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Title: Prattica di musica.
Author: Lodovico Zacconi
Publication: Girolamo Polo (Venezia, 1592)
Principal editor: Frans Wiering
Funder: Utrecht University Netherlands Organization for Scientific Research (NWO)
Edition: 2000
Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht NetherlandsCopyright © 2000, Utrecht University, Netherlands
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IL FINE.
PRATTICA
DI MVSICA VTILE ET NECESSARIA SI AL COMPOSITO-re per Comporre i Canti suoi regolatamente, si anco al
Cantore per assicurarsi in tutte le cose cantabili.
DIVISA IN QVATTRO LIBRI.
COMPOSTA DAL R.P.F. LODOVICO ZACCONI
da Pesaro, del Ordine di Santo Agostino,
Musico del Serenissimo Duca di Bauiera, &c. CON PRIVILEGIO
IN VENETIA, M D XCII.
Appresso Girolamo Polo.
page ii- NE I QVALI SI TRATTA DELLE CANTILENE OR-dinarie, de Tempi de Prolationi, de Proportioni, de Tuoni, & della conuenienza de tutti gli Istrumenti Musicali.
- S'INSEGNA A CANTAR TVTTE LE COMPOSITONI antiche, Si dichiara tutta la Messa del PALESTINA titolo Lomè Armè, con altre cose d'importanza & diletteuole.
- Vltimamente s'insegna il modo di fiorir vna parte con vaghi & moderni accenti.
AL SERENISSIMO ET GRATIOSISSIMO MIO SIG. ET PATRONE MO IL SERENISS. GVILELMO, CONTE PALATINO DELRENO. Duca dell'alta & bassa Bauiera &c.
CHI serue & si ritroua in seruitù legato
Sereniss. Sig. non sòqual segno di mag-gior gratitudine possa (saticandosi) mo-strare verdo il suo sempre reuerito, &
amato padrone, quante che col'espor-si tutto sedelmente in suo seruitio, ò in
quello che piu gl'aggrada & piace, do-marli anco con la seruitù pronta & sedele vna delle sue piu
care & stimate cose; che s'egli nel seruirlo con dilligenza &
bene, certo & securo pegno del suo buono amorli porge,
donandoli poi quello ch'egli piu prezza & stima, allhora
senza alcun dubbio gli ne sa certa & indubitata sede.
Cosi s'io voglio dirli il vero, & non asconderli ciò che hò
nel cuore m'assicuro bene che V>S>A> per la diligenza
del mio pronto seruire conosca & sappia con quanto amore & affetione io lo serua; ma volendola ancor con altri
maggior segni & opre certisicarla meglio, ho meco pro-posto di sarla piu certa & piu sicura con donarli queste no-uelle & incolte mie fatiche, (quantunque io ben conosca
& scorga dalla parte sua non essercene bisogno;) le quali se
bene hanno hauuto principio & sieno nate sotto la felice
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memoria del Sereniss Arciduca Carlo già mio Clementiss.
Padrone, & che dal principio della sua origine & nascimento fossero dal pensier mio & mia intentione dessignate à
lui; nondimeno hauendomi l'A.V.S. dopò la sua morte
con tanta gratia & sauore oltra il sommo mio contento si
gratiosamente raccolto nella sua Sereniss.Corte, & ab-bracciatomi qual sedelissimo suo seruitore, voglio che le
non sieno d'altri, ma sieno sue qual anch'io (mercè sua) mi
ritrouo essere: Et benche à i Sereniss. merti suoi altro piu
riccho & preggiato dono di questo mio humil & vile si con
uerebbe, & se pur l'istesso, da altra maggior persona che
di me, che sono sra serui suoi l'vltimo, o'l minimo; nodi-meno perche offeruando le grandezze sue, ho veduto
quanto li piaccia & aggrade gli humili & semplici assetti de
seruitori suoi, ò con quanto lieto & sereno viso miri &
guardi à i doni & fatiche che spesse volta da suoi, & da stra-nieri li son presente & donate; ho preso tanto ardire, & ho-ra (per sua bontà & gratia) son si audace che anch'io con
quella humiltà che io debbo, & à suo seruitor sedele si con-uiene riuerentemente li porgo queste mie. Degnisi dun-que V.S.A. d'accettarle con quella solita bontà sua che
sempre suole, & effer di loro com'è di me padrone.
Di Venetia satta il di primo Ottobre 1592.
D.V.S.A
Humiliss & Fedeliss.
Seruitore.
Fra Lodouico Zacconi.
AILETTORI.
SE piu e piu volte io stesso nel publico conuersare non mi
sosse abbatutto di vdire questo & quello sì con audacia
& prontezza scioglier le loro pungente lingue in biasmo
de scrittori al peggio che sanno non ricconoscendo le fati-che di penna per quello che si debbano ricconoscre, io
lasciarei andar le presente mie fatiche senza altra anno-tatione ouer dissesa, perche mi basterebbe solo il pensar alle imperfettioni hu-mane,& alla patienza che hanno i dotti in sopportar questi dicitori & lin-gue; ma dubbitando io che le non passino le douute limitationi & i debbiti
segni, li dirò solo queste quattro parole.
Non si riguardan gli arbori se hanno diritti i rami e i tronchi con propor-tione ben tiratie, ma se v'hanno i frutti maturi & ben fatti; & molti cor-ran al palio quantunque sappian ch'vn solo l'habbia d'haere. Jo prego ben
quì ogni vno à gl'errori di stampa ò miei esser pietoso, & compassioneno-le, ne riguardare à gl'ornamenti, alle bellezze del dire, ò pur all'ortografia &
allo stile, ma con lieto viso compatire ogni disgusto, & mala sodissattione;
perche io ho cercato nel ragionare di non esser breue portando seco la breuità
oscurezza & dubbitatione, ne meno d'esser poi si longo che vi sieno pochi
sensi con assai parole per causa che la longhezza e'l troppo dire seco porta di-menticanza & oblione. Et s'alle volte i raggionamenti sono lunghi se si
consideraranno l'occasione, & vi si riguarderà bene, non dubbito punto che
non mi s'habbia compassione, & non mi si dia ragione. Cosi con pregar
tutti à riceuere il buon animo mio con la mia pura intentione, & à prender
di queste mie fatiche quello che piu à loro aggrada & piace, pregando ogni
vno à corregger da se stesso tutti gli errori che vi troueranno scorsi come
ho detto per ignoranza mia, & delle stampe, resterò à tutti in vniuersale di
tanta benignità & cortesia sin che haurò spirto & vita sempre obligato.
TAVOLA DI TVTTE LE MATERIE PRINCIPALI CHE PER CAPITALI SONO IN TVTTA LA PRESENTE OPERA CONTENVTE.
Ragionamento familiare in-torno à i scrittori di musi-ca. | Cap. 1. | fol.1 |
Che cosa sia Musica vni-uersale. | Cap. 2 | fol.2 |
Per le diuisioni della Musi-ca, qual cosa sotto il nome di Musica i Musici habbiano da intendere | Cap. 3 | 3 |
Che cosa sia Theorica, Prattica, Musico, & Cantore, & chi s'intenda per Theorico Prattico Musico, & Cantore. | C.4 | 3 |
Che cosa s'intenda sotto il nome di Prattica di Musica. | Ca.5 | 4 |
Quanto sia stato bene à ritrouar la Musica, & quanto beneficio à gli huomini appor-ta. | Ca.6 | 5 |
Quali & quanti buoni effetti produchi la Musica. | Ca.7 | 5 |
Quale cosa piu astringe le creature humane a imparar di Musica. | 8 | 6 |
Quali Musici s'intendino per antichi, & quale sieno quelle cantilene ch'hoggi giorno si chiamano antiche. | 9 | 7 |
Di donde cauauano gli antichi gli effetti suoi Musicali. | C.10 | 7 |
Di donde procedano i propri) effetti harmo-nici, & Musicali. | 11 | 7 |
Se i moderni effetti Musicali hanno quella forza haueano gli anrichi. | C.12 | 8 |
Quali sieno gl'effetti intrinseci della Musica. | Cap.13 | 8 |
Quali sieno gl'effetti estrinseci della Musica. | Cap.14 | 8 |
Se gl'effetti estrinseci della Musica nascano dalla dispositione de numeri, & caratteri Musicali; quali sono questi caratteri. | C.15 | 9 |
In che modo si faceano l'harmonie prima che si fossero trouati questi caratteri Musicali che hora adoperiamo. | C.16 | 9 |
In che modo si sia ridotta la Musica in scien-za. | C.17 | 9 |
Perche causa la Musica si sia ridotta in scien-za. | C.18 | 10 |
Se la Musica non si fosse ridotta in scienza, che cosa hora la fosse. | C.19 | 10 |
In che modo fu conosciuto esser buono à re-dur la Musica in scienza. | C.20 | 10 |
Quali furono i mezzi da ridurre la Musica in scienza. | C.21 | 11 |
Se la Musica P scienza speculatiua ouer reale, & della conuenienza grande che ha con l'altre scienze. | C.22 | 11 |
Delle antichità della Musica & suoi inuento-ri. | Ca.23 | 13 |
In che modo, & per qual via sia stato ritroua-ta la Musica figurata. | Ca.24 | 13 |
Come, di che cosa si formi, & quante cose sono necessarie alla Musica. | C.25 | 15 |
Perche causa a collocar le figure Musicali si adoperano piu cinque corde che quattro ouer sei. | C.26 | 15 |
Quante chiaue Musicali si trouano, come & perche causa cosi si formino. | C.27 | 16 |
Che cosa sia inditio & à che seruano gl'indi-tii nelle cantilene. | C.28 | 18 |
Del Tempo Musicale & delle sue diuisioni. | Ca.29 | 18 |
Del origgine del tempo. | C.30 | 18 |
Come sia stato ritrouato, o di donde sia venuto questo modo di dire Tempo per me-dium, o Tempo della Breue. | C.31 | 19 |
Che cosa sia misura, tatto, & battuta. | Cap.32 | 20 |
Della diuision del tatto & sua sumministra-tione. | C.53 [sic: 33] | 20 |
Quante sono le figure Musicali, & quale sie-no. | C.34 | 22 |
Perche causa le figure Musicali non sono piu di otto. | Ca.35 | 23 |
Quali sieno i segni del tatto. | C.36 | 24 |
In qual luogho s'habbiano da porre i segni del tatto, & se si possano diuersamente forma-re. | Ca.37 | 25 |
Qual sia il nome delle figure Musicali, & co-me s'informino di suono. | C.38 | 26 |
In che modo i Musici si seruino di vt, re, mi, fa, sol ,la. | C.39 | 26 |
Perche causa tutte le figure Musicali si sum- page iv ministrano con vt, re,mi, fa, sol, la, & come detti nomi fosser ritrouati. | C.40 | 27 |
Che cosa sia punto nella Musica, & che effetto faccia. | c.41 | 27 |
Del punto di agumentatione. | C.42 | 28 |
Se le figure Musicali si possanofare sotto altra forma. | c.43 | 28 |
Delle legature & figure legabili. | C.44 | 29 |
Delle figure oscure legate ò sciolte, & del suo valore. | C.45 | 31 |
Se le figure minori possano essere anteposte al-le maggiori & come le si antepongano. | cap.46 | 33 |
Delle pause sospiri, & mezzi sospiri. | C.47 | 34 |
Che cosa sia [mus.brot] molle & [mus.brot] quadro. | c.48 | 36 |
Dell'uso di [mus.brot] molle, & di [mus.brot] quadro. | Capitolo 49 | 36 |
Del Diesis che cosa sia & perche causa nella Musica s'adoperi. | C.50 | 38 |
Se si può in luoco del Diesis porre il [mus.brot] quadro, & il [mus.brot] molle in che luoco si deue porre. | C.51 | 40 |
Delle Sincope; con le sue vere, & reale distin-tioni a perfetta dimostratione che cosa sieno. | C.52 | 40 |
Di alcune strauaganze che si trouano nella Musica. | C.53 | 42 |
D'alcuni passi difficili poche volte vsati, & della difficultà che hanno i Cantori a dirli bene. | Ca.54 | 43 |
Alcune altre difficultà non da tutti conosciute. | C.55 | 44 |
Che cosa sia Canon, & come vadi cantato. | Cap.56 | 44 |
In quanti modi vna composition sola si possi cantare. | Cap.57 | 47 |
Se la Natura ò l'Arte c'insegna a cantar di Mu-sica. | Ca.58 | 50 |
Del nouo & moderno modo d'insegnare a cantare. | Cap.59 | 52 |
Da chi si ha da cercar d'imparar a cantar di Musica, & qual cosa vn scolare habbia da imparar prima. | Cap.60 | 51 |
Chi, & quale debba essere il Cantore. | C.61 | 53 |
Delle particulare qualità del Cantore. | Capitolo 62 | 54 |
In che modo si possano le figure Musicali cantar con gratia le figure Musicali. | Cap.63 | 55 |
Come, & in che modo si cantino le parole sotto le figure Musicali. | C.64 | 57 |
Di quanto giouamento per le parole sia stato il punto d'agumentatione. | Cap.65 | 57 |
Che stile si tenghi nel far di gorgia, & dell'vso de i moderni passaggi. | Ca.66 | 58 |
Chi, & quale debba essere il maestro di Ca-pella. | Cap.67 | 76 |
Di qual sorte di voci si debbe far elletione per far buona Musica. | Ca.68 | 77 |
Del modo d'incomminciar à cantare, & del dar la voce alle parte. | Cap.69 | 78 |
De tutti quei inditii che dimostrano il fine delle cantilene. | C.70 | 78 |
Per quai segni si finiscano le cantilene. | Capitolo 71 | 80 |
Della fine che hanno le Villanelle, & le Can-zonette. | Ca.72 | 80 |
In che modo le Villanelle, & altre Barzelette possano contradire & non esser soggette alle regole Musicali. | Cap.73 | 81 |
Quali sieno gli oblighi principali del Compositore. | Cap.74 | 81 |
Quali sieno gli principali oblighi del Canto-re. | Cap.75 | 82 |
In qual caso tanto il sicuro, quanto che il timido Cantante può caddere in vn notabil er-rore. | Cap.76 | 82 |
Nelle gratiose vaghezze, & vaghi accenti delle cantilene ordinarie & commune, qual co-sa schiuandola si debbe piu fuggire. | Capitolo 77 | 82 |
Se tutte le vaghezze & maniere di cantare che stanno bene & si concedano à vna parte, si concede all'altra. | Cap.78 | 83 |
Qunat'auertenza & cura haueano gl'antichi nel segnar i loro canti, & che particulare autorità habbiano i Compositori, tenuta al presente da Cantori semplici quasi per inconueniente. | Cap.79 | 83 |
Quante di quelle sotigliezze antiche i mo-derni compositori habbiano demesse, conosciute per sotigliezze di poco momento, & quasi da niente. | Ca.80 | 84 |
Che cosa sia Modo, Tempo, & Prolatione in Commune. | Cap.1 | 86 |
Come, & da che cesa habbi hauuto origi-ne il Modo il Tempo & la Prolatione. | Capit.2 | 86 |
Se le specie de Prolationi & Modali li possano vsare senza che c'intrauenghi il Tempo. | Cap.3 | 86 |
Del Tempo perfetto & del suo segno. | Capitolo 4 | 87 |
Come si procede per dare & torre la perfet-tione alle figure nel Tempo perfetto. | Capitolo 5 | 87page iv-v |
Del punto di diuisione, & d'alteratione. | Capitolo 6 | 89 |
Del punto di Perfettione. | Ca.7 | 89 |
In che cosa, & in quale occasione i Composi-tori antichi habbiano errato nell'assignar il valore alle figure del Tempo perfetto. | Cap.8 | 91 |
Come tutte queste regole del Tempo perfet-to si adattano alle Specie Modale, alle Pro-lationi, & alle Proportioni. | Cap.9 | 91 |
Come si procede nelle cantilene che sono se-gnate con gli inditii del Tempo; & hanno con essi i segni del Modo, & delle Prolationi. | Cap.10 | 92 |
La diuisione delle Specie Modali, del Tempo, & delle Prolationi. | Cap.11 | 93 |
Con che occasione, & pur qual causa si sia di-uiso il Modo, il Tempo, & la Prolatione. | Cap.12 | 94 |
Se possano in qual si voglia specie di cantile-ne intrare tutte le figure Musicali. | Capitolo 13 | 94 |
Quali sieno gl'inditii & segni del Modo & della Prolatione. | Cap.14 | 95 |
Se le Specie Modali possano stare con le Prolationi. | Ca.15 | 95 |
Quando il Modo ò le Prolationi sono insie-me con il Tempo; chi di loro dua domini le Cantilene. | Cap.16 | 96 |
Doi principali auertimenti intorno alle Spe-cie Modale, con alcune cose da moderni osseruate, & non conosciute. | Cap.17 | 96 |
Vn ordine che tengano i Compositori nel comporre, che molti non sanno le cause; & qual ordine si deueria tenere se si componesse vna cantilena Modale. | Cap.18 | 98 |
Quali sieno i valori delle figure del Modo & del Tempo. | Cap.19 | 99 |
Se tutti i valori delle figure del Modo, & del Tempo si possano con altri valori compa-rare. | Cap.20 | 100 |
Come si procede nella numeratione delle pause Modali del Tempo, & delle Prolationi. | Cap.21 | 101 |
Quando le figure del Modo & del Tempo mancano della loro perfettione. | Capitolo 22 | 102 |
Auertimento particulare sopra le fignre alte-rate & diuise delle Specie Modali & del Tempo. | Cap.23 | 103 |
Se le due principali Specie Modali si possano variare, & con che mezzo le si variano. | Capit.24 | 104 |
Se la zifra binaria nelle compositioni del Tem-po & le Modali fà sempre vn medemo ef-fetto, ouero opera diuersamente. | Capitolo 25 | 105 |
Come si diuidano, & quale sieno le specie delle Prolationi. | Cap.26 | 106 |
Qual sia il tatto delle Prolationi; & perche causa vogliano piu vn tatto che l'altro. | Cap.27 | 106 |
Perche causa le specie delle Prolationi sono solamente dua, & non quattro come le Specie Modali. | Cap.28 | 107 |
Se tutte le figure Musicali possano intraueni-re nelle Prolationi. | Cap.29 | 107 |
Se le Prolationi vanno cantate sotto il tatto equale ouero inequale. | Cap.30 | 108 |
Perche causa quando le Prolationi non sono segnate con altri segni che con li segni suoi, vanno cantate in foggia di Proportione, & quando che hanno la ternaria zifra si cantano con il tatto delle cantilene ordinarie, se-condo il numero delle figure. | Ca.31 | 109 |
Qual sia propriamente la vera, & natural Prolation perfetta. | Cap.32 | 109 |
Quante belle cose ci manifesti il superiore es-sempio: & per lui nelle Prolationi quante cose difficile s'imparano, che non si vegga-no notate nelle regole. | Cap.33 | 111 |
Qual sia la naturale Prolatione imperfetta. | Capit.34 | 112 |
Auertimanto particulare intorno alle Prola-tioni semplice. | Cap.35 | 113 |
Se le Prolationi si possano in altra foggia con-siderare. | Cap.36 | 114 |
Che cosa s'habbia da osseruare per saper il proprio valore delle figure delle Prolatio-ni composte. | Cap.37 | 115 |
Come si proua esser il vero che nelle Prolationi si possino cantare una Minima per tatto, se di sopra sempre n'habbiamo vaduto andarcene tre. | Cap.38 | 115 |
Quanta diligenza & osseruatione bisogna hauere nelle cantilene delle Prolationi. | Capitolo 39 | 122 |
Come fuori delle Specie Modali & di Prola-tione non si trouano valori di figure per poter comporre, senza non intrare nelle ma-niere ordinarie. | Cap.40 | 122 |
Come nelle Prolationi imperfette possino es-sere le figure perfette, diuise, & alterate. | Capit.41 | 123 |
Perche causa in conseruatione delle figure bianche, le figure imperfette delle Prolationi non si segnano con qualche punto. | Capitolo 42 | 123page v |
Se si possano vsar le Prolationi con le Specie Modali senza gl'inditij del Modo. | Capitolo 43 | 124 |
Qual stile ò regola si possi tenere per hauer pronta, & facil cognitione delle cantilene di Prolatione. | Cap.44 | 124 |
Perche causa sieno stati ritrouati questi tanti valori delle Prolationi. | Cap.45 | 124 |
Se è lecito di adoperare in vna cantilena non solo piu valori delle figure naturali, ma an-co i valori di diuerse specie. | Capitolo 46 | 125 |
Perche via si possino i valori di diuerse Specie Musicali accomodare in vna cantilena sola. | Cap.47 | 125 |
Già che i diuersi valori delle figure Musicali si possano accompagnar insieme, come si procede nelle cantilene che cantino per diuersi segni. | Cap.48 | 125 |
Alcuni notabili auertimenti che si debbano hauere nella cantilena superiore. | Capitolo 49 | 127 |
Se vna parte sola può hauer diuersi segni. | Cap.50 | 127 |
Quando in vna parte sola sono dua ò piu se-gni, qual segno vadi cantato prima. | Capitolo 51 | 128 |
Se con vn segno solo, si può far repetere vna cosa piu volte. | Ca.52 | 129 |
Come alcune cantilene senza l'introduttione de piu segni piu parte possano cantar in vna con vna varia disposition di chiaue. | Capitolo 53 | 129 |
Quando le parte d'vna cantilena hanno di-uersi segni, come si ha da procedere per dar il valor giusto alle figure. | Cap.54 | 139 |
Se nelle cantilene di Musica figurata si troua-no altri segreti che sieno di momento & di consideratione. | Cap.55 | 130 |
Come con vn essempio solo si possa hauer cognitione di tutte le difficultose & princi-pali specie di cantilene che si ritrouano. | Capitolo 56 | 131 |
Come per via di regole generale si possi sapere il valor delle figure di qual si voglia can-tilene Musicale. | Cap.57 | 131 |
Stante il gran numero, & la molta copia delle cantilene fatte sotto contrarii, & diuersi se-gni che si trouano per il Mondo sparse: perche nel presente trattato non se ne facci piu lunga, ò altra diffusa decchiaratione. | Cap.58 | 132 |
Perche causa nella Musica si dichi Proportione. | Cap.1 | 133 |
Che cosa particularmente nella Musica s'in-tenda sotto il nome di Proportione. | Capitolo 2 | 133 |
Con che mezzo si distiunguino le Proportio-ni dall'altre cantilene. | Cap.3 | 134 |
Quale sieno quelle figure che entrano nelle Proportioni. | Cap.4 | 134 |
Perche causa nella Musica si dicha numero binario & ternario. | Cap.5 | 135 |
Perche causa si pone la zifra ternaria nel principio delle Proportioni. | Cap.6 | 135 |
Se necessario la zifra binaria nelle cantilene commune. | Cap.7 | 136 |
Che differenza sia da Proportione, Tripla, Sesquialtera & Emolia. | Cap.8 | 136 |
Con qual sufficiente mezzo si proua che Tripla, Sesquialtera & Emiolia non sieno Pro-portioni. | Cap.9 | 138 |
Che cosa sia Dupla, Tripla, Quadrupla, Quintupla. | Cap.10 | 138 |
In che modo la Dupla la Tripla la Quadru-pla & tutte l'altre Specie d'oppositi num-meri sieno state ritrouate. | Cap.11 | 139 |
Quando piu specie de diuersi oppositi nummeri son poste insieme; in che modo si cono-sca questa specie esser d'vna sorte & que-sta d'vn altra. | Cap.12 | 140 |
Quali sieno i sostentamenti di tutte le supe-riori specie con la decchiaratione del genere Multiplice, Superparticulare, Superpar-tiente, Multiplicesuperparticulare, & Multiplicesuperpartiente. | Cap.13 | 140 |
Come si proceda nelle nummerale oppositio-ni del genere Superpartiente. | Cap.14 | 140 |
In che modo s'habbia d'hauer cognitione del genere Multiplicesuperparticulare, & perche via si cauino le sue specie. | Cap.15 | 141 |
Perche via si possi hauer cognitione del gene-re Mutiplicesuperpartiente, & come si ca-uino le sue specie. | Cap.16 | 142 |
Perche causa furono trouati questi generi di oppositi nemeri [sic: nummeri]. | Cap.17 | 142 |
Come si possa hauere piu chiara, & perfetta cognitione de tutti questi cinqui generi di oppositi numeri, & delle loro specie. | Cap.18 | 142 |
Decchiaratione delle cinque figure quadrate poste ne i quadrati del Capitolo superio-re, & come s'adoperano gl'essempii colloca- page v-v ti nelle corde Musicali. | Cap.19 | 146 |
Di donde sieno deriuati i nomi de i sudetti cinqui generi. | Cap.20 | 147 |
Se stante i medemi numeri i sudetti cinqui generi possino hauer le specie variate. | Capitolo 21 | 147 |
Se queste oppositioni de numeri, & comparationi Arithmetiche sieno di vtile alla Musica, & che giouamento apportino à i Com-positori. | Cap.22 | 148 |
Come sia nato questo errore che le Triple & le Sesquialtere con l'Emiolie sieno state per falso & tristo abuso tolto per Proportioni. | Cap.23 | 148 |
Se le Triple & le Sesquialtere con qual si vo-glia specie di opposito nummero si possano introdurre dentro al principio delle canti-lene ordinarie & commune. | Cap.24 | 149 |
Come si potria remediare in far chiamar le Proportione Proportioni senza dirle Tri-ple Sesquialtere ouero Emiolie. | Capitolo 25 | 149 |
Quale siano le diffinitioni delle Duple, delle Triple, delle Sesquialtere, & dell'Emiolie. | Cap.26 | 149 |
Già che l'Emiolia si forma di figure oscure; si cerca se tutte l'altre specie si possano come lei oscurare. | Cap.27 | 150 |
Se essendoci tante specie d'oppositi numeri si può formar vna cantilena mista de diuersi numeri comparati. | Cap.28 | 150 |
Che vtile n'habbiano i Compositori di tante specie di oppositi numeri. | Cap.29 | 154 [sic: 150] |
Non essendo le specie d'oppositi numeri di alcun vtile, perche causa i Theorici n'hanno scritto, & trattato si diffusamente. | Capitolo 30 | 151 |
Come per distinguere le Proportioni d'ine-qualità di tatto & di figure, le Triple & le Ses-quialtere non s'habbiano da chiamar Pro-portioni. | Cap.31 | 151 |
In che modo le Proportioni vere si segnano con le zifre, se le zifre sono proprii segni delle oppositione de numeri. | Cap.32 | 152 |
Se per la conuenienza delle zifre, & delle figure si possano introdur le Triple & le Ses-quialtere dentro alle cantilene di Propr-toione. | Cap.33 | 152 |
Se ci è nisciuna sorte di Proportione che habbia forma, & similitudine di Tripla, ò di Sesquialtera. | Cap.34 | 152 |
Che vtilità ne cauano le cantilene dalle spe-cie d'oppositi numeri. | Cap.35 | 153 |
Che aiuto diano le Sesquialtere, & l'Emiolie alle cantilene ordinarie. | Cap.36 | 153 |
Quante specie de Proportioni si ritrouano. | Cap.37 | 153 |
In che modo, & in qual maniera si formino gl'essempii delle quattro specie di Propor-tione d'inequalità di tatto & di figure. | Cap.38 | 152 |
Quali sieno i segni delle Proportioni, & in che modo le s'introducano & si cauino fori delle cantilene ordinarie. | Ca.39 | 156 |
Qual si il tatto delle Proportioni. | Capitolo 40 | 157 |
Perche causa nelle Proportioni si summini-stra il tatto inequale. | Cap.41 | 158 |
Quale figure nelle Proportioni sieno alterate & possino esser perfette. | Cap.42 | 158 |
In che modo & quando le figure in Propor-tione sieno perfette. | Cap.43 | 159 |
In che modo le figure Musicali in Proportio-ne sieno diuise. | Cap.44 | 159 |
Alcune particulare annotationi, & auertimenti che si debba-no hauere ne i punti d'alteratione, ò nelle figure alterate di Proportione. | Ca.47 | 161 |
In che cosa circa le regole Musicali i Prattici non conuengano con i Theorici. | Capitolo 46 | 161 |
Oppinioni diuerse che hanno alcuni particu-lari professori intorno alle Proportioni. | Cap.47 | 163 |
Come entrano le pause nelle Proportioni. | Cap.48 | 165 |
In che modo pare che le Pause habbiano piu forza & maggior potere che non hanno le figure. | Cap.49 | 167 |
In che modo si procede nelle cantilene di Proportione persaper quando le figure sono perfette & imperfette. | Cap.50 | pb167 |
Che cosa ci sforzi ad introdurre le figure delle Proportioni imperfette nelle Proportioni perfette. | Cap.51 | 168 |
Quanta differenza sia delle figure oscure che si adoperano nelle Proportioni da quelle che si adoperano nelle cantilene ordinarie. | Cap.52 | 169 |
Quale figure nelle Proportioni ci possino in-gannare. | Cap.53 | 170 |
Perche causa si sieno fatte tante longhe digressioni, & douendosi fare perche si sono fat-te piu quì che altroue. | Cap.54 | 170 |
Con quanta facilità quelle rego le che paiano si longhe & di tanta importanza, si raccol-ghino per summario in vno Epilogo. | Capitolo 55 | 171 |
Con qual ordine & pulitia si debbano fare le page vi Proportioni conforme alle uere & buone regole. | cap.56 | 172 |
Perche causa si trouano piu Proportioni maggior perfette che minor perfette. | c.57 | 173 |
Quali sieno gl'effetri delle Proportioni. | Capitolo 58 | 174 |
Perche causa i Compositori antichi andaua-no dietro alle Specie Modali, se da loro non ne cauauano altro effetti che l'ordinario. | capitolo 59 | 174 |
Qual cantilena produce maggior diletto, le Proportioni ouero le commune comprese sotto il numero binario. | Cap.60 | 175 |
Se l'effetto delle Proportioni è piu deletteuole che non è quello delle cantilene ordinarie, perche non si vsano piu le Proportioni che quelle. | cap.61 | 176 |
Se tutte quattro le specie delle Proportioni producano vn'effetto istesso. | Cap.62 | 176 |
Se tutte quattro le specie delle Proportioni producano vn medemo effetto; perche causa non se ne forma vna specie sola. | c.63 | 177 |
Quando si adopera la Proportione imperfet-ta se fa bisogno d'introdurla con i segni del Tempo, ò se si può far senza. | Cap.64 | 177 |
Con quante sorte di figure Musicali si possa-no sotto il tatto inequale accomodare le figure in forma di Proportione. | c.65 | 178 |
Se nelle Proportioni si possano vsar figure in foggia di sincope. | Cap.66 | 178 |
Come si conosca & proui che le Proportioni imperfette non possino esser introdutte in cantilene binarie senza li suoi segni. | c.67 | 179 |
In qual caso si possino introdur le Propor-tioni senza segno. | cap.68 | 180 |
Delli dua segni delle Proportioni, qual sia il piu proprio & particulare. | cap.69 | 180 |
Se nell'introdurre le Proportioni nelle cantilene ordinarie, si può introdurre vna parte prima dell'altra. | cap.70 | 181 |
Se nelle Proportioni si possano introdur figu-re in modo che produchino effetto impro-prio & sproportionato. | cap.71 | 181 |
Dopo tutte l'essentiale demostrationi dell'essenza principale delle Proportioni, che differenza sia dall'effetto di Emiolie & di Proportione. | cap.72 | 182 |
Se in vn canto di Proportione può esser vna parte ò dua che cantino le figure sotto la quantità binaria. | Cap.73 | 183 |
Quale sieno le Proportioni bastarde. | Capitolo 74 | |
Quale sieno le Proportioni sciolte. | c.75 | 186 |
Quale sieno le Proportioni alacciate. | capitolo 76 | 186 |
Quale sieno le Proportioni rissolute. | Capitolo 77 | 187 |
Se in qual si voglia sorte di Proportione vi è cosa ch'habbia bisogno di esser dimostrata & auertita. | Cap.78 | 187 |
Sotto questo nome Tuono, quante cose s'intendano. | Cap.1 | 193 |
Che cosa sia Tuono di grado, & de quanti Tuoni si formi vna scala naturale. | Cap.2 | 193 |
Che cosa vogli dire Dittono Semidittono Trittono con la dechiaratione de tutti quanti i gradi che passano per il Tuono harmoniale. | Cap.3 | 194 |
In che modo si sia introdutto nella Musica di dire Dittono Semidittono, & Trittono, se si potea dire terza maggiore terza minore & quarta falsa. | Cap.4 | 195 |
Che cosa nella Musica vogli dire Medietà, & relatione. | cap.5 | 195 |
Che cosa sia Tuono harmoniale. | cap.6 | 196 |
De quanti gradi Musicali si formi vn Tuono harmoniale. | cap.7 | 196 |
Se il Tuono harmoniale è vn solo ouer piu di vno. | cap.8 | 197 |
In quante maniere è stato chiamato il Tuono harmoniale & se si può con altro nome chiamare. | cap.9 | 198 |
Quanti sono i Tuoni harmoniali circa alla lo-ro quantità & numero. | cap.10 | 198 |
Come si procede nella nummeratione de Tuo-ni harmoniali, & in che modo si nummerauano anticamente. | cap.11 | 199 |
Perche causa i Tuoni harmoniali non sono nè piu nè meno de dodeci. | cap.12 | 199 |
Se i Tuoni harmoniali sono necessarii, ò se si può far senza. | cap.13 | 200 |
Qual cosa sforza i Tuoni harmoniali à esser necessarii. | cap.14 | 201 |
I sufficienti mezzi con i quali si proua che i Tuoni harmoniali non sono ne furono mai manco de dodeci. | cap.15 | 201 |
In che modo sia nato questo errore di tenere che li Tuoni harmoniali sieno solamente otto, & non dodeci come sono stati sempre mai. | cap.16 | 202 |
Quale sieno le vere & proprie forme de i Tuoni harmoniali. | cap.17 | 203 |
Per qual via & con qual ordine le Quarte & le Quinte formino i Tuoni harmoniali. | Capitolo.18 | 203 |
Di doue si cauino queste Quarte & queste Quinte & come habbiano hauuto princi-pio. | cap.19 | 204page vi-v |
In qual lettera della Mano Musicale si pone il principio de i Tuoni harmoniali. | cap.20 | 204 |
Essendosi posto il principio delli Tuoni har-moniali nelle corde di natura, perche piu si è posto in D sol re, che in C fa vt: se C fa vt è il primo luoco di natura. | cap.21 | 205 |
Essendo il principio de i Tuoni harmoniali collocato nella corda di D sol re: vtrum se seria bene di leuarlo & di collocarlo nella corda di C fa vt; vera & prima corda di natura. | cap.22 | 205 |
Se per l'antica institutione de i Tuoni harmoniali, si constituisce il principio in D sol re, & il fine in C sol fa vt collocandone dua per ciascheduna lettera; come possano esser dodeci, se le lettere sono sette. | cap.23 | 205 |
Quale sieno le sensate, & reale demostratione de i dodeci Tuoni harmoniali. | 24 | 206 |
Per la conuenienza che hanno i Tuoni har-moniali nella esteriore & semplice forma, in che modo si formano, & si fanno le loro particular denominationi. | cap.25 | 206 |
Come in tutta la disposition d'vn canto facilmente si posi cauare la cognitione di vn particular Tuono harmoniale. | cap.26 | 206 |
Qual particular auertenza bisogna hauere per conoscer bene questo & quel Tuono har-moniale. | cap.27 | 207 |
Perche causa i Musici hanno trouato di tra-sportar i Tuoni harmoniali fuori delle loro corde naturale per collocarli in altre cor-de. | cap.28 | 208 |
Con qual piu facil osseruanza si possi hauer breue & succinta cognitione de i Tuoni harmoniali trasportati. | cap.29 | 208 |
Demostratione d'alcuni Tuoni naturali che hanno bisogno di esser con chiarezza di-mostrati. | cap.30 | 209 |
Auertimento necessario & particulare intor-no alla cognitione di qual si voglia Tuono harmoniale. | cap.31 | 209 |
Se ci è nisciun Tuono harmoniale che possa finire oltra gli superiori assignati modi. | capitolo.32 | 209 |
Consideration particulare sopra il quarto Tuono harmoniale. | cap.33 | 210 |
Quante sieno l'intonatione de cantici & Sal-mi noturni & vespertini. | cap.34 | 211 |
Quali sieno i Tuoni misti infra li Tuoni har-moniali. | cap.35 | 211 |
Se è lecito di variar le specie de Tuoni harmaniali con intrar di vna specie nel'altra, & farli esser Tuoni misti. | cap.36 | 211 |
Di quanto giouamento sieno i Tuoni harmoniali al Compositore. | cap.37 | 212 |
Nella conuenienza de gl'Istrumenti. | ||
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Che cosa sia & voglia dire Istrumento Mu-sicale. | cap.38 | 212 |
Quali sieno quegl'Istrumenti atti à far Musi-ca & à produrre soaue & dolce harmonia. | cap.39 | 213 |
Diuisione generica & specificata de gl'Istru-menti Musicali. | cap.40 | 213 |
Se gl'Istrumenti Musicali che sono fatti con le diuisioni Diatoniche si possano diuidere Chromaticamente. | cap.41 | 213 |
Quali sieno quegli Istrumenti, che hanno sempre il suono fermo & stabile, atto à non po-tersi mouere senza loro offesa & danno. | capitolo.42 | 214 |
Quali sieno quegli Istrumenti che hanno il suono mobile. | cap.43 | 214 |
Se tutti gl'Istrumenti Musicali hanno le voci reale: & quali sieno quelli che ne possano produrre del'altre oltra le proprie & vere. | capitolo.44 | 214 |
Quali sieno quegl'Istrumenti che in se con-tengano piu voci, cioè partendosi dalle voci pi graue, vadino piu alto nelle acute. | capitolo.45 | 215 |
Con qual Istrumento meglio si possi sonar tutte le parte. | cap.46 | 215 |
Quali Istrumenti Musicali sieno soggetti al'accordature. | Cap.47 | 215 |
Quali sieno quegli Istrumenti che accordati vna sol uolta, sono accordati per sempre. | Cap.48 | 215 |
Se gl'Istrumenti Musicali che sono soggetti alle accordature tutti s'accordano in vn modo, ò pur diuersamente. | cap.49 | 216 |
Se ci è Istrumento nisciuno che conuenghi con l'altro Istrumento nell'accordatura. | cap.50 | 216 |
Che ordine & maniera si tiene nell'accordar gl'Istrumenti di suono mobile. | cap.51 | 216 |
Di quanta fatica sia l'accordar gl'Istrumenti. | cap.52 | 216 |
Quali sieno quegli instrumenti ch'essendo sotto vn nome solo hanno bisogno d'esser di-uisi. | cap.53 | 217 |
Se gl'Istrumenti che sonano vna parte sola, & che hanno il suono mobile, douendosi accordare, s'accordano tutti insieme. | Capitolo.54 | |
Come si può far senza maestro à imparar d'accordar gl'Istrumenti Musicali di suono mobile. | cap.55 | 217 |
Vniuersal demostratione di quanto uadino alto & basso tutti gl'Istrumenti Musicali. | cap.56 | 218 |
IL FINE
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IL PRIMO LIBRO DELLA PRATTICA DI MVSICA DEL R.P.F. LODOVICO ZACCONI DA PESARO, DELL'ORDINE AGOSTINIANO. In cui si tratta di tutte le cose, che appartengono a i canti communi, & ordinarij, etc.
Ragionamento familiare intorno a i scrittori di musica. Cap. I.
COLORO che non sanno piu che tanto & che non si curano di sapere: po-co ò nulla stimano le fatiche altrui, viuano infra le populare genti, & tra
il numero grande delle persone come Olmo infra le piante, che senza pro-dur frutto ne fiore, d'altro non è buono; che di multiplicar in quantità, &
di far ombra: ma quei che sanno, & sempre s'affaticano di sapere, fanno
ogni studio, & vsano ogni arte per communicar altrui i studij suoi: Ne si cu-rano d'affanno, ò di fatica, nel consumar le notte intiere: purche vegghian-do & faticandosi, si fatichino & vegghino in beneficio del compagno. On-de fra tutti gli oblighi ch'habbiamo à quei che fanno; tenendoli per grandi
& d'importanza tutti, l'obligo ch'habbiamo a che ci ha aitato con lo scriuere io stimo lo maggiore:
poiche il difendersi con le lingue, il porgerci maturi consegli, il persuaderci il meglio, il ritrarci dal
peggio, & il souenirci ne i Ciuili, & Criminali trauagli è poco, ò non è nulla, al pari del giouamen-to delle scritture: perche le parole se le porta il vento; & passano i fatti mentre si fanno: ma quel
che si fa, ò dice quando alla penna si sottopone; fatto ò detto che gli si sia, in atto viuo sempre ri-mane. Che ben si vede quanto i scritti durino, & quanto lontan si stendino: quando che per essi con
giouamento si grande & dolcezza si incredibile habbiamo notitia come Iddio questo Mondo fabricas-se: in che modo il nostro primo Padre da tanto ben cadesse: per qual causa la terra s'inondasse, che il
primo homicidio commettesse, doue la prima vittima s'immolasse, per donde il guerreggiar n'uscisse,
quanto ne i primi anni si viuesse, in che maniera Sodoma si punisse, che cosa di tempo in tempo ne se-guisse, & altro ch'assai hauerei che fare, se ciò che è fatto ad vna ad vna io raccontasse, & tutto quel-lo che ci narrano le scritture io dir volesse. A noi ci basta questo che li scritti altrui ci hanno fatto sa-pere glu huomini che già di grande reputatione furono, gli esquisiti pareri loro, le honorate occupationi, i
fatti egregij, le conuenienze fraterne, l'espositioni rare, è quanto già migliaia d'anni da questo e quel
fu fatto. Cosa certo di gran momento, & non di picciola consideratione: poiche se Mosè Profeta
Santo, l'historie della creation del Mondo scritto non hauesse, non sapressimo che prima quì uenis-se, in che modo ci siamo noi, la moltitudine delle genti che vi son state, sotto che leggi viuessero, che li
gouernasse. Ma questo beneficio di saper i fatti & le cose anticamente occorse seria poco al par di quel-
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lo che habbiamo riceuuto, quando che se non fossero i scritti di quello, & di quello: con le varie,
& diuerse interpretationi che in tanto gran numero, & copia si son fatte: seriamo si ignoranti che di
dottrina alle statue che in duro marmo sono intagliate, ò a quelle che son scolpite in secco legno ci potres-simo somigliare. Questo è quel obligo si grande che al mio parere, con nissuna cosa si può ricompen-sare, ne che con qual si voglia riccho prezzo si può pagare. Non è egli cosa di prezzo incomparabi-le che quegli alti pensieri, quelle dottrine singulari, quelle sottile inuestigationi, & quei arguti detti che
tanti e tanti, nelle lettioni, ne i ragionamenti, & ne i commercij familiari adussero i piu dotti, & i piu
stimati del Mondo: non solo ci sieno rimasti nelle mani, & che chi gli vuole ne può esser padrone, ma
anco dopò morte di poterle a gli heredi suoi, & essi a gli altri lasciare? diuenute si perpetue che senza
pericolo di perderle, o da vermi esser corose sapiamo, & saprà che dopò noi hauerà nouello spirito, &
vita chi fosse Diogene, chi Anassagora, chi Aristotele, chi Platone, & chi con la dottrina e il dire
tra di noi si è fatto immortale, subintrare con diletto incredibile in tutte le loro humane, & natura-le speculationi. Ma che diremo del obligo ch'habbiamo a chi della nostra fede si altamente scrisse:
quando che per le scritture Euangeliche, & che le norme Apostoliche rendendoci testimonianza certa
delle promesse diuine sappiamo, che il Verbo eterno si vestì di questa nostra carne, ch'egli morse per noi
su la Croce, & che infin suscitato da morte in vita ne ha mostrato la via di salir in cielo? Non sò come
quest'obligo fra tutti gli oblighi non sia il maggior: se maggiore è il frutto, il premio & la mercede,
& se per scritture tale; facciamo acquisto del maggior bene che in vita, & che dopò morte possiamo ha-uere. Ond'io considero anco che a douerlo molto meglio conseguire; lo studio, & le occupationi che
intorno alle scienze si fanno assai potente mezzo sia: poi che non solo con vtile, & guadagno grande
del anima l'huomo in questa vita mortale si corona: ma anco coronandosi de gradi, dignità, & premi-nenze, fugge il male, & si dispone al bene: perche mentre egli studia, & che intento, & che fisso ascolta, ò
legge, raccolto i sensi all'intelligenza di quello che egli legge ò ascolta vi s'occupa talmente tutto, che ne
volontà, ne obietto visibile dal intelligenza lo distoglie. Cosi essendo la volontà e gli obietti, i primi
mezzi per cui si commettano gli errori meriteuoli di pene; & trouandosi alhora in astratto occupati, è
forza di dire che lo studio, & l'imparare sia vu potente mezzo, & vna buona causa da ritrar l'huomo
dal ocio, & di farlo virtuosamente operare: ben lo conobbero gli antichi, che per non lasciar la volontà
sciolta, & i sensi apparecchiati ad occuparsi intorno a diuersi obietti, tutto il tempo che vissero; intorno
alle scienze s'occuparono, & gli anni tutti vi consumaranno, finche fatti mortali: morti, ancor ui-uono, & viueranno sempre piu che mai, talmente i ritratti loro nelle menti humane sono si ben scolpi-ti, & radicati. Di questo ne fanno fede quelli i quali in occasione di ragionare, & scriuere di questa
cosa, & di quella fanno mentione di che tra gli huomini rari, come raro visse, & e si altamente scrisse
che per la singularità delle perfette dottrine, per i sensati giudicij, & per le sentenze si belle che vsci-uano dalle lor bocche, singulari, & celeberrimi con tanto honore ancora viuano, che non paiano morti.
Et si conseruano qual cedrino legno intatti, puri, & immaculati. Non vediamo noi di quanti huomini
hoggi giorno si ragiona che non conoscessimo noi ne gli Aui nostri? da quanti valent'huomini sono ho-noreuolmente commemorati? che se fossero stati tristi, ignoranti, & simile a i stolti, non seria che di
loro facesse pur una minima mentione. Or tra questi che da dotti, & valent'huomini per la dottri-na, & la veneratione della persona spesse volte sono commemorati, quei scrittori ancor sono comme-morati che di Musica scrissero: si perche scrissero, & c'insegnarano quelle cose nelle quali consistano
le principali recreationi nostre, si anco perche le ridussero a tanta perfettione, & le posero in tanta esisti-matione che le fecero da tutto il Mondo abbracciare, & infra le scienze humane, & acquisite colloca-re: che ciò sia il vero, vediamo prima che d'acutissimi Filosofi, & da tantissimi Theologi n'è stato si
ben ragionato, & scritto, che ora non è dotto ne scrittore che scriuendo ò ragionando, in qualche par-te, non ne habbia scritto ò ragionato, & poi che n'hanno trattato con tanta particularità, & distintio-ne, che hora i trattati sono si ben distinti, & chiari d'ogni vno che l'intenda ne ha che dire. Non par
egli che assai siamo obligati alli scrittori, quando che se non fossero state le loro scritture saressimo in-fra le altre cose senza veruna cognitione di Musica: perche quantunque i vecchi nostri fossero stati
Musici, & che per via di traditione ne potessimo quel istesso sapere, chi di questo n'assicura? non seria
egli stato facil cosa che in tanto tempo la traditione si fosse smarita ò persa? o pur se la ci fosse anco-ra, che la non fosse in pochi, & in qualche lontana parte? non vediamo noi ciò che è intrauenuto alle
scienze Greche, & Hebraiche che se bene sono state scritte, & che habbiamo hauuto gran copia de
scrittori, hormai le si son perdute? & come meglio non si seriano potuto perdere, & non si seriano
perse se non ci fosse stato che ce l'hauesse lasciate scritte? non bisogna dire che hora le sieno sotto altra
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lingua: & che per qnesto [sic: questo] le ci paiono esser disuenute, & mancate: perche questa ragione è ben vera in
parte, ma non tutto, essendoche non tutte quelle cose che sono in lingua Greca scritte, sono in lingua
Latina tradotte: che Dio il volesse che non vederessimo tanti belli ingegni faticarseli ritornò a piu po-tere, come si faticano, & molti piu virtuosi, & dotti fioririano che non fioriscano, oltra che molt'al-tre non se ne seriano perse come si son perdute: chi n'assicureria che le guerre, le pestilenze, et il lungo
tempo, non ce l'hauesse fin hora tolte, & fraudate? per questo io dico che non mai a bastanza ringra-tiar possiamo quelli che ciò che seppero, come heredi ci donorno, & ci lasciarono scritto facendoci par-te di quelle cose che essi con tanta fatica, & sudore non cosi in pochi anni fecero acquisto. I primi che
scrissero di Musica diedero occasione a i secondi di scriuerne, & i secondi a gli altri finche al presente,
in tanto gran numero, & copia sono multiplicati, & cresciuti che con stupor grande, & merauiglia
incredibile n'empiano le librarie, a beneficio commune, & pro vniuersale di coloro che honoratamente
si vogliano in questa particular professione, occupare, & nell'introduttioni di Musica esercitare; onde
io hauerei assai che fare, se quì nel ingresso di questo mio trattato Musicale, particularmente nel prin-cipio del ragionare, volessi stare a raccontare, & descriuere ad vno ad vno tutti quei scrittori che si be-ne, & altamente di Musica han scritto, poiche di loro io non intendo ne pretendo di dirne altro, che se
non fossero stato i scritti loro, molti hoggidì sono musici che non seriauo [sic: seriano], & di molte belle compositio-ni s'odano che non s'vdiriano: ma bene col anteporre le loro tante honorate fatiche, con tutti i beneficij
che ci hanno fatto, voglio iscuoprire, ch'anch'io per desiderio grande che ho hauuto di giouar a quelli
che son quì, altroue, presenti, et futuri: volentieri, et di buona voglia, mi sono esposto a queste fatiche,
non per altro solo perche meglio dopò gl'interessi particulari si rendino gratie, et si doni il proprio gui-derdone alle fatiche di penna. hora da molti tanto disprezzate, & in si poco conto tenute. Cosi con
questo picciol mezzo di hauer commemorato, & fatta mentione vniuersale sale de gli honorati, & famo-si scrittori di Musica con hauerne detto, & dimostrato l'obligo che di douemo hauere, per hauerci
conseruato, quello ch'essi piu prezzaranno, & noi debbiamo prezzare: per esserci stato che con tanta
forza, & si altamente n'habbia scritto; verò a questa particular conclusione che la Musica si per la
fama de gli scrittori, & si per il ben ordine delle loro scritture hora la sia venuta in tanta stima, & re-putatione che quali fa vergogna all'altre scienze, poiche i Musici son cresciuti in tanto numero, & co-pia, che a considerarli solo non che a numerarli ci fanno stutipe [sic: stupire]. Il che se noi consideriamo ben non
nasce da altro, & da altro non viene se non dalle fatiche tante che si son fatte per facilitar la profes-sione, & arte, che per prima era si faticosa, & difficile. Perche sin quì non è stato scrittore, ne ci
debbiamo presumere che n'habbiamo a venire, che col hauer letto le scritture altrui, non si sia faticato
a piu potere di facilitarle, & di farle sempre piu chiare; volendo ogni vno che quella intelligenza
facile che è in lui, sia in altri co i scritti suoi. Questo pensiero è stato quello che l'ha fatta diuenir ta-le, & farà che di continuo la s'habbia d'agumentare: si perche si son facilitate le cose oscure, & fat-te chiare; si anco perche si faranno tutta via col tempo di bene in meglio. Di modo che la Musica
di pouera che fu per prima verrà si riccha che farà tutto il mondo merauigliare. Se lo può ben ogni
vno pensare che se hora al presente fioriscano tanti professori di Musica, d'honore e fama meritamen-te degni: che ne fioriranno anco per l'auuenire essendosi trouato con tanta facilità quanto si vede; della
quale assai, & non poco ne douemo ringratiar Iddio largo donatore di tutte le cose, che per sua gratia,
& bontà infinita senza nostri meriti s'è degnato per mezzo di questo & di quello d'apprircila [sic: d'apprirci la] via, &
di farcela con si poca fattica conseguire. Possiamo dunque gloriarci di hauere per le tante fatiche
fatte intorno alla Musica facilitato le strade, & di poterci in breue impatronire di tal scienza per la
quale i vecchi nostri conuennero durar tanta fatica se ne volsero far acquisto, & esserne patrone.
Onde accioche questo meglio si possa fare, & che i professori s'habbiano a multiplicare parendomi che
le genti incomincino a dipartirsi dalle regole, & buone vie; volentieri io mi son determinato di formar-ne il presente trattato, non tanto per ritornarle su le debite strade: ma anco per non far che altri l'hab-biano a seguitar per le male vie, & in loro imitar il male. Cosi lodando gli antichi nelle loro fatiche
incominciaremo à intrare ne i ragionamenti di Musica, et discorreremo intorno a tutte le cose Musicali.
Che cosa sia Musica vniuersale. Cap. II
SE io mi distolessi dall'uso antico, & dalla via commune a non proporre le cose nel piu largo, et
vniuersal modo che si possano proporre, per venire in quelle particularità che io voglio, ò ch'io
sarei tenuto per stolto, ò riputato per ignorante, fuggendo quelle vie che tutti gli honorati scrit
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tori abbracciano, et hanno abbracciato. Onde perche tal cosa io fuggo, come ogni persona honorata, et da
bene deue fuggire; per non partirmi da quello che nissun partir si deue, propongo la Musica nel piu vni-uersal modo che si possa, & dico; che Musica non è altro che vna consonante harmonia di tante propor-tionate, & ben mirate cose; nella quale secondo Empedocle si contiene le lire, & l'amicizia, & poi se-condo gli altri tutti i regolari moti che fanno le sfere celeste nel riuolgere questa gran machina mondia-le; dalla cui reuolutione si crede, et tiene che ne eschi harmonia soaue essendo mossa con ordine, et misu-ra: di poi tutte quante quelle cose che sono, da proportionate misure, et ordini, tessute, et ordinate, den-tro delle quali si contengano tutte le qualità naturali, le dispositioni elementare, i componimenti mate-riali, l'informationi corporee, & molte altre cose, che per la concordia, & la discordia fanno moti si-mili a i moti harmoniosi, & per questo dicano che in tutte le cose conuiene che ci sia Musica, se non
Musica risonante, almeno naturale, ouero mensurale; cioè esser fatte con conueniente proportioni,
& misure: perche non è cosa in che non si troui nummero peso, & misura; misura per vn termine finale,
peso per l'essere presente, numero per la compositione nel fatto esistene. Ma noi già che douemo
ragionar di Musica: presupponendo ne i ragionamenti nostri la Musica risonante, lasciaremo da una
parte i ragionamenti Arithmetici, Mathematici, & Filosofici, i quali piu tosto appartengono a sem-plice Theorico, che al puro Prattico, & diremo che Musica è vna certa quantità de suoni per istru-menti naturali ouero artificiosi harmoniosamente raccolti: si dice vna quantità de voci, accioche si sap-pia che vna voce sola non fa harmonia: ma è parte di harmonia: di poi si dice per istrumenti naturali,
ouero, artificiosi per dimostrare che gli istromenti naturali sono quelli per i quali naturalmente ne esce
fuori la voce che produce le sopradette parte dell'harmonia, gli artificiosi poi sono quelli, che per via
d'arte, & d'istrumenti a questo effetto fabricati fanno vdir il suono, simile al suono delle voci. vlti-mamente si dice raccolti harmoniosamente acciò si sappia che le voci raccolte insieme indisonante [sic: in dissonante]
maniera non fanno Musica, ne si può dire che sia Musica. Onde tuttauolta che si raccogliessero vna
quantità de voci che cantassero senza accorarsi nelle consonanze Musicali, quel cantare non si diria
Musica; ma confuso grido, ò dissonante canto se bene non si doueria dire in nissun modo canto: per-che canto sempre in se dimostra dolcezza: nondimeno perche non si troua parola propria che ne possa
queste voci cosi indissonante [sic: in dissonante] maniera raccolti con proprio nome dimostrare: per questo le si possano di-re confuso grido, & dissonante canto. Ma quando che le voci sono raccolte infra certi numeri so-nori dentro de quali fanno vna soaue, & dolce harmonia, quella maniera dico si chiama Musica,
& canto.
Musica perche le voci harmoniosamente sono raccolte, & canto, perche non è altro che vna
dolcezza, & soauità de voci. di modo che separato dalle voci modulanti, le voci triste, & pessime, sen-za consonante maniera prodotte, quelle solamente che producano harmonia instituiscano, & formano
la Musica, e però quando nei ragionamenti nostri diremo Musica sempre intenderemo queste tale
harmoniose operationi, ò sieno produtte in atto presente, ò sieno state produtte, ouero che si possano pro-durre: perche l'harmoniosa Musica ò può esser stata fatta che è quella dopò d'hauer cantato che si di-ce hauersi fatta Musica, o mentre che si canta che pur si dice che si fa Musica, o veramente innanzi
che la si canta che si suol dire come si vuol fare Musica. In tutti questi modi si può dir Musica, poi-che per essa si comprende sempre vna sonora melodia, & vna soaue harmonia. Fatta la presente
dichiaratione non mancherò poi di dire che alcuni nel diffinir la Musica dicano che non la sia altro che
vn cantar bene, & regolatamente, volendo col dir bene, & regolatamente intendere quei canti che si
fanno musicali, che vno cantando, sà quel che si dice, mouendosi con la voce non secondo la pura vo-lontà; ma secondo che si trouano collocate le figure. Questi tali che producano simil diffinitione non
s'hanno punto da riprendere, ò da sprezzare: perche questi e quelli la diffiniscano bene, che consideran-do la Musica nel piu largo modo, & chi nel piu stretto: e però di lei tutte le diffinitioni si lodano, & ab-bracciano per buone: massimamente che questa seconda non è niente contraria alla prima, non essendo al-tro il cantar bene, & regolatamente che vna quantità de suoni harmoniosi sotto d'alcune particelle di
tempo raccolti; la seria ben contraria quando la dicesse che non fosse altro che vn semplice cantare;
attento che sotto il semplice cantare si comprenda anco il cantar male. & il cantar fuori di consonanza.
Ecco come separato la Musica da gli ordini naturali, da i moti celesti, dalle sferiche reuolutioni, dal-le qualità elementare, dalle conuenienze Arithmetiche, & Mathematiche cose fondate tutte in nu-mero peso, & misura, non si dice che sia altro se non quell'harmonia che fanno le voci ò gli istrumenti
quando sotto mouimenti regolati si mouano insieme: Et benche il trarrare della Musica ne sforzi in
alcune occasioni a trattarne Theoricalmente, in quel modo che già ne trattaranno gli antichi, ò in quello
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che ne hanno trattato li moderni: nondimeno perche hora pochi Prattici si trouano che sappiano ò che
intendano in che modo vadino gl'ordini & gl'accompagnamenti de i numeri pari & impari; de gli
pari composti & incomposti; de i contra se primi & contra se composti, dalli quali si cauano tutte le
diuisioni harmoniche per non gitttar [sic: gittar] via le mie fatiche scorgendo tal ragionamento per il mio proposito
esser vano & inutile: per questo mi pare che conforme al tempo presente, & al bisogno, che io ragioni di
quelle cose che il tempo ricerca. Però dopoi la diffinitione della Musica, andaremo vedendo de buone
regole & con esse loro ricercaremo tutti quanti gl'ordini Musicali per vedere nelle cantile tutte quante quelle cause che oltra il farci merauigliare ci fanno rimanere di non saperle cantare, nelle cui cau-se procedendosi per via d'inuistigatione iscorgeremo, gl'abusi, l'ignoranze, gl'errori, le fallacie, l'oppi-nioni false & insomma ogni grande & picciolo errore: perche comparando questo à quello, & di loro
le radice naturali inuestigando iscorgeremo cose che ci faranno stupire & merauigliare.
Per le diuisioni della Musica, qual cosa sotto il nome di Musica i Musici habbiano da intendere Cap. III.
QVando che i dotti e i veri professori delle scienze, hanno in qual si uoglia luoco & occasione, delle scienze loro à trattare, disposto l'animo & il pensiero al ragionamento sopra la diffinitione
del sogetto in comminciano [sic: incomminciano] prima a ricercare tutte quelle cose che in qualche modo s'intenda
ò si possa intendere sotto quel nome, & puoi diuiso questo da quello dicono ciò ch'hanno da dire, e però io
che volentieri mi conformo con le volontà commune, seguendo quest'vtile & lodato stile tolto di cam-po tutto quello che ne potesse per Musica ingannare dico che stante la superiore diffinitione che la Mu-sica sia vna quantità de voci per istrumenti artificiosi ò naturali harmoniosamente raccolte; si ha da sapere che la si diuide nella Musica istrumentale et naturale. Sotto l'istrumentale si contengano tutte quelle cantile che son fatte per via d'istrumenti, senza interuento di voce ne i quali istrumenti si contengano
tutti gl'istrumenti da fiato, di tosto, & da penna; come seria à dire: gli Organi, i Leuti, le Cetbare, i Pi-fari & tutti gli altri istromenti che si trouano in cui, per sonarli il fiato o le mani vi conuenghino con-correre: sotto le naturale poi si contengono tutte quelle contilene che sono fatte dalla voce, et con la voce
sumministrate, le quali si diuidano in due parte, perche di due sorte se ne trouano. Per questo diuidendosi
la Musica nella artificiata & naturale, si dice che l'artificiale sia quella con quella con istrumenti artificiosi fatta;
& la naturale dalla voce humana naturalmente fatta. Questa Musica naturale è di due sorte, vna pia-na & l'altra misurata: la Musica piana, si fa con figure di valore equale, et con tutte le voci in vna vnità
essistente da Theorici chiamata Musica piana, ò canto chorale. da Prattici poi chiamata canto fermo
la Musica misurata si fa con piu sorte di figure & con le voci, nel graue & nel acuto per misurare consonanze vnite: lasciamo da parte dunque la Musica chorale, essendo d'altra consideratione, & tolto la
Musica misurata che è quella che i Prattici e noi chiamiamo canto figurato dico; che questo è quel-la Musica della quale io intendo ragionare; & si dice che sia vna quantità de voci harmoniosamente
raccolte; come nella diffinitione si vede. Ma perche nissuna quantità de voci senza regole con harmonia si
possano raccorre, non trouandosi quantità senza misura; per questo il canto figurato propriamente si
chiama Musica: perche esso canto non si forma non altro che con misure: sopra di che è molto ben da no-tare, che Musica si chiama l'atto del cantare, quando più voce cantando danno soaue harmonia; et i libri
ouero le carte oue sono affisse le figure Musicali, se bene propriamente l'attion sola si doueria dir Musi-ca, & le carte oue sono collocate le sopradette figure, libri ò carte da cantare: Quando ch'à i libri si dice
Musica; si dice perche in essi sono fatto et dipinte le figure che cantandole fanno melodia, et quando ch'al
atto ancora si dice l'istesso; si dice prima perche lui solo è potentissima causa della diffinitione: et poi perche
alhora dimostra essa diffinitione esser buona et vera: Però se bene sotto questo nome di Musica, non
si doueria intendere nissuna altra cosa che quella dolcezza & melodia che fanno le voci quando nel cantar insieme producano effetto di harmonia; ouero l'ordine di quelle cose ch'harmonicamente si possano
modulare & cantare; nondimeno perche l'vso presente dimanda ancora i libri di Musica oue sono no-tate le cose da cantare, se bene seria meglio et piu propriamente si doueriano dare i libri da cantare io concederò che sotto questo nome di Musica s'intenda l'atto che si fa & i libri oue sono descritte le figure
cantabile; Questo à noi non fa nulla, perche quando io dirò Musica senz'altro intenderò di dire, &
altri anco secondo il mio detto doueranno intendere quella soaue & dolce harmonia che fanno le voci ò
gl'istrumenti quando che con tanta soauità et dolcezza percuotano l'aere con si soaui et dolci acenti che
ci fanno godere di tanta dolcezza et soauità quanto che noi stessi prouiamo godere; conforme alla sua dif
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finitione; perche quando io uorò per Musica intendere le carte oue sono affisse et poste le figure Musicale,
ò che io le dirò cantilene, ouer libri da cantare: essendo ragioueuol cosa, che l'uno e l'altro separatamente siano nominati come in se stessi diuisi sono. Cosi fatta le diuisioni, & veduto qual cosa sotto il nome
di Musica si habbia da intendere si possiamo confirmare in questo, che per Musica s'intende le modu-latione, & cantilene harmoniale, non solo quando le sono in atto produtte, & modulate: ma ancor quan-do le sono nell'intelletto considerate, in quel modo a punto, che noi consideriamo la specie humana hora
sotto questa, & quell'altra forma, & hora in forma commune dall'intelletto compresa; perche io pos-so se uoglio considerarla Musica, quando ch'io l'ascolto & odo, ò quando io l'hò scoltata, & udita;
in tutti i modi sempre la si ha da chiamar Musica, in quel modo a punto, che Pietro Giouanni, &
Martino, sempre si chiamano huomini, se bene ci furono, & hora piu non si sono. Questo si dice ac-chioche si sappia, & comprenda, che qual si uoglia compositione, & cantilena quantunque stando ne li-bri serati non si canta si dimanda Musica, & questo perche le genti non si fermassero su le parole
della diffinitione, che dicano la Musica essere un raccolto di uoce harmoniale, & dicessero, che quando
quelle cantilene non si cantano non si potessero dir Musiche, attento che all'essere humano non si ricer-ca sempre, che l'huomo rida; ma bene, che egli possa, & sia risibile, e però alle Musiche non è neces-sario, che sempre le risonino sotto l'aggregatione de molte uoci harmoniale, che a loro basta di hauere
attitudine, ò d'esser atte a qual si uoglia hora, & tempo di poter esser modulate, & cantate.
Che cosa sia Theorica, Prattica, Musico, & Cantore, & chi s'inten-da per Theorico Prattico Musico, & Cantore. Cap. IIII.
MOsso da i grandi abusi, & dalla usurpatione, che s'ha tolto (se m'è lecito cosi di dire) il volgo di
tribuire a una cosa quel nome, che si conuiene all'altra, m'ha fatto risoluere di discorrere sopra
il nome de Theorici, Prattici, Musici, et Cantori, non già per uolerli riformare essendo la cosa si
scorsa innanzi, che quasi non si può riparare, ma solo per dimostrare l'error che si commette nel chiamar
uno per altro nome, che per il suo. Però quanto alla significazione de i sopradetti nomi si ha da sape-re, che sotto il nome di Theorica s'intende quella scienza Musicale, che si estende intorno a gli ac-compagnamenti, & le proportione de i numeri sonori, & dissonori accompagnata, & quasi congionta
con le proportioni, & accompagnamenti Arithmetici, della quale ne trattano tutti gli scrittori antichi
che di Musica han scritto. Come seria a dire Santo Agostino, Boetio, Platone, Macrobio, Pithagora,
& gl'altri, che han scritto della Musica in quanto, che è harmonia, & è compresa da numeri consonanti,
& dissonanti, di modo, che per Theorico si ha da intender colui, che dottrinalmente della Musica sà di-scorrere, & ragionare, non già di saper dire della soaue dolcezza, & harmonia, ne della dellettatione,
che all'udito porge; ma della compositione de numeri sonori, & dissonori, del modo di proportionarli,
della oppositione, & comparation loro, delle aggregatione harmoniali, de' mezzi risonanti, delle propor-tionalità discrepante de' numerali generi moltiplici, delle dispositioni consonanti, & di tutte quelle cose,
che tratta il Theorico nella consideratione della semplice scienza. propriamente chiamata speculatiua.
Ma perche hora è mancata quella quantità grande de speculatiui, ch'era già anticamente, & la speculatione è ridotta in prattica, per questo il nome di Theorico s'adatta ancora a qual compositore, che di-scorre sopra le regole Musicali, & si fa, che il suddetto nome sia nome generico, & commune, che serui a
qual si uoglia sorte di speculatione, riferendosi particularmente al puro speculatore, & non a quello, che
insieme con le speculationi s'inchina alle essecutinne [sic: essecutione] della Prattica; perche che sia il uero; il semplice &
puro speculatore, non considera mai quello, che speculando riduce il Prattico; essendo che il Prattico reduce in atto pubblico, & uisibile le forme, & i caratteri imaginati, che non sono altro, che le figure Musica-li, con tutti quei segni, che ci danno inditio, & ci dimostrauo [sic: dimostrano] in che modo s'habbia da portar la uoce. Ma
il semplice Theorico considera solamente il suono, in quel modo, che fa il Filosofo la materia, & per que-sto la Musica è connumerata infra le scienze, non gia per esser formata con le figure Musicali, ne per
quel canto harmoniale, che fanno le voci, quando di uoce sonante informano le figure. Che questo sia il
uero, lo uediamo espressamente, che ne S. Agostino, nè Boetio, nè Platone, nè qual si uoglia altro, che an-ticamente trattasse di Musica, parlò mai de' caratteri, ne de segni Musicali con che harmonialmente si
suministra la uoce; ma parlò solo, & scrisse sopra il suono, & la uoce sonante, & dissonante, uedendo, che
le consonanze, & le dissonanze si formauano mediante le quantita de numeri ò mediante le distanze numerali, e però si uede, ch'essi procedano, nel modo, che procede il Filosofo, che parla della materia, della
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forma, er della priuatione in commune separato la forma, & la materia da ognr [sic: ogni] materia, & forma par-ticulare. Cosi loro non parlano mai di questa Musica, che hora è ridotta in Prattica, ma di quella
solamente, che già si soleua come scienza speculare, che ne mai Platone, ne S. Agostino od altro, che
di Musica scrisse, seppe compor canti Musicali, come hora li compongono ii [sic: i] compositori, e perche cre-diamo noi, ch'alcuni ponghino la Musica specie subalterna dell'Arithmetica; solo perche la scienza
Musicale in se non ha altro soggetto ne si serue d'altro, che de numeri Arithmetici, & da quelli con le
oppositioni, & comparationi ne caua questa, & quella proportione. Dunque Theorica non è altro,
che quella scienza particulare dl [sic: di] Musica, che tanto fioriua anticamente, la quale non uersa in altro, che
nelle pure speculatione de numeri sonanti, & uoce Musicali, per ilche Theorico colui solamente si doue-ria dire, che di scienza tale fosse padrone, & essendone padrone, la potesse ad altri insegnare; ma perche
la suddetta scienza da quella uniuersalità in che uersaua si e ridotta in una particular dimostratione, in
quel modo a punto, che la materia, & la forma in astratto, si riduce in concreto, che è quando la se redu-ce sotto forma, & materia particulare; per questo si dice, che per Theorica, et Theorico s'intende quel-la scienza, che hora si ritroua nel compositore, in quel modo, che s'intendeua anticamente di colo-ro, che la possedeuano, come scienza infra l'altre scienze humane connumerate, & chi in tal maniera la
possiede, che non solo la intende, che anco la può insegnar ad altri. Alcuni poi sotto il nome di Prattica in-tendano la Theorica speculatiua, & la compositione prodotta in essere, che è quella, che compongano i
compositori, disponendo le figure Musicali secondo il suo uolere, accioche secondo, ch'egli le ha ordina-te & disposte; cosi le sieno di suono informate, ne si diria altro in contrario se non fosse, che per Prattico
non s'intende altro, che colui il quale riduce per scienze l'effetto della speculatione in uso; come uediamo
che fanno i Medici, & gli Architetti, che dopò l'hauere ben ben inteso quello, che hanno studiato, riducano lo studio loro alle proue, & l'approbano con l'esperienze. Cosi si uede, che differenza sia tra i Theo-rici antichi, & tra i moderni; quando che considerando gli antichi, come quelli, che s'occuparano intorno
alla consideratione del suono in quanto all'harmonia, trouaremo, che attesero solamente alla contempla-tione, & speculatione senza farne con l'esperienza proua, massimamente di quelle esperienze, che fan-no i moderni hora. Ma non per questo uoglio limitare il nome di Theorico, ò di Prattico con l'ef-fetto, che haueuano i Theorici antichi per quella conuenienza grande, che hanno insieme, che a me ba-sta di hauer aperto la uia, & di hauer mostrato, che cosa erano, & intorno a che s'occupauano. Lascia-to dunque da una parte Theorico, & Prattico, & detto, ch'hora per Theorico s'intende colui, che ha la
scienza di comporre, & che Prattico è colui, che la mette in esecutione dirò, che Musico alle uolte s'in-tende per il compositore, & alle uolte per un cantore; se bene piu propriamente s'intende per un compo-sitore; & tra il Prattico, & il Musico casca questa differenza; che il Prattico è quello secondo, che si è
detto di sopra, il quale per scienza la Musica dispone, et il Musico è quello che non solo l'ordina, & dispone, ma anco con altri la canta. Et per questo alcuni hanno preso, & si pigliano auttorità di dire Musico a
un semplice cantore; perche in quell'atto di cantare sono conuenuti insieme, & non s'aueggano quanta
differenza sia dal compositore, che canta, & dal cantore; Si dice Musico al compositore per farlo (co-me in fatti se ritroua) esser differente dal semplice cantante, & per constituirlo diuerso da quello, che è
il Prattico, che non canta; ma dispone solamente le figure al cantare.
Di modo, che quando il compositore compone, & che non canta, cioè non si espone in alcun tempo ne
in qual di uoglia occasione a cantare, allhora il si chiama Prattico; perche ha ridotto il suo sapere in pro-ua; ma quando, ch'egli in occasione di cantare si dispone al canto, et che con cantori canta allhora si ha
da chiamare Musico. Dico quando, ch'egli in occasione con altri canta per intendere quei compositori
che hanno buona, & optima uoce, & che per la uoce non si schiuano di cantare. Doue che per conclu-derla in uno. Theorica è la scienza semplice, che hanno coloro i quali non per uia di figure Musicali; ma
per uia di proportionalità de numeri intendano tutte le dispositioni harmoniche; Prattica è quella scien-za, che reduce i proportionati numeri sotto figure Musicali. Musico e colui, che la sà ridurre, & ridotta
con altri la canta, ouero, si espone al canto come cantore. Il restante da questo facilmente si può in-tendere; perche non ha nissuna cosa oscura, che li possi occupare l'intelligenza, & chi non l'intende può
ben dire di esser al tutto ignorante, non potendo capire quelle cose, che per se stesse sono chiare, & per dichiaratione ancora sono state facilitate. Cosi nel mezzo delle dicharationi fatte, & delle ragioni adut-te qualunque uolta, che ragionaremo de Theorici, & Theorica, perche hormai non ci è piu chi attenda
a quelle speculationi in astratto, che attendeuano anticamente gli antichi, quando, che considerando il
suono lo diuideano per uia de numeri; intederemo sempre coloro, che sanno la Musica per uia di scienza, & ne sanno in qualche parte Theoricalmente render ragione, & non è da merauigliarsi se ci man-
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cano professori tali, perche l'hauer ridotto i numeri sotto figure, come uediamo, è stato causa, che in cam-bio di occuparsi piu intorno alli sudetti numeri si occupi ogni vno intorno alla disposition delle figure,
essendo quelle, che danno l'esser harmoniale alla Musica.
Che cosa s'intenda sotto il nome di Prattica di Musica. Cap. V.
INanzi che io mi habbia fatta elettione del titolo di questa mia presente fatica son'andato vn
pezzo infra me stesso considerando, che titolo li doueuo dare, & sotto quale inscrittione la doueuo far chiamare; poiche la non è Theorica semplice, ne Prattica di comporre, ne Mu-sica, che in se comprenda veruna institutione harmonica: ma solo vna cognitione di tutte le Musiche,
& le cantilene composte dalle quali molte regole per i tristi abusi introdutti se ne sono andate, & col'an-darsene smarite, & perse: Onde dopò l'hauere molto ben discorso, & considerato, elettomi per il meglio
n'hò formata la presente inscrittione Prattica di Musica, parendomi, che con questo nome meglio tut-ta la mia intentione s'habbia da manifestare, non essendo altra, che di uedere non solo se le cantilene
composte hanno i debiti segni, et i debiti ualori delle figure: ma anco quelle, che sono composte sotto altri segni che li communi come vanno cantate: ma perche nel vedere, & trattare delle regole con che si canta-no le figure Musicali, mi bisognerà alle volte, entrare in quelle che hanno i compositori di comporre:
per questo, mi sono fatta elettione di tal nome, perche con vna elettion tale venirò a fare secondo l'inten-to mio vna mista attentione che serà di vedere se le cantilene ch'altri hanno composte, sono state fatte, &
composte con quei precetti, & regole, che ricercano le compositioni, & in che modo per disporle regolatamente le habbiamo a esser fatte. Et è da notare che sotto il nome di regole, & precetti, io non intendo
di dir altro, che se le hanno i proprij segni del tempo, le figure al detto tempo appropriate, & come le ua-dino cantate; accioche alcuno non sperasse, che io in quest'opera trattasse del modo di comporre, per im-parare qualche nuoua, & moderna foggia di compositione, ò per vdirne di loro qualch'altro nuouo, &
peregrino parere, ch'assai bene le Musiche, & li compositori si trouano di questa sorte di regole finite.
Sotto il nome dunque di Prattica di Musica pian piano, & con gentil maniera andaremo vedendo tutte
le qualità proprie, & gl'essentiali accidenti delle cantilene; con risoluere le difficultà, da pochi hora cono-sciute: per satiare l'appetito de molti, che uanno ricercando le sensate ragioni di quelle cose, che altri quasi
hanno reprobate: Cosi con questa diligente, & sottile inquisitione vederanno i cantori di molte cose, che
si presumano di sapere, & non le sanno, & li compositori de molte, che essendo richiesti non sapriano
assegnare le vere, & proprie ragioni: & quantunque io m'hauessi potuto fare altra elettione, & sotto
altro titolo disporre quest'opera: io nondimeno mi contento d'hauerla fatta tale, & di hauerla sottopo-sta a tal nome: prima perche con simil nome comprenderò la pratica, che i cantori hanno d'hauere nelle
cantilene: & il modo che hanno da tenere i compositori per fare, che qual si voglia cantore le sappia
cantare: & poi perche occorendomi, entrare ne i ragionamenti Theorici, & Musicali; hauerò liber-tà d'intrare senza pericolo d'esser ripreso, come hauerei potuto esser ripreso se c'entrasse, quando il tito-lo fosse stato Prattica di canto, & non Prattica di Musica, & n'hauesse qual Musico ò Theorico
parlato: Però sotto di questo titolo con chiarezza, & distintione al possibile si vederanno come si cantano le cantilene moderne, & come vadino cantate quelle antiche con tutte quelle cose, ch'a tal negocio
si ricercano; escludendone le cattiue, & approbandone le buone. Con questa occasione si vederanno
non solo quale maniere s'habbiano da chiamare, Proportioni, Triple, & Sesquialtere: ma anco qua-le sieno quelle maniere, che gl'antichi chiamauano Modi, & Prolationi. Cosi si veniranno de molti
abusi a scoprire, & scoprendosi ad emendare: perche sempre il mal che si conosce, piu facilmente si schiua, & fugge. I detti miei non haueranno bisogno di auttorità singulare, ò di gagliarde proue; perche
con le cose fatte, & con gl'esempij altrui sufficientemente seranno comprobati, ne quelli che gl'essempij manifesti non si potranno comprobare seranno da reprobarsi, & da lasciarli gire; perche seranno
con sensate, & viue ragione si ben circondati, & fortificati, ch'ogni vno serà forzato di abbracciarli, &
di tenerli per buoni, & cari. Alcune volte i ragionamenti seranno si leggieri, & bassi, che forsi i dotti
si sdegneranno di leggerli, & altri ancora seranno alle volte tant'alti che non tutti gl'interenderanno;
quelli che seranno altri haueranno bisogno d'assiduità, & patienza: & quelli che seranno bassi lasciarli
per coloro, che non sanno, & non sono atti ad alzarsi nelle cose alte, & grande: Io cercherò d'esser
piu chiaro, che si possa, & d'abbassarmi al possibile: ma se ancora cosi abbassato non ci serà che trop-po bene intenda i ragionamenti miei habbia patienza; & quello che non intende, piu volte
li legga; che leggendolo con patienza, & attentione da se stesso se lo venirà a dechiarare: poi-
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che questo per altro non auiene solo per non poter hauere le scritture quella viuacità, & forza che
hanno le parole dalla bocca nostra vscite, & si suol dire, che chi legge scritture ò li scritti altrui par-la con morti, volendosi inferire che quelle parole le quale nelle scritture si leggano sono poco viue, ò a si-militudine di che non ha vita.
Quanto sia stato bene a ritrouar la Musica, & quanto bene-ficio a gli huomini apporta. Cap. VI.
RAre volte suol'auenire, che riducendo l'operationi nostre a qualche perfetto segno, oltra le glo-rie immortali, et gli stimati honori, non se ne caui mercede equiualente, & incomparabile vtile:
perche prima gli inuentori con le inuentioni si fanno innanzi, et pongano il piede oue l'han po-sto gli altri da piu di loro, nel cui transito, si caricano di gloria incorruttibile, et poi a se stessi, et a gli altri
fanno base preciose, & collonne d'oro: chi è che non vegga quanto famosamente viuino gli inuentori
delle cose, & quanti con l'inuentione altrui si sono aricchiti, & fati famosi, & grandi? Nom viue an-cor tra noi la fama di Dedalo Atheniese, che fu il primo maestro di legname, & quello che prima
trouasse la Sega, l'Asia, l'Archipendolo, la Triuella, il Scarpello, la Colla, & fu il primo, che faces-se l'arbore alle Naui, & l'Antenne per commodità di solcar il Mare, mediante i legni, & le vele?
Non è forsi tra noi ancor memoria di Perodo figliulo di Cilicio Atheniese, che percotendo le pietre
fu il primo, che insegnasse a trarne il fuoco? Non sono forsi i Sidoniesi stesso al dì d'hoggi tra noi com-memorati, che furono i primi che trouassero il modo di far i vasi di terra? chi s'è di noi dimenticato,
o forsi non si ricorda se Talete Milesio il primo fra i sapienti fosse il primo, che disputasse in lingua
Greca? come non ci è piu forsi memoria di Eudose acutissimo Astrologo, & Giometra, che ritrouò l'an-no lunare? Non ci è forsi chi si ricorda d'hauer letto, ò d'hauer inteso, che Ptolomeo fosse il primo
Astronomo, ò chi di Pithagora, che fosse il primo Arithmetico, & di tanti altri, che fanno si gran
copia, & si bel numero? E poi qual Arithemetico si troua che con la multiplicatione de suoi infiniti nu-meri possa descriuere, & numerare quelli, che con l'altrui inuentione, delle scienze, & dell'arte ritro-uate si sono aricchiti, & fatti grandi? Non sono eglino in tanto gran numero, & copia hora cresciu-ti, & augumentati, che si possano ridurre, & porre dentro a vn numero illimitato, & incomprensibile?
Chi è colui, che non vegga, come hora quasi tutto il mondo con il sapere altrui, & per l'inuention d'al-tri honoratamente viua? Certo, che non si può tanto pensare; quanto piu in fatti si ritroua esser il
vero, & si viene a chiara, & manifesta proua, che mediante questa, & quella professione la maggior
parte delle creature humane viuano, che se senza di loro viuessero, o che viuiriano de patrimoniali be-ni commodi, & ricchi, ò senza alcun bene poueri, & mendichi: per che non hauendoli il padre lasciato
temporale sostanze, non hauendo altro mezzo con che poter viuere, necessariamente conueniriano pit-tocando mendicare. Questo è quello, che spessissime volte mi fa pensare, di quanto giouamento, &
vtile ci sieno le scienze, & le lettere humane: poiche pensando a quanti senza, che habbiamo paterni ac-quisti, ò cosa, che si vegga in esser esistente, viuano al pari di quelli, che hanno gli acquistati, & he-reditati beni, & viuendo s'arrichiscano. Cosi con tai pensieri discorrendo, a poco a poco vengo à con-siderare il Musico, & il cantore in che modo, & con che dolcezza egli uiue, & cessar non posso dalle
gran merauiglie; scorgendo de gli artefici, & qual si voglia professore di scienza, nell'acquisto, & nel-l'essercitio delle sue scienze, & arte, con tanta assiduità, & sudore vi si affatica, & lui con quanta fa-cilità, & diletto scarico di fatica e stenti si lautamente viuendo si mantiene. Non è egli forse cosa di
gran merauiglia, & di alta consideratione il considerare, che il Legista, il Filosofo, il Medico, l'Astro-logo, il Mathematico, & qual si voglia altro professore di scienza, s'egli vuole esser di fama tale, &
delle sue scienze viuere, bisogna, che egli s'affatica giorno e notte, & che nel faticarsi vi si consumi la
vita per acquistarsi vn pezzo di honorato quotidiano pane? Non dico poi de gli artefici, & de gli
operarij quanto bisogna, che giorno, et notte stentino per guadagnarsi il vitto per viver fra gli altri me-diocramente. Solo il Musico col cantore, si guadagna il pane con piacere, solazzo, & dolcezza. Et
viue fra gli honorati honoreuolmente, & ne dubita ò ha timore, di esser discacciato, o di non hauer in-gresso in quel si uoglia commercio honorato, & ciuile. Anzi che diuiene in tanta stima, & reputatio-ne, che doue egli non è, vien chiamato, et doue si può trouare abbracciato: ogni vno l'ama, ogni vno
l'accarezza, et ogni vno cerca di farli seruitio, tanto, l'arte, et il professore si prezza e stima. Io per
me non sarei atto, ne hauerei poter ò lingua di dire in quanto prezzo, et stima sia vn cantore, poiche
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quantunque paia, che egli sia appresso i grandi de gli infimi, et minimi, ouero puro, et semplice merce-nario, non per questo se li toglie come virtuoso, il loco, & l'honore; egli con tutti prattica, come perso-na honorata, in tutti i luoghi intrauiene, come persona degna, & per tutto vien raccolto, et fauorito:
come ornato di virtù, & meriteuol di fauore: egli d'ogni hora, & d'ogni tempo è apparecchiato a ser-uire, il suo seruitio non stanca: ne ha briga di portarsi dietro istromenti, ò d'hauer officine, & case
per poter la sua arte essercitare: ouunque egli và seco tutti gli istromenti suoi, ne predatori, ò
ladri gli li può rubbare. Or se vn semplice cantore vien tanto stimato, & riputato, quanto piu ri-putato, & stimato serà vn vero Musico, & vn buon compositore. Se li stima tanto il discepolo quan-to piu si stimerà il Maestro? certo, che non è lingua, che il possa dire, ne forsi intelletto, che si possa
pensare, il beneficio, che ne apporta la Musica: perche non solo l'esser suo ci rallegra, et recrea l'ani-mo, dalle passioni corporali afflitto, & trauagliato; ma anco aiuta molti, che per sua cagione honora-tamente viuano. Io credo certo, che chi si disponesse, a numerare in qual si voglia parte del Mondo,
habitata da ragioneuoli creature, la quantità de quelli, che hanno il lor vitto, et sostentamento con mez-zo della Musica, che il numero loro supereria il numero de Filosofi, de Medici, de Leggisti, & di
qual si voglia professore di scienza, ò s'almeno non lo superasse non si trouasse anco, chi lo passasse.
Questo è quello, che io alle volte, discorrendo infra me stesso, & queste cose, & quelle meditando: do-pò vn stupor grande, & vna gran merauiglia, mi rallegro, che i futtili ingegni, et l'inuentioni median-te il fauor di Dio habbiano fatto tanto, et tanto si sieno affaticati, che habbino scoperto si riccha cosa
al mondo: Io dico riccha, perche molti col suo fauore si trouano oue per se stessi non seriano, et altri han-no ingresso, & sono da grandi fauoriti, che altrimente conueniriano star di fuori, et cercar altri mez-zi per passar auanti. Perche oue non sono ricchezze s'accarezzano le scienze, et le scienze non fu-ron mai totalmente pouere: Anzi, che arditamente io potrei dire, che le sieno d'ogni tempo sempre
state ricche, perche colui, che si è trouato dotto, et pouero, ò che la pouertà sua è venuta nell'esser-ci poco atto nel loro acquisto, e nel conseruarle, ouero, che nella quantità non si satia: e però si può di-re, che vno assai possiede: quando, che secondo il grado suo non ha da mendicar il pane, & con gli altri ciuilmente può conuersare. Di questo la Musica ne è stata vna potentissima cagione: perche innalza
et arricchisce molti, et molti dalle mendicità, et affanni pauperimi gli leua, et pone in honorata condi-tione. Del che ogni vno, che si troua beneficiato per via delle virtù, et le scienze giungendo le mani
insieme, et alzandole verso il cielo, ne deue lodar Iddio larghissimo distributore di tutte quante le gratie,
et non sprezzandolo insuperbirsi a foggia de ingrato, et sconoscente: perche non potendo egli sempre
le superbe ingratitudine nostre suffrire percotendoci con giusto sdegno, tanto ci abbassa, et opprime;
che chi ci vede, et conosce, delle miserie nostre quasi lacrimando si duole, et compatisce. Questo dun-que è il beneficio, che la Musica ci apporta, et di quanto bene sia stato al mondo la sua inuentione: pro-curi chi si diletta di vsarla in bene, et di farsene patrone: per possedere ne i suoi bisogni aiuto, et recrea-tione, e per soleuarsi dal stato in che la posto la fortuna per tenerlo soggetto alle calamità, et miserie; pur
troppo all'huomo dispiaceuole, et noiose.
Quali, & quanti buoni effetti produchi la Musica.Cap. VII.
IO stimarei, che il mondo e gli huomini felici fossero, quando, che ne viuer diurno, et quotidiano non hauessero nè via nè mezzo di modulare, ò di potersi con le Musiche e i canti solazza-re: perche ne i casi graui, et nelle cose di trauaglio piene con i trauagli, et l'afflittioni diueria-no si tristi, et melanconici, che di tristitia, et melanconia non haueriano pari: et se bene tutte le nature
non sono a vn modo melanconiche, nondimeno perche molti melanconici pensieri le domineriano per li disturbi, et l'inquiete, che di giorno in giorno ci sogliano assalire; anch'essi diu[unclear: e]riano tali, che con gli altri si
confermeriano, di modo che le complessioni nostre da molte percosse in breue tempo senza esser ristau-rate, giongeriano al fine, et finiriano molto prima di quello, che per gl'ottimi, et buoni restauramenti non
finiscano: Non basta per ristaurarci il viuer lieto, il ritrarsi dalle cose danneuole, et insopportabile, ò
il procurarsi restauratiui, et conditi; che tutti insieme, alle melanconie, et a i trauagli, che d'hora in
hora c'assaliscano non sono sufficienti mezzi di rallegrarci, et di ridurci in stato d'allegrezza, et gioia.
Prima chi da trauagli è percosso, et ferito, lieto giamai non seria veduto, ne per cibarsi con preciose,
et delicate viuande si medica le piaghe: perche anco mangiando, i mali pensieri c'affliggono il cuore: et
ci tengono soggetti a mestitie, et melanconie, et poi gli animi per cibarsi, da passioni amare non si sole-
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uano; ne li riffanno: ma le debilitate forze per quella via si vanno restaurando. E però si vede, che
gli animi afflitti, et sconsolati se non sono dall'afflittione solleuati per altra via, che per il mangiare,
sempre sconsolati, et affliti viuono: essendo le consolationi vn cibo proprio, et particulare dell'anima
si come, i conditi, et gli restauramenti le consolidationi del corpo. Per questo infra gli effetti consola-trici dell'anima si pongano quelli della Musica: perche gli effetti Musicali ponno rilevare l'anima no-stra nelle afflittioni in volta, et la ponno ritrare da quella melanconia intrinseca, che trauagliandola
l'affligge: per essere i Musicali effetti sostanze spirituali di corruttibil aere composti, che tanto sono
quanto durano, & tanto durano quanto sono; che ben si vede l'harmonia, che esce dalle modulationi,
et cantilene: non esser altro, che vn dolce, et soaue aere dolcemente percosso, il quale per le percussioni
delle ordinate, et ben disposte voci, lo percuotano con dolcezza tale, che il senso dell'udito nostro si com-piace tanto, et tanto si diletta: che mentre l'ode, si intento l'ascolta, che togli a gli altri sensi non solo
di sentire, ma anco di ricordarsi d'alcun male. Perche crediamo noi, che li Poeti dicano come Orfeo
sonando la sua dolce Lira frenaua il corso a gli animali piu indomiti, et seluaggi, et gli moderaua da
quella fierina rabbia? solo per dimostrarci, che per l'aere si dolcemente percosso i sensi nostri s'abban-donano tutti, et vnitamente si riducano in quel solo dell'udire, et si intento vi si affissano ad ascoltare, che
dimenticatosi ogni alta cura, et importante cosa: lasciamo, che l'vdito solo prenda quello, che essi insieme
con lui prenderiano: Vorremmo noi forsi pensare, che le crudeli Tigre, i forti Leoni, gli Orsi affama-ti, co i Lupi rapaci vedendolo sedere sopra de vn sasso, ne i luochi piu foresti, et seuaggi, et che pas-sandogli a canto si dimenticassero la fame, ò che di crudeli diuentassero benigni, et mansueti Agnelli?
Certo nò, che sotto simil figura ci dipingano, gli effetti Musicali, et quanta forza tenghino le soaue, et
dolce melodie: volendoci far sapere, che non è ne voglia, ne pensiero si tristo, maligno, ò si possente;
che con la Musica non s'allegerischi, ò non si soleui: sieno pur l'uno e l'altro intimi, e fissi quanto si vo-glia, che al primo apparir del suono harmoniale spariscano qual nume, ò nebbia per forte, ò fresco uen-to. Non vediamo noi, che questo è vno effetto naturale, che gli animali per vno che canta si fermano,
et per ascoltarlo vi stanno in atto d'amiratione queti, et intenti? Et se loro, che non hanno quelle gratie,
et prerogatiue, che habbiamo noi dimostrano per il canto di rallegrarsi, et di gioire: quanta maggior
gioia, et allegrezza haueranno del cantare le creature ragioneuole, et humane, che hanno per natura,
tutti i sensi piu purgati, et piu perfetti? Et sono quelle, che piu partecipano, et piu godono, delle qua-lità, et perfettioni celeste? Quando si dice, che gli animali per il canto restano amiratiui, et che mo-strano esser dalla melodia presi, si ha da intendere quell'attione, che fanno mentre, che vno canta, che
con drizzar il capo a quella voce, et star intenti danno segno di vdir cosa diletteuole. che ciò sia vero si
vede, ch'eglino per il diletto, che hanno, imparano de molti versi, che col suono della voce se gli inse-gnano: Di modo, che se l'harmonia, che esce dal canto piace a gli animali, et diletta: molto piu dilet-to, et piacere renderà a gli huomini: essendo che, e ne gli affanni, e nelle allegrezze sempre gli apporta
dolcissima recreatione: nellaquale si sente l'animo si dolcemente solleuare, che assomiglia quelle dolcez-ze, alle dolcezze diuine; conoscendo veramente, che trapassa, et soprauanza tutte le dolcezze huma-ne. E però la Musica infra i varij, et infiniti effetti suoi suole disporre gli animi humani, alle huma-ne, et diuine laude; alle contemplationi celeste, et heroiche, a gli acuti, et affettuosi sensi delle sensate,
et ben disposte sentenze, et d'infinite altre cose particulare, che si possano in cosi poche parole com-prendere, et descriuere: Che gli animi humani per mezzo della Musica si disponghino alle diuine lau-de: lo vediamo, che molti lodano volentieri Iddio, et meditano con dolcezza le parole, et i sensi, che
sono dentro alle scritture nascoste: altri imitando gli Angeli, prononciano a gli ascoltanti, (che sono
nel tempio di Dio diuotamente ad orare,) le modulationi celeste, et le Dauidiche confessioni, che sono
tutte cose, che escano dal diletto delle melodie, et se ad alcuni pare, che questo non sieno i veri, et i reali
effetti della Musica per non esser suoni disposti con harmonia: come non seranno effetti suoi: se le
genti si partono dalle piazze, et dalle loro case per girsene al sacro Tempo, inuitato da i concenti spiri-tuali per mezzo delle Musiche disposte, e però oltra gli effetti vniuersali, che sono hormai da tutto il
Mondo conosciuti, che sono quelli di rallegrare i spiriti nostri afflitti, et bassi, di racconsolarci l'animo,
di sollazzarci, di renderci disposti, et di trattenerci con diletto, c'incita, et ci spinge ancor elle deuotioni,
et a i tributi diuini; perche mentre nelle Chiese si loda Iddio con canto dolce, et soaue, le genti vi cor-rano, et correndoui acquistano mercede, essendo che non vi corrano mai in darno, ne mai se ne partano
senza qualche acquisto: acquisto da stimarsi, et sopra l'altre cose da prezzarsi. La Musica dun-que è causa spesse volte del nostro bene, et ci si fa impatronire di quello, che noi alle volte lasciaressimo gi-re; il cui effetto per esser cosi gioueuole ci deue molto piacere, perche col suo mezzo l'huomo ne ha di-
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letto, et guadagno, che tanto piu lo deue stimare. Onde per concludere dico, che gli effetti Musicali
sono piu, che gli altri da prezzarsi, perche con il porgerci diletto ci tengano deuoti, et assidui nelle ora-tioni; et ci fanno con dispositione prontamente render le gratie al sommo, et eterno nostro Redentore.
Quale cosa piu astringe le creature humane a imparar di Musica. Cap. VIII.
L'Esser virtuoso, et l'hauer delle scienze qualche buona cognitione, non solo gioua all'anima nostra, perche ci modera, et ritira da molte cose mal fatte, ci dispone al proprio bene, ci satia l'ap-petito, che brama sempre di saper; ma ancor dopò si fatte cose ci magnifica, et essalta, è acquista,
et fa ricchi de molti temporali beni, e questo perche il sapere, si connumera, et rinchiude nelle cose singulari, et preciose. Onde colui, che non sà, ne anco cosa certa possiede; essendo che se bene, gli abondano le so-stanze, et ricchezze corruttibile, et vane; non per questo egli è sicuro, che sempre l'habbiano da esser sue,
et l'habbia sempre a possedere, per esser soggette all'vltime destruttioni, et a gli ingordissimi predatori.
Non si vede egli come la fame, le pestilenze con le guerre ingordissime deuoratrici d'ogni sostanza mor-tale, et terreno bene, destruggano in vn tratto le copiosissime ricchezze, et i proprij prefessori? Solo con
le persone viuano, & in ogni gran periculo, et trauaglio restano fidele le scienze acquistate, ò per diuina
gratia particularmente infuse. Queste sono si care, et fidate compagne, che seguitano l'huomo per
ogni via, et in nissun auuerso caso lo lasciano mai, ne mai l'abbandonano sino alla morte, tanto cordial-mente l'amano. In loro non vagliano insidie, aguati, et strattagemme, che per le strattagemme, agua-ti, et insidie non possano mai esser predate ò per forza rapite. E però faccia pur guerra la fortuna
quanto si voglia, et guerreggiando n'insulti: che riportandone al fin vittoria la possiamo sempre scher-nire; la ci si può ben spogliare o laccerar i panni; ma quantunque ignudi ci lasciasse, vsciti dalle sue in-sidiose mani; sempre quelli istessi di dottrina ci trouaremo essere, che eramo per prima, innanzi che ella
ci spogliasse. Ilche considerando mi pare, che gli antiche hauessaro molto ben ragione di prezzar tanto
le scienze, et di stimarle, quanto le stimarano, et prezzarano, conoscendo di essa fortune le larghe,
& gran promesse, esser fallace, ò non esser nulla, & se pur sono qualche cosa, che poca cosa sono, esser
hoggi nostre, & diman d'altri, vscendoci di mano, qual vento od aere, & sparendoci dinanzi da gli
occhi qual ombra, & fumo: volendo come sprezzatori delle cose incerte, piu tosto amare, & far con-to delle cose perpetue, & sicure, che amar le transitorie, & vane, o seguitar quelle, che a poco a poco
se ne vanno, & se le consuma il tempo. E però chi vuol esser riccho, & posseder sicuramente le sue
ricchezze, ami, & abbracci le scienze, che non serà mai mendico ò pouero, appliacandosele in suo fa-uore per disposition di bene; essendo che l'applicarle in male, il mal che poi ci danno s'accresce, & le
pene al fin si fan maggiore: Ecco dunque come per possedere cosa certa, & stabile ogni vno è obliga-to ad imparare: piu che di affaticarsi in qual si uoglia altro acquisto, perche infra gli acquisti preciosi
questo è il maggiore. E perche crediamo noi, che Iddio hauendoci aperto gli immensi suoi thesori
habbia sparso per il mondo tante uaghe, & belle scienze? solo per che habbiamo per questa, & quella
uia a riconoscerlo per Padre, Signore, & Padrone, & riconoscendolo gli adimandiamo quel pane, che
quotidianamente con tanta humiltà, & deuotione li chiediamo. Onde vediamo ben alcuni hauerlo per
vna uia, & altri per vn'altra: che alla fine infra tanti, che l'hanno ui trouiamo i Musici ancora, che
con le virtù loro honoreuolemente s'acquistano il uiuere. e però le creature humane uolentieri, & di buo-na voglia s'hanno da impiegare, & disporre ad imparar di Musica, non solo perche è scienza, che
orna l'animo, & dispone la persona a diuerse buone operationi: ma anco perche ornandogli l'animo, &
disponendolo all'operationi virtuose, & buone, nelle afflittioni, & stanchezze lo conforta, & consola:
& in ogni auuerso ouero tristo caso con ageuolezza mirabile li può porger aiuto, & lo può souenire, &
tanto piu uolentieri ogni uno, che sia atto ui si deue disporre, quanto che è scienza, che in breue tempo
s'acquista, & s'acquista non con fatica, & sudore: ma con diletto, & piacere, dal quale sempre ce ne
deue nascere maggior voglia, & desiderio, essendoche le cose, che si bramano piu uolontieri s'acquista-no. Io dico, che ogni uno si deue disporre a gli acquisti della Musica, uolendo per ogni uno intendere,
quelli che ci sono inclinati, & che ci hanno attitudine, & per quegli altri, che per esser connumerati tra
virtuosi & infra i ueri huomini ascritti, lo debbano per douere e debito fare: perche si vede, che un huo-mo al tutto di virtù uoto, & scarico, tra gli ociosi uiue; & è sempre (dalle attioni del volgo in fuora)
desposto da una parte rimesso in una cantone, a guisa di cosa infruttifera, & inutile. & chi è che in simil
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caso non si penti ò doglia, vedendosi quasi come reprobato, (non discacciato;) ma riprobato, & aborrito.
Per questo piu che per altro la Musica si deue imparare, accioche non potendo tutti esser Filosofi, Arithmetici, Astrologi, & Mathematici, habbiamo almeno qualche altra virtù per potere infra i virtuosi comparire: massimamente che ogni sorte de virtuosi con la perfettione di quelle virtù che posseggano s'inal-zano in sublime loco, & fanno acquist d'immortal fama, & gloria: cosa che si conserua assai piu che
l'oro, l'argento, & le gemme pretiose: della quale tutti siamo obligati a ricercarla, & ritrouatala ve-stirsene per non spogliarsene mai.
Quali Musici s'intendino per antichi, & quale sieno quelle cantile-ne ch'hoggi giorno si chiamano antiche. Cap. IX.
ACcioche i ragionamenti che si hanno da fare intorno alle cose di Musica habbiano da essere con
quella chiarezza, & distintione che debbano essere tutte le cose che portano in se qualche difficultà, & debbano esser ordinate; prima che io vada piu inanzi, voglio col dechiarare quali
Musici s'intendino per gl'antichi, si sappia quale sieno l'antiche cantilene, & compositioni: & però in
quanto a i Musici antichi li trouiamo esser di due sorte; i primi per quei Filosofi che altamente scrisse-ro della scienza Musicale come fu Pitagora, Platone, Macrobio, Anfione, Diodoro, Boetio, S. Ago-stino, & molti altri: i quali si chiamauano a qual tempo Musici, perche secondo la scienza sapeuano
le proportionalità de numeri, & le vere consonanze. Oltra che i Poeti ancora erano tenuti per tali
per la buona, & optima dispositione delle lor Rime: I secondi per quei compositori che col mezzo del-le figure Musicali composero tante cantilene, quante hoggi giorno si veggano ancor esser conseruate: i
nomi de quali sono Iusquino, Gio, Mottone L'Ochghen, Brumello, Henrico Isaac, Lodouico Senfelio,
& molti altri che io li taccio per non hauer preso assunto di douerli desciuer tutti. Onde altro è il con-siderar la Musica in quanto al suono, & altro è a disponerla per le sue figure: per questo quando io
douerò parlare di quei Musici che per speculatione considerarano il suono, & lo diuisero in tanti nume-ri sonori, misti, & dissonori dirò sempre qualche lor nome particulare, & nominarò Diodoro, Anfio-ne, Boetio, Macrobio, Sant'Agostino ò altro; ma quando douerò parlare di quei che disposero i numeri
in figure dirò sempre gl'antichi, volendo per gli antichi che s'intenda Iusquino, Giouan Mottone, Il Brumello ò altri che disposero i sonori numeri sotto figure Musicali, & questo si fa: accioche questo nome
d'antichi non ci confonda, & che in cambio d'intendere questi che composero i canti di questa sorte che
hoggi giorno sogliamo cantare, non intendiamo quei che considerarano il suono solamente, & non lo di-sposero in questa sorte di figure: Similmente ancora facendo noi distintione tra coloro, che disposero i
numeri sonori per caratteri, & figure, et quelli che li disposero per numeri solamente considerando il suo-no diuidersi per tante vie, sapremo facilmente quale appresso di noi habbiano a essere le cantilene anti-che: perche pigliando quelle cantilene, che hanno le figure Musicali, et da cantare, diremo che tutte quelle siano antiche che non solo sono state composte da i sopradetti auttori: ma anco da quelli che non son
stati nominati. E però sempre ch'io dirò antichi, & compositione antiche s'hanno da intendere coloro, et
quelle compositioni che furono a quel tempo che la Musica nostra fioriua che fu al tempo de quegl'huo-mini, che sono descritti quì di sopra: & non è da merauigliarsi s'io ne fò questa particular distintione:
perche se nel trattar di Musica per antichi io volessi intendere quei Filosofi, & i Poeti che furono già
gran tempo tenuti per Musici, confonderei li compositori che composero sotto i caratteri di figure Mu-sicali, con chi compose Poesie, & Rime, ouero con chi considerò solamente il suono in quanto suono, &
di lui ne scrisse come si troua scritto: Et se bene questi auttori, per douere, & per ragione si douessero chiamar vecchi, & non antichi per esser necessario secondo il nome che passino molte erà per douer esser chia-mati tali: nondimeno si può in questo caso diuertir la sua natura senza detrimento loro, & del termine:
per poter meglio distinguere i vecchi da gli antichi. Dunque i compositori antichi seranno tutti quelli
che furono già gran tempo, & che si veggano al tempo presente vestigie ò copia delle loro opere, et i vecchi seranno come Adriano Vuilarth, Morales, Ciprian Rore, il Zerlino, il Palestina, & altri, i quali fu-rono dopoi, & appresso l'età nostra, et noi non si possano chiamar altrimente che vecchi: cosi anco dal nome loro si farà distintione (bisognadoci) delle cantilene vecchie, et antiche: dalle moderne che seranno le
piu fresche, & le piu nuoue: delle quale gl'auttori sono ancora viui, è se pur sono morti, sono mancati gio-uani, & inanzi l'età senile. Con queste distintioni precederemo piu sicuramente, perche nel dir Vecchi,
Moderni, & Antichi sapremo di qual cosa, & di qual persona doueremo intendere quel che si dice.
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Di donde cauauano gli antichi gli effetti suoi Musicali. Cap. X.
VAriandosi l'età, le stagione, e i tempi, come del continuo li vediamo cariare, è forza che si uariano ancora tutte quelle cose, che sono fatte sotto di esso tempo, che bene ce lo demostrano
le loro forme, le quali spesso spesso si corrompano, se non a fatto a fatto, almeno in qualche
grande ò picciola parte: e però nel considerare di donde gl'antichi cauauano gl'effetti Musicali suoi,
non ci doueremo merauigliare se sono alquanti differenti da i moderni, perche gli effetti antichi produt-ti per via di figure Musicali: procedeuano bene per uia di consonanze, & numeri harmonici: ma era-no disposti per altre vie: Onde si come si troua grandissima differenza tra le considerationi di Musi-ca fatte da Boetio, Anfione, Diodao, ò Macrobio, & le dispositioni harmoniche fatte da Iusquino, &
gli altri antichi; che cosi ancora si troua grandissima differenza tra l'harmoniche dispositioni anticamente fatte, & le moderne: perche se bene generalmente procedano tutte per le medeme regole, & consonanze, nondimeno perche le consonanze moderne sono altramente disposte, che non erano l'antiche, per que-sto si dice che gl' antichi cauauano gl'effetti Musicali suoi per via di fughe, & per altre osseruationi, che si
disponeuano sempre a vn medemo stile, la verità di questo ce lo dimostrano le loro opere che cantandole
sempre vi sentiamo per vna medema maniera di harmonia, & caminar quasi sempre per le medeme vie: e
questo non per altro, solo perche haueano la mente fissa all'inuentioni, & alle diuersità di fughe: non tanto per ritrouarle: quant'anco per saperle ben tessere, & distendere: legandone molte insieme, con artifi-cio & arte (come si vede ne i motetti del Gombert) per dimostrare la cognition grande ch'haueano de i
numeri sonori, & consonanze: Ma poi col tempo per opera d'Adriano Vuilarth, & di Ciprian Ro-re, che furono quei Vecchi nella professione si intelligenti, & dotti, s'incominciò a ritrouarsi altri nuoui,
& vaghi effetti: (se bene l'opere loro non furono cosi da principio conosciute, & stimate;) talche hauen-do imparato i moderni dallo stile de nostri vecchi compongano hora Musiche con effetti assai dissimili
da gl'antichi: perche oltra l'inuentioni, si sono ritrouate vaghezze, che a quel tempo, non erano scoper-te, & se pur erano qualche poco scoperte non erano conosciute: perche la mira loro non tendeua in altro,
che ne gl'oblighi, nelle fughe, & nelle osseruationi: pigliandosi piacere di condurre vn capriccio sin al fi-ne, non hauendo rispetto piu che tanto alle vaghezze, & dolcezze. Anzi che io mi son trouato a ragionare con Musici vecchi, i quali in sua giouentù hanno conosciuto famosi di quel tempo, & com-positori d'importanza, che cantauano le cantilene come le stauano scritte sopra de libri, senza porgerli
pur vn minimo accento, ò darli qualche poco di vaghezza: perche non erano intenti ad altro, ne ad al-tro attendeuano che alla pura, & semplice modulatione: dalla quale non ne poteua riuscir altro che il
semplice, & puro effetto harmoniale: cauato per via di consonanze buone diuersamente disposte, se bene
nel desporle, non haueuano quelle perfette regole, & osseruanze che hora habbiamo noi; e però possiamo
dire che gl'antichi non cauassero gl'effetti Musicali suoi se non dalle pure, & semplice loro inuentioni.
Di donde procedano i propri) [sic: proprij] effetti harmonici, & Musicali. Cap. XI.
COn vn cocente, & feruentissimo desiderio di rendere a lodeuol perfettione i Musicali ragiona-menti miei son'andato considerando che per introdurre le genti nella cognitione della Musi-ca non serà niente fuori di proposito di andar cercando di donde procedano gl'effetti Musica-li, & harmonici, ch'escano dalle ben concertate, & disposte modulationi, essendoche questi simili quesiti,
& inuestitatione, meglio ce'introduranno nella cognitione delle Musiche moderne, e però volendo noi sapere di donde procedano i superiori Musicali effetti, che sono quelli che producano soaui suoni, & harmoniose melodie, bisogna che noi consideriamo di che cosa la Musica si componghi, perche nel ricercar de i
principij suoi, vederemo che componendosi de tanti numeri sonori, & dissonori disposti per gradi, & di-stanze secondo vn debito ordine, generano per uia di optima, & ben misurata dispositione, vn harmonia
soaue; che si come bene, et optimamente uengono a esser disposti, et ordinati, cosi ancora gli fanno esser varij, & diuersi: Onde non è chi non sappia che componendosi la Musica di sonore voci, & consonanti suoni, il suo principio sia il canto: et che dal canto n'escano gl'effetti harmonici, et Musicali: ma questa non è
la propria risposta del quesito: perche ogni uoce che canta, se harmonicamente non canta non produce mai
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buono effetto Musicale: essendoche l'effetto della Musica, eschi dalle proportione de numeri sonori. Di-co harmonicamente per distinguere quelle voci che cantano insieme senza veruna cognitione di Musi-ca, & s'accordano per via dell'udito, come fanno di molt'huomini, & donne mentre lauorano: attento
che se bene s'accordano, & non fanno quelle brutte dissonanze che fanno quelle che discordano affatto
affatto; nondimeno perche le voci non vi sono disposte, con i suoi debiti ordini, & proportioni, non si può
dire, che da loro procedino i veri effetti di Musica; ma bene che n'habbia vn principio, & qualche
poca di similitudine. E però per dire di donde procedano gli effetti Musicali bisogna che io dica;
che procedano dalle bnone [sic: buone], & optime voci, qualunque volta che cantando, cantano secondo l'optima
& buona dispositione de numeri disposti, & ordinati per distanze sonore, & gradi consonanti, confor-me alle regole harmoniche, dalle quali n'escano le soauità, & le dolcezze, che cibano, & nutriscano
(col mezzo dell'udito,) gli animi di Musica amatrici, senza le cui regole nissun canto si può di-re che produchi effetto Musicale, ma bene che li sia simile per rispetto della similitudine delle conso-nanze che quantunque non siano in tutta quella perfettione che doueriano essere vi sono almen vicino.
Se i moderni effetti Musicali hanno quella forza haueano gli anrichi [sic: antichi]. Cap. XII.
SI può ben ogni uno da per se stesso immaginare, non solo per l'esperienze quotidiane, delle
tramutationi, & varietà delle cose che si cambiano a poco a poco, & si mutano; ma ancor per
l'effetto particulare che producano le Musiche da vn tempo dall'altro per non dire di hora in
hora, che i moderni effetti Musicali sieno assai differenti da gli antichi, si per le Musiche, & composi-tioni in se stesse, che sono con alcuni stili piu vaghi hora tessute; si anco per li gratiosi accenti che i can-tori li danno, & tanto piu i moderni effetti sono da gli antichi differenti quanto che sono da gli errori,
& sporcitie molto piu ben purgati, & con piu bel ordine disposti, per esser stato i moderni con le regole
de Vecchi con grandissima diligenza, & fissa attentione ad ascoltare che effetto faccino le modulate
cantilene; quando che da buoni cantori sono cautate [sic: cauntate], & fattone di molte esperienze si tiene che gli ef-fetti de le Musiche moderne superano gli antichi, perche sono con piu vaghezza, & delettatione
cantati. Et quì quando si cerca de gli effetti antichi da Musiche produtti, non si cerca de quegl'ef-feti che si leggano in alcuni libri che Orfeo mediante il suono, & il canto conducea gl'animali insieme
ad ascoltarlo intenti, ò d'Alessandro che per il cantar d'uno fu ridotto a pigliar l'arme in mano, per-che gl'effetti Musicali nostri del tempo presente s'intendano per quelli che escano dalle cantilene che ho-ra adimandiamo compositioni, & non per quelle materie che n'esplicano per uia de versi o Rime; E pe-rò facendo comparatione de quegl'effetti ch'escano dalle compositioni moderne, & quelli ch'escano dal-le compositioni antiche; dico che molto piu vaghi sono gli moderni che gli antichi si per le ben disposte
consonanze: si anco per i buoni cantori che le cantano: & si può in ciò fare questa particular esperien-za, che tolto dalle mani de mediocri cantori vna cantilena, & datola in mano de cantori famosi, & buo-ni, quella compositione ci parerà vn'altra, & non piu quella.
Per il che possiamo senz'altro concludere, che essendo i cantori quelli i quali con le buone Musiche
raddoppiano gl'effetti, che essendo le Musiche moderne fatte con buonissime regole, & cantate da buo-nissimi cantori, patroni de gli accenti vaghi, & delle gratiose maniere, che le habbiano molto piu forza
che non haueano l'antiche già che i cantori di quel tempo, non attendeuano ad altro che a cantar bene le
loro cantilene, & a non fallarle: perche in quello consisteua tutto il loro honore, & la lor gloria: come
ancor hoggi giorno la gloria, & l'honore di vn buon cantore non solo consiste nell'esser sicuro cantante:
ma anco nel cantar con gratia, & accentuatamente.
Quali sieno gl'effetti intrinseci della Musica. Cap. XIII.
SE nel considerare gl'harmonici effetti, & le Musicale melodie, andaremo giuditiosa-mente considerando di donde n'escano le soauità, & le dolcezze delle cantilene, & per
qual via le ci siano produtte, & fatto sentire facilissimamente trouaremo, che non
escano da altre cose, ne per altra via, se non per alcune dispositione de numeri che hanno na-tura, quando che sono ben disposti, & ordinati di generare harmonia, tutta volta che seranno se-condo i gradi loro, & le loro distanze con giuste, & terminate quantità di voci humane od istru-
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menti percossi, & intonati: Onde se noi li consideriamo ben trouaremo, che si some gl'edificij prima, che
si riduchino alle forme visibile, & che sieno di tutto fatti, sono integri, & compiti nella mente del-l'artefice, & si dicano essere nell'Idee loro collocati, & posti: cosi ancora prima che le Musiche sieno can-tate, & che si odino i loro effetti estrinseci; hanno dentro di se per la dispositione de i sonori numeri, & le
figure, gl'effetti intrinseci, che per dirla in due parole sono quegl'effetti muti, & occulti, che dalle voci poi
sono scoperti, & manifestati, quando che cantandole l'empiono di suono: se ben alcuni uogliano che sie-no quelli, i quali intendano i compositori, quando che nel cantar d'una cantilena, conoscano se le consonan-ze vi sono ben disposte, & ordinate; ò se ui sono tutte quelle cose harmoniali che vi si richiedano, che io
piu tosto gl'adimanderei intimi affetti, che intrinseci, essendo quelle considerationi dentro a gli effetti
estrinseci come ogni uno ne può dir il vero. Con tutto ciò ogni uno li piglia per quello che si vole; che
inquanto a me sempre intenderei per effetto intrinseco harmoniale quella dispositione delle figure, & nu-meri, che sono dentro alle cose da cantare: Et poi questo importa poco al ragionamento nostro, essen-do speculationi a beneplacito, & volontarie, che da diuersi bell'ingegni diuersamente si possano fare: ma
quello che sotto questa parola di effetto intrinseco si nasconde, & che debbiamo intendere, e quell'effetto
che nasce dalla dispositione de numeri sonori, & caratteri terminati, con i quali si compongano poi le catilene, che d'intrinseci che sono: mediante le voci che le percuotono, & l'empiano di suono diuengano
estrinseci. Questi intrinseci effetti sempre sono nella mente de compositori: perche riuolgendosi nel
pensiero queste consonanze, & quelle, giudicano gl'effetti che possano produrre, & gli accompagnano in
diuerse foggie, per hauerne copia, & abbondanza, & per possederne vna quantità infinita come posseg-gano, & allhora sono posti in essecutione che da loro ne sono formate le cantilene, che poi ne fanno
sentire quali effetti hebbero per la mente.
Dunque gli effetti intrinseci della Musica sono quelli che non sono ancora produtti, de qua-li i compositori ne sono patroni: & anco possano esse quelli che sono dentro alle compositioni mentre le
non sono ancor cantate: ma piu propriamente si può dire, che siano quelli che vanno per il pensiero di
chi sà l'arte del comporre: Ne perche questo che non conuenghi al nostro presente ragionamento
alcuno se n'ha da merauigliare, perche in breue s'accorgerà perche causa io l'ho detto: & vederà, che
ne questo ne altro propongo, ò dico senza qualche mistero, & occasione, & che tutto a qualche buono
effetto serue.
Quali sieno gl'effetti estrinseci della Musica. Cap. XIIII.
VEduto di donde n'escano gl'effetti intrinseci Musicali, & di donde procedano, facil cosa serà
a vedere di donde procedano, & nascano gl'estrinseci; poiche se gl'intrenseci nascono dalla
buona, & optima dispositione de numeri sotto quantità sonore raccolti, gl'estrinseci nasce-ranno dall'optima, & buona disposition delle figure, & caratteri harmonici, atti in ogni occasione ad es-ser dalle voci od istrumenti percosse, & fatte risonare, dalle debite distanze harmoniche raccolte, & ab-bracciate; essendoche l'harmoniche, & Musicale modulationi non si formino per altra via che per le
sudette ben disposte figure, & caratteri, & per le sonore voci che l'empiano si suono. Io dico dalla uoce
od'istrumento percosse; perche in nissun'altro modo all'udito si può produrre harmonia. Le voci la pro-ducano per natura, non essendo il nostro ragionare altro che vn picciol, & semplice suono, & gl'istrumenti per similitudine, accioche immitino le voci, & immitandole le possino accompagnare; E però si come
gl'effetti intrinseci sono quelli principalmente, che vanno per il pensiero del compositore, mentre ch'egli
discorre intorno alla dispositione delle consonanze, & dissonanze; cosi gl'estrinseci sono quelli che
escano dalle cantilene quando le si cantano, ò da quelle che sono ridotte in forma da potersi cantare, che
si ritrouano sempre a requisitione di chi canta. Et è da notare, che si come corre gran differenza tra il si-mile, & il somigliato, che cosi ancora si troua grandissima differenza dall'effetto che esce dalle cantilene
di Musica, & quei canti che hanno qualche similitudine; perche quelli delle vere sono i proprij, & que-gl'altri sono i simili. Questo si dice per separare da i proprij effetti di Musica gl'apparenti, accioche
meglio si sappia di qual Musica si parla, non essendo conueniente che ogni voce che produce suono simi-le al vero suono harmoniale sia tolta per voce di Musica, perche molti cantano secondo che gli detta
& l'insegna la natura, & producano col canto effetto simile; ma per non esser il vero si mettono da una
parte per lasciare a gli effetti veri, il vero & proprio nome. Dunque gl'entrinseci effetti Musicali pro-prij, & veri, non sono altro, che quelli, i quali escano dalle cantilene, mentre che le si cantano.
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Se gl'effetti estrinseci della Musica nascano dalla dispositione de numeri, & caratteri Musicali; quali sono que-sti caratteri. Cap. XV.
GIache per formarla la Musica, & produrre a gli orecchi nostre l'harmoniche melodie sono necessarij con i numeri ben disposti alcuni caratteri, per segno e del numero già disposto, & della
quantità del suono che a quel numero si ha da fare, per dimostrare qual sieno, dico, che sono alcune figure anticamente trouate, le quali sono di diuersa forma, & secondo la diuersità loro hanno distin-tamente i suoi particulari valori, che si possano in ogni occasione secondo le distanze melodiale, & in numeri consonanti distendere, & adattare in quantità picciola ò grande secondo il bisogno, & l'intentione
del compositore. Perche in quanto alla intelligenza di questo debbiamo sapere, che per voler mode-rar la voce, & assignarli quanto ha da cantare: mentre che la si dispone al canto: furono anticamente trouati alcune sorte de caratteri con i quali si dimostraua a i cantori, in che luoco doueuano collocar la voce,
& quanto in quel loco si doueuano trattenere per dare sucisiuamente il loco a gli altri che di doueuano can-tare: essendo questa vn'attione, che non potendosi far sola; ma con aiuto, & soccorso del compagno: non si
può per altra via che per segni dimostrare doue le altre parte hanno da cantare. Questi caratteri anti-camente furono formati, & fatti in vn modo, che hora non se ne troua piu vestigie, per esserne stati in-trodutti d'altri migliori, & assai piu commodi, & intelligibili: per questo io di loro non ne dirò altro: so-lo che chi brama di veder questi tralasciati caratteri, veggha il Franchino nel principio del suo volu-me, che ne hauerà assai buona soddisfattione. Hora fa per noi di veder solamente quali siano questi ca-ratteri per i quali gl'effetti intrinseci, che sono nella mente, & nel pensiero di questo, & quel composito-re escano a gl'atti, & effetti estrinseci che sono a punto questi delli quali io ragiono. e però dico che i ca-ratteri moderni intesi per quelli che hora s'adoprano, & furono adoprati da quella volta in quà che furono demessi quegl'antichi che io dico non sono altri che questi dua
[Music example]
i quali per hauer piu
forma di figure che de caratteri, non si chiamano piu caratteri; ma figure: Onde per-che le serieno poche per modulare, et con esso loro poca harmonia fariano, le modulationi
per questo fu trouato per meglio, et piu d espediente di aggiungerui le code, & di oscurarne
alcune come vederemo. Cosi gl'effetti intrinseci, che sono considerati dal compositore si riducano all'effet-to estrinseco commodamente senza verun periculo di dissonanze ò confusione.
In che modo si faceano l'harmonie prima che si fossero trouati que-sti caratteri Musicali che hora adoperiamo. Cap. XVI.
SE bene di sopra nel capitolo nono, trattando de Musici antichi ò delle cantilene moderne &
vecchie, io distinsi per maggior chiarezza i compositori, & le compositioni antiche dalle vec-chie, & le vecchie dalle moderne: nondimeno perche tanto queste, quanto che quelle si trouano
esser formate, & fatte con i moderni, & istessi caratteri diuersi, & differenti da i primi, che già
centenaia d'anni s'adoprauano: per questo volendo noi entrare nella cognitione delli caratteri moderni,
come che furono già formate quelle compositioni antiche delle quali di sopra io ne feci mentione, serà bene che sapiano non in che modo ci formauano, ma in che cosa, & donde si fondauano: però e da sapere
come inanzi che si vsassero quelli caratteri, che noi hora chiamiamo figure Musicali, le Musiche si disponeuano per canto con alcuni caratteri, i quali erano insiememente fondati in altri luochi demostrati per
nome: Et seruiuano in questo modo, che il carattere non solo dimostraua la quantità del suono, che si do-uea dare al canto; ma anco alla distanza di questo suono da quest'altro, & questo perche a quel tempo ha
ueuano diuisi le distanze harmoniche secondo i gradi consonanti, & dissonanti per via de questi nomi greci di Proslambanomenos, Hypatehipaton, Parhyhypaton [sic: Parhypatehypaton], Lychanoshypaton, Hypate meson &c. &
li disponeuano secondo l'usanza di quel tempo: cantandone le laude a i Dei, ò le merauigliose opere de
gli Heroi. Et seguitò questa vsanza di cantare per quei caratteri fin al tempo di Guido Arethino Mo-nacho della Religione di San Benedetto, il quale con l'accutezza dell'ingegno suo, ridusse i sudetti nomi
a piu chiara, & intelligibile forma, disponendola in altre maniere, & la piu parte con nomi, & voci lat-tine: Onde si fatta dispositione fu di tanta vtilità, & giouamento, che da quella volta in quà non fu adoperata altra mai, tanto fu buona, et bella l'inuentione. Quindi poi con somma utilità della Musica ne fu
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rono ritrouate tutte quante le figure Musicali da una forma sola, disponendo un quadro per dritto, et per
obliquo, hora in forma semplice, et hora composta secondo le necessità, et l'occasione: cosa non solo di farci stupire, et merauigliare: ma anco di farci mille volte l'hora, l'inuentione benedire; che se si benedicano l'anime di chi ci fece beneficio; quelle che in ciò ci beneficiarono tanto, punto non debbano esser admesse,
& per altra cosa tralasciate: perche altrimente haueressimo cognitione di principij solamente della Musica, et non de le cose sue piu perfette, & essentiali che serieno i principij di conoscere la voce humana
esser sonante, & atta a formare harmonia: non quell'harmonia che noi conoscessimo di poter formare,
non hauendo mezzi, perche non potressimo ridurla a nissun buon fine: et se non se riducesse non ci seria
ne nome d'harmonia, ne di Musica, essendoche la Musica, & l'harmonia si formino per via di conso-nanze, & le consonanze si dimostrino per via de numeri, & figure: Inanzi dunque che si trouassero le
figure Musicali si dimostrauano le consonanze per via de caratteri disposti per numeri, & essi nume-ri disposti secondo i superiori termini Greci.
In che modo si sia ridotta la Musica in scienza. Cap. XVII.
NOn è che non sappia, ò chi non conosca, & vegga quanta gran difficultà sia nella inuentione:
perche qualunque volta che le cose nascoste si sono ritrouate, col ridurle poco a poco sotto
gl'ordini, et le regole; non solo le uengano tanto piu perfette, quant'anco meglio, & perpetua-mente vengano a esser conseruate: che se le fossero confuse, & dissolute, per la confusione in che si tro-uassero in poco tempo veniriano nulle: essendoche quelle cose le quali sono agitate, & dalla confusion
dominate, tosto si destruggano, & se ne vanno in ruina. pigliamo essempio da qual si voglia confusa
moltitudine; che per non esser disposta regolatamente, & collocata con ordine, oltra la ruuida apparen-za per ogni picciol cosa si dissolue, & strugge: e qual cose mi sono quelle che conseruano gl'edificij, &
le fabriche con tanta maestria fatte; se non gl'ordini, & le regolate dispositioni? E però bisogna crede-re, che se la Musica non fosse ridotta in scienza, che sin hora non ce ne seria memoria non che uesti-gie, & se ne seria andata con quelle cose, che trouatole inutile, & infruttifere, se ne sono andate in nul-la, & in fumo: Ma come cosa fruttifera, & gioueuole per via di scienza sin hora s'è conseruata:
perche dopò la sua inuentione fu cominciato a poco a poco a distinguersi le consonanze dalle dissonan-ze, e quelle poi considerate secondo la perfettione, & imperfettion loro si è ridotta a tale, che si connumera tra le scienze compite, & perfette: Onde si come il giudicio humano iscopriua i diffetti suoi;
cosi li purgaua, & ne purgò tanti, & tanti ne reprobò ch'al fin ridotta a questo termine, che la si vede;
la si chiama scienza, percha [sic: perche] è tutta fondata sopra de regole, & è tutta piena necessarijssimi precet-ti, simile a qual si voglia cosa ben radicata, & stabilita: ne bisogna credere, che li manchi cosa alcuna
di quelle cose, che necessariamente li bisogna: perche l'ha tutte quante; prima ha tanta libertà, quanta
gli ne comporta, & che se ne possi hauere, & poi è si ristretta, che par cosa impossibile a potersene si am-plamente seruire: Che l'habbia pur assai libertà, si vede nella gran copia delle compositioni, che se
non ci si fosse spatio, & campo pur assai, non ce ne seriano tante, ne sin hora seriano multiplicate in tan-ta copia quante sono che poi la sia angusta, & ristretta, si vede che intimamente la dispositione delle
figure di qual si voglia cantilena refferirsi alla dispositione delle altre: perche in quel modo che questa
è disposta con consonanze, & dissonanze mitigate, & che nel disporle si è hauuto questo riguardo di
non disporre senza mezzi due consonanze vicine delle medema specie, & perfettione; cosi ancora so-no tutte l'altre piene di osseruanze: ne per regole ò precetti si contradicano; talche tutto in vn tempo vi
si vede libertà, & strettezza: Et chi m'adimandasse perche causa, & il che modo fossero fatte que-ste legge, & prohibitioni, direi che i primi in quest'arte dotti giudicando il suono della voce humana
diuidersi in tanti gradi, udendo l'effetto, che producea nel esser accompagnata insieme con vn'altra, ne
cauarano alcuni gradi detti consonanze perfette, della perfettion loro; perche infra tutti gli altri erano i
piu soaui, & piu sonori: & quelli poi secondo, che si partiuano da questa perfettione cosi li chiamara-no imperfette: ma perche infra tutta la diuisione ve n'erano de tristi, et cattivi, quelli chiamarano dis-sonanze: Cosi per non fare che si adoprassero solamente le consonanze; ma che fossero abbracciate
ancora le dissonanze, ordinarano, che, & come di douessero adoprare; non tanto per adoprarle, quante
per poter meglio mitigar la dolcezza, & soauità delle consonanze perfette, che per la soauità, & dol-cezza loro generariano in breve tempo fastidio, & nausea. Anzi che qualunque grado dissonante,
che fosse rimasto fuora, & che nella Musica non si potesse adoprare, la Musica per lui si chiameria
imperfetta, per rispetto, che il moto dal quale nasce l'harmonia non potria in ogni parte, &
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ricercar qual si voglia loco: per questo come io dico abbracciando qual si voglia grado fu ordinato a po-co a poco come di doueuano accompagnar i gradi consonanti con gli dissonanti, accioche vno per l'altro po-tesse hauer buon luoco, & non potesse l'udito offendere: Questa è la sua perfettione, che i gradi tri-sti, & cattiui in cambio di esser aborriti, & esclusi da i buoni, sono da buoni abbracciati, & raccolti co-me per buoni. A questa foggia fu ridotta la Musica in scienza, & per tale sempre fu da tutti ab-bracciata: perche ogni uno vidde esser stato bene l'ordinatione già fatta, & non fu chi non vi accon-sentisse non tanto per il bel ordine, quanto che per l'utile che se ne potea trare. Però ne dobbiamo as-sai ringratiare Iddio, & quelli che intorno a ciò si faticarono tanto: essendo che per lo studio loro, &
per il fauor diuino, hora habbiamo quello, che Dio sà come seria, & come seria andato se ogni uno
l'hauesse adoperato a suo modo.
Perche causa la Musica si sia ridotta in scienza. Cap. XVIII.
NOn si riduce mai cosa nissuna a gli ordini, & alle regole per douerle perpetuamente conserua-re, se le non sono di qualche vtile, & giouamento; essendoche ogni cosa inutile si reproba, &
aborrisce. Onde debbiamo considerare, che se la Musica non fosse stata buona, la si se-ria lasciata gire, & non seria stata ridotta sotto buoni precetti, & regole: perche fattone le semplice
prime esperienze, & veduto che la fosse stata cosa di poco momento ouero inutile: non ci seria stato
chi piu l'hauesse prezzata, & non prezzandola chi l'hauesse ridotta a questa forma: oltra che se la
fosse stata inutile, & di poco momento, non seria durata tanto, ne venuta in quel colmo, & a quella
perfettione qual hora presente se ritroua essere per rispetto, che tutte le cose, che sono senz'ordine, &
sregolate tutte dico hanno presto il fine, doue che se la Musica non fosse stata regolata, & ridotta sot-to qualche buon'ordine la non seria piu prezzata, & stimata, che sono prezzate, & stimate le cose abo-riose, & triste, le quali s'aboriscono si fattamente, che nissuno le vuol compatire: Et di piu se la Musi-ca si fosse lasciata gire, & non si fosse prezzata che per il prezzo suo poi le fosse ridotto sotto questa
buona forma, & conseruatiua institutione; ò che subito mancando gl'institutori, & formatori seria mancata ancor lei, ò che durando ancora, seria durata tanto quanto che ci fosse stato chi l'hauesse prezza-ta, & chi n'hauesse fatto stima, & siamo sicuri che non hauendo fondamento buono, il gran spatio de gli
trascorsi, & trapassati anni, le sollecitudine repentine, i disturbi cinili [sic: ciuili], le operationi mecaniche, le morta-lità, le guerre, & cent'altre mila cose l'haueriano destrutta, & redotta in nulla; e questo perche
fra le guerre, le mortalità, i disturbi ciuili, le repentine sollecitudini, in si gran numero, & quantità de
anni, si seriano destrutti, & rouinati ancor coloro che ne hauessero hauuto qualche cognitione, se bene
la cognitione che io dico: potesse essere almeno principio di scienza, e però coloro che la cominciarono a
scoprire, scoprendola, a poco a poco ne formarano qualche regola per separarla da quelle tante immun-ditie naturali, & imperfettioni in che si trouano le cose da natura prodotte.
Doue che non tanto per merito nostro, quanto che per merito suo particulare fu giodicato esser bene
di farui sopra qualche fondamental consideratione, perche con la consideratione si fanno l'eleltioni [sic: l'elelttioni], et l'elettioni sono quelle poi che formano le scienze come io dissi dianzi nel capitolo superiore, Ma discorrendo
sopra di quelle cose che a quel tempo douettere occorrere; possiamo giudicare, che la non fosse cosi perfettamente conosciuta come la conosciamo noi hora: Anzi che la douettero riconoscere tanto imperfet-tamente; che con la cognitione nostra non s'haueria punto da parangonare, & per questo la douesse stare
ancor sepolta fin tanto, che molt'altri ingegni con quella cognitione la riconobbero meglio: perche tut-te l'inuentioni sono imperfette, & piene di materie immonde come tutti sanno, & l'ingegno humano
purgandole hora di vna cosa, & hora di un'altra le si riducano a termine migliore. E questo non per al-tro solo per aggradire l'inuentione, & per donarci con il frutto qualche honoreuol fatica. Si che da
i primi in quà, che ne scopersero la Musica conoscendo il diletto, & l'utilità sua, tutti si sono affaticati.
(che però di lei ne ha hauuto cognitione) di formarla, & consolidarla, con diffinitione, & distintioni,
accioche mediante le dette distintioni, & diffinitione perpetuamente habbia da durare: & per scienza
da ogni vno s'habbia d'abbracciare; & ne fu ben degna, et meriteuole, quandoche mediante lei i sensi-tiui spiriti nostri dalli trauagli, ò fatiche quotidiane già languidi, et semiuiui, ritornano nel pristino
lor rigore, et si rinforzano con tanto lor piacere: Dunque i meriti suoi ne furono degni di esser ridot-ta sotto scienza, et noi per refrigerio, et consolatione, meritissimo che la ci fosse ridotta, non tanto per
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noi che siamo hora viui: quanto per quelli che sono già stati & hanno da essere, accioche godino et ha-uessero da godere quel bene che di lei hora ne godiamo noi.
Se la Musica non si fosse ridotta in scienza, che cosa hora la fosse. Cap. XIX.
QValunque volta che la Musica si fosse ridotta in scienza, et che la si fosse, qual incolta,
ouer seluaggia pianta lasciata gire: hora la seria si brutta et si difforme, che la si somegliaria alla
piu orrida Selua che si potesse trouare, à paragone del piu bel giardino che si potesse vedere: e
perche si somiglieria mai ad vn orida selua? perche ogni uno con l'aiuto della natura gittaria fuori voce
di canto, et produrria suono: ma nel produrre il suono et gittar fuori la voce: per non hauerci ne manie-ra ne modo lo produrria si rozzamente che seria ridiculosa cosa d'vdire: et quando le voci si riducessero
insieme incambio di produrre dolce et soaue harmonia, seria si piena di dissonanze che piu tosto si potria
dire disharmonia che harmonia: se bene questo ancora non seria il suo vero et proprio nome: et quan-tunque le voci per opera di natura harmonicamente si potessero accompagnar insieme: come vediamo
accompagnarsi quelle di coloro che cantano aeri senza saper di Musica: nondimeno quando la Musi-ca non fosse ridutta in scienza, non si potriano fare nisiuno accompagnamento buono: prima perche
non si seria sentito mai in che modo si potessero accompagnar le voci, per cauarne qualche buono effet-to. & poi quantunque qualche purgata voce, ce ne hauesse potuto dar qual si uoglia buon saggio & buono inditio: non ce ne haueria potuto dar mai tanto. ch'à buono inditio & saggio s'hauesse potuto para-gonare: perche qual egli si fosse stato, seria stato sempre pieno d'imperfettioni, & come cosa carica &
piena d'imperfettioni non ci saria stato chi l'hauesse prezzata, ò n'hauesse fatto stima, essendo che quel-le cose prezzandole si stimano, che per preciose & buone sono conosciute: Onde si può dure che se la Mu-sica non si fosse ridotta in scienza, applicandoci la natura alle cose imperfette come si sà & vede, se be-ne vi fosse chi cantasse, i canti serieno sproportionati & pieni di dissonanze: per rispetto che non si tro-ueriano si bene come si trouano le consonanze buone & perfette: & non seria chi le potesse in quel po-co di buono ch'hauessero immittare: doue che morti che fossero stati quelli che in questo caso fossero assai
riputati, se non ci fosse chi per natura gl'hauesse saputo immittare, quel poco che ce ne fosse stata se-ria perita e morta. Cosi di tempo in tempo seria cresciuta & marcata, et nel crescere et mancare, non
ci seria stato chi se ne fosse doluto, ò rallegrato: perche la non si seria conosciuta: Ma chi sà se la Musica
non si fosse ridotta in scienza se ci fosse chi sapesse in qualche harmonica apparenza cantare? dobbia-mo piu tosto credere che se bene la natura n'inclina, ch'alhora non sapendo come si fare: facessimo cosa che
non hauesse nisciuna similitudine di Musica: perche se bene gli huomini di questa professione al tutto
ignoranti cantano Rime et aeri amorosi, con accenti harmonici et Musicali, non siamo sicuri che al-lhora li hauessero saputo ritrouare; essendo che quelli i quali hora li ritrouano; li ritrouano, per hauer
vdito altri Musicalmente cantare che quantunque non vi fissassero la mente, per imparare quel canto
per l'attitudine che gli ha dato la natura, la voce vi si dispone senza che se n'auegghino che forsi non
si disponeria se non hauessero mai in nisciuna parte vdito à cantare; et io mi credo (discorrendo per na-tural ragione) che si come chi non insegnasse à vno di parlare, huomo fatto ch'egli fosse non sapria dir
altro che far mugiti simili a quei Muti, che gittano fuori alcune strane voci che non si possano per mio
parere somigliar ad altro che al muggire: cosi ancora se la Musica non si fosse ridotta in scienza, quan-tunque la natura ci porgesse aiuto, et che ci disponesse al canto, il canto seria simile al sudetto muggire,
non essendo disposta, et accomodata con ragione: et perche il mugito non è suono, ma è streppito, et noio-sa uociferatione: l'udito nostro che l'aborisce et fugge, lo fugirebbe et aboriria tanto, che non seria mai da
nissun usato, se non da stolti et pazzi, ò da chi fosse afatto afatto priuo d'intelletto et sciemo di ceruello.
In che modo fu conosciuto esser buono à redur la Musi-ca in scienza.Cap. XX.
GIà che le ragioni e 'l senso ne dimostra che se la Musica non si fosse ridotta in scienza, seria
tant'altra aspra et seluaggia che per l'orridezza sua, non ci seria chi la volesse vdire (quantunque
la natura ce ne porgesse qualche lume: et che ne facesse hauer qualche cognitione disponen-
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doci la voce in foggia di suono, b canto & suono soave; ma piu tosto suono & canto simile
al muggire:) serB bene che noi andiamo cercando in che modo la si riducesse in scienza: accioche meglio
di lei ne possiamo hauere qualche lume & cognitione: e perb secondo che noi possiamo considerare, deb-biamo credere che essendo da gli dotti & intelligenti (giB per lo studio versati, in diuerse scienze) considerato il nostro ragionare non esser altro che aere sonoramente percosso, & ch'egli secondo la nostra volon&-tB per gradi & distanze si distende con facilitB mirabile, da quelle esperienze rozze che ne doueuano fa-re le genti incitati come ho detto da natura B gittar le voci: ne douessero sentire qualche d'vna delette-uole: & che quelle l'andassero cercando tanto finche lo trouassero, & le ricconoscessero per buone, B dif-ferenza di quelle altre che erano al tutto cattiue: perche in fra quelle voci che si gittauano alle volte
si doueuano scoprirle cossonanze, come Oro minerale: & ricconosciute per le migliore, se ne douesse far
scielta & elettione, & che col tempo poi purgandosele dalle loro imperfettioni, si riducessero a buon ter-mine, & in buona forma: non tanto per lo studio fattoci di continuo; quant'anco per l'esperienze espresse
chi gli ne douea dar compito saggio & matura cognitione: essendo che il suono non s'appropri per altra
via che per l'udito: Onde se si nota bene: non per altro io ho detto, che essendo suono il ragionamento no-stro, & considerando da dotti sentendolo per gradi disporre, ne cauassero i gradi piu buoni & migliori:
solo perche si sappia che vna simil operatione non P stata per via d'ignorante fatta; perche vno igno-rante, non essendo atto alle speculationi, non haueria potuto separar le voci buone dalle triste, ma bene
debbiamo considerare, che i dotti versando del continuo nelle speculationi, et hauendo l'vdito assai mi-liore & piu purgato degli ignoranti; che meglio questo sudetto Oro minerale conoscessero; Et se al-cuno ricercasse chi fosse colui che conoscendo questa bontB di suono che si sente vscire dalla nostra vo-ce lo riducesse in buona forma, & ne formasse la scienza; sappia che per quanto possiamo giudicare in
quel principio che fu comminciata B esser conosciuta non fu ricconosciuta in tutta quella perfettione
che si ricerca: massimamente che tutto l'esser suo consista in voce, et duri tanto, quanto ch'egli in se
stesso P che non altro se non quanto dura: ma che apoco apoco per proua del vdito ci sia stato chi l'habbia ricconosciuto meglio; & a meglior forma l'habbia ridotto, espurgandolo dalle pure imperfettioni &
tristi effetti che ne douea produrre. Dalla esperienza dunque di hauer piu volte vdito la voce nostra
rissonare, & produrre vn suono harmonioso possimo credere che ne fosse fatta ellettione, delle voci
sonore et dissonore, et che con vna tale ellettione si comminciasse a distinguere il suono buono dal catti-vo, et che il suono buono fosse diuiso dal migliore, et che trouando beneficio da una simil diuisione, con-tentissimi del tutto et sodisfatti B pieno ne formassero le prime regole; che poi ridotte in buonissiam forma, & discorse per ogni via si riducessero sotta buona scienza, e questo non per altro solo perche noi ne
douessimo godere, quello che si hanno goduto gl'inuentori istessi, i quali come io dico se bene non han-no hauuto gratia di goderla cosi come la godiamo noi, l'hanno perb goduta tanto per quanto parue B loro di
poterla godere; Anzi che ne godettero piu di noi; perche col goderne quello che per quel tempo se ne po&-tea godere, godettero ancora dalla loro inuentione, che non ne possiamo goder noi, che non sciamo sta-ti gl'inuentori. Di maniera che dal beneficio che ne riceuettero coloro che comminciarono B discorre-re sopra la nostra voce, ne fu cauata la scienza Musicale, & la cauarono non solo per godimento del-le inuestigationi, ma anco accioche le preciosa bontB del suono da loro conosciuta & messa in stima,
fosse perpetuamente da posteri riconosciuta, & prezzata; non con ricognitione & prezzo vile ma con
prezzo & ricognitione celeberrima & singulare.
Quali furono i mezzi da ridurre la Musica in scien-za. Cap. XXI
IO per me credo, & gli altri s'hanno da immaginare che quelle ragioni con le quali spe-culando andiamo ricercando l'origgine & i principij della Musica; B quel tempo che le
furono ritrouate le douessero essere, pubbliche note, & palese, ma che la traditione apoco apo-co per tanti anni sieno mancate, fin tanto che si sia venuto B questo termine di hauerle quasi afatto afatto smarite; perche tutto quello che noi hora andiamo col discorrere inuestigando, essi che furono i pro-prij inuestigatori ne doueano saper altre piu sufficiente ragioni che non sono le nostre che hora qua-si mendicando l'andiamo ritrouando. E perb giuditiosamente inuestigando quali furono i potenti mez-zi da far ridurre la Musica in scienza non possiamo dire che fossero altri che le consonanze, le
quali perche nelle diuisioni del suono si cauano da molte consonanze; per non farle rimaner triste
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& esser da tristi suoni coperte, b conculcate, ne furon fatte le distintioni; procedendosi dal primo fino
all'ottauo; cosi nel procedere che si fece trouandosi alcuni gradi dissonanti, & altri consonanti fu
con distintione detto a queste consonanze, & a quelle dissonanze: ma perche infra li suoni consonanti ne
sentiuano alcuni de perfetti, & alcuni altri imperfetti, volendo che gl'imperfetti fossero separati, &
riconosciuti per imperfetti a differenza de gli altri che erano perfetti, ne furono formate le distinte de-nominationi dicendosi consonanze perfette, & imperfette. In questo modo fu ridotto la Musica
in scienza: perche tutte le cose che hanno le sue distintioni si possano diffinire, cauandosi dalle distintio-ni le differenze, & dalle differenze il genere, & le specie, vere forme delle diffinitioni. Onde poi che
la fu diffinita: ne furono formate le regole prouando di disporre le consonanze perfette con l'imperfet-te, & l'imperfette con le dissonanze, & in tanti modi furono riuoltate che al fin ridotte a vn termine
conueniente, con optime, & probatissime ragioni furono consolidate, & stabilite; della cui stabilitB,
& consolidatione hora ne godiamo noi tutti gl'effetti harmoniali, & ne goderano gl'antecessori nostri,
& gli posteri ancora ne goderanno a lor piacere tutto quello che loro ne voranno godere. Dalle pri-me considerationi poi ne vennero le seconde che furono le multiplicationi, dalla quale Arithmetical-mente ne furono formate tante scritture: quanto se ne veggano. Et pare che non ci sia stato dotto,
che non ne habbia voluto trattare, & ragionare: il che si vede bene con quanta maestria, & arte ne trat-tassero gl'antichi Filosofi, & altri professori di scienze, che non ci fu chi non ne scriuesse: & al presen-te ancora non mancano chi di lei ne scriua.
I mezzi dunque di ridurre la Musica in scienza furono le regole, & gl'ordini, i quali espurgando-la dalle sue odiose imperfettioni, & soauitB impure, la ridussero tal qual hora la se ritroua essere, &
quantunque la non fosse da principio cosi perfetta hauendocela lo studio de molti cosi ridotta; nondime-no a quel tempo ancora era perfetta, perche non ci conobbero altra imperfettione; che s'altra imperfet-tione ci hauessero conosciuto, si come la purgarono da quelle, cosi l'haueriano ancor purgata da queste:
& forsi con maggior prontezza, & sollicitudine: il che ne basta per dechiaratione & solutione del pre-sente quesito.
Se la Musica P scienza speculatiua ouer reale, & della conuenienza grande che ha con l'altre scienze. Cap. XXII
POi che i superiori ragionamenti per sufficiente proua ci hanno dato certezza che la Musi-ca sia scienza, & che i mezzi delle consonanze perfette, & imperfette, con le dissonanze
sono stati quelli, che ce l'hanno fatta ridurre: possiamo ricercare se l'P scienza che tendi al-la speculatione, ouero sia la scienza reale. Sopra di che si ha da sapere, che le scienze speculative so-no quelle, il cui soggetto essendo compreso dalle mente, sempre rimane nella imaginatione: Et le scien-ze reale sono quelle, delle quali essendo il soggetto formato in cosa materiale, tutti i pensieri si riducano
ad vna particulare materia. Onde se la Musica P scienza, conuiene che sia scienza speculatiua,
ouero reale: perche queste dua sono le principale diuisioni: e perb in quanto al principal esser suo; pos-siamo dire che la sia scienza speculatiua quantunque i numeri sieno il suo soggetto, che sono cose reali:
ma perche come io dico nell'esser suo principale, non comprende i numeri se non in quanto alla essenza
loro, & il loro ordine, disponendoli per diuerse vie come li pare, & piace: per questo si dice che sia
scienza speculatiua; poiche il Musico considerando non altrimente cauarsi le consonanze, & le dissonanze che per via di distanze numerali, dispone nel suo intelletto i numeri hora in vna maniera, & hora
in vn'altra, & da quelli giudicando le collocationi, & distanze fa giudicio dell'harmonia che possano
produrre: il che P tanto certo quanto che il senso con le mani ce lo fa toccare: poiche non P compositore
che non discorra prima come, & in che modo si possino nelle cantilene ch'egli vuol comporre accommo-dar le consonanze con optima leggiadria, & vaga dispositione: & se non fosse che l'obietto Musica-le essendo suono non si puo senza l'udito ridurre in proua, non faria bisogoo al Musico di ridurre i suoi
pensieri, & li giB disposti numeri ad atto nissuno, & nissuna forma reale: ma perche le sue proue,
non si possano per altra via prouare: per questo dalla speculatione bisogna venire alle proue sicure, &
certezze reali: non resta perb che la scienza in se non possi tutta rimanere in speculatiua: perche ver-sando lei intorno alla harmonica dispositione de numeri qualunque volta ch'egli hB disposto i detti numeri secondo le regole, & proportionatamente; egli P sicuro d'hauerli disposti in ordine modulante, &
Musicale: Questa P la causa che molte Musiche, & modulationi non producano quelli deletteuoli
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effetti che producano di molt'altre: perche allo studio non corrispondano le maniere: Onde se quelle
modulationi, & musiche sono considerate bene, si troueranno essere artificiose, & piene, di preciose
considerationi, le quali non si fanno se non mediante le speculationi: & esse speculationi non tendano
ad altro che ad vna regolata dispositione de numeri che possino senza diffetto risonare, & produrre
artificiosa melodia. E perb quel Musico ch'attende solamente alle speculationi, & considera i numeri harmonici potersi disporre in tante maniere si chiama speculatiuo, ma se con la speculatione, egli de-scende all'atto reale di disporre i numeri sotto figure Musicali si chiamma Prattico come di sopra habbia-mo veduto: per questo nel ricercare se la Musica P scienza speculatiua ouero reali; si dice che la sia
speculatiua: mentre che il compositore non riduce ad atto nissun la sua speculatione, ma che poi ridu-cendo le sudette sue speculationi all'atto, sia scienza reali: perche realmente l'essenza sua si pub toc-car con mano: Et nota che si potria anco dire che la fosse scienza che participasse e dell'una e dell'al-tra, per rispetto che il Prattico non pub ridurre a realtB nissuna le sue figure Musicali: senza che non
l'habbia premeditato prima; nondimeno la scienza in se tiene piu della speculatiua: non tanto per sua
natura, quant'anco, perche all'esser Musico, & possedere la scienza Musicale basta il saperla in spe-culatione, ch'ogni speculatore la potrB per via de numeri ridurre in prattica: ma vn puro, & sempli-ce prattico inteso per colui che non la possiede per speculatione non la ridurrB a mai per ragione: & se-rB sempre de fondamenti suoi ignorante; hauendo i principij suoi fondati nelle speculationi; massi-mamente che dalle speculationi n'P uscita e venuta. E perb volendo concludere, bisogna ch'io di-ca, che la Musica in se stessa sia scienza speculatiua: perche riducendola poi all'atto, quell'atto P
certezza, & proua della buona, & ottima speculatione la quale ne certifica, & assicura come oro
posto sul parangone.
Col riguarare poi a gli principij di queste scienze, & di quelle, b col essaminarle bene, & con dili-gente consideratione, si viene in vna chiara, et manifesta cognitione, che qual si voglia particular scien&-za ha grandissima familiaritB, & domestichezza con la Musica; in quanto al suono, & l'harmonia
sensibile: ma non in quanto all'ordine, & dispositione insensibile, che P quella dispositione che se ritroua in
tutte le cose ben disposte, & ordinate, la quale per l'ordine, & dispositione fa esser le cose quelle che le
sono, & le mantiene in quell'essere: Onde non P da merauigliarsi se si dice che la Musica conuenghi con
qual si uoglia altra scienza, o qual si uoglia scienza conuenghi con la Musica: perche ricercando
la natura di queste, & l'essenza di quelle si viene in cognitione, che gl'ordini, & le misure sono causa
dell'uno, & dell'altro essere, & s'applicano gl'ordini consonanti, B gli ordini dispositiui, & mediante i
numeri, & le misure, si vede vn retto ordine che le conserua come dall'ordine, & misure vien conserua-ta l'harmonia. Anzi che i dotti versando con le speculationi intorno alle cose naturali, dicano, che ne i
Cieli, ne gl'Elementi, & in tutte le cose naturali vi si troua Musica: non in quanto a quella harmonia
di suono che le voci ne producano, & ne fanno sentire, quando lo sono harmonicamente accompa-gnate insieme: ma in quanto alle misure, & gli ordini, i quali poi sono causa de i lor moti, & delle loro
continue permanenze: In questo modo esaminando qual si voglia scienza vi si troua le conuenienze
della Musica, & vi si vede gl'ordini si bene con misure disposti, che se hauessero voce produriano suono
deletteuole, & harmonia soaue: Dove che si come il Musico speculatiuo discorrendo infra le conso-nanze buone, & cattiue quantunque non odi suono b voce, nondimeno ode col'intelletto quelle conso-nanze ch'egli dispone esser si ben disposte che a lui P tanto quanto d'udirle in uoce: cosi ancora l'altre
scienze quando sono da professori suoi administrate, sono dico con tanta dolcezza administrate, che ne
sentano quasi che vna soaue, & deletteuole harmonia, essendo che l'harmonia, & il diletto nasce da i
buoni ordini, & perfette regole: Ma se noi vi consideriamo bene intorno, & con maturo giuditio ui
discorriamo, trouaremo infra tutte le scienze l'Arithmetica principalmente hauerne piu gran similitudine, & conuenienza, & poi la Geometria, l'Astrologia, l'Astronomia, & l'altre non in quanto al suono, ma in quanto alle consonante misure, & proportionate distanze che si come queste misure corrispondano a quelle, & queste a quest'altre, cadendo infra di loro distanze, & spatij misurati per gradi in numero, & quantitB ternarie, quinarie, b senarie, cosi si dice che per le misure, spatij, & distanze numerali
concordi, & discrepanti che l'altre scienze, & questo habbiano conuenienza con la Musica:
Costando la Musica di distanze, spatij, & misure numerali, non solo concordi ma anco discrepanti.
Onde se bene il quesito par che non vadi a proposito del trattato: massimamente che il titolo dimostra
di presuppore la Musica essere scienza particulare: nondimeno perche meglio habbiamo da intrare nel-le sue speculationi estrinseche: mi P parso di farne tutti i superiori quesiti, accioche mediante queste in-quisitioni, veniamo a ragionamenti familiari, senza scropolo, & dubbio del suo particular essere;
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perche volendo discorrere & ragionare, delle sue cose essentiali pertinente alla prattica, se questi ragionementi prima non si fossero premessi, in molte occasioni non seriano intesi; & bene si vederB ne i ragionamenti frequenti se si riguarderanno le cose con giuditio, & discretione, di quanto giouamento sieno, &
B che fine siano stati fatti; poiche non si trouerB inquisitione che B qualche buon fine fatta non si sia, b
che non serui B qualche cosa: Perb ormai che si sono fatte tutte le presente speculationi possiamo inritrare, nelle cose di prattica & piu sensate: & se ci fosse cose che non si hauesse cosi bene potuto intendere; di
lei se ne pub uno acquietare: perche le passate con quelle che hanno da venire si dichareranno con tan-ta facilitB & chiarezza; che l'vna per l'altra veniranno chiare & manifeste: Questo solo ho da dire,
che non P merauiglia se noi alle volte non intendiamo le cose dotte & alte: perche se non le legessimo con
attentione & bene; di loro ne cauassero ogni frutto, & ne haueressimo ogni sorte di contentezza &
consolatione.
Delle antichitB della Musica & suoi inuentori.Cap. XXIII.
TVtti i scrittori che sin quX diffusamente della musica hanno scritto; b si sieno occupati intorno al
arte del comporre da loro detta Theorica, b intorno alla decchiaratione delle cose composte
& cantabile; tutti dico si sono posti B scriuere & dire cosa sia Musica; da che ne sia venuta; chi sia stato l'inuentore; chi fosse il primo a vsarla; & da che ne deriuasse; nelle cui ample, & profonde dechiarationi loro, incambio d'apprire B discepoli & secolari le cose occulte & nascoste, con dec-chiararli le dubbiose & incerte; piu tosto con la vagatione & reduttione delle cose lontane, appochrife,
& strane; l'hanno al parer mio ricoperte, & oscurate: Puoiche quelli che bramano di sapere chi, inche
modo, & in che tempo ella fosse vsata & introdutta al mondo; non intendano, ne ricercano che d'altra
Musica li sia detto, che di quella ch'hoggi dX s'hode: Onde se bene il Poeta per vigor alle sue Rime
& poesie (cantandole) si puo dir cantore e Musico; nondimeno questi doi termini; vcce, ò nomi che li
vogliono dire, hora sono si malamente, appropriari B lui, & con tanta difformitB se gli adattano, che da
veruno mai del tempo presente Poeta s'intenderB per tale: gl'antichi chiamauano Musici i Poeti an-chora perche le Poesie et le Rime non son'altro, (considerandole bene) che versi, i versi cadenze, le cadeze consonanze, le consonanze numeri sonori, il numero sonoro harmonia, & l'harmonia Musica: cosi
per questa lunga & apparente via poneano il Poeta col Musico, & faceano che per Musico anco il
Poeta inteso fosse; & questo perche cantando le sue Rime veniua B fare vna soaue harmonia: ma io
non intendo che Musico sia Poeta, ne che Poeta Musico sia; se non fossero l'uno & l'altro insieme: cioP
che B caso si ritrouasse (come facilmente si potria trouare), che vn Poeta fosse Musico; b ch'un Musico
foss'anco Poeta: perche gli atti & l'operationi loro sono tutte diuerse & contrarie dalle operationi &
attioni Poetiche & Musicali. Per questo mi pare che sia bene volendo trattare della Musica in prat-tica, intesa per quella che uia di harmonia et concento s'ode; & che in mano B cantori, b di chi si fia,
& si diletta di cantare spesso si vede, che io debba torre, & leuar tutte le oscuritB di campo che ci potes-sero confondere & far dubitare: perche si procederia dalle cose incognite all'occulte, & dalle dubbio-se all'oscure. Dunque per sincerar le menti, et acquetar gl'intelletti de quei che bramano di sapere l'an-tichitB dalle Musica & dei suoi inuentori, dico che i scrittori tutti col l'andare ne gli antichi scritti a ri-trouare i sauij, i sapienti, e i dotti che di Musica scrivessero per via di quelle scritture hanno prouato l'an-tichitB sola della scienza (se si ha da concedere che questa nostra Musica presente fosse B quei tempi)
senza dire chi fosse mai questo primo, b se pur l'han detto l'han coperto con le fauole Poetiche; assignan-done Vulcano per inuentore: ouero han detto che il famoso Pitagora passando per vna publica via, &
udendo i fabri a battere il ferro con vna certa harmonia & ordine, col pesar i martelli ritroub tutte
le proportioni de i nummeri; da i quali ne P discesa tutta la Musica che habbiamo al presente: ec-cetto che Pietro Aron con alcuni altri, i quali dicano che Tubal della stirpe di Caino fosse il vero pri-mo inuentore: essendo stato il primo per quanto nelle sacre Historie Judaiche si legge che lodasse Iddio
in suono & canto, ma queste lor proue & detti, al parer mio non mi par che uadino B proposito del
quesito, ne che si sia risposto B chi dimanda di sapere chi sia stato l'inuentore della Musica, perche ni-sciuno ricerca di sapere chi ritrouasse la reuolutione de i numeri Arithmetici, chi ne facesse le compara-tioni; ne chi fosse il primo B gittar fuori voce sonante in modo di canto, che i fanciulli ancora mentre che
tenerelli sono nelle fasce, sollazandosi nelle Culla da natura spinti sogliano gittar fuori alcune voci di
canto, & cantar, ma ricerca & desidera di sapere chi trouasse il modo di dua, tre, quattro, b piu voci
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con ordine, & mouimento sonoro, & dilettevole formando le parte graue, & acute rendino
alle orecchie nostre si vaga, & si dolce harmonia; tutta diuersa da quella, che faceano i Poeti antichi
nel cantar le lor poesie, b i loro Versi, & chi sia stato quello ouer chi fosse colui che ordinasse il concer-tare tante parte insieme, senza difformitB o dissonanza alcuna. A quali io come mi sia (con pace de tutti) dico che mi sono
merauigliato assai, & hor'anco mi merauiglio di coloro che ragionando della
antichitB di questa nostra Musica, & de gli inventori suoi dicano che anticamente ella giB fosse, & ha-uesse essere, se quegl'istessi che loro chiamano Musici erano quei dotti, sauij, & sapienti che pur dian-zi di sopra hor hora ho detto.
Onde per certificare meglio chi tal cosa crede, dico che si come si ritroua da diuersi fatta mentione di
Musica, molto piu facilmente si doueria non sol sapere il nome particolare di quei piu famosi, & principali Musici che furano a quei tempi; ma anco vedersi alcune delle loro Musiche che usauano, et non
dimeno parlando con i professori che sono uiui al dX d'hoggi, non sanno per le piu antiche mostre &
proue, altro mostrare che l'opere di Jusquino di Giouan Mottone, e gli altri che furono a quei tempi che
in somma sono intorno a cento anni: Cosa da stupirsi, & merauigliarsi insieme insieme; che si come
ci P rimasta, & ci rimarB sempre la fama, & la memoria di Platone, d'Aristotele, d'Anassagora,
di Socrate, di Omero, di Ouidio, di Vergilio, & cento altri che sono stati diuersi di professione: per-che non habbiamo anco memoria d'un sol Musico de quei tempi, se B quei tempi (come scriuano)
erano anco Poeti? Non si nomina mai scienza senza non nominarsi di lei vno Eccellente professore,
ne per contrario si nomina mai vn Eccellente professore, che non si faccia mentione, & non si mostri
qualche manifesto essempio della sua si gran scienza ancora.
Di piu si come ci sono rimaste con le memorie, l'opere & le scritture di tanti valent'huomini de quei
tempi & massimamente le Poesie di coloro che dicano esser stati Musici; perche con esse non ne vediamo le Musiche ancora? Se questa nostra Musica era a quel tempo: perche non sappiamo noi che
stile tenessero; ouero chi tra di loro fosse stato, il piu celebre & il piu raro? Questo non trouarsi null [sic: nul]
la, ne dimostra chiaramente che la Musica di quei tempi non consistesse in altro, che nel cantar quelle
Rime, & Poesie, b se pur le voci si fossero in due, in tre, in quattro unite & accoppiate insieme, che
le si fossero accoppiate, & vnite in consonanza per operatione di natura, & non di arte: Che ben vedia-mo ancora l'Estate i Metitori nelle campagne, b altri in altre diuerse operationi che non sanno cib che
si sia Musica cantar harmoniosamente, & per vago concento, & rendere diletteouol'harmonia. E cosi
quando vna multitudine de genti cantauano le lodi de gli suoi Dei, b di qual voglia Heroica persona
si doueuano senz'arte b cognitione di scienza in consonanza unire: perche mi par gran cosa questa che
trouandosi in tanti, & tanti luoghi l'opere del sudetto Iusquino, di Giouan Mottone, e d'altri, che in un
luoco solo per memoria b quasi per reliquia delle cose antiche, che erano almeno cinquanta b cent'anni
prima qualche particular copia, & essempio non si trouasse. Et quelli che dicano che Mercurio,
Macrobio, Luciano, Diodoro, Boetio, & Sant'Agostino con tutti gli altri habbiano scritto di que-sta Musica, s'ingannano di grosso, & pigliano per ueritB un grande errore: perche se uno studiasse
dieci anni semplicemente quelle loro opere, non imperB mai di comporre, & non bisogna dire ch'essi
trattano della scienza in particulare, & che il compositore sia quello che la pone in pratica; perche
qual si voglia dotto ch'habbia quella dottrina non saperB mai di comporre, se non l'impara dal composi-tore: Vogliamolo noi veder meglio: consideriamo quanti dottori, & huomini sapientissimi si tro-uano che sanno cantare; & nondimeno leggano Sant'Agostino, Boetio, e gli altri che quantunque gli
legghino, & stralegghino, non per questo per quella uia san comporre, che se voglian comporre biso-gna che piglino altra strada, & vadino per altra uia: ne meno il compositore per dotto ch'egli sia stu-diandoli potrB dire che da loro habbia imparato a comporre: versando tutto il dir loro in cose, &
termini Arithmetici, i quali per le diuisioni, le comparationi, le multiplicationi, le simplicitB, le disso-nanze, l'unitB, & le altre cose hanno tanta similitudine che si dice essere una cosa istessa: ma chi vuole
ridurla in atto non trouerB in tutti quei volumi in che modo s'habbiano a ordinar le parte nel graue, nel naturale, & nell'acuto,
ne quale siano le figure Musicali; ne il suo valore in commune b in particulare
con tutte quelle cose che sono necessarie al comporre. Per questo possiamo dire che questa Musica nostra
a quei tempi non fosse: se non tanto quanto per ragion d'udito, se insegnaua, et si sumministraua. Per-che debbiamo credere che allhora ci fosse tra di loro chi ordinasse il cantar le Rime con piu uoci, et le facesse rissonare harmoniosamente, non con questo ordine: ma con ordine semplice d'accordarsi in-sieme, et che a poco a poco ci sia stato chi habbia per far cantare coloro che non haueuano quella prontez-za, et attitudine trouato d'insegnarli con caratteri, et segni, et che il giuditio humano a poco a poco quasi
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di nulla l'habbia ridotta in questo stato, & in quest'essere che noi la vediamo. Perb volendo io dire
chi sia stato l'inuentore di questa Musica che noi habbiamo al presente, non trouandone altra chia-rezza di quella che di sopra ho detto P forza che io dica che non si sB: se non voglio anch'io co gli altri
entrare nelle fauole Poetiche: Et dobbiamo secondo il parer mio credere che gl'antichi nel cantar i
loro versi, non essendocene scienza certa non facessero altro nel cantare, & in quelle Musiche che ordi-nare i cantori nelle consonanze per ragion, d'udito solamente, & che col tempo ci sia stato chi l'habbia
moderate con noui ordini, & regole: fin tanto che la si sia ridotta in questo si buon termine.
Onde per dirmi questo & quello (conforme alle scritture antiche) che Boetio, Diodoro, Anfione,
& gli altri fossero Musici; non mi si prouerB B mai che fossero Musici di questa sorte, che si trouano al
presente: perche quantunque uno canti su la Cethera, su'l Leuto, od altro particular istrumento, versi,
& Rime, senza cognition di canto Musicale; non per questo con i Musici del tempo presente si hanno
da comparare: Cosi mi credo che quella sorte de Musici che erano a quel tempo fossero semplicemen-te i Poeti b coloro che cantauano le loro Rime; che cosi ancora potressimo dire che il Dante, il Petrar-cha, & l'Ariosto fossero da numerarsi nel numero de Musici perche composero Rime & Poesie: ma
la propria, & vera voce di questa significatione, hora non si stende tant'altra: che per Musico altro
s'habbia da intendere che quell'harmonia che fanno le voci, quando per uia d'ordini, & regole Musi-cale cantando queste, & quelle compositioni da compositori composte.
Et quelli che dicano che questa nostra Musica a tutta quella perfettione che si pub mai
ridurre: assai s'ingannano, & nell'inganno commettono tutto l'errore: perche vogliamo noi credere
che coloro ch'erano al tempo di Giouan Ogkechem che fu maestro di Iusquino, & al tempo d'esso Ius-quino, Giouan Mottone, e gli altri famosi Musici vedendola esser ridotta a quel termine, & perfettio-ne, ancor loro non douessero dire che non fosse possibile di poterla ridurre a miglior perfettione & non-dimeno la Musica moderna ci pare molto piu vaga, & molto piu soaue che non P la loro. Cosi col
tempo potranno altri, altre piu vaghe vie ritrouare le nuove varietB, & vaghezze che di tempo in
tempo si ritrouano, & anch'essi dire quello che hora diciamo noi; e questo non per altro solo perche se
noi conoscessimo di poterla piu inuaghire, piu l'inuaghiressimo per renderla piu perfetta; ma non vedendoci altra via, ci pare che non vi si possi far'altro, pur non P impossibile, si come a noi non P stato impos-sibile di farla tale qual hora la se ritroua essere.
Da questo che hora P presente, & da quello ch'essa fu giB molti anni si comprende, che quanto piu
ci estendiamo, ne gli anni ch'ella fosse tutta uia piu imperfetta, & che dal cantar le Rime, &
Poesie Heroiche sotto diuersi aeri da piu voci si cominciasse a darli ordine; fin che che l'ordine con la
aggientione di questo, & la moderarione di quello fu ridotta qual'esser noi la vediamo; esser assai perfetto, non che ancora non possi esser piu perfetto di quel che se ritroua: essendo ancor da altri prima che
fosse ridotto a questa perfettione tenuto per il piu perfetto che si potesse hauere, & per il piu pretioso
che si potesse trouare; stimando ch'a maggior perfettione non potesse salire, & arriuare.
In che modo, & per qual via sia stato ritrouata la Musica figurata. Cap. XXIIII
PEr esser stato quX nel sestodecimo capitolo in proposito de gl'effetti Musicali, & suoi
nascimenti fatta mentione di donde si cauino l'harmoniche modulationi, che si ci piacciano, et
tanto ci dilettano, & detto che le si cauano mediante alcune figure, & caratteri, i quali per
osseruata institutione dimostrano la quantitB del tempo che si ha da stare sopra i gradi harmoniali mentre che vno harmonicamente canta: Hora non farB bisogno che io dica altro, solo che prima, & inanzi
che fossero stati ritrouati quei caratteri Musicali che adoperiamo hora al presente chiamati da Musici figure o note, s'adoprouano certi caratteri in figura di lettere greche (come si pub veder nel Fran-chino da lui postone alcune per mostra, & dechiaratione) i quali dauano inditio chiaro, & degno ma-nifesto de i luochi harmonici, et modulationi da loro chiamati sotto questi nomi di Proslambanomenos,
Hypatethypaton, Perypaton, Licanoshypaton, etc. Et che col fauore, & aiuto del R.P. fra Guido Aretino, Monaco della religione di S. Bendetto che fu intorno a gli anni del nostro Signore 960. da lui fu-rono commutati in lettere et caratteri, hora assai bene intesi et conosciuti. E perb quanto alla interrogatione di sapere chi sia stato l'inuentore della nostra Musica figurata, et per qual uia fosse ritrouata si ha
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da sapere: che il sudetto Guido Aretino, vedendo quanta difficultB era nel insegnar a portar la voce
con quei caratteri; con assidua meditatione, si dispose di facilitarci la via, & tanto vi pensb sopra,
che in fatti, & alla fine la trovb di tal sorte, che insino al dX d'hoggi, si P conseruata la sua bella, &
rara inuentione.
Cosi dico pensando egli a quelle difficultB grande che si vsauano al suo tempo; prese per meglio, &
per espediente di pigliar sette lettere lattine, incominciando dalla prima, & quelle piu volte replicar-le: fin che fattone vna quantitB conueniente giudicb che per vinti gradi ouer positioni, tanto il gra-ue, quanto l'acuto, si haueria potuto harmonicamente modulare: ma perche comutato le lettere di
Greche in lattine, ui seria rimast'ancora l'istessa difficultB di cantare, meditando per quanto di dice
& troua scritto l'Hinno di San Giouan Battista, che dice: Vt queant laxis, ne prese quelle prime
sillabe che dicano vt, re, mi, fa, sol, la & formando vna figuretta quadra, quand'una, quando
dua, & quando tre con esse sillabe le collocb appresso le superiore sette lettere: le sillabe accioche
seruissero a sumministrare quei quadretti che noi hora chiamiamo figure, & note; i quadretti per mo-stra della voce per quando canta, & per poterla disporre hora alto, & hora basso: Et vltimamente
le lettere, accioche si potesse sapere in che positione, & grado fossero tolte: Ma perche quan-tunque l'inuentione fosse facile, ancora la seria stata alquanto difficile; per facilitarla meglio, & far-la ancor piu ageuole s'imaginb che queste sette lettere con quelle sillabe piu volte replicate in nissun lo-co seriano state meglio, quanto che meglio seriano state in collocarle tutte dentro alle disgiunture, b
congiunture che uogliono dire della Mano: prima perche le non sono cose da tenerle da gli occhi de
principianti discoste, & lontane; & poi perche resa la scienza ancora difficile, molti per la fatica grande l'haueriano lasciata da vna parte gire: Perb volendoli ogni difficultB torre s'imaginb che con
questo modo, non solo gli huomini fatti; ma gli fanciulli ancora l'haueriano potuta imparare.
Cosi presa in consideratione la Mano sinistra, come piu atta a questa demostratione, & in quan-ti lochi si snoda, & soglie, tante lettere, & figure vi pose, che replicate piu volte li fanno vn circu-lo attorno, & la circondano tutta, con tanta maestria & arte, che considerandola con diligenza, & be-ne ci fa stupire, & merauigliare. Ma per segno che l'inuentione era tolta dalle superore positio-ni Greche: per honore della Greca lingua; & del subietto che gli hauea dato causa di faticarsi tanto,
tolse la prima lettera Greca che dice Gamma la quale si segna con questo carattere $ & ponendoci ui
a canto la pose fu la summitB del dito grosso; di poi prese la prima lettera de Lattini che P A, &
collocandola nella seconda disgiuntura; da Musici chiamata positione, con la sillba re che P la se-conda nel predetto ordine; cosi disponendoui poi il restante, con il medesimo ordine, & stile alla fine per-uenne alla summitB del dito di mezzo, & iui la fece finire.
Ma perche, il tempo, il luoco, l'hora, & l'occasione; mi porge materia, anzi mi sforza, & spinge
a discorrere altrimente sopra questo particular principio, ogni vivo serB contento di questa poca disgres-sione, & attento scolterB queste mie breue, & poche parole: che l'hauer io veduto, non solo alcuni scrit-tori moderni, ma anco vna buona parte de gli antichi diuersamente descriuere il principio della Mano
Musicale, & in cambio di mostrare il suo principio con questa lettera $ hauerlo domostrato con questa
particular parola, Gamma mi fa dire che non P da merauigliarsi di lor se l'hanno cosi mostrato: per-che l'essersi hormai, (come io altroue ho detto) smarito la cognitione delle lettere Greche: per non por-li vn principio quasi incognito, & che porti periculo di non esser inteso; alcuni de i sudetti scrittori per
il meglio si sono eletto, & presi di scriuerlo Gamma. Cosi poi hauendosi lor presa questa licenza,
anch'io mi piglierb questo ardire, mi farb lecito di scriuerlo hora con questa lettera greca $ & ho-ra con questa parola Gamma; secondo che mi tornerB commodo & in piacere: volendomi in questo ca-so, & in una simil occasione preualere di quella libertB che mi uiene, & di quell'apunto che hanno hauu-togli altri, tanto piu che simil licenza presa, non pregiudica a cosa alcuna, & in particulare essa Mano
riman l'istessa.
Et chi m'adimanda perche causa io non mi contento di usare & di seruirmi d'una descrittion sola;
sappia che trouandomi dalla poca cognitione di essa lettera greca eeser astretto di formarlo con questa
parola di Gamma, dall'altra volendo seruar il vero stile; & la sua propria descrittione dell'uno, &
dell'altro modo me ne seruirb secondo l'occasione: ne perche in discriuerla, & in ragionare serb cosi
vario, serb da gli intelligenti tenuto, per smemorato b poco intelligente: perche il tutto si farB
per seuar l'ordine proprio, & naturale, & per non dechiarare esso principio se in qualche caso ad al-cuno non fosse cosi intelligibile. Onde dechiarato che cosa nella Musica vogli dir Gamma, &
perche causa in loco della lettera Greca si pone la sudetta descrittione, seguirb oltre e dirb.
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Che a volerla mostrare tutta in parole, si conueria introdur termini da Musici non conosciuti
per nominar qual si voglia disgiuntura o positione di essa Mano: per questo dopb leggere sente dechia-ratione fatta in foggia di ragionamento, se e forma l'infrascritta mostra.
Et nota che per maggior chiarezza vi si pongano i numeri accioche chi ne vuol saper l'ordine, b sen-za che gli sia detto parola la vogli imparare; per via di essi numeri ne possi hauer ogni dispositione:
Perb veduto tutte le positioni hauer sillabe che seruano a sumministrar le figure, ogni uno da per se stes-so ue le pub formare essendo ch'egli ne formasse quel ordine di figure che si vede scritto nella palma del-la Mano chiamato da Theorici essacordo; & da prattici scala; la quale ne i bisogni di ascendere piu
in alto, b di discendere, si distende con gl'istessi principij, et col medemo fine: come piu inanzi vederemo.
Ma nota che si come per arriuar ad alcuni estremi, ouero a quei gradi che sono dal primo distanti piu
di questo che nel sudetto essempio si vede, si aggiungano insieme le scale, & si arriua doue si uole: cosi
anco questa Mano Musicale non P si limitata, & ristretta, che fuori da ogni parte non si possi vscirne:
perche l'auttore, non negb di non poterlo fare, hauendocela formata in foggia di Scala: ma si content-tb di questo vigesimo numero ritrouato dentro alle positioni di detta Mano, si perche l'occupb tutta;
si anco perche giudicb che la voce humana riducendosi sotto quattro forte di voce, & quelle dal graue
che P la piu bassa che si troua, fin a sopra acuto, che P la piu alta ordinariamente, non passare di distan-za questo vigesimo numero per questo egli la terminb come si vede; non perche piu oltre non si potesse
andare: ma solamente che si hauesse inanzi l'ordine piu commune. Cosi formato le superiori figu-re con quelle sillabe che vi si vede sotto; sillabe simministratiue del suono; 1 Misici poi desiderosi
di fama & lode cominciaranno per via di code, di priuatione, & di multiplicatione; disponendole
hora in forma diritta, & hora in forma obliqua, lasciandole hora bianche, & hora oscure: con
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una ne formarono otto sorte di figure distinte: Come narra D. Nicola Vitentino nel principio del
suo volume, che non ostante poi le diuise, & distinte figure; che gli aggiunse i punti, chi troub le pause,
chi li distinse i segni del Tempo, & chi gli varib per mezzo de gl'inditij Modali: di maniera che da quell'hora in qua fino
al tempo presente aggiungendoui chi una cosa, e chi l'altra: la Musica nostra
si troua qual noi hora la vediamo.
Come, di che cosa si formi, & quante cose son necessarie alla Musica. Cap. XXV.
DAlla diligente investigatione, & sollecita inquisitione che fa l'intelletto nostro nel inquisire
& investigare i principij, & le cause delle cose tanto artificiose, & manuali, quanto che pu-re, & naturali; si viene appresso alla perfetta cognitione del loro intimo essere; & non solo
si scorgano le buone, & le cattiue, ouero si separano, le mediocre dalle vile, le vile dalle piu preciose,
& le piu singulare, et le preciose dalle vile, & mediocre: ma anco con un diletto mirabile canto si va in-uestigando & inquerendo, che si ritroua l'ordine che ha tenuto in farle la natura b l'arte, & si iscorge
dentro alle lor forme mediante gl'ottimi, & opportuni mezzi sotto materie esistente come l'una o l'al-tra l'ordifichi, & informi: che senza inquirerle, & investigarle di loro non se ne sapria altro che dire,
se non quello che semplicemente intorno alla superficial forma si potesse dire, come di cose sensibile
ver, & proprio oggetto del proprio senso, che vedendole cosi formate, & fatte pervia de gl'occhi
(finestre de gli altri sensi) se ne renderiano quelle ragioni che solo il senso visibile ne dimostrasse, &
ne facesse rendere: Ma perche esso intelletto, mediante la sua natura, & questo senso visibile vedu-to le cose esser formate di materia, & forma difficilmente s'acquieta; onde non acquietandosi sempre
va ricercando le cause intrinseche che producano gli esteriori effetti; per ritrouarne l'origine, & i prin-cipij: cosi dal solito inuito di natura, & dalla cagione di ricercare come, & di che cosa la Musica si formi spinto e mosso anch'io; ho deliberato dopb l'hauerlo ritrouato quX di mostrarlo, & di farlo veder a gli
altri, che sono curiosi, & bramano di saper le cause: accioche si vegga di che ella s'ordifichi, & faccia;
& quante cose per farla vi concorrino.
Prima in quanto al suo esser in se stesso formato, & esistente si ricercano almeno cinque linee lon-ghe, & diritte, alcuni segni inditiali del tatto e del valor delle figure cantabili, & non cantabili, alcu-ni altri segni in foggia de caratteri da Musici chiamate chiaui, otto forte di figure, ponti, & altre li-nee in altra foggia collocate & poste, con parte di dette linee spezzate, & rotte, & parte intiere, non superflue, & vane,
ma utile e necessarie: In quanto poi all'essere harmonioso, et soaue per far cor-rispondere gli effetti al nome si ricerca che i segni, le chiaui, le figure, i ponti, et l'vna et l'altra forte
di linee sieno con si fatto ordine, ordite, et collocate; che non habbiano in se stesse repugnanza b contra-ditione, accioche essendo le dette linee, le figure, et tutto il resto comparate nelle consonanti comparatio-ne, non apparischi che intonandolo b percuotendole la voce dissonanza ouer disunione; Et chi ricer-casse perche causa gl'entrino tutte le sudette cose sappia, che le cinque linee diritte et longhe, vi ci entrano per contenere dentro di se stesse, le chiaui, i segni inditiali del tatto, et del valor delle figure, le otto
figure Musicali, i ponti, et l'altre linee intiere et rotte: le chiaui vi si pongano accioche siano fonda-mento, et base ad introdur le voci, et informar di suono le figure per, dar moto et terminar l'harmonia
alla voce, i segni per poter sumministrar et reggere il suono, et le figure sotto ordine, et misura, i ponti
per diuidere argumentare, condur a perfettione et per alterare, le linee hora intiere, et hora rotte per
ornar i canti, et per dar riposo a i cantori.
Senza queste linee che si chiamano pause le Musiche non seriano si ornate e belle: ne i cantori po-triano resistere a cantarle per mancamento del fiato che vi concorrre; ne meno senza i ponti seriano le
cantilene perfette secondo che piu inanzi vederemo; ne le figure potriano hauere il giusto valore
senza gli inditij, et gli inditij serian nulla senza le chiaui. Cosi si vede che la Musica si for-ma di linee, de' chiaui, de inditij, de figure Musicali, de ponti, & de pause. Le righe contengano le
pause, i ponti, le figure, gli inditij, & le chiaui. Le chiaui sono causa dell'ordine, de gl'inditij, delle fi-gure, & de i ponti. I ponti dell'argumento, delle diuisioni del perfetto valore, & dell'alteratione delle
figure. Et le figure per vigor de gli inditij che dimostrano il tatto, & il valore, del dolce, & soaue
suono che ne da la voce sumministrandoci quelle figure dal che ne nasce la Musica, dalla Musica il con-cento, & del concento l'harmonia. Cosa si soaue che di soauitB si pub giustamente dire che sia incom-
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parabile. Onde si vede che al formar questa nostra Musica due cose principali vi concorrano; prima
queste linee, chiaui, ponti, figure, & pause, & poi segni, tatti, & voce, le quali s'astringano a vna chia-ra, & manifesta relatione; non potendo il tatto, i segni, le pause, le figure, i ponti, le chiaui, & le linee,
produrre nissuna forte d'harmonia; ne men la voce vera & reale harmonia, senza esse chiaui, linee, ponti, figure, pause, tatto, & segno: & si vede che si come la materia P necessaria alla forma, e la forma al-la materia (che mai si vidde materia hauer esser senza forma, ne forma prender esser senza materia)
che cosi ancora la Musica della quale io parlo non hauerB mai esser senza la voce, & li sopra ennarati
istromenti per regular la voce nel cantare, che malamente renderia diletto, & faria harmonia, se non
non hauesse i termini, le misure, & le limitationi. Si che la Musica si forma con la voce humana, &
se non per la humana voce, per istromenti che in somma sono suoni simili a i suoni delle voci humane,
le quali per regulatione, temperamento, & modificatione delle regole & per condur con esse regole il
suono, conuengono hauere le corde, gl'inditij, le figure, le pause, i ponti, & il tatto necessariamente. Ol-tra che se gli ricerca ancora con la bontB della voce tanta sapienza, & cognitione; quando sufficiente-mente basti a maneggiare col tempo le figure hora co i ponti accompagnate, & hora con le pause tra-mezzate: Et quantunque la natura c'insegni di gittar in foggia di canto che ce la disponghi
al descendere, & al montare; non per questo cantante si pub dir cantore se del cantore non possiede le
norme, & le leggi.
Le leggi, & le norme del cantore sono queste ch'egli sappia conoscere, et distinguire le chiaui; perche
causa le si son trouate, & si collocano hora in questa corda, & hora in quell'altra, qual sia il nome particolare, & il valore
di ciascheduna figura, la differenza con l'auttoritB de ponti, i segni del tatto, & la
distintion del tempo che da l'essere alle figure, quanto rileuino le pause, & quanto interuallo di silentio in
se stesse portano, il valor accidentale delle dette pause, & figure, & ultimamente l'agilitB della voce, la
quale P quella che alla pause da il silentio, alle figure il giusto valore, & le porta per le corde lontane, &
vicine, secondo che vicine & lontane sono collocate. Tutte queste cose insieme fanno la Musica: per-che accompagnando le voci in harmonia se ne caua quel soaue concento [sic: concerto], ch'hoggi giorno da tutti si chia-ma Musica. Et benche vna voce cantando sola o per via di regule, b per via d'aeri imparati si po-tria dire che la cantasse Musicalmente: nondimeno perche la non fa quel concento [sic: concerto] che fanno piu uo-ce insieme quandoche per uia di dette regole si sono unite, & accompagnate; per questo si dice che quel
tale canti, ma non canti di Musica; perche dicendosi ch'egli cantasse di Musica veressimo accadere in
quella opinione, che hanno una gran parte (per non dire tutti) de i scrittori che gli antichi cantando le lode
a i Dei per cantar quelle Rime con voce sonante, & diletteuole che questa Musica fosse anco a quei tempi. Dunque: la Musica si forma con tutte le sopra ennarrate cose, in quel modo poi che pare, & piace
al compositore che P quello che ordina, & distribuisce le figure su le suddette corde come piu li aggrada,
e pare che al suo proposito li habbiano a seruire, essendo a questo effetto, & per questa causa state ritro&-uate. L'altre cose poi come gl'effetti nel cantare, le buone voci, i vaghi accenti, le belle prononcie,
e gl'ornamenti, non sono necessarij perche senza di loro la Musica riman Musica: ma bene con essi as-sai meglio la comparisce, & ne rende maggior diletto, & piacere: Anzi che ogni vno che si diletta
di cantare per renderla tale deue studiare, & si ci deue affaticare: poiche questi ornamenti, et vaghi ac-centi, non solo ornano le Musiche, ma anco tornano in honore del cantante; perche per quella via si fa
stimare, reuerire, honorare, et in ogni occasion di canto chiamare, et abbracciare.
Perche causa a collocar le figure Musicali s'adoperano piu cinque corde che quattro ouer sei. Cap. XXVI.
NOn bisogna credere, che per ordinare Musica, & addattare le sue figure in ciascuna par-te sieno senza particular consideratione stato instituito cinque corde: perche si come era in
libertà de i primi institutori per li sette vt che sette volte si ritrouano nella mano di formar
piu chiaue, ò di formar quelle che sono formate con altre varie, & piu figure di quello che si veggano
esser formate, & fatte: cosi ancora poteuano porre quattro ouer sei linee da Musici chiamate corde,
che questo non haueria punto alle Musiche, & a i canti derrogato, ne men fattole altre diuersità di quel
la ch'hanno con le cinque: nondimeno hanno voluto che le siano cinque determinatamente, & non sei,
ouer quattro, & questo perche le Musiche e i canti si formano per li Tuoni, & li Tuoni non ascendon
piu di otto gradi naturalmente, & li otto gradi possano commodamente esser compresi, & contenuti da
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dette cinque corde. Et chi dicesse che ancora le quattro possano contenere i detti otto gradi, sappia
che non le conteneria realmente: poiche per forza bisogneria che vna figura dalla perte di sotto ouer di
sopra fosse fuori di dette corde: cosi non si potria dire che l'ottauo grado fosse da vna di esse corde con-tenuto: ma se tutti si pongano nelle cinque, ponendo i gradi figurati in spatio ouer in righa, non si può
dire che tutti dalle dette cinque corde non sieno contenuti, et compresi; poiche nissun di loro può rimaner
di fuora.
