cantone alcuno di scien-za, e d'Arte, ove non penetrasse, & in tutte le professioni scrisse volumi; le qua-li per esser moltissime, tacerò in questo luogo dell'altre, e racconterò le Mate-matiche. Scrisse dunque della Quadratu-ra del Circolo per via d'un'Instrumento Geometrico, ritrovato da lui. Fece sei li-bri d'introduttioni alla Geometria, l'in-troduttione alla Perspettiva. Scrisse della Cubicatione della sfera, De Matematici perfetti, un libro delle ruote Matemati-che, De i corpi Matematici, ò Geome-trici, De supplementi Matematici, & al-tre opere curiose.
1480 BARTOLOMEO Zamberto Vene-tiano fù intendente delle Matematiche, e della lingua Greca, onde si pose à tradur-re i libri d'Euclide secondo l'editione di Teone. Recò dunque nella lingua latina il libro degl'Elementi, la Specolaria, la perspettiva, i Fenomeni, & il libro de Da-ti con la Proteoria di Marino; non sono però le sue traduttioni senza errore, i qua-page 100li dal Maurolico sono attribuiti all'igno-ranza del Zamberti, ma dal Comandino, & altri alla scorrettione degl'esemplari. Scrisse una Comedia, la quale fù stam-pata fra i libri della Stamperia Hervagiana.
1485 PAVOLO Fiorentino Filosofo, e gran Geometra attese principalmente alla Me-dicina, e diede opera alla lingua Greca. Fù per l'eccellenza nella Geometria caro à Nicolò di Cusa, & à Giovanni di Mon-teregio, e de nostri à Cristoforo Landi-no, & à Marsilio Ficino, & à tutti gl' altri di quella dottissima Patria, che fio-rirono ne tempi del gran Cosimo de Me-dici. Morì vecchissimo, e non lasciò cosa alcuna partorita dal suo ingegno à po-steri.
1487 NICOLO' Bursio Parmegiano fù huo-mo, che attese alle lettere, e particolar-mente dilettossi delle cose della Musica, intorno alla quale compiacquesi della Dot-trina di Guidone Aretino. Scrissene que-sti un' libro, nel quale si sforzò di difende-re esso Guidone dalle calunnie d'un certo Spagnuolo. La lingua, e la dottrina di costui tengono assai del barbaro, e ruggi-noso.
1490 LUTIO Bellantio da Siena familiare di Gioviano Pontano attese alle cose d' Astrologia, e scrisse un libro contro il Pico page 101della Mirandola, impugnando quell'ope-ra, che da lui era stata scritta contro gl' Astrologi.
1490 GIOVAN BATTISTA Capuano di Manfredonia Canonico della Congrega-tione Lateranense fù publico Lettore del-le Matematiche nello studio di Padova. Fù questi molto dotto, come appare da Commentarii, che lui ha fatto sopra la sfe-ra di Giovanni di Sacrobosco, e sopra le Teoriche di Georgio Peurbachio.
1491 DOMENICO MARIA Italo publi-co professore delle Matematiche nello stu-dio di Bologna, osservò i moti celesti, e ne scrisse. Discepolo di costui fù Nicolò Copernico.
1494 LORENZO Bonincontro da San Mi-niato Filosofo, & Astrologo eccellente, e commodo Poeta. Gregorio Giraldi lo chiama huomo di portentosa dottrina. Scrisse questi ad imitatione d'Ovidio un libro de Fasti, & alcuni Commentarii. Fù domestico, & amico di Marsilio Ficino.
1494 ALBERTO di Prussia cognominato Pruteno visse in Cracovia Metropoli di Polonia, dello studio di cui fù Collegiato. Fù buono Astrologo, e scrisse molte ope-re, fra le quali dall'Abbate Tritemio sono connumerate le seguenti = Un libro sopra le Teoriche di Giorggio Peurbachio, & page 102uno sopra l'Efemeridi Conispergesi.
1494 GIOVANNI Toloso di natione Te-desco, e Francone Canonico di Ratisbo-na, e Dottore de Sacri Canoni, attese alle buone arti, e fù Astrologo, Cosmografo, e Poeta eccellente. Scrisse alcune cose di Matematica, se bene l'Abbate Tritemio non dice, di che trattassero.
1494 AQUINO di Suedia Frate dell'Ordi-ne de Predicatori buon Filosofo, e Mate-matico, scrisse un' libro de numeri, e de suoni ad imitatione di Boetio; Scrisse an-co un libro di proportioni, & alcune altre cose.
1496 MATTIA Minecomio Fiammengo, e da Trajetto Frate dell'Ordine de Cruci-geri abbreviò la Musica di Boetio, e la Teologia naturale di Raimondo Sabunde.
CRISTIANO Molitore Tedesco da Klagèfurt scrisse molte operette d'Astro-logia, le quali sono molto stimate dagl' Intendenti, e si guadagnò gran nome con suoi pronostici fra gl'huomini del suo tempo.
1495 BERNARDO Valtero da Norimber-ga scrisse le osservationi Astronomiche se-condo le regole di Tolomeo del Moto del Sole.
1500 GIOVANNI Stabio d'Austria Histo-rico, Poeta, e Matematico fù chiamato à page 103suoi servitii da Maximiliano Imperatore. Scrisse molte opere, e nelle Matematiche lasciò le seguenti -- L'Horoscopio univer-sale con le linee spirali, un'altro con le li-nee colunnari, ò cilindriche, un'Instru-mente da trovar l'ascendente con le case celesti, e le stelle fisse à diverse elevationi, un'Instrumento detto Horometro, la com-positione del Meteoroscopio da trovar le longitudini delle Città, compositioni, & inventioni di projettioni di Tolomeo, va-rie sorte di Corografie, la descrittione di varii modi da dipingere le tavole cosmo-grafiche, il modo del trovar le distanze de migli fra diversi luoghi, & altre opere di cosmogrfia, il modo del fare l'horolog-gio lunare, & inventò quella specie d'ho-rologgio, che dalla forma fù detto la fo-glia della Pioppa. Fece anco una tavola delle stelle fisse, nella quale hebbe per compagni Alberto Durero, e Volparia Fiorentino.
1500 GIACOBO Sconentio Filosofo, e Ma-tematico di Herbipoli scrisse con elegante stile un'Apologia in difesa dell'Astrologia contro il Pico della Mirandola.
1500 GIOVANNI Eslezero Magnutio scrisse un picciolo volumetto, nel quale si sforzò di dimostrare che il punto dell' Equinottio della Primavera precede il page 104principio dell'Ariete, che è nelle tavole gradi quattro, e mezzo.
1500 FRANCESCO Sirigatto huomo di varia letteratura diede opera alle cose Astronomiche, delle quali anco lasciò scrit-ti volumi. Habbiamo del suo un Calen-dario diviso in tre libri, nel primo de qua-li tratta di tre sorte di nascimenti, & occa-si, dell'imagini stellate secondo i Poeti, e gl'Astronomi; nel secondo delle Sinasta-tole, e Simmesuranemi, e sincatadisi, cioè con qual grado di segno nasca, sia à mezzo il Cielo, e tramonti ciascuna stella, nel terzo pone la quantità dell'arco dell'eclit-tica, che ascende nel tramontare di qualsi-voglia stella. Questa sua fatica dedicò egli à Papa Leone Decimo, nel qual tempo verificò tutti i luoghi delle stelle.
1500 PIETRO Cirvello Darocese Spagnuo-lo fece commentarii sopra la sfera di Gio-vanni di Sacrobosco.
1500 ABRAM Zacuto Giudeo Spagnuolo di Salamanca fù Astrologo del Re Ema-nuele, & è connumerato da Damiano di Goa fra gl'altri Spagnuoli eccellenti in quella professione. Compose l'Almanacco perpetuo di tutti i moti de Cieli.
1501 BATTISTA Piasio nobile Cremone-se Filososo, Medico, & Astrologo, fù let-tore di Filosofia, e di Astrologia nello stu-page 105 dio di Ferrara, chiamatovi dal Marchese Leonello. Predisse molte cose, le quali ruiscirono vere. Scrisse molto, e fra l'altre cose prese la difesa di Gerardo contro il Monteregio, ma queste sue fatiche non sono uscite alla luce.
1501 GIORGIO Interiano Gentiluomo Genovese, attese particolarmente alle cose di Cosmografia, e scrisse alcuni trattati del-la longitudine Cosmografica. Fù il primo, che portò à Venetia i Platani. Questi ad istanza di Pavolo Manutio scrisse la vita di alcuni popoli detti Richii.
1502 GIOVANNI Gioviano Pontano da i Cerete huomo d'ingegno divino, & attis-simo à tutte le cose. Accostossi à servitii de Re di Napoli, appresso i quali diven-tò grande e di lettere, e di riputatione. Scrisse molte cose in versi con eleganza, e natura mirabile, & in profa con felicità non dispari. Attese con grande studio alle cose Astronomiche, nelle quali scrisse quel bel libro dell'Urania, ove egli tratta delle stelle. Fece parimente Commentarii sopra il Centiloquio di Tolomeo, e dedicolli al gran Federico Feltrio Duca d'Urbino. Scrisse anco quattordici libri intitolati del-le cose celesti, ne quali raccolse con molta diligenza da Tolemeo, da Giulio Firmi-co, e da altri tuttocio, che ad un'esquisita page 106cognitione della Giuditiaria può apparte-nere.
1506 GIOVANNI Vernero nato di nobilis-sima famiglia in Norimberga, diede opera alle Matematiche, e lasciò doppo se molte fatiche, percioche tradusse egli, e mandò fuori con bellissime figure tutte quasi l'ope-re d'Archimede, e del suo scrisse un libret-to di ventidue elementi comici. Scrisse an-co insieme un Commentario, ò Parafrasi intorno agl'undeci modi dell'addoppiar il cubo, & un'altro Commentario sopra il problema di Dionisiodoro, e di Diocle, nel quale si propone di segar la sfera con un piano secondo la data proportione. Pu-blicò due trattati del Moto dell'ottava sfe-ra, e tradotta dal Greco la Geografia di Tolomeo v'aggiunse annotationi, e com-mentarii. Scrisse anco un trattato de gui-dicii del vento, e de Meteoroscopici pro-messi alla luce da Giovanni Hermanno.
1506 BARTOLOMEO Vespucci nobile Fiorentino attese agli studii delle Mate-matiche, ancorche principal sua professio-ne fosse la Medicina, nella quale, e nell' arti egli era addottorato. Diessi poi in tut-to all'Astrologia, & alle Matematiche, e ne fù publico Lettore nello studio di Pa-dova. Hassi del suo un dotto commento sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco. page 107
