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         Title: Della musica ecclesiastica
Author: Agostino Agazzari
Publication: Bonetti (Siena, 1638)
Agostino Agazzari, Musica ecclesiastica, Siena: Bonetti, 1638Principal editor: Frans Wiering
Funder: Information Science, Utrecht University Netherlands Organization for Scientific Research (NWO)
Edition: First electronic edition, for DynaWebJune 2000
Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht NetherlandsCopyright © 2002, Université catholique de Louvain, Unité de musicologie,
               Louvain-la-Neuve, Belgium; Utrecht University, Netherlands
            
            
            
            
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                  LA MVSICA  
                        ECCLESIASTICA  Doue si contiene la vera Diffinitione  
                           della Musica come Scienza, non  
                           più veduta, e sua Nobiltà.
DI AGOSTINO AGAZZARI  
                     Armonico Intronato.
                     [Figure]
IN SIENA, Appresso il Bonetti, nella  
                        Stamparia del Publico. 1638.Con Licenza de' Superiori.
                     
                  DELLA MVSICA ECCLESIASTICA Dell'Armonico Intronato.
LA MVSICA secondo Platone  
                           nella sua Republica vien com-posta dell'Oratione, dell'Ar-monia, e del Ritmo; e quin-di è che io per vera intelligen-za di lei, estraendola dalle  
                           perpetue tenebre, hò voluto darli vita, è  
                           l'essere, non come serua, mà come nobil  
                           Signora, non come arte da tutti stimata,  
                           ma come Scienza sopra l'altre terrene, che  
                           ha le sue dimostrationi, come proua il dot-to Zerlino nelle sue dimostrationi. Per tan-to io, col lume, e scorta del gia detto Pla-tone arditamente asserisco.  
                        
                        La Musica, e Scienza de Numeri sonori quali  
                           ben composti dal Musico all'intento, e fine  
                           dell'Oratione, molto meglio muouono per  page 4mezzo dell'Armonia la dirò in Latino per  
                           chi la volesse.  
                        
                        Musica est Scientia de numeris sonoris, qui ad  
                              mentem Orationis à Musico rite dispositi,  
                              per armoniam magis mouent. Questa à me  
                           pare la sua vera diffinitione, composta del  
                           genere, e differenza, e delle quattro cause,  
                           delle quali douerei hora discorrere, mà sen-do il mio intento ragionar di lei, in quanto  
                           Musica di S Chiesa hoggi trauiata dal buo-no, e dal decoro contro il fine di essa, e di Dio  
                           che la gouerna; però ad ogn'altro più dotto  
                           & intendente di me, la lassarò trattare in se  
                           stessa; Solo mi basta voglino aggradire, e  
                           riceuer la presente mia diffinitione, ò de-scrittione, per conoscimento, e grandezza  
                           di questa Humana, & Angelica Scienza,  
                           della quale i numeri sonori seruono all'ar-monia, e l'armonia all'oratione, come di-ce Marsilio Ficino ne' Comentari di Plato-ne con queste parole: Denique armonia  
                              orationem sequi debet, non oratio armoniam.  
                        Dalla detta diffinitione ogn'vn potrà intender  
                           gl'effetti della Musica antica, celebrata dalli  
                           Scrittori, cioè come Antegeride [sic: Antegenide] Musico,  page 5ò ver Timoteo, accese Alessandro Magno  
                           à prender l'armi, come quel Filosofo fece  
                           placar vn giouine infuriato, col far mutare  
                           il Canto, e mille altri effetti, quali tralas-sando addurrò solo quello di Dauid col Rè  
                           Saul, & io senza iattantia, solo à gloria della  
                           Musica hò fatto piangere molti personaggi  
                           per deuotione insino vn Principe grande,  
                           & altre proue, dal che si conoscono gl'ef-fetti degni dell'oratione con l'armonia, sen-do che l'armonia sola non può muouer l'in-telletto, e la ragione, mà dispor l'animo,  
                           e Marsilio Ficino narra, che hauendo l'ora-tione forza da per se di muouer l'animo,  
                           molto meglio con l'armonia, quale hà sim-pathia con esso; & à questo fine li Greci tro-uarono più sorti di Canti, chiamati Canto  
                           Lidio, Phrigio, Dorico, &c. de quali al-tro seruiua à cose graui, e meste, altro à cose  
                           heroiche, e lode de i Dei, & altro à parole  
                           lasciue, & amorose à guisa delle nostre arie,  
                           & à fine di ciò i Saui di Grecia, come si leg-ge nell'historie loro, proibirono vn tempo  
                           simili arie profane della Musica, per la mala  
                           consequenza, che faceuano ne gli animi de  page 6popoli, e delle donne, stimandoli indegni  
                           & indecenti nelle piazze, e case proprie;  
                           Esempio veramente à confusione de' nostri  
                           tempi; dal quale si può argomentare quan-to simili cantilene si conuenghino in Santa  
                           Chiesa, Casa di Iddio, che sono riputate  
                           indegne nelle case de gl'huomini.  
                        