Per questo nella Musica figurata in particulare si adoprano cinque corde, chiamate hora righe,
hora corde a beneplacito di chi le vuol chiamare, & non mai quattro ouer sei, se non accidentalmente,
che accidentalmente si dicano essere sei corde quando che per collocarci qualche figura a caso, & non sempre la si vede essere in qualche parte. Ma se ancora fosse chi per curiosità piaceuole ricercasse, ouer
dicesse che i canti chorali per regole de Tuoni si formano amch'essi di otto gradi, & conuengono salir, &
scendere otto voce; rispondendoli dico che i detti canti per esser formati, & per hauer anco loro cinque righe:
ma perche vna gran parte di essi sono imperfetti come si veggon essere quasi tutte l'Antifone, Alle-luie, Offertorij, & Postcommunioni, per questo potendo i Tuoni imperfetti commodamente esser compresi, & contenuti da quattro corde; i se fanno col interuento di quattro, & non di cinque. Et ben
si vede che spesse volte per voler arriuare al douere, & alla perfettione del Tuono che conuengano cambiar le chiaui, & in esso cambio cambiarli anche le corde. il che se si facesse ne i canti di Musica figura-ta, spesse volte per alcune velocità di figure si commetteria errore; conuenendo il Cantore in vn'istesso
tempo essere a due diuerse cose intento, vna al esplicar con giusta voce le figure; & l'altra alla muta-tioen della chiaue, per vedere doue si douesse trasportar la figura per la sudetta chiaue altroue traspor-tata: Per questo ordinariamente nella sudetta Musica, si vsano, & s'adoprano cinque corde, &
non quattro; per far che i canti possino contenere i otto gradi de quali i Tuoni si formano che sono la
quarta et la quinta, accioche contenendoli non habbia occasione di mutar le chiaui, ò di cambiarle di corda in corda, atte ben spesso a far errare qualche cantore. Onde se bene alle volte i canti per passar gli
ordinati termini sono forzati di mutar le chiaue, ò di cambiarle in altra righa, non per questo sta bene
di cambiarle, & di mutarle quando che a vn pare, & piace: perche nel commutarle se le si commuta-ssero in tempo che si cantano Semim: ouer Chrome, massimamente quando le saltano, l che da mezi so-spiri sono spezzate, & interrotte; molti per non hauerci l'vso, & esser al detto cambio assuefatti, po-triano fallare, ò se puir non fallassero farsi come si suol dir strascinare, che seria quasi tanto quanto se
egli fallasse: e perciò si dice ai compositori, & s'auertiscano i copiatori che nel deporre vna chiaue Mu-sicale, & nel collocarla da vna righa all'altra debbino eleggersi sempre mai il loco piu commodo, &
alla mutation migliore, che è quello oue sono le figure maggiori; perche con la ritardanza di dette figu-re, il cantore ha tempo di uede la già mutata chiaue: ma è meglio assai di seruirsi di vna corda in quel
caso per accidente, che di mouer le chiaui; si perche la sesta corda cosi per vna caso, & per vna molta
è piu intelligibile; si anco perche l'è piu in vso, & ridotto a cosa piu commune.
Non credo che faccia bisogno di dire perche causa si adoperano le cinque corde equale per summini-strar le figure Musicali: poiche ogni vno non ostante la difformità che fariano se le non fossero equale;
può giudicare che secondo le figure, cosi ancora hanno da essere le loro corde; & essendo le figure in quanto alla grandezza tutte d'una istessa sorte,& forma, per questo le corde che l'hanno a contenere han-no da essere equale, & d'una istessa grandezza, altrimente gli si torria la vaghezza, & alcune figure
in alcune occasioni potriano a cantori parer nulle, & non esser vedute.
Però si tiene questo stile, & ordine che tutte le corde hanno da occupar tanto spatio quanti che in
vna possi stare qual si voglia figura che non superi le corde, ne men che manchi, & le figure hanno da
essere tutte d'una istessa grandezza; perche le dette figure hanno da essere di due sorte de quadri,
vn quadro piano, & vn quadro obliquo il quadro piano si forma per questa via
[Music example]
& il quadro obliquo
[Music example]
per quest'altra di modo che le corde con tanta
formae, con quanta ageuolmente gli possi sta-re l'vna, & l'altra figura come quì si vede &
ciò si dice accioche alcuno non pensi, & habbia opinione che ne-[Music example]
cessariamente le corde si debbino formare d'una grandezza, & distanza. si come tutte
cinque d'vna equal distanza, & medema grandezza debbano esser fatte, perche se le
corde pigliano la distanza dalle figure è ben ragione che le figure essendo hora grande & hora picciole,
ch'ancora le corde hora siano larghe & hora strette secondo le opportunità, & le occasione.
Quante chiaue Musicali si trouano, come & perche causa cosi si formino. Cap.XXVII.
NOn basta à gl'ingeniosi artefici, & solleciti operarih, di hauere per la construtione delle loro
fabriche, operatione, & edificij, preparato tutte quelle cose c'entrano ò sono necessarie & at.
te al componimento di quello ch'essi vogliano & itnendano di operare & fare. se dopo l'hauerle amanite & apparecchiate, non l'ordinano, distribuiscono, & pongano in essecutione per dimostrare
à chi le vede, ò l'ha vedute cosi amanite & apparecchiate, à che fine da loro sieno state apparecchiate
& amanite. Perche mentre le tengano cosi indisparte, diuise & separate; ouero confuse insieme: per la
confusione in che si trouano, non sono punto conosciute ouer stimate, se non per quelle che puramente so-no, cioè per schiette & semplice materie da natura od arte cosi informate: ma quando che con raro &
bel giuditio, giuditiosamente le sono tessute & ordinate insieme, per il vago ordine & artificiosa tessitu-ra le vengano non solo con stupor mirabile riguardate, ma anco riguardandole prezzate & stimate.
Cosi possiamo dire delle preparationi della Musica che hauendo noi veduto tutti i preparamenti neces-sarij poco serieno vaghe ò nulla ci gioueriano se non ci affaticassimo di porle insieme per vdire quanta
harmonia che fanno. Però è da sapere che si come gli huomini tra gli altri animali perfetto, particular-mente senza piedi non caminano, senza mani non toccano, senz'occhi non veggano, senza orecchie non
odano, & senza naso non odorano; che cosi ancora senza ordine & institutioni di chiaue Musicale ne
si canta, o non si può cantare. perche ne i Pallaggi d'importanza, e ne gl'edificij superbi, non si ascende
alle sale signorile, & alle Cammere Regali prima che no nsi sia entrato per la porta & apoco apoco si
siono salite le scale. Le porte dunque della Musica (parlando di quella quando che la si pone in atto
per volerla cantare) son le chiaui; & le corde dentro delle quali si pone questa & quella figura son le
scale. Onde per procedere chiaramente senza collor di metaffora od altro dico che nel principio delle
sudette cinque corde inanzi che vi si ponghi alcun inditio, pausa, figura, ò ponto. si pone alcuni quasi ca-ratteri ò figure Musicali che si chiamano chiaue, veri fondamenti delle figure; & si dicano chiaue dal-la similitudine dello effetto delle chiaue materiali et vere, per dimostrare in che si fondino le figure quando le si contano: che si come senza chiaue quelle cose che sonor inchiuse & serrate sotto di essa non si pos-sano hauere & vedere; cosi senza le chiaui inditiali de principij dell'harmonie & contenti; i concenti
& l'harmonie delle Musiche non si ponno vdire & godere: & benche per questo nome vt, nome di
condur con voce le figure si formi qual si voglia chiaue Musicale, per esser il fondamento sopra del quale si sostentano tutti gli altri cinqui nomi cioè, re, mi, fa, sol, la, non per questi si può dire che tutti quanti
gli vt che si trouano nella Mano Musicale siano queste chiaue inditiali; con le quali i cantori cantano
le cantilene, & i compositori le compangano: perche altro è il fondamento delle scale particulari neces-sarie à montare & scendere; & altro è il principio sopra di che le scale particulari neces-sarie à montare & scendere; & altro è il principio sopra di che le scale che seruano alle chiaui si fonda-no. Se noi consideriamo, vt, re, mi, fa, sol, la, che sono i nomi con che si portano le figure in sù e in giù per
le cinque corde: & lo consideriamo in _ vt, è forza volendo noi passare oltra di sei figure che ci seruiamo della sua scala piu propinqua, che è quella di C fa vt: ma se ci vogliamo seruire di ciaschedun al-tro indifferentemente in quel modo che de tutti ce ne vogliamo seruire, è forza che fra tanti che se ne ri-trouano di presummerne vno principale: altrimente non si potria mai sapere quale fra à tanti fosse il pre-suposto, e però quantunque nella Mano come habbiamo veduto nel Cap.24. sieno sette volte vt;
nondimeno perche quattro sono in altri luochi repplicati, se ne pigliano tre co i quali si formano &
si constituiscanotre chiaue, le quali seruano à sumministrare tutte le figure di dette Mano. lA pri.
ma si forma con l'vt di F fa ut, la seconda con quello di C sol fa vt, & l'vltima con quel di G sol re
vt seondo: ne a questo proposito addurrò gl'essempij de i scrittori antichi che ne i scritti loro pogano vn
altra chiaue in D la sol formandola con queste due lettere geminate dd volendo che quelle due
lettere dimostrino in quel luoco D la so re, che è quel secodo per poter vscir fuori della Mano: si
perche è cosa quasi fictitia & vana, si anco perche hora non è piu usata: ma seguendo i lragionamento
dirò che si come queste tre chiaui vengano per ciascun vt formate; cosi anco dal luoco oeur quel vt par-ticular si toglie le vengano chiamate & dette: e però la prima chiaue si chiama chiaue di F fa vt, la
seconda di C sol fat vt, & la terza di G sol re vt, ( inteso per G sol re vt si comodo e non per il primo)
a queste chiaui tutti gli altri vt si refferiscono, che sia il vero vediamo che _ vt si refferisce à G sol
re vt primo C fa vt, a C sol fa vt, F fa vt secondo a F fa vt primo & naturale & G sol re vt
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primo a quel secondo; e questo non per altro, se non perche in occasione di passar fuori della Mano quei
vt particulari faccino lo officio delle tre chiaue commune; accio che i canti habbino il lor douere: Ma
perche queste tre chiaui che noi diciamo non vadino senza la decchiaratione che piu gl'importa si ha
da sapere, che le non sono cantabili quantumque habbiano figure in quel modo che sono cantabili le figu-re che pigliano ordine di esser cantate, & hanno da esse l'essere & il stato fondamentale: perche le sono
uie & instrumenti che fanno condur con ordine harmonisamente le figure Musicali senza disonanza
ouer errore: e perciò nella forma loro ritengano parte di figure cantabile parte di lettere appartenente
a quei nomi di donde son formate, & parte de ponti con i quali le figure hora s'agumentano; hosa si al-terano hora si diuidano, & hora si mostrano perfette: togliendo le lettere dal ordine & compositura della Mano, le figure da i canti de quali esse sono fondamenti & ministre, i ponti da i mezzi che entrano
nelle figure con che hora sono perfette hora diuise, hora alterate, & hora agumentate: che ciò sia il vero
manifestamente si uede, et uedendolo manifestamente si tocca con mano, che l'uso tanto de antichi, quanto che de moderni è stato & è al presente di formar le tre sudette chiaui con lettere, figure, & ponti:
che ben si uede in tutti gl'essemplarij del uno è l'altro tempo la chiaue di F fa ut esser formata con
due ponti & mezzo circolo (se ben la si forma anch'altrimente come in breue uederemo) quella di G
sol fa ut con due figure quadre, & quella di G sol re ut con la lettera G come quì tutte tre si vegga-no esser formate.
[Music example]
Ma chi con ansietà bramasse di sapere, ò curiosamente ricer-casse perche causa particularmente la chiaue di F fa ut & di C sol fa ut
non si formano et demostrano per le loro lettere da che sono dette & chiamate
in quel modo che si forma & chiama quella di G sol, re, ut; ha da sapere, che
non senza gran periculo di porre in dissolutione un bel principio di Musica se potriano con lettere formare: per rispetto che nisciuna chiaue in spatio si può porre per un preccetto che si ha di porle in righa
come in luoco piu nobile dalle quale i sudetti spatij deriuano, & douendole per tal preccetto porre in ri-gha bisognaria porle in questo mo
[Music example]
do ponendole doue paresse al compositore, et doue fosse
piu commodo per la commodità de i canti: il che generaria una confusione si grande, che
quasi si grande da nisciuno si potria stimare; & se noi lo uogliamo uedere rimiriamo i se-gni con che si sogliano dimostrar gli inditij del tatto et del ualor delle figure, segni che si sogliano collocar immediatamente dopo le chiaui, ne i quali non solo trouaremo conuenienza grande &
similitudine: ma anco tanta similitudine & conuenienza che saremo forzati à dire che siano gl'istessi:
poiche il piu delle uolte le compositioni (massimamente l'ordinarie) si segnano con un segno che si cahi-ma Tempo imperfetto come piu inanzi a suol luoco & hora con commodità uederemo: il qual in conclusione non è altro che un c, in questo modo formato & fatto C il qual'anco perche è di natura diuisib-le & si può diuidere spesse uolte con una linea per trauerso si diuide, la cui linea non rapresenta altro
che un s, che chi ponesse la chiaue di F fa ut & di C sol fa ut con le lettere in cambio delle figure come si pone quella di G sol re ut, & l'inditio del tatto & del ualor delle figure uicino alle dette chiaue, faria che il cantore hauesse spesse uolte à dubitare, qual di quei dua segni fosse la chiaue potendosi pensare
che tutti dua fossero chiaui, hauendo tanta similitudine & conuenienza essi inditij con dette chiaue co-me appertamente quì si vede:
[Music example]
et questo non tanto perche le chiaue e gl'inditi sempre si pongano vn do-po l'altro senza alcun mezzo, quanto che alle
uolte nasce occasione di por due chiaue in vna par-te, acciò vn altro ui habbia da cantar sopra come spes-se volte si suol fare in vn Canon ch'alle volte ui seranno due chiaue cosi poste
[Music example]
che se le
si formassero con le lettere le si doeuriano formar cosi
[Music example]
& a questo
modo non si saperia se particularmente la seconda chique seruis-se per inditio, ouer per chiaue. et questi segni piu ch'ogni altro se-riano causa di molti errori: Dal che si caua la cagione perche nel segnar la chiaue
di F fa ut, & di C sol fa ut, non si usa di segnarle con le sue lettere come si segna quella di G sol re
ut che le si segnano come habbiam ueduto. Oue si uede quanta auertenza & riguardo habbiano hauu-to i ptimo institutori che trouarano maniera & uia di far con ordini regulatametne l'harmonia, quan-do che in questo ancora uolsero hauer riguardo & esser sottili consideratori & speculatori de i disordini
che potriano alla giornata succedere & seguire: accioche i descendenti & posteri loro non hauessero oc-casione di biasimarli ò d'attribuirli dapocchagine & ignoranza. E però le due sudette chiaui non si segnano con le lettere; ma con le figure. & tra le figure, si ellegano anco le pin conueniente & opportune, le
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quali sono qelle di un tatto intiero; & quelle ancora si formano in figura quadra accompagnate con li-nee che leuano di loro ogni dubbio che le sieno figure da cantarsi; prima come figura piu nobile & gra-ue che uiene occupata da ua tatto intiero; & poi come figura chorale che ben si uede esser figurata tale
quando che è più figure simile alle figure di canto fermo che altro. Onde se bene il piu delle uolte non si
segna la chiaue di F fa ut con le figure musicali: ma con un C posto alla riuersa con dua ponti acanto
come si uede esser di sopra: non per questo, una tal maniera derroga al uso anticho et alla prima insti-tutione: perche l'vna & l'altra senza periculo et riprensione si può usare; ho etto l'una e l'altra, per-che la si può formare con l'interuento di tre figure come quì si vede;
[Music example]
Gl'antichi, anticamente assai l'usauano, dietro de quali hanno seguitato anco i moderni nel stampar le Musiche, et quelli particolarmente che l'hanno copiate
[Music example]
ne i libri grossi chiamati libri Chorali; et se pur si trouano libri Chorali et stampa ti segnati con
l'altra foggia di chiaue questo non fa caso; perche essendosi introdutta quella fuggia superiore, an-ch'essi se ne hanno voluto seruire, non essendo piu obligati & ristretti loro à vsare vna foggia di Chiaue,
che essi a vsarne vn altra: & chi mi adimandasse perche causa sia stata introdutta quella maniera pri-ma, se prima di lei si tiene che fosse instituita quest'altra, essendo fatta di figura ò fatta quella di C sol
fa vt; io risponderei che non per altro la non si facesse che per facilitare il modo di farla; ouero per porre
assai piu differente distintione tra questa chiaue di F fa vt & quella di C sol fa vt: attesoche prima
non tutti hanno gratia & attitudine di formar quelle figure in forma oblique cosi ben squadrate; & poi
piu distintamente le si formano formandole nella prima foggia che nella seconda; il che sia abastanza
del taccito questito, & occulta obiettione; essendo obiettione, & quesito che poco rileua: Ma da che
habbiamo veduto che la chiaue di F fa vt, & di C sol fa vt, si fanno con figure simili a quelle che si
adoperano nelle cantilene per non dar occasione a i Cantori di riuinare & guastare i concenti & l'har-monie, che le guasteriano & ruuinariano se le si formassero con le superiori lettere: vediamo perche piu
formano la chiaue di F fa vt con tre figure & quella di C sol fa vt con dua solamente; Se di rag-gion di figure piu si conueriano à C sol fa vt che à F vt, non possedendo F fa vt altro che due
figure, & C sol fa vt tre come si vede: alche si dice, che chi riguarda bene, tanto vna chiaue quanto
che l'altra si formano con due figure, quantunque à noi ci paia che F fa vt con tre si formi: perche le
principal figure della Musica sono le figure di tatto: & quelle due figure che si ci pongano ne i spatij fan-no per vna figura di tatto intiero non essendo d'altro che di mezzo tatto l'vna; & già habbiam vedu-to che per meglio et piu conueniente gl'institutori della Musica hanno formato le chiaue Musicali con
figure di Musica, & tra le figure si sono elletti quelle di tatto. E però se bene la chiaue di F fa vt, si
forma con tre figure; nondimeno tutte tre insieme non vengano à rileuare se non dua tatti; & la cagio-ne ch'essi hanno hauuto di diudiere vna di quelle figure di tatto in dua di mezzo tatto l'vna è stata, che
non senza pericolo di confusione poteuano dimostar l'vna & l'altra chiaue che con figure si haueano
à far vedere sotto due figure solamente; perche se non hauessero hauuto questa particular distintione di
figure, spesse volte l'vna seria stata tolta per l'altra & l'altra per quel vna: dimodo che per obuiare qual
si voglia disordine che dalla parte di dette figure potesse nascere, hanno seuato l'ordine di formarle
con vna quantità sola di dua tatti: ma che F fa ut fosse con tre figure formato (che però rileuino i dua
tatti,) & C sol fa vt con due rileuanti gl'istessi dua tatti.
Onde accio che meglio quel ch'io dico se intenda & si creda; si ha da sapere che non per altra causa
gl'inuentori delle Chiaui con quelli che prudentemente si sono presi licenza di formar la chiaue di F fa
vt con vn C fatto alla riuersa puntato di sopra & di sotto, solo per dimostrarci per li dua ponti le figu-re di Minime, che ben si vede qualunque volta ch'alle figure naturali di tatto se gli agionge il ponto che
il ponto gl'agumenta vn mezzo tatto, il cui mezzo tatto riducendolo in figura non dimostra altro che
vna Minima: essendo dunque la Minima mezzo tatto, & il mezzo tatto si rileua con un punto, ha-uendo nella Chiaue di F fa vt, la prima figura che è questa
[Music example]
dua punti apresso come
quì si vede
[Music example]
i detti dua ponti altro non dimostrano se non che la sia tale;
[Music example]
che in somma tutte tre le figure fanno dua tatti. Ma se
alcuno con debole & friuole obiectione dicesse: perche
piu debbiamo dare la primitia di tre figure à F vt, che à C sol fa
vt, se C sol fa vt e quello che naturalmente ha tre figure & F fa vt dua? Se à vna
chiaue si deue dare dua figure, & al altra tre per constituirle diuerse & differente, molto meglio &
piu ragioneuolmente le dette tre figure si conuengano a C sol fa ut che à F ut, per essere in C
sol fa vt tre figure, & in F fa ut dua, al che rispondendo dico che le tre figure si danno à F fa vt
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per ragion di primitie, del suo ordine & non di figure, essendo nel ascendere il primo a ritrouarsi; & se
vno di loro le douea hauere, di ragione al primo non si pote torre.
Ecco dunque che la chiaue di F fa vt ragioneuolmente si forma con tre figure, & per ragioni di
primitia può ancora esser con ponti in cambio delle figure formata. Et come lei con la chiaue di C
sol fa vt per la similitudine & conuenienza che hanno con gl'inditij del tatto & del valor delle figu-re si formano con figure Musicali, & in tutta la Musica non sono altro che tre. & questo voglio
che per hora basti.
Che cosa sia inditio & à che seruano gl'inditii nelle can-tilene. Cap.XXVIII.
LA voglia humana per giouar altrui con le fatiche sue è stata si gagliarda & si possente, che
volontieri espetasi alle fatiche tanto si è occupata et affaticata, che alla fine con merauiglia &
stupore tra l'altre cose rare & singulari, ha trouato modo & via di lasciar perpetua me-moria di se stessa, & di tutto quel che vuole che di presente, ò di futuro si conserui, poiche tra le cose
singulari, rare, & belle che con fatica & sudore hà ritrouato, mi pare ch'assai bella cosa rara, & sin-gulare sia stata considerando in che modo ci habbia fatto ritrouare maniera & via col mezzo de po-chi & piccioli carattheri di mandar lontano & di lasciar d'appresso i pensieri nostri perpetuamente
in scrittura viui; che ben si vede quando si considera in che modo & perche via si scriue & legge, quanto essa uoglia nostra sia stata nelle fatiche assidua, quando che con tanta sotigliezza & pauicità de ca-rattheri hà trouato modo & via che possiamo mandar lontano & conseruare in iscrittura qual si uo-glia concetto & pensiero: che non ci resta nel petto, ouer nel cuore, che volendola altrui dire et communicare, ageuolmente non si possi con lo scriuere esplicar & dire.
Onde si come i carattheri che noi chiamiamo lettere sono inditij, & gl'inditij mezzi con che si scri-uano & leggano le scritture; cosi ancora i Musici per voglia grande che hanno hauuto per quel che
si vede di giouar à posteri & seguaci suoi, tanto si sono affaticati che hanno trouato modo &via di far
che i bramosi, & atti à far concenti & harmonie, con quelli anco che non son atti, ma bramosi possino
con assai piaceuolezza imparare; & però si vede che per regular le nostre voci humane accioche nel
cantar insieme con l'altre voci non facino disonanza; ritrouarano el figure Musicali; & trouarano
via mediante le cinque corde di sopra dimostrate di collocarle ouunque ci fossero piu commode, ò ci pa-resse: & questo non per altro, solo perche di loro si seruissero, &ce ne potessimo seruire come anch'essi
se ne seruirano & se ne sono seruiti.
Et che haueria a loro, & a noi la bella inuentione delle chiaui giouato, ò che ne giouariano le figu-re Musicale, i ponti, & le pause, se le pause, i ponti, & le figure con fussero state sotto segni & indi-tij collocate, i quali ci dessero di loro i valori & le misure? Le voci non si seriano mai potuto senza
qualche gran disonanza mouere, ne mosse si seriano mai potuto ben vnire; perche il uoler d'vno non
conuiene con quel del'altro; & poi hauendo alle figure diuerso valore distribuito, necessariamente si
douea trouar mezzzo di dare à ciaschuna il suo douere; accioche hauendone di piu ouer di manco, non
discrepassero, & fossero diuerse da quelle che hanno il giusto lor douere. Questo lor douere non se li
da con altro mezzo che col mezzo della misura, con la quale si misura ad ogni una il suo ualore, et prende il ualore naturale & accidentale, per questo col mezzo d'alcuni segni & inditij se ne da piena no-titia & sufficiente cognitione, questi inditij & segni si restingono sotto un termine solo & con una pa-rola si nomina & chiama; la parola & il termino che io dico è questo, Tempo: il quale si forma con un
segno che ne da inditio, non solo del tatto che è la misura, ma anco del valor delle figure.
Cosi dunque ocn l'inditio del Tempo si sà quanto uagliano le dette figure qualunque volta che sono
adoperate nelle compositioni, & per mezzo di esso ancora si ha la quantità & la misura: per accompa-gnarle col valore, che hanno ciaschiuna separate. Et si come si dice Orologgio perche ne dimostra &
ne da inditio delle hore: cosi anchra si dice Tempo perche ne dimostra il tempo che hanno le figure,
però il tempo si contiene anco sotto questa parola inditio, come sotto nome piu vniuersale & commu-ne. & se alcuno si merauigliasse & ricercasse perche causa, come, & à qual fine io introduca quì que-sto nome inditio; sappia che non per altro, che per dimostrare apieno per quanto vie si possi sapere il ua-lor delle figure, perche il si può sapere per via del Tempo, & per uia di alcune demostratione Modali.
Le demostratione Modali sono alcune pause chiamate pause inditiali; per esser pause che dimo-
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strano la quantitàdel ualore delle figure del Modo: come nel Lib.Secondo trattandosi delle sue spetie si
potrà vedere: per questo includendosi ne i segni del Tempo le dette pause inditiali; à i segni del tatto
& del ualor delle figure si dice inditio, come segno commune & vniuersale ch'al'vno & al altro serue.
Però inditio vuol dire segno che ne da notitia & cognitione del valor del tatto & delle figure;
& si estende, ò uogliamo dir in se comprende le pause inditiali delle spetie modali, et qual si uoglia
segno del Tempo; dimodo che qual si uoglia parte del Tempo si domanda inditio, con qual si voglia
particolar inditio delle pause Modali. Questo inditio è si necessario; che si può dir che senza di lui
le Musiche non possino essere, come Terra senza peso, Acqua senza diaffano, Aere senza rarità,
Fuoco senza splendore, & Sole senza luce: perche se senza di lui le potessero essere ne seguiria che
le non hauessero bisogno di misura, ma hauendo dibisogno di misura, & la misura contenendosi sot-to il Tempo, & il Tempo mostrandosi con gl'inditij, è forza dunque che gl'inditij sieno necessarijj.
La necessità nasce dal ualor delle figure, le quali hanno il valor naturale, & l'accidentale: il ualor
naturale è quello che per prima instintione naturalmente posseggano, l'accidental poi quello che
in alcuni casi vengano à riceuere. doue che se non si hauesse per gl'inditij, i destini segni del ualor
naturale & accidentale delle figure, vn segno selo seria bastante à dimostrarci il lor valore: ma
hauendo hora vn uolore & hora un altro, è forza che per tanti ualori ci sieno patroni & ueri posses-sori de i lor nomi, & i nomi particulari sieno contenuti sotto un nome generico & non spetiale.
Inditio dunque vuol dire segno, & il segno è una demostratione che si fa con carattheri ò linee
dalli quali si prende notitia dl ualore che hanno le figure, & del tatto sotto che deuano esser cantate:
& nelle cantilene sono si necessarij che senza di loro canto non può hauer sonora forma. ne potersi har-monicamente modulare.
Del Tempo Musicale & delle sue diuisioni. Cap. XXIX.
CHi non sà che differenza sia tra inditio & Tempo, sempre si penserà che sieno una cosa
istessa; quantunque io sin quì habbia detto che sotto di questo nome inditio si contengano
tutti i segni che seruano alla demostratione del tatto & del ualor delle figure; perche non
pensando piu oltra si crederà, che Tempo nella musica non uogli dir altro, se non un segno che si pone
nelle cantilene; senza piu stretta & particular consideratione: & nondimeno s'inganna di grosso;
perche Tempo non solo significa il ualore delle figure, & l'attioni del tatto; ma anco diuidendosi si
estende a una dimostratione accidentale, che hanno le figure per una certa particular consideratio-ne, quando che le si considerano in tute quattro le particulari spetie del Modo, nelle quattro spetie
particulari delle Propositioni, & nelle due spetie delle Prolationi: oltra quello del infinite spetie che
possano descendere da i cinqui generi de comparation de numeri. Per questo si dice che Tempo si pi-glia per tutto quel interuallo che hanno le figure naturali, & anco per quel ualore che hanno acciden-talmente: perche se il ualore accidentale non si reclinasse sotto il Tempo, non si potria mai condurre
con misura una buona modulatione, non potendosi dar quantità senza misura, & misura senza tempo
per esser il tempo misura di tutte le cose: doue che tutte quante le cantilene di Musica che si troua-no, si ritrouano esser fondate sotto il Tempo; perche le si compongno de tanti sonori interualli con-stituiti sotto numeri risonanti & dissonanti; i numeri sonanti per temperamento comprendano gli
disonanti, & gli disonanti, da i sonanti uengano ad esser abbracciati: accioche restando ignudi non
guastino le dolcezze & le melodie loro. Per questo è necessario la misura, efficace & sufficiente
mezzo all'harmonie. Questa msirua ch'io dico si chiama Tempo, & per Tempo si pigliano tutti
quelli interualli Musicali che sotto il Tempo si misurano. Questi interualli in dua modi possano
esser misurati, vn modo taccito & occulto; & vn modo apperto & manifesto: il modo occulto è quel-lo con cui componendole il compositore le misura & fa che gl'interualli di tutte le parti corrispondino
in vno, & che le figure mensuralmente si mouino di tempo in tempo. Il modo manifesto puoi è quel-lo quando le si cantano che sotto il tatto si pone questa figura & quella, & per questo si dice che
l'harmonia nasce dalla consideratione di diuerse figure sotto vna determinata quantità di Tempo con-stituite, & perche il Tempo sotto del quale questa determinata quantità di figure si constituisce;
nelle cose perfette & imperfette può esser compreso, et esser secondo la sua natura considerato perfetto
et imperfetto; non volendo che la perfettione disturbi ò confunda il suo perfetto essere nella institutio-
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ne Musicali: fù diuiso nel perfetto & nel imperfetto; & cosi mediante questa distintione si conoscessero
i canti composti sotto le misure del Tempo perfetto, diuersi da quelli ch'erano composti sotto le misure
del Tempo imperfetto: dalle cui distintioni se ne veggano tutte le regulate modulationi riuscire: perche
distinto & diuiso le modulationi perfette dal imperfette; le perfette sono guidate dal principio sin al fine
con le sue perfettioni; & l'imperfette, vengano à rimaner sempre con le sue imperfettioni si come im-perfettamente sono composte. Dunque il Tempo Musicale à quello che si vede non è altro che quella
misura ch'entro di se comprende le figure con lequali si sumministra la voce harmoniosamente sotto
vna ò piu quantità de tatti: & per causa di esse figure che doppiamente possano esser considerate, egli si
diude nel perfeto & nel imperfetto, conforme al tatto equale & inequale vscito dalla proportionali-tà delle figure, che hora sotto numero ternario, & hora sotto il binario sumministra le figure alle cantilene. Di modo che il Tempo è diuisibile & diuidendosi non si può diudiere in altro che nel perfetto ò nel limperfetto: essendo cosa formata in atto che tanto è fin che dura, & tanto dura finche è, come ogni vno
espressamente vede & tocca con mano e però quando che nella Musica si dice Tempo sempre s'inten-de quel segno che si pone nel principio delle cantilene; ò per quella diuisione che fanno i compositori quando le compongano che nella tessitura loro dispongano tante figure sotto vn valor di Breue: ma ils egno
veramente è il piu proprio; perche si diuide nel circolo, & nel semicircolo, vno inditio di tempo perfetto, & l'altro d'imperfetto: Et nota che il sudetto Tempo non può esser diuiso & multiplicato, in tre ò in
quattr'altre diuisioni: ma solamente nelle dua: e questo perche hauendo vna inseparabile conuenienza
con il tatto, nelle dette diuisioni non lo può superare: atentoche superandolo la conuenienza non seria
del pari & equale, & diuisi in nisciun modo si potriano comparare; essendo che le comparationi cascano
sempre in quelle cose che sono d'vna medema spetie & d'vna istessa natura di poter essere comparate.
Per questo allhora che nella Musica si dice Tempo, sempre si ha da intendere quel segno che si pone nel-le cantilene collocato dopò le chiaui; per il quale i cantori hanno notitia & sanno sotto di qual tatto le
vadino cantate: & qual sia il valor delle figure. Onde si come il tatto si diuide, nel equale & nel inequale; cosi ancora essi segni contenuti sotto questo nome di Tempo si diuidano nel perfetto, & nel imperfet-to, & non in altre diuisioni come consta chiarametne & come le ragioni ne lo fa toccar con mano. Coloro poi che non sanno perche causa nella Musica se dichi Tempo perfetto et imperfetto, hanno da sapere
che Tempo si dice dalla quantità di quella particella di hora che ricercano le figure nel esser informate
di suono; et perfetto dalla perfettione del numero sotto di che conuengano le dette figure: come anco im-perfetto dalla imperfettion del numero che ordina il ualor, et le fa discendere dalla quantità perfetta.
Nella presente dimostratione del Tempo Musicale, ho uoluto dimostrare in quante diuisioni il si possa diuidere; accioche alcuno non si pensi che si come nelle distintioni delle cose commune, si trouano del-le cose che sono imperfette, perfette, & plusquam perfette, che cosi ancora diuidendosi il Tempo nel imperfetto, & nel perfetto; che in tal diuisione corra il plusquam perfetto: perche pensandolo, pensaria male; & da se stesso si conduria ne i presuppositi falsi, & nelle falace cogitationi, dalle quali ne potria na-scere la confusione di tutte le cose seguente, & di tutto quello che mai in questa professione uno potesse
intendere, & studiare.
Del origgine del tempo. Cap. XXX.
NOi vediamo che non nascano mai i frutti, senza che prima non siano nati i fiori, ne i fiori na.
scano mai prima de i rami, ne i rami si sostentano senza il ceppo, ne il ceppo si mantien senza
le radice; perche dalla radice il ceppo si mantiene, & sul ceppo i rami si sustentano, da i rami
nascano i fiori, & da i fiori escan i frutti: cosi debbiamo pensare che tante diuerse cantilene che si troua-no composte, che le non siano composte senza le figure, ò che non habbiano essere senza il valore, et che
il valore non si sostenti senza misura che è quando dal Tempo in atto le vengan misurate, & che le si cantano, come
piu volte sin hora è stato detto. il qual Tempo nacque dal sostentamento, & informatione che fan-no le voci, quando che per renderci diletto & piacere informano di suono le figure Musicali, fa-cendole soauemente sotto vna terminata quantità risonare; in questo modo che essendosi formato ot-to figure per hauer dalla voce vn suono longo, vn picciolo, & vn mezzano, accioche ageuolmente si
potesse moderare & raffrenare i cantanti nel cantar & per ridur quel suono sotto rgualte misu-
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re, era necessario che infra tanti valori di figure, vi fosse vna figura che occupasse vn intiero, & compi-to tatto: non potendole senz'esso tatto far rissonare: cosi fra tutte, i primi Musici s'elessero la Breue, et
fu detta figura di Tempo, & fecero che vn tatto occupasse tutto vn Tempo, per non far esser il Tempo
diuerso dal tatto. Et per questo alcuni la chiamano madre delle figure, quasi che vogliano dire che dal
suo valore sieno nati tutti gli altri; grandi piccioli e d'ogni sorte: i grandi per poterla agumentare, &
i piccioli per poterla diminuire. Onde si tiene per certo che lei fosse la prima figura cantata, cioè
che le prime cantilene fossero con questa sorte di figure formate dalle quali n'vscissero le diuisioni del
Tempo, & l'inequalità delle Proportioni, in questo modo che ponendosi vna Breue per Tempo, & il
Tempo essendo atto a diuidersi, diuidendolo fu forza d'accrescerli il velore, accioche mediante il detto
valore fosse formata la loro vera, & real distintione: cosi mediante lei fu al Tempo perfetto tre Se-mibreue attribuito: perche lei nell'imperfetto ne hauesse di hauer dua, conforme alla superior diuisio-ne: di modo che il Pempo hebbe origine insieme con la institutione del tatto, & delle figure, ne vno
fu prima dell'altro: ma bene tutti insieme hebbero essere, & vita in quel modo a punto che noi vedia-mo, non esser mai materia particulare senza particular forma; ne particular forma, senza particu-lar materia.
Onde si ha d'auertire che quando io dico che il Tempo hebbe origine insieme con le figure Musica-li, non si ha da intendere di queste figure che habbiamo al presente: ma di quelle figure, et caratteri che
furono anticamente ritrouati per terminar la voce in vna quantità mensurabile atta a potersi diuersa-mente disporre: perche fu forza nel formar i caratteri, & segni; di ordinar anco le misure, che altri-mente le voci non si serieno potuto insieme mai accordare, quantunque anco hauessero cantato sole:
E però in quanto al rimo essere del Tempo egli hebbe origine quando fu principato a cantare: ma
in quanto al suo essere secondo che è quello che sempre ci passa per le mani nelle cantilene egli fu ri-trouato nella institutione delle otto figure Musicali: & questo perche quando a ciascheduna di loro
fu distribuito il valore per distribuirli anco le debite misure, li furono assignati i segni, accioche me-diante essi segni fossero distinti le quantità de Prolationi, & Modali, che deriuano dalle quantità del
Tempo. Doue che in somma per concludere possiamo dire che il Tempo fosse instituito immediata-mente con il canto, & che ilcanto fosse constituito col mezzo de caratteri ò de figure: il quale per le
distintioni delle figure da lui comprese si sia poi diuiso, & distinto nel perfetto, & nell'imperfetto.es-sendosi le quantità harmoniale ridotte nella terminatione delle otto figure Musicali; & sufficiente
alla perfetta informatione di qual si voglia harmonica modulatione, poiche per poche che le sieno si
possano in tanti valori disporre, che non si troua valore che da loro non possi esser compreso; & nota
che io dico che il Tempo fu instituito con i lcanto; accioche s'intenda che non fu mai canto harmonia-le senza di esso Tempo, & che se bene i primi che cantarano, mai non hebbero questi caratteri che
hora habbiamo noi: bisogna ch'hauessero le misure per regolarle, & accordarsi insieme, che le misure
alla fine non sono poi altro che quantità di tempo: essendo egli di tutte le quantità, & misure il vero pa-dre, & sustentatore.
Come sia stato ritrouato, o di donde sia venuto questo modo di dire Tempo per medium, o Tempo della Breue. Cap. XXXI.
MOlti professori di Musica, et de quelli particularmente che con piu assiduità, & studio atten-dano a questa professione, ad vna interrogatione fattali perche nella musica si dica Tempo
per medinm, ò della Breue, non sapriano che rispondere, ne che si dire: per esser cose da nis-san Theorico, & scrittore considerate: Nondimento se noi ne ricerchiamo la particular cagione, quan-tunque nissun particular scritto ce ne possa dar lume. non diremo ch'egli sia stato cosi instituito, acccio-che nel cantare, in cambio di vna Semibreue per tatto, se ne habbaiano a por due; & che quella Breue
la quale per prima valea dua tatti, vagli per vno: perche con vna tal risposta non si leua, ò toglie
l'inutilità sua: per esser vano in quantità eguale. Onde per saperne rendere la sua particular ra-gione se noi dico andaremo considerando bene, quello che in questo caso si deue considerare; trouaremo
esser stato conueniente, et necessario di trouarne le superiore distintioni: poiche se al segno di Proportione
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si sono date, et assegnate tre Semib.parlando delle Proportioni principale, che sono le maggior perfette
et al Tempo perfetto, per tre Semib. (però con questa distintione, ch'ogni vna di loro habbia da esser da
vn tatto compresa, a differenza di quel altro segno, che è il segno di Proportione) era ben giusto & di
douere che si trouasse mezzo, di far che si come potea andar vna et tre Semibreue per tatto: che cosi ancora ce ne fossero andate dua. Onde per distintione del Tempo perfetto che per suo segno s'era preso il
circulo integro: se ne formò & instituì il semicirculo semplice; acciò che dimostrasse l'imperfettione
delle figure perfette: ma se le diuisioni si fossero formate così, il tatto haueria hauuto quando tre Semi-breue & quando vna: & non mai dua. per questo non volendoli dar questa imperfettione, si ordinò
di darglile: e perche nel darglile non era giusto, ne conueniente che si adoprasse il segno del Tempo per-fetto, hauendo due figure solamente: ne meno il semicirculo semplice quantunque per il numero delle
figure fosse conueniente che lo douesse hauere: per esser stato assegnato à i canti che hanno d'hauere
vna Semibreue per tatto & per consideratione: per questo giuditiosamente fù posto nel semicirculo
il trauerso: accioche mediante lui, fosse distintione & differenza fra li dua segni imperfetti: & fù ben
il douere che il semicirculo semplice hauesse vna semibreue per tatto; quando ch'egli non era di nisciu-na cosa composto. & che il suo compagno, per hauerne dua, douesse hauere il trauerso in mezzo, ha-uendone dua: cosi poi ne fù fatta la denominatione, & alle cantilene che hanno il segno del semicirculo
semplice fu detto dantilene della Semibreue, & à quell'altri che hanno il semicirculo trauersato fu det-to cantilene per medium ò della Breue, l'vna e l'altra cosi denominati da quelle figure che contengano
nel tatto. per rispetto delle loro distintioni.
La causa dunque che si ritrouano due sorte de Tempi imperfetti, vn semplice & l'altro trauersato
è che il semplice serue alle cantilene imperfette che riceuano due Minime per tatto.che quantunque
le riceua ancora il Tempo perfetto: questo si riserua le sue perfettioni, & quello n'è libero e sciol-to, & il trauersato serue à quelle cantilene imperfette che per adempire & porr'ordine al numero
ricerca due Semibreue: cosa secondo il parer mio non solo trouata per porr'ordine & adempir il nu-mero di mezzo tra i nummeri: ma anco per poter diminuire i valori naturali alle figure di Musi-ca, in quelo modo che se gl'erano acresciuti.
Però chi di questo da qual si voglai persona interrogato fosse perche causa nella Musica si sia in-trodutto il cantar per medium, arditamente può rispondere; che essendo dato al Tempo vna & tre
figure per tatto d'una istessa sorte; vna nel perfetto, & tre nelle Proportioni; era conueniente di ritro-uar via di darne anco dua; se non per altro, almeno per non porre disordine & confusione ne gli ordini
& positione de nummeri.
Che cosa sia misura, tatto, & battuta. Cap. XXXII.
GLi ordini & le misure nelle cose sono si dibosogno & necessarij, che non è cosa per picciola
ch'ella sia che non la ricerchi ò chieggia, et se in arte ò scienza mai esse misure et ordini furo-no necessarij nella Musica piu che in altro necessarij sono: poi che in qual si voglia cosa che si
sia, l'uscir alle uolte qualche poco fur di uia non fa si danno ch'ogni cosa guasti, disolui, disfacci et mandi
in ruina: Anzi che alle uolte (dicalo gl'artefici istessi) l'uscir de gli ordini et delle misure (non per buon
uolere ma per caso) dimostra et apre la via di far qualch'altra cosa che non si ci pensa: per questo si ueggano ogni giorno cose nuoue, che cosi non è nella Musica. perche se poco ò quasi nulla sia uacilla od er-ra, tutta si disolue, tutta si guasta & alla fine tutta và in ruina, ò se pur la non và in ruina ò non si disolue: la ci apporta tanta noia, che non si può soffrire; et oue per prima si ci rilettaua et piacea, tanto piu allhora ci offende et ci dispiace.et di quella dissolutione non se ne caua cosa nuoua, ne meno cosa merauigliosa ò deletteuole; se non vogliamo dire che la dissonanza rendi diletteuol merauiglia. Et se bene tutte le cose artificiate sono con arte, ingegno, & maestria fatte & ne gli ordini & le misure fondate; non però
sono da parangonare alla Musica cantaile, prodotta nel atto del cantare: per che la piu parte delle cose, (se non tutte) hanno in materia, ò in cosa soda, gli ordini et le misure. Ma la Musica parlando della
Musica quando la se riduce in atto, non ha altro fondamento che la misura, douendosi sempre procede
re l'ordine col quale si guida il compositore: Per il che è forza di dire che il canto sostentandosi in vo-ce per fondamento nonhabbia altro che un picciolo interuallo di tempo: cosi la musica si pone in essere
con le voci mediatne vna multitudine d'interualli: i quali tanto durano quanto durano le figure che dan
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no inditio della Musica. Questo interuallo che io dico non è altro che un picciol moto simile al moto
del polso humano, ouero al palpitrar del core: col quale osseruando i cantori il ualor delle figure cantano
le Musiche figurate. Onde si come da un contrapeso, il tempo del Orologgio uien retto et gouernato,
dal quale tutte l'altre ruote con ordine reto et contrario; quale uelloci, et quale tardi si mouano, & col
moto si reggono; cosi ancora da vna misura detto tempo, tutte le parte senza dissonanza alcuna si reg-gano, et reggendosi si cantano. Questo tempo, ò misura che vogliamo dire, ordina il ualore alle figure et
li da il proprio essere: perche poco gioueria l'hauer ordinato alle figure il ualore se non fosse chi ci sumministrasse la misura e'l tempo. Però si ha da sapere che l'attione, ò l'atto che si fa, à far che le dette
figure s'informino di suono & prendino il lor douere, alle volte si chiama tempo, alle uolte misura, al-le uolte battuta et alle uolte tatto, secondo che pare e piace à chi l'ha da nominare fondando le ragioni
loro nelle uarie & diuerse considerationi che in una istessa & medema cosa si fanno, perche altrimen-te ogni uoce, cioe ogni nome haueria diuerso effetto, & non un effetto haueria diuerso nome, come si
veggano diuerse cose hauere; onde per dimostrar la causa perche quest'atto solo cosi diuersamente si
chiami, dico che quelli che lo chiamano tempo, lo chiamano per cagione ch'egli ha conuenienza & si-militudine col tempo dell'Orologgio; che si come quel tempo mentre che si muoue, ci da distinta &
chiara cognitione delle hore: cosi ancora considerano che per quel atto veniamo à godere & a fruire le
harmoniose modulatione & concenti, & per questo lo chiamano tempo à somiglianza di quel altro
ch'anch'esso si chiama tempo. Quelli che lo chiamano misura fondano le raggioni nel valor delle figure
che per quella attione vengano misurate. Gli altri similmente che lo chiamano battuta pigliano occasione di chiamarlo cosi dalla percussione ò atto percossibile che battendosi si suol mostrare; che ciò sia il uero
vediamo chiaramente che quest'atto non è altro che moto che contiene in se vna leuata & una caddu-ta: & perche nel leuare & cadere per che ci entri vn atto di battere per questo lo chiamano battuta.
Quelli vltimamente che lo chiamano tatto, considerano che con altro meglio nome il non so può chia-mare; per rispetto che il battere ricerca un atto forzato & uehemente, & questa attione non essendo ne
vehemente ne forzata gli pare che meglio sia di chiamarlo tatto da quel moto che in se ritiene simile a
un tatto gentile. Ogni vno di questi quattro nomi gli stà bene & gli conuiene secondo l'occasione, per-che di douere nisciuno se ne può riffiutare hauendo l'vso fin hora approbati tutti. Però può ogni uno
liberamente & senza timore nominarli per questi quattro nomi a suo piacere, intendendosi, tempo, mi-sura, battuta, & tatto, (a questo proposito) per una sola attione, & non diuersamente si come diuersi sono
i nomi. Ma perche sotto questo nome & parola tempo si contiene anco la significatione, che si tiene il se-gno del ualor naturale & accidentale delle figure; per questo non volendo confondere i termini, & con
i termini ogni altra buona cognitione, ogni volta che io ragionerò di quest'atto particulare, lasciando
da vna parte tempo, misura, & battuta; dirò sempre tatto: per il quale serà intetso, tatto, misura, et tempo; non già che questo più che gli altri habbia particular prerogatiua di seruire: ma solo acciò dicendo
io alle volte tempo per un segno che si adopera nelle cantilene, non s'intenda questa attione: ouero ragionando di proportione & misure, per quel giusto compimento et perfetta relatione che hanno alcuni canti; non s'intenda per questo tatto, che ci confonderiano le materie & i ragionamenti, quantunque fosser
chiari. Et di ciò non seria tanto il pericolo nel dir battuta & misura, quanto tempo; nondimeno potendomi fare intendere meglio con un nome solo che con tanti, mi contento di quest'uno, lasciando in libertà
ogn'vno di dirli quel che li pare. Il tatto dunque in ogni proposito & ragionamento s'intenderà per l'atto che fa colui che guida & regge le Musiche per trarne, ò farne vdire le loro melodie, dal quale le fi-gure pigliano quella quantità di volore che per douer di segno inditiale hanno d'hauere, ò debbano pos-sedere, conforme a i precetti, & alle regole Musicali che sono quelli ch'hanno mantenuto, & man-tngono la Musica in stato si felice.
Della diuision del tatto & sua sumministratione. Cap. XXXIII.
IO sarei stato d'animo et di perere scriuendo questa mia Prattica di Musica di passarmente senz'altro alla consideratione delle figure s'a caso non mi fosse incontrato con gente ch'a fatto a
fatto dissente dal parer commune. & tiene che sia vn sol semplice tatto, & questo sia il tatto
equale: assegnandomi per ragione che gl'antichi non vsauan nelle loro Proportioni altro tatto: ma che il
se sia corrotto a poco a poco per commodità de i cantori, & non per douere & per raggione: per il che
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io mi sono immaginato ch'anch'altri si potriano immaginar tal cosa & di esser di simil parere, & che
serà bene di ragionar delle sue diuisioni, & della forza delle dette diuisioni; accioche per il mio dire
si sinceri ogni uno, & ogni uno resti della verità pagato.Quanto alle ragioni ch'essi dicano non san-no altro assegnare solo che si ritroua vn tatto slo, & che questo sol tatto fosse quello di che gli an-tichi anticamente si seruiuano, ponendo sol questa differenza tra le cantilene binarie & tra le terna-rie, che le binarie le conduceuano con due figure sotto di vn tatto, et che con tre conduceuano le terna-rie; & non s'aueggano che cosi si destruggeriano le spetie del genere Moltiplice, & Superparticula-re con tutti gli altri gneri, & si darebbe occasione di dire che uane seriano tutte le Proportioni che
nascano dal numero inequale se con vn tanto solo le si potessero sumministrare. E però dubbitando
che non si habbia dubbitatione se il tatto sia solo & indiuiso, ò si possi per sua natura diuidere dico, che
in tutti i modi il tatto è diuisibile; non parlo di quella diuisione che egli ha in se stesso nel atto quando che
nel attione si uede diuiderti in vna caduta et elleuata, ò in vna elleuata et cadduta, ma di quella che
sumministrandolo equalmente si può diuidere in equale et in inequale, prima per il suo nome che dicen-dosi tatto equale, et equale essendo nome relatiuo è forza che ci sisia anco l'inequale, et poi per ragion de
inditio ò di segno: perche non se instituisce mai ne i canti segno di Tempo che non dimostrati il tatto & il
vallor delle figure: onde essendo il segno del Tempo diuiso nel perfetto et nel imperfetto, et il perfet-to essendo tutto diuerso et dissimile del perfetto, è forza di dire che anco il tatto conforme al segno del
Tempo sia perfetto & imperfetto: ma perche il Tempo quando si considera che egli dimostra il vallor
delle figure, dalla perfettione & imperfettione delle figure si dice perfetto & imperfetto: per questo il
tatto dal attione ch'egli fa nel sumministrar hora due & hora tre figure si dice quale & inequale;
poiche non è difficile anzi è facil cosa di diuidere il numero binario in due equal parte, ma chi volesse
diuidere il ternario, non si potria senza non diudiere il numero di mezzo; & perche il mezzo numero
non fa nummero; per questo lasciando il numero di mezzo ritiene et si forma il tatto inequale, accioche
con l'equale si regghino tutte le compositioni binarie, & con l'inequale tutte le ternarie. Contro à que-sta verità non ho trouato authore che ne contradichi, anzi tutti conformi dicano il tatto diuidersi nel
equale & nel inequale; l'equale nato dalla equalità delle figure che equalmente si sumministrano sotto
di esso, & l'inequale da i numeri maggiori delle figure comparati alli minori, ò per contrario secondo
che occorre. Cosi con questa inequalità si conseruano distintamente tutte le spetie delle Proportioni, da
qual si voglia altra spetie del genere Moltiplce & superparticulare, Et chi non mi crede vegga per
cortesia tra gl'autori vecchi Gioanmaria Lanfranco nel primo suo volume: ò se pur di quello non si contenta, et voglia che il suo volere non sia si di forza & valore che ce lo facci credere: degnisi di riguar-dare il Zerlino nel 48.Cap. della terra parte delle sue institutioni harmoniche che parlando delle battuta la diuide nel equale & nel inequale, & legghi bene ogni autore, che leggendosi trouerà la verità
di quel che io dico, et con la uerità trouerà tutte le cantilene di Proportione nel atto di farle cantar sot-to misura di Proportione non ricercar altro tatto che il tatto inequale. Il tatto dunque è di due sorte;
equale, & inequale; l'equale serue alle compositioni binarie, & l'inequale alle ternarie. Ma è da nota-re che tra le ternarie si contengano le Proportioni et le cantilene composte sotto la consideratione, et il
segno del Tempo perfetto, et perche se le dette cantilene composte sotto il segno di perfettione fossero cantate sotto la sumministratione del tatto inequale, le seriano l'istesse che sono le Proportioni: per questo uolendosi che le sieno distinte, le Proportioni si cantano sotto il tatto inequale, & i canti segnati col Tem-po perfetto si cantano sotto il tatto equale: Si che il tatto equale serue alle compositioni perfette et im-perfette: l'imperfette sono sotto la consideratione et diuision binaria; et le perfette sotto la ternaria, nell
quali corrano le diuisioni, l'alterationi, et le perfettioni, si come nel Lib.Secondo, et Cap.6. si può uedere.
quando si dice sotto la consideratioin binaria, s'intende che due figure delle principali considerate sieno
sotto poste alla diuision del dua che è di porre due figure delle prime considerate nella diuision del Tempo: quando poi si dice sotto la consideration ternaria s'intende che le diuisione de Tempi sieno ternarij
et che il tatto (non essendo Proportione) sia tatto equale: per rispetto che non per altro si pongano le zifre
nelle Proportioni se non per dimostrare l'inequalità del tatto, che senza di loro le veriano à essere sotto
poste al tatto equale quantunque le fossero sotto la diuision ternaria. Credo che ogni uno uintenda &
se pur alcuno non mintendesse, per far ch'egli mintenda meglio dico; che sotto il tatto inequale uanno
cantate tutte le Proportioni d'inequalità di tatto e di figure, come piu commodamente à suo luoco et tempo siamo per vedere, et sotto l'equale le cantilene ordinarie che sono segnate col Tempo imperfetto, et quelle del Tempo perfeto con questa differenza che le cantilene perfette sieno soggette alle diuisioni, alterationi, et perfettioni, et l'imperfette sieno libere et sciolte da ogni perfettione, alteratione, et diuisione.
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Doue che seruendo il tatto inequale alle Proportioni, lascierò di ragionar di lui, & ragionerò del tatto
equale, & dirò ch'egli deue essere si equale, saldo, stabile, e fermo, che nella diuisione non se li possi cono-scere pr vna minima parte d'inequalità, & non consiste in altro che in vn alzar, & cadder di mano.
perche piu tatti possano essere quali piu presti, & quali piu tardi, secondo il loco, il tempo, & l'occa-sione, che questa varietà alla Musica non aporta verun diffetto se però chi regge il tatto, lo sa re-stringere, & allargare, & far che la sudetta alzata, & cadduta venghi in atto equale, & non alterato;
io dico questo essendoci alcuni che per volerlo fare commettano non picciolo errore per non saperseli ad-dattare, & accommodare: vi sono ben altri ancora ch'errano non volendo; & errando quasi non se
n'aueggano se non quanto che da altri vengano a esser corretti dell'errore, ò se pur se n'aueggano in
quel punto non san che fare se non vergognandosi di lasciar stare.
I primi fallano perche non sanno; i secondo per non esserci essercitati. Quelli che per ignoranza
fallano sono quelli che non sanno ancora ben cantare, & parendoli di sapere si pongno a questa impresa: quelli poi che errano non volendo sono quelli che cantando mai essercitano l'attione del tatto, per
il che non hauendoci l'habito, & per non essersi assuefatti quando il conuien fat questo officio qualche
poco sempre lo vanno alterando. Et fanno in quel punto che si vegga la poca prattica che ci hanno.
I primi inanzi che lo facciano hanno da imparar bene, & dopoi che haueranno imparato si hanno a prouare se ne sanno. I secondi se vogliano riuscirne con honore non hanno da cantare: perche l'vso che
hanno di cantare fa che nelle sincope e ne i passi difficili ancor essi s'alterino sentendo gli altri sincopare.
Sono bene alcuni si prattici, & bene essercitati in questa attione; che cantando, sieno facili ouer diffici-li i canti quanto si voglia, lo reggano senza titubatione ouer diffetto. Forsi che si fatte cose a molti pa-reranno strane, & noue, per non esser a loro simil cose mai intrauenute: ma questi tali che questo offi-ci o li par si facile credino a me che tutti non ci hanno questa facilità, & attitudine, perche ho trouato alle volte de professori di Musica, in simil attione errare per esser piu vsi a cantare, che a sumministrar
il tatto: Et questo piu facilmente intrauiene quando si canta forte.
Questo tatto commune che io dico è in se facile, ma le compositioni che hanno delle minute pur as-sai alle volte lo fanno difficile per chi lo regge: che il sia facile chiaramente il si ved da molti, che
quantunque non sappiano cantare, senza pensier, ne scienza alle volte lo reggano, che chi li vede di-rà che siano buoni, & perfetti cantori. Che il sia poi difficile vediamo alcune cose composte che nel
cantarle, ne intendersi di Musica reggano il tatto senza errore, lo reggano in quele cose che per
la facilità loro non si possano creare: ma gli altri che sanno cantare, & sono della professione lo reggano
bene nelle cole facile, & nelle difficile.
Il debito de quelli che lo reggano è di reggerlo chiaro, sicuro, senza paura, & senza veruna titubatione pigliando l'essempio dell'attione del polso ò dal moto che fa il tempo dell'Orologgio, & han da
fare che si come dal tatto si reggano, & s'informano di suono le figure Musicali, che cosi ancora i can-tori l'habbiano a seguire, & esser soggetti: Ne mai a qual si voglia voce di cantore piegar si deue, per-che il piegarsi alle voglie di questo, & di quello per darli tempo ch'empiano i canti di vaghezze, fa
che l'harmonie diuenghino debole e lente; & che i cantori si stsanchino fuor di proposito odiando quella
ritardanza, & mal gradita attione, & se bene per vaghezza del cantare, i cantori alle volte ritarda-no alquanto, egli non deue riguardar a quella ritardanza: ma attendere al officio suo accioche i cantanti vedendo la sicurezza del tatto s'inanimischino, & prendino ardire, che s'egli vuole ritardar col tat-to fin che il cantore habbia perfettamente informato le figure di sono, in ogni tatto conuerà ritardare;
perche il cantore si piglia auttorità sempre di pronuntiar la figura dopò il tatto: per farla sentire con
maggior vaghezza.
Questo nol dico per altro, se non perche ci sono alcuni che lo sumministrano si lento e tardi, che
fanno partir la voglia al cantante di cantare, & d'hauer a sdegno ritrouarsi in quell'attione.
Similmente ancora quel che ho detto della titubatione, l'ho detto per haue veduto alcuni a em-pir il tatto pieno de tremoli; di modo che chi l'hauesse voluto diuidere nella diuisione non haue-ria potuto cauar altro che vna quantità de detti tremoli, i cui tremoli fanno $$$ento danno, & male
che no lasciano discernere al cantore ne principio ne fine. il che quanto stia brutto, ò sia male lo si lascia
ad ogni uno giudicare
Oltra di questo nasce alle volte occasione di sumministrar quest'atto col'intervento de gli instrumenti: & perche nel sonar delle Viole, ò de Tromboni essi sonatori fanno attioen simile alle attioni del tat-to: per questo bisogna esser auertito di non lasciarsi co gl'atti loro cauar di tempo, & vscir di misura:
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perche oltra il periculo in che si pone vn buon concerto; si da saggio di dapocaggine, & d'ignoranza.
Se nissuno poi brama di sapere quanto interuallo, & distanza si ricerca da un tatto e l'altro, dubitando
che di sopra non habbia posto mente al ragionar mio quando che per riprendere la titubatione del tato
ho detto che rimiri il tempo del Orologgio, ò che osserui il moto del polso; sappia che tanto ha da esse-re quanto basti, & quanto che a quelli si somigli: ne tanto si ricerca che sia visibile, se non quanto sen-za fatica di chi canta possi esser veduto.
Ma quello in che piu i cantori hanno a esser auertiti, è che se per vigor di segno vanno due Semi-breue al tatto, ouer due Minime ve le mettino; accioche possino cantar sicuramente, & accordarsi co
gli altri: che se vno, non auertisse al segno, & che gli altri ci auertissero; non si accorderiano mai in-sieme, se non s'incontrassero però a cantare una cantilena segnata col semicircolo trauersato, che ricerca,
& da inditio di due Semibreue al tatto; si come nel capitolo delle figure si può vedere. In conclusione
il tatto si diuide nel equale, & nel inequale: & sotto l'equale vanno cantato tutti i canti del Tempo perfetto, & imperfetto, & sotto l'inequale tutte le Proportioni, & le Prolationi naturale. I canti del
Tempo perfetto con quelli del Tempo imperfetto segnati col semicircolo semplice vanno cantati con
vna Semibreue per tatto seruandosi le perfettioni doue vanno; quei canti poi del semicircolo trauersa-to vanno cantati con vna Breue per tatto.
Il tatto deue esser schietto, chiaro, & senza titubatione, dietro di cui sono obligati andar i cantori
& non esso dietro a cantori. Iui egli principia oue finisce, cioè di donde si parte per finir ritorna, egli
si parte, & principia nel caddere, & nel cadder si termina, & finisce. Ogni cantore al tatto deue
esser vbidiente, come figliuolo al padre, ò discepolo al maestro, et non stà bene anzi si riprende, & bias-mano quelli che nel principiar i canti non aspettano il segno di principiare, se però segno si ha da dare
& fanno col prinicpiar loro che il primo tatto s'interrompa, & venghi diffettoso: Questo il piu delle
volte suol intrauenir nelle capelle, quando che si canta vna cosa che habbia la seconda parte. Et che
la detta seconda padte si principia immediatamente finita la prima. Ancora si biasmano i rettori
del tatto che sono pigri nel far principiare, & quelli piu che inanzi al dar principio dicano alcune pa-role. Come seria a dire, ò sù, ò uia, ò altre simile, massimamente quando le dicano si forte che quasi
tutti i circunstanti l'odano.
Et colui in vero è degno di lode, & di esser tra gli altri reuerito, & riputato, che nel dar principio
alle cantilene presto, & sumessa voce, intona le parte, & senza dimora, ò interuallo le fa principia-re: perche essendo venuto l'hora di cantare, & vdendosi vn ricercar di uoce, oltra che quelle uoci cosi
ricercate offendano l'vdito di chi scolta: da inditio ancora di colui che lo ricerca, ch'egli ci habbia
l'uso ò ci sia prattico: queste reprensioni s'appartengano a quelli che lo fanno, & tanto piu a quelli che
nel farlo lo fanno peggio; perche quanto piu si tediano gli ascoltanti, tanto piu da quelle brutt'attio-ni restano offesi: si che volendosi dar piacere e diletto, bisogna auertire di non diuidere il tatto in tanti
tremoli, ne di farlo languido, & semiuiuo, ò di strusciar il cantore, & simil altre cose. Di poi nel
allargarlo, & nel stringerlo; di stringerlo & allargarlo con maniera, & modo, che non si habbia a por
in periculo quel che si canta. Il restante si lascia in libertà di chi l'ha da vsare, & solo si ricorda che
chi non ci è atto ò non ci ha prattica, per suo honore lo deue lasciar stare; accioche non si ponga a peri-culo di farsi beffeggiare. Chi cerca poi di sapere come si formi il tatto inequale legga il terzo libro,
nel capitolo quadragesimo, che iui haueràe ogni sodisfattione; perche quì non mi par loco di parlar di
simil cosa, essendoci quel particular libro, che tratta di tutte le cose di Proportione: massimamente che
egli è il suo vero & proprio tatto.
Quante sono le figure Musicali, & quale sieno. Cap. XXXIIII.
Qvelle felice memorie de gl'antichi per dilettare l'udito nostro, & per lasciarci con qualche
lor ricchezza memoria eterna d'essi, acciò vedessimo intorno a che studiosamente s'occupaua-no, & per mostrarci quanto l'ocio dalcro era cacciato, & bandito: inuitati dal ritrouato, &
inuentione di Guido Aretino, che ritrouò di dimostare con figure quadre l'harmoniale dispositioni
delle uoci come particularmente fu detto di sopra nel Cap.26. trouarano otto figure per suministar
con soauità & dolcezza l'humana voce: figure l'una dall'altre diuersa & dissimile; per poter con
esse porgere à gl'ascoltanti le voci hora tarde & hora un poco lente, hora succinte & preste, hora
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veloce, & hora mezzo corrente: la prima chiamarano Masima, la seconda Longa, la terza Breue, la
quarta Semibreue, la quinta Minima, la sesta Semiminima, la settima Chroma, & l'ottaua Semi-chroma; & con tanto bel ordine le formarano che non ui si troua contrarietà ouero oppositione: poiche dalla mettà del valore di una, ne cauarano tutto il valor dell'altra: cosi diuidendo la Massima la
diuisero in due longhe, la Longa in due breue, la Breue in due semibreue, la Semib. in due minime, la
minima in due Semiminime, la Semiminima in due Chrome & vna Chroma in due Semichrome. ac-cioche chi le volesse adoperare, se ne potesse in ogni occasion seruire, parendoli che sino à questo ottauo
numero queste figure si potessero rompere, & spezzare: E perche se le cose non fossero limitate, ò
non hauessero termine, le tenderiano per la via delle cose infinite: per questo volsero che si come la
Massima non essendo parte di altra sua maggiore; ma essa maggiore, & principale; dalla quale tut-te l'altre pigliano occasione di esser tutte, & parte; tutte rispetto alle inferiori, & parte rispetto alle
maggiori: cosi fosse intesa per tutta sempre, & non per parte come fanno le susequente ch'alle volte so-no parte, & alle volte sono tutte: parte per rispetto che comparandole alle maggiore, le vengano a es-sere una delle sue parte minore, & comparandole alle inore, le vengano a esser tutte come per essem-pio; la Breue è parte della Longha, essendo vna sua mezza parte, & è tutta rispetto alla Semibreue
la quale è parte di detta Breue: però si vede che la Massima si diudie in due longhe, ma lei non è parte diuisa, perche se la fosse parte diuisa, conueniria hauere sopra di se altra maggiore. Cosi anco nel
fine essendo la Semichroma l'ultima figura delle figure Musicali non hanno voluto che la si diuida, ne
parte in altra figura minore, ma che la sia vna parte di detta Chroma.
Et se bene al presente si ritroua la Bischroma formata con la metta della Semichroma per far che
detta Semichroma sia diuisa, & habia ancora lei la sua diuisione, questo non fa caso ne rompe gli ordini, ò guasta le regole che le non sieno otto figure, attento che questa Bischroma è stata ritrouata per uso
del sonatore, & alle figure aggionta, potendo egli con le mani su gl'instromenti assai piu figure dell'ordinarie in vna tatto condurre che non può far con la voce vn cantore: & le figure furono trouate in
seruitio della voce a quel che si vede: & si deue credere che per mezzo della voce si sieno poi ritroua-ti gl'instrumenti. Onde parendo a chi ne fu l'inuentore che sino alla Semichroma le voci spezzandosi,
& rompendosi si potessero rompere, & spezzare gli posero fine. quantunque per quel che si vede (ado-perandone essi solamente quattro) si possi dire che l'vltime da poco in quà sieno state ritrouate. Queste
quattro figure ch'io dico sono le quattro prime chiamate figure maggiore, & si considera che vedendole d'interuallo si lunghe, & prolisse, cioè che generauano per l'assai tempo che in se stesse riteneuano,
& occupauano, tedio & fastidio a ses tessi, & a gl'ascoltanti ancora, le comincaissero a diudiere: per
il che vedendo quanto diletto apportaua la diuisione, le diuisero in tante quante fu necessario alla vo-ce humana di diuidere: però debbiamo credere che pigliassero occasione dalla diuisione delle principali,
che si come la Massima si diudiea in due lunghe; una Lungha in due breue, & vna Breue in dua Se-mibreue; che cosi ancora incominciassero ad diuidere la Semibreue in due minime, & poi vna Minima
in due Semiminime, fin che i cantori gli dessero occasione di finir la diuisione nelle Semichrome.
Nondimeno se bene hoggidì per la felicità de buoni cantanti le figure maggiori son quasi dalle compositioni, & cantilene bandit, non per questo voglio restare di dimostrarne il lor valore, che si come si fe-licemente cantano queste quattro ultime chiamate figure rotte, minori, & spezzate; cosi ancora, hab-biano senza timore a cantar le quattro prime chiamate figure principali, & maggiore. Per questo ad
intelligenza d'ogni uno si dice che la Massima è di ualor di otto tanti cosi per sua natura anticamente fatta ualere, la Longa di quattro, la Breue di dua, et la Semibreue di uno, doue che volendo poi diuidere la
Semibreue, & non trouando valore di un tatto; nella sua mezza furono forzati afarne le sue diuisioni,
& che si come due Minime faceano vna Semibreue: cosi si dicesse che fossero vn tatto, raccogliendo
tutto il valore delle figure minori sotto vn valore di Semibreue. E però due Minime fanno una
Semibreue; quattro Semiminime fanno due minime, otto Chrome quattro semiminime, & sedeci
Semichrome otto chrome.
Queste otto figure si come sono in consideratione diuise & distinte, per causa & rispetto del valo-re, cosi alcune entrando intiere & tutte sotto il valor d'una tatto, alcune mezze, & alcun'altre con
vna quarta parte; per questo dico che le si diuidano in due parte, nella prima parte si contengano le
quattro principali dette figure maggiore, nella seconda si contengnao l'altre dette figure minori. Le
quattro prime entrano nel Modo, nel Tempo, & nella Prolatione per natura, le seconde per acciden-te: dico per natura: perche vi entrano in propria consideratione, & si fanno particular figure di det-te Prolatione, Modo, & Tempo, per uia della quale riceuano la perfettione come a suo tempo e luoco
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siamo per vedere: ma perche seria quasi nulla se col hauer detto la quantita delle figure Musicali, et
dimostrato il lor valore, non si mostrasse in che forma le si fanno, & le sono formate, per questo
riducendole in forma le si fan vedere sotto l'infrascritto essempio.
[Music example]
Et vi si pongano i numeri di sopra, accioche piu
facilmente le siano itnese hauendo nelle figure minori questa partioular auertenza, che sempre
il numero superiore dimostra il tatto, & l'infe-riore, la quantità delle figure che vanno sotto di
quel tatto: questo si dice accioche i numeri non
guastino & confondino la quantità, & i valori.
Quanto poi alla denomination loro si ha da sa-pere che per altro nel por nome alla prima figura
la dissero Massima che per esser tra le figure la
maggiore. Et perche il Tempo, al tempo de gli antichi itnesi per quelli che trouarano il modo di
sumministrar con ordine, & misura le voci era il piu commune, & particular segno che adoperassero,
al quale haueano attribuito la Longa due breue; da quel interuallo la chiamarano Longa.
Venne poi che diuidendosi il Tempo in due parte, dalla diuisione del tutto chiamarano la sua mezza
parte semibreue, e questo perche le uoci incominciarano a esser piu veloci di quello che non erano per
prima, & a non esser cosi pigre. Cosi da tale occasione spinti trouarano le seconde, & quelle ruppero,
& spezzarano sino alla Semichroma, & tolto l'essempio della diuisione della Breue che si diuidea in
dua semibreue diuisero anco la Semibreue in due minime, vna Minima in due semiminime, vna Se-miminima, in due chrome, & vna Chroma in due semichrome. Per questo i moderni per commo-dità de i sonatori volendo diuidere la Semichroma hanno chiamato la sua diuisa Bischroma; se bene
meglio seria stato a dire bis semichroma; poiche l'ethimologia, & intelligenza del nome dicendo Bis-chroma altro non si doueria intendere che Semichroma, attento che bis vuol dir due volte: nondime-no perche a voler dire Bis semichroma seria stato parola tropp'aspra, & troppo rozza; non curandosi
che la sua propria intelligenza sia altro di quello ch'essi la fanno essere, l'hanno chiamata bischroma,
per Semichroma diuisa, cioè per la mettà di vna semichroma.
Queste due figure Semichroma, et Bischroma non si pongano nelle compositioni da cantare, per ri-spetto della inhabilità del pigro cantore; percioche lo stringerle sotto di vn tatto, alla voce humana è
difficile, per causa dell'aspirazione del fiato; nondimeno ci sono anco de cantanti che per vigore delle
loro felice gorgie con facilità le potrian cantare: ma meglio è di seruirsene per ornamento delle canti-lene che per figure essentiali: perche se si conoscesse facilità rispetto al cantante, le se potriano adope-rare commodamente, & a piacere come si adoperano l'altre che li sono facile: ma non essendo, si deb-bano lasciar stare. Alla cui facilità assai mirauano gl'antichi, accioche le compositioni loro fosse-ro commode a i cantori. Et piu si seruiuano delle figure principali che dell'altre inferiori, per causa
che erano piu intenti, & piu rimirauano, alla soauità, & dolcezza delle consonanze, ch'alla vaghez-za, & ornamento delle Musiche: perche ò ch'erano mossi da gl'inuiti de canti Chorali detti canti fer-mi; ouero da subietti particolari come l'opere loro chiaramente ne lo dimostra.
Son'otto dunque le figure Musicali, & procedano vna dall'altra, col valore diminuto, & molti-plicato secondo che le sono maggiore, & minore; eccetto che la Massima, & la Semichroma una
per esser principio di figura, & l'altra fine non ponno esser tutte, & parte, perche la detta Massima
è tutta in se stessa, & non parte d'altra figura non hauendo sopra di se altra figura maggio-re, & la Semichroma essendo parte della Chroma, non può esser tutta rispetto a qual si boglia altra.
La Bischroma poi è figura dalle piu minute figure discesa, & ha loco nelle otto figure per commodità
de gli instrumenti.
Perche causa le figure Musicali non sono piu di otto. Cap.XXXV.
SE non si ricercassero, & inuestigassero le ragioni di quelle cose che particularmente son atte
a esser inuestigate, & ricercate, di molte belle cose ignoraressimo le cause e gli principij: per-che essendoci chiuso la uia di ricercare, & inuestigar come, & perche cosi sono, lasciaressimo
da èarte ogni dotta, & sottile consideratione. Cosi veriano ben spesso a cedere i dotti, &
sensati ragionamenti, alle semplice ò commune ignoranze, & le inuestigationi in particolare seriano
rinchiuse, & serrate ne gli arichiuij delle cose ignorate, & annullate. Et quelle inuestigationi con i
ragionamenti loro si diletteuoli non seriano piu in pregio che sono i ragionamenti inutili, & infruttife-ri: Ma essendoci da Dio, Padre di tutte le creature, & le cose create, per mezzo della natura dato di
ricercar le cause e gl'effetti, & da gl'effetti & le cause, i principij con l'origine,(non ostante che da es-si principij, effetti, & cause;) oltra il diletto mirabile, & incredibile se ne caua vn principio di diui-na cognitione, se ne caua ancora vn'allegrezza, vn contento, & una consolation mirabile, che ne con-sola, & ne tien contenti.
Cosi dapoi che da esso benedetto Iddio ci è dato facultà di poter ricercare le cause, & inuestigar gli
principij di questo, & di quello; non mi par fuori di proposito per maggior chiarezza di quel che hora
si tratta di andar cercando qual cosa astringesse gl'antichi ò i primi inuentori delle figure Musicali, a
non formarne piu di otto, & se seria bene di ritrouarne delle altre, per poter con esse ritrouar altri va-loro, poiche col l'inuestigare vna simil cagione, vederemo come le figure piu communi delle quali i compositori piu si seruano non esser piu di cinque, & restringendosi a piu particular diminutione non esser
piu di tre, le quali per la paucità ci danno manifesto inditio che le sono a bastanza. Le cinque figure
che vn poco piu delle altre sono adoperate sono la Longa, la Breue, la Semibreue, la Minima, & la
Semiminima; & le tre che più di tutte s'adoperano, sono la Semibreue la Minima, & la Semimini-ma, le quali da ogno tempo sono state cosi adoperate: ma hora pare che le se resttringano anco in due-Et queste due essere la Minima, & la Semiminima: come dalle compositioni moderne si può vedere.
Ne per questo che si poche se ne adoprnao, si può arguire che l'altre non sieno necessarie, perche con si
poche i compositori non troueriano qual si voglia valore, ne meno potriano i valori multiplicare sin a
qual si voglia termine Musicale. E però col numero di queste otto figure trouano qual si uoglia
quantità, & valore: Prima nell'ordine suo naturale si vede che dalle prime maggiori si caua la
quantità de otto tatti, & dalle minori tutta quella minutezza che può all'humana voce seruire, per
il che nelle minori non ci è da dubitare toccandosi con mano che colui assai si può gloriare che cantando
porta sedeci figure per tatto.
Dunque si come si trouano figure che pe la voce non possano esser piu minute, cosi bisogna ricercare
se si trouano figure che possino, vn gran spatio, & lungo tempo occupare; perche altrimente fuora de
gli otto tatti non si potria adoperare figura sola. Et aoperandola accompagnata non si potria con-stituire una silalba sotto una figura, à volontà, & beneplacito del compositore. Se noi le voglia-mo con facilità trouare, bisogna prender vn mezzo dal quale lontanandosi, vederemo quanto lontano
si può gire, altro mezzo piu atto, & piu conueniente non si ritroua che la figura di tatto, che essendo fi-gura piu semplice che ci sia, ageuolmente vederemo, con qual valore, & figure la possiamo hauer
multiplicata, già che l'habbiamo diminuta sino a quella diminutione che habbiamo di sopra veduto.
Se noi dunque la vogliamo multiplicare, sappiamo che naturalmente sino a gli otto tatti la si può mul-tiplicare, hauendo noi la Massima che val tanto: La quale disoluendola in otto parte ne vediamo
vscire otto Semibreue: ma perche questo ualore alle volte non basta: agumentandola per via di pon-to d'una sua compagna, le veniamo tutte quattro insieme a multiplicare: Di questo volendone ha-uer notitia si ha da riguardare al Capitolo del ponto di Agumentatione che in esso si trouerà tutto quello che si brama, & vuole.
Cia basta hora di sapere che le figure possano hauer altro valore del valor suo naturale, & che li danno per via d'vn punto detto punto d'agumentatione.Da questo agumento gli antichi mossi, con in-uentioni rare, & belle, hanno trouato il Tempo perfetto, le Prolationi, le Proportioni, & tutte le spe-tie Modali; le quali per vna d'inditij accrescano il valore alle figure, et gli l'accresce in tanta gran quan-tità & copia, che dal valore de gli otto tatti che ha la Massima naturalmente, gli ne fanno hauere sin
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al numero di 81. come nel libro seguente ne i capitoli del Modo con commodità si potrà vedere. Et
perche rare compositioni si trouano che sieno composte, & che comprendino i sudetti 81.tatti per que-sto possiamo dire che si come per figure si può vn tatto tanto diminuire che per la voce piu oltra non si
può passare; cosi ancora tanto il si può multiplicare che per compositione, altra multiplicatione non ne
fa bisogno, & nonhauendone dibisogno per diminuire ò multiplicar i tatti possiamo liberamente dire
che le otto figure sieno a bastanza, & che non sia necessario di trouarne delle altre, perche tutto quanto quwl valore che si vuole dalla figura di tatto si può per via delle spetie Modali hauere: vadisi pur
pensando quanto si vuole; che alla fine col mezzo di esse, & del ponto di agumentatione si cauerà ogni
strano, & struagante valore, da questo si comprende se le sudette spetie Modali fossero destrutte,
ò che mai non hauessero hauuto essere che non si potria, ò mai si haueria potuto hauer che valore si ha-uesse voluto, & in alcune occasioni haueria bisognato lasciar stare di porre in essecutione ogni buon pensiero, & studiosa inuentione, & cosi si seriano guaste assai Musiche, & di molt'altre se ne seriano
lasciato stare, per occaione di non trouar figure a proposito de i capricci che sogliano spesse volte nasce-re. Vegga dunque ogn'uno con quanta consideratione si sono formate solamente otto figure, &
che se bene se ne adoperano poche adoperandosene solamente la minor parte, non per ciò son priui i
compositori di non poter cauare ogni sorte di valore, potendole adoperar a lor piacere, che se le non fos-sero tante, & in tanta quantità de valori distese, & accommodate, si potria dire che le non fossero abastanza, & che non tutto quel che vuole i compositori può con essere figure comporre.
Di modo che siano sicuri di poter con otto figure produr la voce tardissima ouero velocissima, et che
per produrlo piu tarda o piu veloce non habbiamo bisogno di altre figure, perche se le fossero piu ce ne
seriano delle inutile, & delle vane. & piu tosto ci potriano confondere che aiutare, come anco se le
fossero di manco non potressimo da loro qual si voglia harmonica quantità hauere.
Si può dunque chi che si sia di queste otto figure a suo piacer seruire, poiche ricercando le specie
Modali, le Proportioni, i Tempi, & le Prolationi trouerà qual si voglia valore atto a seruirlo in qual
si voglia breue, & longa cantilena.
Quali sieno i segni del tatto. Cap.XXXVI.
VAne seriano state tutte le regule, gl'ordini, i precetti & l'informatione della Musica se
con la diuersità, & varietà delle figure non si fosse instituito vna misura, perche nel ridurle
con la voce in atto, se la detta voce non hauesse vna terminata limitaitone, ò che le seriano
pronuntiate con piu interuallo di tempo che le non vagliano, ouer con manco, doue che non pronuntiandole con giusta misura si entraria col valor d'una figura nel valor dell'altra, senza pensarci, ò hauer
intentione d'entrarci: il che facilmente auueniria; attento che tolto da ogni figura vna terza, ouero
vna quarta parte subito s'instituisce l'altra figura sua compagna, o figura accompagnata col ponto di
agumentatione, & questo massimamente nelle figure inferiori che in se stesse ricercano poco interuallo
quanto si vede, che per discorsarsi co la diminutione dalla figura di tatto, tanto piu vanno diminui-te, per questo non basta di hauer mostrato che il tatto (forma delle figure) è necessario nelle cantile-ne, se dopò l'hauerlo mostrato non si dice, & dimostra perche via, con che maniera, & per qual se-gno e'l si fa vedere.
Già piu volte è stato detto che i canti hauendo dibisogno di vna segno che ne dia inditio del valor del-le figure, & sotto di che tatto le vadino sumministrate; hora meglio il se dimostra, & dice che per un
segno e dell'uno, & dell'altro si ha cognitione. Et per procedere distinto, & chiaro dico, che sotto que-sto nome Tempo, si contengano tre cose; prima la diuisione che hanno le compositioni quando che componendole il compositore compone i tatti diuisi sotto la diuisione del Tempo che poi si diudie in binaria
et ternaria, dipoi quel ualore che hanno le figure che è di ualore hora un tatto, hora dua, hora mezo, etc.
Vltimamente quell'attione che si fa quando le figure si vogliano formare, & empir di suono, cioè per
quel atto che si fa quando le si cantano.
Dell'uno, e l'altro è stato nel superiore Capitolo trigesimosecondo detto assai, & se ne diria ancora
se io non conoscesse di hauerne detto a bastanza. Quanto al ualore delle figure, & all'ordine del
compositore si ha da pensare ch'egli tessendo le sue compositioni col ordinar le dette figure, & tesserle:
habbia sempre dinanzi a gli occhi l'attioni del tatto, & che per uia d'esso gli paia d'udirne la melodia.
Però mi è parso che se bene sin quì habbiamo discorso delle dua prime attioni, & veduto tutto quello,
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che si può veder del Tempo pertinente al uatore, & alla diuisione delle figure quì esser piu opportuno
luoco di dimostrare quali siano i loro segni.
Pr questo conforme a quello che si è detto altre volte intorno al tatto, hora si dice, che si come
il tatto si diudie nell'equale, & nell'inequale, che cosi ancora si trouano dua segni che distintamente
dimostrano l'vno, e l'altro tatto. Il segno che appartiene al tatto equale, si forma quando con vn cir-colo, & quando con vn semicircolo: ma perche il circolo ò sia semplice ò diuiso sempre si ripone sotto
la consideration ternaria; & douendo della consideratione ternaria parlarne nell'occasione delle Pro-portioni, et del Tempo perfetto; per questo hauend'io hora da ragionar del segno del Tempio imperfetto, et del suo tatto, dico che'l si segna con vn semicircolo semplice ouer trauersato come quì si vede;
[Music example]
Questi dua segni in qua$$, e cantilena che si ritrouano sempre dimostrano in tatto equale, & di douersi per esso l'attione equalmente sum-ministrare, & non si chiamano tatti, ma Tempi; perche sono quelli
che danno per mezzo di quella attual'attione di moto equale, il giusto
valore alle figure; per i quali si ha la separata distintione della canti-lene quando le sono binarie, & quando ternarie.
Lasciato dunque tutti quei ragionamenti che altroue s'han da fare intorno al Tempo perfetto, ò
Proportioni, & tolto questi altri dua segni che sono il semicircolo semplice, & il trauersato dico, che
questi dua particolari segni sono i priprij segni delle cantilene binarie, cioè de quei canti che si conten-gano sotto la consideration binaria, & che si sumministrano con il tatto equale; il primo de quali dimostra che i canti da lui segnati, se bene si contengano sotto la consideration binaria, hanno però questa di-stintione di non esser quelli he sono segnati col l'altro, con cui procedano da vn principio sino al fine:
& per darlo meglio ad intendere voglio con queste quattro parole farlo sapere che si come di sopra
nel Capitolo trigesimoquinto doue si tratta le sono necessarie piu di otto figure habbiamo veduto che
presupponendosi vna figura di tatto, si può trouare per mezzo di figure maggiore, & minore qual si uoglia picciolo, & grande interuallo. Cosi nel tessere, & comporre le cantilene, i compositori si forma-no vna figura dinanzi l'Idea loro, sopra la quale formano ogni picciolo, & grande interuallo: Onde
fra tante che vi ne sono, solo dua sono quelle sopra di cui tutti gli altri interualli abbracciati, & accet-tati sono, queste figure sono la Breue, & la Semibreue: le quali per questa, & non per altra via ven-gano chiamate figure del Tempo.
Or stante questo, il primo segno come quello che è piu semplice, & con la simplicità piu s'accosta
alla perfettione si toglie la figure Semibreue, & con essa conduce le cantilene con tutti quei interualli
che vuole adoperar il compositore fino al fine, di modo che la Semibreue si dice essere figura del Tem-po imperfetto inteso per il semicircolo semplice: & essendo sua figura per essa figura, & esso segno
si ha cognitione che ogni tatto vuole vna Semibreue, ouer tante figure, quanto possano rileuare il det-to valore: quell'altro poi che è il semicircolo trauersato, si piglia la Breue come quello che dimostra
esser mezzo segno di Proportione: Cosi l'uno, & l'altro dimostra il tatto equale; ma vno ricerca di
hauer per ogni tatto vna Semibreue ò tante figure che faccino per vna Semibreue, & questo è il
primo; l'altro poi ricerca la Breue ouero tante figure, che faccino per vna Breue: di maniera che, tutte
le volte che le cantilene si trouano esser segnate con questo segno
[Music example]
in questa forma fatto, il detto segno darà notitia, & farà sapere che
quelle compositioni sono compositioni binarie formate sotto il tatto
equale col interuento della Semibreue: il cui tatto ricercherà sem-pre di hauer essa Semibreue ò tante figure, quante che rileuano tutto
il suo valore. Quando poi le sono segnate con quest'altro segno:
[Music example]
questo tal segno dimostra che le cantilene sono fatte, et debbano esser cantate
(secondo i preccetti, et le regole Musicali) iusta alla consideratione di una
Breue per ciaschedun tatto, si come anco ne piglia denominatione, & vien
detto segno della Breue, a differenza di quell'altro che si chiama segno della
Semib. Ma perche fra le figure del segnodella Breue, & della Semibreue non corrano perfettioni ne
diuisioni, ò alterationi; per questo spesse uolte se bene i canti sono segnati sotto questo segno
[Music example]
si cantano nè piu nè meno che se fossero fatti sotto di quell'altro: tolto questa li-bertà dalla conuenianza che hanno insieme la imperfettione delle figure: il che
è stato causa che hora il cantar le cantilene al tatto della Breue da molti cantori
non siano ben cantante, non hauendone l'uso: & molti altri che lo sanno, & l'in-
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tendano, per l'uso grande che hanno del cantar col tatto della Semibreue, cantano al tatto della Bre-ue come per prattica, & come in foggia nuoua.
Ond'io vedendo farsi questo cambio, & mutatione di segno, senza disordine di Muscia ò dis-solutione d'harmonia, stò in dubbio, se tal mutaitone, & cambio io debbe lodare. poiche da vna
parte veggomi dalle regole esser astretto; dall'altra parte l'uso grande da dette regole mi scoglie, & a
contradirli m'astringe, vedendo per tutto vsarsi ne i segni del tatto della Breue cantarsi le Semibre-ue; però dopò l'esser stato alquanto in dubbio, mi son rissoluto per non dissentir da i precetti Mu-sicali: & biasmar ciò che ogn'uno vsando approua & loda; di dire che il compositore, che nel com-porre le compositioni sue si serue del semicircolo trauersato, debbe essere diligentissimo osseruatore
di ciò che il segno ricerca, & richiede, & il cantore di cantarle comunque li torna commodo, & li pa-re ò piace. perche con l'attione, & sumministratione del tatto largo e stretto si può hauer l'istesso,
& cauarne il medemo effetto.
Il non osseruare ciò che ne i segni è di osseruatione, fa che molti veggano la poca prattica che han-no quelli delle regole, & de i segni; ò se pur l'hanno, il disordinato modo che tengano nel comporle
anteponendo le pause semplice, alle doppie, & le doppie alle semplice, ouero di terminar i canti con
vn interrotto & imperfetto tato, & che dichino tutto quello che quotidianamentei si sente dire. Pr
obuiar dunque l'occasione d'esser in bocca di questo, et di quello, et di esser soggetto alle burle, & alle rise
altrui, già che si vede de'segni del tatto equale si formano hora con vn semicircolo semplice, et hora con
un trauersato; i compositori hanno prima ad esser auertiti di non segnar quei canti che meglio uanno can-tati al tatto della Semib.col segno del tatto della Breue; perche uolendoli li cantori per li suoi segni can-tare li veriano esser scontrafatti, di poi ad osseruare tuto quello che dican le regole. LE regole voglia-no che quando s'adoperano i segni del semicircolo trauersato s'habbia da constituire nella diuisione de
tatti una Breue, et che con una compita Breue s'habbia da finire, et poi che nel segnar le pause si tenghi
questo stile, et ordine, di non segnar mai dopò qual si uoglia figura pausa doppia, se per compir il ualor di
vna Breue gli manca il ualor d'una Semib. perche nel cantarle per il suo uerso le vengano contra tatto. Et
uolendone dar maggior chiarezza, et lume; dopò gl'infrascritti auertimenti si pone queuesto semplicetto essempio
[Music example]
ordito, et tessuto con ordine falso che cantandolo al tatto della Breue, cioè ponendosi una Bre.per tatto, si scoprirà non solo
la difformità sua: ma anco si scorgerà con quanta fatica il si
canta. In che si uede espressamente che tutta la difficultà nasce
per la contrarietà delle pause, che se le fossero collocate cosi]
[Music example]
ogni difficultà seria leuata: perche quella tessitura
prima è solamente buona in quei canti che sono segnati con i lsemicirclo semplice; ma quest'ultima è nel
semplice, & nel trauersato. Ma perche ragionando
del obligo del compositore dianzi ho detto ch'egli
nel comporre, deue esser osseruatore de precettti, & regole Musicali; per auuertirlo meglio dirò
ch'egli nondeue mai ne i canti suoi introdurre per segno del tatto, & del valor delle figure il se-micircolotrauersato: se quella sua compositione commodamente non si può cantare al tatodella
Breue; perche a lui tanto li fa vn segno, quanto che l'altro: ma se vien voglia ad alcu-no di cantarlo ò farlo cantare per vigor del segno vi si troua vna difficultà incredibile, & non
bisogna dire che col l'allargare il tatto ogni cantilena difficile si possa cantare: perche allargandolo
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si dà forma alle figure d'altro valore, et si parte dalla conuenienza, ch'egli ha col polso humano; per-che il polso humano quando per sanità si muoue sempre ritiene vn moto, & se pur lo varia lo varia di si
poco moto, che quasi non si conoscere. In conclusione dua sono i segni del tatto equale, vno serue
al tatto della Breue, & quell'altro al tatto della Semibreue, quello che serue al tatto della Breue si forma con vn circolo trauersato, & quello che serue alla Semibreue si forma con vn semicircolo sempli-ce. Il semicircolo semplice non ha bisogno d'altro ricordo che d'esser cantato bene: ma il semicic-colo trauersato ricerca che il compositore lo adoperi in cantilene che siano possibile a cantarsi, & di ha-uer sempre in sua diuisione due Semibreue:con la situatione delle pause superiore.
In qual luogho s'habbiano da porre i segni del tatto, & se si possa-no diuersamente formare. Cap. XXXVII.
QVantunque non paia necessario il ragionar del luogho, & del sito oue s'habbiano a porre, &
situare i segni del tatto chiamati propriamente Tempi, per non far la varietà del loco di-uersità ne'i canti: nondimeno perche di sopra si è mostrato ch'egli si forma con dua segni par-lando de i segni del tato equale, per questo non mi par disdiceuole di dire, che tutti i segni del Tem-po; tanto questi superiori che dimostrano il tatto equale; quanto il circolo perfetto che dimostra la
perfettione delle figure, & la piu parte il tatto inequale, si possano collocare in qual si voglia righa ò
spatio; purche siano collocati in loco che commodamente possino esser veduti: & perche quelle cose
che sono collocate fra l'uno e l'altro estremo, sono colocate in loco piu atto è esser da tutti vedute;
per questo lodandosi l'uso si dice, che il collocarli nel mezzo delle corde Musicali è il piu at-to, & conueniente loco che ci sia. La corda dunque di mezzo è il proprio loco de i segni del Tem-po; ma se per caso si ritroua canto che l'habbia ne i spatij, ò in altre righe, come quì si vede:
questo non fa nulla; perche il collocarlo stà in libertà del compo-sitore, ò del coppiatore.
[Music example]
Anzi che anticamente sempre si soleuano porre vicini alla
prima figura di qual si voglia parte, e questo accioche essendo i se-gni gl'inditij del valor delle figure ageuolmente il cantore lo po-tesse sapere, & li togliesse la scusa di dire io non l'ho veduto, come
in qual si voglia libro Musicale si può vedere. Similmente ancora si ritrouano i semicircoli trauer-sati quasi per sinistro, & non per diritto come i superiori sono; la qual cosa non fa nouità nissuna per-che il trauerso non fa se non vn'effetto; sia diritto ò storto come si voglia, che è quello di diminuire le
figure di tatto in mezzo tatto; per esser il taglio solamente quello che fa l'effetto di diuidere la Semi-breue, che per prima era un tatto in mezzo tatto. Quando poi sono piu trauersi nel segno del tempo
quei piu trauersi dimostrano tanta diminutione delle figure, quanti trauersi sono.
Di piu se anco nel semplice trauerso si ritroua qualche nouità nella parte superiore ò inferiore: ò
d'accrescimento, ò di mancamento se bene si è detto che nella Musica ogni picciola cosa fa effetto:
questo non fa caso; perche quel taglio si può formar in tutte queste manire che quì si vede;
ne perciò fa altro che di diuidere la Semibreue, & di far-la cadder sotto mezzo tatto. Questo si dice accioche nel-
[Music example]
le occasione di adoperar piu segni in una Musica, si sappia
che qual si voglia foggia di trauerso per strauagante che
egli sia non dice mai altro che Tempo imperfetto trauer-sato, che per il trauerso la mettà si diminuisce, Ma bene
si essort ogn'uno a seguitar l'uso presente, & di lasciar il passato; che se ho da dir il vero altro non
mi ha mosso a fare il presente Capitolo, che alcune maniere moderne, le quali per accostarsi alle anti-che vanno in questa parte e in quella intromettendo questo segno accompagna-to co i segni ordinarij che poi veduto da cantori stanno in dubbio se quella uo-ua foggia al pari delle foggie moderne, vuol dir qualche altra ordinaria di-minutione. Però sincerato ognu uno de i dubbij che possano nascere intorno al loco de i segni, & suoi trauersi, si conclude che li si possano porre in qual
si voglia corda, ma che ordinariamente i se sogliano porre nella corda di mezzo. Et che il trauerso sia
diritto, ò torto, ò habbia riuolti dalla parte di sotto ouer di sopra; ò non sia piu se non quanto
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taglia il semicircolo, questo non fa nulla, perche in qual si voglia modo che egli sia tagliato, sem-pre riman semicircolo trauersato. Tutto l'auuertimento che in questo fatto si ha da hauere consiste
in questo se nel semicircolo è vn trauerso solo ò dua: perche se gli ne fossero dua in questa maniera posti dua trauersi dimostreriano
doppia diminutione della Semibreue. & si come
[Music example]
per vn trauerso la viene a essere vn mezzo tatto, per li dua trauersi la veniria a
essere vna quarta parte sola. Questa maniera è stata sempre poco in vso;
perche in fatti non fa altro solo che instituisce la Semibreue per Semiminima,
& non è lodeuole a vsarla se non in necessità di far vna compositione di segno
contra segno, & di far cantare due parte in vna, che per dimostrarli il valor
delle figure si pongano doi diuersi, & differenti segni.
Qual sia il nome delle figure Musicali, & come s'informino di suono. Cap. XXXVIII.
DOpoi che habbiamo veduto la forma, il valore, & il numero delle figure Musicali, &
che di loro habbiamo ricercato ancora se seria meglio a ritrouarne delle altre per poterne
hauere quantità d'interuallo, & multitudine de valori: trouato che ne per multitudine de
valori ner per quantità d'interualli è necessario di alterare l'ottauo numero; serà bene di vedere co-me le s'informano di suono, cioè come le si cantano.
Perche tutto quello che di loro si è detto intorno al nome, si è detto per dimostrare in che modo le si
chiamano: & per far non solo che le si sappiano nominare, ma anco ad ogni interogatione rispondere è
dire questa figura è la tale, & la tale: Onde perche con il dire questa figura è vna Massima, que-st'altra vna Longa, non se informeriano mai di sono, ò mai le si vdiriano con voce a cantare: per que-sto fa bisogno di veder come le s'informino, & da che cosa le vengano riformate, per poterle vsare,
& vdirne l'harmonia che rendano.
Instituito dunque otto figure Musicali per fare vn giusto interuallo, & vna retta misura alle
voci quando le si vogliano concatenar insieme; ò forza di dar ordine in che modo le si habbiano a di-sporre per cantare. Le se dispongano in questo modo, che si formano cinque linee diritte da i Mu-sici chiamate corde come di sopra nel Capitolo vegesimoquinto è stato dimostrato; dentro delle qua-li i compositori pongano le figure, & secondo che le vanno in sù e in giù per dette corde, & spatij,
seruandosi il lor valore le s'inalzano, & abbassano con la voce: & sicome nel patirsi dalla prima
corda le s'inalzano per tre gradi, per dua, per quattro, ò per cinque: cosi per cinque per quattro, per
dua, per tre, ò per vno le s'inalzano; di modo che partendosi vna figura dalla prima, & andando-sene alla seconda per correrci tra d'una, & l'altra vn spatio, & due corde; la voce si douerà alzar
per tre gradi cosa facile d'intendere quando si capisce bene il principio.
Anzi che se fosse alcuno cosi duro all'intelligenza, che senza porui la mano, & toccare quel che
si dice non l'intendesse uolendoglilo io dare ad intendere, et far sentire; dopò l'hauerli detto che per quanti gradi le figure s'inalzano, et s'abbassano per tante voci s'abbassa, et s'inalza: io pongo questo essempio;
accioche ogn'uno si proui d'al-
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zarsi, et d'abbassarsi gradatim
con la voce, & si tenghi a menche che essendo le figure distan-te due, tre, ò quattro gradi; di
porle su quei gradi che vanno:
e questo perche non sempre i Musici le pongano cosi per grado, si come ne anco tutte di uno
istesso valore le si veggano sempre essere: ma perche stante le figure ascendente ò descendente non si
potriano senza qualche parola informarsi di suono, ne diuenir sonante come per rissonare le sono for-mate: essendoche ogni voce che risuona, se non rissona sotto qualche sillaba particulare; almeno non
può essere che non rissoni sotto qualche uocale, come se ne può far esperienza: per questo fatta elet-tione di alcune particulari sillabe al primo suono ascendente fu dato questa silaba vt, alla seconda
re, alla terza mi, alla quarta fa, alla quinta sol, et all'ultima la: cosi al descendere al primo fu detto la, al
secondo sol, al terzo fa, al quarto mi, al quinto re, et all'ultimo vt, come in quest'altro essempio si uede.
[Music example]
Dunque le figure Musicali s'in-formano di suono sotto questo no-mi ouero sillabe vt, re, mi, fa, sol, la.
con le quali sillabe, & nomi si possano sumministrare qual si uoglia
figura: poiche leuando qual si vo
glia di queste che sono quì cosi per grado poste vi si possano porre tanto le maggiori, quanto che le mino-ri. Ecco come col porre una figura sopra l'altra per gradi di scala si ordina la voce descendere, &
a salire; sumministrandola col mezzo di alcune particolari sillabe a questo effetto ritrouate, & per
tale sumministratione instituite: queste figure si possano collocare in ogni chiaue, & in questo isteso
modo pronuntiarle che sempre ritorneranno l'istesse, & faranno l'istesso effetto; perche essendo collo-cate nella Mano, & trouandosi in essa Mano sette volte vt, re, mi, fa, sol, la, per gradi ascenden-ti, per questo si possano pronuntiare, & porre in qual si voglia loco de i luoghi sopra nominati che in
tutti vi si vdiranno risonar con dolcezza, & starci bene.
In che modo i Musici si seruino di vt, re, mi, fa, sol ,la. Cap.XXXIX.
SE il Geometra con vn picciol compasso & poca fatica da un picciol punto caua tante linee,
quale piramidale ò distese, quale diritte ò curue, quale longhe ò storte, & quale concaui ò cir-culare, con le quali misura la Terra, gl'Elementi, i Cieli, & le Stelle, & dirci la grandezza,
l'altezza, & la longhezza di questa machina Mondiale, & terrestre, & ci mostra la distanza che è
tra la Luna & Mercurio, tra Mercurio e Venere, tra Venere e il Sole, tra il Sole e Marte, tra
Marte e Gioue, & tra Gioue e Saturno, quanto largo sia il Cielo, di quanta grandezza sieno le Stel-le, & in somma tutte quelle distanze, & grandezze che vogliamo da lui. Perche anco non ci meraui-gliaremo, & dopò il merauigliarci infinita lode non daremo a quelli che per porgerci (mediante la uoce)
diletto, ò per darci piacere con si poco numero di figure, & con si picciol mezzo possiamo formare
qual si voglia concento, & harmonia: certo che questa è cosa degna di consideratione, & di somma lode:
poiche vediamo qual si voglia harmonia, & concento formarsi di queste poche uoci solamente vt, re,
mi, fa, sol, la, & in se stesse non contener mai altro, che queste sei sillabe, & pur la Musica esser di di-uersità cosi abondante come ogn'uno la vede? Per questo non mi pare disdiceuole, ò fuori di proposito
il ricercare in che modo i Musici fanno con si poche figure, & con si poche sumministrationi tante diuerse harmonie atte a essere comprese dentro a vn numero infinito, & incomprensibile: essendone statefat-te tante quanto noi sappiamo, & douendosenefare piu forsi di quello che ce ne possiamo pensare, per le
vie si facile & diletteuole che si sono aperte: Onde si come per formar mille & migliaia d'orationi per
longhe che le sieno; sono sufficiente, & bastabte il numero di 22. lettere, & n'auanzano pur sempre la
medema quantità per riffarne dell'altre: cosi ancora con sei gradi di figure Musicali si possano formar
quante Musiche che si vuole che sempre ci rimarranno in mano quelle istesse per poterne altre riffare: e
questo perche sono elementi Musicali. Io dico elementi per similitudine; perche tutte le cose che sono per
mezzo di materia composte, tutte constano di materia elementare cone tutti sanno senza che l'elemento in se rimanghi di tutta la sua quantità priuo, & non se ne possano mai tante comporre quanto ch'egli
senza in se stesso sminuire può in tutti conuenire. Cosi anco i sudetti sei gradi Musicali con i quali si formano le cantilene possano in tutte le cantilene intrauenire senza esser sminuite, ne punto scemate: On-de è da notare che si come per formar commodamente le orationi, & qual si uoglia ragionamento infra
le lettere si trouano instituite cinque uocali, cosi ancora per accommodar le Musiche, et seruir i compositori si sono formati sette essacordi d'alcuni chiamati esistemi, et da tutti intesi per vt, re, mi, fa, sol, la, iquali esistemi, et essacordi, si dispongano nelle informationi della Musica nè piu nè meno che le cinque uocali, et se bene le uocali sono cinque solamente, et gl'essacordi sette, si ha da pigliare ogni essacordo per simili, et se bene le uocali sono cinque solamente, et gl'essacordi sette, si ha da piglaire ogni essacordo per similitudine di una uocale, che se bene questi sono sette, et le uocali cinque, si fa la comparatione per la gran
similitudine di una uocale, che se bene questi sono sette, et le uocali cinque, sifa la comparatione per la gran
similitudine, et conuenienza: essendo che i compositori si seruano di esso per comporre i loro canti, come
gl'oratori delle uocale, et consonanti, et lo fanno per questa uia, disponendo le figure Musicali nelle corde di
Musica col estenderle per tanti gradi pigliano le distanze gli unisoni, delle seconde, delle terze, etc. et non
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hauendo piu termini da dismontare ouero ascendere che li termini di vt, re, mi, fa, sol, la, aggiun-gendo questo essacordo a quello ne fanno una schala atta ad arriuare ad ogni grado, pur che da uoce
ò suono possi esser compresa. Cosi gli essacordi secondo la diuisione di Guido Aretino, & di Fran-chino, & de tutti quelli che per il lume, & cognitione di esso Aretino diuisero gli essacordi Musicali,
per la distintione delle voci graue & acute le diuisero in questo modo: dicendo che il primo essacordo
che si ritroua in _ vt sia di b quadro graue, quello di C fa vt di natura graue, quello di F fa vt di
B molle graue, quello di G sol re vt di b quadro acuto, quello di C sol fa vt di natura acuta,
quello di F fa vt secondo di B molle acuto, & l'vltimo del secondo G sol re ut di b quadro
sopra acuto, accioche per questa Pitagorica diuisione si potesse formare qual si voglia cantilena esi-stente nelle corde Diatoniche: Cosi pigliando vt, re, mi, fa, sol, la, di C fa vt; & accompagnan-dolo con quello di F fa vt, di G sol re vt, & di C sol fa vt dispondendole per numeri, & distanze, dis-sonante, & consonante ne formano le compositioni, piu ordinarie, & si riseruano gli estremi per le compositioni che sono composte con piu parte, per hauer campo di poterle con gli harmonici interualli ac-compagnare: Anzi che non furono per questo limitati, accioche in ogni occasione si potessero si come
i gradi sonanti produtti dalal voce humana, ò dal qual si voglia instrumento si riposano nell'ottauo per-che ritrouano il suo simile cosi ancora gl'essacordi attaccare nelle sue ottaue inferiore: come seria a di-re, in C sol fa per vscir fuori della Mano Musicale si attacca l'essacordo di C sol fa vt, & in _ vt
per vscir fuor a quello di G sol re vt: Questo non ci parerà inconueniente, perche si come ne i nume-ri bisognandoci altro numero oltra il decimo, ci seruiamo de i numeri i suoi deriuatiui che sono i numeri
suoi composti, & con essi procediamo in ogni gran multuiplicatione: cosi ancora ne gl'essacordi Musicali
essendo naturalmente vn solo il quale per commodità delle harmonie si dispone in sette luoghi principali
della Mano: non per terminata limitatione: ma per segno in che piu communemente le compositioni ordinarie possano piu conuenire, è fondamento a gli altri che poi di lui deriuano. E però vediamo che
di loro i compositori si seruano a suo beneplacito, et gli dispongano doue vogliano, tanto nelle parte acute: quanto che nelle graue: secondo che piu li torna commodo, & li piace.
Perche causa tutte le figure Musicali si sumministrano con vt, re, mi, fa, sol, la, & come detti nomi fosser ritrouati. Cap. XL.
QVando che io considero in che modo si sumministri la voce, & in che maniera si cantino le figure Musicali non posso da merauiglia contenermi di dire quanto furono giuditiosi gl'inuentori di
queste cose, & con quanto giuditio furon ritrouate, poiche sotto di vt, re, mi, fa, sol, la, quan-te diuersità de voci si possan trouare con esse tutte si possano vdire: Ma quello di che io mi stupisco, &
merauiglio è che restringendosi tutte le maniere de canti sotto dodeci modi communemente detti Tuo-ni, e i Tuoni formandosi di otto interualli ascendenti, come anco per sumministrar i detti interualli non
si è formato otto nomi, & di sei che sono, farli giungere sin al numero ottauo, il che considerando alal fi-ne non trouo altra ragione, solo di dire che i sudetti sei nomi, douendo seruire alla voce humana era di
douere ricercare di quanti ne hauea bisogno, & quelli solamente darli, accioche hauendone de superflui
non nascesse occasione di leuarli, & però considerando che le voci humane in generale non ascendano
piu di sei gradi: per questo terminarano, che con sei nomi solamente tutte le figure fosser sumministrate:
che ciò sia il vero pigliamo qual si voglia grosso numero de cantori, & ricerchiamo da loro col cantar
forte ò piano quante voci perfette intese per l'ascendere, & lo descendere ci possino dare; leuatone quelle
che ci danno con fatica, & per forza, che trouaremo non potercene dare piu de sei, & massimamente
quelli che hanno a cantar forte.
Questo s'intende per l'ordinario, & postposto quelle che cascano dalla perfettione delle principali
come per essempio un Basso alle uolte descende otto, noue, & diece uoci; ma quanto infra se stesse sono diuerse, et differente? se lo vogliamo uedere diuidiamole un poco, & dopò la diuisione parangoniamole in-sieme che ne trouaremo cinque ouer sei diuerse da tutte le altre, le quali seranno d'un suono, & d'una perfettione che non seranno le altre: & poi dimandiamoli un poco quale delle diuise uoci sumministra
meglio, ò quelle che non ci paian cosi belle, ò quell'altre che ci paian cosi buone, che in risposta tro-uaremo ch'egli sumministra meglio quelle che ci paian cosi buone. Cosi in tutte l'altre parte, & in
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qual si voglia voce si può fare, tanto nelle naturale, quanto che nelle acute. Per questo dico consi-derata la voce humana per lo piu ascendere sei gradi senza fatica et commodamente, $$$uirono que-sti nomi vt, re, mi, fa, sol, la. Ma perche si trouano delle voce assai che passano questi sei gradi, ò con
faticha ò senza, & per non lasciar andar quelle voci che sono sopra le perfette alquanto buone, volsero
che per intonarle si replicassero i sudetti sei nomi, accioche si conoscesse quelle essere naturale, & quel-l'altre accidentali; perche assai si trouano che non ascendano piu di sei gradi. Onde essendo stati gl'in-uentori di queste cose auertiti in tutto il resto, seria stato difforme che in questo ancora non ci hauessero
posto gli occhi, & hauessero hauuto auertenza. Cosi formarano questi sei gradi atti a esser replicati,
secondo i propositi, & le occasione; con i quali poi le voci piu felice potessero con occasione passarsene
all'ottaua, alla nona, & alla decima, che ciò sia il vero l'esperienza ne lo dimostra, che passando le fi-gure cantabili il numero de questi sei gradi, iscambieuolmente s'aiutano, & fanno che nel ascendere
col replicar il principio, & nel discendere col replicar il fine si porghino aita. Ecco dunque che in
quanto al numero hanno hauuto questa consideratione di riguardar la voce humana, & dalla commo-dità sua torne le piu perfette voci.
Quanto poi al nominarle vt, re, mi, fa, sol, la, non è da dire che in vn modo le si doueano nominare, ò
che cosi piacque di chiamarle a chi prima gli pose il nome: perche con simil risposte si lascieria di ricer-care con sottiglieza la cagione di tutte le cose, e però volendo io fuggire questa commune ò piu tosto
fuggitiua risposta conuengo dire, che chi gli pose il nome da quel che si vede hebbe quest'auertenza, che
non potendosi sumministrar voce senza l'interuento di qualche lettera vocale per non ridurre lefigure
sotto nomi faticosi, & strani s'elesse le cinque lettere vocali accompagnate con alcune liquide, & con-sonanti, cosi le formarano sotto sei sillabe: Ma è da notare che pigliando le cinque vocali haueria-no potuto torle semplicemente come le sono cioè nude come quì l'appaiano. a e i o u, & nondi-meno le volsero accompagnare con le dette consonanti, & liquide; sì perche le fossero sillabe pure
separate dalle vocali, sì anco perche le fossero piu atte ad esser pronunciate; oltra che a farlo vna ne-cessità li astrinse: la necessità ch'io dico è questa che essendo le vocali cinque, & i nomi delle figure per
la possibilità naturale della voce douendo esser sei, non si potea con esse cinque dar questo numero senza
non replicar qualch'una di esse vocali: doue che non potendosi replicare vna vocale che non sia l'istes-sa, ne sillaba formarsi senza vocale: per questo tolto le consonanti, & le liquide con le cinque vocali ne
formarano questi sei nomi con semplice sillabe, dicendole vt re mif a sol la; in che si vede la prima
vocale due volte esser replicata, perche non essendo esse vocali a sufficienza, & douendosi una di loro
replicare, era piu conueniente di replicar la prima che qual si voglia altra.
Onde per nasconder meglio poi l'inuentione voltarano le vocali, & le preuertirano dal loro ordine,
che per ordine de vocali in cambio di dire la re mi sol vt fa, le dissero vt re mi fa sol la; Si può an-co aggiungere che hauendole prouato in diuersi modi trouarano che questo era il il piu atto, & il piu fa-cil modo di pronuntiarle.
Ma volendola in breue parole concludere, & non tener le genti a tedio di quello che forsi fortemen-te si debbano merauigliare, dirò che Guido Aretino le ritrouasse come io dissi di sopra nel Capitolo vi-gesimoquarto, & tutto quello che io sin qui ho detto, l'ho detto per dimostrare come possa l'intelletto
humano speculare dentro alle cose che si sanno, & con che facilità possa imprimere nelle altrui mente
le sue persuasioni: Di questo ogn'uno ne serà contento, & riguardando all'ingegno crederà che dal
sudetto auttore sieno state ritrouate. Come narra il Franchino, & tutti coloro che scriuano chi fosse
inuentore di vt, re, mi, fa, sol, la: & come fu dimostrato nel Capitolo vigesimoquarto, & in altri
luoghi ragiouandosi di questa particular inuentione.
Che cosa sia punto nella Musica, & che effetto faccia. Cap.XLI.
CHi non sà che le cose nella Musica per picciole ch'elle sieno fanno qualche diuersità, & dis-similitudine, molte volte si crederia tra l'altre cose checerti punti fossero iui doue si veggano
esser collocati, et posti; postici da compositori inauedutamente, ò che dalla penna per abondan-za grande ò gran copia d'inchiostro vi sieno cadduti, e non per volontà, ò per arte. & nondi-meno ne gli sono a caso cadduti dalla penna, ne meno senza proposito vi sono posti: perche in
qual si voglia modo che vi fosser fatti non potriano mai esserci posti cosi spesso, & regulata-
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mente come vi sono, & in cambio di star vicino ò tra le figure, alle volte vi seriano di sotto,
alle volte nel mezzo, alle volte di sopra, & alle volte su le linee delle figure; doue chi ritrouando-lo collocato hora appresso le figure & hora fra di esse, sempre di vna stessa forma, ne mai più gran-de, ouer piu picciolo, ci dimostra chiaramente ch'egli vi facci qualche cosa, & vi sia collocato per
qualche effetto & non cosi per caso, ò mala sorte. Essendoci dunque per qualche buono effetto, ve-diamo qual buono effetto vi faccia. Però sopra di questo è da sapere che i Musici nel adope-rar le otto figure Musicali, alle volte hanno dibisogno di vn vallore per cagion delle sillabe che
hanno per le mani, ilqual naturalmente non si troua: perche se ci fa bisogno di vna figura che vaglia
tre tatti non la possiamo hauere se non prendiamo con la breue che val dua tatti vna Semibre. &
essendo le due figure accompagnate, malamente sotto vna sillaba le si potriano accommodare. Per
rimediar dunque à questo inconueniente fu trouato di aggiungere à tutte le figure la compagna dalla
Semichroma in poi: per esser il fine delle figure, & questo per mezzo di vn punto.
Oltra di questo stante il Tempo perfetto che per la sua perfettione alle volte riceue le figure perfette
& alle uolte le rifiuta, le non si seriano potuto accompagnare con le figure inferiori senza scropulo, ò
confusione; per questo col situar il punto in altro luoco differente da quello inche le figure s'agumenta-no hanno trouato, et nel trouare instituito che situandolo ingra alcune figure, in cambio di dimostrar agumentatione dimostri diuisione: Cosi in altre occasioni ancora collocandolo diuersamente diuersi effetti
gli fanno fare. Dal che ne è nata la loro denominatione, accioche per la denominatione s'habbiano di-stintamente à conoscere.
Ecco come il punto nella Musica è necessario, & non è fatto à caso: ma bene accioche egli faccia
officio hora d'agumentare, hora di diuidere, hora di render perfette le figure, & hora d'alterarle: Da
questi officij suoi d'alterare, di diuidere, d'agumentare et di render perfette le dette figure vien detto
punto di perfettione, punto di agiumentatione, punto di diuisione, & punto di alteratione, il quale non
si conosce, per diuersità sua, perche riman sempre in vn istesso modo: ma ben si conosce dalla diuersità
del sito in che il si suol collocare.
Chi vuol vedere qual sia il punto di perfettione, di alteratione, & di diuisione riguardi nel Lib.Secon-do nel Cap.6. che trouerà di loro ciò che vuole, perche hora non è tempo; & questo non è luoco di rag-gionar d'altro che del punto di agumentaitone.
Del punto di agumentatione.Cap.XLII.
GIà che habbiam veduto come il punto nelle cantilene non è fatto à caso, ò per error di pen-na; & ch'egli per necessità d'agumento di diudiere, d'alterare, & di render perfette le figure
è stato introdotto nelle compositioni: deposto il ragionamento di quando egli altera, diuide,
& dimostra perfettione per raggionarne nel Lib.Secondo nel Cap.6. hora dico che il punto di agu-mentatione è vn punto che appoggiandolo alel figure cioè ponendoglilo accanto come quì si vede
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l'agumenta di vna metta piu di quel valore: dimodo che pigliandosi qual si voglia
figura & diuidendola in due parte equale: accompagnandola col putno, quel pun-to dirà tanto vallore quanto dice vna di quelle parte. & se per prima quella fi-gura valeua vn tatto; per quel punto ne valerà vno ò mezzo. Cosi si p$$ dir di tutte l'altre tenendo l'istesso ordine, ma è da notare che chi adoprasse il punto et lo collocasse in altro sito di subbito gli torria quel officio; & questo non sol si dice per gli
altri effetti di sopra nummerati: ma per far sapere che se il punto fosse collato così.
Il non dirà agumentatione ne altro, ma semplicemente seria errore: perche il suo si
[Music example]
to è sempre nella mettà della parte di sopra e non mai nella parte di sotto: ne meno
si permette ch'egli si ponga vicino alla summità della figura, ò assai lontano; che la
lontananza faria credere ch'egli à nisciuna figura appartenesse, & l'esser nella
summità, ch'egli, ò à caso, ò per nuouo & in usitato effetto vi fosse posto: e però in
questo deue esser molto bene aueurtito chi lo vuol adoperare, di non porlo se non nel luoco suo che è tra
la summità e il mezzo. (Se vuole però che per punto di agumentaitone gli sia preso:) altrimente en-trando sotto altra consideratione diuerà ò punto d'alterarne, ò di diuisione, ò di perfettione ouero in-utile e vano: perche fuori del suo sito si tiene per cosa superflua, & fatta senza proposito.
Gli altri punti dal punto di agumentatione in fuora dal occaisone di diudiere, di alterare, & di per-
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ficere nascono: ma il punto di agumentatione nasce dal occasion d'accrescere & agumentare: & perche
non agumentandosi tutte le figure ce ne rimaneriano alcune senza esser agumentate, & non essendo
agumentate ne seguiria che in molte occasioni i compositori resteriano priui di vn vallore: che si il vero, piglisi qual si voglia figura & veggasi se senza il ponto di agumentaitone con l'accompagnamen-to dell'altre figure si può cauare l'istesso ualore; che si trouerà à non poterlo fare senza l'interuento di più
figure: per far dunque che nel agumentatione non habbiano à intrauenire tante figure; ma che gli ne
interuenghi vna sola: si fa che il punto ò qual si voglia figura dalla Semibreue in poi gli la facciai in-trauenire: Cosi la Massima, la Longa, con tutte l'altre figure sino alla Chroma (inclusiue) possan esser
agumentate. & si coe nel nascere & procedere habbiam veduto che dal mezzo vallore della figura
maggiore, ne nasce tutto il valore della figura inferriore; cosi ancora nel agumentarsi, l'agumento na-sce dalla figura piu propinqua. come seria à dire l'agumento della Massima, nasce dalla Longa, quel
della Longa, dalla Breue quel della Breue dalla Semib:& uia di mano in mano: di modo che la Massi.
col punto di agiumentatione, valerà per tre Longhe, vna Logna per tre Bre. & c. come quì si vede.
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Che chi risoluesse i punti in
figure, per le ragioni dette
(che per lui le vengano
d'vna terza parte accre-sciute,) altro non el trouerà essere che queste
perche cauandone il vallore dalla compagna in[Music example]
feriore dalla mettà del-la figura maggiore, &
essa figura minore ap-pogiandola alla sua maggiore di dua minore che la si troua essere, di tre la viene à diuenire.
Questa è cosa chaira ogni volta che la si piglia per il buon verso; & non ha bisogno d'assai fatica per
intenderla, ch'ogni volta che si osserua tutto quel che si è detto, & che si ha da osseruare si hauerà l'a-gumentatione senza confusione delle figure; principiandosi dalal Massima sino alla Chroma come si
vede: Ma è d'auertire che la Massima: la Longa & la Breue si come quando le sono semplice & na-turali & ch'hanno il loro natural valore; seruano à sumministrar le sillabe intiere senza interpositione
d'altra figura: cioè vna Massima, & vna Longa non possano seruire ad vna sillaba; perche non per
altro è stato ritrouato il punto di agumentaitone; cosi ancora quando le sono per esso punto agumenta-te: Che l'altre poi si come senza agumentatione piu figure seruano à una sillaba; cosi ancora agumentate piu figure a una sillaba psosano seruire.
Questo si dice, accioche si sappia che dalel tre prime in poi l'altre tutte possano ad una sillaba
seruire che l'altre gli seruano per necessità & accidente, che ben si uede quanto spesso la Semibreue con
tutte l'altre che li seguitano si sitrouino; & quanto di raro la Massima & la Longa ui si ueggano dalle quali senza fatica se ne può hauer notitia, & uenir in cognitione.
Se le figure Musicali si possanofare sotto altra for-ma. Cap.XLIII.
QVando si cerca se el figure Musicali possano hauere altra forma di quella che loro hanno;
si ha da sapere che non s'intende se le figure cantabile possano eccedere l'ottauo numero, et esse-re per natura multiplicate; perche se bene le si formano sotto altra foggia & maniera: non
per questo le uengano a essere piu di quelle che le sono; non introducendo fra di loro altra forma di fi-gure che quella forma propria che hanno.
Però dato prima questo auertimento intorno al titolo; incomminciarò a dire che dalla conuenienza
che hanno i canti Chorali con la Musica: i Musici per bisogno hanno preso delle sue figure non in quanto al ualore, ma bene inquanto alla forma; perche da esse figure Musicali poteano hauere qual si uo-glia ualore senza l'aiuto d'altri; nondimeno astretti di legare alcune figure sotto di una silalba. tol-
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sero da essi canti Chorali la forma di alcune figure: & in cambio di formar di due Semibreue così
le cominciaranno à formare in quest'altro modo.
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Dal che ne nacquero poi tutte le diuersità delle legature
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come vederemo nel Cap, sequente: di modo che dal oc-casione di douer legare alcune figure sotto delle sillabe
fù introdutto la diuersità di alcune figure; lequali si come
poi si vsauano legate; cosi ancora si vsauano sciolte:
Onde se noi riguardiamo bene infra le legature, non troueremo mai altra figura che le Semib. ma mutarsi
di forma; perche l'altre tutte rimangano come le sono: eccetto che per distinguerle hora le sono coda-te, & hora le sono senza coda. ma nelle figure sciolte ne trouaremo dua che stanno per altro di quello
che le dimostrano. & queste sono le dua presente
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le quali stanno per queste figure
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& nota la seconda non solo stà per vna Minima puntata: ma an-co per vna Minima semplice: & nondimeno la figura che sta per
detta Minima è vna Semibreue, & quella che sta per vna Semibreue è vna Breue, tutte dua figure oscurate.
Che ciò sia il vero spessissime volte le si trouano nelle cantilene, come in questo essempio si può uedere:
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Anzi che di piu debbiamo sapere che le sudette figure non haueriano luoco ne anco nelle legature
se non fosse la necessità di legar le superiori Semibeue, & Minime puntate. Doue che io non posso
fare di non prenderne merauiglia, & farne anco altrui merauigliare, considerando che senza occasione
& necessità si adoperano queste figure, figure piu tosto di Emiolie & Proportioni che d'altro: & si la-sciano di adoperare quelle che sono proprie & da tutti conosciute: Il che se si fa solamente per varietà
& ornamento; si dice che sia male; lasciandosi le figure proprie per le incognite & quasi non conosciu-te: tanto piu che queste simil figure per regole non si permettano altroue che nelle legature per non po-terci dimostrar per altra via questo simil valor diminuito: & tanto piu volontieri si doueria deporre
& lasciar stare; quanto che queste figure spesse volte sono dalle Proportioni vsate:accioche douendo-le in qual caso adoperar altrimente di quello che quì le si adoperano, le non habbiano da confondere il
canto & farle tener di piu ouer di manco. Da questa sorte di figure habbiamo assai, quando che in ogni
caso et bisogno possiamo hauer figure che in qual si voglia valore ci possano seruire: et se ci debbiamo con
le regole Musicali conformare, io non trouo chi per regola ch'nsegna che incambio di vna Semibreue
& vna Minima puntata libera & scolta, possiamo ad operar le figure che ci seruano per necessità nel-le legature, e però le si possano lasciar star da un canto, come cose superflue; et come figure che possano ren
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dere disordine nelle cantilene & farle disonare; ateso che lasciandole come io dico da vna parte, &
trouatole nelle Proportioni doue vanno meglio per quelle che le sono, le seranno intese et riconosciute.
Delle legature & figure legabili.Cap.XLIIII.
L'Hauer diuiso le figure Musicali piu in due parte che in tre ò in quattro ci dimostra che non
senza proposito le sieno state in due parte diuise; & che sia il vero hora hora ci nasce occasione di
scoprirlo & vederlo; perche volendo noi trattar delle legature & delle figure legabili è for-za di vedere se tutte possano esser legate.
Però è da sapere che non tutte le figure si possano legare per non esser tale la lor natura: da questa
impossibilità n'è nata la loro distintione, essendo ragioneuole che quelle figure dalle altre sieno distinte,
che possano per sua natura esser legate e sciolte; quelle che possano essere sciolte & elgate, sono le quat-tro prime chiamate figure maggiori si in quanto al ualore, si anco in quanto all'autorità che hanno e
d'esser legate & d'esser perfette; quelle poi che sono escluse; sono le altre quattro seconde chiamate rot-te, & minori, ò spezzate: che si come le sono escluse dalla perfetione, cosi ancora dall'esser legate.
Le quattro prime dunque sono quelle che possano esser legate, le quali in dua modi si considerano; un
modo quando le sono secondo la lor forma naturale, l'altro quando le sono in forma di legature, & che
piu figure si trouano esser legate insieme.
L'occasione di legarle; nacque dal bisogno & necessità di douer porre piu figure insieme sotto di una
sillaba: & hebbero principio dalla Semibreue vltima & inferior figura legabile per quello che si comprende & uede. Perche nisciuna figura Musicale in legarsi muta forma saluo che la Semib. che essen-do di questa forma
[Music example]
si muta in quest'altra
[Music example]
che è forma
delle figure Chorale corrente per vn tatto l'una; dal-la quale l'altre figure maggiori con autorità propria
ne son discese: & questo perche molte uolte haueua-no occasione d'immitarli: Cosi nelle imitationi spesse uolte nasceua occasione di seruirsi delle Breue, delle Long-ge, & delle Massime, & se si erano seruiti della Semibreue figura a loro inferriore era ben di douere
che ci entrassero ancor loro, & non restassero di questa auttorità priua.
Quattro dunque sono le figure legabili cioè Massima, Longa, Breue, & Semibreue: le quali dalla
prima in poi (non essendo soggetta a uerun altra figura, ma bene tutte l'altre esser soggetta à lei) ponno
esser di forma quadra, & di forma obliqua: Obliqua si chiama quella figura il cui corpo è trauersato
& non diritto come quì
[Music example]
& fu tolta da i canti Chorali che alle uolte ha le figure quadre &
alle uolte trauersate co me in tali libri si può vedere, & questo accioche distinguesse alcune
legature & si potesse legare qual si voglia figura: e perche se le non si formassero con qual-che distintione, malamente le seriano intese: essendo la Longa, la Breue, & la Semibreue
di forma quadra, per questo si formano alcune regole et per esse le uengano à esser distinte. Prima la Massima come principale, sia posta con qual si uoglia altra, nel principio, nel mezzo ouer
nel fine, codata ò senza coda; sempre ritiene l'istessa quantità, & l'istesso vallore. Di piu ogni uolta che
èiu figure quadrate insieme poste hanno l'ultima che pende; sempre quel ultima rittiene il ualor di Longa.
Similmente acora quando nel principio la prima e senza coda, et che descende la seconda essa prima
stà per una Longa, l'altre figure poi ascendino ò descendino sempre si hanno per Breue come questi es-sempij lo dimostrano. Onde se si cerca perche in questo secondo
ordine, la prima figu
[Music example]
ra descendente ritenendo la forma di Breue
habbia il ualor di Longa, dico che non per altro, se non perche stante in questa forma
[Music example]
si potria dub-bitare se la coda appartenesse alla prima, ouero alla seconda figura.
In questo bisogna auertire che con l'absenza della coda si elgano alcu-ne figure che per condurle in luoco lontano le si conuengano acompagna-
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re con vna linea, la quale non serue ad altro che à dimostrar le legato com quì si vede.
[Music example]
Il che si dice $$$
qualch'uno uedendo quelle
code che le conducano non
le togliesse per quelle che
li da la distintione & il
ualore, hauendo iov edu-to che la distanza alle uol
te ha ingannato il Cantore. Si trouano ancora spessissime volte queste due figure cosi legate
[Music example]
le quali vaghino per due Lunghe, la prima per ragion di primitia, et l'altra per ra-gion d'esser vltima pendente: ma tutta volta che infra di se stesse hanno abbarac-ciate altre figure, le figure di mezzo vaghiano per Breue se non hanno il corpo di
Massima. Tutto questo si è detto in quanto alla priuatione & absenza della coda.
Quanto poi alla sua presenza dico, ogni volta che la si troua collocata dalla parte
sinistra elleuata & non pendente dimostra la figura Semibreue, à distintione di
quando è riuoltata in giù, che dimostra la Breue come quì si vede:
ma perche le possano esser multiplicate, si da questa regula: che quando le
[Music example]
sono piu di dua con la coda ascendente dalle prime in fuora che vagliano
per Semibreue; tutte l'altre vagliano per Breue leuatone l'vltima se pen-de, che pendendo viene à esser Longa: ma se la coda pende, tutte vagliano
per Breue come del tutto gli essempij quì dimostrano.
[Music example]
La coda vlti-mamente poista
dalla parte destra
sia nel principio
nel mezzo ouer
nel fine; ascendi,
ouero descenda; sempre mostra & instituisce la figura Longa: Ma è da sapere che queste regole seruano
tanto alle figure quadre, quanto che alle oblique. perche l'oblique entrano fra le figure quadre per ri-spetto che non si haueria potuto dopo la prima ouer nel fine delle legature pendente potuto mostrar sen-za coda la figura di Breue stante la regula che dice ogni vltima pendente, esser di vallor di Longa: per
questo ancor loro entrano nelle legature, & entrandoci non hanno bisogno d'altro riguardo ò d'altra
auertenza che di guardare se la coda è dalla parte sinistra ascendente, perche allhora la rittiene il valor
di Semibreue: ma da quello impoi l'habbia come si voglia sempre riman Breue. La necessità ha fat-to introdurre la detta obliqua tra le figure Musicali; perche facendosi due prime quadre pendente sen-za coda, & essendo del vallor di longa non si seria potuto legare con la detta prima figura vna Breue
senza non porui la coda: cosi per questa via si è trouato modo di ptoerlo ageuolmente fare. Ma per
non ragionar delle legature senza gli essempij deposto tutti quei particulari ragionamenti che sopra di
loro si possano fare, con questa mostra uniuersale se dimostra tutte le difficultà loro.
[Music example]
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[Music example]
Dalla quale per i numeri postoli di sopra si potria di ciascheduna commodamente sapere la quan-tità del suo vallore, & da quelle imparar il modo di formarne delle altre, non essendo di necessità à
formar sempre l'istesse, che cosi il compositore non potria legare qual si voglia figura delle figure lega-bile secondo la necessità & la sua intentione. Anzi che à questo proposito mi nasce occasion di dire
che mai in nisciuna cantilena ho trouato le Semibreue nel mezzo ouer nel fine delle legature, e nondimeno essendo figura legabile, et numerata in fra le legature, doueria pur in qualche luoco trouarsi chi se fosse
seruito altrimente essa Semibreue non potria intrauenire con le legature saluo che nel principio. Onde per
dimostrar ch'anco nel mezzo ò nel fine delle legature si può legar la Semibreue, si forma l'infrascritto
essempio.
[Music example]
con que-ste poche
mostre
accioche
si vegga
et si sap-pia che le si possano legare : tendendosi questa regula : che quando le figure legatre che sono collocate nel
mezzo delle legature hanno la coda elleuata in sù, sempre la detta coda dimostra quella figure esser
Semibreue; e questo perche volendo nel mezzo mostrar qual si voglai figura Longa si fa la coda pen-dente & non elleuata: poiche di hauerla nel vno e nel altro modo non se gli concede se non nel fi-ne, & nota che quando io dico parte sinistra & parte destra parlando delle code delle figure, inten-do parte destra & sinistra rispetto à noi, riguardando la materia sinistra & la nostra destra: se al-la dimostratione di queste Semibreue legate alcuno dicesse che non è cosa da fare non hauendole fat-to gli antichi; & che in cambio di formarle cosi legate le si possano formar sciolte come quì si vede.
[Music example]
Sappia che formandole sciolte si destrugge la necessità delle legature: perche in quel modo che si ris-soluano queste in figure sciolte, si possano rissoluere tutte quante l'altre legature:poteano bene gl'anti-chi senza tante priuationi, & aggiuntioni di code formar le legature, che le seriano meglio, & piu
commodamente state intese; ma hauendole cosi formate non possiamo dir altro solo lodare i studij loro
& le loro inuentioni.
Il farle stà bene, & non è errore, & il non farle non istà male. Questo hanno da sapere i can-tori, che trouandole, hanno da ridursi a mente quello che li fa la priuatione della coda; come per essa si
distinguano il valor dell'ultima pendente, quanto val la prima quadrata che descende, & tutto quello,
che si appartiene alle legature. Anzi che per dimostrarli vn'altra difficultà dico: non ostante
che le presente quattro figure sieno legate: & che habbiano in se qualche cosa che nel principio ci fac-ciano rimaner sospesi; che hanno ancora vn'altra difficultà la quale per nulla, & non pè da tralasciarsi;
perche all'improuiso può si bene ingannarci che niente più si può dire: Questo che ci può ingannare si
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è il punto di agumentatione che essendo tra le legature può esser scorso senza esser veduto, ò se pur si
vede non attribuirlo a quella figura che và attribuito, & però volendone proporre alcuni essempij
fra quanti io ne ho potuto trouare mi sono eletto questi.
[Music example]
Accioche in ogni occasione sappia chi canta quanto vagliano le figure legate, & a cui s'appartenghi-no i punti quando che co i punti sono accompagnate. Perche tutti questi, & gli altri essempij si trouano
in libri antichi, & sono corroborate con la ragione de tutti i scrittori buoni, i quali delle legature dicano
che la Massima sia codata ò senza coda in ogni loco sempre riman l'istessa. Di poi la coda posta
a banda sinistra eleuata pendente ò ascendente dimostra la Semibreue. La coda descendente dalal si-nistra parte fa la figura Breue, & quando la pende dalla destra dimostra la Longa. Tutte le figu-re di mezzo ascendino ò descendino sono Breue. La prima tanto quadra quanto che obliqua penden-do la seconda sempre è di valor di Longa, & l'ultima pendente dimostra l'istesso. Ecco come in que-ste poche, & picciole regole si contengano tutte le gran difficultà delle legature, con le quali non sono si
possano sapere, & risoluere le fatte: ma anco formarne delle altre in qual si voglia quantità, & nu-mero. In queste quì raccolte non ho voluto citare il loco, & il nome de gli auttori che l'hanno vsate
parendomi superfluo il farne mentione. Perche alla fine considerandole bene non vi si troua contra-dittione, ne cosa che sia contraria alle regole.
Di modo che con le presente legature, & sue dechiarationi, il cantore potrà esser sicuro di cantare
ogni canto che contenghi dentro legature quando però le legature serannofatte conforme alle regole
il che sempre si presuppone: Et non si merauigli alcuno se io dico conforme alle regole: perche si tro-uano delle compositioni antiche che ne hanno assai contrarie ogni ragione come si può vedere nel libro
secondo, nel Capitolo ottauo, doue si dimostrano le legature false, & nal fatte.le quali iui piu tosto ho
voluto porre per esser loco, & occasione piu opportuna di porle in quel libro, che di porle quì a confon-der quelle che regolatamente sono fatte: massime che quelle sono constituite sotto altri Tempi come si
può vedere.
Non resterò già poi quì nel fin di dire come alcune volte ho ritrouato delle legature che in cambio di
hauer il punto di agumentatione nel loco che si vede ne gli essempij superiori, l'hanno di sopra come
quì appare
[Music example]
il primo vsato da Me-ter Ian, & l'altro da Titelman
Susato in alcuni mottetti, che per
non esser stato cosa d'importanza,
ò di rilieuo non l'ho notato, ne
me men tenuto a mente: In ogni
modo che egli si facci, i punti dicano agumentatione, & si può far senza sospetto di riprensione: ma
per mio consiglio è meglio a seguitar l'uso presente che è quel che hora si ha per forastiero, & non
conosciuto.
Delle figure oscure legate ò sciolte, & del suo valore. Cap.XLV.
NOn senza cagione è stato posto in vso tanto di oscurar le figure semplice che sono le sciolte
quanto che le legate, perche essendosi trouato la uia, & isnegnato il modo di accrescer le figu-re senza accompagnarle insieme era forza di trouar il modo, & d'insegnar la uia di dimi-nuirle, & non si seria potuto dire agumentatione se non fosse presupposto la diminutione. Alcuni
vogliano che si come il punto dimostra l'agumentatione; cosi ancora che l'oscurità dimostrando la diminutione, la detta socurità si chiama punto di diminutione: ma io per non confondere quelle cose intorno
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alle quale io m'affatico che le siano chiare; l'oscurità & deuigratione non dirò mai che sia punto di di-minutione, ma bene figure imperfette, oscurate, o diminuite, come realmente le sono & in vista appa-riscano. Lasciato dunque da parte il dire che le figure oscure & negre sieno figure accompagnate col
punto di diminutione, dirò che quattro solamente sono le figure che possano esser per oscurità diminuite
& queste sono le quattro prime che sono quelle apunto che possano esser legate.
Et si come il punto di agumentatione agumenta le figure d'vna terza parte cosi l'oscurità gli ne sce-ma quanto sia per il uallore di vna quarta parte, dimodo che la Massima di otto tatti ne ualeria sei, la
Longa tre, la Breue uno e mezzo, et la Semib. tre Semimin. le quali uolendole formare di corpo oscuro
le aderiano cosi formate.
[Music example]
Ma perche chi bene considera queste due figure
prime col punto di agumentatione si possano hauere
sotto questi essempij; per questo
le non si trouano in vso, essen-do superfluo l'vsar
[Music example]
le per figu-re diminuite; che bene le possano essere cosi denegrite in occasione d'imperfettione in tutte le cantilene del
Tempo perfetto, de Prolationi, de Modi, & de Proportioni, considerando-si allhora altrimente di quello ch'hora si considerano. Cosi veduto che la Massima particularmente
ne i canti ordinarij del Tempo imperfetto non si denegrisce, vederemo che di raro la Longa si suol de-negrire, & che per lo piu la Breue & la Semibreue sono quelle che oscurate si sogliano vsare: Et se
le Breue & le Semibreue si oscurassero semplicemente come si uede nel superiore essempio non ci seria
difficultà nisciuna à non conoscerle; ma perche le si oscurano spesse volte in compagnia delle le-gature con corpi quadri; per questo da molte compositioni ho raccolto questi infrascritti essempij.
[Music example]
Et benche oltra de questi se ne trouino de gli altri pur assai che hanno le figure oblique, nientedimeno
si per esser cose difficile alle stampe, si anco per non esser quasi piu in vso; per questo si pongano gli es-sempij solamente delle figure quadre, accioche si vegga quanto l'accompagnamento, & la varietà
delle figure, apparente diuersità gli approti & vi ponerei i numeri di sopra, se credessi per gli numeri
spezzati non confonderli; per il che io ne pongo l'infrascritta resolutione.
[Music example]
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[Music example]
si perche si vegga in che modo si possa fuggire la necessità di oscurar le figure, si anco volandole oscurare in che modo le si oscurano, & quanto le vogliano. Ma è da notare & di guardar bene al primo essempio della terza riga a quella Breue che è mezza denegrità, la quale per quella meza denigratione
perde vna quarta parte di tatto, & doue tutta intiera vale otto Semim.cosi mezza oscurata ne uale
solamente sette. Questo modo per esser stato non solo vsato da gli antichi: ma anco da mdoerni non si
repproba: ma si loda & honora per il che volendone assicurare il Cantore da i moderni & da gl'anti-chi scritti ne ho raccolto l'infrascritte mostre.
[Music example]
le quali volendole rissoluere, le se risoluano come quì di sotto si uede.
[Music example]
Et non seria errore se incambio delle legature si ponno le figure cosi sciolte: essendo che si suole il piu
delle uolte cantare un longo Kyrie Sanctus, vn Agnus Dei, & altro; sotto vna gran quantità di
fogire. Si suole ancora oscurare una Semibreue sola & accompagnarla con una o piu figure di Semi-minime si di forma tonda quanto che di forma quadra come gli essempij qui dimostrano.
[Music example]
Et questo perche essendosi gl'antichi seruitidella Semibreue informa quadra & rottonda, douendo-la denegrire l'hanno voluta poter denegrire nel vno &
[Music example]
nel altro modo. Ma è d'auertire che non sempre stando la Semib. in questa forma cosi sciolta è di quel vallore
che dimostrano gl'adulti essempij, perche se li prece, le vna Breue oscura non rittiene
piu il vallore di tre Semimin. ma entra sotto il vallor di Minima come quì si vede
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[Music example]
& chi cerca la cagione, sappia che
non per altro ha questo variato valore che per accompagnamento di
figure oscure; per distinguere i
Tempi bianchi da gli oscurati, à
i quali i Cantori sempre debbano riguardare; accioche l'vso non gl'ingannino: perche se bene il piu del-le volte la Semibreue cosi oscurata et denegrita sta per il vallore d'vna Minima puntata che è questa;
nondimeno perche nel superiore essempio essa Semibreue oscura si ritroua hauer di-nanzi vna Breue del istesso collore, volendo equiparar i Tempi non si possano con al[Music example]
tra figura che con la Semibreue oscurata equiparare, e perciò volendo io che si veg-ga quanta differenza sia in vna istessa figura gli ho poste le Semiminime a canto;
perche se le stessero semplicemente ogni vno s'auederia che la non può valer piu
che per Minima: Ma stando cosi accompagnata molti la torrano per vna Mini-ma puntata: & nondimeno la non è altro se non quello che quì si vede.
[Music example]
Di modo che la
[Music example]
Semibre. oscura hora
sta per questa figura
hora per quest'altra
[Music example]
& non è da mera-uigliarsi: perche se
si guardano bene i primi essempii di figure bianche & oscure legate, si trouerà
che seruano in tutti dua i modi. et però chi vuol sapere quando la serue à vn mo-do & quando al altro, si tenghi a mente questa regola; che precedendoli altra figura oscura non stà
mai per piu di Minima; ma essendo lei posta nel principio stà per vna Minima puntata.
Che sia il vero ne i libri vecchi assaissime volte si trouano queste figure
[Music example]
che stanno per queste.
[Music example]
Quando io dico che li
precedi ò stia nel principio: intendo che li
preceda figura c'habbia dibisogno d'accompagnamento, come seria questa;
[Music example]
ma essendo da altre figure accompagnate, & che li seguita figure con che
i tatti si possino accompagnare, quantunque essa Semib. oscura non sia pri-ma purche sia in principio di tatto, basta à farla far officio di Minima
puntata. Si che si conclude che la Semib. oscurata nel principio di tatto sempre fa l'officio di Minima puntata; habbia dinanzi à se altre figure oscure, ò non l'habbia: che questo
non fà nulla. Quanto al altre figure: di sopra ho detto che in cambio di oscurar la Longa si vsa la
Breue col punto che dimostra la priuatione della quarta parte di essa Longa. Nondimeno perche
Morales nella sua Messa di Vulnerasti nel Sanctus l'usa in questa maniera.
[Music example]
volendo ch'essa Longa sia denegrita per tre
tatti è mezzo: fondando forsi la sua ragio-ne che se la Semib. oscura può essere di dua
vallori come di sopra si vede; perche non
potranno l'altre figure maggiori hauer l'i-stesso?sopra di che altro non si dice se non che si lauda la persona per il suo vallore: ma meglio seria
stato se egli l'hauesse fatta sotto quest'altra forma.
[Music example]
che cosi lo scolare essendoli passato per
le mani assai de i superiori essempii, non
haueria in che dubbitare, tanto piu che
Henrico Isaac nel Alleluia della dedi-catione del tempio vsa questa foggia di
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longa cosi mezza oscurata. Per la cui ragione bisognando la Massima ancora si potria oscurare,
& denegrire, seruandosi l'ordine che si serua nel oscurar la Longa, cioè di oscurarne la mettà sola.
come quì si vede
[Music example]
perche cosi oscurata de otto tatti che
ella vale, ne uerria à ualere solamente sette. Ancora
non ho trouato Compositore che per tale l'habbia
vsata, non gia che la non si possi fare facendosi la
Longa & la Breue: ma perche non gli n'è nata occasione: et se alcuno dicesse; che stante questa ragione, si potria oscurar mezza Semib.ancora, essendo comnumerata tra le figure negre; io li rispondo è di-co, che la non si troua mai nelle compositioni: perche sin hora non è mai nato occasione di legar sette
Chrome sotto vna figura.
Che se il bisogno & la necessità astringesse il Compositore lo potria fare, se bene cosi alla prima
non seria intera.
Questo non faria caso perche anco la Breue, & la Longa se bene si trouano in vso per esser vsate
di raro, le non si conoscano cosi facilmente; che sia il vero molti trouano queste figure.
& trouate che l'hanno non sanno
[Music example]
quanto vaglia quella Breue oscura
se prima non fanno vn computo de i
tatti, & per via de tatti accompa-gnarla, & nondimeno la figura non
è nuoua, ne meno nouamente vsata;
perche oltra molti compositori antichi: Morales in tutta la Messa Quem dicunt homnes l'usa co-sì accompagnata con quattro Chrome, la quale in somma non è altro che vna Semibreue così puntata
Per questo dico che non solo la Longa di sopra & la Breue di sotto oscurata possano
[Music example]
ingannare qual si voglia Cantore: ma anco la maggior parte di quelle che sono ne gli
essempij vniuersali, essendosi hora deposto la maggior parte delle legature per potersi
sotto ogni picciola sillaba cantare ogni gran quantità di figure come in diuerse can-tilene si vede (etiam che le siano sciolte:) non per questo ho voluto restare di dirne tutto quello che io ho veduto esser necessario di dire; si perche trouandole nelle composi-tioni antiche si sappia quanto le uagliano, si anco perche volendole i moderni usare sappiano in che mo-do se ne possano seruire cercando sempre di torre le piu facile per farle piu intelligibile, perche l'artifi-cio delle compositioni non sta nelle legature, ne meno nella uarietà delle figure; ma bene nella diuersi-tà de concetti, nelle inuentioni delle fughe, nel accompagnamento delle parte & nel saper trouar i pro-prij & naturali luochi delle Cadenze.
Ma se ricerchi ogni uno di quelle che io dissi dinanzi di sopra nel Capitolo 43. quando dopo l'ha-uer ricercato la cagione perche si oscurano le figure sciolte: se senza oscurarle l'huomo può far di
manco; perche quello che nel presente Capitolo si dice delle figure oscure sciolte, si dice per quello
che spesse uolte le si trouano & che molti l'hanno usate: & non per quello che perdouere si doue-ria fare.
Se le figure minori possano essere anteposte alle mag-giori & come le si antepongano. Cap. XLVI.
NEl andar cercando i uallori delle figure Musicali, la quantità, et la natura loro; sono anco an.
dato ricercando se indifferentemente le si possano accompagnar insieme, et in fatti ho trouato
che alcune uolte & in alcuni casi sono impedite, et in alcuni altri si possano senza difficultà nisciuna accompagnare: non che sia prohibito al compositore di non usar dopo qual si uoglia figura Mu-sicale quella figura che li torna commodo, ò che li piace, hauendole tutte in sua potestà & potere:
perche cosi non potria comporre tutto quello ch'egli uuole, ne peruenire a buon fine de tutti i suoi pensieri:
ma alcuni accompagnamenti si possano far in un modo che non vengano bene nel altro: questi accompagnamenti che io dico sono questi che non si può mai dopo vna ò piu Semiminime porre vna Minima
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col punto come seria à dir queste; perche ordinariamente le si sogliano sempre porre in questo modo.
[Music example]
Et infra tutte le compositioni che si trouano, non si troua in altro loco che ne'madrigali dello Strigio
in quel madrigale che dice; Ahi dispietato Amore nel quale si veggano tutte l'inusitate maniere di cantare ridutte in quel tenore che canta sempre vt, re, mi, fa, sol, la; e però si dice che ordinariamente
dopò vna ò piu Minime nissuna figura puntata si suol porre; come anco non si vede in veruna
compositione le figure cosi poste.
[Music example]
$$ Essendo ordinario
[Music example]
di porle cosi.
Et quando le se ritrouassero si diria che
le fossero cosi fatto
per vn puro, & semplice capriccio, & non con ordine di compositione. Se le Semim.non possano or-dinariamente hauere figura puntata dopò se come si vede, molto maggiormetne serà prohibito di usar le
Chro.alla riuersa nelle cadenze, come in questo essempio si vede,
ò in qual si voglia altra occasione. Di modo che nissuna
[Music example]
Semiminima, ne Chroma può hauer dopò se figura puntata,
se però le dette Chrome, & Semiminime sono in numero di-sparo: perche se le fossero in numero paro non ci seria difficul-tà veruna: essendo il detto numero paro la propria, & vera
diuision binaria che procede di dua in quattro, in otto, in sedeci, & c. ma quando che le sono in numero
disparo non possano hauere l'accompagnamento maggiore dopò il minore, ne possano supprotare, che
quello che loro hanno nel leuare, ò nel cadder del tatto, l'habbiano hauere ò inanzi ouer dopò essa eleua-ta, & cadduta.
Onde vi si conosce quasi per vn fatal destino, che simile figure non possono essere in altro modo ac-compagnate che nel accompagnamento ordinario, perche tale accompagnamento è sproportionato al
sudetto numero binario, & piu tosto potria trouare in che accompagnarsi nelle $$$ compongano di numeri ternarij, che ne i binarij, se bene in tutti dua i luochi con difficultà il vi si ad$$ta,
& accommoda: nondimeno per ragione di Proportionalità essendo numero disparo, meglio si può accommodare, & addattare sotto le Proportioni ternarie che sotto le binarie, per esser le ternarie radi-ce de tutti i numeri dispari, & de quei numeri che in parità non possano conuenire. Cosi si vede, &
col veder si tocca con mano che le otto figure Musicali possano essere anteposte, & postposte le mino-ri alel maggiori, & le maggiori alle minori eccetto che la Semiminima, & la Chroma che non possa-no essere anteposte alle Semiminime, & alle Minime puntate: per vn certo instinto che hanno di ha-uer gli accompagnamenti inferiori dopò alle loro parte maggiore, & non dopo le minore. Cosa per
se stessa chiara, & facile ad intendere ponendoui la esperienza di mezzo, maestra di tutte le cose dub-biose, & incerte. Le quali ho voluto porre accioche si vegga a quello, che ne astringe il punto di agu-mentatione, che in occasione di adoperar l'vltime figure Musicali ci vieta di porre inanzi alla Mini-
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ma puntata vna Semiminima, ò Chroma inanzi di essa Semiminima agumentata. A tal che l'uso
& la natura n'ha prohibito di vsar le figure, che sono ne i superiori essempij in quel modo che si vede;
non già che chi le usasse collocare, collocandoel con le regole fosse degno di reprensione: perche come ho
detto le si veggano essere da compositori state vsate: ma quello che ne lo prohibisce è la difficultà che
hanno i cantori nel cantarle a tepo, & bene.
Onde se le sudette figure seranno dall'uso prohibite; molto piu seranno prohibite le loro pause
tramezzate fra esse figure: le quali e per la difficultà grande, & per l'effetto strano non si potranno
comportare, chi non volesse far canto per non douerlo mai far cantare. Queste prohibitioni non
solo si fanno nelle cantilene ordinarie, ma anco in tutte le Modali, & Prolationi con qual si voglia
comparation di numero, perche sempre le figure Musicali s'hanno da disporre in modo che le possino
esser ben cantate, & non per farne vna mostra visibile, ouero al fin per lasciarle stare.
Delle pause sospiri, & mezzi sospiri. Cap. XLVII.
L'Huomo è di diuerse, & contrarie parte composto come tutti sanno, & il senso ne lo dimo.
stra: il quale per l'aspiratione & moto del cuore viue, per il cui viuere, & aspiratione la
natura molti instrumenti li sumministra, & concede; accioche mediante quelli possa aspirare,
et aspirando viuere; questi istrumenti che io dico necessarij per l'aspiratione sono le fauci, il pallato, le
labra, i denti, la gola, la lingua, la larghezza del petto con tutte quelle cose che seruano al parlare,
i quali sono necessarij ancora al cantare essendo il canto vn dolce, soaue, & sonoro parlamento.
Per questo si come ir agionamenti si fanno mediante quei (istrumenti che ci sumministrano il
fiato; cosi ancora mediante idetti istrumenti si canta: & si come senza l'aspiratione non si parla, cosi
medemamente senza l'aspirare non si può cantare: Et se bene sotto ogni figura maggiore si pul re-spirare; nondimeno perche non sempre ci occorre cantar le figure maggiori, che assaissime volte ancora
ci occorre cantar le minori, nelle quali per la velocità, et prestezza loro non si può cosi commodamente
respirare, trouandosi alel volte alcune cantilene si ben fosse, et come si suol dir stringate, che difficilmente
ò con difficultà grande si troua commodità nelle figure di respirare; Per questo non fia se non bene a di-mostrar prima che cosa nella Musica sia pausa; perche causa el sieno state trouate; & poi come ne i
luochi oue non sono pause si debba respirare.
Pausa dunque non è altro che figura tacciuta; per questo tutti i Theorici, & i scrittori che di rego-le Musicali han scritto dicano, che tante specie di pause sono nella Musica, quante figure vi si troua-no; & essendo otto le figure, otto ancora dicano esser le pause: nondimeno appresso i Prattici non se ne
trouano in uso altro che sette, & quelle ancora restringendole alal sensata cognitioen non sono piu che
quattro; cioè pausa, sospiro, mezzo sospiro, & la mettà di mezzo sospiro: ma loro nelle specualtioni
& considerationi pongano piu pause insieme: & cosi formano le tre figure principali con tante pause
tacciute, cioè con tanti tatti tacciuti, & non cantati come di questo l'essempio quì dimostra.
Et nota che pausa s'intende per vn tatto; mezza pausa per mezzo tatto: questa mezza pausa poi si
dice anco sospiro: a talche sospiro, & mezzo tatto è tutta una cosa medema: mezzo sospiro è la quarta parte di vn tatto, & la mettà di mezzo sospiro è la ottaua parte. I segni tanto delle pause intie-re quanto che delle rotte, & spezzate sono questi, & c.
[Music example]
E si suol dir pausa di
Breue, come anco si dice pausa di Semib. e questo perche
l'una e l'altra figura può es-ser cantata sotto di un tatto.
Gli antichi soleano segnar i
mezzi sospiri, & le mettà de mezzi sospiri cosi,
[Music example]
& gli moderni gli hanno deposti,
et gli formino come di sopra si vede; il che non fa caso perche in tutti dua i modi che si
formassero sempre si conosceriano per quelli che sono, e non per altri. Qui si vede
che i segni di tacere quando si canta sono alcune linee picciole e grande in dieurse
maniere formate, vscite tutte dalla pausa di tatto: che sia il vero, la pausa di
Breue si dice che siano due pause, quella di Longa a quattro, & quella di Massima otto, l'altre poi se-condo che piu ò meno mancano dalla pausa cosi si chiamano; e però si dice mezza pausa, la mettà di
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mezza pausa, & c. Er già che pausa non è altro che figura tacciuta, diremo, ch'ella sia vn tatto mu-to senza suono è canto, il cui segno è questo che trouandolo in qual si voglia
luoco egli ci darà inditio che iui si ha da tace
[Music example]
re per tanto spatio ditempo, quanto che in eesso spatio cantaressimo vna figura di tatto. Cosi quando questo in-ditio di tacere occuparà tutto vno spatio, & serà tirato da vna corda all'al-tra, come quì ci darà segno che in quel luoco, tanto si
ha star quieto quanto che sia per il ualor d'una Bre. il
medemo si dice delle altre che occupano due spatij, & che sono duplicare che
tanto in quel luoco doue le si trouano si ha da pausare, quanto che le rileuano:
di modo che si come in queste pause tanto si taceria
quanto che passassero via dua tatti intieri: cosi an-cora in queste tanto si tacerà, quanto ne passano
via quattro. Il simile quando se ne trouano assai insieme; tanti tatti se ne tacciano,quanto rileuano tutte
quelle pause: (quest'ultime numerandosi per quattro, & le altre perdua:) Ma si deue auuertire che douendo esser piu pau-se multiplicate non si può occupare oltra i doi spatij, ne oltra il binario accompagnamento per non en-trare in quello, che non è conueniente; ma le si debbano segnare cosi:
siano in quanta gran quantità che si voglia; & chi desidera di sapere
[Music example]
perche, & la cagione: guardi nel libro secondo, nel Capit.vigesimo-primo, che ne rimanerà contento, & sodisfatto.
Questo modo di far tacere le figure è stato ritrouato per due cau-se; prima per ornar le cantilene di diuersi concetti, & tessergli le fughe:
& anco per commodare il cantore, che malamente senza respirare haueria potuto cantare: Et se
bene queste pause sono per se facile ad esser intese, & commode ad impararsi, bastando vna sol vol-ta di mostrarle allo scolare; nondimeno perche quanto piu le se diuidano, tanto piu le vengano diffi-cile: per questo non serà altro che bene che delle particulari difficultà sue io discorra, & ragioni.
Però io dico che non è difficil cosa il numerare piu interualli di pause, come seria a dire il numerar
tante pause, quanto sia per il valore d'una Breue, d'una Longa, ouero d'una Massima numerandosi
tutte sotto vn particular cadder di mano: ma tutta la difficultà consiste ne gl'interualli piccioli, & in-terroti, come seria a dire nell'interuallo di un sospiro, di mezzo sospiro, o della mettà di mezzo sospi-ro: che queste sono quelle difficultà di pause che fanno errare li cantori: perche in esse non si sanno ad-dattare in tacere si poco spatio di tempo.
Onde prima ch'io de sospiri & de mezzi sospiri dica niente voglio dir questo delle pause; che nissu-na pausa apportà difficultà eccetto la pausa della Breue, la quale in due modi si suol segnare, il primo
modo è quello che si vede nel principale essempio che è quello di occupar tutto vn spatio, & tendere da
una corda all'altra, il secondo modo è di farle pendere tutte dua a qual si vogalia corda, come quì si vede
[Music example]
Il che non si fa per altro, solo perche
essendo la Breue particular figura
del Tempo, & diuidendosi il Tempo
nell'interuallo di dua Semibreue se
ne i canti della Breue si ponessero le
pause, & le figure fuori delle regoe
del Tempo: si veria a dar occasione di confondere il tatto; per questo conforme a quello che si è detto nel
Capitolo quadragesimosettimo de i segni del tatto, si ha da sapere per auuertire i coppiatori, che quando dopò il ualor d'una Breue se ne ha da tacere vn'altra, & il canto sia segnato col semicirco-lo trauersato; le pause di detta Breue allhora hanno da essere intiere, cioè esser tirate da vna corda
all'altra: ma se nel far tacere la detta Breue s'incontra essere nella mettà del Tempo, per accom-pagnare i Tempi giusti, & per mostrare i loro ben tessuti ordini bisogna mostrarle con le pause superio-ri cosi spezzate, & diuise: & non si merauiglino i cantori di questo: perche i canti composti sotto gli
ordini del Tempo, & della Breue si possano anco cantare alal Semibreue, come ordinariamente tutte
le compositioni quasi si cantano.
Et quando che le si volessero cantare per il lor vigore, & porre vna Breue per tatto; non stando
quelle pause col detto ordine seriano causa di numerarle malamente.
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In questo errore sono caduti molti moderni compositori, forsi perche se bene le cantilene loro sono
fatte, & segnate col segno del Tempo della Breue, le fanno cantar sempre alla Semibreue. ma piu di
loro si son caduti, & continuamente ci cascano i stampatori che questa differenza non sanno, & forsi
i correttori ancora non volendoci por ben cura per il che si veggano quest'opere, & quelle esser al dì
d'hoggi nolto mal corrette. A chi tocca li prouegga, che prouedendoli dimostrerà posseder le regole, & di saper in che modo egli compone. Il che non darà occasione a chi sà queste cose di dire, ne
meno a cantori cantandole di fallare.
Non senza causa dunque si disgiungano le due pause, & si pongano separatamente, & chi le con-giungesse insieme quando che da compositori le son fatte separate faria errore, & seria degno di gran
reprensione. pero veduto perche causa le si separano, & si diuidano possiamo vedere de i sospiri,
che sono le mezze pause. Sopra le quali dico che si come nel Tempo della Breue due pause fanno
il suo tatto, & che per accompagnare i Tempi nel tatto separatamente si diuidano le pause di vna
Breue che partecipa dell'uno e l'altro Tempo: cosi ancora nel Tempo della Semibreue due mezze
pause faran l'istesso; subintrando la Semibre.in tutte le ragioni della Breue: Et per questo spessissime
votle sitrouano nelle compositioni doi sospiri vno dopò l'altro sena veruno intermezzo di pause, ò di
figure, come quì si vede.
[Music example]
Et non si pensi alcuno che facendo i doi sospiri una pausa intiera, che meglio seria di congingerli
insieme, & di farne vn tatto; perche quando i se congiungessero insieme: guasteriano tutti gli ordini
delle Musicale tessiture, & porgeriano occasione di dimettersi vn mezzo tatto, & de intrar prima
ò dopo ne i tatti che non si deue.
Per questo ad intelligenza de quelli che non lo sanno con questo particualr auuertimento, si da que-sta regola; che trouandosi doi sospiri insieme, come si trouano essere li superiori, il primo deue venire
nel alzar della mano, & l'altro nel caddere: perche il primo è l'accompagnamento del tatto preceden-te, & che il secondo del susequente: Il modo di torli a tempo, & di pronuntiarli è facile; perche nell'al-to che si come sono dalle pause diuersi, cosi diuersamente uanno pronuntiati: Le pause si sogliano nu-merare come si numerano i danari a uno a uno occupando ogni numero tutto quel spatio ditempo, che
occupa tutto un tatto: ma le mezze pause vanno numerate con vn numero interrotto, & in cambio di
dire vna e due, si dice vn, dò: l'un detto nel alzare, & l'altro nel caddere della mano: e questo perche
nel dire una e due, si occupa piu tempo di quello che in se ricercano.
Quì si riprendano quelli che intale occasione li pronuntiano si forte, che da tutti si fanno sentire: co-sa che al presente molto dispiace generando dispiacere, & nausea a chi nel goderl'harmonia gli ode.
Però sia ilcantore nel numerarli secreto; & accorto nel torli bene: perche achi non ci ha troppo prattica sono alquanto difficiletti per il tatto contrario in che vanno sumministrati: & tutta uolta ch'egli nel
cantarli trouerà che il primo gli casca nel principiar del tatto, sappia che il detto tatto ò è stato altera-to, ò che la compositioni istà male, ouero ch'egli cantando ha commesso qualche errore; & questo che
si dice delli doi sospiri, s'intende anco delle due superiori pause, essendo dell'una e dell'altra una medema
ragione. Oltra di questo poi si trouano doi mezzi sospiri posti vno vicino al altro in quel modo che habbiamo ueduto di sopra esser poste le due pause rotte et le dua mezze pause, come l'essempio quì dimostra
[Music example]
i quali similmente non sono fatto à caso, ne meno senza volontà del Compositore: perche nella musi-ca, poche cose sitrouano che diuersamente si possano
fare & rimaner quelle istesse: ma vi sono fatti ac-
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cioche diuidano i tatti: & non solo gli ho voluto mostrare in quel modo che io ho mostrato le pause & le
mezze pause, ma anco li ho voluto accompagnare con le figure; accioche piu commodamente si veg-gano, & si piglia la maniera di poterli cantare.
Questi mezzi sospiri, possano venire dopo l'$$uar et dopo il cadder del tatto; e questa è lacagione
che di dua che sono non se ne può fare vn sospiro intiero, senza detrimento delle regule, & disordine
delle cantilene; ne meno pronuntiarli come i sospiri perche vogliano troppo poco tempo à pronuntiar-li: ma si tacciano come due Semim. ò che si pronuntiano come dua singulti: con questo però che non
siano li forti che incitiano alle risa le persone, le quali si pigliariano assai trastullo di quella maniera di
respirare. Si potriano ancora vsare l'aspiratioen della mettà de i mezzi sospiri in quel modo che si
vsano i mezzi sospiri, & le pause: ma da quello che io hò potuto vedere non ho trouato che sia stato
vsato. & l'occasione che ho hauuto di ragionare de li dua tatti separati: m'ha fatto ragionar anco de
li doi sospiri, & mezzi, sospiri prima che io n'habbia parlato d'vn solo, nondimeno questo non pa-rerà strano se si giudica l'opportuna occasione che m'è nata di parlarne hauendo tanta similitudine &
conuenienza con le pause spezzate quanta si vede. Insegnato dunque ome si pigliano i sospiri, & i mez-zi sospiri, dirò hora che il sospir solo può essere tanto nel leuar del tatto, quanto che nel caddere & il
mezzo sospiro può essere tanto dopo il caddere & nel caddere, quanto che nel leuare & dopo il leuare
portando seco solamente vna quarta parte di tatto, come nel essempio quì si vede.
[Music example]
Ma bene il piu delle volte il sospiro ca-sca nel leuare, & i mezzi sospiri ò nel cad-dere ò nel leuar del tatto.per questo quan-do sono posti contra l'elleuata & la caddu-ta sua, dura fatica il Cantore a farli bene:
si perche vanno contrario alle attioni del tatto; si anco perche poche volte sono vsati.
Si troua ancora alle volte vn sospiro & poi vn mezzo sospiro con figure ch'assai trauagliano i mal
prattici Cantanti per non saperseli accomodare; & accioche si vegga la difficultà doue consiste se
ne forma l'infrascritto essempio per assicurarne i Cantori. Che prouandosi i nquesto, ogni difficultà si-
[Music example]
mile si facci familiare; non essendo tanta la difficultà del Canto, quanta è piula facilità di saperle mi-surare & torre à tempo. Questo passo non seria si difficile se dopo il sospiro & il mezzo sospiro non
seguitasse la Semim. & le Chrome, & piu il Cantore se lo fa difficile col appresciarsi, quando si vede
in simile difficultà alargarsi il tatto, che quando il tatto s'accellera & và velloce. Et si come si tro-uano assai Canti composti col l'intermezzo di vn sospiro & mezzo sospiro. Cosi anco si trouano alle
volte Cantilene che hanno non solo vn sospiro & mezzo sospiro, ma anco la metà di mezzo sospiro,
come questo essempio quì dimostra. Il quale nel primo apparire può spauentare il timido Cantore;
[Music example]
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ma s'egli bene lo riguarda & misura; facilmente & senza dubbitare lo saprà cantare; perche non è
tanta la difficultà de i mezzi sospiri, & della mettà de i mezzi sospiri, quanto che al Cantor non pratico
è più difficile il sapersegli accomodare, & darli il suo debbito tempo.
Q$$$ cosette meglio si fanno tacendo che col dir qualche cosa; perche qual si voglia cosa che si vo-glia $$$ non può mai esser si poca che piu poca non habbia à essere il spatio di tacere.
Doue che se quelle mettà de mezzi sospiri molestassero i cantori che ne in vno, ne meno nel altro modo li sapessero intendere, cioè che non sapessero pigliarli a tempo; si prouino in questo ò in altro essem-pio et in quel luoco vi cantino vna Chroma, et ve la cantino tante volte fin che per l'uso gli diuenghino
si facile che non vdendola cantare la possino tacere: Cosi faccia in tutte l'altre occasioni, & riguardi
per qual figura stà quel segno di pausa, & iui nelle difficultà pronontij quella figura piano che non es-sendoci pausa doueria cantare che sempre ne riusciria con honore.
Ecco in che modo fanno i compositori respirar le parte, & le fanno pigliar fiato; si per farle riha-uere; si anco per ornarle de concetti & di fughe. Ma perche anco doue non sono le pause, il Cantore ò
per debilità di petto, ò perche da vna pausa è l'altra corrano assai figure, con più interuallo di tempo
di quello che ricerca la natura per respirare; per questo dico che in tale occasione si guardi di torlo nelle
Semiminime, & nelle Chrome, se la necessità & il bisogno non l'astringe; perche la vellocità loro piu
del douere lo ponno ritardare, & per la tardanza farlo fallare: ma con agilità & destrezza lasci in
qual si voglia altra figura vna delle più picciole particelle & rinfrancandosi faccia che l'occhio scro-rendo nelle più propinque figure, gli mostri il luoco più atto & più opportuno à potersi rihauere & re-spirare. Si guardi ancora di non torlo si spesso nelle cadenze che venendogliene per le mani cento in
ogni vna si uogli riposare: ne meno in esse tanto vi fermi et posi; che li tolghi tutta quella crudezza che
con si subbita dolcezza si suol condire: perche alhora piu piace & diletta il dolce che si è gustato l'a-maro prima; & togliendoli quella durezza, il canto resta spogliato et riman senza il suo douere.
Ne deue il cantore lasciarsi nel ripigliar del fiato si lontano condurre; che si conoschi col torre la vi-ua forza alle figure, ch'egli piu inanzi non potea gire: perche nel ripigliarlo, tanto piu bisogna che rit-tarda; & se per sorte ouer egli ha ripreso il fiato li seguita qualche figura delle Minime, come Semimi-nima, ò Chroma facilissimamente lo puo far errare: Oltra che quel modo di ripigliar di fiato è offensiuo,
odioso, & disdiceuole, & tanto piu si deue fuggire, quanto che apporta maggior fatica al Cantore: Cosi
ancora non si deue riposar si spesso che dimostri nel cantare non hauer forza nel fianco di cantar quat-tro figure: perche si come il ritardar piu di quello che può la natura ci affanna & ci molesta; cosi anco il
torlo senza proposito & senza necessità ci dispiace.
A questo assai deuano auertire i maestri quando ch'insegnano di non lasciar che lo scolare pigli si
cattiua piega: perche pigliatola piu difficilmente si distoglie.
Resta solo di dire che vn buon cantore sà anco nelle Semiminime ripigliar fiato togliendogliene
vna mezza parte, & prononciando l'altra in figura di Chroma, il che fa bel sentire; & se l'hà fatta
tanto familiare & amicha che in molte occasione etiam di pause quantunque il bisogno non lo astrin-ga gli la toglie si bene; che l'vdir quella figura scemata & quella che rimane esser pronontiata in foggia
di Chroma rende grandissimo diletto & piacere. Lui l'ha tolta dalle moderne compositioni, nelle qua-li spessissime volte i compositori pongano la mettà di vn mezzo sospiro & puoi vna Chroma, & cosi
del cantarle spesso se l'ha facilitato et fatto familiare che hora sono commune à qual si uoglia Cantore.
Dunque tutte le pause possano essere tolto bene: eccetto quelle che vanno contra l'attioni deltatto,
le quale al mal prattico cantore sono vn puoco difficilette: & doue non sono le pause egli per tutto può
respirare eccetto nelle Semibreue, & nelle Chrome, se la necessità non l'astringe: doue che per conclu-dere essortatolo à non rompere le cadenze col torli quella piu grata parte che hanno; se li dice che re-spiri nelle figure piu longhe che gli passano per le mani, & che vi s'accomodi à pigliarlo in modo che
non trauagli lui, ne faccia dispiacere a chi l'ascolta.
Che cosa sia [mus.brot] molle & b quadro. Cap. XLVIII.
ALcuno forsi potrà merauigliarsi ch'hauendo io di sopra nel Cap.25. tutte le cose necessarie
alal compositione della Musica raccolto insieme; non habbia con esse posto il [mus.brot] molle & il
b quadro, & il Diesis: e pur anch'essi vi concorrano & si ripongano tra gl'sitrumenti har-monici, in s$$ntio della voce a questo effetto ritrouati. & nondimeno s'egli vi considera bene non ha
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dro; accioche per il primo b s'intenda quello che noi diciamo [mus.brot] molle, & per il secondo quello,
che diciamo b quadro. Quando i canti l'han d'hauere per tutta la cantilene il si pone immediatamente
dopò la chiaue, & formandosi la chiaue di C sol fa vt, il si pone nel spatio di sotto alla chiaue,
come quì si vede.
[Music example]
Se poi si forma la chiaue di F fa vt, il si pone nella cor-da di B fa B mi
[Music example]
ouero di B mi, come questi essempij dimostrano
[Music example]
Se vltimamente il si forma nella chiaue di G sol
re vt, il si pone nella corda di B fa B mi,
secondo, come quì si vede.
[Music example]
Dal che si caua, & si com
[Music example]
prende, che il primo B fa B mi naturale fia causa, &
fondamento a tutti i [mus.brot] molli, & che sopra di lui tutti gli al-tri si fondino. Queste sono le corde naturale, & i luochi ordinarij del [mus.brot] molle
il quale subintra in luoco del b quadro; ma non per questo resta che'in altri luochi
il non si possa porre secondo che sebe rappresenta occasione: che cosi di lui ne haueressimo a seruire sot-to troppo stretti legami, & non potressimo collocarlo infra tutte le scale naturali. E però si tiene
questa regula che in tutti i luoghi oue naturalmente si forma vt, re, mi, fa, sol, la; in tutti egli può
esser colloeato: come da gli infrascritti essempij si può vedere.
[Music example]
Con i quali si possano formar l'ottaue, & collocar il detto [mus.brot] molle in
tutti quei luochi ascendenti, & de-scendenti che si troua mi, che poi
considerato bene non si troua in al-tro luoco che in E la mi, & in B fa [mus.brot] mi.
Però tutte le uolte ch'egli si troua nel principio di qual si uoglia compositione, ci ha da essere sino al
fine, & si come nella chiaue di F fa vt, & di C sol fa vt, sempre si dice fa quando che le non
hanno altro segno, & che le sono semplicemente secondo la lor natura: cosi ancora essendo in esso prin.
cipio posto il segno di [mus.brot] molle per tutto quel luoco si douerà dir fa: come quì si vede.
[Music example]
Ma quando egli è posto dopò detto principio; non si deue dire se non in quel luoco oue si ritroua, come
l'essempio quì dimostra.
[Music example]
Tenendosi questo a mente che se in un canto cento uolte ui fosse posto: in quel luoco fa cento uolte
douersi dire, & passato che si ha quel [mus.brot] molle ritornar il canto su la sua natura.
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Onde perche quando il canto è per [mus.brot] molle formato con la chiaue di C sol fa vt, le figure che
passano oltra a D la sol, re, non tutte le volte sono pronuntiate bene; per questo auertisco i cantori,
che se bene la corda che seguita dopo D la, sol, re, à la corda di E la mi, & che in E la mi non
si troua fa; non per questo sempre gli si deue dir minima alcune volte, & in alcune occasione ancora fa:
(non ostante che vi sia l'absenza del [mus.brot] molle, perche passando le figure poste in esso canto solamente
vn grado oltra la corda di D la, sol, re; per ragione che nelle scale Musicali di vt, re, mi, fa, sol, la;
se li concede vn fa di sopra: per questo anco in E la mi in tal caso si douerà dir fa quantunque non
vi sia come per darlo meglio ad intendere con l'essempio infrascritto il si dimostra.
[Music example]
Ma quando
che le figure pas-sano da D la sol,
re, in F fa vt,
allhora le si can-tano secondo la
loro natura, che qoesta concessione è fatta solamente per quando le passano vn grado solo oltra l'ordinaria scala. E però si vede che nella detta corda di E la mi, senza che vi sia posto alcun segno alcune
volte se li dice mi, & alcune altre volte fa, come quì si può vedere.
[Music example]
Questo io lo dico, perche molti cantori non vedendoci il [mus.brot]
& sapendo che nella corda di E la mi non vi si troua fa,
col dirci mi quando non bisogna fanno dissonanza tale che
piu nou si può dire: Anzi che si riprendano ancora quei compositori che non passando le figure piu sù della corda di E la
mi, vogliano che senza porui il b quadro quella figura sia pronontiata in mi; & non si ricordano del-la iurisdittione delle scale che possano per vn grado seruirsi del fa, senza pigliar aiuto ò far cambio
con altre scale. & che non s'intende mai di dirci mi; se non in occasion di quinta, come quì si vede;
[Music example]
Perche il cantore camina per l'uniuersità delle
regole, & per le vie piu
commune lasciando le
particulare a chi le uuo-le: e però essi comosito-ri sono obligati ogni uolta che i canti non arriuano per essempio in F fa vt secondo, et uogliano che in E
la mi si canti la figura per natura, di porci il b quadro, altrimente contrafaranno alle regole de gl'antichi i quali si sono molto ben guardati di commetter questo errore, non essendo errore supportabile, come
l'opere loro ne lo dimostra, & fa fede. Et quello che io dico della corda di F la mi; intendo di dirlo,
tanto del primo, quanto che del secondo, per la chiaue graue, & in qual si uoglia altra occasione.
Et poiche io ho fatta mentione della quinta di A la, mi, re, in E la mi, non voglio lasciar di
dire che alle volte col mezzo delle pause, ouero col mezzo di vna sol terza si può far passaggio da
mi fa in quinta, come questo essempio dimostra.
[Music example]
Altrimente non si concede
mai per le principale cattiue
relationi, che infra di loro si
trouano essere, et caddere.
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Per questo molte volte si troua vna figura che naturalmente si doueria pronuntiar mi; e perche la
sua sequente è fa posta in quarta bisogna leuarla dal suo naturale, & porla in Tuono per accidente
per accompagnar la quinta senza cattiue relationi, come quì si vede.
[Music example]
Se bene tanto in questo es-sempio quanto che nel supe-riore vi si suol porre alle volte il b. onde se bene non vi
si pone non è errore: si per
l'auttorità delle scale Musi-cali; sì anco perche fa in quinta chiama vn'altro fa, si come mi vn'altro mi: perche fa mi infra se stessi
sono nemici capitali, & ogn'uno che trouaua il compagno lo cerca di destruggere, quando però sincon-trano in quinta vno seguitar dopò l'altro, che in tale occasione sempre il primo discaccia il secondo.
Anzi che io li trouo si discrepanti in quinta, che anco in quarta non li trouo mai concordi, per il vero
Trittono che di mezzo vi corre, come quì si può vedere.
[Music example]
Di questa sorte d'essempij se ne
possano formar mille, che aperta-mente si vedrà che non si possano
mai accordare se non son tutti dua
d'una istessa specie. Sia dunque il
cantore auertito tanto nella quin-ta quanto che nella quarta d'ac-compagnar fa con fa, & mi con mi, per riconoscerli per quelli che sono, perche risconoscendoli male
da se stesso si può torre fuori della propria voce, & dissonare in quello ch'egli cerca, & si crede piu rissonare: e questo perche la natura loro mette in libertà il compositore di porci il [mus.brot] molle ò di lasciarle compositioni cosi senza. Oltra di questo si trouano ancora alcuni canti composti, & segnati con doppio [mus.brot]
molle distante quattro, ouer cinque gradi vno dall'altro; i quali vanno cantati, come gli altri; eccetto,
che in quei luochi oue si trouano si dice fa: Tal variatione di doppio [mus.brot] molle non fa diuersità nella
Musica; ne meno gl'approta nuoua melodia, & chi m'adimandasse perche vi si fanno non saprei altro,
che rispondere, ne altro che dire: solo che trouandosi in E la mi di poterci cantar fa; come habbiamo ueduto di sopra: per facelo dir sempre si compongano i canti con quei doppi, [mus.brot] molli, cosi si corrobora
la ragion adutta, & di lei ciò che è detto, meglio s'intende: poiche in tale compositione da E la mi, a
B fa b mi non si potria intradur la quarta senza mezzi; del tutto questo essempio ce ne fa fede,
& la verità ne manifesta.
[Music example]
Et acccioche i cantori che non sanno piu che tanto s'habbiano a inanimire, et sicurare in tal sorte di cantilene,
dico che il [mus.brot] molle posto nella corda di B fa b mi è
quello che come principale regge tutto il canto in quel
modo ch'egli li reggeria se fosse solo, e tra questi, &
quelli non ci è altra differenza che questa; cioè che il
primo [mus.brot] molle posto in E la mi superiore mostra che per quella corda si ha da dir sempre fa: et perche
ottaua per esser giusta ò senza diffetto, sempre ricerca una figura sotto il suono d'un'istessa spetie; et di-cendoci per causa di [mus.brot] molle di E la mi si conuien por l'altro. Et chi non ce lo pone tanto il se c'intende, come anco in B fa b mi non sempre il si pone nell'ottaua, come nella chiaue di C sol fa vt posta
nella prima corda ascendente, come quì;
[Music example]
v non per questo resta che nella sua ottaua non
si habbia da dir fa, perche presupponendocelo il si lascia con presupporcelo che ogni
vno ce l'habbia da intendere. Per questo nell'essempio de'tre [mus.brot] molli ho posto il nome sotto le figure, accioche imparino i scolari come quelle cantilene si solfeggiano; & accioche
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non dichino sol mi F fa vt: ma fa come naturalmente si de dire; perche dicendoli sol trasportarebbe-no il canto di vna spetie nel altra, & facilmente potria strano effetto produrre, & partuire come fa-cendole ogni vno può sentire, & altrui farne fede.
Il Diesis che cosa sia & perche causa nella Musica s'adoperai. Cap.L.
IL Diesis non è figura cantabile: ma è un segno che si pone sotto le figure Musicali, il qua-le ha virtù & possanza di torli ouero d'agiungerli vna particella di quel suono di che le ve-niriano informate se non vi fosse posto il detto segno, la cui forma è questa
[Music example]
& mai nelle cantilene non si pone se non quando che la sudetta particella à qualche
figura si vuol dare ò torre: onde di sei figure che si formano nelle scale Musicali; tre
sole hanno natura, & sono atte à poterlo riceuere: & queste sono vt, fa, sol; & l'altre
che non lo vogliano ò nol possano hauere re, mi, la; & nota che non per altro dico per
natura; solo perche si sappia come in alcune occasioni lo possano quasi tutte hauere
per vna certa diuisione che si fa Monochordiale, la quale piu tosto serue à gl'istrumenti ch'alle voci.
Le voci solamente sono quelle che sumministrano bene questo Diesis quando però ch'egli è colloca-to nelle corde naturali; & è posto sotto le figure che lo possino per natura hauere: ogni volta dunque che
il Diesis si pone sotto le figure, s'esse figure descendano abasso, li toglie quasi vna terza parte del suo pro-prio natural suono: ma se l'ascendano in alto gli n'accresce quasi vna terza parte; cioè se la figura che è
dinanzial Diesis è collocata in spatio ò in corda & che li sia di grado inferriore: il detto Diesis accresse
a quella figura sotto di cui è posto tanto di più accuto sono quanto è quasi una terza parte di vn Tuono,
lasciando hora da parte le diuisioni che si doueriano fare di vn Tuono per cauarne le come, i Trittoni,
& il Diesis separati; per esser cose troppo speculatiue & di poco momento al cantore.
Per questo dico ch'egli dona ò toglie alle figure quasi vna terza parte, per dimostrar mediante
questa parola, quasi, che io di lui non intendo parlarne se non quanto, è a bastanza per vn cantore: ac-cioche trouandolo sappia che effetto faccia, & come con lui si habbia da procedere: non essendo segno
cantabile. Questo modo di dare ò torre alle figure vna particella del naturale suo suono, per due cau-se è stato posto in vso, prima pr potere da vn gennere di Musica al altro con mezzi sufficienti e buoni
passare; & poi per potere mostrar co i canti le cose meste, pietose & lagrimeuoli, che senza di lui non ci
seria stato differenza da canto giocondo & festeuole, da quelli di dolore, passione, ò morte. Ma per-che da queste mie poche parole non si può comprendere, ne cauarne la vera ragione, perche causa il
Diesis sia stato posto in vso, & introdutto nelle compositioini: masimamente chei o ho detto per poter
entrare da vn gennere di Musica al altro; per questo è forza che vn poco piu profondamente io dica,
che tutte le cantilene sieno delle communi, ò di quelle che sono composte, sotto gli ordini & le misure de
Modi, di Proportione, ouero di Prolationi, tutte dico si compongano con alcune sumministratione de
voci, ch'escano dalle scale naturali da Theorici & Prattici chiamate Tuoni & Semitoni dequali se ne
tratterà nel vltimo Libro. Or douendosi in molte occasione cambiar i Tuoni in Semituoni: da tut-te le scale sono stati raccolti tre cambij, cioè tre maniere di poter subintrare da un Tuono al altro: &
secondo detti cambij è stato fatto vna generica distintione, per essersi veduto che le cantilene non possa-no essere altro che di tre sorte di scale formate: Queste generiche distintioni si sono ritrouate per uia della uoce; la quale ascendendo sopra gli essacordi naturali in tre modi si è uariata, procedendosi hora per
Tuoni Tuoni et Semituoni, et hora per Tuoni Semituoni et Semituoni: per distintione de quali si ha da
sapere che anticamente diuidendosi il suono della nostra uoce, fu diuisa in tre sorte d'essacordi, chiamate le
diuisioni sotto il nome de genneri, et il primo genere per esser piu puro et piu naturale fu chiamato genere Diatonico, il secondo per esser de piu Semituoni composto, fu chiamato genere Chromatico; et il terzo per
esser composto di Tuono, Semituono, et Semituono fu chiamato genere Enarmonico; dimodo che le cantilene sono composte di queste tre sorte de generi: qualunque uolta ch'entrano con gl'essacordi da un genere al altro.
Onde per darne di loro qualche cognitione breuemente dico: che questo primo infrascritto ordine di figure.
[Music example]
Modo & procdere del genere Diatonico.
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[Music example]
Dimostra l'ordine del genere Diatonico, il secondo del genere Chromatico & il terzo del gene-re Enarmonico, secondo che dimostrano & si vede nelle loro sottoscrittioni, & si può nel 72. Cap.del-la terza parte del Zerlino commodamente vedere. I cui Semitoni per esser collocati nelle corde oue
sono naturalmente i Tuoni non si conosceriano mai se non ci fosse qualche segno che ce lo dimostrasse;
per questo furono trouate nella Musica quelle doppie linee incrociate & quelle semplice acciò l'incro-ciate dimostrassero i Semituoni del genere Chromatico collocati nelle moderne corde de Tuoni; & le
semplice i Semituoni che sono collocati dentro delle corde de Semituoni, come sivede.
Da douer dunque introdur le voci improprie nelle corde delle voci proprie furono trouate questi segni & caratteri, se bene i segni semplici non sono mai stati vsati da compositori, se non descritti del su-detto Zerlino, & Don Nicola Vicentino nella diuisione del suo Monochordo. & furono chiamati Diesis: i quali indolciscono le figure tutta volta che vi sono collocati appresso,ouer di sotto: ponendoci que-sta particular cura che descendendo le figure abasso li toglie del suo natural furono quasi che una terza
parte come quì si sente & vede.
[Music example]
Et cantandolo si sente, & ascendendo gli ne n'aggionge pur tanta parte quanto nel descender ne gli
taglie, se poi le figure che hanno il Diesis sono tutte distese in una medema corda ouer spacio non essendoci altra figura di mezzo le uanno tutte cantate in la medema uoce che si è cantata quella del Diesis: co-me anco se dopo gli ne sia una che ascendi ò che descenda, & che immediatamente dopo quella gli se-guita figure nel medemo luoco, & corde collocate il Diesis serue per quelle che sono senz'altro mezzo, sussequente, come quì si uede.
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[Music example]
Il ce si dice non tanto per li cnaatori, quant'anco per li compositori che vogliano alle volte che il
Diesis del secondo essempio serui all'altre figure che sono nell'istessa corda se bene gli n'è vna con vn
grado piu alta intramezzata: Similmente ancora quando sono due figure digrado ascendente, le
quali sieno atte a riceuere il Diesis, la prima sempre lo riceuerà meglio che la seconda. Essendo che
il mutar due specie di suono in propinque corde senza mezzo, la voce humana non lo può senza gran
fatica fare, come l'essempio quì dimostra.
[Music example]
Per questo formandosene la presente regola si di-ce, che naturalmente il Diesis senza mezzi non cami-na se non vna corda, & non ascende se non per grado
ouer per terza, & non mai in quarta se non nella infrascritta occasione.
[Music example]
Dalla quale si può pigliar lume, & formarne essempij in tutti gli essacordi naturali, per hauer tut-ti i luochi pronti oue si possano collocare.
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Ne meno si troua di poterlo naturalmente formar in quinta, & qunado il si forma; si forma per
via de i sudetti tre generi, che hanno habilità di subintrare per Semituoni nelle corde reale.
Onde se per la difficultà sua malamente si toglie in quinta; tanto piu difficilmente per la distanza
grande si torrà nella sesta, nella settima, ò nell'ottaua: E però volendo io concludere questo ragio-namento dico, che il Diesis sia vn carattere posto duplicatamente in croce per trauerso, & che posto vicino alle figure ascendente gli accresce vna particella, & alle descendente gli ne scema la medema parte: Il Diesis semplice si lascia per coloro che se n'hanno da seruire nel comporre vn canto nel genere
Enarmonico. Ne meno dirò nulla della opinione del Lusitano intorno al segnare il Diesis triplicato;
& quadruplicato volendo egli che la moltiplicatione dele linee facci in lui maggior effetto: perche
io trouo che la voce humana con gran fatica rileua il primo che è il piu semplice in quanto alla rileua-tione. & che se bene queste linee fossero multiplicate a decine, sempre la voce le formaria in vn me-demo modo: perche non è atta ad vna tal diuisione come serà vn'instrumento, che diuiderà vn Tuo-no in piu parte, & ne formerà tre Semituoni distinti, come nelle diuisioni dell'istrumento di Don Ni-cola Vicentino si può vedere. Et nota che io per altro non ho formato questi essempij che si possa-no cantare; solo perche cantandoli si troui la verità di quel che io dico, & lo farò sempre che mi bi-sognerà in vn essempio mostrar simil cose.