1509 LUCA Pacioli dal Borgo S. Sepolcro Frate Minoritano di S. Francesco, attese fin da fanciullo alle Matematiche, nelle quali per l'acutezza del suo ingegno egli divenne eccellente. Fù publico Lettore delle dette professioni in Perugia, ove scris-se alcuni libri d'Algebra, e dedicolli alla gioventù Perugina. Fù doppo chiamato col detto carico in Roma, & indi à Napo-li. Scrisse molte opere Geometriche, & Aritmetiche. Tradusse in volgare gl'Ele-menti d'Euclide. Scrisse il libro della Di-vina proportione, e compilò quel suo gran volume, intitolato -- Somma dell'Aritme-tiche, e Geometriche proportioni, la qua-le egli dedicò al Duca Guidobaldo figliuo-lo di Federico Feltrio d'Urbino. Scrisse anco un' libro de corpi regolari, & alcune altre cose. Fù egli barbaro nella lingua, poiche senza alcuna scelta mescolava le pa-role volgari, e le latine, e l'une, e l'altre corrompeva, il che diede occasione ad An-nibal Caro di chiamar l'opere di Fra Luca Ceneracci, poiche era in loro sepolto l'oro delle cose, come fra le ceneri degl'Orefici sogliono esser nascoste le minuzzaglie del-l'oro.
1510 GIACOBO Fabro Stapulese Fiam-mengo d'ingegno felicissimo attese con gran frutto ad ogni sorte di dottrina, e page 108guinse all'eccellenza, di maniera che fù giudicato meraviglia del suo secolo. Scris-se in tutte le professioni, ma nelle Mate-matiche queste, che seguono -- Un intro-duttione all'Aritmetica di Giordano, Com-mentarii sopra la Musica di Boetio, com-mentarii sopra l'Aritmetica del medesimo epitomata da lui, l'Introduttorio Astro-nomico sopra la sfera di Giovanni di Sa-crobosco, due libri di Teoriche de corpi celesti, & altre cose. Scrisse anco opere Teologiche essendo vecchio, ma dicesi ch' egli s'accostasse alquanto all'heresia Lu-terana. In costui riprende il Giovio la pu-rità dello stile. Il Sacro concilio di Tren-to proibì molte opere di costui, come si vede all'Indice.
1512 GIOVANNI ANGELO d'Aichem Bavaro, visse nello studio di Vienna, & attese alle cose di Matematica, & Astro-logia. Scrisse un libretto della correttione del Calendario, Calculo, Efemeridi. Scris-se del Planisferio, al quale haveva aggiun-to molte cose appartenenti alla figura del-le case del Cielo per l'Astrologia giuditia-ria. Mentre attendeva à compir la tavola dell'equationi de Pianeti di Giorgio Peur-bachio, morissi in Vienna.
1512 ANDREA Stiborio Francese del Pae-se de Boi, attese alla Filosofia, & alla Teo-page 109loggia, & alle Matematiche. Fù prima Ca-nonico della Chiesa Olomucense, & indi Canonico della Catedrale di Vienna, ove Egli fù chiamato da Massimiliano, accio-che nella detta Città leggesse publicamen-te le Matematiche. Fù egli discepolo di Aquino Daco, e compagno nello studio di Giovanni Stabio. Scrisse molte opere, i titoli delle quali sono raccolti in catalogo da Giorgio Tanstettero Collimisio suo di-scepolo, & inserte da noi nella vita, che scriviamo di lui.
GIORGIO Tanstettero Collimisio da Licoripo di natione Tedesco adottorato nell'arti, e nella Medicina. Attese alle Matematiche nello Studio di Vienna, ove hebbe per Maestro Andrea Stiborio, a cui successe poi nella lettura delle dette professioni. Scrisse alcune cose, e publicò le Tavole dell'Ecclissi di Giorgio Peurba-chio, e quella del primo mobile di Gio-vanni di Monteregio, alla qual'opera egli aggiunse un'historietta di tutti i Matemati-ci, che avanti à lui havevano havuto la pu-blica lettura nello studio di Vienna, e insie-me tutte l'opere composte da loro, della fatica di cui nello scriver le vite, noi ci sia-mo utilmente ferviti.
1513 STEFANO Rosino d'Augusta Mae-stro dell'Arti, e della Filosofia, e Bacelliero page 110della Sacra Teologia, e licentiato ne De-creti, Canonico della Catedrale di Vien-na, insegnò publicamente le Matematiche nel detto studio, calculò la Tavola delle declinationi delle stelle fisse, e scrisse varii pronostichi.
1513 GIORGIO Razemburgio di Baviera huomo di varia dottrina fù connumerato da Giorgio Tanstettero fra gl'eccellenti Astrologi dello studio di Vienna.
1514 PAVELO Monaco nel Monasterio Melicense commemorato dal medesimo per Astronomo, e Cosmografo acutissimo.
1514 GIOVANNI d'Espieres, & Erasmo Ericio insegnarono le Matematiche publi-camente nel medesimo studio con molta gloria loro.
1515 GIACOBO Laterano Filosofo, Astro-nomo, e Poeta fiorì nel medesimo studio.
1515 GIOVANNI Fabritio da Reislinga Consobrino di Giorgio Tanstettero fù Let-tore publico dell'Astrologia con Giacobo Laterano nella medesima Università di Vienna.
1516 GIOVANNI Zerte Cittadino, e Se-natore di Vienna secondo il medesimo Tanstettero fù gratioso Matematico, & at-tese particolarmente alle ragioni della pit-tura, e della perspettiva appartenenti al disegno degl'Edifitii. page 111
1516 ANDREA Kuenhofer Norimberghe-se discepolo di Giovanni Stabio, e di An-drea Stiborio è lodato dal medesimo Gior-gio per eccellente nelle Matematiche fra quelli, che fiorirono nel predetto studio.
1517 GIORGIO Strolino gentilhuomo d' Ulma, e Medico eccellente è connumera-to dal Tanstettero fra gl'altri suoi amici dotti nelle cose dell'Astrologia, dell'ope-ra di cui afferma essersi valuto nell'emen-dationi delle Tavole.
1518 GIOVANNI Kolpec da Ratisbona Medico, & Astrologo, è lodato dal Tan-stettero per eccellenza d'ingegno nel la-vorare instrumenti Matematici d'ottone, e d'altre materie.
1518 GIOVANNI Humelio di costui non sò altro, se non ch'egli fù publico pro-fessore delle Matematiche nello studio di Lipsia.
1520 STEFANO Lionese scrisse dell'Arit-metica in lingua Francese, & imitò per lo più Fra Luca dal Borgo, doppo il quale, come dice Giovanni Buteone, ten-ne il secondo luogo.
1520 ALBERTO Piglio da Campi Tede-sco huomo dottissimo, Teologo, Filosofo, e Matematico eccellente. Scrisse dell'in-ventione de Solstitii, & Equinottii, e del-le raggioni della celebratione della Pasqua, page 112e dell'emendatione del Calendario, le quali opere dedicò à Leone Decimo. Scrisse anco un'Apologia in difesa dell' Astrologia, & un libro contro i Pronosti-catori. S'affaticò per ritenere l'antiche inventioni di Tebitte, e di Alfonso, e scris-se un'Apologia contro Marco Beneven-tano, come che egli havesse depravato le positioni d'Alfonso, e le cose appartenen-ti al moto dell'ottava sfera. Scrisse anco dell'assertione della Hierarchia ecclesiasti-ca, ove tratta della Messa contro i Lu-terani, & un'altro libro del libero arbi-trio contro l'assertioni di Calvino, & un trattato del metter in concordia le con-troversie della Cristianità nella Dieta di Ratisbona.
1520 FEDERICO Delfino Gentilhuomo Venetiano eccellente Matematico fù pu-blico professore delle dette scienze nello studio di Padova. Questi raffrontati mol-ti testi insieme emendò le Tavole del Rè Alfonso, & i libri di Tolomeo. Verificò anco le Tavole delle Stelle fisse. Fù que-sti Maestro di Daniel Barbaro, e di Ales-sandro Piccolomini.
1525 LUDOVICO Vitali Bolognese pro-fessore dell'arti, e della Medicina nella sua Patria. Ricorresse la sfera di Proclo già tradotta da Tomaso Linacro, e la fe-page 113ce stampare in Bologna con l'aggiunta di molte cose necessarie, e concernenti alla materia de nascimenti, & occasi de Segni, Lunghezze de giorni, e delle notti, de moti de Pianeti, e delle cause dell'Ec-clisse, & altre cose tali. Mandò fuori an-co un'Introduttorio alle Teoriche del Peurbachio, & il tutto dedicò à Goro Geri Vescovo di Fano, e Vicelegato di Bologna. Scrisse ancora, si com'egli af-ferma, alcune Tavole dell'Ecclissi de due Luminari, quasi ad ogni latitudine.
1529 GIOVACHINO Fortio Ringelber-gio d'Anversa fù Grammatico, e Dialet-tico, e dell'una, e l'altra professione la-sciò scritti commentarii. Attese anco alle Matematiche; scrisse della sfera tre libri, ò institutioni Astronomiche, della Cosmo-grafia, Un libro del tempo, Uno di per-spettiva, il Caos Matematico, & Arit-metico, Dell'Horoscopo, d'Astrologia, di Geomantia, dell'urina non veduta, Dell' interpretatione de Sogni, e dell'esperien-ze. Tutte queste cose furono stampate in Basilea.
1530 GIOVANNI Stoflero da Giustinga Città di Svevia fù Canonico della Cate-drale della sua Patria, attese alle Mate-matiche nella Città di Tubinga, ove egli ne fù publico professore. Fece molte ope-page 114re, fra le quali sono = Della fabrica, e dell' uso dell'Astrolabio, e Commentarii discus-sissimi sopra la sfera di Proclo. Scrisse an-co due libri della fabrica, e dell'uso de varii Astrolabii, compose anco Tavole Astronomiche, e mandò fuori un libro d' Efemeridi. Lasciò parimente à posteri un bellissimo Calendario, nel quale non la-sciò cosa alcuna adietro delle appartenen-ti al computo Ecclesiastico. Attese alla Geografia, e compose un libretto Cosmo-grafo, e fece commentarii sopra la Geo-grafia di Tolomeo. Fù nello scrivere al-quanto barbaro, e non attese gran fatto all'eleganza latina. Morì vecchio d'ot-tant'anni in Tubinga del 1530.
1530 GIACOBO Kebelio Tedesco, & ami-co di Giovani Stoflero, scrisse anch'egli della fabrica, & uso dell'Astrolabio pri-ma in lingua Tedesca, o poi nella Lati-na. Scrisse anco nella detta sua lingua li-bri Aritmetici stampati con l'Astrolabio in Francfort. Publicò anco insieme con l' Astrolabio un succinto trattatello del qua-drante, della sfera materiale, del Trian-golo Geometrico, del baculo di Giacob-be, dell'Umbracolo visorio, della verga Geometra, dell'Horologgio mantiale, del Nottilabio, e del Cilindro, e dell' uso loro. page 115
1530 GIOVANNI Rastello Inglese buon Matematico scrisse un libro della natura naturata, & alcuni Canoni Astronomici.
1532 ALBERTO Durero da Norimberga i Pittore eccellentistimo, e Matematico no-bile, oltre le Tavole dipinte, & intaglia-te in legno, & in rame con grandissima diligenza, scrisse molte cose, cioè della Pittura, e delle Simmetrie, ò proportio-ni de corpi, della Perspettiva, e della ra-gione dell'ombre, libri di fortisicationi, & alcuni opuscoli Geometrici garbatissi-mi, i quali scritti da lui in lingua Tede-sca furono tradotti in latino, e publicati da Bilibaldo Pirkemero.