                        Ma alcuno mi dirà, che se bene vi sono l'arie,  
                           non per questo vi sono le parole lasciue; &  
                           io rispondo che ciò non basta à leuar l'in-conuenienti, perche si contrafà al decreto  
                           del Sacro Concilio di Trento, à gl'ordini  
                           de Sommi Pontefici, alle dottrine di molti  
                           Santi, e Sacri Dottori, come si dirà appres-so, e di più repugna al detto di Platone,  
                           poiche sendo l'oratione parte principale  
                           della Musica, à quella si hà da obbedire, e  
                           da quella si deue cauare la qualità dell'ar-monia: Hora se nelle parole di Sacra Scrit-tura, dettata da chi gl'e, vene sono di tal  
                           leggierezza, e somiglianza alle canzone  
                           profane, e secolari, giudicatelo voi. Lasso  
                           altre ragioni, che à suo tempo si diranno,  
                           solo dirò vn caso à proposito auuenuto nel-la mia Città al mio tempo qual'è, che so-page 7nando vn Organista debole in vna Chiesa la  
                           Spagnoletta, ò somigliante, trouandouisi  
                           vn scemo, e sentendo tal sonata si leuò à  
                           ballare in tal modo, che fece correre quelli  
                           Religiosi à cauarlo di Chiesa, con riso e  
                           disturbo del Popolo. Dunque si puol con  
                           ragione considerar, quel che può cagionar  
                           nelle menti di persone pie, e deuote tale  
                           abuso; e quanto offenda il sentir le parole  
                           sacre il [sic: in] simil'arie, e balli: finalmente per ve-nire al mio tema proposto dirò, che la Mu-sica Ecclesiastica sia quel canto, & armonia  
                           animata dalle sacre parole, à fine di cantar  
                           le glorie, e lodi di Iddio in Santa Chiesa ad  
                           imitation del Cielo.  
                        
                        Hora per mostrar questo canto Ecclesiastico,  
                           e per meglio intenderlo, conuien conside-rarlo dalla forma, che sono le sacre parole,  
                           dal fine qual'è la lode di Iddio, dal luogo,  
                           che è Santa Chiesa, dall'autorità del Profeta  
                           Dauid, del Concilio di Trento, da Sommi  
                           Pontefici, da' Santi Dottori, &c.  
                        
                        Le parole della S. Scrittura, che danno la forma  
                           altre sono dell'istesso Dio, quando parla à  
                           noi ne i Profeti, ò nell'Euangelio, altre so-page 8no dell'istessi Profeti, e Santi, dettati dallo  
                           Spirito Santo, con le quali, ò parlano a Dio,  
                           ò con Dio, mostrando, e lodando la sua  
                           Bontà: in qualunque modo egli sia, dob-biamo veder la maniera, e prudenza con  
                           che Dio, e Santi parlano; dunque volendo  
                           il Musico vestir dette parole della sua armo-nia, vuole insieme vestirsi della medesima  
                           persona, e prudenza, e mantenere il douuto  
                           decoro, e non ricorrer leggiermente all'arie  
                           balli, e comedie, come si vsa da molti.  
                        