Se si può in luoco del Diesis porre il b quadro, & il [mus.brot] molle in che luoco si deue porre. Cap.LI.
COn l'occasione di hauer ragionato del Diesis, mi si è aperto la via di mostrare ad alcuni in
che modo egli s'adoperi; & se è lecito di adoperare il b quadro in luoco suo: come alcuni
fanno; contrario alle piu famose, & reputate regole che dicano il [mus.brot] molle rifferirsi al Se-mituono proprio, & naturale, & il Diesis alla commutatione del Tuono in Semituono per potere col
uo mezzo intrare da vn genere all'altro, & hauere diuersi effetti d'harmonie. Pero volendo ch'ogni
vno conosca quanto sia male il collocare il b quadro nel luoco del Diesis, & il Diesis nel luoco del b
quadro, fa bisogno di considerare di donde siano nato, & di doue procedino, perche col ricercare la de-riuatione, & il nascimento loro veniremo in cognitione in che modo si habbiano da vsare, & vsando-li d'adoperare.
Considerando dunque la natura del b quadro principalmente otruiamo ch'egli è vn puro Semituon
compito, che nasce tra gl'essacordi naturali, che si trouano collocati ne gli ordini della Mano Musicale, & è di natura trasportabile in qual si voglia luoco, & positione, pur che trasportandosi lui, si tra-sporti seco tutto il suo essacordo. Et nota che io dico ch'egli nasce tra gli essacordi naturali, & gli tra-sportati; accioche si sappia, & che s'intenda, la propria potestà delle positioni musicale che sono quel-le oue si trouano collocati i caratteri da solfeggiare, che possano quantunque sieno per natura ne i suoi
luochi riposti, essere altroue trasportati. Onde accioche ogni uno chiaramente m'intenda dico, che il
b quadro non solo nasce nelle scale naturale di vt, re, mi, fa, sol, la; collocate ne gli ordini natu-rali; ma anco in tutti gli altri luochi che sieno esse scale trasportate, come seria a dire: se in E la mi
primo ponessimo il [mus.brot] per ritrouar il sostentamento di quel fa che vi và cantato bisogna formar l'vt
accidentalmente in B mi:cosi si dice che il sudetto b quadro nasce in tutti questi modi come si può
vedere nel Toscanello di Pietro Aaron; & nacendo come si vede, bisogna che noi non l'adoperiamo
altroue che in quelle corde ou'egli per accidente, ò per natura vi si troua; & serà quando in vn luo-co serà vt, re: ò fa, sol,. & chi vi potrà esser il mi, come seria a dire: se in tutti questi luochi.
[Music example]
Oue sono i b quadri in suo cam-bio si ponesse il Diesis, perche in
quel luoco ui è naturalmente se-ria errore; perche il Diesis è ben
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segno che diminuisce il suono naturale d'un Tuono: ma non lo diminuisce tanto che infra di loro nelle
diuisioni non sieno differenti: e però non volendo io andar dietro alle sottigiliezze che poco importa-no, dirò; che chi si tiene a mente questa regola, non potrà mai nell'vso del Diesis fallire: La regola
è questa che se in quelle corde che sono i Semituoni naturali occorre porci segno, accioche non hab-biano a produrre Trittoni, ouero false relationi, per hauer essi Semituoni il proprio segno, non vi si ha
da porre altro segno, che il segno suo, che è il b quadro: ma se poi in altri luochi occorre commutar
vn Tuono in vn Semituono, & che il Tuono che si ha da commutare sia vt, fa, sol, sempre si do-uerà porre il Diesis, come quì si vede.
[Music example]
Che osseruandosi questo non si caderà mai in biasmeuol errore. Et è da considerare quel che io ho det-to di sopra che il [mus.brot] molle, si vsa ancora in tutte le scale trasportate; le quali non sono altre che quel-le che si possano adoprare con le trasportationi di b quadro; il che seria qunaodin E la mi si pones-se il b quadro per tutta una cantilena, come se ne sogliano trouare; il che se bene rare volte il si suo-le adoperare; nondimeno adoperandolo nelle corde oue per vigore di detto [mus.brot] molle si douerà dir mi;
sempre vi si porrà il b quadro: Quanto all'uso semplice poi del Diesis, egli uà in tutte le figure
che producano naturalmente Tuono: in tutti i luochi che sieno naturali ò trasportati, & può intraue-nire in tutte le parte, perche egli è un aiuto che non solo indulcisce, le cantilene: ma anco salua de mol-tigradi che serieno falsi, & serue a far gli accompagnamenti reali, che se non fosse lui malamente si po-triano accompoagnare.
Cosi hormai che si sà quando, & in che luoco s'habbia da porre il b quadro in luoco dal Diesis; non
ci serà chi piu l'adoperi falsamente, come sin quì ci sono stati alcuni che l'hanno adoperato &, come il si
vede nelle loro opere.
Delle Sincope; con le sue vere, & reale distintioni a perfetta dimo-stratione che cosa sieno. Cap.LII.
SI troua nella Musica un effetto causato da alcune interpositioni di figure da tutti ordinaria-mentr chiamato sincopa, il quale non è altro che un suono per il ualore d'alcune figure con-tra tempo tolte; che per quiterasi, & riposarsi ricerca un'altro suo simile.
Questo si fa tutta uolta che s'interpongano piu figure maggiori fra una ò due minori atte a farle
sincopare, come feria a dire; se dopò un Minima si ponessero una ò piu Semibreue; tutte le dette Se-mibreue cascano sotto una maniera di cantare che si chiama Sincopa; la quale non finisce mai sin tanto
che essa Minima non ha trouato la compagna: il che nasce dalla natura delle figure che essendo diuisibile
in dua, in quattro, in otto, ò in sedeci che sono numeri pari, non posano supportare d'esser disgiunte, &
sotto la Breue, la Semibreue, & la Minima. La Breue casca in sincopa tutta uolta che le cantile-ne sono segnate col segno del Tempo imperfetto, & con quello particularmente che serue al ualor
della detta Breue, & che sono cantate sotto il loro proprio tatto; & però dopò una Semibreue po-nendosi una, ò piu Breue tutte quelle seranno sincopate fin tanto che le trouaranno la detta Semibre-ue la sua compagna, come quì si vede.
[Music example]
Questa maniera di sincope uà per le mani solamente a quei cantori che cantano nella Cappelle, &
in quelle particularmente in che il tatto delle Breue si suole usare.
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Però lasciandole da una parte dirò dell'altre due; cioè della Semibreue, & della Minima.
La Semibreue dunque casca in sincopa, ogni uolta che inanzi a lei uien posto, ò si ritroua una Minima:
senz'altra compagna, come quì si può uedere.
[Music example]
Essendocene molte interposte: & nota che non solo la si forma con le presente figure che quì si ue.
de: ma anco con le Minime puntate, come ogni uno quì può vedre.
[Music example]
Et quello che si dice delle figure minori anteposte alle maggiori, s'intende anco delle pause, & mez-ze pause, essendo tanto quanto che le figure. Però si dice che le figure possano esser sincopate ancora
con le pause, interponendole in quel modo che s'interpongano le figure: Questa maniera di sinco-par le figure era la maniera che haueano gli antichi per quanto narrano i scrittori: ma però la non è
quella sincopa che intendano i cantori moderni; perche loro non intendano che le figure sieno sincopate
quando le vanno contra la mettà del tatto, per il qnale si ha la mettà della intiera sua diuisione; chiamandole essi moderni figure contra tempo, poiche contra tempo le uengano a daddere; me intendano che sia
sincopa, & che le figure sieno sincopate quando dopò un Semiminima si troua una ò piu Minime,
che per uolerle sumministrar bene, & non uscir di tatto conuengano i cantori nel cantarle star come
legati, & soggetti; sin tanto che trouano figura di poterla accompagnare.
Per il che conueniamo dire, che i sudetti antichi quelle figure che noi chiamiamo contra Tempo,
essi chiamauano sincope; ò perche allhora forsi non era in uso la Semiminima, ò se pur l'era in uso che la
fosse usata sempre accompagnata; ò pur perche non conosceuano che differenza fosse da figura sincopa-ta, & contra Tempo. Ond'io che tale differenza ui scorgo distinguo da figure contra tatto, & da
figure sincopate, & dico, che le figure contra tatto sono quelle che compitamente occupano tutta la contraria attione di esso tatto, come seria a dire: una Semibreue per ordinario suole occupare tutto un tatto
chi la ponesse nel suo eleuare, conueniria finire nell'eleuata. & osi andando contra l'attione, si diria fi-gnra contra tatto. Le figure poi di sincopa sono quelle che ui uanno con una quarta parte, le quali ci
possano entrare inanzi, & dopò qual si uoglia attione, ò sia nell'attione ordinaria, ò nella contraria:
Perche la sincopa si può fare col porre una figura inanzi, ò dopò la leuata del tatto, & dopò inanzi la
caduta: di modo che le non uengano mai in tatto ne meno in mezzo tatto; ma sempre dopò ò inanzi
qual si uoglia attione; come cantando qnesto essempio ogni uno può uedere.
[Music example]
Io fo questa distintione, perche alcuni
scrittori pongeano la sincopa solamente con-tra Tempo, come quella che è notata in tutti tre i superiori essempij leuatone questo
quì propinquo, & non fanno ueruna men-tione della sincopa posta in quest'ultimo essempio: Et se bene nel primo essempio delle figure Breue
si può intendere che trouandosi dopl una Minima piu Semibreue cantandole per il suo uerso, cioè con
il suo tatto, le fariano l'istesso effetto che fariano se le fossero piu Minime poste dopò una Semimini-ma, nondimeno per non hauerne loro fatta mentione, dico, che la sincopa uerà tolta per quella ch'inten-
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dano hoggidì i Cantori non è altro che vna ritardanza di vna quarta parte di tatto che si fa nelle Minime, ò nelle Semibreue: nelle Minime nel Tempo ordinario, & nelle Semibreue nel suo Tempo come quì si vede.
[Music example]
Questo dua essempij quantunque sieno di figure dieurse & differente, nondimeno fanno vn effetto
solo; quando però sono cantati per vigore de i suoi segni: perche cantando il primo essempio secondo che
le figure si sogliano cantare ordinariamente, le non seriano sincopate ma contra tempo: per questo io pongo vna cosa istessa sotto doi essempij: accioche si sappia che cosa sia sincopa.
Lasciamo dunque di ragionar del primo essempio come quello che rare volte passa per le mani a
Cantori, & diciamo del secondo che si fa col trattenere una quarta parte del tatto nelle figure superiori:
la quale tanto si può fare con vn mezzo sospiro quanto che con vna Semiminima, ò con vn sospiro &
mezzo sospiro appresso, come in questo essempio si vede.
[Music example]
Il che nasce, perche la proportione del tatto equale, consiste in vna, in due, in quattro, in otto ouer in sedeci
figure: et tutta uolta che le figure non cascano sotto questa diuisione, sempre le ueniranno si$$$$.
Questa interpositione di figure spesse uolte trauaglia il mal sicuro Cantore; al quale bisogna che
col cantarle von vna forza s'impara, che quando si ha imprato: Quando le si imparano; le si sogliano pro-nontiare ne piu ne meno s'iui in quel luoco oue è la Minima fossero due Semiminime sciolt$ & separate, & per pronuntiarle bene non ci vuol altro che agilità & destrezza: ma bene colui che non è sicuro
habbito fattoli) che non le canti bene, & tanto piu egli si deue astenere di farlo per non pigliar si catti-ua piega: quanto che ancora sumministrandosi il tatto, si distoria da sumministrarselo bene, & in cam-bio di giouarsi, dua danni si faria in un medemo tempo.
Ecco che cosa è sincopa & che differenza è da fegure sincopate & contratempo. Resto solo che
in due paroel io dica che nelle Proportioni ancora possano essere figure sincopate: e questo perche se nel
tatto equale ci ponno essere; bisogna che anco nel inequale vi ci siano: essendo esso tatto causa della sin-copatione come uno cantando vede: però delle Proportioni sincopate in questo luoco non ne dirò al-tro, per douerne meglio con maggior commodo ragionar nel libro delle Proportioni.
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Di alcune strauaganze che si trouano nella Mu-sica. Cap.LIII.
TVtte quelle cose che poche volte si sogliano vedere, quando le si veggano ci rendano meraui-glia grande; & ci empiano tutto l'animo di stupore: non dico di quelle cose che di raro soglia-no vedere, come seria à dir le Perle, et l'altre Gioie pretiose: ma di quelle che hauendole ogni
hora per le mani trouandoci cosa non cosi spesso veduta ci fa stupire & marauigliare. Però non serà
fuori di proposito il ragionare di quelle cose che rare volte nella Musica si trouano; non dico delle diffi-cultà de fegni & numeri proportionabili: ma di quelle difficultà che ne i canti ordinarij communemente si trouano: per questo si ha da sapere che nelle cantilene alcune volte si sogliano porre alcune zifre sotto di alcune figure che danno indiio di raccogliere tre figure sotto di vn tatto; alle quali giunto il Canto-re si troua alquanto impacciato, & par ch'habbia qualche difficil cosa da fare; & fin tanto ch'egli non
ha passato quelle difficultà, sempre stà in dubbio di possarle bene: anzi che giontoui le passa con tal pre-stezza che sempre al altre ordinarie inanzi tempo giunge: Il che quanto dissoni & facci cattiuo effetto
lo lascio dire à loro stessi, s'afatto afatto non sono del vdito priui: che meglio seria a loro hauendo in
quelle tre figure tanta difficultà, di tacerle, che di cantarle, si sciaguratamente come le cantano: cosi non
dariano mal saggio di se stessi, ò non seriano cagione di brutto effetto, effetto, in uero dissonante et disdice-uole: perche l'vdito commune meglio supporta il mancamento di una parte in si picciol tempo; che essendoci, faccia simil dissonanza. Queste strauaganze che io dico si sogliano in quattro modi vsare; i quali sono i piu communi & i piu ordinarii che si trouano; & si formano, ò con tre Semiminimi, ò con dua
& vna Chroma di mezzo, e il ponto su la prima; ò con tre Mini. ò con dua & vna Semim. & il por-to al modo delle Semimi.come questi essempii ne lo dimostrano.
[Music example]
Le due prime
maniere non solo
gli antichi l'vsauano; ma al dì d'hoggi i moderni anco-ra spesse l'vsano per fuggire il poco buono effetto che sogliano fare due Semiminime cosi sole: ma bene
questo è da notare che i sudetti antichi vsauano i dua primi essepij sempre nel semicircolo semplice,
& gli altri dua di Minime gl'usauano sotto il semicircolo trauersato ponendoli in questo modo.
[Music example]
Et chi non mi crede & si vuol certificar dal vero riguardi nel opere di Iusquino, di Giouano Motone
di Henrico Isaac egli altri che vele trouerà spessissime volte. Anzi che riguardandolo trouerà l'istesso
vallore formato & constituito sotto altre figure: per il che io più che altro mi son mosso à fare il pre-sente Cap. Però dimostrato queste quattro maniere ordinarie; me ne descenderò al altre che rare vol-te si sogliano vedere; & dirò prima che guardino l'opere de gl'istessi autori, che troueranno ancora una
Breue oscura cone due Semim.appresso, ouero vna Semib.oscurata con due altre Semim.in questo mo-do poste
[Music example]
sopra di che è da notare
che il primo essempio non ha quelle compagne della Breue per Semimin. come le paiano: ma bene
per Minime oscurate; le quali
con esse Breue per segno della
zifra ternaria si riducano sotto di vn tatto: dimodo che nel primo vengano à essere tre Semibreue & nel
secondo tre Minime:ma le tre Minime & le tre Semibreue vengano à essere contenute tutte da vn
tatto solo come anco vengano contenuti tutti gli altri superiori essempij.
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Oltra di ciò Felice de la Iyolle nel motetto Hodie natus est Saluator mundi in piu luochi.
Iusquino nel Liber generationis IESV CHRISTI. Iscob Obrecht nella gioia & nel Credo
della Messa Aue Regina Coelorum. Et Henrico Isaac nel Sidus radio sequenza della Pasqua
l'vsano cosi diuersamente, come quì si vede.
[Music example]
Et non solo cosi diuersamente, ma anco come à loro è tornato commodo, et in pia-cere non hauendo riguardo piu à vn segno che al altro. Di piu si troua ancora
chi l'ha vsate senza zifra, tra quali il sudetto Iacob Obrecht nella sequenza
di S.Giouan Batista.
[Music example]
Et nel Alleluya della Madonna di Settembre, & nel Agnus Dei della Messa Aue Regina
Coelorum, l'vsa in tutti questi modi: oltra che con esso lui tutti gli autori antichi cosi l'hanno vsate, &
non è da dire che questi essempij vadino cantati in Proportione. perche l'altre parte caminano con le
figure ordinarie, & douendole cantare sotto l'istesso tatto, le uengano a essere le medeme figure che so-no quelle che hanno la zifra: Ond'io mi credo che dalla introduttione di queste figure che hanno fatto
gli antichi nelle cantilene ordinarie, habbiano i moderni cauato di vsar queste figure:
[Music example]
figure vere & proprie di Emiolie, in cambio di vsar l'ordinarie: Il che non si bias-ma se non tanto quanto in questo proposito fu detto di sopra nel Cap.43. ma ben
piu si biasmeriano quelli che senz'altro inditio le tolessero per figure di Proportio-ne, quantunque con altre simile le fossero accompagnate, standone l'altre parte sen-za: perche prima le Proportioni s'hanno da introdurre con altre maniere; & poi
le non s'internderiano mai in una parte sola: non potendo il tatto equale, con l'inequale conuenire se non
in successione, come chiaramente si uede. Di tutte queste sorte di figure le quattro prime, col primo essempio di Iusquino sono da vsarsi; perche sin hora si è sempre conseruato la loro intelligenza, & l'altre
si possano lasciare da una parte; perche molti cantori trouandole, le torriano per figure di Proportione,
& non per quelle che le sono. Quanto al modo di cantarle si ha da sapere che le uanno cantate sotto il
tatto equale; & se bene in occasione che un canto fosse composto con i segni della Breue, & ch'egli fosse
cantato col tatto della Semibreue; non per questo si toglie che tutte tre quelle figure non uadino sotto
vn tatto: perche sotto gli altri si possano cantare le figure comunque l'huomo vide; purche s'osserui di
porle come ho detto. In somma si raccoglie, che tutte queste figure, & tutti i superiori essempij uanno
cantati con tre figure per tatto sotto il tatto equale; ma che i quattro primo sono piu da usarsi che gli al-tri che li seguitano; & chi uuole adoprarli senza commettere errore; adoperi i quattro primi sotto il
semicircolo semplice, & gl'altri delle tre Semibreue, nel semicircolo trauersato: & sappia che i primi essempij delle figure oscure stanno per Minime denegrite, & non per Semiminime naturali. Onde accio-che si uegga in che modo il compositore le habbiano da usare, si pongano questi infrascritti essempij
[Music example]
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Perche in quanti modi, & maniere vna cosa istessa si possi fare; si farà elettione di quelle che sono
piu vsate, & al presente intelligibile: per non dare occasione di merauiglia al cantore; & con la mera-uiglia causa di fallare: Il che tanto piu serà conueniente, & ragioneuole, quanto che da tutte que-ste diuersità di figure non se ne caua altro che vno effetto solo, che è questo di hauer tre figure sotto
di vn tatto equale. E però se non si vogliano vsar sempre l'istesse: almeno vsandole variate, si eleg-ga nella variatione le figure piu note, & conosciute: accioche per la cognitione, i cantori si sappiano
gouernare, & non habbiano occasione di cantar quelle figure in Proportione, & che per cantarle si fer-mino, & aspettino che il tatto si muti in quel modo che sogliano fare quando i canti ordinarij si trasfe-rischono da i numeri communi a i numeri ternarij.
D'alcuni passi difficili poche volte vsati, & della difficultà che han-no i Cantori a dirli bene. Cap.LIIII.
SI trouano ancora nelle cantilene alcun'altre strauaganze; che non procedano da figure cosi
inusitate, ne dalla velocità ò d'altra interpositione di figure: ma bene da alcune voci strana-mente poste, ò da distanze che si trouano tra figura, & figuram non cosi atte, & facile per il
cantore; perche l'astringerlo a transferirsi da vn Tuono all'altro con propinqui mezzi, fa ch'egli tras-ferendosici con lontani con difficultà se ci transferischi: massimamente quando che i detti mezzi sono di
natura contrarij, & non sono de quelli che in se stessi conuengono, ò possano senza contrarietà conue-nire. Quei mezzi di natura contrarij, i quali fanno che il cantore con difficultà di Tuono in Tuono
si transferischi sono questi: che douendo cambiare alle corde naturale i suoni, & el voci, non può cosi
ageuolmente darli il sudetto cambio, & è quando ch'egli ha da commutare il mi, in fa; ouero il fa in
mi; in una istessa corda: come seria a dire: I canti naturali sempre ricercano che passando la scala
di G sol, re, vt, piu sù di E la mi se gli canti mi per tutta la sudetta corda: nondimeno dopò l'ha-uer cantato vn pezzo per natura entrano i b. a cambiare il [mus.brot] molli quadro, & fanno che in essa corda
di E la mi in cambio di dirli mi, se li dica fa: cosa che difficilmente i cantori vi si adattano; & tanto
piu vi durano fatica, quanto che con salti bisogna darli il sudetto cambio, come per dimostrar la diffi-cultà loro ne formo l'infrascritto essempio.
[Music example]
Questa mutatione di Tuono non seria
si difficile se non fossero i salti, i quali se
non sono tolti bene, trasportano il cantore
in altre piu strane voci, & lo destolgano
da questo, & da ogni altro buon Tuono
melodiale. Di simil cose se be trouano assai chi riguarda nelle compositioni di questo & di quello; &
hanno bisogno di perito cantore. perche il mediocre può esser causa di disconcertare quelli che dicano be-ne, & di produrre in esso strano, & monstruoso effetto. Il trasferirsi poi dalle corde naturali di b. quadro nelle corde di [mus.brot] molle non è si difficile, perche si procede da cosa maggiore alla minore, & non come prima che si procedea da cosa minore alla maggiore che era di procedere di Tuono in Semituono,
hora si procede di Tuono in Tuono, & rare volte di Semituono in Tuono come quì si vede.
[Music example]
Si trouano ancora difficultà, & strauaganze nei
salti strani che fanno le parte quando da vna fi-gura all'altra vi si troua inusitata, & poco men che
impropria distanza: poiche le distanze naturale
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& proprie sono la seconda, la terza, la quarta, la quinta, & l'ottaua. Onde tutta volta che si vsa-no le distanze di sesta, di settima, & di nona; per esser distanze come ho detto improprie, & inusi-tate, le portano vna certa difficultà seco atta a distorre il cantore fuori delle naturali, & vere voci: &
chi non mi crede con questo essempio si proui.
[Music example]
Et poi mi parli che mi sappia dire se io dico il vero ò pur menzogne. Ne vale che mi si dica,
tale distanze non trouarsi; ò che se bene le si potriano trouare, che in vso non si trouano; perche se-condo l'occasioni cosi le sono state vsate: e che sia il vero guardino l'ultimo. Kyrie della Messa
fortuna di Iusquino, nel quale son queste figure.
[Music example]
Cosi come quì si veggano poste; & nonostante questo guardisi Iacob Obrecht nel Agnus Dei della
Messa, Aue regina Coelorum; che conduce le figure in questa forma.
[Music example]
Se bene le non sono si difficile a pigliarle. Non si vede ancora Iusquino vsare nel Credo della
Messa di la, sol, fa, re, mi, queste figure?
[Music example]
Nelle quali se bene vi sono doi salti di ottaua, & vno di sesta, nondimeno l'esser cosi vicini con
quella sesta di mezzo, par che apporti vn poco di difficultà. Ma lasciamo che questi quì siano nul-la; che diremo de quei salti che fa Iaces Vverth in quel Madrigale che dice. Solo pensoso i piu deserti
campi, nel quale vsa queste distanze.
[Music example]
Et questo non solo nella parte del Basso, ma anco in tutte l'altre parte le và imitando. Similmen-te l'istesso auttore nel motetto: O altitudo diuitiarum fa salti difficili, & inusitati; i quali con gli altri
tutti non sono da biasmarsi, ne biasmandoli da rifiutarsi; perche quando sono fatti con tale occasione di
parole, quale dimostrano le superiori; dimostrano i Compositori che hanno inteso, et meditato le parole:
ma bene serà vergogna di quel cantore che facendo professione di cantar bene all'improuiso non le sa-prà cantare; che quì non vale la scusa di dire che le sono difficultà de Modi, de Tempi, ò di Prolatione,
& che l'huomo non si cura di saperle essendo cose demesse: ma bisogna confessare di non hauer prattica
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in trasportar la voce si lontana, & si distante. Mi è parso di far mentione de questi quasi inusi-tati salti: accioche vedendole il cantore s'esserciti in essi, & se li facci familiari; accioche in ogni oc-casione si possi trasferire di Tuono in Semituono, ò di Semituono in Tuono, & che se vsi a portar
bene le voci nelle distanze improprie.
Alcune altre difficultà non da tutti conosciute. Cap.LV.
ALle volte si trouano delle compositioni che in prima vista le paiano facile; nondimeno cantandole poi le si trouano difficile, non per le distanze inusitate, non per i salti lontani fuori de i
salti ordinarij, non per il modo strauagante dell'vso delle figure, non per il valore accresciuto-li con l'hauerle introdutte sotto gl'inditij de Modi, & de Prolationi: ma solo per il natural valore,
& sostentatione delle voci.
Però è da sapere che i canti i quali paiano facili, & sono difficili: sono difficili per due cose; prima
per douersi portar le voci in altre corde che nelle naturali, ò per douer torre le figure contra tatto in
vna maniera che le vengano contrarie alle ordinarie. Onde accioche meglio ogn'uno me intenda,
dico che allhora il timido, & poco sicuro cantore si spauenta delle cantilene che piu le vede esser cari-che, & piene di Chrome, & mezzi sospiri interposte con le Semiminime: & nondimeno se ne trouano
alle volte di quelle che sono tutte fatte con figure bianche, & sono si difficili che ha da fare assai vno
a cantarle bene, come per essempio si può vedere il Secondo Libro de Madrigalli a 6. dello Strigio in
quel Madrigale che comincia: Ahi dispietato Amore che non essendoci altro che vt, re, mi, fa, sol,
la; è tanto difficile per la interpositione di una sola Semiminima, che tutti quei cantori che l'hanno ve-duto, & cantato; possano ad altri che forsi non lo credano la difficultà sua narrare. Et non si pensi già
qualch'uno che d'altri simili non se ne trouino; perche se ne trouano pur assai che sono fatti la maggior
parte con figure bianche, e nondimeno i cantori gli hanno da cantar piu di quattro volte prima che li
cantino bene. Io pigliarei vn grande assunto, & assai hauerei che fare, se à questo proposito di can-tilene difficile, volessi queste & quelle difficultà raccontare: Coloro che si dilettano delle cose difficile,
lascino ogni altra difficultà che si ritroui in canto; & guardino quel Madrigale di Cipriano a quattro
che dice Calami: nel quale vederanno quanta difficultà sia in vn Madrigale: Ma queste non sono
quelle difficultà che io voglio dire: attento che io non ho intentione di andar cercando, & di produrre
quì in questo luoco quelle difficultà nelle cantilene inserte, che i cantori non le vogliano uedere: ma in-tendo di mostrarli quelle che spessissime uolte gli passano per le mani; & non sono da loro considerate se
non dopoi che si sono aueduti di hauerle fallato. E però dico che non ostante i sopra nominati Ma-drigali, & gli altri che sono per difficili conosciuti; se ritroua alle volte una Semibreue puntata posta
al contrario del tatto, la quale a molti cantori non è si facile come alcuni la credano; perche egli è
vso quasi sempre a uederla caddere in tempo, allhora che se la uede andar contra, s'imagina di hauer errato, ò pur cantandola di darli piu tempo di quello che per sua natura vuole; & acciò si uegga la
difficultà che io dico, ne formo l'infrascritto particulare essempio.
[Music example]
Con il quale essercitandosi chi non ci ha prat-tica, & ci è mal sicuro; potrà schiuarsi dal fal-lire; perche mi son trouato che i cantori in simi-le occasioni alle uolte hanno errato; & tanto
piu facilmente li ho ueduto errare quanto che
il tatto era largo, cioè sumministrato adagio. Loro si credano di errare perche communemente le dette Semib.cosi puntate sogliano finire nel mezzo del tatto, & douendole allhora finire nel tatto compito, s'imaginano, & li pare di darli piu tempo del suo douere; & nondimeno non gli lo danno. I buoni cantori ne
da questo ne da altro si lasciano scorgere: perche s'aueggano, quando le tolgano in tatto, & quando con-tra; ma li cantori mal prattici, uedendole gire al contrario di quello che l'hanno ueduto altre uolte, si pensano di hauerle fallato: per il che io piu che per altro mi son mosso a farne il presente capitolo.
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Che cosa sia Canon, & come vadi cantato. Cap.LVI.
DOpò l'hauer molto ben ricercato le cose che si appartengono alle figure Musicali, dechia-rato ogni dubbio, insegnato come, quanto, & di che valore sieno esser figure; è ben ragione
che vediamo le cose piu intrinseche, & piu profonde: alle quali volendo io dar principio conuengo hora dimostrare, & auertire, che spesse volte due parte cantano una dentro all'altra; cioè quel-la istessa cosa che canta vna parte, dopò l'hauer aspettato alcune pause le canta ancora l'altra.
Questa sorte di cantilene si chiamano da cantori Canon, il quale non vuol dire ne precetto, ne leg-ge, ne statuto, ne decreto ò constitutione: ma canto di due ò piu parte in vna contenute. Alcuni uo-gliano dire che si dice Canon a canendo; ma non è da credere: perche se questo, fosse ogni sorte di canto
si chiameria Canon, perche si cantano, & seria vn nome che seruiria ad ogni sorte di cantilene: ma
credo bene che in Greca voce rissoni altro di quello che rissona in latino. Venghi dunque da qual si vo-gli cosa, basta che Canon appresso i Musici vuol dire una compositione fatta con artificio tale, che
vna parte canta quello che canta l'altra: Et è di due sorte vno chiamato semplice, & l'altro resoluto.
Il Canon semplice è quello che non ha altro accompagnamento di parte solo quelle che cantano l'istes-so, & si vanno dietro l'uno all'altro, come per corona. Il Canon resoluto è quello che nell'accompa-gnamento delle altre parte si può risoluere, cioè è una parte che ne contien dua, vna delle quali può es-sere in un'altra parte risoluta. Il primo modo è il piu commune che si troua, & si può dire che per
lui li cantori intendino il secondo, & si suol fare sempre all'Vnisono che uiene a dire in vna istessa voce.
Ma perche le parte che hanno da andarli dietro, & seguitare, se non hauessero qualche inditio o se-gno, non sapriano mai quando incominciare; per questo li pongano un.S.cosi puntato da ogni banda:
per il quale uogliano i Compositori che i cantanti sappiano quel segno esser inditio di dar principio, non
hauendo piu riguardo a ponerlo di sotto che di sopra, come quì si uede.
[Music example]
Cosi principia chi che si sia, & giunto al primo segno incomincia l'altro; come questo secondo è giunto anch'egli al primo segno, incomincia il terzo: cosi uengano a cantar tutti; Et nota che non per al-tro gli si pone quella fine; solo che per poterlo intorno a beneplacito de cantori girare, & farne corona
fin tanto che a loro piace di cantarlo. A questa sorte de canti non ui si sogliano porre altre parole,
essendo fatti per cantarli a modo di circolo, & li basta di hauer di sopra notato Canon, mostrando ò col
numero ò con gli S.puntati, quante parte ui hanno da cantar sopra.
Ma prima che io vada piu inanzi, ò che io descenda alla dechiaratione del Canon si risolue; dirò
di questo commune che di lui nisciuno ne ha da dubitare, essendo nella Musica, & tra cantori cosa si
publica, & notoria, che non ha punto bisogno di altra proua ò dimostratione: Et quello che in que-sto caso piu si deue auertire è che si come simil sorte de Canoni communi rissonano bene con figure,
& possano a modo di circulo ò corona seruire, & esser cantati: cosi ancora possano esser accompagna-ti con parole, & hauer la sua terminata fine. Dell'uno e dell'altro in prima vista par che non vi
sia contradittione, ò in che contradirli: perche se vi sono le figure Musicali, è ben ragione che sotto
vi si possino cantar le parole: massimamente se le sono commode, & atte ad esserui cantate.
Et poi in quel modo che si finiscano quando si vogliano finire, ò che chi canta si determina di
romperui la corona et imporui il fine, cosi ancora in qual si voglia caso non bisogna credere che tutti si
possino cosi volgere & girare, come si gira & volte questo superiore: perche se ne
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trouano de quelli che sono della medema sorte in quanto che sono Canoni semplici, & nondimeno fini-ti che si sono di cantare vna volta, non si possano ritornar a dire: Questo ne lo dimostrò Pietro
Molu per quanto si tiene, & crede; tenendosi per cosa certa ch'egli sia stato quello che habbia com-posto questo infrascritto Canon.
[Music example]
Scriuendoli sotto queste parole Trinitas in vnitate, & vnitas in Trinitate, non per altro effeto,
& causa, che per dimostrare sotto la prima parola Trinitas, la quantità delle voci che possano can-tar questo canto; & con quell'altra in vnitate la distanza, ouero la conuenienza della voce in che si ha
da principiare: ma perche esso canto è fatto con tal misterio, & arte, che venendosi al fine non si può
passar piu oltre, come si passa ne gli altri, che se ne fa quella corona che l'huomo vuole; per questo
immediatamente vi pose, & vnitas in Trinitate; volendo che per simil parole s'intendi queste tre voci conformemente in vna vnità finale vnirsi insieme.
Questa maniera e questo stile è lodeuole, per non esserci pur imaginata ragione che li cotnradichi,
& qui per altro il non si pone che per dimostrare come ci sono, & si fanno de i Canoni semplici che si
riuolgano a modo di corona, & d'altri che terminati vna volta non si possano circulare, ouero ridire,
senza non imporui il fine. A i Canoni i corona che sono quelli del primo essempio bisogna porui i
ritornelli che sono quelle linee puntate che hanno nel fine, chiamate segni di repetitione; Ma alli
secondi per esser priui di questa habilità di poter circulare, & andar a torno a modo di corona, vi si po-ne il fine ordinario che ordinariamente si suol porre alle cantilene commune.
I Canoni di rissolutione, poi sono sempre inserti, & concertati con altre parte, & hanno non
solo le parole di sotto che hanno l'altre parte; ma anco si sogliano fare al Vnisono, alla Seconda al-la Terza, & via di mano in mano sino all'ottaua, come per darne vn poco di notitia se ne forma
l'infrascritto essempio, ponendoui vna parte dentro all'altra co i segni, & le parole che ordinariamente sogliano hauere.
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[Music example]
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Questo modo di cantare da Compositori spesse uolte viene usato, sopra del quale non nascie veru-na difficultà; attento che due parte cantano in una, incomminciando l'altra à cantare quando la prima
che canta è giunta al segno della sudetta lettera puntata. Bisogna saper pigliar la uoce: perche quando
il Canon è al Vnisono, hora è alla seconda, alla terza & c. non solo bisogna alzarsi dal primo che commincia una ò due uoci quanto dicano le parole: ma anco con l'alzarsi mutar il nome alle figure: come se-ria a dire se la parte che incommincia dice
colui che l'ha da seguiare alla secon
[Music example]
da; quando serà giunto al determi-nato segno, bisogna che comminci &
dica.
Cosi ancora se uno ha seguitar alla ter
[Music example]
za, spettato tutto quello ch'egli ha da
spettare in questo modo ha da comminciare;
che com
[Music example]
minciando cosi tutti, tutti incomminciaranno bene. L'inditio di
principiare si mostra nel istessa
maniera che si è mostrato nel pri-mo essempio: ma per farlo finire gli ne
pongano un altro simile come si uede: accioche quello che ha principiato prima essendo giunto con l'al-tre parte al fine, tutte loro non habbiano da spettar quello che ha principiato dopoi, e però ui si pone
quell'istesso inditio che si pone nel principio, accioche si come il primo è per colui che ha da seguitare;
cosi ancora il secondo per quando ha da finire: Mi pare che intende bene il primo essempio, facilis-simamente habbia da intendere anco il secondo, essendo nelle regule & ne gl'ordini quasi una cosa
istessa. Quel cantore che gl'ha da cantare, altro non ha da osseruare, solo che, essendogliene proposto
ch'egli sia al Vnisono, se bene al dì d'hoggi molti Compositori non li segnano con altre annotationi, &
nondimeno uogliano che siano intesi per quelli che sono; che seranno alle uolte alla quarta, ouero alla
quinta. Quante questi faccino bene lo lascio al giuditio altrui giudicare; uolendo che un semplice Can-tore intenda i loro misteriosi canti. Però dico che non essendoci ne parole ne numero che dimostri s'e-gli è alla quarta, ouero alla quinta; sempre si ha da intendere al Vnisono: ma quando dopo la parola
Canon seguita altra parola; ha da guardare se quella parola dice seconda, terza, quarta & c. & da quella pigliar l'ordine di cantarle; incomminciando à cantare colui che seguita, quando la prima parte è giunta al inditio. Questa maniera di cantar una parte dentro del altra; tanto nel Basso et nel Tenore, quanto che nel Altro & nel Soprano può stare; & la parte che ha da seguitare tanto può seguitar di sotto
quanto che di sopra: e però nel porui di sopra Canon, sempre ui si sol porre ad secundam, ad tertiam, ad
quartam & c. agiongendoui superius ouero inferius, che dimostra se si ha da seguitar di sotto ouero di
sopra: Ma perche passando dal Vnisono al ottaua, ui passa la quarta, & la quinta; le quali il piu delle
uolte sono chiamate con altri nomi & dette sotto altre uoci; per questo fa bisogno di sapere, & oltra il
sapere di tenersi a mente che la quarta si chiama Diatessaron, la quinta Diapente, et l'ottaua Diapason
tolte dalle parole Greche come nella Theorica di ogni si può uedere: per questo dici che non solo bisogna
auertire di incomminciare a tempo & bene: ma anco di non torre un significato per l'altro, cioè che per
la Diapason non fosse tolto la quinta, la Diapente per la quarta, ò la Diatesseron per l'ottaua; perche
oltra il grand'errore che si commetteria; quel tale dimostreria una grande ignoranza, & da Musici
seria molto ben beffeggiato. Il Canon dunque è una maniera di cantare che piu parte cantano una cosa
istessa; & può esser all'Vnisono, alla seconda, alla terza & c. sino alla ottaua; & se si troua alle uolte
Canon ad nonam ad decimam & ad bis Diapason, le se riducan sotto à queste prime di donde sono de-riuate, & si cantano all'ottaua di sotto ouero di sopra come sono gl'inditij delle parole: basta che da
questi principij si caua il modo di cantare qual si uoglia Canon.Resta solo che io dica come ui sono al-cuni che componendo i canoni suo: gli hanno inscritto con queste uoci; Canon in Tuono, in Semiditono,
in Exacordo & c. che uoligano dire Canon ad secundam ad tertiam minorem & ad seztam: come nel
Lib. Quarto & nel Cap.3. la dechiaratione de tutti questi nomi si puotrà uedere: Cose piu tosto da
dotto Theorico che da semplice Prattico.
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Similmente ancora si trouano alcuni scrittori degni per la loro fama di veneratione; i quali ragio-nando di questi Canoni riprendano coloro che cosi li chiamano, volendo che meglio, & piu propriamente si chiamino, fughe, repliche, consequenze, ouero reditte: essendo questo modo di cantare, vn riddi-re quel che dice il compagno; vn seguitarsi l'un l'altro; vn replicar l'istesso; & vn caminar per fughe:
sopra di che io non voglio mouer parola, parendomi che il dire sia vn dir contra il vero: Ma perche
i Prattici non nominano mai queste sorte di cantilene sotto il nome di reditte, di consequenze, di re-pliche, ouer di fughe; non volendo che i cantori per queste parole intendino altro di quel che ho detto.
Per questo mi sono eletto di parlar di loro sempre sotto questo nome Canon. Essendo da tutti i can-tori cosi chiamato, & da tutti i compositori nelle compositioni cosi scritto.
Però escusatomi di quello ch'io potrei esser biasmato, dico che ogni uno li può nominare come li pa-re, & piace; ma bene serà sempre Canon, meglio inteso per questa sorte di cantilene, che con qual si
voglia altro nome. Essendo hora il mutarglilo vn voler quasi mutar nome al pane.
In quanti modi vna composition sola si possi cantare. Cap. LVII.
QVelle cose che sono piu intime, piu segrete, & piu nascoste; quelle iscoprendole sono di piu
gran merauiglia, admiratione, & stupore; & iscopertole ci fanno oltra modo stupire, & me-rauigliare.
Onde se noi maturamente discorriamo, poche cose trouaremo che non habbiano in se qualche par-ticular secreto nascosto; & se poche si troueranno di segreti scariche: molto piu dobbiamo cre-dere che la Musica non ne sia vota, ma ben carica, & ripiena; hauendone fin quì scoperto tante.
Però non mi pare di douer lasciare in tanta bella occasione di dire, che nella Musica, quale quotidiana-mente cantiamo, gli sono segreti non cosi da tutti conosciuti, intesi, & veduti; perche il cantore non ha-uendo altro riguardo che al cantore non si cura, ò forsi non si crede che dentro a quelle cose ch'egli ha
dinanzi a gli occhi, ò per le mani, li sia segreto che senz'arte, ò cognitione di comporre si possi inten-dere, & sapere: Non dico segreti, per intendere de quei canti che sono segnati con diuersi numeri;
ne meno per quelli che sono constituiti sotto gl'inditij de Modi, & de Prolationi; perche se bene quel-le sorte di cantile fanno assai volte sudar la fronte a qualche buon cantore; non è però che le cantilene
in se habbiano segreti oculti, & nascosti; essendo ogni figura constituita sotto regole, & le regole es-sendo publiche, & vniuersali; ne segue anco che i canti sieno publici, & palesi.
Cosi dunque non si può dire che i detti segni, numeri, & Modi sieno segreti: ma bene segreti sono
quelli che nella Musica senza veruno inditio si trouano. Questi segreti che io dico sono di due sor-te, vna sorte quelli che il Compositore componendo le sue compositioni in diuerse parta ha nascoste; co-ser seria a dire: quando ch'essi fanno che vna parte canti per il suo diritto, & l'altra incominci al contrario, cioè dal fine: ouero che vna canti, come cantar si suole, & l'altra canti le figure solamente
con il lasciar le pause, ò col torre tutte le figure di tatto raddoppiate, lasciar tutte l'altre che sono di
mezzo tatto. L'altra forte quelli che sono naturalmente nelle parte, a volontà, & complacenza di
qual si voglia acuto, & speculatiuo cantore.
La prima sorte s'appartengano a i maestri dell'arte, & a quelli i quali sono della professione. La
seconda sorte poi a tutti quelli che si dilettano di cantare. Però è da sapere che può ogni cantore
senza cambiar il valor delle figure, uariare qual si uoglia compositione, non in un modo, ma in diuersi
se egli uuole: Et questo si fa tutta uolta che le cantilene che si cantano alla diritta, cantarle alla
riuersa. cioè che se le figure delle dette cantilene ascendano, descendere nella reuolutione; & se le
descendano ascendere: non altrimente he s'egli riuoltasse il libro oue egli canta, & facesse che chi tie-ne il libro in mano da cantare, lo tenghi riuolto alla riuersa, alzando la uoce se le figure uanno in sù,
& bassandola se la uiene in giu: cosi con questa poca cosa i cantori possano far sentire a gli ascoltanti
un'altro canto, & uasciarli l'harmonia: ma bisogna esser padrone, & osseruare di queste poche, & breue
regole, che in detta reuolutione in luoco di ut, si dice la; di re, sol; & di fa, mi: mutando le parte
estreme una nell'altra, come seria dire; la parte che canta il basso darla al Soprano, & farla cantar
in uoce di Soprano; il Soprano darlo al Basso cambiando l'Alto nel Tenore, & il Tenor nell'Alto;
che cosi ne sen:irà mirabile effetto, & ne hauerà ogni sodisfattione.
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Et quantunque uolendosi fare in tutte le cantilene questa reuolutione per non esser a questo effetto
cosi considerate, & fatte; non solo alcune cattiue rimaneranno scoperte; ma anco molte consonanze che
doueranno all'udito esser soaue, & diletteuole, seranno aspre, & dissonore: nondimeno per mo-strar che si fanno anco delle compositioni con le cattiue, & con le cadenze: che riuoltandoel sono sal-uate, & fanno l'istesso effetto, io pongo questo infrascritto essempio.
[Music example]
La resolutione di questo canto si fa come quì in quest'altro essempio si vede.
[Music example]
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[Music example]
Accioche i cantori veggano meglio il modo di riuoltar le parte, & odino l'harmonia dieursa
causata dal moto contrario che fanno le figure; contra la opinione d'alcuni Prattici che non coglia-no concedere in nessun modo che le parte si possino riuoltare; dubitando che non si possino saluar
le cattiue.
Ma perche non solo cosi come si vede; che anco in altra maniera vna cantilena istessa si può
cantare; hauendo io già mostrato in che modo si faccia questa reuolutione, le difficultà che ci possa-no nascere, & come le cattiue con le consonanze si possano fare, & vengano bene: voglio anco dire
che ogni cantilene per difficile che si sia, dal numero binario si può al numero ternario transferire:
& questa è stata la mia principal intentione nel formare il presente Capitolo; poiche ogni compositio-ne può l'una; & l'altra harmonia fare: Et se bene il fine delle cantilene ordinarie per esser fatte,
in numero paro con le ragioni del binario stile, & le cadenze venir tutte nel cadder della mano: nou-dimeno queste due cose non sono di si momento graue, che possino alla Musica si gran danno appor-tare: & questo perche tre Tempi binarij, cascano sotto dua delli ternarij, & le cadenze per tal diui-sione non andaranno sempre in contrario, che ancora le se vedranno caddere in tempo: & quelle che
vi andaranno in contrario; non dissoneranno tanto, che gl'ascoltanti s'habbiano a chiduer l'orecchie, ò
vero se n'habbiano a fuggire.
Quì non ci è difficultà di quarta, ne di cattiua; ne meno si ricerca di hauer reogle per riuoltar le
parte; perche i canti rimangano nel loro proprio natural modo in quanto al mouimento ascendente, &
descendente: ma bene bisogna saper questo che volendo quelle cantilene che sono sotto il binario nu-no, che se le fossero poste nelle Proportioni maggiore, & minori imperfette: accommodandosi sem-pre con la piu facile; accioche meglio i cantori cantandole possino riuscire; & se pur non vogliano
hauer questo fstidio di considerar le figure oscure, & priuate del loro proprio natural ualore: le can-tiuo come fughe bianche, lasciando di hauer a mente le perfettioni, el diuisioni, & l'alterationi. Onde
accioche ogn'uno meglio m'intenda, tolto l'essempio riuoltato come piu propinquo, & postolo con le
proprie figure sotto la diuisione de tatti ternarij se li mostra in che modo quello che già si è cantato col
tatto ordinario; hora si canti in Proportione.
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[Music example]
et se questo modo a i cantori fosse assai difficile per la quantità delle figure diminuite; diuida ogni
tatto per mezzo che dalla diminutione ne vederà risultare, & vscire la Proportion minor perfetta:
cosi le si faranno piu ageuole, & tutti i cantori le potranno cantare, come cantandole sotto questa
diuisione si puòvedere.
[Music example]
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[Music example]
Il simile si può fare del principale, lasciando come io ho detto di considerare le perfettioni, l'alte-rationi, & le diuisioni delle figure che potriano essere per ragion di Proporitone, diuise, alterate, &
perfette: perche qualunque volta che le si hauessero à dimostrare in foggia di Proportione ò che biso-gnaria oscurar quelle figure che potriano pattire per gl'accompagnamenti delle pause ò delle compa-gne; ò che per vietare gli accidente delle Proportioni, farle tutte oscrure: Et io l'hauerci quì fatte,
se hauessi creduto di non confondere ò l'uno ò l'altro: poiche oscurandole, mi haueria bisognato far le
Semiminime di altra sorte riceuendolo la Minima tutto il suo colore: per questo io le ho fatte tutte di
figure bianche, senza oscurarne veruna.
Chi desidera di sapere in che modo s'habbiano da fare le Semiminime, nelle Proportioni imperfet-te douendosi far la Minima a quella similitudine, guardi nel Libro terzo, nel Capitolo trigesimo otta-uo, che iui haueuarà piena sodisfattione.
Questo modo di cantar le cantilene fatte sotto le considerationi del numero binario, nel numero Pro-portionato, & ternario, non è inuention nuoua, ne meno è cosa da non douersi fare; perche si trouano
auttori che hanno vsato questa foggia di cantare, tra quali è stato vno Iacobo Vaed Musico antico,
& celebrato; il quale ne gli Hynni suoi non solo in una occasione fa questa reuolutione: ma anco in di-uerse, & questo particularmente si vede in quel Hynno di Natale che dice: A solis ortus cardine che
Gloria tibi Domine, fa riddire tutto il primo verso in Proporitone; formando tutte le figure; in figu-re di Proportione imperfetta.
Ma perche ci potriano essere delle persone le quali per vn certo vso naturale, & per vna consueta
ostinatione non crederiano che il sudetto compositiore si sia seruito di simil commutatione in ne pongo
quì l'uno, & l'altro verso accompagnato con tutte le parte, sì perche si veggano esser quelle che io di-co: sì anco perche cantandole si senti il procedere che fanno. Et si habbia certezza del buono effetto
che producano, contrario al parer d'alcuni che credano, & vogliano che tal cosa non si possi fare, gli
essempij sono questi.
page 49v[Music example]
Anzi che per corroborarci meglio questa verità il sudetto auttore, non solo ne formò il verso superiore: che ancora ne formò il verso di San Michele Archangelo voltanto in Proporitone nel verso di
Gloria tibi Domine, tutto quello ch'egli hauea fatto cantare nel verso Collaudamus venerantes.
Lascio poi al giuditioso, & perito Musico l'altre dotte, & profonde inuestigationi che intorno a ciò
si possano fare; che a me basta per hora di hauer mostrato questo poco, non hauendo intentione di trat-tare de i secreti della Musica ò delle cantilene Musicale.
Se la Natura ò l'Arte c'insegna a cantar di Musica. Cap.LVIII.
FTanto proprio all'huomo il cantare, che quasi infra gli accidenti inseparabili si può connumerare, & porre: Onde spesso considerando la natura dell'huomo in questo particulare: mi
merauiglio come la natura cosi leggiadramente a cantar l'inchini: poiche non si troua huomo
che da natural voglia spinto non canti a qualche tempo, ò non gitti fuori voce simile al canto: e questo
non per altro; solo perche essendo egli atto al parlare, (parlando) sente che il suo parlar rissona. & rissonando il suono non è simile al suono delle campane che dal suo grado mai non si moue: ma simile a vn
suono mobile, & trasportatiuo, che hora s'anza, & hora s'abbassa; & di forte che si fà, si può modera-re, inasprire, & far dolce: Cosi disponendo il ragionamento per sonori gradi, lo distingue; & di ragio-namento lo riduce in canto: Di maniera che per dirla in breue la natura è quella; la quale c'insegna a
cantare: facendosi alzar la voce con altra maniera che con quella che si parla: ma non però col disporci
la voce in canto, c'insegna à cantar di Musica: perche la Musica è scienza, & arte che s'acquista
per fatica, & non insertaci per natura & quì si vede quanta differenza sia da canto, & Musica; poi-che sotto questo generico nome di Canto si contengano tutte le musiche harmoniali; ma non sotto il no-me di Musica si contengono tutti i canti; essendocene de molti che non hanno nisciuna forma di har-monia: come quello che fanno i fanciulli alle volte nel sollazzarsi che cantano puerilmente come gl'in-segna la natura.
E però quanto al quesito, se la uatua ò l'arte c'insegna a cantar di Musica, debbiamo à sapere che la
natura c'inchina. ma l'arte è quella poi che abbracciando simil dispositione, ci mette su la via a ridur
il canto in foggia d'harmonia, nè piu nè meno, che se vno non hauesse chi gl'insegnasse a ragionare; per
grande che egli fosse non sapria pur chieder il pane, non che l'altro cose di maggior importanza; con tutto
ciò, ch'egli hauesse libero la lingua, et hauesse voce atta a poter formar parole. perche se il ragionar nostro
non venisse dall'arte ò dall'acquisto; tutti quanti c'intenderessimo, & non seria differenza alcuna tra il
parlar Francese, & Spagnuolo, tra l'Inglesse, & l'Italiano, tra il Pollacco, & il Germano: ma essen-do per arte acquistato, secondo ch'egli si è imparato, cosi s'intende. Il simile auiene alla Musica che
se la non s'impara, non è chi harmonicamente possi cantare.
Onde è da notare che chi canta di Musica, et fà col cantare harmonia, può anco cantar semplice-mente senza produrre alcuna sorte di modulatione, & esser canto di Musica come seria a dire, colui
che sà cantare, qualunque volta che canta solo senza hauer altra compagnia che lo aiuti a cantare;
s'egli canta secondo le regole, & gl'ordini Musicali: quel canto si dice che sia $$$, & semplice canto
di Musica: ma s'egli è accompagnato si dice senz'altro che sia Musica: e questo perche la Musica
consta di piu voci, & il semplice canto d'uan voce sola: Ci sono bene alcuni talmente da natura fauoriti, & aiutati, che quantunque non sappiano per arte cantare: cantano solo vna parte simile a una par-te di Musica: & fanno che chi li ascolta, et ode, li giudichi per cantore: nondimeno presentandoli le par-te d'una cantilena in mano, non conoscano pur vna figura.
Questi che hanno si bella, & fauorita inchinatione, fanno torto alla natura non imparando di can-tare: perche con facilità mirabile impareriano, & de questi se ne trouano assai che per hauer vdito, &
ascoltato altri, hanno per dir come si suol dire rubbato gli aeri da cantare a questo e quello senza hauer-ui fatto studio, & sono anco de nouelli inuentori: Il che ci mostra, che la natura per sua gratia ci pro-moue al canto; con la qual dispositione poi, applicandoli le regole, & imparando a conoscere le voci tri-ste, & false, si viene a cantar di Musica; & far in compagnia d'altri quelle soaue harmonie che so-gliano tanto dilettare, & piacere: cosa che molti tanto se ne delettano che quasi se ne nutriscano,
& viuano.
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Del nouo & moderno modo d'insegnare a cantare. Cap.LIX.
SOleano gli antichi, et molti de moderni ando al dì d'hoggi sogliano, che il nouo et moderno modo d'insegnar non sanno; per certe uie lunghe caminare: le quali assai di quel tempo ch'al imparare faria bisogno tolgano: et molti in progresso di tempo s'aueggano, che de quei principij cosi lungo studio & fatica acquistati, & imparati; quando hanno imparato & sanno cantare nulla se ne
seruano; Anzi che chi alhora gli li adimanda tanto se ne ricordano, quanto che se non li hauessero im-parati mai. Quello in che si dura fatica in uano non è altro che il consumar il tempo nel insegnar la
Mano con tutte le sue cose accessorie notate & poste di sopra nel Cap.24. la quale trattiene lo scolare
senza profitto & utile: Non dico che la non sia buona & necessaria a quelli che vogliano passar ol-tra a i contrapunti, & alle compositioni: ma dico che a chi brama d'imparare a cantare è una cosa in-fruttifera: & quelli di piu anco che hanno pensiero di diuentare contrapuntisti, ò Compositori, mentre
che si uanno assicurando nel cantare possano queste, & se le fosser anco cento altre cose imparare.
In tutte le scienze & l'arte, i professori riffiutano le cose cattiue, & lascuano da parte tutto quello che
non fa per loro, & quando lo scolare troua la uia piu breue; piu uolontieri impara, & imparando s'inanimisce. Onde n'auiene poi che gli altri vedendo che cosi presto s'impara, dalla uolonta spinti, & dal
diletto di saper cacciati, anch'essi si mettano a imparare. Doue che i Maestri caminando per le uie
moderne & breue, agumentaranno il numero d'assai piu scolari & cantanti, che non agumentariano
se tenessero gli antichi stili. Questa breuità è tutta gloria loro, & per uia d'essa s'acquisteranno honore,
vtile, & fama. Perche sempre hauerà maggior lode, & farà acquisto di miglior nome chi breuemen-te & presto insegna; che chi ci mette, & consuma lungo tempo nel far l'istesso. Però ogni maestro de-ue studiare questa breuità; & procurare che da scolari conoscinta sia: per non imbrattarsi le mani, &
macchiarsi il uiso di quella infamia brutta, che molti per cupidità & auaritia si macchiano; non ha-uendo quella sincerità d'animo ch'à Christiano si ricerca & conuiene; tenendo gli scolari nel insegnarli
piu che possano; che per lo stentare & lo spendere, fanno a gli altri che li ueggano fuggir la uoglia
d'imparare: perche essi assai perdano, & fanno piu perdere al arte di quello che la non perderia, se
non fossero cosi cupidi & ingordi; poi che il guadagno & l'acquisto quotidiano non consiste in altro
che una multiplicatione, ò nelle cose per numero multiplicate.
Il modo dunque moderno et breue è questo di lasciare il principal ordine della Mano intesa per vt
A re B mi, & c. per quelli che uogliano passarsene a i contra punti et alle compositioni che le possano imparare nel progresso che fanno del imparar di cantare; et uenire immediatamente alla consideratione
delle sue principali lettere di che lei è composta, et perche chi bene ricerca in tutta la Mano non si trouano altro che sette lettere tre uolte multiplicate et la multiplicatione del istesso è un ridire la medema cosa: per questo si dice conforme a quello che si è detto di sopra nel sudetto Cap.24. che in tutta la Mano,
non sono altro che queste sette lettere A B C D E D G. Come seria a dire per principiar da un capo A re, B mi, C fa ut, D sol re, E lami, F fa ut, G sol re ut: le quali si debbano mostrare et
insegnare per la prima cosa allo scolare; & poiche l'hauerà imparate se fia bisogno gli le faccia mul-tiplicare doue piu uede lo scolare hauerne necessità: & cosi introdurlo nella cognitione sotto quai no-mi si sumministri la uoce quando si uogliano cantar le figure Musicale. Alcuni sogliano principia-re dalla lettera C tolta in C fa ut; ò in C sol fa ut: & questo lo fanno perche la piu parte delle uo-ci conuengano nel graue ò nel acuto. L'una e l'altra uia è buona: perche quelli che caminano per la uia
delle prime lettere che trouano nella Mano, si reggano dal ordine di esse lettere che principiano A B
C D & c. & gli altri caminano per uia di natura: & benche senz'altro dal principio di natura si do-uesse incomminciare: nondimeno per la facilità delle lettere, et per non confonderle si debbe incommin-ciare dal principio di esse lettere: quando però i Maestri non conoscano che a un scolare sia molto piu
meglio un ordine che l'altro: perche tutti dua sono in libertà sua. Fatto questo gli mostri poi che per
la lettera C s'intende le figure cantarsi per natura; per F il b molle, et per G il b quadro; cioè
che in tutti i luochi doue si troua questa lettera C quel ut cantarsi per natura, che uuol dir naturalmente senza ueruna accidentale occasione: & doue si troua l'F quel ut cantarsi per b molle, & ulti-mamente doue sitroua il G quel ut cantarsi per b quadro. Di modo che il C; et il G si cantano
per natura; & l'F per b molle. Onde perche questo parlar di graue, di natura, & di acuto non da
$$$ forsi serà inteso per decchiararlo & Darlo ad intendere ciò che ogni uno di loro uoglia dire dico, che
per la diuersità delle uoci humane che seruano ò possano seruire à cantare, esse uoci si diuidano in quattro
sorte principali: et cosi secondo che alle orecchie nostre diuersi effetti porgano; cosi diuersamente sono no
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minate. Quando che la uoce è grossa et che descende si come i Prattici la chiamano Basso, cosi i Theorici
la chiamano graue. Quando che l'è alta in quell'altezza che la si può trouare, la chiamano Canto ouer Soprano, et essi uoce sopra acuta: dimodo che il Basso si chiama graue, il Tenore naturale, l'Alto acuto, et
il Soprano sopra acuto: graue perche fra tutte le uoci si discerne esser le piu basse: naturale perche quasi
tutti gli huomini naturalmente conuengono in quella uoce; acuta perche supera et trascende la naturale: sopra acuta, poi perche è sopra la naturale & sopra dell'acuto. Onde perche tutte le uoci humane, sieno di
qual sorte che si vogliano, tutte dico conuengano in queste quattro sorte principali per questo è bene à
torre le sette lettere di sopra nominate, et da quelle incomminciare à insegnar di cantare a chi brama imparar di Musica, & perche le uoci hemane naturalmente non ascendono piu di otto gradi; ouero otto diuerse uoci che uogliamo dire, ascendente una sopra l'altra:per questo si dice & prohibisce alle uoci acute
imparar le lettere del graue: come anco alle parte graui imparar l'acute: essendo in gittar uia il tempo, et
uno affaticarsi senza proposito. Però dal ordine delle lettere di natura & da quello che hanno in se stesse
le dette lettere, si ordina & Distribuisce alla parte graue che è quella del Basso il principio di A re sino
A la mi re; alla parte naturale che è il Tenore da C fa ut sono à C sol fa ut; alla parte acuta che è
l'Alto da A la mire primo sino al secondo: alla parte poi sopra acuta che è il Soprano, da C sol
fa ut in sno à C sol fa: & se bene queste parte etrano alle volte di vna nel altra: non per questo si ha
da intrare da un ordine al altro; perche entrandosi si confonderiano tutte le principali maniere d'insegnare, & si entraria da vn ordine distinto, & chiaro; in vn ordine riuoltato & confuso. Et quel maestro
che ha per le mani nouello scolare, non gli ha da proporre altre lettere, ne dechiararli altre cose che quelle che si conuengano alla proportione della voce: cioè s'egli ha voce bassa proporli le lettere nel Basso,
& con quelle mostrarli la chiaue & tutte le cose che si appartengono alla voce graue; proponendoli le
cose chiare et le piu semplici: se poi quel scolare ha uoce di Tenore proporli quello che al Tenore s'appartiene; procedendo con quest'ordine in tutte le parte: perche intesi che haueranno le cose principali della
sua parte, à poco à poco entrando nella cognitione delle parte altrui; & senza fatica di chi gl'insegna si
faranno patroni delle lettere multiplicate, trouandole l'istesse nel graue & nel acuto. A questo propo-sito di hauer distinto le voci graue & naturali, dall'acute & sopracute; non voglio restar di dire, che
se bene in tutto l'ordine della Mano si troua anco b molle graue & b molle acuto, oltra gli quattro
nominati: non per questo si reprobano dal detto ordine & si dimettano per cose inutile; perche quando
si considerano le voci humane, si lascia di considerare tutti quei luochi che nella Mano sono per natu-ra atti à riceuere le scale di vt, re, mi, fa, sol, la: ma solo si considera la voce bassa esser diuersa dalla na-turale, la naturale dal acuta, et l'acuta dalla sopracuta: essendo essi luochi case oue sono reposti gli principij et l'introdutioni delle scale per natura & per b molle. Habbiamo dunque sin quì la voce humana
distinta nel Basso, nel Tenore, nel Alto, & nel Soprano: & dimostrato che volendosi insegnare a can-tare à qual si voglia nouello scolare, si debbano torre le sette lettere che si ritrouano nella Mano, in
A re graue per il Basso, in C fa ut naturale per il Tenore, in A la mi re acuto per l'Alto, & in
C sol fa vt, per il sopra acuto; & se il Maestro che l'insegna conosce esser bene à pigliarle in altro mo-do per accomodar il discepolo; non se li chiude la via, ò se li prohibisce di non poterlo fare, essendosi que-sto ordine dato nel vniuersale, seza pregiuditio del particulare.
Da chi si ha da cercar d'imparare a cantare, & qual cosa vn scolare habbia da imparar prima. Cap.LX.
Nisciuno al mondo per saggio, riccho, virtuoso, ò possente che suo padre sia; dotto ò uero con dottrina nasce; et chi poco, ouero assai di qualche cosa ha cognitione, non dalla Cuna ò dalle fasce
quella cognition seco ha portato: Perche la scienza è vn vaso di dolcissimo liquore ripieno, al
quale quando se gli và per torne, oltra che la via è faticosa, longa, ardua, et difficile: altro non se ne porta
se non quel tanto ch'iui si beue; & veruno al compagno per torli la fatica ne può portare, se ei da se stesso faticandosi non se ne và a torre: perche ogni vno che ne uoglia conuiene andar al fonte, il quale è in
defficiente. & che cio sia il uero; appertamente il si vede: che i piu saggi virtuosi ch'al Mondo fosser
mai; ne a suoi figliuoli, ne ad amici, ouero heredi nel morire gli hanno potuto le loro virtù lasciare: cosa
in uero di alta conditione, poi che quelle teste cosi sauie, & si di dottrina pieue, che già per le virtù sin-gulare, & le belle qualità rare, tutto il Mondo prezzaua, stimaua, reueriua, & honoraua; morendo,
è morto seco ogni lor sapere. Però fa dibisogno & è necessario che chi qualche cosa vuol imparare, col
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sudore delle fatiche se l'acquisti: & a chi l'ingegno & la natura assai aiuto porge: Lodi Iddio si largo
dono vniuersal dispensatore delle gratue, che senza di lui nulla di buono si troua, & non se ne insuper-bischi & glorij; che ben spesso ciò ch'hoggi amando si loda, domani odiando si disprezza: & quel fiore
ch'hor hora è vago & bello sul suo piede; da quì à poco in terra pallido & disteso giace.
Si uede che il mondo de superbi quantunque dotti sieno stati, nulla honoreuol memoria di essi tiene,
& appresso tutti sempre è stato piu in peggio l'humiltà semplice & ignorante; che la dottrina superba
et ambitiosa. Questo si dice; accioche i scolari sappiano che si nasce ignorante et che chi vuol saper qual
che cosa conuien che studiando l'impari: & accioche anco quelli che sanno vn poco piu de gli altri, non
s'insuperbischino del lor sapere: perche i piu superbi edificij & le piu alte torre dal ciel percosse si sono
rouinate & al fine destrutte. Onde uolendo dimostrare che i maestri non s'hanno delle loro dottrine à
insuperbire dico: che non tutti gli huomini che sanno & hanno cognitione di qualche scienza, di quella
scienza che hanno cognitione et sanno, possano esser maestri: perche molti sanno vna cosa & la intenda-no; ma non la sanno ad altri bene insegnare; che si come in tutte l'arlte gl'artefici con la cognitione han-no d'hauere l'attitudine; cosi anco i maestri conuengnno hauer gratia & modo d'insegnare: perche la
facilità delle scienze consiste nel saperle altrui dare ad intendere. Colui dunque si può chiamar maestro
che non solo è atto, ma ancora sà la sua scienza insegnare; & allhora si consoce s'egli sà insegnare, &
se in segna bene; quando che dalla sua scola, ne sono vsciti, & n'escano scolari che subbito se vogliano
possano esser maestri. Da questi bisogna andare chi vuole imparar presto & bene: perche scolar nouel-lo malamente sà dar lettione, & perche prima che uno diuenghi maestro conforme al dir di sopra con-uiene ch'egli prima sia stato discepolo & scolare; & ch'anch'egli ciò che insegna ad altri, da altri im-parato l'habbia: io uoglio à chi si sente gagliardo & forte di poter insegnare apprirli la via d'acquistarsi
honorata fama & lodeuole riputatione.
Però deposto da vna parte tutte le ambitioni, & pensato qual sia la uia piu breue, di quella faccia
elettione, & innimischi lo scolare al imparare: accioche tanto piu se gli confermi la uoglia di sapere,
& datoli scritto dinanzi le prime lettioni della Mano & con che nome si sumministrino le figure
con la uoce, gli msotri vna delle infrascritte scale.
[Music example]
Quale che piu fanno a proposito dello scolare: accio-che da se stesso possa studiare di legger le figure, &
nota che si come egli li mostra la uia con che si ascende: che cosi ancora gli ha da mostrare con che mez-zo si decende; tenendosi altro ordine di quello che si
è tenuto nel ascendere: & però fattoli imparare vna di quesse scale ascendendi li mostri & li facci im-parare vna di queste scale descendenti che sono l'infrascritte.
[Music example]
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[Music example]
Cosi per questa breue via imparato di leggere,
li mostri tutto il numero delle figure Musicali, &
li dichi di ciascheduna il particular ualore, tanto
delle maggiore quanto che delle minore; di poi li
mostri il tatto, & li dica in che modo si summini-strano le figure sotto di lui; & preso un libro oue egli intende di darli le prime lettioni, incomminci al-quanto di quelle figure lette con esso à cantare, & tanto seco le canti che cantandole hoggi & domani,
le cominci al quanto à cantar bene, doue che poi assicuratosi alle uolte lo possi lasciare. Sono alcuni che
trouano cantilene per darli le prime lettioni, nelle quali il cantore non sia astretto di far m$ntatione:
accioche piu facilmente l'impari; ma quello di che il maestro debb'essere auertito è ch'egli seco non
canti sempre come fanno alcuni; massimamente quando lo scolare incomincia à intendere il valor del-le figure, & ch'egli se ci accomoda à portarle bene: perche oltra la fatica che inuano egli dura: mette
assai piu tempo nel insegnare; piglino in questo essempio, dalle nostre madre ouer nutrice; che per non
tenerci ogni hora nelle braccia, uolendoci insegnare à camonare, esse con uno de suoi passi ci fanno mo-uer i piedi & ci guidano; che quando poi li pare che siamo alquanto assicurati ci lascia da noi stessi gi-re: ma quando per debolezza nostra mostriamo di uoler cadere, presto le ci porgano la mano.
Cosi deue fare ogni buon maestro che brama & ha dessiderio di far delli scolari assai. Si guardi an-cora, di non seguirare quel si (da buoni) biasmato stile, di cantar si forte, che piu corte cantar non possa:
parendoli forse che il ben cantare consista nel gridare, & non si auede che egli stanca le uoci senza al-cun profitto, & fa ridere gli vicini & chi passa per quelle contrade: che se lo scolare non potesse imparare senza gridar forte, direi che gli hauesse ragione: ma si vede che cantando piano anco s'impara: però si
come tutte le attoni ricercano modo, & moderatione, modo per farle riuscir belle, & moderatione per
far che le durino: cosi anco l'istesso deue fare il maestro: moderarsi nel gridare: & hauer modo di non
seguitar sempre chi piglia le lettioni: In questa tale occasione basta di vdir tanto la uoce; quanto che in-tonando le figure, non se li conoschi diffetto ò mancamento: Cosi poi conuenendo lo scolare (col tempo fatto cantore) di cantar in Cammera: canta si fattamente che per cantore da chi fa eletion delle parte non
è riffiutato mai: che se egli hauesse l'uso di cantar forte, in quel caso seria difficil cosa ch'ei si potesse moderare: & chi dice che col gridar forte le uoci si fanno; s'inganna doppiamente, prima perche molti im-parano di cantare per cantar piano & nelle Cammere, oue s'abborisce il gridar forte, & non sono dalla
necessità astretti a cantar nelle Chiese, ò nelle Capelle oue cantano i Cantori stipendiati; & questi sono
i Gentilhuomini: & gli altri che non hanno dibisogno per questa uia di guadagnarsi il pane: & poi
perche si stabiliscano le uoci solamente quando le si mutano; & chi da natura non l'ha fote per gridar
non l'ingrandisce mai; gridi pur quanto sà gridare. Similmente quando i scolari hanno imparato di
nummerare le pause, non permettano mai che cantando le cantino forte, ch'oltra il disturbo che si da à
chi li ua dietro ò inanzi nella numeratione, mostrano la poca accortezza che hanno hauuto i maestri
nel insegnarli & nel darli le lettioni. Queste cose tutte uanno vna dopo l'altra insegnate; secondo che
si uede colui che impara piegarsi alle cose cattiue: Ma perche non resti con la cognition sola del no-tegiar per natura; dopo ch'egli si serà assicurato nel leggere ogni cantilene naturale; li proponghi poi
gli essempij accidentali che sono quelli fatti per b molle in una de queste maniere che quì per com-modità di ogni vno si vede.
[Music example]
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[Music example]
Perche se gli ponesse inanzi con le naturali, seria vn volerlo confondere senza verun guadagno,
che ne anco i fanciullu quando vanno alla scuola i maestri non gl'insegnano tutto in vn tempo di com-pitar le lettere, & di releuar le silalbe: ma gl'isnegnano prima vna cosa, & poi l'altra: Cosi si può se-guitare fin che li pare di poterlo far cantare in compagnia: allhora poi gl'insegni il modo di cantare,
& di raffrenar la voce per non superare gli altri: ne però permetta che canti si piano, che vna Mu-sica oue egli è introdutto a cantare paia vota, ò senza quella parte: perche l'uno, & l'altro sono deffet-ti insupportabili.
Et questo si dice perche molti hanno voce detta voce di testa; la quale è da cantanti produtta con
vn certo suono frangibile, & il frangente è una certa cosa che per ogni poco si sente; e però si auer-tiscono a moderarglila; sì perche non habbiano da superare gli altri; sì anco perche la detta voce
di testa il piu delle volte offente.
Queste & simili altre cosette sono necessarie di essere al cantore con le lettioni mostrate: accioche
poi nel cantare dia di se a tutti buona sodisfattione; altrimente sappia che non serà se non in qual-che bisogno prezzato, & si farà di lui come si suol far delle Gemme pretiose che alle volte si lega-no in piombo non perche le habbiano cosi sempre da stare: ma perche allhora non hanno occasione di le-garle in oro, in quel modo che le legano poi con commodità, & opportuno tempo.
Qui non resterò poi con l'occasione di hauer posto le scale naturalu, & le trasportate, di dir anco-ra che non tutti sanno con che mezzo s'eschi fuori della Mano Musicale: Et accioche ad ogni
vno a cui si rappresenterà occasione d'vscir fuori tanto nella parte superiore quanto che inferiore,
non paia strano, & l'habbia per cosa difficile se be formano questi quattro infrascritti essempij.
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[Music example]
Cosi con questi mezzi non solo saprà le scale che sono dentro della Mano Musicale: ma anco in
ogni caso di vscir fuori saprà come si esce. Coloro poi che non si voelssero seruire delli superiori es-sempij: Adopri gl'essempij del Tigrino; ò se pur anco quelli non li piacciano se ne formi a suo volere:
che tutto quello che quì si dice; si dice in quanto al'vso commune, & non particulare.
Chi, & quale debba essere il Cantore. Cap.LXI.
QVanto le scienze, & l'arte sono piu nobile, tanto piu nobile professere, & artefice ricercano, et
richiedano: perche cominciando dall'arte; brutto seria di vedere chi maneggia l'Oro, l'Ar-gento, & tutte l'altre pietre pretiose; che maneggiasse ancora le cose sozze & immonde.
Et si come per corrispondenza della persona, al Villano comparisce bene in mano, la zappa, l'Ara-tro, e'l Vomere; & non gl'Elmi, i Stocchi, i Stendardi, & li Destrieri: cosi anco nelle mani de molti non
istanno bene le cantilene. Onde perche la Musica è vna certa scienza della quale i nobili volontieri
se n'ornano, & con essi loro molte volte i Signori di grande importanza l'imparano per hauer honore-uol solazzo, & piacere, per questo fia bene di mostrare chi, & quale debba essere il cantore.
Però dico prima che l'arte in se, & la professione della Musica; ha piu del nobile che del meccani-co, & hauendo piu del nobile come ogn'un vede; si prohibisce a chi che si sia l'impararla, & imparata
essercitarla, ch'essendo occupato in arte mechaniche, per essercitar gl'essercitij suoi conuien portar zinnali ò paramanzi: che se bene quando si congregano in vn luoco per cantare, per quel poco tempo li depon-gano; non per questo di equità, & di ragione li si concede: perche chi li conosce, per quelli sempre li tie-ne: non solo perche i detti parananzi, & zinnali fanno nauesa qualunque volta che si veggano in que-sta delicata attione: ma anco perche sempre ritengano del'odore di quelle cose ch'essi maneggiano: Et se
a veruno mai licenza si douesse concedere, & dispensare: Muschiari, & Profumineri piu che a qual si
voglia altro artegiano si doueria dispensare & concedere, i quali per le cose odorifere, & delicate che
continuamente maneggiano potriano tra persone honorate, & ciuile conuersare; nondimeno perche l'arte manuali son contrarie a questa professione a tutti gli artegiani senz'altro se li prohibisce: & non ostante gli artefici ( le cui arte i Signori, & i Gentilhuomini hanno a schiuio, & sono vili) non si debbano oc-cupare in questa scienza, & professione, si prohibisce ancora a Vecchi, massimamente a quelli che piu
di dottrina, & prudenza sono ornati, & pieni. Onde per non tediar la gente in far scielta del canto-re dico, ch'egli deue essere giouine, pullito, ben vestito, non al tutto ignorante, non di fauella impe-dito, ne men mordae nel parlare; ma gentile, cortese, mondo, & adorno: che gl'ornamenti per
dell'honestà non passino i terminati segni. Non debbe esser buffone, ne de quelli che si dilettano di bur-lar li compagni, ne meno di notabil vitio macchiato: perche i vitij notabili, il burlar li compagni, &
l'esser buffone, causano il disprezzo della persona; oltra che toglie ogni honesto ardire, & chi non si
cura di conuersar tra l'honorata gente con infamia, dimostra esser sfacciato, & senza honore. Et se ni-sciuno ricercasse l'intima ragione perche a Vecchi piu che a gioueni l'imparar di cantare, & etiam l'im-parato si prohibisce; sappia che non per altro prima, perche molte volte ò per dir meglio in pochi vec-chi la vaghezza, la pulitia, & gl'ornamenti della persona esteriore si ritroua. & poi perche la Mu-
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sica è vn sollazzo piaceuole, & vna dolce recreatione, & essi non hanno bisogno di sollazzarsi & re-crearsi: ma bene (à guisa di buon soldato che essendo sfidato alla battaglia s'arma, & vigilante aspetta
lo nemico) d'apparecchiarsi & disporsi alla morte: che se i giouani moiano; tanto piu essi della morte
debba temere & dubbitare. Or dico che la conuersatione humana, non solo ama, ma anco abbraccia
& accarezza le vaghezze, gl'ornamenti, & le pulitie humane; & per contrario, le difformità, l'im-monditie, & le cose sozze sprezza, condanna, & fugge. A quei vecchi solo si comporta il cantare, che
de canti sono compositori: perche se bene in loro qualch'vna di queste imperfettioni appariscono: non-dimeno l'aspetto venerabile, & la dottrina che hanno in questa professione, ogni diffetto cuopre. & per-cio si vede ch'essi il piu delle volte tacciano, & non cantano; se però de cantori non hanno gran bisogno
& penuria; à quali i diffetti & le imperfettioni senile si supportano, essendo à Cantori come Maestri
& Padri. Ma non si deue già comportare che le donne imparino, & faccino questa professione; se non
hanno à essere nel secuitio di Dio collcate: ouero se quelli che l'hanno, non si compiacciano cosi d'hauerle per vdirle à cantar sole: poiche essendo questa professione di non poterla fare senza compagnia, per
douersi accompagnare & mescolar tra giouani & huomini fatti, (non trouando gran numero & copia
di donne che sappiano cantare) fariano che in cambio di cantare le se stariano con essi à sollazzare; &
i suoi prorpij che hanno carico di custodirle bene, gli apprirebbono la via; & li spallancharebbono le
porte à farle cadder nel male in che essi cercano di ritrarle: & cosi de disonori suoi seriano le prime
& principal cagione: Perche se bene tra le donne ancora si troua chi habbia animo & cuore di ma-neggiar le spade, non per questo se concede che le tolgano in mano, & che se le cingano al fianco: perche
togliendole et cingendosele: conueriano con gli huomini arditi et valorosi praticare: & praticando seria
sicura via à farle trabboccare: Oltra che fuori de canti dedicati à Dio: (che poi non si cantano in altro
loco che nelle Chiese) altro mani non si canta che le doglie, le passioni, le pene, gl'affanni, & gli martirij
che per amor di donna patiscono gli amanti: per il che i Cantori cantandole, si sforzeriano di dirle &
mostrarli ch'essi le cantano in suo fauore, quantunque anco non ci hauessero pensiero; & cosi le direbbo-no si affettuose, & non sospiri si caldi, che le farebbono di se stesse in vaghire, & inuaghite cadder dentro
alel rete di chi fosse tra cantori piu auenturato & piu ardito; ò di chi meglio l'hauesse saputo tendere.
Questo dunque io lodo & per commun zelo io uorrei che si come un huomo per necessitò grande
ch'egli habbia di uiuere, non stende le mani sù l'ago, sù là connocchia, sul naspo, ouer sul fuso: che cosi anch'esese lasciassero da parte quelle attioni virile con le quali senza macchia, ò periculo di macchiarsi,
non si potriano far uedere: & che attendessero à qnello che pin gl'importa; & non uolessero esesere à se
medeme le reti, i fossi, i precipitij, & le ruuine: che se molti non permettano che le figliole loro imparino
di leggere & di scriuere, per torli l'occasione di far male: & nondimeno col leggere particularmente
possano al anima assai giouarsi, legendo & recitando le deuote et sante orationi: quanto maggiormen-te il doueranno prohibire il cantare; non apportandoli il canto uerun bene spirituale? Anzi che se
noi vogliamo ben considerare il tempo ch'essa una tal attion et virtù può essercitare; lo trouaremo si
poco & si breue che senza altra ragione gli lo prohibiberemo: poiche ne gli anni solo in che ella Vergi-ne viue; si troua di fatiche scariche & uota: perche dopoi l'essersi accoppiata in Sacramento matrimo-niale, comminciano i parti à trauagliarla, & i figliuoli a disturbarla in maniera tale, che non li man-ca mai che fare.
Et però dico ch'a lei ancora questa attion si vieta: et al huomo si concede: trouandosi l'huomo piu li-bero, piu faciel ad adoprarlo, & piu schietto ne gli adornamento che non è la donna.
Il Cantor dunque debbe esser giouine, vago, pulito & bello senza veruno de quei diffetti di sopra
commemorati, & quelli che non sono tali non riguardino al mio dire. ma si sforzino di esser tale
tra persone honorate quale à persone honorate si conuiene, che copriranno ogni difformità & im-perfettione.
Delle particulare qualità del Cantore.Cap.LXII.
NE l'arte, nè la natura conducano tutte le lor cose à perfettione, che l'una e l'altra per diffetto,
et mancamento di materia ne fanno delle mostruose et strane: Anzi che le nostre madre pro-prie che pur hanno buona & pura intentione di farci compiti & belli; per il sudetto manca-mento & diffetto ci fanno mostruosi stroppiati & guasti: che se non fosse alle volte l'ingegno & l'istes-s'arte: per mezzo dela quale molte cose si rispettano & racconciano; non seria chi ci volesse vedere: &
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può tanto questo ingegno & quest'arte, che se le cose alle uolte fossero del suo abellimento spogliate &
nude, rimariano si difforme & brutte, che le ci seriano odiose & abomineuole.
Per l'ingwgno & l'ornamento dunque si trouano molte cose si vaghe, che non solo sono poste tra le
cose belle; ma anco nel numero delle bellissime. Onde è auenuto che hoggi giorno tutto quel che si vede
per l'artificio grande ch'in se tiene, da tutti con stupore & merauiglia si ci mira: Il cui artificio da al-tro che dal giuditio humano non deriua ò uiene: perche eglio è quello che l'arte signoreggia & possiede;
& con esso ordina, diude, applica, & dispone sopra tutte le cose quanto li pare ò piace.
Or se l'huomo detto animal perfetto à cui è dato con l'ingegno & l'arte di poter ne i bisogni aiutar
la natura: nelle cose monstruose tanta diligenza & studio pone nel coprir i diffetti altrui; quanto piu ei
deue faticarsi in ornarse stesso, & in cuoprire i diffetti suoi? Certo che gli habbiti & le vestimanta belle, nascondano di grande difformità, & di brutte cose: le quali ancor che senza vergogna le si potessero
vedere, per non essere delle repprobate, ò delle uergognose: nondimeno volontieri le si tengono nascoste
& coperte: perche nisciuno ama uedersi brutto & difforma; & tanto piu l'huomo vi studia in coprire i
diffetti suoi: quanto più specchiandosi brutto si vede: Il che si loda quando si può fare: ma perche non tutte le difformità & imperfettioni ch'uno ha in se stesso può v edere come altri le ueggano bene. però mi
è parso cosa honorata & Degna; di auertir il Cantore con questo presente Cap.
Però li dico che l'ornamento del huomo non consiste solamente nel habbito, & nelle vestimenta; che
anco consiste nel procedere, ne gl'andamenti, nelle attioni, & nei costumi: & perche i costumi mostra-no le attioni compite & perfette, le attioni poi perfette & compite si ueggano nel operar bene: per que-sto dico che essendo anco la Musica vna operatione; ricerca costumi, creanze, & bel procedere.
Bisogna dunque che il cantore sia ben qualificato & compitamente de costumi ornato: perche can-tando opera & operando fà atti, i quali se non sono bene accompagnati lo rendano odioso & disdice-uole. Non si dice ch'egli non habbia tra gli huomini di questa pofessione star ardito, & essere animoso &
viuace: che in ciò tutta volta che non si passano della modestia i segni, non se li ha da dar legge; ne me-no io intendo di moderarlo nel parlare, nel scherzare, nel motteggiare, nel audatia, ò in altro che che si
sia: poiche può bene ogni vno pensare, che ragionando de canti, di Musica, & di Cantore; non vorò toccare di quelle cose che non fanno à proposito del ragionamento mio: ma solo dirò di quelle che piu
vanno à proposito.
Quelle che piu vanno à proposito sono tutte le attioni mal fatte, che il cantore non auedendo si fa
nel cantare. Però prima habbia riguardo mentre che canta di non far atto non solo con la uita; ma an-co con la bocca: torcendola hora da una parte, & hora dal altra; ò di riuoltar gli occhi à modo di spiri-tato: perche chi l'ode & scolta: non solo lo scolta & ode; ma anco l'osserua & mira: & perche le belle
fatezze piacciano piu che qual si voglia altra cosa: per questo dico che sempre piu piacerà à gl'ascoltanti schietto Cantor modesto: che l'artificioso scontrafatto.
Di quì nace la cagione che molti prohibiscono à Sig. il sonare gl'istrumenti da fiato come le Trombe i Cornetti, i Pifari, e gli altri: perche con essi si conuien guastar il uiso, & di bello ch'egli appare, far-lo mostruoso & difforme: & se alcuno mi dicesse che tal cosa ista bene ad un Signora che à un altro
ista male: come seria male à immitarli, nelle pompe & nelle spesse, ò nelle attioni delle giostre ad altro:
& che per questo non serà anco cosa da farci stuppire & merauigliare se à Sig.non è lecito il far simi-le attioni difforme: che à un altro si comportano ne sono punto disdiceuole, rispondogli li dico che altro è
l'immitar uno nelle facultà di fortuna, et altro è l'immitarlo ne i beni & nelle facultà della natura:
I beni di fortuna si debbano tener stretti et cari, perche facilmente si perdano. ma i beni di natura per
non potersi perdere, ogni uno è obligato à spenderli largamente: oue si vede che tanto al pouero; quanto
che al ricco stanno bene i costumi.
Perche dunque se la natura ha fatto ad vno la bocca dritta profilata & bella: & gli occhi immacu-lati sinceri & netti: perche dico torcerli, & in atto difforme riuoltarli vuol egli quelle bellezze guasta-re: se quelli che l'hano storte & guaste, con ogni ingegno & arte cercano di rassettarsele? Ogni vno
deue: anzi si de forzare di mostrar a tutti le piu belle qualità del corpo ch'egli habbia, et che siano de-gne di esser vedute; & non quelle che per natura sono belle guastare, ò con difformità cuoprire.
Secondariamente si guardino i Cantori di non caddere in quel errore che molti ci cascano; che per
accomodar la uoce, et pronuntiar le figure Musicali con il tremolo, mouano con tremolo il capo, come
se quel tremolo dal capo venisse: & nondimeno esso col capo nulla hà che fare: et che cio sia il uero (se
però non lo uogliamo credere) rimiriamo molti che lo fanno, et non solo non mouano ilcapo; ma ne an-co pur la uita, et lo fanno si bene che non si puo far meglio: Anzi che de quelli i quali mouano si la
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testa, ce ne sono assai che quantunque la mouano non lo fanno, et si credano di farlo: Questi sono simili
a quei fanciulli che caualcando un elgno si credano di caularcar ogni gran bel destriero. Il tremolo nella
Musica non è necessario; ma facendolo oltra che dimostra sincerità, et ardire; abellisce le cantilene: ma lo
star sauio col capo, co gl'occhi, e con la vita, è quasi una necessità ne i canti, inseparabile: che si come il cantar male alle punghate orecchie dispiace; cosi anco dalle difformità et bruttezze che si fanno con la vi-ta nel cantare, gl'occhi non hanno buon diletto ò sodisfattione. Coloro ancora fanno male che per farsi
consocere et stimarsi da qualche cosa nel cantar che fanno, cantano due ò tre figure su'l libro, et quattro e
sei con gli occhi girati altroue; chinando il libro in he cantano, ò coprendolo con le mani: perche nel cantare non si ha da far attione che dimostri disprezzo: et tanto piu quest'atto disdice, quanto che volgendo
gl'occhi hora à un compagno, et hora al altro; gl'astanti che stanno ad ascoltare et che non sanno piu
che tanto, pausando quelle parte ch'esse riguardano; si credano che col guardarli si siano aueduti di qualche errore commesso da quel tale che alhora pausa. Cosi per questa uia fanno credere a quelli ch'iui so-no congregati et ridutti per sentir à cantare che i Cantori non sieno cosi buoni perfetti, et sicuri come
lui, et pur alle uolte ce ne seranno de li migliori. Ne meno vogli otacere il biasmo de quelli che hauendo
vicino a loro un Cantore di poca stima, sentendo qualche da loro non conosciuta disonanza; cagioata
per artificio delle compositioni, o per la prestezza, ò intardanza di qualche altro compagno, alla prima
gittan gli occhi sopra il sudetto Cantore, et fanno che la gente creda che quel tale della disonanza sia
cagione. Di piu anco non s'hanno da lodar quelli che hauendo alle uolte udito un passo, ouero che per scienza lo sanno tacendo in quel punto la lor parte, per dimostrare che sanno qualche cosa si mettano à cantar le parte altrui; dando mala sodisfattione a quel cantore che in tale occasione senza uerun proposito
d'altrui si sente à cantar la sua parte; et spesse uolte lo distolgano dalle uaghezze ch'egli in quei luochi
si sente di ptoer fare. Quand'uno attende a i fatti suoi dimsotra a circonstanti d'esser prudente et chi
fa bene ciò ch'egli deue, ogni obligo adempisce, et non si reputi mai ueruno che l'entrar nelle fatiche al-trui honor li sia, et ultimamente chi impedito et occupato si ritroua, malamente gli altri aiuto porge. Questo non si dice per li maestri del arte, et per quelli che sono della professione: perche essi col cantar loro
non tolgano i luochi, ne l'animo al cantante di fare i suoi fioretti: per esser tutto quel che fanno sempre con
artificio fatto, et non porgano aiuto se non à chi stà in procinto di caddere, et di piu quando hanno la parte in mano la cantano come cantore, ascoltando il concento come Compositore, et non cercano in quest
presuntioni, tolte (da chi se ne intende) per uanità et sciochezze. Sono altri cantanti che non sanno cantare, se non tengano il libro con il capo uoltato alla parte sinistra, ouero alla destra, et piu altri ancora che
sempre si maneggiano la barha, ò che con diti si purgano il naso, o che si poggiano con le mani al viso, et
molt'altre cosette, ch'ogni vna tanto disdice; quanto che rimirandole in altri le non ci piacciano.
Cosi ancora non ista bene à chi canta di giocar con le mani, co i piedi, ò con che si sia in tauola;
ne maneggiarle senza proposito ò pensiero: perche stando in quella attione, deue pensare ch'ogni vno
mirandolo l'osserui: Et si come una vaga, & bella giouine trouandosi in luoco publico oue si conuiene
con modestia stare: perche sa da tutti esser rimirata, si guarda di far atto per cui chi la mira l'habbi
da burlare & beffeggiare: Cosi anco il Cantore considerando ch'ogni vno mentre egli canta, volontieri
lo guarda, si deue emendare di tutte quelle cose ch'egli in altri vede star male. & di quelle ch'egli cre-de che in lui non stiano bene: s'egli però di lui vuole à gl'astanti dare buona & compita sodisfattione:
Et benche non ogni volta che si canta si troua gente ch'osserui questo & quello; perche non sempre si
canta per delettar altri ch'ancho si canta per dilettar se stessi: nondimeno i compagni proprij che can-tano rimirandosi alle volte l'vn l'altro, veggano le attioni brutte & belle:Cosi dopo il cantare piglia-no con summo diletto piacere de quei atti si difformi & scontrafatti: Altri senz'auedersi ciò che fanno
cantando cantando, accompagnano con il capo le figure; dimodo che se le figure descendano, essi col ca-po s'abbassano; se l'ascendano s'inalzano.
Altri non potendo nelle figure che sono collocate in certe corde alte giungere & ariuare; slungano
il collo & inarcano le cighia mostrando vn viso dispiaceuole che par apunto che ci sieno tirati per forza. Altri vltimamente ritirano la faccia sotto la gola, & pare che cantando si bogliano cacciar la barba dentri il petto; per il che chi li vede resta di quel'attione molto mal sodisfatto. Perche la vaghez-za del cantare stà nel porger con gratia & attitudine la voce, & ne gli atti & la modestia della uita:
& si come al oratore si ricerca & conuiene non solo la vaghezza della fauella con che il suo bel con-cetto dichi & narri: ma gli atti, i gesti, & i costnmi con che i concetti suoi sieno ben esplicati & dimos
trati: cosi anco si ricercano al Cantore. Molt'altre cosette sono da notarsi che cosi da tutti non so-no vedute & osseruate.
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Però fra tutte l'altre si pongano queste uniuersale, & si dice che ogni Cantor si guardi dopo l'hauer
alquanto cantato, parlando ò non parlando di non sbadacchaire, ne di voltar le carte, ò di nummerar
quante cose sin allhora si sono cantate, ouero col tor licenza dimostrar di uoler partire per qualche suo
afare: perche tutte queste cosette dimostrano che colui è stuffo di cantare, et quando l'huomo per ricrear
altrui ò per sodisfar à se stesso od à chi l'inuita in alcun luoco ò chiamato andandoci deue patientemen-te quel poco d'affanno suffrire: Perche se pensiamo bene a i fatti nostri, molte uolte da pura volontà, ò
da preghiere de gli amici siamo condotti a uedere una Pastorale, vna Commedia, ouer Tragedia; nientedimanco non ad ogni hora noi ne possiamo uscire: & si come quel hore odiose & dispiaceuole si suffri-scano, cosi maggiormente nelle attioni nel cantare questo & altro si può suffrire. Tutte queste cose per
volerle ben fuggire, nel princidio quando s'impara le si debbano schiuare. Però quando i maestri inse-gnano di noteggiare, habbiano auer tenza di non permettere che il scolar canti col capo torto, che tor-chi la bocca, che riuolga gli occhi, ch'alzi, o ch'abassi con le figure il capo, che non guardi altroue se non
sopra del libro, che non giochi con le mani, et ch'vultimamente non faccia cosa ch'à gl'occhi altrui of-fenda: perche destolto da quei vitij, piglia si bella et fatta piega che in ogni luoco oue egli è veduto à cantare, la gente s'inamora di lui, vedendolo stare à quita di pudica sposa, o di timida donzella.
In che modo si possano le figure Musicali cantar con gratia. Cap.LXIII.
IN tutte le operationi humane, sieno di qual si uoglia sorte che si vogliano, ò da che chi si sieno
fatte, si ricerca gratia, & attitudine; non dico gratia, per itnendere di quella gratia ch'han-no i sudditi particualri sotto i Re & l'Imperatori; ma ben per quella ch'hanno gli huomini
quando in fare vn attione dimostrano di farla senza fatica; & all'agilità, aggiungano le vaghez-ze e'l garbo.
In questo si consoce quanta differenza sia nel uedder star à cauallo un Caualiere, un Capitano; ò un
Zappa terra, & un Facchino: & con quanta leggiadria, tenghi in mano, spieghi, & moua lo stendardo
perito & buono Alfiero; che vedendolo in mano a un Calzolaio non sol si scorge che non lo sa spiegar &
mouere: ma ne anco tenerlo in mano: Questa gratia, & queste vaghezze, alcune ce ne sono insegnate
dalla natura come l'andar su la uita, di caminare, di portar gl'habbiti & altro: alcune altre poi si pren-dano dal commun conuersare; come per veder le molte & diuerse attione altrui, le quali ci fanno à que-sto & a quello diuenir seruitore: Perche molti sono amici, a cuidel amicitia furono istrumenti le gra-tie & le belle attioni: Anzi si trouano molti, che senza essersi mai ueduti ò conosciuti; dalle vaghe at-tioni & belle gratie che mostrano nel far le lor cose essersi inamorati.
E però alle volte si uede ne i giochi publici come di Balla ò di Ballone gl'astanti hauer particular
affettione piu a uno che à un altro senza ch'egli di ciò ne sappia nulla; non per altro se non per accom-pagnar con gratia & attitudine le botte.
Similmente ancora per i bei atti fatti da un Chualiere in giostra li huomini restano in amor le-gati & uinti. Non è dunque fuori di proposito, hauendo il Cantore a ritrouarsi alle uolte tra diuersa
gente, & fare una publica attione di mostrarli come le si facciano con gratia: perche non basta l'esser
corretto & moderato in tutti quei atti che lo possano far difforme; ma se ricerca, che gli atti & le attio-ni con garbo & legiadria accompagnati sieno. Alhora il cantare accompagna gli atti con la gratia,
quando che cantando oltra le cose diffusamente dette nel Cap.superiore, accompagna le uoci con vaghi
accenti. Però sia auertito prima di pronuntiar le parole schiette, intelligibile & chiare, che ogni vno
facilmente le possa intendere; & non se le rattenghi la mettà fra denti, che non è si bello il sentir la
Musica: quanto che in essa Musica vdir le parole: Et quelli che si ritrouano in luoco oue conuenga-no gridar forte, auertino d'intonar le figure giuste, allegre, con voce ne forzata ne meno lenta, ma con
tanto quanto la natura li concede: perche la forzata voce essendo deffettuosa sempre offende, ne mai con
l'altre unisce, et se a sorte le cantilene ch'essi cantano uan si alto ch'essi commodamente non ui possino ari-uare: non si forzino per ariuarli di gittar un grido che pazzi ò spiritati paiano: Le lascino piu tosto gi-re che renderle all'orecchie si strane et strauagante: Similmente nel cantar piano nelle altre non si debbano
forzare se commodamente non ui ariuano: perche meglio è di fingerle, ò di taccerle, che cantandole pronuntiarle male: et perche le compositioni non caminano sempre di grado in grado: ma alle uolte sono distante una dalaltra una terza, una quarta, una quinta, un ottaua etc.per questo serà bene per acquistarse beneuoli glascoltanti
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che procurino di dar qualche vago accento alle figure: perche il compositore che le composte ad altro
non attese che all'ordinar esser figure, secondo la conuenienza dell'harmonice dispositioni: ma il cantore
nel sumministrarle è obligato d'accompagnarle con la voce, & farle rissonar secondo la natura, &
la proprietà delle parole.
Però egli a da sapere che le dette figure s'accompagnano con alcuni accenti causati d'aclune rittar-danze, & sustentamenti di uoce che si fanno col torre vna particella d'una figura, & attribuirla all'al-tra. Et per cominciare a darli ad intendere in che modo le se inuaghiscono, dico che quando si ha
pronuntiato vna figura, & che quella che si ha da pronuntiare è distante da quella vna terza; su la pri-ma si ha alquanto di ritardare: la qual ritardanza, non ha da esser di piu spatio che d'una Semimini-ma: Onde non solo si deue questa Semiminima dalla secunda figura torre, & darla all'altra: ma
anco nel trattenersi, & ascendere alla compagna, si fa in mezzo (fuggendo) sentire come vna Se-michroma essendo auertito di non far simil vaghezza se non in re, fa; mi, sol; fa, la; sol, fa, mas-simamente nelle terze, come quì si vede.
[Music example]
Si pone vna Chroma puntata con la Semichroma; accioche i cantanti vegghino come s'ascende:
perche sono alcuni essendo queste vaghezze quasi
come naturali che nel propontiarle, le pronuntiano
si lente, & tardi che per languidezza fanno vn
effetto strano, & non danno niente di buona sodisfattione all'orecchie. Queste sono cose che con la pen-na difficilmente si possano dar ad intendere, & dimostrare; bisogna che l'accorto, & diligente Cantore
se l'accomodi in modo che l'orecchie sue li msotri se le pronuntia bene ò male: ma perche questo modo
di cantare è vn modo diletteuole, & dolce, & la dolcezza se bene è amica della natura perche satia, &
molte uolte fa nausea, et noia: per questo non è lodeuole sempre a vsarle; per non dare a gl'audienti dis-gusto, & mala sodisfattione. Similmente ancora questa vaghezza si può vsar nella terza, eccetto che in mi,
& vt, come nel descendere da fa, mi, & da re, vt; vno perche la sua natura non è d'hauer dolcezza, l'altro non hauendo sotto di se altra sequente figura non può hauer appoggio; perche tutte le figure si pog-giano in lui; essendo egli quello che le regge sostenta, & mantiene, come quì si vede.
[Music example]
Nel pronuntiar la quarta, & la quinta, bisogna tener altro stile; perche la Semichr. che corre di mezzo a quella terza per grado, bisogneria correrla per salto; & perche il salto alla uoce humana è difficile,
& di dolcezza voto; per questo la detta Chroma puntata, & la Semichr.si pronuntia sempre su la pri-ma figura hauendo questa auertenza di tor sempre alla seconda tutta quella quantità che si vede, et pronuntiarla su la prima in tal maniera, che dal principio al fine, non habbiano piu valore di quello che per
natura ricercano: ma bene nel mezzo pronuntiarli con la uoce quelle vaghezze senza farle rissonar
per figure.
Onde accioche si vegga, come con simil vaghezze si procede se ne forma questo infrascritto
essempio.
[Music example]
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[Music example]
Per far che meglio ogni uno ce se li possa accomodare, et farsene patrone. Ma perche come ho det-to queste cose difficilmente senza l'essempio della uoce si danno ad intendere: per questo tralasciando
molte cose che diffusamente intorno a ciò si potriano dire; dirò sol questo; che si come trouando noi per
uia l'Oro, l'Argento, ò altro che pretioso sia; contente et uolontieri ci pieghiamo a raccorlo: Cosi sentendo il Cantore le uaghezze d'uno (non dico le gorgie, et quei passaggi che non si possano cosi alla prima
torre) deue cercar quanto ei piu può d'immitarle; accioch'il diletto ch'egli prende in altri, à gli altri lo
renda ancor lui. Deue un cantante in questo esser auertito, che cantandosi alcune sorte di fughe, oue-ro fantasie per non rompere et guastar quei bei ordini d'immitatione di non ritardar veruna figura:
ma cantarle equale, secondo che vagliano senza veruno adornamento; accioche esse fughe habbino il
suo douere: Sono ancora altre figure che per le parole non hanno bisogno di veruno accento; ma della
sua naturale & viua forza; come quando si hauesse da cantare Intonuit de Celo Dominus; Clamauit:
Fuor fuori Caualieri vscite; Al arme al arme, & di molt'altre cose; che il discreto & giuditioso Cantore le ha da giudicare: Cosi per contrario ancora ne sono d'altre che da se stesse chiamano le uaghezze
et i uaghi accenti; come serià a dire dolorem meum; misericordia mea; affanni e morte; le quali senza
che a Cantori le sieno isnegnate, gl'insegnano in che modo le si habbiano a cantare. Si vsa ancora di
romper aclune figure con alcuna uiuacità et forza, che nella Musica fanno grandissimo buono effetto,
delle quali volendone dar qualche notitia se ne formano questi essempij.
[Music example]
Acioche da questi pochi de molt'altri ne possa
hauer scorta et prender lume, perche assai hauerei
che fare, se quì tutti in uno epillogo li uolessi racco-re, et non è da merauigliarsi se io mi sono inchinato
tanto quanto quì si uede; col por gl'essempij di quelle cose che quasi la natura istessa ne insegna et por-ge; parendo ch'in questo caso io uoglia far come colui che per mostrare a gl'ignoranti di saper qual-che cosa produce in man a dotti l'Abc; perche l'hauer ueduto alcuni scolari usciti delle moderne
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scuole senza queste vaghezze, & questi accenti: m'ha fatto risoluere di porre in carta queste poche
cose; le quali si lasciano per quelli che non hanno verun garbo ò veruna buoina maniera di cantare.
Et nota che questi vltimi superiori accenti non si pongano perche cosi in scrittura possino stare: ma so-lamente per quello che si concede alla voce per accentuar le figure.
Questo quì nel fine ho da dire, che gli maestri nel insegnare questi accenti, & vaghezze sieno auer-titi di moderar lo scolare che non li faccia si spesso che quasi li faccia sempre; perche si come il troppo
dolce guasta le pretiose, & delicate viuande, cosi ancora tante dolcezze, & vaghezze poste insieme,
fanno fastidio, & nausea, & non per altro si pongano tante dissonanze nella Musica: solo perche rad-doppiano la dolcezza alle consonanze.
Come, & in che modo si cantino le parole sotto le figure Musicali. Cap.LXIIII.
DOpò che habbiamo ragionato di tutte le cose particulari di che si forma la Musica; & che
intorno al pronuntiar delle figure si sono fatti tutti quei discorsi, & ragionamenti particulari
che si doueano fare: E se ben pare ch'intorno a loro non ci sia che dire, quando si sia detto che le si canta-no secondo che le stanno; informandole di quella quantità di suono che dimostrano le figure che li sono
di sopra: nondimeno perche vi corrano alcune difficultà non cosi da tutti considerate: per questo dico
ch'ogni volta che si canta, emendatosi prima il cantore di tutte le cose che lo possano rendere brutto, &
difforme; si guardi nel pronuntiar delle parole di pronuntiarle chiare, intelligibile, & bene, & di non
dir mai vna cosa per vn'altra; essendo cosa piu tosto da farsi schernire, & ridere: Poi di non replicar
mai vna parola se non vi è fatto il segno di douerla replicare: perche prima si guasta l'ordine delle giu-ditiose, & sensate parole. massimamente nelle Poesie volgari, & poi anco spesse volte replicandone
in gran quantità le non vi si possano metter bene; non essendoui le figure per loro disposte.
Et nota che infra le parole si pongano alcuni segni che danno inditio di douersi replicar le parole.
& sono di due sorte, vna sorte vsata da gli antichi, & l'altra da moderni, quella che vsruano gli antichi
e questa; & quella de moderni è questa ij nelle copie scritte a mano si vsa
l'anticha; nelle stampe le moderne ogni una cognita, & intelligibile; sopra di
che non occorre a dirne altro ma sequendo gl'auertimenti che appartengano al-li cantori dirò che mentre cantano non vogliano per niente fare come fanno mol-ti che interrompano le parole, & cosi spezzate le replicano; che in questo dariano segno di grandissima
ignoranza: poiche cosi spezzate, & rotte, le rissonano altrimente di quello che loro non fanno ne i lo-ro proprij sensi.
Onde per esser meglio inteso, dico che ogni uno si guardi di fare questa sorte di proferta. Exau-diet do Dominus, a anima mea, il vago aspet aspetto, miriire, amoore, & simil altre triste pronuntie
che sono infinite. che di tal pronuntia, le donne, & quasi i fanciulli, burlandosi se ne prenderiano spas-so, & piacere. & tanto piu volontieri debbano fuggire queste sciagurate sorte di pronuntie: quanto
che spessissime volte fanno variar il senso, & in cambio di rissonar vna cosa, ne rissonano vn'altra.
I Compositori quando le vogliano spezzare, per imitarle con le figure, sanno ben ritrouarla via; come
fanno allhora che vogliano imitar sospiro, che l'interrompano si bene per uia di figure mute; che pare a
punto che si sospiri. Similmente ancora i cantori s'hanno da guardare di pronuntiare le parole che col
fine partecipano del principio dell'altra come nel proferir di queste parole. Spesso conuiene che sospi-rand'io dica di non dire conuiene che sospirando: perche se li tolgano le proprie vaghezze, & le si pri-uano delle loro natural dolcezze: & si guardi anco che si scriue Figliuol di Vennere, non perche si pro-nuntij quel u scoperto, ma che se gl'includa con maniera tale che mezzo s'intenda come si fa quando
che'l si legge in Prosa ò in Rime. Quest'istesso si dice delle parole lattine che hanno bisogno di esser
pronuntiate, bene. perche chi dicesse in cambio di Rex, res diria un'altra cosa che seria tutta cotnraria
come significano ordinariamente; delle qual parole ce ne sono assai per le scritture sacre: & il medemo si
dice de quelli che in cambio di pronuntiar fructus pronuntiano fructus cosi languido, & in cambio di di-re per omnia fanno tutta una parola, & dicano pronia.cose tutte da fuggirsi a piu potere, perche tra
le belle cose che si nota in vn cantore quando che egli canta vna è questa, di ascoltare s'egli col pronun-tiar chiaro le parole, le pronuntia senza diffetto, & offensione.
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Il restante che intorno a questo ragionamento si doueria dire, si rimette al giuditio particulare
di ciascheduna persona; effendoche nel insegnare come si cantino le parole sotto le figure Musica-li; basta di hauer proposto i superiori auuertimenti, & di hauer detto che le si cantano sotto quelle
che sono scritte.
Di quanto giouamento per le parole sia stato il punto di Agumentatione. Cap.LXV.
EStato si bene, & di tanta importanza l'hauer ritrouato il punto di agumentatione, che non
solo gioua al agumento delle figure, & li multiplica il valore senza darli compagna che sia
compagna figurata, non essendo il punto figura; ma segno che dimostra il valor delle figure:
che anco gioua tanto all'accompagnar le parole, & a disporre le sue sillabe, in forma longha ò breue;
che se non fosse lui nel canto molte perche bisogneria pronunciare Barbarescamente, & contro ogni ris-sonanza Gramaticale.
Onde già che la sorte ha voluto che per accrescer le figure, venghi tanto bene alle parole gran dis-sonore, et vergogna serà sermpre di quel Compositore che hauendo si bella commodità, et occasione le faccia a modo de Barbari pronuntiare, tanto piu che al dì d'hoggi le orecchie nostre sono si ben purgate,
ch'ogni minima, & picciol cosa l'offende. Questa auertenza non solo si deue hauere nelle parole
lattine: ma anco nelle volgare: perche se in vna disdice, nell'altra disdice, & dispiace.
Anzi ch'io ardirei di dire che l'inuentore del punto di agumentatione non solo lo ritrouò, & ritro-uatolo l'introdusse nella Musica per agumetnar vna figura della sua figura piu propinqua: ma anco per
fare ageuolmente pronuntiar le parole, & forsi questa fu la sua particular intentione: perche se ui con-sideriamo bene esso punto di agumentatione, non serue ad altro che alle cantilene binarie come a cantile-ne piu imperfette: & se pur serue alle ternarie, serue solamente in caso di agumento, & non di perfet-tione. ilche rare volte auiene.
Onde qualunque volta che i compositori moderni disponendo le figure Musicali tanto alle parole
latti ne, quanto che alle volgare, debbano hauere vn gran riguardo; essendo che non solo le rissonano me-glio: ma anco si fugge il periculo di farsi burlare: Oltra che ne riporta grandissima riputatione di-mostrando ad ogni vno ch'egli intende, & ch'egli non è da connumerarsi nel numeri de gli ignoranti.
A questo proposito molti essepij potrei addurre: ma per non esser copsa di rilieuo ò d'importanza,
non ne adurò altri; solo che auertito ogn'un di questo con le mie parole; si guardi di far le pronuncie tri-ste, se cattiue, & nel disporui le figure, riguardi prima, & habbia a mente se le parole nel suo senso han-no da esser pronunciate longhe, ouer breue; & secondo il suo bisogno le facci in canto pronunciare, per-che in nisciun luoco trouerà mai quantità di figure Musicale; che non si possi rompere, & spezzare;
come habiamo veduto che si spezzano tutte dalal Semichroma in poi, per essere vltima figura canta-bile, & quella quantunque non si spezzi non può generar mai per la sua velocità pronuncia cattiua,
ouero offenderci; nascendo simil offesa dalla longhezza, & ritardanza che fanno le sillabe lunghe, et breue sopra di questa, & di quella particular figura.
Però questo particular ricordo giouerà, & serà per quelli che sin quì no nci hanno hauuto auer-tenza, ò no nci hanno pensato piu che tanto: perche l'essersi ridotta questa cosa in vn mediocre, &
assai buon termine, fa che sentendosi questo errore ogni un se n'accorghi, & auegga. Coloro so-lamente sono quelli che non se n'accorgano, che nell'opere altrui non hanno fatto questa particualr os-seruatione, & nel sentirle a cantare non pongano mente alla bella dispositione delle parole: ma inten-ti alla melodia riguardano solo, se vi è per conto delle consonanze perfette, & imperfette, ò rela-tioni, in che poterli tassare, & nondimeno che vi riguarda bene non tanto piace l'harmonia per le ben
disposte figure, quanto che per le ben collocate parole. Cosi cascano in quelle rete, & si stringa-no in quei lacci, che essi piu doueriano fuggire, & sono di se stessi proprie cagione de i disonori, &
delle vergogne.
Onde se noi vogliamo considerare bene con quanta facilità questo si possi fare, saremo forzati a
dire che il non farlo,. & il non accomodarui bene sotto le parole sia mera ignoranza, ò sciocchezza
semplice; perche le figure di Chrome, & Semichrome non portandoci per cagione della velocità
loro verun tristo accompagnamento, ò pronuntia disdiceuole; & le Massime con le Loghe, & anco
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le Breue per la ritardanza grande che ricercano non possano fare di non render la pronuntia alquanto
odiosa, & disdiceuole, ci rimarà solamente la Semibreue, & la Semiminima, che ci potranno rendere
buona pronuntia; & serà buona causa, ouer potente mezzo a farci biasmare qualunque volta che
noi non gli la faremo far bene. Il mezzo di farlo è si facile che forsi si facile non può essere;
essendo che nel essaminar particularmente queste figure.
[Music example]
Sieno in qual si voglia luoco
& positione della Mano,
in occasione di uolerci accommodar sotto questa parola
Dominus; senza fare che
tanto tempo occupi la secon-da sillaba mi, quanto che la prima in quest'altro modo si possano dispor le figure, et farle nella quantità
sua rimaner l'istesse, come quì si vede.
[Music example]
Et si come per questa via
con facilità mirabile si può
accommodar Dominus, che
rissoni bene, & sia inteso ne
piu ne meno che s'egli fosse
letto: cosi ancora si possano
accommodar tutte le altre: Anziche chi non ve l'accommoda bene da segno oltra la poca cogni-tione delle parole, di non hauerci voluto far studio, ò non hauerci voluto durar fatica: poiche essaminando
i passi bene non si troua disposition di figure che mediante la sua natural dispositione, & l'aiuto del su-detto punto di agumentaitone non si possi accommodar qual si voglia parola longha ouer breue.
E però con questo particualr auertimento ogn'uno serà auertito di far fare alle parole quella pro-nuntia che fariano se le fossero lette: essendoci il modo, & le commodità che si vede.
Che stile si tenghi nel far di gorgia, & del'vso de i moderni passaggi. Cap.LXVI.
QVanto piu le cose che dall'artificio già abellite furono si sono inuecchiate, tanto piu dallo stu-dio particualr de molti hoggi abellite sono; per causa che gl'acuti ingegni sempre nuoui abel-limenti trouano.
Anzi che chi mira questa cosa, & quella quantunque una uolta sia stata abellita; per fisso stu-dio, & lunga fatica particulare; nuoua bellezza, alle bellezze ha giunto: Onde per non diffondermi
nelle cose che poco a proposito fanno, tralascierò di dire de i particulari abellimenti che sono fatti intarno alle operationi dell'arte, & della natura: ma dirò solo che la Musica è stata bella sempre, & ogni
hora piu per la diligenza, & per lo studio che ci fanno i cantori si abellisce. la quale non si rinoua, ò si muta per via delle figure, che sempre le sono d'una sorte, ma con le gratie, & gl'accenti la si fa parer sem-pre piu bella.
Le vaghezze, & gli accenti si sono fatti col spezzar, & rompere delle figure, tuta volta che in vn
tatto, ò mezzo si aggiunge vna quantità di figure che hanno natura di esser velocemente pronuntiate:
le quali rendano tanto piacere, & diletto, che ci pare d'vdir tanti bene amaestrati Augelli, che col can-tar loro ci rapiscono il cuore, & ci fanno rimanere del cantar loro molto ben contenti.
Questi tali che hanno tanta prontezza, & possanza di pronuntiar a tempo tanta quantità di figure
con quella velocità pronuntiate: hanno fatto, & fanno si vaghe le cantilene; che chi hora non le can-ta come loro a gli ascoltanti da poca sodisfattione, & poco da cantori vien stimato. Questo modo
di cantare, & questa vaghezze dal Volgo communemente vien chiamata gorgia: la qual poi non è
altro che vn aggregato, & collettione di molte Chrome, & Semichrome sotto qual si voglia particel-la di tempo colligate. Et è dital natura, che per la velocità in che si restringono tante figure; mol-to meglio s'impara con l'udito che con gl'essempij: & questo perche ne gl'essempij quella misura, et tempo non si può porre, in che le hanno a essere senza diffetto pronuntiate.
Et essa piu nel tempo, & nella misura consiste che nel correr velocemente: poiche se presto ò tardi
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al statuito fine s'ariua, tutta quella cosa nulla di bontà vale: De cose si ricercano à chi vuol far que-ta professione petto, & gola; petto per poter vna simil quantità, & vn tanto numero di figura à giu-sto termine condurre; gola poi per poterle ageuolmente sumministrare: perche molti non hauendo ne
petto ne fiancho, in quattro ouer sei figure conuengano i suoi disegni interrompere, ò con interrotto mezzo finire; & se pur non finiscano, per forza nel riceuer del fiato si occupano tanto, che non possano es-ser à tempo oue bisogna, & altri per diffetto di gola non spiccano si forte le figure, cioè non le pronun-tiano si bene che per gorgia conosciuta sia.
Alcuni la sogliano hauer facile, & questi sono quelli che la natura gli l'insegna & porge: Alcuni
altri l'han con fatica, & questi sono quelliche per lo studio grande n'han fatto acquisto.
I primi sempre seranno piu vaghi et piu delettaranno che non li secondi: Ma quelli che la natura
gli la porge, et l'arte gli l'accomoda, sono sopra tutti gl'altri di questa profession fellici.
In tutte l'arte particulare, chi tutto intieramente vi si occupa; col tempo ne fa largo acquisto: ma
in questa professione faticandosi uno; dura fatica un uano, tutta vlta che la natura qualche poco non
l'aiuta che ciò sia il vero vediamo espressamente che colui a cui la natura è stata si benigna & liberale,
per poco cantar che sappia; toglie il luoco al primo cantore che corra fra gli honorati circoli, & per-che questa è vna sopra tutte l'altre eccellente qualità del Cantore; scoltando ogni vno volontieri que-ste vaghezze si auertisce che per non far ridere la gente di lui; s'emendi prima de tutti i superiori diffet-ti, & di tutte quelle abomineuol cose che di sopra sono state commemorate: che se mal costume à cantore mai disdice, à quello che cantando gorgheggia piu che ad ogni altro disdice. per rispetto che da gli
ascoltanti è piu osseruato & rimirato; come quello che per il cantar bene & con vaghe maniere
piu diletta.
Chi vuol far di gorgia bisogna ch'auertischi a questo di farla appresso che bene, ò di lasciarla stare
se non la può far perfettamente, perche non è cosa ch'habbia piu bisogno di giusto termine, & perfet-ta misura, quanto questa: poiche ogni poco di difetto & mancamento che se li scorga & conosca; cio
che ha di bello in se li guasta & ruuina. & incambio di piacere ò dilettare; non solo satia & stuffa: ma
anco tedia & offende: Onde per douere & per ragione volendosi vno conseruar l'honore, non biso-gna che ci ponga mano per non farla poi con gratia & bene, ch'allhora piu tosto vn si fa schiernire &
beffeggiare.
Ogni volta dunque che il Cantore si vuol prouare se li riescano l'imparate gorgie dette commune-mente passaggi; si proui prima quando egli con gl'altri canta in compagnia: & quelli ch'alla parte loro
non hanno compagni, si prouino quando tutte le uoci fanno vna piena harmonia. & tanto cosi s'esser-citino; che si possono poi talhora far sentire: ma perche chi facesse come io dico conueria essere di se stesso
giudice, & l'huomo nel giudicarsi da se medemo spesso per non dir sempre falla: per hauer sincero & giusto parere è bene a ricerca da fedeli amici, se il farla rende diletto & risona bene: et questo perche molti si credano di farla, et ne fanno si poca che quasi si può dir nulla.
Anzi ch'io ho veduto alcuni che col tremar della voce, et col mouer del Capo si credano di farla,
et non la fanno, et chi gli ne dice si forzano di farla meglio, et la fanno peggio, per il che gl'ascoltanti
piu volontieri gl'udiriano se cantaassero le cantilene come l'hanno inanzi, che non l'odano a cantarle si
sciaguratamente.
Per questo dico che il farsi giudicar da altri, et volontieri scoltare il parer altrui; schiua l'huomo da
molti intoppi, et lo distoglie da molti abusi et errori.
La piu bella et perfetta cosa che nel gorgheggiare si ricerca, è il tempo et la misra, il quale tutto
quel raccolto et aggregato di figure orna et condisce, et chi fuori d questa misrua et tempo le guida
ò mena; cioche con essa di bello semina, senza veruna gratitudine perde nel fine.
Questo dunque è la piu difficil cosa che nalla gorgia sia, et questo ha piu bisogno di diligenza et stu-dio, che non ha il voler ridurre tante figure insieme, e però sempre serà piu ldoato quel cantore che con
poca gorgia a tempo fatta, poco si lontana, che chi lontanadosi molto tardi, o per tempo ariua; An-zi che; chi scolta et ode, à colui che ne fa poca et bene danno infinità lode, et mirandolo sempre ne stan-no ad aspettar della migiore. et quanto è piu meglio che per poca et bene se ne partino contenti, che
per assai et male se ne vadino per disgusto et tedio mal sodisfatti.
Però chi si mette a quest'impresa si guardi priam di farla bene, et poi di misurarla a tempo, acciò
che con essa consoli et sodisfacci ogni uno, et si guardi per la prima regola, che nel principiare qual si
voglia canto, tacendo l'altre parte di non principiar con gorgia; ne meno immediatamente dopo detto
principio noncantando gl'altri si facci con quelle vaghezze sentire; perche si suol dire che piace l'acu-
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to, per l'opposition del graue, & una voce sola come tutti sanno poco diletto rende: ma bene molte uoce
insieme, dolce & soaue harmonia fanno.
Per questo si uede che il contrapunto nel graue ò nel acuto senza altra parte non piace; perche l'op-posita parte lo fa dilettare: Cosi ancora la dolcezza della gorgia nasce da quel vago & succinto mo-uimenti che fanno le parte, alhora che una di loro si moue piu veloce.
I principij dunque se non sono communi & seguenti, si debbano sempre pronutniate con gl'accenti
semplici & schietti accioche meglio s'odino entrar tutte le parte: Perche quella cosa è piu cara, che
men si aspetta, & tanto più quanto ch'al improuiso viene.
Onde per iscoprir meglio quanto sia disdiceuole il comminciar à cantare vna parte con gorgia,
quando l'altre parte tacciano dico, che ogni vno può gorgheggiare cantando solo; perche se bene di
quelle gorgie gl'huomini non ne prendano tutto quel diletto che ne prenderiano se le fossero accompa-gnate con altre parte: nondimeno han pur questo che non scordan con ueruno: ma il bello & la difficul-tà consiste nel dar piacar altrui senza difformità ò dissonanza: & il giocatore di qual si uoglia cosa
non si loda per giocare solo: ma per giocar bene & viuere accompagnato.
Di più quel cantore che nel ingresso de cantori da lui non conosciuti tutto s'ingombra nel gorgheg-giare, non solo è degno di reprensione, per forzarsi di far credere ch'egli sappia qualche cosa: ma anco
fa cosa da riportarne vergogna: & disonore. Perche s'iui doue gli si ritroua s'incontra esserci uno me-glior di lui, nel mezzo delle sue fatiche con noua maniera può subintrare, & cosi torli tutto quello che
egli sin a quel hora si è guadagnato: per il che molto bene & sauiamente fanno quelli che ne circoli oue
si canta douendo cantare non iscoprano mai al primo tratto quel che sanno: ma con prudenza & arte
vanno pian pian scoltando gli altri; per udire quel che gli altri fanno: poiche in ogni luoco, & ad ogni
tempo l'huomo può imparare: però stia al quanto ad ascoltare, & poiche hauerà scoltato comminci
a poco a poco a vscir fuori con le sue vaghezze; che cosi destando gla'scoltanti à nouo diletto, s'acqui-sta una fama immortale.
In oltre si guardi il cantore nella fine di qual si voglia cantilena di non far ciò che fanno molti poco
accorti, & molto poco prattici in questa profissione: che fanno tanta gran copia di vaghezze, che ogni
cosa vogliano mostrar nel fine, & hanno tutto il mezzo lasciato uoto & secco.
Perche anco i Fanciulli senza verun periculo & fatica corrano sopra di un diritto Traue quando
però ch'esso Traue in terra giace: et se ne sta la nel piano longo e desteso: perche si veggano la terra ap-presso & uicina, & sanno che cadendo non si possano far male; ma quando che egli è leuato in alto, &
che dalle parte si ueggano i pericoli & i precipitij cona la facilità del caddere: non solo essi si spauentano
et temano di caminarui sopra, ma anco gli huomini fatti temano et si spauentano della minacciosa
daneuole caduta.
Cosi colui che fa di gorgia, non deue solametne nel fine mostrar il suo uallore: ma nel mezzo ancora
deue con audatia mostrare l'ardito cuore.
Similmente si riprendano quelli che nel detto fine non si satiano mai di gorgheggiare: et fano che
li compagni tutti, nel terminar de i canti lo stiano ad aspettare, il che quanto stia bene, lo si lascia giudi-care à qualunque persona che di questo giuditio habbia.
E ben lecito alquanto di scorrere nel fine et vaghare: quando però anco nel mezzo si è vaghato e
scorso: altrimente non si concede; et quelli che lo fanno sono dgni di molto biasmo: poiche non potendo
far cosa buona, distrurbano gli altri che ci son per fare qualche cosa di bello.
Non è anco da tralasciare il vitio de quelli che per hauersi la gorgia fatta amica, vogliano in ogni
figura qualche cosetta fare, et facendola etiam che buona si guastano le sillabe et le parole.
Onde per ischiuarli da molti errori, oltra l'altre regole voglio darli questo auertimento che si guar-dino di far passaggi nelle Semimi.massimamemte quando che le vanno accompagnate con le sillabe:
perche la natura della lor prestezza non acconsente lunga diminutione, et non sapportano rottura se
non in queste et in simile altre occasioni.
[Music example]
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[Music example]
Però qualunque volta che le si troua cosi per douerle accomapgnare con vna sillaba sola le si possa-no sicuramente inuaghire: perche sempre per la vaghezza riusciranno piu belle. Nelle Minime
poi per esser di natura piu lunghe, & ricercando piu tempo ageuolmente si può far quel che si vuole;
pur che non si guastino le dette sillabe ò le parole.
Anzi che trouandosi piu Minime insieme le si possano tutte fiorire, ogni volta che il fiorirlo torna
commdo al Cantore, & che non se li occultano le parole. Nelle Semibreue nelle Breue; & nel-l'altre figure maggiore, perche ricercano naturalmente lungo tempo quant'uno le vede ricercare: per
questo in esse si possano motle vaghezze insieme raccorre, & raccolte ornarle come ad ogn'un pare, &
piace: ò di esse seruirsene ne i luochi piu necessarij, & opportuni, tanto distintamente sotto vna sil-laba, quanto che sotto vna parola; Et accioche chi ha desiderio d'imparar a gorgheggiare possa ve-dere i luochi ,& come i si fioriscano, gli si propongano questi pochi infrascritti essempij.
[Music example]
Perche rimirandoli, & prouandoli di cantare, s'esserciti tanto in essi che poi col tempo se ne facci
patrone.
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Questi essempij si possano accommodare in qual si voglia parte, tanto nella naturale, & acuta
quanto che nella graue, & sopra acuta. Ma perche i professori di queste cose potrebbon ridersi di
queste mie cosette, vedendosele proposto dinanzi a loro, ch'hanno bisogno di cosa piu dotta, & piu ma-tura; per questo iscusandomi dico, che io non m'affatico di insegnar queste cose a loro che sanno, che di-mostrarci non hauer ceruello; ma bene intendo di mostrarle a bramosi scolari, & di proporli con essempio chiaro, & visibile, tutte quelle cose ch'essi bramano di vedere, & di sapere: perche non hauendo-ne cognitione, n'ardano, & si consumano per hauerne qualche lume.
Quelli dunque che queste mie cosette con le sussequenti vuol hauere, & se ne vuole impatronire,
s'armino prima di partienza, & poi li studij spesso, che le fatiche fattoci, col lungo studio facilmente gli
ne farà esser patrone.
Onde per facilitarli ancor meglio la uia di piu di quello ch'essi ueggano di sopra hauerglila facilita-ta, li dico, che si come cantando le figure di vn difacil Duo, cosi communemente detto egli si sforza di
dire, et s'affaticano di pronuntiar le dette figure a tempo tale che le Chrome particularmente che in esso
trouano non habbiano diffetto ò mancamento; cosi faccia pensiero di douerle pronuntiar in gorgia, &
s'egli in ciò vuole prender vn buon stile pigli vno de detti Duo; oue sieno delle Chrome pur assai, &
poi che di quello si serà bene assicurato proui di cantarci sotto qualche parola, & doue sono la multi-tudine di esse ci canti vna sillaba, che in breue s'auederà oue la difficultà consista: & se ci proui vna
dua, tre, ò piu volte fin tanto che si auede farne buon profitto.
Però doue ch'egli nel pronuntiar di dette sillabe dura fatica, & stenta, bisogna che si sforzi di cantarle tante volte, che per vn habbito le canti bene; & si auegga di cantarle con le sillabe cosi viue, &
polpose, come le canteria se le notegiasse, ò che con vna particella di qualche parola le cantasse: per il
che se le facci tanto commune, & familiare che non solo quelle (tante volte studiate) sappia pronta-mente con sillabe pronuntiare: ma anco (bisognandoli) qual si voglia altre dire.
Perche da quell'essercitio, ne nasce vn principio di mouer con velocità la voce; che da se stesso uno
poi, secondo il commodo della natura senza maestro nelle gorgie, & passaggi si può introdurre.
Onde similmente per facilitarli meglio questa via, & per metterlo nella strada di farsene vero
professore, & proprio patrone, dico che vno se vuol far bene; bisogna che sopra qual si voglia mo-stra, & essempio li canti tutte le cinque vocale che sono A E I O V; perche alcune di esse uolen-do esser pronuntiate chisue come I, & V: alcune altre mezze aperte come E, & O, & vna
larga come A.vederà che facilmente si pronuntiano I, & V; Et checon vn poco piu di fa-tica si sumministrano E, & O; ma che l'A per voler piu fiato di tutte l'altre si stenta piu a
pronuntiare.
Cosi essercitandosi in esse non li potrà accadere veruno intopo; perche tutte le parole volgare fi-niscono in vocale, & anco vna gran parte delle latine. Et per non lasciare in questa materia che di-re, per il zelo grande, & voglia che io ho di giouar al cantore dico ancora, che il tremolo, cioè la voce
tremante è la vera porta d'intrar dentro a passaggi, & di impataonirse delle gorgie. perche con piu
facilità se ne và la Naue quando che prima è mossa; che quando nel principio la si vuol mouere. &
il saltatore meglio salta, se prima che salta si promoue al salto.
Questo tremolo deue essere succinto, & vago; perche l'ingordo, & forzato tedia, & fastidisce:
Et è di natura tale che vsandolo, sempre vsar si deue; accioche l'uso si conuerti in habito; perche
quel continuo mouer di uoce, aiuta, & uolontieri spinge la mossa delle gorgie, & facilita mirabilmen-te i principij de passaggi; Qusta mossa che io dico non deue essere se non con giusta fretta, ma ga-gliarda, & vehemente.
Il fine d eue esser giusto, & compito, il mezzo tutto equale, & seguente, che non piu s'oda i ldetto
principio, che il mezzo, & il fine. ne piu il fine, & esso principio, che il suo mezzo: perche ogni oc-c$ltatione che se li faccia; oltra che dimostre un timore tutto il buon diletto toglie. Et se fosse al-cuno che per lo studio assiduo, & particuparticulare, prendendo piacere, & diletto de primi essempij miei se
ne fosse fatto padrone: per darli occasione che da quei semplici, & pochi altri maggiori se ne habbia
a passare; ne formo quest'altr'ordine che quì si vede.
[Music example]
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[Music example]
Con il quale si può con piu di otto Chrome allargare, & diffondersi lontano: Ma è da notare che
difficilmente la uoce humana in queste prestezze, et velocità può caminar per salti: per rispetto che la
nostra voce non ha quella facilità che hanno le mani, nel toccar le tastature ne gl'istrumenti: e però se
li mostra le figure per grado con queste poche rotture, accioche ei uegga in che modo le si rompano,
& si proceda di salto: ne si mancherà nel progresso de i passaggi di mostrare in che modo si possa sal-tare, per tener il cantor sciolto, & libero. Quei luochi poi ch'inuitano i cantori a far fioretti, &
passaggi sono le cadenze, le quali sono di una natrua che chi non le fa bene; li toglie, & guasta ogni
bellezza, & le rende all'orecchie nostre di difformità piene: onde per mostrarne alcune se ne forma-no tutti gl'infrascritti particulari essempij.
[Music example]
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[Music example]
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[Music example]
Accioche da lontano, & da presso i cantanti le possino torre, & se ne possino tanto in vna parte quanto
che nell'altra ageuolmente seruire.
Di piu si troua vn modo di fiorire vna cadenza, la quale felice quel Cantore che la tira bene, et perfet-ttamente la conduce: laquale non entra se non in la, fa, la, come qnì si vede.
[Music example]
Non solo in questa maniera che quì appare: ma anco per farla cadder bene bisogna che li preceda il fa
accidentale per volerlo far rissonar secondo che la debbe rissonare nella sua natura; & perche dubbito di
non esser cosi da tutti inteso; accioche ogni uno m'intenda, & che una tanta bella maniera non si perda; nonostante che se ne sia formato, & fatto il superiore essempio: se ne forma quest'altro nel suo proprio mo-do, & nel proprio luoco oue egli s'ha da vsare.
[Music example]
Si trouano ancora alcuni passi, i quali si possano dire che sieno come le cadenze communi; perche in ogni
cantilena quasi si ritrouano; & quei Cantori che di gorgia non sanno piu che tanto, sentendosi inuitati; vo-riano pur farci qualche cosa di bello, & per l'inhabilità malamente vi si accommodano.Ond'io per ri-trarli dalle cose cattiue & brutte, & per porgerli qualche aiuto, et lume: accioche con questo lume, & aiuto
s'habbiano à correggere, & moderare od'a prender buona maniera, ne formo quest'altro infrascrit-to ordine.
[Music example]
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[Music example]
Et se ad alcuno auenisse quel che io piu bramo, & che alla fine io piu vorrei; cioè che di queste mie va-ghezze, fioretti, & passaggi se ne fesse patrone, & possessore; li ricordo che no nsempre è bene di vsarle; che
anco alle volte piace di donna vn semplice adornamento: però per intramezzarle, & render l'altre piu
vaghe si pongano queste semplice rotture; accioche di queste ancora à luoco, & tempo se ne possa preua-lere, & à sua commodità seruire.
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[Music example]
Tutte queste cose ricercano attitudine, agilità, & tempo, senza de quali no nsi fa nulla: & il Cantore
nell'usarle ò nel seruirsene ha d'hauer questo riguardo; di pigliar tante figure in un fiato, quante ne possa
commodamente pronuntiare: Qnesto si dice perche molti nel far di gorgia passano il numero di otto fi-gure per tatto: ma perche gli l'acconciano, & adattano bene, rendano grato piacere, & veruno (etiam
che sia buon Cantore ò Compositore) dell'essercene di piu se n'accorge: Anzi che piu tosto se mettes-sero il terminato numero sotto i suoi tatti, & che detto numero non cadesse in tempo; seria sempre giudicato
ceh gli ne fosse ò di piu ò di manco. Per questo auertisco i scolari che se bene nelle gorgie loro il numero
delle figure non corrispondano al numero delle figure del tatto, non fa caso; pur che caschino senza diffetto
sotto una misura, & tempo, & che nel pronuntiarle non se li conoschi diffetto, & dissonanza: perche in que-sta facultà, & professione; molti che gorgheggiano bene fanno vaghi, & bei passaggi, che chi in iscrittura li
ponesse se gli se ne troueria sempre di più ouer di manco; & nondimeno non se li consoce pur un minimo dif-fetto ò mancamento. Similmente nelle cadenze quella replicatione di sol, fa, sol; la, sol, la; fa, mi, fa, & l'altre
si può tener si logna quanto dura tutto il tempo che in se ricerca: Sono alcuni che le replicano in figure di
Semichr. & perche replicandole con simil figure, le non son altro che multiplicate; per questo io non ne pongo altro essempio credendomi con semplice paroel esser inteso: ma nel seruirsene possano piglairne quanto ne
hanno bisogno. Questo uoglio auertire che si guardino di non pronuntiar il fine delle cadenze languide e morte come alcuni fanno; che credendosi di farle vaghe, et belle; le fanno si difforme, brutte, & disconcie, che fanno quasi chiuder l'orecchie a gl'ascoltanti per non'vdirle: perche il deffettuarle dalla parte inferiore le fanno
parer si rozze che le diuengano saluatiche, & villanesche: Credo di esser inteso, & se per sorte alcuno non
m'intende: per far ch'egli m'intenda dico; che l'ultima parte della cadenza, che è quella piu propinqua al fine volendola accentuare di doppio accento ò semplice, non debba mai la sua terza inferiore pronuntiar si languida, che nel
l'ascendere dimostri di lasciaruici tirar per forza, et farsici strascinare: Questo non si può dimostrar con essempio;
poiche questa difficultà consiste nella mala pronuntia delle figure. Però se tuti non m'intendano m'habbiano per
iscusato, non sapendo io come meglio farmi intendere: ne con che oparole meglio dimomostrarle; tra Cantori la si
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suol chiamare, cadenza languida, strascinata, ò semiuiua; dalla poca uiuacità, & uigore che i cantanti
li danno. Non manca poi ancora modo di poter nel Basso ò nelle parte piu graui abellire alcune figure
con accenti ordinarij, i quali seruano in tutti quei luochi che le dette parte graui sostentano le acute.
Onde per mostrarne qualche essempio se ne formano l'infrascritte mostre.
[Music example]
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Del restante poi accioche meglio i scolari si sappiano impatronire de i passaggi miei, & che se ne
faccino patroni, ne ho formato questo infrascritto essempio, il quale è tutto vn Motetto compito; cosi
da lui potranno meglio hauer lume come si fiorischino le cantilene, & per maggiore intelligenza; non
solo ho voluto fiorire vna parte, ma anco con essa parte fiorita ho voluto porre la parte come stà natu-rale: Però sempre il primo ordine di corde dimostra l'acconciatura, & il secondo la parte nuda.
L'essempio è questo.
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[Music example]
Questi pochi ornamenti, & uaghezze possano in ogni altra occasion seruire: Et quel Canto-re che di queste poche se ne seruirà bene; si potrà chiamar contento: che le molte vaghezze se bene
sono deletteuole all'orecchie nostre, non per questo le piacciano sempre; anzi che io ho trouato alle
votle i Compositori hauer fuggito l'occasione di far cantar alcune cose loro: per non farle cantare, &
darle in mano à simili Cantori: non per altro solo perche haueano a paicere di sentirle con gli accenti
schietti, & semplici: accioche s'udissero gli artificij con che le haueano tessute, & fatte.
Ma se alcuno si merauigliasse, & dopò il merauiglairsi ricercasse la causa perche piu un Motetto
che un Madrigale, per fiorirlo, & msotrar i fioriti essempij io m'habbia elletto. sappia che io me'l
sono elletto perche i Madrigali ordinariamente son piu difficili de i Motetti: per questo ho giudicato
che conforme à i principianti, à quelli che non sanno; sia meglio questo che altra cosa: che esserci-tato in questi pochi si potrà preualere di ciò che lui uuole: Onde perche meglio lo possa fare ho de-liberato di porne tutti gl'infrascritti essempij.
[Music example]
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[Music example]
De quali che nie piglierà uno, & chi ne piglierà vn'altro sin tanto ch'alla fine seranno presi tutti;
perche quel Guanto che non stà bene ad vno stà bene all'altro, cosi tutti alla fine sono spacciati, & dati
via: Ma perche ce ne potriano esser alcuni che piacessero piu de gli altri, & coloro à cui piacessero
esesr dicontraria voce, & parte: per aprirli la via in che modo vna cosa sola si accommoda in tutti i luo-chi; tolto il primo essempio posto in questi passaggi vniuersali, & collocatolo per tutto oue egli si può
collocare si dimostra quel che de gli altri si possa fare, & in quante parte della Mano vna cosa sola
possa intrauenire, come quì si vede.
[Music example]
Et non per altro ho voluto dimostrare in quanti luochi vna cosa sola si possa adattare; solo perche
se uno per l'inchinatione, & aiuto della natura, ò per lo studio particulare, se impatronisse piu di vno
che dell'altro come spesso suol'accadere, vegga che in diuersi luochi se ne può seruire, & si può con vn
passaggio solo in più, & piu luochi farsi honore: che la gorgia non tanto consiste nella variatione, ò nella
diuersità de passaggi, quanto che in vna giusta, & terminata quantità di figure: per rispetto che la gran
velocità che essa ricerca, non lascia discernere se ciò che inanzi è stato detto, se si repplica, ò si ritorna
à dire. Anzi che una poca quantità di figure si può per modo di circulo, ò di corona piu volte ridi-re, & repplicare: perche chi scolta & ode, per udire & scoltare sente tanto gran diletto di quel soaue, et
veloce moto della uoce; che per la dolcezza, & velocità sua, di quel poco senza esser interrotto piu volte repplicato non se n'accorge: & poi è meglio senza paragone che vno faccia vna cosa spesso & bene
(massimamente nelle attioni de fioreti & passaggi) che facendone diuerse, farle diuersamente male: per-che se ne riporta manco biasmo. & manco in ciò se ne riporta quando che non sempre si ha gran copia
d'ascoltanti che sappiano ò che s'aueggano se si repplica l'istesso, ò se ne ritrouano delle nuoue: & quelli
ancora che per l'arte del comporre, ò per la professione se be aueggano, non hanno alla presenza de gli
ascoltanti, che si compiacciano di quel buono piu volte repplicato, ò biasmare il cantante, & iscoprire
l'honorata frode; perche se nisciuna nostra attione si può con buona fronte iscusare, quella della gor-gia è vna delle principali, & la piu meriteuole; non hauendo la voce quell'attitudine che hanno le ma-ni in toccare qual si voglia tastatura, che sono siv eloce ch'alle volte ci fanno istupire, &
merauigliare.
Onde se noi bramiamo di vedere con quanta fatica la voce humana porti quelle figure si presto, et si
veloce, & se con essa si può fare tutto quello che particularmente l'huomo vuole: Consideriamo vn
poco quanti Cantori vanno per il mondo con leggiadra, con assai felice voce, et cantano sicuro tutte le
cantilene che li vengano presentato inanzi; & nondimeno per una certa naturale inattitudine, non hanno passaggi ò gorgia: crediamo noi che se potessero à i felici gorgheggianti torre i fioretti, & passaggi
che gli togliessero volontieri? certo sì: perche potendoglili torre, molti che per la mediocre voce me-diocramente viuano, con l'accompagnamento della gorgia viueriano da Signori.
E però quando che da vn Cantore non si odano le cose à nostro modo, & in tutta perfettione, ò purche sempre s'ode vna cosa istessa: bisogna giudicare, ch'egli ha intentione di farle perfette, & bene, fa-ticandosi ogni uno di fare oltra il suo potere: Et per questo ho cercato di rompere tutti i superiori passaggi & fioretti mancho ch'io potuto, pe non proporre à li scolari cose faticose, & per loro quasi impossi-bile: cercando che le mie fatiche non sieno inutile, et vane, che se tale io le credesi essere, io stesso ne sarei
come si suol dire il proprio micidiale, et destruttore. Però se ben ho detto che i passaggi della voce hu-mana hanno da esser sequenti, & non spezzati, non per questo hauendone rotto alcuni, col romperli io
stesso mi son contradetto; perche pareria che nisciuna voce lo potesse fare, et nondimeno ce ne sono assai
di quelli che li spezzano: per questo io li ho rotti no nsolo perche si vegga in che modo le rotture si possi-no fare: ma anco accioche alcuno non si creda che sia necessario di camminar sequente. Hor mai posso por
fine al presente Capitolo delle gorgie, hauendo di loro detto tutto quello che si douea dire: questo sol mi
resta: cioè che io sò bene quanto alcuni seranno diligentissimi speculatori di queste mie cosette, &
non mancheranno dopo l'hauerle vedute, diuise, & considerate; di dire che sono di poco momento &
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vile ò che non vagliano nulla: ma io mi consolo in questo; che per contrario anco mi loderà chi per lori si sentirà aiutato.
Non mancherò quì poi di dire che se alcuno ricercasse la cagione per qual causa io ne i superiori es-sempij de passaggi, non habbia posto verun essempio di Semichrome; sappia che hauendo io questo
particular riguardo di mostrare i primi veloci solleuamenti alle voci pigre, ho posto quelli di Chrome
solamente; accioche con piu facilità i principianti l'imparino: essendo che queste fatiche non si
fanno per chi è dotto in questa professione: ma per coloro che non sanno piu che tanto, & hanno vo-lontà d'imparare. Se alcuno se ne facesse si bon patrone che solleuandoli bene, habbia bisogno di
piu veloce rotture, muti gl'essempij di Chrome in Semichrome, che sa se stesso se ne formerà altri es-sempij, & si porgerà l'aiuto ch'ei piu desiando brama.
Chi, & quale debba essere il maestro di Capella. Cap.LXVII.
NOn ci serà (credo) persona alcuna che elggendo l'inscrittione, ò il titolo di questo Capitolo
non si merauigli della mia intentione, attribuendola à grand'ardinre: poiche non solo ho tro-uato in che riprendere il Cantore: ma anco in che tassare il maestro di Capella: & molti cu-riosi integni prontamente con desiderio grande diveder ciò che io dico vi porgeranno gl'occhi & con
attentione lo leggeranno, per sapere i diffetti, & mancamenti di una tal persona.
Però prima ch'io dica ciò ch'io son per dire, à tutti vò far sapere che la natura non m'ha fatto lin-gua à dire male contra nisciuno; ne meno da nisciuno mai fin quì mi ho fatto conoscere per maldicente:
Cosi ne ancoer per hora voglio incominciare: perche del male mai non se ne riporta bene ne guadagno.
Et quantunque io incominciassi; tra che non ci è mal da dire; non hauendoci le maneire & l'uso, non
me li saprei accommodare.
Proposto dunque da vn canto il male, dirò che non ogni Cantore è atto à reggere vna Musica, et
vna Capella: che si come non ogni soldato è atto di hauer l'officio del Capitaniato: cosi anco non ogni
Cantore il gouerno di Capella, ò di qual si voglia altra Musica. Colui solamente è atto, ò merite-uole, che oltra la cognitione de Tuoni, errando una parte conosce l'errore, & sà chi ha bisogno d'esser
rimesso: Non si prohibisce, ne meno si limita ch'egli sia giouine ò vecchio potendo essere l'uno, & l'al-tro: ma bene per la maestrà & veneratione si lodano piu i maturi, & gl'attempati; che i puerili, &
giouinetti: Et si come i vitij disdicano, & non istanno bene nelle persone l'audatia, l'animo, l'autorità,
l'ardire; & le spogliano della riuerenza, dell'honore, & della reputatione: & perche essi caminano con
l'adornamento di questo nome Maestro, che vuol dir precettore, debbano forzarsi di essere acco-stumati, modesti, gentili, & ben creati: accioche i Cantori meglio in loro immitino le creanze, le gen-tilezze, e i bei costumi.
Et non pe altro ho detto che debbano hauere la cognitione de Tuoni: se non perche molti fanno que-sto officio, & non li sanno, & punto si curano di saperli: ma si reggano, & gouernano per una lunga prattica: la quale assai gioua, & non si può dire che la non sia buona, ma è molto migliore, & piu
gioua l'hauerne cognitione: perche e molto piu al chiaro, ò si camina meglio col splendor del Sole, che
col picciolo, & artificioso lume della candela; & anco molto meglio si và doue si vuole di giorno, che
palpitando di notte.
Ho detto ancora ch'egli sappia rimettere, & conoscere vna parte quando ch'erra: accioche in
cambio di rimetter vno non rimetti vn'altro: perche si trouano de quelli che sono si ignoranti, che ol-tra il non sentire cosi pesto vna parte che dissona per hauer commesso errore, fanno vna ruuina nel
volerla rimettere che disconciano, & guastano tutte l'altre, & quel che è peggio non rimettano chi n'ha
bisogno. E ben vero che vno piu dell'altro ha l'udito pronto & acuto, che però si vede ch'alle volte
anco chi non compone rimette prima di vn compositore; ma quella tanta grossezza d'udito che si chia-ma durezza in chi compone, si parte dal proprio naturale, et da gl'ascoltanti piu tosto vien giudicata
ignoranza. Et perche le parte principali della Musica sono la voce, & l'udito; à chi manca parti-cularmente questa seconda, può lasciar ad altri questo tal officio fare; perche ne anco il Cieco si vanta,
ò si pone ad infilzar le Perle, ne il Muto à raccontar l'Historie.
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L'officio poi de quelli che sono atti & buoni à gouernar la Musica, è di misurar le cantilene secon-do la possibilità delle voci (perche nel concertare vna cantilena non solo si ricerca il luoco, il tempo, e il
modo di concertare: ma anco el voci & i cantanti che sieno atti a far concerti & harmonia si dolce che
grata al vdito sia) & di reggere mentre si canta il tatto: & se mai tatto ha bisogno di esser sicuro &
schietto, nelel cose faticose & difficile piu che nelle ordinarie & commune bisogna che sia; perche tra
che i Cantori per la difficultà delle cantilene facilmente possano vscir fuori; tanto piu volontieri & con
facilità vsciranno se il tatto niente vacilla.
Onde se io ho da dare i lverò, & confessare qual cosa m'habbia spinto à porre in questa Prattica
di musica il presente Cap. conuengo liberamente confessare & dire che il tatto ne sia stato cagione:
poiche in molte persone giuditiose ho veduto à di miei essere non solo la instabilità del tatto, ma anco
vna biasmeuole sumministratione non cosi da tutti considerata, & è che cantandosi cose difficile; per la
difficulta delle figure alargano tanto il tatto per facilitarle; che col suo mezzo vengano à commutare
vna figura nel altra.
Doue che per esser da tutti inteso, accioche si tolghi del stato presente questo si biasmeuole abuso, &
si leui à fatto à fatto questo errore dico; che si trouano alcuni sumministratori del tatto, che regendolo
in alcune cantilene difficle oue siano gran copia di Chrome; per far che i Cantori le contino meglio,
& con minor difficultà; allargano tanto i lsudeto tatto che le fanno pronuntiare per Semiminime,
& non si aueggano che se il compositore che le composte hauesse voluto che le si fossero per Semimini-me cantate, non l'haueria fatte Chrome. però è bene che da gl'ascoltanti la sieno conosciute per Chro-me come dal Compositore le sono state fatte, & tanto piu quelli di biasmo sono degni, quanto che col tatto strusciano & stancheggiano il Cantore, parendoli col stancheggiarlo & strusciarlo, di porgerli ma-no, d'aiutarlo, ò di darli tempo di potersi in quelle difficultà meglio accomodare, & non si aueggano che
il Cantor sicuro odia quella ritardanza come cosa disdiceuole, & ama solamente l'equalità de tat-ti: perche egli non ha mai conformi et del pari et benche chi seguita essendo per la seruitù suggetto, ha
da seguitar forte & piano: nondimeno perche questa suggettione non è simile all'altre per essere vna
misurata suggettione. per questo qualunque volta che i tatti non sono di misura giusti spezzandosi la
suggettione, si guasta & rompe ogni buon ordine.
Si possano ben cantare le figure diuersamente: perche il Compositore è obligato à comporle secon-do l'ordine de i segni & le regole del Tempo ch'egli adopera; & il Cantore a cantarle come li pare &
piace: perche chi vuol tener à vno che quella Semibreue che communemente vale vn tatto non la can-ti per vna Breue, ò per una Longa, dando il vallore à ciascheduna multiplicato? ouero diminuirle per
la pettà et farle gire sotto di esso tatto la metta piu presto et piu velloce? ma si come questo modo ci cantare seria vn capriccio, & vna maniera strauagante, per non dir temeraria: cosi ancora il commutar le
Chrome in figure di Semiminime non è lodeuole. perche in ogni modo che l'huomo le può cantare & ri-uoltare; il Compositor che le composte volendo l'haueria potuto cosi formare: Et questo si dice perche il
commutar il valore dalle figure con la ritardanza del tatto è vna cosa di far errare questo & quel Can-tore: perche non hauendoci le maniere et l'vso non si sà rettamente gouernare: & tanto è il volerle commutar col pensiero, quanto che di porre inanzi à scolar nouello vn libro da cantare; che se bene egli co-nosce, & sa il valore di tutte le figure, per non hauerci il modo & la maniera alla prima falla & se ne
và fuori: Coloro che si merauigliano che io dichi tantodella sicurezza del tatto sappiano che io non per
altro lo dico, solo perche ho ueduto à maestri questo tatto fallace; & benche el paia una cosa facile massimamente la sumministration del tatto equale: nondimeno possiamo dire ch'egli sia simile al maneggiar
d'un Cauallo, al spiegar d'una bandiera, ò al giocar di spada: quantunque le paian facil cose à fa-re, nondimeno non le fa bene se non chi ci ha la mano, & chi ci è uso.
Il tatto dunque non solo debbe essere sicuro et senza diffetto di equalità: ma anco con l'esser giusto &
equale, non debbe passar il suo uso ordinario, cioè non si debbe sumministrar tanto adagio ch'eschi fuori
del suo costume ordinario: perche al cantore è piu facil cosa di considerare et di portare una figura nel
vallor d'un altra: che di tenerle per quelle che le uagliano sotto un allargato Tempo: Et quando le cose difficile da buoni Cantori non si dicano bene: il nasce che quei cappricci, et quelle cose da i Compositori so-no state giudicate facile, et nondimeno le sono difficile: Ond'io à questo proposito ho ueduto Composito-ri hauer composto cose, che ne per una, ne per due uolte, da buoni cantanti sono state dette bene, che sempre ha bisognato rincominciarle; non gia per le maniere del Modo, ò della Prolatione; ma semplicemente per la strauaganza delle figure: di piu essi che le haueano composte con pena le diceano, quantun-
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que nel farle se le hauessero facilitate; in che si scorga ch'anch'essi le haueriano fallate se più non l'haues-sero vedute.
Per questo piace alle volte piu vn'opera che vn'altra; perche colui che la fece, nel farla la testè con
alcune vaghezze nouelle & facile, che se le fossero difficile non seria chi le dicesse ò chi desiderandole le
prezzasse. E però si veggano nelle Librarie alcune moderne compositioni che per esser senza dolcezza
& melodia tutte difficile, le si sono inuecchiate, senza honor del Compositore & vtile del Librario.
Questi si credan col far l'opre loro difficile di hauer trouato noua melodia, & nuoua inuentione
d'harmonia & non si aueggano che i Cantori le conuengano lasciar stare: Ouero per cantarle far quel-la variatione di figure che io di sopra confondendola hò ripreso, cioè di cantar le Chrome per Semimi-nime, & le Semiminime per Minime; cosa tanto odiosa & dispiaceuole, quanto che i giuditiosi da se
stessi rettamente lo possano giudicare; conuenendo i Cantori emendar gli errori del Compositore: è per-che crediamo noi che si siano demessi i canti antichi composti con tanti segreti & tante varietà de se-gni: solo perche il Cantore, non vuol hauer pensiero di tener le figure se non per quello che naturalmente
le sono, non apportando quel tenerle altrimente altra melodia che la commune.
Cosi dico delle compositioni di costoro, che se l'apportassero altra dolcezza ouer melodia, direi che
le si douessero admettere & approbare; ma non dandocene altra di quella che trouiamo nelle commune
dico; che le se doueriano lasciar stare.
Questo voglio che sia à bastanza per rimouere questa larga sumministratione di tatto nelle cose
difficile: sperando che da quì in poi si sentiranno le Chrome per Chrome, & seranno da gl'audienti le
Semiminime conosciute per Semiminime & non per figure di vallor cambiate: che io à molti ho fatto
toccar con mano che ilcantar le cose difficile sotto vn tatto mediocre, le si dicano meglio con manco
pena & fastidio de Cantori che col dirle si adagio, & di piu ho veduto anco in detta sumministratione
per l'interuallo grande che casca da vn tatto è l'altro; distorsi i tatti dalla equalità propria, & cadere
in vna sproportionata misura in modo tale che un tatto, d'equalità & misura non corispondeua al altro.
Questo vogolio che basti per la sumministratione di esso tatto: Quanto al restante: perche pochi
sono quei cantori che si trouano soggetti à maestri di capella, à paragone de quelli che non hanno ve-runa suggettione dico; che trouandosi i Cantori in alcun luoco congregati per cantare, & iui non essen-doci veruno di questo titolo, ò che sia del arte, & ne facci professione: il tatto debbe essere sumministrato
dal piu atto, & piu sufficiente; accioche se i cantanti vacillano qualche pochetto gli sia chi li sostenti:
ne tutti si debbano ingerire di rimetter una parte, quando la non dice bene, perche molti fanno confussione, & la confussione, è madre delle dissonanze: però tutto quello che si è detto del maestro di Capella si ricerca che sia in chi si pone nella sua attione, subintrando nel suo particular officio.
Quando poi che la necessità & penuria d'homini intelligenti li fa esser contrarij & diuersi, bisogna
stringere le spalle, & hauer patienza: perche non sempre el stagioni vanno à vn modo, ne meno si ha
sempre commodità di mangiar conditi pretiosi & uiuande dellicate.
Di qual sorte di voci si debbe far elletione per far buona Musica. Cap.LXVIII.
QVando ch'vno occultamente intorno à qualche particolar professione s'occupa; senza che ni-sciuno sappia ciò ch'egli ha per la mente, da parer altrui và sempre ricercando quelle cose
che conuengano sotto diuerse oppinioni: per potersene in occasion seruire: & con sua sodisfat-tione à questo & à quello raccontarne il commun parere. cosi ho fatt'io che con ogni mio studio & diligenza, senza che nisciuno mai habbia saputo l'intention mia sono andato ricercando i diuersi pareri al-trui sopra le voci humane, alhora che cantandosi di Musica le voci sogliono più delettare & piacere:
& in fatti ho trouato ch'à chi nè piace vna sorte, & à chi un'altra: Ma in fra tanti & diuersi pare-ri (osseruando) ho trouato, che tra le uoci di testa & quelle di petto, quelle di petto sono le migliore per
commun parere.
Onde perche tra le voci di petto, si trouano alcune che si chiamano uoce obtuse per distinguerle di-rò; che le oci sono ò meramente di testa, ò meramente di petto, ò meramente obtuse: & nota che io
non per altro dico meramente; perche se ne trouano alcune mezze di testa, & mezze di petto.
Quelle uoci che sono meramente di testa sono quelle che escano con un frangente acuto & penetra-tiuo senza punto di fatica del producente: le quali per l'acutezza loro percuotano si gagliardamente
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l'orecchie nostre, che se bene ci sono delle altre voce maggiori & piu gagliarde; sempre quelle appari-scano al'altre superiore.
Quelle poi che son meramente di petto sono quelle che nel intonar che fanno, vscendo dalle fauci,
par ch'eschino fuori, cacciate da vehemenza pettorale; le quali sogliano assai piu dellettare che le di te-sta: & in loro si uede questo effetto che non tediano mai; che quel altre non solo tediano & fastidiscono,
ma anco in breue tempo s'odiano, & s'aborriscano: L'vltime che sono le meramente obtuse, sono quelle
voci che per ordinario si sogliano chiamar mute, le quali fra l'altre per gagliarde che le siano (che poco
al fub oissibi essere) non si sentano mai, ma sono tanto quanto che se non vi fossero: In fra queste tre sorte
de voci se ne trouano alcune che sono mezzane; cioè che sono parte di petto, & parte di testa: & alcun'
altre che sono parte di petto & parte obtuse: & queste vengano cosi chiamate per l'effetto che di lo-ro si sente, che sono mezze d'vna sorte & mezze de vn'altra: e però redutto le uoci, in queste voi mezzane: si dice, che quando le tengano più della voce di petto che di testa deletteranno piu sempre che non faranno quelle di petto & obtuse; perche il frangere che fa la voce in quella tuba forte, si chiama mordente & è per la temperanza si grata & diletteuole, che l'orecchie restano sodisfatte & consolate, piu che
non fanno di quel'altre che per esser spogliate di questo mordente, restano in gran parte mute, & non
porgano quella delettatione.
Anzi che se noi vogliamo ricercare vn poco piu intimamente l'essential natura della voce; troua-remo, che la voce di petto è la piu propria & piu naturale: non tanto perche il petto la forma, perche
contiene dentro di se gl'instrumenti con che formarla. ma anco perche la si troua sempre esser piu giu-sta: & non si trouerà mai che voce di petto si falsa come quella di testa & l'obtusa; che rare volte sono
senza questo particular diffetto di esser false.
Però infra tutte le voci si hanno sempre da torre, (per hauer consolatione di vna buona compositio-ne) le voci di petto: & quelle particularmente che hanno il sudetto dileteuol mordente che alquanto frange, ma non offende: & si hanno da lasciar da vna parte tutte le voci obtuse, & quelle che sono semplice-mente di testa: perche le ottuse, in fra l'altre non si sentono; & le di testa superano troppo.
Similmente quando in fra le voci si ha da far ellettione de voci che sono alquanto false, tra quelle
che calano & che crescano nel cantare, si hanno piu tosto da torre quelle che crescano, che l'altre che
calano: per esser diffetto piu dalla natura suportabile: & è d'auertire che dicendosi delle voci false s'e-scludano quelle che sono falsissime, accio che quelle non sieno per nisciun conto introdutte nella elettione:
perche quando il diffetto è poco volontieri l'altre parte lo riceuono. ma quando ch'egli è troppo, non lo
possano comportare.
Questo si dice non tanto per la elettione delle voci che hanno à cantar forte: quant'anco per quelle
che hanno da cantar piano, essendo che il diffetto d'esser false & di testa, in ogni modo si sente & offen-de: Ne per questo quando non vi seranno quei Cantori con quelle singulare & perfette voci che io dico
che si debbano ellergere per fare vna buona Musica si resterà di cantare, essendoci altra sorte de cantori,
che non sieno però de i piu tristi & sciagurati che si trouano: perche si sà bene che quì in terra ci sono
poche voci simili alle voci Angeliche & diuine: assai si fa quando se ne trouano delle mediocre, & di
quelle che sono appresso che buone: Ma perche anco le voci obtuse habbiano à seruire, & non s'habbiano al tutto da mettere da vna parte, ellegendosi quelle che piu tengan del chiaro, s'introduranno con le
altre; & s'hauerà riguardo che le sieno giuste in gran parte, & non à fatto à fatto deffetose; accioche le
faccino buon corpo Musicale, & rendino l'harmonia equale.
Non dico poi nulla di quelle voci che non ariuano à nisciun segno di perfettione: ma che corrano in-fra l'altre imperfettissime, essendo che di loro ogni vno ne può dar giuditio: Ma dirò bene di quelle uoci
che non sono cosi buone. ma hanno vaghissime maneire di cantare, che no nsi debbano mai lasciar da una
parte; perche le uaghezze rare, & gli deleteuoli accenti sono quelli che piu piacciano, & che in quel ca-so cuoprano ogni diffetto disdiceuole. massimamente quando i sudetti accenti sono ben fatti, & accompagnati bene:Il che nasce dal diletto grande che si prendano le persone nel ascoltare quelle legiadre rot-ure & figure spezzate che non s'odano cosi da tutti; ne meno tutti ci hanno attitudine di romperle
& spezzarle.
Le uoci dunque che sono ne gli estremi deffetuose & che hanno parte insuportabile; se non hanno in
se cosa che le possi in qualche parte condire, & far dellettare; fuori de i bisogni grandi, & delle necessi-tà sforzate si debbano alsciar da una parte: et quelle che hanno di hauer nome di esser delle ellette se non
sono tutte integre di petto, sono mgelio quelle che hanno un poco di moderato frangente, che quel altre
che partecipano delle obtuse che paian sorte ò quasi mute: & perche come ho detto di sopra ci sono puo
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che voce sommamente perfette, se si hanno da elleger voci che habbiano imperfettioni di ascendere ò
calare, quelle che ascendano seranno le migliore: e questo perche è piu facil cosa che le voci giuste &
buone (se però per deffetosa voce s'hanno da mouere del suo buon tuono) ascendino con quelle, che cali-no con quest'altre: Quando poi non si hanno cantori, se bene tutte le voci non sono buone, abbracciandosi
vna con l'altra scorrano per quelle che sono.
Del modo d'incomminciar à cantare, & del dar la voce alle parte. Cap.LXIX.
QValunque volta che gl'huomini sono in qualche luoco congregati, & insieme redutti per udi-re & scoltare qualsiuoglia cosa; bramano con gran dessiderio che si dia principio; onde se per
mala sorte esso principio non è di sodisfattione, & contenuto: poco piu contento & sodisfattio-ne speran sentir nel mezzo ouer nel fine; perche quello sempre con maggior attentione si scolta & ode:
& se mai cosa nisciuna ha bisogno d'esser cominciata bene, la Musica è una di quelle: perche nel altre
cose, se il principio non riesce, il mezzo può riuscere, & se l'bno ò l'altro manca, almeno il fine può so-disfare: ma se nella Musica il principio non riesce poco bon mezzo, ò poca bona fine si può sperare:
perche rare volte si principia male, che non sia bisogno di ritarnar à comminciare: è però piu che nelle
altre cose è necessario di comminciar bene, se si vuole conseguir delle compositioni le melodie & le loro
dolce harmonie: & acciò che ogni uno lo possa fare, dico: che congregato i Cantori, & distribuitoli le
parte, chi uuol dar le voci bisogna che sappia, ouero che habbia qualche poca cognitione de i Tuoni
Musicali, altrimente uà sempre à pericolo di commtetter disordine.
Quando che si conoscano i Tuoni si piglia la uoce dalla corda finale, formandoui sopra la terza se-condo la qualità delle quarte & delle quinte che formano il detto Tuono.
Da questa intonatione i Cantori hanno da pigliar le voci: & si guardino prima nel pigliarle, di non
pigliarle disonanti & male: & poi di non andar lungo tempo uagando intorno alle intonationi inanzi
che si dia principio al cantare: perche quelle uoce cosi senza proposito sparse, danno inditio di timore, et
non di sicurezza; & tanto piu uergogna, smaccho, & disonore è di quel Cantore che ha da cantare; quan-to che essendosi fatto sentire il Tuono in che si ha da comminciare, da se stesso non si pigliar la uoce;
ma conuiene mostrar il Libro à qualche compagno, ò à chi si apparecchia di sumministrar il tatto.
Ciascuno ha da esser auertito nel dar le prime voci di pigliarsi la sua & di considerare, quanto la
parte ch'egli tiene in mano debbe star distante dalla detta voce: poiche queste cose non la dottrina;
almeno l'uso si può dire che ce l'insegna.
La necessità che hanno i Cantori nel attioni del cantare, di hauer un maestro di Capella, ò uno che
faccia l'officio suo, non è per altro, che per potere nel principio trouar le uoci propriate à i Tuoni, &
per potere aiutar quelle parte che fallano: e però quando si è intonato la uoce del Tuono che è quella
prima che si da fuora per distribuirla alle parte particulari; è uergogna di colui che ha la parte in ma-no, di non sapersi trouar la uoce, in che la sua parte ha da comminciare.
Similmente chi regge il tatto & fa l'officio del maestro di Capella; nel dar la uoce del Tuono, si ha
da guardare di non far quello che fanno molti che non sanno piu che tanto: cioè che in cambio di toccar
la prima uoce in ut, non la tocchino in re, formando la sua terza in cambio di mi con un fa: perche ol-tra la ignoranza trande che si dimsotra; talmente si distuona, che le uoci non si possano rettamente mai
pigliare: L'ordine dunque di dar le uoci: è questo, re fa la, per il primo Tuono & per il nono; sol re &
re la per il secondo: mi mi per il terzo; la mi per il quarto: fa fa per il quinto: fa ut et ut sol per il sesto et
per il duodecimo; ut sol per il settimo et per l'undecimo; sol re et ut sol per l'ottauo: ultimamente la mi
et re la per il decimo; In questo modo non si potrà mai essare; toccando le corde con quella sincerità di
suono che si ricerca, & secondo la qualita et proportione delle uoci; perche togliendole fuori della loro
natura nisciuno si sapria gouernare, & le uoci in sproportionalità tale non potrian oseruire; perche seria
non uolere al Basso far cantar il tenore, al Tenore l'alto, & al Alto il soprano; giudichi ogni uno come
questo si può fare; Et se questa maniera fosse ad alcuno assai difficile, habbia queste quattro regole à
mente; prima che re la serue alla intonatione del primo, secondo, nono, & decimo Tuono; mi mi al ter-zo, & al quarto; fa fa al quinto & sesto; & ut sol al settimo, al ottauo, al undecimo, & duodecimo; che
à questo modo non potrà falare; & cosi non uenirà à intonar ut mi, in cambio di re fa, ò di fa la.
Io porrei quì un essempio per dimostrar meglio l'intonatione de Tuoni; ma trattandosene nel ultimo
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Libro non voglio occuparmi in quello che con altra occasione altroue io mi ho da occupare.
Chi brama di vederli meglio vegga il detto Libro nel Cap.24. che sopra ciò hauerà ogni sodisfat-tione: Per hora basta questo.
voglio anco dopo l'hauer auertito chi ha carico di mettere in ordine & di dar principio à vna Mu-sica in che modo s'intonino le uoci de Tuoni, auertire nella intonatione si hà d'hauer riguardo à quelli che hanno da cantare, che stiano commodi di Tuono non troppo alto, ne troppo basso; se si uuol hauer
di loro gusto & paicere: & non fare come fanno molti che si dilettano di cantar tal'alto; che scomoda-no tutte le parte per accomodarsi con un Basso in mano: perche non uale la ragione ch'essi con alcuni altri di questo parere che dicano, il canto douer esser allegro, essendo una recreatione de gli animi nostri:
che cosi per cantar le cantilene alte & fuori del tuono ordinario, ne seguiria questo; che cantandosi le
lamentationi, & i canti mesti piu alto del lor douere le mutassero natura, & di meste che le uenissero
gioconde & allegre; & nondimeno ne quelle, ne altre cantandole alte, ò basse si mutano.
Però fia bene di stare in un giusto termine & in una proportionata misura di uoce: accioche la mu-sica di questa & di quelllla compositione di dolce & soaue, non diuneghi, aspra & acuta.
Quando poi bisogna principiar cantilena d'altra natura di quella che gia si è cantata, fa bisogno di
rintonar le uoci nelle loro proprie corde; et auertire che se si conuien passare dal primo Tuono al terzo,
non si debbe mai nella uoce di re introdur la uoce di mi: perche procedendosi di Tuono in Tuono, & di
Tuono in Semituono le uoci non s'intoneriano mai perfettamente & gisute: doue che seriano causa il
piu delle volte quello che già è incominciato, per le triste & false voci che produriano douerlo rin-cominciare.
Similmente ancora quando che le corde principale del Tuono passato, risonano per vt mi sol; & che
le corde del Canto che uiene per la variatione di detto Tuono risonano per re fa la, bisogna alquanto
piu alto ouer piu basso rintonarle: per non hauer occasione di tornar quel che già è principiato à farlo
ridire.
Cosi si procede ne gli altri, tuta volta che i Tuoni inse non hanno qualche conuenienza: perche quando conuengano in qualche cosa; facilmente & senza pericolo di disoluere vn principio di cantilena si
passa da vn Tuono al altro.
Questi Tuoni che hanno conuenienza insieme sono tutti quei quattro che io ho posto di sopra; cioè
il secondo il nono et il decimo: che per la relatione di re la conuengano con il primo: et l'ottauo l'undecimo,
et il duodecimo con il settimo & c.Coloro poi che non hanno cognitione; ne meno sanno che cosa sia Tuo-no hanno da gouernarsi con la fine del Basso: & se vogliano commettere manco errore, auertino quan-do che in vn Canto vi è la seconda ò piu parte, di non tor la voce dal fine di essa prima parte: ma da
quella che è l'vltima: perche l'altre sempre finiscano imperfettamente: in questo modo intonando la fi-gura finale veniranno à formar la voce del Tuono, & accomodaranno tutte le parte.
Vna sol cosa nel vltimo voglio auertire, accioche le cantilene sieno cantate bene, la quale è quesa:
Che cantandosi nelle Chiese, ò ne luochi oue si habbia da gridar forte, i Cantori habbiano da intonar le
figura con giusta forza & assai vehemente, che però non sieno si forzate che rozzino & si conoschi la
fatica come altroue è stato detto: ma douendosi cantar piano, le voci si hanno da vnir insieme; & al-hora dimostrano d'essersi bene vnite, che vna non supera l'altra, & cantando non si fanno da i uicini
sentire: perche chi canta si forte si può porre nel numero de gl'ignoranti, hauendo diletto di gridare oue
altri cercano di dir piano.
Onde io per corregger vno ch'una uolta meco cantando disse che io douerssi dir piu forte li risposi che
s'egli piu piano dicesse facilmente m'intenderia: & ch'io in tale occasione, non ero vso à dir piu forte:
cosi col iscusarmi, copertamente lo ripresi & li faci veder l'errore ch'egli commettea nel cantare; &
da quello in poi, ne lui & io hauessimo in ciò altro che dire.
De tutti quei inditii che dimostrano il fine delle can-tilene.Cap.LXX.
NOn è tanto bello & diletteuole il principio & il mezo di qual si voglia cosa perfetta & compita: quanto che è uago & dileteuole anco il fine. Et se il principio c'inuita, c'inanimisce,
& occasion ci porge di ueder esso fine; bisogna ch'anco il detto fine al principio corisponda:
altrimente in uano esso principio c'inuiteria. Però se in tute le cose che finite sono, è necessario il
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principio, il mezzo, & il fine. bisogna che anco nella Musica, come cosa finita, & terminata l'un e l'al-tro sia: di questo credo che nisciuno ne dubbita dimostrandocelo chiaramente il senso.
Hauendo io dunque parlato del principio, & del mezzo delle cantilene, è cosa conueniente che io
parli anco del fine; il quale è si d'importanza quanto che sia l'uno & l'altro: poiche se nel dar princi-pio ci bisogna il modo, & l'arte; e nel mezzo le maniere, & le vaghezze: nel fine ci voranno le va-ghezze, & le maniere, con l'arte, & il debbito modo: Et se bene il fine par che sia vna cosa facile. non-dimeno molte difficultà vi si trouano non cosi da tutti conosciute.
Però volendone dimostrar alcune dico; che i cantori nel finir di cantare vna cantilena si guardino
di far quello che fanno alcuni poco accorti, che nel finire danno mala sodisfattione alle orecchie de gli
ascoltanti per non auertire alla figura finale, la quale può esser di due sorte principalmente, cioè com-mune, & soggetto: Commune si chiama quel fine quando le parte tutte conuengano nel valore delle
istesse figure, come seria a dire quando le parte finiscano, come quì si vede.
[Music example]
Allhora su la penultima figura a tanto si hà da fermare quanto che tutte l'altre parte vogliano, &
si contentano; & poi salire all'ultima figura, termine & luoco oue conuengano tutte le voci sonore:
per questo si chiama figura finale, non l'ultima figura che si troua nel fine delle cantilene. ma quella
solamente che è vicina a questa fine.
La figura del fine poi che è soggetto è vna figura sopra la quale tutte l'altre parte con sumministra-tione di voce finale fanno quasi come vn poco di girandola, ò torneamento: non meno artificioso che
vago, & diletteuole; scherzando intorno al detto fine: Et però deposto il ragionamento che si do-ueria fare intorno al final commune, come quello che poco importa, & che poco disturbo ci suol dare;
ragionerò del finale che è soggetto all'altre parte di finire: Però è da sapete che non ogni volta che
si finisce di cantare vna cantilena, il cantore su la penultima figura si ha da fermare: perche ferman-dosi in alcune occasione faria dissonanza con tutte l'altre parte, essendo quella parte soggetto all'altre
che vogliano finire: & ritardano, il ritardare seria si strano quanto che da questo essempio ritardan-do il Tenore su l'ultima figura a canto a quella del fine si può sentire.
[Music example]
Onde per dimsotrar al cantore in quante occasione de finali egli debbe essere accorto, et auertito dico;
che oltra questo premesso finale. quanttro altri se be ritrouano che vanno diuersamente cantati; ne
quali bisogna essere auertito, & diligente: altrimente chi li canta rimanerà sempre con vergogna.
Il primo è quando la penultima figura, cioè quella vicino all'ultima è con il Basso ottaua, & è dalla
dett'ultima distante vna quarta, come quì si vede.
[Music example]
Allhora il cantore on ha da aspettare che il Basso descenda al suo fine: perche in quella penulti-ma figura del Basso che è quella Breue puntata, è vna fiura dell'vltima del Tenore; & s'egli pri-
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ma di lui non descendesse, & che aspettasse di descender con esso lui veniria a far due ottaue; o se pur
con esso non descendesse, & che tardasse a descender faria vna quarta scoperta con assai dissonanza,
& strano effetto.
Questa sorte de finali il piu delle uolte si troua nelle compositioni compsote a cinque a sei, a otto,
& in conclusione in canti composti a piu di quattro uoce; & piu nelle parte di mezzo che nel Sopra-no: se il cantore ui userà diligenza non solo li ritrouerà cantando: ma anco ritrouatoli li canterà sen-za verun errore.
Vn simil passo ancora si troua posto alla quinta; nelal quale chi uolesse descendere prima del Bas-so nella figura del fine faria una seconda, come qnì si uede.
[Music example]
Et però per auertirne ogni uno li pongo con due parte semplice; accioche senza confusione dell'al-tre perte ei uegga, & ritroui la verità di quel che io dico, & ne habbia uera notitia per poterle in
ogni occasion schiuare.
Di piu si trouano alcune figure psote in modo di cadenze che a uederle ogni uno le giudicaria tale,
niente dimeno le non sono come quì si può vedere.
[Music example]
Le quali tanto possano esesr cacciate nel mezzo, come quì nel fine: E però bisogna che il can-tore non si perda quella lode nel fine, che egli nel principio, & nel mezzo honoreuolmente si è acqui-stato, che facilmente se la perderia se di queste cose non fosse auertito: & però io gli le propongo;
accioche uegga, come no nsempre stà a un modo il finale.
Vltimamente poi si ritroua, una certa rotta, & spezzata fine fatta con l'interpositione di sospiri,
& pause, come questo essempio ne lo dimostre.
[Music example]
Alla quale non risguardando il cantore, da questo, & da quello si fa beffeggiare: poiche qualun-que uolta che egli uede le cantilene non terminare nelle figure communi. ma hauere dopò le figure
pause ha da sapere, ceh le dette pause danno inditio che l'ultima figura non si ha da tenere se non
quanto la uale.
Questi sono cinque finali fuori dell'ordinario usati; ne quali molte uolte le compositioni finiscano:
& hanno bisogno di essere maturamente considerate: perche se fallo dissona nel mezzo, ò nel princi-pio, molto piu dissona nel fine, nel quale tutte le dolcezze si sogliano raccogliere, & raunare.
Io son stato forzato, & astretto di dir questo. sì perche molti nelfinire finiscano malamente,
non riconoscendo le figure per quello che le sono: sì anco perche ne i finali ordinarij, ho sentito alle
uolte qualch'uno faruisi strasemare. e perl ne i finali che tutti non conuengano, ò in quelli che si con-uiene, si deue nè tardi nè per tempo con gli altri conuienire, lasciando da parte le superflue moltipli-cationi di vaghezze, & gorgie; perche la ritardanza di vna parte, fa che non si oda
bene va dolce, & delicata fine; & ciò si dice perche sono alcuni che nel finire delle
cantilene, vogliano con le gorgie tenerle vn hora lunghe; & fanno che tutti gli altri compa-gni lo stiano ad aspettare, otlra che molte volte se bene l'hanno vn pezzo aspettato, le finisco-no dopò loro.
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Non si negano a Cantori le vaghezze, i passaggi, ouero le gorgie: ma se li prohibisce
il troppo, & quel fare ritardar le parte: perche l'importanza stà nel mezzo, come di sopra altroue
ho detto; essendo che anco i fanciulli che non sanno natare gitandosi nell'acqua stanno scherzando vi-cino a riua: ma il franco & buon natatore; natando, in alto tira; & doue è piu profondo, iui della
sua sicurezza gode.
Si ricordino ancora quello che si è detto di sopra nel Capitolo sessagesimo quarto, di non replicar l'vltime parole del fine se non vi è segno che le sieno replicate, che in ciò molti commettano errore: & si ri-prendano quelli che quando hanno finito di cantar vna cosa si alzano con la vita: essendo forsi loro per
la difficultà de canti stati alquanto piegati, & dimostrano di hauer durato vna gran fatica; ò che
non hanno piu voglia di cantare; poiche questa attione vuol essere senza vn minimo diffetto.
Molt'altre cose hauerei che dire: ma per non parere ch'io m'habbia tolto l'assonto di rifformar il cantore, le lascierò stare: Queste poche ch'io sin quì ho detto; la gran volontà ch'io ho di giouar altrui
me le ha fatto dire: come credo che ogn'uno se lo può pensare.
Per quai segni si finiscano le cantilene. Cap.LXXI.
LA cosa de i finali è tanto chiara, manifesta, & commune ; che quasi non ha bisogno che ne
sia ragionato, ne meno ch'io ne faccia mentione, & per certo molti si merauigliaranno ch'io
ci habbia trouato che dire: tutta via il dir mio no nserà frustratorio ne vano: perche se tutti i
finali delle cantilene si facessero a vn modo, & che conuenissero in vna maniera non ci seria da dir al-tro: ma perche sono diuersi: per questo io mi son posto a parlar di lui. Però dico che la maggior parte
delle compositioni Musicale si terminano, & finiscano con vna Longa, ò con vna Breue, seguendoli
vna ò piu linee aprresso trauersate da vno estremo all'altro delle corde, come quì si vede.
[Music example]
Et nota che non per altro se li
pongano dietro all'ultime figure di
Musica, le linee trauersate che
occupano dalle estremità delle cor-de tutti i spatij; prima perche le
linee che non si estendano sino alle
estreme corde possano dar inditio di replica; come si fa nelle Villanelle, & Canzonette: & poi per-che essendo l'vltima figura sola senza altro accompagnamento, come quì.
Molti quando vi fossero gionti cercheriano di tener quella Longa vltima
[Music example]
figura quanto la vale, & non quanto alle Musiche fa bisogno, volen-dola finire con tutta la sua intiera quantità de tatti.
Il che staria tanto male: quanto che ogni vno si può pensare: poiche
se accadesse alle volte che il compositore vi ponesse vna Massima, i can-tori cercheriano di tenerla quanto la vale, & in essa si forzeriano di hauer la sumministratione del tat-to; per non mancarli del suo douere: la qual cosa generaria piu tedio che diletto; & nel fine si haue-ria piu disgusto che dolcezza: & però dopò la figura del fine si pognano i trauersi, accioche la det-ta figura sia tenuta quanto bisogna, & a beneplacito de chi canta.
Si vsa ancora di termianr vn canto col porre vn semicircolo puntato sopra la figura di vn tatto ò
di altra figura che habbia la quantità de tatti compiti, come quì si vede.
[Music example]
Et tanto si vsa, & si pone di sotto, quanto che di sopra: facendo sempre vno sitesso effetto: questa
sorte di finali si chiama communemente incorronata; & non si suole vsare se non in quelle cantilene
che hanno la prima, & la seconda parte, ò vero i nquelle che con qualche misterio, ò per qualche par-ticular effetto le parte si hanno da riposare: & questo si fa per dimostrare che quello non è l'vltimo
fine: ma vn certo commun riposo per non doueri molto ritardare a ricominciare: & nota che tanto
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questo fine, quanto che qual si voglia altro, ha da finire almeno din una figura di tatto: se però per imi-tar le parole non si ha da porre vn final spezzato, & rotto, come si vede nell'ultimo essempio del supe-rior capitolo che allhora quella figura troncata, & rotta; con sospiri & mezzi sospriri s'accompagna.
per non lasciare, & finire in vn tatto imperfetto che tanto seria quanto che a non finire: Et perche
il fine essendo vn raccolto di tutte l'attioni, in cui si riposano, & douendosi nella Musica raccorre
tutte le soauità, & dolcezze in vno epilogo finale: per questo ordinariamente si finiscano in figura di
Massima, di Longa, ouer di Breue; come in figure che riceuano assai tuono, & lungo suono; & pos-sano commodamente sumministrar tutto quel tempo di suono che si vuol dare a vna fine; per questo si
vede che le figure di detto fine non si tengano a misura, ma secondo che pare, & piace a i cantori di
tenerle, & d'intonarle; che allhora hanno auttorità di poterlo fare: & non quando le si canta-no altroue.
Quel modo d'incorronar le figure con quel semicircolo puntato alcuni l'hanno vsato nelle cose gra-ue, & nelle figure che vanno insieme incorronando ciaschuna figura come ha fatto il Brumello in quel
poco di luoco, Et homo factus est, della Messa, Fulgebunt iusti; il che dimostra di douersi quelle fi-gure cantare con grauità, & adagio: e non che in ogni vna si habbia da far pausa, & riposare. chi hora
l'vsasse non seria errore: ma bene appresso i Compositori d'importanza seria cosa ridiculosa, & di do-uersene ridere per vn pezzo: perche quel modo d'incorronar le figure non si usa se non quando si vuo-le che tutte le parte ri riposino per tanto spatio di tempo, quanto che in esso commodamente vi si nu-merasse vna pausa.
Della fine che hanno le Villanelle, & le canzonette. Cap.LXXII.
L'Occasione che hanno hauuto i compositori di far diuerse cantilene, a fatto anco trouarle di-uersa fine, accioche essa fine imitasse i canti, & le compositioni: per questo si vede che sicome
le Canzonette, & le Villanelle sono d'altra maniera che non sono i Motetti, & i Madriga-li, cosi anco per non farle in nisciuna cosa cnonuenire se lida vn'altro finale.
Però è da sapere che alle Villanelle, & Canzonette dopò l'ultima figura se li pongno doi trauer-setti puntati a modo di pause di Longhe, come quì si vede.
[Music example]
Et se bene alle volte i sudetti
trauersi toccano da uno estremo a
l'altro delel corde non fa caso: stan-do in libertà di chi ha la penna in
mano di tirarle comunque li pare
e piace; pur che s'osserui quello che
nel segnarle si ha da osseruare: Io dico questo, accioche icantori trouandole in altro modo collocate, &
fatte, non credino che le sieno fatte, & cosi collocate per nuoui effetti, hauendo io detto nel Capitolo qua-dragesimo secondo, ragionando del punto di agumentatione che nella Msucia ueruna cosa vi si pone a
caso: ouer senza occasione. Non seria piu necessario due linee ò doi trauersi, che tre ouer uno: ma l'vso,
ne lo dà per legge, & ci commettte che cosi cene debbiamo seruire. I punti si può ben dire che sieno di
essenza: poiche per loro solamente si sà di douer tornar a cominciare, che ciò sia il uero vediamo che
punti sono quelliche ci danno inditio di douer tornar a riddire quella cosa che già s'è detta. Alcuni vo-gliano che essi punti ancora ci diano inditio di quante uolte douersi tornar a replicare; il che non mi pare
che sia conforme all'uso; essendo i punti almeno quattro, & l'uso di replicarle solamente dua; ma ben mi
pareria che le linee essendo ordinariamente dua; fossero quelle che ci desero inditio di douer dire quella
cosa due volte: sia come si uoglia habbiamo da saper questo che tutte le cantilene, che nel mezzo ouer
nel fine hanno il sopradetto segno, quel segno dimostra che quella cosa due uolte si ha da dire.
Però si tiene quest'ordine che trouandolo nel principio delle cantilene, cioè inanzi che si sia
al fine; dimostra quel principio douersi dir due volte, in questo modo; che giunto a quel se-gno si rincomincia da capo. E t se bene questo principio, ò il fine non casca sotto perfetto tatto;
nondimeno la sua perfettione è posta dopò il detto segno, alla qual replicatione si ricerca il cantore
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che sia prattico, & auertito, per non esser lenno alla sudetta replicatione. Onde se per caso vna
di queste Canzonette ò Villanelle non ha nel mezzo altro segno che quello che si è fatto per dimostra-re la replica del principio: douendosi replicar il fine: si replica il canto da quel segno in qua che ha mo-strato la replica del sudetto principio, come quì si vede.
[Music example]
Ma se dopò il segno della prima replica inanzi che si venghi al fine sitrouino altri trauersi sen-za punti; sempre mai il fine si rincomincia da quel trauerso che è piu propinquo a i trauersi finali;
come chiaramente in questo essempio si può vedere.
[Music example]
Cosi ancora se dal principio al fine di dette Villanelle, & Canzonette non vi si trouasse trauerso: ma
che le cantassero distese sino al fine, & che solamente nel fine vi fossero gl'inditij di replicare; quella
cosa si doueria replicar dal principio, come quì si vede.
[Music example]
Ordinariamente tanto vno quanto che l'altro si suol replicar due volte, come già si è detto: ma
se auiene che alcune cose sieno da cantori replicate tre ò quattro volte; questo è fuori dell'vso, & del-l'ordinario costume, & fuori del pensiero del compositore.
Il che si fa solamente a complacenza di chi le canta, ò le fa cantare. I cantori in questo hanno
da essere auertiti: che se bene gli inditij di douer cantar due volte vna cosa sono d'una istessa sorte,
& maniera: non per questo in quel modo che si procede nel principio; si procede anco nel fine: per-che nel principio si canta quello che si ha da cantare sin a quel segno di incominciare, & ricomincian-do si seguita sino al fine: ma ilfien finito la prima volta, si torna a riddire quel poco che è di quà
all'ultima linea.
Onde in questo proposito non mancherò anco di dire che alcuni paesi vsano a porre, gl'inditij di re-pliatione, nelle corde sopra ouero di sotto dalle figure.
Il che non fa caso perche tutti fanno vn medemo effetto. Questo io lo dico accioche se in qualche
caso vn cantore li vedesse colloati fuori delli ordimarij siti suoi, si sappia reggere, & gouernare;
& non si creda che ci sieno per altra causa messi: Il restante poi si lascia al giuditio del cantore, che be-ne mi posso credere, & persuadere che come accorto si sappia gouernare: ne permetterà mai che in alcun
caso, nisciuno l'habbia da correggere, et riprendere: perche l'esse ripreo, et corretto ad ogn'uno dispiace,
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quando però si fanno attioni virtuose, per esser le virtù nemiche del ignoranza. però dopò gl'infrascrit-ti auertimenti, procuri di farsi honore: accioche col mezo dell'honore creschi in reputatione, & da
se stesso s'inalzi a gloria immortale.