1534 PAVOLO de Middelburgo di Zelan-da Fiammenggo studiò nell'Accademia di Lovanio, & addottorato in Filosofia, Teo-logia, e nella Medicina, insegnolle pu-blicamente in Middelburgo, dove fatto-si Prete ottenne un Canonicato nella Chiesa Catedrale di S. Bartolomeo. Tor-nato à Lovanio fù chiamato dalla Signo-ria di Venezia per la lettura delle Mate-matiche, e dell'Astrologia nello Studio di Padova, facendo poi viaggio trasferis-si ad Urbino, ove accarezzato da Prenci-pi, accostossi al servizio loro nella profes-sione della Medicina, e dell'Astrologia, ove essendo gratissimo, fù fatto Abbate page 116della Terra di Castel Durante, & indi crescendo i suoi meriti, ottenne il Vesco-vado di Fossombruno. Fù d'ingegno acu-tissimo, e scrisse molte opere, fra le qua-li si annoverano le seguenti. Un giudizio dell'anno mille quattrocento ottanta, nel quale riprese molti Astrologi, e Matema-tici nobilissimi più antichi di lui, cioè il Blanchino, Prosdocimo, Beldomando, Alpetragio, Giovanni Anglico, Henrico di Medinia, & altri. Hebbe gara con Giovanni Barbo Nipote di Papa Paolo Secondo, e scrisseli contro una risentita Apologia. Publicò un'operetta del nume-ro degl'atomi contro l'ingordigia degl' Usurari. S'affatticò molto nella correttio-ne del Calendario per la retta celebratio-ne della Pasqua, e ne scrisse quel gran-dissimo volume detto del suo nome la Pau-lina. Fù molto adoperato per la detta ca-gione da Leon Decimo nel Concilio La-teranense. Scrisse anco molte epistole ap-partenenti al detto negotio, & alcune apologetiche ad un Pietro di Ricco Lo-vaniense. Non mancò per tanto chi redar-guisse dopo in molte cose la detta Pauli-na, fra quali è Giovanni Lucido emen-datore de tempi. Scrisse Pavolo molti pro-nostichi, ne quali rare volte si discostò dal vero. page 117
1535 GIOVANNI Lucido Samoteo di na-tione Francese huomo dottissimo nelle lettere Secolari, e nelle Sacre, attese prin-cipalmente à calcoli Ecclesiastici, come studio conveniente ad huomo di Chiesa, essendo egli Sacerdote. Scrisse Giovanni un Cronico, overo dell'emendatione de tempi, opera di grandissimo giovamento agl'Historici. Scrisse anco del vero gior-no della Passione di Cristo, & un'Epito-me dell'emendatione del Calendario. Ti-rò egli il suo Cronico insin all'anno del trentacinque, e l'aggionta di quarant'an-ni vi fù fatta da Girolamo de Bardi Fio-rentino dell'ordine Camaldolese.
1536 GIOVANNI Driandro Tedesco Me-dico, e Matematico nell'una, e nell'al-tra professione. Lasciò scritti molti volu-mi, e per tacere de gl'altri, nelle Ma-tematiche compose i seguenti = La Fabri-ca, e le ragioni dell'anulo Astronomico, L'esplicationi del Cilindro in lingua Te-desca, Un libro di varie compositioni d' Horologgi da Sole, dell'uso dell'instru-mento notturno da conoscere l'hore per via delle Stelle, i Canoni dell'Astrola-bio, l'esplicatione del quadrante, Della fabrica, & uso di quell'Horologgio usita-tissimo dal Sole, che si chiama volgarmen-te Compasso. Scrisse anco di diversi ho-page 118rologgi da ruote così da molla, come da contrapesi, così di ferro, come di legno. Attese alla Cosmografia, e scrissene intro-duttioni, e fece due globi, l'uno stellato, e l'altro Cosmografico ambidui ornatissi-mi. Fù in oltre grande Anatomista, e pu-bliconne volumi in Marpurgo, ove egli ne facea professione.
1539 HENRIGO Glareano da Friburgo di Brisgoja fù huomo, che diede opera à tutte l'arti liberali, e scrisse molto in ver-si, per cagione de quali egli fù laureato, & anco in prosa. Fece questi non medio-cre professione delle Matematiche, onde lasciò scritto un libretto della sfera, alcu-ne introduttioni Cosmografiche, & alcu-ni libri di musica. Fece annotationi so-pra Tito Livio, à cui giunse la Crono-logia de Consoli, fece anco il medesimo sopra Cesare, e Salustio, & alcune altre opere non inutili. Fù grand'amico, e de-voto di Giovanni Vernero, e di Damia-no da Goes.
1540 GEMMAFRISO Fiammengo da Lovanio Medico, e Matematico fù pu-blico professore delle dette scienze nello studio della sua Patria. Scrisse un libro del Raggio Astronomico, e Geometrico, un libro dell'Astrolabio Catolico, Un page 119trattato de principii dell'Astronomia, e della Cosmografia, dell'uso del globo Cosmografico, della divisione del Mon-do antico, e moderno, dell'uso dell'anu-lo Astronomico. Scrisse finalmente il me-todo dell'Aritmetica pratica, & un com-pendio delle frattioni Astronomiche. Scris-se anco un modo di conoscere per via di memoria le Calende, gl'Idi, e le None, le feste mobili, & i luoghi del Sole, e del-la Luna nel Zodiaco. Scrisse parimente del modo di descrivere i luoghi, e trovar le distanze, cosa appartenente alla Coro-grafia. Mandò fuori una Carta di Map-pamondo, ove si descrive tutta la Ter-ra, & alcune altre cose. Lasciò questi Cornelio suo figlio Medico, Filosofo, Poe-ta, & in tutte le buone arti non punto inferiore al Padre.
2540 [sic: 1540] BONETTO Giudeo scrisse un libret-to dell'Anulo Astronomico stampato in Marpurgo.
1540 MICHELE Stifelio Tedesco Aritme-tico versatissimo ne scrisse più libri, uno ch'egli intitola dell'Aritmetica perfetta, e l'altro compendiosa, overo prattica Ita-liana. Scrisse anco in lingua Tedesca le Regole dell'Algebra, & il computo Ec-clestastico. L'opere di costui in qualche parte sono riprese da Giovanni Buteone page 120nel libretto della Quadrattira del Circolo.
1540 CUTBERTO Tonstallo Inglese Ve-scovo di Dunelmia, attese alle lettere Sa-cre, e con molto profitto diede opera al-le Matematiche. Questi scrisse un bellis-simo libro d'Aritmetica. Intanto crescen-do la crudeltà d'Henrigo ottavo, & uc-cidendo tirannicamente i migliori, temen-do della propria vita per la morte di To-maso Moro, & altri amici, diedesi in tut-to à compiacere, & à placare il crudelis-simo Re contro i migliori adirato.
1543 NICOLO' Copernico di Natione Pru-teno, benche nascesse sotto asprissimo Cie-lo, e fra gente barbare, non punto aspro ne barbaro diede opera alle buone lettere. Nacque egli in Toruna, onde fù detto To-runese. Diedesi costui con tanta felicità alle Matematiche, & all'Astrologia, che meritò da alcuni esser detto un Tolomeo Tedesco, ò per dir meglio Pruteno. Es-sendo giovinetto, venne in Italia, e nello studio di Bologna fecesi discepolo di Do-menico Maria Italo. Fù fatto Canonico di Varmia, ove attese all'osservazioni de Moti celesti, & impugnò in alcune cose Tolomeo. Con l'occasione del Concilio Lateranense per l'emendatione dell'anno, scrisse il suo nobilissimo libro delle revolu-tioni degl'orbi celesti, nel quale seguì la page 121falsa suppositione di coloro, che vogliono, che il Sole stia fermo, come centro, e la Terra gli si muova in giro. Scrisse anco il Copernico alcuni commentarii sopra la sfera. Una gran parte delle sue osservatio-ni fece vicino alla foce della Vistula in Fravemburgo. Dedicò egli la sua grand opera delle Revolutioni à Pavolo Terzo.
1548 NICOLO' Sosiano da Corfù elegantis-simo Letterato attese alle cose Matemati-che, e di Cosmografia. Scrisse questi un bel libretto in lingua Greca dell'Astrola-bio anulare, e publicò la descrittione del-la Grecia, nella qual Tavola superò non solamente Tolomeo, ma quanti altri ha-vevano scritto avanti à lui; onde Abra-mo Ortelio nella descrittione della Grecia antica, non ha voluto altro essempio, che il suo. Un Nicolò G. huomo dannato da Santa Chiesa, fecevi sopra Commentarii, i quali sarebbono degni d'esser letti, se non gli profanasse l'empietà dell'autore.
1548 GIROLAMO Fracastoro nobilissimo Gentilhuomo Veronese Filosofo, e Medi-co eccellentissimo, diede opera con pari felicità agli studii delle Matematiche, on-de sforzossi di mantenere quel fondamen-to amato da Eudosso, Aristotele, Calip-po, Avverroe, Alpetragio, & altri per sal-var le apparenze, e le varietà de Moti ce-page 122lesti senza suppositione di eccentrici, ne d' epicicli, e scrissene quella nobile fatica, la quale dalle cose contenute egli intitolò =Homocentrica=, e certo i suoi pensie-ri furono ingegnosissimi, se bene à giudi-tio de migliori egli non conseguì il fine, al quale egli tendeva. Quant'altre cose egli scrivesse, e quanto egli fosse eccellente Poeta è più chiaro che il Sole, ne ricerca la brevità di questa fatica, ch'io mi disten-da ad annoverarle ad una ad una.
1548 GIULIANO Ristoro Frate dell'ordi-ne de Carmelitani nacque nella Città di Prato, & attese alle Matematiche sì felice-mente, che ne meritò la Catedra dello studio di Pisa. Attese questi alle cose Astronomiche, nelle quali mentre volse fare imagini di tale, ò tale virtù sotto cota-le, ò cetale costellatione fù da giuditiosi riputato assai vano. Fù discepolo di costui Francesco Giuntino, sicome egli stesso af-ferma ne Commentarii della sfera di Gio-vanni di Sacrobosco.
1550 GIOVANNI MARTINO Siliceo Spagnuolo della Diocesi di Pace studiò in Parigi nell'arti, e nella Filososia, & atten-dendo alle Matematiche lasciò à Posteri un libro di Aritmetica assai copioso. Que-sto per la sua virtù fù Maestro di Filippo Re di Spagna, & indi Vescovo di Carta-gena. page 123
1550 BARTOLOMEO Mercatore scrisse Meditationi sopra la sfera, overo introdut-tioni sopra tutta la Cosmografia.
1550 GIOVANNI di Rojas di natione Spagnuolo di nobilissimo Sangue, e fi-gluiolo del Marchese di Poza, studiò, & attese alle buoni arti in Lovanio, ove sot-to la disciplina di Gemma Friso diede opera alle Matematiche. Scrisse dell'Astro-labio Universale un volume assai nobile. Fù historico, e promise di scrivere l'histo-ria di Carlo Quinto, e di Filippo.