                        Il fine, qual'è la lode, e grandezza dell'opere  
                           di Dio, come nel Salmo, 
                        Cantate Domino  
                              canticum nouum laus eius in Ecclesia Sancto-rum, e quel che segue, e nel Salmo 150. e  
                           in molti altri, si come nell'Apocalisse cap. 14  
                           e 15. e nel cap. 19. S. Giouanni vdì cantare  
                           in Cielo, Laus, & Gloria, &c. e doppo  
                           s'vdì vna voce dal Trono, che disse, Laudem  
                              dicite Deo nostro omnes Sancti eius, &c. e nel  
                           primo libro del Paralipomenon cap. 15.  
                           quando il Santo Rè Dauid ordinò, & in-stituì la Musica, e Cantori, e Sonatori per  
                           far melodia auanti l'Arca, e compose alcu-ni Salmi per metterli in Musica, e cantarli  page 9in quella occasione, si come egli stesso fece  
                           sonando auanti l'Arca; e questo medesimo  
                           ordine seguì, & ampliò Rè Salamone, dal-che si puo considerar che sante, pie, e gio-conde melodie fussero quelle, tanto in ri-guardo dell'Arca, quanto in riguardo della  
                           presenza Regia, oltre che dalle parole, e  
                           senso di detti Salmi, come anco dalle paro-le, che i Santi cantano nel Cielo, registrate  
                           nell'Apocalisse, e facil cosa comprender la  
                           qualità dell'armonia: Dunque se tanto si  
                           premeua auanti l'Arca, che era figura, quan-to si deue premere auanti lo stesso Dio, &  
                           Angeli, le lasso giudicare.  
                        Il luogo è Santa Chiesa, Casa di Dio, e di Ora-tione, e pieno d'ogni Santità, doue non  
                           solo le Musiche, mà etiamdio gl'istessi Mu-sici, e Cantori dourebbono esser Santi, e  
                           deuoti, ad esempio de cantori del Rè Dauid  
                           quale elesse la Tribù Sacerdotale di Leui  
                           per cantar, e sonare auanti l'Arca; onde  
                           conuenendo al Popol Christiano stare in  
                           Chiesa con deuotione, & humiltà adoran-do, e lodando Dio, à questo deue esser' ac-ceso, & inuitato dalle Musiche, e in questo  page 10modo si deue comporre, e cantare, e non  
                           per compiacimento loro, e dar gusto al Po-polo, lo che aborrisce Dio, e non ascolta  
                           arie, che si cantano per le piazze, e ritroui  
                           di donne, e nelle commedie, e serenate, o  
                           similmente odia, e non accetta i Musici va-ni, e gorgie loro, come auuenne ad alcuni  
                           Musici di bel cantare, quali cantando esqui-sitamente con molta loro compiacenza, e  
                           senza deuotione s'vdì vna voce per aria che  
                           lodò solamente vn cantore puro, deuoto, e  
                           da bene fra essi, qual'era roco, con queste  
                           parole: 
                        Solus raucus exauditus est. E nel  
                           Prato fiorito al primo libro cap. 21. esem-pio 10 Si legge come cantando alcuni can-tori in vna Solennità molto curiosamente,  
                           e vana compiacenza, fù veduto il Diauolo  
                           sopra l'Organo empire vn gran sacco de' lo-ro canti; dal che si può argomentare quan-to spiaccino a Dio l'ariedi [sic: arie di] canzone lasciue,  
                           e di balli, & io stesso hò sentito Salmi, e  
                           Mottetti composti nella Ciaccona, e nella  
                           Gagliarda, & arie profane note al Mondo,  
                           & insino le parole Sante della Messa, tutte  
                           cose che distolgono la mente da Dio, lusin-page 11gandola coldiletto [sic: col diletto] sensuale, e curiosità, qual  
                           sorte di Musica detesta. S. Agostino nel de-cimo libro delle Confessioni, cap. 33.  
                        Dell'autorità del Profeta Dauid, addurrò solo  
                           fra le altre quella del Salmo 146. 
                        Laudate  
                              Dominum quoniam bonus est Psalmus, Deo  
                              nostro sit iucunda, decoraque laudatio. Questo  
                           medesimo repete, & à questo ci esorta San  
                           Tommaso nell'Hinno del Sacramento: Sit  
                              laus plena, sit sonora, sit iucunda sit decora  
                              mentis iubilatio.  
                        Chi puol dubitar qui della nobiltà, decoro, e  
                           bellezza della Musica di Santa Chiesa, qua-le deue esser gioconda all'orecchio, con l'a-nimo, come dice l'Eminentis. Bell'Armino,  
                           e decora, maestosa, e soaue, condecente al  
                           luogo, & alla persona, che apporti deuo-tione, allegria, e contento à chi l'ascolta.  
                        