In che modo le Villanelle, & altre Barzelette possano contradire & non esser soggette alle regole Musicali. Cap.LXXIII.
SOno alcuni che grandemente si merauigliano, & col merauiglirsi forte, ricercano perche
regola, & come le Villanelle con tutte l'altre cosette a se simile si possano formare, come
si formano; che non hauendo riguardo alle principale prohibitioni si formano con due, tre, ò
quattro quinte, una dopò l'altra senza mezzo di dissonanze ò consonanze imperfette: sopra di che han-no da sapere come (secondo la risposta commune) ogni regola patisce eccettione: ma non ostante questa
eccettione ui è anco questa risposta, & ragione. che non si ha d'hauer per inconueniente se in simil sorte
di cantilene vi si trouano due, tre, ò piu quinte: per rispetto che sono cantilene, imitatrice de quei aeri
che trouano piu voce senza cognitione di Musica, allhora che cantando insieme s'uniscano per uia di
consonanze naturali: come uediamo fare ad ogni sorte di persone che uolendo cantare quel medemo
uerso, che canta un'altro; và cercando i suoni, & le voci delettuole, per rendere il canto simile al can-to Musicale: onde possiamo credere che i Musici, vedendo queste operationi fatte mediante l'udito,
& la natura: gl'habbiano redutti a questa forma: che ben si uede quando le Villanelle, & l'altre co-sette non sono semplici aeri: che tengano del Musicale, & sono fatte secondo le Musicali regole:
ma che essendo di quella sorte d'aeri che io dico; vanno quei rozzi aeri imitando.
Et in questo si uede una singulare auertenza, che se bene coloro che non sanno di Musica, & che
cantano i sudetti aeri in foggia di Villanelle non hanno riguardo (perche non sanno) di fare non so-lo due ò piu quinte: ma anco due ò piu ottaue.
I Musici che sanno quanto disdica due ottaue una dopò l'altra: si sono contentati di imitar solamen-te le piu quinte, che sono consonanze piu coperte: Et di piu si uede bene, che non se ne seruano mai
nelle compositioni a dua ouero a quattro: ma solo in quelle che sono a tre: & in quelle anco, quando
le parte uanno di grado: ad imitaitone delle sudette uoci che trouandosi in simil consonanze, ne i moti
propinqui non si sanno altrimente mouere: perche si sentano essere accompagnati bene.
Per questo non ci doueremo merauigliare se i Musici ancora nel imitare quei canti, & quell
cantilene ne i moti gradati, introducano due ouer piu quinte; essendo che altrimentenon li possano imitare: Et chi m'adimandasse perche causa le se adimandano Villanelle: io direi che hauendo essi forse
osseruate alcune Verginelle a cantar insieme i versi loro sollazzeuoli, con quelli accenti Musicali che
le ui sogliano dare, qualunque uolta che nel lauorare sogliano cantare: hanno tolto per il meglio di dir-li Villanelle: & forsi anco perche osseruarano le Villanelle a cantare: quando che nelle campagne so-gliano star a lauorare.
Questa dunque è la cagione che i Musici nel formar d'alcune Villanelle non hanno riguardo che ui
sieno piu quinte: perche allhora non imitano il canto come Musici: ma come quelli che cantando, can-tano senza veruna cognition Musicale, & s'accordano per via delel consonanze mediatne l'udito ri-trouate. Et non l'usano nelle Villanelle a dua, & a quattro; perche in quelle a quattro, bisogna fug-gir l'ottaue che sono consonanze troppo scoperte, & nella a dua perche ci è la terza.
Quali sieno gli oblighi principali del Compositore. Cap.LXXIIII.
QValunque volta che si ha per le mani una uirtuosa operatione, si deue sempre secondo le rego-le di quella procedere, & caminare: perche se si uolesse caminare, & procedere secondo le
particulare opinioni, l'opinioni che sono sempre deffettuose, al piu delle uolte riusciriano cat-tiue: & tanto piu riusciriano cattiue, quanto piu le fossero semplice, & pure senza participare di ni-sciun'altra: essendo che se le opinioni particulare sono con l'opinioni d'altre accompagnate: possano
essere in qualche parte buone: ma se sono sole è forza che le sieno se non in tutto almeno in una gran
parte cattiue.
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E però noi vediamo che i principali oblighi del compositore, non solo sono di intramezzar le disso-nanze, tra le consonanze; ma anco di star nelle corde di quel Tuono ch'egli si ellegge di voler finire la
sua cantilena. Perche non è lecito di entrar di vn Tuono nel altro, se non per qualche occasione, & per
i suoi debiti mezzi, altrimente entrandoci, oltra lo strano effetto che all'orecchie si porge; si fa dir di lui,
& si da occasione di repensione & biasmo: Onde per non voler esser ripreso, oltra gli dua sudetti prin-cipali oblighi di dispor bene le consonanze, & star nelle corde del Tuono: deue anco vsar ogni diligen-za & opra; per fare che le compositioni sue sieno cantabile, & habbino in se vna certa maniera facile
& diletteuole, si per delettare gl'ascoltanti, si anco per dilettare & dar piacere al cantore; perche se il
cantore per sorte non ci hà gnsto & diletto, ò che non si compiaccia di cantarle; cantandole, le canta
meste & semiuiue, & cosi li toglie le maggior bellezze che possino hauere. Di questo nisciuno se ne de-ue merauigliare: perche ogni vno che ha giuditio può da per se stesso giudicare & immaginare che non
potendosi produrre l'harmonia con altro mezzo che col mezzo del suono & con la voce, se la voce ol
suono non è sumministrato con diletto ò viuacemente, ogni harmonia rimarà come morta, non hauen-do quel viuo spirito che potria hauere. Questo si dice per coloro che spesso & fuor di proposito vsano
le strauaganze, & hanno a piacere che le loro cantilene sineo faticose & difficile: godendo forsi di vederle da Cantori lasciar stare: accioche lascino le difficultà da vn canto: & che procurino di farle volontie-ri da tutti cantare: e perche chi di queste cose particularmente ne volesse ragionare, conueria formar-ne altro volume; o almeno esser si lungo che ageuolmente se ne dicesse ogni cosa: per questo conforme
al tatulo superiore si dirà breuemante che in fra tutte le sudette cose gl'oblighi, i soggetti, l'inuentioni et
altro debbano sempre esser condotti con tanta pulitezza & legiadria: che non solo i semplici ascoltanti
s'habbiano da compiacere & delettare: ma anco gl'intellignti & professori, s'habbiano delle inuentioni, de gl'oblighi, ouero assunti à stupire & merauigliare: & alhora si merauigliano et stupiscono, quando che nel sentire gl'assunti, gl'oblighi, & l'inuentioni le sentano attacate bene, et ben collocate.
Quali sieno gli principali oblighi del Cantore. Cap.LXXV.
DAl ragionamento superiore facilmente si può venir in cognitione di quello che stante il tittulo di queso Cap.s'ha da dire: poiche hauendo di sopra fatta mentione delle strauaganze che
si trouano dentro à queste et quelel compositioni; ricercando de gli oblighi principali del Cantore, si haueria per certo che uno de principali sia il cantarle bene & sicuramente: ma perche spesse volte le cantilene non si cantano bene, per rispetto che i cantori non si curano di saper il vigore con la forza
de i segni Musicali, i quali hanno autorità & iurisdittione, di variar il valore alle figure; per questo si
dice che il Cantore è obligato di saper quali sieno gli segni Musicali, & che forza habbiano nelle figu-re; le regioni delle cantilene ternarie & perfette: quale sieno Proportioni, d'inequalità di figure: & quale sieno quelle di inequalità di tatto & di figure, per saper constituire le differenze loro: Oltra di questo
egli deue non solo sapere gl'accidenti della Musica che sono le pause, i sospiri, & i mezzi sospiri ma an-cor con essi loro deue sapere i punti, & formarne le loro distintioni, accioche in qual si uoglia occasio-ne sappia agumentar le figure, le sappia diuidere, alterare, & rendele perfette: e perche queste cose so-no d'importanza et difficile; per non confondere quel che è chiaro, et metter le cose senz'ordine et distintione: per questo io ne formarò gli sequenti libri, et coloro che seranno gionti à quiesto termine non restino
di seguitar oltra, et di compir valorosamente la già incominciata impresa: attento che tuto quello che
sin quì si è detto, si è detto quasi per introdutione, & per meglio dar ad intendere le cose difficili.
Seguiti dunque ogni uno arditamente, ne per nisciuna cosa s'intepidischi ò raffreddi: perche si come
dal hauer letto le cose antecedente, & le presente, oltra il diletto & piacere, che hà hauuto in hauer let-to queste cose & quelle; ha anco imparato assai cose ch'egli no nsapea: cosi anco dalle sussequente pen-derà maggior gusto & solazzo, trouandoci cose diletteuole & nuoue. Per far dunque ch'egli da se
stesso si disobblighi, & resti scarico di quello chi gli deue, se ne formano le breue infrascritte regole: cioè
ch'egli per vn studio particualre si sia fatto padrone di tutte le cose che concorrano à formare la Mu-sica, nottate di sopra nel Cap.25. Di poi che sappia secondo i gradi, & la quantità del suono trasportate
la voce in ogni positione & distanza Musicale: accioche discorrendo con la voce epr questa corda
& per quella, riconoschi le figure, per quello che le vanno ricconosciute. Vltimamente ch'egli sappia
tutti i valori naturali di esse figure, con i piu famosi accidentali: dico famosi accidentali per distinguer
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gl'accidentali ualori delle cantilene perfette dalle Modale, & di Prolatione.
Qualunque volta che vno serà padrone di queste cose particulare, & hauerà questo particulare riccordo potrà andar sicuro tra cantanti, & in quanto al saper cantare da tutti serà sempre ricconosciu-to per sicuro & buon Cantore.
In qual caso tanto il sicuro, quanto che il timido Cantante può ca-dere in vn notabil errore. Cap.LXXVI.
SOglian ben spesso alcuni far quello che il commun prouerbio dice fuggendo schiaur Sylle, &
cadere in Chariddi: & questo al Cantore assai volte intrauenir sole; essendo che guardandosi
di non far cantando cosa ridiculosa & disdiceuole, atta à farsi schernire & beffeggiare, non
si riguarda ò schiua da quello che spesse volte li suol'intrauenire. Quello che non ischiuandolo spesse
volte l'intrauiene non è altro se non ch'egli dopo l'esserci impatronito de fioreti gratiosi, & gratiosi accenti, con l'essersi emendato de tutti quei tristi & cattiui atti che lo possano far difforme & scontrafat-to per un vso ch'egli ha di pronuntiar queste figure.
[Music example]
In foggia di cadenze sostenta-te, fa che trouandone una impar-ticualre la ricconoschi con trista
& falsa riccognitione: poi che al-hora si dice che la riccognitione
sia falsa & trista, che i rispetti, et
le relationi sono contrarie & cattiue, ò che in fra di loro non caschino le debbite conuenienze che vi do-ueriano caddere: Però volendo egli per debbito suo fuggire queste particular odiose pronuncie, hà da
sapere che tutte el cadenze semplice & ordinarie sono di natura di esser dal Diesis sostentate, & di hauer appoggio di sostentamento su la penultima figura come nel essempio superior si vede dalla presen-te in poi.
Che per suo essere & natura aborrisce il sosten
[Music example]
tamento: per rispetto che esso sostentamento di subbi-to instituisce vna falsa sesta maggiore trista, & in-suporabile, la qual è caggione che scopertamente il si
neghi, et omminamente il si prohibischi & vieti.
[Music example]
Guardisi dunque ogni vno di non proferrire
simil passo col sostentamento del Diesis su la
penultima figura: perche il sostentamento è fal
so come ogni uno lo può senitire. Onde quei cantori che cantando cantando non ci hanno auertenza piu
che tanto, senz'altro alla prima vi cascano, ne se n'accorgano mai, se non quando che nel fne della fal-sa proferta, a se stessi ouero altrui scoprano simil dissonanza fatta: cosa non solo trista da sentire; ma anco afatto afatto da fuggire: perche piu facil cosa è che vno quantunque non sia della professione senta
le dissonanze, che conoschi le consonanze; & che piu s'attristi di quel falso suono, che del suono per-fetto & buono.
Nelle gratiose vaghezze, & vaghi accenti delle cantilene ordinarie & commune, qual cosa schiuandola si debbe piu fug-gire. Cap.LXXVII.
RAre volte suol'accadere, che trouandosi vn huomo occupato intorno ad vna honorata & singular attione per se stesso ò per diuerso gusto altrui, non habia bisogno, o non facci cosa che
in qualche parte si possi chiamar trista ò cattiua, et ben che infra le cose cattiue et triste ui cor
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rino le scelerate & pessime, con l'obrobriose & infame: non pe questo voglio nel proposito presente
restringere & abbracciare, tutte quelle cose che sono di bontà vote, & dal precioso essere separate:
massimamente ch'io in questo mio ragionamento particualre non hò altra mira, ne altra intentione che
di mostrar al cantore, qual cosa che cantando ei debba fuggire: Però considerando noi tutti i vaghi mo-uimenti, & gl'accenti dileteuoli, fatti dal Cantore sotto questa figura & quella, tutti dico sono belli &
buoni, se sono da immunditie purgati & netti: ma sempre uno piu del altro suol piacere & delettare,
si come'uno piu del altro, è ben posto & accomodato.
Già noi sappiamo per qnanto altroue è stato detto, che gl'accenti semplici, & i passaggi di gorgia
sono nelle cantilene cose che rendano grandissimo gusto & sodisfattione: onde perche vi ne sono d'alcuni
malamente pronunciati: per auertirne il cantore, & per renderli purgati dico che se ne sentano alle
volte de quelli che sono odiosi & offensiui: per rispetto che facendoui i passaggi vi fanno di queste odio-se sorte de ritornelli.
[Music example]
Tenendo piu lungo che possano quelle redupplicatione di figure che sempre vi si raddoppiano, &
non s'aueggano quanto simil passo sia odioso & disdiceuole Perche in questo caso come in ogni altro,
non ha mai il Cantore da repplciar le gorgie sue ò i snoi passaggi, se i suoi passaggi ò le sue gorgie non
habbiano altre rotture; perche quoste simil rotture non son buone se non nel fine delel cadenze, nella pe-nultima figura, quando che si vuol finire; & tanto piu disdiceno quanto che chi l'vsa non le spicca chia-re, & le fa perfettamente ò bene.
Anzi dirò di piu che simil passi di cadenze per il parer commune sempre sono meglio quando il moto si rileua di sopra come mostrai nel Cap.66. in quel passo particualre di la fa la; & non di sotto come
quì si uede: perche riesce meglio, & meglio si sente di sopra che di sotto.
Similmente ancora se ne trouano del altre, le quale in altrui osseruandole, vno da se stesso può im-parar di fuggirle: perche chi ne fa ogni poco di professione, sentendole fare ad altri conosce le buone
& le cattiue.
Queste poche voglio che bastino; perche al intelligente un semplice zenno basta, che al ignorante
non bastano le decine delle lettioni: & se anco l'intelligente bramasse molt'altri piu riccordi; osserui nel
cantar gli altri non solo quel che piace à lui; ma anco quello che piace à diersi, et alla piu parte; per-che con tale osseruatione si ellegerà le cose buone, et lascerà da una parte le cattiue.
Se tutte le vaghezze & maniere di cantare che stanno bene à vna parte si concede al'altra. Cap.LXXVIII.
PEr ripparare al grand'inconueniente che sogliono i cantori alle uolte cantando commettere,
& far sentire; ho deliberato di farui sopra il breue particular presente ragionamento; accio-che vn gran parte de famosi Cantori vegghino & iscorghino l'errore ch'essi ben spesso non
volendo commettono, pensando di far bene quello ch'essi piu fanno male: però qualunque Cantore, ha
da sapere che molti accenti & uaghezze si concedano alla parte del Soprano, che si vietano a ciasche-duan altra parte, & molte di quelle che si concedano à ciascheduna altra parte con il Soprano, non si
cocnedano al Basso, perche qualunque uolta che le sudette vaghezze & accenti hanno certi accompa-gnamenti sequenti et ordinarij, il piu delle uolte à tutte le parte si concedano dalla parte del Basso in
fuora, che per esser parte graue, & con contrarij ordini tessuta, ha altre maniere, che non hanno l'altre
parte: dico contrarij ordini, perche l'ordne suo tanto è piu uago e bello, quanto che piu i moti suoi sono
distanti et lontani.
E però molti passi staranno bene ad esso Basso che non conueniranno a l'altre parte come seria a dire
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il torre di questa ottaua
[Music example]
è sua particu-lar prerogatiua, & ad altra parte non
si concede. Onde se bene par che il Tenore habbia questa au-torità di farlo, massimamente quando
ch'egli è fondamento al'altre parte, nondimeno il farlo è errore; e tanto è piu maggiore, quanto che
se il detto Tenore canta forte, perche spesse volte in quei luochi oue egli per torre quell'ottaua descen-de non si sente & è caggione che s'oda quel strano & brutto effetto: Anzi che nel farlo si riprendano
quelli che pronuntiano con troppo vehemenza quella figura della quale vogliano poi torre l'ottaua.
Et dirò anco di più che al Basso si concede quando che chi lo canta si conosce atto & forte di poterla
fare: ma quando ch'egli ci è inatto, & non ha voce che la possi far ben sentire, la debbe lasciar stare,
& di piu nel cantar forte se il finale è nelle corde ordinarie per nisciuna cosa ne debbe formar l'otta-ua. perche formandola se la voce nelle basse non è assai possente & gagliarda, riman la Musica di
quella voce vota.
Per questo si dice che ogni cantore ha d'hauer questa particular consideratione; che s'egli canta forte, cantar le figure oue il Compositore le ha collocate et poste, & se canta piano di farui le ottaue quando conosce che le ui stiano bene. & alhora egli saprà che le vi stanno bene; quando che le sono intelli-gibile & formate che ogni vno senz'offesa le possino intendere & sentire.
I passi dunque da formar l'ottaua si prohibiscono à tutte le parte dal Basso in poi, & lui non la deb-be fare se non consoce di poterla fare optimamente et bene: perche il farla male tanto piu dispiace, quanto piu ne tedia & offende: Anzi che molti non vogliano che il stia bene se non sono cosi accompagnati,
[Music example]
ò con altri accompagnamenti simili pur che non sieno cosi schietti & semplici, che si conoscano esser spo-gliati & nudi.
In questo vale piu il giuditio che le lettioni in iscrittura, non potendosi cosi in iscritura porre certi
essempij che ragionando si dimostrariano con la voce. Assai giouamento fa la penna, quando con
lo scriuer suo ci dimostra & scopre qual sia la intention dello scrittore.
Quì si uede che l'intention mia è di mostrare alcune sottigliezze da Cantorei malamente vsate; le
quali se io non le facesse sentir in voce, malamente chi non vi considera bene sopra le può intendere.
Però dopo l'hauer fatto tutto quello che à scrittor si conuien fare, ad ogni vno rimetterò il snso &
l'intellignza: assicurandomi, che se non tutti, pur qualche d'vno serà si attiuo & perspicare, che me-diante le mie parole in questo saprà quello che io voglio dire.
Qunat'auertenza & cura haueano gl'antichi nel segnar i loro canti, & che particualr autorità habbiano i Compositori, tenuta al presente da Cantori semplici quasi per incon-ueniente. Cap.LXXIX.
QVello che ben spesso manco stimar si suole, il piu dele volte suole intrauenire: perche non ha-uendoci uno il pensiero piu che tanto, ad ogni altra cosa suol'auertire che à quella ch'egli deue.
Onde perche gl'antichi volentieri fuggiuano l'ccasione che non solo i piu semplici; ma
anco i piu dotti Cantori che vi fossero hauessero à cantar male & far dishonore alle compositioni loro;
due cose principalmente vi soleano fare, una di collocar il Tempo sempre vicino alla prima figura di
qual si uoglia parte, non hauendo riguardo di trasportarlo piu in questa riga ò in questo spatio che in
quest'altro, pur che trasportandolo fosse collocato appresso alla figura come fu detto di sopra nel Cap.
37. et poi di facilitar alcune corde con gl'inditij de b molli, quantunque non ue ne fosse bisogno, e questo
era quando che le compositioni loro passauano oltra certi termini ordinarij come seria a dire, se il Basso
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hanendo la chiaue di F fa vt nella seconda corda fosse venuto tanto in giù, che hauesse passato i pri-mi ingressi della Mano Musicale, allhora nel'ottaua di F fa vt di sotto haueriano posto il b molle
accioche il Cantore vi douesse dir sicuramente & senza verun dubbio fa; come anco faceano l'istesso
quando che il Soprano cantaua per b quadro, & che le figure erano collocate in F fa vt fuori di essa
Mano di sopra: accioche i sudetti Soprani nel cambio delle scale non commettessero qualche not-tabil errore.
Questo nel proua & manifesta, l'Odhechaton de Musici stampato in Venetia l'anno 1503
volume cosi chiamato che contiene assai belissime cose de Musici di quel tempo: & anco il si vede
in molti altri libri antichi che nelle due sudette corde particularmente hanno collocati il b molle, non
obstante che in quel luoco senza di esso vi si debba dir fa, l'vna & l'altra cosa al presente, oltra di
molt'altre che io non ne voglio far commemoratioen da moderni sono state admesse, hauendo veduto
& scorto esser cose di nisciun momento ò di picciol rileuo.
La particulare autorità che hanno i Compositori poi, è questa di poter comporre tutto vn canto per
natura, & dentro introdurui vna parte che tutta canti per b molle come fece Iusquino nel Sanctus
della sua Messa Lomme Arme, il quale in tutte le parte di natura, introduce il Tenore con il b mol-le in tutta la corda di B fa [mus.brot] mi.
Il che non si ha d'hauer per inconueniente, essendoui tessuta come si deue, senza veruna dissonanza
ouero errore: & ogni uno lo può fare, quando che lo facci bene; & benche al presente non sia più in
vso,chi lo facesse non commetterebbe fallo ne faria male, se però ve lo disponesse come si deue.
Però i Cantori non se ne hanno da merauigliare, ne credere che l'altre parte le quali ne sono senza
sieno fallate & che l'habbiano d'hauere, come io mi sono abbatuto in alcuni che nol' voleano credere, fin
tanto che io non gli lo feci toccar con mano: perche nel creder simil cose credano il falso, & sopra il
falso fondano le loro ragioni.
L'hauer dunque vna parte sola il [mus.brot] molle, & non l'altre, non è inconueniente: ne meno secondo i
moderni è necessario di porre ne gl'estremi: F fa vt della Mano Musicale il sudetto [mus.brot] molle per
essersi fatte quelle corde à Musici assai familiare; massimamente quella del Soprano.
Anzi che al presente chi ve lò ponesse seria tenuto per sciocco, ò per ignorante dubbitando che in
quel luoco si dichi altro di quello che per sua natura si ha da dire; o che vi si canti figura che natural-mente non vi si ritroua.
Quante di quelle sotigliezze antiche i moderni compositori habbiano demesse, conosciute per sotigliezze di poco momento, & quasi vane. Cap.LXXX.
GL'assidui artefici, & gl'intenti operarij dal diletto grande, & paicer del operar quotidiano,
vanno sempre dilucidando l'arte & di molte superfluità vane la purgano, & purgandola ri-mondano, non volendo compatire c he le vie migliore, & piu breue, sieno conculcate dalle
più tediose & cattiue; poiche le vie cattiue & tediose non solo procurano, & sono causa della sua de-struttione: ma anco di sua manco finezza, & maggior imperfettione.
E però qualunque volta, che si considera bene dietro à quale sotigliezze andauano gl'antichi Musici, si vede ch'andauano dietro ad alcune che erano in fatti di si poco momento ch'eran quasi ridiculo-se: mirisi di gratia dietro à che andauano alle volte che godeano di vedersi dinanzi à gl'occhi hora una
quantità di figure tutte col punto d'agumentationi puntate, hora da equal salti tramezzate, hora
da sequenti gradi ascendenti collocate, & hora da diuersità de valori disposte & accomodate: di que-ste cose non ne voglio adurre altri essempij che gl'essempij presenti.
[Music example]
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il primo di Iacob Obrect & l'altro di vn certo Vaqueras: perche volendone vedere pur assai si
può guardare in qual si voglia libro delel compositioni antiche che vno ne trouerà quanto ne vuole:
cose che al presente si tengano quasi che per sciochezze, volendosi vn compositor famoso occupare in-torno a queste cose di si piccio rileuo, & momento, per lasciar le preciose & piu famose.
Similmente ancora gl'antichi andauano dietro ad alcune quantità de ualori, che hora sono riputa-te per nulla: questi valori erano quei valori accidentali che essi dauano alle figure, per uia de gl'inditij
Modali, & li segni di Prolatione.
Tutte queste cose i mdoerni hanno risposto da vna parte per esser cose che nel effetto altro non ri-leuano che le cose già rileuate che sono gl'effetti ordinarij & communi.
Non per questo se bene sono cose gia demesse io resterò di mostrarle & mostrandole di discorrerci
sopra, se non per altro almeno per accompagnar il volume, & per darli tutte quelle cose che per vo-lume egli debbe hauere: oltra che io son sicuro che molti le leggeranno volontieri per la curiosità che
hanno di saper che cosa sia Modo, Tempo, & Prolatione. e però già che siano giunti a questo termi-ne, si come chi legge si è degnato di legger sin quì tutti questi particulari ragionamenti fatti sopra le
cantilene ordinarie & commune, cosi ancora si degni di seguitar oltra, & di leggere questi che seguita-no, perche de gli presenti, & de i passati voglio che questo quì sia la fine.
Il fine del Primo Libro.
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IL SECONDO LIBRO DELLA PRATTICA DI MVSICA DEL R.P.F. LODOVICO ZACCONI DA PESARO, DELL'ORDINE AGOSTINIANO. Nel quale si tratta di tutte le difficultà de Modi, de Tempi, & de Prolationi, etc.
Che cosa sia Modo, Tempo, & Prolatione in Commune. Cap. I.
QVELLE cose che piu di raro ci sogliano passar per le mani: piu difficilmente le
sogliano riconoscere come altroue è stato detto; e questo perche le spetie loro, & le
loro immagine non si ci possano lungamente nella memoria conseruare: poiche spesse
volte, il tempo & l'altre cose che di nuouo vi poniamo, discacciano le vecchie che
vi trouano: le quali per non essere spesso da noi commemorate, & rinouate; ò che le
si occultano in parte, ò che affatto affatto le se ne vanno.
Quindi è che alle volte si legge vna cosa, & ci pare di hauerla letta altre volte, ne la riconosciamo
fin tanto che la non ce n'ha dato diuersi inditij: ò uero che se si vede uno ch'altre volte si sia visto, ma
che sia tempo assai che'l non si sia riueduto alla prima vista non si ricconosce: ma quando che'egli si mira
bene, & che vi si pensa sopra subbito ci torna a mente chi egli si sia; doue l'habbiamo veduto, & conosciuto. Cosi si può discorrere sopra tutte le cose: perche tutte con il tempo ci possano vscir di mente:
Et se mai cosa nisciuna di mente c'esce volontieri, le cose per via di memoria acquistate sono di quelle:
che per non commemorarle spesso, & per riporui sempre altre cose nuoue, le se ne vanno qual'ombra,
sogno, ò fumo: Onde fra le cose che noi discorriamo di douersi facilmente smenticare, possiamo intro-durre le lettioni, & le cantilene de Modi, de Tempi, & di Prolatione, le quali per hauerle lasciato
gir da una parte, & non si spesso commemorate: molti che già l'hanno intese, non se le riccordano. Et
questo perche rare volte le ci passano per le mani. Doueche siamo venuti a tale, che pochi per non dir
pochissimi sono quelli che al dì d'hoggi ci sappiano insegnare come si cantino le cantilene composte sot-to gli ordini, & le regole del Modo, del Tempo, & delle Prolationi: il che per altro non è auenuto solo
perche quelle foggie, & maniere de canti, si sono deposte, & lasciate gir da vna parte: conoscendosi che
da loro altra harmonia non se ne trahea che l'ordinaria, & commune. Et certamente possiamo dire
che il deporle sia stato vna cosa assai bene intesa: se si potea per via piu facile cauar da i canti l'istessa
dolcezza, & melodia: Nondimeno come fatiche, & studio anticho sempre le debbiamo honorare:
perche se noi con le vigilie notturne, & studij particulari non si fossimo faticati per facilitarle: bisogne-ria che ci faticassimo ancor noi, se volessimo seguitare la dottrina loro: & molti (per la facilità che hora
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n'habbiamo) imparano di comporre & altri di cantare; che non si cureriano d'imparare; ò che quelle
maniere & foggie di cantare ci seriano tanto familiare: che le hauerissimo per facile & commune: &
che hauendole di continuo nelle mani, & dinanzi à gl'occhi seria forza che ne hauessimo tutta quella
cognitione che habbiamo al presente delle cantilene ordinarie: poiche ancora queste ch'hoggi di ci sono si
commune & facile: se fossero per l'acutezza de bell'ingegni variate in quella maniera che sono state
variate l'antiche, in breue tempo non ne haueressimo piu cognitione: Ma perche habbiamo gustato la
dolcezza delle moderne & vi ci habbiamo trouato vna facilità mirabile: per questo seguitiamo piu lo-ro che le antiche: & piu ci dellettiamo di scoltar queste che quelle: poiche da queste ne prendiamo l'istesso diletto, & ne sentiamo l'istessa melodia che prenderessimo da quelle senza tanta diligente osseruatio-ne & inane fatica: Di quì nasce che le si sono quasi à fatto à fatto spente, ne se ne ritroua pi? quasi ve-stigie: atento che il seguitarle & l'immitarle è vna fatica senza frutto, & vna occupatione senza pre-mio & mercede; & chi è colui che senza frutto & guiderdone faticar si voglia? certo che nisciuno: poi-che per la mercede e'l frutto ogni vno stenta & si fatica volontieri, che già si vede quanto vn huomo
per vn suol guadagno sudor vi spenda: Ma non per questo resta che ritrouandosene ancora qualche
vestigie non ci sia chi desideri & brami di hauerne lume & cognitione: non permettendo l'intelletto no-stro che se ne passi cosa (perfetta ò imperfetta che si sia) senza diligente essaminatione: & tanto piu vo-lontieri ci nasce questa volontà & dessiderio: quanto che vediamo questa intiera cognitione esser rima-sta in pochi; & in alcuni particulari: per il che altri particulari bramano fra quelli essere nummerati:
non per essere inuentori di noue melodie & harmonie: ne per vincere & superare gli altri che nulla
si curano d'anummerarsi fra questi: ma solo per vn natural contento, & piaceuol diletto di sapere:
che si trouano molti i quali hanno contento & diletto di saper vna cosa non per vsarla come l'vsa noi
professori; ma per esserne padrone à sola contentezza & sodisfattione della natura.
Quanti studiano Poesie, & non si curano di esser Poeti: Quanti s'occupano nello studio dell'A-strologia, della Arithmetica, della Geometria & del altre; & nondimeno non si curano di esser tenu-ti & chiamati per tali? & certamente fanno bene: perche dispensano almanco il tempo secondo le par-ticulare inchinationi, & i proprij genij.
Però non è da merauigliarsi se alcuno si occupa & fatica intorno à cose che da altri sono state ri-putate vane: perche ogni vno brama di satiarsi intorno à quelle cose proprie, che altri ancora se l'han-no satiate, & ne fan fede che le son vane.
Onde che chi volesse al presente questa strada chiudere, seria cosa si difficile, quanto difficil seria di
ritornarle la dentro di donde sono vscite.
Cosi chi volesse ad alcuni Musici & cantori torre che non si dilettossero, & non si houessero da
occupare intorno alla intelligenza & cognitione delle cantilene et compositioni antiche, seria vn voler-li chiudere la strada de le loro sciolte voluntà & liberi pensieri: perche per far questo bisogneria che
quelle cantilene non fossero piu in essere: il che quand'anco le non ci fossero, per esserci state ce ne seria
maggior desiderio di vederle: Già dunque che le ci sono: se bene per la difficultà loro, & alla fine per non
esser altre che quelle che si son ridutte alle moderne: non per questo debbiamo restar di vederle, per sa-tiare le voglie, & d'appetiti altrui: i quali forsi si credano che sieno qualche gran cose per vederle cosi
con tanti segni formate, & le figure con tanti valori cantate.
Però è da sapere; che le cantilene hora dalla maggior parte de Cantori reprobate sono le cantilene
composte sotto i segni de Modi, de Tempi, & de Prolationi: le quali non hanno pi? difficultà che le ordinarie; poiche tutte vanno cantate sotto il tatto ordinario, quello che di loro à noi per difficile, non è
altro che il diuerso valore che si fa nelle figure ordinarie: cioè il considerare vna figura hora di vn tat-to, hora di dua, & hora di quattro, di sei & c. Ma il non ci deue parer difficile: perche chi ne tiene à noi
che non diamo piu valore à questa figura che à quella? & piu à questa che à quest'altra? certo che
non possiamo altro dire; solo che sappiamo, l'ordine suo esser di valere tanto: Or si come noi siamo
acorti di non tenere vna figura piu del suo douere: perche non la potremo noi tenere quanto che voglia-mo, appoggiandole ad altre osseruationi & regole? questo è quello che ne par difficile douendoci distor-re dal vso commune: & nondimeno è facile quando però che se intendano ben le regole: perche tutte
le difficultà delle cantilene ch'ora piu quasi non si sanno cantare, non consistano in altro che in vn di-uerso valore che hanno le figure; le quali ogni volta che per gli'inditij & segni si sanno distingue-re, le sono forsi piu facile che non sono le altre, attentoche di tante che le sono, le vengano a tre manie-re ridutte & secondo le regole di quelle cantate, & questo non per altro che per hauerle gli antichi in
tre maniere diuerse considerate. Il canto Musicale si fa mediante le figure di Musica: & però possia-
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mo dire che il Modo, il Tempo, & le Prolatione non siano altre che certe diuerse quantità de valori
che si fanno intorno alle figure Musicali: & questo perche anticamente in tre maniere furono conside-rate, alle cui maniere si riducano tutte le foggie di cantare che si ritrouano dalle Prolationi in fuora, &
quelle ancora con le Prolationi hanno vna grandissima conuenienza per essere l'une e l'altre natural-mente sotto il tatto inequale sumministrate, & in foggia di Proportion cantate.
Come, & da che cesa habbi hauuto origine il Modo il Tem-po & la Prolatione. Cap. II.
DAl premesso ragionamento si caua che non se ritroua cantilena ò compositione che non sii
composta & fatta con le regole, e gli ordini del Modo, del Tempo, & della Prolatione: per-che sotto vno de questi ordini & regole conuengano esser fatte & composte: Et benche il
Modo sia quello, che habbia le figure nella maggior quantità & valore, non per questo de gli altri dua
egli è l'institutore: ma bene vno de gl'instituiti; essendo il Tempo quello il quale instituisce il Modo &
la Prolatione in quella maniera che nel Cap. 30. del primo Libro habbiamo veduto: doue che hora presuponendo che questo si sappia diremo come il Modo & la Prolatione habbia da esso Tempo hauuto
origine: è però circa alla intelligenza di questo si ha da sapere, che fatta come si tiene la elettione delle
otto figure Musicali da Giouanne Muri Filosofo Parisiense, & distribuitoli la quantità del valore, i
studiosi compositori ui fecero si lungo studio che si come con i naturali valori di esse figure componeua-no qual si voglia compositione che hauesse auuto dibisogno d'una figura per il valsente de dodeci tatti;
cosi ancora per poterne hauere piu lunghi valori mossi dal punto di argumentatione incomminciara-no à crescere senza punto il valore à dette figure; ma per non confondere i valori che facilmente si
seriano confusi con la distintione de i segni del Tempo & con altre pause inditiale ne furono formate
le Specie Modali con le Prolationi: le Modali accioche douessero seruire à i tatti equali, & le Prola-tioni à i tatti di Proprortione: pigliando occasione con ogni sorte de valori che fossero possibile à imma-ginarsi di ampliar la Musica & ingrandirla à piu potere per farla copiosa & riccha non già senza
proposito & occasione come alcuni credano; ma pur necessità & bisogno di hauer come ho detto al-cuni valori che non si trouano ne i valori naturali: perche il sudetto authore che ritrouò le figure
Musicali le formò nude per quello che le vagliano, altri poi con l'agiongerui il punto l'agumentarano,
& diuidendo il tempo diedero il valore delle figure principali che sono le quattro prime al Tempo perfetto, con qual agumentatione senza punto: Onde per questa via ne furono poi da diuersi instituite,
le pause per gli'inditij del Modo: & il punto in mezzo al Tempo per inditio delle Prolationi, ch'assai
hauerei che fare se io volessi stare à raccontare chi habbia trouato esso Modo & Prolatione & chi
l'habbia diuise in tante specie oltra che non ci è quasi memoria, per hauerci chi agiunto le pause, & chi li
punti per distinguerle dal Tempo che si formaua con i cercoli & semicircoli.
A noi per hora ci basta questo che del valore accidentale che conuenne hauer la Breue nel tatto
inequale; che l'habbia ancora nel tatto equale, & che da questa occasione ne sieno nati tutti quanti gli
altri valori che sono le distintioni delle dette specie: Il che è stato molto commodo & ageuole; prima
perche qual si voglia quantità & valore non douea esser constretta à sottogiacciere à vn particular
tatto: ma à diuersi, quanto erano i valori multiplicati; & poi con questa multiplicatione, si è trouato
la via di hauer qual si voglia immaginato valore; che non si serà potuto hauere se i valori delle figure
per questa ò altra uia non si fossero multiplicati.
Facilmente questo discorrendolo si può sapere, et se ne mancasse mezzo di poterlo fare che sono infi-niti faccisi questa consideratione, che dal valore di dodeci Semibreue impoi, non si potria hauer altro
maggior valore come io dissi nel Cap. 42. del primo Libro se non si agiungessero una quantità di figu-re insieme che rilueassero tutta quella quantità che si volesse; il che quanto stesse bene lo si lascia giudi-care à giuditiose persone: poiche il veder in vn spatio ò in vna Corda, Musicale tante figure raccolte
da vna sola syllaba faria stomaco è non so chi mi dire.
E pero non è da merauigliarsi de questi tanti valori: perche l'vno ha hauuto orrigine dal altro
cosi come habbiamo veduto, che con l'occasione di dare il ternario valore alla figura del Tempo
multiplicando in lei & nel altre figure, se ne formano, il Modo & la Prolatione, con tutte le spe-cie loro, distribuendo con ordine & misura i valori à ciascheduna figura, & assignandole alle loro spe-
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cie particulare per conseruarle distinte; si perche le non douessero generar confusione; si anco perche
ogni vna di loro hauesse la sua figura particulare, non volendo che le maggiore fossero da manco delle
minore, ne che le minore fossero da piu delle sue maggiore: Ecco come queste diuerse maniere di canti-lene habbiano hauuto orrigine, & sieno discese: delle quali sin quì essendosi detto assai con pace de tutti
li voglio por fine.
Se le specie de Prolationi & Modali li possano vsare senza che c'intrauenghi il Tempo. Cap. III.
PEr facilitar meglio il ragionamento nostro, & per cauar frutto da quello che si è detto con
quello che si dice, reducendo le cose oscure sotto vn visibile & chiaro lume, è necessario di sapere se queste tre maniere di cantilene si possano usare et cantare ogni vna separatamente, come
hanno le loro proprie & diuerse considerationi: sopra di che si dice che qual si voglia cantilena ci porge
occasione & ci sforza à ricercar la misura: perche si come mai serà possibile di trouar quantità senza
la sua limitatione, cosi ancora non serà possibil mai di cantar vn canto senza presuporui ò che ci sia il
tatto, constituendo egli in essere qual si voglia sorte di harmonia: che ben di questo la verità si vede co-me le compositioni & cantilene fin che non sono cantate, non fanno verun effetto di harmonia, & tan-to serà a loro in quel tempo che le stanno cosi senza cantarsi, se in cambio delle figure vi fossero posti al
tri segni ò caratteri che in ogni modo tanto quelle quanto che le vere & proprie figure in quel hora
ci dariano harmonia, se harmonia fanno le cantilene che sono ne i libri di Musica rinchiuse, & ripo-ste in vn Cantore.
Dunque à quel che si vede, & appertamente senza alcuna contraditione si tocca con mano, qual si
voglia cantilena presupone il tatto che è la misura del valor delle figure; Il tatto non è altro che il
Tempo in esser presente. & però quando si dice se qual si voglia Specie delle Specie Modali ò delle
Prolationi si può sustentare & cantare da se stessa senza l'interuento, & l'aiuto della compagna; si cer-ca per maggior chiarezza, se le specie del Modo & delle Prolationi si possano cantare & regger da
istrumento che misura la quantità del suono alle figure: & perche le Specie Modali & le Prolatio-ni non sono altro che certi accidentali valori di figure secondo le particulare considerationi fatte:
per questo si dice che tutte hanno da presuporre il Tempo, & con il Tempo il tatto.
Di questo non occorre à dubitarne ne à prenderne merauiglia; poichè chi sà ciò che sia Musica
se lo può pensare, & da se medemo immaginare, è però veduto che il Tempo si ricchiede in ogni com-positione & cantilena Musicale, possiamo concludere ch'esso Tempo sia base & fondamento non
solo del Modo & della Prolatione; ma anco delle Proportioni, ne senza di lui nisciuna di loro si
può vsare, non essendo atte di hauere i fondamenti loro in aere; ma in misure vere & reali, necessa-rie in ogni cosa d'ordine; perche gli ordini non vanno mai senza le misure, come le misure ancora non
vanno mai senza i loro ordini, solo dunque le specie del Tempo si possano vsare senza interuento di
Prolatione ò di Specie Modale: ma le Specie Modali ò le Prolationi con le Proportioni non si pos-sano vsar sole senza l'aiuto di esso Tempo: è però quando le cantilene del Modo sono poste in vso, ò
bisogna che le sieno poste et segnate con il Tempo, & gl'inditij Modali, ò bisogna che lo presupongano,
et se ce lo presupongano non hanno da presuporci altro che il Tempo imperfetto, volendo coloro che l'usano ch'esso Tempo imperfetto nelle cantilene Modale sia cosi necessario come è necessario la zifra bina-ria nelle cantilene commune, che come di sopra nel primo Libro habbiamo veduto è cosa piu presto
superflua & vana: cosi in simil occasione si presupone che il Tempo imperfetto nel Modo sia super-fluo: perche con la sua absenza dimostra che la Breue sua figura non è atta alla perfettione, come la se-ria s'egli ui fosse et massimamente che ui fosse intiero con tutte le sue perfettioni. Nisciuno della sua
absenza si ha da merauigliare: perche essendoci è quanto se non ci fosse, et non essendoci è tanto quanto s'e
gli ui fosse: poiche in ogni foggia le figure sono l'istesse, et non si dice per altro ch'egli ui si c'intenda, solo
per dimostrare che si come generalmente tutte le cantilene ò sono binarie ò ternarie e che quantunque le
binarie non habbiano il segno della binaria zifra, non per questo le restano di non esser tale perche il sudetto numero sempre gli si presupone; ma bene gli è necessario il ternario; perche se non ci fosse, la sua absenza
non uelo presuporia: cosi ancora nelle specie de Modi quando in qualche caso non ci fosse nisciun segno di
Tempo; allora perche senza di lui nisciun canto si presupone, si tiene che la sudetta Specie sia constituita
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sotto il Tempo imperfetto, et che come segno che in quel caso non apporta nisciun accidental valore al-la sua figura si lascia da vna parte per poter piu distintamente dimostrar il valore della propria figura
di quella particular specie, che ha bisogno di esser ben considerata & conosciuta. Delle Prolationi poi
non ci è che dire, perche non si può sognar Prolatione che non si segni nel Tempo come al suo luoco
vederemo.
Atalche il Tempo si presupone in tutte le cantilene, & nelle Specie Modali solamente egli
può esser demesso; & quando ch'egli si dimette non si può mai dimetter altro che l'imperfetto, come
quello che in simil caso è di nisciun valore ne meno ci sforza à dar piu valore alla sua figura di quello
che lei naturalmente suol hauere, ò che per sua natura possiede. Ben quando vna cantilena Modale do-uesse hauere il segno del Tempo perfetto & che non l'hauesse, alhora seria grand'errore, & non seria
soportabile; perche senza di lui non si potria sapere se la sua Breue douesse essere perfetta, ò imperfetta,
oltra che si commetteriano falli grandissi intorno alle diuisioni, & alterationi delle Semibreue, & insomma non se ne potria cauar construtto ò cosa buona. Per questo se à nisciuno mai accadesse di vsar le
sudette specie, habbia quest'auertenza di non vsarle mai se non come le vanno: Anzi che per dargline
una breue & succinta regola: li dico che l'ordine di queste specie è sempre di esser accompagnate le per-fette con le perfette, come anco per contrario l'imperfette con l'imperfette: cosi seguitando quest'ordi-ne non si potrà mai fallare, ne meno chi che si sia si potrà mai ingannare: perche se in caso che nel imperfette non si ponesse il segno del Tempo imperfetto: per l'assenza sua, & la imperfezione della specie si
sapria che le fossero tale.
Del Tempo perfetto & del suo segno. Cap. IIII.
AVenga che la perfettione delle cose venghi dalla loro perfetta natura & perfetto essere me-diante il fauore & aiuto naturale, & che la perfettione non sia altro che vna cosa d'ogni sua
imperfettion purgata: non potendosi dir perfetto chi è soggetto, & suggiace alle volte a qual-che imperfettione: tutta via perche la perfettione della Musica è una perfettione separata dalla perfettione vniuersale che è quella di rimaner sempre in una istessa foggia perfetta: per questo io dico che non
è da merauigliarsi se la Musica in vno istesso ponto, & in vna istess'hora sia perfetta & imperfetta:
perche tale è la sua natura: ma si ha da sapere che in quanto al suo essere essistente & formato è perfet-ta se però dal Compositore che l'ha composta è stata urdita & tessuta con tutti i suoi particulari & ne-cessarij ordini: perche quantunque la si possi far meglio, non per questo se li toglie che la non sia stata
perfettamente composta; atentoche quel anco che l'ha fatta riffacendola alle volte la riffaria meglio,
non trouandosi al Mondo artificiosa cosa per perfetta ch'ella si sia che dal ingegno humano non si possi
a piu perfettion ridurre.
E però considerando noi le perfettioni della Musica mediante i suoi segni perfetti, & le perfettione
che piu ò piu volte si nominano, debbiamo sapere che vna cantilena ò che può esser perfetta in quanto
alla buona & perfetta dispositione delle buone & vere consonanze, ò in quanto alla vera & reale di-spositione delle ben ordinate figure & pause: quella che con perfette consonanze ottimamente è stata
disposta, è quella che piu grande dolcezza & melodia al vdito rende: essendo l'udito il uero obietto del-le cantilene & Musiche, quella poi che con buona & ottima dispositione delle figure casca sotto la
perfettione, è quella che conforme a i suoi segni & regule giustamente è stata disposta & ordinata:
Ma perche fra i segni inditiali & dispositiui delle ben disposte Musiche & cantilene se ne ritro-uano de perfetti et imperfetti; non obstante che sotto gl'imperfetti ancora perfettamente sieno le can-tilene composte & con le consonanze buone & perfette tessute & disposte, si trouano alcuni segni che
essendo segni perfetti, & cosi chiamati fanno altro effetto nelle compositione che gli dua di sopra no-minati, perche mediante lui non solo le cantilene hanno quella perfettione delle ben concertate conso-nanze, & quella giusta misura finale che suol ridurre le cose alla sua perfettione: ma anco alcune
figure hanno vn certo particular valore; che per quel valor particulare le si chiamano perfette.
Onde per dimostrare quando fuori di tutte le cose che io ho detto le figure per uigor de segni sieno perfette, lasciando da una parte il ragionar del tempo imperfetto, et di quella perfettione che hanno le copositioni per uigor delle consonanze dico, che tempo perfetto è un segno che ordinata et dispone le figure se
condo una debita dispositione di numero ternario, il quale con la sua forma da inditio di ternario ualore:
et perche il ualore come si sa non si misura con altro che con il tatto, per questo esso Tempo si forma con un se
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gno sotto di cui s'intende il tatto t$ il ualor delle figure, il segno è questo
[Music example]
per lui qual si
uoglia parte ò cantilena intiera uiene à esser coustituita sotto la consideration terna-ria; consideratione che adatta le figure & pause, non sempre; ma secondo l'occasio-ne, & il bisogno alla perfettione; & d'imperfette perfette le fa essere, & a perfettio-ne le riduce.
Questa perfettione dalla perfettion del Tempo cagionata che è il segno superiore non s'adatta mai
à tutte le figure: ma solamente à quella che naturalmente è atta ad esser perfetta et per via d'essa à tutte quante l'altre sue maggiore: quella figura che per natura si troua atta ad esser perfetta, è la Breue
per esser figura del Tempo come habbiamo veduto nel Libro superiore, lei sola dunque nel Tempo
perfetto potrà hauer perfettione con tutte l'altre sue maggiore.
Dimodo che il Tempo perfetto da i Musici vsato & spesse volte posto in vso, è vn segno formato in
foggia di circolo, che dimostra contenere in sua consideratione tre Semibreue per tatto, non separato
dal tatto binario: & queste parole sono da notare perche in esse consiste tutta la decchiaratione, & pe-rò ritorno à dire che questo segno formato in foggia di circolo contiene in sua consideratione tre Se-mibreue sotto l'attione del tatto equale, & non apporta nouità à nisciuna al tatto, ne al valor di tutte
le figure: ma solamente al valor della Breue, et alle sue maggiori, che in occasione di equiparare i tatti
sotto la detta ternaria consideratione, la constituisce di vn ternario valore, & quelle che li sono supe-riore, per la superiorità & l'esser cosi maggiore vengano à suggiacere all'istessa perfettione.
Però qualunque volta che le cantilene si troueranno hauer il segno del Tempo perfetto sempre le
sudette cantilene andaranno cantate sotto il tatto equale, in quella maniera apunto che vanno cantate
l'altre cantilene ordinarie; eccetto che la Breue potrà esser di valore di tre Semibreue secondo che quÏ
di sotto vederemo, & le Semibreue diuise & alterate.
Onde s'alle volte occorre di adoperar una figura di perfettione senza tanto perfetto valore & che
non ci sia altra via di poterglila leuare dopo vna diligente essaminatione quella figura che non si uuo-le che sia perfetta si può denegrire & afatto afatto oscurare: che cosi mediante quella oscuratione la venirà a perdere la sua perfettione: & nota che io non per altro dico dopo vna diligente essaminatione che
le si possano oscurare: solo perche si sappia che le non si hanno da oscurar senza proposito & occasione;
quando per altra commoda via si può hauer l'istesso, perche si come nelle cantilene ordinarie, non si
adopera vna figura se con un altra piu propria & intelligibile quel medemo si può hauere: cosi ancora
nelle cantilene ternarie & perfette si fugge d'incorrere in simil errore & si cerca di adoperare le figu-re piu proprie che sia possibile per non leuarle dalla loro forma. Questo si dice per alcuni che facendo-lo alla riuersa non si credano di far male, & che sia in libertà di ogni uno di poterle oscurare quando le
sono imperfette, et che per gl'accompagnamenti inferiori non sono atte alla perfettione.
Come si procede per dare & torre la perfettione alle figure nel Tempo perfetto. Cap. V.
L'Hauer cognitione & il saper cantare le cantilene del Tempo perfetto è facile perche le non
si leuano dal tatto commune et ordinario, come si fanno le Propositioni, & la maggior parte
delle Prolationi; in questo solo bisogna esser auertito, di saper torre & dare la perfettione delle figure quando le hanno da esser perfette & imperfette: Però stante la decchiaraton superiore che
la Breue sia figura del Tempo perfetto, si ha da sapere come qualunque volta che la si trouerà sola senza
compagna inferiore, sia figura ò pausa: che sempre la serà perfetta. Già si è detto quel che sia la perfettione: doue che non ci resta di hauer altro riguardo se non quando la detta Breue si troua sola senza inferiore: di farla perfetta, et di attribuir l'istesso alle sue simile ouer maggiore: perche naturalmente vn simile
non destrugge mai, vn altro simile; ne meno il minore ha piu autorità del maggiore: ma per procedere
con vn poco pi? d'ordine & distintione; se bene in queste poche parole consiste tutta la resolutione
delle difficultà del Tempo, nondimeno perche la breuità non è mai chiara ne porta seco si gran lume
che ne chiarisca & illumini: per far ch'ogni vno n'habbia d'hauer cognitione dico che la Breue è figu-ra del Tempo, la quale sempre serà perfetta se dinanzi à se hà vna sua simile, ouer maggiore: sieno fi-gure ouero pause di quel valore la serà sempre imperfetta, & nota che io non per altro ho detto che se la
Breue hauerà dopò se qual si voglia figura inferiore serà imperfetta; solo perche s'habbia da inten-
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dere che se bene dopò la Massima, vi seguita vna Longa, & che dopò vna Longa vi seguita vna Bre-ue che sono figure inferiori rispetto alle sue maggiore, non per questo ne la detta Massima ouero Lon-ga per quella figura minore serà imperfetta: ma bene quando li seguitasse quelle figure, & pause che
rendano essa Breue imperfetta; come seria a dire se dopò vna Longa ouero Massima li seguitasse, Se-mibreue, Minime, ò altre figure, allhora le serieno imperfette.
Cosi ancora nasce alle uolte occasione di diuider vn tatto dall'altro, ò di formar vna Breue segui-tandogline vn'altra che per esser vicina a vna sua simile seria perfetta: per questo s'accommodano tra
i spatij delle figure alcuni punti i quali quando diuidano, & quando alterano, oltra che possano anco di-mostrar perfettione. Di loro si dirà tutto quello che si ha dire per non lasciarci cosa di gran momen-to: ne per mancarli in questo del suo douere. Et perche se non ci fosse altra via di render imperfet-te le figure che possano hauer perfettione, spesse volte le si conueniriano lasciar stare douendole collocar
vicine senza accompagnamento di figure tale; per questo le si oscurano, et priuano del loro natural co-lore, & cosi le rimangano imperfette.
Quando si dice che vna figura per suo simile ouer maggiore ha da esser perfetta ò riceue perfettio-ne, si ha da hauer questo riguardo di diuider quella figura soggetta alla detta perfettione in dua equal
parte, & appresso aggiungeruene vna, che sia tanto quanto ciascheduna di dette parte, & si come na-turalmente quella figura diuisa in due parte le due parte, rileuano tutta la figura; cosi ancora l'habbia
con la terza parte a rileuare, che questa è la vera perfettione: il che si dice per rispetto di quello che di
sopra è stato detto: accioche trouando per regola che la perfettione è vn riceuer tre Semibreue in con-sideratione di vn Tempo, non s'habbia da credere che le dette tre Semibreue si estendino in ogni figura:
perche quello che si disse delle tre Semibreue, si disse & s'intese di dire della perfettion della Breue:
volendo per questa via introdurre a poco a poco colui che non sà come si cantino le cantilene del Tem-po perfetto nella sua cognitione.
Però la perfettione della Breue è di hauer in se il valore di tre Semibreue, quello della Longa di hauer tanto che vaglia per tre Breue; & vltimamente quello della Massima di hauer il valsente di tre
Longhe. Et se bene generalmente tutte le quattro figure principali sono atte a esser perfette, non-dimeno perche altroue trattandosi delle Prolationi, & delle Proportioni si dirà della Semibreue quel-lo che si ha da dire: per questo voglio che basti il ragionamento presente per non intricar vna cosa
con l'altra.
Sin quì ogni uno ha inteso come le tre prime figure maggiori sono atte alla perfettione per ragion di
simile o superiore, & come con le inferiori si rendano imperfette: Hora fa bisogno di ricordarsi di
quello che nel Capitolo quadragesimo settimo, del Primo Libro, fu già detto intorno alle pause: le qua-li essendo figure mute hanno nel Tempo perfetto l'istessa auttorità, & iurisdittione: di maniera che
vna pausa di Breue valerà tre Semibreue vna di Longa tre Breue, & vna di Massima tre Longhe:
ma perche la Massima si serue delle pause della Longa, & la Longa delle pause della Breue, diremo
dunque ch'ogni pausa di Breue serà per il valsente di tre Semibreue questo lo si può vedere nel Motet-to, Sancte Pater di Lodouico Senfelio in tutte quattro le parte nelle quali sono notate l'infrascritte
figure.
[Music example]
Doue s'impara non solo il valor delle pause, & delle figure perfette: ma anco s'impara, & si vede
come per l'oscurità, & denigratione quelle figure che possano esser perfette si leuano dalla perfettione.
Le Semibreue poi con tutte l'altre figure inferiori in questo segno non patiscono nulla, ne sono sogget-te a perfettione ò a imperfettione; solo possano esser oscurate, per accompagnare i Tempi ternari ri-manendo però dell'istesso valore che serieno se fossero bianche, come si può vedere in questo essempio
di Henrico Isaac.
[Music example]
Nel quale se la maggior parte delle Breue che sono oscurate fossero bianche, le valeriano tre semi-breue; che cosi denegrite le vogliano solamente dua; l'altre figure che sono oscurate, sono oscurate per
accompagnar i Tempi, per non lasciarli cosi disformati che serieno contrarij alle misure ternarie, ne
serieno conformi alla perfettion del segno che ricerca questo particulare, & preciso numero.
Di piu ancora si trouano alle volte le figure minori essere immediatamente dopo le maggiori, &
nondimeno le maggiori restano perfette, come quì si vede.
[Music example]
Che l'usò Iacob Obrecth nel Credo della Messa Petrus Apostolus questi simili passi per la di-stintion chiara delle figure minori che sono fra le due maggiori dimostrano quanto uaglia la Longa:
ma ben bisogna auertire nelle pause spezzate, & semplice; perche alcuna uolta dimostrano la figura
anteriore esser perfetta.
Di questo come anco di molte altre cose quì non ne dirò altro riserbandomi a trattarne nel seguente
Libro delle Proportioni a suo luoco & hora: parendomi quel luoco piu opportuno di questo; piu per-che le Proportioni sono vn poco piu conosciute che non sono le cantilene del Tempo perfetto, o sia
perche le sono vn poco piu usate, ò perche le genti ui habbiano posto un poco piu studio, & dili-genza per impararle. Solo dirò questo delle due pause separate come rendano perfetta una Bre-ue, & altra figura maggiore: quando ui sono collocate appresso, come quì si vede.
[Music example]
Delle quali in occasione di ragionarne intieramente io ne adurrò tutte le ragioni sue, & non ci la-scierò cosa che non fia dechiarata, ò che possi in alcun caso generar confusione.
Per hora uolendo por fine a questo Capitolo con breuissime parole mostrerò un'essempio di Iacob
Obrecth trouato nel Motetto, Salue crux arbor preciosa a 6. il quale è questo.
page 89[Music example]
Accioche non solo si vegga come le figure possa-no esser imperfette con hauer gli accompagnamenti
inanzi ouer dopoi: & come per maggior distintione
vi si pongano i punti di diuisione non per necessità na-turale; ma per maggior chiarezza, & distintione.
Il simile ancora nella terza parte s'impara come
astretti dal bisogno ci possiamo seruire d'alcuna forma di figura inusitata, hanendo lui per bisogno di
cinque Semibreue vsato vna Longa mezza denegrita, come quì si vede.
[Music example]
Dall'uso dunque di que-ste figure, come di tutte l'al-tre superiori si può vedere, et
imparare come si vsino le fi-gure di perfettione, & come
le si rendano per gli accompagnamenti imperfette.
Del punto di diuisione, & d'alteratione. Cap. VI.
IO conosco molto bene, & sò per esperienza, che molto meglio conoscano, & molto piu prat-tica hanno i cantori delle Proportioni, se bene anco di quelle ne hanno pocha che delle cantile-ne del Tempo perfetto: nondimeno quantunque io mi riserui a parlar di queste cose nel Libro
sequente, non per questo posso restare per intelligenza delle Specie Modali, & delle Prolationi di non
dire che cosa sia punto di diuisione, & di alteratione; tanto piu che in questa occasione del Tempo per-fetto, io ne ho da mostrare alcuni essempij, onde per incominciare, & dar principio dico che il punto di
diuisione è vn punto che ponendolo infra due figure minori che sieno collocate infra due maggiori diui-de quei tatti di Tempo in due parti: come quì si vede.
Et questo si fa perche qualunque volta che le dette
[Music example]
figure non sono diuise, la prima Breue viene a esser perfetta, & l'ultima Semibreue alterata: Alteratione è
vn'altro tanto valore quanto è quello della figura che si
ha da alterare, & si altera sempre in questa maniera che
quì si vede;
[Music example]
non ostante che inanzi gli sieno piu e piu fi-gure dell'istes sa sorte; perche quello non li fa niente: ma
bene se dopoi quelle due figure minori in cambio di segui-tarli vna figu ra maggiore ò pause dell'istesso valore li se-guitassero altre figure simile ch'allora nisciuna figura
seria alterata ma ben diuisa: Del punto di diuisione
habbiamo mol ti essempij, tra quali si vede hauerlo vsato
Iusquino nel Sanctus della Messa la, sol, fa, re, mi; nella parte del Tenore. Similmente nella
Gloria della Messa Fortuna desperata, & nella Gloria della Messa superiore, come quì si vede.
[Music example]
Oltra che con esso lui su trouano molti auttori che l'hanno vsato; il che ci da segno manifesto che se
non fossero quei punti l'ultime Semibreue serieno alterate: che per segno di ciò ben si vede come il su-detto Iusquino l'habbia vsate nel Kyrie della sudetta Messa Fortuna, & nel principio delle gloria
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nella parte del Tenore quando l'usa cosi;
[Music example]
Per manifesta-re la forza che hanno le figure perfette. Questo essem-pio per due cause è difficile; prima perche le figure sono
legate, che non da tutti sono intese, & co nosciute, & poi
perche rare uolte si trouano esser cosi que ste figure alte-rate; che quando anco le fossero semplice, & sciolte le se-rieno vn poco piu intelligibile; nondimeno io volontieri me ne son seruito, sì per dimostrar la verità delle regole; sì anco per auertire il Cantore a non lasciarsi ingannare dalla regola delle legature: perche
non solo le si trouano in quella forma che si vede; ma anco nell'istessa Gloria le si trouano cosi formate.
[Music example]
Et meglio ancora ci manifesta la possanza delle due fi-gure maggiore; quando poco inanzi se bene vi è vna pausa
non per questo la priua della sua alteratine come quì ogni
vno lo può vedere.
Ne si può dire che
[Music example]
quel punto dimostri
l'alteratione di quella
Semibreue; perche in due figure minori poste infra due maggiori
non può mai alterare, perche l'absenza del punto di diuisione in
dette figure dimostra l'alteratione: ma bene dimostra la perfet-tione della prima Breue, potendo per quella pausa che li seguita dopo esser tolta per imperfetta.
Cosi ancora doueria stare il punto di quell'ultima Breue dell'essempio superiore, & debbiamo cre-dere che l'auttore posto nel debbito luoco, ma che da altri sia stato corrotto, & posto in luoco
di punto di agumentatione. Quanto poi alle figure alterate si può riguardare all'essempio di Henrico
Isaac nell'Alto del Mottetto: Ascendit Deue in iubilatione, il quale vsa queste figure.
[Music example]
Et Iusqui, nella Glo-ria della Messa la,
sol, fa, re, mi; pur nella parte dell'Alto
che douendo alterare
vna Semibreue, l'al-tera per questa uia.
[Music example]
Da questi dua essempij si può comprendere, & imparare
in che modo, & qual figura vadi alterata senza adurne de
molti. Anzi che io non hauerei anco adutto gli altri, se non
fosse stato per mostrare queste poche difficultà che si troua-no nelle cautilene del Tempo perfetto in materia de i punti
di diuisione, di alteratione, & delle figure alterate: il re-stante si dirà nel sequente Libro nel ragionamento che si farà, delle figure alterate, et diuise delle Pro-portioni parendomi che questo per hora basti, & che meglio sia il differire il ragionamento sino a quel
hora: per poterne trarne maggior frutto: & darne ad altri piu compita sodisfatione.
Coloro dunque che integramente voranno intender bene queste cose, & sapere tutte le difficultà del
Tempo perfetto si degnino di ricorrere al sudetto Libro in quei Capitoli particolarmente che si tratterà
delle figure diuise, & alterate, che vi s'impareranno molte belle cosette, & vi si vedranno cose che som-mamente piaceranno, & daranno alla cognitione vn gran lume.
Del punto di Perfettione. Cap. VII.
DAlli scrittori antichi in poi, pochi moderni si trouano che ne i loro trattati di Musica, &
nelle scritture loro habbiano ragionato ò fatta mentione del punto di perfettione, & nondi-meno egli è punto si necessario quanto qual si voglia altro: che si come per l'absenza del punto
di diuisione, la seconda figura delle due minori che sono collocate infra le due maggiori viene esser al-terata come di sopra si è veduto; cosi ancora molte figure che sono atte a esser perfette, per l'absenza
del punto di perfettione rimangano imperfetto ò per accompaguamento di figure ouero di pause che li
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seguitano appresso: Onde se bene il suo luoco, & il suo sito conuiene con il sito degli altri dua supe-riori punti, non per questo può generar disordine, & confusione; perche in quel modo che noi habbia-mo veduto di sopra che le figure per questi punti si diuidano, & si alterano.
[Music example]
Et hauendo riguardo in che
maniera egli sia
collocato, & po-sto: cosi ancora
mediante questo
[Music example]
La figura maggiore serà perfetta per esser il
detto punto collocato tra vna figura di per-fettione, & vna sua inferiore come si vede:
Ma da vn tempo in quà per quello che noi vediamo, & che possiamo comprendere, ò sia
stata la poca cognitione delle regole, ò il non hauer hauuto occasione di adoperarlo se n'è quasi perdu-ta la memoria, & che hoggi dì non ci sia piu nisciuno che l'usi, ò pochi che l'intenda; essendo stato a po-co a poco ritirato a basso, & posto vicino alla sua figura maggiore, & fattolo diuentar punto di agu-mentatione: Et però non è da merauigliarsi se coloro che non sanno piu che tanto trouando questo pas-so con queste figure cosi collocate, & poste.
Stimano, & si credano, che quel punto appartenghi alla se
[Music example]
conda Semibreue per farla alterare, & non ch'egli sia in aiuto
della Breue che per l'accompagnamento anteriore ò posteriore
potria esser creduta imperfetta, stante la regola che dice co-me le figure minori standoli vicine, & essendo propinque al-le sue maggiori le possano render imperfetta, & farla inha-bile alla perfettione. Questo punto di perfettione doueria esser da tutti i Compositori abbracciato,
& introdutto nelle loro compositioni quando hauesser bisogno di simil valore; & non in suo cambio ser-uirsi del punto di agumentatione; sì perche si fa cosa contraria alle regole; sì anco perche tutta volta
che qual si voglia figura di perfetione si rende per via del punto di agumentatione perfetta: quella tal
figura cosi accompagnata non si dirà mai di ragione che la sia perfetta; ma bene agumentata; perche
tale è l'ufficio di detto punto di agumentatione. Et se chi non è vso à vedere simil punto infra le can-tilene ternarie tanto in quelle del Tempo perfetto; quanto in quelle delle Proportioni si merauigliasse di
questo particular ragionamento mio, & volesse seguitare gli abusi cattiui, & l'opinioni false: sappia
che la maggior parte de gli scrittori antichi di lui n'hanno scritto: & quelli che non ne hanno scritto,
l'hanno presuposto per noto & commune: fra quelli i quali che ne hanno scritto è vno Sebaldo Her-den; & il Fabro Lictinfelse, & da Iusquino posto in esecutione nel Credo della sua Messa: Aue
maris stella, nella parte del Tenore. Et anco da Henrico Isaac nel Sanctus della sua Messa; Sal-ua nos pur nella parte del Tenore; come l'istesso si vede nella parte del Tenore di vn'altra sua Messa
titulo Frelich VVessen come in fede di ciò gli essempij quì dimostrano.
[Music example]
Oltra che l'usa ancora
Antonio Brunello nel Te-nor della Messa titulo Bon
temps particularmente
nel & resurrexit; & insomma molti altri che io
non voglio star a raccontargli per non parere che io habbia voluto raccogliere tutti quanti i passi difficili
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che si trouano nelle cantilene del Tempo perfetto da questo, & quel Compositor composte; che à me
solo basta questo di dimostrare come si troua il punto di perfettione, & come vsandolo i Compositori
l'hanno in diuerse occasione vsato, & adoperato, & si deue in simil caso adoperare.
Anzi che il sudetto Brumello volendo dimostrare quanto egli sia d'importanza, nel Tenor del
Credo della sua Messa titolo Bon temps hora gli pone il punto dinanzi hora di dietro secondo che
gli n'è nata occasione, come nell'essempio quì si può vedere.
[Music example]
Et questo lui lo fa mosso dalla ragio-ne che ne insegna, & dimostra come le fi-gure di perfettione possano esser inhabili-tate, & rese imperfette tanto dalla parte
anteriore, quanto che posteriore; accioche
in occasione di perfettione si possa leuar
via ogni dubbitatione, & scropolo che in
simil caso potesse auenire. Non si renda dunque nisciuno difficile à credere che ci sia il punto di per-fettione; perche già gli nominati auttori ne scriuano, & questi essempij ne lo dimostrano; & chi uoles-se credere, & tenere che simil punto fosse punto di diuisione ò di alteratione; essamini bene le superiori
regole, & consideri maturamente tutti gli adutti essempii che si chiarirà del vero: possiamo ben crede-re quel che già dianzi ho detto; cioè che ci sia stato chi a poco a poco l'habbia accostato alle figure, &
che ve l'habbia introdutto per punto di agumentatione, essendo che il valore de vna figura perfetta è
tanto quanto è quello de vna figura agumentata.
Ma si ha da sapere che il punto di agumentatione nelle cantilene ternarie si esclude, & non si ac-cetta mai, se non in quel caso che io son per dire; e questo perche se con il punto di agumentatione si po-tesse render perfetta quella figura che fosse soggetta alla perfettione vana seria la regola, & la consti-tutione di render per via di maggiore ò simile perfetta vna sua simile: perche tanto in quel caso senza
douer esser auertito, & hauer riguardo di darli perfettione, si potria renderle di quel valore con il su-detto punto di agumentatione. Et cosi non si accettariano i valori ternarij per valori naturali del-le specie perfette come si debbano accettare: E però nelle cantilene perfette non si concede ne si da luo-co mai al punto di agumentatione nelle figure che possano per sua natura esser perfette, se non in quella
occasione che le dette figure hanno da andare contra il tempo ternario, come quì si vede.
[Music example]
Et tutta volta che bisognando dar questo valore à una figura che venghi a caddere con l'atto ò
consideratione del Tempo, & che lo se gli darà per altra uia che per il punto di perfettione sem-pre si commetterà errore, & si farà cosa contra le regole; poiche non si troua chi concedendolo lo per-metta, ò permettendolo lo conceda.
Sincerato poi che si serà ogni uno di questo sì per le ragioni adutte, sì per le regole chiare ha
d'hauer questo riguardo di non vsarlo se non ne i luochi one egli debbitamente si può vsare; perche
la regola sua dice che egli non habbia luoco, ne che possa stare se non ne i circuli perfetti, cioè in quel-le cantilene che hanno per segno del suo Tempo il circolo. Et questo si dice accioche che non si creda
ch'egli possa entrare ne i semicircoli, & in particulare nella Proportione minor perfetta: ò nella Pro-latione, attento che egli non si estende piu oltra che nelle tre prime principal figure: & questo per-che, tutte tre le dette prime figur entrano in quelle Specie Modali che per vigor del Tempo perfet-to sono perfette, come in breue vederemo.
Di maniera che nel vsarlo, si ha da riguardare che la figura venghi sotto la misura del Tempo,
& di non darlo se non a quelle figure che lo possano hauere: collocandolo nel suo debbito luoco per non
confonder gli altri che da lui potriano esser confusi hauendo tutti vno istesso sito.
In che cosa, & in quale occasione i Compositori antichi hab-biano errato nell'assignar il valore alle figure del Tempo perfetto. Cap. VIII
OGni volta che io ho potuto diffendere l'opere de vecchi nostri, & degli antichi Musici io l'ho
fatto volontieri, & volentieri ho tolto la loro protettione quando pero ho conosciuto per qual-che buona via poterli saluare; non tanto perche io mi sono affaticato nel considerar le cause,
& misurarle con le regole: quanto che non ho voluto mai che una semplice, & ignorante opinione, uinca quello di che essi forsi ne saprieno rendere buonissime ragioni, persuadendomi come ogn'uno lo debbe
fare, che ritrouandosi à quei tempi tanti eccellentissimi Compositori, vno non si sia posto à dar fuori
vna sua compositione senza hauerla prima essaminata bene se la sia conforme à i precetti Musicali,
ò se li sia cosa che le ripugni: per questo quando gli ho trouato buoni osseruatori di dette regole, non
solo gli ho lodati; ma anco lodandoli commendati: come per contrario, in cambio di biasmarli ne gl'er-rori, gli ho sempre attribuiti à i copiatori, & à gl'impressori, che non hanno saputo quelle differenze
che sapeuano loro quando le formarono.
Hora in occasione di dar la perfettione ad alcune figure che possano esser perfette, non posso far di
manco di non dire, et col dire di non mostrare in che danneuole errore sieno caduti: poiche per quanto sin
hora è stato detto, la perfettione che casca nelle figure, non è altro che un ualor di piu per tanto quanto
è tutto il ualore di quella figura piu prossima è piu propinqua alla figura che ha da esser perfetta, che pe-rò si disse di sopra che vna Mass. perfetta vale per tre Longhe, una Longa per tre Breue, & una Breue
per tre Semib. et nondimeno essi l'hanno fatte ualere per piu di quello che le uagliamo: Vno de questi è stato
Iusq. nel Credo della Messa, Da pacem: nella parte del Tenore, il quale usa queste figure con i presenti ualori.
[Music example]
Et l'altro Hen-rico Isaac nel San-ctus della Messa;
Salua nos: nell'istes-sa parte che l'usa,
come quì si vede.
I valori di queste Longhe non sono veri, & reali: ma contrarij alle
regole, & falsi: prima perche ni-sciun scrittore ci concede di poter
accrescer una figura perfetta con
accostargli il punto di agumentatione, & farle valere quello che quì si vede: & poi se questo fosse che le figure perfette potessero es-sere agumentate, non si potriano di ragione dir perfette, poiche veramente secondo la sua diffinitione
quella cosa è perfetta che è in tutto il suo perfetto essere, & che da nisciuna parte può esser accre-sciuta: come seria a dire per questo il circulo è figura perfetta, perche da nisciuna parte può esser
accresciuto.
Onde se le figure sono perfette quando hanno la loro perfettione, hanno tutto quel valore che pos-sano hauere in quella particular consideratione che sono constituite. Anzi che se le figure perfet-te si potessero oltra la perfettione agumentare ne seguiria questo grandissimo inconueniente, che ha-uendo questi essempij dua valori; molte volte in molte occasioni non sapressimo di quanto valore fosse-ro le figure: perche se una Longa può valere sei Semibreue, & noue; trouandola puntata col punto
di agumentatione vno può dubitare di quanto valore la sia senza il sudetto punto, & non bisogna
dire che in questo non possiamo fallare: poiche se in occasion tale.
[Music example]
Si troua vna tal figura che quantunque i tempi da vna parte & dall'altra sieno compiti &
perfetti, non ci serà chi non dubbiti del valor della Longa, che per quel punto di agumenta-tione non voglia per sei Semibreue: ma se la si troua collocata in quest'altra forma.
[Music example]
Come si vorà sapere vedendoli seguitare tutto
vn compito Tempo di figure se l'vltima Longa
è perfetta ouero imperfetta, & se la vale senza
quel punto sei Semibreue ouer quattro: quì non
ci è dubbio che senza il sudetto punto la non va-glia per sei Semibreue; perche oltra mille ragio-ni che vi sono; Iusquino non diuideria queste figure.
[Music example]
Et non faria
valer questa Longa cinque Semi-breue con accompagnarla con quell'altra che li se-guita appresso come si vede che lo fa nella Gloria della Messa; Aue maris Stella dentro alla parte del Tenore. Se non
fosse che quelle due figure minori non essendo diuise dimostrariano la sua perfettione, & la seconda se-ria alterata, come le altera poi quando le fa stare senza nisciuna sorte di punto. E però se vna Lon-ga ch'habbia gl'accompagnamenti intieri dopò di se è perfetta; come si potria sapere se l'vltima delle
tre superiore Longhe per quel punto vaglia sei Semibreue ò noue?
Da questo si può comprendere quanto stieno male quelle figure cosi puntate per quei valori di noue
Semibreue, & molto meglio seria stato l'hauer trouato qualch'altra uia per ritrouarli quel valore, che
hauerle fatte cosi come le sono: In simil caso non ho già voluto vn poco di cognitione: ma sono
andato essaminando i scritti di ciaschedun scrittore che di regole di Musica habbia scritto, & in fatti
non ho mai trouato che lo conceda: anzi di piu cercando questo; non ho trouato, che nisciuno dica
che le figure perfette, si possano mostrar per perfette con il punto di agumentatione; ne meno chi di lui
nelle cantilene perfette, & ternarie ne habbia fatto pur vna minima mentione: & chi non mi crede
lo cerchi, & vegga, che non mi trouerà bugiardo, & venirà in buona cognition del vero.
Ciascuno dunque sia auertito di non adoperar simil ualore per questa via, ne meno di seruirsi del punto di agumentatione, se non nelle occasioni adutte: per conformarsi con le regole, & per non caddere
in quelli errori che si veggono altri esser caduti.
Come tutte queste regole del Tempo perfetto si adattano alle Spe-cie Modale, alle Prolationi, & alle Proportioni. Cap. IX.
SE qual si voglia particular maniera & specie di cantilena perfetta, hauesse al parer mio precetti & regole particulare; ogni una di loro seria da Cantori piu cognita & intelligibile,
non essendoli necessario altro che di saperle, & d'impararle bene alla mente: ma perche al-cune regole particulare seruano à tutte quante; il douerle adattarle à questa cantilena & à quella, &
il douerle considerare hora sopra d'una figura, hora sopra d'un'altra; fa che se bene le sappiamo, non
le sappiamo dominare, & commodamente sumministrare: che in ciò per essempio si vede come vn
Cantore saprà rendere buone ragioni de vna cantilena di Proportione, & la saprà ben cantare, che
essendoli poi presentato, & postoli dinanzi vna cantilena che sia di consideration Modale, non saprà
doue ch'egli si sia, ne che si dire:Il che non auien per altro solo per non saperli applicar le regole, & se-condo quelle cauarne i valori.
Onde per volergline dare vn poco di lume, & insegnarli la uia come ha da fare per saperle sicura-mente cantare dico; che con vna sorte di regole se rissoluano tutti quanti i ualori delle figure Musicali.
Queste regole sono le regole del Tempo perfetto che si applicano à i bisogni doue è necessario di
applicarle, & si ha da sapere che si come i valori delle figure che sono dentro alle cantilene
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si distinguano per li segni del Tempo perfetto, & imperfetto, & per mezzo loro le perfette hanno
quei sopra naturali valori cagionati dalle perfettione che noi di sopra habbiamo veduto: cosi ancora
tutte le Specie Modali, le Proportioni, & le Prolationi che sono abbracciate da questo nome per-fetto, haueranno diuersamente le loro perfettioni; & mediante le perfettioni del Tempo, loro fonda-tore, & sostentamento si reggeranno, & gouernaranno: Di maniera che per intenderle bene si pos-sano escludere tutte le specie di cantilene imperfette, & tenersi solamente le perfette sopra delle qua-li formando i nostri ragionamenti diremo che quattro sono le specie di cantilene perfette come meglio
ancora in altra occasione vederemo, & secondo che tutte in se sono diuerse: cosi anco hanno diuerse
& particular figure.
La prima specie principale è la specie del Modo maggior perfetto; & come prima, & sopra
tutte l'altre; domina & è padrona della Massima: la seconda è la minor perfetta che essendo ancor lei
nel numero delle specie perfette per non togliere quello che già è fatto d'altri, & che per nisciuna via
può esser suo, si piglia la Longa. Il tempo già habbiamo veduto che si è tolto la Breue, resta so-lamente a vedere che figura appartenghi alla Prolatione, essendo che la Proportione si serui delle
figure del Tempo perfetto, come quella che con essa lei ha natural conuenienza, doue che non essendo-ci altra figura che la Semibreue, la Semibreue serà figurà della Prolatione.
Hora che noi sappiamo quale sieno le particular figure delle specie delle cantilene perfette pos-siamo incominciare a raccoglierle insieme, & dire che nella Prolatione, si ha da dare la perfettione
alla semibreue, & à lei attribuire tutte le ragioni che di sopra habbiamo attribuito alla Breue: distin-guendola con i punti di diuisione, & facendoli alterare la sua piu propinqua figura inferiore, for-mandosi nella nostra idea tutte quelle ragioni che habbiamo veduto, & trouato nel tempo perfetto:
et perche come io dissi di sopra che non si troua mai inferiore hauer piu possanza di vn suo maggio-re; per questo in detta Prolatione la Massima, la Longa, & la Breue li faranno compagnia nella
perfettione, & veniranno à godere di tutte quelle gratie, & prerogatiue che gode lei.
Ma quando che si hauerà per le mani una cantilena di specie del Tempo perfetto se non è delle
minor perfette si lascierà la Semibreue, & si attenderà alla Breue come di sopra si vede. Cosi poi
hauendo per le mani una cantilena di specie del Modo minor perfetto restringendo le regole à piu po-co numero di figure, si darà perfettione alla Longa come sua figura, & da essa si escluderanno le Bre-ue, & le Semibreue applicandoli tutte quelle regole che si sono applicate alla figura principale del
Tempo perfetto.
Ultimamente in quelle cantilene del Modo maggior perfetto si procederà con consideratione della
Massima, & à lei si attribuiranno tutte le perfettioni, et regole di esso Tempo, escludendosi da lei tut-te l'altre figure che hanno perfettione: Et cosi potrà una Longa nel Modo maggior perfetto rende-re imperfetta vna Massima; nel Modo minore vna Breue torre la perfettione della Longa, in quella
maniera che una semibreue la toglie à vna Breue nel Tempo perfetto, & nella Proportione; & que-sto auiene per essere i piu propinqui accompagnamenti delle figure delle principale considerationi.
Io dico principale considerationi quelle figure che sono principalmente considerate da ciascheduna
particular specie: & per questo vna Longa nel Tempo perfetto non è fatta imperfetta da una Bre-ue, come essa Breue perde la perfettione per una Semibreue, perche la detta Longa allhora non è principal figura di quella specie. L'istesso si vederà nella Prolatione che quantunque vicino a vna
Breue ui sia vna Semibreue non per questo essa Breue resterà di esser perfetta; perche gl'accompa-gnamenti che possano rendere inhabile una figura di perfettione cascano sopra la Semibreue, come
in quella figura di principal consideratione che principalmente in la Prolatione è considerata.
Con questo procedere si ha tutta la cognitione che si può hauere delle cantilene perfette, tanto delle
modale quanto anco delle Prolationi, & Proportioni. E però ogni volta che noi haueremo le figu-re di perfettione per le mani, & che vorremo sapere i suoi valori veduto prima in che consideratione
le si trouano, & applicatoli le regole del Tempo perfetto, ne potremo hauere ogni sufficiente cogni-tione; & io ne formarei qualche particular essempio se io non ne douessi piu à lungo ragionare; ma
perche io ne ragionerò à sufficienza; fatto questa espositione, & datone questo poco di lume deposto i
premessi auertimenti, me ne passarò inanzi, volendo che questo in simil ragionamento sia il fine.
Come si procede nelle cantilene che sono segnate con gli inditii del Tempo; & hanno con essi i segni del Modo, & delle Prolationi. Cap. X.
GIà che con occasione del Tempo perfetto, habbiamo iscoperto come si proceda ne i diuersi va-lori delle figure che si ritrouano nelle cantilene Modale, & nelle Prolationi; & veduto che
non si troua canto che non presuponga il Tempo che è il segno della quantità, & misura di es-se figure; non possiamo far di manco di non cercare come si proceda quando vn canto è composto con
gl'inditij de Modi, ò con i segni di Prolatione: poiche sin hora si è detto come si proceda nel valore, &
nella perfettione delle figure che si ritrouano sotto le specie del Modo, & sotto quelle delle Prolationi,
con dechiarare tutte le regole communi del Tempo perfetto, insegnando come le si applicano à questa
& à quella specie: ma in tutti questi diffusi ragionamenti non si è mai detto come si ha da fare quando
vna cantilena Modale serà congiunta con vna Prolatione ò con una semplice maniera Modale: poi-che in qual si voglia canto si presupone che il Tempo sia perfetto ouero imperfetto; et trouandosi una spe-cie del Modo cosi congiunta con il Tempo, molti se non tutti potriano dubitare del ualore di qualche fi-gura: e però prima che io uada piu inanzi già ch'io ho ragionato delle regole in commune, & insegnato
d'applicarle in particulare; voglio anco dimostrare, & dimostrandolo insegnare come si proceda quando vn canto è con gl'inditij de Modi, et con i segni del Tempo ò con quelli di Prolatione.
Qualunque uolta dunque che si haueranno dinanzi ò per le mani cantilene che sieno composte sotto le
consideratione Modali, et che habbiano i segni del Tempo: la prima cosa che si ha da fare; si ha da riguardare se il Tempo è perfetto ouero imperfetto; s'egli è imperfetto non accade di hauer altro riguardo: ma
s'egli è perfetto, bisogna raccogliere insieme tutte le sue regole, et applicarle alla sua figura secondo quel
valore che la douerà hauere nei ualori del Modo. Di poi pigliar quella figura che è la principale della
sudetta Specie Modale, & applicargli l'istesse regole. Onde se la figura principale di quella specie serà
la Mass. alla Mass. s'adataranno le sudette regole; & perche il Tempo ancora ui ha che fare tutte
tre le prime figure maggiori, ui entraranno con le sue perfettioni, & la Mass. con la Breue potranno
esser inhabilitate, & fatte imperfette delle sue figure piu propinque, & piu uicine. La Longa solamente
in questo caso non potrà dalla Breue pattire imperfettione perche, la sua perfettione procede da altre
figure, & non da lei, in quella maniera che noi uediamo auenire alla Mass. & alla Longa nel Tempo
perfetto, che se bene dopò una Mass. ui seguita una Longa; ò dopò una Longa una Breue, non per que-sto le sono imperfette, & chi cercasse perche causa una Mass. nel Modo maggior perfetto può pattire
imperfettione per una Longa sua uicina, sappia che questo gli auiene per esser figura particulare di quella specie, et allhora posta in consideratione: che se non fosse il Tempo che fa riceuer perfettione, non solo
alla Breue: ma anco alla Longa nisciuna di loro seria perfetta; perche nisciuna specie considera mai piu
un canto, è forza di dare la perfettione à tutte dua le particulare loro figure. Il simile anco si osserua
quando una compositione è fatta con il Tempo perfetto, & l'interuento dell'inditio di Prolatione; che
per la Prolatione, la Semib. subintra in tutte le ragioni della Breue come figura principalmente considerata, & gli s'adattano tutte le regole della Breue; et essa Breue come figura del Tempo perfetto ancor
lei si serue delle medeme regole. A talche nelle cantilene la prima cosa bisogna riguardare à i segni del
Tempo, & vedere s'egli ricerca che sia fatto la sua figura perfetta: dopò uedere se vi è Prolatione, per-che nella Prolatione si piglia la sua figura, et secondo quella si formarue i tatti dando alla sudetta figura
del Tempo, quel valore che li uiene, & che debbe hauere; notandosi questo che sempre nelle cantilene
perfette, ò si ha d'hauere tre Semib. ouer tre Minime per tatto: & questo quando i segni seranno per il
tatto inequale: quando poi, i segni seranno di tatto equale allhora ciascuna di quelle tre figure andarà sot-to un tatto equale come piu inanzi meglio vederemo; & questo si dice accioche le genti non si credano
che come la Breue uiene à formar un tatto, che cosi ancora la Longa, & la Massima l'habbiano à for-mare, & che di tanto ualore che le hanno, le venghino à rimanere per il valor di una Semibreue, per-che questo seria cosa fuori di proposito, essendoci tra le figure naturali figura che naturalmente rileua
quel valore. Quanto poi all'ultimo che si ha da riguardare, si ha d'hauer mente se ui è inditio di Mo-do, perche essendoci si hauerà d'hauer riguagdo a tutte quante queste figure riducendosi alla memoria
tutte le regole del Tempo, & appliccarle a ciascheduna figura, secondo il bisogno, & l'occasione, che
cosi non si potrà mai commetter errore.
page 93Ho fatto questo ragionamento per dimostrare in che maniera s'habbiano d'applicar le regole alle
figure che possano riceuer perfettione, & esser diuise, & alterare: Et poi che io sono in questo ragio-namento di dimostrare come s'applicano le regole del Tempo à tutte le Specie Modali, & alle Pro-lationi; voglio escusarmi in questo, che se alle uolte io tornerò à replicare in un luoco quello che ho già
detto nell'altro, io non lo farò per vitio di memoria ò per parere di hauer detto assai: ma solo lo farò
per ridurre a memoria quello che in simil proposito altroue io dissi, ò per renderlo in quel luoco piu in-telligibile, & piu facile: perche in questa particular professione, spesse volte quello che non si è bene
inteso in vn luoco s'intende meglio in vn'altro: massimamente quando gl'istessi sensi sono collocati sotto
diuerse parole: però in questo ogni uno prenderà mia diffesa, & appresso di se, & d'altri mi fa-rà escusato.,lb>
La diuisione delle Specie Modali, del Tempo, & delle Prolationi. Cap. XII.
NOn bisogneria quasi piu ricercare se il Modo, & le Prolationi si diuidano in specie, hauen-dosi nel ragionar che si è fatto piu volte detto, & veduto che il Modo, & la Prolatione
nascano dal Tempo, & come esso Tempo si diuida nel perfetto, & imperfetto: nondimeno
per procedere regolarmente, & senza diffetto & mancamento, dico che si come il Tempo si diuide;
che cosi ancora si diuide il Modo, & la Prolatione; perche chi ricerca ben che cosa sia essa Prolatio-ne, & Modo; trouerà che non sono altre che certe particular maniere di cantilene dal Tempo cauate, & discese; a talche diuidendosi il Tempo nel perfetto, & nell'imperfetto, è forza che il Modo, &
la Prolatione ancora si diuidano in tante diuisioni dicendosi Modo perfetto, & imperfetto; Prolatio-ne perfetta, & imperfetta, in quella maniera à punto che si dice Tempo perfetto, & imperfetto.
Ma perche il Modo è vna di quelle principal maniere, nella quale ogni consideratione di valor
pertinente alle figure musicali si termina, & finisce; cioè che oltra la sua consideratione non si ritroua di poter considerar le figure in maggior quantita, & valore. Per questo lui come maniera piu
ampla, & piu grande, non solo si diuide nel perfetto, & nell'imperfetto come si è detto: ma anco il
suo perfetto, & imperfetto si diuide nel maggiore, & nel minore; dicendosi Modo maggior perfet-to, & imperfetto; & Modo minor perfetto, & imperfetto.
Il che si fa per abbracciare tutte quante le figure principali che sono le quattro prime assignan-do la Massima al Modo maggior perfetto, & imperfetto; la Longa al Modo minor perfetto, &
imperfetto; la Breue al Tempo perfetto, & imperfetto; & vltimamente la Semibreue alla Prola-tione perfetta, & imperfetta.
Si che diuidendosi il Tempo come si vede è causa di tutte queste diuisioni, per esserli appoggio, &
fondamento: Et nota che le diuersità de valori, & le diuisioni presente, nascano da i varij & diuersi
valori delle figure, che per via de valori accidentali vagliano alle volte di piu di quello che non vale-riano nella sua natura, & esso accidental valore è stato si gagliardo & si possente, che distinguendo
queste specie da quelle ad ogni vna ha assignato vna particular figura. Per questo di sopra ho detto
che ogni una di queste principal maniere si diuide, & diuidendosi fa che la prima maniera si diuida in
maggior perfetta, & imperfetta; & in minor perfetta, & imperfetta, per dimostrare, che se non fossero
i sudetti diuersi valori, che infra di loro gl'instituisce le differenze, & le diuisioni, non serieno punto diuerse e differente, ò se pur vi cadesse qualche poco di differenza, che infin seria poca, non seria bastante
& sufficiente a farlo si ben distinguere, come si distinguano. Ma essendo il ragionamento à chi trop-po bene queste cose non intende, & à chi non legge con attentione alquanto oscuro, & difficile, per la re-plicatione che si fa quì & di sopra, di perfetto, & imperfetto ho deliberato di formarne vn'arbore,
dal quale visibilmente si possa vedere in che si fondino le Specie Modali, & le Prolationi: però dopò
l'hauer ben letto questo Capitolo con tutti i superiori ragionamenti chi non gli intende, & non ne ha
tutta quella intiera sodisfation che vuole, per chiarezza delle sue dubbitationi rimiri quÏ, & vegga con
qual maniera schaturischino i generi di cantilede, & da i generi le loro specie.
page 93vIn quest'ordine non si ha da procedere come è il proprio valor delle figure; perche essendo la Semi-breue figura della Prolatione, la Prolatione doueria essere posta la prima à esser fondamento alle al-tre maniere come seria à dire al Tempo, & al Modo; è però non serà da merauigliarsi se hò posto la
Prolatione nel mezzo: perche dopò l'hauer statuito, & posto il fondamento vero & reale, son an-dato con l'ordine del ualor delle figure parendomi conueniente che prima si habbia da porre le figure
minore per ascendere alle maggiore.
Qui poi da quello che si vede si caua la vera ragione perche causa gl'antichi in queste varie, & di-uerse considerationi de i valori delle figure, non sieno andati multiplicando queste loro presente conside-rationi come hanno fatto quelle del genere Moltiplice, & Superparticolare come poi vederemo, & si
vede apertamente che si sono contentati di queste poche; non perche non habbiano potuto andar piu
inanzi: ma perche si sono aueduti di esser ariuato à un numero perfetto, riposandosi la perfettione de
semplici numeri nel numero ternario.
Cosi si vede con che giuditio, & con che prudenza sieno andati inuestigando i ualori delle figure, &
postole sotto le considerationi del Modo, del Tempo, & della Prolatione; fattone le diuisioni delle lo-ro distinte, & particulari specie, diuidendole in specie perfette, & imperfette, eccettuandone l'ultima
che si diuide in quattro parlando però di quella che nell'arbore è sopra tutte l'altre: per dimostrare
che sin à questo numero si possano esse specie diuidere.
Et chi ricercasse perche piu il Modo si diuida in quattro specie, & non il Tempo & esse Prolatio-ni, ha da sapere come altroue è stato detto che il Modo, il Tempo, & la Prolatione hanno tutti le loro
proprie, & particular figure; perche la Breue è figura del Tempo, la Semibreue della Prolatione,
& la Longa conueniria esser del Modo: ma perche cosi rimaneria di fuora la Massima figura prin-cipale senza particular consideratione per non farla di maggiore diuenir minore, fu diuiso prima il Modo in due diuisione principali, & fu detto Modo maggior perfetto, & minor imperfetto, & poi ciaschuna di queste già diuise maniere secondo il costume dell'altre diuisioni ordinarie: cosi al Modo maggior
perfetto, & imperfetto fu assegnato la Massima, & al Modo minor perfetto, & imperfetto la Longa,
a talche cosi ogni uno di loro viene hauer la sua figura in principal consideratione.
Di questo chi brama, & desidera di hauer sufficiente, & perfetta cognition di loro, bisogna prima
che sappia come il Tempo è fondamento, sopra del quale tutte queste maniere diuerse di valor di figure
si fondano; quale & quante sieno le loro diuisioni; & quale sieno le principali loro figure, altrimente
seguitando à leggere questi discorsi, & regole, non ne cauerà frutto, ne meno ne hauerà sodisfattione:
perche poco diletta quello che non s'intende, & mal s'intende quello che per ignoranza ò per poca cu-ra si lascia.
Con che occasione, & pur qual causa si sia diuiso il Modo, il Tempo, & la Prolatione. Cap. XII.
POssiamo giudicare che non senza proposito & occasione, sia stato diuiso il Tempo, il Modo,
& la Prolatione; perche nisciuno nelle sue cose ben ordinate, introduce quello che con li fa
bisogno; attentoche introducendolo lo faria riputar stolto & quasi pazzo: oltra che le da-ria, occasione & materia di disordinare quelle che già per inanzi fossero con diligente osseruatione &
studio tessute & ordinate.
Per questo non debbiamo credere, che senza proposito & occasione queste tre maniere principali
di cantilene che habbiamo veduto di sopra sieno state diuise: poi che se la loro diuisione ci fosse stata
vana & inutile piu tosto le ci confonderiano le cose chiare & manifeste, che ci dessero lume di qualche
cosa à noi nascosta, come per non esser loro inutile & vane grandissimo lume ci danno.
Et che sia il vero, tolto dalle sudette maniere queste diuisioni, le conueniriano ritornare in una; si
come da vna sono discese & venute, & quest'una non seria altro che il Tempo: perche come habbia-mo veduto da lui scaturiscano tutte quante l'altre, come riui da fonti, & fonti da Mare.
Dunque del occasione che s'hebbe già di diuidere il Tempo,; si diuise il Modo, & la Prolatione;
essendo descendenti loro: & nota che non si serieno mai diuisi, se egli prima non hauesse posto mano al-le sue diuisioni: ma non debbiamo già credere ch'egli si sia diuiso senza proposito & occasione; che
cosi le diuisioni sue serieno poi tosto riffiutabile che d'accettarsi per buone: Onde per vedere se lui si sia
diuiso con proposito & occasione, bisogna sapere che il tatto l'hà constretto à diuidersi; essendo anch'e-gli diuiso come si vede: cosi dalla diuisione del tatto sono discese tutte quante l'altre diuisioni: hauendo
esso tatto con il Tempo, tanta conuenienza & similitudine, che si può dire che tutti dua sieno vna istes-sa cosa: non essendoci fra di loro altra differenza, solo che il tatto si piglia per l'attione del Tempo, & il
Tempo per il segno del attione.
Onde diuidendosi il tatto è forza che il Tempo si diuidi ancora, altrimenti non haueriano la detta
similitudine & conuenienza insieme: Già nel Libro precedente & nel Cap. 32. in particulare hab-biamo veduto che il tatto non solo si diuide nel equale & nel inequale: ma anco qual si voglia tatto
equale ò inequale che si sia, si diuide in due mettà.
Hora debbiamo sapere che dal tatto inequale il Tempo hà tolto occasione di diuidersi, quando ha
veduto che esso tatto inequale per equipararsi vn tatto s'è tolto vna figura naturale considerata
dal numero binario secondo la sua natura, & ridottola sotto la consideration ternaria l'ha fatta vale-re per piu di quello che naturalmente la vale: perilche esso tatto equale ancor lui si è voluto torre quel-la istessa figura di quantità ternaria, per seruirsene, nella sua equalità: & perche s'egli se l'hauesse tol-ta & riceuuta sotto un tatto solo; seria conuuenuto con il tatto di Proportione per hauer simil figura
sotto d'vn tatto, ò se pur ci fosse caduta qualche poco di differenza, almeno non si seria potuto negare
che non fosse stato vna cosa istessa con la Tripla seconda specie del genere Moltiplice: per questo vo-lendo seruar tutte le specie intiere, & non conuenire con nisciuna; in cambio di riceuer vna figu-ra di valor ternario sotto d'vn tatto solo; sotto di tre tatti l'ha voluta riceuere: cosi per questa
via con l'altre specie non hà hauuto che fare: et accioche meglio questo che io dico per via del sen-so sia inteso dico; che nella prima institutione delle figure,, la Breue fu instituita sotto vn tatto equa-le come tutti sanno; cosi venendo occasione al tatto inequale di riceuer tre Semibreue in alcune occa-sini non poteua riceuer quella quantità di valore col mezzo di vna Breue principal figura di tatto,
& bisognandoli riceuer il segno del Tempo come quello che senza di lui non si può hauer le figure,
ne tampoco i loro valori: per questo in occasione che i tatti non si potessero equiparare & finire in
misura, fu ordinato & instituito che la Breue valesse per tre Semibreue; cosi fa giudicato di ritor-la nel suo segno & Tempo con quel istesso valore, & tolta che fu; subbito fu espediente di diuider es-so Tempo, si come erano diuisi non solo i tatti, ma anco i valori, per non confondere i valori delle
sue figure che facilmente si serieno confusi con i valori naturali. Si che con questa occasione si diuise
il Tempo nel perfetto & nel imperfetto, assignando al ualore della figura del perfetto il ualore di tre
Semibreue, & al imperfetto il proprio & naturale della qual diuisione ne escano le diuisioni del Mo-do & delle Prolationi: perche in quella maniera che il Tempo perfetto non riceue quella quantità di$
vso$ e sotto vn puro & semplice tatto; ma sotto tre tatti di Tempo: cosi ancor loro viddero di poter
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riceuer diuerse quantità de valori sotto le loro consideratione Modali & di Prolatione: & si diuisero,
formando con distintioni le diuisione del Modo & delle Prolationi: accioche in qual si voglia opportu-na occasione si potesse adoperare qual si voglia valore, & hauere ogni sorte di quantità harmoniale; che
altrimente non si seria hauuta come ogni vno se lo può pensare.
Con questo mezzo dunque & per questa via di hauer distinto & diuiso il Modo, & il Tempo,
con le Prolationi; si è apperto la strada ad hauere qual si voglia quantità et valore pertinente alle Modulationi: & se bene i valori grandi & principali non s'adoperano quasi mai; non per questo si può di-re che siano in vtili & vani: perche le Semichrome ancora che sono le piu picciole quanta de valori
Musicali, non s'adoperano quasi mai; & da i compositori non s'intromettano nelle compositioni, se bene
conseruatione della libertà della Scienza Musicale, la quale l'abbraccia tutte come madre & le conser-ua per ogni sorte di occasione, necessità , & bisogno.
Se possano in qual si voglia specie di cantilene intrare tutte le figure Musicali. Cap. XIII.
NOn basta al parer mio che di sopra habbiamo veduto quale sieno le figure di perfettione con
quale si facciano le diuisioni, & l'alterationi, con hauerne dimostrato quale sieno quelle figure
che fanno distinguere & diuidere il Tempo perfetto del imperfetto, la Prolatione del Tem-po, & le Specie Modali dal Tempo & dalle Prolationi.
Perche alcuno forsi potria giudicare et credere, che il Modo maggior perfetto come maniera piu
ampla & piu difusa, potesse hauere qual si voglia figura in sua confideratione per perfetta, & che tan-to vaglino le figure minori quanto le maggiori nella loro quantità perfetta; poiche ho trouato molti
che si sono creduto questo, & nondimeno la verità stà tutto al contrario di quello che si falsamente credano. Però non ostante quello che di sopra si è detto, che qual si voglia specie habbia le sue figure par-ticulare soggette & atte alla perfettione per natura & forza de gl'inditij & segni: che anco si ha da
sapere, che non tutte le figure entrano in qual si voglia specie: l'ordine & la natura de Modi per i gran
valori che ricercano, & che in se riceuano: non è di hauer altre figure che le quattro prime: vna delle
tre principali soggette all'esser perfetta, et l'altre à priuarla, et à separarla da detta perfettione; et se per
sorte le figure minori vi entrano, non vi possano entrare se non le Minime & Semiminime: come si può
vedere in qual si voglia volume di Theorico scrittore: non per propria natura, ma per accidente & bi-sogno di accompagnare le misurate figure Modali nella integra quantità de Modi come si fanno quelle del Tempo.
Il Tempo poi come patrone di tutte le figure le adopera & riceue tutte secondo che li pare o piace:
ma la Prolatione che ancor lei è delle specie descendente non si estende piu oltra nel vso delle figure che
in sino alla Minima, et hauendo bisogno ch'altro pi? picciolo valore vsa le figure in vna foggia che si conosce essere sue accidental figure.
Questi auertimenti si danno, acciò che meglio si sappia distinguere le perfettioni delle figure quan-do le seranno collocate sotto gli inditij Modali & di Prolatione, per poterli dare gl'accompagnamenti
veri et proprij, con le figure che seuano d'accompagnar i Tempi, et le misure Modali, et di Prolatione.
Onde si può dire che tutte le figure possano entrare in ogni vno dei tre sudetti generi: & che se nel-le Prolationi non ci entrano tutte, ch'almeno ci entrano, i medemi valori sotto altre figure: ma si ha
d'auertire che le quattro figure principali c'entrano, per natura et propria dispositione; et che le quat-tro descendente et inferiori ci entrano per via di douere accompagnare le figure di consideratione quando non ci sono altri accompagnamenti: come anco nelle cantilene ordinarie: se bene si possano adoperare
tutte le figure Musicali non per questo chi adoperasse piu le Chrome et Semichrome, si potria dire che
quelle cantilene fossero delle commune: perche con quelle figure si possa da vno effetto ad altro; cosi ancora: in qual si voglia genere possano come ho detto intrauenire se non tutte le figure Musicali almeno tutti i suoi valori: ma propriamente in quanto alla loro forma non riceuano altre figure che le bianche: co-me ogni vno dalle compositioni lo può vedere.
Quali sieno gl'inditii & segni del Modo & della Prola-tione. Cap. XIIII.
HOrmai con facilità mirabile siamo giunti à vn buon termine†: poi che con molti auertimenti &
regole siamo venuti tanto inanzi, che siano giunti à i segni del Modo & della Prolatione,
essendosi veduto che sono venuti & discesi da Tempo.
Però con tutta la superior cognitione†; possiamo (seguitando inanzi) entrare nella cognitione de i lo-ro inditij per saper in ogni occasione che si trouaranno cantilene di Prolatione & Modale, quanto va-gliano le figure che vi seranno dentro†: Quanto à gl'inditij del Tempo non occorre à dirne altro per es-serne stato detto assai in occasione di ragionar di lui†; ne meno farà bisogno di mostrare quali sieno i segni
suoi, essendo stato mostrato che il circolo appartiene al Tempo perfetto & il semicircolo ad imperfetto.
Dunque lasciato da vna parte gli sudetti segni, & venuto à i segni & inditij delle Specie Modale
& della Prolatione dirò prima che la Prolatione si segna con vn punto, & poi che (conforme à i ragio-namenti superiori) tutte le cantilene preesupongano il Tempo, e però il detto punto va posto insieme con
il Tempo, nel piu nobile & principal luoco come quì si vede.
Il primo essempio per il circulo perfetto dimostra la Prolation
[Music example]
perfetta, & il secondo per il semicircolo dimostra l'imperfetta:
di maniera che ogni volta che si troueranno i punti in mezzo à
questi segni del Tempo si haueranno gl'inditij di Prolatione per-fetta ouero imperfetta secondo che seranno i suoi segni in che se-ranno posti.
Il Modo poi non si segna con punti ma con pause & perche egli prima si diuide come di sopra hab-biamo veduto nel maggior perfetto & imperfetto, & poi nel minor perfetto & imperfetto; per questo
bisogna notare che è ben vero che l'vno e l'altro si dimostrano con le pause, ma con pause diuerse & di-stinte: perche altrimente le se confonderiano in frà le stesse & le c'intricariano il capo d'vna sorte che
in qualche occasione non sapressimo doue ci fossimo†: le specie dunque maggiori & minori del Modo hanno le sue pause diuerse & differente, per le quali distintamente si connoscano†: & perche le pause come si
è detto nel Cap. 47. del primo Libro sono figure mute & à quel hora che in quel luoco si doueria can-tare qualche figura, si fa silentio & si tace†: per questo si ha da sapere che gl'inditij & segni Modali in
due maniere si possano mostrare; la prima delle quali è che si possano nummerare come pause, & l'al-tra tacere come inditij; per questo se ne forma questa distintione & si dice†; che le pause Modali sono
quelle che dimostrano il Modo & con esso lui si munerano come pause; & le pause inditiali sono quelle
che di lui solamente danno inditio & non si nummerano. Ma per non confonderle, & farle dubbiose
quando le non si hanno da nummerare come pause le si pongano immediatamente dopo la chiaue tra
il Tempo & essa chiaue: che per esser in quel luoco poste si ha sufficiente inditio che iui le non son po-ste per altro che per inditio†: quando poi le si hanno da nummerare le si pongano dopo il Tempo: Os-seruandosi quest'ordine, che le pause ò gl'inditij treplicati dimostrano il Modo maggiore, & le duppli-cate il minore: ma perche tanto il Modo maggiore quanto che il minore si diuide nel perfetto & im-perfetto come habbiamo veduto di sopra: per questo si dice & se ne statuisce questa sensata distintione
che le pause treplicate quando le sono dupplicate & che le si distendano per tre spatij et quattro corde,
allhora dimostrano il Modo maggior perfetto: come anco quando le si distendano solamente per duoi spacij & tre corde le dimostrano l'imperfetto.
Cosi ancora per dimostrar il Modo minor perfetto con chiara distintione, non s'adoperano piu le
pause treplicate; ma in suo luoco se ne adoperano due distendendole per i sudetti tre spatij et quattro corde
come le maggiori; & per l'imperfetto similmente due distese per dua spatij e tre corde come quì chia-ramente si vede.
[Music example]
[Music example]
Onde accioche alcuno non si creda che questa sia mia particular oppinione ouero che sia mia noua
inuentione quantunque ogni Musico scrittore conuenghi in vn parere†: guardisi l'opere del Heiden &
del Lictinfelse, & chi non hauesse il modo di vedere le sudette opere, ò non le trouasse guardi nella se-conda parte delle Scintille di Gioan Maria Lanfranco, che vederà come io dico il vero, & come non
sono mie inuentioni.
Oltra di questo poi ci resta vna consideratione, la quale non è da lasciarsi: perche l'importa assai à
questo particular negotio, & è questa che si come nel Tempo tanto perfetto, quanto che imperfetto si
possano segnare & dimostrar le pause in due maniere come quì si vede.
[Music example]
Cosi ancora nel Modo minor perfetto l'inditio suo
in due foggie si può dimostrare, vna foggia come
ne gl'essempij superiori si vede di hauer le pause dup-plicate & l'altra con pause semplici come queste
& questo non per altro si fà, solo per-che egli è principal Signore delle pause del
[Music example]
Modo: che ben si uede ne gl'inditij del Modo maggior perfetto esse pause non esser
altre che tante pause di Longhe; è però in questa simil occasione non potendo pregiudicare à nisciuno si piglia questa liber-ta di adoperar queste pause semplice, & le superiori duplicate.
Per questo si dice che tanto queste, quanto che quelle sono pause del Modo minor perfetto & imperfetto, nel restante bisogna osseruare tutti quegl'ordini che di sopra si sono dati†: perche con la treplicatione delle pause si forma la distintione del Modo maggiore & minore, & con l'estensione delli tre spatij
& quattro corde quella del perfetto & del imperfetto.
Se le Specie Modali possano stare con le Prola-tioni. Cap. XV.
OGni vno che habbia intelletto e discorso non solo per quello che già fu detto: ma anco da se
se stesso può giudicare che nisciuna cantilena senza il Tempo può esser ben fondata & hauer
harmoniosa forma; essendo egli nella Musica quasi l'anima: perche senza di lui à che si ref-feririano le figure? in che maniera si constituiriano i loro valori? ò chi gli terminaria gli giusti & misu-rati interualli Musicali? & poi di chi sono le figure se non sue? è però il Modo & la Prolatione ha-uendosi à seruire delle sue figure è forza che c'intrauenghi ancor lui per sumministrarli il valore. Egli
dunque intrauien per tutto; Ma se noi cerchiamo in quanto alle Specie Modali (poi che in tutti i canti intrauiene esso Tempo) se le si possano trouar insieme con le Prolationi, noi per natura le trouaremo essersi contrarie che le trouaremo non solo fuggersi: ma anco impedirsi; poi che ogni vna di loro si applica à
particular figura, & vna propriamente è di natura contraria al altra: essendo sottoposta vna al tatto di
Proportione & l'altra al tatto equale: Onde quì è molto ben d'auertire perche se bene io dico che le
Prolationi sono da natura contrarie alle Specie Modali & al Tempo perfetto, lo dico in quanto alla sua
principal natura, essendo questo genere atto à riceuer qual si voglia tatto come poi vederemo: e però
quando si cerca se questi tre generi Musicali si come non possano stare senza il Tempo, se possano
mai tutti tre conuenir insieme; si cerca se perla sua natura sono tali di poter conuenire; al che come ho
detto la Prolatione, per natura mai non conuiene, & se pur alle volte & in qualche caso la vederemo
conuenire, quella conuenienza serà accidentale, & non naturale: quanta differenza poi sia tra naturale
& accidentale lo si lascia giudicar ad altri per esser cose chiare & facile ad esser giudicate: & però nel
progresso di questo Libro vederemo che volendosi accompagnare le Specie Modali con esse Prolationi,
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le Prolationi non li cede le sue figure; ma col riceuere la quantità del valore del vltime figure del Mo-do, tutto l'integro numero si conserua, & questo perche à lei tanto li fa di far comprendere tutte tre le
sue figure sotto vn tatto inequale, quanto che di esser ciascheduna sua figura in tre tatti equali compre-sa; bastandoli come ho detto di conseruarsi tale con l'integrità del numero.
Da questo si caua & comprende che infra tutti i superiori generi, i generi compresi da i numeri
equali solamente sono quelli che non hanno natura di esser informati da tatti inequali, & hauer for-ma di modulata Proportione: ma bene di hauer l'integrità del numero circa alla quantità delle figu-re perfette: & che quel il genere, il quale è compreso dal tatto inequale, per conuenire con gl'altri sen-da discrepanza conseruandosi il numero delle sue figure si muta di tatto in tatto: & hora riceue il tatto
equale & hora l'inequale: secondo che li occorre & gli ne nasce occasione; & questo perche in fra tutti
i generi è vltimo & inferriore, come ogni vno dalle sue figure lo potrà conoscere & vedere.
Quando il Modo ò le Prolationi sono insieme con il Tempo; chi di loro dua domini le Cantilene. Cap. XVI.
ALcuni fanno difficultà, ne si sanno imaginare come due di cantilene possano star in
vna & cantarsi insieme: essendo le considerationi contrarie: poiche non solo il Tempo considera vna figura, & il Modo vn altra: ma anco la Prolatione ne considera vna particulare:
Il che non arguisce contrarietà, ne meno ci apporta dubbio quando però si considera bene l'officio di uno,
& officio del altro, & in che maniera s'accompagnano insieme porgendosi aiuto & soleuamento senza
offensione & preiuditio del compagno; che se per sorte si pregiudicassero ò si facessero danno non po-triano conuenire in vno, & falso seria quel che si è detto; cioè che ne il Modo, ne la Prolatione può stare senza il Tempo: poiche quelle cose separate vna dal altra non possano stare; hanno infra se stesse
vna grandissima conuenienza & vna strettissim'amicitia insieme, & calcano sotto la consideratione
delle cose inseparabile che senza destruggersi non si possano mai separare come il calor del fuoco, & lo
splendor del Sole.
Però è tale e tanta l'amicitia del Modo & della Prolatione con il Tempo, che quando esso Modo
piglia il tempo per suo compagno, lo piglia come ligitimo patrone delle figure & come agente ò sum-ministratore del tatto; & esso si piglia cura del valore di dette figure: & questa è la causa che nè il detto Modo nè la Prolatione possano stare senza di lui: poiche l'officio di vno & del altro non si estende
piu oltra che in informar questo è quel valore sotto questa & quella particular consideratione.
Dunque tanto la Prolatione, quanto che il Modo conuengano amicheuolmente con il Tempo, ne
ripugna che si trouino tutti dua insieme; perche ogni uno di loro fa l'officio suo senza disturbo del com-pagno: cosi il Tempo domina & signoreggia il tatto, & l'altro la quantità del valore delle figure: &
ben da questo la verità si comprende; & conosce la verità di quello che già di spora io dissi & mostrai
come il Tempo è fondamento à tutte l'altre considerationi & che da lui prendano origgine & essere,
quando che senza di lui ogni consideratione si riduce in nulla, et come con esso lui hanno tutto quel buon
essere che possano hauere.
Onde in proposito di essere vn Canto Modale ò di Prolatione accompagnato con il Tempo, si do-uerà sempre dire che il Tempo domini & regghi il tatto; ma lo domini & reggha con la consideratio-ne del Modo ò della Prolatione, secondo ch'egli serà in questo caso accompagnato; ne si tenerà questo
per inconueniente; perche quando le cantilene sono composte semplicemente sotto il Tempo, esso Tem-po dimostra allhora l'vno & l'altro, cioè con qual tatto vadino cantente quelle cantilene; & qual sia il
valor delle sue figure: & però quando vi ci entra il Modo, ò la Prolatione; egli si riserua l'attione del
tatto & lascia à loro le cura del valor delle figure: & chi brama saper di questo la cagione sappia che
trouandosi già esser due sorte de tatti come habbiamo veduto; se non si segnassero le compositioni, ò se
non vi se introducesse il segno del Tempo: l'huomo non potria sapere sotto di qual tatto l'andassero
cantate.
Si che hormai che si è veduto con che amicitia conuenghino insieme il Modo, & la Prolatione
con il Tempo, et come l'vno domina il tatto, et l'altro il ualor delle figure; non si hauerà per inconueniente se una cantilena serà segnata con il Tempo et gl'inditij Modali, ò con la Prolatione come alcuni con
i quali io mi son trouato à ragionare si son creduto, ne se lo poteuano persuadere non che immaginare.
Doi principali auertimenti intorno alle Specie Modale, con alcune cose da moderni osseruate, & non cono-sciute. Cap. XVII.
COn l'occasione di ragionare de gl'inditij Modali accompagnati con i segni del Tempo, mi na-sce l'occasione di dimostrar tre cose importanti, non meno di vtile & giouamento, che di dilet-to & piacere; poiche in vna particularmente vi vederemo quello che nisciun non vede, &
pur continuamente l'ha dinanz'agli occhi: & nel altre le cose piu principali che sono dentro alle specie
Modali & alle Prolationi.
Però deposto ogni ragionamento vano & inutile dico, che la prima cosa che noi ci debbiamo tener
à mente è questa che nel Modo maggiore & minor perfetto sempre si ha da porre il segno del Tempo
perfetto; perche allhora le figure sono sotto la consideration ternaria; & essendo tale gl'inditij serieno discrepanti del segno, ouero che il segno non seria conforme à gl'inditij: Ma perche gl'inditij del Modo
non si estendano piu oltra che nella Mass. & nella Longa dominando ogni vna la sua figura particulare, et constituendosi il segno del Tempo perfetto, la Breue ancora si viene à constituire sotto la ternaria
consideratione; & molte volte occorre di non volerla constituir per tale: per questo le regole vogliano
che in simil caso si possi porre & vsare la zifra binaria collocata immediatamente dopo il Tempo; la
quale, punto non deroga alla iurisditione del Modo non hauendo egli nella Breue che fare.
Questa binaria zifra in quel luoco posta ha tal possanza che toglie ogni perfettione che potesse ha-uere la figura del Tempo. Doue che con obstante le cantilene che habbino per segno il Tempo perfet-to, in questa & in ogni altra occasione; & che sieno segnate con gl'inditij di perfettione; ogni volta che
hanno la zifra binaria sempre s'esclude la Breue dalla sua perfettione, di questo ce ne fa fede il Mo-tetto di Lodouico Semfelio che commincia Tota formosa formato con queste figure.
[Music example]
Del quale io presto ne farò diffusa consideratione, che tutte le Breue quantunque sieno vicine à pause,
sue simile ouer maggiore; sempre le vagliano quanto due
Semibreue: al contrario di quando il Tempo perfetto è
senza la sudetta zifra che sempre le Breue riceue la
perfettione, si come ce lo dimostra & insegna Iusquino
nella parte del alto di quel Agnus Dei della sua Messa titulo Lommè Armè quando in quel Canon
propone queste proprie figure.
[Music example]
Questi due essempij aiutano assai &
danno vn gran lume alla cognitione di
queste specie hora non cosi ben conosciu-te: in conseruatione delle quali questo auertimento bisogna hauere di non propor mai
Specie Modale che sia perfetta senza i segni del Tempo perfetto, come anco non si deue mai proporre Specie imperfetta con i segni del Tempo
perfetto; che il proporle seria grandissimo errore, & non si potria di ragione osseruare il valor ternario,
ò la ternaria quantità delle figure; che non per altro nel detto Tempo perfetto s'introduce la sudetta
zifra, solo accioche in occasione senza proporre contrarij segni, & vsar difformità nelle proposte; si pos-si lasciare, & leuare la perfettione della sua figura: & questo è quanto à quello che primieramente debbiamo sapere: Quanto poi al secondo debbiamo auertire che quando gl'inditij del Modo sono colloca-ti di dentro al Tempo cioè dopo il suo segno, ch'allhora le pause significano l'inditio, & si nummerano
come habbiamo ueduto, et come anco se lo può immaginar ogn'uno da se stesso: ma quello che in alcun caso ad alcuno potria apportar dubbio è questo; che vedendo nelle mostre & gl'essempij superiori segnarsi
i sudetti inditij con pause treplicate & dupplicate, hora accompagnate & hora semplice, trouandole alcune volte in gran capia & numero multiplicate, li potria come ho detto generar dubbio se le fossero
altre sorte di pause; hauendo altre varietà d'inditij: sopra di che si diche, che la detta quantità & mul-tiplicatione non fa caso, quando però si serua l'ordine della dupplicatione & treplicatione: perche come
pause le si possano multiplicare sin à quanto ne fa bisogno ò che l'huomo le vuol multiplicare: & gl'in-ditij Modali si restringano à questo di dimostrarci le loro distintioni col mezzo dell'occupatione di dua
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ouer tre spatij. Dunque in qual si voglia occasione che si trouaranno li Modali inditij seruire alle pause come fa il primo superiore essempio, quando seranno in piu gran nummero delle superiori, dalla occupatione delli tre spatij & l'ordine di esser treplicate & duplicate, si hauerà la differenza delle specie;
& per il numero la quantita de tatti che si ha da tacere: se di questo ne vogliamo hauer certezza guardisi in quel famoso motetto Preter rerum seriem Iusquino nel quale non solo vi si vedrà quel che io
dico, cioè che le pause per l'occupatione de i tre spatij danno inditio del Modo minor perfetto, & sono
nummerate: ma anco vi trouaremo la certezza di tutto quello che io ho detto quì di sopra, cioè che il
Modo maggior & minor perfetto non va mai segnato con altro segno che col Tempo perfetto; et che
per leuarli la perfettione della sua Breue perde la sua perfettione, & rimane per il valore di due Semibreue.
Di questo non altro, essendosi detto assai.
L'vltima cosa che io ho quì da mostrare è questa, che i Compositori componendo, & i coppiatori
raccoppiando seruano vn ordine nel collocar le pause; che chi da loro ricercasse la ragione io so che non
saperiano che dire; & nondimeno senza saperlo si va si diritto & si bene, che non si commette mai er-rore: Onde per dimostrarlo & dimostrandolo insegnarlo, dico, che gia noi ne i Capitoli superiori hab-biamo veduto che le pause del Modo maggiore & minor perfetto sieno poche ouero assai sempre le
si segnano cosi come quì si vede.
Et quel altre del Modo
[Music example]
maggiore & minore imperfet-to si segnano in quest'altra maniera.
Multiplicandole tutte sin che l'huomo
[Music example]
vuole: sopra delle quali molto bene si consi-dera, & questo particularmente vi si nota:
che stando elleno cosi situate, per quella di-uersità de spatij che occupano, non solo si ha
la differenza del Modo maggiore & minore, ma anco del perfetto & imperfetto: perche il perfetto oc-cupa tre spatij, & l'imperfetto dua; & il maggiore ricerca ogni ordine di pause treplicato, & il
minore solamente doppio ouero semplice come fu veduto nel 14. Cap. di quest'istesso Libro. E se be-ne le prime pause di quest'ultimo essempio occupano solamente dua spatij, niente dimeno per quella ma-niera & ordine treplicato rimangano le sue figure sotto la ternaria consideratione: che non rimangano
quelle che sono solamente dupplicate; ond'io considerando questa maniera che si ha da tenere insituar le
pause & quanta differenza faccia il variarle vn poco poco, dopo vna particulare & lunga consideratione mi son merauigliato assai, & altri meco hann'anco à merauigliarsi, che essendosi hormai persa
& smarita la cognitione del Modo si sia conseruato questo buono et perfetto ordine, di collocar gl'inditij del Modo minor imperfetto come vanno collocati: il quale non consiste in altro che in questo, di
ordinare et situar le pause, con dupplicata dispositione, e non mai treplicate come quelle del Modo maggiore: perche vno che non sappia questa differnza & quanto importi à treplicarle ò à lasciarle cosi
dupplicate pensando di non far errore quelle pause che ordinariamente & di ragione vanno cosi se-gnate.
[Music example]
Le può segnare in quest'altra foggia.
[Music example]
Poi che in qnanto alla quantità & numero le sono l'istesse; & nientedimeno le si trouano
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sempre esser segnate bene: ò se pur si segnassero cosi bene & regolarmente almeno con qualche di-uersità difforme le si doueriano pur in qualche caso ritrouare; come seria à dire: trouarne hora accoppia-te in dua, hora in tre, et hora semplice come quì si uede.
[Music example]
Et quale è la causa che quest'ordine si sia cosi ben conseruato? Se non che questa maniera di segnarle
sudette pause à quattro à quattro, con osseruanza della dupplicatione è vna maniera che appartiene al
Modo minor perfetto, la quale per quest'ordine & situatione dimostra la Longa sua particular figura
esser di valore di due Breue, & ogni Breue di due Semibreue, et che non per altro si segnano duppli-cate lasciando le treplicate al Modo maggior perfetto & imperfetto se non per dimostrare quanto
rileua il valore della sua Massima.
Onde à questo proposito voglio scoprire quello che pochi ouer nisciuno de presenti ha forsi mai sa-puto: & è questo che si come le pause semplice della Breue, tirate da vna corda ad altra nel Tempo im-perfetto, ci danno segno & ci fanno sapere il valore di essa Breue; cosi anco le pause della Longa che
sono quelle che noi di sopra nel Cap. 47. del primo Libro habbiamo veduto che occupano dua spatij &
passano per tre corde, dimostrano quanto in quelle occasioni che la si adopera vale: per questo vediamo
che cosi come multiplica il ualore delle pause della Breue, che multiplica ancora il suo; di maniera che
se la pausa di Breue val dua Semibreue, la sua ne val quattro: & se quella ne ual tre, la sua ne val sei:
cosi per dimostrare di quanto valore sia la Massima principal figura tra le figure Musicali si radop-piano le pause: per questo nel Modo maggior perfetto & imperfetto si segnano le pause trepplicate,
& per constituire specificata differenza tra il perfetto & l'imperfetto, per segno del perfetto le pause
occupano tre spatij, & per l'imperfetto dua: notandosi questo che con la quantità loro ci danno notitia
del ualore della Massima et della Longa loro proprie figure in questa maniera; che ogni pausa di que-sta sorte.
[Music example]
Se l'occupa tre spatij come si vede, & che il Tempo sia perfetto co-me habbiamo veduto che ha da essere; senza esserli impedito il suo
valore con la binaria zifra ò altro con che si possa impedire, valerà
per noue Semibreue per esser in sua diuisione per tre pause di Breue:
come anco se ne occuparà dua la serà per il valore di due Breue na-turale.
Cosi ancora nel dimostrare il valore della Massima, se le pause sono treplicate si multiplica il
valore, & si vede quanto rileuano in tutte, che tanto serà il sudetto suo valore del quale in poco tem-po io sono à longo per ragionarne: per hora ne basta questo che in simil occasione di collocar le pau-se, si vede quanto gl'antichi Compositori furono distinti & chiari; quando che le pause semplice &
pure; segnaranno in vna maniera chiamandole pause del Tempo imperfetto; & segnando quel altre
che sono le prime composte diuersamente dicendole pause del Tempo perfetto, per constituire la diffe-renza della pausa di Longa che serue poi anco alla Massima.
Da questo espressissimamente si vede quanto errore si commetteria nel segnar le pause; segnando
le commune con ordine treplicato, & non come vanno segnate: nondimeno si osserua di segnarle be-ne non già come ho detto perche si sappia: ma perche dalla deponenza & demissione che si è fatto di
comporre le cantilene perfette delle Specie Modali, senza che le genti se ne sieno auedute si è conser-uato quest'ordine del Modo minor imperfetto, & non è permettesse che le si segnassero altrimen-te: & se per sorte non si sapesse che ragion s'adurre, ò che si dire: si diria che tale è il costume & l'vso:
nondimeno quello che io quì di sopra ho detto è la sua proria & vera ragione, come ogni vno lo potrà
giudicare.
Vn ordine che tengano i Compositori nel comporre, che molti non sanno le cause; & qual ordine si deueria tenere se si componesse vna cantilena Moda-le. Cap. XVIII.
OSseruano vn ordine i Compositori nel comporre, hereditato quasi similmente per traditione,
& non per certa scienza; perche se volessero comporre ò si disponessero di fare vna cantilena
del Modo maggiore ò minor perfetto, io mi credo, & per quanto ho ricercato da molti non
mi credo di creder male, che non saperiano vn certo particular ordine con che vanno composte: & pur
s'osserua si bene nel ordinarie che è vna marauiglia à vederlo: & se pur non si osserua, si vede che nisciuno incorre in questo errore se non gl'ignoranti, & quelli che non sanno ciò che si pescano per dire come
si suol dire. L'ordine ch'essi tengono, & che gennera assai merauiglia è questo, che nel comporre le cantilene del Tempo imperfetto osseruano sempre di comporle sotto la binaria consideratione, & secondo
quella sua binaria diuisione; con l'instituirli una Breue per ciaschedun diuiso Tempo. Il che quantunque
il piu delle volte i Cantori non riguardano al segno le contino alla Semibreue; ponendo vna Semib. per
tatto, non per questo essi restano di darli questo compito fine: poi che il finirle di questa diuisione è
si male &è si fatto errore ch'ogni vno si reputeria à vergogna di finirle altrimente facendo nel diuiderle a dua a dua ch'al fin s'hauesse vna Semib. sola: et questo non per altro, solo perche non ostante che in-cambio di torre vna Breue per tatto si tolga vna Semib. le debbano restare di esser fatte con la consti-tutione di due Semib. per consideratione: perche altrimente le non si potriano chiamar di ragione contilene binarie; & tutta volta che diuidendole a dua a dua ponendo per ciascheduna diuisione il valor di
due Semib. nel fine ne riman vna senza compogna: se bene nel cantarle non si conosce questo errore non-dimeno in quanto al ordine le stanno male: & chi di questo brama di saper la ragione: sappia che secon-do la diuisione de tatti, cosi ancora ne sono fatti gl'ordini diuisi. I tatti ò che sono equali ouero inequali.
Tutte le compositioni che adoperano il tatto quale hanno da esser formate sotto la binaria & terna-ria diuisione, come per contrario, quelle che adoperano l'inequale hanno da esser formate sotto la ter-naria solamente: per questo non si può dar cantilena senza diuisione; è però diuidendosi le cantilene or-dinarie, ò che le si diuidano in due Semibreue, ouero in dua Minima: le dua Semib. si refferiscono alla
differenza delle tre Semib.del Tempo perfetto & delle Proportioni; & le due Minime alle tre Mi-nime delle Prolationi: Cosi se ne formano le debbite distintioni, & le conueniente diuisioni. Questi ordini sono necessarij perche, le figure sono abilitate di hauer diuersi valori come sin hora habbiamo vedu-to, anzi che si recchiederiano in ogni compositione per particular segno del valor delle figure, se non fos-se che l'vso presuponendocelo sempre, l'hà deposto & lasciato andare. I diuersi valori che io dico la prima cosa si trouano nelle cantilene del Tempo perfetto che la Breue val oltra due Semib. il che è causa
che quelle cantilene sieno fatte, diuise, & considerate sotto il numero ternario, numero di perfettione: onde si come seria errore & disordine nella diuisione del Tempo perfetto ritrouar nel fine figure che non
hauessero gl'accompagnamenti ternarij: cosi ancora nelle cantilene ordinarie gli accompagnamenti bi-narij: et de compositori non è chi non ci auertischa, se non uagliamo dir de quelli che hanno imparato à
comporre senza Maestro et senza regole. Di questo buon ordine chi da molti ricercasse le cause, molti non
le sapiano assegnare; et molti ancora disponendosi à comporre una cantilena di particular Specie Modale
non sapria che ordine si tenere. E però esposto prima et narrato tutto quello che si uede esser narrato &
esposto di sopra: per intelligenza di questo, io dico: che nel comporre sempre si deue far capitale et capo
della figura che si uuol torre in principal consideratione: come seria à dire; se io ho da comporre una cosa
sotto il segno del Tempo imperfetto, bisogna che io mi pigli la Breue sua figura in prima consideratione
et che io tessi la cantilena mia con tante figure et tanti ualori ch'alla fine diuidendole in tanti valor di
Breue, ui troui esser la sua quantità compita: ne piu ne meno che io farei se componessi un canto alla Semib. che per niente io non finirei in una Minima, facendola esser senza compagna: cosi ancora bisogna
fare in una cantilena del Tempo perfetto per corrispondergli nella perfettione, si pigliarà in consideratione tante Breue perfette, & secondo quella quantità finire come si fa nelle Proportioni, che sempre si fi-nisce in vn tatto perfetto. Di maniera che si come per douere & per ragione nelle cantilene ordinarie
è obbligato chi compone di osseruar quest'ordine, cosi anco è obligato di osseruarlo nelle cantilene delle
Specie Modali: per questo io ne formo questo infrascritto ordine.
page 98vIl Tempo imperfetto del semicircolo semplice vuol hauer nella sua diuisione due Minime.
Il Trauersato due Semibreue: Il Tempo perfetto tre Semib. Il Modo minor imperfetto quattro,
Il Modo minor perfetto noue. Il Modo maggior imperfetto dodeci, & vltimamente il Modo mag-gior perfetto vintisette: perche nel detto Modo maggior perfetto la Massi. è principal figura di sua
consideratione & vale per vintisette Semib. come anco nel Modo maggior imperfetto essendo nel istessa consideratione ne val solamente dodeci. Nel Modo poi minor perfetto si cambia figura & la consi-deration principale casca sopra la Longa, per questo la vale per noue Semib. nel imperfetto solamente quattro.
Vltimamente nel Tempo perfetto entra la Breue, & secondo quella si fanno le diuisioni, sottopo-nendola alla consideration ternaria per vigor del segno perfetto.
Cosi per questa via si vengano à formar le compositioni con tutte le debbite quantità de suoi va-lori, & però per ridurselo meglio à memoria ogni vno si può formar questa regola che il Modo
maggior perfetto vuole per sua particular diuisione la quantità dei valori di 27. Semibreue il mag-gior imperfetto 12. il minor perfetto 9. il minor imperfetto 4. il Tempo imperfetto tre, & l'imperfet-to dua.
Quest'ordine non si può riffiutare: perche se noi ci seruiamo delle pause, è ben ragione che scruiamo
ancora l'ordine delle sue figure.
Che noi adoperiamo le pause si vede chiaramente in ogni cantilena commune; che trouandosi
vna quantità di pause i compositori sempre le segnano cosi.
Et se queste pause sono pause del Modo minor imperfetto, è
[Music example]
ben ragione che si osserui anco l'ordine & la quantità del valo-re delle sue figure: & non bisogna dire che questa quantità di
pause non si possi segnar altrimente, et che non essendoci de Tempo pause distinte che possino questa quantità rileuare che per forza bisogna cosi segnarle: perche si dice & presupone vn falso: es-sendoci come habbiamo veduto le pause del Tempo imperfetto trauersato & del semplice tutte distinte
& separate; & non repugna ne meno ci è prohibito di segnare a dua a dua, ò interrotte come si vuole:
purche si osserui questo di non entrar nelle pause d'altri: che si come nel segnarle; se si facesse la varia-tione superiore posta nel precedente Cap. & che in cambio di segnarle a dua a dua (parlando delle pau-se quaderne) le se signassero à tre, à tre seria tanto errore che di subbito si variaria il valore alla Massima: ouero che in cambio di farli occupare due spatij gli se ne facesse occupar tre come occupano quel-le del Modo maggiore, con esse si diuertiriano i valori delle due principal figure: Cosi segnandole nella
maniera delle pause del Modo minor imperfetto quantunque non apportino nisciuna variatione à i
valori suoi & delle figure, non per questo si deue restare di non diuiderle secondo la sua quantità &
consideratione: massimamente che questo non da impaccio al compositore: & io mi credo che il si sia
demesso a poco a poco; perche i Compositori moderni non hauendoci questa auertenza poco se ne sono
curati: Ma se noi rimiriamo le compositioni antiche & le misuriamo ben bene; le trouaremo esser quasi tutte di questa misura: & se per sorte qualche d'vna ne trouaremo che le seranno rare, le seranno co-si per diffetto & particulare inauertenza di colui che le compose che questo non repugna ne meno ci
debbe far credere che gl'antichi ancora non habbiano potuto fallare: Che se noi misuriamo ancora alcu-ne cantilene perfette, non le trouaremo tutte conuenire nel ternario numero & misura, & piu pecca-non in questo quelle che sono fatte sotto il Tempo perfetto trauersato che l'altre che sono fatte sotto il
Tempo perfetto semplice.
Questo che io dico intorno alle cantilene imperfette che hanno conuenienza con il sudetto Modo
minor perfetto; io lo dico perche si habbia da seruare quel ordine che si deue; & s'habbiano da for-mar distinte le considerationi loro: perche si come si osserua nel comporre le Cantilene del Semicircolo
trauersato la diuisione della Breue, ponendoli tanti valori per ciascheduna diuisione; cosi ancora
in ogni altra questa lodeuol diligenza si debbe osseruare: accioche nel trouare vn canto del Mo-do maggiore & minor perfetto, si sappia secondo le sue considerationi formar le diuisioni sue
Modali.
Se noi non osseruassimo la superior diuisione, io direi che fossimo da quest'obbligo esclusi: Ma os-seruando quella, siamo obligati ad osseruar anco questa, per non partirci dal douere delle regole,
& per non far vna cosa senza fondamento & ragione. Ecco dunque con qual ordine si deb-bano diuidere le Compositioni conforme alle loro considerationi; & come molti Compositori si
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trouano che diuidano le sue compositioni binarie secondo l'ordine della Bre. & sanno bene non gia ch'essi sappiano che le si diuidano cosi, per distinguerle dalle compositioni del Modo minor imperfetto, ò
perche tale è la sua figura di principal consideratione: ma solamente per vn cert'vso & tradittione ac-quistata nel hauerlo inteso da gl'altri à dire, ò dal'hauerle cosi veduto diuise nel opere altrui.
E però hora col saperne la ragione si saprà anco non solo diuidere le compositioni Modale: ma anco
volendole comporre saper sotto qual consideratione uadino diuise.
In quest'occasione mi resta solo di dire: che se bene di sopra nel Cap. 14. di questo è stato detto
che gl'inditij del Modo minor perfetto & imperfetto possano esser semplici & dupplicati: nondimeno
chi volesse far bene & vsare vna conueniente distintione se non è piu che astretto seria cosa lodeuole
di adoperar le doppie & lasciar le Semplici al Tempo tanto perfetto quanto de imperfetto: che cosi
trouandosi queste pause.
Si hauera per certo che le fossero pause del Tempo, et quando le fossero
[Music example]
dupplicate del Modo; sopra di che non accaderia poi di uedere di condur-re le compositioni sotto la quantità quaderna, ò d'altra quantità Modale:
ch'in fede di ciò io posso dare di hauer veduto vn motetto di Clemens non
papa scritto in Libro Chorale hauer tutta la moltitudine di pause collocate
a dua a dua, & esser con il segno del semicirculo trauersato; il che mi diede segno, et di subito mi fece credere che anticamente guardassero molto bene à questo, & che se le compositioni loro hanno in questo
caso qualche diffetto & mancamento, che non sia per causa loro: ma bene per causa delle stampe ò de
coppiatori come altre volte ho detto: perchè non solo le trouai cosi in vna parte, ma anco in tutte, & es-sere per volta sino al numero di quaranta: giudichi ogni vno se colui che le scrisse l'haueria potuto acco-modare a guisa delle pause del Modo minor imperfetto; & nondimeno l'accomodò cosi come ho
detto: ne bisogna credere ch'egli le facesse di suo capriccio; ma bene perche cosi gli lo comise il proprio autore: Questo è tutto quello che in materia de l'ordine che tengano i moderni Compositori nel diuidere le
loro compositioni hò hauuto che dire; & con qual ordine s'habbiano da diuidere le compositioni Modale.
Quali sieno i valori delle figure del Modo & del Tempo. Cap. XIX.
COn la passata occasione di vedere & considerare le pause inditiali del Modo, siamo entra-ti nella consideratione delle sue figure; & habbiamo veduto in quanto valore le si stendino,
hauendo prima distribuito à ciascheduna specie le sue figure: Onde per non pretermettere
il presente trattato & ragionamento senza le sue debbite espositioni & narrationi, massimamente in-torno à quello che quasi piu li si ricchiede, rittorno à dire che se noi consideriamo bene tutte quelle cose
che sono si tenute per difficile nella Musica, come per le sudette cose già esposte & narrate le si venga-no à decchiarare & manifestare; ne prenderemo della manifestatione & chiarezza vna merauiglia
si grande che à narrarla ad altri serà incredibile: poiche sin hora habbiamo scoperto che le pause sono
quelle che nelle cantilene che si teneiano per si difficile ci danno inditio, & ci dimostrano qual si uoglia
Specie Modale con questa chiara & manifesta distintione, che quando le pause sono dupplicate, non solo
dimostrarci le specie minori del Modo, et le treplicate le maggiori; ma anco per la sudetta duplicatio-ne de spatij & pause, le figure esser contenute sotto le considerationi binarie; & per la treplicatione sot-to le ternarie.
Però desiderando io ch'ogni vno le intenda & che chi brama d'impararle l'impari ne formo le rego-le presente: Che la Massima del Modo maggior perfetto val tre Longhe, ogni Longa tre Breue, et ogni
Breue tre Semib. La Massima del Modo maggior imperfetto ual tre Longhe, ogni Longa due Breue,
et ogni Breue due Semib. La Massi. del Modo minor perfetto ual tre Longhe, ogni Longa ual tre Breue
et ogni Breue tre Semib. La Massi. del Modo minor perfetto ual due Longhe, ogni Longa due Breue,
& ogni Breue due Semib. La Massi. del Tempo perfetto ual due Longhe, ogni Longa ual due Breue,
& ogni Breue tre Semib. Vltimamente la Massi. del Tempo imperfetto ual due Longhe, ogni Longa
due Breue, & ogni Breue due Semib. Io non comprobo questo con l'authorità di nisciuno; poiche ogni
scrittore esponendo i ualori delle figure del Modo et del Tempo cosi l'espone: & tanto piu mi pare che
non ne habbia bisogno; quanto che l'ordine de questi ualori è si bello & si destinto, che piu destinto non
può essere: Ma perche alcuni termini repplicati, & alcuni che paiano simili non lasciano troppo ben
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discernere quello che si voria; per fare che ogni vno l'intenda, & con intenderlo lo vegga, io ne ho for-mato questi infrascritti essempij posti & formati come quì ogni vno espressamente li discerne et vede.
[Music example]
Et questo io lo fò accioche quel che io ho detto sia meglio inteso; & accioche anco in qual si vo-glia occasione si delle pause, come anco delle figure constituite & poste sotto le considerationi del Tem-po, & del Modo non si habbia da temere ò dubbitare: & benche quì ne gl'infrascritti essempii non si
faccia veruna mentione della Minima & del altre figure inferiori; non per questo le si escludano afat-to afatto: perche quantunque le non sieno di natura di entrarci, nondimeno per alcuni rispetti & accompagnamenti vi possano entrare come si vede che io dissi di sopra nel Cap. 13. di questo Libro. Di loro
io non ne fo veruna mentione; si perche come ho detto per sua natura non sono atte da intrauenire nelle
Specie Modali in altre specie che nelle specie imperfette: si anco perche non hanno natura di patire
imperfettione, ne d'esser perfette: ma bene di porger aiuto & suuenire à i mancamenti delle figure di
Perfettione.
Il simile anco si dice delle pause minute & semplice; che non essendo atte ad hauer dupplicato va-lore se non quanto è il valore delle sue figure Semibreue: quantunque sieno adoperate nelle Specie Mo-dali; non vagliano mai per piu di quello che le sogliano valere ordinariamente, che insomma non son
altre che l'occasione delle Prolationi.
E però sempre che si troueranno le sudette pause semplice & minute, sempre le significaranno l'i-stesso valore di Semibreue naturale; ne seranno mai causa di nisciuna perfettione; perche chi non
ha, ne meno è atto ad hauere; nisciuna cosa ad altri mai può dare.
Et tutto quello che hora si dice della Semibreue & delle sue pause; si dice inquanto alla consideratio-ne & ingresso che l'vno & l'altro può hauere nel Tempo perfetto & nelle Specie Modale; perche
quando saremo nel considerare le Prolationi, allhora ne faremo di loro altra consideratione.
Per adesso basta questo & assai serà se ogni vno si tenerà à mente tutto quello che si è detto: perche
molte volte nel apprendere & abbracciar vna cosa, ci scappa l'altra, non potendole la mente vostra tutte in vn fascio restringere & abbracciare: massimamente trouandole in scrittura come queste: che per
darle bene ad intendere bisogna con cinquanta parole descriuere quello che non quattro à viua voce
si daria ad intendere & faria capire.
Però non parà strano se alle volte viene à thedio il dire; perche chi vuole che le cose sieno bene
intese, bisogna che non vi manchi de preamboli & decchiaratione.
Se tutti i valori delle figure del Modo, & del Tempo si possano con altri valori comparare. Cap. XX.
NOn è dubbio nisciuno, che stando queste maniere, & queste Specie Modale cosi diuise, & se-parate come le stanno, che l'apporteranno qualche poco di difficultà seco: massimamente
à quelli che sono impatienti, & che voriano saper ogni cosa senza fatica: bisognando hora
d'accrescer il valore à vna figura, & hora all'altra, & hora scemarglilo, & hora lasciarle come le so-no per natura.
Ma se per facilitarle, & hauerle piu facile le compariamo insieme, & vi scorgiamo se hanno
qualche conuenienza, infrà di loro per certo vi trouaremo vna facilità mirabile, & di difficile che le ci
paiano, le ci pareranno facile per non dir treuiale, & commune.
E però volendone causare sufficiente cognitione, & leuarli ogni difficultà: bisogna compararle in-sieme, & vedere se si possano per qualche via questi diuersi valori accomodare: perche è impossi-bile, che infra tanta varietà de ualori non ci sia conuenienza, & che non conuenghino in qual-che cosa: che cosi restringendole in poche piu facilmente se ne potrà hauer qualche chiarezza.
Per dar principio à questo negotio dunque, & cominciare dico, che se noi compariamo la Breue
del Tempo perfetto à quella del Modo maggiore, & minor perfetto la trouaremo essere d'una istessa
quantità, & di un medemo ualore, che è il rileuare la quantità di tre Semibreue. Di poi se noi pi-gliamo la Longa del Tempo imperfetto, & la compariamo à quella del Modo minor imperfetto, la
trouaremo esser l'istessa, & non solo trouaremo questa figura conuenire in una medema cosa, ma
anco tutte l'altre esser l'istesse.
La Massima del Tempo perfetto se noi la compariamo con quelle del Modo maggior imperfetto la
trouaremo valer tutte un medemo valore. Atalche non ci resta altro che la Massima del sudetto
Modo maggior perfetto, & minor perfetto, che col valore non si possano con nisciuna comparare ri-tenendo quella del Modo maggior perfetto il valore di 27. Semibreue, & quella del Modo minor
perfetto 18. Cosi ancora ci resta la Longa del modo minor perfetto, che essendo di valore di 9. Semi-breue, non si può con altra figura sua simile comparare.
Tutte l'altre poi hanno conuenienza con il Tempo perfetto ò col imperfetto. Di maniera che dal-la conuenienza della maggior parte delle figure Musicali, se ne può formar questa regola; che le figu-re del Tempo imperfetto conuengano tutte con le figure del Modo minor imperfetto, & anco con la
Longa la Breue, & la Semibreue del Modo maggior imperfetto.
Di poi che con la Breue del Tempo perfetto conuengano tutte dua le Breue del Modo maggior,
& minor perfetto: Con la sua Longa, la Longa del Modo minor perfetto: & con la sua Massima
la Massima del Modo imperfetto.
Vltimamente ne restano tre che sono sole senza compagne, ne meno conuengano con il valor di ni-sciuna: queste sono la Massima del Modo maggior perfetto che vale 27. Semibreue, & quella del
Modo minor perfetto che ne val 18. con la Longa del Modo maggior perfetto che val 9. come quÏ
espressamente ogni vno può vedere.
[Music example]
[Music example]
Dal qual essempio si vede in che si riducano tutti quanti questi valori, & con quanta chiarezza si
raccolgano insieme: e però non bisogna pensare che à quel tempo che si usauano queste specie moda-li fossero difficile, & che gl'istessi autori che furono suttilissimi speculatori, & inuentori di queste
cose; si come furono acutissimi nel ritrouarle, che ancora non fossero stati accorti, & diligenti nel fa-cilitarle: perche piu tosto debbiamo credere che à quei tempi si sapessero bene che altrimente: ma
che l'hauerle noi lasciate andare le ci paiano difficile: anzi che se nisciuno si merauiglia come se
ne siano quasi perdute le regole, & la cognitione; & merauigliandosi brama anco di saper la causa per-che piu hora non si componghino le compositioni sotto le consideratione Modali, sappia pur che non
per altro, solo perche i Compositori veggano di poter hauere il valore di simil figure nell'istesse figure
con il punto di agumentatione accresciute, & agumentate.
Ma questi che lo fanno non s'aueggano che à poco à poco perdiamo l'uso delle Proportioni, spe-cie Musicali si buone, & si diletteuole; destruggendo per questa via il punto di perfettione nelle can-tilene perfette, & i punti di diuisione, & di alteratione nelle cantilene ternarie: Et se bene con ogni
diligente essaminatione andiamo trouando d'accomodare tutti i valori Modali con i valori delle
figure commune non per questo trouaremo mai d'accomodare il valore della Longa nel Modo minor
perfetto, & la Massima nel maggior perfetto, per esser in queste due specie la Massima hora di valor
di 27. Semibreue, & hora di 18. come habbiamo veduto, non ostante che la Longa non si può per nisciuna via rileuare col valore di 9. Semibreue, quantunque di sopra nel Capitolo ottauo di questo Libro
l'habbiamo veduta esser col punto di agumentatione accresciuta sino à questo valore: perche in questo
caso come anco in quella non voglio che vaglia altro solo che la ragione addutta circa la forza della
perfettione; cioè che quella la quale è già perfetta, per nisciuna via si può agumentare.
E però in quanto al parere mio direi sempre che le si douessero consuerare cosi con queste distintioni;
sì per non priuarne le compositioni, sì anco per potersi in ogni occasione preualere di questi sopra natu-rali valori.
Et se in questo caso alcuno mi dicesse che a i Compositori moderni non occorre mai di preualersi de
tai valori cosi prolissi, & longhi, & che però non fa piu bisogno, di osseruar punti che ne intrichino il
capo, quasi senza proposito: io li rispondo & dico che à nisciuno si può chiuder la via, essendo da altri
che da noi che siamo nulla rispetto à loro, stata fatta, & vsandola approbata: Et si come egli è ripo-sto in uoler del Compositore il seruirsene: ma per l'uso moderno, che non lo ricerca non se se serue: Cosi
anco potria nascer occasione à vno in una sua occorrenza di obligo, ò d'immitation di fughe di seruir-sene: Per questo non mi pare che le sudette considerationi con le loro buone regole siano cosi da
sprezzarsi, & conculcarsi: ma bene lodandole lasciarle star da una parte, acciò se ne possi seruire
chi n'ha piu bisogno, & chi piu seruir se ne vuole, adropando solamente quelle maniere che sono al pre-sente piu facile: & in occasione di douerse seruire de i punti che hora non sono quasi piu conosciuti in
cambio di formar le figure dubbiose: ò contra il douere & le regole, le formi in quella maniera che
possino stare con gl'istessi ualori, & effetti senza verun dubbio ò periculo di reprensione; che de queste
uie essaminando bene la Musica non ne mancano: essendo di questa, & d'ogni altra cosa abondante
& ripiena, se bene al alcuni la par pouera, & ristretta: E però non solo fia bene di ricercar queste
uie: ma anco trouandole usarle, & se per sorte per uolerle usare fa bisogno di adoperar quelle cose
che son hora quasi incognite per non dir reprobate, l'adoperi piu chiaramente che sia possibile non par-tendosi mai dalle sue regole: perche in questo caso è meglio di dubbitar d'esser inteso, che di far cosa
contra gl'ordini.
Come si procede nella numeratione delle pause Modali del Tempo, & delle Prolationi. Cap. XXI.
SIn hora habbiamo veduto come le figure Musicali per le varie & diuerse considerationi
che vi si fanno sopra, quando sono d'un ualore, & quando d'un altro: doue che essendo le
pause sue compagne, per esser loro l'istesse in quantità tacciute, bisogna di loro diligentemente ricercare tutto quello che si è ricercato delle figure: le quali non fanno tanta difficultà nelle poche,
& nelle semplice, quanto piu fanno nelle assai, & multiplicate: perche le semplice & poche sempre
rappresentano una istessa figura: ma l'assai, & le multiplicate rappresentano hora una, & hora vn
altra, come si può uedere nelle Semibreue ch'alle uolte ancora uagliano per Breue naturale diuenute
col mezzo del punto di alteratione di simil ualore. E però quanto alla cognitione delle pause si ha
da sapere che dalle pause del Tempo si caua la cognitione co' l'intelligenza delle pause Modali, & di Prolatione: perche si come le pause che occupano uno spatio solo nel Tempo imperfetto ci dimostrano il ua-lor di due Semibreue, & quelle che sotto della istessa sorte nel Tempo imperfetto tre, per causa della
perfettione della Breue sua figura: cosi anco in qual si uoglia occasione di Specie Modale perfetta le pause si nummerano secondo l'uso del ualor delle Bre. di maniera che se nel Tempo perfetto, queste pause.
[Music example]
Le prime sono per tre dell'ordinarie, & le seconde
per sei; cosi ancora, trouandole nelle Specie Modali in
quantità picciola ò grande che si sieno ogni uolta che le
seranno situate in questa maniera, & che ui seranno ti-rate, come quì si uede.
Le seranno noue: perche multiplicando il primo ordine per terzo, & ri-leuandolo fa noue: come si sà.
[Music example]
Onde se bene io douerei presupporre che questi ualori si sappiano: nondi-meno, per douer col mezzo loro uenire alla sequente cognitione, dopò ch'io
ho dimostrato quanto rileuano le pause semplice del Modo: dico che le pau-se in se, sieno semplice, dupplicate, ò treplicate quando le occupano tre spatij
come fanno le ultime, sempre le sono di quel ualore: ma tutta la difficultà loro consiste nelle figure che
vi sono collocate appresso dalla parte dinanzi; perche si come nel Tempo perfetto quelle Breue che ha
dopò se pause interrotte, & spezzate, come queste.
È imperfetta, perche per hauer la sua perfettione biso
[Music example]
gna che le pause sieno tirate per tutto un spacio da una
corda all'altra, & che sieno congiunte in foggia di Breue
perfetta, come quì si vede, & non come quelle.
Il simile ancora si ha da osseruare nel
[Music example]
le Specie Modali facendo le pause sempli-ce discadere le figure dalla sua perfet-tione, come anco le multiplicate fanno es-ser perfette quelle che sono di perfettione:
E però uolendo io che ogni uno ne possi hauer buona, & sufficiente cognitione, ne formo l'infra-scritta regola: che nel Modo maggior perfetto tutta uolta che le pause non seranno treplicate, come quì ;
[Music example]
Quella figura che li serà inanzi non serà mai perfetta
quantunque sia una Massima, perche quaste sono le pause
di perfettione nel sudetto Modo maggiore: cosi ancora se
nel Modo minor perfetto non sono dupplicate, ò semplice,
come queste.
Non possono mai dar perfettione alla figura inanzi. Et no
[Music example]
ta che quando si dice le figure non esser perfette se non han-no il numero, & la quantità delle pause superiore, sempre
s'intende di quelle figure che sono le principali nella consi-deratione; accioche alcuno non creda che trouandosi la Breue inanzi à quelle pause che io dico che possano rendere imperfette le figure, possi perdere la sua per-
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fettione; perche lei è perfetta per vigor del Tempo, & non del Modo si come habbiamo veduto: Ma
questo che si dice, si dice sempre sopra quella figura che è principalmente considerata; che se nel Tempo perfetto si trouano pause di perfettione, & d'imperfettione: & vna Breue può essere per le pause
hora perfetta, & imperfetta: cosi ancora bisognerà che ci sia nelle Specie Modali pause che faccino il
simile effetto: E però si dice che quelle pause le quale cosi collocate per ordine rileuano il valore della
principal figura di consideratione, che quelle sono le pause proprie di perfettione, & che possano dimo-strar la figura già considerate esser perfetta: come per contrario tutte quell'altre che sono collocate
finora di quell'ordine rendano la sudetta figura imperfetta.
Onde per vn poco di dubbio che io ho che le genti in questo non commettino errore, & che dalle
pause non sieno ingannate, ne formo questo primo essempio nel quale si vedrà le figure esser perfette
per via di pause, & come le pause si porgano la perfettione.
[Music example]
Queste figure dunque qualunque volta che seranno ritrouate cosi appresso à queste pause sempre
seranno riconosciute di quel valore che dimostrano i suoi superiori numeri, perche quando le pause le
dimostrano imperfette, le hanno da essere collocate cosi come quì si vede.
[Music example]
Dalla cui cognitione se ne formano queste breue, & succinte regolette, che le figure in qual si vo-glia segno, tanto vagliano quanto tutta la summa delle loro pause: & che dalla disposition loro possa-no esser perfette, & imperfette; nè piu nè meno che possano essere perfette, & imperfette le Breue nel-le Proportioni, ò in qual si voglia altro segno ternario.
Ma debbiamo auertire che se dopò li segni del Tempo seranno le zifre binarie, come di sopra hab-biamo veduto che spesso si trouano; le pause seranno in altra quantità numerate, & dalla numeration
loro, le figure haueranno altro valore, essendo le figure, & le pause in quanto alla quantità una cosa
istessa: e però in questo caso debbiamo sapere che si come queste pause che si ritrouano in questo segno;
[Music example]
Per vigor del numero binario si trasferiscano dalla ternaria considera-tione alla consideration binaria, & si fanno di tre, & sei che serieno;
che siano solamente dua, & quattro: cosi ancora tutte quante l'altre
pause maggiore, pigliano la maniera di numerarsi da queste minori: per
il che tutte le figure, & pause delli dua superiori essempij per la presen-za delle binaria zifra mancheranno à rata portione come quì espressamente si vede.
[Music example]
Et per hauer di loro qualche particular auertimento, ouer pronta cognitione riguardando in pri-ma alle pause minore, che sono quelle à punto che occupano solamente vn spatio; chi che si sia potrà tenersi à mente che la zifra binaria forma sempre la multiplicatione, & di dua si distendano alle quat-tro, & dalle quattro alle sei, & cosi dalla multiplicatione delle pause con facilità mirabile si potrà
sapere la quantità del valore di qual si voglia figura collocata in qual si voglia segno: riducendosi sem-pre à memoria le regole assegnate di sopra ne i ragionamenti del Tempo.
Questa variatione di valor di pause è stato vn potente mezzo à farmi fare la presente dechia-ratione: non solo perche s'habbia da sapere come si numerano le pause maggiore, & minore; ma an-co quando le sono collocate sotto le zifre binarie quanto le mancano di quantità, & valore: accioche
le compositioni che sono già state fatte sotto questi inditij & segni, si sappiano cantare; & anco che
chi ne vuole formar dell'altre, possi sapere come le vanno disposte, & in che maniera se ne possi ser-uire. Perche chi le pause non dispone con fondamento & bene, è segno che non intende il valor del-le figure, & chi non sà quanto vagliano le figure sotto questi, & quegl'altri segni; oltra che le dispon
male, & con valori tristi, & falsi: dispone anco le pause si malamente, che per la loro mala disposi-tione le Musiche ben spesso si vengano a dissoluere, & ruuinare: & se pur non si dissoluano, & ruui-nano; non è per gratia della loro buona, & ottima dispositione: ma per gran prattica, & buon giu-ditio del Cantore, che in quel caso aiuta il diffetto del Compositore che nel comporre quelle particular
sorte di cantilene, non ve le dispose come ch'egli douea, & come che egli era obligato di fare.
Quando le figure del Modo & del Tempo mancano della loro perfettione. Cap. XXII.
COn l'intellligenza del Capitolo vigesimo di questo Libro, & il precedente facilmente vno
potria commetter errore, & si potria ingannare se io col presente non lo preuenisse; & del-le cose opportune, & necessarie non lo auertisse: perche hauendoli dimostrato ne gli essempij
delle figure quanto le vagliano per vigore de i segni del Tempo, & de gli'inditij Modali, si potria
pensare ogni volta che le sudette figure si trouano in ogni specie particulare, che indifferentemen-te le vagliano sempre tanto, & che le sieno in quelle specie tale, sempre l'istesse: & nondimeno alle
volte le sono di quel valore, & alle uolte di manco, per rispetto delle pause minute, & semplice, ò
per le figure inferiori che li sono collocate vicine, che hanno questa auttorità, & possano impedirli le
perfettioni, & accompagnarle la quantità del valor perfetto con le figure minori: poiche se questo
non fosse il Compositore non seria libero; ne meno potria ageuolmente come può nelle sue compositio-ni seruirsi d'ogni ualore; attento che egli non ha sempre dibisogno del valore delle figure perfette, che
anco se ritroua hauer bisogno del valore dell'imperfette; oltra che cosi l'imperfettioni seriano per
niente.
Onde per dimostrare particularmente nel Modo, quando le figure rimangano imperfette già che
di sopra in diuersi luochi habbiamo veduto l'imperfettioni delle figure del tempo dico; che di quelle
figure le quali sono poste nell'essempio del sudetto Capitolo vigesimo, formate sotto il segno del Tem-po imperfetto, di nisciuna cosa ci occorre à dubbitare: non essendo per vigor di segno sottoposte alla
perfettione: Et benche vi sia la Massima del Modo maggior imperfetto che rileua la quantità
di 12. Semibreue, non per questo si tralascierà di dir di lei tutto quello che si hauerà da dire.
Ma diciamo hora di quelle che sono poste, & considerate sotto il segno del Tempo perfetto che
per uigor di detto segno, & de gl'inditij Modali hanno diuerso valore, & non per altro io di sopra
nelle regole del Tempo perfetto dissi, che quelle istesse regole bisognaua applicare non solo alle Prola-tioni, & Specie Modali; ma anco alle Proportioni. E però tutte quelle foggie, & maniere di can-tilene Modali che sono constituite sotto il segno del Tempo perfetto, conuengano subintrare sotto le
sudette regole, & ordini; cioè di hauer le figure quando perfette, & quando imperfette, & oltra di
questo quando alterate, & quando diuise.
Il che assai ci può ingannare per hauerle noi rare volte vedute, & con l'inganno suuertendoci far-ci andar prima ò piu tardi al ualor d'una figura che non si deue: massimamente che la maggior par-te delle difficultà nella pause consiste: essendo quelle che spessissime volte danno, & tolgano la perfet-tione alle figure che possano esser perfette, si come habbiamo veduto che la tolgano, et la danno nel Tem
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po perfetto. Doue che volendone io con qualche essempio dar qualche lume non trouandone in com-positione essempio che possa ad altri, & à me sodisfare: per questo mi son disposto di formarne vn'es-sempio, & quello riuoltarlo in tutte le specie che sieno atte ad hauer figure perfette: & questo io lo
farò accioche i Compositori imparino d'adoperar le figure nelle Specie Modali; & gli Cantori l'im-parino di cantare.
Ma prima che io venghi al particulare, & che descenda à gl'essempij voglio dire che nisciuno in
questo ò in altro s'hà da merauigliare se io ne gl'essemplari non tengo lo stile che hanno tenuto tutti li
scrittori di Musica, che sempre ogni loro essempio hanno mostrato sotto la compositione d'un duo, ouer
d'un terzo: perche io hò tanto fissa la mia intentione à farmi intender bene: che non mi curo se non
sono astretto di mostrar gl'essempij miei sotto l'essempio d'un terzo ouer d'un duo: dubbitando che mol-ti piu non s'occupino in cedere la maniera che io tengo nel comporre, che nel considerare con attentione
tutto quello che io ho detto sotto vn essempio tale.
Anzi che dopò varij pensieri d'essempij immaginati non mi sono potuto immaginare uia piu fa-cile per dare ad intendere queste difficil cose, che di trarne da vn'essempio solo tutte le demostrationi;
per fare che quello che si vede sotto una maniera, quell'istesso s'habbia da vedere sotto d'un'altra: che
cosi piu commodamente si vedranno tutte le difficultà che hanno. Gli essempij seranno con tutti i loro
punti, come quì si potrà vedere.
[Music example]
Da questi essempij & mostre, si vede la varietà, & i diuersi ualori delle figure: sopra le quali pri-ma si ha da considerare che non per altro nel Modo maggiore, & minore perfetto si sono mutate le
figure di Semibreue in Breue, le Breue in Longhe, & le Longhe in Massime; solo perche con le figu-re del Tempo perfetto non si haueria potuto iscoprire il valor della Massima: Et benche nel primo
essempio che è quello del sudetto Tempo perfetto si hauesse potuto spessissime volte per uia delle figure
principali introdurre la sudetta Massima; nondimeno io che ho voluto seguitar lo stile gl'antichi non
ce l'ho introdotta mai per poterla introdur meglio nella reuolutione delle figure: perche per piu chia-rezza è stato meglio che io habbia dimostrato il Tempo perfetto con le sue figure piccole; & le Mo-dali con le grosse; portando periculo di non esser troppo bene intese, & considerate: Et poi le figure
grosse sono le vere figure del Modo, si come le picciole del Tempo.
Ma quello che sopra di dette figure grosse debbiamo piu considerare à che solo le possano star
cosi sciolte come le stanno; ma possano anco esser legate. Et già sappiamo quale effetto faccino in
prima vista le variate legature, potendoci in vn subbito ingannare: massimamente in questo che biso-gna esser intento à due regole; prima alla regola delle legature, & poi alla regola delle figure minori
poste infra le maggiore: perche alla fine queste sono le medeme cose sotto d'altre figure rapresentate.
e però ogni uno da se stesso se ne può formar vn'essempio assai difficile interponendoci le legature, &
qual si voglia cosa atta ad ingannarci; che se ne farà padrone, ò se pur questo li paresse cosa di non po-terla fare e non essendo tutte le mente, & i pensieri atti à formare queste forte d'essempij; pigli vna Pro-portione, & riducendola in questa sorte de figure grosse, ne hauerà ogni contento, & sodisfattione;
pur che la sudetta Proportione habbia pause & figure alterate, diuise, & perfette: perche in questa
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sorte de figure tutta la difficultà consiste: Ma per conformare questo ragionamento mio à i ragiona-menti superiori, lasciato da vna parte questi auertimenti delle legature & del ingrossar le figure per ueder le difficultà delle Specie Modali: dirò che che douendosi ogni compositione diuidere, & le diuisioni es-ser conforme alle sue particulare considerationi; questi dua superiori essempij ancor loro sono fatti con
le sue debbite dispositioni di figure et diuisione Modali, et si possano diuidere come si fanno le cantile-ne binarie, ouero ternarie; seruandosi nelle sue diuisioni tutto quello che in questo caso si debbe osseruare:
Anzi ch'io m'hò pensato di diuiderne il primo ordine; perche nelle diuisioni appariscino tutte le cose
chiare, & si prendi vn gran lume di quello che l'huomo non intende; essendo il diuiderle, come vn spo-gliar un corpo, & diuidarlo de tutti i suoi adornamenti. Ma poi ripensandoci meglio & dubitando di
non esser in questo à tutti grato, ho deliberato di lasciar stare & di dir solamente, che si come le diuisio-ni del Tempo perfetto si fanno con tre Semibreue per ciascheduna diuisione, cosi quelle di qual si voglia
Specie Modale si fanno secondo il numero della sua figura, come si può vedere nel Cap. 19. & 21.
di questo Libro.
Auertimento particulare sopra le fignre alterate & diuise delle Specie Modali & del Tempo. Cap. XXIII.
IO son sicuro che molti non pensando piu oltra, si crederanno che le superiori cantilene Mo-dali con tutte quelle che sono urdite et composte sotto il medemo ordine, sieno sciolte da alcune
regole particulare, nelle quali sono constituite et soggette: non gia che le sudette regole non si
sappiano, ma bene che in questo caso le non si pensano, essendo intenti, & occupati intorno ad altre considerationi: e però volendo io in parte auertirne i Cantori, et in parte insegnarli di schiuar un errore dico:
che quando si hanno per le mani le compositione Modali; massimamente quelle che hanno le figure
di spora natural valore, & che sono soggette alle alteratione & diuisioni, bisogna considerarle in due
maniere, si come in due maniere sono formate & fatte: prima secondo l'esser loro principale che è quello di quella particular specie del Modo col la quale sono state fatte & formate: & poi secondo il Tempo sotto del quale si trouano constituite: perche gia habbiamo veduto nel Cap. 3. di questo Lib. che ni-sciuna Specie Modale si può formare & instituire senza la institutione & formatione del Tempo seruendo questo al attione, et l'altro al ualore delle figure: et per questo essi Cantori non solo hanno da esser auertiti, & accorti nel guardare alle figure del Modo quando le sono perfette & imperfette; ouero diui-se & alterate; ma anco hanno da esser accorti & auertiti nelle figure del Tempo; perche ancor loro
sono soggette à tale alteratione, diuisione, & imperfettione: & se si adopera il suo segno con le sue figure
è ben ragione che si adoperi ancora le sue regole.
Atalche quando gli si rapresenterà vna cantilena Modale delle superiore che sieno delle perfette
segnate col segno del Tempo perfetto, bisogna ch'egli riguardi & miri alla perfettione & diuisione,
con l'alteratione & imperfettione non tanto delle figure del Modo che seranno la Massima ouero la
Longha: quant'anco à quelle del Tempo che seranno le Breue con le Semib. quelle per una ragione &
queste per vn altra: se ben poi tutte dua conuengano in vna, & sono vna medema cosa.
Onde accioche il mio dire non paia strano per non dir superfluo, & anco per non empire questo vo-lume d'essempij senza proposito dico; che se si riguarda bene ne i dua essempij del Modo maggiore &
minor perfetto nel fine della prima estension di corde vi si trouerà vna Breue che per seguitarli dopo
vna Semib. rimane imperfetta: perche tale authorità hanno le figure minori quando sono vicine alle
sue piu propinque maggiore: & non si creda alcuno che io ce l'habbia fatto à caso: perche io non soglio
reggermi mai per caso ò per fortuna: ma ben inanzi ch'io dimostri vna cosa, d'hauerla prima meditan-dola misurata; & però s'iui si vede quella figura; la non vi si vede per altro, solo perche con quella vo-glio prima che si vegga che in simil cantilene ancora, non sempre la Breue si troua esser di valor di tre
Semibreue, & poi che non per altro la diuiene imperfetta che per ragion di Tempo. Se ben per ragion
di Modo anco io in tal caso la seria tale: ma in questo si attende al equità, & al douere che hauendo lei
madre, non è conueniente che si recclini ò riposi nel altrui braccia, ò sotto l'altrui ale.
Per questo bisogna ch'egli, & ogni vno sia molto bene auertito di diuidere, alterare, & di dare o tor-re la perfettione tanto alle figure del Modo, quanto che à quelle del Tempo, & di hauer riguardo al-le loro pause; perche molte volte per la nouità del valor delle figure si stà tanto intento à quel valore
che alle pause non se ci pensa.
page 104Non mi par anco di lasciar il ragionamento presente senza questo auertimento particulare, che il punto di agumentatione si può accostar solamente alle figure imperfette come fu detto nel Cap. 5. di que-sto Libro & à quelle che sono tolte fuori del principio di consideratiooe: et non può mai nelle figure perfette hauer luoco, non tanto per la ragione che nel sudetto Cap. si adusse: ma anco perche chi vi considera
bene egli veniria à far dua officij, i quali seriano di doppio accrescimento: l'vno seria di agumentar le figure imperfette, & l'altro d'accrescer le perfette; il che ci faria spessissime volte per non dir sempre dub-bitate se quella figura che per la sua presenza douesse esser agumentata, fosse senza di lui perfetta ouero
imperfetta: et cosi tutte le Specie Modali serieno dubbiose: Questo io l'ho detto perche in esse Specie Modali piu che in altro questo punto ci può ingannare, e però dopò l'hauerne auertito se ne forma la presen-te regola che il punto d'agumentatione in qual si voglia cantilena Modale & perfetta; sempre riduce
la figura in ualor di perfettione, come anco fa il proprio punto di perfettione; vno si vsa quando le figu-re non cascano nel principio della diuisione; & l'altro quando con essa diuisione principiano le figure che
hanno da esser perfette, & patiriano per le figure minori qualche imperfettione.
Se le due principali Specie Modali si possano variare, & con che mezzo le si variano. Cap. XXIIII.
TVtte le scienze humane si restringono & rinchiudano sotto de preccetti & regole; le cui regole & precetti sono causa della loro certezza et perpetuità; & non si può dire che per quel nodo & legame le sieno si rinchiuse & ristrette, che le non habbiano anco libertà tale ch'apper-tamente non dimostrino esser soggette, ma libere. E però non è da credere che se bene i Musici antichi
si restrinsero sotto di molte regole come vediamo che si sono restretti: non si restrinsero mai per questo
in maniera tale, che non fossero ancor liberi & sciolti. Che ciò sia il vero, il si comprende & vede dal
maneggio delle figure: che per poche che le sieno l'hanno si ben riuoltate & maneggiate, che piu non le
poteano maneggiare ò riuoltare; & hora piu lo siamo per vedere & comppendere, quando che non contenti di hauer formato queste diuerse foggie & maniere di cantilene Modale, non ostante quelle delle
Prolationi & Proportioni; che hanno ancora le medeme Specie Modali voluto di ristrette che seriano
state, ingrandirle & ampliarle: perche se le hauessero cosi lasciate, & fatte stare in quel termine che
sin quì habbiamo veduto che le stanno, non si potria porre il Modo maggiore & minor perfetto in al-tra maniera che in quella che di sopra nel Cap. precedente si vede. Et cosi si potria mai formar una
cantilena Modale separata dalla consideratione del Tempo perfetto; stante che l'uno & l'altro Modo
cioè maggiore & minor perfetto non si può mai constituire senza la constitutione & l'interuento del
circulo: Il che parue à quelli che trouarano queste inuentioni di hauer vna gran suggettione, & di essere
assai ben legati & stretti, se non prouedeano alla libertà loro.
E però desiderosi di esser liberi, pigliarano per espediente di ritrouar via di poter formare le maniere
del sudetto Modo maggior & minor perfetto, senza l'ingresso & l'interuento della perfettione del Tempo: accioche questa maniera et quella separatamente si potesse vsare: poiche io forsi ho intentione di for-mar vna cantileua del Modo maggior perfetto, ma non voglio seruirmi ne meno considerar le figure del
Tempo per piu di quello che naturalmente vagliano, per poter meglio attendere alla consideratione della figura principale di esso Modo. Onde s'io la voglio constituire sotto il segno del Tempo imperfetto, la
constitutione di esse figure appertissimamente arguisce contraditione, constituendosi figure perfette sotto
inditij d'imperfettione: et darei occasione che le maniere Modali in fra se stesse si hauessero da confondere.
Per questo ritrouammo uia di poterlo ageuolmente fare senza verun disordine et confusione. La via ch'io dico ch'essi trouarano fu questa; che quando non uoleano che nelle maniere Modali pfettione si hauessero le
figure del Tempo perfetto per perfette, ui ponueano una zifra binaria dopo esso Tempo come quì si uede,
[Music example]
& cosi dimostrauano per quella zifra che le figure del Tempo perfetto come quì si uede,
priue di quella loro perfettione: conseruando con gl'inditij naturali, i proprij segni delle
cantilene; et con quel numero separando la perfettione delle figure che non voleuano che
fossero perfette.
Ma perche tolto il ualore accidentale alle Breue che è quel valor di perfettione:
la non rimane d'altro valore che del ualor naturale; et essendo stato detto di sopra in diuersi luochi che
la Mass. nel Modo maggiore perfetto ual per tre Longhe et nel minor imperfetto dua; ogni Longa poi tre
Breue; et ogni Breue tre Semi. per questo non potendosi piu far la detta compositione: dal ualore della Breue naturale si douerà fare la comparatione secondo quel numero che dimostra la quantità binaria, conseruando
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la cosi come io dico; cioè che la Breue non uoglia per piu delle due sue Semib. ma che la Longha ne uagli
tre insieme con la Massi. Di maniera che dalla imperfettione della Breue, tutte l'altre figure uengano
à pattire: Il che ci manifesta la verità di quello che io dissi di sopra nel Cap. 30. del primo Lib. quando
ch'io dissi che dalla figura del Tempo si tiene che tutte l'altre figure Musicali sieno discese; con tutti
quanti i valori che si trouano nelle Specie Modali et Prolationi. Che le figure per lei partischino facil-mente il si può vedere: poiche valendo la Massima tre Longhe, la Longa tre Breue, & la Breue due
Semib. solamente; ogni Longa non venirà à valere per piu di sei Semib. & ogni Massi. 18. contrario à
quello che si è detto di sopra che la Massi. nel Modo maggior perfetto ne gl'inditij del Tempo perfetto
ne vale 27. Con quest'ordine dunque si possano formare l'istesse maniere di cantilene sotto altri valori
leuandosi di campo l'obligo di considerar la Breue perfetta posta nel suo segno: dalla qual figura quella
particular cantilena constituita sotto quel segno, separata col mezzo della binaria zifra dalla sua per-fettione; le figure principali & l'altre pigliano il valore et subintrano nelle sue regole: Doue che per non
far disordine & confondere le cose, che per lasciarle quale che le sono le si confonderiano, si tiene quelistesso stile che si tenea, quando che le erano constituite senza la sudetta zifra, & che le erano ancora incluse sotto la consideratione ternaria; perche dalla perfettione della Breue inpoi, se bene lei et l'altre figure non sono piu di quel valor di prima non per questo sono escluse da quel ordine di consideratione cioè
che ogni Massima del Modo maggior perfetto non vaglia tre Longhe, ogni Longa tre Breue, & ogni
breue due Semib. perche la zifra non fa altro solo che priua la Breue del valor di perfettione: Di ma-niera che se la sudetta Breue essendo priuata della sua perfettione, fa pattire & mancare il valore à tutte quante l'altre figure: è ben ragione che le pause ancora si venghino à minuire: e però quelle che occupauano tre
pano vn spatio intiero et che per prima erano per il valor di tre Semib. con quelle che occupauano tre
spatij che valueano per noue; ne gl'essempij della zifra binaria valeranno solamente quello che le sogliano valere: come seria à dire; la Breue per vn ingresso tale non val piu di dua Semib. cosi anco la sua pausa non valerà piu di dua: & quando che le pigliano piu spatij & che le sono piu pause multiplicate le pigliano ordine di nummerarsi dalle dua a talche se le occupano vn spatio le serenno dua, se occupano doi
spatij le seranno quattro: se tre, sei: come fu detto & si vede nel Cap. 21. di questo Lib. Il che se si cosi-dera bene, senza inconueniente alcuno l'una & l'altra regola si osserua: perche la Breue rimane secon-do che la si troua nel Tempo imperfetto; & nondimeno se ben la Massima, et la Longa per lei mancano
alquanto del suo valore, non per questo le mancano tanto che le non siano, & che le non habbiano per le
pause numerabile & inditiali à esser ricconosciute et intese per maniere Modali, rittenendo le pause l'i-stessa occupatione de spatij con l'istesso ordine di dupplicatione & treplicatione.
Questa maniera è stata sempre molto piu amica de compositori, & da loro molto piu spesso è stata
vsata, che non è stata vsata la maniera grande & principale: forsi perche le figure cosi apportano manco fastidio & generano manco thedio che non fanno le altre che hanno i valori longhi et thediosi: ouero perche escludendosi la Breue dalla consideration ternaria, i ualori rimangano piu facili venendo à esser piu semplici. Per questo dico che si trouano piu compositione Modali composte con l'interuento del-la binaria zifra che senza: Tra le quali principalmente si ritroua il Motetto di Iusquino Preter rerum
seriem: commemorato di sopra nel Cap. 17. del presente Lib. dal quale si prende il lume & la cognitione di tutto quello che già si è detto: & poi molti altri Compositori si trouano che hanno composto canti-lene sotto il medemo segno: ch'assai hauerei che fare se io li volesse qui tutti porre et raccontare: ma perche infra tanti vn solo ho trouato che piu degli altri in questo ci può illuminare, accioche ogni vno me-gli di questo si certifichi & vegga se io dico il vero ho deliberato di por quì quella parte che ha le figure con le pause simile alle pause & figure del ragionamento superiore.
[Music example]
Doue che hormai si può dire di hauer veduto tutte le difficultà delle Specie Modali non solo congionte con il Tempo perfetto: ma anco separate da quella sua perfettione: & se in fine ad alcuno pur pares-se che stando le figure con altro differente valore da quel primo valor principale: & che per esser par-ticularmente la Breue del suo natural valore, si potriano formar queste maniere con altri inditij, & se
non ti sapesse con quali, con gl'inditij del Tempo imperfetto: che cosi si haueria tolto & leuato vial'oc-casione di porui la zifra binaria; se li risponde che gia di sopra f? detto che cosi non si potria seruar nel-le figure grosse & maggiore la consideration ternaria come si serua: & poi per nisciuna raggion di se-gno imperfetto le Longhe & le sue pause potriano valere per piu di quattro Semibreue, se però di lui et
di loro non ne vogliamo di nuovo formar altre regole, che quantunque anco ne formassimo delle altre,
partendoci dalle regole ordinarie le noue non si potriano dir regole imperfette: perche per qualche via
le veniriano à caddere sotto la consideration ternaria per rispetto delle figure principali che veniriano
à volere secondo l'ordine perfetto.
Similmente ancora se non si potessero comporre le maniere Modali in altra foggia che in quella perfettione & con quei valori che di sopra si è veduto nel Cap. 22. ne seguiria questo che, nisciuna specie
parlando delle perfette si potria vsare sola senza la consideratione del Tempo perfetto: il che ci faria
esser sempre astretti di considerar le figure in vna medema perfettione.
Questa è quella via che ci scioglie da quella suggezzione in che saressimo stati se non ci fosse altra
strada di poter conseguir ogni sorte de valore, & di potere in ogni occasione à nostro beneplacito ado-perare, & preualersi di ogni quantità terminata & mensurabile.
Se la zifra binaria nelle compositioni del Tempo & le Modali fà sempre vn medemo effetto, ouero opera diuer-samente. Cap. XXV.
HOra che noi siamo in questo ragionamento della zifra binaria collocata & posta immediata-mente dopo il Tempo perfetto, non voglio mancare di dir di lei tutto quello che altroue doue-rei dire, & di raccontare tutti i suoi particulari effetti: perche non sempre fa vna cosa istessa:
ma opera diuersamente secondo l'occasione, & secondo che la viene à essere adoperata, & nelle canti-lene introdotta.
Però à maggiore intelligenza di quello che sin quì si è detto bisogna notare & tenersi à mente che
nelle Specie Modali la sudetta zifra fa quel effetto che si vede; che in somma non è altro che di leuar la
perfettione alla Breue: ma in altre occasioni & interuenti de segni; opera altrimente: perche già vedes-simo di sopra nel Cap. 36. del primo Libro che la sua presenza nel Tempo imperfetto non apportaua
nisciuno nuouo effetto, & che in ogni cantilena ordinaria sempre vi si presupone, essendo cosa superflua
il porcela, hauendola l'vso col presuporla sempre, deposta & leuato via: ma non vedessimo quello che
la potea fare nel Tempo perfetto segno diuerso dal imperfetto: e però hora con questa occasione si ha
da sapere; che nel Tempo perfetto fa altra operatione: apportando con l'interuento suo medietà ò
dupplicatione di valore: cioè ò che lei dimostra le figure douersi cantar la mettà piu presto che non
andarian cantate se lei non ci fosse; ouero che il valore del altre parte che non l'hauessero douersi dup-plicare, & incambio di dare alla Semibreue il valor d'vn tatto dargliene dua, accomodando tutte
l'altre figure con questa dupplicatione.
Il che spesse volte si è fatto, & da molti è stato vsato: non tanto per variar i segni & le specie di can-tilene; quant'anco per esser inuentore di cose nuoue: Questo ce lo dimostra & ne fa fede, Il Christe del-la Messa Aue Regina Coelorum di Iacob Obrect nel qual si vede come il Tenore canta per il segno
del Tempo perfetto, & tutte l'altre parte con il Tempo perfetto & la zifra binaria appresso, & si ve-de come mediante quella zifra le parte uanno cantate la mettà piu presto che non va qual sudetto Te-nore; & fanno quella differenza giusta che fanno quando in vn canto ordinario vna parte canta per il
semicircolo semplice, & l'altro per il trauersato.
page 105vNel primo segno perfetto le figure sono soggette alla perfettione come vuole il doue; nell'altro per
il dua perdano ogni perfettione.
Alcuni vogliano che la presenza della zifra binaria non faccia altro, solo che leui la perfettione
alla Breue, & alle sue pause; & che quelle parte che ne sono senza habbiano à essere col valore delle
sue figure dupplicate: non volendo per niente che per la sudetta zifra le figure s'habbiano da diminuire,
essendo che il diminuirle le faria esser tanto quanto che se le fossero segnate con il semicircolo trauer-sato, & seria cosa vana il porle sotto quel segno quasi confuso, se sotto di quest'altro le potessero star
meglio, & esser meglio intese, non facendosi mai queste variationi senza qualche disegno.
Il che assai mi piace, & lodarei che in simil occasione sempre il si facesse, quando che io non conside-rasse douerne riuscir maggior confusione, douendosi raddoppiare il valor alle figure senza mezzo, &
inditio che ne lo possi dimostrare: attento che quando si trouassero delle cantilene che hauessero le par-te diuise con i circoli perfetti semplici, & con l'accompagnamento della zifra binaria; quei Cantori
che cantassero le parte con i circoli perfetti semplici, non saperiano di douer raddoppiare il valore à
ciascheduna figura; perche simil inditio non dimostra altro che la perfettione della Breue: e però mi
pare che seria meglio di ritrouar altra uia per darle ad intendere, che di seguire questa loro opinione,
potendone come ho detto riuscir non poca confusione.
Non bisogna già fidarsi in questo che simil maniere di cantilene non si possino vsare; ne meno che le
non sieno mai state usate ecceto che dal superiore auttore in quella occasione, & questo piu tosto per
capriccio straordinario che altrimente, perche non solo lui l'usò con fondamento; ma anco molti al-tri l'hanno vsate; tra quali vno è stato Antonio Brumello nel Et resurrexit della sua Messa titolo
Bon Temps: che l'usò nella parte del Tenore, come quì notato si vede.
[Music example]
Segnando tutte l'altre parte con la zifra binaria appresso il circolo perfetto: & si comprende che
questa parte ò che bisogna cantarla secondo l'ordine del Tempo perfetto, & quell'altre parte che hanno
la sudetta zifra cantarle la mettà piu presto; ouero quelle cantarle come vanno, & questa raddoppiarli il valore; facendo che la Breue bianche in cambio di valer tre Semibreue habbiano da valere sei, &
le negre in cambio di dua quattro, seruando l'istesso ordine nelle pause come ogni uno lo può uedere, &
giudicare.
Ond'io vi hauerei posto i numeri di sopra come ho fatto ne gl'altri essempij, se non fosse che io non
voglio determinare come habbia da esser cantato, cioè con il valor doppio ò naturale non essendoci
scrittore che ne parli, & essendo per quel che io veggo, & sento buone tutte dua le opinioni.
Se io fossi forzato à dirne il parer mio, io non direi altro solo che questa parte si cantasse con il suo
natural valore, & l'altre che hanno la zifra binaria douessero mancar per la mettà hauendo quel segno
che in gran parte ne fa sicuri, & certi. Et quando che tutte le parte hanno la sudetta zifra, perche
allhora non mancano d'altro che della perfettione direi, che quelle cantilene si possano cantare per vna
uia, & per l'altra; cioè per dire ch'ogni uno m'intenda alla Breue, & alla Semibreue: perche se bene
cosi le veniriano à esser l'istesse che sono quelle; nondimeno vi è pur questa differenza che le segnate
con il circulo perfetto si chiameriano compositioni, & cantilene perfette separate dalla perfettione,
& l'altre che fossero segnate con i semicircoli semplici, & trauersati si chiameriano imperfette. Cosi
l'una, & l'altra maniera si conseruaria distinta senza pericolo di reprensione, ò dubbio di disordine.
Di poi ne perche nel superiore essempio si vede le Breue oscurate senza accompagnamenti intieri à
canto si ha da credere, & credendo arguire contra quello che già si disse intorno alle figure oscure nel
Capitolo quinto, di questo Libro; perche si vede bene che l'auttore non le oscura per altro, solo per far
quella diuersità di figure bianche & negre, che ben si vede far anco l'istesso nella prima parte del Cre-do della medema Messa: producendo nel Tenore queste figure.
[Music example]
Il che faceano gl'antichi come ho detto per ornar una parte di simil obligatione, tessendoli questi or-dini di figure come si vede che fa anco Tomaso Chrecquilone nell'Osanna della Messa; Tanto tempo-re in vn Soprano replicando una scala dal terzo G sol, re, vt; sino in D la, sol, re.
Dunque la zifra binaria nelle cantilene perfette, non solo priua le figure di perfettione del suo va-lor perfetto: ma anco alle volte dimostra la mettà della sua diminutione.
Doue che per ridurre sotto qualche regola queste diuersità, & valori; si dice che la sudetta binaria
zifra posta nei segni perfetti delle Specie Modali leua prima la perfettione alla Breue, & consequentemente il valor all'altre figure maggiori secondo la sua debita quantità & consideratione, non togliendo che le sudette figure non si habbiano da considerare, & misurare secondo le misure ternarie: Et poi
che posta nel Tempo perfetto, se tutte le parte hanno il medemo segno, tutte vanno cantale la mettà piu
presto che non anderiano se la sudetta zifra non ci fosse: ma se una è piu parte l'hanno, & che ce ne
sia ancora chi non l'habbia: quelle parte che non l'hanno vanno cantate secondo le cantilene perfette,
& quell'altre secondo l'imperfette: diminuite nè piu nè meno che se le fossero cantilene da cantarsi sot-to il tatto della Breue.
Il che si fa piu per conseruatione de i segni perfetti che per altro, per hauer libertà di potersi nella
perfettione de segni seruire de i ualori perfetti congionti con gl'imperfetti; Et de gl'imperfetti sepa-rati da i perfetti: come habbiamo ueduto che si può fare nelle Specie Modali soggette alla perfettio-ne de segni; che si possano anco separatamente considerare tutte imperfette, et con conseruationi de i suoi
segni. & però in questo douerà esser auertito ogni uno, & douerà tenersi à mente ch'effetto soglia fare
la presenza della sudetta zifra: perche la si potria introdur'anco nelle Specie Modali in una parte
sola, & farli fare il medemo officio: se bene sin quì non ho trouato ancora chi nelle sudette Specie
Modali con i valori diminuiti & manchi l'habbia adoperata, & fattone qualche cantilena.
Come si diuidano, & quale sieno le specie delle Prolationi. Cap. XXVI.
PEr la variatione che fanno le cose naturali mutandosi d'una forma in l'altra, viene la natura
nell'aspetto à parer piu bella, da cui l'arte poi pigliando occasione d'immitarla, l'immita si
bene che non è cosa infra le cose variate che si muti varij, che l'altra ancora come maestra,
& immitatrice non la cambij sotto altra forma.