1550 PIERIO Valeriano da Cividale di i Belluno huomo versatissimo in tutte le sor-ti di lettere, e dottissimo delle cose gre-che, e latine, e buon Poeta, & oratore, fù Prete, e Servitore domestico del Cardi-nale de Medici. Attese alle Matemati-che, e scrisse un libretto della sfera, ch' egli chiamò Compendio, intentione di cui fù il facilitar quello studio, e dire con più eleganza di lingua quello, che assai rozza-mente era stato trattato da altri; quest' opera dedicò ad Alessandro Farnese Car-dinale in quel tempi assai giovane. Scrisse anco quei dottissimo, & amplissimo libro de Gieroglifici, & altre cose.
1550 PIETRO Apiano Bennisio da Licis-nia Tedesco ebbe la prima Catedra della lettura delle Matematiche nello Studio d' page 124Ingolstadio. Publicò dopo Giovanni Sta-bio l'Horologgio detto foglia della Piop-pa. Mandò fuori il libro di Giordano de Pesi. Scrisse del suo un libretto di Geo-grafia, à cui aggiunse un trattatello del co-noscer l'hore della notte per via della Stel-la Polare. Publicò parimente un Quadran-te Universale in forma nuova, & alcune altre cose.
1550 GIUVONE Heldo Frisio familiare di Giovanni di Rojas scrisse della fabrica del Planisferio, dal quale Giovanni prese gran parte delle cose, ch'egli trattò nel suo.
1552 LUCA Gaurico Giusanese, cioè dal Tempio di Giunone Argiva, diede opera alla Filosofia, & alle Matematiche in Fer-rara, nel quale essendo assai giovane, fù Lettore delle cose d'Astrologia, fece alcu-ne annotationi sopra l'Almagesto di To-lomeo tradotto dal Trapezuntio, alle qua-li aggiunse tin'appendice de Mesi, & alcu-ne altre cose di poco momento. Fece egli ancora alcune fatiche sopra la sfera di Gio-vanni di Sacrobosco, e sopra le Teoriche di Giorgio Peurbachio, & un Problema, nel quale discorre se sotto l'equinottiale vi siano habitationi. Sotto Papa Clemente in Roma predisse molte di quelle ruine, che successero; onde fù chiamato à suoi servitii da Pavolo Terzo, dal quale fù an-page 125co fatto Vescovo. Molte altre cose lasciò scritte Luca, cioè la correttione della Ta-vola d'Alfonso, e d'Elisabetta. Affaticos-si intorno le Tavole delle direttioni di Giovanni di Monteregio, e di Giovanni Blanchino, & intorno al libro di Loren-zo Bonincontro de Moti celesti. Publicò del suo le figure, e i pronostici per tutto il cinquantadue. Scrisse introduttioni à tut-ta l'Astrologia, & altre cose, le quali più à lungo sono da noi scritte nella vita di lui. Questo solo diciamo, ch'egli non fece co-sa, che possa dirsi in tutto di momento.
1552 PASCASIO Hamello Matematico Regio di Henrigo di Francia scrisse com-mentarii sopra il libro d'Archimede del numero dell'arena, e tre libri di Perspetti-va publicati da Giorgio Harmanno.
1553 ERASMO Reinoldo Turingo di Sal-velfeldia Astrologo, e Matematico degno di paragonarsi con gl'eccellenti del tempo antico. Fù dotto in tutte le scienze, & hebbe perfetta cognitione della lingua la-tina, e della greca. Fece scolii sopra le Teoriche del Peurbachio, e calcolò le Ta-vole Pruteniche, & altre cose, che per bre-vità si tralasciano, essendo appieno distese nell'historia della vita sua. Fù travagliato da molti infortunii; al fine essendo publico Lettore delle Matematiche nello studio di page 126Vittemberga, essendo ancora molto giova-ne, morì di febre etica il sesto climaterico dell'età sua.
1553 NICOLO' Simo Bolognese buon Ma-tematico successe à Domenico Maria Ita-lo nella publica Lettura delle Matemati-che nello studio di Bologna. Calcolò l' Efemeridi per molti anni, e v'aggiunse i Canoni, che spiegano l'uso loro con alcu-ni trattati dell'elettione, delle mutationi dell'aere, e delle Rivolutioni. Ridusse egli parimente in compendio le Teoriche de Pianeti, ne sò che altra cosa del suo la-sciasse à Posteri.
1555 ORONTIO Fineo dal Delfinato ven-ne da giovinetto nella Città di Parigi, ove hebbe la Lettura delle Matematiche nel Collegio Reale di Navarra, & indi fù as-sunto dal Re Francesco alla dignità di Matematico Regio. Era d'ingegno pron-tissimo, ma non acuto, onde scrisse molto, e commesse di molti errori; persuadevasi troppo del proprio sapere, e la fortuna, che lo favoriva, accresceva in lui il dissetto naturale; il perche molti valent'huomini furono, che scrivendogli contro, scoperse-ro li suoi errori. L'opere composte da lui s'hanno registrate appieno da noi nell'hi-storia della sua vita. Hebbe per Discepo-lo Pietro Ramo, il quale, come di suo page 127Maestro, ragionò molto honoratamente di lui nelle sue scuole.
1555 GIORGIO Armanno publicò tre libri di Perspettiva di Pascasio Hamello, & i Commentarii sopra il libro del numero dell'Arena d'Archimede fatta dal medesi-mo, & egli promise di mandare fuori un trattato dell'ombre.
1555 LUDOVICO Baeza Parigino Filoso-fo, e Matematico, Discepolo d'un Gio-vanni Magnien, come egli dice, Medico, e Matematico eccellentissimo. Scrisse un' elegante libretto d'Aritmetica, che fù or-natamente stampato in Parigi. Promette-va altre cose ancora, così in questa profes-sione, come intorno alla filosofia Peripate-tica. Hebbe, come appare della sudetta sua opera, esquisita cognitione delle lette-re greche, e delle latine.
1555 MARTINO Poblacione fece un suc-cinto trattatello dell'Astrolabio, il quale compilò parte da Niceforo Gregora, e par-te da Giovanni Stoflero. L'operetta divi-se egli in due parti, nella prima trattò dell' uso dell'Astrolabio, e nella seconda della Scala Altimetra, e dedicò la sua fatica ad un Francesco di Lupo Ronconi.
1555 GIOVANNI Buteone Francese del Delfinato, attese alle Leggi civili, & alle Matematiche, & in queste com'egli affer-page 128ma, non hebbe altro Maestro, che se me-desimo. Scrisse molti trattatelli curiosissi-mi, che gli recarono molta lode. Scrisse dunque un'opuscolo del Ponte, che Cesa-re fece sul Reno, & un'altro dell'Arca di Noè, nel quale mostrò la forma dell'edifi-cio, divise le celle, e gl'animali, e prepa-rò i luoghi per gli cibi, e per gl'huomini, che v'entrorono. Scrisse contro Orontio, di cui fù grande, e perpetuo impugnatore ne i libri della quadratura del Circolo. Di-chiarò un' luogo Geometrico di Quintilia-no appartenente alla capacità delle figure isoperimetre. Affaticossi per trovare la duplatione del cubo per via degl'elementi d'Euclide, e trovò una certa approssimatio-ne, & ivi redarguì una falsità dello Stifelio intorno al detto Problema. Scrisse un trat-tatello della Misura dell'acqua, che scor-re, appartenente alla divisione dell'acque de publici aquedotti. Fece un discorsetto intorno à una Machina d'Agricoltura di Columella, chiamata Cicogna. Scrisse del-la stadiera, mostrando come con picciolo instrumento possono pesarsi gravissimi pe-si. Scrisse della ragione de Marchi delle bilancie, & un trattatello del prezzo delle perle. Fece un libro della divisione dell' Isole, che si fanno ne i fiumi, e redarguì la Tiberiade di Bartolo; Tutte le dette fati-page 129che raccolte in un succinto volume dedicò al Cardinal Turnone. Oltra le cose narra-te scrisse d'Aritmetica, d'Algebra, & un bellissimo libro sopra Archimede della quadratura del Cerchio. Scrisse anco al-cune altre cose intorno ad alcuni passi di Legge, che nell'esplicatione hanno biso-gno delle Matematiche.
1559 GIOVANNI ANTONIO Delfino da Casal Maggiore Francescano de Con-ventuali scrisse al Cardinal Camillo Pa-leotti un libro de Globi, e moti celesti contro i pareri de Filosofi, & Astrologi in favore della verità Cristiana. Questi ridus-se tutta la Filosofia Peripatetica in luoghi communi.
1559 ABELE Fullonio gentilhuomo Fran-cese scrisse della fabrica, & uso dell'Olo-metro, così detto dall'esser'atto à misu-rare tutte le cose.
1560 ANTONIO Lupicino scrisse della fa-brica, & uso delle verghe Astronomiche, instrumento da osservar le distanze delle Stelle in cielo, & altre cose appartenen-ti all'uso dell'Astrologia.
1560 GIACOBO Peletario Cittadino Leo-nese, attese alli studii Legali, & indi es-sendo d'età più matura, non si compia-cendo di quello studio, si diede alla Fi-losofia, & indi alla Medicina, di cui si page 130compiacque, e secevi buon profitto. Fù Poeta nella lingua materna, annico, & imi-tatore di Pietro Ronsardo; finalmente fer-mossi nelle Matematiche, e nelle dette professioni lasciò scritto alcune opere. Fe-ce egli dunque un Commentario della di-mensione del Circolo, uno del contatto delle linee, uno della costitutione dell' Horoscopo. Scrisse alcune annotationi so-pra l'Aritmetica di Gemma Friso, e man-dò fuori un compendio delle frattioni Astronomiche, & uno di ritrovar per via di memoria le Calende, gl'Idi, & i luo-ghi del Sole, e della Luna nel Zodiaco. Scrisse in lingua Francese un volume d' Algebra, & ultimamente commentarii so-pr i primi sei libri degl'elementi d'Eu-clide, nei quali, come tengono i miglio-ri, fù soverchiamente animoso, & innova-tore. Donò quest'opera à Carlo Cardi-nale di Lorena. Scrisse alcune cose dell' angolo, del contatto, del cerchio, e della linea, nella quale presi principii fal-si, ne trasse tali anco le conclusioni. Mol-ti confutatori ha havuto il Peletario, fra quali non è punto ignobile Cristoforo Cla-vio Bambergese, contro cui esso Peleta-rio mandò fuori un'Apologia, à cui il Clavio rispose con una disgressione fatta nel libro de Triangoli. Henrigo Mona-page 131tolio Matematico Regio prese la parte deI Clavio, e scrisse contro il Peletario.
1560 PIETRO Nonio Portughese huomo d'acutissimo ingegno, scrisse un libro de-gl'errori d'orontio Fineo, un trattato d' Algebra, & altre cose. E' lodato da P. Ramo nelle Scuole Matematiche.