                        Il Sacro Concilio di Trento bandisce da Santa  
                           Chiesa ogni canto, e suono, che rappresenti  
                           ò adduca à memoria canti, e balli profani,  
                           ò arie lasciue, come nel Decreto de obser-uandis, & euitandis in celebratione Missae.  
                              Sess. 22.  
                        
                        Il medesimo dice Nauarra cap. 25 num. 10.  page 12S. Girolamo nell'Epistola ad Ephesios cap. 5  
                           riprende coloro, che cantano nella Chiesa,  
                           come se fusser nella tragedia, ò teatro, lo che  
                           conferma S. Tommaso 22. quest. 91. art. 2  
                           ad jecundum. San Carlo De vita, & hone-state Cleric. cap. 13. Detesta non solo i can-ti profani, ma anco le gorgie, volendo che  
                           il canto sia puro, pio, e s'intendino le parole.  
                        
                        Papa Giouanni 22. nella Strauag. Docta San-ctorum, comanda che si bandisca, e scacci  
                           dalla Chiesa quel modo di comporre, e can-tare, che toglie la deuotione, & induce  
                           lasciuia.  
                        
                        Finalmente hò detto a bastanza a pro, e fauo-re della Musica Ecclesiastica; hora dirò  
                           qualche cosa del Musico, acciò si fugga tal  
                           abuso. Dico dunque che il Musico per la  
                           Chiesa, sia quello a cui si adatta la diffinitio-ne di sopra; e però non basta la scienza del  
                           contraponto sola, a constituire il Musico,  
                           nè meno la cognitione dell'Oratione, ma  
                           l'vna, ed altra insieme accompagnata con la  
                           prudenza, che si ricerca, in riguardo del fine,  
                           e del luogo, &c. Ma per venir più all'indi-uiduo, dico che detto Musico sarà quello, il  page 13quale cauando l'armonia dal sentimento del-la Scrittura, l'accompagna col significato  
                           delle parole, e fine di Santa Chiesa.  
                        
                        Stante dunque questa propositione, mi sento  
                           obligato di auuisar quei tali, che per com-porre i lor capricci, & inuentioni, spezzano  
                           e stroppiano la Sacra Scrittura, prendendo  
                           le parole di quà, e di la. con diuersione del  
                           senso, stiracchiandole a lor fine, senza de-coro, nè riuerenza di essa, non consideran-do chi parla in essa, nè a chi si parla, dalche  
                           nascono molte indignità; dirò per esempio  
                           come trouandomi ad vn Vespero, sentii can-tare in vn Coro, Domine ad adiuuandum me  
                              festina, e l'altro Coro rispondeua, festina,  
                              festina Domine, e replicaua il primo: Domine  
                              Domine festina, ad adiuuandum, & in simili  
                           spropositi lo riuolgeuano più volte con vil-ta, e riso di chi l'ascoltaua; taccio del Gloria  
                              Patri, per riuerenza nel modo che lo tra-uolgono, & io stesso l'hò sentito cantar so-pra la Ciaccona; di più si scorre in qualche  
                           heresia per ignoranza, come accadde in vna  
                           Chiesa, che vn Coro di Musica cantaua le  
                           parole del Credo, Non erit finis, e l'altro a  page 14guisa d'Ecco rispondeua, Erit finis, e questo  
                           basti per li molti spropositi, & indignità,  
                           che nascono da compositori che non inten-dono, e pur si vedono nelle stampe senza  
                           prouedimento alcuno; questo poco hò vo-luto dire per honor'è zelo di S. Chiesa, e ri-putatione, e difesa della Musica, la quale  
                           non per sua colpa, ma per difetto di chi non  
                           l'intende, ha corso naufragio in più tempi,  
                           da diuersi Sommi Pontefici, che l'hanno  
                           voluta bandire da S. Chiesa, per la tanta con-fusione, e zuppa delle parole ne' loro con-traponti, e fughe.  
                        