Il che vedendo i Musici per quanto posso immaginarmi, da si fatta occasione trouarano strada, &
via di variar anco la Musica per renderla piu vaga, & bella: et anco per renderla piu perfetta, & compita. Che ben si vede come non contenti, & sodisfatti della diuisione del Tempo, & delle quattro
Specie Modali, che volessero anco variarla per uia delle Proportioni, & particularmente delle Prola-tioni; considerationi certo importante, & speculationi in vero rare: perche se bene in quanto all'har-monia, & effetto harmoniale inquanto alle diuersità delle modulationi non l'hanno agumentata: nondimeno hanno dimostrato i loro bell'ingegni dediti alle inuentioni, & speculationi; & i loro studij non al
tutto infruttuosi, & vani.
Onde non si può dire che in poco spatio di Tempo et in breue hore l'habbiano fatto; ne che con faci-lità di mente l'habbiano ritrouate, perche ogni ragion vuole che senza parangone l'inuentore molto
piu fatica duri nel ritrouar le cose, che chi delle cose ritrouate ò delle inuentione altrui al suo piacer
si serue: poiche colui che cerca si può dir che camini al buio, & nelle tenebre: & che chi l'ha ritroua-te se ne vadi con il chiaro lume in mano.
Per questo si può dire che molto meglio & non minor fatica colui se ne vadi & camina, che cami-nando se ne va per il sole: che chi camma per le fosche et spessissime tenebre: E però gl'antichi assai si debbano lodare, che non solo furono inuentioni di si vaghe & belle maniere Musicali: ma anco per le com-pite & perfette considerationi che vi fesero sopra: Che cio sia il vero sin quì l'habbiamo veduto nel trattare del Tempo, & delle Specie Modali: & hora anco siamo per vederlo nel trattare delle Prolatio-ni: Poiche nel formarle non solo gli diedero i segni suoi particulari, à real distintione di tutte quante
l'altre Specie Musicali; ma vi assignarano anco particular figure per hauerne piu compita distintione.
& però hauendo io sin quì diffusamente discorso, & ragionato sopra le quattro Modali specie, & del
Tempo: mi par hora di douer ragionare, & discorrere delle Prolationi le quali come fu già detto di
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sopra non si dimostrano con altro segno che con vn punto in mezzo al Tempo: & si come il Modo,
& il Tempo ha le sue particular figure che si chiamano figure del Tempo, & del Modo; cosi ancora
le Prolationi hanno altre figure diuerse da quelle: perche il Modo hauendo per sue figure la Massi-ma, & la Longa. Il Tempo la Breue, è ben ragione che douendo anch'essa Prolatione hauer le sue,
non rimanendoci altro che la Semibreue; la Semibreue sia sua particular figura.
La Semibreue dunque come si vede & sin quì chiaramente è stato detto, è la propria fi-gura delle Prolationi, la quale in sua consideratione riceue le perfettioni, & le diuisioni, nè piu nè meno
che di sopra hanno fatte l'altre figure particulari del Modo, & del Tempo & perche essa Semibre-ue è figura di tatto; per non conuenire con le cantilene ordinarie che per il semicircolo semplice riceua-no due Minime per tatto, gli si dà tre Minime, & queste tre come anco ho detto per tenerle diuise,
& separate dalle Proportioni gli si danno alcune variationi facendole caddere sotto il tatto inequale,
per rispetto che il numero delle figure non permette altra sorte di tatto, come nel sequente Capitolo sia-mo per vedere.
Per hora basta di saper questo che la Prolatione per se stessa non si diuide, essendo il punto di cui es-sa li forma indiuisibile: ma perche egli non và mai senza il Tempo, & il Tempo diuidendosi nel per-fetto, & nell'imperfetto; per questo ancor lei si diuide nella perfetta, & nell'imperfetta.
Che ciò sia il vero, il si vede da quello che fu detto & mostrato di sopra nel Capitolo decimoquar-to, del Libro presente che tanto nella Prolation perfetta, quanto che nell'imperfetta il punto riman
sempre à una foggia: ma si ha la differenza sua dalla varietà del Tempo, il quale quando è perfetto si
dice Prolation perfetta, & quando è imperfetto si dice Prolation imperfetta.
Questo terzo genere, non solo si diuide come habbiamo veduto: ma anco alle sue particular figure
s'applicano tutte le superiori regole del Tempo perfetto, & delle Specie Modali; & vi si applicano si
fattamente che à pieno si scorge di donde in lui nasca la sudetta imperfettione: poiche non ostante il
termine d'imperfettione ò ch'egli habbia una Specie imperfetta, egli seguita sempre di riceuer le figure
perfette, alterate, & diuise; rimettendo solo una certa quantità di figure, che si conoscano rimetterla
per cagion del Tempo, & non per altro.
Onde molto piu riguardo bisogna hauere, & molte piu strette considerationi bisogna fare nelle spe-cie di Prolatione, che in quelle del Tempo, & delle Modali; restringendosi gl'ordini, & le misure Musicali nelle piu inferiori figure che si trouano infra le figure bianche, poiche si come per prima nelle com-positioni del Tempo, & del Modo erano soggetti alla perfettione delle tre figure principali: hora la
soggettione si estenderà sino alla quarta figura che serà la Semibreue per esser quella figura che nella
misura di Prolatione, & nel suo tatto contiene la quantità maggiore.
Il che facilmente si proua, & vede che diuidendo esso tatto in dua parte inequale, la parte maggiore
riceuerà tutta vna Semibreue integra, & lascierà una Minima per l'altra parte minore.
Tutti questi ragionamenti si fanno per dimostrare l'essenza delle Prolationi, & per poterle bene
dar ad intendere, hauendone assai piu bisogno che non hanno le Specie Modali et l'altre, e però non paia
strano quel che si dice: perche cosi à poco à poco si venirà à scoprire che cosa che le siano, & come le
vadino contate; hauendone sin hora questa cognitione che le si segnano con vn punto in mezzo al Tem-po: diuidensi in dua specie una perfetta & l'altra imperfetta, dalla imperfettione & perfettione de
segni d'esso Tempo: & che ricercando tre Minime sotto il tatto inequale, la Semibreue uiene à essere
la sua principal figura di consideratione, & le Minime di diuisione, & d'alteratione.
Qual sia il tatto delle Prolationi; & perche causa vogliano piu vn tatto che l'altro. Cap. XXVII.
IL proprio valore delle figure del Modo, & del Tempo, dimostra qual habbia da esser il
loro tatto, fondandosi ogni loro accidental valore sopra il loro proprio valor naturale; il quale
propriamente si fonda sopra il tatto equale essendo che qual si voglia quantità si può diui-dere, & comprendere sotto misura equale.
Ma le figure delle Prolationi: per esser figure spezzate & rotte senza propria natura di rileuar
vn tatto, possano render dubbitatione se le habbiano d'andar cantate, sotto il tatto equale ouero ine-quale; quantunque per vn certo segno chiaro della quantità, & numero che si riduce al segno del nu-
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mero ternario douessimo comprendere, che le non ricercano altro tatto che il tatto inequale: nondimeno
accioche si sappiano le ragioni dico, ch'essendosi distribuito tutte le figure principali, & assignatole al
Modo, & al Tempo, si vede che non ci resta altro che la Semibreue, la quale perche se la si conside-rasse sola secondo la sua quantità si veniria à entrare nella consideratione del Tempo imperfetto segna-to con il semicircolo semplice: per questo inconseruatione dell'uno, & dell'altro segno, & per distin-guer le specie si piglia la sudetta Semibreue, come parte maggiore, & gli s'aggionge la Minima per
compagna: ma perche non si concede di adattare tre figure di Minime sotto vn tatto equale senza non
entrare nelle specie del genere Multiplice, & Superparticulare, per questo tutte tre le si adattano sotto
il tatto inequale. Et chi dicesse che si come si adattano tre figure sotto d'un tatto inequale: che cosi
ancora si potriano adattare sotto vno equale non essendoci che, ne chi ce lo prohibisca; sappia che secon-do la natura, & il numero delle figure arguisce contradittione; perche seria inconueniente: prima che
le figure di mezzo tatto l'una, fossero comprese da vn tatto, & poi douendone hauer tre per ciaschedu-na consideratione, non seria giusto ne bene che le fossero per il numero comprese da altro tatto che dal-l'inequale.
Onde se bene la Tripla, & la Sesquialtera: sono comprese dal tatto equale come vederemo nel se-quente Libro, non per questo si può dire che le Prolationi ancora si potriano reggere con quel tatto:
perche non ostante le cose già dette, che le seriano vna cosa istessa; le Sesquialtere, & le Triple vanno
sumministrate sotto il tatto equale, & sono da lui comprese per oppositione de numeri; essendo che in
quei dua primi generi d'oppositione si prucede dall'uno al dua, dal dua al tre, dal tre, al quattro. & via
di mano in mano sino al decimo oue si riposano poi tutti i numeri semplici.
Cosi con queste tre figure di Minime sumministrate naturalmente sotto il tatto inequale, & con
la variatione delle sue figure inferiori si conseruano tutte le specie di cantilene con una distintion mi-rabile, & si vede apertamente che una non è l'altra; & che infra di loro non s'impediscano ne meno
hanno che fare.
Perche causa le specie delle Prolationi sono solamente dua, & non quattro come le Specie Modali. Cap. XXVIII.
DA che noi siamo venuti alla diuisione delle Specie di Prolatione: non mi par fuori di proposi-to di mostrare perche causa le non si diuidano secondo le diuisioni Modale.
Però si ha da sapere che le Specie de Modi si diuidano mediante le pause inditiali, & le
figure che sono diuerse ò con attitudine tale di poter esser à l'una, & l'altra applicate: ma le specie di
Prolatione perche dependano da uno inditio indiuisibile non si possano diuidere se non con ragion del
Tempo, il quale per sua natura si diuide nel perfetto, & nell'imperfetto: Che le figure del Modo siano
diuerse non ci è chi ne possi dubbitare: hauendo il sopra veduto che sono la Massima, & la Longa;
ne meno delle pause inditiali perche le sono varie, & diuerse: come si vede nel decimoquarto Capitolo
di questo Libro.
Che l'inditio poi delle Prolationi sia indiuisibile è chiaro & manifesto, essendo il punto secondo i
Mathematici parte indiuisibile. Dunque le Prolationi per gl'inditij suoi non si possano diuidere;
& poiche le se diuidano; diuidendosi per cagion del Tempo, non si possano le sue diuisioni multiplicare
in maggior quantità che nella quantità del Tempo.
Per questo nelle diuisioni sue non si dice altro che Prolatione perfetta, & imperfetta, lasciandosi
da parte di dir maggiore, & minore: perche maggiore, & minore si dice per causa delle figure & indi-tij che sono piu grandi & di piu gran valore come si vede ne gl'inditij & valori delle figure Mo-dale: Et non è da merauigliarsi se quì si ricerca se le Specie delle Prolationi possano essere nella
quantità delle Specie Modali: perche questo quesito ne darà lume grandissimo alla cognitione delle Spe-cie composte che seranno quello che in qualche occasione seranno poste insieme, & che si troueranno in
un luoco Modo, Tempo, & Prolatione: maniere spesse volte da gl'antichi usate come nelle compositioni
loro si può vedere.
Il che si fa piu perche si sappia come per questa semplice diuisione della Prolatione le sue figure
sono sempre l'istesse, come anco sono sempre le medeme nelle Specie del Tempo, che se bene si variano
i suoi segni, si variano i valori delle figure in quanto alla perfettione, ma non in quanto à se stesse che
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non siano sempre le medeme figure del Tempo: Cosi anco nelle Specie delle Prolationi, in ogni luo-co, & occasione sempre seranno l'istesse; perche le Prolationi non hanno se non vna sorte di figure,
& quelle secondo che sono i segni del Tempo cosi vengano à riceuer la perfettione, & imperfettione
& ad essere nelle sue particulare considerationi perfette, & imperfette.
Se tutte le figure Musicali possano intrauenire nelle Prolationi. Cap. XXIX.
IN tutte quante le foggie, & maniere di cantilene commune & strane, non si è mai vietato
ne prohibito che non s'habbiano à voglia, & complacenza del Compositore d'adoperare tut-te le figure Musicali, & che tutte non vi ci habbiamo da intrauenire: massimamente quelle
che entrano nelle ordinarie non volendomi io restringere alle Chrome, & Bischrome figure piu tosto
de fioretli, & passaggi, che d'altro.
Solo nelle Prolationi piu che in altre se ne vietano, & prohibiscano alcune: per rispetto che se le non
si vietassero, & prohibissero, non seria nisciuna differenza tra la Proportione minor perfetta, & la
Prolatione: stante le regole che ogni vna di loro adopera, & vuole tre Minime per tatto con l'istesse
osseruatione de punti: Et cosi superflua cosa, & omniamente riffiutabile seria questo tal genere di
cantilena, essendoci quell'altro: tanto piu che quello conforme alle figure del Tempo hora riceue tre
Minime, & hora tre Semibreue per tatto.
Per questo volendosi distinguere queste specie de Prolationi dalle Specie de Proportioni si vietano,
& prohibiscano tutte le figure inferiori dalla Minima in poi: cioè tutte quelle che vagliano manco
che non vale essa Minima, che in somma non sono altre che la Semiminima, la Chroma, & c.
Di maniera che cinque sono le figure che possano intrauenire nelle Prolationi, & queste sono la
Massima, la Longa, la Breue, la Semibreue con la Minima. Ma perche con queste figure sole
le compositioni di questo genere seriano troppo astenuate & strette, ò che stante queste prohibitioni
il sudetto genere ueniria hauer mancho figure, et valori da preualersi che non hanno gli altri dua generi
del Modo, & del Tempo.
Per saluar dunque il sudetto genere delle Prolationi, & per farlo diuerso, & differente dalle spe-cie di Proportion minor perfetta si sono instituite tutte le cinque superiori figure; ma per non torre
la libertà à i Compositori di seruirsi del valore di qual si voglia figura Musicale, si sono formate &
instituite alcune figure bianche che habbiano da seruir per tutte quelle che non vi possano entrare sieno to-talmente differente, & diuerse dall'ordinarie, che cosi si multiplicariano le otto figure Musicali: ma
bene con vna noua forma & foggia, ne cauano altro significato, & altra demostratione. Onde
accioche intieramente si sappia quello che particularmente in questo negotio si ha da sapere dico; che
dalle Prolationi sono bandite tutte le figure che per natura sono oscure: ma per seruirsi di quei ualori
per non rendere questo genere diffettuoso & manco, s'aggiunge alla Minima alcuni segni, & cosi
con detti segni si hanno i ualori di tutte le figure prohibite, questi segni si pongano nelle code delle
sudette figure, & non sono segni noui, & inusitati, perche con quell'istessi che hanno le proprie figure
si formano queste differenze, & si procede per questa uia; che quando la Minima ha da fare il suo
officio naturale, & ha da seruire per il proprio suo ualore la rimane nella sua propria forma: ma
quando che si ha bisogno del valore della Semiminima, se li pone nella coda il segno della Chroma,
lasciandoli il corpo bianco. Come anco bisognandoci il valore della Chroma si pone su la detta figu-ra il segno della Semichroma. Come dell'una e l'altra le figure quì dimostrano.
A talche col mezzo delle Chrome, & Semichrome bianche si hanno nelle Pro
page 108[Music example]
lationi i valori delle Semiminime, & delle Chorme. Di questo uoglio che con
l'auttorità, & essempio d'altri ci certifichiamo, come sin hora in altro ci siamo certi-ficati; & non voglio che le parole sole ce ne faccino certi; che voglio ancora con le
dette parole dimostrare come fra molti Compositori che si sono seruiti di simil figure in cantile-ne de Prolationi, vno è stato Henrico Isaac nella Sequenza dell'Epifania formandone questo
essempio.
[Music example]
Et se bene quì non vi sono tutte le parte, ma queste due sole che sono le due principali; non per
questo alcuno si debbe merauigliare: perche come altre volte ho detto, io fuggo di empire i fogli de
superflui essempij, & di dare occasione à i Cantori di cantarli, parendomi che sia meglio, & che piu
faccia per loro la commodita di potere considerare quello che già si è detto, & quello che giace sotto
quegl'essempij: che di darli occasione di veder se le parte cantino bene, se sono fugate, ò se fanno bel-l'harmonia: poiche cosi non veniriano à intendere, & à capire quel che si dice: E però io mi sono elet-to le due superiori parte, perche essendo l'estreme diuidendole ouero cantandole trouerà il uero di quel
che io ho detto.
Onde se qualcheduno per l'insolite figure non l'intendesse troppo bene; accioche non resti dubbioso, &
habbia mala sodisfattione di non poterle intendere; riducendo questo essempio in Proportione minor
perfetta potrà hauerne maggior lume: Et per mostrarli come, il se riduce sotto queste figure.
[Music example]
Chi anco di queste hauesse dubbio, & non l'intendesse, le formi con figure di Proportion maggiore
che sono le Breue, & le Semibreue, che per esser piu commune l'intenderà meglio: io non l'ho voluto
formare sotto di dette figure; perche si cambiariano particularmente le figure del Soprano, & cosi
l'essempio principale seria cauato fuori della sua forma, & non haueria niente di similitudine; che
pur cosi ne ritiene in gran parte.
Per questo si dice che naturalmente non possano tutte le figure intrauenire nelle Prolationi come
anco fu detto di sopra, che non tutte per natura intrauengono nelle Specie Modali: ma che per non
farle deffettuose si come per gl'accompagnamenti si concede, & permette che adoperino tutte le figure
del Tempo, che cosi ancora si permette, & concede alle Prolationi: Ma perche nel Modo l'interuen-to di dette figure non apportano verun periculo di confondere alla Specie Musicale le sue considera-tioni, & nelle Prolationi l'interuento confonderia una Specie di Proportione, & le faria essere una co-sa istessa; per questo le Prolationi hauendo bisogno di piu picciolo valore della sua figura, l'adopera
cosi come si vede; per le quali si conserua lei, & è causa che quell'altra ancora di Proportione si con-serui senza verun periculo di esser guasta & confusa.
Se le Prolationi vanno cantate sotto il tatto equale ouero inequale. Cap. XXX.
LE Prolationi sono alcune Specie Musicale che hanno natura d'esser cantate sotto il tatto equale, & sotto l'inequale, contrarie à tutte l'altre specie di cantilene che non possano mai hauer
natural forma harmoniale se non da vn tatto solo, sia poi qual tatto che si voglia: Onde
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quando gli antichi l'usauano con il tatto inequale, l'usauano sempre in cambio di Proportion minor per-fetta; conseruando l'una, & l'altra specie distinta col mezzo delle sue figure: & questo quando ve-deuano esser astretti di oscurar certe figure ouero di seruirsi delle figure oscurate, con periculo di non
esser ben intese: Che le Prolationi possino esser cantate sotto il tatto equale ce lo dimostra Henri-co Isaac: nel suo Motetto à 6. Optime pastor, in mezzo del quale nella parte del Basso senza variar
segno ò tatto all'altre parte, in quella parte sola vsa queste proprie figure.
[Music example]
Le quali volendole pur ridurre sotto vno essempio chiaro riducendolo in forma di Proportion mi-nor perfetta, le si formano, come quì si vede.
[Music example]
Et se alcuno si merauigliasse che gl'antichi ponessero nelle cantilene loro queste figure, & adope-rassero queste Specie: potendosi con le figure della sudetta Proportione hauer l'istesso valore, & dal
valore cauarne gl'istessi effetti: sappia che questo non si può fare per non derogare al tatto delle Pro-portioni che non si muta mai: perche s'egli si potesse mutare tutte le cantilene conueniriano in una Spe-cie di tatto: & poi non si saperia quando le douessero esser informate dal tatto equale, & inequale;
e però si lasciano che le Proportioni si regghino sempre con il loro tatto inequale, & in occasione di ha-uer tre figure sotto il tatto equale, ò tre valori sotto una consideratione, che le Prolationi ce le possino
dare: Et chi con questo ancora non si quietasse, essendosi detto nel Capitolo superiore che quando le
cantilene sono semplice Prolationi, cioè che tutte le parte cantano per i segni di Prolatione, che le vanno sempre cantate in foggia de Proportioni, & dicesse che tanta confusione, & disordine generaria, &
potria succedere con queste mutatione, & cambiamenti: quanto che per quelle, ò che si come quelle so-no formate sotto di vn tatto dal quale non si possano ragioneuolmente mouere, & separare: che cosi
queste ancora essendo formate sotto dell'istesso tatto conuenendoli da natura, non doueriano mai in alcun caso esser separate, & mosse: sappia che la Prolatione è vna maniera, & specie di cantare che
quando è sola per sua natura non ricerca altro tatto se non il tatto di Proportione, nè piu nè meno
che se la fosse pura, & semplice Proportione, non essendo infra di loro altra varietà, che la varietà
delle figure.
Ma quando la Prolatione, è introdotta in cantilene che habbia le parte segnate con altri segni dif-ferenti da i segni di Prolatione; allhora quella parte che ha il segno di Prolatione, non è piu sottopo-sta al tatto ternario: ma bene al tatto commune, perche ogni genere & specie di cantilene, dalle spe-cie & genere di Proportione in fuora, tutte si sottopongano à quel tatto: & in caso che vno all'altro
habbia da cedere, sempre cede il posteriore, & quello che sempre vien dopo per il possesso in che si tro-ua il primo. Onde se la cantilena ricercasse il tatto inequale nell'ingresso della Prolatione non ci seria
che fare altro, solo di adattare tre Minime per tatto se però per l'inditio primo le non fossero già
adattate: E però volendo vno sapere queste particularità & queste cose, bisogna ch'habbia à me-moria, & che si tenghi à mente, che quando le cantilene sono semplice Prolationi, che le vanno sem-pre cantate in foggia de Proportioni ponendosi tre Minime per tatto: ma quando le sono accompa-gnate con altre parte che habbiano segni, & adoperino il tatto equale, le si accomodano sotto di quel
tatto: & perche meglio le si habbiano da intendere quando le vanno cantate come è la loro natura,
non se gli pone altro segno che il suo segno ordinario della Prolatione: ma se le si hanno da cantare
sotto il tatto d'altri segni; allhora per segno di douer porre tre figure per tatto, gli si pone la ternaria,
zifra la quale allhora non dimostra il tatto di Proportione, ma solamente quante figure sono sotto il
tatto constituite.
Di questo ne habbiamo la sicurezza nell'essempio superiore: perche cantandolo con l'altre parte si
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tocca con mano come tutte cinque le parte seguitano à cantare con il suo tatto ordinario senza alcuna
variation di figure, & questa del Basso in questo particular luoco, variando il numero, & le figure
col mezzo della ternaria zifra constituisce tre Minime per tatto come si vede: Et non solo esso
Henrico l'usa in questo Motetto che anco altri l'hanno vsato, tra quali si può vedere il Senfelio ne
gl'Introiti suoi che alcune volte interpone questa sorte di figure con il medemo segno, non mutando nè
tatto nè figure all'altre: come anco Iacob Obrect ne i suoi Tratti, & Graduali.
Il che ci assicura, & ne fa certi in occcasione che vna parte sola habbia le figure di Prolatione, & la
ternaria zifra, & l'altre i communi segni del Tempo, che quella parte per l'inditio della zifra terna-ria habbia sempre per regola vniuersale da porre tre Minime sotto un tatto equale, à foggia di can-tilena commune.
Perche causa quando le Prolationi non sono segnate con altri se-gni che con gli segni suoi vanno cantate à foggia di Propor-tione, & quando ch'hanno la ternaria zifra si cantano con il tatto delle cantilene ordinarie, seruando il numero delle figure. Cap. XXXI.
CHi nell'aspetto mira le Prolationi, & le vegga particularmente segnate con la ternaria zi-fra: par ch'egli sia certo, & sicuro di douer dire che quelle cantilene per quel segno habbiano à
esser cantate come Proportioni sotto il tatto inequale; & che quell'altre che sono senza per
non hauerla habbiano da esser cantate sotto il tatto equale in foggia delle altre cantilene binarie: et non
dimeno per sua natura sono tutte al contrario di quello che in detto primo aspetto appariscono: poiche
quando le non hanno la zifra ternaria appresso, è segno che le sono semplicemente naturale, & che
per la loro natura hanno da esser sumministrate sotto quel tatto che comporta, & ricerca il numero
delle loro figure, che è il tatto di Proportione; & che quando si troua l'inditio della sudetta ternaria
zifra, che per tale, & simil inditio le si sottomettano al tatto ordinario conseruandosi il numero delle
figure mediante quel segno che ne lo dimostra.
Ne ciò paia strano perche se questo non fosse, il genere di Prolatione non potria mai conuenire con
gl'altri generi che per loro natura sono da i numeri binarij misurati: Onde se non conuenisse mai, super-fluo seria stato il ritrouarlo, & l'hauerlo con essi instituito: potendosi tutto quello che si ha da lui ha-uerlo dalla Proportion minor perfetta; & perche non potria con gl'altri conuenire? Solo perche
tutti gli altri cantano le loro considerate figure sotto il tatto equale, se questo non hauesse natura di
accomodarsi all'uno, & all'altro tatto, ò che seria genere da per se solo senza potersi mescolar con gli
altri; ouero s'egli si mescolasse, & inducesse gl'altri generi à sottoporli al tatto suo, egli nè piu nè me-no seria superfluo & vano: essendo la Proportion di simil natura di non cambiarle mai il tatto, essendo
il tatto inequale suo tatto proprio, & naturale. Et quì in proposito tale si potria ben dire, che il ge-nere delle Prolationi, fosse un genere che non hauendo tatto particulare s'accomoda con l'uno, & con
l'altro, secondo che egli ne nasce occasione: ma quando ch'egli non ha chi lo sforza per il numero delle
sue figure piu s'accomoda, & adatta sotto il tatto inequale che sotto l'ordinario, per il numero, &
la quantità delle sue figure che sono in quantità ternaria, quantità propria di Proportione: che cosi non
è nisciun$ altro genere: che ben si vede come nisciun'altro genere che lui ha questa habilità, & natura
di adattare le sue figure all'uno, & all'altro tatto. E però essendo per causa del numero delle figure le
Prolationi piu atte al tatto inequale che all'equale: per questo si dice che per sua propria natura vo-glia piu il tatto di Proportione che altro tatto: Ma che per esser genere sotiabile, & atto à potersi
con le Specie Modali accompagnare, riceue l'altro tatto commune: In segno del quale per conserua-tione della quantità ternaria delle sue figure, si pone la zifra ternaria: Et nota che se bene con il tatto
comune si pongano tre Minime per tatto à similitudine di Emilie, et Sesquialtere, che non per questo
le sono sotto$, o$ con loro hanno che fare; perche oltra le variate figure che entrano nelle Prolationi,
che non possono$ entrare nelle sudette Emiolie & Sesquialtere vi casca questa particular differenza, che
le Proportioni sole possano dotto ogni tatto hauer le figure diuise, perfette, & alterate, perche comunque le
si$ cantano$ sempre sono l'istesse, che le due specie sudette sono sempre separate dalle alterationi, perfettio-ni, & diuisioni, come ce lo demestreranno i suoi particulari ragionamenti.
page 109vQuesta dunque è la causa perche quando le Prolationi s'hanno da cantare con il tatto equale è ne-cessario la ternaria zifra per conseruatione del ternario numero delle figure, che con altro inditio non
si potria sapere: & che quando le non ricercano altro tatto che il loro tatto naturale non hanno biso-gno d'altro: perche l'inditio delle Prolationi è sufficiente mezzo à darne questa chiara notitia, & ma-nifesta cognitione.
Qual sia propriamente la vera, & natural Prolation perfetta. Cap. XXXII.
CHi serà colui che hauendo sin quì veduto in questi generi principali di cantilene si bel or-dine, si ben distinto & ordinato, che non lodi l'ingegno l'opera, & l'inuentione; poiche se be-ne al dì d'hoggi piu non si vsano; non dichi almeno quando che le si vsauno, doueuano pur
apportare à i compositori per l'arte, & sottigliezza di si belle & ordinate regole vna infinita lode:
Ond'io mi credo che à quel tempo tra i professori di quest'arte, si douessero fare, & vdire quei vaghi
pareri, & ragionamenti, ch'alle volte vdiamo farsi delle dotte & rare scienze ch'hoggi si scoltino nel-le schuole piu principali, & nelle piu celebrate Accademie: perche quì non solo si vede l'ordine che non
ha diffetto ouero oppositione: ma anco con l'ordine distintion tale che chi lo vede, giudicandolo si con-uien merauigliare: Et chi mai non si merauigliaria à vedere che per far conuenir insieme il Modo,
il Tempo, & la Prolatione, si sieno gl'antichi, (& chi di queste cose fu inuentore) si bene ingegnati,
che senza confonderle l'habbiano in uno congregate: Certo che io non posso fare di non lodarli: &
di non merauigliarmi quando ch'io scorgo, & veggo con quanta differenza habbiano formato le Pro-lationi distinte dalle Proportioni, & che per non confonderle habbiano trouato via di formar le Chro-me, & Semichrome bianche, per il valore delle Semiminime, & delle Chrome nere, che sono figure ne-gre: & tanto piu io mi merauiglio, quanto che veggo ogni cosa esser ordinato, & fatto senza pregiu-ditio, & detrimento del compagno.
Che ciò sia il vero ogni cosa ce lo dimostra, ma piu ne lo dimostrano queste due specie particulare delle Prolationi, che per non pregiudicare al Tempo, & al Modo s'hanno elletto altre figure, che non so-no figure nè del Modo nè del Tempo parlando sempre delle figure proprie, & principalmente consi-derate: & per non farle conuenire con le figure delle Proportioni quantunque habbiano il suo tatto,
non per questo hanno voluto hauer tutte quelle sue figure; ma se ne sono elletto dell'altre che nisciun
altro genere, ne meno nisciuna particular specie ci ha che fare: Anzi che le due sudette specie de
Prolationi per causa del loro inditio & segno, hanno una prerogatiua che non hanno le altre specie su-periori: perche sia la Prolatione perfetta ouero imperfetta sempre le figure loro riceuano perfettione,
& possano esser alterate: Ma perche questo par che ne repugni, & ne i proprij termini ne dimo-stri contradittione si ha da sapere, che le figure particulari delle Prolationi che sono le tre Minime, &
particularmente non patiscano mai imperfettione senza gl'inditij, & accompagnamenti che le possano
render imperfette: perche qualunque volta che si vuole in ogni una si può hauer le figure perfette, &
imperfette: attento che sempre s'adopera vn'istessa sorte di figure, cioè che sempre tre Minime formano vn tatto di Prolatione, tanto della perfetta quanto che dell'imperfetta, hauendo sempre esse figure
habilità, & natura di esser perfette diuise, & alterate: Questo si refferisce à quello che il dissi di so-pra ne i superiori Capitoli dicendo che il segno delle Prolationi è segno indiuisibile, & che però in quan-to à loro le non si diuidano: ma bene che si diuidano per ragion di Tempo, il quale per sua natura è di-uisibile, & si diuide come si è veduto.
Dunque le Prolationi per raagion di Tempo si trouano diuise in due Specie, l'una chiamata perfetta,
& l'altra imperfetta. Non è dubbio che tutte dua per i segni del Tempo non s'habbiano à conosce-re hauendo prima dimostrato nel Cap. 4. di questo Libro qual sia il segno del Tempo perfetto, & nel Ca-pit.36. del primo Libro, qual sia quello dell'imperfetto, & anco di piu quì di sopra nel Cap. 14. fatto
con essempij vedere quali sieno i segni, & come si dimostra la Prolation perfetta, & imperfetta.
Per questo al presente non occorre à dir altro solo, che la Prolation perfetta, si dice perfetta, perche
in lei la sua figura di Breue può riceuer perfettione, et essere al suo solito perfetta. Onde in occasione
che nella sudetta specie di Prolation perfetta (che serà quella la quale serà segnata con il circolo perfetto)
si troueranno dua ò piu Bre. Ouer altre figure maggiore; haueranno quella perfettione che haueriano se
fossero con il segno del Tempo solo, hauendo quell'auertenza delle pause, et delle figure che le possano rendere
perfette, et imperfette per darli quel valore che le debbano hauere: perche alcuno forsi sapendo per quel che
s'è detto che la Bre. perfetta ual tre Sem. et l'impfetta dua: douendo dare alla Sem. pfettione non gli l'hab
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bia da dare per sei Minime sole ma per tre Semibreue, sappia che in tutte dua le Specie di Prola-tione la Semibreue, come figura principale, con la quale si formano le sudette Prolationi, in ogni oc-casione può esser perfetta: doue che formandosi la Breue perfetta del valor di tre Semibreue, & ogni
Semibreue perfetta contenuendo in se il valore di tre Minime; la Breue perfetta nella Prolation per-fetta, valerà noue Minime, che seranno la quantità de tre tatti di Prolatione: In questo simil ua-lore, consiste tutta la difficultà della Prolation perfetta: perche le tre figure maggiori,douendo esser
tale, non s'hanno da misurare con il valore della Semibreue, se però la non si misurasse con il suo va-lor perfetto ch'allhora non si potria dubbitare di commetter errore: ma si hanno da torre le misure
dalla quantità delle Minime ò da i tatti ternarij che comprendano: procedendosi di tre Minime in
tre Minime, ouero in tre compiti tatti, come piu pare, & piace: per questo tutta volta che le Bre-ue, le Longhe, le Massime ò le loro pause, si hanno da numerare, & cantare, si ha sempre da dare
alla Breue tre tatti di Prolatione, alla Longa sei, & alla Massima dodeci, che tenendosi questa re-gola non si potrà mai fallare: massimamente se le Prolationi si canteranno con il loro tatto naturale,
che in altro tatto poi si tiene, & piglia il valore del valor delle sue Minime.
Ma perche io sò quanto importa il ragionar di queste cose senza hauerne qualche essempio per le
mani: hauendo io sommo desiderio che le sieno intese, acciò le non sieno in questo Libro come cose rif-fiutate & inutile, per sodisfar à tutti, e per dar certo segno della verità ch'ho detto: tra molti essempij
che mi sono venuti per le mani ho deliberato con uno essempio solo del Palestrina farlo vedere: &
tanto piu volontieri di lui io me ne voglio seruire: quantio che per lui tre cose venirò à dimostrare:
prima io mostrerò come si cantino le Prolationi naturale: essendoci de molti Cantori che non l'intenda-no, ne meno le sanno cantare: di poi farò uedere qual differenza sia tra le Prolationi, & le Propor-tioni minor perfette hauendo ogni una di loro diuersa sorte di figure.
Vltimamente con questa occasione farò che i Cantori habbiano à pigliar prattica delle sudette
Proportioni minore, & à imparare quale sieno le figure perfette, & quale l'alterate: hauendo nelle
figure principali, & nel tatto una istessa conuenienza, & natura.
Quest'essempio che io son per torre serà tolto nel primo Libro delle Messe del sudetto autore
nella Messa particularmente sopra: Ad coenam magni prouidi nell'Osanna, il quale è questo, & si
canta in foggia di Proportione à tre Minime per tatto.
[Music example]
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Et se ad alcuno paresse che per tener l'opera mia in maggior grandezza, reputatione, e stima, seria stato meglio che io ne hauessi formato vn'essempio mio particulare, & per via di quello mostratone tutte
le difficultà superiore, senza gl'essempij d'altri, ouero che volendomi pur al fine seruir de gl'essempij
altrui, bastaua di azzennar il luoco col produrne vn poco di mostra, senza porci tutta vna mostra del-le parte intiere, come se le douessero seruire per quello che le sono state fatte: sappia che quest'opera
mia hauerà piu riputatione con gl'essempij d'altri che con li miei: perche con loro dimostro, & fo ve-dere che tutte le genti m'habbiano da credere, che non mi crederiano se io le mostrasse con gl'essempij miei,
& dimostrasse di dirle di mia propria opinione; attento che sempre si presupongano, & sempre si debba-no preporre l'approbate opinioni altrui alle sue proprie, chi vuole che anco le sue sieno approbate.
Questa dunque è la causa che io sempre comprobo la mia opinione con l'opinione altrui, et da gl'es-sempij altrui ne cauo le buone, & ordinate regole; perche con le regole, & gl'essempij d'altri nisciuna
cosa in contrario si può adurre, & con essa arguire.
Quante belle cose ci manifesti il superiore essempio: & per lui nel-le Prolationi quante cose difficile s'imparano, che non si veggano notate nelle regole. Cap. XXXIII.
DI hauer posto l'essempio d'altri con tutte le parte intiere, non si pensino le genti che io l'habbia
fatto senza proposito, ò senza qualche mia particular intentione: che ben si vede in tutte le
cose superiori, quanto io habbia fuggito, di empir il volume di essempij senza proposito adut-ti: quando che nell'adurli ho adutto solamente il luoco di doue sono stati tolti, con quelle poche figure
che hanno hauuto bisogno di esser state scoperte, & dechiarate: & se si vede che quì nell'essempio su-periore io l'habbia fatto; si può ben giudicar che non hauendolo fatto altroue, non l'hauerò anco fatto
quì senza qualche particular disegno: e però quelli che di ciò si merauigliassero, & non sapessero la ca-gione, hanno da sapere che io non solo l'ho fatto per dimostrar come vanno cantate le Prolationi naturale, la differenza delle Proportioni, con le difficultà che possano intrauenire nell'una, & nell'altra par-te come io dissi di sopra nel Capitolo superiore: ma anco per tutte queste che quì si son per dire. Prima
io l'ho fatto accioche si vegga, come vanno cantate quelle due prime Breue del Soprano essendo Breue
perfette, & come l'altre patiscano imperfettione, il che si conforma con quello che io dissi di sopra nel-l'altro Cap. cioè che essendo la Breue perfetta di valore di noue Minime che fanno giusto tre tatti perfetti:
cosi conoscendo quanto vale la Breue perfetta nella presente Prolatione, si potrà facilmente uenir in
cognitione dal valor della Longa, & della Mass. che se le Breue superiore per ragion di Tempo s'ac-crescano tanto quanto si vede; loro ancora s'accresceranno à rate proportione per esserli superiore.
Dipoi volentieri ho posto tutte le parte accioche si veggano quelle Semibre. & Minime oscurate, &
particularmente che si consideri quelle Minime che paiano Semiminime, che se bene le sono oscure à
similitudine di Semiminime, non per questo le restano di non rattenere l'istesso valore che le haueriano
se le fossero bianche. Le Semibreue s'oscurano perche se le fossero bianche le seriano perfette nè piu
nè meno che se le fossero tante Breue naturale nel Tempo perfetto. Le Minime s'oscurano, perche
i tatti ternarij restariano senza i suoi debiti, & compiti accompagnamenti. Similmente ancora in
tutte le parte si vede come il punto diuida, & come alteri le Minime, oltra che si vede come alcun
volte le Breue per gl'accompagnamenti delle figure del Tempo rimangano di dua tatti.
page 111vSi veggano le pause del Tempo perfetto valer tre tatti, & le semplice uno con tutte quel altre co-se che ui si veggano notate: al che per quanto io posso credere ogni vno s'acquietaria prouandolo di cantare: & se bene vi trouasse qualche cosetta di che egli non ne sapesse la ragione, non per questo cercaria
di saperne il particulare: ma io che l'ho considerato bene, non voglio mancare di scoprir à tutti quel che
io ci ho trouato: perche non tanto per mostrare quelle cose ch'io ho mostrato quì sopra hò posto l'es-sempio con tutte le parte: quant'anco per scoprirne le sequente.
Però oltra che si è veduto come la Breue quando ha dinanzi à se vna figura sua simile, & che dopo
se non ha figura che la possi accompagnare la vale tre tatti: & che quando per figure inferiori può es-ser accompagnata la riman di dua: Se si riguarde bene nel mezzo del Soprano ui si troua vna Semibre-ue oscurata senza compagna, la quale sta per il valor d'una Minima puntata: & benche l'autore
l'hauesse potuta far Minima naturale come ha fatto tutte l'altre, nondimeno egli si è contentato di farla
tale: per mostrare che nel genere delle Prolationi quantunque vi sia prohibitione di usar le figure oscure: non per questo el si troua talmente ristretto che anco in qualche gran caso, & urgente occasione non
se ne possi vsar vna: piu che le Prolationi ancora possino hauere delle legature nelle quali se si considera bene entrano spesse volte de simili valori: per questo egli l'vsa vna volta sola, per dimostrar che il
farlo di raro non è male; ma che il si vieta & prohibisce di farlo spesso.
Di poi se si rimira nel mezzo del Alto quelle due Semibreue, che hanno in fra di se due Minime,
& dopo la prima Semibreue vi è vn punto il qual è simile al punto di perfettione, & nondimeno in
quel luoco altera la seconda Minima, il che è contrario à tutto quello che si è detto di sopra intorno al
punto di diuisione, di perfettione, & di alteratione; non essendo quello il suo luoco tanto piu che senza
nisciun punto quelle figure sono alterate: Onde lui in questa occasione si è contentato di preuertir l'ordine, & di contradire alle regole, giudicando (come facilmente potria intrauenire) che vn Cantore poco
esperto in queste cose le potria cantare senza l'alteratione, quando le fossero state senza qualche inditio:
Non per questo egli si debbe biasmare, ne meno li debbe essere attribuito à biasmo, essendo egli sempre
stato nelle sue cose diligentissimo osseruatore delle buone regole; che bene ce lo dimostrano le sue Proportioni & l'altre Prolationi: ma bene quelli si debbano biasimare che senza verun proposito & occasione
introducano le figure dell'altre specie, & possano con le proprie hauer l'istesso.
Il simile si dice di quelle due Minime che sono infra due Semibreue con l'istesso punto di altera-tione nel principio del Basso: che egli non lo fa per altro, solo per render piu facile quel passo al Canto-re, non essendoli cosi noto le regole delle Prolationi.
Oltra di questo si troua nel fin del Alto vna Breue oscurata con vna Semibreue la quale da tutti
non è stimata che vaglia per quattro Minime come la vale: per esser contrario à quello che la valeria
se la fosse sola & branca che ne valeria noue: & chi brama di saper la cagione perche la non si lascia
bianca, sappia che se la si lasciasse ne seguitaria questo; prima che la seria almeno di valore di due Semibreue perfette: & poi che seguitandoli tre Semibreue che dimostrano vna diuisa quantità del Tempo
perfetto, la potria esser tolta & giudicata per simile à vna di quelle due prime Breue che sono nel prin-cipio del Soprano che vagliano tre tatti l'vna; la prima perche dopo se li seguita vna sua simile, & la
seconda perche li seguitano tre Semibreue perfette che fanno vna compita quantità del sudetto Tem-po: atalche necessariamente la si oscura per due Semibreue imperfette, ne piu ne meno, che si suole oscu-rar la Longa nel Tempo ò nella Proportione: & si oscura la sua vicina, tra che non ha altra figura
che la possi in quel luoco accompagnare, & tra che la non seria accompagnata con tutta la quantità di
figure oscure.
Vltimamente nel mezzo del Tenore dopo vna mezza pausa li seguita vna Minima; dietro alla
quale si uede il punto di alteratione: che chi la considera bene nel considerarla vi trouerà due cose; pri-ma la verità di quello ch'io piu volte ho detto, & che particularmente io dissi di sopra nel Cap. 6. nel
ragionamento del punto d'alteratione, cioè che l'absenza del punto tra le due figure inferriori altera sempre la seconda figura: & poi che il sudetto punto non è necessario d'esser posto dopo la prima figura maggiore: il che ce lo dimostra bene l'essempio di questo autore: che hauendo egli dubbio (per l'vsanza del
tempo presente, & per l'vso cattiuo che si è tolto di lasciar simil figure senza punto di diuisione per di-uise), che quella Minima alterata non fosse tolta per compagna della piu propinqua Semibreue, li po-ne il punto di alteratione di dietro, come ne gli altri luochi gli si pone dinanzi: et vuole che per quell'in-ditio inusitato s'intenda che quella figura è alterata.
Il che secondo il parer mio in simil occasione mi par molto ben fatto, si perche si vede la collocatione
del detto punto non essere, ne conuenire con le collocationi regolate & ordinarie, che ci dimostra l'esserci
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stato introdutto per sicurezza & non per bisogno: si anco perche nelle Prolationi si hanno sempre da
conseruar piu che si può le figure bianche, non volendo la sua natura riceuere le naturale figure negre;
& non volendo quelle, molto maggiormente non vorà che se li oscurino le bianche, se senza oscurarglile
possano starci di buona ragione: Onde se in quel luoco quella Minima alterata fosse stata vna Semib.
imperfetta; sola non si seria potuto oscurare: perche le figure che sono oscurate senza compagnie renda-no difformità & fanno brutto vedere, et se la si hauesse voluta accompagnare, haueria bisognato guastare circa tre tatti di figure, et cosi si seria empita quasi tutta quella parte di figure oscure, le quali ripugnano alla vera forma delle Prolationi: perche non se gl'oscurano mai figure se non in occasione di non po-terne far di manco, come si vede nel principio dell'Alto del Tenore, & del Basso che non si può far di
manco di non vsar quelle figure oscure; non essendoci altra via di poter hauere & produrre in forma
quei valori.
Queste considerationi particulari m'hanno astretto di seruirmi del superiore essempio, & di porci
tutte le perte: poiche in tutte le parte ci è qualche cosa di particular consideratione: massimamente che si
vede come spesse volte l'occasione di adoperar diuerse figure, astringe il Compositore per chiarezza lo-ro, à quello che non concedano le regole: & che quando si fa vna cosa con giuditio & prudenza non si
merita biasmo, mai piu tosto lode; hauendo con quel giuditio particulare trouato via di farsi intendere,
& di rendere i difficultosi passi chiari senza periculo di scropolo ouero confusione. L'altre cose minute
poi che intorno al adutto essempio si possano considerare, si rimettano nel giuditio di qual si voglia per-sona della professione: essendo che la cognitione & l'intelligenza sua conferisce à tutta la cognitione delle Proportioni Minor perfette. Tutte queste considerationi m'hanno astretto à seruirmi del superiore
essempio; & seruendomene, di adoperarlo con tutte le parte come si vede.
Qual sia la naturale Prolatione imperfetta. Cap. XXXIIII.
BEnche io potessi per il superiore ragionamento senz'altre parole scorrere alla demostratione
& all'essempio della Prolatione imperfetta: nondimeno per procedere ordinatamente & per
dimostrare & narrare la sua particular essenza ò dirne tutto quello che si conuien dire; depo-sto molte cosette che non sono di troppo momento dico; che la Prolatione imperfetta è vna specie di cantilena simile alla perfetta, & infra l'una & l'altra non ui occorre altra differenza, solo la diuersità de
segni del Tempo, del quale le pause di Breue con l'istesse Breue & Longhe con le Massi. pigliano oc-casione di non esser piu di quel valore che erano nel segno del Tempo perfetto: onde si come prima
le Breue con le sue pause valeuano tre tatti (quando però non haueuamo accompagnamenti appresso che
li potessero impedire simile perfettione; & l'altre figure & pause maggiore pigliauano essere & valor
da lei:) cosi hora dall'occasione del segno imperfetto, le rimangano manco della loro perfettione: atalche
la Massi. la Longa, & la Breue, con ciascheduna pausa loro valeranno quello che naturalmente le so-gliano valere, cioè due tatti, quattro, ouero otto secondo che sono le figure.
Del restante colui che intende bene la Prolation perfetta, intenderà anco la imperfetta. Se però
nel essaminar del essempio superiore, hauerà hauuto quel riguardo che in questo caso si debbe hauere,
& si serà tenuto à mente, le regole, & quei particulari auertimenti che si sono dati: perche non essendoci
stato intento et auertito, egli stesso del suo male ò del suo danno seria stato cagione; et non hauerebbe giusta causa di dolersi ne di me, ne di quelle cose che noi hora habbiamo per le mani; dicendosi le cose vna
volta per sempre: attentoche non per altro le si dicano, solo accioche intese che le si hanno vna sol vol-ta, conseruate per via di memoria: le si habbiano in ogni simil caso, & occasione à riseruire.
Questo si dice per fuggir quel obligo di douer in simil ragionamento tornare à ridire quello che già
dianzi è stato detto, et per fare che chi legge, se vuol intender bene l'essenza della Prolatione imperfet-ta, se non ha letto bene i ragionamenti superiori fatti intorno alla Prolation perfetta, gl'habbia da ri-tornar à rileggere.
Ma per non lasciarla passar cosi come si suol dir asciutta senza qualche particular essempio: accio-che non si dica che hauendo posto l'essempio della Prolation perfetta, doueuo anco porne vno del im-perfetta: ouero che sia specie non vsata: e però volendone produr qualche mostra; non mi è perso di tra-lasciare vn essempio del sudetto autore notato dentro al suo primo Libro delle messe à quattro in quel
Osanna della Messa Ecce Sacerdos magnus: il quale è questo.
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Sopra del quale le cose piu principali che si hanno da considerare sono queste: prima quelle due
mezze pause che rendano perfetta quella Semibreue nel mezzo del Soprano; perche in quel luoco le
fanno l'istesso effetto che fariano due pause in quella maniera situate inanzi à vna Breue nel Tempo
perfetto, ò nella Prolatione; il che si deue molto ben notare; accioche ritrouandole particularmente
nella Proportion minor perfetta, in vn tratto si sappia quello che le fanno, essendo che questi simil
passi in diuersi luochi assai volte si sogliano trouare.
Di poi si veggano le pause di Breue non esser piu di quel valore che erano per prima quando l'hab-
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biamo trouate nell'altro essempio di sopra: oltra che si vede con vaghezza mirabile la pulitia delle
figure bianche, che mai sono state forzate à esser denegrite, eccetto nel fin del Basso che per non
hauer bisogno di quelle figure con la perfettione, le sono oscurate; perche con altre figure non si può
hauere simil valore: il che sempre si debbe osseruare, per essere queste specie, specie di un genere che
naturalmente riffiuta tutte le figure oscure, ne l'accetta mai se non in occasion tale come si vede.
In questa Prolatione si ha riguardo à tutte le figure maggiore quando che per causa d'imperfettione le
sono oscure, attento che la Breue denegrita non rileua piu che due Semibreue imperfette che sono quat-tro Minime: cosi la Longa non rileua piu di due Breue imperfette che serà la quantità di otto Mini-me; & la Massi. che val due Longhe imperfette non rileuarà altro che sedeci Minime.
Tutto questo si dice accioche in qual si voglia occorrenza & occasione si sappia il valore del vna &
l'altra specie di Prolatione: ma quando le sudette tre figure seranno bianche & in luoco di poter esser
perfette, per la prima cosa la Breue valerà due Semibreue, & ogni Semibreue tre Minime; che fanno
sei: La Longa poi, valerà due delle sudette Breue, & la Massi. due delle sudette Longhe.
Questo si dice accioche ogni vno sappia come nisciuna delle dette tre figure riceue la compagna se
non in quantità ordinaria che in somma è quella del numero binario cioè la Breue per causa d'imper-fetto segno non riceue mai se non il valore di due Semibreue: La Longa di due Breue, & la Massi. di
due Longhe: à differenza di quella volta che per il segno perfetto la Breue val tre Semibreue: La Longa tre Breue, & la Massi. tre Longhe, che bene ogni uno da se stesso lo puo giudicare, stante il Tempo
perfetto & imperfetto, dal quale le figure principali pigliano perfettione & imperfettione.
Dalla diuersità dunque de i valori che hanno le figure maggiore, ne risulta & nesce la vera & pro-pria differenza della Prolation perfetta & imperfetta; & chi non li conosce bene, non può hauer di lo-ro integra & compita cognitione; & non hauendola in questa sorte de Prolationi semplice, manco la potrà hauere nelle composte, che sono in quelle che sono accompagnate con i generi Modali, i quali sono
causa che riseruandosi il numero ternario delle figure nella consideratione & tessitura, si triplicano i ualori per terzo.
Non dico già questo accioche il poco sicuro & timmido cantore si diffidi di seguire arditamente
inanzi alla cognitione di queste maniere inusitate; ouero ch'egli seguitando inanzi, il restante che si ha
da dire gl'habbia da essere si difficile, che non l'habbia da intendere: perche io mi forzero di produrle
succinte & chiare: ma lo dico accioche s'intendino bene queste Prolationi semplice, per poterle in ogni
auento cantare, & passar bene ad altra consideratione piu sottile.
Et se bene io lascio di risoluere tutti dua quelli essempij, con essempij di Proportione minor perfetta;
come io feci quei dua che io posi di sopra nel Cap. 29. io non li lascio perche non si possino risoluere: ma
perche mi occuparei in cose che non ce n'è bisogno; hauendosi per la resolutione de quelli imparato co-me si risoluano: & poi chi li volesse tutti risoluere, se ne perderia la propria cognitione: Quelli furono
resoluti; si per decchiararli che erano oscuri; si anco per dar principio & introdurre le genti nella co-gnitione delle figure di Prolatione.
Ma se in alcun caso occorresse ouero si trouase in qualche cantilena & compositione passo difficile,
& che per le figure non s'intendesse; riuolatandola in figure di Proportione, & applicandoli tutte le sue
regole, & quelle del Tempo perfetto si facilitarà ogni dubbiosa cosa: perche non si possano raccogliere
insieme tutte le difficultà & dubbij che quà & la si trouano sparsi; massimamente che vna cosa ad vno
serà difficile che à vn altro parerà facile; & quella che à colui serà facile ad un altro potrà esser diffi-cile: è però si contenti ogni vno di queste poche, che al altre può supplire l'ingegno, con il lume di queste
poche regole: le quali sono à sufficienza per chi l'intende & le sa ben dominare.
Auertimanto particulare intorno alle Prolationi sem-plice. Cap. XXXV.
VNa difficultà sola non mi fa esser contento di tutto quello che io sin quì ho detto, parendomi
che i Cantori per il leggere che faranno tutti i superiori Capitoli delle Prolationi non si terranno à mente quello che pi? importa: è però dopò l'hauerglile diuise & distinte; mostratoli quale sieno le perfette & l'imperfette; i valori delle figure di perfettione & del Tempo, con tutte l'altre cose piu particulari: li ricordo che quando tutte le parte non sono con i segni di Prolatione, ma con i segni
communi, quelle parte che sono con i segni delle sudette Prolationi vanno cantate con la sumministra-
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tione del tatto equale.
Per il cui segno si pone la ternaria zifra, la quale dimostra solamente il numero & la quantità del-le figure che vanno sotto il tatto commune: poi che il tatto vien formato da altre parte: & questo è quello in che molte volte i cantori si potranno ingannare: per l'vso che hanno di cantare per la ternaria zi-fra le figure in foggia di Proportione.
Onde se vi auertiranno bene, non vederanno mai Prolation perfetta, posta infra parte che habbia
i segni del Tempo imperfetto; ne meno Prolatione imperfetta in fra parte che habbia i segni perfetti,
per esser cosa difforme, & contra le regole vniuersale: al che sono obligati i Compositori d'esserci auer-titi, & di non proporle cosi disordinate.
Quando poi che tutte le parte sono segnate con i segni di Prolatione, tutte vanno cantate sotto il tatto inequale come si vede di sopra: Onde non è da merauigliarsi se io dico & repplico questo; poi che la
zifra ternaria, è piu atta ad ingannare vn cantare in simil occasione, che di darli inditio di quello perche
la si pone, essendo collocata in quei luochi per contrario effetto; & non si può far dimeno di non porce-la; perche se la non se ci ponesse, non si potria hauer inditio delle tre figure che hanno d'andare sotto vn
tatto equale: & cosi molti in quel luoco non hauendo questo particulare auertimento, non vedendosi
mutar il tatto, canteria le Prolationi come si cantano gli altri canti, ponendo sotto ogni tatto tante figu-re equale; quantunque vi fosse la ternaria zifra, pensandoci che in quel caso la ci fosse stata posta senza
intentione, & senza buon pensiero.
E però si tenghi à mente che la zifra nelle Prolationi che se refferiscano al tatto equale, dimostra
il numero delle figure: & che quando tutte le parte cantano per vn medemo segno; non fa bisogno d'al-tro inditio per hauer l'inditio del tatto di Proportione; perche l'inditio suo è sufficiente & atto à que-sta demostratione; ne piu ne meno, che sono i segni communi nelle cantilene binarie; che senza altro alla
prima s'intendano: Anzi che chi ci ponesse la ternaria zifra seria causa di guastar ogni ordine: essendo
da tutti adoperata come si vede nel Cap. 30. del Lib. presente.
Se le Prolationi si possano in altra foggia considerare. Cap. XXXVI.
TVtto quello che sin quì del Tempo, del Modo, & della Prolatione si è detto; tutto quanto
si è detto intorno al loro essere semplice & particulare; & non inquanto al esser composto;
poiche di loro si è cercato solamente ciò che sieno: per quali inditij & segni si dimostrino; quale
sieno le loro proprie figure, gl'effetti, il valore, gl'accompagnamenti, le pause di perfettione & d'imper-fettione, i punti nelle diuisioni & l'alterationi, l'absenza loro, & in somma tutto quello che appartiene
à tutto il particular suo essere: ma della loro compositione sin hora non si è veduto nulla: cioè come pos-sino esser composte & accompagnarse insieme, essendo questi tre generi principali di cantilene, generi
sotiabili & di potere in vno conuenire: massimamente che il Tempo conuien con tutti; & che il Modo
per il tatto equale ha maggior conuenienza con esso Tempo che la Prolatione.
Però dopoi che habbiamo veduto, gli inditij le figure, & i valori di ciascheduna specie loro particu-lare; bisogna sapere che le due specie del Tempo, & le quattro Modali, in qual si voglia conuentione
& luoco che se ritrouano, sempre hanno le figure di vno istesso valore, cioè sempre vagliano in vna istessa foggia & maniera, secondo che sono i loro segni & i loro inditij particulari: Ma la Prolatione, per-che hà tre figure per tatto, non può senza doppia consideratione con l'altre specie conuenire per quello
che di sopra si disse della discrepanza che hanno i numeri; e però essendo le Specie delle Prolationi, spe-cie che si possano adattare sotto il tatto equale & l'inequale come fu detto di sopra nel Cap. 29. Dalla
variatione del tatto si piglia occasione di variar anco il valore alle sue figure senza però suo detrimen-to & danno: poiche se noi siamo astretti per causa delle altre parte à cambiarli il tatto naturale, & con
esso dal tatto inequale sottoporci al tatto equale: chi ne astringe & vieta che si come poniamo tre
figure sotto vn tatto equale non facciamo che ogni figura di quelle voglino vn tatto l'vna, seruandosi
la diuision ternaria delle figure come si osseruano nelle diuisione Modali? certo che questo nisciuno
ce lo prohibisce: perche ci seria giusta ragione di prohibircelo, quando che in loro non si potesse cam-biar tatto come gli si cambia: ma poi che il tatto si può cambiare, si potranno anco cambiar li valori alle sue figure; pur che si serui il numero & l'ordine come si serua nelle Specie Modali.
Dalla varietà dunque & mutation di tatto è nata la variatione del valor delle figure; & questo per
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che, i compositori con la natura di questo genere che è atto à riceuere ogni sorte di tatto, hanno trouato
che meglio con questa commutatione & cambio si possano accompagnare queste due spetie di Prolatio-ne con tutte le Specie Modali, che col lasciarle come da principio furono instituite: Anzi che chi ricer-ca bene la loro inuentione, trouerà che non furono formate per altro che per poter fare questo cambio et
commutatione: perche dalle Proportioni si ha tutto quello che si vuole, massimamente dalla Proportion
minor perfetta: & quando anco dalle Prolationi si vogliano hauere le figure sotto il tatto equale, si pos-sano commutare in Triple ouero, in Sesquial. Specie del genere Moltiplice et Superparticulare e, accomodando le figure con ogni sua debbita dispositione; che si haueranno tre Minime per tatto sotto il tatto commune: Ma da nisciuna specie di genere Superparticulare ò Moltiplice: ouero da qual si uoglia altro particular genere si potranno hauer tre Minime in consideratione del suo segno, & ciascheduna di vn particular tatto: parlandosi delle Minime; che le Semibreue si hanno nel Tempo perfetto, & le Breue nel vitime Specie Modali; riuoltisi pur quanto si vogliano i numeri ouero i valori delle figure Musicali, che
non si haueranno mai questi valori in simil figure.
E però bisogna dire che quando queste due Specie di Prolatione furono formate & instituite, che non
furono instituite & formate per altro che per considerarle in questa maniera; accioche per meglio po-terle congiungere & farle conuenire con tutte le Specie Modali: ch'assai brutto & difforme seria stato,
se le fossero cosi rimaste quando le fossero state incompagnia delle Specie Modali, quelle con i valori prolissi & longhi, & queste, con i valori breuissimi & velloci, & tanto seria stato in questo caso, quanto
che di hauer posto l'vso della Tripla & Sesquialt. sotto forma d'altre figure.
Che ciò sia il vero, lo vediamo chiaramente che quantunque le Triple le Sesquialte. & l'Emiolie,
con quali si voglia altra Specie dei generi Moltiplici ò Superparticulari si potessero riuoltare cosi come
si riuoltano le due Specie delle Prolationi: non si potriano mai riuoltar si bene, che non confondessero le altre sue compagne: Ma le sudette Specie di Prolatione in tre foggie si possano riuoltare, & riuoltandole
cantare; prima si possano cantare in foggia di Proportione, ne con le Proportioni hanno che fare:
perche hanno proprie & particular figure che nisciun'altra specie ci ha che fare; di poi si possano canta-re in foggia di cantilene commune con l'osseruanza del suo numero delle figure si come si cantano le
Sesquialte le Triple, & le Emiolie: ma sono da loro differente; non solo in quanto alla forma delle fi-gure, ma anco in quanto alle alterationi diuisioni, & perfettioni; vltimamente si possono cantare in
foggia di Specie modali, & sono dalle dette Specie Modali diuerse & differente: perche altre sono le
figure delle Specie Modali che si riducano alle considerazioni del Modo, & altre sono quelle delle
Prolationi.
Atalche le Specie solo delle Prolationi sono quelle che si riuoltano & si possano voltar come si vede:
senza toccar le Specie d'altri; dua delle quali di sopra ne habbiamo veduto, vna ne resta à vedere:
quelle che si sono vedute, vna è quella che si vede nel Cap. 30. & l'altra è quella che si vede nel Ca-pito. 33.& 34.
Hora si ha da vedere quando le si cantano nella piu larga & ampla consideratione & maniera
sotto il tatto equale, & che per ogni tatto si pone vna delle tre Minime, riseruandosi il numero terna-rio, & la quantità di Prolatione, nella sua diuisione & consideratione come fanno tutte l'altre specie
Modali: sopra di che per procedere distintamente si hà da sapere, che presuponendosi il Tempo per fon-damento & base di tutte le cantilene harmoniali, tutta uolta che si troueranno cantilene formate con
gl'inditij del Modo, & il segno delle Prolationi, tutte le volte dico quelle cantilene andaranno cantate
con il tatto equale, ponendosi vna Minima della Prolatione per tatto: & si come le figure del Modo et
del Tempo riceuano secondo la natura de gl'inditij suoi la perfettione & la diuisione; cosi ancora con
l'interuento de i segni de Prolationi, le figure di Prolatione seranno sogette alle medeme diuisioni, alte-rationi, & perfettioni: di maniera che se la Minima nel Modo vale vn tatto, alterata ne valerà
dua: il simile delle Semibreue imperfetta, se la val dua tatti, perfetta ne valerà tre: agumentandosi
sempre il valore delle figure maggiori, secondo la debbita quantità delle figure minori che non si potrà
mai fallare, & si hauerà la terza maniera di cantare le Prolationi: della quale molti Compositori se
ne sono seruiti, & con essa ne hanno formate diuerse cantilene & compositioni come in molte opere lo-ro manifestamente si vede.
Che cosa s'habbia da osseruare per saper il proprio valore delle Pro-lationi composte. Cap. XXXVII.
QVanto piu le cose sono alte di consideratione, & difficile ad esser intese: tanto piu le hanno bi-sogno di sottile, & diligente dechiaratione: & chi vuol esser diligente nel decchiararle è forza
alcuna volta di esser vn poco longo & passar i termini: perche con simil longhezza si dice tut-to quello che intorno alle difficultà si ha da dire; & però se in queste decchiarationi io son stato vn puoco luogo, non è da merauigliarsi; perche le cose che habbiamo veduto, me ne hanno dato occasione: &
poi io dubbito tanto di non esser ben inteso, che io cerco spesso di repplicar vna medema cosa sotto altre
parole: accioche per qualche via la s'intenda bene: Non serà dunque merauiglia se quì in questo luoco,
io tornerò à repplicar quello ch'or hora ho detto di sopra, & dire che le Prolationi quando tutte le parte hanno vn medemo segno che le si cantano in foggia di Proportione; & che quando vna parte ò dua
tra l'altre solamente sono segnate con li segni di Prolatione; & che immediatamente dopo detti segni li
seguita vna zifra ternaria, le dette due parte allhora vanno cantate sotto il tatto delle compagnie, ponendosi tre Minime per tatto: perche con il repplicar questo, voglio che meglio s'intenda questa particular
suttigliezza, cioè che quando vna parte ò dua hanno i segni della Prolatione senza la zifra ternaria, &
che l'altre parte hanno altri diuersi segni, ch'alhora quelle parte della Prolatione non solo s'hanno da sottomettere al tatto delle compagne; ma anco sottoponendosi; mutar costume nella quantità delle figure:
& in cambio di porre tre Minime per tatto, porne vna solamente come se la fosse vna Semibreue:
questo si fa per accomodarle nelle Specie Modali, & per trarne i piu gran valori che si possino cauar
dalle figure Musicali: & chi non osserua & riguarda bene alla presenza, & all'absenza della sudetta
zifra, non cauerà mai buon construtto dalle Prolationi essendo specie che hora si cantano à vna foggia,
& hora al'altra: Onde se non fosse questa terza maniera: non solo ci seria che fare à componerle insie-me col Modo: ma anco non si potria ariuare alla summa de i valori chi io dissi già di sopra nel Cap.
35. del primo Lib. è però qualunque volta che si troueranno le cantilene di Prolatione si hanno d'ha-uere tutti i superiori riguardi; accioche si ricconoschino le figure per quelle che le sono, & si sappia come
l'habbia adoperato il Compositore: ne di questo alcuno si ha da merauigliare: perche essaminando la cosa bene trouerà esser statà fatta con giuditio & prudenza; hauendo con si poca cosa & picciol segno seruato tre distintione: le quali piu si causano dalle opere de Prattici, che da i scritti de Theorici come si
vede: & questo perche essi Theorici non hanno intorno alle Prolationi, & Specie Modali discorso in al-tro che al essere loro viniuersale: che i Prattici da suoi detti ne hanno cauate tutte queste tre diuerse for-me, & riduttole sotto diuersi essempij come si vede, & ce lo dimostrano le loro opere.
Come si proua esser il vero che nelle Prolationi si possino can-tare una Minima per tatto, se di sopra sempre n'habbiamo vaduto andarcene tre. Cap. XXXVIII.
SI come di sopra in tutte l'altre cose ho dimostrato di non dirle di mia testa ò di mio cappriccio
che sempre con gl'essempij di questo & di quello io l'ho comprobate: cosi hora per non parer
di dir cosa fuori di proposito, ò senza comprobatione: massimamente in questa che pare alquanto strana: mancherò per proua & per chiarezza di non produrne qualche particular essempio.
Però hauendo io detto che quando vna parte ò dua hanno i segni delle Prolationi senza l'interuen-to della zifra ternaria, & che l'altre parte hanno altri diuersi segni, che le parte delle Prolationi si sot-tomettano al tatto del altre parte col riceuere vna Minima per tatto, riseruandosi il numero delle figu-re ternarie nella sua diuisione: si ha da sapere che questo si comproba con l'autorità & gl'essempij de diuersi Compositori, chi guarda nelle compositioni antiche: ma per mia proua mi voglio contentar d'vn
solo: perche da lui si hauerà la chiarezza di qual si uoglia altra cosa che in questo caso ci potesse far dubbitare: & quantunque io sia in libertà di torre vn istesso essempio fatto da dua diuersi autori, & che io
douessi dire piu di quello che di antichità supera l'altro; nondimeno perche l'vno và intorno & si ritro-ua con la sua risolutione: per questo io mi seruirò pi? del moderno che del anticho.
Dunque ogni vno sappia che si trouano due Messe intiere, composte da diuersi, senza l'altre parti-
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cular compositioni, le quali tutte dua hanno vn medemo suggetto, vna medema fuga, & quasi i mede-mi segni, il titulo delle Messe si chiama Lommè Armè, gl'autori vno si è Iusquino, & l'altro il Pale-stina: ma perche come ho detto la Messa di Isquino si troua di tutte le difficulta sue decchiarate & re-soluta: se bene quelle resolutioni, haueriano anco bisogno di qualche particular ragionamento, per essere
à cantori alquanto dubbiose & oscure: per questo mi pare di lasciar quella da vna parte, & di seuirmi
in proua delli premessi ragionamenti di quella del Palestina; tanto piu volontieri quanto che è Messa
piu intelligibile, & con piu ordinati segni tessuta, della quale molti bramano di hauere la resolutione
con le sue particulari regole: E però discorrendoli intorno veniremo à discorrere & alle strette proue
dell'essenza principale delle Prolationi, & vederemo, che, & come se ne seruino i Compositori.
[Music example]
Nel quale il primo auertimento che vi bisogna hauere è d'intendere il segno di tutte quattro le par-te, che è il segno del Tempo perfetto, et inteso darli il suo douere non solo in quanto al valor delle Bre-ue et del altre figure principali: ma anco in quanto alle pause: Onde perche io mi ho da presuporre che
le sieno conosciute et intese dirò di quel Tenore che ha il segno della Prolatione, che douendosi trepli-care il valore delle pause et delle figure risoluendolo nel segno del altre parte, non serà altro se non quello che quì si vede.
[Music example]
Et nota che le pause sono da nummerarsi à sei per sei; perche ogni spatio contiene il valor d'vna
Breue perfetta, di maniera che tutte quelle pause fanno per 18. & ogni Longa per sei Semibreue, per-che ogni Breue ne val tre.
Questa resolutione è fatto secondo l'ordine de i segni per farli corrispondere senza difformità ò dis-crepanza: ma chi non ci volesse hauer fastidio lo risolua in quest'altra foggia.
[Music example]
Perche cosi si uede il valore di tutte le figure senza ve-run scropolo ò confusione:
& se alcuno si merauiglias-se che quelle due Breue del
superiore essempio non sieno
diuise, se ricordi che quelle non sono le figure che nel Tempo habbiano da esser diuise, perche sono le
Semibreue, e però cantandoui l'ultimo essempio vi trouerà ogni cosa riuscire. Di poi se noi voglia-mo cantar il Christe hauendo questi segni che quì si vede.
[Music example]
Le pause, & le figure di tutte le parte; dalle figure, & pause della parte di Prolatione in fuori
che và cantata altrimente, andaranno cantato come si cantano le cantilene ordinarie ponendosi vna Se-mibreue per tatto, & ogni Semibreue della Prolatione valerà per tre dall'altre parte, la cui risolutio-ne serà questa.
[Music example]
In che si scorge esser il vero quello che già fu detto nei ragionamenti di sopra, che in quanto alla
Prolation maggiore & minore, non ci è differenza se non nella Breue & sue pause, quando le sono ne i
segni della Prolation maggiore: perche nella maggiore le pause di Breue, & esse Breue vagliano se-condo la quantità del numero ternario, & nella minore secondo il binario: cosa che hormai per tanto
mio dire doueria essere si chiara & manifesta che piu non potria essere: onde per questa cagione lascierò
di dirne altro: ma venuto al terzo Kyrie che è questo.
page 117v[Music example]
Dirò che la parte ha la Proportione, ha da nummerar le pause, secondo che le si sogliano num-merare, nonostante il valore delle figure che hanno l'altre parte: ma ha da attendere al fatto suo che è
di metter tre Semibreue ad'incontro di vna; et di metterle tutte sotto vn tatto equale. Quanto poi alla
Gloria queste sono le parte.
page 118v[Music example]
Le quali per cantarle bene bisogna cantarle al tatto della Breue; che non per altro io ho detto che sempre bisogna hauer riguardo à i segni, & secondo quelli dar il valor alle pause & alle figure: perche chi
volesse particularmente cantar questa Gloria al tatto della Semib. la parte che ha la Prolatione seria
obligata à fare doppia consideratione, et hauer riguardo al valor già per la detta Prolatione multipli-cato, et poi di nouo à multiplicarlo per causa della simplicità del tatto: et sappiamo bene che uno intento
à piu cose, è forza che in uno manchi. Però stante il segno del semicircolo trauersato, questa quì è la reso-lutione di quel Tenore che canta la Prolatione hora alla diritta, & hora alla riuersa.
[Music example]
Cosi col l'intelligenza di questa Gloria, et delli Kyrie si può procedere nella cognitione non solo de restante della Messa, ma anco di qual si voglia altra cantilena: quando però si osseruarà bene le pause della
Prolation maggiore, et della minore. Ond'io seguitarei oltra, et dimostrarei il Qui tollis: ma perche la
parte del soggetto canta per il semicircolo semplice, et l'altre per il trauersato presupponendo che ogni
vno sappia come vadin cantato: me ne passerò al Credo; & di quel anco non ne dirò nulla, per hauer i
medemi segni del primo Kyrie: chi dunque lo vorà cantare hauendo il libro della Messa per le mani; pi-gliato la maniera di cantar il sudetto Kyrie canterà anco il Credo: essendo le difficultà di vna parte le
difficultà dell'altra: ma perche questa difficultà già conosciuta dura sino al Crucifixus: et iui lascia can-tar un quarto senza interuento di difficultà nisciuna; et poi nel & in Spiritum Sanctum quattro parte entrano à cantar in Proportione, et la parte del soggetto canta per il Tempo perfetto parendomi superfluo
il porne quì nisciuna parte distesa, dirò solamente ch'hauendo il sudetto Tenore del soggetto queste figure.
[Music example]
Non riguarderà all'altre parte che can-tano in Proportione: ma intento al fatto suo
farà conto, et si presuporà che quel tatto sia
il suo, et ui adatterà una Semib. per ciasche-duna uolta: numerando le pause secondo l'ordine del segno, et distribuendoli col numero
di dette pause le alterationi secondo che vi seranno gl'inditij chiari delli suoi punti: fin che venuto à quelle parole di & especto resurrectionem mortuorum; che iui accommodandosi le parte tutte nel segno del
semicirculo trauersato se ne andarà con loro sin al fine: Ne meno mi affaticherò di dire, come vadi cantato il Sanctus, perche hauendo i medemi segni del Christe eleyson presupporrò che il si sappia cantare.
Il simile dirò del Pleni che hauendo i medemi segni del Sanctus andarà cantato come lui, ma l'Osanna perche canta in Proportione, come quì si vede.
[Music example]
Bisogna che gli faccino queste annotationi, & se ne diano questi particulari auertimenti; che hauendo
tutte quante le parte le zifre ternarie, tutte quante s'accomodano sotto vn tatto, ma diuersamente; perche
le parte che non hanno la Prolatione vi mettano tre Semib. per tatto, & quella della Prolatione tre Mini-me: di maniera che ogni pausa di Semib. valerà per vna di Breue, & ogni Minima per vna Proportion minor perfetta la canterà bene, & senza nisciuna difficultà ouer fatica; perche questa è la Prolation naturale che hab-biamo veduto di sopra nel Cap. 34. che canta contra à vna Proportione maggior perfetta: della quale non
occorre à dirne altro; per rispetto che il lume delle cose antedette, & la cognitione de i primi Kyrie già dec-
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chiarati; decchiaramo, & insegnano queste & tutte le difficultà che si possano trouare. Similmente
il Benedicuts quantunque hauesse bisogno di qualche auertimento, & annotatione: nondimeno perche
la parte del soggetto ha tre segni diuersi con occasione di ragionar delle cantilene che nelle parte han-non diuersi segni dirò di lui ancora; & dicendo dimostrerò come vadi cantato, & in fine qual sia la
sua risolutione.
Però postolo da canto venirò al primo Agnus Dei: il quale per mio parere non haueria bisogno
d'altro ragionamento, chi però non hauesse posto ben cura al Christe, & particularmente al Sanctus,
& al Pleni: perche i segni delle parte, le figure, & i valori sono i medemi; ma perche in quelli
non vi sono quelle Chrome bianche che sono nel sudetto Agnus Dei, per far che i Cantori non s'im-paurischino di loro, ò che tremino di non saperle cantare, lo proporò quì con tutte le parte co-me si vede.
[Music example]
Accioche dopò l'hauerglilo proposto possa dire, & vedere che le Chrome bianche non fanno veruruna difficultà, se le si ricconoscano per quelle che le sono: perche si come egli per prima non ha hauuto difficultà in dare à i superiori essempij del Sanctus & Pleni il valore di tre tatti à ciascheduna Semibreue di Prolatione quando però che non era da pausa ò da figura minore accompagnata; cosi an-cora il simile un questo douerà fare; perche facendolo trouerà che nel dare alla Minime il valor di
vn tatto, serà di necessità di dare alle Chrome bianche il valor di mezzo tatto, & di farle valer tanto
che se le fossero Minime, & si serà leuato ogni difficultà d'auanti: ma perche tutti gl'essempij di
sopra sono stati rissoluti: per non lasciar questo ancora senza la sua rissolutione: lo porrò quì come
si vede.
[Music example]
Dal quale non solo in questa occasione: ma anco in qual si voglia altra si potrà hauer cognitione
delle Chrome bianche, quando le sono in questo valore.
Resta poi vltimamente di vedere il secondo Agnus Dei fatto à sei voci, le cui parte cantano per
il segno del semicirculo trauersato: & la parte del soggetto, che è quella di Prolatione canta per il se-micirculo con la Prolation dentro, con le figure di Semibreue, come quì si vede.
[Music example]
Et perche le non sono difficile essendo già di sopra stato veduto quanto vagliano le sudette Se-mibreue in simil occasione, per questo non sarà bisogno per hora di dir altro solo di auertire il Canto-re che hauendo l'altre parte trauersato il Tempo, egli douerà esser auertito di formarsi nella mente
Christe eleyson, nel Sanctus & nel Pleni, le Semibreue li veniuano à essere quanto che una Breue con
il punto: hora perche il trauersato che risiede nel segno dell'altre parte ricerca di hauer una Breue per
tatto, & per prima hauea solamente vna Semibreue; la parte della Prolatione ancora bisognerà che
si varij le figure, non per accrescerli la quantità de tatti: ma solo per arriuare alla summa giu-sta; perche si come la Breue puntata li dimostraua prima il valor di tre tatti; cosi ancora in occa-sione del trauerso che hanno le altre parte, egli si formerà vna Longha puntata: & ridurà l'essem-pio in questa forma.
[Music example]
Perche cosi haueria ridutto l'essempio al tatto del altre parte, & si conseruarà gl'integri ualori delle figure sue, che sono di ualer tre tatti l'vna: e però sempre che si hanno cantilene per le mani che hab-biano diuersi segni, si debbe sempre mediante il tatto conseruarli il valore delle sue figure; & non fare
che se gl'inditij suoi che sono gl'inditij della Breue, si cantino come se fossero sotto quelli della Semib. perche è molto meglio & piu ageuole al cantore di cantar la Semibreue per Minima che di cantarla per
Breue, essendoci uso, per hauerla conuenuto cantar spesso.
Quanta diligenza & osseruatione bisogna hauere nelle cantilene delle Prolationi. Cap. XXXIX.
ESsaminando diligentissimamente & bene tutte le cose superiori, si vede quanta diligenza bi-sogna hauere in quest'vltimo genere delle Prolationi quando vna istessa figura hora si canta à vna foggia & hora al altra cadendo sotto tre diuerse & varie considerationi come si ve-de: & però qualunque volta che si troueranno cantilene di Prolatione, si hauerà prima da riguardare
se le sono naturale, ò pur d'altra sorte; & poi trouandole ne i piu gran valori che possino hauere, di dare
alle sue figure le giuste & debbite quantità de valori che hanno d'hauere, per non defraudarle del suo,
& per non caddere in quegl'errori ch'ogni vno cerca di schiuare & fuggire: I valori possano esser di
due sorte vno di tre Minime per tatto sia che tatto si voglia delli dua che seruano alla informatione
delle cantilene: l'altro essere ogni Minima per valor d'vn tatto, la quale è causa che la Semibreue
hora sia di valore di tre tatti, & hora di dua secondo che sonno gl'accompagnamenti suoi, con disposi-tione lontana ouero propinqua: e questo perche ancora nelle Prolationi naturale che sono quelle che si
veggano di sopra ne i Cap. 32.& 34. essa Semibreue contiene et riceue due sorte de valori, cioè hora
di valere per dua, & hor per tre Minime: per questo, la reuolutione che si fa di porre vna Minima per
tatto, non deroga ne fa che le Semibreue non habbiano à riceuere quella quantità di valore, & à esser
l'istesse che le seriano se le fossero comprese nella natural consideratione delle Prolationi: il che auiene
& nasce dalla stabilità & permanenza di esse Prolationi; che in quanto ad essere loro particolare di
perfettione, sono sempre l'istesse & non diuerse: & chi meglio per sicurezza del vero se ne vuol assicu-rare; si troui, ouero da per se se ne formi vno essempio senza interuento di Breue ò d'altre figure mag-giore, e lo ponghi sotto l'vno & l'altro segno di Prolatione, che sempre lo trouerà il medemo, et non vi
trouerà nisciuno differente valore: Cosi si certificherà & si farà sicuro che non variandosi mai il valo-re delle Semibreue, se non in quanto che gl'accompagnamenti delle figure minori & delle pause che rileuano l'istesso valore le possano leuare quella sua quantità perfetta: E però tutta la difficultà consiste,
nel saper ricconoscere tutte tre le prime figure principali che sono la Massima la Longa con la Breue,
& ricconosciute per quelle che le sono di darli tutti i loro compiti valori: & oltra di questo di hauer la
Semibreue sempre per figura che può esser perfetta & imperfetta, secondo che seranno gl'accompagnamenti suoi & che la serà collocata, osseruandosi in lei tutte le regole delle perfettioni che sono quelle di
diuidere i tatti che vanno diuisi, & di alterare quelle figure che per via de i suoi punti vanno alterate
come si suol fare in tutte le cantilene che habbiano nella loro principal consideratione, figure soggette
& atte ad esser perfette & imperfette.
Il che se tanta diligenza si osserua nelle Prolationi naturale, che non si permette ma che le vadi-no senza le sue diuisioni, alterationi, & perfettioni; tanto maggiormente bisogna osseruarlo in quelle
che hanno questi valori grandi, conformi à i valori del Modo, per non farle esser diuerse se non nella
gran quantità del valore di ciascheduna sua figura.
Ond'io non dubbito punto che in tutte le foggie le non habbiano à esser per quello che le sono ricconosciute, (hormai che di loro se ne sono dati tutti quelli auertimenti che si debbano dare per farle riconoscere & intendere, & dettone tutto quello che in tale occasione se ne douea dire:) E però qualunque volta
che se haueranno per le mani Cantilene de Prolationi secondo le tre superiori consideratione, non si do-uerà mai restare di dare alle figure perfette le sue perfettioni, disponendole ne i valori, conforme alle
sue considerationi; perche il titulo della imperfettione che si pone nelle inscrittioni delle Prolationi imperfette; ha possanza solamente nelle tre figure principali, & solo quelle priua della perfettione: ne piu ne
meno che habbiano veduto di sopra nel Cap. 24.la binaria zifra nelle Specie Modali posta dopo il
Tempo perfetto hauer posanza nella Breue solamente di renderla imperfetta.
page 122vCon queste osseruationi si canterà sempre mai bene qual si voglia Prolatione, & di loro se ne hauerà
tutta quella sufficiente cognitione che si brama, & che se ne debbe hauere.
Come fuori delle Specie Modali & di Prolatione non si trouano valori di figure per poter comporre, senza non in-trare nelle maniere ordinarie. Cap. XL.
CHi nelle speculationi non si è affaticato, & non si è nelle inquisitione de gl'effetti Musicali
occupato come ho fatt'io; si crederà sempre, che si come gl'antichi si faticarano tanto intorno
à i naturali, & accidentali valori delle figure che seruano alla sumministratione della voce
nel modulare, (che pur trouarano tante diuerse foggie & maniere, quante sin hora si sono vedute:)che
volendosene de gli altri trouare, possino i moderni trouarne de nuoui, & de non piu vsati; et nondimeno
se vi guarderanno con diligenza & bene, troueranno che d'altri non se ne può trouare, chi gl'istessi adur
non vuole: ouero produr in campo cosa da non potersi mai ridurre in attto, ch'habbia buona forma &
diuerso essere: E però contentisi ogni vno che dal minimo valore delle figure Musicali sino al maggio-re, proprio & accidentale; tutti i valori che si possano immaginare, tutti dico si possano hauere, disponendoli con ogni buono ordine sotto li suoi segni & inditij: per i quali si hanno le differenze di tutte quante
le specie modulanti, & per mezzo d'esse tutti quanti i suoi valori: potendosi i valeri naturali per gl'in-ditij & segni Modali ò di Prolatione agumentare, & accrescer anco mediante il punto di perfettione
le figure per essi segni & inditij agumentate: oltra che con i punti di diuisione & di alteratione, si possa-no distinguere & alterare di molte figure che seriano di piu ouer di manco valore: punti veramente ri-trouati per conseruare le cantilene perfette con le sue perfettioni, & per distinguerle dal'imperfette che
sono separate dalla perfettione: Ho detto di sopra valor proprio & accidentale; accioche per il proprio
sia inteso il naturale che è quel valore che si adopera nelle cantilene commune & ordinarie; & per l'accidentale s'intendino tutti i valori di fuora de i naturali.
Come naschino, & di donde procedino questi valori accidentali, l'habbiamo veduto nel trattare del
Tempo, del Modo, & delle Prolationi: nelle cui considerationi habbiamo ritrouato tutte quattro le fi-gure principali & maggiore, hauer hora vn semplice, hora vn dupplicato, & hora vn treplicato valo-re; secondo che sono stati gl'inditij Modali, & li segni del Tempo, ò li punti di Prolatione: Di maniera
che non si può dissiderare si gran valore dalle figure Musicali, che sotto qualche d'vno de questi indi-tij & segni non si possi hauere, incomminciando da i valori delle prime figure, sino alla Minima vlti-ma figura delle figure bianche.
Il che tutto si è fatto per adempire la perfettione della Musica, la quale secondo che per le sue quat-tro figure inferiori s'haueano tutti quanti piu piccioli valori che fossero possibile da portarsi dalle voci humane: cosi ancora per le quattro maggiore si potessero hauere i piu grandi che si potessero hauere
da le cantilene terminate.
Onde accioche meglio ogni vno lo sappia dico; che chi si credesse col suo ingegno poterne ritrouar de
gli altri; pigli le quattro figure maggiore (poiche delle quattro minori non ci è in che dubbitare,) & in-comminci dalla Semibreue sino alla Massima à considerare i valori di ciascheduna, secondo li supe-riori ragionamenti, disponendole come habbiamo veduto che le vanno disposte; che infine non trouerà,
di poter formare altro valore; ne meno hauer bisogno di valore che da vna delle dette quattro figure
non lo possi hauere: & se non fosse che il ragionare intorno à queste cose: generaria assai tedio & dispia-cere: per esser cosa di poco vtile & picciol momento: con vna multiplicatione de numeri sufficienti &
atti à questa demostratione; dal numero primo sin al vltimo, farei toccar con mano che dal vno sino al
ottantauno con queste quattro figure sole, qual si voglia altro mezzano numero si troua & si può hauere: ma perche come ho detto il ricercarlo; ne il Compositore, ne meno il Cantore ne guadagna cosa alcu-na, la via di potersi ogni vno scapricciare; se però si trouasse qualche d'vno che ne hauesse volontà & de-siderio, come alle volte si suol trouare.
Come nelle Prolationi imperfette possino essere le figure perfette, diuise, & alterate. Cap. XLI.
NOn vorrei per bene assai che hauend'io ridutto à questo termine che si vede tutte le difficultà
delle Prolationi, & dimostrato come le sue figure si possano cantare con tre sorte de valo-ri, alcuno si credesse che nelle Prolationi imperfette le figure che sono atte ad esser perfette
perdessero la loro perfettione secondo che risona il nome, & si come habbiamo veduto di sopra nelle
cantilene del Tempo imperfetto, che le figure non hanno veruna perfettione: perche s'egli si ricorda
bene non per altro io dissi di sopra nel Capitulo vigesimo sesto, che per se stessa la Prolatione non era
diuisibile; & che le sue figure sempre erano soggette alla perfettione, & imperfettione; solo perche
s'habbia da sapere che le sudette figure sue non sono mai da simil suggettione sciolte & separate: &
che quando si dice Prolatione imperfetta, sempre s'intende della perfettione di detta figura; e pe-rò; la Semibreue nelle Prolationi che è figura di perfettione sempre che serà sola, ò che hauerà accom-pagnamenti di pause che la possa render perfetta, serà di tutto il suo integro & perfetto valore; nonostante che il titulo della Prolatione sia imperfetta.
Dico titulo perche, la imperfettione delle Prolationi non consiste in altro che nel nome et nel vigo-re de i segni del Tempo: che ben si vede quanto i fatti sieno diuersi da esso nome; quando che le sue
figure non mancano mai della loro perfettione; ma mancano solamente quelle che ne i segni di detto Tempo possano esser perfette & imperfette.
Onde io non per altro faccio la presente inquisitione: solo perche s'habbia d'hauer questa auerten-za, & si sappia che si come di sopra nel Capitolo trigesimo secondo & trigesimo quarto, habbiamo
veduto, non solo le figure del Tempo caddere sotto le considerationi delle cantilene perfette, & imper-fette: cosi ancora nelle figure de Prolationi, sieno sotto qual si voglia consideratione delle tre superiore,
esse figure non perdano mai la sua perfettione, se non per gl'accompagnamenti imperfetti che l'accom-pagnano come in tutte le specie perfette si vsa & vede.
Per questo bisogna essere molto bene auertito che quando si haueranno perle mani, & che si doue-ranno cantare le Prolationi con i valori suoi piu lunghi, che sono questi vltimi della Messa titulo
Lommè Armè; di dare la quantità de valori,alle figure che sono per Prolationi perfette secondo che
le ricercano; & non credere che per quei lunghi valori, le habbiano hauuto tutto il suo douere: perche
si crederia il falso, & se lo scopriria nel cantarle, che le troueria valer altrimente.
Et nota che io non per altro dico figure che possano essere perfette per via di Prolatione, solo per
escludere le figure del Tempo & le Modali che sono perfette per altra via che per la uia di Prolatio-ne, come altroue habbiamo veduto: Onde se le figure che possano esser perfette; sempre sono sotto-poste alla perfettione, le figure d'alteratione & di diuisione ancora sempre potranno essere diuise, &
alterate; non essendo in cantilena mai figura perfetta che non habbia le figure diuise, & alterate: POI-che l'alteratione, & diuisione, non nasce da altro che dalla perfettione delle figure.
E però hauendo veduto che le figure delle Prolationi non perdano ò demettano mai la sua perfet-tione (quando però che sono atte ad esser perfette;) si douerà anco sapere & essere auertito di dare, &
ricconoscere le figure alterate & diuise: non ostante che il titulo di esse Prolationi sia imperfetto; essen-do che in ogni luoco oue intrauengano le figure perfette, intrauengano anco le diuise, & l'alterate, sì per
causa della loro perfettione, sì anco perche di molte figure in alcuni casi rimaneriano senza i suoi diuisi
accompagnamenti, & le sue quantità alterate; per esser molte volte le figure collocate, in modo che se
le non fossero per il punto di diuisione diuise, le figure maggiore rimaneriano perfette, & alcune delle
minori alterate, come habbiamo veduto di sopra.
In somma per concluderla; le Semibreue nelle Specie di Prolatione sempre sono atte ad esser per-fette; quantunque il titolo alle volte sia d'imperfettione, & con l'esser perfette ne seguita che le Mi-nime possino in qual si voglia debita occasione esser diuise, & alterate.
Perche causa in conseruatione delle figure bianche, le figure imperfette delle Prolationi non si segnano con qual-che punto. Cap. XLII.
ALl'obligo, & prohibitione che hanno le Prolationi per loro conseruatione di vsar le figure
bianche senza interuento delle figure negre, si doueria trouar qualche strada per via de punti, di rendere in ogni occasione le figure di perfettione imperfette; come s'è trouato di diuider-le, alterarle, & renderle perfette: poiche seria assai meglio se per via de punti ò d'altro si potessero
adattare alla imperfettione senza oscurarle: per renderle delle sue figure piu schiette, & piu since-re; & mi merauiglio che gli antichi non le trouassero, ò se pur non hauessero trouato i punti, almeno
qualche altra cosa di effetto simile, che hauesse in qual si voglia occasione conseruato le sue figure
bianche, senza esser sforzato à mescolarci le negre.
Onde per iscuoprire perche causa si oscurino le figure nelle Prolationi, se la sua natura non com-porta le figure oscure n'ho fatta la presente inquisitione; accioche si sappia che non ci è bisogno di ha-uer altro punto per dimostrar le figure imperfette: attento che la natura delle Prolationi è tale, che
non riceue nisciuna figura che naturalmente sia oscura come si vede; ma non è che le figure bianche,
le quali possano per causa de i segni del Tempo, & degl'inditij di Prolatione esser perfette; non possi-no anco in occasione di dimettere, & lasciare la loro perfettione esser oscurate, & denegrite: perche
cosi denegrite & oscurate, le rimangano medemamente nel proprio loro natural valore: Et se si
brama di saperne vna piu intrinseca ragione; si ha da considerare che nelle Prolationi intrauenendoci
i segni del Tempo come si vede, le sue figure non possano esser priuate della loro auttorità, & iuris-dittione; che è di poter anco in occasione di esser imperfette fatte oscure, & esser denegrite: per questo
essendo dalle Prolationi comprese, le vengano à esser comprese secondo la loro natura: che ben si vede
come ancora le non mancano di hauer quella perfettione che le haueriano se le fossero da esse Prola-tioni separate.
Doue che hauendo tale auttorità la Breue di essere oscurata, & bianca: bianca in segno di perfet-tione, & oscura in segno di essere imperfetta: potendo il simile hauer la Longa, & la Massima è
conueniente che l'habbia d'hauere ancora la Semibreue, perche essendo la principal figura di Prolatio-ne, & quella figura che può esser perfetta & imperfetta; subintrando in tutte le regole del Tempo per-fetto, conuiene che la subintri ancor nel poter esser oscurata, & bianca: Et quello che io dissi di
sopra nel Capitolo 43. che si debbe sempre cercare di conseruare le figure di Prolatione secondo che
le sono bianche, & di non oscurarle; (perche la natura loro non lo comporta;) si ha da intendere che le
non si hanno da oscurare se non in occasione delle figure imperfette, & degli accompagnamenti intie-ri, & che si debba prima essaminar bene il passo che si vuole oscurare, se per altra uia il si può con-seruar bianco, quasi che in quello come in questo ancora si voglia inferire, che le figure negre, & oscu-re siano dalle Prolationi riceuute, & abbracciate per causa & ragione del Tempo che le abbraccia,
& riceue bianche & oscure: ma che per sua propria natura non riceuendo nisciuna figura che sia na-turalmente oscura come la Semiminima, & la Chroma; che ancora non riceua l'altre figure se non come
le sono di natura bianche, & se pur le riceuano oscure; non le riceuano se non in quelle occasioni che si
vede di sopra; & questo per vigor del Tempo.
Questa dunque è la causa che le figure imperfette delle Prolationi, quando per figure simile ouero
maggiore hanno da esser imperfette, si possano oscurare senza esser astretto di ritrouarli qualche via
per mezzo de punti ò d'altro di farle rimaner bianche.
Il che tanto piu si conferma, quanto che non si ritroua altro che una sorte di regole che possa
seruire alle cantilene perfette, & ternarie; intese per le cantilene che sono segnate col Tempo perfetto,
per le Prolationi, & le Proportioni.
Se si possano vsar le Prolationi con le Specie Modali senza gli inditij del Modo. Cap. XLIII.
HAuendo io detto di sopra in diuersi luochi che non per altro si sono trouate le Prolationi, &
variatoli i valori delle figure che per poterle vsare, et farle intrauenire nelle cantilene Mo-dali: serà bene di ricercare se quando le si trouano insieme, hanno d'hauere gl'inditij dell'uno,
& dell'altro: come vediamo che si vsa quando le Specie Modali sono in compagnia de gl'inditij del
Tempo: massimamente che trouandosi gl'inditij di esso Tempo con gl'inditij di Prolatione; se non si ha
qualche segno che ne possi dimostrare le considerationi del Modo ancora, con difficultà grande per non
dir che sia impossibile si potrà sapere, se il Modo vi c'ha che fare. E questo perche li sudetti segni
sono quelli che ci danno non solo inditio del tatto come altre volte io ho detto: ma anco del valor delle
pause, & delle figure.
E però quanto alle regole, debbiamo sapere che i Theorici c'insegnano di proporre vna Prolatione
con l'interuento di qual si voglia Specie Modale, mediante li segni delle zifre, ponendo le zifre per-fette immediatamente dopò il Tempo che habbia dentro di se l'inditio di Prolatione per segno del Mo-do maggiore, & l'imperfette per le minori: ma sin hora io non ho trouato mai che i Prattici l'habbia-no vsate.
Questo che io dico che li Theorici ce lo insegnano, si comproba con la opinione, et regole di Sebaldo
Heiden il quale non solo lo dice in parole: ma anco con una sua tauola da poter imparare il valore delle
figure di qual si voglia Specie Musicale ce lo dimostra, & fa vedere: volendo che questo segno
[Music example]
ci dia notitia che il canto sia del Tempo perfetto, della Prolatione perfetta, & del
Modo maggior perfetto. Cosi ancora con il porre quest'altro segno
ci dimostra, & vuole ch'egli sia segno del Tempo imperfetto,
[Music example]
della Prolation perfetta, & del Modo maggior imperfetto.
Di maniera che constituendo le zifre ternarie, & binarie ap-presso li segni del Tempo, con l'absenza, & l'interuento del punto
vogliano tutti, che si habbia d'hauer notitia che le cantilene sieno di Modo, di Tempo,
& di Prolatione, dicendole perfette & imperfette secondo gl'inditij del Tempo, & maggiore ò mino-re secondo i numeri, & le zifre; percioche le zifre ouero il numero se è ternario dimostra il Modo es-ser maggiore, se è binario dimostra esser il minore.
Queste regole sono sensatissime, & buone; perche prima sono fatte con buoni ordini, & poi fon-date sopra fortissime ragioni, non essendoci cosa che repugni ò che ci possa guastar gl'ordini delle cose
già ordinate: ma per dire come dice il Lengembrunero nelle sue Regole non essendo fin hora à nisciun
Compositore venuto occasione di seruirsene; non se ne troua compositione: & se ben pare che la zi-fra ternaria mostri di contradire à quello che già si disse nel Capitolo terzo di questo Libro, mostran-do che per la detta zifra, si ha segno della quantità delle figure, che vanno sotto il tatto equale; non-dimeno se vi si riguarda bene, non ci è; ne meno si dice che per dimostrar simil valore, le zifre hab-biano d'hauer il Tempo appresso: doue che apertamente si vede ch'ogni cosa è fatta regolatamente, &
con distintione, ch'ogni vno ricconoscendole per quelle che vanno ricconosciute, non potrà mai in loro
commetter errore.
Qual stile ò regola si possi tenere per haner pronta, & facil cogni-tione delle cantilene di Prolatione. Cap. XLIIII.
PEr dimostrar il desiderio mio qual sia in verso coloro che bramano d'intendere, & saper ma-neggiare le cantilene fatte con i segni di Prolatione, dopò l'hauer formato tutti i superiori
ragionamenti, & espostone per regole tutte le cose dubbiose, che in esse si possano trouare;
volendo che ogni uno (intese) in un subbito le possi cantare; ho determinato di formarne l'infrascritte
succinte regole; accioche non paiano tanto difficile, ò le non sieno cosi tediose à tenersele à mente.
La prima cosa dunque che nelle Prolationi si ha da fare; hauuto la intelligenza quali sieno i segni
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suoi, & la differenza che è tra Prolation perfetta, & imperfetta, si ha da guardare, se le sono Prola-tioni pure & naturale: perche se le sono naturale et pure, le vanno cantate in foggia di Proportione:
se poi le sono introdutte dentro à cantilene d'altri segni, le cui parte per detti segni cantino con il tatto
ordinario; se le parte del segno di Prolatione, non hanno altro che la ternaria zifra, le s'accompagnano
con l'altre del tatto equale disponendogli il valore di tre Minime per tatto.
Ma se le non hanno zifra, & che le sieno solamente col segno di Prolatione; allhora se l'altre
parte del tatto equale & suoi segni sono informate, la parte di Prolatione disponerà sotto d'ogni tatto
vna Minima, adattandogli l'altre figure di quantità maggiore à rata portione del segno del Tempo &
delle Prolationi; à talche la maggior difficultà che ui sia, è quest'ultima maniera; la quale hauendo ogni
Minima per tatto; ciascuna Semibreue andarà multiplicata per terzo, & valerà tre tatti l'una; (se
non haueranno però pause ò altri accompagnamenti appresso che li possino torre ò pregiudicare la sua
perfettione).
Le Breue poi, le Longhe, con le Massime; se il segno del Tempo serà perfetto, i valori suoi se-ranno treplicati; se imperfetti dupplicati. Se la Breue dunque serà perfetta valerà te Semibreue,
che multiplicate per terzo fanno la summa de noue tatti: la Longha per tre Breue che fanno 27. &
la Massima per tre Longhe, che fanno per 81.tatto.
Cosi con queste poche & succinte regole, si potranno risoluere & cantare qual si voglia cantilena
di Prolatione, ricconoscendo i valori delle sue figure per quello che vanno ricconosciuti, & dispo-nendole secondo che habbiamo veduto che le vanno disposte: Se dentro poi altro vi occorre, soccor-rendole con le regole del Tempo perfetto, & delle Proportioni che sono l'istesse, non ci serà cosa che
non sia ben risoluta.
Perche causa sieno stati ritrouati questi tanti valori delle Prolationi. Cap. XLV.
NOn si fu mai di nisciuna cosa apparecchio & preparatione, che non habbia in qualche caso à
seruire: Onde essendo stati ritrouati tanti valori nelle Prolationi, è forza che sieno stati
ritrouati à qualche fine: altrimente l'inuentione seria vana, & omnimamente da rifiutarsi:
però intorno à questo si ha da sapere che il primo valore che è quel naturale di dette Prolationi fu tro-uato, per hauere nelle cantilene vna specie simile alle Specie di Proportione tutta di figure bianche, se-parate à fatto à fatto dalle figure per natura negre: il secondo per hauer vna specie di cantilena che
sia simile alle Sesquialtere con l'interuento della perfettione, & imperfettione delle figure, & sue
pause; & è quello che s'intromette nelle compositioni binarie col mezzo della ternaria zifra, & figu-re di Prolatione.
Il terzo che è quel valore vltimo & grande: che si vede nelli Capitoli 38. e 39. di questo Libro
il quale fu trouato per hauer commodo mezzo d'intromettere le cantilene Modali con quelle di Prola-tione: accioche mediante questa sorte de valori, si potessero hauere tutti i piu gran valori che si possino
trouare tra i valori delle figure Musicale; & benche non sieno stati adoprati mai, ci sono però posti
per commodità di poterli in ogni occasion adoprare: perche quello che non bisogna à me può bisognar
à vn altro, & non essendoci la scienza non seria compita, & perfetta.
Però qualunque volta che uno hauesse dibisogno de valori grandi fuori de i valori naturali, riccor-rendo alle Specie de Prolationi congionte con il Modo, potrà commodamente hauer qual si voglia gran
valore: con questo che nel constituir delle figure, le sieno constituite sotto li suoi proprij segni: per
non defraudarle, & farle essere al contrario ricconosciute: perche come si vede le figure possano sem-pre esser l'istesse: ma non già d'un istesso valore: quando però le sieno disposte, & accomodate
sotto altri segni.
Dunque le tre superiore ragioni, sono state causa che nella Musica si sieno stati ritrouati tanti
valori, demostrati nelle Prolationi per via delle medeme figure con le semplice variationi de segni, co-me di sopra habbiamo veduto.
Se è lecito di adoperare in vna cantilena non solo piu valori del-le figure naturali, ma anco i valori di diuerse specie. Cap. XLVI.
CHi non sà che tanti diuersi valori di figure Musicali, sono stati ritrouati per douerli in occor-renza delle compositioni adoprare? & che non sono stati ritrouati per mere diuersità appa-rente? è però non solo in quanto à i valori naturali che hanno le figure, si possano adoperare in
qual si voglia occasione di cantilena: ma anco adoperar quelli che non sono naturali che sono tutti quel-li delle Specie Modali & delle Prolationi: perche altrimente le fatiche & le inuentioni serieno state di
nisciun momento, & vtile: che i valori accidentali si possino adoprare à commun volere di chi compo-ne: il si vede nel opere antiche che qual si voglia anticho se n'è seruito come gl'è parso: ma bene chi di
loro se ne vuol seruire, bisogna che habbia tutta quella auertenza che si debbe hauere per non entrare
di una, nel altra senza mezzi, & di non volere che per volontà propria le habbiano quel ualore che le
non possano hauere; perche col confondersi da se stesso le sue cantilene, ueniria à farli quel danno ch'o-gni uno cerca di leuarli: & in questo ueramente per andar diritto & non errare, bisogna non solo riguardar alle sudette opere antiche: ma anco intender bene le loro regole per esserci nelle copie antiche di molte cose errate come l'esperienza ne fa vedere; Onde chi seguitasse quelle, senza hauerne cognitione in
vn error commesso, con nisciuna ragione si potria saluare; ne ualeria à dire d'hauerle cosi uedute da al-tri Compositori fatte; perche molte ragioni ui sono dentre nascoste, che le sapeano loro, & di noi pochi
sono che le sappiano: et poi seguitando vn reprobato stile, faria come quel cieco che per andar bene si fa
guidar da vn altro Cieco che non sappia la via ne doue si vada: che per esser priui della luce, sen van-no tutti dua al precipitio.
Stà dunque in petto di ogni vno per quanto si vede di adoprar gl'accidentali valori delle figure: &
di seruirsene à suo piacere: ma la difficultà consiste nel saperli adoprare & di disponerli con ordine & regole, le quali se bene veramente paiano difficile; non per questo le sono tante; che le non si possino impa-rare, & imparate che sono tenersele amente.
Però coloro che li vogliano adoprare non guardino per mio consiglio al opere d'altri: ma cerchino
prima di intenderle, & di saperne le ragioni: ma anzi che si mettino à far cosa alcuna, perche oltra la
falsa dispositione che ne potria fare; si potria anco abbattere in qualch'vno che gli ne chiedesse la ragio-ne, e non sapendola rendere rimaner con vergogna: & essere da lui & da tutti tenuto per ignorante.
In che modo si possino i valori di diuerse Specie Musicali accomo-dare in vna cantilena sola. Cap. XLVII.
DOpo che tanti valori sono stati ritrouati per douerli in qualche caso & à qualche buon fine
adoperare, vediamo come si disponghino nelle cantilene per potersene seruire ogni vno à suo
piacere: però dico che chi de i valori accidentali si volesse seruire come sono, e non cercasse
di disponerli con valori moderati ò veloci: le cantilene serieno si prolisse & tediose che non ci seria chi
le volesse vdire: massimamente quando che le fossero fatte con le prime figure principali: che ciò sia il
vero consideriamo vn poco; chi seria colui che volontieri scoltar volesse vna compositione che fosse
formata tutta di Massime & di Longhe, ò di Breue Longhe & Massime che valessero à rata por-tione per 9. tatti l'vna per 18. ò 27.come sogliano valer le Massime le Longhe & le Breue ne le Spe-cie Modali, ò nelle Specie de Prolationi congiunte con le Specie del Modo? certo che nisciuno; perche
quel suono cosi continuo & longo gennera tedio, & incambio di piacere & delettare; offende & dispia-ce: cosi accioche non habbia di offendere & dispiacere, si mittigano i valori con altri valori piu veloci &
delletteuoli, & infra la maggior parte delle voci che hanno à cantare, se ne dispone vna che habbia i valori longhi, & l'altre velloci: perche la vellocità delle piu parte intorno à quel vna sola rende assai va-ghezza; & fa che quel vna li sia soggetto.
A questa foggia si seruiuano gl'antichi de i ualori grandi & principali, per non dar molestia & di-spiacere à gli ascoltanti, essendo che assai gli haueriano molestati: quando che in questa maniera non fos-sero stati mitigati; le cui mitigationi, non solo hanno giouato alla dolcezza & harmonia Musicale:
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ma anco all'osseruanze, & inuentioni; perche molti con i valori cosi lunghi hanno composti cantilene:
come s'hauessero soggetto dinanzi, & che fossero obligati ad immitarlo: E però i valori di ciasche-duna Specie si possano adoprare: purche nell'adoprarli sieno adoprati bene; & che in cambio di douer
porger diletto à gl'ascoltanti non li porghi cosa noiosa, & abominevole.
Onde in questo ha da darne il parere il proprio maturo giuditio; & ha da giudicare che se le canti-lene non seranno delletteuole, le seranno disprezzate; la cui delettatione nasce non tanto dalla congrua
& buona dispositione delle consonanze; quant'anco dalla velocità & vago moto delle figure ch'astrin-gono la voce à trasferirsi tardi, ò presto nelle distanze harmoniche, & Musicali.
Facci dunque ogni vno buona ellettione, & tra i moti veloci ponghi vna parte ò dua, con i moti tardi & longhi: accioche i moti lunghi, & tardi sieno abelliti da i moti veloci, & che l'vno per l'altro
habbia da delettare; come si vede che ha fatto il Palestrina.
Già che i diuersi valori delle figure Musicali si possano accom-pagnar insieme, come si procede nelle cantilene che cantino per diuersi segni. Cap. XLVIII.
DAll'ampla libertà delle regole Musicali, & dalla sottigliezza dell'ingegno, andavano gli antichi Compositori essaminando tutte le vie con che potessero compor cantilene con variati se-gni, & molte ne disposero in tutte quelle maniere che fosse mai possibile, & chi di ciò incredu-lo ouero dubbioso fosse, si potria di lui ben dire ch'egli fosse senz'occhi in capo, ò che hauendoli non
ci vedesse: poiche le opere loro ne sono tanto piene, che è vn stupore & merauiglia à riguardarle.
Ond'io essendo sicuro che di questo nisciuno ha dubbio; con l'occasione di hauer di sopra detto che si
possano i valori di qual si voglia specie adoprare in ogni compositione dirò; che ci sono stati Composi-tori, i quali per dimostrar la libertà che la scienza li porge, non solo hanno composto cantilene con li
segni Modali semplici, con le Prolationi; & con le Prolationi & Segni Modali insieme: ma anco
disposte vna parte con un segno, & vna parte con vn'altro: Intorno di che non ci è che dire; poten-dosi fare senza riprensione stante le facultà superiore.
E però il Compositore nel comporre delle sue cantilene non solo si può elleggere qual segno ch'egli
vuole: ma anco ellettosi questo e quello ne può fare vna composition sola, disponendoli i segni, &
secondo i segni le figure con i valori dell'uno, & dell'altro: sopra di che si ha da sapere che la difficul-tà consiste nella ellettione de i segni ternarij & binarij che sono gli perfetti, & gl'imperfetti; che mol-te volte volendosi accompagnare insieme, si ha d'hauer riguardo alle perfettioni dell'uno, & alle im-perfettioni dell'altro: perche chi volesse disporre le figure delli segni perfetti con quella consideratio-ne che si dispongano l'imperfette: le considerationi non seriano alli segni suoi conforme: & tanto se-ria in quel caso di adoprare vn segno solo, quanto che d'adoprarne dua: per questo nell'vsare diuersi
segni, se riccordi ogni vno di adoprarli secondo la loro natura; & di disporui le figure secondo le
sue regole.
Onde se io mi credesse che per gli superiori ragionamenti fatti, & per gl'essempij adutti, ci do-uesse ancora qualche difficultà trauagliare; con altri essempij nuoui cercarei di leuare di campo ogni dubbio apparente: ma non vedendoci nisciun bisogno: me ne voglio descendere particularmente al segno
delle Proportioni; potendoci lui dare qualche poco do trauaglio: però, già che si è veduto che il Com-positore piò adoprare qual si voglia segno; & seruirsene con gli altri in vna cantilena sola: habbia-mo à sapere che il segno delle Proportioni il quale è il Tempo perfetto trauersato, si può accompa-gnare con i segni binarij ricerchino l'equale: quando ne gl'acompagnamenti il segno ternario è solo sen-za le zifre, si sottopone al tatto equale riseruandosi la perfettione delle sue figure nè piu nè meno che
s'egli fosse senza il trauerso.
Et chi ricercasse la cagione perche se in simil luoco egli ha da seruire come Tempo perfetto sem-plice: vi si pone il trauerso: sappia che per l'interuento suo, quel canto và cantato alla Breue col por-re due Semibreue per tatto: che essendone senza non potria di ragione hauere altro che vna Semibre-ue per tatto.
Questo ne lo dimostra le compositioni de diuersi che essendo con segni tali fatte, non vanno cantate
altrimente:
page 126
ma piu dell'altre ce lo dimostra la quarta parte del Motetto; Optime pastor, di Henrico Isaac che
dice: E rubescat Iudeus: la quale hauendo le parte questi dua segni
[Music example]
tutte quante vanno cantate alla Breue riseruandosi il Tempo perfetto trauersato la perfettione della sua figura che è la Breue, & delle sue pause: &
accioche non si creda che questa sia vna nuoua mia inuentione la si pone
tutta intiera come si vede.
[Music example]
[Music example]
Non solo perche si habbia d'hauer certezza di quel che io dico, ò che si tocchi con mano: ma anco
perche si vegga & imparo come il segno di Proportione nel esser accompagnato, è segno che và sumministrato alla Breue: ne per questo egli rimane di non esser perfetto, & le sue figure di non hauer perfet-tione.
Et di piu questo è quello che io sin hora ho tardato à scoprire in materia di questo segno; volen-do che insieme con questa occasione di vedere come cantino queste parte: si sappia che gl'antichi soleua-no adoprare il circulo trauersato, non solo per cantar le cantilene in Proportione senza l'interuento delle zifre: ma anco per poterle cantar alla misura della Breue: perche se non si fosse trouato via di cantar
le cantilene perfette à quella misura; le cantilene imperfette serieno state di maggior facultà & iuris-dittione: essendo che le si possano cantare al tatto della Breue & Semibreue, e come dunque si diriano
perfette se patissero questa imperfettione? e però debbiamo sapere che tanto le perfette, quanto che l'im-perfette si possano cantare alla Breue & Semibreue; & che si come le cantilene imperfette per il tra-uerso che hanno ne i segni suoi del Tempo, si conoscan esser diuerse da quelle che non l'hanno, & di do-uer esser cantate alla Breue: cosi ancora le perfette per il trauerso che hanno, dimostrano esser diuerse
da quel'altre che ne sono senza: & di douer esser cantate come quelle alla Breue: ma per segno della lo-ro perfettione hanno questa iurisdittione & facultà che non hanno l'imperfette; di poter esser cantate alla Breue & in Proportione: per questo io di sopra ne i Capitoli del Tempo non ho voluto ragionar di
questa cosa; per hauer maggior commodità di ragionarne hora con la presente occasione di comparare
vn segno al altro segno: poiche se io ne hauessi ragionato allhora, hauerei conuenuto preporre questo ra-gionamento delle cantilene di Proportione, al'ordinarie: & se bene questo ragionamento hauendolo la-sciato per douerlo preporre: seria stato meglio à porlo nel sequente Libro tratandosi iui delle Propor-tioni: nondimeno perche in questo Secondo Libro per l'ordine delle cose mi ha bisognato cagionar del
Tempo perfetto: per questo dico non mi pare inconueniente di hauer in questo luoco proposto il supe-riore essempio: attento che io l'ho proposto, accioche si vegga come vna cantilena possi cantare per di-uersi segni, & come la parte del soggetto è quella che informa l'altre parte del tatto: non ostante quelle
cantilene dimostrate di sopra nel Capitolo 38. & 39. che le perte cantano per vn segno & hora per
vn altro.
Però qualunque volta che si troneranno cantilene che habbiano segni di contrarij tatti, se li segni del
tatto di Proportione sono accompagnati con le sue sollite zifre, quel tatto signoreggia & domina quel-la particular compositione: ma se i sudetti segni non sono con le zifre accompagnate, non ostante dico
che sieno piu le parte che hanno il segno di Proportione, sempre si sommetteranno al tatto commune,
(se però ci serà parte che l'habbia, che non può essere altrimente, non essendoci altro che dua sorte de tat-ti come di sopra in diuersi luochi habbiamo veduto) e questo in quanto alle cose & regole vniuersale:
Quanto poi ad vna certa particularità di segni che si sogliano trouare in queste cantilene e in quelle;
si tiene questa regola di dare à ciaschedun segno quella quantità di figure; & à ciascheduna figura quel
valore che li debbe dare: perche stante li dua superiori tatti, ò che seranno sottoposte al tatto commune, ò al tatto di Proportione; se al tatto commune ciaschun segno disponerà le figure, secondo la quantità binaria, se poi al tatto di Proportione, secondo la ternaria: come mi posso persuadere (per quello
che io sin quì tante volte ho detto) che ogni vno lo sappia.
Il che non ci farà parere inconueniente ch'essendosi di sopra detto; che il circulo trauersato era, &
è ancora particularmente il segno delle Proportioni; hora si canti per il tatto equale, & non per il tat-to di Proportione: poiche per fare ad vna cantilena perfetta conseguire il tatto & il valore imperfet-to delle figure, se può procedere in quella maniera che si vede, & questo non ad altro fine; solo perche
quando le cantilene del sudetto circulo trauersato hanno da essere cantate sotto il tatto di Proportione
vi si pongano le zifre appresso, le quali hanno possanza d'astringerle & di disporle per Proportioni:
ma cosi senza; per hauer l'accompagnamento d'altro segno può rimaner canto perfetto & esser canta-to alla foggia di cantilena commune: Onde da quì in poi non serà necessario di dir altro in simile occa-sione: perche hauendo io hora scoperto per qual cagione si ponghi il trauerso nel Tempo perfetto; si sa-perà ancora come, & quando simil sorte di cantilene vadino cantate sotto il tatto equale; & quando
sotto l'inequale.
Alcuni notabili auertimenti che si debbano hauere nella canti-lena superiore. Cap. XLIX.
CHi discorresse in alcune cantilene senza d'alcuni auertimenti, & particulare annotationi; spesse volte in cambio di cantarle bene, le canteria male; perche ignorandosi di molte cose le sue
ragioni si uiene ad vna certa confusa cognitione che ne confonde: Però affaticandomi io di
ridurre le cose confuse al chiaro lume; ho deliberato di dare sopra la cantilena superiore questi parti-culari auertimenti; prima che nel cantarla si cantino tutte le parte al tatto della Breue; & perche le
pause che vi sono, sono pause perfette, parlando di quelle che sono tirate davn spatio al altro, per questo
ogni uno serà auertito di cantarle per tre Semibreue, non ostante che la terza Semib. venghi contra il tato; il che sempre si douerà osseruare, tutta volta che si troueranno cantilene con il circulo trauersato; &
che le non si canteranno per Propositioni; perche si uede bene in questo segno quanta differenza sia dal-le pause di Breue perfette & imperfette, se le perfette si distendano da un spacio al altro, & l'imperfet-te si dispongano separatamente per queste corde & per quelle, secondo il commodo & l'occasione.
Similmente ancora quelle figure oscurate che sono nella parte del Alto; sono oscurate perche se quelle due Breue fossero bianche la prima seria perfetta per ragion di segno, & valeria per tre Semib. cosi
per torli la perfettione la si denegriscano; ma perche se lei sola fosse denegrita, non hauerebbe compagnia;
per accompagnarla dunque s'oscurano tutte quel'altre che fanno le diuisioni perfette & compite come
si uede, & coloro che in simile occasione si uolessero seruire del'superiore essempio per formane vn'altra
cantilena con quel particular segno del circulo trauersato; comparato, ò posto contra vn segno imperfet-to; hanno non solo di hauer questo particular riguardo delle figure & pause perfette; ma anco di misu-rarle si bene ch'ogni parte corrispondi al suo segno in quanto alle misure; perche se nel diuidere quelle
parte del semicirculo trauersato, le diuisioni non sono ternarie, le dette diuisioni seranno false & cattiue;
come anco serieno quelle de gli altri segni che sono binarij; ne questo parerà inconueniente che le misu-re ternarie habbiano da corrispondere alle binarie; perche in questo caso, ogni parte ha d'attendere al
fatto suo; & si come, non ostante i segni, con vn tatto solo s'accordano; cosi anco s'hanno d'accordar nel-le misure: Questi auertimenti si danno perche facilissimamente chi non fosse di ciò auertito potria caddere nel'errore di dette pause & diuisioni: doue che cadduto non che ci fosse, non seria degno di ueruna
escusatione: perche si come vn Compositore è obligato à capire la congrua & buona dispositione delle
consonanze; cosi ancora è obligato, à sapere la buona & congrua dispositione de segni, essendo che vn
huomo sufficiente in ogni luoco lo può far rimaner con vergogna: con dirli solamente questo non uà co-si, & se non mi credete guardate le regole, che tutte vi sono contra: è necessario dunque, non solo nella superior cantilena: ma anco in tutte le altre di simil sorte, di hauer riguardo, non tanto alle pause perfette,
& alla perfettione delle figure del Tempo; quant'anco alle diuisioni, & misure ternarie, per far ch'o-gni cosa corrispondi à quello che per douere ha da corrispondere.
Se vna parte sola può hauer diuersi se-gni. Cap. L.
SEria molto da merauigliarsi di chi dubbitasse sè una parte sola può hauer diuersi segni: quan-do che continuamente si ueggano essere le Proportioni interposte nelle cantilene binarie.
Dalle quali possiamo comprendere che si come loro possano esser interposte; che cosi ancora
si possa interporre qual si uoglia altro segno: non essendo in quanto al uso piu ragione di uno che del al-tro: ne che l'uno preuagli il compagno in iurisdittione; ma bene interporli, & nel adoprarli bisogna
adoprarli & interporli in maniera tale, che infra l'vna & l'altra interpositione ui sieno i debbiti mez-zi, collocati con le debbite proportioni, perche qualunque volta che s'adoprassero i segni d'vna natura
& che gl'altri fossero di natura contrarij; gl'accompagnamenti serieno sproportionati & niente
conformi.
I segni che sono per sua natura contrarij sono tutti quelli delle considerationi ternarie, i quali per
esser naturalmente contrarij à i segni binarij; voglino nel comporli insieme altri mezzi che non voglia-no essi binarij quando sono adoprati insieme.
page 128Questo riguardo l'ha d'hauere il Compositore quando che si risolue di volerli adoprare: perche mol-te volte quello che si ha per vn segno, si può meglio hauer da vn' altro, & rimaner l'istesso, e forsi anco
esser meglio inteso; del che io ne lascio hauer la cura à chi la deue hauere, hauendone assai di sopra ra-gionato: ma quello che io voglio dire quando che con questo titulo io ricerco se una parte sola può ha-uer diuersi segni; non è altro, se non che di sapere se in vna parte sola possano esser piu segni in vn me-demo tempo & hora, & non successiuamente, ò che una parte habbia vn segno, & l'altra vn'altro; perche questo già l'habbiamo veduto e nel primo Libro, & in questo presente.
Però quanto à questo quesito non si hauerà per inconueniente se in vna parte sola seranno alcune
volte due segni vno dopò l'altro: perche in quella maniera che di sopra nel Cap. 56. del primo Libro;
habbiamo veduto che sopra di vna parte sola possano cantare dua tre ò quatro. Cosi ancora si può una
cosa istessa cantar due volte: & accioche ogni uno con facilità m'intenda dico; che col il porre in vna
parte dua segni; una medema cosa si può cantar due uolte. E perche se nel cantar due volte vn'istes-sa cosa non si facesse variatione ne i valori delle figure, quella particular parte che le cantasse seria si-mile alle Villanelle che si sogliano per sua natura sempre repplicare: per questo quando le si vogliano
comporre vi si dispongano dua diuersi segni: per non farle conuenir con quelle.
Ma per non confondere il ragionamento, & il pensiero de molti; procederò con altre piu chiare
distintioni; & per hora ci basterà di saper questo che si come di sopra nel 38. & 39 Capitolo di que-sto Libro habbiamo veduto vna cantilena le cui parte cantano per diuersi segni; cosi ancora vna parte
sola, ne potrà diuersi contenere.
Quando in vna parte sola sono dua ò piu segni, qual segno va-di cantato prima. Cap. LI.
SI trouano de Compositori che per artificio maggiore delle loro compositioni, & per far cantare una sorte di figure in diuerse maniere, si sono seruiti di diuersi segni, ponendoli in quelle
parte che vogliano cosi uno sopra l'altro; ma perche non ogni uolta nasce occasione, ouer si
vuole che dua cantino cosi una istessa cosa, che si come dua hanno questa commodità di cantarla: cosi
ancora vn solo la possi hauere: per questo si trouano maniere di fare che vna parte sola canti per diuersi
segni: non collocati vn dopò l'altro come si suol fare nelle Proportioni: ma vno sopra l'altro.
Onde perche si sappia che uia s'habbia da tenere in cantilene tale dico; che non solo si può for-mare vn canto con diuersi segni, & fare che due voci cantando l'istesse figure con diuersi valori fac-cino harmonia: ma anco si può fare che i sudetti segni in vna parte di compositione à 4. à 5.
ouero à 6. & colui solo che canta quella parte li canti tutti, quanti ce ne sono: & per sapersi reggere
in simil compositione: si ha d'hauer riguardo che sempre nel fine debbano hauere i segni di repetitio-ne i quali si dimostrano di douersi repetere le medeme figure vn'altra uolta.
Cosi la prima uolta si cantano le figure secondo la natura d'un segno, & la seconda uolta secondo
la natura dell'altro: Et perche il Cantore sappia qual segno uadi cantato prima, & qual secondo se
ne forma questa regola generale; che sempre il segno superiore è primo à douersi cantare, sotto le cui
regole, tutte le figure & pause uanno cantate: & finite che sono, si ritorna da capo à ricantarle secon-do le regole dell'altro segno, & se ui si trouano piu di dua segni, finite che sono di cantare si ritorna
di nuouo à riccominciare.
Quest'ordine si tiene, tutta uolta che i canti non fanno altra mentione di ordine ascendente; perche
si come stà in libertà d'un Compositore di adoperar piu segni; cosi ancora stà in libertà sua di darli
qual'ordine che egli uuole; con questo però che uolendo darli il principio per il segno inferiore, con pa-role atte & opportune gli ne facci segno, che in ogni occasione, & qual si uoglia Cantore lo possa
intendere & sapere; perche come ho detto l'ordinario è di descendere, & non di salire: & se alcuno si
merauigliasse che nell'adoprar questi segni; si procede al contrario di quel che si procederia in altra
occasione, facendo essere il principio di sopra; doue l'altre cose lo sogliano hauer di sotto; sapia che
non per questo si procede alla riuersa: perche in questo non si procede con ordine ascenden-te, ò descendente: ma con ordine superiore, & inferiore: E perche il superiore sem-pre precede l'inferriore come cosa piu nobile, & piu possente; per questo nel porre,
& collocar de i segni Musicali; quel segno che è superiore sempre di ordinaria ragione, serà
il primo à esser cantano; E però qualunque uolta che il Compositore, uorà che si procedi al contrario,
page 128v
necessariamente ci conuenirà porre inditio ouer parole che in somma dichino che s'habbia da principiare dell'ordine ascendente: come anco si debbe fare quando che vn canto và cantato alla riuersa, senza
pause al contrario delle figure, ò con le figure di tatto solamente come se ne trouano pur assai: perche
il far le compositioni con questi segreti, non fa che il Compositore sia tenuto per valente: essendo egli
obligato, in tutte le cose che nelle parte delle sue compositioni si trouano nascoste; di scoprirle, & ma-nifestarle con detti intelligibili, & parole chiare; massimamente quando non cascano sotto vna vni-uersità commune: come seria à dire i Canoni che per esser noti & manifesti con ogni poco di motto si
possano manifestare: Et accioche le persone non credino che queste decchiarationi, & regole, sieno
pari capricci, & pensieri miei, tra molti essempij che in questo caso io potrei adurre; mi contenterò di
quell'essempio solo del primo Kyrie della Messa, Aue Regina Coelorum di Iacob Obrect che è
questo.
[Music example]
Che per volerlo cantar bene, bisogna principiar le figure con il valore del segno superiore, che è
quello del semicirculo con la Prolatione: Et finito ch'egli si è di cantare, si torna da capo, & il se can-ta un'altra volta secondo il segno del circulo intiero: che non per altro se gli pone nel fine quel segno
di repplicatione che si suol porre nelle Villanelle.
Ma se però alcuno volontieri lo vedesse risoluto, per poter meglio in simil occasione ricconoscer
qual si voglia altro canto, eccome quì la sua risolutione.
[Music example]
Nella quale si vede la verità di quello ch'io già dissi di sopra nel Capitolo 38. parlando del valore
delle figure di Prolatione: Onde chi si merauigliasse, perche l'vltima Breue vagli tre tatti se do-uendola cantare sotto il segno ordinario per gl'accompagnamenti propinqui ne valeria solamente
dua: sappia che quel punto collocato nel mezzo delle figure dell'essempio superiore, per altro non è
posto, solo per diuisione de i tatti ternarij, & per esso diuidendolo si vedrà la prima Breue esser di tre
tatti, che senza rimaneria di dua: Et nota che non solo si possano adoprar dua segni, che anco
se ne possano adoprare de gl'altri in quantità differente. Questo ce lo dimostra il Benedictus del
Palestina titulo Lommè Armè il quale è questo.
Che per cantarlo bisogna incomminciare dal
[Music example]
primo segno, & finito ch'egli si è una volta, tor-narlo à repplicare per il secondo segno, et vltima-mente dirlo secondo quel segno inferiore; che se
per sorte vno non l'intendesse troppo bene per ri-spetto dell'altre parte che cantano per il semicirculo trauersato; sappia ch'egli si dispone con questa
sorte de valori.
[Music example]
Di maniera che per questo essempio, & per il superiore: possiamo esser sicuri che douendosi canta-re vna parte, che habbia piu segni, sempre si debbe incomminciare dal segno superiore, & venir gi?
di grado fin all'ultimo se ce fossero dieci, ò mille per modo di ragionare.
page 129Et che volendosi tenere contrario ordine, tutti sono obligati à porci parole che ne diano sufficiente in-ditio, altrimente si doueranno sempre cosi cantare.
Questo si fa in occasione di far repplicar vna cosa istessa sotto altri valori; & non solo si potria
vsar in vna parte sola, come quì di sopra habbiamo veduto: ma anco in tutte l'altre; nelle quale, quan-do che le fossero cosi formate, si teneria il medemo ordine & stile, che si tiene nelle parte superiore: per-che quella medema ragione che è di vna è anco dell'altre; & si come queste possano hauer questa forma,
l'altre ancora possano essere cosi formate & fatte.
Se con vn segno solo, si può far repetere vna cosa piu volte. Cap. LII.
A Far repetere piu uolte una cosa istessa non è dubbio che il se può fare per uia de gl'ordinarij
segni di repetitione, che sono quei segni che si adoprano nelle Villanelle poste nel Cap. 72. del
Primo Libro: ma la difficultà consiste si nel repeterla piu di due uolte (massimamente quan-do che nella repetitione si debbano lasciar le pause) sì anco nel darli principio, & ordine: perche in quanto al repeterla piu di due uolte, i segni non sono sufficienti, ne hanno facultà di dimostrarlo: non essendo
la natura loro di passar oltra le due uolte: Et in quanto al principio, può entrar la prima uolta con pause, & l'altre volte senza.
Però in decchiaratione di questo si ha da sapere che si può comporre vn canto, con vna parte ò dua,
che sempre repetino l'istesso, senza variatione del ualsente delle figure, & allhora che la repetitione non
ha da passar oltra le due uolte, bastano le linee dupplicate con li quattro punti appresso come si vede nel
primo essempio del Capitolo superiore: ma quando la douerà passar oltra le due uolte: bisognerà sempre
darne inditio di quante uolte quelle parte andaranno repplicate: Et di piu, se nella repplicatione non
si hauerà bisogno di quelle pause, che se n'hebbe bisogno prima; si potrà dopò le pause porre gl'istessi
inditij de repetitione; come Clemens non Papa c'insegnò di fare; quando che nel comporre quel suo
Motetto. Deus qui nos Patrem, & Matrem honorare praecepisti, nel cauto vi dispose queste pro-prie figure.
[Music example]
Con parole sotto che dicano: Pater meus & mater mea dereliquerunt me, Dominus autem as-sumpsit me; doue che il si conuien repplicar cinque volte; non tanto perche l'altre parte prima non fi-niscano: quanto perche egli istesso conoscendo che gl'inditij non possano dimostrar altro che una semplice
repetitione, col porci di sopra queste parole; Tantum hoc repete, quantum cum alijs sociare vide-bis, n'insegna & dimostra come simil sorte di cantilene s'habbiano da formare.
Onde se in caso di repplicar una cosa piu uolte, non si hauesse dibisogno di pause; dalla prima volta
in poi per segno si doueranno porre gl'inditij come in quest'essempio si vede; Et se alcuno dicesse
che stante la natura del segno di repetitione, che non si estende piu oltra che della repplicatione, l'ulti-mo essempio del Superior Capitolo stà male; perche si repplica tre uolte; se li dice che seria errore,
s'egli senza quei tre segni, tre uolte si douesse repplicare; poiche in quel caso i segni seruano e per gli
inditij di repplicatione, & per il valor delle figure.
Di maniera che da questo si comprende che ordine si ha da tenere, nel far repetere vn'istessa cosa
piu volte; & non ci farà merauigliare; quando che trouaremo le cantilene segnate con li superiori
inditij di repetitione, uno posto nel principio, & l'altro collocato nel fine; perche l'uno, & l'altro
vi è posto regolatamente & per buon rispetto.
Anzi che come io ho detto, & se non vi fossero, & che bisognasse replicarle piu di due uolte; il
Compositore nisciuna causa haueria di dolersi, se quelle sue particular cantilene fosser da Cantori can-tate male.
Come alcune cantilene senza l'introduttione de piu segni, piu parte possano cantar in vna con vna varia disposi-tion di chiaue. Cap. LIII.
NEl repplicar d'una cosa istessa, non sempre nasce occasione di repplicarla in quel medemo
suono che la si è repplicato prima; e questo perche essendo alcune cantilene vna sorte de ca-noni coperti, si come essi Canoni si possano fare all'vnisono, alla seconda, alla terza, & c.
Cosi ancora le repplicationi si possano replicare hora all'vnisono come ci dimostrano le superiore, &
hora alla seconda, alla terza, alla quarta, & c. ma perche le variationi delle voci non possano com-portare gli inditij di repetitione che sono i segni delle Villanelle: per questo le si dispongano
altrimente.
Le dispositioni sono queste; che in quella parte oue si hanno da disporre le medeme figure piu al-tre ouero piu basse, in quella parte dico vi si dispongano le chiaui che ne habbiano da dare i segni chia-ri, & gli manifesti inditij; & coloro che le hanno da cantare, s'hanno d'accomodare secondo quel-le, & tenersi lontani quanto che esse chiaue li dimostrano, & gli ne danno segno: perche non per al-tro cosi si fanno.
Di questa sorte de cantilene se ne trouano infinite: doue che non ne farò troppo lungo ragionamen-to; solo dirò che per sapere, & hauer notitia di quel che io ragiono: rimiri ognuno quest'essempio di
Sisto Theoderico.
[Music example]
Posto in quel suo Motetto à sette che dice Sex sunt quae odit Dominus: & septimum detestatur
anima eius; che facilmente imparerà di cantar ogni altra cosa che sia di questa sorte: perche il So-prano, l'Alto, & il Tenore nummerando ogni uno le sue pause, & cantando le figure ogni vno nelle
sue corde, li darà quel che li viene.
Onde accioche meglio, & con manco fatica questo si possa fare: separando le parte, le vengano à
esser queste che quì si veggano.
[Music example]
Dalle quali come ho detto si piglierà informatione di tutte le cantilene di questa sorte: & si tenerà
per regola generale, che le pause ogni volta che haueranno piu d'una chiaue sempre si doueran-no cantare come le parte superiore. Et nota che se non haueranno pause, tutte doueranno incom-minciar insieme; & hauendole per loro chiarezza & segno, bisognerà che le sieno accomodate con
le chiaui come stanno le pause superiore.
I finali si hanno da fare con quegli S. puntati che furono demostrati nel Cap. 56. del primo Libro:
con quest'ordine che il primo che comincia ha da esser l'vltimo à finire, & quel che è l'vltimo à com-minciare ha da esser il primo à finire, ne piu ne meno che se fossero Canoni scoperti; perche tra queste
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cantilene & essi Canoni non casca altra differenza: solo che questi per esser cosi; si chiamo Canoni mez-zo coperti, per hauer gl'inditij delle chiaue & delle pause: & questo si fa per noi ci porre quelle pa-role che si pongano nelli Canoni quando se gli assegnano parole che dicano ad secundam, ad tertiam, ad
quartam, ad quintam & c.
Quando le parte d'vna cantilena hanno diuersi segni, come si ha da procedere per dar il valor giusto alle fi-gure. Cap. LIIII.
NOn ostante i diffusi ragionamenti, & le sufficiente decchiarationi che si sono fatte intorno al-le quattro Spetie Modali, alle diuisioni del Tempo, & alle due specie di Prolatione: ne meno
quelche si è detto di sopra intorno à quei canti; che per vigore di dua, ò piu differenti segni repplicano l'istesse figure; mi pare che per sicurezza delle difficultà che si trouano sparse ne i segni di queste
parte, & di quelle dopo l'hauer di loro detto quanto si spetta à dire: di farne vna mostra generale, &
oltra la general mostra, farne diuerse comparationi per assicurar ogni vno, & per darne à chi
non gl'intende vn vero & chiaro lume: Se bene io sò che molti non se ne curano; essendo cose poco
da prezzarsi.
Però non tanto per decchiarare la cosa delle diuerse comparatione de segni, quant'anco per liberarmi
da coloro che ricercando queste cose, mi molestano del continuo dico; che le compositioni si possano se-gnare con tutti gl'infrascritti segni.
[Music example]
Et benche per la multitudine grande, par che al cantore mettino qualche poco di timore, vedendo
che le cantilene possano hauer tanti segni: nondimeno perche molti hanno conuenienza insieme, & sono
vna cosa istessa; per facilitarli et redurli à quelli che sono piu cogniti, et intelliggibili che sono i dua Tempi ordinarij, il primo detto Tempo perfetto & l'altro Tempo imperfetto: per questo si dice che cosi an-cora tutti gl'altri da questi pigliano il principal lor essere: perche diuidendoli rimangano semplici Tempi: & tutte l'altre cose che li distingue si riducano al numero di quattro, cioè nel punto, nel trauerso, nella reuolutione, & nella zifra; Prima in quanto al punto habbiamo veduto, ch'egli dimostra Prolatione,
& che per qual si voglia cosa non si muta mai; di maniera che il punto in qual si voglia segno ch'egli si ritroua, sempre dimostra Prolatione. Cosi i trauersi sieno ne i segni dritti ò riuoltati, non mutando mai
forma sempre seranno gl'istessi.
Tutta la variatione dunque rimanerà nel circulo perfetto, & nel Semicirculo: & di piu nel Semi-circulo diritto & riuoltato: però in quanto alla differenza loro dirò, de i dua primi segni che sono questi.
[Music example]
Che essendo l'vno Tempo perfetto, & l'altro Tempo imperfetto, le pause & le
figure del Tempo perfetto seranno sotto la consideration ternaria, et quelle del Tempo imperfetto sotto la binaria: per il che ne seguirà quello che ne suol seguire, se i se-gni fossero semplici senza interuento di Prolatione: cioè che le Breue con sue pause in
opportuna occasione seranno perfette: non per altro vigore che per uigore del Tem-po perfetto: che nel Tempo imperfetto seranno sempre imperfette.
Per conto poi del terzo & quarto segno si ha da sapere che sono simili al primo et secondo: perche
il trauerso non fa altro, se non che dimostra quel canto potersi cantare in Proportione, che è tanto quan-to se fossero Prolatione naturali: & si possano vsare, tutta volta che fossero Prolationi di quella sorte;
altrimente usandoli seranno sempre mai usati fuori di proposito, & senza verun fondamento.
Quanto alla reuolutione non solo del quarto & quinto segno, come anco de tutti gl'altri che sono ri-uoltati: si ha da sapere che essendosi veduto i segni per diritto valere per quello che habbiamo ueduto
che vogliano, fu fatto consideratione di riuoltarlo anco alla riuersa, & cosi per distinguerli fu detto,
che se per diritto vagliano tanto; alla riuersa si valeranno la mettà manco: però bisogna sapere come va-dano prima i segni alla diritta; & poi alla riuersa farli valere la mettà manco del suo valore, per la su-
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detta riuolutione; doue che questi segni.
[Music example]
Essendo cosi riuolti valeranno la mettà manco, che valeriano se fossero posti al-la diritta, & particularmente il secondo per quel trauerso non serà punto differente
dal primo, & serue solo quando la Prolatione non è naturale, et che si vuole che la si
canti per naturale.
Di maniera che essaminando bene quest'agregatione de diuersi segni, & conosciuto in somma che non sono altre che alcune diuersità poste ne i dua segni del Tempo;
si tenerà quest'ordine che li punti dicano Prolatione; i trauersi segno da cantarsi quelle cose alla Breue:
le riuolutioni del semicirculo, cantarsi la mettà pi? presto che non si canterieno se fossero alla diritta: &
le zifre binarie dar inditio che la Breue con le sue pause non son mai di piu valore che di due Semibre.
Di queste cose io ne trattarei vn poco piu diffusamente se conoscessi essercene bisogno: & tanto piu
volontieri io farò quì fine, quanto che chi brama d'hauerne piu diffusa enarratione potrà con sua com-modità vedere il compendio di Oratio Tigrini Cannonico Aretino, che ne hauerà ogni compita so-disfattione.
Se nelle cantilene di Musica figurata si trouano altri segre-ti che sieno di momento & consideratio-ne. Cap. LV.
QVanto alli segreti che vniuersalmente si trouano alle compositioni; alcuni sono palesi,
& alcuni nascosti: I nascosti sono quelli, i quali da Compositori vi sono posti senza alcun ti-tulo d'intelligenza ò di decchiaratione: che quantunque vi sieno, nisciuno altro che lui stesso
che gli ha fatti li sà, & li và scoprendo à chi li pare e piace: quegl'altri poi che sono palesi, sono tutti
quelli che hanno titulo & che per via di lui sono, & possano da tutti esser intesi: come quando ch'alcun
compagno vn canto, & che vi pongano parole che insegnano come quelle cantilene vanno cantate: di
questa sorte se ne troua vn numero quasi che infinito: perche ce ne sono alcune che dicano canorizet, che
vuol dire andar alla riuersa, questo l'vsa Iusquino nel Quitollis della Messa Lommè Armè: alcune
altre volte dicano. Qui Sesquitur me, non ambulet in tenebris, che vuol dire colui che ha da seguitare, non
ha da cantar altre figure che le figure bianche, & questo motto l'vsò Henrico Isaac in vn Motetto
suo che dice.
Per Signum Crucis. Onde se io volessi star à raccontare ad uno ad uno, i motti e coloro, che hanno
composto canti con simil sorte de segreti & motti, troppo hauerei che fare, & troppo senza proposito
mi occuparei: ma dirò bene che infra queste cose vi si troua tutta vna Messa di Pietro di Mol?, il cui
titulo è missa sine pausis, la quale è fatta con tale artificio & arte che si può cantar con pause & senza
pause: hauendoci questa particular auertenza nel cantarla senza pause di nummerare li sospiri: perche
sono gl'integri accompagnamenti delle figure; Et vn altra di Giouanni Ogkeghen che dice Missa cu-ius vis toni; che per cantarla si può torre in qual si voglia Tuono che si vuole.
E però quanto à i segreti nascosti, non è obligato il Cantore à saperli trouare; ne anco quasi i palesi,
quando che i motti sono troppo oscuri; ma bene sono obligati di saperli quando sono di questa sorte che
sono gl'ultimi dua superiori che dicano sine paucis, & cuius vis toni, perche i titoli non son tali che non
sieno chiari.
Coloro dunque che haueranno per le mani simil cose seranno auertiti di cantarle bene, & i Composi-tori che le voranno formare, le doueranno formar in modo che le habbiano à esser da tutti senza diffi-cultà intese, perche la difficultà non dimostra il profondo saper del Compositore; ma il se conosce della
melodia che si sente uscire delle sue compositioni, per questo i presenti capricciosi pensieri, sono lodeuoli,
quando però che sono fatti con facilità tale, che i Cantori li sappiano cantare; ma quando che i sono di
una certa sorte, che dopo l'hauerui ben pensato sopra non si sà come uanno; sono degni di essr posti in un
cantone, & di biasmar anco chi li compose, potendoli fare con maggior chiarezza, s'habbia voluto oc-cupare in farli ch'altro che lui gl'habbia da intendere; ò che per intenderli ogni uno gli ne habbia à di-mandar la resolutione.
Come con vn essempio solo si possa hauer cognitione di tutte le difficultose & principali specie di cantilene che si ritrouano. Cap. LVI.
ESsaminando io alla fine qual si voglia particular specie di cantilena, & vsandoci quella dili-genza che per intenderle vi si debbe vsare; ho scoperto come tutte le difficultà loro si riducano
in poche; & in tanta gran picciola quantità che mi fa stupire come ad alcuni le habbiamo parse si difficultose, e però volendo che chi brama d'intenderle con facilità l'intenda dico: che quanto alle
Specie Modali, non ne douemo hauer nisciun dubbio ouer sospetto, se però non volessimo dubbitare del-la Specie maggior perfetta: ma di lei ne debbiamo esser sicuri: perche prima è vna Specie che non si vsa,
& poi anco vsandola, quando si conoscano le pause del Tempo perfetto, si conoscano anco quelle, & il
valor delle sue figure.
Cosi ancora dell'altre Specie, qualunque volta che si hauerà compita cognitione del Tempo perfetto,
si sapranno cantare, quante sorte di cantilene che se ritrouano; essendo che ò le sono misurate con misu-re binarie ò con ternarie: se con le binarie seranno separate da ogni perfettione, e se con le ternarie,
tutte le perfettioni di esso Tempo perfetto gli s'applicheranno, facendole partecipare di tutte le sue pre-rogatiue; & la difficultà non è mai dalla parte loro, (quando però le sono cantabile come si presupone
che le habbiamo da essere:) ma bene dalla parte del cantore, che non sà, ouero in vn tratto non si ricorda
delle regole che seruano & appartengono alle cantilene ternarie: per questo prima tutti quei ne-cessarij ragionamenti che in questo caso si debbano fare venuto poi ad vna certa breue & succinta dec-chiaratione dirò, che volendo noi ridurre tante difficultà in vno, à voler far questo presto & bene, non
serà bisogno di far altro che di pigliar un essempio di canto commune in quella maniera che f? tolto di
sopra nel Cap. 22. vn canto del Tempo perfetto per dimostrar come si formauano le cantilene del Modo: & tolto ch'egli si serà formarlo sotto qual si voglia Specie Musicale, procedendo con questo ordine,
che trasferendolo dal suo naturale in altre figure maggiore, ouer minore di trasferirlo con i suoi segni,
& con ogni sorte de punti di diuisione, di alteratione, & di perfettione: cosi non solo vederà lo stile &
le maniere che tengano le cantilene del Tempo perfetto, & delle Prolationi; ma anco ogni particulari-tà Modale, & di Prolatione.
Anzi ch'io con il formarne quì di ciascheduna specie il suo particular essempio rittornarei à dimo-strare come con un essempio solo si forma ogni sorte di valore: sia naturale ò accidentale: ma perche
come ho detto parrebbe che io volessi ritornar à dire quello che già di sopra è stato detto vn altra uolta: dirò solamente che ciaschedun bramoso professore, hauendo nel sudetto Cap. 22. veduto come per hauer gl'essempij Modali si cambiano le figure, cosi ancora, volendosene formar essempij proprij et particulari può tenere il medemo ordine & stile, formandosene con vno essemplar solo ciaschedun particular essempio.
Come per via di regole generale si possi sapere il valor del-le figure di qual si voglia cantilene Musica-le. Cap. LVII.
GIà che col aiuto & fauor diuino siamo giunti à questo termine; & che di tutte le cose essentiali habbiamo veduto le particulare essenze loro; non voglio mancare di darne l'vltima cogni-tione; si per non torre allo scolare quel aiuto che io li posso dare, si anco per attender la promessa che io feci altroue ragionando di questa particular cognitione.
Però infra tanti autori che trattando di Musica intorno alle quattro Specie Modali particularmen-te hanno scritto, hò trouato Giouanni Lengembrunero, & Sebaldo Heiden che tutti dua hanno fatto
questa quì infrascritta tauola.
page 131v[Music example]
Che chi l'intende bene, & la sà dominare, è padrone di ciascheduna Specie Musicale; perche
tutte conuengano essere sotto le regole del Tempo, del Modo, ò della Prolatione: Et è si facile
che per sino à i fanciulli la possano intendere, & imparare: onde accioche si sappia, & s'impari co-me la si adoperi dirò, che nel mezzo sono posti tutti i segni delle cantilene come si vede; accioche
le annotatione che li sono di dietro, seruino alle sue denominationi, & li nummeri che li sono dopò ser-uino à i valori delle figure che sono atte ad hauere quando piu, & quando men valore.
Si riguarderà dunque alla prima descrittione di parole che è di dietro à i segni del Tempo, & prin-cipiando da quelle prime parole che dicano Prolatione, Tempo, minore, & maggiore si vederà se il
Tempo è perfetto ouero imperfetto; se ci è Prolatione, & se ci è Modo, per questo nel fine che so-no l'vltime caselle di sotto si pongano le quattro figure principali: accioche vedendosi la Massima,
si sappia che l'è figura del Modo maggiore, la Longa del minore, la Breue del Tempo, & la Semi-breue della Prolatione.
Ma perche dopò li segni del Tempo li seguitano i numeri, da i numeri piu propinqui si vede quanto vaglia la Massima, da i secondi la Longa, da i terzi la Breue, da i quarti la Semibreue, & da gli ul-timi la Minima, per poter hauere de tutte queste cinque figure i variati valori.
Et nota che i nummeri, i quali sono collocati appresso li segni del Tempo dimostrano il Modo
maggiore, & minore; conoscendosi per il numero ternario il maggiore & per il binario il minore.
Il che vsarano assai i Theorici antichi come altroue è stato detto.
Anzi che non solo essi Theorici li dimostrano con le zifre come questi della superior tauola si ve-de: ma anco li soleuano dupplicare, facendone sempre dua vna appresso l'altra, & non lo fanno per
altro che per dimostrar quello che hanno dimostrato i Prattici poi nel dispor le pause à tre à tre, come
di sopra habbiamo veduto.
page 132Di maniera che i Prattici hanno voluto che bastino le pause nummerale, ouero inditiali in cambio
di quelle zifre, & l'han fatto per conseruatione delle Proportioni, & d'alcune sorte de Prolationi che
in alcuni casi ricercano le zifre: che di queste zifre semplice, & dupplicate fosse bramoso di vederne
vn poco piu il particulare, & di sapere con che piu particular ragione essi Theorici segnauano il
Modo con le zifre vegga Gio. Lengembrunero, & le scintille di Giouan Maria Lanfranco, i quali
assai ragionano di questo fatto.
Il che non contradice à i Prattici: perche come ho detto quello ch'essi dimostrano con le zifre, loro lo
dimostrano con le pause: E però nell'adoperare la tauola superiore, faccisi conto che in quel luo-co oue sono le zifre, sieno le sudette pause che si hauerà ogni intento; & sapendo questa particular
conuenienza si saprà ancora per in numeri che sono alle figure di quanti tatti sieno.
Onde assicuratomi che volendo il Cantore sapere & hauer cognitione quali sieno gl'inditij delle can-tilene che gli si proporanno dinanzi; sappia ricorrere à questa tauola vniuersale, & vedere se gli in-ditij suoi sono di Tempo perfetto, ò imperfetto; di Modo ò di Prolatione; & guardando à i nume-ri che seguitano dopò essi segni, saprà trouar il valore delle figure di ciascheduna, & applicarle doue
vanno, porò fine al presente Capitolo. Per introdurmi à ragionar del sequente, & iui dopò l'hauer
fatto alcune considerationi particulare por fine al presente Libro hauendolo ornato de tutti quei orna-menti che li fa bisogno, & li sono in questo fatto necessarij.
Stante il gran numero, & la molta copia delle cantilene fatte sotto contrarii, & diuersi segni che si trouano per il Mondo sparse: perche nel presente trattato non se ne facci piu lunga, ò altra diffusa decchiaratione. Cap. LVIII.
AL grande & copioso numero delle cantilene diuerse che si trouano sparse in queste parte e in
quelle; non è dubbio nisciuno che si douerebbono fare molto piu lunghi, ò piu diffusi ragiona-menti de quelli che io sin quì ho fatto, & che si douerebbono in questo fatto fare: & sò che
molti intenti à queste suttigliezze, & bramosi di queste cose si merauiglieranno, che hauendoli dato si
vago & bel principio, si tosto senza piu lunghi discorsi me ne voglio passar al fine; & costoro non san-no che se bene dopò l'hauer sufficientemente discorso, & ragionato del Modo, del Tempo, & delle
Prolationi, son venuto alle cantilene con diuersi segni fatte, non per volerne à lungo ragionarne: ma
per volerne sol dare vn puro & semplice principio di cognitione: Et questo sì perche le sono cose
già demesse in vn cantone, & quasi dalle Musiche moderne bandite: sì anco perche la piu parte di
queste strane, & capricciose cantilene vanno à torno per il Mondo scritte à penna; che per esser sola-mente à penna scritte sottoposte al dominio & vso particulare & non commune & vniuersale, le ho
voluto lasciar stare.
Anzi che quì in questo caso, & con questa occasione dirò che se tutti i superiori canti con tutti quel-li che seguitaranno, à tutti non corrisponderanno in quelle considerationi che sopra vi sono state fatte; non
serà perche io cosi realmente non gli habbia veduti, & dopò l'hauerli realmente veduti, con sincerità,
& fede proposti & citati: perche prima à me le citationi false essendomi di vergogna & dishonore,
non mi possano fare se non perpetuo smaccho & danno; scoprendosi in chi lo fa con questo particular
intento per dirla in due parole vn souerchio, & temerario ardire: & poi io posso ben sperare, (anzi persuadendomi credere) che i puri detti miei, & le semplice mie ragioni adutte, sieno per se stesse di tan-to potere & forza, che vinchinoogni ostinato parere, & schacino ogni pensier fallace: essendo che
ogni cosa si conformi con le regole, & le regole esser stabilite, & fondate sopra le ragioni. Et promet-to certo che ricercando con accuratissima diligenza, & fissa intentione l'approbate opere antiche, s'io
m'hauessi creduto di ritrouar quelle istesse altroue diuersamente stampate, & non somigliarsi alle pri-me impressioni, io di loro hauerei segnato gl'anni, i luochi, & gl'impressori che l'impresse; accioche per
maggior mia gloria & giustificatione, si vede quanto io sia nemico di menzogne, & della verità
amatore: ma già che tardi, io me ne sono aueduto, & conoscendo non poterui riparare escusandomi
dico: che se ad alcuno l'opere de i citati auttori li veranno per le mani con altre figure di quelle che
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si trouano notate nelle citationi, non trouerà mai che di valore sieno variate; perche io col diuiderne
tutte le parte ho voluto vedere & toccar con mano la verità di quello che io me ne voleuo seruire;
per il che se vi riguarderà bene non vi trouerà variatione se non ne gl'accidenti. Quali sieno gl'acci-denti Musicali credo che ogni vno li sappia, & sapendoli se li ricorda: & se pur non se ne riccor-dasse troppo bene, sappia che non son altro che i punti, le pause, le legature, & molti valori di figu-re, che sotto vn segno & inditio particulare, diuersamente si possano fare.
Però in quanto al trattare quì in questo Libro particulare delle cantilene che cantino per diuersi
segni, con molti capricci & segreti dentro, non se ne tratta piu diffusamente di quel che si vede, si co-me ho detto: per esser cose che si ritrouano piu in penna che altro; sì anco per esser cose che piu non
si vsano.
Per questo risoluto il dubbio del titulo superiore; & detto che se in alcun caso nelle copie che gl'in-quisitori di queste cose haueranno per le mani, le figure di questi essempij non si somiglieranno à quel-le, non serà però che le non sieno l'istesse, & che non habbiano gl'istessi valori intorno à i quali si so-no fatte le considerationi: porrò fine non solo al Capitolo presente, ma anco à tutto questo secondo
Libro per dar mano su'l terzo, & incomminciar tutti i suoi particulari ragionamenti.
Cosi piaccia à Dio che si come ci siamo condotti al fine del presente Libro, cosi ancora ci possiamo
condurre al fine del sequente. Essendo del presente questo quì il fine.
IL TERZO LIBRO DELLA PRATTICA DI MVSICA DEL R.P.F. LODOVICO ZACCONI DA PESARO, DELL'ORDINE AGOSTINIANO. Doue si tratta di tutte le difficultà delle moderne, & antiche Proportioni, & si vede in che modo le si hanno senza deffetti à formare, e formate che le si sono à cantare.
Perche nella Musica si dichi Proportione. Cap. I.
NON è cosa al Mondo tra tutte le cose naturale, artificiose, & fatte: in che secon-do l'essenza sua, & l'intelletto nostro non ci sia congruità, misura, & proportione:
poiche ò le sono materialmente, ò intellettualmente mensurabile: quelle che secon-do la sua natura si misurano, sono quelle che hanno forma visibile & palpabile,
per la cui forma loro sono atte, ouero che hanno attitudine di esser misurate: quelle
poi che secondo l'intelletto nostro possano esser misurate, sono à punto quelle le cui
specie figure & immagine, si rinchiudano dentro all'intelletto humano, & non hanno essistenza se non
in forma intellettiua: l'essempio delle prime sono tutte le cose materiale; le quali hanno per la materia
forma palpabile, sensitiua, & visibile: per il che è forza che le sieno soggette alle misure, quello delle
seconde sono tutte le cose spirituali & intellettiue, cioè col l'intelletto in spirto senza materia visibi-le, sensitiua, & palpabile intesa: come seria à dire i Pianeti, il Cielo, & le Stelle, le quali per essere
non solo da noi lontane & assai distante non si possano con mano materialmente toccare & misurare:
ma anco perche la materia loro da queste inferiori è diuersa, & dissimile.
Queste seconde cose che intellettualmente si misurano, sono da gl'Astronomi, & Filosofi parti-cularmente considerate, & poi da gl'Astrologi, Geometri, Mathematici, & Arithmetici: perche
l'Astronomo, & il Filosofo l'vno faticandosi intorno alla misura de Cieli, & delle Stelle; & l'altro
intorno alle loro materie & moti; per via d'intellettiua speculatione, & per opera dell'intelletto troua-no la lontananza, le distanze, i moti, & le loro proportioni.
Gl'altri poi come l'Arithmetico, il Giometra, & l'Astrologo se bene hanno nelle mani istrumenti,
& cose materiale con i quali ne formano le misure, & ne cauano le congruità & le proportioni: non per
questo toccano sensibilmente ciò ch' essi intendano sotto quelle misure: perche l'uno misura la larghezza,
l'altezza, & la profondità della Terra; & gli altri la distanza, la congiuntione, la ritardanza il pro-gresso, la machinatione con le conueniente misure, & gli proportionati numeri di questa cosa, & di
quella sotto quelle misure intellettualmente intese: perilche si può con buon giuditio dire, che di tutte
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le cose che sono proportionate & di misura; che le sensibile, le palpabile, & le visibile da noi con
rette misure & proportioni proportionate & misurate: & fra queste piu le manuale & artificiose,
che le pure & naturale: perche l'artefice & l'operario non può senza le proportioni & le misure ri-durre à perfetto fine veruna sua buona volontà & intentione: che ciò sia il vero da questo il se com-prende; che l'inetto & mal prattico artefice & operario per non saper proportionar le misure, & vr-dire con buono & retto ordine ciò ch'egli intende di fare & operare; spesse volte l'opera fatta & fat-tura sua conuien riffare; che non la riffaria quando che nelle preparationi & vrditure ci fossero state
le debbite proportioni & misure: & tanto piu colui di questa verità se n'auede & accorge; quanto
che nel operare li manca la vera cognitione & l'arte: poiche se bene il giuditio è bello & che le for-ze sieno assai potente; nondimeno alle dette forze & giuditio il piu delle volte mancano le proportioni
& le giuste misure: e però molti pongano le mani in questa & in quel arte per fare secondo l'Idea ò il
suo disegno vna segnalata cosa, nel farla i disegni vengano fallaci: che non veniriano se colui l'ha-uesse lasciata fare al vero artefice & proprio professore: perche per la professione & l'arte sa con
che disegno le debbano esser vdite, con qual misure esser misurate, & con che proportioni esser pro-portionate.
Essendo dunque necessario in tutte le cose artificiose & manuali le proportioni & le misure; serà
necessario di darle anch'alla Musica includendosi fra le cose artificiose.
Onde perche di sopra nel Cap. 32. del primo Libro assai sufficientemente è stato dimostrato la ne-cessità & il bisogno della misura, per non esser lei altro che numero sotto giuste misure, posto sotto so-norità tale che rende dolce & sonora harmonia: per questo è necessario ch'io dimostri, & che dimo-strandolo ogni vno sappia che cosa nella Musica vogli dir Proportione.
Però deposto quella diffinitione che dice la Proportione essere una equal distanza, per vn puro &
semplice mezzo tolta, cioè quel mezzo fra l'vno & l'altro estremo posto, che il fine & il principio
equalmente praportiona, dirò che la Proportione di Musica sia quel numero che equalmente
con equal mezzo si può diuidere: e perche fra tutti i nummeri non ci è nummero che con equalità (ser-uendo le parte integre) si possi ben diuidere, quanto che si diuide il numero ternario: per questo si dice
ch'esso ternario nummero sia nummero di Proportione: prima perche secondo gl'Arithmetici è num-mero perfetto, & nisciuna cosa è perfetta che non sia proportionata; come anco non è proportione che
non costituischi cosa perfetta: & poi perche tra il principio & il fine casca vn mezzo si equale, ch'e-gli è tanto quanto sono ciascuna delle sue parte, & tanto è ciascheduna delle sue parte, quanto è tuta-to il mezzo, dimodo che fra di loro vi è tanta congruità, & proportione che piu non vi pò essere.
Il nummero ternario dunque è causa che nella Musica si dichi proportione se bene quasi tutte le
comparatione de numeri secondo l'opinione de Theorici si chiamano Proportione & è in quella vol-ta che comparando esso nummero ternario al nummero binario, s'adattano le sue figure sotto tatto ine-quale; proprio & vero tatto di Proportione.
Per hora basta questo; perche se nel primo ragionamento io introducessi di molte cose, tutte quelle
cose insieme fariano che il meglio, & quello che piu importa fosse con assai difficultà inteso; il che non
fa per chi poco intende, ò per chi s'affatica di sapere.
Quello che si douerà dire intorno alla distintione & cognition loro, si dirà quì ne i sussequenti Ca-pitoli con la maggior breuità et chiarezza che sia possibile, essendo cosa meriteuole d'esser ben trat-tata & dal qual si voglia Musico bene intesa, per hauerne vna uera notitia, & vna propria co-gnitione.
Che cosa particularmente nella Musica s'intenda sot-to il nome di Proportione. Cap. II.
VOlendoci noi meglio assicurare per qual cagione nella Musica si dichi proportione non è ma-le di ricercare che cosa sotto vn nome tale s'intenda: perche col ricercar tal cosa veniremo in
cognitione di alcune particularità che ci daranno inditio manifesto di che s'intenda, ò s'hab-bia da intendere quando i Musici dicano Proportione: poiche vedendo noi come i Theorici sot-to questo nome comprendono tutte le comparatione de nummeri che possano essere infra se stessi
comparati; veniremo in questa consentanea & particulare oppinione: che Proportione
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nella Musica non possi essere se non la particulare comparatione che si fa del numero ternario al bi-nario sotto l'inteuento del tatto inequale; attento che se bene il nome di Proportione si adatta à tutte
le comparatione & oppositione de numeri; non per questo tutti i numeri opposti & comparati si po-tranno dire Proportioni: prima perche infra de molti non vi cascheriano le debbite distanze e i debbi-ti interualli equali che sogliano entrare infra tutte le cose ben proportionate; & poi i mezzi de vna
quantità de numeri veriano tutti diuisi, & non vi seria l'intiero mezzo; ma solo vna parte.
Et però tutti i numeri alla diuision ternaria sproportionati, non possano caddere sotto proportio-nata diuisione: la diuision Proportionata è quella che in tante parte equale si diuide senza superiorità
di nisciuna parte: come il tre che si diuide in tre parte equale, & nisciuna parte è maggior del'altra, ne
tutte dua fanno per piu di dua delle sue parte.
E però fia bene di sapere che quando i sopradetti Theorici dicano Proportione, intendano quella
gusta misura che casca tra le figure contenute da questo tatto: in questo modo che opponendosi il dua
al vno, tre, quattro, cinque, & ogni altro numero, s'adattano tante figure di tatto sotto vna tal misura
quanto dimostra il numero opposto: & perche vi cascano senza difformità & diffetto; per questo à
qual si voglia oppositione dicano Proportione; volendo che si come gl'Arithmetici dicano à qual si voglia comparatione di numero Proportione, essendo collocate le distanze sonore infra tanti nummeri, per
questo ancor loro le chiamano tale: Ma i prattici che non vanno dietro alle conuenienze Arithmeti-che, se bene la Musica si compone de numeri, non per questo vogliano altro dell'Arithmetica che la denominatione de numeri per seruirsene è dire seconda, terza, quarta, quinta & c.
E però volendo io seguitare lo stile de Prattici, non ragionando io d'altro che di Prattica, considerato questo nome di Proportione vn poco piu particularmente, lascerò di dire che le comparatione che si
fanno de nummeri sieno Proportioni: & dirò solamente che Proportione nella Musica ordinaria,
non vuol dir altro che vna cantilena cantata sotto l'amministratione del tatto inequale, tolto questo mo-do di dire, dalla gran proportionalità che casca infra vna figura & l'altra che con vna equalità mira-bile entrano sotto d'vn tatto inequalmente formato; sopra di che non è da merauigliarsi, se queste canti-lene solo chiamano Proportione; e perche volendole cosi indifferrentemente chiamare con tutte quante
l'oppositone de numeri, non si formeria distintione tra le cantilene del tatto equale, & quelle del ine-quale; & si potriano ancora tutte le cantilene ordinarie con questo nome di Proportion chiamare.
Con che mezzo si distiunguino le Proportioni dall'altre can-tilene. Cap. III.
PEr procedere con quella distintione che si deue, & che sin quì si è proceduto; ricercato quello
che nella Musica s'intenda sotto il nome di Proportione, hora fa bisogno di dimostrare
qual sia il mezzo che ne da la vera distintione delle cantilene ordinarie & commune, dal-le proportionate: perche qualunque volta che noi non sapessimo qual sia il detto mezzo, facilissima-mente potressimo commetter errore; & con l'errore fallo irreparabile.
Però il mezzo che distingue le Proportioni non è altro che il tatto inequale, che con la sua inequa-lità ne le distingue: che ciò sia il verò, appertamente il si vede; che le figure cantabili tutte d'vna istessa
foggia senza variatione alcuna di piu ò manco valore, tanto nelle cantilene ordinarie, quantoche in
quelle di Proportione entrano in una istessa maniera: & se pur alle volte le vengano agumentate, que-sto non è per altro che per alcune oppositione di figure, le quali in Proportione hanno autorità & iu-risditione di alterare, ò d'agumentare le sue piu propinque à se di valore inferiore: & non che sempre
le habbiano da esser tale: che cosi altre seriano le figure delle compositioni binarie, tolte per quelle nelle
quali si sumministra il tatto equale; & altre serieno quelle di Proportione: & benche le fossero simile in
quanto alla forma, nomdimeno le haueriano altro valore.
Per questo le figure se ne rimangano sempre l'istesse, et il tatto si uaria; secondo la cui uariatione si distinguano le cantilene ternarie dalle binarie.
Onde è da notare che non per altro le cantilene binarie non sono, ne si possano dir Proportione,
solo perche il detto numero non ha mezzo col quale possa i dua suoi à se equali estremi propor-tione, come il numero ternario; il quale con vna equalità mirabile li proportiona: e però i Mu-sici antichi à questo ternario nummero solo dissero Proportione, & alla comparatione de gli
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altri numeri dissero Dupla, Tripla, Quadrupla, & c. perche ogni altro numero ò che non ha le parte,
& il mezzo equale à potersi proportionare, ò che hauendolo non è altro che vn numero raddoppiato,
come per essempio il numero 6. per le sue parte equale si può proportionare, col porne dna per parte:
ma questa sorte di diuisione è piu tosto vn raddoppiamento di numero che semplicemente con sempli-ci mezzi proportionato.
Et si come i canti orditi & composti con gl'ordini, & con le regole del numero binario, hanno il tat-to che congruamente con equal proportione li misura; cosi quelli che sono composti con gl'ordini, & le
regole del ternario, hanno non solo il tatto che con proportionalità li misura: ma anco le figure che
sotto di lui sono atte à render compita ogni Proportione.
Per questo alcune volte quell'istesse figure che in vn luoco vagliano à vn modo, nell'occasione d'al-tre figure ò di pause vengano à valere à vn'altro.
Il mezzo dunque che distingue le Proportioni dall'altre cantilene non è altro il tatto inequale;
il quale formandosi la sua diuisione in tre parte equale, per forza conuiene à esser contenuto dal nume-ro ternario primo numero di vera proportione, in quel modo à punto che diuidendosi il tatto equale in
dua equal parte formano il tatto equale, dalla cui equal diuisione, ne nasce la binaria denominatione,
per contenere in se solamente due figure come ogn'uno vede.
Quale sieno quelle figure ch'entrano nelle Pro-portioni. Cap. IIII.
SE nel formar delle Proportioni si hauesse voluto formare altre figure diuerse da quelle che
sono già state formate per le cantilene ordinarie, che sono quelle che già sono state poste di
sopra nel primo Libro particularmente nel Cap. 34.si haueria hauuto assai che fare; non solo
intorno alla nuoua inuentione, ma anco intorno alla demostratione, & loro decchiaratione: perche quel
tanto che è stato detto delle otto prime che sono quelle che seruano à tutte le cantilene binarie, seria sta-to necessario di dirlo intorno alle nuoue figure delle Proportioni: & poi piu tosto la inuentione seria
stata fallace vana, & inutile; che chiara, facile, & gioueuole: per questo fu giudicato esser meglio di
seruirsi delle prime, che farne dell'altre; accioche l'altre non apportasssero seco confusione.
E però si vede che tanto le cantilene ordinarie, quanto che quelle di Proportione sono composte con
le medeme figure, & la differenza non consiste in altro che nella variatione del tatto, & nel valore
di dette figure ch'alle volte eccedano il naturale: doue che in quanto alle figure siamo certi, & sicuri
che quelle delle compositioni binarie, seruano anco alle ternarie secondo la natura & il bisogno di do-uer esser proportionate.
Et si come nel precedente Libro, & nel primo particularmente nel Cap. 34. habbiamo veduto che
le figure Musicali sono diuise in due parte, & si dicano figure maggiore & minore, cosi ancora
secondo la sudetta diuisione, le Proportioni si seruano piu delle maggiore che delle minore, come
di quelle che meglio, & con piu attitudine formano i proportionati tatti.
Onde se bene si distinguano le figure; non per questo si dice vna parte sola vi possa intrare;
perche vi entrano tutte dalla Semichroma in poi; le quali secondo che nelle cantilene ordinarie due
Semibreue ouer due Minime sogliano formare vn tatto; cosi ne i canti di Proportione tre dell'una
ò dell'altra sorte ve ne sogliano entrare: & questo perche col mezzo della Breue, ouer Semibreue si
suole formare ogni Proportione: ne mai si troua Proportione che non sia segnata, ò che non presu-ponga il Tempo: che se altrimente fosse non si seria ragione che piu tre Semibreue ò tre Minime
facessero vn Tempo di Proportione che tre Massime, tre Longhe, tre Breue, tre Seimiminime, ouer
tre Chrome: & stante queste difficultà & dubbitationi, per intelligenza & chiarezza de cantanti,
ogni volta che si volesse dimostrare vna Proportione, bisogneria nelle cantilene metterci un segno che
dimostrasse il canto Proportionato; & un'altro che dimostrasse quale figure fossero di Proportione;
il che non seria senza gran difficultà, & errore, potendo spesso il Cantore star in dubbio qual figura
per Proportionalità, in Proportione si douesse alterare: poiche le Proportioni col segno del Tempo,
dimostrano i qual figura caschi le dette alterationi.
Per questo si dice che seria stato cosa vana, & danneuole il dire che tre Semib. ouer tre Minime
formano un tatto di Proportione: quando che le dette Proportioni si hauessero potuto segnare senza segno
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di Tempo; essendo esso Tempo nella Musica, come nella materia la propria, & vera forma: Et
poi se si hauessero potuto dimostrar le Proportioni senza Tempo, senza verun proposito seriano state
le alterationi: perche chi bene, & maturamente considera qual sia la causa perche nelle Proportioni
sieno alcune volte le figure alterate; ritrouerà che non per altro le si alterano che per equiparare;
cioè per vguagliar i Tempi, & distinguere questo Tempo particulare da quest'altro.
Le figure dunque delle Proportioni sono le figure ordinarie, & quelle piu proprie & particulare
che formano sotto li segni del Tempo i loro tatti.
Ma se alcuno brama di sapere perche causa i Compositori Antichi & moderni, nel comporre le sue
Proportioni non si sieno seruiti della Semichroma, & Bischroma se li dice; prima perche seria trop-po gran fatica al Cantore di portare tanta gran quantità di figure sotto il valor d'un tatto: & poi
perche anco potendole portare, le non haueriano forza d'informar le Proportioni: ma piu tosto le
fariano effetto di gorgia, di passaggiò, ò le pareriano qualche colloratura: ò pur vogliamo dire che
le non ci entrano per quella causa che anco non entrano nelle compositioni ordinarie: che in somma poi
non è per altro che per la loro troppo prestezza, & velocità: anzi che per l'aggionta, & multiplica-tione che bisogneria fare di otto Chrome alle dodeci, le Chrome ancora non vi c'entrano se non in oc-casione di cadenze, come anco le Semichrome ne i canti ordinarij & communi: & si come i canti or-dinarij & communi, nell'atto del cantare da altro non si conoscano che dalla Breue, ò dalla Semibreue,
percioche con il tatto ò l'una ò l'altra sogliano entrare: cosi ancora i canti di Proportione si conoscano
nell'atto del cantare, quando riceuano vna Breue, & quando vna Semibreue.
Onde per esser piu chiaro dico, che si come nel Primo Libro habbiamo veduto che per inditio & ra-gion di Tempo hora si deue porre vna Breue per tatto, & hora vna Semibreue: che cosi ancora nelle
occorrenze di Proportione con l'istessa consideratione del Tempo in cambio di considerare & porre
due figure per tatto, se ne poneranno tre: di modo che se il Tempo ricerca due Semibreue se ne po-ranno tre, se due Minime, giungerli la terza, & farle essere tre.
Cosi non solo si haueranno le figure che entrano nelle Proportioni in generale: ma anco, s'haueran-no quelle che vi entrano sotto il tatto in particulare che seranno le tre figure dell'una ò dell'altra
sorte.
Questo nel presente Capitolo bisogna notare che nelle Proportioni imperfette non entrano se non
quelle figure che sono di natura bianche, le quali sono dalla Massima sino alla Minima, escludendosi
le figure che sono naturalmente negre come la Semiminima, & l'altre sue inferiori: il che non per al-tro si fa, solo perche nelle Proportioni nisciuna figura si può oscurare per renderla imperfetta che di
natura non sia bianca, di modo che formandosi la Proportione imperfetta tutta di figure negre;
quelle figure che sono per natura tale non vi possano entrare, perche confonderiano le Minime che
sono fatte per l'oscurità simile alle Semiminime come piu diffusamente vederemo nel suo particular
ragionamento: ne di ciò bisogna merauigliarsi, attento che se le fossero di quella iurisdittione che sono
le perfette, cioè di hauer tutte quelle figure che hanno loro, le non si potriano chiamar tale quale
le si chiamano: poiche in altro non seriano differente, solo in quelle poche figure che potriano esser
perfette & imperfette.
Perche causa nella Musica si dicha numero binario, & ternario. Cap. V.
DVe solamente sono le figure che si considerano nel tatto come nel primo Libro è stato detto,
cioè la Breue, & la Semibreue, le quali si considerano come figure formatiue, & costitu-tiue di detto tatto; cioè come quelle che senz'altro aiuto, & mezzo constituiscano, & for-mano vn tatto: Et perche il valore dell'una, & dell'altra si può in parte diuidere, lasciando tutte
quelle diuisioni multiplicate che non fanno à proposito, & tolto la diuision semplice come diuisione
piu perfetta: con esso tatto si diuide il valore di ciascheduna sua figura in duplicato, & triplicato
valore: per questo si dice che si come si diuide in due; ò in tre parte qual si voglia particular
tatto, che cosi ancora quelle figure che cascano sotto la detta diuisione, instituiscano vna
particular denominatione, cioè se il detto tatto si diuiderà in due parte; quella diuisione si di-rà binaria, se in tre ternaria: & secondo la diuisione si ritrouano quelle figure che in quantità equale
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rileuano tutto il tatto; come seria à dire, due Semibreue ouer due Minime; equalmente rileuano il va-lor di una Breue ouer Semibreue contenuta sotto un tatto: & tre il medemo adattando il tatto che con
equalità le releui: & facci che diuidendosi il tatto in tre parte, ciascuna habbia la sua senza pregiuditio
delle altre due compagne. Cosi da queste due diuisioni, che si fanno nelle attioni del tatto, n'è venuto questo dire; diuision binaria, & diuision ternaria, che non vuol dir altro, solo quella quantità di figure che
vanno sotto i tatti in quantità di dua, ouero di tre: che in somma è considerar vn tatto diuiso in dua ouer
tre parte; con questo però che le parte sieno equale & non vna dal'altre discrepante, & se il tatto si ha-uesse potuto senza diuisione ò dimensità dimostrare; difficil cosa seria stato il trouare questa binaria &
ternaria diuisione; perche si haueria per cosa certa ch'egli fosse indiuisibile; & di più se difficil cosa
seria stato il trouare la diuision binaria; molto piu difficil cosa seria stato il trouar la ternaria; con tut-te l'altre diuisioni di Sesquialtere: perche quel principio che à noi è piu lontano, incognito, & distante,
tanto piu i suoi mezzi & le sue parti sono da noi distante, incognite, & lontane, & essendo i principij
de numeri Musicali da noi lontani, incogniti, & distanti; douemo dire che molto piu distanti incogni.
ti & lontani ci seriano stati i suoi mezzi: & però si come per uia delle dimensità & delle diuisioni è
stato facil cosa à trouare la diuisione & dimensità binaria; cosi anco è stato facil cosa à ritrouar la ter-naria; essendo che i numeri maggiori sempre deriuano da i minori come da principio relatiuo, che ben si
vede che se non fosse vno non seria il dua, & se non ci fosse il dua, non ci seria il tre, procedendosi al infi-nito si come al infinito numero possano tendere: dimodo che dalle due figure ch'entrano sotto il tatto
equale, si dice canto bianrio, & dalle tre ch'entrano sotto l'inequale si dice ternario, cose che per l'vso &
la similitudine ch'hanno con le cose che si riducano in atto visibile, non hanno bisogno di longa ò molta
decchiaratione, chi non volesse senza proposito quel ch'è chiaro & manifesto, con assai parole starlo à
decchiarare.
Perche causa si pone la zifra ternaria nel principio delle Proportioni. Cap. VI.
CHi stimasse, ò si credesse che il non porre la zifra ternaria nel principio, & nella introdutione
delle Proportioni fosse bene: s'inganeria si fattamente, che non solo si crederia il falso; ma col
crederlo anco, presuporia che le Proportioni fossero specie simile alle specie di oppositi numeri
contenute da i cinqui generi delle oppositione principali.
Onde accioche si sappia perche causa i Musica nel introdurre le Proportioni nelle cantilene l'in-troducano con la zifra ternaria, e da sapere; che se non fosse la natura delle figure di potere in quel mo-do che ne vanno dua, quattro, otto, e sedeci per tatto; andarne tre, cinque, sei, sette, noue, ò diece, non se-ria necessario altrimente d'introdurle con essa; poiche basteria solo che nella intrata le se introducessero
con i segni del Tempo particulare delle Proportioni che serieno abastanza: ma perche il Tempo delle
Proportioni è il Tempo perfetto trauersato; il quale per sua natura non solo serue alle Proportioni, che
anco può seruire in far cantare le cantilene perfette secondo le misure & quantità di figure pertinente
al tatto della Breue: per qnesto qualunque volta che si hanno da introdurre ouer proporre Proportioni, per Proportioni vere & reale: sempre le s'introducano con le zifre: à differenza di quelle Propor-tioni che per sua natura si possano cantare sotto l'vno & l'altro tatto: ne però si merauiglino alcuni che
io dica che ci sieno Proportioni che si possano cantare sotto l'vno & l'altro tatto: perche alcuni vogliono che gli antichi nelle Proportioni non adoperassero zifre: ma solamente il circulo trauersato, & que-sto lo prouano con quello che anch'io altoue ho detto, cioè che molte compositioni delle loro sono con il
circulo trauersato, & riescano meglio, (non solo quanto all'effetto quant'anco al modo di cantare) sem-pre mai che sono cantate in foggia di Proportione: e però volendo io che si sappia come non repugna,
vna cantilena segnata con il circulo trauersato potersi cantare e per Proportione e per cantilena sum-ministrata d'inequalità di tatto & di figure, & nota che la zifra ternaria, solamente non è atta à dimostrare
maggiore che è la ternaria: cosi siamo obligati à porui la minore che è la binaria: perche in quanto alla
oppositione è oppositione contenuta nelle vniuersale Proportioni d'inequalità di figure; & per questo
vi si pongano le zifre: ma poi in quanto al inequalità del tatto vi si pone il segno trauersato; il quale
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con l'accompagnamento delle zifre dimostra le Proportioni vere.
Ogni volta dunque che si doueranno proporre Proportioni, l'obligo & il douere delle regole voglia-no che le si habbiano da proporre con le zifre non semplice; ma accompagnate; & con il Tempo tra-uersato: & chi credesse che bastasse una zifra sola senza Tempo s'inganna: perche se sola bastasse,
l'accompagnarla seria superfluità, & non bisogno: & non bisognando sin hora daTheorici seria sta-ta reprobata.
Se necessario la zifra binaria nelle cantilene commu-ne. Cap. VII.
NOn mi è parso di pretermettere nel ragionamento presente l'inquisitione della zifra binaria:
si perche la ternaria me ne da occasione; si anco perche dall'absenza si venirà in cognitione
di quanta autorita ella sia; & quanto nelle cantilene faccia la sua presenza.
Però in quanto à questo: si ha da sapere che si come non si troua altro tatto che il tatto equale &
inequale; che cosi ancora non si troua cantilena che nelle Musicale diuisioni, non si diuida in binaria
ò internaria; & stante queste due diuisioni le non se dimostrano con altro segno che con questi 2.3. i quali collocati immediatamente dopo li segni del Tempo dimostrano la quantità delle figure che si conten-gono sotto vn tatto: onde qualunque voltà che le cantilene sono senza zifre, segnate con i semicircoli tutte le si chiamano cantilene binarie: perche sotto ogni tatto vanno due figure, & se le non gli vanno sem-pre, gli vanno almeno l'altre in quantità tale che rileuano quel valore, & fanno che distintamente
vadino le figure sotto il tatto in quantità di dua, di quattro, di otto, ouer de sedeci; numeri sempre con
il dua in simil quantità multiplicati, come tutti veggano: Et perche fra le diuisioni binarie & ternarie
le binarie sono le più communi & le piu familiare; dal vso credo se non da altro è stato il segnarle con il dua segno delle binarie cantilene; & hora non è piu necessario, attento che il se c'intende sem-pre senza altro inditio ò manifesta positione: Anzi coloro che ce lo pongano, col porcelo non fanno altro, se non che pongano il ceruello à partito di qualche buon cantante, à fare ch'egli non sappia in quel
caso se quella nouità et positione di numero faci altro nuouo effetto in quella cantilena, di quello che fa-ria la sua absenza, e però ogni volta che dopo i sudetti segni del Tempo si trouerà la zifra binaria; si
ha da sapere che la sudetta zifra tanto fa, quanto che se la non ci fosse; perche oue lei manca & non è;
la natura ve la presupone; & è assai meglio à non porcela che ponendocela porre à periculo qualche
buon concento & delicata harmonia: per causa che le cose nuoue sempre apportano merauiglia, & la
merauiglia dubbio; per il cui dubbio spesso sortiscano de gli errori, & falli: il che piu nella Musica
si debbe fuggire che in altra artificiosa operatione: come altre uolte è stato detto: essendo ch'ogni poco
di disordine & di errore, porta periculo che non la disolui, & che al tutto non la ruini & guasti.
Et come di disturbo & di disolutione, non si doueria dubbitare: se incambio di torre dalle cantilene le
oscurità & le dubbitationi, leuandole quei numeri che senza porceli vi sono intesi, col porueli le si fa-ranno dubbiose & oscure?
Però con il presente Cap. si auertiscono i cantori à non lasciarli scorgere dalle capricciose inuentio-ni de molti compositori; i quali si credano di hauer trouato qualche gran bel secreto, quando segnano
vna cantilena commune con la zifra binaria assignandone questa ragione, che gl'antichi spesse volte
lo soleuano fare: & non fanno che gl'antichi l'hanno fatto nelle quantità delle variationi; ò in altre occasioni, che assai hauerei che fare à volerle quì raccontar tutte: possiamo ben presuporre che al tempo
anticho le si douessero vsare, come quelli che indifferentemente soleano vsare le Proportioni, & l'altre
cantilene: ma hora che il tempo & gli moderni ce le hanno tolte, non è se non bene à lasciarle stare por-tendo si gran periculo quanto che habbiamo veduto.
Quel ch'io dico della zifra binaria intendo sempre di dirne semplicemente ne i sudetti semicircoli:
perche altroue, & in altre occasioni fanno altro effetto come nel Lib. precedente si è veduto, & come
ogni persona giuditiosa dalle cose che sin quì son state dette senz'altro può giudicare.
Che differenza sia da Proportione, Tripla, Sesquialtera & Emolia. Cap. VIII.
L'Vso che hanno posto i moderni nel chiamare con improprii & diuersi nomi le Proportioni:
ha fatto che il nome di Tripla, Sesquialtera, & Emolia; confonda le Proportioni: & il no-me delle Proportioni le Emiolie le Sesquialtere, & le Triple: perche alle volte diranno Ses-quialt. à vna Proportione, Proportione à vna Sesquialtera, ouero tripla à vna Sesquialtera, & à
vna Proportione: per il che hora si vede che non solo vna gran quantità de buoni Cantori non sanno
propriamente quale sieno le Proportioni, le Sesquialtere, le Triple, & l'Emolie: ma anco con essi loro
vn gran numero & vna buona parte de Compositori non l'intendano: perche se l'intendessero, ò se l'ha-uessero intese; non si vederiano le loro opere & compositioni, si sporche & mal ordinate girsene sotto le
stampe, & dalle stampe in queste mani e inquelle; dando occasione à i dotti & intelligenti che sanno
queste cose che di loro fabrichino cattiui concetti; et habbino occasione della loro ignoranza à ragionare.
Questo, secondo il parer mio nasce, dal poco studio che fanno nella professione di Musica quelli i
quali con il comporre s'acquistano nome di Compositore.
E però mi pare che non solo sia conueniente & buono il torre & diuertir quest'abuso del Tempo
presente: ma anco opportuno è necessario, per correggere & emendare il Tempo auenire: poiche lasciandolo cosi scorrere, ne seguiriano dua non piccioli errori: prima ò che il male si faria maggiore, stante la
regola che dice, come da vn picciolo errore che si commetta, molti poi ne seguitano: ò ch'egli rimanendo
sempre tale, sempre si commetteria vn medemo errore; & cosi serieno co i Cantori, i Compositori anco
da gl'intendenti tenuti per ignoranti: Oltra che con il Tempo si potriano destruggere le buone regole, et
perdersi à fatto à fatto la loro vera intelligenza et cognitione: per questo si ha da sapere che altro è
Proportione, altro è Tripla, altro è Sesquialtera, & altro è Emiolia: perche se particularmente la Ses-quialtera, la Tripla & l'Emiolia fossero vna cosa istessa con la Proportione, ne seguiriano questi inconuenienti; prima che i sudetti termini & nomi fossero Sinonimi che è tanto quanto che dire piu nomi si-gnificare vna cosa; del che la Musica non ne ha bisogno, potendo la quantità de nomi in essa generar
confusione, & non chiarezza si come ne ha bisogno & se li ricerca, non potendosi senza confondere quel
che si dice, ò di che si tratta vna cosa in lei con piu nomi nominare & dire: & benche paia che sia lecci-to, & che si possa fare; poiche ancora si dice tatto, misura, tempo, & battuta al atto che si fa per voler
trare dalle figure Musicali il sonoro valore; non per questo si debbe arguire, & arguendo concedere
che stia bene alle Proportioni, alle Sesquialtere, alle Triple, & alle Emiolie hauere piu nomi & sotto
piu termini significare vna cosa medema: perche prima le sono cose tutte da vna al altra diuerse & differente: & poi quando le cose per multiplicati termini & nomi non possano significar altro, i Sinoni-mi non la possano variare: ma quando le possano hauere altro significato, facilmente con i Sinonimi si
passa da una significatione al altra: Et poi quanto al chiamar il tatto con i superiori nomi; si ha da sape-re che quando le Musiche da Compositori sono composte, in quattro modi si possano considerare: pri-ma secondo il tempo sotto del quale si ordinano le figure à esser rette & cantate; secondo la misura con
che le si debbano modulare; secondo il tatto per il quale l'orecchie ne odano il concento & l'harmonia,
& vltimamente secondo le Theoriche diuisioni che sono quelle con le quali i Compositori le misurano
& adattano sotto le misure binarie ò ternarie, onde perche tutte queste quattro considerationi versano
intorno à quella attione che si fa per dare alle figure il suo valore & trarne le sonore & harmoniose
dolcezze: per questo dico che quel atto diuersamente è stato nominato: non potendosi col nominarlo in
diuersi modi dare occasione d'intendersi vna cosa per vn'altra; ma chi volesse con diuersi nomi massi-mamente con gl'improprij nominar le Proportioni, commetteria grandissimo errore & daria materia
& occasione di gran fallacia, appartenendo quei nomi ad altre cose particulari.
Vogliamolo noi meglio vedere: consideriamo questo, che se le Proportioni fossero vna cosa istessa
con le Triple, le Sesquialtere, & l'Emiolie; ne sequiria questo che le figure di tatto in occasione, tanto nella Tripla, quanto che nella Sesquialtera, potessero essere alterate; il che è falso, & non è da dire se-condo che si vederà in tutte le particulari specie delle Sesquialtere, & del primo genere de gl'oppositi
numeri. Molt'altre ragioni si potriano adurre in prouare che le non sieno l'istesse; le quali si lasciano
al ben giuditio del speculatiuo lettore: perche alla intelligenza de prattici, sono assai meglio le dimo-strationi chetutte le sottigliezze & le speculationi.
page 137Però dico che Proportione è vn nome generico secondo il parere de Theorici come è stato detto di
sopra nel Cap. 2. di questo Libro & abbraccia tutte quante le comparationi & oppositione de nume-ri; ma restringendolo al proprio & sensato suo significato, non è altro che una oppositione di ternario
numero sotto inequal tatto & diuisione sumministrato; & si diuide in quattro specie.