1560 GIOVANNI Pena Francese discepo-lo nelle Matematiche di Pietro Ramo prontissimo, e risvegliato d'ingegno, es-sendo ancor giovane fù fatto Matemati-co Regio, al che fù ajutato dal favore di Carlo Cardinale di Lorena. Diedesi ad illustrare le cose di Perspettiva, e del-la Specolaria, e publicò l'optica, e la Ca-toptica d'Euclide greca, e latina, tradot-ta da lui, e dedicolla al sudetto Cardina-le suo benefattore. Mà mentre egli era intento ad altre opere, essendo appena di vintisei anni, abbandonò questa vita.
1560 FRANCESCO Candalla Francese dell'Illustrissima famiglia de Flussati huo-mo cotanto dedito alli studii, quanto no-bile, affaticossi intorno agl'Elementi d' Euclide, e tradussegli dal Greco, se be-ne in ciò fù poco lodato da migliori, che mentre egli tentò d'arricchirli, tralascia-te le buone dimostrtioni greche, ve ne aggiunse del suo diffettose, manchevoli, e poco buone. page 132
1565 GIO: BATTISTA Vimercato Pre-te Milanese scrisse un Dialogo intitolato = della Descrittione Teorica, e Pratica de gl'Horologgi dal Sole, che fù poi da Va-lente Panizza Mantovano stampato in Ferrara, e donato à D. Alfonso da Este. Questi come appare, fù huomo assai igno-rante delle Matematiche, il che si cono-sce dalla stessa inscrittione, perciòche non si può dire descrittione Teorica, essen-do assai differente il descrivere dallo spe-colare; ma egli stimò, che fosse Teorica il servirsi delle linee, e pratica quell'al-tra, che per via del Sole, e d'un horo-loggio fatto reca al fine il proposito. Quan-to poi all'opera chiaro appare, che egli non vedesse Tolomeo, poiche altro non è che quelle pratiche barbare de Tede-schi, nelle quali assai si sarebbe portato bene, se havesse (cosa non fatta da lo-ro) aggiunto alle loro pratiche tenebro-se il lume della dimostratione.
1566 FRANCESCO Giuntini Fiorentino assai buon Matematico, & Astrologo giuditiario, fece gran tempo di sua vita in Francia. Scrisse due grandissimi libri sopra la sfera di Giovanni di Sacro bo-sco, un Calendario Astronomico, & al-cune altre cose.
1566 COSIMO Bartoli nobile Fiorentino page 133si dilettò delli studii delle Matematiche, tradusse quasi tutte l'opere di Leon Bat-tista Alberti in lingua Toscana, e del suo scrisse un libro del modo di misurare le distanze, le superficie, & i corpi, il qua-le compilò da varii Autori antichi, e mo-derni.
1567 NICOLO' Tartaglia Bresciano d'hu-mile nascimento attese alle cose Matema-tiche, e particolarmente alla Geometria, & all'Aritmetica con tanto genio, che si lasciò molti adietro. Trasferì costui in lingua volgare gl'Elementi d'Euclide, ch'egli leggeva publicamente in Venetia. Scrisse molte opere appartenenti al moto de corpi gravi, à tiri dell'Artigliarie, à fortificationi de luoghi, à misurar con la vista, & altre cose tali, e finalmente scris-se due gran volumi, ne quali raccolse tut-to quello, che s'appartiene ad una com-pita specolatione, e pratica delle cose dell' Aritmetica, e della Geometria. Fù egli grand'Avversario di Girolamo Cardano, e scrisseli contro alcune opere. Attese non-dimeno così poco alla bontà della lingua, che move à riso talhora chi legge le co-se sue.
1567 PIETRO Pitati nobile Veronese atte-se alle Matematiche ammaestrato da un Frate Innocentio da Novara Benedetti-page 134no; compiacquesi delle cose Astronomi-che, le quali si pose à leggere nell'Acca-demia de Filarmonici, nella quale egli era chiamato Filuranio. Scrisse Efemeri-di, & il supplemento loro. Stampò un volumetto dell'annua quantità del Sole, e della Luna, & un'altro della solennità Pasquale secondo la recognitione degl'An-tichi canoni della Chiesa, con esso la re-stauratione del Calendario Romano, & un trattato del vero giorno della Passione del Nostro Signore, & alcune altre ope-rette di non grave momento.
1570 DANIEL Barbaro Gentilhuomo Ve-netiano, e nepote del dottissimo Hermo-lao, fù eletto al Patriarcato d'Aquilegia. Hebbe egli gran gusto nelle Matemati-che, il che mostrò in quel commentarii, che diffusamente fece sopra l'Architettura di Vitruvio. Scrisse commentarii anco so-pra la Retorica d'Aristotele, & altre cose. Nelle Matematiche fù discepolo di Fede-rico Delfino publico Lettore, come dicem-mo ragionando di lui, nello studio di Pa-dova.
1570 PIETRO Ramo Parigino Oratore, e Filosofo Regio nello studio di Parigi, fù huomo di suegliatissimo ingegno, e die-de opera con molta felicità, e profitto à tutte le buone arti. Attese alle Matema-page 135tiche sotto la disciplina d'Orontio Fineo, e fecene gran professione. Scrisse questi le Scuole Matematiche, Geometriche, & Aritmetiche, nelle quali intorno alla ma-teria degl'elementi, mostrò quant'egli ne sapesse, ancorche à giuditio d'alcuni egli le trattasse con ingegno impetuoso, & au-dace. Scrisse della militia di Cesare, & altre cose. Fù ammazzato Pietro in quel-la congiura, che sotto Henrigo fù fatta contro l'Ammiraglio, e la fattione degl' Ugonotti, e ciò, come si tiene, piu tosto per furore del popolo, ch'egli se lo meritasse.
1570 HENRIGO Monatolio Professor Re-gio delle Matematiche in Parigi, scrisse in risposta dell'Apologia, che Giacobo Pele-tario haveva fatta contro Cristoforo Clavio.
1572 SILVIO Belli Vicentino ingegniero, e Matematico ha lasciato del suo un li-bro del misurare le distanze con la vista con ajuto del quadrante Geometrico sen-za bisogno de Calcoli Aritmetici, la qual' opera donò al Cavalier Valerio Chierega-ti. Scrisse doppo un libro degl'Elemen-ti, nel quale tentò di trovar vie più bre-vi, che non haveva fatto Euclide, & an-dossi fabricando altri principii, ma per-che non è stata fabrica ben fondata, non ha consegnito il suo fine.
1573 PIETRO Catena Padovano, mentre page 136io mi trovavo nello studio di Padova, leggeva publicamente le Matematiche, e da lui viddi esporre le mecaniche di Ari-stotile. Egli era vecchio, e faceto di ma-niera, che spesso era piena la sua scuola di genti desiderose più di ridere, che d'im-parare. Non era huomo di profonda dot-trina, e non ha dato fuori del suo altro, che una semplice, e piccola sfera.
1574 GIOVANNI MARIA de Tolosani dell'Ordine de Predicatori, nacque in Colle di Valdella, attese a computi Ec-clesiastici. Fece un libro intitolato il Bre-viloquio de tempi, dal quale Giovanni Lucido col consenso di lui cavò molte cose, & inserì nell'opera sua. Scrisse un libretto della Massima declinatione del Sole, & una breve emendatione del Ca-lendario intorno alla retta celebratione della Pasqua, e dirizzolla al Concilio di Trento.
1575 FRANCESCO Maurolico nobile Messinese, & Abbate nella Patria sua, per l'eccellenza del suo ingegno merita d'esser'annoverato fra primi Matematici dell'età nostra. Scrisse tre Dialoghi di Cosmografia dottissimi, & arguti, e do-nogli à Pietro Bembo Cardinale, che s' era trattenuto in Messina, essendo ancor giovanetto, per imparare lettere Greche page 137da Costantino Lascari. Scrisse anco un li-bretto della sfera molto succinto, & un trattatello degl'Instrumenti Astronomici. Ha lasciato anco à Posteri un nobilissimo libro di Gnomonica, nel quale assai pie-namente prosegue la detta materia. Pro-metteva egli tante opere in un suo Cata-logo, che s'havesse risposto alla promes-sa, toglieva il luogo ad ogn'altro Mate-matico, ma non sò per qual cagione le-cose, ch'egli prometteva, furono aspet-tate dagli Studiosi indarno. Fatto huomo di Chiesa si diede alle cose sagre, & es-sendo gia vecchio, publicò un Martiro-logio. Egli morì carico d'anni di manie-ra, che per l'età era in tutto mancata in lui la vivacità dell'ingegno. Fù molto amico di Federico Comandino, ancor-che gia mai non si conoscessero di presen-za. Si veggono alcuni Epigrammi del Maurolico, onde appare, ch'egli non fo-se nemico delle muse.
1575 FEDERICO Comandino Gentilhuo-mo Urbinate figliuolo di Battista Coman-dino, e di Laura Bonaventuri, attese da fanciullo alle buone lettere, & impatro-nissi della lingua greca, e della latina. Studiò in Padova le cose di Filosofia, e di Medicina, & hebbe per maestri Mar-co Antonio Genova, e Gio: Battista page 138Montano Lettori publici dello detto Stu-dio, l'uno Filosofo, e l'altro Medico ec-cellentissimi. Prese la dignità del Dotto-rato di Medicina in Ferrara, ove egli heb-he per promotore il Bresavola. Fù poi Medico di Ranuccio Farnese fratello d' Alessandro, ambedue Cardinali, fin da giovinetto haveva dato opera felicemen-te alle Matematiche, alle quali haveva straordinaria inclinatione, e perche à det-ti studii fù eccitato da Marcello Cervino, che fù poi Pontefice, e da Ranuccio, à servitii de quali egli si trovava, abbracciò più caldamente le dette professioni, di maniera, che vedendo l'incertezza della medicina, & il pericolo del trattarla, ab-bandonatala del tutto, si diede alle spe-colationi Matematiche, nelle quali fece poi tanto profitto, quanto con molta me-taviglia ha veduto l'età nostra: poiche per opera sua hanno racquistato lo splen-dor loro tutti i più antichi, e nobili scrit-tori di quelle professioni. Egli ha tradot-to dal greco, & illustrato le cose d'Ar-chimede, d'Appollonio, di Sereno, di Pappo, d'Eutocio, d'Aristarco, d'Eu-clide, e di Herone Alessandrino, di To-lomeo, e di molti altri, l'opere de qua-li, prevenuto dalla morte, egli non potè publicare. Del suo habbiamo il libro del page 139Centro della gravità de solidi, opera da esser paragonata à quelle de più nobili antichi. Non fù il Comandino Lettore d'alcuna Università, ne meno procurol-lo, ma vivendosene in casa sua, gode-vasi la quiete delli studii. Molti lo fre-quentavano desiderosi d'imparare, fra quali era Guidobaldo de Marchesi del Monte, che hoggi vive, e con gli scrit-ti suoi illustra queste scienze. Eravi an-co Bernardino Baldi, che scrive quest' historia, il quale essendo in quel tempi giovinetto, si dilettava grandemente di queste professioni. Ma fra discepoli del Comandino si connumera anco France-sco Maria Duca d'Urbino figliuolo di Guidobaldo, à servitii del quale per det-ta cagione egli fù con honorato stipen-dio trattenuto molti anni, percioche, es-sendo quel Prencipe inclinatissimo a gli studii, non volle passare à filosofici, e Teologici, ne quali è versatissimo, sen-za aprirsi prima la porta mediante la co-gnitione delle Matematiche. Morì Fede-rico di sessantasei anni, e fù sepolto nel-la Chiesa di S. Francesco de Conventua-li in Urbino.