                        Per fine dirò che si come l'Oratione, e Poesia  
                           soggetto della Musica, hanno diuerse ma-terie, diuersi fini, e sentimenti, onde son  
                           nate tante sorti di poesie, e rime, così la  
                           Scrittura Sacra ha diuersità di misterij, e pen-sieri. E però il Musico, che ha da sottopor-re l'armonia all'oratione, deue far distintio-ne dall'Hinni, Mottetti, e Salmi, che sono  
                           rime, e canzone spirituali, dalla Messa, e  
                           Credo tutto pieno di misterij, qual deue can-tarsi deuoto, distinto, e senza confusione,  
                           lontano da arie mondane, e dallo strepito, e  page 15ribattimento di tante fughe, che lo confon-dono, e tolgono il senso, e offuscano i  
                           Misterij; non essendo la Chiesa teatro di far  
                           mostra del lor sapere, ma le Scuole & Ac-cademie, per la qual cosa la Sacra Congre-gatione de' Riti, prouedendo à tali abusi ha  
                           ordinato, che il Credo nella Messa si canti  
                           tutto in Coro con le voci, e senza Organo,  
                           & a questo esempio quando si canta da Mu-sici in Cappella, douerebbe cantarsi in stile  
                           deuoto, puro, e distinto, che si comprendi-no i Misterij, e gl'Articoli, che contiene,  
                           e questo è il mio parere rimettendomi, &c.  
                        
                     Della Nobiltà, & Eccellenza della Musica.
LA Nobiltà della Scienza si cognosce dal-li suoi principii, dalla forma e materia,  
                           del fine, & Agente, e ch'ella sia eterna,  
                           come dice Aristotile, per la qual cosa la  
                           Teologia, perche hà per suo principio, og-getto, forma, e fine Iddio, tiene il primo  
                           luogo; doppo la quale vedo io venir la Mu-sica, che ha il suo principio da Dio ne gli  page 16Angeli. e ne gl'Huomini, la sua forma è la  
                           melodia delle sue lodi, la materia sono i nu-meri sonori, quali come spiritali, & in-corrottibili hanno simpathia, e s'internano  
                           nell'animo, lo muouono, e cibano. Il fine  
                           è l'istessa lode, è 'l gaudio; gl'Agenti sono gl'-Angeli, e Santi nel Cielo, e gl'huomini in  
                           terra. E se la Teologia discorre circa l'Es-senza, e grandezza dell'opere di Dio, la  
                           Musica le canta auanti l'istesso, come nell'-Apocalisse: Ch'ella sia eterna dicalo S. Gio-uanni, qual sentì cantare il Sanctus senza  
                           mai cessare, e S Chiesa dice 
IL FINE.
                     sine fine, e Dauid  
                           Profeta, Misericordias Domini in aeternum  
                              cantabo; si che alla Musica conuiene il nome  
                           della più nobil scienza di tutte l'altre sublu-nari, quali finiranno col mondo, ma ella  
                           durerà con l'Eternita del Paradiso, quale è  
                           suo luogo, con le lodi, e gloria di Dio, che  
                           sono suo fine, & oggetto, con i Santi, &  
                           Angeli, quali sono suo Agente, e sempre  
                           s'vdiranno cantare nel Cielo, e far' eterne  
                           melodie, quali Sua Diuina Maestà ci con-ceda sentire; e godere per sua bontà.