Onde accioche meglio si sappia & in che modo si possa dire, ò in che modo essi Theorici dicano
Proportione alla Tripla, Sesquialtera & c. si ha da sapere che si come, homo, nel Idioma lattino quan-tunque significhi l'huomo & la donna non per questo si nomina mai la donna sotto quel nome: per-che qnando in quello Idioma si dice, homo, s'intende maschio & femina: altrimente l'vno è l'altro si no-minano sotto nomi particulari; rimanendo sempre questo termino, homo, al huomo, & non mai al-la donna se non in quella occasione che habbiamo veduto: Cosi troua questo nome di Proportione
che serue à tutte le comparatione de numeri per esser lei vna delle principali: doue che volendole dire
& accomodare alle Triple alle Sesquialtere & al altre; bisogneria dire Proportione di Tripla, Pro-portione di Sesquialtere & c. perche con il nome di Proportione s'intenderia la comparatione del numero; & agiungendoli poi Tripla & Sesquialtera: s'intenderia à qual particular specie d'opposito nume-ro fosse fatta la comparatione: ma dicendosi Proportione senz'altro accompagnamento di nome si co-me s'intende, homo, per huomo, & non per donna; cosi ancora Proportione s'intende per la comparatione del numero perfetto & principale, atto à essere inequalità proportionato.
Questo essempio del huomo se bene non si somiglia in tutto, almeno si somiglia in qualche parte: per-che à questo proposito volendo dimostrare l'vniuersalità di questo nome Proportione, non si troua es-sempio migliore: & credo anco che il ragionamento fatto basti in dimostrare come si possa dire Pro-portione alle Triple, Sesquialtere, & alle Emiolie: ma per vn dubbio che mi nasce di non esser
creduto non voglio restar per nulla di non dir questo, che se queste specie particulari non fossero diffe-rente dalle Proportioni, le potriano equiparare & proportionare i suoi tatti quando fossero imperfet-ti: & se le hauessero tale & tanta auttorità, l'auttorità si estenderia anco nella Quintupla, Settimu-pla, Nonupla, & in tutti i numeri inequali: perche quella ragione che è della Tripla, è anco della
Dupla, Quadrupla, Quintupla, & l'altre: il che quanto sia falso lo demostrano tutte le compositio-ni antiche; che ogni volta ch'hanno hauuto dibisogno di mostrare la Dupla, la Tripla, la Quadrupla,
con tutte l'altre sue specie sequenti, l'hanno dimostrate senza alteratione, ò perfettione de figure;
Essendo queste specie vna semplice oppositione di numero separate da tutte le perfettione & altera-tioni. Et nota che tanto piu la Proportione non è Tripla: quanto che propriamente la Tripla è l'op-positione del numero ternario all'unità, & non al numero binario; cioè quando si oppone il tre all'uno,
escluso le perfettioni & le alterationi.
Et quando si oppone il tre al dua, se si oppongano con alcun segno di Tempo sempre l'oppositione
denota & dimostra Proportione; pur che c'intrauenghino le sue debbite figure: ma se i detti numeri
sono opposti senza il Tempo, & con altre figure; allhora non serà Proportione; ma specie di Sesquial-tere, ò d'altri generi: & se alcuno volesse dire che quando si oppongano i numeri sempre ò che sono
opposti con il Tempo, ò che lo presupongano; se li risponde e dice che le specie delle Proportioni non
si possano introdurre senza il segno del Tempo, ne etiam introdutte introdurne vna dopò l'altra col
mezzo de numeri come si può fare delle specie delle Sesquialtere.
Onde per non versar sempre intorno alle speculationi, essendo cosa assai difficile d'intendere i ragio-namenti alti senza dimostratione di sensato essempio, riserbandomi di mostrar gl'essempij di Propor-tione altroue ponerò quì per ordine gl'essempij delle Triple delle Sesquialtere, & dell'Emiolie: ac-cioche si vegga quel che l'una e l'altra sia. Ogn'uno dunque rimiri & consideri questi tre infrascrit-ti essempij tolti nel Libro di Henrico Lictenfelse.
[Music example]
Sopra questi essempij è da votare la praua, & falsa opinione d'alcuni moderni, i quali hanno mo-strato ne i loro impressi essemplarij la Emiolia maggiore & minore, formando la minore con le supe-riori figure, & la maggiore con le Breue oscure: come se infra l'Emiolia, & la Proportione imper-fetta non ci fosse differenza alcuna: Et nondimeno, nel ragionar che fanno, & nelle vniuersali re-gule che ne danno, conuengono con tutti gli altri espositori & dicano che Emiolia è una parola Greca,
che tanto nella nostra lingua sona, quanto che Sesquialtera: ma se le Sesquialtere secondo che dice
Sebaldo Heyden, & con esso lui Henrico Lictenfelse è l'oppositione delle tre Minime alle dua, cioè
quando che alle due Minime che sono constituite sotto vn tatto se ne oppongano tre; come dunque
voranno formare l'Emiolia maggiore & minore, senza non confondere le Proportioni?
Però è da sapere che secondo le vere regole, & gl'essemplarij veri; & particularmente secondo i
superiori essempij. Sesquialtera è vna semplice oppositione di tre figure di Minime alle dua, la quale
si mostra senza Tempo; perche ponendocelo è cosa vana & superflua; di modo che essendo l'Emio-lia l'istessa Sesquialtera fatta di figure negre; tra l'vna & l'altra non vi serà differenza alcuna; so-lo che la Sesquialtera serà di figure bianche, & l'Emiolia di figure negre; le quali perche sono oscure
possano essere introdutte in qual si voglia luoco senza nisciuno interuento di numero.
Ecco dunque la decchiaratione che cosa sia Emiolia & Sesquialtera, & come la Sesquialtera, &
l'Emiolia non si può dir maggiore ne minore: sì per le ragioni adutte, sì anco perche essendo specie del
genere Superparticulare, la Sesquialtera solamente veniria à esser maggiore & minore, & non la
Sesquiterza, la Sesquiarta, la Sesquiquinta, & l'altre sue compagne.
Et se bene l'Emiolia habbia le figure simile alle figure della Proportion minore imperfetta: non
per questo: le sono vna cosa istessa, perche secondo i scrittori, & gl'essemplarij antichi, ò che l'Emio-lia non entra mai in tutte le parte, ò se pur vi ci entra sempre, riserua il suo essere senza mutatione di
tatto, come di ragione l'osseruano tutte l'altre specie di Sesquialtere.
Da questo è nato l'errore che le Proportioni non sono conosciute per quelle che le sono; & che le
Triple, le Sesquialtere, & l'Emiolie sono tolte per Proportioni; cosa assai d'importanza, & di gran-dissima consideratione.
Onde per non tediare il Lettore esposto tutto quello che intorno à ciò si douea esporre: si conclude
in fine che Tripla, Sesquialtera, & Emiolia sono specie d'alcuni diuersi generi che in breue siamo
per vedere: & che le Proportioni sono alcune altre diuerse specie di figure inequale sotto il ternario
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numero constituite, & sotto vna inequalità di tatto sumministrate; stante il famoso detto, & la ra-gola vniuersale che dice dalla inequalità di figure nascere qualunque specie di Proportione; per l'inequelità del numero. Si come il senso, & la ragione ne fanno indubitata fede.
Con qual sufficiente mezzo si proua che Tripla, Sesquialtera & Emiolia non sieno Proportioni. Cap. IX.
OGni volta che le genti sentissero il contrario di tutto quello che sin quì s'è detto intorno alle
Triple, le Sesquialtere, & l'Emiolie, & che tenessero per certo secondo l'vso presente; oue-ro abuso che vogliamo dire; che queste specie sieno Proportioni, non ostante le ragioni su-periore adutte, voglio con poche parole breuemente dimostrarlo meglio; accioche si creda al vero, &
si lasci di seguire il falso: hora si gagliardamente in questo radicato.
Però ricerchiamo di gratia vn poco, se la varietà de oppositi & comparati numeri ricerchino va-rietà di tatto; ò pur tutti seguitano vn tatto istesso, che vederemo, come non possano esser contenuti, &
sumministrati se non sotto il tatto equale: pigliamo la Dupla, & la Quadrupla che chiaramente
vederemo non poter esser cantate se non sotto il tatto ordinario: dipoi pigliamo vna Quintupla, vna
Sestupla, & c. che in summa serieno questi numeri
[Music example]
all'vnità comparati, che vederemo non potersi can-tare altrimente: anzi che s'alcuno dicesse che la
Dupla, & la Quadrupla vanno cante sotto il tat-to equale, & che la Quintupla & l'altre si cantano
sotto il tatto inequale, io direi che di gratia mi mo-stri vn poco, come il genere Multiplice habbia specie che sieno infra di loro diuerse, & di auttorità
differente, ch'allhora mi sottoporrò à qual si voglia parere: E però essendo specie tutte d'una me-dema sorte in quel modo che si cantano le Duple & le Quadruple; in quell'istesso modo si cantano le
Quintuple, & l'altre sue compagne: ma se si debbe per quanto si vede & per quanto il douere, &
la ragion vuole cantar le Duple, le Quadruple, le Quintuple, & l'altre sue specie sussequente sot-to il tatto equale: perche voremo noi variar il tatto alla Tripla alla Sesquialtera, & alla Emiolia?
non sono forse specie de gl'istessi generi? ò non son forse contenute sotto le medeme considerationi che
sono contenute quelle ?
Quì si scuopre l'errore; che hauendo la Tripla, la Sesquialtera, & l'Emiolia similitudine ( in quan-to alle tre figure per tatto) di Proportione, le proprie Proportioni alle volte sono chiamate Emiolie,
Sesquialtere, & Triple; come anco le Triple, le Sesquialtere, & le Emiolie sono chiamate Propor-tioni; & non hanno riguardo ne meno considerano, che tanto la Tripla, quanto che l'Emiolia, & la
Sesquialtera non ricercano che per cagione di opposito, & variato numero variatione ò mutatione di
tatto; come lo ricerca le Proportioni: non voglio che si creda à me perche io riputarei che si facesse
torto alla ragione antica, & alla autorità d'altri, i quali con le compositioni loro comprobano questa
verità, & dimostrano quale sieno le Proportioni vere d'inequalità di tatto & di figure: & quale
sieno le Triple, le Sesquialtere, & l'Emiolie: poiche ricercando le cantilene antiche ne trouaremo de
molte che haueranno dentro parte le quali per via de oppositi & comparati numeri poneranno tre fi-gure contra vna, ouero contra dua: & nondimeno l'altre parte manteneranno il tatto fermo & stabile
che non lascieranno variare, & non variandolo non possiamo dire che le parte de comparati numeri
sieno Proportioni d'inequalità di tatto: essendo come ho detto dall'altre parte nelle equalità sua fer-mato & stabilito: onde se di tante che sene ritrouano, non ne vogliamo hauere quella ferma certez-za che ne doueressimo hauere, rimiriamo il Madrigale dello Strigio che dice Al acqua sagra del no-uello fonte, che nel fine per immitar queste parole, cangiar fa in mille dissusate forme, e per compara-tione de numeri, & per oscurità di figure introduce vna Quadrupla, vna Emiolia, et vna Sesquialtera,
nell'entrar del tatto equale, & le fa cantare tutte sotto vn medemo tatto, come tutti sanno, ò commo-damente possiamo vedere.
Anzi ch'io per certificarne ogni uno, & meglio comprobare il mio dire, dissegnauo di porlo quì tut-to disteso, ò se pur non tutto, almeno da quelle parole che dicano, ò che à quest'ombre dorme: ma poi
considerando quanto egli sia noto, & commune, l'ho voluto lasciar stare per non ingombrar senza
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proposito questo volume: essendo che assai ne basta, quando per saperne il vero: si sà doue si ha da guar-dare: me se per maggior chiarezza ancora meglio qualch'ostinato di questo si vuol chiarire; guardi nelli Motetti à 5. à 6. à 7. & à 8. di Constanzo Porta, in quel particular Motetto à 6. che dice Vidi
Specio sam, nel quale vi è vna parte che canta tutto quello che canta vn altro in Sesquialtera, disponen-do tre figure sotto il tatto equale oue gl'altri ne dispongano dua: che cosi ogni vno conuerà pagarsi di
ragione, & confessare che le sono specie di cantilene che vanno cantate sotto il tatto commune, con tre figure per tatto, come se non fosse che io l'ho per notissimo lo porrei quì à farlo vedere.
Di maniera che oltra le superiore assegnate queste ancora ne dimostrano che le Triple, Emiolie, & Sesquialtere non sono Proportioni, & che le Proportioni sono cose che ricercano esser cantate
sotto il tatto inequale: non tanto per la natura loro, quant'anco per la particular distintione di es-se Sesquialtere Triple & Emiolie che nelle comparationi loro riceuano pur la quantità di tre
figure.
Onde se bene à noi ci pare che queste & quelle sieno tutte vna cosa istessa & vna medema cosa;
nondimeno fra di loro vi casca tanta differenza quanta se ne vede caddere; & non bisogna credere
che sia poco errore l'adimandarle cosi confusamente, ò che non faccia caso l'adimandarle piu Tri-ple che Proportioni, ò piu Proportioni che Sesquialtere: perche con il credere il falso: si viene à cor-rer in periculo di non intender le scritture Theoriche: massimamente quando le parlano di queste
cose, & il non intenderle è cagione che nella loro administratione gl'huomini procedino senza ordine
& cognitione.
Però qualunque volta che si haueranno di adoprarle le Triple, ouero le Sesquialtere & l'Emiolie:
ricconosciute prima per quelle che le debbano esser ricconosciute, & intese bene le regole loro; le si dispo-ranno come le vanno disposte; per poter meglio disporre le proportioni con i suoi valori & figure: per-che non ostante le confusioni che ne seguitano, si veniria anco à commetter fallo nelle regole, & com-mettendolo dar occasione à ciascheduno di che dire.
Onde poi seguendone gli biasmi, ne seguiria ancora il dispreggio delle persone: il che sempre piu si
prezza & stima: & se ciò alcuno ne prende merauiglia & si stupisce che io si spesso commemori il
biasmo delle persone che nel formar le cose contra le regole lo può macchiare: sappia che percotendo
l'acuto ferro il duro Marmo tanto lo percote che al fine lo frange & rompe: cosi anch'io col dimostrar
le cose mal fatte & cattiue, & ripprenderne chi le seguita & l'vsa: col repplicarle tante volte, vna
volta farò che le si corregghino & lascino gire: perche non si ha d'adoprar mai vna cosa che non se ne
sappia rendere la ragione et non gioua di hauerla veduta fare ad altri; che non sapendo con qual fondamento colui la fece: in cambio di farla come la fece lui, la farà d'altra sorte; se bene in apparenza appa-rerà simile.
Questo mi credo che basti per dimostrare che le Triple le Sesquialtere & l'Emiolie non sono Pro-portioni di quella sorte ch'intendano i Cantori: ma sono semplice comparatione de numeri per non dire
Proportioni inequale che per il nome di Proportioni possano confondere le Proportioni vere & reale;
le cui comparationi nascano semplicemente dalla oppositione de numeri inequali che opponendosi vno
al altro, fanno risultare la Proportione d'inequal figure tutto contraria alla Proportione d'inequalità
di tatto come in breue piacendo à Dio dimostraremo.
Che cosa sia Dupla, Tripla, Quadrupla, Quintu-pla & c. Cap. X.
DA quello che sin quì ho detto, et da quello che con facilità al possibile io mi apparecchio di
dire son constretto et forzato di decchiarare ad alcuni una sorte de nomi che corrano atorno in
alcuni ragionamenti, et che si trouano scritto in alcune diffuse et ample decchiarationi Theo-riche, che non sono cosi da tutti intesi; essendo appresso di loro nomi incogniti et quasi forastieri: et que-sto non per altro, solo perche seruano à quelle cose che tendano et versano intorno alle considerationi et
speculationi sottile; le quali piu tosto si richiedano à buono Arithmetico, che à Semplice Musico che
ha bisogno di hauer le cose sue facile, domestiche, et familiari.
Però è da sapere che col mezzo di ricercare che cosa sia Dupla, Tripla, Quadrupla & c. ve-niremo à intrare nella cognitione d'alcune voci le quali non sono da tutti cosi bene intese.
page 139Io non dubbito che il nome di Dupla Tripla & Quadrupla non sia inteso, ne meno il dir specie:
perche l'vno & l'altro nome sono per se stessi & per l'vso intelligibili: ma perche ragionando di queste
specie, conuerò alle volte nominare con il nome di genere, il genere Multiplice, Superparticulare, &
Superpartiente; per questo nel ingresso dal presente ragionamento s'auertisce che non si troua specie
la quale non sia da qualche particular genere contenuta: e però essendo la Dupla la Tripla & l'altre,
alcune maniere particulare di cantilene; si dice che tutte le comparatione & oppositione de nummeri
che si fanno al vno: tutte conuengano esser abbracciate da vn particular genere che si chiama genere
Multiplice: il cui essere & essenza non è altro che di contenere & abbracciare tutti gl'oppositi &
comparati nummeri che si fanno al vno, se sino à mille i Musici li volessero comparare: e però Dupla
non vuol dir altro che dua comparato al vno; il che si fa per via di questa comparatione, che quella
figura la quale per prima soleua andare & entrare integra sotto vn tatto per quel nummero dua, dua
di quella sorte n'habbiano in esso tatto da esser contenute: dimodo che si come ordinariamente vna Se-mibreue suol valere vn tatto, per l'oppositione del dua ne venirà à valer mezzo come questo essempio
me lo dimostra.
[Music example]
Sopra di che è da notare che il nummero superiore sempre dimostra l'attion presente, & l'inferrio-re la passata, cioè quando che entrano i nummeri opposti, il nummero superiore dimostra la quantità
delle figure che hanno d'andare sotto il tatto, & la inferiore quella che già ne sono andate.
Similmente ancora tutte le oppositione che si fanno, si fanno sempre alla figura di tatto, perche l'al-tre figure possano in qualche quantità conuenire come con il quattro & con l'otto: che non per altro so-no state ritrouate queste specie d'opposti nummeri, solo perche si come naturalmente si suol porre vna
figura per tatto; per i segni & gl'inditij de nummeri se n'habbiano à porre dua, tre, quattro, & in som-ma quanto ne dimostra i detti nummeri.
Da questa cognitione della Dupla, l'huomo facilmente può intendere che sia la Tripla, la Quadrupla & l'altre; si perche la tripla è la piu propinqua specie della Dupla, si anco perche assai di lei
n'è stato detto di sopra: ma per l'ordine delle specie con la presente occasione di mostrar gl'essempij del-la Quadrupla non uoglio restare di porui anco la Tripla: accioche quello che forsi non s'è inteso meglio
s'intenda, gl'essempij del vna & del altra sono questi.
[Music example]
[Music example]
Da i quali l'huomo vedrà come vadano formate le Quintuple le Sestuple con tutte l'altre specie
del primo genere delle comparatione de nummeri caminando tutte sotto le medeme regole, onde se in
qualche occasione in vna cantilena fossero fatte diuerse comparationi. Allhora si ha da hauer questo ri-guardo che nel entrar de i nummeri se hanno da riuoltare tutti i valori delle figure in quel modo appunto che si è fatto nel ingresso della prima comparatione: il che per esser chiaro & poco difficile, non ne
dico altro: perche basta di hauer detto quel che si ha da dire intorno alla comparatione del dua.
In che modo la Dupla la Tripla la Quadrupla & tutte l'altre Specie d'oppositi nummeri sieno state ritro-uate. Cap. XI.
FOrsi che con l'inuestigatione del principio delle oppositione de nummeri coloro che sin hora
non haueranno potuto capir bene la Tripla non esser diuersa in la suggettione del tatto dalla
Dupla & Quadrupla: sensatamente capiranno esser il vero, & in qual si voglia occasione
prenderanno con ragione l'arme in mia diffesa contra quelli i quali lontani dalla verità, mi voranno
contradire, & voranno essere connumerati nel nummero de gl'ostinati.
Per che quando noi ricercharemo in che modo siano state nella Musica introdutte queste oppositione
de nummeri, se non ci vogliamo dalla verità partire conueniremo confessare & dire, che dalla diuisio-ne del tatto equale, & dalla institutione di porre due figure per tatto fosse instituito di dire Dupla: poi-che due figure s'opponeuano à vna, onde in quel modo che vna figura si solea cantare sotto un tatto con
il porre vn due contra vno la veniuano per la mettà à diminuire come si vede ne gl'essempij superiori:
ma per la natura del nummero ch'in estensione è infinita; faticandosi il giuditio intorno alle inuentioni, hauendone gia hauuto occasione dalla Dupla: si pigliò per buono & espediente di pigliar quella figura che
vale vn tatto & con l'opporgli per via di nummero la diminutione, la diminuirano hora per terzo, ho-ra per quarto, hora per quinto, hora per sesto & c. di maniera che le figure di tatto hora ne andauano
dua per tatto, hora tre, hora quattro & c. secondo che erano i nummeri opposit, & secondo ch'erano le
comparationi: che ciò sia il vero, si vede che le prime specie delle comparationi & oppositioni de num-meri sempre sono opposte & comparate all'vnità, che altro non vuol dire, solo che in quel modo che si
suol porre vna figura per tatto; per l'oppositione di quel nummero che al altro si oppone, se n'habbiano
à porre tanto quanto dimostra il nummero superiore: e però queste maniere di cantare, essendo diuerse
dal ordinarie, & douendosi in qualche modo nominare era ben conueniente che da i nummeri pigliasse-ro la denominatione & che secondo il dua si douesse dire Dupla, & secondo il tre Tripla; dal quattro
Quadrupla, & via di mano in mano, sinche procedeano i nummeri; notandosi questo che se bene i nummeri possano secondo la lor natura procedere in una quantità infinita; i Musici perche di loro non se
ne seruano, se non quanto che à loro bisogna; ne pigliano tanto quanto sieno sufficienti ad accomodar
le voci, le quali non sono atte à portarne se non vna limitata quantità: per questo si vede che quantun-que le oppositioni & comparationi possino essere infinite: essi Musici non passano il nummero decimo,
& lo dicano Decupla per accompagnare la denominatione principale che dice Dupla: non però sotto
questa limitatione si prohibisce & vieta il poterlo fare: perche quando le voci seruano; si può fare tut-to quello che comporta la voce, attento che si fanno le figure non perche le stiano cosi figurate; ma
accioche le sieno cantate.
Ecco dunque come le Specie di Dupla, di Tripla, di Quadrupla & c. sono state ritrouate, dalle qua-le poi sono discese tutte l'altre varie oppositione de nummeri.
Quando piu specie de diuersi oppositi nummeri son poste insieme; in che modo si conosca questa specie esser d'vna sorte & questa d'vn altra. Cap. XII.
POtrebbe ogni vno con facilità mirabile nella oppositione di diuersi nummeri confondere le
specie di vn genere & de l'altro in quella volta che i nummeri inferriori fossero uariti; per-che se sempre il nummero inferriore fosse uno, et che al unità s'opponesse qual si uoglia nume-ro, non è dubbio ch'ogni uno riconosceria quelle specie per quelle che le sono, et le denominaria secondo il
nummero superiore: ma quando il nummero inferiore hora fosse un dua, hora un quattro, hora un sei, et
qual si uoglia altro nummero indifferente; molti quelle specie non sapriano conoscere, ne conoscendole denominare: attento che se bene il nummero superiore fosse il dua il tre, il quattro ouero il cinque; quando
che l'inferriore non fosse l'vno si potria dire che quelle oppositioni fossero Duple, Triple, ò Qua-druple, & però hauendo altra denominatione bisogna saper che tute le oppositione de nummeri si rippongano sotto cinqui generi d'oppositioni & comparationi: perche facendosi le comparatione & l'opposi-tione con i nummeri superiori à i nummeri inferriori; & i nummeri inferiori potendo essere diuersi, per
questo conforme alle oppositioni & comparationi si fanno le denominationi: dimodo che quando i num-meri superiori seranno comparati à gl'inferriori, & che gl'inferriori seranno sempre vno, che è il principio de tutti i nummeri tutte quelle spetie d'oppositioni seranno contenute da un genere d'oppositione il
quale si dirà Multiplice: ma se i superiori nummeri comparati seranno comparati à gl'inferiori, & che
gl'inferriori siano d'vn grado solamente à i superiori inferiori come seria à dire se si oponerà il tre al dua,
il quattro al tre, il cinque al quattro procedendosi sempre in questa maniera; quelle comparationi seranno contenute da un altro genere; e cosi non solo si formeranno le specie distinte; ma anco con la distintio-ne delle specie la distintione de i generi con si bello & pulito ordine che piu non si può dire, ne piu bello si
può ritrouare: onde per decchiaratione & intelligenza loro si formano queste regole, ch'ogni nummero
al vnità opposto instituisce una particular specie del genere Multiplice; oppositione del nummero maggiore al piu propinquo minore forma le specie del genere Superparticulare: Quelle che il nummero in-feriore entra tutto intiero vna volta nel nummero superiore & n'auanzano parte che passano piu di
uno; si chiamano specie del genere Superpartiente: Quando tutto l'intiero nummero entra due volte
nel nummero superiore, & che n'auanzano parte che fanno piu di vn nummero quelle specie seranno
specie del genere Multiplicesuperparticulare: Vltimamente se il nummero inferriore entra piu di due
volte nel nummero superiore, et che il nummero superiore auanzi l'unità & che sia piu d'uno; quelle
specie si diranno specie del genere Multiplicesuperpartiente: ma perche queste cose sono un poco alte et
difficile, le lasciaremo vn poco stare, fin tanto che uenghi l'hora, & che habbiamo commoda occasione
di ragionar di loro che serà in breue; per adesso basta questo che si sappia come si distinguano le oppo-sitioni, & per l'oppositioni le specie in quel modo che l'habbiamo diuise; il che si è fatto per introdurre
piu facilmente il lettore nell'intelligenza delle comparatione & oppositione de nummeri senza della
quale egli con piu fatica le ueniria à intendere, & ne haueria cognitione.
Quali sieno i sostentamenti di tutte queste specie con la decchiara-tione del genere Multiplice, Superparticulare, Superpartien-te, Multiplicesuperparticulare, & Multiplicesuper-partiente. Cap. XIII.
PIaccia ad ogni uno che sin quì si è degnato di leggere queste mie fatiche d'alzarsi vn poco piu
con la mente, & di star attento à tutto quello che io son per dire; che se bene non solo nelle
cose superiori, ma anco in tutte l'altre che sono nel trattato, io procedo al contrario di quello
che fanno tutti gl'altri scrittori, che procedano sempre dalle cose vniuersale alle piu particulare co-me da cose piu commune & piu atte à dimostrare la particularità di quello che si vuole; non per que-sto repputo di commetter errore, ne mi credo che da dotti io serò tenuto per ignorante: perche se si ha-uerà mira al vero, & si riguarderà al fine, non dubbito punto che non sia conosciuto come io proceda
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dalle cose particulare alle vniuersali per via d'vn certo concatenamento di ragionare, che dimostro sempre prima una parte di quello ch'altri cercano di mostrar dopoi: e questo non per altro; solo perche per
questa via introduco lo Scolare et l'intelligente nella cognitione di quello che io bramo d'introdurre &
di quel che io uoglio, con una facilità mirabile: Per questo io di sopra non solo in tutto il progresso del
opera; ma anco particularmente nel ragionamento presente delle oppositione & comparationi de num-meri alle uolte ho detto genere Multiplice et Superparticulare, et hò anteposto le specie à i generi, non
gia che io non sappia et non conosca se si deue in questo modo procedere: ma bene perche ho conosciuto, et
mi sono eletto per cosa migliore et piu espediente di ragionar prima delle specie et poi de i generi suoi: poiche le dette specie appresso Musici sono in qualche parte conosciute, che cosi conosciuti non sono i suoi generi: Onde se io prima ch'hauessi ragionato della Dupla, et della Tripla hauessi discorso intorno alla fondamentale agregatione di essa Dupla & Tripla: pochi per non dir nisciuno m'haueria inteso, et cosi po-trei dire di hauer ragionato al uento; ouero à sassi. Però dopoi che io ho dimostrato perche causa io pro-cedo, et sin quì ho proceduto, dal particulare al vniuersale ordine da dotti reprobato, & confutato: si ha
da sapere che constando la Musica di molte figure risonante, et questa quantità di figure diuidendosi
per ordinario in dua in quattro in otto e in sedeci come habbiamo veduto; per la libertà che hanno le nostre voglie humane si fa Arithmeticalmente vna comparatione di nummero à nummero; et perche le
comparatione nummerali non s'habbiano à confondere, si come le sono specie et maniere diuerse: cosi da
diuerse vniuersità de generi sono comprese. Le comparatione de i nummeri semplici, quantunque di so-pra gli habbiamo veduti, et assai con diligenza essaminati: non per questo io restero quì di porli per ordi-ne; & di dire che il genere Multiplice si forma con la comparatione delli nummeri semplici al'vnità
particulare; comparando il secondo il terzo & c. al vno: ma perche comparando qual si uoglia numero
semplice al altro composto nummero si entra di vn genere in altro; si dice che quelle comparationi non
sieno piu del genere Multiplice: ma del genere Superparticulare: perche i numeri non si comparano piu
al unità come si comparauano prima: e però tutta uolta che le comparatione non si faranno giusto al
modo superiore; si entrerà con esse comparationi in altri diuersi generi: et perche queste due comparationi prime per la simplicità loro sono assai ben chiare et intelligibile; per questo hora lasciandole da una
parte voglio che ueniamo alle sue composte: doue si ha da sapere che volendosi formare altre sorte de
comparationi, le specie seranno diuerse, et anco diuersi seranno i generi; questo si fa con il suttrare dal nummero maggiore quante uolte comprenda il nummero minore facendosi le denominationi di dette specie,
dal nummero inferriore, et la nummetatione dal nummero superiore.
Onde accioche queste cose meglio da ogni uno sieno intese; riserbandomi di dire in che modo se fac-ciamo le nummerationi et denominationi per hora vorò che solamente basti questo, che il genere Superpartiente è un genere che abbraccia alcune oppositione de nummeri che diuidendoli in due parte, sem-pre una parte è maggior del altra; le cui specie possano esser infinite. Il genere poi Multiplicesuperparticulare; è un genere che comprende una quantità de nummeri opposti; i quali diuidendosi secondo il nummero inferiore se ne cauano piu parte, tutte d'vna istessa quantità & sorte. Cosi ancora si procede nel
ultimo genere detto Multiplicesuperpartiente facendosi che il nummero inferiore sia il nummeratore
cioè che sia quello che uenghi comparato al nummero superiore: Ma perche questi tre vltimi generi sono per l'oppositione molto più difficili che non sono gli altri dua primi; per questo lascierò li dua; & nel
sequente Cap. dimostrerò come si faccino queste comparationi, et di donde uengano le loro denominationi.
Come si proceda nelle nummerale oppositioni del genere Su-perpartiente. Cap. XIIII.
IO son certo & sicuro, che le presente decchiarationi seranno ad alcuni alquanto difficile &
oscure: si per causa de i generi che hanno nomi à molti Compositori incogniti: si anco perche
le oppositioni loro procedano per uia d'una certa multiplicatione che chi non ci sta attento,
& habbia qualche poca notitia de nummeri non può cosi ageuolmente intenderle & capire: Ond'io
che conosco quanto le sieno oscure & difficile mi affaticherò tanto che in fine con facilità mirabile le
darò ad intendere. Però ogni vno stia attento, & sciolti bene ciò che io dico.
Debbiamo dunque sapere che i numeri non si oppongano altrimente che à dua à dua come habbia-mo veduto che si oppongano quelli de i dua primi generi, & perche il genere Superpartiente con tutti
gli altri generi che li seguitano da i suoi nummeri hanno da pigliare le denominationi come fanno le pri-me specie che si nummerano, & nummerandosi pigliano la denominatione dal nummero inferriore: per
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saper dunque come esse denominationi si fanno; bisogna che ci teniamo à mente come si fanno le denominationi & qual nummero delli dua sia il nummeratore & il denominatore: perche con un nummero si
nummerano le specie specificatamente, & con l'altro si denominano come ho detto.
Però se noi constituiremo questi dua nummeri %53% in opposita comparatione tenendo il
nummero inferiore per il denominatore, & il supe riore per il nummeratore; doueremo
riguardare quante volte il nummero il ferriore en tri nel maggiore, & trouato che non ci
entra se non vna volta, & che ne auanzano dua; per quel dua la specie si dirà Superbi-partiente, & per il tre che è il denominatore si dirà terza: dalla oppositione de i superiori num-meri la specie si chiamerà Superbipartienteterza.
Similmente ancora se si opponeranno questi nummeri %54% 54 facendosi l'istessa inquisitione,
trouaremo che il 4. entra vna volta nel cinque, & ce ne auanza vno: & perche l'vno è
principio delle nummerationi questa specie si dirà super partientequarta, & nota che
tutte le specie di questo genere Superpartiente come anco tutte l'altre che doueremo vedere; il nummero superiore non hà da esser manco di tutto il primo nummero del genere Superparticulare
che non è altro che il 3. & il 2.
Cosi per questa via, haueremo tutta la cognitione delle specie del genere Superpartiente, & dalla seconda in poi che ha la sua numeratione semplice, per non auanzarli altro che vno; tutte l'altre si num-meraranno secondo il nummero che gli auanza: perche se il nummero auanzato serà dua, si dirà super-bi: se serà tre, supertri: se serà quattro, superquatri seguitando sin doue si vorà fare le comparationi et le
oppositioni che possano essere infinite: A questa parte poi di superbi: supertri, & superquatri: si riguar-derà al nummero inferriore & se serà tre si dirà terza, se serà quattro quarta, & via seguitando sino al
fine, che si faranno le denominationi di tutte quante le specie del sudetto genere Superpartiente: osseruandosi sempre questo che il nummero inferriore non entri mai se non vna volta nel nummero superiore;
per non entrare nelle specie degli altri generi, come ogni vno essaminando l'infrascritto essempio lo po-trà vedere.
5 | 6 | 7 |
3 | 4 | 5 |
Superbipartienteterza. | Superbipartientequarta. | Superbipartientequinta. |
Onde poi se le specie di questo genere si vorranno multiplicare per altra via secondo la loro natura;
con l'opporre & comparare altri nummeri inequali che siano dalla minor parte rileuati, & che nella
rileuatione auanzino nummeri in maggior quantità delli primi che sono sempre dua; secondo la quantità del nummero che auanzaranno, cosi si faranno le denominationi delle specie; come seria à dire, se noi
compariamo il 7. al 4. & ricerchiamo quante volte vi entra il 4. trouaremo ch'egli vi entra tutta una
sol volta, & ve n'auanzano tre; da i quali si farà la nummeratione dicendosi Supertripartientequarta:
Cosi ancora se noi compararemo il 5. al 9. & riguardaremo quante volte vi entra il cinque, ne vedere-mo risultare la specie Superquadripartientequinta: à tal che da questi nummeri haueremo l'infrascritte
specie.
7 | 8 | 9 |
4 | 5 | 6 |
Supertripartientequarta. | Supertripartientequinta. | Supertripartientesesta. |
Et da questi altri: quelle che quì si vede.
9 | 10 | 11 |
5 | 6 | 7 |
Superquadripartientequinta. | Superquadripartientesesta. | Superquadripartientesettima. |
Con questa sorte d'oppositi nummeri & comparatione se ne cauaranno quante specie si vuole, le qua-li perche il nummero superiore non contiene se non vna volta tutto il nummero inferriore si dimande-ranno sempre specie del genere Superpartiente: Come di genere di prime quantità composte cauate per
via de i primi nummeri del genere superiore che è il genere Superparticulare: Et si variano le loro Specie principali secondo la quantità di quel nummero ch'auanza dal nummero minore per ariuare à tutta
la summa del nummero maggiore si come è stato detto & ne gl'essempij superiori si vede.
In che modo s'habbia d'hauer cognitione del genere Multi-plicesuperparticulare, & perche via si cauino le sue specie. Cap. XV.
FAtto la conueniente, & debbita inquisitione per ritrouare qual sia il genere Superpartien-te, & quale sieno le sue specie, non serà tanto difficile à ritrouare qual sia il genere Mul-tiplicesuperparticulare: poiche la decchiaratione di vno serue assai alla decchiaration del-l'altro: & fra di loro non casca altra differenza, solo che il genere Multiplicesuperparticulare, oltra
che il suo numero inferiore due volte almeno vien contenuto dal numero superiore, le sue denomina-tioni non si fanno piu con questi nomi superbi, & supertri: ma pigliano parte delle denominationi deli dua primi generi, cioè delli nomi delle loro specie; & esse specie si multiplicano in altro modo, et per altra via che non si multiplicano le altre: perche la prima specie del sudetto genere Multiplicesuperparticulare nasce dal 2. & 5. parte della prima specie del genere Superparticulare: doue che entrando il
2. nel 5. due volte, & rimanendoci ancora parte che lo tien maggiore, per quello ch'egli si ritroua ha-uere la specie si dirà Duplasesquialtera: dupla perche due volte il numero minore è compreso dal mag-giore, Sesquialtera: perche tutto il numero rileua il primo numero della Sesquialtera.
Cosi ancora se noi faremo comparatione del numero 2. al 7. & cercaremo quante volte esso dua en-tri nel detto 7. & trouato che vi entra tre volte; per entrarci tre volte diremo questa specie Tripla
Sesquialtera: tripla perche tre volte il maggior numero contiene il minore, & Sesquialt. perche la com-paratione si fa con vna parte del numero di Sesquial. di maniera che queste due oppositione de numeri
seranno oppositioni del genere Multiplicesuperparti-culare, & seranno oppositioni della prima specie po-tendosi ancora comparare il dua al noue, & cauarne
la Quadruplasesquialtera: per esser quatro volte
il 2. nel noue.
5 | 7 |
2 | 2 |
Duplasesquialtera. | Triplasesquialtera. |
Ma volendosi hauere la seconda specie del sodetto genere si fa la prima comparatione del tre al
sette; e pur per esser due volte il numero minore nel maggiore si dice dupla: ma non essendo piu esso mi-nore il 2.che se ritroua esser il tre: da esso tre si dice Duplasesquiterza, & si può con esso lui far le
comparationi del 3. al 10. Et tenendosi il medemo stile, ne risulterà la Triplasesquiterza perche tre
volte il 3.entra nel 10.
Similmente ancora per hauere la terza specie si farà comparatione del 4.al 9. & veduto che il 4.
entra due volte nel 9.si dirà Duplasesquiquarta, & comparandolo al 13. per entrare tre volte si dirà
Triplasesquiquarta: Con le cui comparationi tenendosi sempre mai questo stile di riguardare quante volte sia il numero inferiore (che sempre douerà esser minore) nel superiore che douerà esser mag-giore, & farne le prime numerationi di Duple, Triple, & Quadruple; si hauerà notitia facilmente
di far le denominationi di Sesquialtere, di Sesquiterze, di Sesquiquarte, & di Sesquiquinte.
Onde se alcuno si merauigliasse di questo genere come habbia, & possa hauere le specie in terza, in
quarta, in quinta & oltra multiplicatione, vedendo che la sua prima specie procede dal 2. al 5. dal 2.
al 7.dal 2.al 9. & c. & che la seconda similmente procede dal 3.al 7.dal 3.al 10. dal 3.al 13. sappia
che le specie de tutti li generi d'oppositi numeri dalle specie delli dua generi in fuora che nascano da
numeri semplici; tutte si possano multiplicare come habbiamo veduto che si multiplicano quelle del
genere Superpartiente che per via di bi, tri & quattri, possano procedere in infinito; chi all'infinito ce
le volesse tirare: e però queste ancora del genere Multiplicesuperparticulare con l'osseruatione del nu-meratore, & del denominatore si possano tirar in lungo, & multiplicare quanto si vuole: ma per non
confondere gl'intelletti in queste speculationi si pongano queste poche; le quali possono molto bene
apprir la via à multiplicarle sin à che numero l'huomo le vuole per esser specie di natura mul-tiplicabile.
Perche via si possi hauer cognitione del genere Mutiplice-superpartiente, & come si cauino le sue specie. Cap. XVI.
COloro che nel leggere il Capitolo superiore haueranno osseruato bene come proceda il gene-re Multiplicesuperparticulare, haueranno anco buona notitia, & cognitione del procedere
del genere Multiplicesuperpartiente: perche l'uno, & l'altro nascano dalli minori numeri
delle oppositione che si fanno nelli suoi generi semplici che sono li generi Superparticulari, & Su-perpartienti: & per ridurlo in forma essemplare, ouero informata distintione non si ha da far altro,
se non che à tutto il primo numero del genere Superpartiente si ha da giungere il dua, il tre, & gl'altri
numeri da quali nascano le distintioni delle specie; che si haueranno le specie & esso genere Multipli-cesuperpartiente: come seria à dire, se noi compariamo il 3.al 8.& veduto quante volte esso 3.sia
dal 8.contenuto, & trouato che l'è contenuto due volte; da lui ne faremo la nummeratione dicendo
Duplasuperbipartiente, & riguardando al numero inferiore dal quale ne douemo far la denomina-tione, diremo terza per esser vn tre: Cosi ancora se noi compararemo esso 3.al II. & vi faremo
l'istessa consideratione ne vederemo riuscire la specie detta Triplasuperbipartienteterza, & questo
in quanto alla prima specie delle sue multiplicationi: perche se noi compararemo il numero 4.al II.
ne vederemo riuscire vna specie detta Duplasupertripartientequarta: Dupla perche riducendo il nu-mero inferiore nel superiore quante volte vi può entrare, vi ne restano ancora tre da fare la solita
nummeratione: si dice supertripartiente perche sopra tutto il numero inferiore due volte compreso;
n'auanzano tre che è il minor numero della prima specie del genere Superpartiente; s'aggiunge poi
alle sudette numerationi quella quantità che dimostra tutto il numero inferiore dal quale se ne formano
le denominationi dicendosi terza, quarta, et quinta secondo che sono. Di maniera che queste specie seranno
8 | 11 | 11 | 15 | |
3 | 3 | 4 | 4 | |
Duplasuperbipar-tienteterza. | Triplasuperbipar-tienteterza. | Et quest'altre. | Duplasupertripar-tientequarta. | Triplasupertripar-tientequarta. |
Da loro poi si possano cauar tutte le altre: perche tutte le altre si cauano per questa via. Onde
per hora sopra la loro deriuatione non ci è da dir altro riserbandomi à dirne il restante ne i seguenti
ragionamenti.
Perche causa furono trouati questi generi d'oppositi numeri. Cap. XVII.
CHi bramasse di saper la ragione, ò ricercasse la cagione perche gl'antichi professori di Mu-sica si faticarano mai tanto di comparare, & opporre contra il tatto diuerse quantità di figu-re Musicali per via de oppositi & comparati numeri, sappia che non lo fecero per altro
solo perche essendo stata ritrouata la quantità delle figure Musicali formate con diuersi valori; & ve-duto che andauano sotto il tatto in quantità multiplicata; dalle prime multiplicationi che furono le
multiplicationi semplice del dua, & del tre; ne cauarano tutte l'altre: & fecero che si come nel tatto
equale possano entrare dua, quattro, & otto figure: & nell'inequale, tre, sei, & dodeci; cosi ancora
si potesse fare in qual si voglia occasione.
Onde perche naturalmente non si ritroua specie, che non sia sottoposta al suo vniuersal genere,
per non fare che queste Specie Musicali fossero specie confuse, da una lunga essaminatione, & diligen-te inquisitione trouarano che tutte le oppositioni che si possano fare: tutte dico ridursi sotto questi cin-qui sopra nominati generi; i quali sono base ad ogni comparatione di numero modulante & harmo-niale; & si come non è numero composto che non deriui da numero semplice: cosi ancora non si troua
page 142v
numero in gran quantità multiplicato che non si sottometta per uia de principij alle quantità prime; dalle
quali ne pigliano gl'ordini, & le forme. Per questo dalli dua primi generi in fuora che si compon-gano de numeri semplici come si vede; tutti gl'altri sono composti delle simplicità prime; accioche
con i numeri semplici, & composti; si possi fare qual si voglia comparatione, & oppositione; & che
ogni oppositione, & comparatione sia distinta per specificata, & particular distintione.
Come si possa hauere piu chiara, & perfetta cognitione de tutti questi cinqui generi d'oppositi numeri, & delle loro specie. Cap. XVIII.
SE io fossi certo, & securo che i superiori ragionamenti miei, & le premesse decchiarationi
fossero da ciascheduno bene intese sarei contento, & del tutto m'acquetarei: perche almeno
infra tutte l'altre consolatione che io hauerei, d'hauermi alla prima fatto intendere seria la
principale, & hauerei con il piacere anco gloria d'hauer in si poche parole dato ad intendere quelle
cose che sono appresso de Cantori, & Musici tanto difficile; ma perche io ne son dubbioso, & incerto:
hauendo sin quì durato la maggior fatica che in questo negotio si possi durare: non volendo che per
mia colpa le genti ne restino irresoluti & confusi: ho deliberato con essempij manifesti di dare ad inten-rere questi superiori cinqui generi: per intelligenza de quali si ha da sapere che hauendone trattato Boetio nel 7.& 8.Capitolo del suo Libro di Musica & altri ancora, & particularmente il Zerlino hauen-doli decchiarato, & ridotti in forma visibile: sono stato da molti ricercato di decchiarargli i: perche
quantunque le vedessero in quelli essempij non li sapeuano intendere: doue che douendo io mettere in
forma le demostrationi mie conforme à i ragionamenti fatti: mi pare di douer mettere anco quelle;
sì perche quelle ancora sieno intese & non habbiamo piu bisogno di esser decchiarate, sì anco perche gli
essempij miei meglio per quelli sieno ricconosciuti; essendoche chi non intenderà l'uno; almeno inten-derà l'altro.
Però dopò l'hauer letto, & riletto tutti li Capitoli, che contengano le decchiarationi de questi cinqui
generi, venuto à gl'essempij & proue; dico che.
Questa è la figura del genere Multiplice.
Chi non intende il superiore essempio, rimiri & essamini bene questo secondo che serà tutto il pri-mo ridotto in foggia che'l si suol vsare; notandosi questo che tanto in lui, quanto che in tutti gli altri
sussequenti, i numeri aggregati insieme dimostreranno di qual genere sia l'aggregatione, & gli particulari dimostreranno le specie secondo che si troueranno per linee distinti, come quì si vede.
2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 |
1 | 1 | 1 | 1 | 1 | 1 | 1 | 1 |
Dupla | Tripla | Quadrupla | Quintupla | Sestupla | Settimupla | Ottupla | Nonupla |
Queste sono le specie particulare del genere Multiplice.
Di modo che in tutte le cantilene che si troueranno questa sorte d'oppositi numeri si saperà che so-no oppositioni del genere Multiplice, & si faranno le denominationi loro secondo che si vede.
Questa è la figura del genere Superparticulare.
Per vedere, & intendere la seconda figura del genere Superparticulare perche le comparationi
non si fanno piu all'unità: ma à qual si voglia differente numero che sia piu propinquo, & inferiore;
redutto questo superiore essempio nella infrascritta forma essaminandolo ogni uno ne potrà conoscere
le specie sue particulare.
page 143v3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 |
2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 |
Sesquialtera | Sesquiterza | Sesquiquarta | Sesquiquinta | Sesquisesta | Sesquisettima | Sesquiottaua | Sesquinona |
Queste sono le specie particulare del genere Superparticulare.
Doue si vede quando in vna compositione si troueranno vno de questi comparati numeri di qual
genere sia la comparatione, & con qual nome s'habbia da chiamar la specie.
Questa è la figura del genere Superpartiente.
Quanto al terzo genere per esser figura multiplicata la cui multiplicatione è alquanto difficile si
ha da tenere questa via per hauerne sufficiente cognitione: si riguarda prima à quel semicirculo nel
quale si vede scritto prima specie; & si piglia il numero collocato nella sua sinistra parte che è il
3. & si compara con il 5.che è collocato nel secondo suo semicirculo: & da quello si ritorna all'al-tro capo, che è la destera parte, nel quale si troua collocato il 5. & il 7. cosi se n'ha la prima specie.
Dipoi si riguarda in quel semicirculo oue si vede scritto seconda specie, & dalla parte sua sinistra si
piglia il numero che è 4.et si compara al 7. che è collocato nel fine del semicirculo che è da quella parte
con lui congiunto; & da quello si ritorna alla parte destra si ritroua il 7.& il 10. & le denominationi
page 144
si fanno secondo che si vede ne i suoi semicirculi particulari. Vltimamente si piglia il semicirculo
maggiore nel qual si troua scritto terza specie, & si piglia il numero della sua sinistra parte che è 5.
& si compara con il 9. che è contenuto da quel semicirculo suo compagno; & dal numero 9. si và al
numero 13.con il medemo stile che si è andato per ritrouar le specie prime, & le seconde: da i quali
numeri poi si fanno le loro particular denominationi, come in essi semicirculi si vede.
Ma perche tutte queste tre specie con difficultà si trouano nel superiore essempio: dipoi ch'io ho
insegnato in che modo s'adoperi la superior figura, ne formerò vn'essempio della prima specie il quale
era questo.
5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 |
3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 |
Superbipartien-teterza | Superbipartien-tequarta | Superbipartien-tequinta | Superbipartien-tesesta | Superbipartien-tesettima | Superbipartien-teottaua | Superbipartien-tenona |
Queste sono le specie particulare, della prima specie
del genere Superpartiente.
Quì si ha da notare che non per altro si dice prima specie del genere Superpartiente: perche le
Specie di questo genere si possano multiplicare in infinito chi le volesse multiplicare.
Et questo per via di bi, tri, & qnattri, come io dissi già di sopra nel Capitolo 14. Onde dopò che
si hauerà essaminato questo essempio con l'essempio superiore, & veduto come si cauano le prime
specie, rimirando quest'altro si vederà di donde nascano le seconde.
7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 |
4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 |
Supertripartien-tequarta | Supertripartien-tequinta | Supertripartien-tesesta | Supertripartien-tesettima | Supertripartien-teottaua | Supertripartien-tenona | Supertripartien-tedecima |
Queste sono le specie particulare della seconda specie
del genere Superpartiente.
In queste come anco nelle superiori si procede in vno istesso modo, & riguardando nella figura
de i semicirculi di questo genere si vederà come nascano queste specie, & riguardando in quest'altro
essempio si vederà come si procede nella inquisitione della terza specie principale.
page 144v9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 |
5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 |
Superquadripar-tientequinta | Superquadripar-tientesesta | Superquadripar-tientesettima | Superquadripar-tienteottaua | Superquadripar-tientenona | Superquadripar-tientedecima | Superquadripar-tienteundecima |
Queste sono le specie particulare della terza specie
del genere Superpartiente.
Con tal procedere si possano cauar tutte quante l'altre specie di questo genere Superpartiente, te-nendosi quest'ordine che si è tenuto in formar le tre presente, & hauendoci le debbite auertenze che
si debbano hauere: sopra delle quali io non dirò altro che questo, che non è da merauigliarsi se le spe-cie di questo terzo genere hanno sotto di se specie particulare: perche sappiamo bene come c'insegna
Porfirio ne i suoi Predicabili che non repugna vna cosa esser genere, & specie; specie rispetto al su-periore, & genere rispetto all'inferiore: E però l'aggregatione de numeri che sono ne gl'essempij miei
dimostrano qual specie sia del genere Superpartiente, & i numeri particulari quale sieno le parti-culare sue specie, il che mi par che basti per sua dechiaratione.
Questa è la figura del genere Multiplicesuperparticulare.
Chi non intende questa quarta figura, sappia che questo quarto genere ancora nasce da diuerse
specie, come nasce il genere superiore, e però questo essempio dimostrerà la sua specie: le quali sono
queste.
5 | 7 | 9 | 11 | 13 | 15 | 17 |
2 | 2 | 2 | 2 | 2 | 2 | 2 |
Duplasesquial-tera | Triplasesquial-tera | Quadruplases-quialtera | Quintuplases-quialtera | Sestuplasesquial-altera | Settimuplases-quialtera | Ottuplasesqui-altera |
Queste sono le specie particulare della prima specie
del genere Multiplicesuperparticulare.
7 | 10 | 13 | 16 | 19 | 21 | 24 |
3 | 3 | 3 | 3 | 3 | 3 | 3 |
Duplasesqui-terza | Triplasesqui-terza | Quadruplasesquiterza Quintuplases-quiterza | Sestuplasesqui-terza | Settimuplases-quiterza | Ottuplasesqui-terza |
Queste sono le specie particulare, della seconda specie
del genere Multiplicesuperparticulare.
9 | 13 | 1 | 21 | 25 | 29 | 23 |
4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 |
Duplasesqui-quarta | Triplasesqui-quarta | Quadruplases-quiquarta | Quintuplasesqui-quarta | Sestuplasesqui-quarta | Settimuplases-quiquarta | Ottuplasesqui-quarta |
Queste sono le specie particulare della terza specie
del genere Multiplicesuperparticulare.
Quest'ultimo genere procede & nasce come il superiore, hauendo ancor lui le specie multiplicate,
che rispetto à tutta l'aggregatione sono specie, & rispetto alle specie particulare sono generi come di-mostrano le sue diuisioni simile alle diuisioni passate.
page 145vQuesta è la figura del genere Multiplicesuperpartiente.
Per la cui decchiaratione si pongano gl'infrascritti essempij, quantunque non sieno necessarij per
esser assai bene stati decchiarati ne gl'essempij superiori: ma per non lasciar l'ordine imperfetto li pon-go tutti, accioche anco loro sieno veduti, & per quel che sono ricconosciuti.
8 | 11 | 14 | 17 | 20 | 23 | 26 |
3 | 3 | 3 | 3 | 3 | 3 | 3 |
Duplasuperbipartienteterza | Triplasuperbi-partienteterza | Quadruplasuper-bipartienteterza | Quintuplasuper-bipartienteterza | Sestuplasuperbi-partienteterza | Settimuplasuper-bipartienteterza | Ottuplasuperbipartienteterza |
Queste sono le specie particulare della prima specie
del genere Multiplicesuperpartiente.
page 14611 | 15 | 19 | 23 | 27 | 31 |
4 | 4 | 4 | 4 | 4 | 4 |
Duplasupertripar-tientequarta | Triplasupertripar-tientequarta | Quadruplasupertri-partientequarta | Quintuplasupertri-partientequarta | Sestuplasupertripar-tientequarta | Settimuplasupertri-partientequarta |
Queste sono le specie particulare della seconda specie
del genere Multiplicesuperpartiente.
14 | 19 | 24 | 29 | 34 | 39 |
5 | 5 | 5 | 5 | 5 | 5 |
Duplasupertripar-tientequinta | Triplasupertripar-tientequinta | Quadruplasupertri-partientequinta | Quintuplasupertri-partientequinta | Sestuplasupertri-partientequinta | Settimuplasupertri-partientequinta |
Queste sono le specie particulare, della terza specie
del genere Multiplicesuperpartiente.
Queste sono le decchiarationi di tutte quante le comparatione et oppositione de numeri delle figure
Musicali; le quali chi le volesse multiplicare si come si multiplicano sino à dieci; cosi anco si potriano
multiplicar insino à cento: ma quanto le sieno di utile et di giouamento lo lascio giudicar à chi che si sia,
ch'habbia giuditio: et dirò bene che le siano simil à quelle cose, che sono impotenza di poter essere: ma che
il detto esser loro, non si riduchi all'atto mai; per non dire che non si possi mai ridurre: et che lo studio che
intorno d'essi i Musici fanno, per volerli pur ridurre all'atto sia studio totalmente superfluo & vano.
Ond'io in questo assai mi merauiglio & stupisco d'alcuni prudenti & dotti, che hauendo omninamen-te biasmato quelli che s'occupano & già s'occuparono intorno alle considerationi, regole, & intelligen-za de Modi, de Tempi & de Prolationi: non hauendone ne i trattati loro uoluto far sufficiente & chiara digressione ò ragionamento, s'habbiano poi uoluto occupare intorno alla decchiaratione & al modo
di formar questi generi, assignando à ciascheduno le sue specie particulare: che molto meglio, & piu condecente al parer mio seria stato se si fossero occupati & faticati intorno alla decchiaratione, delle Prolationi, de Tempi, & de Modi; essendoche si trouano senza veruna comparatione molte piu cose composte sotto gl'ordini & le regole de detti Tempi, Modi, & Prolationi, che con gl'oppositi numeri di qual
si uoglia genere: come espressamente vediamo, che non è quasi anticho che non habbia composto canti-lene, cioè Messe, Motetti et altro sotto li sudetti segni, se bene queste et quelle sono cose poco gioueuole,
et di poco frutto, essendo già demesse; non risultandone altra uaga harmonia, ne piu diletteuole concento,
di quello ch'hoggi giorno n'udiamo uscire dalle moderne: nondimeno hauendone biasmata una, era manco male di lasciar stare anco l'altra: perche l'altra (che è questa della quale hora ne ragioniamo) è stata
sempre manco in uso, et meno intelligibile, si come espressamente si conosce et uede: Et chi uolesse che anch'io
fosse degno se non di doppia, almeno di una semplice, (ma graue) et seuera riprensione; prima per trattare di
page 146v
quelle cose, che non sono piu usate et sono si può dir inutile; et poi per hauer io veduto et biasmato questo
errore in altri, io dico che se da loro fossero stati satiati gli appetiti de Cantori, et de scolari che già bramarano & ancor bramano d'intendere & sapere quali fossero quei studii antichi & quelle fatiche tanto per prima stimate fatte intorno à i Modi, à i Tempi, & alle Prolationi; hora non mi faria bisogno
di mostrarle: perche contenti & sodisfatti una volta, non cerchariano di saper altro, intendendo per gli
loro scritti quanto in questa materia fa bisogno & è necessario di sapere. Ch'io ben conosco (non es-sendo di giuditio priuo) come essi ancor conoscano, non esser necessario & utile una tale inquisitione: ma
vedendo che molti ne sono desiderosi, & si struggano quasi d'intendere quelle compositioni amtiche, &
di hauerne le loro regole particulare: per questo io piu che per altro, volontieri mi sono esposto alla pre-sente fatica; sperandone, oltra il leuare dal tempo presente molti uitiosi & danneuoli errori, di satiar anco ogni uno & di riportarne al fin laude: faticandomi quanto piu io sò & posso di farmi intendere:
Che se fin hora certamente i scritti communi, con i trattati particulari che in man di questo e di quello artorno vanno, intelligibili et chiari fosser stati fatti; intesi una sol uolta bene; non si seria chi piu bramas-se d'intenderli, perche leggendoli s'haueriano prima contentati & sodisfatti: & poi haueriano veduto
ch'egli è una fatica & uno studio piu tosto uano & inutile, che di guadagno ò di profitto.
Questa dunque è la causa ch'io si diffusamente ho trattato de i cinqui generi d'oppositi numeri, &
di sopra nel secondo Libro ho ragionato del Modo del Tempo & delle Prolationi: però coloro che so-no di parere, che i particulari trattati, & gli ragionamenti tanto della Prolatione, del Tempo, & del
Modo: quanto che de i sudetti cinqui generi de comparatione de numeri sieno cose piu tosto da occupar
le persone, senza verun giouamento & guadagno: sappiano che io non ne tratto per mostrare che le sie-no cose che giouino alla Musica: ma accioche da quì in poi nisciuno ne habbia da trattare; & anco ac-cioche non vadi piu nisciuno à studiar tant'opere come ho conuenuto far io: per vedere & intenderle,
che legendo bene una sol volta questa mia; credo che rimanerà del tutto pagato & sodisfatto.
Però in questo come anco in ogni altra cosa sieno cortese le genti in escusarmi & in pigliar la mia
protettione; essendo ch'io conosco molto bene quello che ci è di utile, & quello che non ci gioua nulla:
ma per far il debbito mio ho fatto tutto quello che quì si vede: & volontieri con le figure d'altri, ho po-sto gli essempij miei, sì perche quelle sieno intese meglio di quello che non erano per prima, sì anco per-che gli essempij miei incontrati con quelle & essaminatoli con qual si voglia scritto si vegga se l'enna-rationi mie sieno ennarationi false ò vere; & per quelle che le sono le sieno tenute.
Decchiaratione delle cinque figure poste ne quadrati del Ca-pitolo superiore, & come s'adoperano gl'essempii col-locati nelle corde Musicali. Cap. XIX.
PEr la difficultà grande che hanno in se stessi le comparatione & oppositione de numeri perti-nenti alla quantità delle figure Musicali; & per il dubbio ch'io (stante le loro suttigliezze
grande) che gl'essempij con le figure superiore non siano si ben'intese come io vorrei; dopò l'hauerci fatto assai considerationi sopra; ho deliberato in fine di farne la presente breue, et succinta decchiaratione: & dirò prima che le figure de i quadrati s'hanno cosi da intendere: che sempre si fanno compa-ratione de numeri di quantità maggiore à i numeri di quantità minore; & togliendo la prima figura
si compara qual si voglia numero che vi sia attorno, à quel uno che si troua in quel circuletto di mez-zo; le cui specie vengano à esser denominate, secondo il numero superiore; Nella seconda figura si pone il
2.per primo fondamento & si toglie il 3. & opponendoglilo si fa la denominatione della Sesquialte-ra; di poi si piglia il 4. & comparandolo al 3. se ne caua la seconda specie; facendo sempre che quel nu-mero che era il comparato sia fondamento alla piu propinqua comparatione. Ma perche la terza figu-ra è vna delle prime figure de i generi composti; la prima cosa si piglia quel semicirculo, oue è scritto
prima specie & tolto quel numero che si troua collocato nella parte sua sinistra si suppone per fonda-mento & comparatoli il 5. che si troua nel fine dell'altro semicirculo con lui da quella parte legato, se
ne caua quella specie, ch'esso semicirculo ha dentro scritto. Similmente si mette il 5. per fondamento,
et comparatoli il 7. del terzo semicirculo ne nasce quella specie particulare che vi si vede scritto dentro.
Dipoi si và à quel semicirculo nel quale è scritto seconda specie pigliando il principio dalla sua
parte sinistra, & tolto il 4. per fondamento gli si compara il 7. & si fa la denominatione della specie
page 147
particulare secondo la scrittura di esso semicirculo: di maniera che con la intelligenza & cognitione
del primo ordine, si ha la cognitione & l'intelligenza de tutti gl'altri dua.
Quanto poi alla quarta figura si ha da sapere che per hauerne cognitione bisogna riguardare in
quel semicirculo oue è scritto prima specie & tutti quei numeri che sono infra quegl'anguli ch'egli ab-braccia & dentro di se contiene, tutti dico s'hanno da comparare à quel dua che si ritroua serrato in
quella parte del circuletto che si ritroua nel mezzo, & secondo quelle descrittioni che si troua dentro a
quelle caselle, cosi si chiamano le specie particulare di quella prima specie; & tutto quel ordine che
si è tenuto in lui per hauerne le sudette specie particulare; si ha da tenere non solo nell'altre dua: ma
anco in tutta l'ultima figura; essendo che tutte procedano à vn modo.
Questa dunque è la decchiaratione delle cinque figure ne i quadri situate: le quale da me sono sta-te poste per figure piu chiare che si trouino ne i scritti Musicali & Theorici: & perche come io dis-si di sopra non erano cosi da tutti bene intese, per liberarmi di douerle sempre à questo & quello dec-chiarare; mi sono elletto di porle decchiarate quì insieme con le mie.
Però fattone vn sufficiente ragionamento, & dimostrato come le si habbiano da intendere: me ne
descenderò à i numeri che si trouano collocati dentro dalle corde Musicali: & dirò che quelli essem-pij sono gl'istessi che si trouano dentro di esse figure quadrate: & iui sono posti in quel modo che si han-no d'adoperare: & non vi manca altro che le chiaui & le figure di Musica: di maniera che tutte le
cantilene che canteranno per via de comparatione de numeri, i numeri doueranno esser opposti con l'ordine che si vede, & si dirà che le oppositioni sieno di quel genere che vi si vede scritto sopra, & le spe-cie essere secondo la descrittion di sotto. Et cosi non solo si saperà che cosa voglia dire genere Mul-tiplice, Superparticulare, Superpartiente & c. ma anco si sapranno discernere quale sieno le specie
particulare di questo & di quell'altro genere.
Di donde sieno deriuati i nomi de i sudetti cinqui generi. Cap. XX.
PEr satiar le voglie, & l'appetito de molti, che bramano di sapere in che modo, si siano ca-uati, & di donde ne siano vsciti i sudetti cinqui generi è forza che io dica che i si sieno cauati
dalla quantità delle figure, che io dissi di sopra poco fa nel Cap. 17. di questo Libro, i quali
con l'istesse figure per via de numeri multiplicate & diminuite furono redutti in questa quantità che
si vede: & si dice genere Multiplice dalla multiplicatione che fanno le sue specie partendosi dall'uni-tà, ò multiplicandosi à volontà particulare, ouero à complacenza commune: che poi veramente in
esso non si vede altro che vn'aggregatione di numero multiplicato.
Il genere Superparticulare nasce da quella particular parte che si toglie del genere Multiplice, che
è il maggior numero della sua prima specie; con la quale se ne formano le sue specie particulare.
Il genere Superpartiente si dice dal primo numero maggiore che si troua collocato nella prima spe-cie del genere Superparticulare; il quale à soggetto per formare la prima specie del sudetto genere Su-perpartiente. Il genere Multiplicesuperparticulare nasce per via del minor numero della prima
specie del genere Multiplice, & tutto il numero della prima specie del genere Superparticulare per op-positione comparati; i quali secondo che si multiplicano i suoi ambidua numeri, cosi si fanno le sue deno-minationi: pigliandosi le denominationi dal numero inferiore, & numerandosi le specie dal numero superiore come già consta & habbiamo veduto. L'vltimo genere poi detto genere Multiplicesuperpar-tiente, nasce & deriua similmente dal minor numero contenuto nella prima specie del genere Superpartiente, è da tutta la quantità del numero formato di essa specie; il quale medemamente produce diuer-se specie, che sono alle specie particulare generi discesi da esso genere principale: doue che essendo il primo
genere detto Multiplice, dalla multiplicatione che si fa con qual si voglia numero all'unità comparato,
& il genere Superparticulare detto dalla particularità del numero del primo genere: haueremo che si
come si chiama il secondo & il terzo genere Superparticulare & Superpartiente, gl'altri dua vltimi
procedendo per uia di multiplicatione, per ragione si doueranno chiamare generi Multiplicesuperpar-ticulare, & Multiplicesuperpartiente. Cosi hanno le loro informationi, & con le informationi di
donde sieno deriuati i loro nomi, ò di donde sieno stati cauati.
Se stante i medemi numeri i sudetti cinqui generi possino hauer le specie variate. Cap. XXI.
FAttosi ogni diligenza, & trouato ogni via per hauer qual si voglia, genere con qual si vo-glia specie delle oppositione, & comparatione de numeri pertinente alle quantità inequale,
da Theorici dette Proportione d'inequalità mensurabile; si ha da sapere che si come sono
sempre dua i numeri che si oppongano, vno sempre maggior dell'altro, & che opponendosi il maggiore
al minore nel modo che di sopra habbiamo veduto: cosi anco si può instituire la oppositione in contra-rio, & secondo la contrarietà de gli oppositi numeri cauarne altre specie alquanto diuerse, & differen-te. Onde se noi pigliaremo i numeri della prima specie del genere Multiplice, & gl'opponeremo
in contraria comparatione, & faremo che l'uno il quale era di sotto sia di sopra, & il dua che era di
sopra sia di sotto; perche essi numeri sono comparati per ordine contrario & non naturale, è forza
che quella specie per distintione dell'altre che sono comparate per il loro verso, muti qualche particella
del suo nome si come sono in lei mutato gl'ordini: E però nelle oppositioni improprie, che si chiama-no da Theorici Proportione di minor inequalità, & che io chiamo comparationi contrarie si ha da te-nere questa regola generale: che in tutti i luochi oue si troueranno nummerale oppositioni, se il nume-ro superiore soprauanza di quantità l'inferiore, si faranno le denominationi delle specie secondo le
superiori decchiaratione: ma se il numero superiore serà di minor quantità rispetto al numero infe-riore, le specie seranno dei medemi generi; ma à qual si voglia sua particular denominatione si ag-giungerà questa particella sub; di maniera che se la prima oppositione serà Dupla si dirà Subdupla,
se serà Tripla, si dirà Subtripla, come per darne qualche lume se ne formano questi dua principali
infrascritti essempij.
1 | 1 | 1 | 1 | 1 | 1 | 1 |
2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 |
Subdupla | Subtripla | Subquadrupla | Subquintupla | Subsestupla | Subsettupla | Subottupla |
2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 |
3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 |
Subsesquialtera | Subsesquiterza | Subsesquiquarta | Subsesquiqinta | Subsesquisesta | Subsesquisetti. | Subsesquiot. |
Con la chiarezza de quali sicuramente si può procedere in tutte quante l'altre specie de i tre princi-pali generi, & attribuendo à tutte sub formarne le specie in contrario; & se bene in questi essempij
miei, & ne gli altri superiori io non arriuo con i numeri al numero decimo, mostrandone la nona & la
decima specie: nisciuno se ne ha da merauigliare, essendo che io mi son seruito di quella quantità de
numeri de quali le corde erano capace di hauer con essi loro la descrittione delle sue specie: & tanto piu
io gli ne ho posto secondo il commodo mio: quanto che di sopra ho detto che le specie non hanno per suo
termine, & numero limitato il dieci, che possano oltra procedere in infinito secondo la natura de nu-meri: se però le voci fossero atte à ridurre le quantità grande delle figure per numeri multiplicate
sotto vn tatto Musicale che è quel poco di tempo che corre tra vn tatto & l'altro. E però contentisi
ogni v$no del numero che io ho posto; perche tutti gli altri numeri che si possano nelle medeme specie
opporre, gli ho lasciati in libertà di chi in queste oppositioni si vuol trattenere.
A me basta di hauer mostrato quale sieno le specie de i cinqui generi principali delle comparatio-ne de numeri, & decchiarato che cosa sia, & vogli dire genere Multiplice Superparticulare & c.
come si vede.
Se queste oppositioni de numeri, & comparationi Arith-metiche sieno di vtile alla Musica, & che gioua-mento apportino à i Compositori. Cap. XXII.
HOrmai da quello che sin qui è stato detto possano vedere & comprendere i moderni Compo-sitori & qual si voglia altro Musico particulare, quanto poco sia stato di vtile alli con-centi & harmonie questo modo di tessere le cantilene, & di formarle con oppositi & con-trarij numeri essendoche per le naturale figure consituite per adoperarle naturalmente ne i canti or-dinarij, senza oppositione ouero contrarietà de numeri alle volte habbiamo due figure per tatto, alle
volte tre, alle volte quattro, & c. Et molte volte il punto di agumentatione ci aiuta hauerne in disparo
numero; per il che siamo forzati di dire, & confessare che le contrarietà & le oppositione de numeri
sieno cose & fatiche per chi non ha altro che fare: poiche vltimamente quelle cantilene non vanno
mai in mano à Cantori senza la resolutione; essendoche i cantanti non sieno soggetti, & obligati à sa-pere queste speculationi Arithmetiche: per esser cose di non potersi all'atto ridurre secondo ch'hab-biamo veduto: che dalli primi dua generi in fuora, & particularmente dalle specie del genere Mul-tiplice, & prime & seconde del genere Superparticulare non si può conseguir l'intento, oltra che non
si possano trouar figure che ci habbiano da dimostrar quei valori. La voce, ne qual si voglia buona can-tante potrà portar giuste quelle tante diuerse quantità: perche se noi consideriamo bene come un Cantore canti le Chrome, & le Semichrome, trouaremo che le canta per vn habbito che vi ci ha fatto, &
non già che alla prima egli sappia raccorre vna quantità tale sotto d'un tatto.
Per questo io dico che non solo è stato vano, & inutile lo studio, & la inuentione di simil specie
& generi di cantilene, ma anco inutile & vano è stato per li Compositori il trattarne: massimamente
l'hauerne trattato sotto figure & termini Arithmetici: per i quali io sono stato astretto & forzato
di farne la presente decchiaratione: Essendomi piu volte abbatutto à ragionar con Compositori
delle cose di Musica; & esser da loro stato interrogato che cosa volessero dire, & significare quei ter-mini, & quelle parole che pongano i Theorici quando dicano genere Multiplice & Superparticnlare,
con tutte quell'altre parole che li seguitano per formatione delle specie loro, le quali da me come si ve-de sufficientemente sono state decchiarate. Et ne son stato assai contento & sodisfatto: poiche
non solo hauerò risposto & satiato l'appetito à molti curiosi, che si faticauano, & faticandosi in va-no si struggeuano d'intendere quei generi, & quelle specie trattate, & piu tosto nascoste sotto quelle
parole: credendosi forse in essi di ritrouar altro vago, & diuerso stile di comporre le moderne compo-sitioni: ma anco hauerò fatto che dal progresso del ragionamento mio, si vegga la verità di quel che
sin quì sempre ho detto discorrendo intorno alle Triple, & alle Sesquialtere: poiche ritrouando noi
le Sesquialtere, & le Triple infra le specie del genere Multiplice & Superparticulare, in nisciun
modo potremo dire, (se però la verità non vogliamo negare) che le Triple, & le Sesquialtere sieno
specie di Proportione, intese per quelle Proportioni che vanno sotto il tatto inequale sumministrate:
perche se le volessimo infra le Proportioni porre, conueniressimo porci tutte le specie di qual si voglia
genere: il che quanto fosse bene lo si lascia giudicare à chi di queste cose ha qualche cognitione.
Però possiamo concludere è dire ch'à i Compositori & Musici queste inuentioni sieno state di ni-sciun giouamento, & che siano cose da lasciarle per i speculatiui, che si pascano tanto di reale, quan-to che di soffistiche inuentioni, non potendosi hauer da loro altro che intricamenti di testa, & affittioni
d'animo per le difficultà grande che hanno in se stesse di poterle accomodare, et disponere con la uoce:
Delle quali io non ne pongo altro essempio volendo che quei primi della Dupla della Tripla, & gli al-tri delle Sesquialtere sieno bastanti: ma se pur anco di quelli si trouasse chi non ne fosse sodisfatto et contento, & che molto piu essempij ne bramasse, può per satiarsi la voglia leggere Franchino Gaforo, il
quale nel fine del suo trattato di Musica dispone con essempij qual si voglia specie d'opposito nume-ro, disponendole sotto i suoi proprij & particulari nomi che se ne potrà cauar la voglia & sodis-fare, non essendoci altro che con essempij & mostre n'habbia trattato si diffusamente.
Come sia nato questo errore che le Triple & le Sesquialtere con l'Emiolie sieno state per falso & tristo abuso tolto per Proportioni. Cap. XXIII.
QVando ch'io considero in che modo si sia abbusato di torre le Triple, le Sesquialtere, & le
Emiolie per Proportioni, & come questi nomi gli si sieno stati applicati vengo in cognitione
che questo è auenuto per la similitudine che hanno i nummeri opposti & comparati, i qua-li perche si compara & oppone il nummero tre con il dua ouer con l'vno, come si soglino far le compa-ratione delle Proportioni; si è à poco à poco venuto à tale che essendo state deposte tutte le specie delle
oppositione numerali, i nomi si sono fatti communi, & si è fatto che per Tripla & Sesquialtera s'intendino le Proportioni vere che vanno sumministrate sotto il tatto inequale, & la consideratione delle sue sempli-ce figure, & nondimeno sono tante diuerse & differente, quanto piu diuersi & differenti sono gl'effetti et
la natura loro.
Di quì n'è nato vn ridiculoso errore, che quando i compositori hanno voluto per lor capriccio come
cose piu facile & reducibile al atto formar vna Tripla & Sesquialtera si sono partiti dalla vera con-sideratione delle loro proprie figure, & se ne sono passati alla consideratione delle figure che sono consti-tuite sotto li segni di Proportione: non hauendo piu quei respetti che haueano gli antichi di conseruare
mediante l'interuento delle perfettioni & alterationi, le Proportioni vere dalle Triple & Sesquial-tere, che essendo quantità ternaria misurata dal tatto equale non ha bisogno ne de perfettioni ne d'al-terationi.
Onde da questo si vede l'inconueniente grande che ne segue; che se la Dupla la Quadrupla la
Quintupla & c. sono specie d'oppositi nummeri che vogliano & per lor natura ricercano di esser can-tate sotto il tatto equale; perche le Triple & le Sesquialtere le voremo cantar sotto il tatto inequale?
Se tutte sono formate con le medeme & istesse regole: non hanno forsi tutte vna istessa & medema ra-ragione? Questa veramente è quello che hora al presente molti Compositori, & con essi loro molti Cantori ancora confondano il nome di Proportione con i nomi di Sesquialtere di Triple & Emiolie cosa in-uero molto brutta & disdiceuole.
Da quello dunque che noi sin qui habbiamo veduto espressamente conueniamo dire che le Emiolie, le
Triple, & le Sesquialtere non sieno specie de Proportioni di tatto inequale: ma solamente di nummero
conseruate dentro del tatto ordinario; per esser specie de i sudetti cinqui generi: & che le Proportioni
vere non si possino chiamare con quei particulari nomi essendo d'altri & non suoi, se però non volessimo
instituire & formar altre noue foggie de Proportioni, foggie inutile & confusue.
Et se bene le Proportioni si segnano con la zifra ternaria in opposito della binaria, quello non si fa
per dimostrar in quel caso, ne Tripla ne meno Sesquialtera; perche prima non è Tripla opponendosi
in la Tripla il nummero ternario al vnità particulare, ma si fa solo accioche si vegga doue ch'entrano
le Proportioni d'inequalità di tatto, à differenza delle Proportioni d'inequalità di figure che sotto il
medemo tatto, variano per via di zifre la quantità delle figure.
E però mediante questi mezzi, queste & quelle Proportioni si conseruano distinte: per la cui conue-nienza che hanno delle medeme: zifre delle Sesuqialtere: n'è nato l'abbuso di dire Triple Sesquialtere
& Proportioni riguardando solamente al nummero superiore, & non hanno hauuto quest'auertenza
che le Specie de gl'oppositi nummeri che sono queste Proportioni d'inequalità di figure si segnano sola-mente con le zifre, & che le Proportioni d'inequalità di figure & di tatto si segnano sempre con i segni
del Tempo & l'interuento delle zifre; le quali sono sufficiente distintioni (à che ci vuol ben riguardare:)
di farle riconoscere per quello che le sono, & come da tutti le debbano esser ricconosciute: deponendosi
di segnar le Proportioni vere con le zifre sole & le oscure senza zifra per le specie de gli oppositi nummeri che non si segnano per altra via, ne altrimente che per le comparationi delle zifre, & l'Emiolie
con la presenza sola delle figure oscure.
Se le Triple & le Sesquialtere con qual si voglia specie di oppo-sito nummero si possano introdurre dentro al princi-pio delle cantilene ordinarie & commu-ne. Cap. XXIIII.
TRa tutte le differenze particulare che si trouano infra le Triple, le Sesquialtere & qual si voglia altra specie di opposito nummero, vna è questa che le Proportioni d'inequalità di tatto possano esser introdute, in ogni luoco & in ogni tempo: che le sudette Triple Sesquialtere & spe-cie de nummeri comparati non possano esser introdutte se non nelle cantilene binarie & imperfette:
& non mai inanzi che si siano introdutte fugure di natural valore: Io dico binarie & imperfette per
far sapere che nelle cantilene perfette per rispetto della perfettion delle figure non si può far altra oppo-sitione che quella delle Proportioni d'inequalità di tatto: ma bene nel ordinarie perche il principio &
l'origgine delle oppositioni nasce dalle prime comparationi che sono le comparationi pure & semplice,
dalle quali n'escano poi tutte le multiplicationi, le semplice & pure comparationi sono l'vno e'l dua:
che comparati insieme fanno risultar la Dupla: e però oltra che le sudette oppositioni non si possano
mai fare sotto i segni del Tempo perfetto; nel Tempo imperfetto ancora non si possano mai introdurre
simil oppositioni, che prima non ci siano le oppositioni ordinarie: perche facendosi le oppositioni per uia
di nummero & non di segno, proponendo vna oppositione nummerale nel principio di qual si voglia
cantilena seria falso il nummero comparato: quando almeno non si potessero opporre ad altre parte, &
se noi meglio ce ne uogliamo certificare, consideriamo questo che se nel principio d'vn canto proponiamo
vna Quadrupla, l'oppositione del nummero quattro al uno non serà vero; perche non si è fatta ancora
nisciuna comparatione; ma bene quando il canto serà principiato allhora si potrà fare qual si voglia oppositione; perche le oppositioni ordinarie sono già fatte & proposte.
Questo ne lo certifica & dimostra Franchino Gaforo & Adriano Petit nelle loro opere che insegnandoci con buonissime regole la natura delle specie de questi generi Multiplice & Superpartiente,
formandone di tutte i loro specificati essempij, le propongano sempre dopo che il canto ha hauuto prin-cipio, e però mediante loro & la natural ragione si dice che tutte le specie superiore, non solo vanno proposte senza nisciun segno di Tempo; (perche il segno del Tempo con le zifre è particular segno delle
Proportioni d'inequal tatto & figure:) ma anco vanno sempre proposte dopo le proposte ordinarie, che
sono le proposte commune, come si vede ne gl'essempij delle Duple, delle Triple & Quadruple poste
di sopra nel Cap. 10. di questo Libro.
Il che si dice: si per distinguere le sudette Proportioni d'inequal tatto & figure dalle specie d'oppo-siti nummeri, si anco accioche volendosene alcun seruire n'habbia d'hauere tutta la integra cognitione:
essendo che à nisciuno si prohibisce l'adoperarle: ma bene si dice che sieno cose di poco vtile & di assai
fatica, et che tanto piu volontieri si debbano fuggire, quanto che pochi nuoui effetti possano produrre.
Come si potria remediare in far chiamar le Proportioni senza dir-le Triple Sesquialtere ouero Emiolie. Cap. XXV.
GIà che il tristo abuso di chiamar le Proportioni di tatto inequale, per Triple Emiolie & Ses-quialtere è scorso tanto inanzi che piu oltre non può scorrere: per volerci rimediare & leuar-lo via; si come à poco à poco per la conuenienza del nome con il quale l'hanno chiamate i
Theorici dicendole vniuersalmente tutte Proportioni inequale, si è fatto la falsa denominatione; cosi ancora à poco à poco hormai che si sà qual differenza sia tra Proportione di tatto inequale, & Propor-tione di figure inequale si potrà ogni vna di loro per i suoi proprij nomi chiamare: tanto più che hormai
à fatto à fatto le Sesquialtere l'Emiolie con le Triple si son demesse con tutte l'altre specie d'oppositi
nummeri. Perche se si permette la sudetta falsa & impropria denominatione: non solo si và à periculo
di ridur le Proportioni sotto forastieri nomi: ma anco di destruggere i loro fondamenti & regole per hauerne sempre sin quì i Musici trattato sotto i suoi proprij nomi quantunque da pochi Prattici sieno
state intese: Anzi che il permettere che le sudette Proportioni habbiano d'hauer piu nomi, & che con
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piu nomi possino esser chiamate può far credere à vn Cantore che chiamandole diuersamente, per i di-uersi nomi le sieno altre & non più quelle: & io sò bene che quando i Compositori vorranno, & i Maestri ancora ch'insegnano à cantare si disporrranno à farle chiamar con i proprij nomi che in breue tem-po si remetteranno in piede, non essendo cosa si difficile che non si possa fare: ne meno voglio che le parole mie sieno di tanta efficacia che per autorita loro s'habbiano questi nomi da deporre; ma voglio che si
considerino bene le ragioni: Et chi fosse ostinato, & non volesse in nisciun modo al vero credere, per tro-uar che i Theorici, & qual si voglia scrittor di Musica chiamano tanto le Proportioni, quanto che tutto cinqui i sudetti generi Proportione d'inequalità; per il che si voglia far lecito di chiamarle communque li pare e piace: sappia (come altre volte ho detto) che Proportione d'inequalità si considera in due
modi per inequalità di tatto, & inequalità di figure. Tutte le speice d'oppositi nummeri si chiamano
Proportione d'inequalità di figure, et non di tatto; perche nella introduttione de i nummeri il tatto rimane et si muta solamente la quantità delle figure, come ne dimostra la Dupla et la Quadrupla: ma le cantilene che per oppositi segni & zifre sono sotto le considerationi ternarie, et vogliamo il tatto inequale
per non esser l'istesse Proportioni che sono le superiore si chiamano Proportioni d'inequalità di tatto &
di figure: Onde se ho da dire il vero, io mi credo che chi fu l'inuentore di distinguere queste Proportio-ni da quelle, non per altro queste segnasse con i segni del Tempo & le zifre, & quelle con le zifre sole
come si vede; solamente perche queste con le zifre & i segni dimostrassero per vno inditio l'inequalità
del tatto, & per l'altro l'inequalità delle figure: & quelle per le zifre sole dimostrassero l'inequalità
delle figure: però se bene queste & quelle conuengano sotto questo nome commune di Proportione,
nondimeno accioche meglio si leui il superiore abuso, & meglio si conseruino le Proportioni d'inequal
tatto & figure; hò voluto chiamare tutti i generi delle oppositioni et le loro specie; specie & generi d'oppositi & comparati nummeri come in tutti i superiori capituli si vede.
Quale siano le diffinitioni delle Duple, delle Triple, delle Sesquial-tere, & dell'Emiolie. Cap. XXVI.
IO mi riccordo bene & son sicuro che in proposito di hauer di sopra ragionato delle Triple
& Sesquialtere hauer anco secondo la loro propria diffinitione dimostrato che cosa essential-mente siano: nondimeno perche io soglio discorre con certi ragionamenti concathenati; den-tro de quali spessissime uolte chi ci pon ben cura, ci sono le cose diffinite con vna maniera, che chi le legge
scorrendo se non è ben accorto non le giudica ne se n'auede: per questo dopo i sufficienti discorsi fatti, &
per certezza delle cose antedette voglio che di ciascheduna specie si sappia le sue diffinitioni.
E però Dupla si dice che sia vna comparatione di figure Musicali, che tanto nella oppositione
de nummeri ne vagliano due, quanto che altroue ne ualeua vna.
Tripla è vna comparatione che si fa per via d'oppositi nummeri quando che tre figure s'adattano
sotto d'vn tatto, ch'altroue ogni vna separatamente si adattaua sotto di vno.
La Quadrupla è quella comparatione che si fa di quattro figure in opposito nummero adattando-le sotto di vn tatto, in quel modo che altroue ciascheduna di loro veniua à esser adattata & compresa
sotto di vno: cosi si diffiniscano poi tutte quante l'altre specie del primo genere.
La Sesquialtera poi che è la prima specie del secondo genere, non può essere se non di Minime, &
è allhora che sotto d'vn tatto si come se ne adattauano dua cosi allhora per l'inteuento del nummero,
tre se n'hanno d'adattare.
L'Emiolia non è altro che Sesquialtera negra; l'altre diffinitioni si formano come le prime forman-dole secondo le oppositione de nummeri le quali per formarsi tutte d'vna sorte si lasciano da vna parte;
accioche col lume di queste le possa poi ogni vno diffinire: & nota che le superiore diffinitioni, sono secondo la mente di qual si voglia Theorico che habbia diffinito le sudette specie; & particularmente di Se-baldo Heiden come ogni vno può vedere: le quale sono da me quì state adutte non solo perche le si sap-piano diffinire: ma anco perche meglio si vegga quel che io cerco & mi affatico con chiarissime ragioni
di confutare; cioè che le Sesquialtere non sieno quelle Proportioni di tatto & di figure inequale: che di
sopra habbiamo veduto, & poi che essendo l'Emiolie Sesquialtere oscure formate di medeme figure non
possano essere diuise in maggiore et in minore come alcuni hanno creduto; et tanto piu che se questo fos-se le superiore diffinitioni delle Emiolie & Sesquialtere serieno false: perche non hanno figure da potersi
dimostrar distinte; & poi ne seguiria questo non picciolo inconueniente, che tutte l'altre specie si potes-
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sero diuidere in maggiore & minore: perche la risibilità non si predica di vn animal rationale che non
si pratichi ancor del altro.
E però se le Duple le Triple & le Quadruple non si diuidano in maggiore & in minore, ne meno
qual si voglia specie del genere Superpartiente ò Multiplicesuperparticulare; ne anco si potranno di-uidere con giusta ragione le specie del genere Superparticule del quale la prima è la Sesquialtera.
Dunque l'Emiolie & le Sesquialtere sono comparatione di nummeri della prima specie del genere
Superparticulare, & sono semplice oppositioni di tre Minime alle dua; le Sesquialtere dimostrate per
via de nummeri & l'Emiolie per via di figure oscure, le quali conuengano insieme con tutte l'altre spe-cie inquanto al modo della oppositione; ma in quanto al nummero opposto sono altre come gl'istessi num-meri ne fan vedere: Ecco quello che ci ha scoperto le superiore diffinitioni: per il che da quì in poi potrà
ogni vno ricconoscere le Proportioni d'inequalità di tatto & di figure dalle Emiolie & Sesquialtere:
& per quello che le sono ricconoscendole cantare.
Già che l'Emiolia si forma di figure oscure; si cerca se tutte l'al-tre specie si possano come lei oscurare. Cap. XXVII.
OGni douere & ragion vuole che ciò che si dice di vno indiuiduo si dichi anco del altro, che al-trimente gl'indiuidui di qual si voglia genere non serieno tutti compresi sotto vna medema
Specie. E però l'Emiolia per la diffinitione superiore non è altro che Sesquialtera formata
con figure oscurate & negre, & che quella ragione che è sua è anco del altre specie de gl'oppositi num-meri bisogna ricercando vedere, se l'altre specie ancora si possano formare con figure negre & oscure:
sopra di che si dice (stante gl'inconuenienti grandi che ne potriano seguire) che nisciun'altra specie può
esser di simil sorte, se non l'Emiolie: e questo perche senza gli nummeri comparati non si potria hauer
notitia della quantità delle figure che fossero in comparatione opposte, non essendo ordinario mai che le
si potessero oscurare: Il che generaria tanto disordine, et confusione quanto che ogni vno da per se stesso
può pensare: non essendo conueniente che vna figura cosi colorita habbia senza verun altro segno d'ha-uer multiplicato valore; che vediamo bene ne i valori Modali & di Prolatione se non fosse i segni
che ce li distinguano, quelle specie ci confonderiano tutte l'altre, & ci destruggeriano la Musica.
Dunque l'Emiolie sole si possano oscurare: perche bianche sono Sesquialtere & non Emiolie; & questo non parerà strano & contra il douere che vna specie habbia questa gratia & prerogatiua, & che
l'altre ne siano priuate: perche se ui consideriamo bene, questa non è gratia che rileui essendo che la spe-cie sempre riman l'istessa, & muta solamente il nome: & credo che non sia per altro, solo che per esser
Sesquialtera nome dal Greco tolto, in quella lingua si debbe trouare vna cosa sola in dua modi dire, on-de per farle poi differente vna dal altra alla Sesquialtera si siano date le figure bianche, & all'Emio-lie gli si siano assignate le negre, non già per farle Proportioni d'inequalità di tatto, ma per conseruarle
per Proportioni d'inequalità di figure: Intorno di che si ha da sapere che l'Emiolie solamente per l'o-scurità delle figure possano in qual si voglia caso esser proposte senza le zifre; per il segno chiaro che in
se stesso tengano, & per lasciar i detti segni alle Proportioni d'inequalità di tatto & di figure che iuri-dicamente non possano esser proposte mai senza; si perche le sono semplice specie d'oppositi nummeri si
anco perche non si pongano mai nelle cantilene doi inditij per vn solo: & essendo nell'Emiolie l'oscuri-tà sufficiente inditio, quel solo basta à dimostrarle. Si potria ancora dire che l'Emiolie si oscurano, &
non l'altre specie; per la similitudine che hanno delle Proportioni minor imperfette di hauer tre figure
per tatto: massimamente che secondo i Theorici tutte quante conuengano sotto questo vniuersalissimo
nome di Proportione: & che per la conuenineza delle figure si concedi alle Sesquialtere di hauer le fi-gure negre, et esser chiamate Emiolie: sia come si voglia da nisciun Theorico si caua altro in questo pro-posito, se non che le sono Emiolie & che cosi senza zifra le vanno segnate: & l'altre specie rimangano
come naturalmente sono ne si possano in altra foggia variare.
Delle figure di Emiolie se ne trouano spessissime volte per le cantilene, le quali sono segnate con vna
zifra di sotto in caso di esser poche; accioche le non sieno cantate per figure naturale: & se ne sogliano trouar ancora senza zifra come si può vedere nel Cap. 53. del primo Lib. nel quale si mostrano alcune
figure con accidental valore pronuntiate & tolte.
Se essendoci tante specie d'oppositi numeri si può formar vna cantilena mista de diuersi numeri compa-rati. Cap. XXVIII.
DAlla gran copia & multitudine delle specie d'oppositi numeri che diuersamente si possano formare & formate rimanere tra li termini suoi, ò esser contenute sotto i loro principali generi
di donde n'escano & deriuano, non essendoci oppositione che per opposito numero non si ridu-chi à suoi termini generici, da i quali sono comprese; n'è nata vna libertà tale: che si come i generi
composti che sono i tre vltimi si possano multiplicare in infinito; cosi ancora per volontà particulare
si possano in suo seruitio adoperar qual si voglia oppositione, potranno ancora formarne vna quantità
& adoperarle tutte successiuamente essendo specie atte à potere essere successiue adoperate.
Et nota che se bene vn canto habbia vna quantità di queste specie, la summa non si potrà dire che
sia di vn genere misto: perche non è necessario che volendosi adoperare piu specie de oppositioni s'hab-biano da torre quelle particulare di vn genere ò dell'altro: perche le comparationi sono libere & sciote, & solo li basta che le specie sieno per quello che le sono ricconosciute.
Onde stà in libertà di ogn'uno di adoperarle come li piace, pur che adoperandole ne facci le debbite
sue comparationi & sappia di qual genere le siano. Questo si comproba con l'auttorità di coloro che
l'hanno vsate, & particularmente del superiore Franchino Gaforo, & Adriano Petit che fu disce-polo di Iusquino, i quali trattandone diffusamente ne mostrano con gl'essempij diuersissime comparationi: & poi anco non repugna al senso che le si possino indifferentemente adoperare: perche i numeri
comparati sono à bastanza & sufficienti à dimostrare la quantità della comparatione: che però si ve-de bene che quelle poche compositioni che vanno à torno con le comparatione de numeri, coloro che l'in-tendano & le sanno cantare sapranno come vadino riuoltate: ma non sapranno distintamente render
conto, & dire questa specie è del tal genere, & questa di quest'altro, formandone i loro particulari no-mi: se però coloro non sono peritissimi Theorici, & perfettissimi Musici: ch'allhora per lo studio che
ci hanno fatto possano sapere tutte le particulatità & le cose loro essentiali: ma i Cantori semplici che
non attendano à queste speculationi sottile: sanno per quella comparatione che si fa di numero à nu-mero la quantità delle figure che vanno sotto il tatto. Cosi le cantano senza saperne assignar di loro
altra ragione.
E però si hauerà per inconueniente se da tutti quanti i sopranominati generi si possano torre
queste specie & quelle; & di tutte insieme formarne una cantilena: potendosi ancora da vn bello va-go & fiorito Prato cogliere diuersa quantità de fiori; & farne vn mazzo senza lesione & offesa del
suo proprio genere. Il che ho voluto dire per maggior sicurezza di chi ama queste comparationi;
accioche piu arditamente se ne preuagli & serua; poiche se bene le sono cose che non rileuano; non si
possano ne anco prohibire essendo in libertà di ogni uno l'vsarle: purche nell'adoperarle si faccino le
debbite comparationi che vn numero sia all'altro inequale: perche con le comparationi equale le com-parationi si risoluano in nulla; & vengano à essere di nisciun momento, & valore.
Che vtile n'habbiano i Compositori di tante specie di oppositi numeri. Cap. XXIX.
CHi non vuol esser tenuto sciocco ò riputato da niente, hauendo sin hora veduto molto bene
che cosa vogli dire genere Multiplice, Superparticulare, Superpartiente, Multiplicesuperparticulare, & Multiplicesuperpartiente, & quale sieno tutte le loro specie particulare;
bisogna che confessi arditamente che di queste comparationi di numero contra numero il Compositore
non se ne serua per niente: (non già che le non sieno cose vere distinte & reale; ma perche l'intelletto
solo le può ridurre, & quelle che si possano ridurre in forma & essempio cantabile sono si poche che à
par di tutte l'altre si può dir che siano nulle, essendo solamente alcune specie del primo genere, & la prima del secondo:) ò Che l'intelletto sia quello che le possi ridurre.
page 151Questo dalli suoi numeri consta espressamente, che pigliandosi la Sesquiterza, la Sesquiquarta: ò
Superbipartienteseconda ò Bipartienteterza le figure comparate non si potranno dalla voce soleua-re, & questo non per altro solo perche sono quantità inequale inusitate, che per l'inequalità loro ren-dano la cosa impossibile: ma bene l'intelletto le comprende perche le sono ragioneuole, & sotto misure
& regole si ben disposte & ordinate che à lui sia facile & possibile; Onde s'alcuno di questa impos-sibilità si merauigliasse comsideri che non è inconueniente: poiche tutte l'Idee che sono nell'intelletto
nostro essistente, non sono alla forma reale reducibile per esserci di molte chimere & fantasie che in
nisciuna forma & atto si possano ridurre: & che si come quelle quantunque sieno dall'intelletto com-prese & che in esso intelletto essistano in forma reale, non per questo quella realtà si può condurre à
forma che si possa vedere & toccare: cosi ancora se bene le comparatione de numeri & oppositione
che si fanno di numero contra numero sono cose reale dall'intelletto comprese; & che si possano ri-durre in buona & ottima forma: non per questo redutte che le sono possano da Cantori esser canta-te: se ne facci la proua che ogn'uno si chiarirà del vero, & si certificherà se queste tante specie de op-positi numeri sono state di vtile alla Musica ò di ornamento; le cui quantità sono nate dalle prime
che dall'intelletto & l'atto possano essere essequite, nè piu nè meno che sono i valori delle prime specie
Modali, che se bene per la tediosità & ritardanza loro non sono state quasi mai adoperate; perche
sono nate dalle prime specie de i valori semplici sono state per questo effetto ordinate, accioche in ogni
occasione le possino seruire, non però si mettano mai in essecutione per non tediar le genti; cosi queste
oppositioni se bene sono riposte dentro della Musica, & sono cose Musicali, perche i Cantori non le
potriano cantar bene le si lasciano da una parte, & non giouano ad altro che à saper distinguere le Proportioni d'inequalità di tatto & di figure: le quali se fossero state per il passato bene intese, non si
seria commesso l'errore di chiamar le Proportioni d'inequalità di tatto et di figure, per Triple, Sesquialtere, & Emiolie; ma si seriamo chiamate Proportioni come veramente per la Proportionalità, & l'al-teratione delle sue figure le si debbano chiamare.
Questa dunque è l'utile che n'hanno i Compositori, tutta volta che l'intendano & si preuaglino
della loro cognitione nella cognition'uera & propria delle Proportioni: Il che è stato causa che io uo-lentieri le habbia decchiarate, per dargline notitia et porgerli vn poco di lume di quelle cose di che egli
ne ha da far professione: non dico delle oppositione de numeri che già habbiamo veduto: ma dell'intelli-genza delle Proportioni d'inequalità di tatto & di figure.
Non essendo le specie d'oppositi numeri di alcun vtile, per-che causa i Theorici n'hanno scritto, & trattato si diffusamente. Cap. XXX.
LE cose certo che sono di poco utile ò di nisciun momento, sono al parer de tutti da lasciarle gire,
ò deporle in un cantone; per non confondere ò disturbar quelle che sono buone & da qualche cosa: perche se le non facessero altro mai, le possano impedir l'ottima operatione della altre che sono necessarie: E però hauendo noi sin quì veduto quanto poco giouino alle compositioni questi cinqui
generi d'inequalità di figure cauate per via de oppositi et comparati numeri; fa bene ricercare perche
causa i Theorici moderni & antichi ne habbiano con tanta sottigliezza trattato: perche nel trattarne
par che habbiano mostrato di non hauer conosciuto l'inutilità loro, ouero che le sieno pur cose di qual-che grande importanza et consideratione; Onde per dirne il mio puro & semplice parere, dopò l'hauer
cercato bene & inuestigato tutte le cause, dico che non l'han fatto per altro solo per rendere la Musica
piena di tutte quante le sorte de oppositioni et comparationi di ualor di figure ridutte sotto numerate quantità: come anco fu fatto per disporre i valori alle figure Musicali che poi per via de multiplicati valo-ri sotto le Specie Modali li ridussero à quella quantità che di sopra habbiamo veduto: che se bene quelle
quantità tediose & longhe come dice Gio. Lengembrunero nel suo trattato di Musica, per la molestia
grande, e il tedio insupportabile da nisciuno ancora sono state adoperate; non per questo le si debbano tor
uia, et (leuandole) prohibire; sì per decoro et ornamento della professione; sì anco perche forsi à qualcheduno vn giorno verà voglia di adoperarle. Cosi ancora queste oppositione et comparatione de numeri sebene non sono in uso, ne usandole seriano cantabile, non si può per questo dire che seria bene di leuarle via.
page 151vEt possiamo ben credere che gli Theorici habbiano conosciuto questa inutilità che noi conosciamo:
ma che per la perfettione dell'arte n'habbiano trattato si diffusamente come si vede; volendo per i trat-tati loro che si conosca & vegga quanta libertà sia in questa scienza; & tanto piu volontieri l'hanno
fatto, quanto che i fondamenti Musicali da loro non si considerano altrimente che per via de numeri
consonanti & dissonanti: da i quali hauendo preso i principij delle prime comparationi gli hanno disposti
secondo la natura loro, non essendo obligati à riguardare se quelle quantità opposte sono commode alla
voce, ouer discommode: perche essi non riguardano ad altro che alla harmonica dispositione de numeri
come si vede che face Anfione, Boetio, Diodoro e gli altri; che considerando il suono per via de numeri lo diuisero in tante consonante & disonante quantità; quanto che nelle opere loro commodamente si
può vedere.
E però quantunque queste tante sorte de oppositi numeri non sieno di alcun frutto alle moderne
Musiche, non si può far di meno di non trattarne: ne i Theorici hauendone si diffusamente trattato so-no degni di biasmo ò riprensione; perche se bene ancor loro hanno questa inutilità conosciuto, per loro
debbito & officio & per non togliere alla Musica quello che può giustamente hauere n'hanno trat-tato, come anch'io conosco che le non sono vtile ma per decchiararle & per render l'opera compita ne
tratto: Cosi non serà merauiglia il vederne i presenti discorsi, perche chi li vederà vna volta, per il
suo poco frutto che producano credo che non li tornerà à riuedere.
Come per distinguere le Proportioni d'inequalità di tatto & di figure, le Triple & le Sesquialtere non s'habbiano da chiamar Proportioni. Cap. XXXI.
SE le Triple & le Sesquialtere si fossero conseruate nella lor natura come per douere e per ra-gione si doueano conseruare, non si seria venuto à questo inconueniente di chiamar le Proportioni d'inequalità di figure per Proportioni d'inequalità di tatto & di figure & di cambiarsi
à vicenda l'un l'altro il nome: ma perche come di sopra ho detto non si è hauuto quel riguardo nel no-me che si douea hauere, che se bene queste & quelle conuengano sotto questo generico nome di Pro-portione, si douea quelle secondo il proprio nome delle loro specie particulare conseruorsi la denomina-tione, per lasciar à quest'altre il nome di Proportione; non hauendo altro assignato nome di che special-mente se ne possino preualere & seruire dirò, che nel chiamar le Triple & le Sesquialtere si hanno da
chiamar cosi semplicemente senza inteuento del nome di Proportione quantunque per natura il nome
sia à tutte l'inequalità commune; accioche si come sono conosciute le Duple le Quadruple & le Quintuple, per Quintuple Quadruple & Duple; cosi ancora sieno conosciute le Sesquialtere, & le Triple.
Questo è quello che io dianzi dicea nel 2. & 3. Cap. del Libro presente ragionando sopra il particular
nome delle Proportioni, assignandole solamente à quelle cantilene ternarie che per le zifre & gli indi-tij del Tempo s'hanno da cantare con il tatto inequale: Perche se noi consideriamo bene perche cau-sa piu quelle cantilene ternarie sumministrate con il tatto inequale s'hanno da chiamar Proportioni
che queste; noi trouaremo che meglio quelle specie che non hanno particular nome rimangano sotto il
nome del suo genere, che l'altre che sono specialmente nominate: Anzi che io credo essersi fatta que-sta cosa con grandissima consideratione & arte; & che i primi che trouarano queste Proportioni d'ine-qualità, non per altro assegnassero i suoi particulari nomi alle Triple & Sesquialtere: che per lasciar
poi libero il nome di Poportione per quelle cantilene di inequalità di tatto & di figure.
Et si scorge anco la verità di questo dalla denominatione delle altre specie d'oppositi numeri, che nè
la Dupla, nè la Quadrupla sono mai da nisciuno intese per Proportioni. E però per distinta & chia-ra conseruation loro le cantilene solamente che ricercano le figure in numero ternario & il tatto ine-quale si chiameranno Proportioni, & l'altre specie inequale con i suoi proprij nomi che nè piu nè meno
li serà generico il nome: perche secondo che quì in breue vederemo le Proportioni d'inequalità di tat-to & di figure, si diuidano in quattro specie. Onde se i Theorici voranno rimanere, ne i loro an-tichi termini & voranno tutte le comparationi, porre sotto il nome di Proportione inequale: per
distinguere queste da quelle doueranno aggiongerci questa parola di figure, ouer di tatto & di figure
che cosi tutte rimaneranno conseruate; altrimente i ragionamenti non seranno chiari, & molti ne po-
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tranno pigliar admiratione: I Prattici poi che si seruano di loro solamente per quello che le sono non
hanno da ricercar altro solo di dir Triple alle Triple, & Sesquialtere alle Sesquialtere: per dir Propor-tioni à quelle cantilene che vogliano tre figure sotto d'un tatto inequale.
Il che serà causa che meglio per l'auenire le si haueranno da intendere: & che con maggior facilità
& chiarezza le habbiano da esser intese & cantate.
In che modo le Proportioni vere si segnano con le zifre, se le zifre sono proprii segni delle oppositione de numeri. Cap. XXXII.
A Considerar bene che le zifre sono i veri & proprij segni delle comparatione & oppositione de
numeri, pare inconueniente che le possino senza qualche periculo di confusione seruire alle ve-re Proportioni; perche hauendo ogn'un di loro vn medemo segno di zifre si può in ogni occa-sione dubbitare qual di loro dua sieno. Onde si come i segni delle Duple non seruano alle Quadruple,
ne quelli delle Quadruple seruano alle Sesquialtere; cosi ancora per ogni ragione & buon rispetto,
si doueriano le Triple segnar con li segni delle sue zifre, & le Proportioni segnarsi altrimente: sopra di
che si ha da sapere che questo non è inconueniente à chi intende bene la ragione: perche quando le Pro-portioni si segnano con le zifre si segnano per dimostrare che sono di quelle cantilene che vogliano tre
figure à similitudine delle Sesquialtere: ma che per douerle riceuere sotto il tatto inequale vi si ci pone
appresso il segno del Tempo: Et se bene per quanto possiamo giudicare, & alcuni fermamente tengano
che gl'antichi non per altro ritrouassero di trauersare il Tempo perfetto, che per seruirsene commoda-mente nelle Proportioni per lasciar le zifre alle specie d'oppositi numeri: come ne dimostrano molte
delle loro opere: nondimeno perche in alcune Proportione difficile i Cantori per dirle meglio le cantauano à una Semib. per tatto in foggia di cantilena perfetta: vi introdussero le sudette zifre: & si vede be-ne che le regole c'insegnano che nisciuna Proportione si debbe mai proporre senza l'interuento del Tempo & particularmente del Tempo trauersato: E però non parerà strano se vi si mettano ancora le zi-fre: perche con l'interuento loro vogliano i Compositori che si sappia che quelle compositioni vanno cantate sotto il tatto inequale à tre figure per tatto: accioche le non siano cantate in quel modo che le si so-leuano confuse: perche se le si segnaranno con le zifre solamente le seranno ricconosciute per Triple: co-me anco se le Proportioni seranno segnate con le zifre & il Tempo seranno per Proportion ricconosciute: Per questo io non fo altro che dire non si proponghino mai in cantilena Proporitone (sia perfet-ta, ò imperfetta) senza li suoi segni del Tempo per conseruare questa necessaria & particular distin-tione, & non seguitarne il tristo abuso che l'gnoranza n'ha introdutto al Mondo, se non vogliamo come
Ciechi gl'altri Ciechi seguitare, & con essi in traboccheuoli lacci cadere.
Le zifre dunque s'introducano nelle Proportioni per segno della quantità delle figure: & i segni
del Tempo per l'inditio del tatto.
Se per la conuenienza delle zifre, & delle figure si possano in-trodur le Triple & le Sesquialtere dentro alle cantile-ne di Proprtoione. Cap. XXXIII.
CHi è colui che hauendo sin quì inteso quale sieno le Triple & le Sesquialtere, con qual si vo-glia altra specie d'opposito numero & che sappia la natura propria delle Proportioni (che io
per tanti ragionamenti fatti mi sono affaticato di scoprire & dare ad intendere che non siano
ne Sesquialtere ne Triple) hora voglia credere che le dette Triple & le Sesquialtere, possino hauer luoco & ingresso nelle Proportioni d'inequalità di tatto & di figure; se sempre nelle comparationi le susse-quente si oppongano all'antecedente nella quantità delle figure?
Certo che io credo che non ci sia nisciuno: ma se per sorte alcuno ci fosse, che hauesse pensiero ò si cre-desse che le ci potessero intrare, dopò qual si voglia sua sorte immaginatione consideri la forza & il
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vigore che hanno i numeri tutta volta che si oppongano uno con l'altro, che trouando come tutte le op-positione che si fanno, si fanno sempre con figure inequale opponendo la quantità maggiore alla mi-nore, ò la minore alla maggiore non crederà se non al vero.
Onde se nelle Proportioni s'opponessero particularmente le Triple ò le Sesquialtere: le figure seria-no opposte in quantità equale perche le Proportioni similmente vogliano tre figure per tatto quanto
che esse Triple & Sesquialtere: & non vi ci potrebbano intrauenir le zifre: perche se le zifre delle Ses-quialtere, & delle Triple sono il 2. & il 3. opponendole in Proportione, serieno false, perche volendole
opporre rettamente, bisogneria opporre il 3. al 3. che mostreria oppositione di figure equale.
E però ogn'uno di questa falsa credenza si può desingannare, & col esser anco di questo desinganna-to, si può credere che ne anco qual si voglia specie d'opposito numero come la Dupla ò la Quadru-pla può hauer ingresso nelle Proportioni, perche i numeri fanno le denominatione delle specie come habbiamo veduto, & comparando qual si voglia numero al numero ternario ne risulterà piu tosto le spe-cie del genere Superpartiente ò Multiplicesuperparticulare se però i numeri fossero maggiori; che se
poi fossero minori serieno di specie di Subsesquialtere: & non haueriano luoco in simil cantilene: per esse le
Proportioni che di natura non amano, ne meno uogliano nisciun'altra comparatione: questo perche s'ogni
altra comparatione alla prima distrugge la sua forma, si conuien distruggere anco il tatto, e ridurre il
tatto all'attione ordinaria & commune essendoche se il tatto non è inequale conuiene che sia equale,
non trouandosi altro che dua sorte de tatti come tutti sanno, & nel Cap. 32. del primo Libro habbia-mo veduto.
Però in quanto al loro essere non si possano mai altroue introdurre che nelle cantilene, le quali per
gli inditij de segni, & loro natura non ricercano altro tatto che il tatto equale che sono tutte le cantile-ne imperfette.
Se ci è nisciuna sorte di Proportione che habbia forma, & similitudine di Tripla, ò di Sesquialtera. Cap. XXXIIII.
QVanto alla forma estrinseca delle figure, non ci è dubbio che ci sono alcune Proportioni che
hanno similitudine particularmente di Sesquialtere: ma quanto alla forma intrinseca poi sono
Proportioni & non Sesquialt. Se le Triple seranno segnate con le loro zifre, non è dubbio ni-sciuno che le non haueranno nisciuna forma di Proportione; perche il numero opposto al numero terna-rio serà l'uno, & non il dua: ma seranno semplice Triple: & non potranno con le Proportioni in altro
conuenire che nella pura quantità ternaria delle figure: le quali sono state causa che si sieno fatte queste
mescolanze de nomi da gente che non hanno per quello che si vede conosciuto la natura delle Proportiotioni & delle Sesquialtere.
Onde se noi riguardiamo alla sudetta forma delle figure che è d'esser à tre à tre comprese; trouare-mo la Tripla hauer quasi similitudine di Proportione maggior perfetta: se riguardaremo poi alle figu-re della Sesquialt. le trouaremo somigliarsi alla Proportione minor perfetta: come anco l'Emiolia si
somiglierà all'imperfetta: perche tutte tre queste specie hanno la medema quantità di figure: ma poi
riguardando al tatto le trouaremo essere dalla sudette Proportioni separate; perche altro che le Pro-portioni & le Prolationi naturale vogliano il tatto inequale: Et si potria ben dire: che per non hauere
la Proportione maggior imperfetta figure d'altre specie alle sue simile si potria introdurre in un canto
senza segni, essendo segno sufficiente l'oscurità delle figure: nondimeno perche la minor imperfetta non
può godere dell'istesse iurisdittioni per esser simile all'Emiolie, per questo si dice che le non si possano mai
senza introdurre; essendoche le regole in loro siano commune, & non particulare: Et se bene il si usa et
non ci è quasi chi non l'intenda debbiamo credere che lo si sappia per vn poco di prattica; & non per diritta ragione: perche la ragione non l'acconsente & non lo vuole. E però stante come che ho detto il
douere & la ragione, se bene le Sesquialt. & l'Emiolie con le Triple hanno qualche poca d'apparenza
di Proportione; non per questo le si hanno per Proportioni d'adoprare: per non derrogare all'altre spe-cie loro compagne, & per conseruarle per quelle che le sono, & tanto piu che adoperandole per Pro-portione, i sudetti cinqui generi serieno deffettosi d'alcune specie & non haaueriano le loro quantità compite & giuste.
Che vtilità ne cauano le cantilene dalle specie d'oppositi numeri. Cap. XXXV.
GIà che nell'essaminar le specie di qual voglia opposto & comparato numero habbiamo ve-duto l'inutilità loro, & che infra tante che ce ne sono solamente quelle del genere. Multipli-ce & le Sesquialtere: che è una delle prime specie del genere Superparticulare si possano ri-durre in forma & in atto cantabile: non ci serà molto che vedere hauendole ridotte in si poche: però
quanto all'utilità che ne cauano di loro le cantilene si ha da sapere che per ridursi l'utile della Musica,
ne i diuersi effetti; si troua molto poco vtile da simil sorte di cantilene: perche gl'effetti pigliando dal tatto varietà & forma, trouandosi solamente dua sorte de tatti, non si possano accomodare in altra fog-gia che in effetto equale ò disequale: & questi dua effetti perche sono effetti delle principale cantilene
nell'interuento & nell'auenire che faranno le oppositioni equale che seranno quelle del 4 & del 8. oppositioni del primo genere faranno sempre mai un'istesso & medemo effetto, et serà al tutto conforme con
l'effetto delle cantilene ordinarie.
L'oppositione poi de numeri tutti inequali, & parte inequali che seranno il 5. il 6. il 7. & il 9. del medemo primo genere s'accosterà piu all'effetto delle cantilene ternarie, che alle binarie: & quanto piu i
numeri seranno in quantità contrarij, che per la contrarietà loro non si potranno mai equalmente diuidere come sono il 5. il 7. & il 9. sempre seranno assai piu difficil da ridurre sotto la uoce per l'inequale diui-sion del numero, à talche i numeri equali producendo gl'effetti simili à gl'ordinarij seranno alle cantile-ne di poco giouamento; & gl'inequali se seranno d'nequal diuisione per la natura del numero, & per la
difficultà che hanno le voci à raccorle, da loro molto poco utile ne possiamo hauere; Ci resta solo il nu-mero delle Triple delle Sesquialte. & delle Sestuple, i quali possano produrre vn'effetto simile à quello
delle Proportioni, & si possano con maggior facilità ridurre all'atto. Questo è tutto l'utile che ne cauano le compositioni di tante specie d'oppositi numeri; che di tante che sono, non si troua di poterne in
qualche caso adoprar altro che le Triple & le Sesquialtere.
Che aiuto diano le Sesquialtere, & l'Emiolie alle can-tilene ordinarie. Cap. XXXVI.
IN fra tutte le specie d'oppositi et comparati numeri per quello che di sopra pur hor hora habbiam'ueduto, le Triple & le Sesquialtere solamente sono quelle specie che possano in qualche
parte produr nuouo effetto nelle compositioni, auicinandosi piu tosto all'effetto delle Propor-tioni che altro, le quali perche hanno il piu semplice numero inequale facilmente si riducano à qualche
buona forma. Onde perche l'Emiolie non sono altre che Sesquialt. oscurate; diremo che se le Sesqui-altere, & le Triple per esser specie cantabile possano hauer qualche luoco nelle cantilene che gli l'haue-rà ancora l'Emiolie: & esse cantilene col mezzo loro & il loro aiuto potranno in qualche caso produrre
vn'effetto simile all'effetto di Proportione: dico simile; perche non serà l'istesso; ma hauerà bene quella
similitudine. Et questo serà sempre tutta uolta che nelle cantilene binarie vi seranno introdutte hauendo noi veduto di sopra che nelle ternarie non si possano introdurre. Allhora perche prima il tatto comprendeua due figure per uolta, comprendendone tre, è forza che varij l'effetto; & che lo muti in altra
sorte; ma perche il tatto riman l'istesso, & lascia che solamente la quantità delle figure si mutino; per
questo si dice che l'effetto sia simile all'effetto di Proportione. Anzi che se simil sorte di cantilene
fossero vn poco piu in prattica à Cantori di quello che non sono; fariano vn'effetto assai vago & delet-teuole, & à molti delettaria quanto che le Proportioni: ma l'esser stato pochissime volte adoperato, per
questo molti non sanno ciò ch'egli sia, ne che si dire: Gl'antichi se ne seruiuano spesso, & spesso
nelle cantilene loro l'adoprauano come nelle loro opere si può vedere che da molti moderni Cantori,
& Compositori sono tenute per Proportioni: nondimeno essaminandole bene, si troua che le sono
Emiolie & Sesquialtere, fatte per douerle cantare sotto il tatto equale: e questo è che molti, hauen-dole vedute con quelle figure, l'hanno non solo tolte per Proportioni: ma anco formandone ancor essi,
per Proportioni senza segni l'hanno proposte.
Che quelle che già produssero gli antichi nelle loro cantilene sieno pure Sesquialtere ò Emiolie, &
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non Proportioni, consta da questo, che spessissime volte le si trouano introdutte in vna parte sola; &
hanno anco hauuto quest'auertenza d'introdurcene poche per la difficultà che seco portano, conuenen-dosi fare due attioni contrarie, vna del tatto, & l'altra delle figure.
Questo è quello che io dissi di sopra nel Cap. 53. del primo Libro, parlando d'alcune strauaganze:
le quali per esser di Sesquialtere & di Emiolie aiutano le compositioni in certi casi che non sono disdi-ceuoli come commodamente nel sudetto Capitolo si può vedere.
Quante specie de Proportioni si ritrouano. Cap. XXXVII.
TOlto hormai di campo ogni dubbitatione che ne poteua i ragionamenti chiari et manifesti confondere, & reprobato tutte quelle cose che ne poteuano le chiarezze impedire hormai potre-mo sicuramente delle Proportioni ragionare: essendo che sempre mai quando che dalle cose
importante si sono tolte & leuate via le oscurità & le dubbitationi, meglio le si possano intendere
& trattare.
Però veduto ne i Capitoli superiori che ne la Tripla, ne la Sesquialtera; ne l'Emiolia essendo specie
constituite sotto i suoi particulari constituti generi ha che fare con le Proportioni, ricercando loro i tatti equali & le Proportioni gl'inequali: possiamo dire che le Proportioni della Musica sieno una comparatione & oppositione di tre figure alle dua sumministrate sotto un tatto inequale; che si come per pri-ma si sumministrauano due figure sotto vn tatto equale, cosi per quella ternaria oppositione douendo-sene tre sumministrare, le si sumministrano sotto un tatto inequale. Dal che nasce la vera & pro-pria differenza che tra l'Emiolia, la Sesquialtera, la Tripla & la Proportione se ritroua; ricercando
quelle vn tatto & queste vn'altro. Et si come i Tempi constituiscano il valore delle figure, & dimo-strano il tatto; cosi ancora i Tempi constituiranno le Proportioni: & però di sopra ho detto che non si
mostra mai Proportione senza Tempo; à differenza di quelle specie de gl'antidettti generi, che non ric-chiedano mai esser proposte con il Tempo: quantunque ancora alcuni non ce lo pongano sempre: pen-sandosi forse che quelle specie d'oppositi numeri sieno hoggi giorno al tutto nelle Musiche annichilate et
spente: ò perche presupongano che l'oppositione del tre al dua, s'habbia da intendere per proportionata
oppositione: ma per mio parere et conseglio è molto meglio à proporle et constituirle in essere con il Tempo come si vede che faceuano gl'antichi: che di lasciarle senza: per non si partire dal douere, & dalle
buone regole, poiche piu siamo obligati ad osseruare i precetti & le constitutione di Musica immitati,
& osseruati da ciascheduno buon professore, che di andar dietro à i nostri subitanei pensieri & di segui-re i nostri ancora non ben maturi giuditij: massimamente quando le sudette constitutioni & regole ten-dano ad vn compito ordine, & ad una perpetua conseruatione.
Il Tempo dunque constituisce il tatto, & il tatto le Proportioni, & quì è molto ben d'auertire che
hora dicendo io Tempo, non intendo di dirlo per il tatto che cosi una cosa istessa uenirei à dire; ma sotto
questa parola di Tempo intendo quel segno per il quale le cantilene pigliano ordine ad esser cantate: on-de per questo di sopra nel primo Libro, nel Cap. 32. del tatto, ho detto che deposto da una banda tutti
quei nomi che seruano à quell'atto che si suol fare quando i Cantori per mezzo delle figure Musicali cauano dalle compositioni i soaui con centi, & le delicate harmonie; (da cui esse figure prendano la sua giusta misura, & tutto il suo compito valore) mi seruirò solamente di questa parola tatto, per non confondere esso tatto con il Tempo, l'uno tolto per quel segno che hanno i canti dopò la chiaue, et l'altro per quelatto che si suol fare quando che i Cantori con le lor uoci informano le figure di suono harmoniale; hora
dal volgo detto battuta, misura, tatto, & Tempo. Questo che io dico cioè che il Tempo constituisce
il tatto, & il tatto le Proportioni è quello che dianzi nel principio di questo Libro io dicea; il che non
repugna ne meno ha contradittione, hauendo le Proportioni l'istesse figure che hanno i canti ordina-rij, per le quali non fa bisogno ne meno è necessario che per mostrare vna Semibreue si habbia da for-mar una Breue ouero una Longa; come habbiamo veduto che è necessario & fa bisogno di farlo nel-la oppositione de numeri constituenti le specie di qual si voglia genere. Et si come si trouano due sor-te de Tempi, vno detto Tempo perfetto, & l'altro imperfetto; cosi si trouano due sorte de Propor-tioni; ma perche se queste due sorte de Proportioni si dicessero come i Tempi perfette et imperfette; non si
potriano ageuolmente et senza confussione mostrar le Proportioni bianche et oscure, per questo volendosi fuggire
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ogni inconueniente, se bene i Tempi si dicano perfetti & imperfetti, queste due principali maniere di
Proportione si dicano maggiore & minore, per poterle diuidere, & diuise mostrarle per perfette & inperfette: & si come il Tempo perfetto preuale l'imperfetto, cosi la Proportion maggiore preuale la minore: Et di piu si come le figure del Tempo perfetto hanno vn poco piu di authorità che non hanno quelle del Tempo imperfetto (come habbiamo ueduto nel Lib. Secondo,) cosi le figure della Proportion maggiore seranno diuerse, & con la diuersità haueranno altra iurisditione, che non hanno quelle della mino-re; essendo cosa conueneuole che il maggiore sempre preuaglia di authorita & di iurisdittione il mino-re; che s'egli in ciò non preualesse frustatorio & vano seria dir maggiore.
Hormai che sappiamo come sono dua sorte de Proportioni cioè maggiore & minore; bisogna sapere
che la Proportion maggiore, è vna collettione, ouero agregatione di tre Semibreue sotto d'vn tatto inequal raccolte: il che si fa tutta volta che tre delle dette figure si constituiscano sotto l'interuallo & la misura d'un tatto inequale, à differenza delle Sesquialtere & delle Emiolie che come habbiamo veduto sono tre figure constituite sotto vn tatto equale.
Cosi anco la Proportion minore è vn'agregatione, & colletione pur di tre figure constituite sotto vn
medemo tatto inequale non di quella sorte, ma d'vn altra: perche l'vna e l'altra Proportione seria l'i-stessa: ma le figure della prima sono tre Semibreue & quelle della seconda tre Minime.
Atalche qual hora che si troueranno tre Semibreue constituite sotto vn tatto inequale diremo che
la sia Proportion maggiore; se le seranno tre Minime nel istessa maniera constituite, diremo che la sia
minore. Et perche queste Proportioni si possano considerar in due maniere, cioè secondo che in occasione
le sue figure ò per pause, ò per altre figure maggiore possano esser alterate, et da tatti perfetti propor-tionate, & poi secondo il lor proprio & natural valore separate da ogni alteratione: per questo ogni Proportione secondo che doppiamente si considera, cosi anco si diuide.
Però quando la detta Proportion maggiore si considera con l'alterationi & le perfettioni, alhora
la si chiama Proportion maggior perfetta à differenza del imperfetta; perche quando se gli si leua & es-clude le sudette perfettioni & alterationi alhora la si chiama Proportion maggiore imperfetta: dalla
imperfettione delle figure che non hanno piu quell'authorità & quel vigore di alterare le figure & di
equiparare i tatti sproportionati.
L'istesso si dice della Proportion minore, che escludendosi la Perfettione la si chiamerà Proportion
minore imperfetta come anco lasciandoglile si chiamerà Proportione minor perfetta. Onde per conoscer l'vna & l'altra fa bisogno di riguardar al Tempo & alle figure, le quali di subbito ci daranno noti-tia & buona cognitione.
Per questo si ha da sapere che quando le Proportioni seranno formate con le figure bianche & natu-rale, quella loro natural forma, & bianchezza darà segno che le seranno Proportioni perfette: ma quan-do le sudette figure seranno oscurate & negre senza interuento di figura biancha, alhora si hauerà se-gno che quelle Proportioni seranno imperfette.
Ma è da notare che non senza causa io dico che non ci habbia à intrauenire figura bianca; perche
infra le figure bianche delle Proportioni perfette possano intrauenire le figure negre, & esser con le na-turali: non già perche le dette figure bianche & negre mescolandole cosi insieme le si possino dir Proportioni miste hauendo del una & del altra sorte di figure; ma perche alle volte occorre nelle Proportioni
perfette di seruirsi di quelle figure che possano essere perfette & imperfette; per questo volendole far
esser imperfette si seruano d'oscurar le figure, accioche le si cantino senza veruna perfettione.
Da questo si caua, che in quel modo che si trouano due sorte de Tempi, cosi anco si troua due sorte
de Proportioni, & ciaschuna Proportione secondo che in dua modi si può considerare (vn modo secon-do il valor naturale delle figure & l'altro secondo l'accidentale dal quale ne nasce l'alterationi & le perfettioni:) cosi anco le vengano dette Perfette & imperfette.
Di piu ancora si è detto che le Proportioni perfette in certe occasione possano hauere le figure ne-gre, proprie figure delle Proportioni imperfette formandosi in questa maniera la diuisione: Propor-tione maggior perfetta & imperfetta; & Proportione minor perfetta & imperfetta.
Atalche quattro specie de Proportioni si ritrouano da formarsi & constituirsi sotto il tatto inequa-le, per l'inequalità di due sorte di figure che non solo inequalmente entrano sotto il sudetto tatto; ma an-co alcune volte vi entrano bianche & naturale, & alcune altre volte negre & oscure.
Dalla diuersità delle figure bianche ne viene il dire Proportion maggiore & minore, & dalle figu-re oscure il dire perfetta & imperfetta.
In che modo, & in qual maniera si formino gl'essempii delle quat-tro specie di Proportione d'inequalità di tatto & di figure. Cap. XXVIII.
MEntre che col pensiero io son stato occupato intorno alle reale speculationi della Musica, per
redurre le cose sue sotto alcuni ordini & osseruanze: per torre da i pensieri altrui le false
immaginationi atte à confonderci e per illustrare la professione e l'arte, meco stesso piu di dua
volte mi sono andato immaginando che pochi forse al dir mio daranno fide, trouandosi vna gran parte
de i detti miei contrarij à i più famosi pareri altrui: poiche per vna certa antica traditione, al dì d'hog-gi quasi ogni vno tiene & crede che il comporre sia vn arte, la quale non habbia bisogno d'altro che di
saper con le consonanze buone saluar le cattiue, & che le Proportioni imparticulare sieno certe apar-tate maniere di cantilene, che le stieno in petto, & in potere del Compositore di formarle comunque
li pare ò piace, & ch'egli altro obligo non habbia che di porre tre figure per tatto, & d'introdurle con
le ternaria zifra. Onde dopo molte repugnanze & contrasti, trouando questa facile & familiar via
di comprobar il detto mio col dire & con gl'essempij di questo & di quello; non ho voluto che mi rimanghi come si suol cosa su la penna: che per le sudette speculatione & studij io n'habbia fatto acquisto.
Anzi che io mi terrei à scorno & vergogna, se esponendo i pensieri miei cosi come io gl'espongo, non
gl'esponessi in quel modo che i buoni & ottimi pensieri debbano esser esposti; massimamente quando che
con tale espositione si viene à demostrare la fallace oppinioni et ridiculose credenze che hanno quelli che
piu le debbano hauere perfette & buone.
Però considerato alla fine in quanto errore si trouino quelli che si credano di hauere vn autorità
tale, & di poter formare le Proportioni come li piace (purche seruino la ternaria diuisione delle figure,)
& quanto gioueuole serà a i Compositori il mostrarli le particulare & distinte specie delle Proportioni, dopo le superiore decchiarationi, ho deliberato di mostrarli anco gl'essempij.
Coloro dunque i quali credano che le Proportioni sieno maniere Musicale di potersi fare à volon-tà particulare, & non esser soggetti ad altra regola che alla osseruatione delle tre figure per tatto sie-no Semibreue, ò Minime: sappiano che nisciuna cosa nella Musica è si semplice che non habbia orig-gine ò non dependi da qualch'altra che si sia: perche considerandole le si ritrouano & veggano vna
dal altra si ben scaturire che le ci fanno con stupor grande merauigliare.
Che ciò sia il vero vediamo che dal Tempo nascano tutte le varie maniere di cantare, cioè tutta la
varietà delle cantilene.
Onde si come nel compor le Musiche ordinarie, siamo soggetti & conueniamo esser diligentissimi os-seruatori de gl'ordini & delle regole di quel Tempo particulare che noi adoperiamo: si ancora ne conuiene essere nelle Proportioni: non solo perche le non sono fuori delle dette regole & ordini; ma anco
perche le deriuano da esso Tempo per via della inequalità del tatto, per il quale vengano à esser diuer-se dalle comparatione ordinarie & commune.
Per questo in quel modo che chi vuol comporre le cantilene ordinarie necessariamente ha da sapere che
cosa in esse si ha da osseruare; cosi ancora l'istesso nelle Proportioni ha da sapere. Però conforme alla
promessa, & al ragionamento superiore, diuidendosi le Proportioni in quattro distinte et separate spe-cie, si dice ch'ogni specie si formi con distinte et particular figure; et nota che quando si dice particular fi-figure sempre s'intende di quelle che formano il tatto, & che integramente da vn tatto sono comprese.
Le figure dunque della Proportion maggior perfetta, si forma con l'interuento del valore di tre Se-mibreue per tatto, con questo particualr segno & queste particular figure.
[Music example]
In questa forma di Proportione possano intrare tutte le figure Musicali che in Proportione pos-sano hauer luoco; si come si può vedere nel superiore Cap. 4. per essere la prima specie & in essa possa-no essere l'alterationi; gl'agumenti, le diuisioni, & le perfettioni in quel modo à punto che se il canto fos-se regnato solamente col Tempo perfetto senza l'interuento di veruna zifra.
Dimodo che per voler cantar bene vna di queste simil Proportioni, bisogna ridursi à mente tutte
quelle regole che già son state dette & poste di sopra nel Secondo Lib. nelli Capitoli 6. & 7. parlando-si del Tempo perfetto; perche quelle regole seruano à quella maniera di canto, & qual si voglia ine-qual Proportione di tatto: Ma quando si vuole quest'obligo fuggire, et non esser soggetto, ò sottoporr'altri alla consideratione delle figure perfette diuise & alterate, s'oscurano tutte le figure & cosi tutte di-uengano imperfette: Il modo di formarle è facile; perche pigliando l'istesso superiore essempio & oscu-randolo se ne vederà riuscire la sudetta Proportione com quì si vede.
[Music example]
Onde se non fosse che il sudetto Tempo si diuide si come si è veduto & è stato detto di sopra; queste
due specie particulare basterieno alla sumministratione di qual si voglia effetto di tatto inequale, trahendosi da queste dua tutti quelli effetti che da Proportione inequale si vuole hauere: ma stante il Tempo
diuiso & esse Proportioni descendere dal Tempo, bisogna necessariamente al vno & l'altro Tempo dare le sue proprie & particulari specie.
Per questa via con il Tempo perfetto si constituisce la Proportione maggior perfetta & imperfet-ta, & con il Tempo imperfetto la Proportione minor perfetta & imperfetta: dimodo che per uoler formare la Proportione minor perfetta, bisognerà formarla sotto il segno del Tempo imperfetto con l'in-teruento del valore di tre Minime per tatto formandone gl'essempij in questa forma che quì si vede.
[Music example]
Et volendosi da gl'oblighi particlari disobligare, & non esser astretto à perfettione diuisione ouero
alteratione, si possano queste istesse figure oscurare che per l'oscurità & denigratione diuenendo imper-fette, si trouerà sciolto da ogni obligatione & ne hauerà l'istessa sodisfattione, il che volendosi fare si fa-rà come quì vede.
[Music example]
Cosi si haueranno tutte le quattro specie delle Proportioni diuise & distinte senza periculo di poterle
vna con l'altre confondere: Ma bene quelli che delle sudette specie si vogliano senza periculo di reprension seruire, hanno prima da far ellettione di qual specie si vogliano preualere, & elletta poi hanno da
osseruare tutto quello che in specie tale si debbe osseruare: & serà lodeuol cosa appresso chi le Proportioni
intende, di non mescolar mai le figure d'vna Proportione con le figure d'vn altra per conseruatione delle specie distinte, che quando questo si vsasse seria forza senza verun proposito di dare vna quinta spe-cie, & di chiamarla specie mista che altrimente la denominatione non potria hauer nelle Proportioni
luoco; & allhora veramente questa quinta specie seria necessaria, quando che con le figure di vna non si
potesse formare tutto quel valore che l'huomo vuole: Anzi secondo il parer mio conformato prima con
la ragione, & poi con quello ch'ancora non ho trouato in scrittore non si può mai in qual si voglia Pro-portione imperfetta, introdur figura che per sua natura sia oscura, come seria à dire le Semiminime le
Chrome & le Semichrome: perche introducendocele è forza d'introdurle sotto altra forma, & cam-biando forma naturale in altra forma accidentale, si venirà à entrare non solo informe delle compagne;
ma anco informe disusate da nisciun scrittore concedute: come se per essempio io mi disponessi di commu-tar vn tale essempio di Proportione perfetta nel imperfetta, serà forza che io le commuti in questa che
quì si vede.
Ma se io la pongo sotto i segni del Tempo imperfetto & che io la facci diuenire Proportione minor
perfetta; formato che io ne hauero questo primo essempio.
[Music example]
Non potrò formarne il secondo per separarla dalla perfettione, perche si vede come volendosi formare le Semiminime à differenza delle Minime che serieno già oscurate, bisogneria formarle in foggia
di Chrome: il che di buona ragione non può stare essendoci la Chroma naturale: Perche se si oscurano
le quattro figure maggiore, le si oscurano perche di lor natura sono bianche, & oscurandole non hanno
veruna similitudine di figure oscure: & se bene si oscura anco la Minima la quale oscurata è simile
alla Semiminima, questo è perche nella Proportion minore le tre Semiminime sono quelle che forma-no il tatto di Proportione; e però si dice che le si oscurano per grata permissione, ò per esser loro l'vltime
figure delle bianche.
Da questo maggiormente si caua la necessità di queste quattro specie: poiche spesso quel che si forma
sotto di vna, non si può senza periculo di fallo ò di commetter errore formar sotto del altra: Onde tanto
piu questo errore si debbe schiuare & fuggire, quanto che le Semiminime fatte in foggia di Chrome
ponno da Cantori senza verun dubbio esser tolte per Chrome naturale & non per Semiminime: per-che se bene le Minime oscure quando nelle Proportioni le sono oscurate le non si pigliano per Semimi-nime questo auiene più per l'vso che per altro, & anco perche le sogliano esser sempre le piu propinque
compagne delle Semibreue.
Questo è quello che nel ingresso & principio di questo Cap. sotto quelle parole io dicea: che pochi
forsi daranno fede al mio dire: per rispetto che molti antichi, & moderni hanno composto questa sorte
di Chrome per Semiminime aducendomi gl'essempij loro, & per porne vno particularmente, porrò l'essempio di Iacob Obrecht nella sequenza della Resurrettione, ò in quella della Visitatione il quale nel
Alto le forma cosi come quì si vede.
[Music example]
Alquale io son forzato di rispondere & dire, che si come i moderni riffiutano molte cose dell'antiche
ch'essi antichi l'approbano per buone; cosi ancora non seria inconueniente se si riffiutassero queste parti-culari; tanto piu che le ripugnano à la raggione: ma voglio anco concedere che in vna occasione il si potesse fare; vediamo di gratia qual cosa forzò & strinse il sudetto autore à formar piu quelle figure oscu-re che bianche che noi trouaremo come nisciuna cosa l'astrinse: Or s'egli non fu astretto; perche quello
che potea esser chiaro lo fece esser confuso & dubbioso?
Io per me sin hora non solo in questo vi trouo la repugnanza & la contraditione del senso: ma anco
con essa contradittione & repugnanza sin hora per quanto ho potuto vedere & leggere non ho trouato
scrittore che nel insegnarci di formar Proportione, n'insegni et dica che fia leccito alle volte di formar
le Chrome per Semiminime & le Semibreue per Chrome.
Di gratia coloro che in questo haueranno altro parere si paghino prima di ragione, & poi da curiosità & voglia di sapere spinti di gratia cerchino se in nisciuno Autore che sin quì di Musica habbia
scritto si troua questa concessione, & se n'insegna in che modo si possa fare che mi farà grandissimo ap-piacere: & col farmi appiacere venirà à imparar questo che non li serà discaro ò di danno.
E però possiamo dire che alhora saressimo constretti & obligati ad introdurre nelle Proportione
Musicale altre figure per quelle che già sotto altra forma & in foggia d'altra figura fossero forma-te; quando che non ci fossero altre vie di poterlo fare; & di produr l'istesso sotto altre maniere & fog-gie: ma essendoci, perche in occasion tale ci vogliamo noi impuntare & far forza di passar per altra via
che per la porta?
Noi vediamo che quando nel comporre le fughe di obbligo, la fuga non entra per vna via, cerchia-mo di porcela per l'altra? e perche dunque ci vorremo impuntare & star'ostinati in fare una Propor-tione imperfetta, se facendola perfetta possiamo schiuare tutti gli scogli che ne potessero rompere, et fuggire ogni sorte di reprensione? Che si credano costo che le Poportioni imperfette sieno dette imper-fette per quella oscurità delle figure? & non sanno che le si dicano tale perche non possano hauer tutto
quello che hanno le perfette: che non per altro le sono state fatte che per leuare la perfettione delle figu-re, con l'alteratione & le diuisioni, & per poter conseruarli il valore naturale.
Però mi pare che il Compositore dolo l'hauersi elletto vna particular specie di Proportione & di
hauerla comminciata à ordine & tessere, che vedendo d'esser astretto & di douere oscurar le Mini-me, & dopo l'hauerle oscurate di douer adoperare le Semiminime esser contento di seruirsi di quelle specie nelle quali usando ogni figura, le può usar arditamente et senza dubbio d'esserne ripreso ò tenuto per
ignorante, non ostante qual si voglia essempio in contrario, che essempio non torrà mai al douere & al-la ragione, ciò che di ragione & di douere li preuiene.
Anzi che noi non possiamo sapere se quest'error commesso nelle opere & compositioni antiche sia
per colpa de i copiatori o dà i stampatori commesso; ò pur per pura colpa de proprij autori: poiche in molte cose le opere di vno, sono & si trouano diuersamente stampate come tutti possano vedere: & io piu
tosto attribuisco la colpa à i stampatori & à i copiatori che à i Compositori, trouandoli in altro esser
stati cosi diligenti osseruatori delle regole.
Questa è la conclusione che le Proportioni imperfette, per sua natura non possano hauere altro che
le quattro figure principali, & per la ragione delle tre Minime che vanno sotto d'vn tatto nella
Proportion Minore vi entra anco la Minima: dimodo che si può dire che la detta Proportione
imperfetta si formi solamente di quelle figure che naturalmente sono bianche: nella quale oltra tut-te le cose che si è detto si ha da fuggire quello in che cascano molti, cioè di non porre mai per qual si
voglia cosa figure bianche nelle sudette Proportioni oscure: perche è piu comportabile per causa del-le alterationi & perfettioni che vna Proportione di figure bianche ne habbia delle negre; che le ne-gre ne habbiano delle bianche: perche come n'insegna Aristotele dalla priuatione all'habito non si da
mezzo ne via: & l'imperfettione non è mai di natura di poter esser perfetta: come per contrario, la perfetta può in qualche caso caddere nella imperfettione. Oltra che di ciò non si ritroua autore che
ce lo proponga, ò ce lo concedi.
Quali sieno i segni delle Proportioni, & in che modo le s'intro-ducano & si cauino fori delle cantilene ordina-rie. Cap. XXXIX.
POchi sono stati quelli, per quanto si vede (da i principali antichi in fuora) che nel proporre le
Proportioni loro, habbino seruato i stili conuenienti & i segni necessarij delle Proportioni:
Onde il dissordine si fattamente è scorso inanzi ch'al dì d'hoggi con poco honore et fama d'alcuni Compositori moderni, che si reputano di sapere & si tengano sufficienti, opere si veggano vscir dalle stampe con Proportione sotto si contrarij segni tessute, che danno materia et occasione a gl'osseruatori
veri, & à i particulari intelligenti di questa professione che con trastullo mirabile & sollazzo incredi-bile ragionino della loro poca auertenza & cognitione: Perche non basta di sapere che le Proportioni
vogliano hauere tre figure per tatto, al contrario de i canti ordinarij che ne vogliano solamente dua;
che se questo fosse in nisciun caso hauerieno i Compusitori da seruirsi del punto di diuisione, d'alteratio-ne, ò di perfettione come si seruano.
Per il che io son forzato & constretto (amando l'honor de quelli che queste cose non sanno) di dire
che si come vn segno posto per l'altro nelle compositioni ordinarie le fa subbito esser diuerse & l'introduce in altra consideratione, cosi ancora nelle Proportioni disponendole sotto altri segni de quelli che per
natura loro vanno disposte, ò che le si dispongano sotto ragioni confuse, ò sotto ragioni contrarie: questa è
cosa chiara, ma perche di gratia; si come si ha auertenza (et sempre in ciò si debbe hauere) di non porre le
compositioni binarie sotto altri segni che li segni suoi: perche dunque non uoremo noi esser auertiti di por-ci anco le ternarie, se le ternarie per l'esser loro & la poca pratica che hora ne hanno i Cantori si troua-no esser piu difficile delle commune?
Anzi che molto meglio si potrà sopportare vn contrario segno nelle cantilene ordinarie per la prattica & l'vso grande che si ha di esse, che in quelle de Proportioni; atento che spesse volte si fanno scam-bij & mutationi di cantar quelle che sono fatte con l'interuento et la consideratione della Breue forma-ta sotto vn tatto, al tatto delle Semibreue, ò per contrario quelle della Semibreue al tatto della Breue.
Il che meglio si supporta & è piu comportabile che il disporre le Proportioni sotto d'altri segni che
li segni suoi.
Perche come altroue ho detto il Compositore è obligato à comporre i canti suoi con tutte quelle re-gole che essi ricercano, & stà in libertà del Cantore di cantarle comunque li pare e piace: Che ben si vede quante cantilene sono falte sotto il segno del Tempo imperfetto segnate con il semicircolo trauersa-to che dimostra vna Breue per tatto, ò tanta quantità di figure quanto rileui il detto valore; & nondi-meno il piu delle volte sono cantate al tatto della Semibreue, & si propongano tante figure per tatto
quanto faccino per il valore d'vna Semibreue.
Questo non fa caso: ma bene nelle Proportioni fa più di quello che vn'non crede: poiche le dette
Proportioni non solo non si possano colocare sotto segni che non sieno segni suoi: ma ne anco colocate
cantandole sotto il tatto equale escluderle dalle perfettioni, dalle diuisioni & alterationi.
E però si debbe hauere molto bene auertenza come le si pongano: Perche non è chi bene non iscor-ga, & vegga chiaramente se i canti per la varietà delle sue particular figure, ò per la diuersità & va-riatione de diuersi segni sieno cosi infra di loro diuersi & differenti: atentoche noi vediamo in qual si voglia cantilena & compositione, con una istessa forma esse figure entrarci sempre: & se pur alcune si va-riano, come nel interuento delle legature si veggano variare: le si variano ancor quelle naturalmente,
perche la maggior parte delle legature sonformate con le figure principali & maggiore, & esse figure
maggiore sono tutte di forma quadra come tutti sanno, & nel primo Lib. nel Cap. 44. delle legature
facilmente si può vedere.
Onde perche la varietà delle maniere di cantare, non nasce da altro che dal valore et dalla variatione de segni inditiali del tatto (che sono quelli, che si pongano ò si trouano esser posti nel principio delle
cantilene detti Tempi in piu e piu luochi decchiarati & in diuerse occasione esposti) da i quali si com-prende se quelle parte & cantilene vanno cantate sotto la ministratione del tatto equale ò inequale
ouero se pur con il tatto equale, qual figura caschi nella consideratione del tatto, ò se con l'inequale, con
che maniera, & qual figura formi l'inequalità di tatto tale: per questo ritornando sempre à vn princi-pio, & quello spesso spesso commemorato; hora non douerà parer strano se si torna à commemorare e
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dire quel che già è stato detto; cioè che dal Tempo nascano tutte le diuerse maniere di cantare: perche
cosa piu chiara non possiamo trouare, ne si Mathematical sentire: & però si come habbiamo veduto in
che modo si segnano & s'introduchino le cantilene binarie per farle commode & regulatamente da
Cantori cantare: cosi ancora non serà danno ne male di vedere (per beneficio de molti) in che modo le
ternarie s'habbiano à introdurre & segnare. Sopra di che si ha da sapere che in quel modo che s'in-troducano le cantilene binarie; che cosi ancora s'introducano le ternarie: le binarie s'introducano per uia
del Tempo perfetto, & imperfetto: cosi ancora le ternarie per via delli dua Tempi s'introduranno.
Di questo non ci è molta difficultà, ne meno molti dubbitano; perche sanno bene che senza Tempo
non si può cantare: ma la difficultà consiste nel saperli accommodare, & alle cantilene adattare.
Già di sopra conferme à quello che quì si è detto; si è veduto, ò di bel nuouo rimirando gl'essempij di
Proportione si può vedere che le Proportioni non s'introducano con alti segni che con questi.
Il primo rifferendosi alla Propotion maggior perfetta & imperfetta, il secondo
[Music example]
alla minore dell'istessa perfettione & imperfettione: ma la difficultà consiste li do-ue l'error ne nasce, cioè i Compositori non hanno nell'introdurle ò nel finirle riguardo al Tempo & à i segni anteriori & primi. Et cosi vengano nel finirle ò nell'introdurle à caddere in si grand'errore che non si può permettere ne supportare:
E però per introdurle regolatamente bisogna che il Compositore habbia riguar-do al segno ch'egli adopera nella sua cantilena quando che l'ordina & instituisce sotto l'ordine & le misure delle suggettione binarie, & che se il detto segno sia il segno della Breue ò di institutione perfetta:
che anco le Proportioni hanno da corrispondere à quei segni in questo modo; che opponendosi il numero
ternario al numero binario: se il numero binario voleua due Semibreue per tatto: che nell'ingresso del-l'opposito numero ne habbia d'hauere quanto ne ricerca & richiede la zifra: che in summa seranno la
quantità di tre. Le Proportioni dunque d'inequalità di tatto hanno sempre di hauere tre figure
in opposito delle dua, & se le figure che li sono inanzi, sono sotto il semicirculo trauersato nel-l'introdurre le dette Proportioni le hanno da esser introdotte con questo segno:
perche le sue tre Semibreue corrispondano alle dua del primo, & nel finirle
[Music example]
sempre si risottiglie il segno di prima quantunque non fosse nata occasione di
proporre il canto con altro segno che col segno di Proportione: & tutta volta
che le si proporanno altrimente, le propositioni loro seranno false & cattiue.
Cosi ancora se il segno che precede le Proportioni serà il semicirculo semplice
le Proportioni si doueranno proporre con quest'altro.
[Music example]
Et se li darà tre Minime per tatto, dandoli il tatto inequale: e questo per-che il numero ternario comparato al binario ricerca che si come per prima si
cantauano due Minime per tatto: che nelle Proportioni se n'habbiano da cantar tre. In somma quel segno che si adopra inanzi, che si adoperino le Proportioni; quel medemo si adopra dopo, & al semicirculo trauersato deue corrispondere il circulo con il trauersato dentro; & al semicirculo semplice, il semiciruclo
senza trauersato per le ragioni adutte: Onde accioche di questo si sappiano le loro piu particulare & in-time ragioni, si ha da sapere, che punto non ci debbiamo merauigliare che il semicirculo come segno im-perfetto possa dimostrare una Proportione: perche non essendoci altro che dua segni del Tempo non si può
con altra differenza dimostrare la Proportion maggiore et minore: il che non arguisce contrarietà, come arguiria se ue ne fossero d'altri. Et se mi si dicesse che in quel modo che si può formare la Proportion mi-nore con il segno che serue alle cantilene binarie che è il semicirculo semplice, cosi ancora si potria for-mare la Proportion maggiore con il semicirculo trauersato, simile al segno ch'essa ricerca dinanzi oeuer
nel fine: al che si risponde & dice che questo non si ha per inconueniente: perche quantunque i Theorici
voglino che il circulo trauersato sia il vero & proprio segno della Proportion maggiore; non per que-sto resta che il semicirculo trauersato non lo possi fare senza scropolo: che ben si vede che senza temer
di riprensione si può l'uno & l'altro segno adoprare, quando che le opere antiche se ne sono cariche, &
piene, & si veggano essere da qual si voglia buon Musico immitate & seguite: i cui seguiti & immi-tationi sono non altrimente che ample libertà date à Compositori, per potersene seruire & accommo-dare: Cosi ancora chi ricercasse perche causa; se la Proportion maggiore si può segnare con dua segni,
non si segna ancora le Proportion minore? Sappia che la Proportion maggiore non seria maggiore se
non fosse da piu della minore, et poi non si troua altra uia di potere con diuersità formare altri diuersi segni, che non sieno gl'istessi: e però la Proportion maggiore si può segnare con il circulo & semicirculo
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trauersati, & la minore solamente con il semicirculo semplice, perche il circulo trauersato è il proprio
& particular segno della Proportion maggiore, alla quale non repugna di hauer anco il semicirculo trauersato essendo che rimangano l'istesse comparationi & alhora si doueria deporre et lasciar stare, quando che con la presenza sua s'impedissero le vere intelligenze di queste & di quelle: ma quelle & queste
rimanendo chiare, senza verun periculo l'vno & l'altro si può adoprare.
Ecco come si segnano le Proportioni di inequalità di tatto, & come vanno cauate: non resta altro
solo che le sieno proposte, & cauate fuora bene: accioche da quì in poi non si vegghino piu quelle def-formità di Proportioni che si sogliano vedere con segni si contrarij che fanno stomachare, perche se co-loro che le fanno cosi contrafatte & disformate riguardassero le opere vecchie & antiche, non troueran-no mai che dopo vna Proportione de segni trauersati, si ponghi vn segno senza trauerso; ne meno dopo
vn segno senza trauerso, porsi vn segno trauersato: perche tutte sono cose che repugnano alla natura delle comparatione Musicali, & in nisciun conto possano essere supportate, chi non vuol supportare le co-se mal fatte & impertinente, ch'a più potere s'aboriscano, & aborrendosi si fuggano.
Qual si il tatto delle Proportioni. Cap. XL.
SE dentro al primo Libro di quest'opera; particularmente nel Cap. 34. non si fosse detto che cosa sia tatto, hora bisogneria quì farne vn lungo ragionamento, & vna lunga digressione: per
dimostrarne secondo il suo essere, qual sia la sua propria essenza, di donde habbia hauto orig-gine, & come si formi: ma essendosi in quel luoco secondo la diuersità de i nomi suoi diuiso il tatto dal
Tempo, l'vno tolto per i segni che dimostrano qual sia il valor delle figure, & l'altro attione che si fa
per informarle di suono; & dimostrato anco che per ragione di relatione, & d'inequalità di figure si dà
il tatto equale & l'inequale; statuito prima il tatto equale alle cantilene binarie come quelle che riceua-no & contengano la quantità delle figure in nummero equale: per questo hora secondo l'occasione, & il
tempo che si ci rapresenta diremo del tatto inequale vero & proprio tatto delle Proportioni, il qua-le non è altro che vn moto d'inequalità formato, & si forma con una inequale attione per via di tre
figure da lui inequalmente compreso. Sotto il cui essere si contengano le figure in Proportione;
in quella maniera che habbiamo veduto contenersi quelle, che dal tatto equale sono raccolte & ab-bracciate.
Questo tatto inequale non per altro si chiama tatto delle Proportioni solo perche, non serue ad al-tre specie di cantilene che alle Proportioni, & alle Prolationi che sono d'vna istessa natura, & hanno
quasi vn medemo essere come nel Lib. superiore habbiamo veduto, & per dimostrare che sotto questa
denominatione s'hanno da escludere da lei tutte quante quelle specie che sono considerate & constituite
sotto il tatto ordinario & commune, che quantunque habbiano alle volte le figure inequale come la
Tripla, la Quintupla con l'altre specie de i superiori oppositi numeri: nondimeno perche gl'oppositi nu-meri non hanno autorita di formar tatto come quelli che in oppositione competano, & discaciandosi
si tolgano il luoco l'vn l'altro: per questo si dice che il tatto inequale, è quel moto & attione che si fa
inequalmente nel sumministrare le cantilene che hanno la quantità delle figure in quantità perfetta, à
differenza di tutte quante le specie di qual si voglia genere di comparato nummero che in nisciun
caso, da figure possano esser accompagnate in perfettione, & si dice tatto di Proportione di inequali-tà di tatto à differenza, delle numerale oppositioni che sono solamente d'inequalità di figure, che
per il nummero delle loro figure inequale non hanno bisogno di altro tatto che del tatto equale.
Onde se bene quattro sono le specie di Proportione d'inequalità di tatto: vn solo è il tatto di Pro-portione: atentoche si come il tatto equale serue alle cantileae perfette & imperfette: cosi ancora l'ine-quale serue alle Proportioni maggiore & minore, & non ostante à quelle, che anco serue alle Propor-tioni perfette & imperfette: di maniera che il tatto inequale serue, à tutte le specie de Proportioni, &
Prolationi naturale: come habbiamo veduto: & nota che io non per altro dico Prolationi natura-le, solo perche si sappia che dalle naturale infuora tutte quante vanno summinsitrate con il tatto
equale.
Il tatto dunque delle Proportioni, intese per le Proportioni ch'intendano i Cantori non è altro
che il tatto inequale che con l'inequalità sua riceue sempre tre figure di Semibreue ouer di Mini-me, ò se pur non riceue quelle, ne riceue altre nella medema quantità sotto vn istesso valore,
il cui essere è causa che si distinguino le cantilene binarie dalle ternarie, & che con vna real
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distintione apparischino reali gl'effetti di Proportione da gl'effetti ordinarij: & nasce per relatione;
ne piu ne meno che vediamo nascere il primo dal secondo; ò il maggiore dal minore: Et nota ch'egli si
dice tatto di Proportione accioche il non si habbia d'attribuire alle cantilene del Tempo perfetto et Modo maggiore: che quantunque sieno cantilene di ternarie considerationi, & che habbiano le sue limitationi secondo il nummero ternario, non per questo ricercano altro tatto, che il tatto commune.
Perche causa nelle Proportioni si sumministra il tatto ine-quale. Cap. XLI.
ACcioche non paia (si come forsi à molti potria parere) che le cose le quali hanno qualche poco
di difficultà, da me sieno lasciate andare & che io in questo me la passi come si suol dire con il
piede asciutto, non voglio mancare di fare il presente ragionamento sopra il tatto di Propor-tione, quantunque assai diffusamente se ne habbia fatto vn altro nel Cap. 34. dal primo Lib. ragionan-dosi delle diuisioni del tatto, si perche con il presente ragionamento sii comprobito meglio quel che già si
disse: si anco perche si vegga tutto l'essere & la natura del sopradetto tatto di Proportione.
Però quanto al esser suo: non ci è dubbio ch'egli non sia inequale conforme alla inequalità delle figu-re che lo formano & li danno essere: perche se dalle figure equale ne nasce il tatto ordinario & commune è ben forza che dalle inequale ne naschi quello delle Proportioni: Che le figure equale faccino nasce-re il tatto commune è cosa chiara & manifesta; poiche esso tatto non si forma con altro che con figure
equale che sono in quantità di dua, di quattro & c. se il sudetto tatto commune si forma per via delle
figure equale, è ben ragione come ho detto che dalle figure inequale venghi & deriui quello delle
Proportioni.
Questo tatto inequale nasce per via di relatione come nel Cap. superiore ho detto, & è cagione che
le Proportioni, & Prolationi habbiano diuerso essere dal commune essere ternario: perche quantunque
le Prolationi naturale, & le Proportioni habbiano il medemo essere delle cantilene ternarie & perfet-te; caddendo infra di loro le medeme considerationi: nondimeno perche queste vogliano vn tatto et quelle un altro: per questo si dice che quelle & queste habbino diuerso essere: Onde si come l'essere constitui-sce le differrenze; cosi per le differrenze si constituiscano le separationi, perche quella cosa si seppara
da quel altra, che da quel altra è differrente; essendo che se l'vna e l'altra fossero vna cosa istessa per la
conuenineza non vi caderia distintione. E però le Proportioni in particulare: per causa della summi-nistratione del tatto inequale si vengano à separare dalle cantilene perfette, non in quanto alla perfettione; perche procedano per le medeme vie: ma in quanto alla risonanza delle figure ch'altrimente sono dal
tatto raccolte, la cui sumministratione è inequale non tanto perche l'altro tatto è commune; quanto che
perche douendo sotto di se riceuere tre figure, non le potria riceuere intiere s'egli equalmente si diuides-se: per rispetto che bisogneria diuider vna figura, & diuisa che fosse non vi entraria integra secondo la
sua quantità, si come ci deue entrare: Questa è la propria cagione della sua inequalità: oltra quella ra-gione della relatione: Dunque le tre figure che vanno sotto d'vn tatto di Proportione, sono causa che in
esse si sumministra il tatto inequale. Et già che il tatto delle Proportioni non si può equalmente summini-strar per causa dell'inequalità delle figure che ui entrano, s'alcuno ricercasse poiche il se sumministra
con un moto inequale perche causa la maggior parte dell'attion sua, si tiene piu nel caddere che nella elleuare? Alche chi uolesse rispondere che l'istesso quesito si seria potuto fare quand'anco l'attione fosse stata
al contrario di quello che la si fa hora, seria vn rispondere fuggitiuo, & fuori di ragione, perche di tutte
le cose bisogna saperne assignare qualche poco di ragione; essendo che simil risposte si sogliano dare quan-do non si sà che si dire però se ben è vero che l'attione essendo inequale douea nel elleuare, ò nel caddere
hauer la sua maggior parte, nientedimeno l'hà hauuta piu nel caddere che nel elleuare; perche douendola l'huomo sumministrare, si è elletto la maggior parte nella caduta, come in parte più quieta & riposata, ò come in parte piu commoda à lui, che se la volesse tenere nell'elleuare, tanta fatica vi durarebbe,
che in breue diuenuto stanco, per distancarsi conueria lasciar stare, & nel piu bello hauer bisogno d'a-iuto, ò di lasciar l'impresa, cosa piu tosto biasmeuole & odiosa, che degna & suportabile.
Questo è che diuidendosi il tatto di Proportione in due parte inequale, la maggior parte si tiene,
nella cadduta & la minore si tiene nell'elletta.
Altre ragioni ancora si potriano adurre che per essere semplice considerationi, & non molto necessa-rie alla cognitione delle Proportioni si lasciano stare.
Quale figure nelle Proportioni sieno alterabile & possino esser perfette. Cap. XLII.
HAbbiamo sin hora veduto & constituito quattro specie de Proportioni ristrette sotto due capi
detti maggiore & minore, secondo il nummero de Tempi, & veduto che solamente le Pro-portioni perfette, possono hauere figure perfette & alterate. Però deposto da un canto le Proportioni imperfette, come quelle che non riceuano fugure ne alterate & ne perfette; diremo di quel al-tre principali, le quale hanno due figure atte à essere in vna occorrenza & occasione alterate & perfette: & queste dua figure vna riceue la perfettione & l'altra l'alteratione; & da notare che ho detto
non sempre: perche non ogni volta & sempre hanno questa autorità & iurisdittione: che se l'hauessero
sempre non ci occorreria dir altro; basteria solo di mostrarle con due parole: ma perche le rimangano se-condo che sono le loro naturali & proprie forme, & alcune volte sono constituite per quello che le sono,
& alcune altre volte con alquanto di piu valore: per questo si decchiara & dice che nella Proportione
maggior perfetta, la Breue alcune volte riceue perfettione & la Semibreue viene à esser alterata.
L'alteratione è vn altro tanto valore, quanto che è tutto quel natural valore della figura alterata:
& la perfettione è un tanto ualore quanto che è la mettà del ualore della figura che ha da esser perfetta
come seria à dire: ogni uolta che la Semibreue, serà posta in modo, ò che hauerà segno di esser alteratà
la diuenirà di altro tanto valore quanto che è il suo proprio & naturale.
Cosi quando che la Breue hauerà segno, ò serà posta in modo di poter esser perfetta, alhora la veni-rà a riceuere la mettà di quel valore che naturalmente la rittiene: atal che ogni volta che si douerà dare
perfettione alla sudetta Breue, se gli darà tanto valore quanto sono tre Semibreue, & quando che si douerà alterare la Semibreue segli ne aggiungerà altro tanto, & la si farà valere quanto che per natura
uale una Breue, in modo tale che la Semibreue in alteratione si constituischi per vna natura Breue; &
la Breue in occorrenza di perfettione si constituischi per il valore di tre Semibreue & questo si osser-uarà sempre; tutta volta che nascerà occasione di alterare le sudette figure ò di darli perfettione.
Sopra di che poi è molto ben d'auertire che tale alteratione & perfettione s'intende sempre in que-ste figure: quando però le Proportioni sono formate & instituite sotto il Tempo perfetto: & questo per-che l'altre Proportioni del Tempo imperfetto che sono le Proportione minori; secondo che in se & sot-to il suo tatto riceuano altre figure come habbiamo veduto di sopra; cosi anco si vengano à formare et constituire l'alterationi & le perfettioni: & però si come si lascia & si depone di considerar piu la Breue
formatiua della Proportione maggior perfetta: cosi anco alhora s'introduce la Semibreue & se li da
l'istesso essere che ha la Breue, & in luoco d'alterare la Semibreue si altera la Minima, & la Semi-breue si fa perfetta.
Si che ogni qualunque volta che ci si rapresenterà occasione di formare, ouero di cantare la Proportione maggior perfetta si come habbiamo veduto che la ricerca tre Semibreue per tatto sotto vn tatto inequale, & che la sua Breue in occasione de tatti ò di figure può esser perfetta: & la Semibreue alterata:
cosi nella Proportione minor perfetta lasciandosi da vna parte la consideratione delle tre Semibreue
già sotto vn tatto inequale considerate, & in suo luoco togliendosi à considerare tre Minime: la Semi-breue infra le dette tre Minime in occorrenza venirà à esser perfetta & la Minima alterata; mutan-dosi tutte quelle ragioni che si sono date di sopra & attribuite alla Proportion maggiore, nella minore:
Ma perche tanto in vna Proportione quanto che nel altra, spesse volte occorre di seruirsi delle pri-me figure Musicale, & delle piu principali: come seria à dire delle Massime & della Longha per
questo quì si auertiscono tutti; che quella consideratione che già si è fatta intorno alla Breue & alla
Semibreue inquanto alla perfettione, & al valor perfetto: si fa anco intorno à tutte l'altre sue maggio-ri: essendo che la Longa non è altro che vna doppia Breue, & una Massima una doppia longa che ven-gano à essere quattro Minime fanno una Breue, & che se per ragione di compagnia la Longa per esser due
Breue et la Massima due Longhe uengano à riceuer perfettione; cosi ancora si potria dire delle quat-tro Minime, & farle ancor loro in occorrenza perfette ouero alterate: al che si risponde che altra
ragione è delle figure maggiori & altra è della minore: le maggiore uengano hauere & à conseguire
questa perfettione: perche essendo la Breue loro figura descendente & à se inferriore; non è giusto,
ne si vede che sia di douere, che lei habbia piu autorità & iurisdittione di loro: per il che si vede
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che quella autorità et ragione che hanno le Massime et le Longhe nelle Proportioni, deriua et viene dalla Breue, come quella che compitamente riceue tutto uno integro interuallo nel suo essere che è un tatto
perfetto & compito.
Di quì si caua & vede quello che altroue è stato detto, che altra figura è la propria figura del Tempo perfetto, & altra è quella del Tempo imperfetto. Per il che basta di sapere che si come ogni Tem-po ha la sua propria figura che cosi ancora ogni Proportione; questa propria figura è quella che con un
giusto & semplice interuallo occupato, occupa & dimostra vn compito tatto: le altre maggiore poi uengano hauere l'istessa perfettione che hanno quelle figure che entrano sotto il detto tatto senza auanzarne ò dar luoco alle compagnie non per essere alhora sotto la principal consideratione: ma solamente per
essere à quelle figure maggiore & superiore: Ecco dunque come la Breue nella Proportione maggior
perfetta, & la Semibreue nelle minor perfetta riceuano la perfettione, & che quando la Breue è per-fetta la Semibreue viene à essere alterata; come anco per contrario quando la Semibreue è constituita
& posta in luoco che possa riceuer perfettione, la Minima si viene ad alterare.
Questo presente Cap. perche piu volte fa mentione di maggiore & minore con commemorar spesso
perfetto & imperfetto, ò perfettione & imperfettione pare in prima uista alquanto confuso: ma chi lo
legge con attentione & sensatamente ritroua che senza la replicatione di quelle parole malamente si potea decchiarare & dimostrare quale figure in Proportione sieno alterate ouero perfette.
In che modo & quando le figure in Proportione sieno per-fette. Cap. XLIII.
L'Occasione di equiparare (si come in diuersi luochi è stato detto) & di dare una compita terminatione à i tatti inequali, è stato causa che nelle Proportioni, si sieno instituite et formate le fi-gure perfette; & questo perche piu uolte occorre nel spatio di vn tatto inequale pronunciare
vna syllaba sola la quale se la si ponesse sotto di vna Breue; & che la detta Breue non hauesse piu ualo-re del suo ualor naturale; la non potria dare al tatto il vero compimento: et cosi molte uolte ueniriano i
tatti à rimanere imperfetti: Oltra che non si troueria figura, che formasse un tatto ternario inteso per
un tatto inequale senza accompagnare le figure con i punti agumentabili, come si troua sotto di un tatto
binario inteso per un tatto equale. Per questo fu ordinato che qual si voglia figura formatiua di tatto;
potesse senza interuento di punto agumentabile, ò d'altro aiuto & soccorso, riceuere tanto valore quanto ricerca il bisogno del suo tatto: questo è quello che nel secondo Lib. nel Cap. 7. si dicea: parlandosi del
punto di perfettione, doue che in tale occasione per intenderne quello che fa bisogno, a lui si può riccor-rere; che in lui si trouerà ogni sodisfattione, & di lui si hauerà ogni decchiaratione.
Per hora diciamo che la figura di perfettione alhora serà perfetta che serà posta et collocata vicino
ad una sua simile, sia bianca, Pausa, ouero oscura; in qual si uoglia modo ch'ella si sia, sempre è perfetta:
& nota che questo non solo si osserua et dice delle sue simile: ma anco delle sue maggiore: perche quando
si dice simile si dimostra il principio & l'origgine delle perfettioni. Che ciò sia vero, che le Breue sie-no perfette trouandosi vicine ad ogni altra sua maggiore; prima nisciuna raggione ce lo contrasta, o contradice; & poi il si proua con l'essempio di Henrico Isaac in quel Motetto che dice Super solium Da-uidi il quale l'vsa in questa maniera.
[Music example]
Come anco ogni vno cosi l'ha vsate: Ma quello che in piu e piu luochi nelle cantilene de gli antichi è
da notare è questo; che non sempre la Breue bianca quantunque sia vicina ad vn altra sua simile di co-lor naturale è perfetta: perche vogliano essi à quel che si vede che la detta Breue, ogni volta che nel
principio di tatto li precede vna Semibreue che la resti imperfetta, senza oscurità & denegratione: &
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vogliano che sia in libertà di chi compone di farle oscure ò di lasciarle bianche: il che non contrasta
alla ragione quando si considera che vna figura tale può hauer l'accompagnamento della imperfettione
dinanzi ouer dopoi: al che bisogna che il Cantore sia in se raccolto & molto bene auertito.
Questo si comproba con gl'essempij di Iusquino & di Giouan Mottone, non in vn luoco ma per tutto
le loro opere come per adurne qualche d'vno si proponga questi che quì si vede.
[Music example]
Atalche la regola superiore data intorno alle figure simile s'intende & ha luoco solamente un quelle
figure che cascano nel principio del tatto: cioè in quelle che nel entrar del tatto entrano, & hanno dopo
se vna simile ouer maggiore: ch'alhora rittiene & diuenta figura perfetta non hauendo ne inanzi ne
dopoi figura con chi s'accompagnare: Dimodo che potendo le figure di perfettione hauere gl'accompa-gnamenti dinanzi ò dopo, & non ostante che le figure le quale gli possano far compagnia li sieno vici-ne, le possano hauere la sua perfettione & esser perfette: bisogna che il Cantore habbia quest'auertenza
che cantando cantando riguardi alle figure che possano esser perfette, & vedere come stanno gl'accom-pagnamenti, se sono separati da esse figure, ò se le sono con esse compresi: assicurandolo di questo che quando la figura di perfettione casca in battuta del tatto non mai può hauer l'accompagnamento inanzi: ma
ben dopoi: come ogni giuditiosa persona si può pensare, cosi ancora se il detto accompagnamento casca
nel tatto; la figura di perfettione che li seguita appresso non può mai esser perfetta.
Questa consideratione che io dico è facile da farsi: quando che il Cantore l'intenda bene: & gl'vsi
io venirei à confondere le menti di ciascheduno, ò ch'io generarei si gran tedio ch'ogni vno fuggiria
di leggere il presente Cap.
Però son risoluto nel fine di questo Lib. di porre vna tauola con molti essempij, con tutte quelle dif-ficultà che possano rendere à Cantori dubbiosi le cantilene, che cosi hauendogliele raccolto & posto in-tenderia se quì, & altroue in altre occasione volessi ogni cosa dire.
Questo che quì ho posto, non l'ho posto per altro che per decchiarare & dimostrare vn principio
delle figure di perfettione inche modo le sieno perfette & perche via le perdano la perfettione: volen-do che tutto quanto quello che si è detto della Breue; s'habbia da intendere anco della Semibreue, quando però nelle Proportioni la serà posta in quel officio, che hora vediamo esser posta la Breue: perche
tutte le ragioni di vna, casca sopra sopra del altra: quando che vna subintra nel luoco della compagna.
In che modo le figure Musicali in Proportione sieno di-uise. Cap. XLIIII.
SE io credessi che il ragionamento fatto intorno al punto di diuisione bastesse: & fosse sufficiente a dare ad intendere in che modo nelle Proportioni si duidano le figure; lasciarei gir questo
Cap. & me ne passarei ad altre cose di piu importanza & maggiore: ma per dimostrarne al-
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cuni pochi essempi, & per dirne di loro alcune cose che ci sono da dire, non l'ho voluto lasciare: per-che lasciandole si perderieno & molti non ne haueria cognitione.
Però è da sapere che si come si diuidano i tatti del Tempo perfetto con vna diuisione che vederemo
alle volte entrarui vna Breue senz'altro accompagnamento, & alcune altre uolte essere da vna Semi-breue accompagnata, ch'ancora in alcune occasioni per rispetto d'alcune autorità di figure le vengano
à esser diuise: perche quando le non fossero cosi diuise le caderiano sotto altra consideratione, essendo
che le regole dicano come due inferiori infra due maggiori poste, ò che hanno per il punto di diuisione
à esser diuise, ò che la prima delle maggiori ha da esser perfetta & vna delle inferiori alterata.
Questa è vna regola delle principali delle piu chiare & delle piu infallibile che si possa trouare
della quale Morales il Palestina, & altri sono stati buoni & fedeli osseruatori: massimamente che
si vede esso Morales nella Messa de Beata Virgine in piu luochi vsar queste figure.
[Music example]
Onde se bene questo è assai bene intelligibile per auertirne i Cantori dico, che si come nella Pro-portione maggior perfetta & nel Tempo perfetto vn tale essempio per quel punto di diuisione il tatto
delle prime figure si diuide da quell'altro; & nel sequente con quell'altro che casca nel fine vengano
alterate, che cosi ancora mutandosi quell'essempio nelle figure della Proportione minor perfetta ò nel-le Prolationi le venirà sotto altra forma & visione; perche in cambio di esser formato con le figure
di Breue & di Semib. serà in forma di Semib. & Minime: come nell'essempio quì si vede.
[Music example]
Et non è da merauiglairsi se io ho rinouato il superiore essempio, & se io quì faccio questa digres-sione & ragionamento intorno al punto di diuisione essendosi di lui sufficientemente ragionato nel Ca-pitolo sesto del Libro Secondo, perche con tal ragionamento & digressione: voglio dimostrare al Can-tore & à chi che si sia, come tutto quello che si dimostra con gl'essempij delle Proportioni maggior
perfette, se ha da intendere anco delle minori perfette & delle Prolationi.
Però qualunque volta che si aduranno essempij tali per non stare à moltiplicarli, ogni uno se li po-trà adattare come li parerà & nè sentirà piacere; riccordandosi che sotto qual si voglia figura che
sono fatti, sempre ritengano la medema iurisdittione: perche sono sempre sottoposti alle medeme
regole. Nel che si vede che non solo i superiori autori: ma anco con essi loro tutti gl'antichi che
quando voleuano che quelle due figure poste infra le due maggiori non fossero alterate le oscurauano
affatto affatto, ò se pur ne voleuano cosi alcune naturali & bianche lasciare, ne oscurauano almeno un
tatto, se bene le compositioni loro alcune volte ci dimostrano il contrario: il che non voglio credere che
sia di lor volere, ma bene opera de molti copiatori, & delle stampe: perche vedendo in un luoco osser-uare quel che si deue, & in vn'altro vscir fuori delle regole; per quella tale osseruatione debbiamo piu
presto credere che tale disorbitanze & errori sieno proceduti da altri che da loro: essendo in altro sta-ti buonissimi osseruatori di tutto quello che si debbe osseruare.
Dunque è necessario di diuidere simil figure per non ridurre le Proportioni à volontà proprie; &
non à commune regole, (quando però simil figure sono gl'accompagnamenti delle figure che cascano
in tatto:) ò se pur non le vogliano col punto diuidere d'oscurarne vn tatto; se bene il proprio è di diui-derle per conseruatione delle specie delle Proportioni.
Con questa occasione delle figure che hanno à esser diuise & alterate non voglio mancare di esporre
& narrare come sono stati alcuni che quando hanno voluto nelle compositioni sue alterare vn tale
essempio qual è vno delli dua superiori; hanno posto tra la prima figura maggiore, & la prima mi-nore il punto per dimostrarle per quella via alterate, come seria à dire formate in questo modo.
page 160v[Music example]
Et non hanno giudicato, ne meno considerato, che se per alterare
la seconda figura delle inferiori poste infra le due magiori fosse
necessario il punto di alteratione; che il punto di diuisione seria om-ninamente superfluo & vano; perche l'absenza di detto punto di-mostreria la diuisione come da se stesso ogni uno lo può considerare,
& da se stesso giudicare: Doue che per non distorci da i veri & buojni precetti osseruatiui, & dal-le sollite osseruanze antiche; bisogna prima nella collocatione delle figure che quando si pongano due
figure minori infra due maggiore; se le non si vogliano alterare, ò far che le sieno alterate; di collo-carle con il punto di diuisione: come anco quando si vuole che l'ultima sia alterate di lasciarle cosi sen-za: perche allhora per la sua absenza si hauerà notitia che la seconda minore serà alterata.
Oltra di questo si possano dimostrare i tatti di Proportione diuisi col mezzo di due pause separate
poste in mezzo di due Breue, ouero di altre figure tale: & non solo con le dette pause, ma anco con
la positione di piu Semibreue sieno in quanto numero & quantità che si vogliano come dell'uno, &
dell'altro l'essempio quì dimostra.
[Music example]
Onde in tale occasione sogliano alcuni per togliere & leuare dalla mente de Cantori ogni dubbita-tione oscurare quelle figure che hanno il punto di diuisione & che sono collocate vicino à figure simi-le; accioche eglino vedendo quelle due Breue bianche non si credano per la superior ragione che la pri-ma sia perfetta: questo non è necessario di farlo, ne facendolo si fa male quando però che le possano
gran dubbio apportare.
Per il che si deue molto bene auertire per conseruatione delle specie di Proportione di non introdur-re vna sorte di figure di vna specie nell'altra se con le proprie figure si può l'istesso hauere: perche
cosi non solo le si destruggano, ma anco le si confondano. E però non è merauiglia se hoggi di molti
Cantori quantunque sieno perfetti & securi non sanno cantare vna Proportione: perche hormai si è
venuto à tale che non hanno piu la vera forma ne quell'essere che haueano antichamente: perilche
n'è nato questo che le si cantano piu tosto per prattica che per scienza, essendo ridutte al parere &
alla volontà di questo & di quello: ma il douere non lo comporta, ne lo soffrisce ò vuole: dica chi si
vuole che se i Compositori seguitassero i precetti delle regole musicali & immitassero i maestri che
si debbano immitare, le ritorneriano su l'esser di prima, & le fariano da Cantori ricconoscere per quel-le che le sono, & per quelle che sempre mai da dotti & valent'huomini sono state ricconosciute.
Anzi che farieno meglio quelli che le adoperano secondo il loro cappriccio, & fuori d'ogni ordine
& osseruanza Musicale di non adoperarle; perche in quel tempo che non sel pensano, altri di loro
tengono tenzone & fanno come si suol dir commedie.
L'obligo dunque del Compositore è questo di formar le sue Proportioni pulite, & con buoni ordi-ni di figure, seguendo le proprie & particulari figure di quella specie ch'egli si ha elletto: & di non
introdurne d'altre mai, se non in occasion grande & in necessità sforzate, distinguendo quei tatti che
possano esser perfetti ò alterati con il sollito punto di diuisione, proponendole con i suoi debbiti segni et
per via de suoi proprij mezzi, non hauendo riguardo piu à gl'essempij di questo & di quello che à i
precetti & alle regole Musicali, dietro le quali vanno tutti i buoni & honorati Musici: perche fa-cendolo per questa via darà à chi sà queste cose buon saggio di se stesso, & si farà da tutti stimare,
& reuerire.
Ecco come le figure Musicali nelle Proportioni s'hanno da diuidere & in che modo s'habbiano da
collocare: per conseruatione di quelle figure che per l'absenza di detto punto sono, & possano essere al-terate: resta solamente che i Compositori l'adoperi ne i suoi bisogni, & li ponghi oue van posti; accio-che non si pigli una figura per l'altra, & accioche tutte venghino tenute & sieno ricconosciute secon-do il lor douere, che in questo modo, & per questa via si conseruaranno le Proportioni nell'esser loro, et
di loro se ne hauerà piu perfetta cognitione che sin quì se n'è hauuto. Cosa da esser abbracciata
& da tutti osseruata.
page 161Questo nel fine si ha da sapere che si come si diuidano le figure sciolte, che cosi ancora in qual si
voglia occasione si diuidano le legature, non hauendo esso punto di diuisione piu iurisdittione in vna
che nell'altra.
Alcune particulare annotationi, & auertimenti che si deb-bano hauere ne i punti d'alteratione, ò nelle figure alterate di Proportione. Cap. XLV.
I Longhi & diffusi ragionamenti fatti intorno al punto di agumentatione, di diuisione, di per-fettione, & di alteratione togliano tutti quelli che hora si douerebbero fare: & però con
presuposto che si sappia che cosa sia punto di alteratione, & in che modo si formi: si dice
ch'egli ha virtù di alterare, cioè di agumentare altro tanto valore all'ultima sua simil figura inferrio-re, che in somma è tanto quanto che se si dicesse ch'egli accresce all'ultima figura inferriore di quelle
infra le quali egli è collocato & posto altro tanto valore, quanto che ogn'una di quelle, come seria à di-re se infra vna quantità di Semibreue fosse posto & collocato il punto; & che non fosse collocato, &
posto nel sito del punto di agumentatione ch'alhora, se immediatamente dopò la figura infra la quale
egli è posto ne seguita vn'altra simile di valore, quella figura viene à esser diuisa, ma se gli ne segui-tano due, altera quella seconda che viene à essere l'ultima figura inferriore: sopra di che ha da nota-re che non senza qualche proposito, ò qualche causa si dice che altera la sua simile inferriore: solo per-che nel mezzo di qual si voglia quantità le non possono esser alterate, ne meno esso punto le può alte-rare; poiche se l'alteratione ne dimostra vna Semibreue in valore d'una Breue naturale, che per non
douere esser tolta per perfetta ò di douer dare perfettione, alla compagna, si forma in quella maniera:
quando dopò quella figura che riceue l'alteratione ne seguiranno dell'altre di quella similitudine, &
medema sorte, non serà necessario di formar figura alterata; perche vna Breue serà sufficiente à
far senza periculo l'istessa demostratione: attentoche non per altro si fanno alterar le figure, solo
perche non si potria in alcune occasioni seruirsi del valore d'una Breue naturale, douendosi porne
vn'altra simile dopò quella: che in questo modo essendo la prima vicina ad vna sua simile veria à ri-ceuere perfettione, & haueria sufficiente inditio di esser perfetta.
E perche crediamo noi che fosse ritrouato, & s'ordinasse d'introdurre nelle cantilene, & particu-larmente nelle Prolationi, nel Tempo perfetto, & nelle Prolationi il punto di alteratione? Solo perche
i Compositori potessero (seruando la forma naturale & il color delle figure) porre sotto la forma di
vna Semibreue il valore di vna Breue; accioche per quella via li fosse tolta quella perfettione che
essendo sotto la sua forma venirebbe hauere: Et benche il porre quella figura alterata sotto figura
di Breue oscura, togliesse la necessità & l'occasione del sudetto punto: nondimeno si come per seruar
le figure diuise & bianche è necessario il punto di diuisione: cosi anco per l'istessa ragione è necessario
il punto di alteratione: perche quando s'introducano le figure oscurate & negre infra le figure bian-che, s'introduce vn'altra specie di Proportione: & per questo gl'antichi si forzauano à piu potere di
comporre le cantilene loro sotto di qual si voglia specie particulare; se non erano astretti da gran necessità,
& bisogno: parendoli che fosse errore & sciocchezza d'introdurre vna specie nell'altra, & di fare
questa sporcha & reporobata mescolanza: quando che col punto di diuisione, & di alteratione l'una et
l'altra specie si poteano conseruar separate.
Quanto crediamo noi che le Proportioni antiche le serieno piu belle & piu pulite se non fossero sta-te formate da diuersi copiatori sotto diuerse copie? & secondo quelle diuerse copie diuersamente esser
state formate? Lo vogliamo noi vedere? guardiamo qual si voglia opera antica che diuersamen-te in diuersi tempi & in diuersi luochi sia stata stampata, che vi trouaremo tanta diuersità di figure
sotto i medemi valori, che si farà stupire: & se quelle sono cosi state variate, quanto piu crediamo
noi che le si sieno variate nelle copiature di penna.
Io posso ben dir questo di hauer veduto vna multitudine di libri chorali, oue in figure grosse sono
notate tutte le parte per vso delle Capelle; i quali se bene conteneuano l'istesse cantilene & Musiche,
nondimeno le figure erano si diuerse che mi faceuano stupire & merauigliare; ne mai con altri ò da
me stesso mi son potuto immaginar la cagione, solo pensare che i copiatori secondo i cappricci loro le
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habbiano cosi fatte & formate, & che si sieno presi licenza & ardire di leuare i punti di diuisione
& di alteratione, & di formar altre figure in luoco de quelli; per il che ne sieno poi venute tante diuersità quanto si veggano, le quali poi sieno state essempij & mostre à quelli che le hanno formate fuori
d'ogni ragione & regole.
Non voglio già per questo che si creda, & si dia fede alle mie semplice parole: parendomi che il
douer non voglia, che tutti valent'huomini dotti & saggi per l'uso & la tradittione fermati & stabili-ti in questo; habbiano da dar fede & credere al mio semplice parlare: ma per segno della verità di
quel ch'io dico: voglio che si rimiri questo particular essempio quì formato.
[Music example]
Tolto nell'Altro della Messa Fortuna disperata di Iusquino nel fin del Credo, trouato in alcuni li-bri stampati in Parigi nel anno 1549. il qual essempio trouato poi in altri libri stampati del 1547. si
troua altramente come in quest'altro essempio si vede.
[Music example]
Oltra che ne ho trouato poi de gli altri pur assai. Il primo essempio non possiamo dire che l'hab-bia fatto l'autore perche il secondo non è opera di copiatore ne di quelle genti che in qualche parte in-tendano le Proportioni: E però non ci debbiamo marauigliare, se trouiamo le Proportioni mescola-te, & se le non si veggano cosi pulite come le doueriano essere stante i disordini seguiti, & le male
traduttioni fatte: ma noi che gli vediamo & gli tocchiamo con mano, siamo obligati di osseruar le
regole & gl'ordini che ce insegnano in che modo le Proportioni s'habbiano da formare, per non con
fondere tutte le specie di esse Proportioni, che facilissimamente si confonderiano quando che si ponesse
quella figura che può esser perfetta in luoco di vn'alterata per non volerci porre il punto di al-teratione.
Onde perche tanto il punto di diuisione quanto quello di alteratione & di perfettione, non ostante
tutto quello che si è detto nel Capitolo settimo del Secondo Libro, per esser tutti d'una sorte & in vn
medemo sito collocati bisogna sapere; che quando il sudetto punto diuide, che non li seguita mai piu
d'una figura di quella sorte infra le quali egli si troua collocato; & quando ch'egli altera, sempre gli
ne seguitano due di quella istessa sorte, & vltimamente quando ch'egli dimostra perfettione sempre
stà di sopra, ò per dir meglio infra due figure vna maggiore & l'altra minore.
Queste cose quantunque altroue sieno state azzzennate & dette: non per questo quì le stanno ma-le ò le ci son poste fuori di proposito: perche se non fossero stati i superiori auertimenti, queste cose
si serieno lasciate andare & di loro non se ne seria mosso parola; ma l'occasione di ragionar delle fi-gure alterate, & delle diuise, m'ha fatto anco ragionar di quel che si vede.
In che cosa circa le regole Musicali i Prattici non conuen-gano con i Theorici. Cap. XLVI.
SE il Tempo perfetto fosse simile alle Proportioni, & che in quanto alle difficultà che sin
quì vi sono occorse & vi possano occorrere si potessero incontrare; tutti i ragionamenti che
hora si fanno intorno all'essere delle Proportioni si serieno fatti in quelli d'esso Tempo, ma
perche molte piu difficultà (per le compositioni che sono in piu gran numero) si trouano in dette Pro-portioni che in qual si voglia altra difficile & particular maniera, per questo i detti ragionamenti quì
seranno vn poco piu diffusi & longhi che non son stati altroue: perche l'occasione & il luoco si ce lo
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rapresenta: E però dico che non è scrittore fra quanti scrittori che di Musica fin hora habbia
scritto, che nelle sue decchiarationi & ennarationi Theoriche non habbia particularmente detto que-sto, ch'allhora le figure in qual si voglia segno di perfettione seranno perfette & per tale si doueranno
ricconoscere, che seranno vicine à sue simile sieno bianche ouero oscure.
Quando si dice che le sieno bianche ouero oscure si ha da intendere che le dette figure simile,
qual di lor dua sia bianca quella esser perfetta; perche l'oscurità della compagna non li può per nisciu-na via derrogare, ò torli la perfettione; ben quella oscura serà per l'oscurità imperfetta & venirà a
esser priuata di quella quantità & valore.
Di poi dicano che quando due maggiori sono collocate infra due minori, che la prima maggiore
serà perfetta & la prima minore alterata: come per mostrarne qualche essempio se ne forma questo
in Proportione.
[Music example]
Nel che i Prattici non conuen-gano se non in questo di dare alla
prima figura maggiore la sua conueniente Proportione: ma non di
alterare la prima inferriore; per-che essi alterano la seconda.
Vogliamo ancora che due figu-re minori poste infra le dette due maggiore legate insieme, per via di legature habbiano autorità di
render perfetta la prima sua maggiore: come seria à dire se noi trouassimo vno essempio di questa sorte.
Et questo perche se le due pause disgionte & separate
vna dall'altra poste pendente ad vna istessa corda hanno
[Music example]
autorità di render perfetta una tal figura come quì si
vede.
[Music example]
Perche non potranno le figure far l'istesso? è forsi maggior regola delle pause che delle figure? Questa è bene vna sorte &
gagliarda ragione: mai Prattici à quel che si vede non l'hanno accettata ancora: perche nisciuna
Proportione si troua che habbia simil legature, et che la legatura facci perfetta quella maggiore che
li stà à canto: hanno bene accettato l'essempio delle pause & conforme alle regole fanno che quella fi-gura per hauer quelle due pause cosi collocate sia perfetta: il che è tutto conforme alla regola superio-re: Et quello che loro dicano delle due figure inferriori; intendano anco delle tre; le quali con mag-gior chiarezza per esser vn compito numero ternario ne dimostrano tal perfettione; di modo che si co-me quelle Breue superiore per hauer due figure inferriori dopò si vengano à esser perfette, cosi ancora
se ne haueranno tre veniranno hauere l'istessa perfettione: il che da Prattici fin hora sempre è stato
osseruato: perche non si troua essempio in contrario, ne chi li dica contra.
Oltra di ciò dicano ancora che trouandosi cinque figure inferriore fra due altre maggiore, che la
prima maggiore sia perfetta & l'ultima delle minori alterata, cosi vogliano che si osserui anco quan-do le sono sei, non in quanto all'alteratione; perche le figure minori sono in diuisione quanto comporta
& ricerca il ternario numero: ma in quanto alla perfettione perche vogliano che la prima maggiore
sia perfetta non ostante che li seguitano si gran numero di figure minori.
Alla qual cosa non si troua Prattico che ancora gli habbia assentito; perche se gli hauesse assenti-to, in tante compositioni si trouerieno alcuni essempij che ce lo demostraria. Solo si troua Petrus
della Rue nel Tenore della sua Messa cum iocunditate che vsa queste figure.
[Music example]
Le quali in prima vista paiano che sieno conforme à queste regole: ma poi considerandole bene le
sono tutte contrarie: perche nel primo essempio, se è vero la regola delle pause come è verissima che
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tanto sia vna pausa quanto che vna figura tacciuta: quelle due maggiori seconde hauerieno sei figu-re, e nondimeno la prima non è perfetta; ne anco le sei sono per doi Tempi ternari, che l'ultima viene
à esser alterata.