1575 GIOVANNI Padovano Veronese scrisse un'operetta, nella quale discorre della turbatione dell'anno commune, e page 140del disordine del Calendario.
1576 GIO: BATTISTA Benedetti Vene-tiano attese alle Matematiche, nelle quali servì i Duchi di Savoja. Scrisse un libro di Gnomonica, il quale toccò molte cose appartenenti alle dimostrationi della detta disciplina, se non che viene ripreso da più esquisiti di non haver'osservato quel meto-do, e quella purità nell'insegnare, che ri-cercano le Matematiche, & è stato osser-vato da gl'ottimi Greci, e da gl'Imitatori loro. Scrisse anco alcune altre cose leggie-re, e di non molto momento.
1578 ALESSANDRO della nobilissima fa-migglia de Piccolomini Senese, e finalmente Arcivescovo di Patrasso, e Coadiutore dell'Arcivescovo di Siena, Filosofo, Poe-ta, Oratore, e Matematico, studiò in Pa-dova, & in Bologna, e scrisse molte cose, e fra l'altre si sforzò di recar nella lingua no-stra le cose della Filosofia, e publiconne vo-lumi. Mandò fuori una Parafrasi sopra le Mecaniche d'Aristotele, i libri della sfe-ra, le Teoriche de Pianeti, un trattato della grandezza dell'Acqua, e della terra, & altre cose, le quali minutamente sono descritte da Noi nell'historia della sua vi-ta. Morì vecchio nella sua Patria, e fù con grandissima pompa sepolto nella Ca-tedrale. page 141
1579 GIOVANNI Bernardino Rostello Perugino scrisse un libretto dell'emenda-tione dell'anno, e dedicollo à Jacobo Bon-compagni Duca di Sora, e d'Arce, nel quale si sforza di provare, che l'Equinot-tio debba restituirsi al ventesimo quarto di Marzo, & accommoda l'Aureo nume-ro alle lunationi perpetue.
1580 BERNARDO Salignaco da Burde-gala Francese attese alle Matematiche, e fù fatto uno de Rettori del Collegio Cor-bachiano della sua Patria. Scrisse in lin-gua Francese dui libri d'Aritmetica, & alcune cose d'Algebra. Fù questo disce-polo di Pietro Ramo, com'egli stesso af-ferma nel proemio delle scuole Matema-tiche.
1580 FILIPPO Fautonio Fiorentino dell' Ordine di Camandoli scrisse un libro del ridur' l'anno alla debita forma.
1587 GIOSEFFE Moleti Siciliano buon Matematico de nostri tempi, fù Maestro nelle dette discipline del Duca Vincenzo di Mantova, & indi Lettore publico nello studio di Padova. Scrisse alcune cose per via d'appendici alla Geografia di Tolo-meo, e publicò l'Efemeridi per molti an-ni, & è uno di quelli, che scrissero ad in-stanza di Gregorio Terzodecimo intorno all'emendatione dell'anno. page 142
1588 FRANCESCO Barocci Gentilhuo-mo Venetiano dotato di bellissimo inge-gno, Filosofo, e Matematico eccellente, essendo giovane di ventuno anno tradusse, & illustrò i Commentarii di Proclo sopra il primo degl'Elementi di Euclide. L'istes-so tradusse i libri di Herone Mecanico, e gli arricchì di Commentarii. Ultima-mente ha scritto un volume di Cosmo-grafia, nel quale redarguisce gl'errori di molti intorno le cose Geometriche, e d' Astrologia.
1589 GIOSEFFE Zarlino da Chioggia Musico eccellentissimo diede opera con pari felicità alle Matematiche, & à tutte le buone arti. Fù molto intendente delle cose della Filosofia. Essendo giovane si trasferì in Venetia, ove fattosi conoscere fù eletto Maestro di Cappella della Chie-sa di S. Marco. Nelle cose della musica hebbe per Maestro Hadriano Villacese il primo de suoi tempi in quella professio-ne. Scrisse l'introduttioni musicali, le di-mostrationi harmoniche, & i supplementi Musicali, e questi publicò egli ad utile de-gli Studiosi della Musica; scrisse etiamdio, ma non mandò in luce, un libro intitola-to -- De re musica - diviso in vinticinque libri, il Melopeo, cioè il Musico perfetto. Fuori della professione della Musica feris-page 143se un libro dell'emendatione del Calleda-rio, un trattato della Patienza, uno dell' Oratione, uno della Correttione, un'hi-storietta de Capuccini, & alquanti sermo-ni. Fù l'uno de due Capellani perpetui di S. Severo Parocchia di Venetia. Heb-be controversia nelle cose della musica con un Francesco Salinese Spagnuolo, il quale facendo professione d'esser stato suo disce-polo in un'opera, ch'egli scrisse, tentò di lacerarlo, contro il quale egli publico ul-timamente il libro de Supplementi. Fù Gioseffe per esser fatto Vescovo di Chiog-gia, ma per alcuni impedimenti non gli fù conceduto. Morì di sessantasette anni, e fù sepolto dentro il Monasterio di S. Lo-renzo in Venetia.
1596 CRISTOFORO Clavio da Bamber-ga Città di Franconia, di natione Tede-sco, vive hoggi in Roma connumerato ra-gionevolmente frà i primi Matematici del nostro secolo. Legge egli le dette profef-sioni nel Collegio de Giesuiti, essendo egli nel numero della detta Congregatio-ne; è huomo d'infinita fatica, ha scritto, e scrive molte opere, fra le quali ha egli publicato le seguenti-- Alcuni Commen-tarii dottissimi sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco, Gl'Elementi d'Euclide con grandissima felicità da lui dopo il Co-page 144mandino illustrati, Un trattatello dell' Aritmetica pratica, otto libri di Gnomo-nica, l'opere de gli sferici di Teodosio, Un libro della dottrina de Sini, Uno del-le linee, che si toccano, uno di quelle, che si fegano, uno de Triangoli Rettilinei, e Sferici, uno delle Dimensioni delle gran-dezze. Hebbe differenza con Giacobo Peletario intorno all'angolo delle contin-genze de circoli nella sfera. Affaticossi grandemente Cristoforo per ordine di Gregorio Terzodecimo nella correttione del Calendario, & ultimamente publicò un gran volume in detta materia contro un Michele Mestlino da Geppinga Ma-tematico, e Lettore nello studio di Tubin-ga huomo heretico, e nemico dell'ordina-tioni Pontificie. Prometteva il Clavio do-po quest'Astrologia di publicare un libro dell'Astrolabio demostrato, un trattato di misurar tutte le grandezze, & alcune altre cose, fra le quali è il libro de gl'Elemen-ti, la seconda volta emendato, & accre-scinto.
1596 ALUIGI Lilio Umbraticense scrisse un trattato intorno all'emendatione del Calendario, nel quale tolto via l'Aureo numero accommodava in quel luogo le ta-vole dell'Epatte per trovare i giorni delle lunationi. L'opera di costui fù dal fratel-page 145lo Antonio Lilio Dottore di Medicina presentata à Gregorio Terzodecimo, il quale fattala vedere, e mandatala à Pren-cipi, à fine che col mezzo de grand'Astro-logi la considerasero, la comprobò, e conw-forme à quella volle, che s'accommodasse il Calendario.
1596 GIOVANNI ANTONIO Magino Padovano grande Astrologo, e Matema-tico de nostri tempi, & espertissimo de Calcoli Astronomici, publicò l'efemeridi di molti anni. Si trattenne egli alcun'tem-po in Venetia, & hora è publico professo-re delle dette scienze nello studio di Bolo-gna. A costui dedicò Federico Bonaven-tura Gentilhuomo d'Urbino quell'Apolo-gia, ch'egli scrisse in diffesa di Teofrasto, e d'Alessandro Afrodiseo intorno al vero tempo del nascimento, e dell'occaso dell' imagini d'Orione.
1596 GUIDOBALDO de Marchesi del Monte figliuolo di Ranieri, la cui fami-glia discende dalla Casa Regia di Borbo-ne, vive hoggi famosissimo per l'eccellen-za del suo ingegno nella professione delle Matematiche. Ha egli buona cognitione delle due lingue megliori, e delle cose filo-sofiche, e della Teologia. Nelle Matema che [sic: Matematiche] poi ha genio così grande, e particola-mente nelle cose della Geometria, e delle page 146subalterne, che pare, che sia risorta in lui la vivacità dell ingegno d'Archimede, il che ha mostrato ne libri delle Mecaniche, ne quali chiaramente appare, ch'egli hab-bia tornata quella facoltà nel suo antico splendore. Scrisse anco le dimostrationi de Planisferii, e non ha molto publicò una dottissima parafrasi degl'Equeponderanti d'Archimede tradotti da lui dal greco nella lingua latina. Scrisse anco, e fece stampare un libretto della correttione dell' anno, e dell'emendatione del Calendario, nel quale mostrò quanto esso vaglia ne computi Astronomici. Hora ha per le mani molte opere, delle quali una gran parte è per mandare in luce; queste sono un gran libro de Canoni celesti, ne quali insegna per via di compasso à trovar tutte le questioni, che appartengono al primo mobile. Ha scritto parimente un libro in-torno alla Coclea da inalzar' l'acque, nel-le quali rende la ragione, e dimostra l'ef-fetto di quel maraviglioso Instrumento. E'anco per dar fuori un grandissimo vo-lume di Perspettiva, nel quale senza al-cun dubbio si tiene, che habbia da supe-rare quanti altri hanno scritto intorno quel nobilissimo Suggetto. Vive egli riti-rato in Monte Baroccio suo Castello, ove attendendo à studiare, & à scrivere, vie-page 147ne facendo ricco il Mondo de parti del suo felicissimo ingegno, e mostra d'esser stato degno discepolo di Federico Co-mandino. Molte cose sariano da esser scrit-te di questo felice ingegno, ma ci conten-tiamo di tanto per non uscir da termini, che ci prescive la natura di questa historia.
IL FINE.
page 148page 149