Di piu ancora se le cinque che li seguitano dopò per regola hauesse l'ultima alterata non haueria
hauuto bisogno di punto di alteratione, ne meno gli l'haueria posto se hauesse creduto che tal cosa non
fosse stata ragioneuole.
Doue che apertamente si vede ch'essi Prattici hanno osseruato, & osseruano di quello che gli dicano
i Theorici solamente quel che dicano quando fra due ò tre minori sono due maggiori di far la prima
perfetta, ma non la prima delle minori alterata; & per ancora non hanno accettato di fare che vna
legatura di due figure habbia quella autorità che hanno le due pause attaccate à vna medema corda:
Ne in questo come in altro voglio che si creda alle mie semplice parole: perche se ben sò ch'ogni uno crederà che quest'ultima regola delle cinque & sei minori poste infra due maggiore non sieno da vsarse
per l'obligo grande che si daria à Cantori di andar si correndo con l'occhio tanto lontano, & di nume-rarle mentre che egli deue stare intento, & occuparsi tutto nelle cose presenti che li sono proposte dinan-zi: nondimeno perche ancora non sono di tanta autorità di farmi senza proue credere: massima-mente aprresso quelli che non sanno ciò che io mi sia; ne si persuaderanno che in questa professione
io sia tale: per questo voglio che col dire ci sieno le sufficienti proue: però quanto all'alteratione della
prima figura inferriore che si troua collocata infra le due maggiori, non sono voglio che si riguardi
l'essempio di Morales posto di sopra nel Capitolo quadragesimo quarto, ma anco voglio che si ri-guardi à questo del Palestina.
[Music example]
Posto nell'Osanna della Messa; Ad
coenam magni prouidi: doue che si vede
l'alteratione cadere nell'ultima figura
minore, & non nella prima.
Queste contrarietà di regole son sta-te causa, (se ho da dir il uero) che io nel-le figure perfette & alterate mi sia ri-soluto di porci le zifre & i numeri accioche non sia chi de loro ne dubbiti.
Alcuni poi che non hanno voluto stare à quel rigore delle dette regole, massimamente in quella dì
douer fare la prima maggiore perfetta quantunque secondo quelle il douer uolesse che trouandosi tal
figure.
[Music example]
La prima Breue con eessa Lon-ga fossero perfette; nondimeno perche li seguitano figure inferriori inditiale della loro imperfettione per
le quali spessissime volte rimanga-no imperfette: per fuggire ogni in-conueniente hanno collocato appresso le sudette figure in punto di perfettione; & per questa via l'han-no dimostrate perfette come quì si vede che l'usa Giorgio della Hyelle nell'Osanna della Messa;
Saluatorem expectamus.
[Music example]
Particularmente nella parte del Tenore & con esso lui tutti gli altri: il che quanto sia ben fatto
& quanto stia bene lo si può comprendere da questo, che quando le figure maggiori fossero in alcune
particulare occasioni cosi per le due sequenti minori perfette, le serieno anco in occasione di pause; &
se le fossero in occasione di pause, le conuenirieno à essere cosi ancora perfette & la minore alterata.
Di modo che non si saperia mai se le
[Music example]
pause stessero per gl'accompagnamenti
de i tatti compiti, ò per l'altre compagne
che non fossero ancora accompagnate.
E però volendosi porre dinanzi à due
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Semibreue vna Breue perfetta si essorta & si consiglia di porla con il punto di perfettione; & non solo
quando le sono figure, ma anco quand'una d'esse è pausa, & ch'essa pausa sia senza mezzi vicina
alla sudetta figura maggiore come quì si vede.
[Music example]
Anzi che per fuggire ogni periculo & per assicurarsi meglio dell'errore che facilmente potria
succedere, quando in tali essempij si hanno da porre le Semibreue alterate con l'accompagnamento di
vna pausa, si può porre vna Breue oscura che cosi s'assicureranno i Cantori, & si torranno via tut-te le dubbitationi formandone gli essempij in questo modo.
[Music example]
Che in queste tale occasioni si concede l'introdurre le figure d'una specie nell'altra: & sono piu
comportabile che quando le ci sono introdutte senza verun sforzo & occasione.
Alcuni quei punti che in questo essempio si chiamano punti di perfettione collocandoli vicino alle
figure in foggia de punti di agumentatione le fanno esser tale, quale sono con quelli di perfettione;
il che quantunque non si douesse fare, si permette non di ragione di regole, ma per l'uso & la consue-tudine che ha tanto potere è forza di commutar l'usanza in legge quando però simil usanze non han-no tanta forza di frangere & guastare le principali legge che conseruano tutti i principali buoni es-sete: come seria se si volesse fare che vna figura di perfettione non fosse perfetta ne suoi bisogni:
ma farla perfetta per vn mezzo ò per l'altro questo non fa caso, perche quel modo che è piu facile
quello piu si ha d'adoperare: & se bene quì si dice che si possa adoperare il punto d'agumentatione
in cambio del punto di perfettione; non per questo esso punto di perfettione dalle cantilene ternarie
si bandisce & toglie; ma solo si dice che quando si dubitasse ch'alcune figure per le pause che li segui-ta, non fosse col punto di perfettione intesa per perfetta: che si può in quel caso collocarli appresso il
punto di agumentatione: non per ragione, ma per l'uso che si ha tolto questa licenza, & non ha os-seruato di adoperare il sudetto punto nelle figure che vanno contra il tatto quando hanno hauuto dibi-sogno di quel ternario valore.
Et se io ho da dir il vero, non mi posso immaginare ch'egli si sia introdutto in altro modo, solo che
molti hauendoli veduti tutti dua intrauenire nelle Proportioni, non hauendo riguardo piu che tanto
in che modo si douessero introdurre, si sieno contentati di adoperare solamente quello di agumentatio-ne col mettere da vna banda quell'altro di perfettione; & nondimeno l'uno e l'altro sono necessarij, sì
per conseruatione di quelle figure che hanno da essere perfette, sì anco per quell'altre che hanno da
esser agumentate; attento che quella figura che và contra il tatto quantunque sia di ternario valore
non per questo si può dir perfetta, essendo la perfettione vn compimento di quella parte che manca
à compire esso tatto.
Però in questo come in ogni altra cosa si debbe procedere piu chiaro che si può, & con maggior
osseruanza di regole che sia possibile, essendo l'uso scorso tanto inanzi come si vede: accioche l'vno
non destrugga l'altro, ma piu tosto che le ragioni deponghino i mali costumi, & le cattiue
vsanze.
Oppinioni diuerse che hanno alcuni particulari professori intorno alle Proportioni. Cap. XLVII.
LE nostre menti accute, & i sottili ingegni nostri che per lo studio longo, sono venuti à qual-che segno di perfettione, da queste & quelle cose solleuate & mosse, per la diuersità in che si
trouano non possano mai si bene conuenire insieme, che sempre infra di loro non ci sia qual-che poco di discrepanza & disparere: perche se conuenissero ne i pareri & nelle oppinioni, non ci se-rieno tante contrarietà & disconueninze, ne meno per sostentarle serieno necessarie tante sottile, &
ragioneuol proue, quanto che vediamo essere.
Onde da questo n'è venuto che dal pazzo & ignorante in poi i quali non sanno ciò che si dicano;
ogni vno studia & s'affatica di dir cose, che dicendole con buona fronte le possi deffendere & sostenta-re; & tanto piu per sostentare il parer suo studia colui, & à piu potere s'arma de ragioni & proue;
che il suo detto non in voce (che col dire il detto sparisce) ma in scrittura dir lo vuole, rimanendo sem-pre per iscrittura cosi viuo.
Ma per questo non resta che sopra i detti & le scritture altrui non ci sia chi ragionando dica.
Cosi per questa via si sentano à ragionar quelli che dal loro proprio parere, & dalla pura & sempli-ce volontà son mossi, chi dalla vera cognitione è stimulato, chi da maligna spina è punto, & chi da
apparente cognitione è ridutto à ragionar, e in questo modo ogn'uno ragiona et dice: Et si trouano de quelli che per uno influsso di parole, & per una abbondanza de ragioni apparente si sforzano di mostrare
che sanno: Anzi vogliano quasi col ragionar loro isbassando i detti altrui preporre i pareri suoi quali
che li si sieno ò buoni ò cattiui; & si credano col semplice dire assai con efficacia detto, di subintrare nelle
ragione altrui, et quelle à fatto à fatto conculcarle: Et ben si può credere che poi trouandosi soli & com-memorando le cose dette s'auegghino nel sostentare le cose false, ò nel dir contra il douere & la ragione,
in quanto errore stauano sommersi: ma non per questo essaminato la verità, del falso si veggano à ritrat-tare ne à confessar il uero, tanto sono indurate le loro ostinate menti; ò perche si credano di hauere forsi
in altri quel parer loro si bene impresso che non sia possibil piu à rimouerlo; ò perche si credano di dero-garsi da se stessi la loro propria autorirà & reputatione. Per il che io hora son constretto di dire che ra-gionando con diuersi professori di Musica, piu per imparare che per tentare il loro sapere; infatti ne ho
trouato assai che si sono forzati à darmi ad intendere cose piu tosto ridiculose che veridiche & sincere:
onde perche tacendone le piu importanti, molti che leggessero queste mie fatiche se le fossero senza le teneriano per niente ò almeno le reputerieno per imperfette, ò che alcuni da quelli potrieno esse sedutti, et
con la seduttione per non saper la uerità di questo, sopra di quelle potrieno altre strane cose imaginarsi,
le quali potrieno esser causa di maggior errore: per questo deliberatomi di porne le piu importanti, farò
per questa uia che in simile & in ogni altra occasione tutti sieno sincerati della ragione: E però dico che
sono alcuni i quali hanno per opinione, et tengano per fermo che queste figure cosi poste, non stieno bene.
Dicendo che nisciuna figura simile può derogare alla perfet
page 164[Music example]
tione d'una sua compagna essendoli vicina, & che quelle vl-time due Breue legate insieme non possano se non essere d'uno
istesso valore per la regola vniuersale che dice come le figure
simile qualunque volta che sono una dopò l'altra che sempre
le sono perfette, & che da simile & simile non nasce mai ueruna imperfettione, perche cosi non serieno
di autorità vguale, & non essendo d'autorità uguale non conuenirieno in tutta la similitudine. Al che si
risponde & dice, che le figure simile da simile non patiscano imperfettione, ma bene da quelle che li sono
inferriore; massimamente quando le dette figure inferriori le sono immediatamente inanzi ouer dopò:
Et per questo la prima Breue superiore non patisce imperfettione per l'altra Breue sua compagna: ma
bene per l'accompagnamento delle Semib. anteriore, la quale se non fosse dal punto di diuisione separata
et diuisa, la ueniria à esser alterata, et cosi la prima Bre. legata ueniria à esser perfetta come si troua à
essere quella seconda; perche se le figure di perfettione fossero in qualche cantilena cosi collocate et poste.
Non ci è dubbio nisciuno che tutte se le fossero
[Music example]
mille le serieno perfette: attento che in ciò va-le la superior ragione & di simil sorte de figu-re s'intende; ma se le fossero cosi con questi
accompagnamenti collocate.
[Music example]
Per gl'inditij delle figure minori nelle
parte anteriore & posteriori poste, haueria
per chiaro & manifesto segno che la prima
& vltima Breue per quelli accompagna-menti si vicini fossero imperfette.
Et tanto piu di questo non si debbe dubbitare quanto che le regole nell'insegna, & l'uso l'adempisce;
che in segno di ciò non solo si può riguardare la tauola de gli essempij di Proportione quì nel fine di que-sto Libro posta nella quale si vedrà quanti autori l'hanno vsate: ma anco non contento di quella, l'ope-re di qual si voglia Compositore che habbia composto Proportioni ò cantilene di Tempo perfetto ò di
Prolatione. Onde se bene il primo, & vltimo tatto di quest'ultimo essempio si potesse oscurare & per
questa via farle piu facile e chiare: nondimeno perche oscurandole si passeria dalla specie di Proportio-ne maggior perfetta all'imperfetta: per questo si dice che cosi le hanno da stare, & chi tiene il contrario
tiene il falso, & crede quello che piu si debbe abborrire & fuggire. Di poi sono altri che trouan-do queste figure.
[Music example]
Si forzano di far credere che quel punti denoti & dimostri diuisione, & non s'aueggono ne meno si riccordano che le
regole vogliano & dicono che il sudetto punto si debbe sem-pre collocare infra due figure minori che sieno rinchiuse, &
posto infra due maggiori, & non fra vna maggiore & vna
minore massimamente seguitandogline vn'altra dopò; che
piu tosto cosi douerebbe esser punto di alteratione seguitandole le due sudette figure minori & non di
diuisione: Onde perche non sanno che cosa sia punto di perfettione, non vogliano credere che egli si chiami tale; pur in tanti luochi egli si ritroua come habbiamo veduto ne i Capitoli del Tempo perfetto: Costoro vogliano omninamente dimostrare per l'effetto che se ne vede (generato dalla natura delle figu-re, & non dall'interuento del punto) che la seconda Smib. sia per quella via alterata, & non per esser
priuate della sua diuisione che douerieno hauere: A questo si risponde che mai per via di punto tal'es-sempio si può alterare: perche chi è caldo per natura, non ha bisogno d'esser da Fuoco ò d'altra cosa in-focata riscaldato. Et in fede di ciò debbiamo rimirare i scritti di questo & di quello ne quali trouaremo
gli essempij delle figure alterate, diuise, & perfette: Et se quello non ci bastasse faccisi questa consi-deratione, proponianci dinanzi à gl'occhi vn'essempio tale.
[Music example]
Et vediamo à chi appartenghi quel
punto, che conueremo confessare che
l'appartenghi à quella Breue, la quale,
per lui non può esser diuisa ne alterata,
che nelle Proportioni lei non è sogget-ta alla diuisione, & alteratione.
Or se l'appartiene à lei & la fa valere quanto vale ogni Breue perfetta; in che modo voremo nega-re che non sia punto di perfettione, se il punto di diuisione ha da cascare infra tatti formati di figure equale & non disequale come sono queste? Il che voglio che basti contradicendo questa tale oppinione al sen-so & alla ragione. Sono poi altri ancora i quali vogliano che questo essempio.
[Music example]
Si possi formar col punto come si vede & senza; & che il por-celo sia bene, & il non porcelo non sia male, pensandosi che nella
Musica si troui cosa superflua et non necessaria: e questo perche ne
veggano l'opere piene; & perche anco caddendo la prima Breue
in tatto dicano che sia cosa chiara che la seguente Semib. sia la sua
compagna, & che la seconda sia l'accompagnamento di quell'al-tra che li seguita dopò, & in conto alcuno non vogliano acconsentire alle regole vniuersale che sono
chiare risoluendole con questo detto ch'ogni regola patisce eccettione: & che gli seria ben dibisogno
del punto se la prima Breue non caddesse in tatto, perche allhora la Semibreue seria alterata; &
nondimeno i scritti altrui & gl'essempij di questo & di quello ne dimostrano il contrario.
Ond'io rispondo è dico conforme à quello ch'io ho detto altroue che tutti gli errori che si veggano
in quest'opera & in quella, non sono nati da altro che dalle stampe & de copiatori.
Et chi non mi crede le miri & cantando le proui come ho fatt'io, che ui trouerà mancamento di pause, de punti d'agumentatione, contrarietà di legature, chiaue collocate altroue che doue uanno, segni di
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altra sorte che de quelli che hanno da essere & che ricercano quelle cantilene, sospiri di manco, vna
figura per l'altra: & quel che è peggio alle volte figure di piu, alle volte di manco col esser cambiato il
nome à gli autori & postone de gl'altri: Or se l'esser cambiato il nome à gli autori, il mancamento del-le pause, de i sospiri, & delle figure: con la contrarietà delle legature & l'altre cose che vi sono di triste,
& di cattiue, attribuuiamo il diffetto alle stampe: perche trouando noi un tale essempio senza il punto,
& douer esser diuiso; non diremo che le manchi il punto di diuisone, se si trouano l'istesse figure alcune
volte cader in tatto & alcune volte andarli contra, & essere senza il sudetto punto alterate? Che ciò
sia il vero di gratia consideriamo questo; se il superiore essempio stà bene senza il punto; à che fine alle
volte porcelo, se si può far senza; poiche ponendocelo non si fa altro se non che si pone vn'essempio scropoloso dinanzi à gli occhi del Cantore: attento che vedendolo senza punto, & poi col punto; egli che sà
come nelle cantilene perfette & di Proportione si troua il punto di alteratione: potria dubbitare s'egli
in quel luoco facesse qualche effetto simile: Et di piu s'egli non fosse necessario, perche alcune volte oscu-rarne vn tatto, se lasciandole bianche le serieno l'istesse? Et però si dice che per diuidere i tatti egli è
necessario: sì perche le regole lo commettano, sì anco perche i Prattici conforme alle regole hanno po-sto in vso di porcelo; perche altrimente non si hauerieno potuto seruire di questo essempio con l'absenza
di detto punto per la prima Breue perfetta & la seconda Semib. alterata: come habbiamo veduto che
se ne sono seruiti Morales: il Palestina con tutti i Compositori antichi.
Ma perche molti per vederne l'opere antiche piene, con l'oppinione de questi potria credere che in
alcune occasione se non in tutte si potesse far senza, & non dissentire, ne meno derrogare alle regole ge-nerali di loro assignandone la superiore eccettuatione: voglio che sappiano come al confondere i com-mandamenti & i precetti Musicali, non bastano gl'essempij di qual si voglia Prattico : perche piu pos-sano hauer errato i Prattici nell'uso delle figure & delle regole, che i Theorici nel formarle; essendo
che tutti conuengano & dicano che vna delle due figure minori poste infra due maggiori sia sempre alterata, non hauendo infra di loro punto di diuisione: Et se questo non bastasse alla resolutione, & non
fosse sufficiente mezzo ad iscoprirne questa chiara verità, volendo che piu vaglia l'uso d'hauerle cosi
adoperate, che le proprie & le buone regole, quantunque io potessi dire che con l'adurre vno inconue-niente l'altro inconueniente mai non si scioglie; dico, & col dire prego ogni vno che si ritroua di que-sto parere che si degni di riguardare il trattato di Musica di Henrico Fabro Lictenfelse, il quale per di-re come egli dice, ne dimostra la verità, con questi essempij & particular parole. Due aut tres mi-nores propinque duabus maioribus posite absque diuisionis puncto, nullam imperficitur vt hic.
Se dunque tutte queste quattro Breue non
[Music example]
ostante che habbiano gl'accompagnamenti à canto sono perfette: come la seconda Semib. del primo essempio non serà alterate non hauendo tutto il ternario numero, & non potendosi con ni-sciuna di quelle figure accompagnare?
Questo solo voglio che basti per quietar le menti di coloro che tengono il contrario, & per assicurare quelli che li seguitano nel farsi lecito di vsarle come à loro pare & piace.
Voglio ancora in tale occasione & proposito che si sappia come non è merauiglia se nelle Musiche
& compositioni de valent'huomini si trouano di simile & altre cose; perche se bene sono obligati di sa-pere tutto quello che s'appartiene & conuiene alla professione; non fa per questo che non possono com-metter errore & fallare: & se bene di sopra nel Cap. 45. di questo Libro, per saluarli l'honore; tutti gli
errori che si trouano nelle cantilene ho attribuito à i copiatori, & à stampatori: non per questo si toglie
che non si possa dire ch'anch'essi non ne habbiano commessi; perche in alcune cose vediamo gli essempij
superare l'intelligenza & capacità de i copiatori & de i stampatori: se l'uno & l'altro non fossero an-co Compositori, (il che rare volte può intrauenire & non cosi spesso come gli errori vediamo esser com-messi;) & superando tale intelligenza, forza è di dire che essi de molti n'habbiano commessi, per la
cui proua & confirmatione voglio che ci basti solo l'essempio dell'Osanna del Lupo posto nel Soprano
della Messa Peccata che è questo.
[Music example]
Con quello di Tomas Chrequillone nell'Osanna della sua Messa; Ie Prens engre, il quale è
quest'altro.
[Music example]
Che se si riguardano bene si troueranno falsi; non perche con altre parte non concordino: ma per-che in loro manca il debbito ordine & la vera dispositione delle figure secondo la tessitura delle Pro-portioni: onde perche chi non sà quale sieno queste figure che in Proportione stanno male; credendosi
che cosi come le stanno le stieno bene dico, che non solo i punti iui per diuisione posti stanno male, ma
anco alcune di quelle stanno contra ogni douere; attento che le regole vogliano che l'uno & l'al-tro essempio per ragion habbia da stare in questo modo.
[Music example]
Cosi vedendo noi che questi dua essempij sono gagliardamente errati: perche non voremo che in quelli, ne quali manca la presenza del punto di diuisione sia tal diffetto, ò mancamento tale? Et che dietro
à i seguiti errori non habbiano poi seguito i moderni che si fanno lecito di poter vsare il passo superiore
come loro torna commodo & come loro pare & piace, ponendoli gl'accidenti proprij sotto la conside-ratione delle cose contingenti & non sotto di quelle che sono & vanno?
Vltimamente vogliano alcuni che i punti di diuisione, di perfettione, & di alteratione non sieno
necessarij & che si possi far senza di loro assignandone questa ragione, che le figure alterate & diuise
si possano mostrare sotto la forma di figure imperfette, & le perfette sotto la forma di figura agu-mentata, come se per essempio ne formassimo vna tale.
[Music example]
Et in cambio di formare quella figura perfetta, & quelle diuise & alterate in questo modo che
sono quì formate; formarle come quì si vede.
[Music example]
Che cosi si veniranno à fuggire tutti questi punti, & fuggendoli serà segno che si può far senza,
& che sono cose piu tosto da confondere i cantanti che di darli animo à farle cantare: Ai quali breue-mente si risponde e dice, che quantunque con destruttione d'essi punti questo si potesse fare: bisogna considerare che le ragioni del punto di diuisione, di perfettione, & d'alteratione non s'estendano solamente
nelle due specie principali delle Proportioni, che s'estendano anco nelle quattro Specie Modali, & nel
Tempo perfetto con le Prolationi.
Onde si si essaminano bene le Prolationi et le Specie Modali si trouerà che senza di loro non possano fare:
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E però non potendo loro far senza, non si debbe anco discacciarli dalle Proportioni; sì perche gl'ap-partengono, sì anco perche in questo modo saressimo forzati di concedere vna specie di Proportione
mista.
Di modo che non solo si può adoperare il primo essempio senza periculo ò dubbio d'esser ripreso,
ma anco con esso lui tutti gli altri che sono stati proposti non tanto per le superiori regole, quant'anco
perche le contrarie ragioni vedute sono ragioni di poco momento & di niente.
Anzi che io per questo non mi son curato di durar molto fatica, nell'adurne le proue: & queste po-che & semplice che quì son state adutte, piu tosto son state adutte per ouuiare à queste strane & fal-se oppinioni che non habbiano d'andar piu inanzi con periculo di corromper quelli che tenessero la buo-na parte; che per prouare quella verità che già alla maggior parte di chi sanamente intende non solo
è prouata, ma anco è chiara & manifesta.
E però contento di quel che ho detto si lascia credere ad ogn'uno ciò che vuole; pur che la uerità ri-manghi al suo luoco, & non sia da veruna apparente ragione lacerata ò guasta; pigliando ogni uno la
sua protettione, per farli rattenere il suo luoco, & per farli possedere quel che di giusto & di douer
gli viene.
Questo solo breuemente voglio dire che per prouar vn falso detto non bastano mille ragioni, come
alla verità ne basta vna sola: & quando che il parer proprio è contrario al parer commune si debbe essaminar la cosa con ogni diligenza, per uedere in che modo tanti conuengano in vna oppinione, & poi da
quella se li pare con ottimi & sufficienti mezzi dissentire.
Come entrano le pause nelle Proportioni. Cap. XLVIII.
NOn seria giusto ne di douere che in questo Libro trattandosi delle Proportioni (come specie che
hanno variate la quantità delle figure cantabili) non si trattasse anco delle pause, & non si vedesse in che modo hanno d'andare sotto i tatti inequali: perche se le lasciassimo di fuori non si
potria dire quel che già si è detto & che già habbiamo veduto di sopra, cioè che nella Musica esse pau-se non sieno altre che interualli di figure mute; attentoche trouandosi disconuenienza nell'entrar de
tatti, non conueniriano nella natura & nelle ragioni: ma come cose contrarie & disconueniente, ogni
uno di loro haueria le proprie & particulari regole.
Però essendo loro una cosa istessa, & ritrouandosi le dette pause soggette alle ragione delle figure;
fa bisogno & è necessario che se si è detto quanto vagliano le figure nelle Proportioni, & in che mo-do vi si sottopongano, si dichi anco delle pause, accioche non si lasci di dir vno quel che si è detto del-l'altro, perche non dicendolo si stimaria che questo mancamento mi fosse auenuto per dapocchagine,
ouero per ignoranza: & poi delle Proportioni non se ne haueria tutti i sufficienti inditij & tutti i chiari
amaestramenti.
Dunque è da sapere che si come la Breue nella Proportione maggior perfetta, può riceuere &
hauere in se la quantità & valore di tre Semibreue naturale, che cosi ancora le pause le ponno hauere;
& allhora l'hanno che sono segnate & tirate da vna corda all'altra occupando vn sol spatio, come
qui si vede.
[Music example]
Ma perche non tutte le volte che si compongano le Proportioni nasce occasione di dar perfettio-ne alla sudetta Breue; per questo non serà bisogno di mostrar le pause in quel modo che l'habbiamo quì
di sopra dimostrate, perche le danno inditio & le dimostrano che in quel luoco si hanno da tacere tre
Semibreue naturale; ma quando si vuol farne taccer due sole, si tiene altro stile & ordine, per non
conuenire con il superiore, & per incontrarsi con gl'ordini delle sue figure.
L'ordine è questo che si come per far tacere vna Semibreue si pone vna pausa attaccata ad vna
corda delle corde Musicali, che cosi ancora nel farne tacer dua se gli n'attaccano & fanno pendere
due come quì si vede.
page 166[Music example]
Et questo si fa accioche non si confondino le pause delle Breue perfette con quelle dell'imperfette
che le prime ricercano la quantità di tre Semibreue & le seconde di dua: Et benche in quanto alla de-mostratione del valore & della quantità delle figure tacciute, tanto seria di atacarle & farle pendere
tutte dua ad vna corda, quanto che à diuerse: niente di manco perche il porle tutte dua in vna corda, se
li faria fare altro officio di quel che fanno: per questo si vieta & prohibisce di porle cosi pendente ad una
istessa corda, quando dopo vna Breue naturale si hanno da far tacere due Semibreue, ma in cambio di
farle pendere tutte dua equalmente ad vna corda le si hanno da far pendere in diuersi & separati luo-chi: & nota che non senza qualche mistero & cagione dico Breue naturale, solo perche con questo ter-mine & voce naturale si habbia la differenza della Breue perfetta che vale oltra la sua natura, & la
Breue naturale che non vale altro se non quanto che è il suo proprio valore.
Però in qual si voglia occasione che si doueranno segnare le sudette pause, le si segnaranno in quel
modo che le si veggano segnate nel secondo superiore essempio: ma quando con le pause si uorà mostra-re il ualor tacciuto d'vna Breue perfetta che serà per la quantità di tre Semibreue, al hora farà bisogno
di estendere le pause da vna corda al altra: & questo si dice in quanto alle pause, & in quanti modi si facci tacer la Breue conforme al suo diuerso valore: ma perche spessissime volte occorre che inanzi le pau-se sieno esse figure di Breue ò d'altre sue maggiori che possano per le superiore ragioni adutte esser per-fette & imperfette: per questo ad intelligenza di tutto quello che in questo caso potria intrauenire si dice; che se inanzi alle pause di tre Semibreue serà vna Breue perfetta al'hora si doueranno tirar le pau-se da una corda al altra: cosi anco se la serà vna Breue imperfetta le pause si disporano tutte separate
quantunque le sieno tre come quì si vede.
[Music example]
Con questa auertenza particulare che le due prime pause non pendino mai ad vna istessa corda,
perche le farieno vn altro particulare effetto di quello che le non fanno cosi collocate in quel modo che
si vede:Et chi brama di saper la causa di questa prohibitione sappia, che se non si reseruasse questa ma-niera di situar le pause, non ci seria mezzo di mostrar una Breue perfetta seguendogli le due sudette
pause, & cosi altra ragione seria delle pause & altra delle figure; per questo quando si vuole dinanzi à
due pause collocare una Breue perfetta, le pause si fanno pendere tutte due ad vna istessa corda; & co-si per questa via si ha tutta quella libertà che si uuole: E però se ne formano queste regole che le due pause insieme quando hanno inanzi vna Breue, non solo sono per il valore di vna Breue perfetta che ri-leua la quantità di tre Semibreue, ma anco dimsotrano la perfettione di quella che li sta vicino: quelle
poi che sono cosi come quì si vede.
[Music example]
Quantunque rileuino l'istessa quantità, & stieno per vno
istesso ualore non per questo dimostrano, ne apportano ueruna
perfettione à quella Breue che hanno inanzi per esser cosi: dis-giunte & separate che danno inditio di esser tre Semibreue co-me nel Cap. 47. del primo Libro habbiamo ueduto che si se-gnano le pause loro.
Vltimamente quelle pause che si sogliano segnar cosi:
[Music example]
se bene le sono dua, non per questo le restano di non mo-strare la Breue esser perfetta come quì. Delle prime
pause che sono quelle le quali occupano tutto uno integro
spacio & hanno il loro trammito da vna corda al altra,
non ui è dubbio veruno che le non habbiano tanta autorità & iurisditione per esser la sua regola assai
bene & gagliardamente impressa nella mente de Musici & cantori: Ne meno delle seconde vi è da
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dubbitare essendo cosa chiara & treuiale, ma bene del vltime sono alcuni che non sapendo la ragione si
merauigliano di donde nasca questo, ne ricercandola la sanno trouare.
Però volendo sodisfare à quelli che si stupiscano come sia vna istessa autorità nelle pause che stan-no per il valore di tre Semibreue & di quelle che stanno per dua: dico che quando la Breue è perfetta
per uigore delle pause che sono tirate & distese da vna corda al altra; alhora è perfetta per ragion
di simile, perche se in quel luoco oue sono le pause essendo quelle pause di Breue si ponesse vna figura
che rileuasse tutta quella quantità & valore, si doueria porre vna Breue perfetta, & cosi per quella
via la prima che è dinanzi veniria à riceuere la perfettione: ma quando ch'essa riceue perfettione dalle
pause che pendano equalmente ad vna istessa corda, vogliano i Theorici che la sia perfetta per ragio-ne di due figure minori collocate infra due maggiori : il che è buono & si loda: ma si fatta ragione non
mi piace trouandogliene io vna altra migliore, la quale è questa che se in ciò la sudetta regola Theori-cale hauesse luoco & fosse vera ne seguiria questo, che le due pause fossero per dua Semibreue vna na-turale et l'altra alterata, come in diuersi luochi di sopra è stato detto: Et se cio fosse, ne seguiria questo dico che con quelle due pause cosi pendente ad vna corda non si potria dare perfettione alla Breue se le figure non fossero cosi disposte & ordinate.
Il che è falsissimo, perche se io posso
[Music example]
vicino ad vna figura perfetta porre vna
figura imperfetta saluando la perfettione
della prima col rendere imperfetta (per
l'accompagnamento) la seconda, che mai
simile da simile patisce: perche non porrò io con le pause di figura imperfetta, saluare & dare la sua per-fettione alla figura perfetta come quì si vede?
[Music example]
Nel che si scorge che più propriamente la Breue riceue perfettione dalla sua figura vicina perfetta
che da vna Semibreue naturale & l'altra alterata come credo che ogni vno m'intenda; & se per sorte
alcuno non m'intendesse rimiri quì quest'altro essempio, che in quel luoco oue sono le pause con le figure
che dimostrano la perfettione della Breue, di vno & di l'altro si fa cambio come si vede.
[Music example]
Doue consta che le figure perfette non restano di esser perfette per l'imperfettione delle figure, quanto che per l'accompagnamento delle due pause cosi pendente ad vna istessa corda: Si che la Breue per
quelle due pause è perfetta; perche se in suo luoco fosse vna figura vi seria vna Breue imperfetta: &
per questo nel collocar delle pause bisogna esser auertito & sapere queste differenze per accomodar le
pause come vanno & per non dare occasione à cantanti che non le habbiano à conoscere; poi che se i
Compositori componeranno le loro compositieni con tutte quelle regole che vanno composte, & i Cantori sapendole come tutti sono obligati di saperle; non è dubbio che tutte le cantilene si canteranno bene,
& senza nisciuno disordine.
Quanto poi alle pause doppie come quelle della Massima & della Longa non ci è dubbio nisciuno
che ponendole immediatamente dopo una Breue bianca che la detta Breue non sia perfetta; che se la
pausa di Breue tirata da vna corda al altra, ha questa autorità di darli perfettione, molto maggior-mente la pausa di Longa & di Massima; che non si troua mai che habbia piu autorità vno inferriore
che vn superiore, ne piu vn minore che un maggiore: ma perche può nascere occasione di legar due Bre-ue perfette in una istessa corda; & in luoco di due Breue dimostrarle sotto una figura di Longa: per que
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sto si dice & si auertisce che nel istesso modo si può dimostrar la sua perfettione con le due superiori
pause come quì si può vedere.
[Music example]
Alcuni compositori dubbitando che per quelle due pause sole non li fosse data quella perfettione, hanno stimato che sia meglio di oporui il punto di perfettione: In conclusione questo stà in libertà di chi
lo vuol fare essendo l'vna & l'altra maniera concessa: è ben uero che quanto piu vno si discosta dal
suono ò dalla uoce; manca uoce & suano sente, & che cosi ancora quanto piu ci discostiamo dalle pau-se semplice tanto piu si rendano dubbiose & manco forte le loro autorità, & le loro forse; nondimeno
si dice che una tale & tanta autorità si estende sino alla Longa come in figura uicina & propinqua al-la Breue composta con dua de suoi ualori; ma se in cambio di una Longa si ponesse una Massima ui-cino alle due sudette pause, non s'intenderia mai la Massima per perfetta: se la non s'accompagnasse
con il punto di perfettione; il che poi non seria perfetta per vigor di pause ma solamente di pun-to, e questo per natura delle regole altroue in altre occasione commemorate, le quali dicano che la per-fettione nasce dalle figure piu propinque: ma l'imperfettione, non solo dalle piu propinque come anco
dalle piu remote, che tutte fanno accompagnamenti come parte spezzatte & rotte si ponno à qual
si voglia figura applicare.
Per questa via dunque si potrà hauer chiara & manifesta cognitione del'effetto che fanno le pau-se nelle Proportioni & in che maniera le uvnno disposte & situate; hauendo riguardo nelle figure maggiori che quanto piu le se discostano da loro, tanta manca iurisdittione hanno in esse, & manco in loro
ponno. Onde se in qualche caso vno dubbitasse che vna di queste figure atte alla perfettione non fosse
cosi per le pause semplice riconosciuta per perfetta: può acompagnarla col punto di perfettione, & la-sciar stare di adoperare quel inditio delle pause; perche non mancano delle vie à fare che le cose sieno
chiare senza adoperar le oscure & quelle che sono in poca prattica & malamente conosciute da Cantori; essendo quell'indito delle pause parerelle pendente, inditio proprio & particulare della perfettione
della Breue, & non d'altra figura maggiore; perche se bene con qual si voglia Breue si può dimostrare
la perfettione della Massima & della Lonza, non per questo ai concede che le pause sieno gl'istessi suffi-cienti mezzi; poiche l'autorità delle pause non si estende se non quanto comporta la loro figura; cioè la
pausa di Breue nella Breue; quella di Longa nella Longa & c. E però le pause che entrano nelle Pro-portioni, entrano con tutte quelle considerationi che di sopra si sono vedute; le quali da quelle in poi che
vanno tirate da una corda al altra, & che sono alla similitudine delle vere pause di Breue; tutte l'altre
hanno bisogno di grande auertenza nel collocarle per esser riseruato nella collocatione, hora la perfet-tione, & hora l'imperfettione d'essa Breue.
Al che se i Compositori vi haueranno auertenza, le disporanno & l'ordinaranno in modo che i Can-tori l'habbiano da intendere, & intendendole à ricconoscerle per quelle che le sono, & per quelle che
vanno conosciute: accioche con tal reccognitione se n'habbia à cauare vna perfetua conseruatione delle
specie delle Proportioni.
In che modo pare che le Pause habbiano piu forza & maggior pote-re che non hanno le figure. Cap. XLIX.
NEl mirar che si fanno le pause, nel aspetto di prima vista & nel primo apparire; par che ci
mostrano di hauer maggior possanza & iurisdittione che non hanno le figure & che esse
piu possano di quel che sia il loro potere, & nondimeno considerandole sensatamente si trouan
tutte essere d'vna medema natura che le figure sue simile, & hauere vna istessa autorità che hanno es-se figure; questo auiene perche considerandole le non si considerano in quel modo che vanno considera-te, perche se le si considerassero come si deue, le non veniriano à generare questa apparente autorità
& iurisdittione; che mai cosa ben considerata & veduta si riconosce per piu di quello che và ricco-nosciuta.
page 167vOnde accioche si sappia quale pause ad alcuni dimostrano di hauere piu possanza che non hanno le
figure si ha da sapere come alcuni si sono merauigliati & forsi anco si merauigliano che due pause pen-dente ad vna istessa corda, disgionte & separate habbiano tanto potere di render perfetta vna sua fi-gura maggiore come quì si vede.
[Music example]
Parendoli cosa nelle Proportioni inusitata et nuoua, & non
s'aueggano, ne meno si riccor-dano che dal principio che si è
incomminciato à ragionare delle Proportioni è stato detto che
quando due figure maggiori si trouano insieme, la prima è perfetta quantunque la sua compagna sia
oscurata & negra.
Per il che se noi in quel luoco oue sono quelle due pause ponessimo vna Breue imperfetta quella pri-ma Breue venirebbe à esser quell'istesso qual hora si ritroua essere: Ma quello ch'essi hanno per diffi-cile, & istimano che sia impossibile è questo, che haundo ueduto nel primo Lib. in che modo si formi-no le pause della Breue; tengano che solamente la pausa vera che occupa da vna corda al altra tutto
vno intiero spatio fia la pausa che la possi render perfetta: & non si ricordano che di sopra habbiamo ueduto come la puo essere di dua valori & che se ne ritroua vna che vale dua Semibreue & l'altra tre;
Dimodo che se quanto al valore si trouano due sorte di Breue, perche non vorremo noi che ci sieno
ancora due sorte di pause, se le pause non sono altro che figure mute? e però quando quelle due pause
stanno cosi tutte dua attaccate ad vna istessa corda le si chiamano pause di Breue imperfetta, quando
poi le stanno attaccate à diuerse corde quelle si chiamano pause di Semibreue; perche di quel altre che si
tirano da una corda all'altra, non ci è dubbio che le non sieno conosciute per pause di Breue, essendo quell'istesse pause che si veggano nel primo Lib. nel ragionamento che si fa delle pause.
E però come si è detto di sopra quella sorte di pause cosi equalmente pendente, hanno autorità &
forza di render perfetta non solo la Breue come si vede, ma anco la Longa quando le sudette pause
non sono gl'accompagnamenti suoi, ma appartengono à gli posteriori, ò sequenti accompagnamenti: per
questo si ha da essere molto bene auertito nel collocarle, accioche non habbia da nascer disordine per non
hauerle collocate nelle sue corde.
Alcuni tengano quest'ordine nel segnarle, che se le figure sono ne i spatij ò nelle corde di attaccar le
pause alla piu propinqua corda ch'habbia la figura. Alcuni altri l'hanno attaccate doue gli ha pia-ciuto l'vno & l'altro modo è buono; ma il primo è il migliore, perche quanto gli sono piu propinque
& vicine: tanto piu par che dimostrano quella loro autorità & iurisdittione rifferirsi in far perfetta
quella figura che hanno dinanzi, come per star lontano non rifferirsi se non alle sussequente & à quelle
che stanno dopo: E però qualunque volta che si potrà collocarli le pause vicine serà assai bene di col-lorarle: perche quanto piu le cose sono fatte chiare tutta via le sono piu intelligibile.
L'altre pause poi ch'appartengono alla Massima & alla Longa si possano collocare doue si vuo-le, pur che non s'anteponghino le pause di Breue à l'altre pausa maggiore (se però debbano esser post-poste quantunque l'anteporle & il postporle, non fa quel caso che faria se le fossero semplice:) nondi-meno per la lro conseruatione si hanno da osseruar le regole & gli ordini della collocatione delle
pause.
Questo solo nel fine ci basta di sapere che le pause non hanno piu potere delle figure, ne le figure
piu poter delle pause: & che secondo vna falsa immagginatione le ci paiano piu possente che non sono
le figure.
In che modo si procede nelle cantilene di Proportione per saper quando le figure sono perfette & im-perfette. Cap. L.
IO stimo per quanto posso comprendere che molti haueranno per cosa di gran fatica il sapersi
gouernare nelle cantilene di Proportione, essendoci tante difficultà quante fin quì si son ve-dute, & bisognandoci hauere tanta auertenza quanto ci bisogna hauere; onde poi per non
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hauerci patienza non si voglino curare d'impararne le ragioni, ò di saperle cantare, & perche il pen-sier mio non è altro che di ridurre le cose difficile à vna intelligenza & facilità possibile, per questo dopo l'hauer molto ben dimostrato le difficultà delle Proportioni, & di loro espostone le regole; mi pa-rea di pregiudicarli assai, ò di mancarli nel meglio se sotto qualche breuità non reducesse quelle cose che
sono diffuse & longhe, per hauer modo et regola di saper conoscere quando le figure di perfettione nonostante gl'accompagnamenti propinqui & vicini sieno perfette, & quando le sieno separate da tale perfettione: poiche intorno à loro si è detto che non solo da pause possano esser fatte perfette & da sue simile: ma anco se bene sono vicine à figure simile, possano per compagne propinque esser priuate della
loro perfettione.
E però per quello che si è detto che le figure di perfettione possano hauere gl'accompagnamenti inanzi & dopo: & che con le figure sue minori anteposte & postposte possano esser rese imperfette, si
ha da tener quest'ordine & questa infallibil regola, che nel cantarle se la figura casca nel prin-cipio del tatto, & che dopo li seguiti due figure maggiori la prima non serà altrimente perfetta: come
quì si vede.
[Music example]
Se poi la figura maggiore serà in principio di tatto & che
li seguiti figura minore, non è dubbio che l'vltima maggio-re serà imperfetta per hauer
compagnia & per seguitar-li figura minore come quì.
[Music example]
L'istesso s'intende, et il medemo si osserua quando vna figura di perfettione casca nel tatto, &
che dopo li seguita tre sue figure minore, non ostante che inanzi li sieno pur altre figure come per vederlo quì si può mirare.
[Music example]
In queste tre maniere consistano tutte le difficultà delle figure perfette & imperfette nelle quali ha-uendosi i superiori riguardi facilissimamente si sapranno conoscere quando le sono tale, & quando altri-mente; poiche col riguardare à quelle tre figure minori che stanno in fra quelle maggiore, si ha notitia
che le non appartengano à nisciuna di esse maggiore, ma le sono da perse; essendo che le ritenuano tutto
vn tatto di Proportione.
Del punto poi di diuisione per esser chiaro, non ci è che dire, ne di che dubbitare, solo del punto di alteratione si dice questo che mai in vna quantità di figure può alterare se dopo dua di esse figure non seguita vna figura maggiore; il che si dice accioche trouandolo in mezzo di piu figure minori come l'vsò
Iacob Vaed nel Hynno di S.Michaelarchangelo cosi fatto.
[Music example]
Si sappia ch'egli non fa nulla, & è superfluo non ricchiedendo le figure di esser diuise, perche le si diuidano solamente quando col non esser diuise le serieno alterate, & quando le non possano pattire alte-ratione.
Del restante tutte quante le cose sono chiare, ne possano produr nisciun diffetto di dubitatione quan-do si ha cognitione delle regole, & che si ricconoscano i punti per quelli che sono, & per quelli che deb-bano esser ricconosciuti; altrimente non si faria cosa che fosse buona, ne che se ne caui frutto veruno, co-me ogni vno se lo può pensare.
Cosi non questi auertimenti di douer accompagnar le figure con i suoi accompagnamenti, & di do-uere in caso delle tre figure minori rinchiuse infra due maggior ricconoscer la prima figura maggiore
per perfetta; ci darà questo auertimento ancora che quando le seranno due minori solamente senza
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esser diuise, douer esser l'ultima delle due minori alterata: quantunque in molti essempij senza punto
le sieno diuise.
Questo non fa caso, perche l'esser diuise senza l'interuento del punto è contra le regole: E però
s'auertiscono i cantori nel cantarle ad hauerli quel riguardo che li si debbe hauere, per supplire à gli
errori d'altri, & alle fallacie già commesse.
Che cosa ci sforzi ad introdurre le figure delle Proportioni imperfette nelle Proportioni perfette. Cap. LI.
BIsogna credere & giudicare che non senza necessità & causa nelle Proportioni maggiore &
minore perfette s'introduchino, & si mescolino le figure denegrite & scure, figure delle Pro-portioni imperfette: perche quantunque il punto di perfettione, di alteratione, & di diuisio-ne sia stato ritrouato per conseruatione delle figure bianche, niente di manco nasce alle volte certe
occasioni che non si possano per via de detti punti mostrare alcune figure senza non oscurarle chi non
volesse porle in modo confuso, & hauesse à piacere di sentire nelle sue compositione dissonanti effetti, &
insuportabili disordini; non essendo sufficiente il punto di alteratione di far quello che fa l'oscurità &
il collore in esse figure.
Questo si dice accioche si sappia, & non paia strano il vedere nelle Proportioni bianche l'inter-uento delle figure oscure; le quali non vi s'introducano mai se non per necessità & bisogno; & allhora
fa bisogno & è necessario d'introdurcele quando che si vuol formare vna ò piu figure soggette alla
perfettione & che non si vuole ne meno si ha bisogno che sieno perfette: come volendolo vedere
in questo essempio rimirandole si possano considerare.
[Music example]
Quì in questo essempio se si considerano bene le figure oscurate, si trouerà chiaramente & si ve-nirà à toccar con mano che le non si possano formar in altra foggia; perche ne con altra sorte di fi-gure, ne per via di nisciun punto le si possano dimostrar di quel valore.
Di modo che in queste & in simile altre occasioni si possano introdurre le figure oscure infra le
bianche: Ma nell'escurarle bisogna hauere quest'auertenza di oscurarne tanti tatti intieri, per os-seruare l'ordine che si ha da tenere nella consideratione del numero ternario, & non fare come fanno
alcuni che non pensando piu oltra ne oscurano quante che à loro pare & piace se bene le rimangano in
due Semibreue in quattro ouero in cinque. Et se qualcheduno m'adducesse l'essempio di Iusquino
nella Messa Gaudeamus che nel Basso vsa queste figure.
[Music example]
Et con esso si volesse far lecito di vsarle se-condo qual si voglia numero non hauendo piu
rispetto alle regole che all'uso: se li risponde che
questa non è buona ragione: prima perche egli
in altri diuersi luochi ha osseuato il vero, &
proprio numero delle figure oscure; Et poi che
non possiamo dire che sia stato piu lui che lo stampatore, & la colpa piu debbe essere del sudetto
stampatore che di lui come si è detto altroue, sì perche simil fallo dimostra esser stato commesso da
persona ignorante di questa professione, sì anco perche in altre occasioni di collocar simil figure si
uede ch'egli è stato osseruatissimo.
Per corroboratione di questo rimirisi l'opere del Palestina, & di Lodouico Vittoria; che per es-ser stati loro i correttori nelle lor cose impresse, le vanno à torno molto piu purgate che non vanno
quelle de gli altri Compositori antichi che tante e tante volte in diuerse parte sono state ri-stampate.
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Se quelle ancora de i sudetti autori fossero piu e piu volte ristampate crediamo pur ch'ancor esse ne
hauerieno la parte loro.
Ond'io non tanto mi merauiglio de quelli che non oscurano i tatti compiti nelle Proportioni secondo
il douere del numero ternario; quanto piu mi stupisco & merauiglio de quegl'altri che l'oscurano sen-za proposito & occasione, pigliandosi forsi solazzo & piacere di vedersi dinanzi à gl'occhi quella di-uisione & diuersità di figure bianche & negre; & non s'aueggano che l'introdurre vna cosa senza pro-posito & occasione in qual si voglia materia & attione è piu tosto segno di sciocchezza & pazzia; che
di sagacità & prudenza.
In questa occasione di oscurar le figure, si debbe hauer gran riguardo, & auertenza nell'oscurar le
Minime; perche trouandosi altra figura naturale simile à lei quando però fosse denegrita, portarebbe
periculo con tal sorte di figure di disturbare vn Cantore; & fare che mentre egli canta pigliasse le Mi-nime per Semiminime, & producesse effetto cattiuo & dissonante: Et se bene gli antichi spesse volte le
hanno vsate, bisogna vedere se l'hanno vsate bene, & in che proposito se ne sono seruiti; & i moderni
vedendo il disordine che ne potrebbe vscire, le debbano lasciar stare se non sono piu che forzati d'ado-perarle: perche realmente con buona ragione le non si possano adoperare oscurare nelle Proportioni bian-che se non in casi che sieno chiari: Et le si adoperano solamente nelle Proportioni oscure perche la Pro-portione minore si forma di tre Minime: e però si vede bene che poi non si può adoperare altra figura
che li sia simile come la Semiminima, & la Chroma; accioche le habbiano da rimanere chiare & sen-za verun scropolo.
Onde se bene si oscurano l'altre figure come la Semibreue, la Breue la Longa & la massima, le si
oscurano perche oscurate che sono non hanno, & non possano somigliarsi ad altra figura naturale, essendo le figure oscurate per natura, la Semiminima con l'altre sussequenti. Ma la Minima se si oscura
non si può sapere se cosi oscurata tiene il luoco di Minima ouero di Semiminima.
Ne meno è lodeuole (se ben su può fare) di seruirsi (ne gl'essempij delle figure oscure) delle figure qua-dre, massimamente di quelle liquide chiamate oblique: perche quando le stanno per vna Breue imperfetta, molte uolte il Cantore le canta per vna Semib. non essendo troppo vso à passarli quelle figure nelle
Proportioni per le mani: & chi mi dicesse ch'egli è obligato à conoscerle, & à sapere se la detta figura
obliqua è Breue ouero Semib. li rispondo e dico che questo non si nega: ma che ci vorà egli fare quando
vn Cantore delle cantilene sue gli n'hauerà dato mal saggio, & cattiua sodisfattione?
Et poi quanti Compositori si trouano che non sanno tutto quello che sono obligati à spere; cosi non
serà miracolo se anco vn Cantore non sapprà queste & altre simil cose, ò pur sapendole non li soueniranno cosi presto alla mente: E però i Compositori sono obligati à proporre à i Cantori le cantilene piu
chiare che possano & non piene di cose fosche & dubbiose, accioche col mezzo de cantanti ne riportino
quell'honore, & ne sentino quella lode che ne bramano vdire; che ben si vede come per essere le opere
antiche molto oscure & confuse le non si vogliano vedere & sono delle mani de Cantori quasi bandi-te, che le non serieno cosi bandite se le fossero piu chiare & intelligibile.
A questo di farle intelligibile non mancano vie come altroue habbiamo veduto massimamente
che si concede nelle necessità sforzate di seruirsi delle figure oscure, essendosi vietato d'introdurle sen-za proposito & occasione, come quando si può far senza & le s'introudano à bel diletto, solo per
vaghezza di far vedere le figure negre infra le bianche: ò per mostrare che si sà fare di variate compositioni & cantilene. Quelli che hanno simil pensiero, dimostrano poco curarsi dell'honore & ha-uer solazzo di esser beffeggiato: perche se non volessero esser beffeggiati, facendo vn poco piu stima
dell'honore di quel che fanno, farian vedere l'opere loro molti piu purgate di queste simil cose di quel
che sin quì fatto non hanno.
Quanta differenza sia delle figure oscure che si adoperano nelle Proportioni da quelle che si adoperano nelle cantilene ordinarie. Cap. LII.
ALhora che noi ci partiamo da vna consideratione & che entriamo nell'altra, apertamente
noi vediamo che si mutano tutti i valori delle figure, & che con esse debbiamo altrimente
entrare sotto i tatti, ò con altra quantità sotto d'essi sottometterci: essendo che secondo
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le varie considerationi, cosi anco bisogno con variata quantità & numero seguitarle & immitarle:
Et però non serà miraculo, ne ci douerà apportare merauiglia se le figure oscure seranno in vn modo
nelle Proportioni, & in vn'altro seranno nelle cantilene, per esser noi hora in altra consideratione che
non erano à quel tempo che ragionassimo di loro: per questo si ha da sapere che se bene di sopra nel
Primo Libro, particularmente nel Cap. 45. delle legature si è detto & veduto come le figure oscure
perdano alquanto del loro valore; quando le sono oscurate; nelle Proportioni non perdano nulla, ma
rimangano sane & naturali senza verun diffetto ò mancamento di valore: cioè che la Semibreue, la
Breue, la Longa & la Massima nelle Proportioni vagliano tanto oscure, quanto che ne i canti ordi-narij sogliano valere quando le sono bianche; & non per altro le si oscurano che per torli quel valore
& perfettione che le hauerieno se le fossero del proprio lor colore.
Però non solo si auertiscono i Cantori di questa oscurità ch'alle volte hanno le figure, ma anco con
essi loro i Compositori à non seruirsene per altro valore che per il naturale, & di oscurarle se non quanto ne ricerca il bisogno & l'occasione: accioche meglio & piu facilmente le sieno ricconosciute per
quelle che le sono.
Cosi ancora non si comporta, ne meno è leccito di seruirsi della Semibreue oscurata per vna Mini-ma col punto, come l'huomo se ne può seruire nelle cantilene ordinarie quantunque in quelle ancora
con poca ragione le si possano vsare come si può vedere nel Cap. 45. del Primo libro. E questo per-che occorrendo molte volte d'oscurarle nelle Proportioni per accompagnare i tatti che rimanerieno
sproporzionati di numero & di figure; ouero di introdurle nelle Proportioni imperfette, oue in questo
caso essendo vso di vederle spesse volte cosi.
[Music example]
Trouandole poi nelle Proportioni ò
per accompagnamento de tatti spropor-tionati, ò per piena integrità del nu-mero delle figure cosi in quest'altra
foggia.
Potria dubbitare che le non fos-sero di quella sorte.
E però da quelle cantilene in
[Music example]
fuora non serà leccito di usar mai
la Semibreue oscura per vna Minima puntata, et d'introdurla in qual
si voglia caso & occasione per farli fare vn'effetto tale; perche allhora le Semibreue oscurate serie-no con vn falso valore, & vi entrariano con diffetto & mancamento, non rimanendoci intiere si co-me ricerca le Proportioni: & per questo io dissi in quel Capitolo che non lodaua quell'uso, perche
i Cantori hauendoui fatto vna prattica possano facilmente fallare nel trouarle fuori di quelle ma-niere, pensando che le sieno cosi come l'erano in quei luochi.
Dal che si viene in cognitione che le figure oscure introdutte nelle cantilene di Proportione, non si
oscurano per altro che per leuarli quella parte di perfettione che hauerieno se le rimanessero bianche:
Et che s'oscurano anco quelle che non possano essere perfette non già per periculo di perfettione, ma
solo per accompagnare i tatti sotto la quantità di ternaria, & non fare che fosse veduto vt tatto di fi-gure mezze bianche, & mezze negre per maggior chiarezza di quelle figure che hanno da esser
perfette.
Però dalle cantilene ordinarie in poi che possano con l'oscurità diminuire vna particella delle fi-gure: sempre mai che si troueranno figure denegrite & oscurate, sempre le si teneranno per quelle
che le sono in sua natura: come seria à dire la Massima per otto Semibreue, la Longa per quattro,
la Breue per dua & la Semibreue per quello che ordinariamente la vale; lasciando la Minima co-me figura oscurata per accidente per Minima & non per altro; ne mai introdurre le superiori fi-gure con tutte quell'altre che già si sono vedute nel sudetto Capitolo delle legature di figure denegri-te con quel mancamento; perche non solo si commetteria errore nell'adoperarle, ma anco si daria
occasione che le Proportioni imperfette confusamente fossero ricconosciute, & che malamente in oc-casione di douerle cantare fossero da Cantori mal cantate.
Quale figure nelle Proportioni ci possino ingannare. Cap. LIII.
BEn spesso la sperienza ne dimostra che quanto piu vna cosa si muta & cambia sotto varie
forme, tanto piu ci può ingannare, & piu facilmente ci può far parere che la non sia piu quella ch'era già altrimente formata.
Di questo sempre piu ne habbiamo certo segno & inditio manifesto, senza andar ricercando piu
lunghe proue: poiche vediamo alle volte che vno vestito co i panni d'altri non pare piu quello che ne
parea vestito de panni suoi; & però non serà miraculo, ne ci douerà parere cosa nuoua, se alcune volte
le figure Musicali formate in vn certo modo ci possano ingannare; poiche le vediamo non esser al-tro che certi caratteri à i quali applichiamo la mente & per via d'esse ci moderiamo nel tenere piu o
meno il suono ch'esce dalla nostra voce, doue si vede che quantunque le sieno quelle istesse che sono state altroue dalla nostra volontà variate, le si vengano à formare d'altro suono di quello ch'erano for-mate per prima come habbiamo veduto nel Secondo Libro, che le si variano nelle Specie Modali, non
già inquanto à quella forma che tengano, ma in quanto al valore che altroue hanno hauuto.
Ond'io essaminando nelle Proportioni quale figureci possino ingannare, ho trouato che vna foggia
di legature con vna facilità mirabile lo può fare la quale e questa, ò altre simile.
[Music example]
Che trouandola cosi legata la non ci lasciarà venire à mente le regole delle Proportioni che voglio-no trouandosi due minori infra due maggiore, che la prima maggiore sia perfetta & la seconda mi-nore alterata: E però molti Cantori attenti alla regola delle legature che ne insegna come trouan-dosi di questa sorte di legature che la prima, & la seconda sieno Semibreue, & tutte l'altre Breue
si dimenticano quella delle Proportioni, & li par strano di tenere la seconda figura legata quanto
sia per il valore d'una Breue; nondimeno questo non li debbe parer strano ne meno cosa nuoua: per-che se noi trouando vno essempio con queste figure.
[Music example]
Facciamo la prima figura delle
maggiori perfetta & la seconda
delle minori alterata: perche cau-sa trouandole poi in qual si voglia
occasione di legature legate come
quì si vede.
Le non si teneranno come si tengano quelle altre? Doue si vede che dalla parte
[Music example]
delle legature possano venire tali inganni,
che con facilità grande possano ingannare
ogni buon Cantore, non solo con le legature
quadre: ma anco, & forsi piu con le obli-que che sono di tal natura che per vederle di raro con tanta facilità ingannano i Cantori; molto piu fa-cilmente inganeranno nelle Proportioni, & in altre specie di cantilene.
Per questo con l'auertimento presente non solo si dimostra in che figure si possano ingannare
i cantanti: ma anco si rende la ragione perche causa quella seconda Semibreue legata ritiene il va-lor di Breue, con dire che non per altro la diuenta tale che per essere vna delle due figure minori col-locate infra due maggiori: ne per questo mutando il valore si derroga alla regola delle legature; es-sendo che non se li fa torto ne meno ingiuria.
Che ciò sia il vero consideriamo che se la Semibreue sciolta è di due valori vno naturale & l'altro
alterato, che anco la legata conuerà esser l'istesso: perche le legature non sono fatte per altro che per
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accomodar le sillabe, & le parole, accioche i Cantori non cantino le parole se non sotto quelle fi-gure che le vanno cantate.
Sono ancora molti che trouando le legature in Proportione, non hanno quest'auertenza di guarda-re all'ultima figura legata se la pende ouer salisce, per fare che s'ella pende habbia d'hauere tutto il
suo valore; & per questo io nel primo essempio ho posto quelle due sorte di legature non solo perche si
vegga in che modo vadino quelle due Semibreue che sono infra le Breue; mà anco perche si vegga co-me quell'ultima figura che pende, per ragion di esser quadrata & vltima viene à essere di valor di
vna Longa.
Però in qual si voglia occasione che quelle & simil altre sorte di legature si trouino, si hanno di
hauere tutti i superiori riguardi, & quelli anco che quì non si son detti; (hauendoli remessi in coloro
che in qual si voglia occorrenza & caso li trouerano) à gouernarsi col giuditio, & esser pronti in
considerarare ciò che ricercano: perche per quanta fatica che si dura non si possano mai rarcorre tutte
quelle difficultà che sono in diuersi luochi sparse, ne meno io ho questa intentione di raccorle.
A me basta questo di mostrare quelle difficultà che da tutti non sono cosi conosciute, ne cosi si sti-mano per tale: per destare quella cognitione che con pochissimo aiuto si può hauere, non volendo
che per me si resti di non esser auertito & di non hauere tutta quella integra cognitione che in tale, &
in ogni altra occasione fa bisogno & è necessario di hauere.
Perche causa si sieno fatte tante longhe digressioni, & douen-dosi fare perche si sono fatte piu quì che altroue. Cap. LIIII.
Prudenza di colui che ragiona quando che con disegno & arte lascia di ragionar di quelle
cose che meglio & con piu opportuna occasione altroue ne può ragionare: perche trouando-ui luoco opportuno, oltra che meglio le se intendano, si scuopre vna sottigliezza d'ingegno,
& vn discorso raro nel riportarle oue piu le stanno bene, & oue le sono piu commodamente intese:
Non voglio già io da me stesso attribuirmi simil honore ò caricarmi di questa lode: ma bene col dimostrare che l'anteporre & postporre alle volte i ragionamenti non è segno di dimenticanza ò di obliuio-ne (come alcuni potriano giudicare) si habbia da sapere che i ragionamenti fatti intorno alle Propor-tioni, quantunque si serieno potuto fare ne i ragionamenti del Tempo massimamente in quelli del Tempo perfetto; nondimeno perche pochi si trouano che di lui n'habbia quella integra cognitione che biso-gneria hauere, per questo io mi sono elletto questo luoco, parendomi il piu atto di tutto quanto il trat-tato; sì perche sono l'istesse ragione delle Proportioni, sì anco perche esse Proportioni sono in piu gran
prattica, & in maggior cognitione che non sono qual si voglia specie d'altra sorte di cantilene: & do-uendosi trattare delle cose difficile & d'importanza mi parea di commetter grand'errore se io n'hauessi
trattato piu in quei luochi difficili & manco conosciuti, che in questo.
Con l'occasione dunque delle Proportioni si sono fatti tutti i superiori ragionamenti; i quali sono
ragionamenti communi & appartengono non solo al Tempo perfetto & alle Proportioni, ma anco à
qual si voglia Specie Modale & Prolationi come à specie che sono tutte dal numero ternario compre-se: escludendosi sempre le Duple le Triple con qual si voglia altra specie contenuta sotto i superiori
cinque assignati generi.
E però qualunque volta che si rapresenterà occasione di cantare vna cantilena formata sotto i se-gni del Tempo perfetto si haueranno gl'istessi riguardi: & si faranno l'istesse considerationi nel alte-rare, nel diuidere, & nel render perfette le figure: cosi nelle Prolationi si farà l'istesso come anco nel-le dua principali specie de Modi: applicando le regole non sempre alle istesse figure come seria à di-re, sempre alla Breue: ma à quelle che sono le principali in quelle particulari specie considerate.
Onde se bene altroue si sono dimostrate quale siene queste figure, non per questo io resterò di dire
che queste regole si haueranno d'applicare alla Massima nel Modo maggior perfetto quando hauere-mo tal compositione inanzi, ò che si doueranno cantare simil cantilene: S'applicheranno poi ancora
alla Longa nel Modo minor perfetto, alla Breue nel Tempo perfetto, & nelle Proportioni maggior
perfette; vltimamente alle Semibreue nelle Prolationi & nelle Proportioni minor perfette: che cosi
di tutte si haueranno quelle sufficiente cognitioni che si debbano hauere.
Dimodo che per la cognitione che piu si ha delle Proportioni, che del altre specie difficile; più in
questo luoco che in altro si è trattato delle regole che communemente possano seruire à qual si voglia
sorte di cantilene pertinente alla consideratione & alla diuisione ternaria, le quali per esser regole com-mune & vniuersale per questo le se refferiscano alle cantilene deModi fatte sotto la considera-tione maggiore & minor perfetta, à quelle del Tempo perfetto, & vltimamente à queste & à quel-le delle Prolationi. Però quando se haueranno per le mani vna sorte di quelle compositioni, ricorren-do à queste regole facilissimamente si potranno risoluere & cantare: quando però le seranno appli-cate alle proprie & particular figure che si doueranno applicare: perche altrimente non si faria cosa
buona, & vano seria stato ogni ragionamento & ogni dire. Doue che per volerne esser padrone, bi-sogna dopo l'hauerle ben lette & vedutene in le Proportioni molti essempij & esperienze formarsi
questo nella mente che nella prima specie de Modi che serà la maggior perfetta. La massima serà
quella che hauerà perfettione & serà soggetta in occasione di pause del suo valore, & di compagna
simile di esser tale quale habbiamo veduto esser la Breue in essa Proportione maggior perfetta: cosi
la Longa in essa specie serà non solo diuisa, ma anco alterta: procedendosi nell'altre specie cosi come
qui nelle Proportioni si è proceduto: poiche il voler dire di tutte le specie soggette alle perfettioni, alle
diuisioni & alterationi tutto quello che quì si è detto di esse Proportioni, seria prima vna fatica in-tollerabile non cosi prezzata & stimata forsi, & poi facilmente con tanto dire, si potriano confon-dere i scolari & i lettori, ch'hanno di hauer chiarezza sotto poche & breue parole. Questo solo
voglio ricordare, che douendo applicar queste regole ad altre cantilene ternarie le si habbino d'applicar
bene, per non douer commetter errore: perche applicandole male, la colpa non seria di chi quelle can-tilene hauesse composto; ne delle regole che in loro non hauessero autorità tale, ma solamente di colui
che non le sapesse adoperare, & à tal compositione applicare, & si come di molte cose che si trouano nelle compositioni antiche per non saperne render la ragione si dice che le stanno male, & in cambio di
rassettarle le si tolgano dalle regole che stanno bene: cosi in tal caso si faria in questo & in altre simile,
se ogni vno partendosi dal douere delle regole le volesse intendere & acconciare secondo il suo pare-re: Il che staria non solo male, ma anco seria causa di graue & seuera reprensione. Chi dunque leg-gerà bene queste regole delle Proportioni & l'intenderà come le vanno intese solo saprà cantar
queste, ma anco qual si voglia altra cantilena di consideratione ternaria.
Con quanta facilità quelle regole che paiano si longhe & di tanta importanza, si raccolghino per summario in vno Epilogo. Cap. LV.
IO credo certo, & non tengo d'ingannarmi ò di creder il falso che molti legeranno tutte que-ste mie premesse cose, & con esse vederanno i chiari & espressi essempij atti à leuare ogni
scropolo & dubbitatione che potesse nelle dubbiose menti nascere, & niente di manco non
le sapranno adoprare, ne meno trouar la via di formare vna buona Proportione: per il che io mi sono
risoluto di por le regole quì succintamente, quantunque tutte di sopra nelle ennarationi sieno state
dette & ennarate.
Et questo volontieri lo voglio fare, accioche se alcuno cosi sparse non l'intendesse, raccolte insie-me le possi intendere: & per comminciare & dar principio dico, che la Breue è propria & princi-pal figura della Proportion maggior perfetta, si come la Semibreue è della minor perfetta: per ri-spetto che le dette Proportioni nascano dal Tempo; & essendo queste figure, figure naturale del Tem-po, per questo se sono naturale & proprie di vno, bisogna che sieno anco dell'altro.
Queste due figure riceuano perfettione secondo che sono in esse Proportioni considerate, cioè la
Breue nella maggior perfetta, & la Semibreue nella minor perfetta: tutte l'altre figure maggiore
riceuano perfettione, perche nisciuno inferriore ha piu forza del suo maggiore: queste hora l'hanno
per propria natura, & quelle per ragione di superiorità, ma in tal perfettione vna cosa si ha da con-siderare, & è che la Massima nelle perfettioni si chiama figura patiente, & tutte l'altre poi agen-te & patiente.
page 171vLa detta Massima è patiente perche dalle compagne sue susequente può esser fatta imperfetta, &
non può dimostrare perfettione in altra sua figura maggiore, per esser lei la prima & principale, nè
hauendo sopra di se altra figura superiore: Ma l'altre figure poi che da lei descendano possano es-sere perfette & imperfette, & oltra di questo dimostrare la perfettione delle compagne, sieno sue su-periori ò sue maggiori come seria à dire; vna Longa può dimostrare la perfettione della Massima
sua anteriore, & d'vna Breue sua posteriore, & puo esser perfetta & imperfetta. Figura perfetta si
chiama quella che val tanto quanto vagliano tre delle sue figure piu propinque, come seria à dire,
quando la Massima è perfetta s'intende che vaglia & habbia à valere per tre longhe. La longa per
tre Breue. La Breue per tre semib. & la Semib. per tre Minime. Fuori di queste quattro figure
non si troua figura che sia atta alla perfettione, ne che possi in nissun caso esser perfetta: & alhora
le figure sono perfette che piu simile sono poste insieme come quando si troueranno essere dua o tre
Massime vna dopo l'altra poste vicine, ouero dua ò tre Longhe, & altre figure simili. Nissun simile
poi può da vn'altro suo simile esser fatto imperfetto ne patire imperfettione, cioè che quantunque vna
figura simile sia imperfetta con la sua imperfettione non può derogare alla perfettione della compa-gna: ma bene da figura inferiore, che li sia anteposta ouero postposta.
La imperfettione si da per via de gli accompagnamenti sieno vicini oeur remoti, ò con l'oscurar
le figure che possano esser perfette: gl'accompagnamenti vicini & remoti sotto tutti quelli che di va-lore sono inferiori alla figura che potria esser perfetta, come seria à dire; la Breue non solo si fa im-perfetta col porli accanto vna Semibreue, ma anco con due Minime, ouero quattro Semiminime, sieno
come si voglia accompagnate pur che rileuino il valore d'vna Semib. & si come queste figure renda-no imperfette le Breue qualunque volta che li sono poste vicine, cosi ancora qualunque volta che se-ranno à canto alle Longhe & alle Massime le renderanno imperfette, che per altro non si dice accompagnamenti remoto & vicino.
Con l'occasione di vn ragionamento tale, se bene non è tanto necessario che non si potesse far di manco, non per questo voglio restare di non dare il presente auertimento, cioè che nisciuno si presumma
di dar perfettione à vna figura semplice che sia atta ad esser perfetta con il leuarla fuori di tatto,
& col torla fuori del suo tempo; perche s'inganna di grosso, volendo che la perfettione s'estendi fuori
de quel ordine del tatto non essendo la perfettione altro che vn compimento di quel tempo che manca,
alle numerationi loro. Doue che alhora per volere che le figure, habbiano quel valore che le haue-rieno nel caddere in tatto le si accompagnano con il punto di agumentatione che le rileua in quella
istessa quantità che le si releuariano con la perfettione, & questo si dice accioche le non si accompa-gnino col punto di perfettione: perche esso punto, non può hauer luoco se non in quelle figure che
cascano nel tatto, & che potriano da qualche figura ò pausa pattire imperfettione: & si come seria
errore il collocare esso punto di perfettione apresso vna figura che andasse al contrario del tatto, cosi
anco seria errore il collocare il punto di agumentatione appresso quelle figure che fossero tolte & comprese nel tempo & nel caddere di detto tatto. Quando si dice figura perfetta s'intende che l'habbia
tanto valore, ò che la vaglia tanto quanto vagliano tre delle sue piu vicine inferiori. Ma quando si
dice figura alterata, s'intende valer tanto quella figura che si altera, quanto è due volte tutto il suo
valore.
Quella figura poi che patisce imperfettione è sempre maggiore di quella che causa la detta im-perfettione come seria à dire la Breue patisce imperfettione dalla Semibreue, e però è sempre mag-giore: cosi di tutte l'altre si tiene il medemo ordine, perche cascano sotto l'istessa ragione.
La perfettione non si dà mai se non con figura simile ouero maggiore, & quando vna figura di
perfettione si troua solo fra gl'accompagnamenti giusti, alhora può esser perfetta, altrimente sem-pre può esere accompagnata dalla parte anteriore & posteriore.
Molti in occasion tale vi agiungono il punto di perfettione, sopra di che si dice che non è necessa-rio se però il luoco non lo recchiedesse, & minacciasse qualche disordine che in tal caso si deue porre:
ma ben si vieta in luoco suo di porci il punto di agumentatione, punto che serue solamente alle figure
che vanno contra tatto.
Di più si dice che le pause, il colore con i punti di diuisione hanno possanza di render imperfette le fi-gure: per le pause s'intendano le pause semplice che stanno attaccate à diuerse & differente corde: per
il collore l'oscurità & denegratione; & per il punto di diuisione quel punto che diuide vn tempo di figure da vn'altro. Le pause poi di Breue che si distendano da vna corda al altra quando sono vicine à qual si
voglia figura maggiore dimostrano la loro perfettione: ma quelle che sono attaccate ad vna corda me-
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dema & che dimostrano esser pause di Semib. si estendano à dimostrar la perfettione della Breue, et alle
volte quella dela Longa; ma non si estende alla demostratione della Massima: come fa la figura di Breue.
Quando le figure maggiore contengano dua ò tre minore, sempre la prima maggiore è perfetta, &
la seconda ancora se non ha con chi s'accompagnare.
Le due figure minori quando non sono diuise con il punto di diuisione sempre la seconda è alterata;
il che si osserua etiam che le figure sieno legate. L'alteratione si fa per il diffetto & mancamento di
quella parte che manca à compire i Tempi di vn nummero ternario. Nelle pause il punto di altera-tione è superfluo, perche la sua forza non si estende tant'oltre, ma solamente nelle figure, il che si dice
per far sapere che il punto di diuisione si estende ancora nelle pause, perche per quella via si può mostrare vn tatto del altro diuiso & separato.
Quando le regole concedano vna cosa potersi fare in piu modi, sempre si deue fare ellettione del piu
facile & del migliore, per fare che le cose sieno meglio intese per sicurezza delle cantilene.
Cosi quando nasce occasione di porre due figure che potrieno hauer perfettione per la similitudine,
douendone oscurar vna, sempre si deue oscurar la prima come piu intelligibile, hauendo questo auerti-mento di non oscurar mai figura senza proposito & occasione: & quando che con occasione & poposi-to se ne debbano oscurar alcune, se ne debbano sempre oscurare vno, dua, tre, ò quattro tatti quanti che
ne fa bisogno d'oscurare; per non lasciar i tatti sproportionati & mezzi fatte con figure bianche, &
mezze con negre: perche l'oscurarle à volontà & à cappriccio proprio del Compositore, & non in ne-cessità ò con intiera quantità de tatti può essere ad ignoranza facilmente attribuito.
Vltimamente sono obligati i Compositori ad osseruare i proprij segni delle Proportioni & d'intro-durle & di cauarle con esse da la cantilene ordinarie, si come di sopra in diuersi luochi è stato detto.
Queste sono le regole principali con le quali non solo si possano formare qual si voglia sorte di Propor-tione ò cantilena straordinaria & strauagante: ma anco formatele cantarle conforme alle regole.
Onde se in questo altra cosa si troua da dire, tutta la si rimette nel giuditio di chi quella tal cosa ha
da adoperare; perche quì si sono dette le piu vniuersale con le piu famose & communi, per lasciar le particulare sotto il parere di questo & di quello, non hauendo proprie regole & per esser di tal natura che
si refferiscono à gl'ordini & alle regole generale.
Però qualunque volta che si ha da comporre cantilena di Proportione, ò d'altra sorte che conuen-ghi sotto la consideratione ternaria riccorrendo à questo Cap. si potrà senza difformità ouero errore
accomodar le figure in quel modo che le vanno accomodate, & darli tutto quello che ricercano le rego-le, perche quì breuemente sono tutte quasi che come in vno epiligo comprese; & come in vn breue &
succinto summario ad vna ad vna raccolte.
Con qual ordine & pulitia si debbano fare le Proportioni confor-me alle vere & buone regole. Cap. LVI.
LA varietà de i pensieri nostri, con la diuersità delle cose che per sua natura sono variate, dan-no occasione & materia à chi di stupirsi delle tante variationi, à chi di considerarle in che
modo le si variano, à chi di dire sopra le varietà loro, & à chi di nuouo riuariarle: per il che
non ci debbiamo poi stupire & merauigliare, se nelle Proportioni ancora conforme all'altre specie di
cantilene variate, non ci mancano delle variationi, essendo che da ogni vno diuersamente sono state
considerate: Et si come per variare vna cosa, vdendola variar che stia bene, la si varia con l'osseruatio-ne de gl'ordini & delle regole, cosi anco trouandosi diuerse Proportioni nelle Musiche variate, non so-no variate fuori delle regole & degli ordini parlando di quelle che sono variate con buon fondamen-to, & buona occasione: che se le fossero in tutto contrarie à i superiori ordini & regole, le non serieno
accettate & approbate come le sono; ma come contrarie le serieno riffiutate & reprobate: perche non
s'approba mai cosa che sia contraria, ò che contradichi alle regole & à gli'ordini: vogliamolo noi ve-dere consideriamo che se cosa nisciuna si trouasse contraria à gli'ordini suoi & alle sue regole, la non si
potria connumerare in fra le cose ordinate & regolate.
Però se bene le Proportioni, sono diuerse non solo in quanto all'harmonia, ma anco in quanto che le
non hanno tutte quella vera forma che douerieno hauere; non per questo sono tante contrarie alle regole principali che le sieno à fatto à fatto da reprobarsi, hauendone l'vso approbate de molte come altro-ue habbiamo veduto; In quelle cose che l'vso ci fa consentire si debbiamo tutti conformare, fin tanto
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che vn'altro vso ne lo prohibisce: ma bene quelle cose che ne l'vso, ne le regole ce lo concedano, le deb-biamo lasciar stare da vna parte per non guastar quelle che sono ben ordinate.
Questo si dice accioche nel formar le Proportioni si sappia far buona ellettione & s'habbiano da
deporre tutti i cattiui abusi, & seguitar gli vsi buoni; perche tutta la diuersità loro nasce dal non sa-pere proportionar bene il nummero ternario: nummero che per esser disparo non si può cosi ageuolmen-te accomodare, come con facilità grande si accomoda il binario: per il che siamo forzati di dare alle
volte ad alcune figure vna quantità di piu detta perfettione & alteratione, accioche i tatti corrispon-dino à i nummeri & non rimanghino imperfetti.
Et però chi vuole & si delibera di voler formare vna Proportione pulita è bella non solo bisogna
ch'egli sia franco padrone, & ottimo possessore delle regole superiore: mà anco bisogna che habbia in-telletto & giuditio di constituire & formar le figure in modo che le habbiano e per le regole,. & per
l'vso à esser chiare & da Cantori bene intese, & nel formarle constituirle per quelle che le sono inte-se, lasciando da vna parte tutte quelle cose che à lui stesso in vn subbito rendano dubbitatione: perche
questa è vna causa che le si sono hormai deposte, volendosi ogni vno collocar nuoua foggia di figu-re, ellegendosi sempre le piu dubbiose & le piu oscure; come han fatto quelli che si sono dellettati di
comporre le cantilene loro con le oppositione de nummeri ò con altri sensi nascosti & occulti.
L'ordine dunque che si ha da tenere nel formare vna bella Proportione è questo che non s'habbia
da porre tra le figure il punto di diuisione senza proposito se si può far senza; ne meno far alterare
vna figura se ageuolmente si può con vn altra mostrar l'istesso.
Il simile si dice dell'introdurre le legature, che le non s'habbiano d'adoperare se con le figure sciol-te il medemo si può fare, & se pur l'huomo alle volte si troua forzato di seruirsene, si debbe seruir del-le quadre, & non delle oblique se senza l'oblique listesso può hauere: perche molte volte vn passo stà
meglio con alcune figure & è piu intelligibile che non staria con alcun'altre se bene con altre ancora
senza pericolo di esser ripreso le potessero stare.
Di piu in alcune occasioni quando il bisogno & la necessità ne sforza è leccito di oscurar le figure
oscurandole sempre conforme alla diuisione: ma altrimente sempre si debbano adoperar le figure delle
sue specie particulari, leuandone ogni superfluità che potesse ingannare, & disturbare il Cantore: per-che se bene non si possano cosi tutte le difficultà in vno Epillogo & restringono, molta cognitione si può hauere di quelle che sotto nummero tale non si sono Epillogate & ristrette. E però se in questo caso ri-miriamo questo essempio.
[Music example]
Non trouaremo nisciuna sufficiente causa che ne sforzi ad oscurar quelle figure, non perche
restando bianche le sieno l'istesse: ma perche accompagnandole col punto di alteratione come quì si
vede.
[Music example]
Si conseruano tutte le figure, & si fa rimaner tutto l'essempio intiero di Proportion perfetta, che
non per altro come altroue ho detto si sono ritrouati i punti di perfettione, di diuisione, & di alteratio-ne; Et nota che con il lume di questo essempio si puo venire in cognitione di tutte quelle figure che nelle Proportioni perfette senza proposito & occasione sono oscurate.
Onde se in questo caso alcuno dicesse che non si trouano altri passi i quali habbiamo figure denegri-te: che con buoni mezzi si possano accomodar bianche: assai s'inganna: perche non ostante l'essempio su-periore ha figure che si possano rimouere; anco l'infrascritto.
page 173[Music example]
Le ha tale che di nisciuna buona ragione le può hauere per rispetto che nisciuna cosa sforza il Com-positore ad oscurarli le figure: & se mi si dicesse che essendo tutte le figure bianche, le dua prime Breue
oscure serieno di ragion perfette, & la seconda Semibreue che loro hanno in mezzo seria alterata: &
che oltre di questo quella Breue vicino alle due pause seria perfetta, io direi: che si come per schiuarle
dalla perfettione le si sono denegrite & oscurate, perche le non si sono formate cosi.
[Music example]
Che si seria fuggito ogni periculo: & si seria conseruato la specie con le sue figure?
In questo veramente si vede che spessissime volte i Compositori possano far di manco di oscurar delle
figure, che non lo fanno per non volerci auertire, & farui buone considerationi sopra.
Che crediamo noi (circa à i Compositori famosi) come Morales & il Palestina che si faticassero à
comporre le loro Messe del Lommè Armè con quella variatione de segni & che non conoscessero se
le faceano altra diuersità di Musica & di harmonia che non fanno le altre commune?
Certo che il persuaderci altrimente de quei si famosi huomini, è vn persuadersi che non hauessero quel
giuditio che tutto il mondo crede che habbiano hauuto, & che non conoscessero quello che conosciamo
noi: ma che debbiamo credere? Solo che l'habbiamo voluto comporre si per dare occasione à i Cantori che
in simil sorte di cantilene s'habbiano da esercitare, & vedere la sotigliezza de loro ingegni: si anco per
mostrare che hanno inteso le compositioni antiche, & che hanno vsato ogni diligenza per conseruarle.
E però si come loro con tutti gli altri buoni Compositori si sono affaticati non solo in osseruare quel-lo che hanno osseruato gl'altri suoi antecessori: ma anco in facilitarcele per meglio poterle intendere &
conseguire: cosi ancor noi, con quelli che hanno da venire siamo obligati se non vogliamo introdurre
le cantilene nostre sotto quelle considerationi & maniere de Modi, & de Prolationi & Proportioni;
almeno non destruggerle & annichilarle con nuoua introdutione d'altre inusitate maniere: perche fra
tanti Musici & Compositori che si trouano, non è che non ci sia anco, chi brami & si fatichi di con-seruarle: per non dare occasione di riffar le legge Musichali, con tutte l'osseruanze & preccetti har-moniali.
Già vediamo ch'essi con gl'altri famosi Musici particularmente nel comporre le Proportioni so-no andati con diligenza & molto bene osseruati purgandole da ogni macchia & errore: cosa facile à
chi vuole, & à chi si diletta di far le cose bene à leuar qual si voglia cattiuo & incomportabil vso.
Cosi ancora se si seguita non è dubbio che in breue & poco tempo le veniranno si purgate & corrette che serà vna bellezza & vna maestà il vederle.
Quì ci è la commodità & il modo, resta solo di porre quel che si vede in essecutione; & di adem-pire i documenti, che si sono per buone lettione intese.
Ecco dunque in che modo & con che pulitia s'habbiano da tessere & comporre le Proportioni; tut-te l'altre difficultà che in questa matteria potrieno nascere con la cognitione di quel che si è detto, & col
giuditio particulare di chi l'ha da vsare, si potrà ogni difficil cosa render non solo facile: ma anco chia-ra & intelligibile.
Perche causa si trouano piu Proportioni maggior perfette che minor perfette. Cap. LVII.
IN quanto al primo aspetto delle Proportioni par che le ci apportino vn inditio di superiorità
& di magioranza, per vederne in vso vna piu che vn altra: nondimeno non si può dir altri-mente se non che tanto sia vna quanto che l'altra; si perche le si veggano essere d'vna istessa
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& medema forza, si perche anco per tale sono state formate & instituite; & chi tiene altra oppinio-ne, non solo crede il falso & s'inganna; ma anco col creder il falso & ingannarsi si priua del loro vso
commune & da se stesso si rinchiude dentro à vna strana & biasmeuol oppinione: perche chi n'astrin-ge à noi di douer adoperar piu la Proportione maggior perfetta che la minore, se tutte dua sono in no-stra libertà poste?
Quando noi vediamo vsaserne piu vna che vn altra questo non è per la loro natura: ma solo per nostra volontà & volere, che ci contentiamo piu di adoperar questa che quella: Et s'auertisce che si depo-nesse quella che hora piu si vsa, & che si adoperasse quel altra che quasi hora non s'adopera; questo ad
altro non si potria attribuire che alla sudetta nostra volontà & volere, essendone di loro padrone: per
il che si dice che ogni vno le può adoperare à suo piacere, & seruirsene come il pare & piace.
Ma se pur vogliamo sapere perche causa si adoperi piu la maggiore che la minore: habbiamo da
considerare che si come trà i segni delle cantilene ordinarie, piu s'adoperano i segni della Breue che
quelli della Semibreue come segni principali da i quali tutti gl'altri segni sono discesi: che cosi ancora
per immitarli, nelle Proportioni si adoperano piu i segni della Proportione maggiore che della
minore.
Et se bene le cantilene che sono fatte & ordinate con i detti segni della Breue la piu parte quasi so-no cantate alla Semibreue, non per questo gli si toglie che non sieno tale & che per questa via si voles-se arguire ch'ancora le Proportioni si potrieno cosi trasportare quantunque fossero sotto dell'istesse fi-gure, al che si risponde che quando le cantilene ordinarie de i segni della Breue si cantano alla misura
della Semibreue in tal commutatione non cascano difficultà che possano disordinar le figure essendo
equalmente raccolte dal tatto di esse cantilene: ma se quelle delle dette Proportioni si volessero commu-tare sotto altri valori, perche fra i primi valori cascano le perfettione & l'alteratione sotto nummeri
inequali, per questo le non si potriano commutare senza manifesta & euidente confusione.
E però si lasciano che le cantilene binarie si cantino à beneplacito de Cantori, ponendo quelle figu-re che douerieno andare sotto di vn tatto, sotto di dua come si vede la piu parte fare; perche facendolo
con li può intrauenire nisciuno sinistro caso essendo il valor delle figure naturalmente equale: ma le
ternarie nel l'inequalità delle figure, & de suoi accidentali valori, non possano esser commutate in altri
valori: perche commutandole subbito se ne vederia la dessolutione & destruttione.
Questa è la causa che le rimangano sempre l'istesse, & che le si cantano secondo che le sono state
formate & fatte: Cosi i Compositori si come non ostante la sudetta reuolutione seguitando di comporre
la maggior parte delle cantilene loro sotto i segni della Breue, cosi ancora seguitando di comporle sotto
i segni della Proportion maggiore, quelle si commutano à beneplacito di chi le canta ò di chi le fa can-tare, & queste rimangano sempre nelle sue misure, perche l'inequalità delle figure, & de i valori non
gli le comoda.
Ma però non è che l'vna & l'altra non si possi communemente adoperare: Per questo io in
molti luochi ho detto & quì di nuouo ritorno à dire che chi brama di vedere le difficultà delle Pro-portioni minor perfette riueda tutti questi essempij nelle sue figgure collocandole & disponendole con i
suoi debbiti punti, che di loro ne hauerà ogni contento & sodisfattione: Come volendo cauare
tutte le difficultà delle Specie Modali può far l'istesso che ne rimanerà contento & sodisfatto essendo
le regole commune.
L'vso dunque è causa che piu s'adoperi vna che l'altra, & vna sia meglio conosciuta della compa-gna; che se la compagna si adoperasse cosi spesso che si adopera quella che è piu conosciuta, la si haue-ria piu in prattica che non si ha questa che ci è quasi familiare.
Spesse volte i Compositori si obligano volontariamente senza esser astretti da nisciuno; perche nel
comporre delle cantilene loro si seruano nel principio come ho detto de i segni della Breue, & cosi do-uendoui introdurre vna Proportione si trouano esser astretti d'introdurui la maggiore per far che i se-gni delle oppositioni circa la quantità delle figure si corrispondino, & non fare ch'esse oppositioni sieno
contrarie; che se il piu delle volte segnassero il principio di dette cantilene con il segno della Semibreue
nel'introdurci le Proportioni serieno astretti d'introdurui le minori.
Si può ben dir questo per saluar l'honor de mori se però la presente scusa sia sufficiente che se bene
vna quantità de Compositori sanno in che modo le si debbano proporre in cambio di proporle con le
figure di Proportion minore, le propongano con le figure di Proportion maggiore per sicurezza che
le habbiano da esser ben cantate; se bene si potria rispondere & dire che piu tosto douerieno cambiar i
segni communi, che quelli delle Proportioni: perche se bene il tatto non corrisponde al segno; almeno
nelle Proportioni si ha da fare che le figure le corrispondino per non contradire alla comparatione
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& oppositione: Basta che facil cosa seria il remediarui; perche seguitando questo abuso non si fa altro
solo che si fa dir di se, & si fa da gli oseruatori delle buone regole schernire & beffeggiare.
Queste dunque sono le cause che piu si vsano le Proportioni maggiore che le minore.
Quali sieno gl'effetri delle Proportioni. Cap. LVIII.
QVelle cose che per natura ò d'altro si sottopongano al giuditio humano alcune volte per gl'ef-fetti si conoscano le loro cause & alle uolte per le cause i loro effetti secondo che ò queste ò quelle sono piu propinque à i nostri sensi: per questo douendone alle volte dar giuditio, & dirne
il nostro parere voltati intorno alle speculationi andiamo minutamente considerando i principij & le
cagioni per saperne render buon conto & darne di loro buona ragione: perche malamente si giudica
quella cosa che non si conosce, & di quella si da mal parere, della quale non se n'hà cognitione: ma in fra
quelle che si giudicano, alle volte ne sono de alcune che essendo solamente sottoposte al giuditio del sen-so; il senso che piu oltra non si estende di quello che comporta la sua natura le giudica per quanto vede, ò
sente; e però si vede che la mano toccando dal tatto aspro & molle ne fa dire ciò che si sente, il gusto dal
amaro & dolce quel che ne sa buono ò che ci dispiace ci fa refferire: l'odorato, dal odore & il fetore
prende occasione di farci ragionare; gl'occhi dalle cose nuoue, obrobriose, ò dilletteuole, (quelle amando-le & queste ordinandole) ce le fa odiare ouer bramare.
Vltimamente l'orecchie con l'vdire gl'harmoniosi canti; et da quelli trahendone le delicate dolcezze
secondo il diletto & il piacere le giudica, & ne spinge à dirne quel che ne piace.
Doue che si come ogni senso particulare, particularmente giudica quella cosa che al suo giuditio si
sottopone; cosi la Musica sottoponendosi al giuditio del vdito, l'vdito è quello che ne da il vero giu-ditio & parere, essendo il suo vero obietto come da gli occhi il colore.
Però essendo la Musica sottoposta al giuditio del vdito, esso vdito per altra via non la giudica se
non per gl'effetti suoi, i quali tenendo che son buoni o cattiui; cosi sono accettati & approbati, & da lui
ottimamente commendati, & quando ch'egli li giudica & approba, ò che li giudica per gl'effetti suoi
soaui & dolci, ò per le vaghezze nuoue, ò per la delicata harmonia, ò per altre diuerse & varie immi-tationi che sono infinite.
Onde quantunque questi sieno effetti vniuersali, nondimeno ne producano vn altro, il quale nasce dal
ordine delle figure: perche altro è il suono che producano quando dalle voci sono percosse & intonate,
& altro è quel effetto che produce l'ordine delle figure: quando dal tatto Musicale sono raccolte &
misurate.
L'ordine delle figure tanti effetti produce, quanti diuersi tatti l'informano: & perche due tatti sola-mente sono quelli che le informano, per questo si dice ch'anco dua effetti solamente producano; vno ef-fetto di figure equale per la equalità delle figure, & d'altro di figure inequale dalla inequalità di dette
figure: che hanno potere e forza di produrre diuersi & differenti effetti, si distinti che si fanno diuersa-mente giudicare.
Quì non ci è cosa che ne ripugni; poiche se noi pigliamo tutte le cantilene insieme, & che l'vdiamo
à cantare, tutte quelle che seranno composte sotto la consideration binaria le giudicaremo di vna sorte,
& quelle che seranno contenute dalla ternaria d'vn altra.
Cosi se ci fossero altre cantilene che si potessero cantare sotto altri tatti da questi dua impoi, da quelli
effetti che producessero sotto i suoi altri tatti, ne faressimo distinto giuditio, & ne haueressimo particular
cognitione. Ma non estendendosi il tatto in altra multiplicatione, ne potendosi diuidere in maggior
quantità di quella ch'è diuiso che è in dua diuersi moti, per questo si dice che solamente dua effetti pro-ducano. Il moto equale produce quel effetto ordinario & commune, che noi sogliamo sentire quando
si cantano le cantilene sotto il moto equale: Il moto poi inequale produce quel altro effetto che noi chia-miamo Proportione. Dimodo che dalle Proportioni in poi, & da quelle cantilene che ricercano esser
cantate in foggia di Proportione, tutte quante l'altre conuengono in vn aere & fanno vn medemo ef-fetto; & questo perche l'esser loro non nasce da altro che dal moto, il quale si come si produce cosi li dà
essere & l'informa: Et quantunque vniuersalmente tutte le cantilene si possano mouere con qual si vo-glia sorte di moto lento ouer velloce, col restringer piu figure sotto d'vn tatto, ouero con la ritardanza
d'vna figura riceuer piu tatti come souente si suol fare: questo non fa caso ne può uariar quel effetto che
noi diciamo: perche dal moto equale n'escano sempre tante figure equalmente condotte, sieno pur assai ò
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poche quanto si voglia & dall'inequale altra quantità simile: ma gli effetti che noi cerchiamo di cauar
dalle cantilene per saper quali sieno i proprij & particulari, non sono quelli effetti da vna multitudine
di figure generati, essendo simili effetti, effetti composti & non semplici: Et però quando che noi vo-gliamo sapere quali sieno i veri & proprij effetti delle Proportioni; bisogna che noi pigliamo quella
quantità di figure che è quella la quale per sua natura & essere, forma il tatto di Proportione; & per
quella via giudicare che effetto produchi, altrimente non si procede per buona via, ne si và per il suo di-ritto; attento che sempre la forma si piglia dall'essere, & dall'esser nascono gli effetti: L'esser delle can-tilene sono i valori delle figure da i tatti compresi, & i puri effetti sono le semplice quantità de i valo-ri d'esse figure ch'escano da i tatti.
Onde se i tatti non si diuidessero in dua mettà equale ò inequale, i detti primi semplici effetti serieno
cagionati da semplice figure come seria à dire, vna figura sola produria il primo effetto; ma essendo di-uisi in quel modo che si veggano essere & che sensibilmente consta, quelle figure che semplicemente
vanno sotto le dua mettà del tatto, quelle si dicano produrre il proprio effetto delle cantilene.
E però quando il tatto hauerà le sue diuisioni equale & ch'egli con le sue dimensità non prenderà
piu da vna parte che dall'altra; alhora produrà vno effetto che non serà niente simile, ne dimostrerà hauer che fare con l'effetto delle Proportioni: perche il tatto loro essendo tatto inequale & diuisibile in tre
equale dimensioni, dimostrerà vn'effetto inequale sotto di vn mouimento grato & diletteuole per mezzo di compiti & perfetti numeri, che hanno possanza per vigore della loro perfettione di render sommo
diletto & piacere: il che si attribuisce alla natura & qualità de detti perfetti numeri che possano render
si buona & perfetta delettatione.
Per questo si vede che quanto piu le figure vengano à conformarsi con il loro tatto, che tanto piu le
producono il loro chiaro ternario effetto: & che piu le si accostano ad vna manifesta perfettione.
Quando poi le figure nel tatto in gran quantità & numero vengono multiplicate; allhora perche le
si partano dal loro semplice essere come essere che composto, varia l'effetto in quel modo che vediamo
auenire alle cantilene ordinarie, che quanto piu in loro le figure sono sotto i tatti multiplicati; tanto piu
le si partano dalla loro propria forma, & piu s'accostano alle maniere veloce de passaggi che rileuano
le figure Musicali in quantità si grande che non si possano in vn'attimo nummerare.
Ecco dunque gl'effetti delle Proportioni; però chi vuole che le habbiano forma di Proportione, non
le ha troppo da separare dalla semplicità loro; ò multiplicarli le figure che cosi le si fanno entrare
di vno effetto nell'altro.
Perche causa i Compositori antichi andauano dietro alle Specie Modali, se da loro non ne cauauano altro effetti che l'ordinario. Cap. LIX.
TRa che piu volte io mi sono abbattuto à ragionar con gente, & discorrere con persone che hanno hauuto cognitione, & hanno intieramente saputo ciò che sia Musica: tra che da me stesso
anch'io mi sono andato immaginando che non trouandosi nelle cantilene altri che i dua supe-riori effetti; come gli antichi s'occuparano mai tanto intorno alle cantilene delle Specie Modali & delle
Prolationi, se da quelle non ne traheano altro diuerso effetto, che l'effetto ordinario & commune.
Doue che dopò molti discorsi & ragionamenti, non ho trouato altro parere, ne altri mi son potuto
immaginare; solo che l'occasione che se gli rappresentauano, & lo spontaneamente obligarli di compor
Musiche con poche figure d'assai valori, gli astringeuano & gli astrinsero ad instituire le sudette spe-cie, & à seruirsene in quel modo che se ne sono seruiti: perche prima l'uso & l'inuentioni serieno state
vane, & poi l'hauerle ritrouate non li seria stato punto di lode: se tanto le specie commune, quanto
quest'altre gli hauessero potuto seruire.
E però si vede che i Compositori moderni non hauendo bisogno de quei longhi & prolissi valori, non
adoperano piu quelle specie come le conuenirieno adoperare se n'hauessero necessità & bisogno: perche
per altra via non troueriano valori che li potesse aiutare.
Ma ch'anch'essi da gli effetti conformi non conoscessero se le sudette specie faceano altra diuersa harmonia dell'harmonia commune io nol posso credere; essendo sottoposte al giuditio dell'udito come sono.
Et hauendolo cosi purgato come si vede che l'haueano, e però quantunque gli effetti delle Specie Moda-
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li non sieno niente differenti da gl'effetti delle cantilene binarie & commune, & che solamente queste
con quelle delle Proportioni si possino dire (per quello che si sente) che produchino diuersi effetti; non per
questo dobbiamo da sprezzare le Specie Modali con l'altre specie hora inusitate: perche al Musico sono necessarie per la libertà che la Musica tiene, non solo per l'honor suo e'l suo decoro: ma anco per aiutare
il Compositore di qual si uoglia sorte di ualore.
Questa dunque è la causa che gl'antichi andauano dietro à queste specie che hora non sono piu in
vso, non gia per la uariatione de gl'effetti: ma solo per alcune quantità de ualori che non si poteuano trouare in nisciuna figura naturale seguendo le loro immitatione & oblighi che si pigliauano assonto di se-guire; come del tutto ne fanno fede le loro cantilene.
Possiamo ben dir questo che molte cose si serieno fatte con minor fatica che non si sono fatte, & hauerieno potuto essere molto piu purgate di quelle che non sono: ma se ui consideriamo rettamente & be-ne: trouaremo che non sono degni di tanto biasmo, quanto sono meriteuoli di piu lede; essendo ch'essi ne
sieno stati come primi inuentori: Et qual cosa fu mai trouata perfetta che non ui fosse che agiongere ò
che leuare? Se hora noi conosciamo qualche superfluità ò qualche mancamento; possiamo purgarle per
ridurle alla perfettione, perche in ogni modo quelli che ueniranno dopo noi, se noi l'haueremo pur-gate bene essi le purgheranno meglio, leuandogli di male tutto quello che noi di male gli haueremo
lasciato.
Crediamo forsi che le cose nostre un giorno da qualche sottile ingegno non habbiano da esser corret-te & ripurgate? non vediamo noi quanto i scrittori moderni superano nello scriuere gl'antichi: & quan-te opere antiche sono da moderni ricorette?
Cosi và il mondo dice il commun prouerbio, et con il tempo tutto s'affina: non bisogna che ci dispiaccia ne meno hauerlo à sdegno: perche si ha da presuporre che ogni vno vi faccia il debbito suo, & che
ci vsi ogni diligenza, per riportarne quel honore che brama ogni honorata persona di riportare.
Però possiamo concludere che gl'antichi ancora connobbero tutte le specie binarie per il moto equa-le conuenire in vno effetto solo; & che composero molte cantilene sotto gl'ordini di diuerse specie, non
già per trarne nuouo & vario effetto: ma bene per hauerne alcuni valori di figure Musicali che non
l'haueuano nelle specie commune: et che al dì h'hoggi ancora se i Compositori hauessero bisogno di quelle
sorte de valori conueniriano adoperarle come l'adoperarano loro: altrimente conueniriano affaticarsi
in altre inuentioni.
Io non per altro di sopra ho detto delle superfluità & mancamenti, solo perche si sappia che se bene
nelle sudette Specie Modali & Prolationi si trouano de i valori delle figure che si potriano hauer al-troue con maniere piu facile, & per vie piu intelligibile, non per questo ci debbiamo marauigliare, ne
contro di loro qual si voglia cosa dire: essendo che non sappiamo prima per qual causa l'habbiamo fatto,
& poi facendole altrimente non serieno stati patroni di quella libertà che possedeuano.
Oltra che si potriano adurre altre ragioni: Queste poche voglio che bastino, & se attri, altre ne vuole si contenti di questa, che con le ragioni del Tempo hanno formato le specie maggiore & minore, per
poter cauarne le diuisioni delle specie perfette & imperfette come nel secondo Libro per tutto commo-damente si può vedere.
Qual cantilena produce maggior diletto, le Proportioni oue-ro le commune comprese sotto il numero bi-nario. Cap. LX.
VOgliamo le ragioni del senso & le naturali che quanto piu le cose preciose & buone di raro si
gustano e veggano; tanto piu le ci habbiamo da piacere & gustare: atento che per la bontà e'l
preggio, i sensi si fattamente vi s'impiegano, che intenti à nudrirsici dentro, in poco spacio &
breue tempo non essendoui le dolcezze della bontà soprema rinouate diuien satio & spezzandole alla
fine l'aberisce et odia. E però si suol dire che il dolce è bene amico della natura, ma che il troppo subbito
fastidisce & satia; & che i temperamenti con le moderationi sono quelle che ci mantengano le bontà,
& ci fanno perseuerare nel diletto: Che per segno di ciò ben si vede quanto i Musici vanno con le con-sonanze cattiue temperando le buone, & quante durezze tessano dentro alle loro Musiche che per
altro non lo fanno solo per fuggire il pericolo, & l'occasione di satiarne & stuffarci; poiche facilissima-mente le ci stuffariano & satiariano se lo fossero tutte buone & piene di consonanze perfette; & di più
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perche crediamo noi che non si conseruino cosi le cantilene antiche, come si conseruano tutte l'altre cose
che si trouano in altre facultà & professione: opere che hanno oltra cento & mill'anni: che cosi non si
trouano delle Musiche composte? & non bisogna dire che quelle non si conseruano per non esser ridot-te à quella perfettione che le sono hora ridotte; perche anco queste che noi teniamo che le sieno in som-ma perfettione le vediamo à tempi nostri esser abandonate & riposte.
Quante opere d'eccelentissimi autori moderni furono già in gran prezzo & stima, che hora non so-no piu stimate & prezzate? come dunque voremo noi che le si conseruino lungo tempo, se al tempo no-stro noi che gia le prezzammo le si veggano da noi esser spezzate?
Ond'io soglio somigliar le cantilene & dire che la Musica sia simile vn soaue & vago fiore, che
mentre egli è nelle mani nostre con i suoi primi odori, odorifero e fresco, lo sogliamo tener caro & sti-mare; ma subbito ch'egli ce n'ha satiato disprezzandolo lo comminciamo à lacerare, fin tanto che la se-ra alla piu lunga l'habbiamo tutto lacerato & guasto: e questo non per altro solo perche i sensi di lui se
ne solo talmente satiati che non essendoli rinouato la bontà & l'odore satio di quello che in principio ci
suol tanto piacere & dellettare, cerca nuoue bontà & odori.
Per qnesto noi vediamo quelle Musiche le quali tanto delettauano al mondo, & che il mondo tan-to stimaua essere in un tratto per altre dolcezze & maniere nuoue abandonate et in vn canton lasciate.
Ma quantunque per la sua gran dolcezza & rara bontà auenghi questo alle cantilene, & che si
vegga come con facilità mirabile le noue & moderne conculchino le vecchie & l'antiche: In quanto
à gl'effetti possiamo ricercare quali piu piaccino, & piu dilettino, poiche il diletto & il piacere non tan-to nasce dalla variatione quant'anco da vn certo particular essere: e però se noi riguardiamo à gl'effetti
delle cantilene binarie, & à quelli delle ternarie vi scorgeremo vn certo diletto particulare piu in vna
che nel altra: & saremo forzati à dire che piu ci piacciano le ternarie che non ci dilettano le binarie, ef-fetto ch'assai piu diletto produce & piacer cagiona che non le binarie: non gia inquanto perche manco
si vsa, & che il buono che piu di raro si suol vsare piu suol piacere & delettare: ma perche la natura lo-ro è tale che essendo ridutte à i termini di perfettione, come cosa perfetta ci rende piu delletto & piu ci
piace, & vi si sente una maniera si dolce & vn aere si soaue che ne rapisce il cuore, poiche la forza & il
vigor del numero è tale che supera tutte le forse di qual si voglia numero, & di uirtù & di valore
li preuale.
E però inquanto à l'effetto delle cantilene binarie & di Proportione non è chi senta & giudi-chi se le ternarie sieno da paragonarsi alle binarie: quando che l'effetto delle ternarie produce vna certa
melodia che n'empie l'vdito d'vna perfetta & compita sodisfattione; & le binarie fanno vn certo mouimento continuo & equale simile à vn mouimento debole & noioso, non violento & alterato, come
è quello delle ternarie ridotte sotto il moto inequale & di Proportione.
Il che ci manifesta & ci da segno in quanta stima & consideratione si habbiano di hauere le cantile-ne perfette particularmente quelle di Proportioni cagionando vn tale effetto qual si vede cagionare:
& producendo all'orecchie nostre si vaga & grata harmonia qual si vede produrre.
Ne sia chi di questo dubbiti, perche facendone esperienza, & paragonandole vn'al altro, con le deb-bite proportioni con che si debbano paragonare, ne hauerà tal cognitione che non ci serà ragione che la
pareggi ò vinca, perche non si vincano mai quelle cose i cui effetti à i sensi sono chiari; & alle proue reali & pronte, non potendo il senso suffrire coperta & apparente ragione.
Per concluder dunque quali effetti sieno migliori, & quale cantilene produchino maggior diletto si
può dire che le commune non si hanno da paragonare alle Proportioni, non inquanto alla debbita di-spositione delle consonanze & figure che queste si riducano sotto altri particulari effetti; ma in quanto
alla forza & natura de numeri che sono tali che non possano da altri numeri auanzati; ne in qual si uo-glia occasione agiunti ò superati, possano bene le cantilene binarie produrre vn buono effetto quando che
nelle corde de suoi Tuoni, sono trouate le sue vere cadenze & consonanze, & chele sono accompagna-te con i suoi debbiti mezzi & per le loro conuenuente vie: ma questo effetto non è quell'effetto che noi
crediamo: perche quì non si cerca l'effetto d'esse consonanze, & cadenze: ma solo quelli effetti che na-scano dal numero & quantità delle figure che sono semplicemente dal tatto raccolte.
Se l'effetto delle Proportioni è piu deletteuole che non è quello delle cantilene ordinarie, perche non si vsano piu le Proportioni che quelle Cap. LXI.
SE bene le Proportioni producano vn'effetto piu deletteuole che non producano l'altre canti-lene ordinarie che si cantano sotto il tatto equale; non per questo è ragioneuole che le sieno piu
adoperate che l'altre; prima perche quelle cose s'hanno piu d'adoperare che sono piu facile, et
all'usar le piu intelligibile, & poi se si adoperassero le Proportioni come cose perfette, non serieno da
sentirsi l'altre cantilene per la loro imperfettione; & non ci seria con che accrescer il diletto & la dol-cezza, allhora che l'udito nostro del continuo cantare fosse in qualche parte satiato: E però le cantile-ne binarie come quelle che non hanno d'hauer nisciun riguardo alle perfettioni rimanendo sempre naturale & pure, secondo che le sono, vengano piu adoperate che le Proportioni; non essendo il douere che si
proceda da perfetto à imperfetto: perche cosi l'ordine andaria al contrario & alla riuersa, oltra che ne
succederia contrario effetto; il quale seria si difforme che in breue tempo si lascieria & dimetteria come
cosa vota & scarica di maggior dolcezza.
Il che come ho detto non auien dall'uso che ci habbiamo; cioè piu di sentir à cantar le cantilene binarie che sono le cantilene imperfette che le ternarie che sono le perfette, per che in questo caso non auene-ria il simile alle ternarie: perche come quelle che rittengono in se tutte quelle perfettioni che possano hauer cantilene perfette in quanto all'integrità del numero, sempre serieno quell'istesse che sono, & sem-pre mai produrieno quel medemo effetto che producono le cantilene perfette; & se à lungo tempo le sa-tiassero, non satierieno come cose atte à satiare: ma come continua estensione che suol tediare. E però si
vede ch'ogni preggiata cosa ci suol satiare & quasi venir in odio; non già per il suo prezzo che sempre
di prezzo riman tale: ma bene i sensi nostri che non possano per le qualità contrarie di che si trouano es-ser composti continuare in una permanenza stabile, dopò che hanno conseguito & posseduto quel som-mo diletto che gli sogliano apportar le cose nuoue; debbilitati alquanto si mostrano languidi & deboli.
Cosi anco in questo non si potria dire che se le si vsassero, ch'anch'esse le ci hauessero da stuffare: ma che
vsandole di raro le ci dilettano piu dell'altre: perche quando ci stuffassimo di loro ci stuffaressimo come
di cose perfette, & di cose ottimamente dolce & buone, & non come di cose che hauessero ne i numeri
qualche imperfettione ò di cose che in quanto alla Proportion de numeri suoi potessero esser migliore:
perche facciasi qual si voglia comparatione & oppositione de numeri comparabili, non vsciranno mai
simili effetti quali sono gli effetti di Proportione.
Con tutto ciò l'uso dottamente ammaestrato, non l'ha uoluto porre in si commune & familiar consideratione, non tanto per le ragioni adutte quanto che per conseruarle à guisa di gemme & di cose pre-ciose, che bene come cose preciose & buone le vediamo da gli antichi esser state adoperate, & hauerle
piu e piu uolte usate: Perche se l'hauessero piu spesso vsate, haueriano cacciato da banda tutte le cantilene
binarie, et si vsariano solamente le ternarie. E per qual causa crediamo noi che ogni diuersa specie di cantilena hormai si sia dimessa & lasciata gire dalle Proportioni in fuora, se le difficultà che sono nelle Pro-portioni sono anco in tutte le Specie Modali del Tempo & delle Prolationi? Solo perche se bene le Proportioni hanno l'istesse difficultà, nondimeno producano si buono & compito effetto che in conto alcuno
non si possano lasciare, & chi le lasciasse andare senza seruirsene & adoperarle, perderia il piu precioso
effetto harmoniale che dalla Musica si potesse hauere. Gl'altri effetti perche sono compresi da quantità pare, & de tatto equale; quantunque habbiano la quantità ternaria delle figure secondo il nomero perfet-to delle Proportioni; nondimeno perche hanno nel numero la misura equale, & sono comprese dal tatto
ordinario; per questo le non sono piu prezzate ne piu adoperate, ma in cambio loro s'adoperano sola-mente le Proportioni. Onde si vede bene ancora che per essere l'effetto delle Prolationi simile, & una
medema cosa con l'effetto delle Proportioni, le si sono demesse da vna parte, & si adoperano solamen-te le specie delle Proportioni; perche da loro se ne caua vna medema cosa.
Et possiamo ben credere che le Prolationi particularmente non fossero da gli antichi ritrouate per
altro che per seruirsene nelle Specie Modali per i maggiori valori che nella Musica dalle figure Mu-sicali si potessero hauere, come si vede nel Cap. 38. del Secondo Libro; ma che dopò l'hauerle ritrouate
& posto in uso per le dette cose, vedendo la natura delle figure, & alla diuersità che poteuano seruire
l'usassero in foggia di Proportione, con la distintion delle figure che si vede; ma che essi ancora non
sentissero & giudicassero quello che giudichiamo & sentiamo noi non lo possiamo dire: perche l'esperien
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ze istesse ne lo da ad intendere & fa credere: e però se bene gl'effetti delle Proportioni sono megliori di
ogni altra sorte di cantilena, non per questo debbano esser preposti à gli altri che sono piu semplici &
piu facili; perche anco nelle cose preciose & d'importanza s'interpongano alle volte delle basse ò me-diocre, sì perche le mediocre & le basse habbiano per le preciose d'hauer qualche grandezza & ho-nore, sì anco perche con le comparationi, le preciose comparischino meglio & sieno piu riputate & in
maggior stima tenute.
Se tutte quattro le specie delle Proportioni producano vn'effetto istesso. Cap. LXII.
QVando le cose che hanno essere per diuerse vie le vogliamo comparar insieme, & ricercarne
gl'effetti particulari; non è dubbio nisciuno ch'alla prima si hanno da ricercare le loro forme
& compositione, dalle quale n'escano i sudetti effetti; se de gli effetti particulari & proprij, ne
vogliamo hauere sufficiente cognitione; poiche non è effetto che non procedi dalla forma della sua ma-teria, & che variandosi detta forma, non si varij ancora il particular suo effetto, non che noi ricercare-mo dalla forma delle Proportioni quanti effetti n'escano, trouaremo che n'esce vn solo, poiche in tutti i
modi che si formi vna Proportione sempre la vien formata con tre figure, sieno Semib. ouero Mini-me: & questo perche come altroue ho detto il tatto è quello che da l'essere alle cantilene, & per la sua
forma si distinguano le cantilene binarie dalle ternarie: Doue che se bene si trouano quattro specie
de Proportioni, et che ogni specie si formi distintamente; l'effetto sempre riman l'istesso, perche nell'istesso numero vanno sotto il tatto queste & quelle figure delle quali esse Proportioni si formano.
Anzi che se noi vi attendiamo bene, li uederemo conuenire anco con le Prolatione naturali: perche
ogni differenza loro con qual si voglia specie ternaria, nasce dalla diuersità delle figure & non dal numero che in quanto al numero conuengono nella medema quantità come essaminandolo si può non solo vedere: ma dopò l'hauerle veduto sentire; egli è ben vero che se bene l'effetto delle Proportioni nasce dal
numero di tre figure, che queste tre figure diuersamente dal tatto vengano comprese; perche hora vi
vanno à vn modo & hora all'altro: ma la diuersità non ha si gran possanza, ne meno è si efficace., che
possa commutar l'effetto, & rimosso lo possi far parer vn'altro; come lo remoueria vn variato numero
di figure che nelle sue diuisioni fosse vn numero equale: e però quando si ricerca se le Proportioni producano vn'effetto solo, ouero diuersi effetti: si ricerca se la melodia ch'esce dal numero delle sue figure, è diuersa per diuersità di figure, ò di numero; & non essendo diuersa per diuersità di numero, ma solamen-te di figure, se tutte quattro le sue specie producano vn medemo effetto, sopra di che si dice; che d'una si-mil cosa non occorre à dubbitare; essendo cosa manifesta al senso, & chiara alla ragione: poiche tutte le
figure che sono atte à formar effetto di Proportione che sono le Semib. & le Minime, tutte quante vengano dal tatto comprese sotto vn medemo numero; numero proprio & particulare di cantilene perfet-te, di Prolatione, & Proportione: Onde si potrà dunque dire che tutte quattro le specie de Proportioni
producano vno effetto solo mediante il numero delle figure; ma che le figure sieno diuerse, secondo che
è la sua natura d'hauerle: essendo che habbiamo veduto di sopra nel Cap. 38. che le Proportioni si for-mano, & producano in essere gli effetti suoi col mezzo di due sorte de figure; le quali in somma non so-no altro che le Semibreue, & le Minime: le Semibreue per le Proportioni maggior perfette, & le
Minime per le minori imperfette.
Queste sono cose assai ben chiare; che senza altre proue dalla esperienza si possano conoscere, & non
si ricercano per altro che per non lasciarle delle consideratione Musicali; per meglio poter passare alla
cognitione dell'altre cose piu importante; massimamente che per questa via voglio iscuoprire perche
causa producendo le Proportioni vno effetto solo, non si adoperano vna sol sorte di figure, che se ne adoperano due; vna sorte pertinente alle maggiore, & l'altra alle minore. Il che non serà men'utile che
diletteuole: iscuoprendosi per questo quesito con quanta consideratione anticamente ne furono formate
le specie delle Proportioni, conforme à tutte l'altre Specie Modali & di Prolatione, che in se non han-no cosa da potersi biasmare & biasmandola da riffiutare: & come nella Musica non è cosa che maturamente non sia stata fatta: ne meno è cosa da potersi da qual si voglia semplice Musico & Canto-re essercitare; senza hauerne in qualche gran parte cognitione.
Se tutte quattro le specie delle Proportioni producano vn medemo effetto; perche causa non se ne forma vna specie sola. Cap. LXIII.
SEria gran segno di dapoccaggine, & mero inditio di pazzia quando che chi potesse far di
manco di adoperare tutte le quattro specie delle Proprotioni, con adoperarne vna sola po-tendone hauere i medemi & istessi effetti, le volesse come per ostinatione tutte quattro ado-perare: perche ogni vno che le vedesse & questo conoscesse, sprezzaria l'opera, & ogni dotta
inuentione.
Dico i medemi effetti in quanto all'istesso numero, & medeme figure, & non in quanto alla di-uersa dispositione di esse figure che secondo il numero ternario si possano disporre: Onde in quanto à
questo producendo le quattro specie di Proportione in quanto al numero delle figure vn medemo ef-fetto si potria dire che tre fossero inutile & vane: perche quello che ne produce vna ne produce an-co l'altra.
Ma perche le figure delle Proportioni sono secondo le diuisioni del Tempo: per questo ancor lo-ro bisogna che habbiano due sorte di figure per corrisponderli & non essere da lui discrepante.
Che le figure del Tempo sieno due non ce n'è da dubbitare: poiche già di sopra habbiamo veduto
che la Breue serue al semicirculo trauersato & la Semibreue al semicirculo semplice.
E però non repugna che le Proportioni come ho detto in quanto al numero delle figure, sieno vna
cosa istessa; perche anco le cantilene della Breue & della Semibreue per conto del numero delle fi-gure sono vna medema cosa; e pur in quanto all'esser loro particulare, sono diuerse & differente.
Questo si fa accioche ogni segno habbia le sue figure: & che alle figure del semicirculo trauersato
corrispondino le figure della Proportion maggiore, & che à quelle del semicirculo semplice corri-spondino quelle della Proportion minore.
Cosi quantunque gli effetti sieno gli istessi, & che l'una & l'altra sorte di figure per essere in vna
medema quantità raccolte faccino vna medema sorte di harmonia non repugna che secondo la diuer-sa sorte di figure, non vi sieno due sorte di Proportione: le quali dopò la loro diuisione di maggiore
in minore ciascheduna s'habbia da diuidere per il colore che possano hauer le figure in diuision perfet-ta & imperfetta, stante la perfettione & imperfettione delle figure.
Et se per sorte tal cosa ad alcuno paresse strano, ò poco conueniente, che quello che si può con
piu breuità fare si facci con la multiplicatione dell'istesso numero & quantità. Sappia che non è co-sa di hauerla per tale: perche à considerarla bene; si troua che quantunque la Proportion minore
habbia l'istesso numero delle figure che ha la Proportion maggiore: non per questo dalle figure si
può cauare, quello che si caua dalla Proportion maggiore per rispetto delle figure minute che per es-ser oscure, in occasione d'oscurarle per accompagnamenti di figure imperfette; non possano subintra-re nel colore ò nella forma dell'altre figure & rimaner l'istesse come habbiamo veduto di sopra.
E però non ostante che per il numero delle figure, tutte le quattro specie delle Proportion d'inequa-lità di tatto faccino vn medemo effetto; & che per vn'effetto solo & il numero si potesse fare con
vna sol specie, per corrispondere con le figure à i segni del Tempo, & per hauere dalla Proportion
maggiore quella quantità & vso di figure che non si può hauere dalla minore, si dice che sieno neces-sarie queste due prime specie: le quali sono causa poi che per separarle da ogni sorte di perfettione
l'una & l'altra possi esser perfetta & imperfetta.
Queste ragioni dunque faranno fede che le non sono superflue, ò di momento quasi inane, hauen-do noi scoperto la principal cagione che ci sforza à conseruarle tutte quattro: non tanto per ri-spetto del Tempo che ha due sorte di figure; quant'anco per poter hauere quel che si vuole; che ma-lamente si haueria, se non ci fosse questo commodo che si vede.
Il che qualunque volta che ci fosse incredulità ò poca fede, col farne esperienza commodamente
l'huomo se ne può certificare.
Quando si adopera la Proportione imperfetta se fa bisogno d'introdurla con i segni del Tempo, ò se si può far senza. Cap. LXIIII.
LA necessità che ci sforza & spinge à non proporre nisciuna Proportion mai senza li segni del
Tempo & della ternaria zifra: parlando delle Proportioni perfette, ci doueria spingere, &
sforzare ancora à non proporre ne anco mai le Proportioni imperfette senza li suoi debbiti
segni; quantunque per le figure oscure & negre si habbia certo segno che le sieno Proportioni: perche
il propor figure negre & oscure senza altro mezzo, è proprio delle Triple, come habbiamo veduto di
sopra nelli Capitoli superiori, che per non variar tatto, basta che solamente le sieno priuate del loro
natural colore: ma le Proportioni per la variation del tatto si doueriano sempre proporre con li se-gni di Proportione non ostante che le sieno delle Proportioni oscure: perche si come nelle Propor-tioni perfette procediamo di non produrle mai senza li segni del Tempo & la zifra, per non farle
conuenire con le Sesquialtere che non hanno dibisogno di essere introdutte con alcun segno di Tempo,
ma solamente con il segno della zifra ternara: cosi ancora nelle Proportioni imperfette, siamo obliga-ti di proporle con i medemi segni & mezzi, essendoci le Sesquialtere negre che sono l'Emiolie, le qua-le in quanto alle figure sono simile alle Proportioni: & non bisogna credere che sia superfluo il segnar-le: perche si crede il falso: & chi lo vuol vedere, consideri vn poco bene che se le Proportioni imper-fette si potessero introdurre senza alcunn segno, ma solamente con le sue semplice figure: che non potres-simo in questo caso saper quando le fossero Emiolie ouero Proportioni: massimamente quando le Pro-portioni fossero delle minori.
Ne per corroborare questo falso bisogna dire, che nisicun Compositore vsa di segnarle seguendo i
moderni stili antichi che le non si segnauano mai: poiche con queste ragioni non si ribatte le ragioni
dal senso ne meno le regole, le quali c'insegnano d'introdurle sempre con i suoi proprij segni non trouan-dosi che le ci facciano distintione d'introdurre con li segni di Proportione piu le perfette che l'imperfette;
& possiamo ben credere che nelle compositioni antiche questo errore sia nato da diuersi copiatori co-me ne sono nati de molti altri di sopra nel Cap. 45. notati & demostrati.
Et se quelli fanno male che l'introducano senza segno, molto piu male fanno quelli che nell'intro-durle fanno che vna parte ò dua vi ci entri con le pause: & perche ogni vno meglio m'intenda rimiri
quì in questo essempio & consideri vn poco in che modo vi entrano le parte, & con che maniera spro-portionata hanno da nummerar le loro pause.
[Music example]
Che vederà quanto malamente, & con quanta difficultà le si nummerano: Onde se qualche vno
quantunque l'essempio sia chiaro, non penetrasse, & iscorgesse oue la difficultà consista: consideri vn
poco che le pause semplice, essendo nelle Proportioni hora vna integra quantità di tatto, &
hora vna terza parte come habbiamo veduto di sopra nel Capitolo quadragesimo ottauo, al
presente che le sono quì introdutte, non si può senza i segni particulari delle Proportioni, sapere di
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quanto valore le sieno; e questo perche nelle Proportioni perfette essi segni sono quelli che ci dimostrano
quale figure sieno quelle che hanno da informare il tatto, & quale habbiano da essere le sue pause.
Non dico poi de quelli che nelle Proportioni imperfette introducano una figura bianca, come se in
esse Proportioni non ci fosse valore di rileuare qual si voglia valore delle figure maggiore, & fanno che
in tutta vna Proportione di figure negre si vegga solamente vna figura bianca, cosa da essere molto
ben considerata, & poi al fin fuggita; non solo per fuggir l'occasione di proporre vna Proportione con
le figure d'altra specie che con le sue: come anco per non dare occasione à i Cantori che cantandole le
habbiano da fallare: essendo che molti in quel caso se vi veggano vna Breue, perche sanno che la vale
due Semibreue cercano di tenerla per due tatti, & non ariuano alle figure de Proportione se non tardi
& per forza tirati.
E però in quanto al obligo ogni vno ha da sapere che tutte le quattro specie de Proportioni s'hanno
da introdure ouero da proporre con li segni del Tempo & la zifra ternaria, non ostante che le sieno
Proportioni negre, & che le sieno atte & facile ad essere intese, & s'hano anco da finire: quando però
dopo la Proportione seguità canto d'altra sorte: perche di tutte quattro le sudette specie in quanto alla
sua introdutione si troua vna sol regola: & tutta volta che si farà altrimente cioè che si proporanno
le Proportioni imperfette senza zifra & segni sempre si commetterà errore, essendo quella foggia &
maniera di segnar i canti maniera & foggia di Tripla & Sesquialtera come habbiamo veduto di so-pra ne i Capitoli 8. & 9. nisciuno si ha da fidare con dire che cosi si vsa: perche tutte l'vsanze cat-tiue s'hanno da fuggire & non da seguitare.
Con quante sorte di figure Musicali si possino sotto il tatto ine-quale accomodare le figure in forma di Propor-tione. Cap. LXV.
NOi sappiamo per quanto di sopra habbiamo veduto che le figure musicali quanto piu nel tat-to si multiplicano, tanto piu le si partano dalla forma delle quattro modulate maniere; passan-dosene dalle maniere ordinarie, alle maniere di colorature & passaggi: e però stante la for-ma visibile & attuale di detto tatto quanto piu pi le figure vi andaranno semplicemente, tanto piu le
seranno propriamente informate dalle sue vere & proprie figure.
Le figure proprie & vere che informano le Proportioni sono quelle che piu semplicemente infor-mano esso tatto: & esso tatto non può con piu simplicità esser formato che con dua ouero tre figure: doue che per le due, & tre figure che l'informano, si vede che in tre modi le possano informare, vn
modo equale & gl'altri dua alterati.
Il modo che non figure equale informano le Proportioni, è quando vna quantità di tre figure equale, equalmente entrano sotto vn tatto di Proportione come quì si vede.
In che si scorge che vna figura non supera l'al
[Music example]
tra di valore, ne meno tutte tre rileuano piu quan-tità di tatto che di vn tatto inequale.
Gl'altri dua modi alterati sono quelli che con
l'istessa quantità di figure di valore inequale for-mano vn tatto tale, come quì in questo essempio
si vede.
[Music example]
Tutte l'altre figure poi che informano le Pro-portioni sono figure che entrano sotto questi
tre mezzi principali; perche questi sono li più semplici & li piu proprij delle Proportioni.
Ma si ha d'auertire che si come le Propor-tioni naturalmente si formano di due sorte di figu-re come le maggiori che si formano di tre Semibreue & le minori di tre Minime: cosi ancora in que-sta consideratione si potranno formar gli essempij con le figure Minime che di tutte quattro le spe-cie de Proportioni si haueranno gl'essempij delle figure che formano vn tatto inequale in foggia di
proportione.
page 178vEt nota che tutte l'altre foggie di accomodar le figure in poca, ouero in quantità grande sotto di
esso tatto inequale, non seranno propriamente in foggia di Proportione accomodate: ma bene con si-militudine distinta & lontana che con vna impropria similitudine vi anderanno, & seranno da lui
comprese come serà à dire se noi consideriamo bene come vi uanno le Minime che sono in questo
essempio.
[Music example]
Et sentitone l'effetto, comparatolo poi, dal primo et vltimo tatto in fuora trouaremo che le ui uanno in
un certo modo che non si discerne bene se le ui uanno in foggia di Proportione ò di cantilena ordinaria.
Onde se queste Minime ui uanno in altra maniera, che non ui uanno le Semibreue & producano
un effetto differente dal effetto proprio delle Proportioni; molto maggiormente ui andaranno con uno
effetto improprio & dissimile.
Questo si dice accioche non solo si sappia qual sia il proprio & naturale effetto delle Proportioni;
ma anco accioche ogni uno in qual si uoglia occasione se ne sappia seruire, & sappia quali sieno gl'effet-ti proprij & gl'improprij. Cosa assai vtile & necessaria à i Compositori per poter meglio, accomodar
le parole nelle sue compositioni disponeadole secondo che rissona il senso, & ch'esse gli ne porgano oc-casione.
In tre modi dunque si possano accomodare le figure, con farli risonare l'effetto proprio delle Pro-portioni: come ne i tre superiori essempij si vede. Gl'altri effetti improprij nascano dalla situatione, &
accomodamento di diuerse figure inferriori, disposte & ordinate in foggia di figure minute, & in assai
quantità multiplicate; come l'ultimo essempio ce ne da un poco di cognitione, & ne lo dimostra con la
dispositione di quelle Minime che in cambio delle tre Semibreue ò d'una Breue & Semibreue che
uanno per tatto; ue ne uanno sei.
Se nelle Proportioni si possano vsar figure in foggia di sin-cope. Cap. LXVI.
ESsendoci nelle Proportioni (come anco in tutte le maniere ordinarie) concessa di adoperar tutte le figure massimamente quelle che sono le proprie forme delle cantilene, non ci seranno an-co uietate & prohibite nelle Proportioni le figure di sincope; tanto piu quanto le sincope del-le Proportioni uengano da figure che sono connumerate infra le principali, & non da quelle che sono
delle quattro minori come uengano quelle delle cantilene ordinarie: massimamente quando esse sincope
sono introdutte nelle Proportioni maggiore che procedano da Semibreue ouero da Breue & Semi-breue.
E però si ha da sapere che in tutte quattro le specie di Proportioni si possano accomodare le figure
in effetto di sincope, tenendosi questi stili che si sono tenuti di sopra nel Cap. 52. del primo Libro, cioè
d'interporre le figure maggiore dopo una minore, delle figure però che sieno atte, & che possino in que-sto caso sincopare: perche si possano disporre le due prine & principal figure con anteporli una delle
sue figure minori, & non per questo le seranno sincopate, generandosi la sincopa dalla interpositione
d'una figura che uagli la terza ouero quarta parte d'una figura di tatto: come uedessimo nel superiore
Cap. delle sincope commune.
Onde per procedere con ogni debbita distintione, inanzi che io uenghi à i particulari essempij delle
sincope che si trouano nelle Proportioni si ha da sapere, che si come le cantilene ordinarie procedendo
da nummeri pari con parità producano gl'effetti suoi: cosi ancora le ternarie procedendo da numeri im-pari, producano impari effetti come l'udito ne lo fa sentire: per il che si come la sincopa delle cantilene
binarie procede dalla quarta parte di tatto interposta per uia di figure intra altre figure di doppio ua-lore, cosi ancora la sincopa delle cantilene ternarie procede dalla terza parte di tatto rileuata da vna
figura che uagli tanto, & posta inanzi ad altre figure che uaglino altro tanto: per questo ho detto di
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sopra che la sincopa si genera dal valore d'vna figura che vagli la terza ouero la quarta parte d'vn
tatto ponendola dinanzi ad altre figure che vaglino due volte quanto lei: perche sotto questa vniuersale descrittione delle sincope, si comprendi anco la sincopa di Proportione la quale per dimostrare in che
modo la si formi sotto questo essempio lo si scuopre & fa vedere.
[Music example]
Ma è da notare che si come le Proportioni hanno diuersa natura che non hanno le cantilene bina-rie, & che non conuengano con esse: cosi ancora è forza che le sincope sue sieno diuerse.
Onde già che habbiamo veduto di sopra nel Cap. 52. del primo Libro che le sincope ordinarie pro-priamente sono d'vna sorte sola: essendo che l'altre maniere si chiamino figure contra tempo: possiamo
hora vedere che le sincope delle Proportioni sono di due sorte: non per altra causa; solo perche il numero delle figure di Proportione possano in due maniere esser disposte, & produrre l'effetto naturale delle
Proportioni; che le figure delle cantilene ordinarie non ne possano produrre se non vn solo, il quale per
qual si voglia diuersità & dispositione sempre riman l'istesso.
Per hora lasciaremo di dir altro sopra li dua effetti di Proportione causati da due sorte d'accomodamento di figure, essendosene assai ragionato nel Cap. superiore & dimostrato in che modo si disponga-no; & diremo solamente delle sue due sorte di sincope: perche non ostante l'ordine delle figure superiori
che fanno (co l'interpositione di vna Semibreue posta dinanzi à vna Breue) sincopare tutte le sudette
Breue; si può ancora col disporre piu Semibreue dopo vna Minima, cauare il medemo effetto: che ciò
sia il vro cantisi queste poche figure che sono in questo essempio.
[Music example]
Che cantandole le sentirà sincopare: Et se alcuno mi adimandasse quali di questi dua essempij pro-duca & facci piu uera & reale sincopa: se bene quest'vltima, pare che sia la piu reale & vera; io non-dimeno, sarei indeterminato, & non darei piu ragione al vna che al altra, perche tutte dua fanno sinco-pa vera & reale: & non guardarei che questa la facci con piu fatica, & che le sue figure vadino piu
tirate ò piu velloce: essendo che la velocità & la fatica non sieno quelle cose che faccino le sincope.
E però si tenerè per certo che tutti dua questi essempij per la interpositione delle figure minore che
sono poste dinanzi alle figure maggiore sieno essempij che producano sincope; i quali si possano anco
formare con le figure di Proportion minore, che faranno sempre sincopato effetto: perche s'interpone
la minor quantità alla maggiore come si vede: da cui procedano tutte le sincope.
Per questo io dissi di sopra nel Cap. delle sincope binarie, che l'interporre, ò collocar dinanzi à vna
ò piu Semibreue vna Minima, non è sincopa ma figure che vanno contra il tatto: perche in simil sorte
di figure non s'interpone quantità minore alla maggiore in disugual diuisione: essendo che va Mi-nima, è la mettà d'vna Semibreue; che le figure di sincope, non solo sono quantità minore delle figure
che vengano comprese dal tatto, ma anco comparando le quantità insieme, non si potranno mai
vgualmente comparare, tale è la natura delle figure che sono atte à sincopare.
E però si come nelle cantilene binarie non si troua altro che vna sorte di quantità da poter produr-re le sincope naturali: cosi nelle Proportioni essendocene di due sorte, due sorte di sincope vi si troueran-no, & tutte due seranno vere & reale sincope: perche in qual si voglia modo che le figure vi seranno
disposte, come ui sono disposte ne gl'essempij superiori; sempre gl'effetti si diranno sincope.
Et è d'auertire che la interpositione fatta nel essempio primo dalla Semibreue posta dinanzi à tan-te Breue quanto si vede, è la maggior quantità con la quale si possi fare sincope nel piu largo modo: &
quella del secondo essempio, è la minore: delle quali il Compositore se ne può seruire à suo piacere, non
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essendoli prohibito, ouer commesso di adoperar piu l'una che l'altra: ma bene nell'adoprarle deue ha-uere questo particular auertimento di non adoprar si spesso quella del secondo essempio per la difficul-tà che seco porta che sia cagione ben spesso intrauenir suole; che i Cantori lascino stare: &
che non le voglino per tanta difficultà cantare.
Come si conosca & proui che le Proportioni imperfette non pos-sino esser introdutte in cantilene binarie senza li suoi segni. Cap. LXVII.
BEnche le ragioni adutte sieno sufficiente & atte à demostrarci che le Proportioni imperfet-te non possino mai stare per conseruation loro & particular distintione delle Triple & Ses-quialtere senza li suoi segni; & che si come non si possano introdur mai le perfette, che
anco l'imperfette non sono da introdursi, essendo di loro vna ragion commune: nondimeno accioche le
ragioni riluchino ne gli essempij, & che si riduchino alle proue, volendo che si conoschi il vero, dico:
che se fosse possibile, ò che per douer di regole si potessero adoperare le Proportioni imperfette, intro-dutte nelle cantilene binarie, senza l'interuento di nisciun segno: ma solamente con l'oscurità delle
figure, come potressimo noi sapere, se habbiamo da porre tre Minime per tatto, ouero tre Semi-breue? quì non occorre à dire che l'interuento delle Breue, & dell'altre figure maggiore ne diano
segno & ce lo dimostrino: perche anco nelle Proportione minori possano intrauenire esse figure mag-giori: & poi se le figure maggiori ci douessero in questo caso dar inditio & notitia delle particular
specie di Proportione; molte volte nasce occasione di non adoperar altre figure che le Semibreue, &
le Minime.
Di maniera che in alcuni casi i Cantori se si concedessero di vsar le Proportioni senza segni poria-no star dubbiosi & ambigui del valore di esse figure, & della terminata quantità delle sue diuisioni
che sono la quantità delle proprie figure delle Proportioni che dal tatto inequale vengano comprese,
che ciò sia il vero rimirisi vn poco questo essempio.
[Music example]
Et guardisi bene per qual via si voglia sapere se hanno d'andar tre Minime ò tre Semibreue
per tatto.
Doue che per mostrare & addurre qualche sensata & buona ragione, non bisogna già dire che il
segno del Tempo il quale è posto nel principio del canto siasufficiente segno di dimostrarci che si co-me sotto il tatto ordinario andauano due Minime per tatto che nell'entrar in vn canto segnato con il se-micirculo trauersato. Et esser cantato secondo l'uso del semicirculo semplice, come ben spesso si suo-le: ne meno si può sapere l'intentione di chi le compone, se vuole che vadino tre Minime per tatto,
ouero tre Semibreue.
Per questo io dico, che se le Proportioni imperfette non si propongano con gli debbiti inditij suoi
particulari, non serà mai possibile di dirle tutte bene: & sempre mai porteranno periculo di esser
cantate male.
Anzi ch'io per spiarne il vero, da molti honorati Cantori hò ricercato che per cortesia mi dichino
che regola tengano quando le Proportioni non sono segnate in sapere se le sono Proportioni che ricer-
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chino tre Minime per tatto ouero tre Semibreue, & ogni vno quasi m'ha risposto, che non tengano al-tra regola se non quanto che rimirando le prime figure se le veggano esser cosi di questa sorte.
Tengano per certo che ogni tre Semibre-ue facciano vn tatto di Proportione: E que
[Music example]
sto perche dall'ordine di Semibreue & Breue
insieme fanno giuditio & si presummano che
quelle sudette figure faccino tutta vna inte-gra quantità di vn tatto di Proportion mag-giore: come anco per contrario se le trouano in quest'altra forma.
[Music example]
Giudicano che il valor di tre Minime faccino vn tatto: Il che
seria assai buona regola quando però non vi fosse questo periculo di
entrare d'una specie di Proportione nell'altra, essendoche qual si uo-glia specie di Proportione può legittimamente hauer le Semibreue,
& le Minimein suo vso: senza veruno impedimento & prohibitione; massimamente che sono assai
le specie di figure bianche, che hanno le figure ordinate & disposte in modo di sincope doppie come
in ogni cantilena anticha di Proportione si può vedere.
Doue che se questo nelle Proportioni bianche si può fare; si potrà ancor far nelle negre, potendo
le negre ancora hauer in vso l'une & l'altre figure come ho detto. E però qualunque volta che si
doueranno proporre Proportioni imperfette nelle cantilene binarie, sempre le si doueranno proporre
con li debbiti segni suoi; sì per conseruarle nella differenza delle Emiolie: sì anco perche altrimen-te non si può hauer proprio & vero inditio quale habbiano da essere le proprie figure del tatto.
In qual caso si possino introdur le Proportioni senza segno. Cap. LXVIII.
FAcilmente si penserà qualcheduno, che hauendo io detto di sopra nel Capitolo superiore
che non si permette mai ò che ne mai è leccito d'introdurre Proportione senza li segni suoi,
che questa regola sia senza qualche eccettione, ò che omninamente i segni in esso sieno si ne-cessarij, che non si possino in alcun lasciare. Et credo anco che non si trouerà nisciuno che legghi
il titulo di questo Capitolo, & che habbia letto l'altro, non pigli amiratione, & in qualche parte non si
merauigli, come & in che modo io voglia dimostrare che in alcuni casi le sudette Proportioni si pos-sino introdurre, senza verun segno, parlando delle Proportioni imperfette; hauendo io si seuera-mente ripreso & con tante efficace ragioni dimostrato che le non si debbano mai proporre senza i se-gni, per non farle essere pure Emiolie, ò per non dare occasione di farle fallare: nondimeno se il su-periore Capitolo con tutto il presente raigonamento delle Proportioni si leggerà con tutta quella at-tentione che si deue, io non dubbito punto che leggendolo non vi trouerà cosa che le contradichi, ò che le
sieno di ripugnanza: perche quando di sopra si è trattato de i segni delle Proportioni, & che si è det-to che non si possano mai nelle cantilene introdurre senza l'interuento de li suoi ordinarij segni, il tut-to si è detto quando le sono tessute & inserte nelle cantilene segnate con li segni del numero binario,
come le si sogliano sempre inferrire & tessere: ma però non si è mai prohibito ò detto che le non pos-sano intrauenire nelle cantilene perfette massimamente in quelle che vanno sotto il tatto equale
sumministrate.
Per questo hauendo in esse ancora l'ingresso, potriano hauer ingresso senza interuento d'alcun se-gno: perche essendo il segno di Proportione segno perfetto, & quello medemamente si potriano far
le oppositioni senza dubbio d'esser ripreso: nondimeno quando le cantilene sono segnate con il circulo
solo senza il trauerso, se bene le cantilene sono dal numero ternario misurate, non per questo vi si pos-sano introdurre le Proportioni senza segni: perche quel segno non è il segno proprio delle Proportio-ni: ma segno di cantilena perfetta.
Onde si come vn segno solo serue al sudetto Tempo perfetto; cosi ancora vn sol segno serue al-le Proportioni & in questi dua casi solamente le si possano introdurre senza segni, vno quando dentro
à vna Proportion si vuol introdurre vna Proportione imperfetta come quì si vede.
page 180v[Music example]
Et l'altra quando che dopò l'hauer proposto vn canto con il circulo trauersato, segno particulare
delle Proportioni; & che nel mezzo si volesse introdurre vna Proportion se la non fosse imperfetta
basteria in quel caso il primo segno: ma se vi s'introduce la perfetta basterà la zifra sola perche
già il segno è proposto, & dimostra quella cantilena esser cantilena di Proportione, come quì si
vede.
[Music example]
Questo si fa perche esso Tempo cosi trauersato non può mai esser pregiudicato; & doueria per
sua ragione tutto il canto esser cantato in Proportione: ma perche à poco à poco se gli è cambiato il
tatto, & fatto diuenire come se fosse senza trauerso: per questo si permette che egli possa vsar la
zifra per segno di douer cantar quelle figure in Proportione: ma se in cambio di questa Proportione
perfetta vi se ne introducesse vna imperfetta, in quel caso non seria bisogno di nisciun segno, & vi se-ria con ragione bene introdutta, altrimente qual si voglia introduttione serà falsa: perche in qualun-que altro canto ordinario che s'introduca l'imperfetta senza segno sempre serà male; se bene da tut-ti la serà bene intesa. Et introducendo la perfetta con la zifra sola oue sia il semicirculo semplice
ouero il trauersato sempre vi serà repugnanza, & implicherà contraddittione; oltra che non vi serà
luoco di poter collocar le Triple nelle cantilene senza periculo di confonderle ò dubbio che le non sieno
intese: E però in questo si deue guardar molto bene di disporle & segnarle come le vanno segnate,
& diposte.
Delli dua segni delle Proportioni, qual sia il piu proprio & particulare. Cap. LXIX.
I Segni per i quali si dimostrano le Proportioni sono dua come di sopra habbiamo veduto, et
tutti sanno: i quali non si possano segnare con le zifre sole: perche simil sorte di segnature sono
segnature che conuengano alle specie del genere Multiplice & Superparticulare: & si potriano ben segnare con li segni del Tempo solo per questo particular effetto ritrouato: ma perche il proprio
segno delle Proportioni antiche; à poco à poco si è fatto segno delle cantilene commune seruando la sua
quantità perfetta, nelle sue diuisioni, & nelle figure di esso Tempo: per questo si vsa di porre dopò il se-gno del Tempo, le due zifre; perche mediante quelle & esso segno, s'intenda che quelle particular can-tilene non si hanno da cantar altrimente che in foggia di Proportione.
Il segno ch'io dico che già solea seruire alle Proportioni è il circulo trauersato, altre volte di sopra
dimostrato, & particularmente nel Cap. 48. del Secondo Libro commemorato con il quale si sole-
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uano in prima segnare; &ne habbiamo sicurezza che sia il vero, attento che nella Musica non si troua
cosa nisciuna che à qualche buon proposito non sia stata ritrouata: & se si concedesse che il sudetto segno
seruisse alle cantilene del Tempo perfetto simministrato con il tatto equale, & non alle Proportioni,
ne seguiria questo che ò l'uno, ò l'altro segno fosse superfluo: ne si può dire che il trauerso del sudetto
segno dimostri dimidietà di valore delle sue figure; perche essendo le sue figure compreso da numero
inequale che è il numero ternario come habbiamo veduto; in nisciun modo con valor & figure equale
si potriano diuidere.E però trouandolo noi spesse volte esser stato da gl'antichi vsato debbiamo crede-re che adoperandolo anco senza trauerso, l'adoperassero trauersato in segno di Proportione, che ben si
vede essersi tanto conseruato che insino al dì d'hoggi i moderni l'adoperano con le zifre nelle loro cantilene di Proportione: Onde sono alcuni che vedendo l'ultimo Kyrie della Messa Lommè Armè del
Palestina esser il Tenor segnato col segno superiore et le zifre, & tutte l'altre parte hauer il circulo semplice dicano che il sudetto Tenore potea con ragion di segno stare senza veruno interuento di zifre: che
quelli dua segni cosi insieme posti danno sufficiente inditio che il semplice canti al modo ordinario, &
che il trauersato canti in Proportione: Il che assai mi piace quando però questo segno di circulo trauersato fosse in vso & cognito come si tiene che fosse cognito & vsato al tempo antico. Et crederò sempre
che il sudetto Palestina conoscesse la forza & l'autorità del segno: ma che essendone hora spento qua si
ogni cognitione, l'habbia accompagnato con le zifre. Che questo circulo trauersato sia il proprio segno
delle Proportioni, il consta prima dalle Proportioni istesse che non si segnano altrimente quantunque
egli habbia appresso anco le zifre: poiche le zifre sole non possano dimostrar altro che l'oppositione delle figure in quantità ternaria: ma esso segno per il trauerso dimostra che le figure minori del Tempo che
sono le Semib. hanno da essere da vn tatto inequale raccolte à differenza delle Sesquialtere: che con le
zifre sole si raccolgano dal tatto equale: Et poi anco ne habbiamo certezza dall'opere di qual si voglia
antico; che non è nisciuno di loro, che non habbia composto cantilena con simil segno: ma piu de gli altri
ce lo dimostra Iusquino nel suo Motetto di Propter peccata, nel quale sono si disposte & ordinate le fi-gure, che volendolo cantar in altra foggia che in Proportione non fa nisciun buono effetto harmoniale:
ma piu tosto effetto tediosi & disdiceuole, come ogn'uno lo può prouare:
Et per quello che io ho veduto nelle stampe antiche io m'immagino che non segnassero mai altrimente le Proportioni, se non con il segno superiore; perche, in altre stampe ho veduto l'istesse cose hauer
le zifre & il Tempo; il che m'ha fatto credere che per intelligenza de i Cantori che non sanno quaste
cose gli sieno state introdutte le zifre. Il circulo dunque trauersato è il proprio segno delle Propor-tioni: & da poco tempo in quà vi sono state introdutte le sudette zifre.
Se nell'introdurre le Proportioni nelle cantilene ordinarie, si può introdurre vna parte prima dell'altra. Cap. LXX.
TVtta volta che noi per vedere se nelle cantilene ordinarie, vna parte di Proportione può in-trar prima dell'altra andaremo considerando & essaminando bene la natura de i numeri, non
è dubbio che per la contrarietà delle diuisione inequali, in un tratto iscorgeremo non esser leccito ne conueniente d'introdurle: & questo perche gl'effetti harmoniali sono per dispositione del tatto ge-nerati mediante li numeri equali & inequali; & tutta uolta che si variassero i numeri, & che fossero
nelle diuisioni sue discrepanti, si variariano anco essi effetti; i quali se hanno da esser buoni, & in sua di-spositione perfetti, non hanno da esser leuati fuori delli suoi naturali tatti; essendo che l'estraerli fuora, riducendoli sotto altra forma li fa produrre altro effetto; & benche ogni effetto Musicale, si raccolga sotto effetti harmoniali & modulanti: non produce però nisciuno effetto ordinario & principale, per esser
dua soli, conforme alle due varietà de tatti, i quali distinguano realmente quest'effetto da quest'altro. Et
chi m'adimandasse sotto quale effetto di questi dua si riseruino tutti gl'effetti d'oppositi et comparati nu-meri che sono le comparatione et oppositione che si trouano in tutti li principali generi delle oppositioni, et
comparationi; direi come anco è il uero che si riseruano sotto effetti innominati et straordinarij: che in som-ma tanti possano essere quanti esse specie sono: poiche si uede che se bene qual si uoglia specie loro uiene sum-ministrata sotto il tatto equale che per la diuersità de gl'oppositi numeri, nisciuna di loro ha forma di cantilena binaria et commune, dalla Quadrup. in poi che nella oppositione del uno ò del dua conuiene nella si-militudine. Et però quando che nelle compositioni commune & binarie si ha da introdurre qual si voglia
specie di Proportione, stante la contrarietà de numeri et del tatto non si può iuridicamente introdurre vna
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parte prima dell'altra: & qualunque volta che vi serà introdutta non serà mai raccolta da Propor-tione: ma bene da Sesquialtera ch'entra con le sue tre figure sotto il tatto equale.
Onde chi volesse che si potessero introdurre senza repugnanza de numeri & senza contradittione
de tatti ò di figure vorebbe vna cosa impossibile; perche mentre le figure sono per numero ternario raccolte dal tatto equale le non si possano dir Proportione: ma bene Sesquialtere: perche le Proportioni non
riceuano mai le figure in numero ternario se non in tatto di Proportione: & di piu in esse Sesquialtere
non si possano mai introdur figure di natura perfette per essere una specie d'opposito numero che non è
soggetta alle regole di perfettione come anco sono tutte l'altre sue compagne.
E però, non si douerà mai introdurre vna parte di Proportione prima dell'altra, cioè introdurre
vna parte prima che si sia entrato nel tatto di Proportione. Et se le parole ci mouano, & ce ne dan-no occasione tutta quella quantità che serà introdutta prima che si sumministra il tatto inequale; serà
quantità di Tripla ouer di Sesquialtera: & doueranno per douer di regole esser introdutte differente-mente quantunque le sieno poche: perche la quantità ternaria sotto il tatto equale non ha che fare nelle
Proportioni come già si è veduto. Et per confirmation di questo se noi essaminaremo bene le cantile-ne antiche, non trouaremo mai vna parte essere in Proportione introdotta prima dell'altra; ma tutte
insieme; & quando per poco ò per assai n'hanno voluto introdurre qualch'una sotto il tatto equale;
sempre l'hanno introdutta in foggia di Prolatione limitata; ò di Tripla di sotto con zifra segnata.
Se nelle Proportioni si possano introdur figure in modo che pro-duchino effetto improprio & sproportionato. Cap. LXXI.
NEl disporre & ordinare qual si voglia figura Musicale, nelle tessiture di Proportione; & nel
adattarle sotto li suoi inequali tatti; nisciuno si crederia mai, che le si possano adattare & tes-sere in maniera tale che cantandole, le si partano da loro effetto proprio, & si trasferiscono in
vno effetto sproportionato; parendoli cosa molto strana per non dir fuori di natura che questo si possi
fare, senza l'oppositione de numeri che hanno potere & forza in opposita comapratione di variar ef-fetto; massimamente che nelle cantilene commune & ordinarie non si troua di poter mai disporre fi-gure che produchino effetto improprio & non conueniente; se non volessimo dire di quelle figure che
per natura non si possano disporre in buona forma harmoniale delle quali io ne ragionai nel 46. Capito-lo del Primo Libro.
Nondimeno tra le cantilene di Proportioni sono alcune figure che per loro impropria dispositione
senza alcun segno che distolgano tutto vn buon effetto di Proportione, & lo trasportano in vno effetto
strauagante. Et nota che non per altro io dico senz'alcun segno; perche nelle cantilene binarie che
sono le piu commune; le Triple, le Sesquialtere con tutte l'altre oppositione de numeri che per via
di zifre alle volte vi sono interposte, producano altro effetto che l'effetto ordinario, che non è cosi nelle
Proportioni; atteso che con la disposition sola delle figure, senza interuento di segno ò di zifre si può
causar vn'effetto che da chi l'ode, non serà mai giudicato per effetto di Proportione che ciò sia il ve-ro cantisi vn poco questo essempio.
[Music example]
Nel quale per vna istrana & inusitata dispositione di figure sentirà cambiarsi l'effetto proprio, &
essere da esse figure condotto in vno effetto sforzato & duro, effetto improprio & sproportionato con-forme piu tosto à gl'effetti delle Sesquialtere, & d'ogni altro opposito numero; il che nasce dalla diffor-me quantità delle figure che non essendo secondo la diuision ternaria & sua multiplicatione, vi fanno
quell'effetto che si sente.
page 182Onde di lui non si può dire quello che già si disse delle figure collocate al contrario dell'uso, che per
l'effetto cattiuo, & la difficultà di pronuntiarle non si possano vsare: perche le superiori figure sono
libere, & da molti Compositori state cosi in strano effetto adoperate: Et quando si dice che le produ-cano vn effetto improprio & sproportionato, si dice in quanto alla comparatione di questo effetto, al-l'effetto naturale: che paragonati insieme seranno tenuti & conosciuti per effetti contrarij & non d'u-na istessa sorte.
Dopo tutte l'essentiale demostrationi del esser principale delle Proportioni, che differenza sia tra l'effetto di Emiolie & quel-lo di Proportione. Cap. LXXII.
ANcorche gli adutti essempij con le demostrationi fatte intorno à qual si uoglia sorte di Pro-portione tanto d'inequalità di figure, quando che d'inequalità di tatto sieno sufficienti et ba-stanti in torre & à leuar via dal vso presente, ouero euellere & estirpare dall'indurate menti, la falsa & corrotta credenza che sin quì si è hauuto sempre nel torre le Triple, & l'Emiolie con
le Sesquialtere per Proportioni d'inequalità di tatto & di figure, & nel tener per fermo che le fos-sero vna cosa istessa; nondimeno stante l'ordine del ragionamento presente per corroborare le superio-re ragioni & fondamenti (quantunque non sia piu quasi bisogno) & stabilir meglio in questo la ve-rità manifesta, hò giudicato al fine esser bene anzi debbito mio di proporne à gli increduli qualche
sensata ragione.
Onde con l'occasion presente di douer comparare gli effetti di Proportione, à gli effetti di Emiolie
ò Sesquialtere con vn manifesto essempio non voglio mancare à fatto à fatto d'iscoprirne le quì anno-tate cose.
Già dunque che noi habbiamo veduto & ci siamo certificati con vere & proprie distintioni quale
sieno le Triple, l'Emiolie, le Sesquialtere con le quattro specie di Proportione d'inequalità di tatto &
di figure, nel comparare & fare esperienza dell'effetto delle Emiolie & Proportioni assegnate, iscor-geremo ciò che quelle & queste sieno: poiche io son resoluto di proporre in tale occasione vn essempio
che cantandolo non solo si possa veder le superiori assegnate differenze, ma anco vedendole sentire
dell'uno & l'altro effetto la differenza reale.
Non ho timore ne meno dubbito punto che le genti non se riccordino de i ragionamenti già fatti
nel nono Capitolo del Libro presente, & non habbiano à mente come nel dimostrar che io feci delle
Sesquialtere, adussi per essempio & proue quel Madrigale dello Strigio; Ahi dispietato Amore,
& quel motetto à 6. di Costanzo Porta vidi speciosam, & feci vedere che le sudette Sesquialtere
che vi son dentro ne andauano cantate sotto altro tatto che il tatto del quale seruendosi si formano
l'altre parte: e però quì hora non farà bisogno di dir altro, ne men altro di riccordare solo che volen-dosi cantare questo canto che io proporò quì in fine di queste quattro parole s'habbia d'hauer quei su-periori riguardi, & aurtenze per cantar bene quelle figure oscure, le quali da molti possano esser
tolte per figure di Proportione, & che le vadino cantate sotto il tatto inequale: niente di manco il
tatto non si muta: per causa che il Soprano camina con le figure ordinarie, & non è astretto ne da
segno ne da figure di hauer altro tatto che il suo tatto ordinario.
Per questo tutte le parte seranno rette da vn tatto che serà il tatto commune; quantunque l'Al-to, il Tenore, il Basso habbia quelle figure oscure, & sotto delle prime figure la ternaria zifra,
perche se bene senza di essa zifra ternaria quelle figure stessero bene per ragione & douer di regole:
non per questo si dice che la vi stia male: essendo che vi sia insegno di oppositione, & insegno che
quelle figure non sono soggette al tatto di Proportione.
Et tutta volta che le Sesquialtere formate in questo modo fossero cognite & in uso, le quali pro-priamente si chiamano Emilie; per la denigratione & oscurità delle sue figure, le si potriano la-sciar schiette senza l'interuento di zifra: ma perche le non sono troppo ben conosciute; & molti di
esse non ne hanno cognitione: per far che le sieno conosciute le s'introducano con la zifra come in que-sto essempio si vede: il quale dopò gli infrascritti auertimenti per vdirne l'effetto ageuolmente lo si
può cantare.
page 182v[Music example]
Et accioche le genti non si credano che queste cose sieno semplice oppinioni mie, & che io per que-sta via voglia dare ad intendere che le Sesquialtere, & Emiolie non sieno Proportioni d'inequalità
di tatto: dico che il canto non è mio, ne meno sò certo chi sia l'autore, hauendolo trouato ne libri gros-si senza nome; ben si crede che'egli sia ò del Senfelio, ò di Henrico Isaac.
Io l'ho veduto & cantato nella Capella del Serenissimo Duca di Bauiera mio Serenissimo Patro-ne, & il si canta ogni anno di Quaresima, essendo l'vltimo verso di quel tratto che dice, Domine
non secundum peccata nostra quae fecimus nos: & fa si buon effetto; quanto che ogni uno cantan-dolo bene se ne può assicurare.
Il che non solo ci certifica di questo: ma anco ci ricconferma quello che noi vedessimo di sopra nel
Capitolo nono del presente Libro, quando che in proposito di prouare con sufficiente mezzo che
l'Emiolie, & Sesquialtere non erano Proportioni d'inequalità di tatto, io dissi & dimostrai in che mo-do le si doueano formare, & quante se ne trouauano per le compositioni antiche, che per tale non
erano ricconosciute.
Però di questo non ne doueremo dubbitare: ma col esserne sicuri saperemo anco qual'effetto fac-cino: che se l'Emiolie come si vede fanno quel'effetto differente che s'ode, & non si può dire che sia
effetto di Proportione d'inequalità di tatto: cosi ancora, le Sesquialtere, & le Triple adoprandole co-me vanno adoprate, faranno vn'effetto che non si potrà dire che sia effetto di simil Proportione.
Per l'equalità del tatto ch'informandole li darà altra forma, & le constituirà sotto altro essere.
Ond'io mi credo che se gli antichi s'hauessero creduto che col tempo si fossero perse queste parti-cular cognitioni, ò che ne haueriano lasciate maggior copia per memoria, ò che non lasciandole ce ne
haueriano lasciate in scritto tal memorie: che in nisicun tempo mai si serieno potuto perdere.
Se in vn canto di Proportione può essere vna parte ò dua che cantino le figure sotto la quantità binaria. Cap. LXXIII.
COl considerare le facultà grande della Musica; & la spaciosa iurisdittione che hanno i
Compositori nel disporre & adoperar le figure Musicali, conforme à quello che io già dissi
di sopra nel Capitolo trigesimo ottauo del Primo Libro: ciaschuno da per se stesso potrà
giudicare, se non è priuo di mente; che se si cantano le Triple le Sesquialtere, l'Emiolie con qual si
voglia altra specie de i superiori oppositi & comparati numeri sotto l'amministratione del tatto equa-le: & che particularmente le Emiolie, le Sesquialtere, con le Triple nelle cantilene binarie non fan-no effetto difforme; ma effetto competente, che rende assai delettatione & è buono come si sente
vscire dalla cantilena superiore, che non serà anco difforme, ne meno produrà cattiuo effetto una par-te ò dua misurata con figure & quantità de valori in numero binario misurati, introdutte dentro à una
cantilena di Proportione: poiche à considerarui bene, dal tatto, & dalla piu parte delle voci che sum-ministrano le figure in quantità ternaria, & secondo le misure di Proportione, si conseruerà sempre
l'effetto principale, che in fine da altro non depende se non da esso tatto: cone anco intrauiene alle
compositioni binarie quando che le piu parte cantano sotto l'administratione del tatto commune, &
che vna parte, ò dua cantano in foggia di Proportione ò Sesquialtere.
E però si ha da sapere, che si come nelle cantilene ordinarie si possano introdur parte che habbia-no le sue figure misurate dal tatto inequale: Cosi ancora nelle cantilene di Proportione; alcune
parte possano esser introdotte con le misure del tatto equale, & non repugnare all'attione:perche sebene i numeri per sua natura non comportano questa sorte di dispositione & mescolanze, non per que-sto si le riffiuta & abhorrisce, che non li comporta & riceua come sono riceuuti & comportati tutti
gli altri contrarij & oppositi numeri.
Anzi che per la contrarietà loro producano vna dellettatione, che nel prouarle si sente vn diletto
mirabile: perche in esso si sente con quant'arte & maestria quelle parte che conducano le sue figure
sotto il tatto occulto & nascosto quanto legiadramente vi caminano; & come dal tatto esteriore, &
visibile punto non si lasciano ingannare; hauendoci tutte quelle debbite auertenze che vi si debbano
hauere: per far che tutte le parte sieno guidate con quelle misure, & con quella quantità di figure
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con le quale sono state ordinate & fatte. Et quantunque il guidar vna parte sotto vn contrario
tatto; sia assai difficile & non cosa da ogni Cantore: nondimeno le sono cose fattibile, & antichamen-te molto vsate, non tanto per mostrare vn canto con variati segni fatto: quant'anco per far vn nuo-uo effetto vdire.
Quì non sia male il ridurci alla memoria quello che di sopra fu detto nel Capitolo quadragesimo
ottauo, del Secondo Libro à proposito di quel canto che quantunque habbia il segno di Proportione
per cagione di vn Tenore che gli è soggetto tutto si canta in foggia di cantilena alla Breue: per che
reducendolo alla memoria, ò se pur ce lo siamo dimenticato col rittornarlo à riuedere. Si vedrà
come non repugna al senso ò alla ragione di cantar cantilene ch'habbia diuersi segni: poiche se noi con-sideriamo bene non ci è variation di segno che non produchi variato effetto se bene gl'effetti principali
nascano dal tatto.
Onde volendoci di questo certificare facciamo comparatione di qual si voglia segno, che nelle com-paratione oltra gli effetti equali, & inequali che sono i primi, ò che li trouaremo piu tardi ò piu
velloci.
Di questo non voglio altra proua che l'antiche cantilene istesse: le quali ce lo possano dimostrare,
& farcelo benissimo sentire. Et sentitolo veremo in cognitione che non si douerà hauer per incon-ueniente se dentro à vna cantilena di Proportione vi si troua inserta vna parte che canti per i segni
communi & ordinarij: perche quand'anco di questo noi volessimo dubbitare; cantisi l'infrascritto es-sempio che si vederà il Tenore guidar le sue figure secondo il segno del semicirculo trauersato, &
condur le sue figure secondo la misura binaria sino al fine.
[Music example]
[Music example]
Doue che non solo vi si vede con che bella maniera & vaga legiadria vi camini il sudetto Tenore;
ma anco la prima cosa vi si considera che il Tempo di tutte le altre parte per conformarsi col segno del
Tenore è simile; il che ci dimostra la licenza che si possano pigliare i dotti & periti Musici per mostrare vn loro singular pensiero: Di poi si vede la pulitia delle figure diuise & alterate con l'ottima disposi-tione delle pause, le quali dimostrano la perfettione delle loro figure & la imperfettione secondo la di-spositione del luoco & del sito: Oltra che nella parte del Tenore per quelle poche legature che vi sono;
io vengo à confirmare esser il vero quello che io dissi di sopra nel Cap. 44. del primo Libro à proposito
delle figure legate: cioè che da me non erano state formate in quella quantità per dimostrar cosa nuo-ua; ma bene che di mia fatica & osseruatione, erano state raccolte da questo & quello autore.
Onde accio che il canto superiore mi facci fede et sia testimonio che il legar delle parte sotto tatto contrario non sia cosa nuoua da me per qualche cosa cappricciosa ritrouato: ma esser stato costume anti-cho: di compor i canti in questo modo: si ha da sapere che questa cantilena è di Lodouico Semfelio & è
la terza parte del suo Motetto gaude Maria Virgo: & questo io lo fò per dimostrare che nella Mu-sica io non voglio introdurre fogge noue; ma bene che sieno conosciute le vecchie & l'antiche, conforme
à quello che sempre hò detto: di voler confirmare i detti miei con le opere altrui & le regole già ap-probate & fatte.
Quale sieno le Proportioni bastarde. Cap. LXXIIII.
COn la mia diligente & sollicita inquisitione tanto sono andato cercando, & tanto ho riuolta-to le compositioni & opere antiche, ch'alla fine trouando diuerssorte de Proportioni; io ne
ho trouato vna sorte, che non sapendoli che nome li dare, essaminato ben prima la sua natura
li ho dato titulo di Proportion bastarda; essendo ch'ella naschi & proceda per via illegittima, & strada quasi irreprobata.
Onde se bene l'esser suo non comparta l'esser introdutta & il stare à paragon delle altre che sono
per lor natura legittime; nondimeno hanno tanta habilità & gratia che per quelle che le sono le si pos-sano in alcun caso adoperare, & quando io dico che l'esser suo non comporta di stare à paragon delle altre, non s'ha da intendere in quanto al esser suo harmonioso & modulatiuo che è quello di hauer ben di-sposto le consonanze, & d'esser purgato da ogni fallacia & errore: ma in quanto à i segni del Tempo et dispositione delle sue figure.
Per questo mi è parso di dimandarle Proportioni bastarde; essendo che le figure sieno collocate fuori delle braccia delle sue madre: poiche i segni sono madre delle figure Musicali disponendoli la quanti-tà del valore; tutta uolta che le sieno introdutte da altri segni che dalli segni proprij & naturali, si
può dire che quei segni non hauendo le sue naturale & proprie figure, habbiano le figure bastarde, che
vuol dir figure non sue.
Onde perche le cantilene binarie possano esser cantate sempre àvna foggia, non ostante il semicirculo semplice & il trauersato; per questo non può mai auenire che vn tatto habbia figure non sue, per na-tura di esse figure che sempre uanno disposte à vn modo, ne possano esser variate se non per via di segno
come si variano in tutte l'altre cantilene che sono variate da gl'inditij Modali: ma le Proportioni qua-lunque volta che li segni suoi vi sono variati, ò che sotto di loro vi sono collocate altre figure delle figure sue proprie, quelle Proportioni non seranno naturale: Et accioche meglio ogni vno m'intenda, descendendo à certe particularità chiare, dirò: che quando si propone vna cantilena tutta di Proportione,
senza esser mescolata con cantilena binaria s'alhora per caso sotto il semicirculo semplice, fossero collo-cate le figure del circulo, ò semicirculo trauersato: perche non vi seria contraditione di comparato nu-mero, non essendoci ne inanzi ne dopoi numero da comparare, quelle Proportioni non hauendo le sue proprie figure non si possano chiamar altrimente che Proportioni bastarde: & questo non perche le regole
ce l'insegnino; che non c'insegnano di propor mai Proportione con altri segni ouer altre figure, che con
le figure & segni suoi: ma la licenza che s'hanno preso i Compositori di non hauer riguardo nel adoprare piu questo segno che quest'altro, è stato causa che io non habbia ardire di formarne veruna reprensio-ne: perche l'opere antiche vecchie & moderne ne sono piene: & quantunque io con la ragione che adus-si di sopra nel Cap. 47. di questo Libro potessi dire che la poca cura de correttori & impressori ne
sia stato causa: nondimeno perche io mi sono trouato à disputarla con huomini della professione sufficien-ti & dotti, i quali vogliano che ci sia questa libertà, senza pregiuditio de segni & delle regole, tutta
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volta che non vi precede segno binario anch'io dirò che non sia errore: se bene mal volontieri io lo dico:
perche se nelle Proportioni adoperiamo i segni & le figure; non voremo adoprare i segni proprij che voremo adoprare i segni forastieri?
Di questo si lascia il carico à chi l'ha d'hauere, ch'à me basta d'hauerne detto queste quattro pa-role: e piu tosto dirò Proportioni bastarde quelle Proportioni che dentro di se hanno le figure bianche
& oscure: per hauer del vna & del altra sorte di figure: se bene piu propriamente si doueriano dire
Proportioni miste, hauendo dentro di se figure che sono di Proportion perfetta & imperfetta: sia alla
fine come si voglia perche hò detto questo, non sono per esserci delle persone le quali vogliano che si trouino le Proportioni bastarde, ma anco per dire in questo caso quel che dice Angelo Grichauft nel fine
delle sue regole, che distinguendo le Proportioni, nomina particularmente questa sorte di Proportioni
miste Proportioni bastarde, come ogni vno in detto autore lo può vedere.
Quale sieno le Proportioni sciolte. Cap. LXXV.
SIn tanto che noi siamo stati intenti & occupati intorno alle cose piu importante & essentiali
delle Proportioni, ho lasciato per non diuertirmi dal ordine già disposto & formato, le cose minori per trarne ageuolmente quì nel fine; perche mentre gl'intelletti nostri per gl'alti ragio-namenti si trouano eleuati, con ogni picciolo riposo & quiete si rinforzano & si rihanno: & rihauuti
con facilità mirabile tornano pronti alle sollite speculationi.
E però hormai che habbiamo finito di ragionare delle cose piu importante pertinente al negotio del-le Proportioni, & quelle con ogni diligenza decchiarate; possiamo hormai venire à gli residui & al-le minime.
Dunque si ha da sapere che le Proportioni tolte per le quattro specie di cantilene che sono nella loro in-formatione raccolta & abbracciate dal tatto inequale, si chiamano Proportioni sciolte tutta volta che
le sue natural figure, non sono da altre figure allacciate & comprese, come seria à dire, quando che in
tutte le parte d'un canto sono disposte tre Semibreue ouero vna Breue con vna Semibreue & che si
sentano tutte le parte andar insieme, & cantar tutte vna istessa sorte di figure, quella Proportione quantunque produchi vn effetto ternario si dice che produchi vn effetto sciolto perche nisciuna figura si sen-te esser legata, ne meno esser à quantità maggior soggetta.
E però tolto la prima specie delle Propurtioni diremo che la Proportion sciolta in dua modi le sue
figure si possano disporre, atte tutte dua à render vn effetto sciolto; vn modo con disporre tre Semibreue
per tatto, & l'altro con vna Breue & vna Semibreue come questi dua infrascritti essempij chiaramente ce lo dimostrano & fanno sentire.
[Music example]
Onde qualunque volta che le Proportioni camineranno cosi con le figure insieme, si diranno Propor-tioni sciolte: sieno di qual si voglia specie: e questo perche nisciuna figura è soggett'al altra: ma vanno li-bere da ogni suggettione: & nota che io non per altro ho detto sieno di qual si voglia specie: solo perche si
sappia come le sudette Proportioni sciolte si possano formare tanto con tre Semibreue quanto che con
tre Minime.
E però tutta volta che si troueranno Proportioni che caminino cosi con figure contra figure, le si
chiameranno Proportioni sciolte, per differenza delle altre Proportioni che caminano altrimente, &
dispongano le figure con altro stile.
Questa sorte de Proportioni sono le piu semplice che si ritrouano per rispetto che ogni figura in
quantità si corrispnde: per la cui semplicità meritamente vengano detto sciolte: Et qualunque volta
che si vogliano adoprare, si possano adoprare à commodità del Compositore: perche egli nel vsar le Proportioni non è astretto di vsar piu questa, che quest'altra: & non hauendo quest'obligo ouer suggettio-ne, vi può ancora dispor le figure secondo che li torna commodo ò ch'egli vuole: pur che disponendole
le disponghi sotto li suoi segni, & gli l'accomodi secondo le regole.
Quale sieno le Proportioni alacciate. Cap. LXXVI.
POca, ò non molta difficultà ci serà rimasta per hauer à intendere quale in fra le Proportioni,
sieno le Proportioni allacciate: atentoche con l'hauer letto il Cap. superiore può ogni vno giudicare quale le si sieno: essendosi detto che le Proportioni sciolte sono quelle che con sono da
nisciuna figura legate: ma sono guidate con vn moto insieme.
Però venuto immediatamente alla sua decchiaratione, dirò che le Proportioni allacciate sono tutte
quelle che nel ordine & tessitura delle sue figure, la quantità di vna non s'incontra mai con la quantità
del altra: come seria à dire, se vno canta vna Semibreue, chi vi canta contra non è mai di simil quanti-tà, che sempre serà di quantità maggiore ouer minore: io dico quantità maggiore ouer minore: perche
à vna Semibreue si può opporre qual si voglia figura, delle figure grande & picciole che sono in nume-ro sette: & quelle ancora per uia de punti agumentabili possano essere in maggior numero accresciute,
& apposta far essere la opposition legata & non sciolta, per rispetto de le quantità non sono mai vgua-le. Onde se dirà ch'vna Proportione sia legata qualunque volta che le figure ui seranno cosi disposte.
[Music example]
Perche nel cantarle si sentirà che i valori di esse figure vi sono collegati insieme, che non vi si sente
per vn minimo effetto sciolto: Questa maniera di Proportione è vna maniera vaga & artificiosa: la
quale serue à dimostrar le vaghezze & l'artificio delle compositioni, con piu amato stile che con lo stile
delle Proportioni sciolte: perche nel moto che fanno le voci nel dare la quantità del valore alle figure:
si sente una piu vaga & diletteuole harmonia che non si sente in quel altre: per il che queste si possano
dire Proportioni preciose: perche non hanno nisciun mancamento di quelle cose che possano hauere: &
nota che si come non si haueria per inconueniente che dentro à vna Proportion sciolta ui fossero figure,
delle Proportioni alacciate: cosi ancora non si hauerà per inconueniente cosa che in vna Proportion
alacciata ui siano figure delle Proportioni sciolte.
Tutto questo si dice per dimostrare che con le figure di Proportione si possano formare varij effetti:
accioche ne i raggionamenti di Proportione si sappia distinguere gl'effetti sciolti da gl'alacciati: et que-sti & quelli da gl'effetti misti: cose che à sentirne si distintamente à ragionare, si da segno à chi sciolta
che s'intende la Musica, & se ne sà ragionare, oltra che nel ordinar le figure s'ordinano gl'effetti à
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corrispondenza delle parole: le quali per la corrispondenza che hanno rispondano meglio, & fanno
piu bell'udire.
Quale sieno le Proportioni rissolute. Cap. LXXVII.
ALcuni peritissimi scrittori di Musica chiamati Theorici si sono in diuerse occasioni seruiti
d'alcuni particulari nomi i quali aprresso de Prattici, non sono troppo bene intesi, & questo
perche le attioni dell'uno & dell'altro sono attioni diuerse & differente, vno considerando le
cose essentiali & speculatiue pertinente all'harmonia,; & l'altro le cose reali & già in forma disposte.
Onde fra tanti che ve ne sono vno è questo Proportion risoluta: Per intelligenza di cui si ha da sa-pere che per Proportione i sudetti Theorici intendano tutte le numerale quantità harmoniche & mo-dulante; dalle quale n'escano i varij & diuersi effetti delle melodie: come seria à dire tutte quelle quan-tità di figure vniuersale che da qual si voglia tatto sono semplicemente raccolte; tutte dico sono raccol-te per via di certe misure che si chiamano Proportione; oue che, se vi vanno in quantità binaria si dice
che sia Proportion Dupla, se vi và in ternaria Tripla, se in quaternaria Quadrupla & c.
Cosi per questa via non solo le comparationi semplice; ma anco qual si voglia specificata oppositione
di loro si chiama Proportione secondo che commodamente habbiamo veduto di sopra ne i primi capi-tuli delle compositione de gli oppositui generi, da quali ne nascano le specie di Duple di Triple de Ses-quialtere, & Superbipartiente. Le comparationi semplice sono le commune & ordinarie che noi
habbiamo continuamente per le mani quando che nel cantar vna cantilena sogliamo porre due Mi-nime per tatto, ouero due Semib. e però già che habbiamo veduto tutte le loro Proportione equale, &
inequale, & quelle secondo l'opportunità & l'occasione decchiarato che cosa siano: hora sopra le Pro-portioni risolute non haueremo altro che vedere solo come le si formano, hauendo noi distinto le Proportioni d'inequalità di figure che sono tutte le comparatione de numeri, da quelle d'inequalità di tatto che
sono le Proportioni reali che i Cantori intendano per Proportione.
Dunque le Proportioni rissolute, non sono altro che quelle Proportioni che in cambio di hauer figure
alterate, diuise, & perfette l'hanno tutte per via di figure oscure & imperfette, & de punti d'agumen-to risolute: le quali per la loro rissolutione, non hanno bisogno d'altro auertimento di douer diuidere ò
alterar questa figura è quella. Et nota che le Proportioni rissolute non sono tutte quelle che sono priue
delle perfettioni, & alterationi; perche le Proportioni imperfette non possano caddere sotto questa consideratione: ma solamente quelle che potriano hauer le figure perfette & alterte, & per causa di bel
giuditio del Compositore sono senza detrimento delle regole sciolte dalle sudette alterationi & perfet-tioni: Perche se noi pigliamo alcuni essempij di Proportione, & li consideriamo bene: molti per non dir
infiniti se ne ritrouano che potriano esser accomodati meglio, & hauer le figure in piu buona & mi-glior dispositione. E questo perche de molte se ne ritrouano che per via de punti si potriano far piu in-telligibile & chiare, ò con altro opportuno mezzo esser dilucidate meglio. E benche potessero hauer
miglior forma: non per questo la forma che hanno quando non vi è cosa che contradichi alle regole, è
cattiua è trista: essendo che alla forma delle Proportioni basta solamente che non habbiano cosa che re-pugni à i precetti di Proportione: E però non parerà strano che le Proportioni rissolute sieno quelle
Proportioni che sono libere da punti di diuisione d'alteratione & perfettione, à i quali sono soggette
tutte le Proportioni perfette. Et accioche ogni vno in qual si voglia occasione, sappia conoscere le già
formate, ò ne possa di ben nuouo formare, guardi quest'essempio.
[Music example]
Che essendoui dentro à tutte dua le parte introdutto il punto di alteratione per far alterare quelle
Semibreue che vanno alterate, si possano disporre in quest'altra maniera.
page 187v[Music example]
Nella quale i punti vengano à esser risoluti in figure, & le figure non repugnano ouer contradicano
alle regole: perche le rimangano nel suo douere, & non hanno in che possino contradire.
Il lume di questi dua essempij aprirà la strada alla cognitione, & al saper formare di molte Pro-portioni: perche procedendo (quando però si può) per via delle resolutioni; si leuaranno molte
cose dubbiose.
Se in qual si voglia sorte di Proportione vi è cosa ch'habbia biso-gno di esser dimostrate & auertita. Cap. LXXVIII.
DOpò che siamo venuti à questo termine, di hauer veduto tutte le difficultà principale delle
Proportioni, & che sopra di loro n'habbiamo fatto tutti quei particulari ragionamenti che si
vede: non voglio lasciare di auertire alcuni Cantori nelle cose si può dir piu facile: per hauer-ne trouato assai che in loro non hanno hauuto vn particular auiso, ch'hauerei creduto che douessero ha-uere. E però si ha da sapere che molte volte in tutte le parte di vna Proportione, si trouano due pause
di Semibreue (se però la Proportione è maggiore che se l'è minore seranno due pause di Minime)
le quali per essere come io dico commune à tutte non si cantano: ma immediatamente si comincia senza
aspettarle: e questo perche vi sono fatte per accompagnar le parole con i tempi ternarij, che senza di
loro serieno sproportionati, come se in caso si hauesse vna Proportione di questa sorte inanzi.
[Music example]
Allhora perche si veggano le pause esser commune, le parte non l'hanno d'aspettare: ma incomin-ciare, & nell'incominciare elleuar la mano per farla caddere nella prima Breue: Onde se in caso che
li compagni non possano vedere le commune pause di tutte le parte: colui che regge il tatto, è obligato
nell'elleuar della mano di dargline inditio; ò con hauergline auertito prima fare che il principio, non
sia tolto fuori di misura: ma se vn Cantore è prattico dall'inditio delle parole che sono sotto le figure
della sua parte, potrà sapere se quelle due pause, sono all'altre parte commune, cosi non hauer bisogno
che si li dichi niente, et questo che quì si dice, non si dice per altro che per auertire coloro che non sanno
queste cose, ne meno hanno tanto giuditio di giudicarle. Il restante tanto di queste Proportioni quanto
che delle superiori & altre si lascia al giuditio del Cantore: Quello che sin quì si è detto, si è detto per
dimostare quel che le sono, come le vanno diuise, le difficultà che apportano nel cantarle, & tutto quel-lo che si è veduto: Coloro che haueranno letto sin quì, et inteso ciò che haueranno letto, non ho dubbio,
che da quì in poi non sappiano cantare qual si voglia Proportione per difficile che la si sia; & che di lo-ro non ne sappia rendere buon conto & ragione.
TAVOLA VNIVERSALE. DE DIVERSI ESSEMPII DI PROPORTIONE NELLA QVALE SI SCORGANO LE COSE BVONE, ET LE CATTIVE. ET SI VEDE QVALE SIENO DI adoperarsi, & quale sieno da lasciarsi.
ACcioche i superiori ragionamenti miei corrispondino alle proue, & che habbiano d'hauere
tutta quella credenza che à verità si debbe dare: venuto il tempo di proporre gli vniuersali
essempij di sopra in diuersi luochi azzennati & promessi, i se propongano con il nome de gli
autori & il luoco particulare oue sono tolti come tutti possano vedere: presupponendo che gl'essempij
buoni & ben fatti sieno stati fatti da i maestri, & che i cattiui sieno per colpa de i traduttori & co-piatori: come ogni giuditiosa persona può pensare.
[Music example]
[Music example]
[Music example]
[Music example]
[Music example]
NON è dubbio nisciuno che se in proposito & occasione di voler mostrare con le cose ben
fatte le cattiue & danneuole mediante gl'essempij di questo Compositore & di quello si po-tria empire non solo questi fogli che seguitano, ma anco formarne vn grosso volume per la
gran quantità & copia abondante che se ne ritroua essendone piene tutte l'opere antiche: ma à che
fine voler caminar per le tediose vie lunghe, se si può con gran diletto caminar per le vie breue?
E però ogni uno si contenti de gli proposti et adutti essempij: perche ho cercato nell'adurli, & pro-porli-
page 192v
porli, di proporre & adurre, cosa che possi informare & dar lume à qual si voglia Cantore & Compo-sitore che habbia volontà & diletto d'esser capace & patrone delle Proportioni.
Anzi che in occasione & proposito tale non mancherò di dire che vna gran parte de gli dutti es-sempij si serieno potuto mostrare con altre figure che non si sono mostrate, essendo ne i citati luochi,
& da quegli autori formati sotto altre forme, che per commodità delle stampe ha bisognato scioglie-re di molte legature, & in cambio di oblique seruirsi delle quadre, che non si serieno sciolte & cosi
fatte se le sudette figure si fossero trouate nelle moderne stampe: ma bene nel cambiar l'oblique,
& nel sciogliere le legature si è andato con fedeltà, & auertimento tale, che non vi succede errore,
ne vi è diffetto ò fraudolenza.
Questo auiene perche i moderni non vsano quasi piu quelle figure oblique & quelle legature anti-che per esser intenti alla facilita delle figure, & cosi essendosi dimesse, hora quasi piu non si trouano,
& molte di quelle poche che si trouano non hanno fatto à proposito.
Non ho mancato di porre in opera & adoperare quelli che son stati buoni, & che hanno potuto
seruire; accioche tenghino piu che possano la forma che hanno nelle opere già citate.
Per tanto chi si diletta di queste cose & ha piacere di vedere delle difficultà nelle figure & suoi
valori che si trouano nelle cantilene perfette & Proportioni, può per suo piacere, riguardar tutte
l'opere di Henrico Isaac, & Iacob Obrecth, nelle quali trouerà non solo punti, legature, & altre
figure di far in vn subbito vacillar il pensiero à vn Cantore, ma anco vi trouerà delle cose fatte con
l'osseruatione & ordine delle Prolationi & Modi.
Io mi son contentato di dimostrare tutti i superiori citati luochi, & con esse demostrationi ho voluto
anco farci quelle poche annotationi che vi si vede sotta, si per sodisfare alla promessa altroue fatta,
si anco per non douerli spargere per il volume secondo l'occasione che me n'è venuta, & questo non
per altro solo perche qui meglio vniti & raccolti insieme possino come dianzi ho detto seruire non solo
à tutte le Proportioni, ma anco à tutti i canti del Tempo perfetto, & compositione Modali. Chi dunque hauerà canti difficili per le mani & che per valor di figure, de punti, & legature non le saprà cantare, reduttosi à memoria l'essenza de i ragionamenti superiori, & ricorso à questa tauola si farà d'ogni
dubbio & difficultà capace, & del suo buon essere padrone & possessore. Il fine.
IL QVARTO LIBRO DELLA PRATTICA DI MVSICA DEL R.P.F. LODOVICO ZACCONI DA PESARO, DELL'ORDINE AGOSTINIANO.
Doue si tratta de Tuoni Musicali, & della conuenienza
de tutti gl'istrumenti &c.
Sotto questo nome Tuono, quante cose s'intendano. Cap. I.
LA quantità delle cose che si ritrouano essere & conuenire sotto vn equiuoco nome,
sforzano spesse volte à distinguere quello di che si parla, da quell'altro che non in-tende di parlare; accioche sotto d'un nome non s'intenda altro, se non ciò che vn
vuole che sia inteso: Et per questo tutti coloro che hanno cognitione di lettere,
ouero ch'intendano qualche cosa; sogliano primo ch'essi descendino alle particula-rità di quel che vogliano dire tutte le equiuocationi da i ragionamenti loro torre:
perche mentre ragionano chi scolta si potria pensare, che ragionassero di quel che loro non pensano.
Però douendo io secondo il titulo di questo Quarto Libro ragionar de Tuoni, per assicurarmi d'esser
inteso sequendo questo lodeuol stile & necessario costume, torrò di campo quel nome che con l'equi-uocation sua ci potria ingannare; & dirò che nella Musica si troua un nome particulare che signi-fica due cose distinte & separate, le quali conuengano in vno istesso nome; perche tutti dua conuenga-no sotto vna istessa & medesima consideratione: ma però con questa differenza, che vno considera la
cosa nel suo piu largo & vniuersal modo; l'altro nel piu ristretto & particulare.
Questo nome di che hora si ragiona si chiama Tuono, & non solo per lui s'intende quel suono &
rumore che si fa con la voce, ò istrumenti quando che si chiama, si percuote l'aere, si scaricano Ar-telarie, si sonan Campane Trombe ad altro che si sia; ma anco quel suono che fanno le Musiche
allhora che le figure Musicali dalla voce sono intonate; attento che quel moto che fa la voce nell'in-tonarle, non è altro che vn'harmonioso Tuono: nondimeno egli significa ancora due altre cose parti-culare: la prima delle quali è questa ch'egli significa quel transito che fa la voce nel passare da vn
grado all'altro, quando che si ascende ò che si descende per grado; l'altra è quando che l'harmonie
sono per vna certa particularità diuerse.
Lasciamo dunque che Tuono significhi quel rumore che si fa quando si parla, si chiama, si scha-ricano Artelarie, ò che si sonan Trombe, ouero Campane: ma toltolo per quello ch'egli entra nelle
Musiche diciamo ch'egli sia di due sorte; vno per quando la voce si parte da vt, & se ne passa in
re; ò che si parte da re, & se passa in vt: & l'altro per quella distinta harmonia che fanno le can-tilene fatte di diuersa sorte.
Nel primo modo si dice Tuono perche mouendosi da vn luoco all'altro, col moto si forma vn'al-tro diuerso & distinto suono di quello che si era formato prima; & nell'altro per la diuersità de al-page 193vcune harmonie che si cauano da i canti quando che le si sentano diuersamente esser state composte.
Di modo che volendone noi hauere vna distinta & chiara cognitione, & separarli dalla equiuo-catione serà bene di distinguerli in questa maniera & dire; Tuono di grado, & Tuono harmonia-le: per Tuono di grado intendere quel Tuono ch'intendano i Musici nel dire che da vt re, è vn
Tuono di distanza: & per Tuono harmoniale intendere quel Tuono ch'essi dicano le particulari spe-cie delle cantilene (da Theorici chiamati Modo) essere composte & fatte.
Cosi con questa distintione, ne io nel ragionare serò tenuto confuso; ne chi legge, nel leggere si
potrà confondere.
Bisognerà dunque auertire che quando si dirà di vno, di non intendere dell'altro: perche cosi nulla
haueria giouato la distintione, & colui istesso che se ne dimenticasse seria cagione di non potere i ra-gionamenti intendere: & in vano leggeria quel che quì si è per trattare.
Che cosa sia Tuono di grado, & de quanti Tuoni si formi vna scala naturale. Cap. II.
OGni vno crederia che per il Tuono di grado il premesso ragionamento bastasse, essendosi det-to ch'egli sia quella distanza che passa da vt re, ò da re vt: Et certamente ch'egli ba-steria quando che in lui non si douesse fare altra consideratione: perche cosi semplicemente
considerato, non si seria altro che dire: ma perche il considerarlo vn poco piu intrinsecamente serà
causa che meglio si conosca, & di lui miglior notitia ne habbia d'hauere, per questo mi par necessario
di douer dire che il Tuono di grado in due maniere s'intenda, vna quando si formano due figure d'un
sol grado distante, & l'altra quando le figure d'un sol grado distante con la voce sono intonate:
Et accioche meglio ogni vno m'intenda dico, che quando si dimanda à vno quanta distanza sia da
vt re; non si ha da rispondere altrimente se non che vi sia la distanza di vn Tuono: perche quella
distanza che corre da vt re, re mi, fa sol, & sol la; tutta è distanza d'un Tuono. Con tutto ciò non
solo s'intende di questa distanza, ma anco di quella quando due voci cantando, sono vn grado vna dal-l'altra distante; & questo è il vero e il piu proprio modo, non essend'altro che suono d'harmonica uo-ce, tolto per le voci consonante & disonante.