TAVOLA DE NOMI.

A

ABele Fullonio car. 129.
Abilfedea 80.
Abram Avenestra 76.
Abram Zacuto 104.
Achinapoli 25.
Adelmo 64.
Adrasto 49.
Agenore 11.
Agesistrato 15.
Agrippa 44.
Alazeno 72.
Albategno 66.
Alberto Durero 115.
Alberto Pighio 111.
Alberto Pruteno 101.
Alchindo 72.
Albone 67.
Albumasaro 65.
Alessandro Piccolo-mini 140.
Alfagrano 75.
Alfonso Hispalense 97.
Alfonso Re 78.
Alì Aben Rodano 69.
Alì Aberangele 68.
Alipio 60.
Almansore 69.
Alpetragio 74.
Aluigi Lilio 144.
Ameristo 1.
Amicla 11.
Anassagora 2.
Anassimandro 1.
Anatolio 50.
Andalo de Negri 86.
Andrea 32.
Andrea Kuenofer 111.
Andrea Stiborio 108.
Antemio 62.
Antonio Lupicino 129.
Apollodoro 45.
Apollonio 30.
Aquino 102.
Arato 23.
Archelao 32.
Archimede 26.
Archita 7.
Arzahele 68.
Aristarco 24.page 150
Aristeo 20.
Aristide 57.
Aristosseno 17.
Arruntio 41.
Ascletarione 44.
Ateneo 48.
Attalo 31.
Avenestra, vedi Abra-mo
Avo Machmad 74.
Aureliano 67.
Autolico 20.
Azosi 68.

B

BArlaamo 85.
Bartolomeo Mercatore 123.
Bartolomeo Vespucci 106.
Bartolomeo Zamber-to 99.
Battista Piasio 104.
Beda 65.
Bernardo Salignaco 141.
Bernardo Valtero 102.
Beroso 23.
Bione 6.
Bitone 26.
Boetio 61.
Bonetto Giudeo 119.
Brenlanlio 86.

C

CAlippo 18.
Campano 79.
Carlo Boviglio 99.
Carpo 51.
Cassandro 32.
Cecco d'Ascoli 81.
Cherea 16.
Cirillo 57.
Cleomede 43.
Cleostrato 3.
Conone 28.
Cosimo Bartoli 132.
Cratisto 53.
Crise 63.
Cristiano Molitore 102.
Cristoforo Clavio 143.
Cristoforo Molitore, vedi Cristiano
Ctesibio 33.
Cutberto Tonstallo 120.

D

DAmiano 45.
Daniel Barba-ro 134.page 151
Demetrio 49.
Democrito 6.
Diade 16.
Dicearco 18.
Dinostrato 11.
Diocle 20.
Diodoro Alessandri-no 45.
Diodoro Monaco 52.
Diofanto 51.
Dionisiodoro 33.
Dionisio Romano 62.
Domenico Maria Italo 101.
Doroteo 39.
Dositeo 30.

E

ENea 29.
Enopide 5.
Epimaco 22.
Erasmo Reinoldo 125.
Erasostene [sic: Eratostene] 29.
Erastocle 12.
Euclide 22.
Eudemo 19.
Eudosso 8.
Euforbo 1.
Eurito 8.
Eutemone 3.
Eutocio 63.

F

FAeno 2.
Feberto di Con-turbia 69.
Federico Comandi-no 137.
Federico Delfino 112.
Fidia d'Acupatre 20.
Filippo Fantonio 141.
Filippo Mendeo 10.
Filolao 7.
Filone Bizantino 21.
Filone Gadarese 38.
Filone Tianeo 80.
Filosofo 9.
Francesco Barocci 142.
Francesco Candalla 131.
Francesco Giuntini 132.
Francesco Maurolico 136.
Francesco Sirigatto 104.
Francone 71.

G

GAudentio 60.
Gebro 74.page 152
Gemino 48.
Gemma Friso 118.
Geolfrido 64.
Gerardo Cremonese 91.
Giacobo Fabro 107.
Giacobo Kebelio 114.
Giacobo Laterano 110.
Giacobo Peletario 129.
Giacobo Sconentio 103.
Giordano 77.
Giorgio Harmanno 127.
Giorgio Interiano 105.
Giorgio Peurbachio 93.
Giorgio Razembur-gio 110.
Giorgio Strolino 111.
Giorgio Tanstettero 109.
Gioseffe Moletti 141.
Gioseffe Zarlino 142.
Giovacchino Fortio 113.
Gio: Angelo Bavaro 108.
Gio: Antonio Delfi-no 129.
Gio: Antonio Magi-no 145.
Gio: Battista Bene-detti 140.
Gio: Battista Capua-no 101.
Gio: Battista Vimer-cato 132.
Gio: Bernardino Ro-stello 141.
Gio: Bianchino 92.
Gio: Buteone 127.
Gio: Cantuariense 90.
Gio: Corrado 87.
Gio: de Dondi 92.
Gio: Driandro 117.
Gio: Eligerio 87.
Gio: Eslezero 103.
Gio: d'Espieres 110.
Gio: Estuido 86.
Gio: Fabritio 110.
Gio: Filadelfo 59.
Gio: Gazulo 91.
Gio: Gmunde 91.
Gio: Gramatico 57.
Gio: Hispalense 74.
Gio: Humelio 111.
Gio: Kolper 111.
Gio: Lignerio 86.
Gio: Lucido 117.
Gio: Maria Tolosano 136.
Gio: Martino Siliceo 122.
Gio: di Monteregio 97.
Gio: de Muri 84.
Gio: Padovano 139.
Gio: Pena 131.
Gio: Gioviano Pon-tano 105.page 153
Gio: Rastello 115.
Gio: de Rojas 123.
Gio: di Sacro Bosco 77.
Gio: di Sassonia 84.
Gio: Stabio 102.
Gio: Stoflero 113.
Gio: Suissetto 82.
Gio: Toloso 102.
Gio: Vernero 106.
Gio: Zerte 110.
Girolamo Fracastoro 121.
Giulio Firmico 50.
Giuliano Ristoro 122.
Giuvone Heldo 124.
Guglielmo Hirsau-gense 72.
Guido Baldo del Monte 145.
Guido Bonato 81.
Guido Monaco 69.

H

HArpalo 4.
Hegetore 15.
Hegesianatte 18.
Helicone 12.
Heliodoro Larisseo 46.
Helperico 71.
Henrigo di Bruselles 83.
Henrigo Glareano 118.
Henrigo d'Hassia 88.
Henrigo di Malines 81.
Henrigo Monanto-lio 135.
Heraclide 26.
Hermanno Contrat-to 70.
Hermanno Zostelio 94.
Hermippo 25.
Hermotimo 10.
Herone Alessandri-no 35.
Herone Mecanico 63.
Hilarione 55.
Hipasia 55.
Hipparco 34.
Hippaso 2.
Hippia Eleo 3.
Hippocrate Chio 5.
Hipponico 21.
Hipsicle 37.
Hugbaldo 66.
Humfrido 92.

I

ISacco Giudeo 71.
Isacio Monaco 67.
Isidoro 56.page 154
Isidoro Milesio 62.

L

LAodamante da Thaso 14.
Leonardo Pisano 88.
Leone 14.
Leon Battista Al-berti 98.
Leon Magno 65.
Leopoldo 75.
Lodovico Baeza 127.
Lodovico Regio 88.
Lodovico Vitali 112.
Lorenzo Bonincontro 101.
Lorenzo Italo 64.
Luca Gaurico 124.
Luca Pacioli 107.
Luzio Bellantio 100.

M

MAnilio 41.
Manuele Bri-ennio 72.
Manuel Comneno 71.
Marino 43.
Martino Poblacione 127.
Matriceta 3.
Mattia Menecomio 102.
Maugantio 60.
Menecmo 12.
Menelao 44.
Messala 66.
Metone 4.
Metrodoro 28.
Michele Scoto 76.
Michele Stifelio 119.
Mosco 26.

N

Neoclide 14.
Niceforo Gre-gora 83.
Niceta 19.
Nicolò Bursio 100.
Nicolò Cabasila 83.
Nicolò di Cusa 95.
Nicolò Copernico 120.
Nicolò di Linna 87.
Nicolò Simo 126.
Nicolò Sosiano 121
Nicolò Tartaglia 133.
Nicomaco 46.
Nicomede 37.
Nicone 46.
Nigidio 40.
Ninfodoro 34.page 155

O

OMaro 75.
Orontio 126.

P

PAppo 53.
Parmenione 30.
Pascasio Hamello 125.
Pascasino 58.
Patrocle 28.
Paolo Fiorentino 100.
Paolo Geometra 88.
Pavolo di Midel-burgo 115.
Pavolo Monaco 110.
Perseo 25.
Pierio Valeriano 123.
Pietro d'Aliaco 89.
Pietro Apiano 123.
Pietro Catena 135.
Pietro Cirvello 104.
Pietro Daco 82.
Pietro Nonio 131.
Pietro Pitato 133.
Pietro Ramo 134.
Pirro 15.
Pittagora 2.
Pittagora Zacintio 12.
Platone 13.
Polemarco 11.
Polyde 14.
Porfirio 50.
Posidonio 36.
Proclo 54.
Profasio Giudeo 83.
Prosdocimo Beldo-mando 96.
Proterio 60.
Punico 68.

R

ROberto Linco-niese 73.
Roberto Lotaringio 72.
Ruggiero Baconio 78.
Ruggiero Suissetto 88.

S

SCilace Corian deo [sic: Cariandeo] 30.
Scopina 27.
Seleuco 25.
Sereno 59.
Sigeberto Gembla-cense 73.
Silvio Belli 135.page 156
Simplicio 58.
Sosigene Alessandri-no 39.
Sosigene 48.
Sporo 38.
Stefano Lionese 111.
Stefano Rosino 109.
Sulla 143.

T

Talete 1.
Tebitte 76.
Teeteto 10.
Teodoro Cireneo 4.
Teodosio 32.
Teofilo 56.
Teofrasto 19.
Teogene 39.
Teone 46.
Teone Alessandrino 52.
Teudio 13.
Tolomeo 47.
Tomaso Branduan-dino 89.
Trasillo 42.
Timocari 24.

V

VIlhelmo 71.
Vitellione 80.
Vitruvio 40.
Vittor Capuano 60.
Vittorino 59.
Vulpiano 56.

X

XEnagora 10.
Xenocrate 16.

Z

ZAele 68.
Zenodoro 6.