Onde se si ricerca la causa perche la distanza semplice di vt re, ò di re mi, si chiama Tuono si ha
da sapere che non per altro, solo perche conuengano nella similitudine in questo modo; che quelle distanza che fanno le due voci nel cantare insieme quando distano da vna è l'altra vn Tuono; conuiene con
quell'altra distanza quando le sono distante di grado.
Et se alcuno per questo semplice parlare non m'intendesse, volendo che ogn'uno chiaramente
m'intenda dico, che le distanze che corre fra queste figure.
[Music example]
Si chiama Tuono, perche vt, da re, si troua lontano per tanto suono
che per il detto suono si forma vn Tuono, & da re, mi, vn'altro: come
ricercando in tutti i luochi & positione della Mano Musicale oue si tro-ua Tuono ogni vno può vedere, per questo dico che quando dua cantano le
figure in questa forma poste.
[Music example]
Allhora similmente vi corre la distanza di vn Tuono: ma
con questa differenza che il primo essempio forma il Tuono per
distanza di grado ascendente, ò descendente; & il secondo per
grado in uno istesso tempo sonante.
Quest'ultimo è quel Tuono ch'intendano i Musici quando di-cano Tuono, Dittono, Trittono, Diatesseron, Diapente, He-zacordo, & Diapason. Et però se bene di sopra si è fatta distintione del Tuono di grado, & del
Tuono harmoniale; non per questo si toglie che il Tuono di grado non si diuida ancora, ò non si pos-sa diuidere nel Tuono di grado ascendente & descendente, & nel Tuono di grado in vna istessa hora
sonante come di sopra si vede.
E però si dice che Tuono è vn nome generico; cioè vn nome commune che in se contiene & com-prende il Tuono di grado, & il Tuono di harmonia: ma il Tuono di grado si diuide nel Tuono di
grado ascendente ò descendente con le semplice voci: & nel Tuono di grado con due voce in vn'istesso
tempo sonante. page 194
Gli essempi sono chiari per questo io credo a' esser inteso: ne mi faticherò di farmi meglio intende-re; ma deposto queste positioni dirò che le scale naturali si formano con cinque Tuoni, & vn Semituo-no: procedendo da vt re, nel cui spatio passa vn Tuono, da re mi vn'altro, da fa sol vn'altro, & da
sol la vn'altro con il Semituono in mezzo come qui si vede.
[Music example]
Pigliandole come ho detto di sopra in qual si voglia luoco & positione della Mano che natural-mente vi sia collocato vt re mi fa sol la. ilche si dice accioche si sappia che non tutti i gradi si possano
chiamar Tuoni: perche nel ascendere & nel descendere delle scale naturali si ritroua il Semituono che
è mezzo Tuono, ilquale forma tutte le distintioni del Tuono harmoniale in quel modo che in breue
vederemo, & saremo per toccar con mano.
A tal che doppo l'hauer veduto che il Tuono di grado in dua modi si può intendere, vn mo-do quando vno canta solo & ascende ò discende per grado: l'altro quando due voci cantando, so-no per vn grado distante, & che le scale naturale si formano de cinqui Tuoni & vn Semi-tuono si può ageuolmente passare alla dechiaratione del altre cose pertinente al Tuono harmoniale,
per poterne hauere quella notitia vera, & perfetta cognitione che si ricchiede à chi li vuole intender
bene, & farne (per interesse di Musica) professione.
Che cosa vogli dire Dittono Semidittono Trittono con la dechia-ratione de tutti quanti i gradi che passano per il Tuono harmoniale. Cap. III.
NOn è da merauigliarsi se alcuni alle volte non capiscono, & non intendano quelle cose che da
altri sono si bene intese; perche il non hauer cognitione de i termini de iquali quelle cose
si sumministrano: fà si che di quello che l'huomo voria non se n'habbia notitia vera: tan-to piu volontieri questo intrauiene, quanto che si trouano delle cose che si nominano con altri termini,
& sotto d'altri nomi: che quando si nominano con quei nomi che quasi l'vso gli ha deposti, non ricono-scendoli per quelli; ò ch'vno si pensa che voglino significar altro, ò se pur sono gl'istessi, che sie-no in qualche parte variati. Ond'io che per bene assai non vorrei ragionare con termini incogniti, si
per non esser io stesso causa di non esser inteso, si anco per non farmi da gl'intelligenti delegiare; voglio
prima che io vada più inanzi dimostrare in che modo, & sotto quai nomi si sumministrino i gradi
particulari de vn Tuono harmoniale.
E però dico che componendosi esso Tuono d'harmonia de otto voci, lequali si restringano sotta vna
quarta, & vna quinta; si và cercando qual sia ciaschuna sua particular voce; perche non essendo
egli altro che vna quantità de voci sonore che melodia rendano, ciaschuna particular voce; serà parti-cular quantità d'harmonia: ma queste voci comparate alla loro vnità & principio, secondo che da
esso principio & vnità seranno lontane & distante, con piu diversità de nomi si nominaranno.
Lasciato dunque da vna parte quella larga consideratione che in breue doueremo fare intorno al
Tuono harmoniale che consta & in se comprende otto diuerse voci da Theorici chiamato Modo;
& comminciato à considerare ciaschedun grado ascendente ò descendente comparandolo sempre al
suo principio ò vnità che vogliamo dire; si ha da sapere che volendo produrre à l'orecchie nostre
il suono & la melodia è necessario di produr la voce, & essa voce produrla con soaue suono: se
bene l'aspro ancora si comprende & raccoglie per suono, formandosene la distintione che dice con-sonante & disonante. & alhora veramente il suono melodia rende ch'esser accompagnato con al-tri suoni si ritroua; essendoche la melodia Musicale in minor numero del dua non si possa ri-durre. page 194v
Or quando le voci sono redutte à modular insieme, se le sono vnite in vna istessa corda, senza
vna minima distanza, ma che le paiano vna cosa istessa, quelle dua voci ò quanto le seranno poste
insieme per quella vnità in che si ritrouano essere & conuenire si dicano essere in vno istesso suono: dal
che ne vien detto Vnisono: ma poi separandosi queste voci che in questa vnità si trouano esser con-cordate, se si separano per vn grado, quella distanza che fa la voce discostandosi dall'vnità vn solo
semplice grado, s'egli è separato per vn grado perfetto si chiamerà Tuono, se serà per un grado im-perfetto si chiamerà Semittono; cosi da Theorici & da Prattici chiamato, & è à punto allhora che
da vna corda al suo piu propinquo spacio, ouero da vn spacio alla sua piu propinqua corda due
voci caminano.
Quando poi le dette voci per la distanza de gradi distano per tanto spacio di voci che vi corra-no dall'unità & esso luoco tre gradi, quella distanza si chiama Dittono, piu chiaramente terza;
con questo però che se infra detta distanza corrano tre Tuoni integri, la si chiama terza maggiore,
ò Dittono, se poi dua Tuoni e mezzo, si chiama terza minore ò Semidittono.
Similmente la distanza di quattro gradi si chiama Diatesseron che vuol dir quarta come di sopra
nel Primo Libro particularmente nel Capitolo quinquagesimo sesto da Canoni è stato detto; se si di-scosta per cinqui gradi si dice Diapente che vuol dir quinta: se per sei gradi Tonus cum Diapen-te che vuol dir sesta; se per sette gradi Dittonus cum Diapente che vuol dir settima; vltimamen-te se per otto gradi Diapason che non vuol dir altro che ottaua, nella quale si come tutti gli interual-li dall'vnità principiano cosi in lei tutti finiscano in quel modo che nel decimo numero tutti i numeri si
riposano: perche passando piu oltre, non fanno altro se non che raddoppiano il medesimo principio.
Dunque Vnisonus vuol dire due voci vnite insieme. Tonus vna seconda. Dittonus vna terza,
Diatesseron vna quarta. Diapente vna quinta. Tonus cum Diapente una sesta. Dittonus cum
Diapente vna settima. & Diapason vna ottaua: Ma perche tutti questi gradi in quel modo che si è
detto di sopra che il Dittono quando non consta de tre gradi perfetti si chiama Semidittono: per
questo si auertisce che dall'vnità in poi tutti i gradi possano esser perfetti & imperfetti, & in que-sta tale imperfettione viene à cascare quella voce Trittono della quale sin hora non se n'è fatta
mentione.
Onde accioche tutti veggano la verità di quel che si è detto decchiarato i termini, & dimostrato
tutto quello che vogliano dire se ne formano gl'infrascritti essempij.
[Music example]
Con questa occasione ancora di hauer dimostrato che cosa sieno le parole superiore denominatione
de tutti gradi che si vede, non voglio mancare di decchiarare questo nome Exacordo, accioche quelli
che non lo sanno, ne l'intendano; l'habbino da intendere & sapere.
Exacordo dunque non vuol dir altro ne altro risona che sesta, & debbiamo credere che sia
parola Greca, ò dal Greco tolta come sono molte altre parole che vsano i Musici nel ragio-
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nare che pur sono assai la quale in nostra lingua non vuol significar altro, che vna distanza Mu-sicale di sei gradi. E però Exacordo non solo si chiamano tutte le scale naturali: ma anco secondo
che esse scale sono con vno ò dua Semituoni formate cosi si dicano maggiori & minori in quel modo à
punto che si dice sesta maggiore & minore, la minore per contenere in se dua Semituoni, & la mag-giore per contenerne vno solamente.
Ecco la decchiaratione de tutti quei nomi che appresso d'alcuni sono vn poco oscuri & quasi inco-gniti; resta solo che io dica come raddoppiandosi l'ottaua, spesse volte in cambio di dire quintadecima,
la si suol chiamare Bisdiapason che in somma non vuol dir altro che due ottaue da bis che latinamen-te vuol dir due volte, & Diapason che vuol dir ottaua.
Tutti questi nomi di Diapason Bisdiapason, Diapente, Diateseron, Dittono, & Tuono, so-gliano seruire à i Compositori quando in vna cantilena loro vi fanno vn Canon: i quali seruano per
dimostrare al Cantore che ha da seguitare la parte del Canon quanto lontano dalla prima voce di quella parte ha da comminciare à seguitare per fuggir l'obligo di porre in qualche luoco, & distendere
la resolutione come di questo n'è stato anco ragionato nel Primo Libro, & particularmente nel Capi-tolo 56. dianzi commemorato, & in questo proposito citato.
In che modo si sia introdutto nella Musica di dire Dittono Semidittono, & Trittono, se si potea dire terza maggiore terza minore & quarta falsa. Cap. IIII.
Molti nell'udire à vscir di bocca à diuersi Compositori queste parole Dittono Semidittono
Trittono con tutte le superiore denominationi di qualunque grado del Tuono harmoniale,
si pensano come io sò che molti si son pensato che questi nomi vogliano dire ogni altra co-sa di quella che dicano; & che sieno particulare significatione di cose Theoriche & Musicali, &
non di pure & semplice prattiche come sono: per il che io mi son mosso à formarne il Capitolo su-periore: & farne tutte quelle decchiarationi che si veggano.
Hora per dimostrare in che modo questi nomi sieno fatti introdutti ne i ragionamenti familiari;
& perche causa non si dicano le cose con quella chiarezza che si doueria dire: voglio che si sappia
come il nominare la terza maggiore con questo nome Dittono, & la terza minore sotto quest'altra
Semidittono, non è errore ne meno il nominarle cosi si può prohibire & vietare; essendo ch'anch'essi
sieno i suoi proprij nomi in quel modo che sono quegl'altri; ne meno è da pensarsi che sieno Sinonimi;
perche se fossero tali piu facilmente si potriano prohibire: ma nomi proprij di diuerse lingue; che
per tutto donde sono introdutti sonano l'istesso in quel modo à punto che risonano le parole Hebraiche,
Greche, & Lattine che producendole in qual si voglia linguaggio, sempre significano il medemo, quan-do però le rimangono quelle che le sono nel loro proprio linguaggio come ogni uno se le può ben
pensare.
Di questo non ci è da dubbitare: perche chi dubbitasse dimostraria di non hauer inteso quel che io
ho detto di sopra nel Capitolo terzo, che Dittono, Semidittono, & Trittono non vuol dir altro che
terza maggiore terza minore & quarta falsa.
Però quì non si è da ricercar altro solo perche potendosi dire terza maggiore, si dichi Dittono, ter-za minore Semidittono, & quarta falsa si dichi Trittono: sopra di che si ha da sapere che tutti i su-periori nomi tanto questi del presente Capitolo quanto quelli del precedente parlando de quelli che ap-presso tutti non sono conosciuti sono nomi lattini, i quali possiamo credere che siano stati tolti dal
Greco insieme con gli altri, & che sieno di significatione piu simile al Greco che possino essere, stante
le traduttione che si fanno delle cose che sono sotto vn Idioma nell'altro.
Cosi essendo nomi lattini, i Musici quando ragionano delle cose Musicali nella lingua volgare
gli introducano in quel modo che vi vediamo introdurre, dummodo, etiam, igitur, & molt'altri: che
ragionandosi in questa forma, io farei molto ben contento d'esser à casa etiam che pouero ci fosse; ò ue-ro io me n'andarei sin'à Firenze dummodo che io hauessi compagnia s'introducono come cose cognite
& familiari, & si presuppone che da tutti sieno intese. page 195v
Cosi i Musici ancora ragionando de i gradi che passano nel Tuono d'harmonia introducano que-ste parole lattine Dittono, Semidittono, Trittono & l'altre: presupponendo che le sieno intese, non
altrimente che le se intendano nella lingua lattina: & in quel modo che s'intende Diatesseron, Diapen-te, & Diapason, che quantunque sieno anch'esse parole lattine non per questo le sono tante incognite,
che le non sieno meglio intese di quell'altre.
Di modo che per il presente Capitolo hora si viene à sapere che tutti quei nomi de gradi Musi-cali che si ritrouano nel Capitolo superiore, sono nomi lattini descendenti da nomi Greci, & entrano
ne i ragionamenti & nelle cose Musicali per tali quali sono, in quel modo à punto che habbiamo vedu-to che vi entrano le superiori: & che vediamo entrarci i nomi della institutione & formatione della
Mano che in cambio di dire A re, B mi, C fa vt, alle volte suol dire Hypatehypaton,
Perhypaton Lichanos hypaton che sono parole Greche.
Però dopò l'hauerli decchiarati, & demostrati in che modo si vsano, & perche causa si possano vsa-re: non voglio anco restar di dire che essendosene hormai smarita & persa la cognitione, per essersi in-trodutto di dire seconda terza quarta quinta &c. è meglio quando si può far di manco di lasciarli
stare che d'usarli per douerli sempre stare à decchiarare; che se si credesse ancora col seruirsene d'in-trodurne quella cognitione di prima direi che si facesse; ma essendo cosa difficile, & di poco momento
direi che si lasciassero stare; che vediamo bene quante cose dell'antiche si lascino, per hauerne troua-to altre delle moderne; & piu siamo obligati in questo di seguitar l'uso presente, che il passato; massi-mamente quando che col passato si può confondere il presente.
Questo che io di loro ho detto; non l'ho detto per altro, solo per dimostrar à quelli che non sanno
ciò che sieno, quello che sono, sì per non lasciarne andar questo Libro senza: sì anco per darne quel-la notitia che si deue: accioche qual si voglia persona sappia (ritrouandoli) che cosa vogliano dire.
Che cosa nella Musica vogli dire Medietà, & rela-tione. Cap. V.
BEnche io potessi senza questo particular ragionamento scorrere alla cognitione del Tuono
harmoniale: & ch'io potessi abbreuiarmi la via del ragionare; nondimeno perche queste
cose son si contigue alla superiore intelligenza ò narratione, & hauendo seco tanta conue-nienza quanto siamo per vedere, per questo non l'ho voluto pretermettere, ne lasciarle andare: ma
piu succintamente che si può dire che le Medietà sono tutte quelle distanze che dall'ottaua sono con-tenute come seria à dire se nel mezzo d'una ottaua si pone vna quinta, come qui si vede:
[Music example]
La detta quinta si dimanderà Medietà, perche è mez-zo fra l'Vnisono & la Diapason cosi tutte l'altre figure
che sono collocate tra la detta Diapason & Vnisono seran-no Medietà, massimamente quando le formaranno distintione di questa specie di Tuono harmoniale da quest'altro;
attento che sotto di questo nome si contengono tutti i gradi
che passano dal numero primo all'ottauo, come mezzi da loro contenuti & abbracciati: ma piu pro-priamente Medietà si sogliano chiamare quel mezzi che distinguono i sudetti Tuoni communemen-te chiamate quarte & quinte; che bene se consideriamo il nome scorgeremo la verità di questo: poiche
scorgendo Medietà non voler dire altro che mezzo, & il mezzo di conoscer i Tuoni harmoniali che
non è altro che il distinguerli con le quarte & con le quinte; diremo che quantunque tutti i gradi con-tenuti fra l'uno, e l'otto sieno rispetto all'esser contenuti Medietà, nondimeno che le quarte & le quinte
sieno le piu proprie.
Questo istesso si ha da intendere quando fra l'uno & il decimo numero, ò fra l'uno & il duodeci-mo, ouero il quintodecimo altri numeri sono contenuti, la quarta, la quinta, la sesta, & l'ottaua,
le quali allhora perche sono infra gl'estremi numeri, sono Medietà di essi numeri estremi: cosi ancora
quando infra la quinta, si pone la terza; la terza viene à essere Medietà.
Di modo che dalle Medietà de i Tuoni harmoniali, descendano tutte l'altre Medietà particula-ri; & tanto è à dire Medietà quanto che mezzo. page 196
Le relatione poi sono quei rispetti che hanno le figure vna all'altra quando piu figure sono modu-late insieme, dalle quale n'escano certi proprij & improprij suoni attaccati con li suoni piu propin-qui, come seria à dire quando le cantilene seranno accommodate in harmonia tale, che per la
disconuenienza de Trittoni & quinte false non s'oda nisciun effetto cattiuo in quanto alle con-sonanze, allhora si dirà che le sieno buone: ma se infra le dette consonanze vi si sentiranno
alcune figure pronuntiate in luoco che le nature loro sieno contrarie (non ostante che le non sie-no pronuntiate insieme) per esser si propinque le loro relationi, si chiamano relationi false come can-tando queste poche figure l'huomo può sentire.
[Music example]
Perche essendo fa mi per natura contrarij quantunque non sieno pronuntiati insieme; non-dimeno perche sono si vicini si sente ancor l'offesa & lo strano effetto che fanno.
Doue che se da questa sorte d'accompagnamento di figure n'escano le relationi false per sentirsi le
contrarietà di fa, mi, vicine, le quali seco apportano non sò che di offesa, qualunque volta che le
seranno cosi accompagnate & disposte.
[Music example]
Si dirà che le sieno senza: essendo che dopò la pronuntia di qual si voglia figura non si sente
cosa che nè in poco nè in assai ci offenda.
Queste dunque sono le relationi buone, & le superiori le false: chi di loro se ne ha da seruire
se ne serua poi secondo che commandano le regole del comporre: perche à me basta di hauer dec-chiarato i termini, & con le decchiarationi dimostrato che cosa sieno per corrispondere al Capitolo
superiore nel quale si è decchiarato che cosa Dittono e Semidittono voglia dire; accioche con quella
sorte de nomi, trouando questi nomi di relatione buone & cattiue le sappia conoscere, sì per intende-re i ragionamenti che si fanno di queste cose; sì anco accioche se ne sappia preualere, &
seruire.
Che cosa sia Tuono harmoniale. Cap. VI.
POi ch'assai bene & con opportuna occasione ne i premessi ragionamenti si è discorso & rag-gionato di quelle particularità ch'entrano nelle scale naturali, & in ciaschedun grado delle
dette scale incomminciando dal primo sin al ottauo; & veduto in particulare che cosa sia
Tuono di grado; è ben ragione ch'hora vediamo qual sia il Tuono harmoniale, il quale perche si com-pone d'vno interuallo di voce in cui si contengono otto gradi Musicali: per questo il si diffinisce che non
sia altro che alcune qualità di sonore voci ch'all'orecchie nostre melodia rendono.
Queste qualità di sonore voci si risoluano in quel suono che fanno le voci quando cantano vna cantilena insieme, che cantandola producano vna certa diuersità non inquanto alla collocatione delle figure,
ma in quanto al suono & l'harmonia; formando particulare & distinta cognitione questa da quella,
& questa da quel altra: il cui essere è tale che mentre le si cantano, passando le parte per le corde har-moniali fanno vna continuata melodia, la quale non da vna parte sola, ma da tutte quante insieme si
comprende & raccoglie, in quel modo che vediamo dalle mani di un Pittore per mezzo de diuersi colori con arte & maestria distesi vna bella pittura vscire.
Onde si come il Tuono di grado cioè grado ascendente, ò in vna istess'hora sonante, si conosce da qual
moto che fa la uoce nel mouersi da questo luoco à quello con un puro & semplice mezzo, ò del moto
che fanno due uoce insieme per un grado solo distante; cosi ancora il Tuono harmoniale si conosce dal
moto che fanno le uoci quando soauemente con dolcezza si mouano.
Dimodo che fra il Tuono harmoniale & il Tuono di grado ui casca questa differenza che l'uno har-moniosamente risona & l'altro dissona; oltra che l'uno consta di otto gradi & l'altro di un grado solo.
Il Tuono che dissona non si può chiamar harmonioso, perche dissonando non può far harmonia al-cuna per esser l'harmonia un certo suono diletteuole, come si può chiamar quello che risona il quale per
la risonanza rende una dolcezza grande, & un diletto mirabile.
E però versando questo Libro intorno alla cognitione del Tuono harmoniale deposto ogni altro
ragionamento vederemo tutto il suo particular essere & informatione volendo che per hora basti di
sapere ch'egli sia quelle qualità de voci sonore, per via de numeri & misure agregate che mouendosi
sfericamente nel aere fanno risonar si vaga & grata harmonia atta à renderci molli & indulcirci gl'animi, quando che per passioni acerbe & triste doglie si trouano mal disposti: essendo la proprietà del harmonioso canto d'indulcire & raffrenare gl'animi, in altre cose lontane & astratte occupati, & benche
io habbia detto ch'esso Tuono harmoniale consta d'otto gradi: non per questo si ha da credere & tenere
ch'egli consti di otto perfetti Tuoni di grado: perche questo hora si dice in vniuersale & in commune:
quando noi veniremo alle sue strette proue discorrendoli intorno ne cercaremo tutta quella cognitione
che si deue; & questo si fa accioche per hora solamente si sappia che il Tuono harmoniale in se comprende piu volte il Tuono di grado, perche ascende sin à otto gradi; i quali poi sieno compiti & perfetti, ò
imperfetti & senza ottimo compimento questo si douerà vedere; non comportando il luoco, ne le deb-bite distintioni delle cose che tutto quello che s'ha da dire; si dica in vna volta ò si ponga insieme: aten-toche subbito le confusioni serieno in campo, & da ogni parte n'uscirieno danni & biasmi.
Per questo conforme al sano che fugge il male; del numero & della quantità de gradi che formano
vn Tuono harmoniale, nel seguente Cap. mi riporto à ragionarne.
De quanti gradi Musicali si formi vn Tuono harmo-niale. Cap. VII.
VOlontieri & molto piu di buona uoglia io soglio ne i ragionamenti miei discorrere co gl'essempij in mano, che con le forte ragioni delle sensate parole: perche oltra la uiuace forza che seco
portano i sudetti essempij; fann'anco che le ragioni assignate meglio & piu commodamente
s'intendino: onde perche hora non posso fare di non discorrere, cosi senza nisciuna mostra sempre mi pa-re di non esser bene inteso, hauendo piu uolte prouato con facilità incredibile son stato meglio con
i piu piccioli essempij che con le piu sensate parole inteso.
E però qualche uolta s'alle superiore promesse non corispondano i fatti, d'esser succinto & breue, page 197& di studiar la breuità al possibile; non per questo contro di me alcuno si debbe sdegnare: perche quan-do la necessità delle cose me ne da occasione, & me ne sforza; ogni vno ha d'hauer patienza & m'ha
da perdonare: Che chi ha giuditio può ben pensare ch'io non ragiono per diletto: ma per esser con ogni
mezzo inteso, & per non lasciare le cose di senso asciutto & imperfette, conoscendo io quanto importi
& quanto danno arechi alle espositione il diffetto & mancamento delle debbite decchiarationi.
Questo alle volte mi farà parere tedioso e longo: ma chi guarderà bene al fine, & considerarà la
cosa & le parole non dubbito punto di non ritrouar venia & perdono, & col perdono lode.
Or deposto da vna parte l'escusationi, ch'assai son state: dico che il Tuono harmoniale si forma di ot-to gradi, i quali comprendano sei Tuoni di grado ascendente et dua semituoni che in tutti fanno otto.
Ma è da notare quando si dice che vn Tuono harmoniale si forma di otto gradi non si ha da intendere
che vna cantilena sia tutta piena di scale, & che in essa non vi si vegga altro che vn tal ordine di re mi
fa sol re mi fa sol, & sol fa mi la sol fa mi re, perche questo tal ordine, non è ordine sopra modo harmo-niale, ne meno è ordine di poterlo senza gran pena & thedio ascoltare, essendo che tutti i sensi nostri non
amino altro che le cose diuerse & nuoue: che ben si vede quanto volontieri si corre, oue si veggano ot-to ò diece persone congregate, & con quanta patienza ne i Theatri per veder le giostre ò altro vi stan-no le migliaia di persone.
E però quando si dice il sudetto Tuono harmoniale constare de otto gradi si ha da intendere che di-scorrendosi dal principio e 'l fine d'vna cantilena; le figure contenute infra le corde Musicali non passa-ranno questo numero di otto gradi, togliendole ne i luochi piu alti & piu bassi che si possa.
Onde se per sorte alle volte si trouasse vna cantilena, la quale non arriuasse col suo ascendere al sudetto numero de gl'otto gradi, questo non fa caso; perche il sudetto numero in essi è numero di perfetta limi-tatione, & non di misura tale che fuori di simil numero non si possi vn simil Tuono formare, potendosi
facilmente di cosa già perfetta formata, altra simile imperfetta formare, essendo che non tutte le volte
è tenuto il Compositore di darli tutto il compito numero come è obligato di darli la forma delle sue
vere & proprie specie per distinguerle & non renderle difforme ò confuse.
Similmente quando vn Tuono harmoniale nel caminar alto & basso, non si contenta di hauer i gra-di naturali ma passa oltra gl'otto gradi, questo non fa caso: perche alla essenza loro basta di hauer quel
numero; che se gl'hanno, si dicano esser tuoni harmoniali perfetti; se sono deffettosi & che gli ne man-chi qualch'vno, si dicano imperfetti come anco se passano oltra l'assegnato numero si dicano piu che perfetti: Cosi per questa via si viene in cognitione che il detto Tuono harmoniale si forma principalmen-te di otto gradi, continente sei Tuoni di grado, & dua Semituoni: ma se per caso vno de sudetti Tuoni
non hauesse questo compito numero non li faria altro che farlo caddere dalla sua perfettione; & se n'hauesse di piu di farlo entrare in maggior perfettione.
In questo bene ha da esser auertito chi li vuole adoperare per farne qualche cantilena ò compositione,
di non passar tant'oltre che le voci non vi possano ariuare, & che le sieno de quantità de gradi Musi-cali difformi: perche se bene i gradi fossero piu di otto & che per quello si douessero dire plusquam per-fetti, nondimeno perche la perfettione vuol esser senza difformità e sproportione per questo si diriano
piu presto Tuoni misti ò sproportionati: misti perche passando piu gradi oltra il sudetto ottauo nume-ro conueniriano formar vna quarta ouero vna quinta delle quali essi Tuoni vengono à esser formati,
& cosi potrieno formar vn'altra specie di Tuono: sproportionati poi, perche nel passare il detto numero
guastano la vera forma delle specie modulanti & harmoniale.
Di questo assai sono ripresi quelli che nel comporre non hanno simil auertenza, & fanno si male:
che prima danno di se molto che dire; & fanno che le cantilene loro non risonino bene per quella retta
via, che bene & commodamente potrieno risonare: oltra che i Cantori le fuggano à piu potere, ò se non
le possano fuggire le cantano per forza & si da mala uoglia, che n'hanno pena & martire.
Quanta lode meritano quelli che in simil caso caminano con tanto bel ordine che non possano mai i
debbiti gradi, & vi accomodano si bene le figure con le parole che nel ridurle alle consonanze fanno si
grata & dolce harmonia che ci rapiscano il cuore, & si ueggano i Cantori nel cantarle prenderne quel
diletto che si suol prendere delle cose che piu ci piacciano & ci sanno buono?
Se il Tuono harmoniale è vn solo ouer piu d'vno. Cap. VIII.
NOn si ritroua cosa naturale ouero artificiosa (per picciola che si sia,) che diuidendola in molte,
non habbia qualche diuersità & che questa e quella in qualche parte non sia dissimile: perche
ne la mano, ne la natura possano si equalmente operare che non sieno in alcune piu parche, &
in alcun altre piu liberale: mirisi l'herbe, le piante, & le radice con qual si uoglia altra cosa naturale, &
poi le cose con artificio fatte; oue chiaramente come in specchio furbito & lucente si uederanno le cose
d'una istessa & medema specie essere una del altra diuersa & differente: & se bene la diuersità non è
tanto dissimile che si possi paragonare alla diuersità di questa & di quella specie; nondimeno le si uegga-no in tanta quantità disconuenire, che siamo forzati di dire, che le non sieno simili: perche in una ui tro-uiamo essere quelli che nel altra manca, & nel altra non esserci quello che manca in quel una.
Et se di ciò uogliamo certificare ueniamo ad una particular demonstratione, & diciamo; quanti
huomini constituiti sotto il nome di specie humana si ritrouano al mondo, i quali si somigliano inquan-to che sono simili, perche tutti quanti hanno il naso, gl'occhi, la bocca, le mani, l'orecchie, i piedi &c. ma
se ui guardiamo bene con diligenza & sottilmente se si somigliano in particulare, ne trouaremo tanti pochi che con picciol numero si potranno numerare: poiche per la paucità quasi non li potremo con qual si
uoglia picciol numero restringere, & contare.
Da questa particular consideratione si uiene in una diffusa & larga cognitione, che qual si uoglia
cosa, nella sua specie cresciuta & moltiplicata sia dissimile, non di quella dissimilitudine che si ritroua
tra il bianco el negro, tra le tenebre & la luce: ma di quella disconuenienza che si ritroua tra bianco èe
bianco, tra negro e negro, & tra tenebre & tenebre; che sono negro, bianco, luce & tenebre; ma tenebre
da tenebre diuerse, luce da luce diuersa, bianco da bianco diuerso, & negro da negro diuerso.
Cosi anco nella Musica si troua questa particular disconuenietza [sic: disconuenienza] & dissimilitudine: perche prima
ogni cantilena è uariata et dissimile in quanto alla diuersa collocatione delle figure Musicali, et poi sono
dissimile & uariate inquanto al esser sonante; come anco uediamo le piante l'herbe i mettalli con l'altre
cose esser dissimile, & non conuenir in altro se non in questo che tutte sono piante, tutte sono herbe &
tutti sono mettalli: ma qual metallo piu grosso & qual piu purgato; qual herba piu grande & salutifera,
qual piu picciola & dannosa: & alla fine qual pianta piu alta e piu dritta, qual piu picciola & piu stor
a [sic: storta]; in questo modo conuengano tutte in questa vniuersal similitudine che tutte sono piante, tutte sono
herbe & tutti sono mettalli, & disconuengano in quest'altra particulare che vna non è l'altra.
Et però non ci doueremo merauigliare se oltra la disconuenienza & dissimilitudine che si troua nelle cantilene che è quella commune di non esser tutte vna istessa & medema cosa, se ne ritroua vn'altra
piu ristrerta [sic: ristretta] & particulare: poiche in tutte le cose si ritroua questa diuersità & variatione.
Deposto dunque da una parte quella disconuenienza & dissimilitudine vniuersale che si ritroua nelle cantilene, se ne ritroua vn altra che li da vn altro essere piu ristretto & piu distinto, il quale diuide
& distingue questa cantilena da quest'altra, per la cui distintione si formano le varie specie de i Tuo-ni harmoniali non potendo por la transportatione d'alcuni Semituoni essere vn solo, come nel progresso
del Libro prouaremo.
Per hora basta di saper questo che essendo assai piu d'vna la multiplicatione delle specie de Tuoni
harmoniale: ch'anch'esso Tuono harmoniale piu d'vno conuien essere: Onde perche i pensieri nostri &
le nostre voglie in qual si uoglia occasione non si quietano mai fin tanto che non son venuti ò non ven-gano alli dimostratiui essempij & alle proue Mathematicale: per questo non essendo io contento di ha-uer detto che per la varia transpositione de i Semituoni che entrano nel Tuono harmoniale, si conosca-no le varie specie delle cantilene; voglio che si sappia in che maniera, & quando queste tale cantilene
sono di spacie [sic: specie] variate, per poterne meglio raccorre la quantità, & il numero procedendosi con tutte
quelle distintioni necessarie, che in tale occasioni siano possibile, per non confondere quello ch'apresso
d'ogni vno non è cosi chiaro, come doueria essere.
Fin hora ci basta di saper questo, che sono molti i Tuoni harmoniali, i quali ò che procederiano in in-finito, ò che seriano un solo, se non fosse la uaria transpositione del Semituono, che si colloca dentro à
gl'otto gradi Musicali contenuti dentro alle corde modulanti, che sono quelle le quali contengano i su-detti otto gradi.
Procederiano in infinito; perche se non ci fosse mezzo di ridurli sotto misurato termine, seriano tanti page 198quanti sono & possano essere le cantilene che possano essere senza numero.
Seriano poi un solo se non ci fosse il detto mezzo di poterli variate: cosi si variano, & uariati si ri-ducano sotto una quanittà [sic: quantità] terminata.
Atalche tutte le cantilene di Musica si trouano non solo esser diuerse d'una diuersità uniuersale;
ma anco d'una particulare, le quali per una naturale moderatione si riducano à un certo numero, nu-mero da potente mezzo limitati, & da conuenienze Musicali albracciato [sic: abbracciato] secondo che vederemo,
& con sufficiente ragioni prouaremo, poi che potendo esser piu d'vno, se non ci fosse termine ò limita-tione se bene non fossero infiniti: nondimeno i potrieno esser tanti quanti volessero i Compositori: essen-do che ogni uno si faticheria di ritrouarne de gli altri, & esser inuentore di specie nuoue.
Il che se stesse bene ò male, lo si lascia giudicare à chi bel giuditio tiene, & à chi conose [sic: conosce] l'errore che
ne potria uenire.
Però si come non è un solo ma molti; cosi quei molti si riducano & raccogano [sic: raccolgano] sotto un limitato &
giusto nummero.
In quante maniere è stato chiamato il Tuono harmonia-le & se si può con altro nome chiama-re. Cap. IX.
IO so bene ch'a molti parerà strano che hauendo io uoluto trattare de i Tuoni Musicali, li
habbia trattato sotto il nome de Tuono harmoniale & non di Modo come ne hanno trattato
gli altri per la dottrina assai stimati, et per l'autorità senile assai uenerati. Et si merauiglia-ranno anco che io ne habbia formato questa particular distintione con far diuerso il Tuono di grado
assendente [sic: ascendente] & descendente, dal Tuono di grado in vna istessa hora sonante; & di haver questo & quel-lo distinto dal Tuono harmoniale, formandone d'ogni vno la propria distintione; nondimeno perche ren-dendogliene la ragione so che ogni vno della detta ragione ne resterà contento & sodisfatto non essendo
mi io mosso per altro che per non confondere quello che sotto d'un'istesso nome si contiene et comprende.
Però quanto il hauerli dato questo nome di Tuono harmoniale assai consta di sopra che io non l'hò
fatto per altro che per meglio distinguerlo da gl'altria [sic: altri] dua sopra nominati Tuoni, i quali sono minime
parte di che ne consta & se ne forma esso Tuono harmoniale.
Quanto poi al hauerlo chiamato Tuono & non Modo come molt'altri l'han chiamato, si ha da
sapere & col sapere di hauer riguardo à due cose; prima al vso, ch'hanno i Musici & i Compositori
di chiamar le diuerse specie delle cantilene Tuoni & non Modi, & poi che sotto il nome di Modo s'intende quella principal maniera di cantar con l'agumento & la multiplicatione del valore delle figure
del quale largamente n'è stato trattato nel secondo Libro, & n'è stato detto tutto quello che di lui se ne
douea dire: Et però non solo mi sono eletto di chiamar Tuono qual si voglia specie di cantilene per non
confonder le cose diuerse sotto il nome di Modo comprese: ma anco volontieri ho detto Tuono: perche
cosi meglio da qual si voglia prattico Musico & Cantore per particular specie di harmonia si com-prenda: che ben si vede quanto nel sudetto secondo Lib. trattando del Modo del Tempo et delle Pro-lationi, ho hauuto da dire questa cosa s'intende in questo modo, che per non confondere vn nome proprio
con uno aduerbio modale, ho detto sempre questa cosa s'intende in questa maniera, et cosi ho fuggito
l'occasione di confondere i sudetti sensi, et ho senza periculo di male interpretatione seruato il nome di
Modo à quella particular foggia di cantare: et ho nel ragionare esposto con le parole naturale & pro-prie tutti quei sensi che io ho uoluto esporre.
Cosi hora al presente douendo io ragionar de Tuoni; se bene quasi tutti quelli che ne trattano, ne trattano sotto questa parola di Modo: nondimeno per non confonder i Tuoni con le maniere di cantare di
sopra assegnate: per questo io mi sono elletto il nome di Tuoni & non di modo come si uede; et quello diuisolo da gl'altri dua Toni che ci potriano confondere: cosi sotto il nome di Tuono harmoniale s'inten-de tutto quello che se intenderia in questo particular proposito sotto il nome di Modo.
Ma non per questo si toglie la libertà à qual si voglia lingua et uolere, che non li dimandi et chiami
con qual nome che li pare ò piace, ch'à me solo basta questo di hauerli chiamati Tuoni conforme al volgar costume, et non conforme alla volontà propria, potendosi vedere nel primo Libro particularmen-te nel Cap. 5. come io disponendomi di ragionare delle cose Musicali, non hò inteso di ragionarne in al-tra maniera che nella maniera Volgare et secondo il parlare del Tempo presente. page 198v
Il Tuono dunque harmoniale da molti si chiama Modo; & io non l'ho detto Modo non per con-tradir à loro: ma per non confondere le specie harmoniale con le cantilene del Modo: Anzi ch'io ha-urei potuto secondo ch'ho detto Tuono harmoniale dire specie d'harmonie; ma perche pochi sotto
questo nome di specie haueriano intesi ò Modo ò Tuono, & essendo da molti vsato di dire al Modo
Tuono, per questo mi sono eletto piu presto di dire Tuono che Modo. Onde per non parere che
col tacere il nome io volesse dar bando ò riprender coloro, che non chiamassero le sopradette specie co-me l'ho chiamat'io: ne ho formato & fatta la presente digressione, per la quale tutti intenderanno che
l'hauerle io chiamate cosi, non fa che le non si possino chiamar altramente: poiche m'è parso meglio
& piu espediente di chiamarli Tuoni che Modi. Ma per fare che chiaramente s'intenda & si
sappia perche quelli che li chiamano Modi non li chiamano specie ò Tuoni, essendo ch'anch'essi trattando della diuersità del valore delle figure, & della varietà delle cantilene, in occasione di ragionar del
Tempo & delle Prolationi, trattano & ragionano anco del Modo sotto del istessa parola, dico &
fo sapere, che quei Scrittori iquali di Musica han scritto, & trattando de Tuoni non hanno hauuto ri-guardo à questa parola che in vno istesso trattato habbia tre sensi, vn primo senso commune che è quel-lo aduerbio modale gia di sopra dimostrato, l'altro quello di quelle particular cantilene ch'agumenta-no tanto valore alle figure, & vltimamente questo di dimostrare le specie particulare delle harmo-nie: ma solo hanno atteso alla forza delle parole ch'essi in diuersi autori hanno veduto studiato &
letto: & perche tutti li scrittori Lattini che di Musica scrissero parlando de Tuoni ne hanno parlato
sotto questa parola Modo: che à questo proposito latinamente non vuol dire altro che specie Musica-le: per questo loro ancora ne parlano sotto tal parola. & tanto piu volontieri l'han fatto, quanto
che nel trattato & ragionamento de Tuoni non occorre mai à ragionar de Modi de tempi ò de Pro-lationi. Ma io che ho hauuto riguardo à questo, & all'vso volgare che è quello de chiamarli Tuoni,
lasciato da vna parte il nome di Modo gl'ho chiamati, & chiamerò sempre Tuoni. Credo ch'ogni
vno e del nome & delle raggioni resterà sodisfatto & contento: poiche ne in vno ne in l'altro si troua
cosa che repugni ò che mi facci degno di reprensione: hauendo hauuto rispetto alle confusioni che ne ha-ueriano potuto nascere, & riguardo di non far intendere vna coa per vn'altra, che facilmente si seria
potuto intendere quando infra le cose che sotto vn sol nome si comprendano non si fossero fatte le suf-ficiente separationi, & le necessarie diuisioni come in tutte quante le cose si deue fare.
Quanti sono i Tuoni harmoniali circa alla loro quantità & numero. Cap. X.
VOlontieri & molto di buona voglia quando io posso & conoscendo il vero tolgo la protettio-ne altrui; alhorche le ragione d'altri sono da questo e quello lacerate & guaste, più perche
conosco quanto sieno piene d'imperfettione l'operationi nostre, che per riportarne gloria ò
mercede: & secondo ch'io ben spesso per altri m'armo, cosi vorrei ch'in ricompensa di tanto bene altri
per me s'armassero & prendessero la mia diffesa, se però vdissero mai nisciuno non solo tassarmi in vniuersale, ma anco riprendermi in questo particulare di hauer nominato le specie Musicali, ch'altri hanno chiamato Modi sotto il nome di Tuono harmoniale: perche io non ho hauuto mai altra intentione
che di giouare ad ogni vno con sodisfattione de tutti, & quando che questi tutti non haueranno sodisfattione delle cose mie, bisogna che se ricordino che non tutti in tutte le cose ci possano sodisfare, assai fan-no quando ci sodisfano in vna gran parte: Questo ch'io dico alcuni me l'han fatto dire: poiche non si
vogliano contentare di questa mia nuoua inscrittione, parendoli ch'omninamente debbiamo stare alla
denominatione antica, & che in nisciun modo altro nouello & forastiero nome in questa denominatione
de specie harmoniali si deue introdurre; concedendo il nome di Tuono solamente in quelli che non
sanno la propria & vera denominatione.
In questo mi basta di hauer detto tutto quello che di sopra si vede & legge, rimettendomi del re-stante à i bei giuditij delle dotte & perite persone, sperando da i sensati giuditij loro diffesa & cor-roboratione.
Hora dopoi che habbiamo veduto che il Tuono harmoniale si chiama ancor Modo passando ol-tra ad altre dechiaratione, lasciato questo nome di Modo da vna parte si dice che essendo l'harmonie
che fanno le cantilene & le compositioni quando sono modulate & cantate diuerse vna dal altra, è page 199forza che secondo le diuersità se ne formino diuerse specie, le quali secondo che vn Animal ragione-uole conuiene che sia maschio ò femina, cosi qual si voglia compositione & cantilena conuiene che
si restringhi & reduchi à vn certo numero di specie harmoniale come à lor madre, ouer nutrice: il qual
numero è limitato sotto il numero duodecimo, ne per via di vigilie & lungo studio bisogna pensare
di trouarne d'altri; perche troppo Mathematicalmente si tocca con mano la via impossibile, & chi
lo crede fare, cerca di trouar collore nel aere, di riscaldar il ghiaccio, ò di liquefar il marmo, ch'al fin
troua ogni opera gittata al vento.
Ne meno si creda ch'essendosi da poco in quà sparsa la voce che di otto Tuoni ch'erano prima sie-no venuti à dodeci, di potere per la medema ragione ritrouarne de gl'altri; perche assai s'inganna es-sendo loro sempre stati dodeci come apertamente vederemo.
Però bisogna fermarsi in questo ch'essendosi gia veduto come per le varie traspositioni di uno ò piu
Semituoni non può essere vn sol Tuono; ch'essendo piu non passino, ò non possino passare oltra il duo-decimo numero.
Sono dunque nella Musica dodeci Tuoni harmoniali sotto de quali si ritrouano essere composte
tutte quelle compositioni cantilene che si ritrouano, che si sono fatte, si faranno mai mentre che
si osseruaranno questi medemi stili & regole: & queste sono le loro proprie & specificate differen-ze, per le quali l'harmonie si conoscano esser diuerse & differente.
Quì non ci bisogna altra sensata demostratione solo il credere: perche in breue veniremo alle stret-te proue & per via d'esse iscorgeremo in quanto errore sieno quelli che credano de trouarne d'altri, ò
che non sieno stati mai altro che otto.
Per hora ci basta di sapere la quantità loro che non sono nè piu nè meno che dodeci, non ostante
le oppinioni contrarie, delle quale in breue ne diremo quel che ci pare & che in questa occasione se ne
de dire, mostrandone co gl'essempij et le sperienze le demonstrationi chiare, & le chiarezze vere.
Come si procede nella nummeratione de Tuoni harmoniali, & in che modo si nummerauano anticamente. Cap. XI.
E Si ben chiaro & manifesto al dì d'hoggi, & al tempo presente il modo di numerare, che
quasi non ha bisogno d'altra demostratione; poi che col comminciar dall'nno et seguitar dua,
tre, quattro &c. si può nummerare à mille, migliaia, & millioni: continuando la numme-ratione per grado sequente & non alterato ò confuso: ma perche col modo di nummerare i Tuoni har-moniali, voglio dimostrare in che modo si nummerauano antichamente; per questo non volendo pro-porre il modo antico senza il moderno, dico, che douendosi incomminciare à numerare essi moderni,
incomminciando dall'uno, si dice primo, secondo, terzo, quarto, quinto &c. fin che s'arriua al duo-decimo.
E però fatto prima questa breue demostratione d'insegnare in che modo si nummerano i sudetti Tuoni harmoniali dirò, che si come gl'antichi poneuano per Musico i Poeti; cosi ancora dalle maniere Poetiche tolsero occasione di chiamar le specie Musicali, per quella conuenienza che hanno con le Poesie,
nel produr suono soaue, & dolcezza harmoniale: Et è da credere che da gl'aeri Poetici, ne sieno ve-nuti gl'aeri Musicali, non estendendosi anticamente la Musica in altro che in dolce maniere di can-tar versi e Rime.
Per questo io non starò à raccontare; quanti aeri & maniere di cantar Rime & versi haueano i
Poeti antichi; solo dirò che i Musici per conformarsi con quelli che anticamente erano chiamati Mu-sici, hanno tolto la maniera di chiamare i Tuoni harmoniali non solo Modi come è stato detto di so-pra nel Capitolo nono, ma anco col chiamarli Modi in cambio di dire Modo primo secondo terzo etc.
han detto Dorio, Frigio, Iolio, Lidio &c. Et questo perche i sudetti Musici et Poeti antichi nel
cantar le Rime & versi; seruauano gl'aeri delle Prouincie, delle Città, & de popoli: onde (per
quanto si legge) secondo che i Populi, le Città, & le Prouincie trouarono gl'aeri da cantare, da loro
quei aeri pigliauano la denominatione: & l'altre gente cantandoui sopra altri versi & Rime non gli toglieuano di cosi chiamarli. Io vorrei quì porli tutti per sodisfar altrui; ma il ritrouare tanta discon-uenienza tra li scrittori nell'assegnarli il luoco primo & secondo con gli altri ordini che seguitano, li
porò in confuso: non volendo che quello che io porò per primo sia ne primo ne secondo, ne gli altri in
quei luochi che seranno collocati: ma che sia primo & secondo quelli che vogliano i communi pareri. page 199v
Però in quella maniera che noi hora diciamo primo Tuono, secondo Tuono, terzo Tuono, &c. essi
diceuano Modo Dorico, Modo Frigico, Modo Hypolidico &c. perche da queste quindeci ma-niere Lidia, Iastia, Iolia, Frigia, Doria, Hiperlidia, Hipolidia, Hipofrigia, Hipodoria, Mistolo
dia [sic: Mistolidia], Ionica, Sintonolidia, Locrica, Eolia, & Hipoeolia; ne cauarono i dodeci Modi Musicali.
Ne quì à questo proposito anco, adurò i nomi ne l'oppinione de quelli che li chiamauano Tropi, Si-stemati, ò intere constitutioni, essendo questi nomi, à i Musici & Prattici moderni incogniti & fora-stieri: perche à noi basta di sapere che si come hora dicendo primo Tuono secondo Tuono s'intende
vna delle prime specie harmoniale cosi ancora à quel tempo che si vsauano queste denominationi, &
che si diceua Modo, non se diceua nè primo nè secondo; ma come hor hora habbiamo veduto.
Questa maniera di nominare i Tuoni harmoniali sotto il nome di Modo Lidio, Iastio, Iolio, Fri-gio, Dorio &c. è piu tosto maniera Poetica che Musicale; per questo mi pare che serà molto bene
di porla da vna parte & lasciarla à Poeti: poiche l'usarla può confondere qual si voglia buon ordine
& cognitione.
Et se bene io ne ho fatta mentione; non per questo lodo; ne meno essorto che la si debba vsare
già che il tempo presente da i Musici sono quasi bandite, ch'altra cosa non me ne ha fatto parlare,
solo le digressioni & i longhi parlamenti che ne fanno li scrittori parlando intorno alle dette maniere
Poetiche, faticandosi d'accommodarle alle specie harmoniali per porle in bocca, à Musici & à Can-tori, & fare che in quella maniera che si dice primo Tuono, secondo Tuono, s'habbia da dire Mo-do Dorio, & Hipodorio; il che potendosi ancora fare si lascia in libertà di ciascheduno.
Ma bene si ricorda questo che colui da segno di pazzia quando che con chi non intende il parlar
Greco, si sforza di dire il suo concetto in quella lingua; potendola in altra commodamente dire.
Onde io di nominarle in altra maniera che di Tuono harmoniale, non solo mi guarderò quanto piu
posso, ma anco accioche altri non s'habbiano senza utile ò proposito con nomi tali a intricarselo; (de-scriuendoli,) non solo ho tenuto lo stile che hanno tenuto gli altri: ma anco la numeratione
in cambio di porne dodeci, ne hò posto quindeci: perche piu facilmente non sapendo quali sieno i tre da
escludersi, à fatto à fatto s'habbiano da lasciar stare.
Perche causa i Tuoni harmoniali non sono nè piu nè meno de dodeci. Cap. XII.
NOn è dubbio nisciuno che quando le cose tendano ad vno infinito, che le non si possano ridur-re & stringere sotto vn determinato numero: ma se le hanno vna quantità terminata, &
vna limitatione; tendino pur à lungo quanto si voglia, che sempre le si possano alle cose
del douere, & alle compite nummerationi restringere & ridurre: & se quelle ch'assai tendano in
longo si possano al detto limitato numero ridurre & restringere; molto maggiormente si ridurranno &
si restringeranno quelle le cui limitationi sono poche & breue: per la breuità che sempre & la piu par-te delle volte suol rendere le cose facile: consistendo la facilità nelle cose semplice. Et le cose quanto
piu poche sono, tutta via le tengano piu della simplicità & del incomposto: come per contrario quel-l'altre che quanto piu le sono assai & grosse, tanto piu le tengano del composto & del materiale.
Or se bene le specie de canti che sono gli Tuoni harmoniali per i quali si ha la specificata differen-za di questa cantilena & di quella non son da porsi tra le cose piu semplice & pure, arriuando loro
sino al duodecimo numero, ne meno fra le assai & composte che possano tendere al sudetto infinito;
non per questo le si hanno da tirar fuori, & escludersi dalle pure & composte; ma bene piu si pos-sano accostare alle pure & semplice, che alle composte tolte per quelle che tendano ò possano ten-dere ad vna infinità & à vn numero indeterminato.
Et però conforme à quello che già si è detto non sono nè piu nè meno di questo duodecimo nume-ro & la cagione è questa, che si come per scorrere tutta la Mano Musicale & in essa trouarne
le figure atte & apparecchiate in seruitio dell'harmonie non ci seruiamo d'altro che vt, re mi, fa,
sol, la, che in somma non sono altre ne altro risonano che pure sei sillabe, & non solo ci serua-no à quella che anco ci possano seruire al passar di fuori di detta Mano, tanto dalla par-te superiore quanto che dalla parte inferiore; che cosi anco questi dodeci Tuoni har-moniali ci seruano à formare qual si voglia cantilena, & compositione, se se ne voles-page 200sero compor tante quante sono le minute arene del mare, ò le spessissime stelle del cielo: ne si può fare
che si come bisogna (vadasi da presso ò da lontano) sumministrar le cantilene con queste sei syllabe,
che ci seruano à sumministrar con suono le figule; che cosi ancora per variarle, in quante varietà
che le si possano mai variare, bisogna sempre seruirsi di questi Tuoni, & fare che le sieno constituite
sotto d'vna di dette specie harmoniale: Ma si come gl'essempij si danno, non acciò che si somigliano
in tutto, quando non possano somigliarsi se non in parte; cosi quantumque le dette sei syllabe con le-quali s'informano di suono le figure, nella prima institutione, s'hauessero potuto accrescere ò diminuire
potendosi ancora adesso far l'istesso: poiche non si troua altra ragione che le sieno piu sei che cinque ouer
sette, solo che le furono cosi instituite sei per causa che le voci humane communemente & senza ve-runa fatica si trouano ascendere & smontare queste sei gradi, come si è detto di sopra nel primo li-bro particularmente nel cap. 40. non per questo si ha da credere & arguire che il simile & l'istesso sia
de i Tuoni harmoniali: perche in questo solo si somigliano alle sudette syllabe che si come loro raccol-gano tutta la Mano Musicale: cosi essi raccolgano, tutte le modulationi & melodie harmoniali; ma del
restante sono fermati in questo che non possano esser ne piu ne meno de dodeci, hauendo essi hauuto
vn altra sorte d'institutione: Et che sia il vero che i Tuoni harmoniali non si somigliano alle sudet-te sei syllabe nella institutione; vediamo ch'esse syllabe non dependano da nisciuna cosa per la cui de-pendenza possino esser soggette & legate: come fanno i Tuoni che dependendo da altro non possano
senza rimouer il fondamento esser mossi.
Questo loro fondamento non è altro che le sette lettere con le quali si forma la Mano Musicale
che sono in fatti A, B, C, D, E, F, G. Et se queste lettere dal principio che furono ordinate alla tessi-tura della Mano, fossero state più ò meno, i Tuoni ancora più ò meno haueriano conuenuto essere:
perche ne la statiera soleua il peso senza il marchio, ne il marchio senza il peso su la statiera si
sostenta.
Onde per voler vedere se i Tuoni harmoniali possano essere più ò meno de dodeci, bisogna con
derare [sic: considerare] che si come nel ascendere & nel descendere della sudetta Mano Musicale, vadasi lontano
quanto si voglia, sempre si repetano l'istesse lettere, lequali fanno che quelle syllabe sumministratiue
delle Figure Musicali sieno sempre l'istesse; che cosi ancora vadasi doue si voglia con le composi-tioni, cioè lontano ò da presso delle corde ordinarie, sempre le conuengano essere vna delle dodeci ma-niere, & questo perche si come F fa vt secondo non è altro che pura renouation del primo trouandosi
ne gl'istessi luochi principali quelle denominatione de figure che sono nella sua principal tessitura &
ordinatione: cosi anco in tutti gli altri luochi, i ritrouati & le inuentioni non seranno mai altro che sem-plice renouationi; che ciò sia il vero C sol fa nel passar oltra la Mano Musicale diuenta C sol fa
vt: D la sol, D la sol re; E la, E la mi, & se queste collotatione [sic: collocatione] di figure tornano à diuentare quelle
che sono le prime, perche non voremo noi ancora che quelle specie & maniere di cantilene cha [sic: che] passa-ranno per quelle corde in ottaua trasportate, ridurle alle corde ordinarie, & fare che le sieno quelle
istesse che le serieno se le fossero nelle proprie corde collocate? Non vediamo noi che con le sudette
sette lettere possiano [sic: possiamo] aiutare qual si voglia cantilena ò parte che dalle corde proprie & ordinarie
vscita sia?
Questo è quello che chiaramente ne dimostra come i tuoni harmoniali non possano essere nè piu
nè meno de dodeci: perche essendo specie & maniere terminate & finite, è forza che terminando fi-nischino in vna di quelle positioni della Mano Musicale, nelle quali sono come per fondamenti fer-mate le sudette lettere: & che si come l'altre positioni (bisognando) per quelle si vengano à rinoua-re, & à diuentar l'istesse; cosi ancora trouandosi altri finali, quei finali veniranno à rinouarsi & à di-uentar gl'istessi.
Dunque le specie modulanti, ò i Tuoni harmoniali si fondano sopra le sette lettere principali del-la Mano Musicale & non sono, ne possano essere piu ò meno de dodeci, se non si guastasse ò riuol-gesse la sudetta Mano.
Di quello poi che in prima vista ne contradice, in quanto che scorgiamo le lettere esser sette, & li
Tuoni harmoniali diciamo che sieno dodeci: questo non ci disturba, ne ci dà danno; perche che di ciò
si merauigliasse ha da sapere che in qual si voglia luoco & positione oue principalmente si trouano le
sudette sette lettere, si ritroua il fine de dua harmoniali Tuoni: & quantunque con questa multiplica-tione douessero essere quattordeci collocandone dua per ciascun luoco, nondimeno perche le parte essentiali con che differentemente si formano, non hanno luoco in vna delle dette lettere, per questo leuan-done vna & restandone sei, multiplicate le vengano à riuare al numero de dodeci. page 200v
In che modo vna di queste lettere rimanghi fuora: & perche causa quelle parte essentiali che diffe-rentemente formano i Tuoni harmoniali in essa non si possino formare, si dirà in breue per non porre
ogni cosa à periculo di confusione.
Per hora voglio che basti questo; sì perche si è detto assai, sì anco perche à sufficienza si è prouato
come i sudetti Tuoni non sono nè piu nè meno de dodeci: hauendo in questa occasion' veduto che come
aeri, & specie harmoniale conuengano hauer termine & fine in vn luoco della Mano Musicale;
& come che nella Mano Musicale non si trouino altri finali che quelli i quali sono collocati & ab-bracciati dalle sudette lettere. E però fermatoci in questa verità assai manifesta, possiamo ageuol-mente scorrere & passare alle cose pertinente à questa cognitione.
Se i Tuoni harmoniali sono necessarii, ò se si può far senza. Cap. XIII.
CHi è colui che per se stesso non giudichi ò non consideri se gl'ordini & le misure sono vtile
& necessarie per la moderatione et terminatione di quelle cose che senz'alcun dubbio tende-riano all'infinito, & che quando le sono terminate & moderate, le si veggano restringere,
& abbracciare da giuste limitationi & misure? nisciun certo può con verità & buon giuditio dire che
le cose senza le limitationi & le misure sieno perfette & buone: perche dalle interminate ne nascano
le cattiue; & pio perche la perfettione ha origine & nasce dalle sudette misure & moderationi, & so-no causa della loro permanenza & di tutto il lor buon essere.
Doue che se la Musica non hauesse questi ordini & misure, & che in se non ritenesse tutte le con-ueniente & necessarie moderationi, tutta si dissolueria, & se n'anderia in ruuina.
E però si vede che la non consiste in altro che in ordini, limitationi & misure, fra le quale misure
limitatione & ordini si ripongano & vi si trouano essere i dodeci Tuoni harmoniali come di Musi-ca cose proprie & essentiale: Et si come se la fosse deffettuosa di vna di dette misure & ordini che
sono causa come le figure che si cantano, habbiano vn conueniente & misurato valore, che le vadino
hor alte hor basse, che le corrino presto, ò vadino lente, & che chi canta si riposa ò fermi: cosi anco si
può dire che se nella Musica non fossero i dodeci Tuoni harmoniali la seria si dissoluta & scontrafat-ta, che pochi si curerieno d'udirla: perche i Compositori conueniriano con le loro compositioni andar-sene alla ventura, & spessissime volte sarieno si stranij effetti che ogni vno fuggiria per non scoltarli, ò
se pur non fuggisse almeno si chiuderia l'orecchie per non sentirle: che mal volontieri quel che non di-letta s'ode, & fugge ogni vno da quel che non li piace.
Ma poniamo caso che la Musica non hauesse necessità de questi Tuoni harmoniali, & che si po-tessero comporre le compositioni à libertà & complacenza di qual si voglia Compositore: non per que-sto si toria la necessità loro: perche necessariamente molte cantilene conueniriano essere d'una medema
sorte, & d'una istessa specie, à talche in ogni modo serieno necessarij: ma lasciamo andare che non fosse-ro necessarij quando che la Musica si trouasse spogliata de limitationi & regole, hora che la vediamo
essere tutta regolata & limitata non possiamo negare che essi non sieno necessarij, tanto piu quanto che
dall'esser loro ne uediamo si grande vtilità risultare: prima perche senza di loro le modulationi & i canti non serieno si diletteuoli & harmoniosi, & poi perche descendendo dalla Mano Musicale è for-za che c'apportino vn'utile mirabile, altrimente seria stato vana la inuestigatione, & la inquisitione
harmonica che si caua da detta Mano.
Essendo dunque i Tuoni harmoniali sì per le ragioni delle cose che non sono contingente, sì per i fondamenti suoi essentiali necessarij alle cantilene & compositione Musicali: bisogna dire che senza di loro
non si possi fare; attento che si come gl'edificij & le fabriche non si possano presuporre ne stare senza i
fondamenti, che cosi ancora le compositioni & le cantilene non possano risonare senza non risonare sot-to qualche specie & maniera harmoniale, non ritrouandosi materia in essere & in atto essistente senza
propria forma: ne forma senza particular materia: per il che credo ch'ogni uno rimanerà pagato, &
contento: essendo che con le ragioni adutte ogn'uno si può pagar il senso, & vedere che essendo canto, ò
cantandosi si conuien cantare sotto qualche aere cosi dal Volgo chiamato et detto; il che in modo alcuno
non ci può far contrasto, ne meno alla sensata verità ne può contradire; per esser si chiaro & mani-festo, che piu manifesto e chiaro non può essere. page 201
Qual cosa sforza i Tuoni harmoniali à esser necessarii. Cap. XIIII.
PER volersi noi di questa verità certificare, se i Tuoni harmoniali sieno superflui ò necessa-rij non si possiamo meglio certificare, quanto che in considerare qual cosa sforzi la necessi-tà loro: perche se noi consideriamo bene, & discorriamo giuditiosamente, nisciuna cosa
è necessaria che la necessità sua non sia forzata; attento che se la forza non l'astringesse à essere,
quello che noi diciamo che sia necessario, potria essere & non essere; & cosi veria à caddere sotto le
considerationi contingente, che sono di natura tale di essere & non essere: la necessità che sforza i Tuo-ni harmoniali à essere è questa che essendo vt, re, mi, fa , sol, la, istrumenti con che si maneggiano,
& sumministrano le modulatione Musicali & l'harmonie per le corde modulanti da vn luoco all'al-tro, non sempre vi corre tutto quel intiero interuallo di Tuono di grado ch'habbiamo detto di sopra
nel Capitolo secondo, perche da vt re, & re mi, corre tanta quantità di diuerso suono che se ne for-mano doi perfetti & compiti Tuoni: ma non da mi fa: essendoli tanto interuallo & distanza che si
forma solamente vn Semituono che vuol dire mezzo Tuono.
E per questo nelle cantilene che piu e piu volte si sumministeranno le figure di re fa la, si scuo-prirà vno effetto che non si scuoprirà in quelle che piu e piu volte serà sumministrato vt mi sol;
perche in quelle che piu volte si vdirà vt mi sol, si trouerà passare dal primo & secondo interuallo
dua Tuoni di grado intieri che non passerà, ne si potrà trouare in quelli di re fa la; Quel Tuono
che passa & che si troua infra vt re, & re mi; è Tuono perfetto, & di tutto vn compito grado, che
fuori di lui immediaramente [sic: immediatamente] si entraria nel suono del compagno; & manco di quello ch'egli si troua
essere, non seria si intiero & perfetto: ma cosi non si può dire de mi fa, perche da mi fa, non vi
corre tutto il sudetto intiero grado: poiche senza toccar del grado di sol, si potria ancora altro tanto
ascendere & formar vn Tuono giusto di compito grado.
Di modo che non ostante la particulare di sopra adutta ragione che essendo canto, conuiene à essere
specie modulata & aere harmoniale ò che tutte instituiscono Tuono particulare: si proua ancor per
quest'altra ragione che modulandosi le cantilene sotto le dittioni di vt, re, mi, fa, sol, la, per quel
diffetto & mancamento che casca da mi fa, & da fa mi; bisogna non solo formarne le diuersità spe-cificate: ma con le specifichate differenze le forme necessarie: attento che le cantilene non si possano modulare senza interuento di suono harmoniale, & non è suono harmoniale che non si formi di Tuono
di grado: ne il Tuono di grado si forma per altro che per instituire & formare il Tuono harmonia-le, senza del quale le modulationi & i canti serieno piu aspri & seluaggi che le cose deserte & silue-stre; & quantunque quelle ancora fossero comprese da maniere & specie Musicali, le fariano an-cora piu strano effetto che non fanno quelle cantilene che sono cantate da gente che non sappiano
cantare.
Io non sò che ci sia nisciuno, ne meno mi persuado che si ritroui, chi habbia per oppinione,
ò tenghi per fermo i Tuoni harmoniali non esser necessarij, che se nisciuno si ritrouasse dimostreria
di non sapere ciò che sia canto, ne di hauer sentito mai cantare, perche s'egli hauesse sentito almeno
vna sol volta à cantare ò ch'egli poco poco sapesse ciò che sia canto, apertamente confesseria nella
Musica esser necessarij.
Quel ch'io dico della necessità de Tuoni & di quello che li sforza à essere; non vorei che fosse
inteso se non in quel modo che l'intend'io, presupponendo quel che ho detto cioè che non potendosi can-tare senza suono è forza che ci sieno diuerse foggie & maniere per l'interuento delle dittioni con che
si informano di suono le figure, che non sono di natura atte à essere tutte d'una istessa sorte intonate,
poiche alcune hanno tutti gli intieri gradi & alcune n'hanno mezzi, i quai mezzi secondo che duier-samente sono collocati, cosi diuersamente sforzano i Tuoni harmoniali à essere, & à essere in tanta
quantità quanto che sono le diuersità de mezzi suoi. page 201v
I sufficienti mezzi con i quali si proua che i Tuoni harmoniali non sono ne furono mai manco de dodeci. Cap. XV.
COloro che non sanno & si credano di sapere, ò coloro che non intendano ne si pigliano pen-siero d'imparare sono d'un strano parere, & d'una folle & strauagante oppinione: poiche
chi tiene che i Tuoni harmoniali non sieno se non otto, & chi tiene che sieno sedeci, lascian-do da vna parte quelli che bene & ottimamente tengano per fermo che non sieno ne piu ne meno de
dodeci: & non s'aueggono del scioccho lor parer & della ridiculosa ostinatione.
Quanto à i primi che dicono come essi Tuoni harmoniali non sono piu di otto, che gl'altri quattri
per arriuar à i dodeci sieno solamente da poco in quà stati ritrouati: & à gli altri che dicano esser se-deci, fondano le loro proue sopra questi simili detti che si come da poco in quà questi quattro aggiun-ti à gl'otto sono stati ritrouati, che in quel medemo modo ancora per lo studio loro particulare, & per
le sottile speculationi fatte sieno trouati gl'altri quattro sopra li dodeci: & non s'aueggano che
questi & quelli presuppongano il falso, & sopra il falso fondano le loro ragioni, dando di se mala
sodisfattione à i dotti, & à gl'intelligenti molto che dire, non hauendo esso intelligente & dotto mag-gior pena, ne fa mai maggior fatica che di persuadere la verità all'ostinato & ignorante: che se pur
anco le lor ragioni fossero in qualche parte apparente, le si potriano ancora porre infra le cose dispu-tabile fin che da dotti & sottili ingegni le fossero ben vintellate & disputate: ma le sono appresso chi
intende si chiare & manifeste, che contra la loro chiarezza non è dotto ò intelligente ch'ardisca pur
c'apprir la bocca, non che di mouerne parola: per non farsi ignorante tenere come fanno quelli che
non si curano d'esser reputati tali.
Onde per volerli manifestare in quanto errore so trouino, & per persuadere à quelli che non sa-pendo piu che tanto, come ciechi seguitano la loro falsa oppinione; prima ch'io venghi alle mie suffi-ciente proue, dimando à loro quando mai fu la Musica senza questi dodeci Tuoni harmoniali? forsi
fu al tempo anticho quando che i Compositori s'affaticauano tanto di comporre i canti sotto le maniere
del Modo, del Tempo, delle Prolationi & di tutte l'oppositione de numeri? ò in altro tempo che si
seguitaua di comporre alle maniere moderne? non veggan loro se le compositioni antiche sono con
tutta quella quantità de Tuoni che sono le moderne?
Come dunque si può dir altrimente, ò di loro si può dubbitare? Et poi se i Tuoni harmoniali
si formano de tanti Tuoni di grado, & i Tuoni di grado sono fondati nella Mano Musicale, &
quella Mano Musicale che è hora è stata sempre; dunque bisogna dire che i Tuoni harmoniali sieno
stati sempre quelli che sono hora, & in quella quantità & numero che hora si veggono essere; pri-ma per ragione de fondamenti loro, & poi per quello che espressamente si vede.
Perche à non voler credere che anticamente fosser tanti quanti ne sono hora, basta à riguardar le
loro opere che ne daranno ferma sicurezza, & ne faranno indubitata fede.
Di questo nisciun dotto dubbita, ne meno al parer contrario ascentisce, solo quelli che non sanno piu
che tanto credano che non sieno piu di otto, & quelli che vogliano saper piu de tutti si credano di far-li arriuar à sedici.
Il fondamento de quelli i quali tengano & credano che non sieno più di otto per quanto s'ode à dire
non è altro che volendo incontrar il canto figurato con il canto fermo, essi nel canto fermo non ne tro-uano piu di otto: il che li fa credere, che anco i canti figurati non sieno piu di questo numero; nondi-meno essi presuppongano vn falso, & secondo quello che credano male; perche l'una & l'altra sorte di
canto sempre ha hauuto vn medemo numero & vna medema quantità de Tuoni.
Del canto fermo forsi alcuni piu dubbitano che del canto figurato, hauendosi del canto figurato
tante chiare & manifeste proue.
Al cui dubbio & parere si risponde che il detto canto fermo di questo numero & quantità non ne
fu mai spogliato, ma sempre ne fu pieno: che ciò sia il vero deposto da vna parte gli otto Tuoni de
quali non si dubbita, vediamo qual sia il Graduale della Messa de Morti che noi vederemo espressa-mente non esser altro che il nono: perche se guardaremo alla maniera, al aere, & alle sue debbite
forme, non lo trouaremo conuenire con nisciuno de gli otto, & riguardando al nono Tuono de vn can-to figurato vi trouaremo tutto il medemo essere, & caminare con l'istessa maniera. Di modo che si tro-ua il nono Tuono nel canto fermo, & da molti non è conosciuto; et non bisogna dire che ce ne sia un so-lo di questa sorte; perche se no trouano parecchi chi ben li cerca: che sia il uero guardisi quell'Antifona di page 202Pasqua Haec dies: il Graduale di vn Confess. Pont. Iustus vt palma florebit. Nimis honorati sunt
Amici tui Deus de gl'Apostoli. Exultabunt Sancti in gloria de piu Martiri, & molti altri che io per
breuità non li voglio adurre, che si troueranno esser tutti d'vn Tuono & d'vna medeme sorte; i quali
se bene non ariuano à tutta quella perfettione che doueriano: questo non fa che non sieno tali, hauendo
per natura i canti fermi la piu parte di non esser perfetti come si può vedere: & poi al formar vn Tuono harmoniale piu si ricerca la specie d'vna quinta che di vna quarta essendo la sudetta specie di quinta,
il primo fondamento suo, & doue si fonda la detta quarta; è però non sera miraculo se si troueranno
de molti canti che con hanno tutte quante queste perfettioni, bastando à loro di hauer la prima specie: cosi questo canto per la presente specie di quinta che si ritroua hauere, con quella specie di quarta che si principia à formar di sopra la detta specie di quinta, si chiama & si dice che sia Tuono harmoniale del nono
modo, che tanto serà à dire quanto del nono Tuono.
Di questo pochi hanno da dubitare, per darcene l'harmonia, & il finale segno manifesto: ma se si dubbitasse per chiarezza maggiore, riguardisi al proceder del principio, al suo mezzo & come finisce che ci
farà vedere non esser ne fine ne mezzo, ne principio di primo Tuono, come si doueria stimare; ne tan-poco d'altri: perche quantunque paia che si somigli al secondo & al quinto, è tanto sproportionato da
vno e 'l [sic: e l' ]altro che non solo non può essere vno de loro dua: ma ne anco se gl'auicina à essere non cammi-nando con le medeme specie, ne per le medeme vie: Ecco come ne canti fermi si ritroua il nono Tuono.
Chi è poi che dubbiti che non li sia il decimo? se il decimo com tutti quelli che nella nummeratione
cascano in numero paro si chiamano collaterali & desendenti [sic: descendenti]?
Guardisi l'vltimo responsorio della Domenica delle palme Circundederunt me viri mendaces: che
quantunque il sia trasferito alla quinta bassa; non per questo mostra di esser secondo, non caminando
per le vie del secondo: et ben ce lo dice et scopre il Glareano nella sua famosa Theorica quando che per prouare la quantità de Tuoni harmoniali ricercati sotto il nome de Modi, proua & narra che il sudetto responsorio, non solo è del nono Tuono: ma anco sempre è stato, hauendolo lui in piu luochi trouato scritto
& notato con il principio & fine in A la mi re.
Et è da credere che molti copiatori non hauendone cognitione piu che tanto l'habbia trasferito di
A lami re in D sol re, come sono state trasferite di molt'altre; delle quali egli ne mostra & dice tutto quello
che se ne può dire, prouando la detta quantità de Tuoni harmoniali, & de tutti rendendone le
sue ragioni.
Quanto poi al undecimo Tuono: nel canto fermo egli è piu noto e piu chiaro che non è forsi qual si uoglia altro: si per il suo aere, & la sua natura; si anco perche per dua mesi del anno non si canta mai al-tro che ciò sia il vero guardisi quell'Anthifona. Alma redemptoris mater.
Che si vederà se io dico il vero, ò pur buggia; come anco che non volesse credere che si ritrouasse il
duodecimo, si certifichi & chiarischi in rimirar quell'altra che si suol dir di Pasqua Regina Coeli, &
me ne dichi poi il suo parere.
Non voglio che la multitudine de detti ò la forza delle parole vinca le contrarie oppinioni & gl'auuersi pareri; ne meno voglio che semplicemente si dia fede al mio semplice dire; ma voglio che uinca la
verita con le proue Mathematicale; atte à vincere & soggiogare qual si voglia sinistra oppinione:
perche rimirando quelle quattro cose commemorate, & essaminandole con diligenza si venirà à chia-rire & a sicurarsi di quello che si dice: Oltra che si trouano ne i libri Chorali de canti fermi molt'altre
cose che ce ne danno chiarezza & manifesto inditio.
Di modo che di loro non ci è da dubbitare che non sieno sempre stati dodeci, poiche l'vno & l'altro
canto ce ne certifica, & ce ne fa fede: Ma se alcuno volesse intendere che i Tuoni harmoniali non
furono mai tanti inanzi che si fosse trouato & introdutto nelle Chiese il canto fermo per lodar Iddio,
& che per questo ò simile ragioni si tiene che non sieno piu di otto: se li risponde & dice che le maniere
di cantare che erano in vso inanzi al canto fermo per esser aeri con i quali si cantano l'Historie Poeti-che ò le lode de gl'antichi Heroi & Dei, non solo non erano ne otto ne dodeci: ma erano secondo che in
diuersi autori si legge almeno quindeci, il che non fa à proposito delle cantilene harmoniale per non ha-uer tutta quella intiera conuenienza insieme, hauendo altri ordini & altre maniere: & poi anco uoglio
credere & concedere che inanzi la sudetta inuentione de canti fermi fosse in vso questa Musica figu-rata che hora habbiamo al presente; & che per inanzi si componesse con gl'istessi stili & maniere; io di-co che mi si aduchi vna cantilena, & un essempio di quel tempo, che io vederò se io son forzato à crede-re che già non fossero se non otto.
Io so bene che de simil sorte de canti non ne troueranno vestigie, si perche il tempo l'ha consumate: page 202vsi anco perche quelle maniere non haueano che fare con le moderne, essendo le moderne una agregatione
di molte buone modulate voci contrarie à quelle ch'erano ben modulate Rime: e però conueniamo confessare che da quel tempo che noi habbiamo memoria delle maniere di comporre, per le cantilene anti-che, habbiamo la istessa nummeratione de Tuoni: & sempre sono stati tanti, quanti li vediamo esser ho-ra: Et hoggi giorno ancora n'apparerieno (parlando de i canti fermi) se per commodità de gl'aeri da sal-meggiare non ne fossero de molti ne gli otto cammuni [sic: communi] aeri stati trasferiti & commutati: ma però ce ne
sono remasti tanti che ce ne fanno ferma & indubbitata fede, come appertamente vediamo.
Doue che coloro i quali tengano, che ne i canti fermi non ci sieno i sudetti dodeci Tuoni, simili à i
Tuoni harmoniali s'ingannano, et sono in grand'errore; perche vi sono et ui sono stati sempre.
Quello in che noi nel nummerarli erriamo, commodamente per distintione et commodità de i ragionamenti, lo vederemo nel Cap. seguente: essendo cosa di diletto, et piaceuole d'udire cosi quanto sia stata
la superiore; alla quale voglio por fine parendomi che sia hora et tempo.
In che modo sia nato questo errore di tenere che li Tuoni harmo-niali sieno solamente otto, & non dodeci come sono stati sempre mai. Cap. XVI.
FAcilmente quando nella conseruatione di quelle cose, che hanno stretta conuenienza insieme
si vsa piu vn nome che l'altro, et che contenendosi sotto vna istessa voce, vna si dimette et
l'altra si riceue; facilmente dico quella che piu si usa, quella si mantiene et in essere si conser-ua, come per contrario quella che si lascia et che manco si usa; con facilità mirabile si smarisce et perde.
Questo è intrauenuto à i Tuoni harmoniali, che per hauer hauuto conuenienza, & vna gran do-mestichezza con alcuni aeri Musicali, & essi con i detti aeri essendo conuenuti sotto questo particular
nome di Tuono; ha fatto che i se sieno confusi, & che oltra la confusione si sieno tenuti nella quantità de
numeri con i numeri de i detti aeri.
Gl'aeri che io dico sono quelle maniere di salmeggiare che communemente si chiamano Tuoni: i quali per essere stati dal vso restretti in vn numero ottauo; & le maniere Musicale esser similmente state
chiamate Tuoni à poco à poco si è venuto à tale (per esser stati molto piu quelli che hanno hauuto co-gnitione de i sudetti aeri da salmeggiare che gl'altri di esse Maniere Musicale;) che con vna denomi-nation sola si è inteso l'vn & l'altro, tutti compresi sotto vn numero: come seria à dire; perche sotto il
nome de Tuoni già molt'anni si comminciò à intendere non solo il Tuono harmoniale; ma anco gl'aeri
da salmeggiare, & essendo la cognitione d'essi Tuoni harmoniali rimasta in pochi, & quella che gl'ae-ri sudetti diffusa in molti: quei molti hanno sparso questa voce & hanno fatto credere à molti altri, che
i Tuoni harmoniali non fossero se non otto: & che ciò sia il vero vediamo che quando loro vogliano prouare ch'essi Tuoni non sieno se non otto; subbito intrano nelle ragioni de i sudetti aeri da Salmeggiare;
& non s'aueggano ch'essi aeri con essi Tuoni quantunque habbiano vn medemo luoco per la loro co-gnitione, non per questo sono gl'istessi: perche il loro essere è molti diuerso dal essere et maniera di Sal-meggiare.
Io chiamo aeri & maniere di Salmeggiare quei aeri con i quali si salmeggia & si cantano i Salmi
nelle Chiese per lodar Iddio tutti in una voce: perche mi pare che non siano altri, & che altrimente non
si douerieno chiamare.
Che ciò sia il uero che i Tuoni harmoniali sieno diuersi & differenti da gl'aeri da Salmeggiare: basta
solo il considerare l'harmonia del uno & del altro; che si vederà quelle maniere de cantar Salmi, non
esser altre che semplici aeri cauati dal harmonia delle cantilene tanto figurate, quanto che Chorale.
E però questo non fa caso che si trouino piu Tuoni harmoniali che aeri, ò manco arie che Tuoni
harmoniali: perche quando si volsero introdur quest'aeri nelle Chiese per cantar i Salmi, quelli che ne
furono inuentori, & che l'introdussero si contentaranno di otto solamente (riserbandomi à ragionar del
nono & de gli altri altroue:) parendoli che questi otto fossero abastanza: ma non resta per questo che le
cantilene del una & del altra Musica non sieno in quella quantità di numero che sono le loro specie con
che le si formano.
In questo modo i Cantori & quelli che hanno hauuto cognitione di Musica per quella conuenien-za, che hanno gl'aeri & i Tuoni harmoniali insieme (che è quella che si caua dalla fine di dette cantile-ne alhora che si dice per dire come si vsa, questo è primo Tuono questo è secondo) &c. al aere con che si page 203Salmeggia smenticatosi la vera cognitione de canti s'hanno creduto, & hanno sparso questa voce
che non ci siamo piu di otto maniere di cantilene, sottoponendole tutte à gl'otto aeri con il nome de
Tuoni.
Questa è la causa che molti nol vogliano credere & stimano pazzi chi crede altrimente: poi che nel
nummerarli & nel darli le diffrenze loro, si come dalla fine delle cantilene essi Tuoni si conoscano, cosi
ancora conoscendosi gl'aeri ch'io dico, dicano che non sono se non quanti sono gli sudetti aeri da Salmeg-giare: et non s'aueggano che i detti aeri non hanno che fare con gl'harmoniali Tuoni.
Però ogni uolta che di loro si vorà hauer cognitione, & si ricercarà il loro particular essere, deposto
la cognitione de gli aeri con che si salmeggia, si ha da procedere con i suoi debbiti mezzi, et caminare
per le loro debbite vie, che cosi non si commetterà veruno errore: Le loro debbite vie, et i debbiti mez-zi loro, sono i finali: & si conoscano da l'vltima figura in che finisce vn canto, tanto Mucale [sic: Musicale] et figu-rato, quanto che fermo et Chorale.
Alhora senza uerun pericolo di errare si venirà in cognitione di quello che sia Tuono harmoniale,
et aere da Salmeggiare; et con la uera cognitione di uno et dell'altro oltra il conoscerli, si scuoprirà in
che modo si sia fatta questa unione di nominare Tuono il canto, et il suo aere; et come per la fine delle
cantilene che hanno dopo se l'intonatione di poterci sumministrare et cantare qual si uoglia Salmo, si è
fatto questo errore; errore da dotti molto ben conosciuto, reprobato, et fuggito: perche conoscano non
hauerci che fare, non essendo altro alla fine che pure maniere da cantarci qual si uoglia cosa che sia si-mile à i Salmi: tolte le loro denominationi da i Tuoni harmoniali delle cantilene figurate ouero Cho-rale alle quale sono ministre et serue.
Per questo ogni uolta che si hanno da considerare le cantilene in quanto al suo Tuono, non si ha mai
nella sua consideratione da interporre cosa ch'appartenghi alle sudette maniere et aeri da salmeggiare.
Quale sieno le vere & proprie forme de i Tuoni harmo-niali. Cap. XVII.
ANcor che di sopra nel Cap. 7. sia stato detto che i Tuoni harmoniali si formano di otto Tuo-ni di grado, non per questo si è detto quale sieno le loro uere et proprie forme: perche altro è
il considerare esso Tuono harmoniale in quanto alle sue distanze et gradi, et altro è il consi-derarlo in quanto al harmonia che produce et che di lui n'esce.
Alhora che nel sudetto Cap. lo considerammo, lo considerammo solamente in quanto alla forma
d'essi gradi, cercando quanti gradi possa ascendere et descendere: hora habbiamo da ricercar vn poco
piu intrinsecamente et uedere se l'harmonia che n'esce et produce, è tutta d'vna sorte, ò se pur è diuer-sa, in quante specie si diffondano.
E però lasciato da vna parte quel ragionamento della sua graduata forma, & tolto à ragione del
suo proprio et essential essere: dico che si come habbiamo ueduto ch'esso Tuono harmoniale no può esser
vn solo; cosi anco è impossibile che tutti quanti sieno d'vna sorte, et d'una medema specie: perche se con-uenissero in una medema specie & sorte, per forza conueniriano esser vn solo, et non piu come sono: Quello che li fa esser diuersi & differenti sono le diuerse specie di quarte & di quinte che collocandole in di-uerse maniere & foggie generano & producano tanta diuersità che li fanno ariuare sino al duodecimo
nummero.
Queste quarte & quinte sono quelle parte che hanno tanta forza & potere di render diuersa que-sta foggia di Musica da quest'altra, & questo Tuono harmoniale da quest'altro, & sono quelle che
si dicano essere & darli le vere proprie & specificate forme.
Di modo che quante sorte de quarte & di quinte che si trouano nella Mano Musicale, tanti Tuoni harmoniali si trouano: perche se restasse una quarta et una quinta vacua senza esser adoperata
ne seguiria che in quel luoco si potesse formare vno de i sudetti Tuoni: ma essendo tutte adoperate & occupate, bisogna dire che non ci sia luoco per altri Tuoni parlando de gl'harmoniali; et che quante spe-cie delle sudette quarte et quinte si trouano, tanti harmoniali Tuoni si formano, et si trouino.
Essendo donque le quarte et le quinte quelle parte principali, et quei mezzi piu potenti che for-mano le variate specie del harmonie, bisogna sapere che non per altro queste due parte sono le
loro vere forme, solo perche infra tutti gli gradi che sono nel Tuono harmoniale, il quinto è il page 203vpiù nobile: perche è il piu soaue & il piu dolce: Onde perche si come altroue ho detto che nel otta-uo numero tutti gl'interualli Musicali si riposano, trouando in l'ottaua l'istessa voce dell'Vnisono, cosi
scorrendo esso Tuono harmoniale per tutti i sudetti interualli Musicali, trouando nel ottauo numero
l'istesso interuallo di prima si ferma: cosi poi riceuendo l'interuallo della quinta per il principale ò il
più nobile, & douendo ariuare all'ottaua riceue la quarta come quella parte che forma l'altra soauità
& dolcezza, & che lo fa ariuale [sic: ariuare] alla sua perfettione: Ne bisogna riguardare alla dolcezza di vna, &
alla dolcezza del altra: perche paragonadole insieme vi si troua gran differenza, per esser piu soaue
& piu dolce vna quinta che vna quarta: ma quando le si paragonano per questa via, & che le si pon-gano ad informar vn Tuono harmoniale le riescano di dolcezza eguale: perche tra l'Vnisono & l'ot-taua si comprende la detta quinta, abbracciata da consonanze simile alla consonanza sua che è conso-nanza perfetta; & dal detto vnisono & essa quinta per ariuar all'ottaua ne corre questa quarta:
Cosi formandosi il Tuono harmoniale di otto Tuoni di grado, si pigliano infra questi gradi la quin-ta come consonanza di mezzo, & la quarta come l'integra parte che si troua dalla quinta al ottaua.
& si dicano che sieno i proprij & i principali mezzi che formano le specificate harmonie; perche
dal numero primo al numero ottauo non si trouano con le voci consonanze piu perfette; proui ogni vno
di partirsi dal vnisono & andarsene all'ottaua che si certificarà del vero.
Per questa via non solo venirà in cognitione mediante le consonanze perfette di quale sieno le sudette
proprie forme de gl'harmoniali Tuoni; ma anco come necessariamente vi concorrano otto gradi di voce in modo tale che li sforzano ad ariuare à quel preciso numero se vogliano esser perfetti; perche ca-minando dal sudetto primo numero sino all'ottauo, tutte le voci si trouano esser dalla prima differente
eccetto l'ottaua che ritorna à rinouar la prima, cosi se loro passano oltra questo prescritto numero di
perfettione, il passare non è altro che vn rinouare in ottaua quelle prime voci che si sono cauate dal
Vnisono; come anco il mancare, non li fa esser si perfetti come potriano essere, potendosi ancora altre
voce produrre senza di riuocarne alcune.
Di modo che stante gli otto gradi con i quali qual si voglia specie di harmonie modulanti si può
formare; da loro se ne caua la quinta & la quarta, come parte piu buone, & per via d'esse se ne for-mano specificatamente quante sorte che se ne ritrouano nella Mano Musicale. Ecco dunque quale sie-no le vere & proprie forme de i Tuoni harmoniali: possiamo lasciar queste considerationi & venir ad
altre piu certe & più sicure.
Per qual via & con qual ordine le Quarte & le Quinte formino i Tuoni harmoniali. Cap. XVIII.
QVando le false ragioni & le praue credenze sono ben bene essaminate, & che con rigor del
vero sono euintilate & esposte, perdano ogni apparente forza & falso vigore: perche
il falso vigore con qual si voglia forza apparente nel apparir del vero fugge & sparisce,
& sparendo cede; arrecandosi à vergogna & attribuendosi à disonare l'esser dal vero conculcato &
vinto.
E però in questa diligente essaminatione della forma de i Tuoni harmoniali al apparir della verità
chiara; sparischi ogni apparente ragione che essi non sieno piu di otto; quando che le proprie loro for-me passano questo numero ottauo, & ariuano sino al duodecimo: perche chi n'assegnasse con ogni sorte
di ragione, la ragione, & gl'essempij di Aloysio Dentice, che nel suo Dialogo primo sotto il
nome di Modo Dorio Hypodorio, Phigio [sic: Phrigio] &c. ne dimostra solamente otto, non assignaria sufficiente
proua; se la proua è manifesta & chiara. Quello che ce n'ha dato inditio chiaro & certo, è stato la
loro propria forma: & poi il sudetto Dentice non piglia assonto di prouare che non sieno piu di otto,
ma si è formato nel ottauo, perche forsi ha hauuto nella intentione i Tuoni harmoniali conforme à gli
aeri da Salmeggiare: essendo che egli di tutti otto n'assegna le specie particulare: & assegnandole è forza dico ch'egli habbia veduto quelle specie vacue che restauano: Però diciamo che essendo dodeci le
specie, è forza che sieno tanti quanti esse specie sono.
E coloro che nel inuestigarle non li troua, ò che hanno qualche difficulta intorno alle sei gia nomi-nate lettere; sappiamo che per ogni lettera vi se ne formano due: e perche se nel formarsene dua si
formassero tutti dua à vn modo veniriano à essere vna cosa istessa: per questo volendosi constituir page 204differenti, douendo constare de otto gradi diuisi per quarta & per quinta, sempre al primo che per or-dine di numero si troua in esse lettere oltra la quinta principal forma de i Tuoni harmoniali, vi si agiunge di sopra anco la quarta: & per cauarne il compagno, quella quarta che vi si dispone di sopra, vi si
dispone & accomoda di sotto.
A talche possiamo cauar questa regola vniuersale che la quinta sia principal forma de tutti i sudet-ti harmoniali Tuoni, & che la mettà ne sieno formati con vn ordine, & l'altra mettà con vn'altro.
Et perche come ho detto per ogni lettera ve ne sono dua: bisogna che la quarta essendo la principal
differenza loro, hora sia collocata dalla parte di sopra, & hora di sotto: & cosi in quel luoco che si ri-troua il primo fine; sia la dispositione de gli otto gradi per quinta & per quarta ascendente per in-stitutione del primo & che poi per institutione del compagno, stando ferma la quinta se li ponghi
la quarta di sotto in quel modo che l'hauea di sopra che ne cauerà l'altro. doue che queste dipositioni
mostrerà il primo & il secondo Tuono.
[Music example]
E questo perche quella quarta che si ritroua
sopra dalla quinta hora è collocata di sopra: hora di sotto come si vede, perilche se si hà tutte
quelle vere & reale distintioni che in questo caso se ne possi hauere.
Presuponendo dunque le quinte per primo fondamento de i Tuoni harmoniali; la binaria disposi-tione delle quarte fa che per ogni lettera se ne formino dua, vno con la dispositione di sopra & l'altra
di sotto. Cosa che con tal dimostratione & principij facilmente s'intende & capisce: massimamente
quando che con il leggere attento, si considera quel che si legge: perche le non sono cose di tanta diffi-cultà che non si possino intender bene.
Et qualunque volta che vno questo non intende à se stesso può attribuir il difetto, non hauendo letto
con attentione.
Hormai che habbiamo reprobate le opinioni di coloro che tengano i Tuoni harmoniali non esser se
non otto; & formato il fondamento che sieno dodeci: possiamo entrar nel restante; & veder quel che
ci rimane con altra maggior facilità & chiarezza: poiche tutte le cose difficile se ne sono passate, &
à fatto à fatto demesse.
Di doue si cauino queste Quarte & queste Quinte & come habbiano hauuto principio. Cap. XIX.
Alhora che nelle cose importante & difficile si troua ostaculo, che in qualche parte se non in
tutto ne repugni il senso & la ragione; ricorrendo immediatamente alle vere & reale de-mostrationi, lume & sole d'ogni offuscata & tenebrosa, col mezzo loro ne veniamo à
scoprire & manifestare tutto quello che alla realtà del vero ne fa bisogno: perche tutto quello che si
espongano con le dotte & sottile espositioni, & che ne vien dato ad intendere, in vn tratto nel apparir che
fanno gli essempij & le ragioni sensate si ci scuopre qual si voglia cosa nascosta.
Per questo dottamente vsarono i Filosofi & qual si voglia acutissimo espositore nelle dotte & sen-sate espositioni loro di venire alle Mathematicali proue; poiche per quella via dimostrauano esser vero
tutto quello ch'essi n'haueano detto, & meglio che ne hauea desiderio d'intenderle l'intendea: piglian-done per questa via la propria & vera cognitione: & però se mentre che noi siamo in questa cognitio-ne de i Tuoni harmoniali ci nascesse qualche dubbio, che non ostante le superiore ragioni che ce li fan-no toccar con mano; ricorrendo alle reale demostrationi ogni vno del suo parere si potrà chiarire: se
bene ce ne sono pochi che sin hora hormai non sieno stati chiariti facendo diligente inquisitione, di donde si cauino le loro proprie forme che sono le superiore quinte & quarte.
Poiche ricercandole, doueremo ricorrere alla Mano Musicale, & iui facendone diligente inquisi-tione le ritrouaremo tutte quante essere con vna mirabile diuisione distinte.
Però debbiamo sapere che formandosi la superior Mano Musicale di quelle sette lettere che habhia
mo [sic: habbiamo] veduto di sopra nel cap. 24. del primo lib. & disponendosi por [sic: per] ogni Tuono harmoniale la quarta
hora di sopra & hora di sotto della quinta lor forma principale: se ne haueranno tanti che ariueranno sin al numero de dodeci. & non è da merauigliarsi che ariuano sin à quel numero perche per ogni
lettera che vi si dispongano, le dispositioni sono diuerse, & non simile. page 204v
Questa è la causa del numero loro: ch'ogni vno può ben pensare che se si somigliassero in tutto il loro esser serieno gl'istessi, & i medemi.
Cosi dalla diuersita loro n'è venuta et risultata la loro origgine: perche veduto come le prime di-spositioni non si somigliauano alle seconde, furono trouati tutti i loro principij; et fin tanto che ci fù da
poterli variare, tanti ne furono formati: si che finito le varietà, si come si trouauano l'istesse lettere, cosi
si veniuano à trouar le medeme quarte & quinte.
Di questo il senso ce ne può far fede disponendo la sudetta quarta per ciascheduna lettera dopo la
quinta hora di sopra, & hora di sotto, che trouerà sempre nuoue variate dispositioni, & volontariamente al vero ci farà acconsentire.
Dimodo che i Tuoni harmoniali hauendo per loro fondamento le quarte & le quinte; per mez-zo della doppia dispositione delle quarte si cauano la diuersità, & dalle diuersità che si trouano sparse
& distese nelle sudette sette lettere, se ne caua la quantità & il numero, il qual deriua da vn const$uto
principio modulante, cauato dal numero di esse lettere per via di speculatione fatta mediante l'huma-no ingegno.
In qual lettera della Mano Musicale si pone il principio de i Tuo-ni harmoniali. Cap. XX.
Siamo giunti à vn termine che possiamo caminar hormai con parole piu chiare, & fare i ragionamenti vn poco piu succinti: poiche habbiamo passato il procelloso golfo delle difficultà im-portante, non solo in quanto alla proua del numero, ma anco oltra la quantità nummerale al-la loro forma & dispositione: E però deposto qual si voglia dire, dirò solamente che trouando nella Ma-no Musicale sette lettere come habbiamo altre volte veduto, & fuori di quelle non trouar altro che l'istesse renouationi, si ha da sapere che se bene l'A è il principio di tutte le lettere, & che da lei iuridica-mente si doueria cominciare: nondimeno perche nel disporui la quarta hora di sotto, & hora di sopra,
come habbiamo veduto che la si può disporre, & che di ragione va disposta: non si potria sotto di A re
hauer una quarta che fosse contenuta dentro di essa Mano Musicale, oltra che non ci seria luoco, senza non rinouarli scale per la parte graue, per questo si lascia l'ordine del principio delle lettere, & si
ascende à i luochi naturali, per accomodar essi Tuoni harmoniali, & per dar campo alla sudetta parte
graue formandosi il principio in D sol re, come in luoco commodo & opportuno che senza passar fuori
della Mano commodamente la parte graue può discorrere, & non vscir fuori se però si vuol caminare
per i suoi limiti & vie.
E però constando l'harmonia di parte graui acute & naturale è stato giusto et conueniente non solo
che la parte naturale, habbia da formar l'aere & il Tuono harmoniale; ma anco douenao [sic: doueano] formare &
constando delle sudette parte era conueniente & giusto ch'egli douesse hauer fondamento & luoco, in
luoco si opportuno & atto, che con la commodità sua tutte le parte potessero esser accomodate: altrimente gl'institutori serieno stati tenuti per dapochi & ignoranti, & per l'ignoranza loro seria stato un giorno forza di rassetarli, & di disporli in modo che à tutte le parte hauessero potuto seruire.
Cosi si vede che in vna ellettion tale, tanto la parte graue, quanto che l'acuta ha campo, & può scorre-re nelle corde del acuto & del graue senza pregiuditio & offesa della Mano Musicale, ò del altre parte: perche ogni parte ha tanti gradi quanto comporta il loro bisogno, & s'auiene ch'alle volte la parte
graue habbia bisogno d'vscir fuori di detta Mano, & che radoppia le scale descendente; questo non fa
caso essendo che quel bisogno, sia accidente, & non propria sua natura.
Questa dunque è la conclusione che i Tuoni harmoniali si formano piu in natura che in graue; &
che per commodità del graue & del acuto s'habbiano eletto D sol re: parendo che in quel luoco sia me-gliore & piu opportuno il collocar la loro fine, quando che le parte commodamente in dette corde pos-sano sumministrare qual si voglia deleteuole harmonia, & formarne qual si voglia soaue & delicato
concento. page 205
Essendosi posto il principio delli Tuoni harmoniali nelle corde di natura, perche piu si è posto in D sol re, che in C fa vt: se C fa vt è il primo luoco di natura. Cap. XXI.
Gia che nel instituire il fondamento à i Tuoni harmoniali fù più commodo & giudicato esser
meglio di fondarli nelle corde di natura, che nelle corde del graue: par che sia stato incon-ueniente à porre il principio loro in D sol re, se C fa vt è il primo luoco di natura: Et qui
è forza di dire per rispondere à quello che pare inconueniente quello che io dissi di sopra nel Cap. 23. del
libro primo, che se gl'antichi inuentori hebbero si bel giuditio nel inuentione di queste & altre cose, pos-siamo ben giudicare che in questo particularmente ancora vedessero quel principio cosi propinquo esse-re il vero principio di natura, & che collocandolo in D sol re: per collocarlo in luoco naturale seria
stato meglio & assai bene à collocarlo in C fa vt, quando che nel collocarlo in D sol re, s'auiddero ha-uer l'vltima specie in C sol fa vt. Che di queste cose cosi particulare non sapendone noi adurre quelle
ragioni che ne doueano adur loro, si crediamo ch'essi non l'habhiano [sic: habbiano] vedute: ma io per me credo che
per certo l'habbiano vedute; & che per qualche forte ragione habbiano lasciato C fa vt, & preso D
sol re: che noi con le nostre inquisitioni & speculationi non le sapiamo trouare.
Onde se m'è concesso di dirne il mio parere, io dirò quello che dicano molti altri, che i Musici pi-pigliando gl'aeri harmoniaci, da gl'aeri Poetici; pigliarano quel aere Poetico che infra li detti aeri
Poetici era il primo & il piu nobile.
Onde perche il Dorico aere socondo [sic: secondo] Latantio & molti altri era il primo di nobiltà & di bellezza
per questo essi Musici, hauendo da loro preso il modo di concertare regolatamente le voci, & di for-marne soaui concenti, douendo dar forma à i concenti loro: pigliarono lo stile & la forma del aere
Dorico & ne formarano il primo Tuono harmonlale [sic: harmoniale]: perche procedeua da suoni ch'escano dalle di-spositioni di re la, come il Glareano ne lo dimostra chiaramente: & non di vt sol: E però questo non
ci deue parer inconueniente: perche noi stessi se vogliamo dir il vero possiamo dire, ch'egli sia Re de i
Tuoni, come il Dorico infra in Modi si tiene che sia Heroico & regale.
Dunque non tanto per la conuenienza che hanno essi Tuoni harmoniali con i Modi Poetici, hanno
da loro preso i principij & hauuto l'origine; quanto che per esser quel Modo & aere, il piu soaue
& deletteuole si pone il principio in D sol re, & non in C fa vt, & si postpone quella lettera che do-ueria esser anteposta: poiche si come non si è hauuto per inconueniente il lasciar le lettere prime del-la Mano, per lasciar campo alle parte graue; cosi anco non si hauerà per inconueniente, che essendosi tolti i Tuoni harmoniali da gli aeri & Modi Poetici si sia collocato il principio piu in D sol re,
che in C fa vt, per farli conuenir insieme.
Essendo il principio de i Tuoni harmoniali collocato nella corda di D sol re: vtrum se seria bene di leuarlo & di collocarlo nella corda di C fa vt; vera & prima corda di na-tura. Cap. XXII.
QVando che in questo caso gl'huomini si disponessero, & che particularmente i Musici vo-lessero cambiar le corde à i Tuoni harmoniali & in cambio di darli il principio in D sol re,
darglilo in C fa vt, non è dubbio che il se potria fare, & che il se faria con facilità & pre-sto, non essendo bisogno di farci altro che collocandoceli di mutarli il nome come dice il Zer-lino: Ma quando che vna simil commutatione si volesse fare, per farla conuenientemente
& bene, non solo bisogneria cambiarli il nome & disporli con l'ordine delle lettere della Ma-no Musicale incominciando da C D E F G A. ma anco bisogneria rimouere tutti gl'aeri da
salmeggiare, & di molte intonationi per dare al primo Tuono che si togliesse nelle corde di C fa page 205vvt vna intonatione: perche stando in C sol fa vt, se gl'accomoda l'intonation del ottauo; & ridu-cendolo in C fa vt, non si sapria qual aere ò intonation se gl'accomodare.
Onde fin tanto che i Musici non si risoluano à fare questa commutatione; & gli ponghino stile
& ordine; sempre si douerà seguire l'ordine & lo stile antico; & questo perche se si cambiassero le
corde de i Tuoni harmoniali nel formar de motetti, madrigali, canzonette & altro, non cambiandoli à
gli aeri da salmeggiare: altro seria l'aere, & altro seria l'harmonia che fusse applicata al aere: &
chi dicesse: che i Tuoni harmoniali non hanno che fare con gl'aeri con che si sumministrano i Salmi:
sappia che molte volte le compositioni se gl'hanno d'applicare, come vediamo nelli Magnificat &
Salmi verspertini, che non si può far di manco di non hauerci che fare: Per questo qualunque volta
che i Musici si risoluessero à mutarli le corde, & à cabiarli [sic: cambiarli] il principio, formatene di nuouo l'intona-tione & gl'aeri, bisogneria fare quello che gia si fece del Kalendario Gregoriano, che leuatone quei giorni che si leuarano, fu commesso ad ogni vno che gl'hauesse per leuati, altrimente se si leuassero a vo-lontà partieulare [sic: particulare], & non commune: piu tosto saressimo per confonderli, che per renderli piu chiari.
Se la penna mia hauesse tanta forza & vigore che dopo le dimostrate ragioni, s'assicurasse della in-stitutione seguendo il parere del Zerlino, farei che la vi ponesse termine & ordine: ma douendoli ac-consentire tutte le volontà particulare de quelli che sono della professione: mi contento, & voglio che
li basti di hauer detto questo; che seria bene di collocar il principio de i Tuoni harmoniali nelle prime
corde di natura; & che gli primi institutori non gli li collocarano, per abbracciare gl'aeri & Modi
Poetici da quali pigliarano l'institutioni, & le maniere di tutte le loro forme: si per incontrarsi nella
principal maniera loro; si anco per proporre nel primo luoco quella vaghezza del primo Tuono; co-me dalla sua dolcezza si può sentire.
Se per l'antica institutione de i Tuoni harmoniali, si constituisce il principio in D sol re, & il fine in C sol fa vt collocandone dua per ciascheduna lettera; come possano esser dodeci, se le lettere sono sette. Cap. XXXIII [sic: XXIII].
OGni volta che si vuol sapere come nelle positioni della Mano Musicale si trouano le di-spositione delli dodeci Tuoni harmoniali, si ha da ridurre à memoria le cose che io dissi di so-pra nel cap. 18. di questo libro, che i Tuoni si dispongano col mezzo delle quarte & delle
quinte; perche riducendoselo à memoria, & essaminando bene da D, sol re, à C sol fa vt: & dispo-nendoui per tutto la quinta: trouerà in B fa b mi non poterui dispor quinta: perche quella quinta che
vi si dispone è quinta falsa & non cantabile: non potendo produrre harmonia, ne dolcezza che possi
risonare: e però lasciato da vna banda la quinta di B fa b mi, ne rimangano sei nelle quali disponen-doui la quarta hora di sotto, & hora di sopra, ne risulteranno tutti i dodeci Tuoni harmoniali con
quella commodità che si può vedere, quando ch'vno si vuol disporre d'essaminarli bene ad vno ad
vno: & ricercarne l'essenza loro particulare.
Onde dopo che io ho scoperto che per cagione della quinta falsa che si troua in B fa b mi: in quella
corda non se ci pone alcun Tuono: non mancherò anco d'assegnarne la sua intima & particular ra-gione; & dire che la quinta falsa non forma mai Tuono: perche quel che è falso non è mai buono,
come tutti sanno; & non hauendo bontà in se si conuien porla da vn canto, & lasciarla stare: &
chi dicesse che nella sudetta corda si troua di formarui la quinta buona di ponendola in F fa vt secondo
col porui il fa del detto B fa b mi al incontro: se li dice che il simil dispositione non è naturale; ma si
chiama dispositione trasportata: che ben si vede le cantilene di natura non hauer mai bisogno di b molle.
Per questo quando si dice che nella sudetta corda di B fa b mi, non vi si forma quinta buona, s'in-tende sempre di quinta naturale, à corrispondenza di tutte l'altre quinte che formano i sudetti Tuoni,
& non mai di quinta tolta fuori di natura, perche quelle sorte di quinte si chiamano quinte trasporta-te: ne men credo che in questo proposito ci serà nisciuno che arguendo dica che B fa b mi ancora for-ma vna quinta naturale descendendo in E la mi primo, perche breuemente in questo caso se li diria che
le quinte de i Tuoni harmoniali procedano in tutte le loro corde per gradi & dispositione ascendente;
& non mai descendente; essendo che le reuolutioni sue seriano l'istesse quinte riuoltate che ben si vede page 206come riuoltando la quinta di B fa b mi, si ritroua la quinta della seconda specie di essi Tuoni
harmonali.
Per questo si dice che essendo quella quinta de altri, la quinta sua superiore, non serà quinta buo-na, ma falsa & cattiua: per la cui falsità non serà possibile di poterci fondare alcun Tuono harmo-niale; fondandosi in quinte ottime perfette & buone.
Quale sieno le sensate, & reale demostrationi de i dodeci Tuoni harmoniali. Cap. XXIIII.
PEr piu certo segno, & maggior sicurezza di tutte le cose antedette non voglio man-care di descendere à gli sensati & Mathematicali essempij: sì perche meglio s'inten-di quel che io ho detto con quello che mi resterà à dire: sì anco perche si vegga i prin-cipij, & s'impari di cauarne le reale & sensate loro demostrationi.
Però sopra quel che io ho detto de i principij, & fondamenti de i Tuoni harmoniali & del-le loro forme.
Dico che chi sin hora non ha inteso troppo bene le positioni, le forme & le decchiarationi fatte
di sopra in questo proposito & materia, può riguardare in questa figurata mostra.
[Music example]
Che vederà in che maniera si formino, & in che positione ò luoco habbino fondamento: sopra
della quale io non ne farò altro lungo ragionamento potendo ogni vno vedere il Glareano, il Zerli-no, l'Artusi & altri che hanno fatto le medeme mostre, & dimostrato gli medemi essempij: solo di-rò che queste sono l'essenze che distingnano questo Tuono da quest'altro, & sono di tal sorte che se
bene non si trouano cosi scoperte & nude dentro alle compositioni: nondimeno vi sono collocati con
tali accompagnamenti, che vi riman l'aere.
Questo si dice, accioche vno non creda che se vn canto non ha la dispositione di quelle precise fi-gure, non sia di questa sorte de Tuoni; perche alla essential forma del primo Tuono basta che la par-te naturale produchi questo effetto.
[Music example]
O con altra varia disposition di figure che passino per queste corde in foggia di re la, & re sol;
& che nel terminare, termini nella corda che si vede: cosi de gli altri non è necessario che si vegghi-no [unclear: le] quinte & le quarte cosi scoperte: perche le si pongano cosi scoperte & nude per breuità, &
[unclear: succinta] chiarezza di chi brama vedere qual sia l'essential forma de i Tuoni harmoniali, da i quali si
pigliano le cognitioni, & se ne forma la loro particular scienza.
E però qualunque volta che vno vuol conoscere vn Tuono harmoniale: discorra nella parte na-turale che è quella del Tenore, & vegga la prima cosa s'egli è di quelli che habbia la quarta di so-pra della sua quinta; & poi se la dispositione del canto è di vt sol, ò di re la, ò di mi mi, ò di fa fa:
[unclear: et via di] mano in mano come si vede nell'essempio superiore, et ultimamente veduto il fine: potrà dir al
sicuro questo è in tal Tuono: auertendolo di questo che il Tenore può per accommodar l'altre parte finire di sopra al suo natural fine vna terza, vna quinta, & anco vn'ottaua: e questo perche il Basso page 206vin quel caso fa quel fine & forma quella voce che doueria formar il Tenore: come piu commoda-mente vederemo ne i Capitoli seguenti.
Per la conuenienza che hanno i Tuoni harmoniali nella esteriore & semplice forma, in che modo si formano, & si fanno le loro particular denominationi. Cap. XXV.
SE non fosse la doppia dispositione che si fa della quarta, disponendola ne i Tuoni harmonia-li hora di sopra & hora di sotto come si vede nel Capitolo superiore, in quanto all'appa-renza semplice non solo conueniriano tutti in vna particular denominatione: ma anco non
essendoci piu di sei specie di quinte variate, arriuariano solamente al numero de sei, & non si potria-no far conuenire sotto generici nomi.
Onde perche la sudetta quarta è cagione del lor numero multiplicato, è ancor causa che entrando-ci per due bande, in due modi principali si faccino le sue diuisioni: & che pigliandoli tutti dodeci in-sieme, facciamo differenza trà quelli che hanno la quarta disposta di sopra, & quelli che l'hanno di
sotto, non essendo conueniente che hauendo le forme cosi dissimile, si possino ridurre tutto sotto vn'istes-so nome: E però si ha da sapere che ogni Musico & Theorico scrittore vedendo questa dissimi-litudine & disconuenienza per constituirne la loro differenza, tutti quelli che hanno sopra la quinta
la quarta ancora, tutti dico gli han chiamati Tuoni autentici ò principali: & quegl'altri che hanno la
sudetta quarta di sotto della quinta gli han chiamati plagali, ouero collaterali.
I primi sono stati adimandati, autentici ò principali, perche sono i primi, & quelli da i quali
deriuano gli altri; come anco i secondi si chiamano plagali ouero collaterali perche nascano per via
de i principali.
Questa diuisione si fa per sapere in ogni caso se le distanze de gradi che hanno i Tuoni harmonia-li sono tutti dalla parte di sopra, ouer di sotto; & per saper anco ragionare de quei Tuoni, che sono
causa & origine de gli compagni.
Pero questo se ne forma l'infrascritta regola, che tutti i numeri che sono dispari dimostrano i Tuo-ni autentici, & gli pari li plagali: & chi ricercasse perche causa gli autentici come principali incom-minciando dall'uno non seguitano per ordine fin che possano essere & fare che si come sono tutti in
numero disparo, habbiano à essere in numero sequente: sappia che simil'ordine non derroga punto al-la natura loro: perche questa traspositione di mettere secondo l'ordine de i numeri vn Tuono autenti-co, & vn plagale; si fa per la coaderenza che hanno insieme, hauendo ogni plagale origine dal-l'autentico.
Onde chi li volesse separare, & porre gli autentici da vna parte per ordine de numeri & i pla-gali dall'altra; oltra la confusione che ne seguiria si veniria à dissoluerli, & sradicarli da i suoi cep-pi & radice, come qual si voglia Musico può giudicare.
E però ragioneuolmente fattosi le diuisioni de gl'autentiei [sic: autentici] come principali, si ricconoscano per pa-troni de i plagali, & i plagali per loro descendenti, tenendosi ogni particular Tuono autentico il suo
plagale appresso, come sua madre & sua genitrice.
Come in tutta la disposition d'vn canto facilmente si posi cauare la cognitione di vn particular Tuono harmoniale. Cap. XXVI.
CHi non ha tutta quella cognitione & prattica de i Tuoni harmoniali: non ostante gli inditij
manifesti & le chiare mostre delle sue disposte quarte & quinte distese quì di sopra nel Ca-pitolo 24. non potrà mai cosi ageuolmente conoscerle come farà vn perito & perfetto pro-fessore di quest'arte: essendo che spesse volte, et quasi sempre la disposition delle figure Musicali, per la va-rietà de concetti, et per l'abellimento delle cantilene son tale, che ornando le reale et principali forme sue page 207toglie à i mediocri, & à i debili di conoscerle, non vedendole nude & scoperte; come per dargline co-gnitione gli sono state mostrate: & cosi in molti casi si trouano dubbiosi & irresoluti, per il cui dubbio
& irresolutione non sanno poi che si dire.
E però coloro che di questa cognitione sono si poueri, che non sanno, ne meno possano dire sicura-mente questo canto è del tal Tuono; riguardino al andar del detto canto, & habbino questa particu-lar auertenza di riguardare alla dispositione delle cadenze; che quantunque in ogni corda possino es-ser disposte, nondimeno ve le troverà disposte si ben nelle corde naturale, che li faranno sentire che
insieme con la corda finale quelle principali delle quali se ne forma la cognitione, & se ne caua
il vero inditio: perche le cadenze naturale sono quelle che si formano ne gli estremi della quinta
come seria à dire se noi formiamo la quinta della prima specie collocata in D sol re, & la disporemo
cosi per consonanze.
[Music example]
Haueremo che per la fine & dispositione il canto sia del primo Tuono; & se bene le cadenze non
fossero cosi ben disposte che le non apparessero cosi chiare & manifeste: ma che in cambio di si chiara apparenza & dispositione fossero formate in quest'altra forma.
[Music example]
Non per questo il resterà di esser l'istesso, hauendole disposte nelle medeme corde con ordine contra-rio e questo perche nelle cadenze quello che si fa di sotto non si può far di sopra, ne quel che si fa di so-pra si può far di sotto conuenendole incontrar insieme come quì si vede.
[Music example]
Però qualunque volta che vno nella parte del
Tenore trouerà simil maniere & andamenti, hauerà per certo che quello sia il primo Tuono harmo-niale, & questo perche nel suo procedere s'intona
la quinta sua principal forma, & col ascendere al-la quarta, se ne descende alla corda finale con quella maniera che si vede.
Qual particular auertenza bisogna hauere per conoscer be-ne questo & quel Tuono harmoniale. Cap. XXVII.
E tanto facil cosa d'ingannar vno ne i cambij & le variatione, massimamente nelle cose de i
Tuoni harmoniali che piu non si può dire: e questo perche le persone hanno tanto fissa la men-te alle corde naturale, che rapresentandoseli dinanzi à gli occhi vna cantilena trasportata, si
credano che la non sia piu quella.
Però coloro che non hanno questo particular riguardo; hanno da sapere che tutti i Tuoni harmoniali si possano trasportare, & de naturali che sono farli trasportati.
Questo si fa tutta volta che si ha vn canto per le mani che nel suo essere & forma, sia di questa sor-te d'aere formato & fatto. page 207v
[Music example]
Et che in cambio di formarla tra le corde di D sol re, e D la sol re; si forma trà quelle di G sol
re vt primo & secondo: formando il b molle nelle corde di B fa b mi, come quì si vede.
[Music example]
Allhora che vno lo vederà & essaminerà bene lo trouerà esser l'istesso; perche in tutti dua i modi
che si cantino, sempre le figure seranno re re mi fa con tutto il rimanente: Onde per vedere che tutte le
dette figure sono l'istesse si dirà che sia il primo Tuono harmoniale, non ostante che la dispositione della
quinta & della quarta del secondo essempio sia in altre corde di sopra assegnate & dimostrate: E perche
la corda in che egli finisce, non è la sua corda naturale, per questo si chiama primo Tuono trasportato.
Col lume dunque & la cognitione di questo essempio si cauerà questa regola vniuersale, che tutti i Tuo-ni naturali si possano trasportare, & collocar per ordine trasportandoli vna quarta di sopra à i suoi
luochi di natura come in questo essempio si vede.
[Music example]
Ma perche se il Tenore come parte dalla quale si prende il lume & la cognitione della specialità di
detto Tuono si formasse in quelle corde che si vede, da i primi in fuora che sono poi de cinqui ò sei biso-gneria chi volesse accommodar l'altre parte vscir fuori della Mano Musicale: per questo disponendoli
in quelle corde che quantunque mutati sieno l'istesse quarte & quinte, i se trasportano in questi luochi.
[Music example]
Ne queste tante diuersità de luochi farà parer strano à Cantori & à scolari non troppo ben periti in
questa professione la facile & pronta cognitione de ciaschedun Tuono harmoniale, perche alla fine es-saminandoli bene tutti, li trouerà esser quegl'istessi che habbiamo veduto di sopra nel 24. Cap. di que-sto Libro; quando che si sono mostrati tutti i sudetti Tuoni per natura: E però non si douerà merauigliare, perche si come habbiamo veduto che non possano essere piu de dodeci per rispetto che in tutti i luochi page 208che noi li volessimo formare & instituire, in tutti vi trouaressimo gli già instituiti; cosi ancora in tutti
quei luochi che gl'istessi senza offesa del compagno ò di entrar nel medemo si possano formare, i Mu-sici & i professori di simil cose ne l'hanno voluto formare; per il che essaminando tutti i luochi & le positioni della Mano Musicale se be [sic: ben] sono formati tutti gli ordini superiori. Con i quali qual si voglia
Compositore volendo può formare qual si voglia compositione, & accompagnar le parte in quel modo
che li pare e piace; perche in tutti i modi che gl'accompagnerà seranno gl'istessi accompagnamenti, &
ne risulterà in quanto al Tuono l'istessa harmonia.
Questo si fa accioche questa particular scienza sia in ogni parte libera e sciolta, & non habbia
che la tenghi legata & soggetta: ma possa in qual si voglia occasione preualersi di quello che piu li ag-grada ouer li diletta.
Perche causa i Musici hanno trouato di trasportar i Tuoni harmoniali fuori delle loro corde naturale per collo-carli in altre corde. Cap. XXVIII.
SEmpre che si considera la fine (perche si trouino piu cose che tirano à vn medemo disegno) &
che col fine si vede quantità multiplicar in vn soggetto; chi non sà piu che tanto si crede es-ser superchio quel che piu di vno vi vede ò troua: & talmente la natura c'insegna di repro-bar la detta quantità senza proposito ritrouata che anco il Cantore trouando i dodeci Tuoni harmoniali si diuersamente trasportati come quello che non può compatire multiplication'inutile si stupisce, &
quasi sprezzandola abhorrisce d'hauerne di loro cognitione, se con la cognitione de naturali, ne caua
tutta la sua debbita scienza che in questo caso li fa bisogno d'hauere. Onde accioche questa quantità et
multiplicatione non li paia inutile & infruttifera, ha da sapere che nell'ordine delle scienze, sempre
s'abbracciano tutte quelle cose senza le quali essa ne potria rimaner imperfetta, come se i Musici nel
trouar dentro della Mano Musicale sei diuerse specie di quinte, con altre sei quarte diuerse, & quello poterle collocar hora di sotto, & hora di sopra come habbiamo veduto nel Cap. 24 ne hauessero la-sciata qualcheduna per non seruirsene, la scienza seria rimasta deffettuosa & manca per non hauer tutti quei compimenti che potria hauere: cosi ancora le forme de i dodeci Tuoni serieno imperfette se non
si fossero trouate in tutti i luochi & le positioni di detta Mano che si possano trouare: perche nisciuno
che viua può saper la mia voglia, ò la mia intentione: & forsi per qualche mio rispetto od altro buon pensiero non vorò seruirmi delle corde naturali: & se fuori di dette corde naturali trouo di poter far l'istesso perche mi serà egli prohibito? fo io forsi pregiuditio à nisciuna positione; ouero destruggo io vn fondamento per fondarcene vn'altro?
E però già che senza destrugger i fondamenti altrui, ò farli pregiuditio si possano collocare i Tuoni
harmoniali in queste & in quelle corde: non douerà parer si strano che possino hauer il fondamento in
tanti diuersi luochi, quanto nel Capitolo superior si vede: perche in tutti i luochi che sono non essendoli
variata la specie sempre riman l'istesso, per questo se ne forma l'infrascritta regola: che tutti i Tuoni
che sono formati in corde che non habbiano bisogno di b molle, tutti si chiameranno Tuoni naturali
perche sono formati nelle loro corde naturali, come anco tutti quelli che seranno fatti col b molle tutti
si chiameranno Tuoni trasportati; perche seranno gl'istessi, ma fuori delle loro proprie corde: & nota
che quando io dico di non hauer bisogno di b molle, ò di esserne con lui formato si ha da intendere
quando che il sudetto b molle è collocato nel principio d'un canto, & che seguita sino al fine: come se-ria à dire il primo Madrigale del Arcadelt che dice: Il bianco e dolce cigno, & non quando che in
qualche caso nel mezzo di vna cantilena si trouano de b molli, perche quando ch'egli è posto nel prin-cipio dopò la chiaue è segno che per tutto il canto in quel luoco si ha da dir fa: doue non essendoci si di-ria mi, che quando egli è nel mezzo, è segno che in quel luoco solo & per quella volta si dice fa come
nel Cap. 49 del primo Libro si può vedere.
I Tuoni harmoniali dunque non per altra causa si trasportano che per accommodare il Composito-re, & perche secondo la libertà & la natura de i luochi possano esser trasportati.
Doue che per segno de gli naturali & trasportati, breuemente si può osseruar questo che i canti i quali sono senza b molle sono naturali, & che gli altri che sono con il b molle sono trasportati, per page 208vla cui cognitione essaminando bene la natura delle quarte & delle quinte non potrà commetter errore,
& saprà in ogni occasione formarne le particular loro distintioni.
Con qual piu facil osseruanza si possi hauer breue & succinta cognitione de i Tuoni harmoniali trasportati. Cap. XXIX.
QVando che le cose sono assai diffuse & ample, i mal sicuri & poco prattici durano assai fati-ca di saperne riuscire, e questo perche in tanto gran spacioso Mare ogni picciol legno teme.
Onde non è merauiglia se alcuni Musici & Cantori nella cognitione di Tuoni harmoniali
non sanno ciò che si dire, perche dopo l'hauerli veduto nelle corde naturale, vedendoli trasportati in altri
diuersi luochi fà che parendoli variati, si credino che non sieno piu quegl'istessi: per questo io volontieri
mi son eletto di farne la presente decchiaratione; accioche coloro che non li conoscano piu che tanto, sap-piano trouar la via di conoscerli, & d'impatronirsi della loro cognitione.
Però hanno da saper che si come per render compita la scienza Musicale di tutte le sue perfettioni
che possi hauere furono inssituiti [sic: instituiti] gl'inditij del Modo, i segni del Tempo, & il punto delle Prolationi:
& che quantunque vi sieno, da i segni del Tempo in fuora poche volte sieno adoperati: cosi ancora
quantunque i Tuoni harmoniali si possino trasportare in tutte quelle corde che si vede nel superiore
Cap. 27. non per questo i Compositori si seruano de tutti nel trasportarli: e questo perche lasciano che
per ampliatione & abondanza la scienza habbia il suo douere, per seruirsene de quelli che à loro piu
pare, ò piace.
Per tanto lasciandone da banda vna gran parte piglirrò solamente quelli che nelle cantilene sono
piu in vso & dirò, che si come per questo essempio.
[Music example]
Si ha cognitione che il canto sia del primo Tuono per esser composto della prima specie di quinta
che si troua in D sol re, non ostante ch'egli sia trasportato nelle corde di G sol re ut: et che per quest'altro.
[Music example]
Essendo pur formato della medema specie di quinta con la quarta al contrario sia il secondo: cosi an-co de tutti gli altri che seranno formati con il b molle si douerà riguardare sotto che demostration de
nomi risonano le figure: & trouato le specie proprie, dir che sieno quelli che serieno in quelle positioni naturale: perche in conclusione se bene tutti dodeci si possano trasportare, i Compositori che hanno hauuto
riguardo al loro bisogno, se ne sono seruiti per il piu de quattro solamente: i dua primi sono i superiori, &
i gli altri l'vndecimo & il duodecimo: che hauendoli voluto trasportare gl'hanno trasportati in queste
corde che quì si vede.
[Music example]
page 209essaminando dunque ogni compositione si trouerà la piu parte esser formate in queste chiaui, & ha-uer queste quattro terminationi, parlando delle trasportate, & se ne ritrouano d'altre, sono poche & rare che per esser si rare & poche, non mi curerò di farne altro essempio: assicurandomi che per i superio-ri ogni vno se ne possi far da se medemo, ò trouandone de fatti riccorrendo à i naturali possi saperli ri-conoscere, come li conoscano senza veruna difficultà tutti i veri professori.
Demostratione d'alcuni harmoniali Tuoni naturali che hanno bi-sogno di esser con chiarezza demostrati. Cap. XXX.
DOpo ch'habbiamo veduto come con facilità si possi hauer cognitione de i Tuoni harmoniali
altroue trasportati parlando de quelli che sono piu in vso, & piu spesso adoperati, non voglio
mancare di mostrarne ancor di alcuni naturali: e questo perche sono molti che da gli otto primi Tuoni in fuora, non conoscano gl'altri quattro che li seguitano, per la conuenienza ch'hanno con
l'intonatione di che si formano gli aeri da Salmeggiare: & passato le cerde [sic: corde] in che si prende notitia de
gli otto sudetti aeri, non sanno conoscer gl'altri, stante dunque le demostrationi superiore de i Tuoni na-turali, non ho dubbio che habbiamo da ingannar nisciuno, essendo cosa assai pratticata, et si può dir fatta
commune; ma de i quattro che auanzano sopra li otto ci ho vn poco di dubbio: però tutta volta che si
hauerà per le mani vn canto il cui Tenore habbia questa fine.
[Music example]
Si hauerà per certo ch'egli sia del nono Tuono, essendoui la quarta disposta in quel modo che si vede
sopra la quinta, et hauer il fine in quella corda in cui la denotation dimostra, et notato appare. Simil-mente hauendo quest'altra dispositione.
[Music example]
Serà segno ch'egli sia del decimo; e questo perche se egli essaminerà bene la principal forma loro vi
trouerà la quinta specie di Diapente con la quale secondo la dispositione della quarta se ne forma il no-no & il decimo Tuono. Spesse volte si suol trouare ancora vn canto del vndecimo Tuono naturale,
& perche chi lo volesse formare secondo che sono le positioni delle sue corde, bisogneria principiarlo in
C sol fa vt, & farlo ariuare sino in C sol fa, & si toglieria il campo al altre parte come al Alto & al
Soprano di caminar con le loro figure dentro della Mano Musicale; per questo il se finisce in C fa
vt, come quì si vede.
[Music example]
Et si fa rimanere nell'istessa sesta specie di quinta. Di maniera che, chi conoscerà qual si voglia di
queste tre mostre essere quei Tuoni che ne dimostra il lor fine, non ci serà nisciuno che non ricconosca
questo per il duodecimo.
[Music example]
page 209vEssendo formato del'vltima specie di Diapente con la dispositione della Diapason di sotto. Cosi con
queste demostrationi, & con le superiori trasportate, si potrà ogni uno assicurare & dire questo è il tal
Tuono, e questo è quest'altro: essendo che da gl'ordinarij in poi che sono quelli che hanno conuenienza
con gl'aeri da Salmeggiare, la maggior parte & quasi tutti hanno questa sorte de finali: & quelli per
la cognitione che se n'hà, non possano generar trauaglio ouer disturbo per esser chiari come il sole.
Ecco dunque che non solo de gli Tuoni trasportati, ma anco de gli naturali con questi pochi essem-pij se ne può hauer integra intelligenza & cognitione: essendo che tutti questi sieno i suoi proprij finali
collocati però nelle parte del Tenore, come altroue è stato detto.
Auertimento necessario & particulare intorno alla cogni-tione di qual si voglia Tuono harmonia-le. Cap. XXXI.
MOlte volte gl'accidenti fanno & constituiscano simil differenza, che nel riguardar vna cosa
per prima gia veduta, s'habbia per vn altra & non piu per quella.
Onder senza l'andarne ricercando essempio ò proua, aduro solamente gl'essempij superiori,
che altroue trasportati non li fanno parer piu quelli; non dico che i Musici & professori veri non li
conoschino, perche trasportati doue si uoglia riguardando alla loro forma, li riconoscano alla prima:
ma dico che i mal prattici di queste cose per ogni picciol accidente si credano che un Tuono harmonia-le no sia piu quello ch'egli è, ò ch'egli sia stato sin à quel hora, & poi ch'egli si sia mutato alla fine.
Però quelli come ho detto che sono mal prattici di queste cose, hanno da sapere che quantunque il
Tenore come parte naturale sia quello che ne da inditio & segno di qual si voglia particular Tuono
harmoniale: nondimeno alle volte il suo fine è collocato in alcune corde che ci può ingannare, & que-sto perche ne i suoi piedi & nel suo luoco subintra la parte del Basso, et occupa quel suono et luoco che doueria occupar lui: il che si fa per accomodar meglio l'altre parte, et per darli la sua debbita dispositione.
In questo caso dunque si douerà ricorrere alla parte graue, non per riguardare al suo stile & procedere, hauendo altre forme; ma per uedere la corda finale, et da lui prender informatione di qual sorte
de Tuoni harmoniali sieno; & nota che non solo il finale ci può ingannare quando che il Tenore finisce
vna terza, vna quinta, ouero un ottaua sopra del Basso, che anco in alcuni casi ci possano ingannare tutte le cantilene che hanno la seconda parte: però in questo caso si come si ha da riguardare alla corda
del Basso, per vedere se quella è la corda dalla quale si ha da pigliar information del Tuono: cosi col ri-guardare al procedere che fa il Tenore, in questo canto e in quello, si hauerà cognitione per non finire
ne i suoi debbiti luochi, che li seguiti la seconda parte.
Di questo non se ne può dar regola sicura, perche si come in vn Tuono harmoniale possano intrare
le cadenze di questo Tuono & di quello, cosi anco nel fine in qual si voglia cadenza può finire: ma si dice bene, che riguardando à gl'essempij delle corde & veduto di cauare le quarte & le quinte, vedendo
quella fine cosi spezzata & rotta si può facilmente sapere che in quel fine non finisce il canto, & che
per tal fine rotto & spezzato gli n'ha da seguitare almeno vn altra parte.
Per questi dua particulari auertimenti dunque, ogni vno serà auertito che se bene il Tenore finisce
vna terza, vna quinta, ouero vn ottaua di sopra, che riguardando alla corda finale del Basso si potrà
sapere di che Tuono è gli [sic: egli] sia: & che essendo il fine spezzato & rotto, cioè non compito & terminato in
quelle corde che dimostra il suo principio & mezzo habbia la seconda parte, la quale se lei ancor ne
ha delle altre dopoi, dal vltima infora tutte haueranno i finali di simil sorte.
Se ci è nisciun Tuono harmoniale che possa finire oltra gli su-periori assignati modi. Cap. XXXII.
FRà tutti i Tuoni harmoniali che possano finire nelle corde naturale & trasportate, il secon-do solamente ha doppio natural fine, e questo perche non essendo le positioni della Mano
Musicale piu di sette, & quelle ogni volta che si rinouano ridette, ò repplicate: le corde natu-rale ancora, ogni volta che seranno rinouate veniranno à esser l'istesse. Per tanto se noi pigliaremo il
secondo Tuono naturale che sera questo. page 210
[Music example]
Et lo trasportaremo vna ottaua di sopra: cioè che doue egli finisce in D sol re: finisca in D la sol re,
non trouandoui variatione nella sua quarta & nella sua quinta: serà forza di dire ch'egli sia il mede-mo: & se lo vogliamo vedere essaminiamo queste figure ad vna ad vna che ci certificharemo del tutto.
[Music example]
Questo si fa per accomodar il canto & la compositione dentro alle positioni di essa Mano, & per
non douer introdurre nuoua foggia di collocation di chiaue: perche la chiaue del Basso che è quella di F
fa vt, come per lo piu si vede essere, non si colloca mai se non nella corda di mezzo, ò nella superiore;
che douendola collocare nella prima i Cantori che non la sogliano troppo spesso cosi vedere; non ci han-no tutta quella prattica che si doueria.
Cosi gli Compositori, per manco male & per il meglio si ellegano di trasportare questo secondo Tuo-no vn ottaua di sopra: & nota che se bene io dico ch'essi si ellegano di trasportarlo vn ottaua: non per
questo egli si douerà dire Tuono trasportato, ma naturale: per rispetto che solamente quelli che sono notati nel Cap. 27. di questo Libro sono i Tuoni trasportati.
Questo dunque non ostante che sia trasportato al ottaua douendosi distinguere si dirà naturale: &
da lui si piglierà informatione che se per caso si trouassero altre compositioni che hauerssero i suoi finali
formati all'ottaua, seranno quegl'istessi che serieno, se fossero dentro all'ordinarie corde.
Il che piu ci manifesta esser il vero quello che altroue hò detto, quando mi è venuta occasione di di-re che la Mano Musicale si compone delle prime sette lettere del Alfabeto; e però si hauerà per re-gola generale che hauendo i Tuoni harmoniali il suo fine in altre corde, se le lettere di dette corde con-uengano con le naturale sono i medemi Tuoni che serieno se fossero nelle corde ordinarie, e questo non
per altro, solo perche quei transiti che si trouano infra le quarte & le quinte di questo, si trouano anco
in quello, ne punto si veggano variate; & non essendoci variati gradi è forza che sieno gl'istessi, per ri-spetto che le variationi loro nascano da i varij & diuersi gradi che vi corrano in mezzo, & che si tro-uano ne gl'estremi.
Onde per non esserci difficultà nisciuna, dopò l'hauerne dato il particular auertimento atto à infor-marci di qual si voglia altro che possi esser al ottaua trasferito, me ne descenderò al altre cose piu im-portante che sono queste.
Consideration particulare sopra il quarto Tuono harmonia-le Cap. XXXIII.
IL quarto Tuono harmoniale nella Musica che noi chiamiamo figurata, è vn certo Tuono
che à considerarlo bene vi è che ragionarui sopra, & assai che dire; per rispetto ch'egli cami-na con certi ordini strauaganti & contrarij alla sua natura che io per me stesso consideran-dolo, vi ritrouo non solo assai che dire, & molto da ragionarui: ma anco da farui sopra i ragionamenti et
il dire progressi tali da empire quasi che vn altro simil volume.
Onde perche in questa particular professione come huomo che hà posto il suo pensiero, nel giouar al-trui, dopò molte fisse & continue considerationi ho deliberato di scoprire perche causa il quarto Tuono
harmoniale si sumministra al contrario di quello che uanno sumministrati.
Però in questa consideratione, bisogna che ogni vno non solo si riduchi alla memoria tutto quello page 210vche in proposito de Tuoni si è detto di sopra: ma anco quello ch'auiene alle cantilene che si dice che sie-no del quarto Tuono.
Quanto alla forma di esso quarto Tuono per uenire alle strette proue,) habbiamo veduto ch'egli
non solo ha da terminare nella corda di D sol re; ma anco oltra la terminatione che habbia la quarta
disposta di sotto per esser il primo Tuono plagale: nondimeno nelle compositioni figurate, spessissime
volte il se troua formato in alcune corde che se si giudica & considera bene, in nisciun modo li può
conuenire.
Et in questo caso adurrò l'essempio di quel famoso Madrigale Ancor che col partire di Ciprian Ro-re, che per sin adesso non è finito di decidere se sia il terzo ouero il quarto Tuono, & dirò che vi andia-mo vn poco considerando sopra, perche causa alcuni lo fanno del quarto, se la quinta del quarto dice mi
mi, & la sua quarta la mi collocata di sotto; & la quinta di quello dice re la, & la quarta la mi, co-me si può uedere in quelle parole che dicano della vita ch'acquisto nel ritorno, & in tanto son dolci,
con tutto il progresso del Madrigale: che in somma trouaremo fondar le proue loro nel aere che hanno
i canti Chorali nel Salmeggiare essendo che tutti quanti i quarti Tuoni d'essi salmi caminino per quel-le corde.
Et chi di ciò dubbioso alquanto fosse oltra tutti i Salmi Vespertini che si trouano in Musica riguardi
i Magnificat di Morales nel quarto Tuono: che vederà questi & quelli caminar con tal disposition
di figure, & la dispositione di esse figure esser collocata dentro à queste corde con simil sorte di figure.
[Music example]
Doue che rimirandolo bene, & considerandolo maturamente non serà nisciuno che non si auegga
questa maniera non conuenire al quarto Tuono: ma solamente à gl'aeri da Salmeggiare, i quai perche
caminano sempre nella corda di A le [sic: la] mi re: per questo fanno che sieno di quella sorte: & se mi si di-cesse che i Magnificati & i Salmi si fanno cosi per concordar l'harmonia con le intonationi & seguir
gl'aeri suoi, io dirò che cosa ci hanno da far i Madrigali che ancor loro sono fatti di simil sorte? se una
cosa si concede à quelli, non si doueria concedere à questi, poiche con tal dispensa & concessione si viene à guastar le specie già diuise & distinte.
E però ne i Madrigali e ne i Motetti & altro si ha d'hauere questo particular riguardo che ce ne
sono alcuni i quali sono fatti ad immitatione di essi aeri con che Salmeggia: il che ci corroborerà quello
che io dissi di sopra nel Cap. 22. di questo Libro, che chi volesse redurre i Tuoni harmoniali nelle prime
corde di natura incominciando il primo in C fa vt: bisogneria rifformar di nuouo tutti gl'aeri, per dare
al vndecimo posto in luoco del primo intonatione, senza destruggere l'intonatione del ottauo ò d'altri,
onde per esser fatti à quella immitatione, & essendo quegl'aeri da Musici & cantori assai ben cono-sciuti, non occorerà à dirne altro parendomi che in questo caso basti d'hauer apperto la via à farne
qual si voglia, lunga & diffusa consideratione.
Però in simil cosa nisciuno si merauiglierà se molte volte i Salmi composti in Musica non hanno il
fine che corrisponda alle corde assegnate: essendo ch'allhora facendosi le cantilene col soggetto d'essi Salmi, è ben ragione che nel aere li corrispondino, & che habbino tutte le loro conuenienze.
Di questo ogni hora se ne vede l'esperienza: che molti per accomodar il choro formano l'intonatio-ne del primo Tuono in C sol fa ut, cosi ancora il settimo in D la sol re, dandoli il fine nella corda di A
la mi re, e chi è colui che vedendo, e l'intonatione & la fine esser contraria alla natural fine de gli Tuo-ni harmoniali, non dica questo auiene, per l'intonatione de Salmi. Fatto dunque le presente consideratio-ni non serà merauiglia se si troua il quarto Tuono esser formato à somiglianza del aere da Salmeggia-re, & che quantunque habbia il fine del quarto Tuono, le dispositioni di mezzo sieno piu tosto del ter-zo o d'altro: perche questo dimostra la libertà grande della scienza Musicale. page 211
Quante sieno l'intonatione de cantici & Salmi noturni & ve-spertini. Cap. XXXIIII.
SE bene parlando de Tuoni harmoniali, non faria bisogna di far altro ragionamento sopra l'intonation de Salmi; nientedimanco per voler scoprire à quelli che credano qualmente non sieno
piu di otto aeri di poter Salmeggiare, & che per li sudetti otto aeri non sieno piu de otto Tuo-ni harmoniali, dico che se si riguarda bene alle intonatione de Salmi, noi ne trouaremo piu di otto: per-che se oltra le otto non ci fosse mai altra intonatione, ci basta l'intonation del Inexitu.
Il che ci proueria che passino questo ottauo numero & si potria dire che hauendone noi vn di piu so-pra l'ottauo, è forza che sieno stati conosciuti anco gli altri, ma che i Musici non essendosene curati
gl'habbino posti da vna parte & che quel solo sia stato abbracciato; nondimeno perche ancora meglio
questo si puo prouare, produrrò la sudetta ragione per sufficiente & buona, & dopo la bontà & sufficien-za sua; diro ancora che infra le intonatione de Salmi alcune sono l'istesse, & che per esser l'istesse non
si piglia notitia del aere dalla intonatione, ma dal fine. Onde se il fine ci da la cognitione: che diremo
noi di questi dua finali?
[Music example]
Se noi diciamo che il primo sia ter-zo, & che il secondo sia quarto: io chiederò con che ragione mi si mostra
questo: et se mi si dice che il primo es-sempio è il terzo Tuono perfetto, &
che il secondo ò il quarto imperfetto,
io subbito dirò come vogliamo noi che il terzo Tuono, che io chiamo aere, possi hauere questa perfet-tione, se l'ordinario & commune diciamo che sia il perfetto; & se quello è perfetto questo non può esser
tale, perche dua Toni perfetti non si concedano; ne meno si può dire che sia piu che perfetto, perche
gl'aeri da Salmeggiare, non hanno questa prerogatiua di hauer maniere che sieno piu che perfette.
E però si come l'intonatione del secondo aere conuiene con l'ottauo: perche non potremo dire che questo primo finale quantunque si somigli & habbia similitudine del terzo aere sia del vndecimo forman-dosi l'vndecimo in questa maniera.
[Music example]
E ben cosa piu conue-niente che il superior primo
finale s'accomodi à questo
Tuono harmoniale che al
terzo: cosi ancora che il se-condo finale s'accomodi, &
piu conuenghi al decimo Tuono harmoniale, che al quarto, perche infra le vere intonationi non trouia-mo mai il quarto aere oltra il suo ordinario fine: hauerne d'altri che di questa sorte.
[Music example]
Et se bene in alcuni particulari paesi si trouano altri strauaganti finali: non per questo si può dire che ce ne sieno di
piu sorte, & che si come quelli, quantunque non sieno in vso
per hauer di quella similitudine, si dicano tali, che cosi anco-ra questi dua superiori possano essere, del terzo & del quarto aere: perche in loro cascano altre ragioni: et poi per quella
varietà non si muta l'aere che non sia l'istesso, essendo la varietà si poca & quella poca piu nel mezzo
che nel fine.
Per tanto noi debbiamo sapere che anticamente doueano esser questi dodeci aeri di Salmeggiare:
ma che i moderni si come, si haueano smenticato & smarito la cognitione, che i quattro Tuoni harmo-niali sopra li otto: quantunque l'hauessero sempre hauuto dinanzi à gli occhi che cosi ancora s'hauesse-ro smarita, & smenticata la cognitione de gli quattro aeri con che si cantano i Salmi, non ostante che
gl'hauessero hauuti sempre inanzi: che ciò sia il vero; vogliamo noi che gl'antichi hauessero attribuito
al Inexitu il nono aere, & che non hauessero conosciuto gl'altri come il decimo, l'vndecimo & il duode-cimo? questo non è possibile; prima perche se conobbero gl'aeri passare oltra gli otto, è forza che cono-scessero quant'oltre poteano passare: & poi si vede che nel distribuire gl'aeri à i Salmi Vespertini del-page 211vla Dominica, non solo adoprarano il nono aere come si vede, ma anco il decimo che è quello del Bea-tus vir & Confitebor.
Queste poche ragioni voglio che sieno sufficiente, & bastante à dimostrare che gl'antichi non solo
conobbero i Tuoni harmoniali esser dodeci; ma anco gl'aeri da Salmeggiare, perche le loro compositio-ni & opere, ce ne danno segno, & ce ne fanno fede. Ne meno queste proue sieno ad alcuni nouelle: perche
molti giuditiosi Musici sono di questo parere.
Però coloro che non sanno queste cose, non se n'hanno da merauigliare: perche imparandole si fanno
padroni di ciò ch'essi non sanno, & col impatronirsi di simil cose, oltra le consolationi grande & infinite
che vno riceue nel imparare, goderanno tra dotti di esser intelligente & di sapere.
Quali sieno i Tuoni misti infra li Tuoni harmonia-li. Cap. XXXV.
IN fra tante cantilene & compositioni che si fanno, ò per accomodar le parte, ò per immitar
le fughe, spesse volte i Compositori sono forzati & astretti di passar i limitati segni delle pro-prie & perfette forme de i Tuoni harmoniali: essendo che si come il non esser condotti alla lo-ro perfetta conditione, non si dice che sieno tristi ò falsi: cosi ancora se passano oltra le loro perfette mi-sure non si dice che sieno cattiui: ma secondo la quantità de gradi & la varia dispositione delle loro principal forme si dice che sieno ò Tuoni più che perfetti, ò misti.
I Tuoni piu che perfetti sono quelli i quali oltra le loro quarte & quinte hanno vn grado Musica-le di piu: & quantunque alle volte ancora s'habbiano dua ò tre, questo non fa caso: perche ne vno ne
dua, ne tre gradi, oltra gli gradi naturali leua vn Tuono harmoniale da vna consideratione & lo pone
in vn altra; atentoche si come esse quarte & quinte li danno con la forma la distintione: cosi ancora mentre che non passano l'ordinarie limitationi che è di hauer vno, ò dua gradi di piu ò di manco, non si dice
che sia entrato nelle considerationi del compagno: ma bene ch'egli ci entri quando che fuora delle limitationi ordinarie, & di quelle che strasordinariamente se li concede, entrano nelle specificate forme d'altri.
Questo in due modi si può fare, vn modo variando le specie in altre forme, & l'altro nel accrescer
alle forme vere altre forme accidentale, & accioche queste cose da ogni vno sieno inteso dico: che alhora
vn Tuono harmoniale è misto che dentro alle sue corde ordinarie si variano spesse volte le quarte & le
quinte; come seria à dire se nel primo Tuono harmoniale che per suo ordine & natura ha d'hauer di-sposto re la in quinta, & di sopra re sol per la sua quarta, se ui si disporanno altre maniere & altre for-me, non è dubbio nisciuno che quella contraria dispositione lo farà variare, cosi ancora serà variato,
s'egli oltra il suo douere, di sotto ouer di sopra haurà tanti gradi che faccino vna quarta ouero vna quinta, & questo perche come altre volte è stato detto esse quarte & quinte sono forme d'essi Tuoni: ma
nota che se per una volta tanto passano le limitationi, & gl'ordinarij termini de Tuoni harmoniali; non
si dice che il Tuono sia misto, atentoche queste varietà consistano in trouarle piu volte, & non in
vna sola.
Ogni uolta dunque che si troueranno cantile [sic: cantilene], le quali habbino oltra gli otto gradi ordinarij, altri gradi, che faccino per tre ouer quattro gradi, si ha da riguardare, in che modo, & quante volte, ò con che
occasione passino à quelle corde, & alhora far giuditio di qual sorte egli più partecipa, & dire ch'egli è
di quel Tuono che mostrano le sue corde finale: ma che seco vi è qualche parte di quello che dimostra-no i suoi gradi strasordinarij.
Se è lecito di variar le specie de Tuoni harmoniali con intrar di vna specie nel'altra, & farli esser Tuoni misti. Cap. XXXVI.
NOn è (per quanto io credo,) chi habbia cognitione della Musica, et particularmente de Tuoni
harmoniali, che non conosca & sappia se è lecito di entrar di vn Tuono nel altro: poi che se il
Compositore ha tutte le libertà superiori ch'altroue habbiam ueduto: hauerà ben ancor questa
di poter vscir da questo Tuono, et entrar in quest'altro: ma la bellezza et la difficultà di questo consiste
nel entrarci à proposito, ò con qualche opportuna & buona occasione: poiche l'entrarci con brutte ma-page 212niere guasta si fattamente il Tuono & l'aere del Tuono harmoniale; che chi l'ode et scolta, non potendo
quasi soffrire quel brutto effetto che produce la mal fatta trasportatione, odia & fugge quasi di sentirlo.
E però in quanto al variar le specie di vn Tuono harmoniale dentro dalle sue corde naturali, quan-do le sono variate con debbiti mezzi & bene non si dice nulla, per esser cosa d'assai artificio, ma bene si
dice qualche cosa, quando che le si variano fuori delle sue corde, & che fuori del ordinario si fanno piu
è piu voci descendere, ò salire, per rispetto ch'alhora si passano le sue ordinate limitationi.
Il che non solo fa il Tuono esser misto per contenere in se diuerse altre specie: ma anco fa che le parte
cantino male: non essendo le uoci humane atte à salire ò scendere oltra gli otto gradi, che scendino ò sali-schino bene, che non per altro nel Cap. 66. del primo Lib. io dissi che le uoci nostre naturalmente non ascendano piu di 6. gradi che sieno perfetti & buoni, & che non per altro i Tuoni harmoniali si formano
di otto gradi, prima perche l'ottauo grado è fine de i gradi semplici con cui risonano le Musiche: & poi
perche le nostre dette voci per ordinario & con assai commoda via ariuano sin à quel termine.
Onde se à quel termine v'ariuano con commoda uia, pasando piu di vn grado ouer di dua vi anda-ranno malamente, & faranno sempre vn effetto deffetuoso ò dissonante: perche le parte ò che per esser
troppo alte non vi potranno ariuare, ò che per esser troppo basse in quei luochi non seranno sentite.
In questo per modo di dire non è lecito di variar vna specie, con entrar nel altra, nè di far che vn
Tuono harmoniale sia misto, se col rimaner ne i termini suoi & nelle sue corde si può far l'istesso.
In proposito di questo ch'hora si ragiona; si può ben scorrere et dare vn occhiata, alle cantilene anti-che & particularmente à quelle che vanno alte sino à dodeci, tredeci, & quatordeci gradi, che si vedrà
come in quei gradi si alti vi uanno le voci con faticha, et che in quelle basse non si sentano, et cosi da queste et da quelle hauer notitia & pigliar informatione se è lecito di variar le specie de Tuoni harmonia-li col formarne de miste, ouero di condur le cantilene in luochi che le voci non le possino suleuare.
Di quanto giouamento sieno i Tuoni harmoniali al Com-positore. Cap. XXXVII.
CHi non sà & conosce di quanto danno sia al Compositore di non sapere & conoscere la natu-ra & l'essere de i Tuoni harmoniali, non può anco conoscere & sapere di quanto danno li sia
il non saperli, & il non hauerne cognitione: ma bene coloro che li fanno possano dire di quanto
giouamento & vtile li sieno, poiche conoscendo l'esser particulare & la natura loro si fanno patroni, &
sono dominatori di tutte le buone dispositioni harmoniche, & le dispongano con tanta ligiadria & ordi-ne che aguisa di sutil recchamo, & preggiato penello le fa tenere in prezzo & stima.
Onde val tanto al Compositore la cognitione de Tuoni harmoniali, che non solo li da quel saper di
piu, ma anco li fa disporre le sue cantilene si regolatamente, che per buone regole, risonano in altro modo di quello che non risoneriano se fossero composte senza la loro cognitione.
Oltra che con la loro cognitione si mantengano in tuono, et non si trasportano fuori à produrre strani
& strauaganti effetti: effetti piu tosto d'aborrirsi che da prezzarsi. E chi è mai colui che senza cognitione de i sudetti Tuoni harmoniali possa comporre cantilena che stia bene, se qual si voglia persona
ch'inuitato dalla pura & semplice voglia ponendo mani all'arte, & operationi artificiose per non saper
ne gli ordini & le misure, le conuien lasciar stare, ò facendole le fa monstruose & strane? quanto mag-giormente riusciranno strane & monstruose le compositioni di colui, che non hauerà questa particular
cognitione? E però qualunque persona che vuol far professione di Musico & Compositore inanzi che
impara i primi elementi del comporre deue imparare di conoscer i canti di che Tuono sieno: accioche
componendo possegga le ragioni di quello che'egli compone: & facci che le compositioni sue rendino quel
diletto, et faccino quel buono effetto che possano fare; perche se non faranno quel buono effetto che possano fare, ò non daranno quel diletto che si vorebbe, come cose piene di imperfettioni si lasceranno da
vna parte.
Non dico poi quanto gioui questa cognitione al saper ordinare vna Musica; perche mi presupon-go ch'ogni vno da per se se lo immagini et lo consideri, ne meno quanta sodisfattione apporti à chi gl'intende, essendo cosa facile da pensarselo, se non per altro rispetto, almeno per rispetto di possedere quello
che non si possiede. Per questo io mi rimetto, & volontieri mi contento di lasciarlo al bel giuditio altrui, uolendo dopo tutte le superiore ennarrationi, et dopo tutti i ragionamenti fatti, deporre il ragionar
de Tuoni harmoniali, per passarmene alla conuenienza di tutti gl'Istrumenti Musicali, come quì si uede. page 212v
DELLA CONVENIENZA ET DIVISIONE DE TVTTI GLI STRVMENTI MVSICALI.
Che cosa sia & voglia dire Istrumento Musica-le. Cap. XXXVIII.
OGni particular matteria & trattato è forza che habbia il suo particular ragionamento,
se non per altro, almeno per introduttione di quel che si vuol ragionare.
Dico particular ragionamento per quella introduttione che si fa nel voler trattare di
questa cosa et di quella; e però quantunque il trattato presente potesse hauere vna larga
et ampla introduttione essendo per sua natura meriteuole, nondimeno per dar fine à tanto ragionare,
et per peruenire al'amato riposo, deposto ogni introduttorio ragionamento dirò, che Istrumento Mu-sicale è vna cosa materiale con tal artificio fatta, che secondo la sua misura et proportione è atta et può
immitar la voce humana quando che harmonicamente canta.
Si dice Instrumento Musicale perche vi sono alcuni Istrumenti che non sono atti à far Musica:
perche non hanno le voce giuste, ò da rileuar i Semituoni che si ricercano nel modulare: essendo che non
possano seruire, se almeno Diatonicamente non sono diuisi, che sono le piu semplice diuisioni che si pos-sano trouare.
Et nota che quantunque ogni Istrumento, per ragione di harmonial diuisione, bisogna che sia Dia-tonicamente diuiso; nondimeno fra questi et quelli vi corre vna certa perfettione et imperfettione che
si separano gl' perfetti da gl'imperfetti: & gl' perfetti si chiamano Musicali, à differenza de gl'imper-fetti che sempre con qualche diffetto et imperfettione immitano et soleuano le uoce Musicali.
Quelli sono particularmente imperfetti che oltra l'imperfettione delle sue uoci non ascendano à gli
otto gradi del ottaua, per solleuare et seruire à qual si voglia particular Tuono harmoniale; è questo
perche constando essi Tuoni di otto gradi redotti à quel termine per loro perfettione; ogni volta che
fossero in una cantilena introdotti, mancandoli delle uoci, seria deffetuosa introdutione, et ne i più bei
luochi, ò nelle migliore occorenze quelle sorte di Istrumenti seriano muti: il che quanto paresse buono
lo si lascia giudicare à chi di queste cose è perito, et ne ha cognitione.
Per questo dunque se n'è fatta la presente distintione: accioche per Istrumento Musicale non so-lo s'intenda gl'Istrumenti Diatonicamente diuisi: ma anco per quelli che al meno hanno possibilità et
potere di solleuar otto uoci di grado ascendente: accioche appoggiandoli alle parte da cantare possino
sumministrar le uoci di un Tuono harmoniale, voci che l'informano, et li danno essere sonante et par-ticulare.
Onde se un Instrumento manca di un grado; non ostante che con lui si suoni una cantilena; quel
Istrumento non si chiamerà Istrumento Musicale, per non hauer tutte quelle particular perfettioni
che ricercano hauere gl'Istrumenti perfetti: che possano seruire à qual si uoglia concerto et har-monia. page 213
Quali sieno quegl'Istrumenti atti à far Musica & à produrre soaue & dolce harmonia. Cap. XXXIX.
NOn qual si voglia Istrumento che produchi suono è buono & atto à produrre harmonia;
perche l'harmonia constando di piu soaue & sonore voci; molti Istrumenti ci sono che per
l'imperfettion loro non sono atte ne possano cauare quelle voci che fanno bisogno à i concen-ti: Oltra che in molti luochi non danno i Tuoni & i Semituoni reali, per le cui defraudationi i canti &
le Musiche restano imperfette.
E però quelli solamente si dicano esser atti à tal negotio che almeno si possano diuidere secondo le
diuisioni Diatoniche: le quali non sono altre che quelle che si dimostrarano già nel Cap. 50. del primo
Libro.
Et nota che simili diuisioni, hanno da essere in tutta lor perfettione: perche le voce de gl'Istrumen-ti si come assai meglio & più commodamente si possano diuidere che non fanno le voci, cosi ancora nelle
sue dispositioni bisogna che sieno intiere et perfette: per questo si vede che vno che non sia della professione sentendo sonar un Istrumento alquanto discadente dalla sua perfetta accordatura, tener per certo ch'e-gli non sia discordato, che colui il quale di quel Istrumento ne fa partirular [sic: particular] professione subbito sente,
& li conosce, qual si voglia minimo deffetto.
Anzi che se noi consideriamo bene di donde nasca il prezzo de gl'Istrumenti, trouaremo che non
nasce da altro che dalla sua buona & ottima accordatura: essendo che l'ottima accordatura sia quella
che lo facci, con dolcezza & diletto rissonare: quantunque nel accordatura conuien che l'Istrumento sia
buono: nondimeno si dice che egli sia buono quando egli è ben accordato: perche quel mezzo è il piu propinquo & sensato à farci sentire la perfettione & bontà sua.
Quando dunque vn Istrumento Diatonicamente si può diuidere, & che alle sue diuisioni corri-spondano l'accordature, quello è atto à seruire alle Musiche: perche per la sua buona diuisione tutte le
voci si possano cauare che dalle Diatoniche corde sieno comprese ò che dentro di loro sieno contenute,
è cosi potendosi da loro in qual si voglia occasione cauare Diatonico suono, et il suono Diatonico seruendo à tutte le modulationi harmonice [sic: harmoniche]: tutti potranno produre dolce & soaue harmonia.
Diuisione generica & specificata de gl'Istrumenti Musi-cali. Cap. XL.
DI tutto il numero & la quantita di gl'Istrumenti Musicali si caua vna certa breue & pic-ciola diuisione che quantunque non sia quella piu sottile, almeno è tale che ci fa conoscere le
principali differenze: poiche ricercando la conuenienza loro si troua che tutti sono fatti per
immitar la voce: & essendo fatti per quest'effetto, si troua che per immitarla, si puo produrre il suono
& farlo risonare, per via di fiato, di tastatura, ouer d'archetto: & nota che sotto gl'Istrumenti di fiato
quantunque vi sieno ancora le Trombe, nondimeno perche le Trombe, sono Istrumenti da campi, ò
da bataglie, & non hauendo tutte le voci Diatoniche: per questo le si escludano, & si pongano sola-mente i tromboni, i Cornetti, Fifari, i Fagotti, i Cornamuti, le Dolzaine, i Doppioni, le Cornamuse,
i Flauti &c.
Similmente fra quelli di tastatura ve ne sono alcuni che si sonano per via di uento, & altri per via
di penne: quelli che sonano mediante l'aiuto di vento sono gli Organi, i Clauiorgani, & gli Rega-li, & quelli che sonano per via di penna sono gl'Arpicordi, i Clauicimbani, le Cethare, & gli
Spinetti.
Vltimamente quelli di Archo sono le Viole, le Lire, i Lironi, & i Violini. Et nota che se bene in-fra le presente diuisione, non si mette l'Arpa & il Leuto con altre sorte d'Istrumenti: questo non
li fa per altro che per descriuere quegl'Istrumenti hora piu adoprati nelle Musiche, i quali diuiden-dosi si riducano in tre generi come si vede.
Onde se per caso altro Istrumento con diuision Diatonica se ritroua che sia atto & buono à seruire page 213valle Musiche & harmonie, tutti si possano ridurre sotto quel genere che piu per natura li conuiene, ò
che se li può attribuire: perche quando io mi son preso assonto di ragionare di tutti gl'Istrumenti Musi-cali, ho inteso di voler ragionare de quelli i quali piu nelle Musiche per concerti sono adoprati; &
questo non ad altro fine solo per dare questo particular lume al Compositore, che non ha cognition di
loro: accioche hauendo animo d'adoprarli, & di seruirsene sappia la natura loro: & quante voci habbiano per poterlo seruire: perche s'egli non sà quanto che vadino alto, & quanto possano descendere po-trà facilmente accompagnare vn Istrumento ad vna parte, & accompagnatolo non poterli per mancamento de voci seruire.
Cosi tolto gl'Istrumenti piu famosi & vniuersali, ne farò le loro particulare demostrationi. Et se
in questo caso io non faro mentione del Leuto, del Arpa, della Lira, & altri Istrumenti conosciuti &
adoperati: non vorò per questo derogare al loro honore: perche quando si dice Istrumento Musica-le: non si ha da intendere d'altro Istrumento che de gl'Istrumenti che seruano à far concerti: Tutti
dunque i superiori Istrumenti sono da far concerti, & per le varie maniere che hanno da esser adopra-ti si riducano sotto la superiore generica diuisione, distinguendone le sue specie con i suoi distinti nomi, co-me habbiamo veduto, che si distinguano.
Se gl'Istrumenti Musicali che sono fatti con le diuisioni Dia-toniche si possano diuidere Chromaticamen-te. Cap. XLI.
SE gl'Istrumenti sono stati fatti per poter suuenire alle Musiche in cambio delle voci huma-ne, & immitarle quando che harmonicamente cantano: potendosi dalle voci humane cauar
tutti i suoni Diatonici & Chromatici non serà anco inconueniente che da gl'Istrumenti Musicali essendo formati & fatti con quelle diuisioni: cerchiamo se si possano cauare le diuisioni Chromati-che, in quel modo che se cauano dalle voci: perche hauendo la voce quest'attitudine, & formandosene
delle compositioni; se gl'Istrumenti Musicali non si diuidessero Chromaticamente ancora non serieno
perfetti, & atti à seruire in quello che gli Musici li volessero adoprare: però se noi riguardaremo be-ne à tutti gl'Istrumenti che sono atti à far concenti, tutti si possano diuidere Chromaticamente, & for-mar ne i Tuoni, i Semituoni come habbiamo ueduto che si fanno le diuisioni Chromatiche: & quan-tunque in molti non tutte le dette diuisioni vi possano venire, nondimeno perche nelle corde principali
con facilità mirabile vi si trouano, per questo si dice che tutti quelli Istrumenti i quali contengano per-fettamente le diuisioni Diatoniche, contengano anco le principale diuisioni Chromatiche & alhora
quelli Istrumenti si dicano essere piu de gl'altri perfetti & buoni che piu Chromaticamente si possano
diuidere: essendo che gl'Organi, le Viole & altri Istrumenti contengano meglio le sudette diuisioni che
non contengano i Flauti, i Cornetti, i Fifari & gl'altri.
Onde non per questo si può dire che essendo gl'Organi Istrumenti piu atti ad immitar tutte le par-te, che per poterle seruire in ogni caso per questo hanno piu quantità de diuisioni, perche le Viole sono
Istrumenti che accompagnano le parte sole come si vede, nondimeno corrispondano à tutte le diuisioni
del'Organo.
E però questo ci farà dire che gl'Istrumenti Diatonici, vno si diuide meglio del altro Chromatica-mente, & che non si troua Istrumento che habbia le diuisioni Diatoniche, che non habbia anco le
Chromatiche, per il rispetto che hanno esse diuisioni Chromatiche con le Diatoniche.
Doue che per concluderla possiamo pigliar in consideratione tutti gl'Istrumenti Musicali di qual
genere & specie che si voglia, & dire che tutti ci possano dare & seruire in occorenza nelle cantilene
Chromatiche: ma che meglio vno piu del altro lo può fare: la cui bontà nasce dalla quantità delle scale
Musicali che sono collocate dentro alle diuisioni Istrumentale, & non solo si cauano da gl'Istrumen-ti stabili, quanto da gli mobili, perche con la stabilità ò col moto, sempre hanno da essere mede-me diuisioni. page 214
Quali sieno quegli Istrumenti, che hanno sempre il suono fermo & stabile, atto à non potersi mouere senza loro offe-sa & danno. Cap. XLII.
DI quant'eccellenza, & perfettione sia la voce humana rispetto à gl'Istrumenti Musicali,
non è chi non lo vegga ò chi non lo sappia giudicare; poiche il sentirla con tanta facilità alzarsi & bassarsi quando che si è cantato vna cantilena, & che se ne vuol principiar vn'altra, è
forza che si conoschi ancora questa particular perfettione & eccellenza, non tanto per la sudetta faci-lità & ageuolezza, quant'anco per l'inattitudine & impossibilità d'alcuni Istrumenti, i quali contengano i suoni fermi & stabili, con stabilità & fermezza tale, che si dicano immobili.
Essaminando noi dunque gl'Istrumenti Musicali, & facendone alcune schiette comparationi,
ne trouaremo vna quantità che hanno i suoni & le voce sempre in vn'istesso modo e questi sono tutti
quelli che non solo vogliano esser sonato per via di fiato: ma anco per rileuar le voci e 'l suono vogliano
hauer, i fori, ouero i buchi.
Questa sorte d'Istrumenti perche si sonano per vie de mezzi limitati, non possano mai senza loro
danno & offesa passar oltra le sudette limitationi. Io chiamo mezzi limitati quei mezzi per i quali n'e-scano i suoni: e però venendo il loro suono da quei buchi & fori, non è possibile di poterlo mouere, essen-do che quei suoni solamente si possano à voglia & compiacenza nostra mouere che procedano per via
di corde; li quali douendo essere sopra gl'Istrumenti tirate & condotte, si come mouendosi dal suono imperfetto, si conducano al perfetto, cosi ancora quel suono che si è vna volta redutto à perfettione, si può
per li medemi mezzi ridurre in altra perfettione, & fare che quei Tuoni che prima erano imperfetti,
esser perfetti: cioè quei suoni che sono già tirati à vn segno, ritirarli vn grado piu alto ouer più basso.
A talche i Cornetti, i Fifari, i Flauti, i Fagotti, le Cornamuse, & gl'altri che sonano mediante i fo-rami & buchi sono quegli Istrumenti che hanno il suono stabile, i quali dopo che son fatti, non si possa-no rimouere da quel suono che formano, se non che l'arte & l'ingegno del sonatore che l'ha in mano &
l'adopera lo può in qualche parte aiutare: non in altro caso se non quando che sonando sonando si alza,
il che auiene facilmente se vi sono le voci appresso: poiche alhora, & in quel caso col coprire & disco-prire alquanto, quei buchi & forami, che si doueriano discoprire, & coprire; si aiutano in tal maniera,
che s'accomodano al meglio che possano.
Questa è quanta possibilità che hanno gl'Istrumenti di suono stabile, & quanto dal vso suo si possa-no mouere.
Quali sieno quegli Istrumenti che hanno il suono mobi-le. Cap. XLIII.
HOra che habbiamo separato gl'Istrumenti di suono stabile, da quelli di suono mobile: & che
à bastanza habbiamo discorso & ragionato intorno à gl'Istrumenti che hanno il suono sta-bile; possiamo discorrere sopra quelli che l'hanno mobile: & quanto al quesito presente si ha
da sapere, che infra gl'Istrumenti di suono mobile, ce ne sono alcuni, che si possano con facilità mirabile
alterare & mouere, & altri, che con difficultà grande si mouano: quelli che con tanta facilità si possa-no mouere & alterare sono, le Viole, i Violini, l'Arciuiolatelire, le Lire & gli Arpicordi che proce-dendo i loro suoni da corde, non possano questa facilità negare: quegl'altri poi che con fatica si mouano,
sono gl'Organi, & i Clauiorgani, & in questo caso s'escludano i Regali per esser Istrumenti che quan-tunque habbiano per la medema uia il fiato che hanno i Clauiorgani & gli Organi: nondimeno per-che le canne loro sono temperate per via di certe linguette, per questo potendo facilmente esser sbas-sati & alzati si escludano da i sudetti Organi et Clauiorgani, & si pongano tra gli Istrumenti piu
mobili.
Gli Organi dunque, et i Clauiorgani solamente si alzano et si sbassano con vn poco di fatica:
perche volendoli alzare et sbassare bisogna agiungerui ò tagliar le canne, et tagliandole, ò agiungen-dole vi concorrano certe misure, le quali se si transgrediscano, sono causa della ruuina et destrut-tion loro. page 214v
Per questo tutti gl'altri Istrumenti sono piu atti di loro à esser alzati & sbassati, per rispetto che
procedendo i loro suoni da estensiue corde, esse corde che sono atte ad esser tirate in piu gradi sonanti, con
commodità mirabile vi si tirano.
Onde se alcuno mi ricercasse per qual cagione io ho fatto queste & le superiore diuisioni, sappia
che hauendo io intentione di mostrare al semplice Compositore la particular conuenienza de tutti gl'I-strumenti Musicali, è stato forza non solo di distinguerli, & distinti di vedere quali habbiano il suo-no per mezzo di fiato & di corde: ma anco quali sieno di suono stabile ò mobile, accioche in qual si
voglia occasione volendoli nelle sue compositioni far intrauenire, sappia quali stiano fermi & quali si
possano abassare & alzare: perche con simil notitia & informatione ageuolmente potrà discorrere che
gl'Istrumenti di suono mobili si potranno accomodare secondo il bisogno delle voci, & vnirli con quelli
di suono stabile: che gl'Istrumenti di suono stabile molte volte lo sforzeranno à quello ch'egli non vo-ria: per rispetto che altro mezzo non hanno per accomodar le voci, che di trasportar quelle cose ch'essi hauerieno da sonare in Tuono, alla seconda, alla terza, alla quarta, alla quinta &c. il che molte volte le
compositioni sono tali che non comportano d'esser sonate alla seconda & alla terza; che comportano la
quarta & la quinta.
Se tutti gl'Istrumenti Musicali hanno le voci reale: & quali sieno quelli che ne possano produrre del'altre oltra le proprie & vere. Cap. XL [sic: XLIIII].
E cosa chiara & manifesta che nelle demostrationi sempre si procede dalle cose piu chiare alle
piu intime, & dal intime alle piu intrinseche, per condur con ordine l'intelletto nostro alle
speculationi: & si procede in tal modo & con tal via, che dalle sensate & piu grosse, si viene
alle piu pure & immateriali.
Onde se dal principio che noi habbiamo incomminciato à ragionare del suono de gl'Istrumenti Musicali, hauessimo voluto ricercare se oltra le voci reale si possano da loro cauare voce che non sieno pro-prie: haueressimo proceduto dalle cose intrinseche all'estrinseche, & con simil sorte di procedere non si
seria potuto hauer notitia & cognitione delle cose piu chiare: però fatto prima tutte le superiore di-stintioni & veduto quali sieno gl'Istrumenti di suono mobile & di suono stabile, & fattone le generi-che diuisioni con tutte le superiore inquisitioni; si ha da sapere che infra gl'uniuersali Istrumenti Musi-cali ce ne sono alcuni talmente limitati che oltra le loro limitationi non possano passare, & alcuni altri
che quantunque sieno ancor loro limitati, nondimeno hanno tanta possibilità che oltra i limitati termini
cauano altre voci, & fanno che col mezzo & aiuto del sonatore, se ne formino delle altre.
Quelli che con le limitationi terminano le voci, non solo sono gli Organi, i Clauicimbani, i Clauior-gani, i Regali & gl'Arpicordi: ma anco i Fifari i Flauti & altri: perche hanno i confini terminati si
fattamente che non hanno modo di piu oltra passare.
Quegl'altri poi che passano i loro naturali termini sono i Cornetti, le Dolzaine, le Viole, i Violini,
& altri simili, i quali possano dare alcune voci di piu che non danno gli altri.
Dunque per quello che si vede si trouano de gl'Istrumenti che non hanno altre voci oltra le sue naturale: & altri che ne hanno di piu non per via di natura, ma per l'arte del Sonatore, & l'esser del Istru-mento: e però quel semplice Compositore che nelle compositioni sue vuol introdurre piu sorte d'Istru-menti: bisogna almeno che sappia non solo quanto ch'essi Istrumenti vadino in alto & basso per natura,
ma anco quali habbiano altre voci oltra le naturale, per poterli disporre senza dishonore & imperfet-tione: atento che s'egli li disponesse male, & che non potessero sulleuare tutte le figure della sua com-positione, seria cosa si brutta & si difforme, che di difformità & brutezza nella Musica non ci seria
paragone.
Quali sieno quegli Istrumenti che in se contengano piu voci cioè che partendosi dalle voci piu graue, vadino piu alto nelle acute. Cap. XLV.
BEnche io sia nemico delle digressioni, & che mal volontieri io mi trattenga nelle cose di poco
vtile ò valore: nondimeno io sò che in molte cose, serò tenuto per amatore di digressione, &
per huomo che ragioni volontieri: ma se quei tali che mi tenerano per huomo tale conside-raranno quello di che io ragiono, son sicuro che si auederanno come i ragionamenti non son vani ma
necessarij: poiche oltra le superiore distintioni, vn compositore non potria sapere qual Istrumento lo
può seruir meglio, nelle voci alte & basse, se col separarli non dimostrasse quali sono.
Però non pareranno stranij i ragionamenti essendo fatti tutti à buon fine, ne meno sia chi se ne
merauigli, perche non per altro io cerco al presente quali sieno quelli Istrumenti che contengano in se
piu voci, solo per iscoprire à compositori, che non ci è Istrumento che ne contenghi piu de Clauicimbani
Organi & Regali, quando però sono fatti di tutta sua tastatura, iquali hauendo tutti vn medemo ordine & diuisione, si nomineranno sotto il nome de Clauicimbani, non come Istrumento maggiore ò piu
nobile: ma come quello che piu nelle voci si dilata & si distente: hauendo per ordinario cinquanta
tasti: Questa sorte d'Istrumenti per la gran commodità delle voci possano seruire alle compositio-ni piu che qual si voglia altro Istrumento, del quale sempre n'è stato fatto piu capitale: contenendo
in se le diuisioni Diatoniche & Chroniatiche [sic: Chromatiche] piu perfettamente, come le proue ne lo dimostrano.
E però i sudetti Istrumenti sono quelli che partendosi dalle voci piu graue, ascendano alle piu acute
in maggior quantità; Onde se bene si trouano de gli Organi, Regali, Clauiorgani, Arpicordi, & altri
Istrumenti di tastatura che non hanno tutta questa quantità di voci, non per questo si dice che non ascendino tant'alto: perche alhora si dice che l'Istrumento di tasto sia compito che contiene il numero de cinquanta tasti, & se tutti non gl'hanno, questo è perche non vi si conosce il bisogno, che se il bisogno fosse
tale che ne sforzasse, tutti li conueriano hauere in vn medemo numero.
Perilche non occorerebbe à dir altro: ma quali hauendone piu, & quali manco; per questo è bene
di sapere che infra gl'Istrumenti Musicali, i Clauicimbani, & Organi con tutti gl'altri Istrumenti del
medemo ordine sono quelli che contengono piu voci; perche in la maggior quantità loro fra Tuoni
& Semitoni producano cinquanta voce col mezzo de cinquanta tasti. & quelli che ne hanno manco
non possano mai esser si poche che non sieno piu di quelle di qual si voglia altro Istrumento.
Con qual Istrumento meglio si possi sonar tutte le parte. Cap. XLVI.
GRan diffetto & mancamento seria stato nelle inuentioni & arte, cercando di voler per ogni
via imitar la voce; se non si fossero poi potuto imitare se non le parte in particulare, &
non tutte insieme quando che concertate, ne fanno sentir le soaui & dolce harmonie; perche
le parte sole sono membri che posti insieme, fanno vn bello & legiadro corpo intiero: e però di poco
valore seria stata l'arte; se nel trouar gl'Istrumenti, fra tanti che ne ha trouati, non ne hauesse trouato
& formato alcuni in che si potessero tutte le parte imitare & in se contenere.
Onde per tal essere & natura siamo forzati di formarne queste particular distintioni & dire che
infra gl'Istrumenti Musicali ce ne sono alcuni che sonano solamente vna parte, & alcuni altri che le
sonano tutte; Quelli che sonano solamente vna parte: sono quelli che producano il suono per mezzo
de fori & buchi; e gli altri poi che le sonano tutte sono tutti gl'Istrumenti di tastatura: ma debbiamo
molto ben auertire che infra gl'Istrumenti che sonano per via de buchi & fori vna parte sola, si pon-gano quegli Istrumenti che si sonano per via d'archo: come sono le Viole, i Violini, &c. E questo
perche dalle Lire & Arciuiolatelire in poi che sonano piu parte insieme, tutti sonano vna parte sola:
ma per esser disconuenienti nel modo di sonare non si pongano insieme: Però in qualsiuoglia occasione
che si ricerca quali Istrumenti sonino tutte le parte insieme; non solo si ha da intendere tutti gl'Istrumenti di tastatura, ma anco quelli che per via di arco sono tali & atti à sonarle: come sono quelli che
pur hor hora ho nominato. page 215v
Questo si dice per intelligenza del compositore, che non sapendo sonare veruno Istrumento, almeno
per prattica di scritture sappia, quali Istrumenti suonino tutte le parte: & quali ne sonano vna sola,
accioche in occasione di volerli adoprare, ne sappia far elettione, & dopo l'elettione li sappia applicar
le parte: perche l'ordine nelle cose composte è quello che da le bontà, & il prezzo à quello che in loro
poi, più si prezza e stima.
Quali Istrumenti in fra gl'Istrumenti Musicali sono soggetti al-l'accordature. Cap. XLVII.
PEr hauer gli Istrumenti Musicali l'esser diuerso & differente, ò per esser formati & fatti
sotto varie & diuerse misure & diuisioni; si come tutti non hanno il suono stabile, per es-sercene alcuni che l'hanno anco mobile, cosi ancora non tutti hanno tal prerogatiua che ac-cordati vna sol volta sieno accordati per sempre: perche ce ne sono alcuni, i quali qualunque volta
che si vogliano adoprare bisogna, accordarli: & alcuni altri che per qualche tempo mantengono l'ac-cordatura.
Quelli che ad ogni tratto bisogna accordarli sono i Violini & le Viole: & quelli che la manten-gano per qualche tempo sono i Clauicimbani, gl'Arpicordi: ma in fra questi che la mantengono vn
tempo, non ci è Istrumento che la mantenghi piu del Organo & manco del Regale, perche l'vno si
conserua accordato per mesi & anni, & l'altro da vn hora ad altra che si riman di sonare si scorda.
Onde se noi consideriamo bene da i Regali in poi, non ci è Istrumento che sia piu soggetto alle accor-dature, che gl'Istrumenti, iquali sonano mediante le corde di budella da alcuni chiamate corde anima-te, per esser state interiore d'animali irragionevoli: e questo perche quelle corde sono di tal sorte & na-tura che si distendano piu facilmente che non fanno quelle d'acciaio ouer di rame; cosi fanno che l'Istrumento in che sono poste sia sempre piu soggetto alle accordature, che non sono tutti gli altri di suono
mobile.
Per questo nel adoprarli bisogna esser molto ben auertito, non tanto d'accordarli ben prima; ma
anco dopo l'hauerli accordati & reuisti, d'ascoltarli nel sonare se sonando sonando, qualche corda è ca-lata: essendo noi sicuri che non possano mai ascendere, essendo cosa che in questo repugna la natura.
Vi è bene vna sorte d'Istrumenti che si possano porre infra gl'Istrumenti stabili & mobili: infra
gli stabili perche ha le limitationi, & le positioni naturale, & infra mobili perche con l'aiuto del Istrumento & del sonatore si possano mouer le voci & hora accrescerle, & hora abassarle, questo Istru-mento si è il Trombone, ilquale, se bene ha li storti suoi ordinarij, & che per quelli si formino le vo-ci stabile, nientedimanco il sonatore, con il slungar & rittirar la mano nel toccar le positioni vere, &
con l'aiutar l'Istrumento mentre ch'egli li porge il fiato, s'accomooda secondo li bisogni. & secondo
quelli si gouerna & regge ne piu ne meno, se non quanto che la necessità l'astringe.
Quali sieno quegli Istrumenti che accordati vna sol volta, sono accordati per sempre. Cap. XLVIII.
OGni vno che habbia giuditio & che discorra considerando come si sonano gl'Istrumenti
Musicali, può da se stesso giudicare che tutti gl'Istrumenti di suono stabile, bisogna che
sieno tali, & habbino tal natura che non douendo mai alterar il suono, accordati vna sol vol-ta, sieno accordati per sempre: perche se il suono non ha mai da esser alterato, quando ch'escano dalle
mani del maestro se sono accordati, quella accordatura se li conserua sempre, & non occorre mai piu
d'accordarli, che non è cosi de molti altri Istrumenti, bisognandone molti accordare qualunque volta
che si vogliono sonare.
I Flauti dunque con tutti gl'altri Istrumenti che hanno i buchi per sonore [sic: sonare], quando che il maestro
che gl'ha fatti, gl'ha fatti bene & giusti, non occorre mai piu accordarli: con iquali si come accor-dati vna volta non hanno piu bisogno d'altra accordatura, cosi ancora serà difficil cosa da poterne altri
suoni cauare: & tutti quelli che da loro si cauano, che pur se ne cauano alcuni; ò si cauano per natura
del Istrumento, ò per artificio del sonatore: In tutti dua i modi che si cauino, per non esser cauati na-turalmente ò sono vn poco defettosi, ò che si cauano con fatica. page 216
Il compositore si debbe molto ben guardare di non occupar l'Istrumento con le compositioni sue, in
quelle voci accidentale: perche se patiscano in qualche parte, è forza che se non sempre almeno
qualche volta faccino strano & cattiuo effetto.
Onde se si aggiungano gl'Istrumenti alle voci, debbiamo credere che non gli s'aggiungano per al-tro che per buono effetto, & accioche faccino parer piu belli quei canti & compositione, che poi fa-cendole risonar con quelle voci; quelle voci per esser come ho detto sempre vn poco defettose, le fa-ranno dissonare & parer piu brutte.
Se gli Istrumenti Musicali che sono soggetti alle accordature tutti s'accordano in vn modo, ò pur diuersamente. Cap. LX [sic: XLIX].
QVantunque nelle diuisioni de gl'Istrumenti Musicali habbiamo veduto che alcuni sono di
suono stabile & alcuni di suono mobile: non per questo quelli di suono mobile per esser
soggetti alle accordature conuengano nelle maniere d'esser accordati: e questo perche si co-me hanno diuerse varietà & forme, cosi ancora conuengano hauere varie & diuerse accordature,
tanto piu che gl'Istrumenti mobili hanno il suono per via di contrarie corde; essendo altre le corde
d'acciaio, & di rame, & altre le animate.
Onde è ben conueniente che si come le corde animate che sono le corde de Violini & de Viole si tira-no & si distendano piu di quelle che son di ramo ouer d'acciaio, che cosi ancora sieno piu soggetti alle
accordature, & che piu facilmente si discordino, & che per consequente habbino altr'accordatura che
non hanno gl'altri Istrumenti delle sudette corde.
Però non solo per la diuersità delle corde & l'esser loro particulare, ma anco per la qualità, & la
fatezza del Istrumento tutti gl'Istrumenti di suono mobile, s'accordano diuersamente & tengano nel-l'accordatura altro diuerso & variato stile.
Il che meglio da questo si vede, che se tutti s'accordassero in vn modo, che ne sapesse sonar vno li sa-peria sonar tutti, & se vno fosse buono & perfetto serieno anco gli altri.
Onde per vedere ch'vna simil cosa ne i Sonatori non si verifica; si può con la ragion del senso
senza piu altre speculatiue proue dire, che sia pur troppo il vero; essendo pertinacia, & segno espresso
di pazzia l'ostinarsi in quelle cose, che il senso l'abbraccia & consente: perche se quelle non si vo-gliano & si rifiutano, molto maggiormente si rifuteranno, & non si voranno quelle che sono in proua
dell'intelletto speculatiuo adutte.
Se ci è Istrumento nisciuno che conuenghi con l'altro Istrumento nell'accordatura. Cap. L.
SEria gran cosa certo, se infra tanti Istrumenti Musicali di suono mobile, non ci fosse vn
Istrumento che conuenisse con l'altro nell'accordatura; perche si come habbiamo veduto che
nelle corde & la tastatura molti conuengano, è forza ch'anco nel'accordatura habbino qual-che conuenienza: & se non altri, almeno quelli che conuengano nella tastatura. & quantunque di so-pra ho detto che per le corde, & le qualità del Istrumento nisciun Istrumento conuien con l'altro nel
accordatura; Questo si ha da intendere de gl'Istrumenti particularmente che hanno diuerse sorte
de diuisioni, perche gl'Arpicordi & i Clauicimbani, con tutti gli altri Istrumenti à se simili s'accor-dano in vn modo, come anco gli Organi, i Clauiorgani, & i Regali quantunque habbino per via di mantice & fiato il suono, s'accordano con il medemo ordine che si sogliano accordare i sudetti Clauicimbani
& Arpicordi. Similmente ancora, le Viole perche hanno le medeme corde del Leuto, & la medema
diuisione l'vno & l'altro s'accorda à vn modo: A talche si come colui che sà accordar il Clauicimba-no, sà anco accordar l'Arpicordo: cosi ancora chi saprà accordar vn Leuto, sapra anco accordar vna
Viola; & nota che io non per altro dico vna Viola: solo perche si sappia, che non tutte le Viole d'vna
modulatione s'accordano insieme: quantunque tenghino il medemo ordine d'accordatura, come à suo
luoco et tempo piacendo à Dio vederemo. Per hora basta quasto per meglio poter vedere quello che
ne gl'infrascritti capitoli siamo per vedere. page 216v
Che ordine & maniera si tiene nell'accordare gl'Istrumenti di suono mobile. Cap. LI.
PEr molta intelligenza & assai cognitione che vno habbia della Musica, non è huomo d'ac-cordar perfettamente vn Istrumento di suono mobile, s'egli in la professione del accordare,
non è assai bene essercitato; perche essendo il suono molto meglio, & piu diuisibile che non è
la voce, molte di quelle parte che mancaranno alla perfettione di vn grado sonante non seranno dal
Musico conosciute, come meglio & bene le conoscerà il vero professore: Di questo non me ne voglio
troppo (come si suol dire) riscaldare, perche mi basta solo di dir à quelli che li par cosa strana & diffi-cile il creder questo, che rimirino vn poco quanti maestri di capella & compositori sono che non sanno
accordar vn Istrumento: & se mi dicano che non sapendoli sonare, & per non esserli noto le sue di-uisioni che per questo non li sà accordare: io torno à dire quanti Sonatori sono, che sonando non san-no accordar il suo Istrumento; piglisi in ciò essempio del Organista, ò da altro che soni l'Arpicordo
che se no trouano assai che non li sanno accordare: Però quanto alla maniera & ordine che si ha da te-nere nelle accordature de gl'Istrumenti di corde di ramo ò d'acciaio che sono gl'Arpicordi & i Claui-cimbani vanno accordato secondo l'ordine & la dispositione de Tuoni, procedendosi da Tuoni, Tuoni,
& Semituoni. Onde per darne sotto vna regola vniuersale qualche poco di lume & di chiarezza dico
che si come dalle parte naturale si conoscano, & conoscendosi si formano i Tuoni harmoniali, cosi
ancora volendosi dar principio, & accordar vn Istrumento, s'incominciarà dalla corda che in lei dimo-stra la position naturale: e perche la corda che dimostra la position naturale non è altro che la corda
di C fa vt; per questo volendosi accordar qual si voglia Istrumento di suono mobile si darà principio
in C fa vt: tirandoui sopra le terze, le quarte, ouer le quinte, secondo che ricerca quel particular Istrumento, & da quelle positione poi che si sono accordate, si ascende alle sue ottaue, formandole giuste
come giuste hanno da essere; perche tirandouele false tutte l'altre positioni farà falsificare. & nota
che alcuni non stanno à questa regola generale di principiar l'accordatura nella corda di C fa vt:
che alcuni, la principiano in F fa vt, ò in G sol re vt; Questo non fa caso, perche tutto quel che si è
detto, non si è detto per altro che per formarne con buono & ottimo fondamento vna regola vniuer-sale, atento che non per questo si prohibisce & vieta à gli huomini di non principiare doue li pare ò
piace: ma in quanto al ordine naturale, non si deue principiar in altro luoco che in C fa vt, ò pur in
C sol fa vt, che è l'istesso principio tolto in ottaua. In vna di queste due corde dunque si ha da dar
principio all'accordature de gl'Istrumenti di suono mobile. & instituito il tuono che l'huomo vuole, si
formano l'altre voci sopra secondo che vi vanno disposte; & disposte che ui sono, sempre si và à ritrouar
l'ottaue per sentire se le vi sono tirate à bastanza & giuste.
Di quanta fatica sia l'accordar gl'Istrumenti. Cap. LII.
SEmpre si presuppone che vno ilquale sappia sonar vn Istrumento lo sappia ancor'accor-dare; perche se non lo sà accordar in tutto & perfettamente, almeno l'accorda in tal ma-niera che se ne sta appresso che bene: ma perche quando si dice & ragiona d'vn Istrumento
accordato, sempre s'intende d'vn Istrumento accordato bene, & riduto in quanto all'accordatura in sua
perfettione: per questo si dice che non è cosa tanto facile quanto ch'è quelche d'vno forsi si pensa, es-sendomi io abbattuto molte volte in vedere che molti ci hanno posto le mani, & accordatoli secondi il
lor giudicio & sapere, & nondimeno ponendoci le mani che se n'intende & nè fa professione: far ve-dere che non erano punto accordati. Non si dice che in tanto e quanto non s'accordino: perche dicendo questo si descenderia à gl'estremi, ma si dice che l'Istrumento è di tal natura per hauer le voci cosi
diuisibile, che à chi non è piu che prattico ouer perfetto, li parerà accordato quello che al professore è
quasi scordato: E però si vede che vn Musico quantunque sappia & intenda l'ordine del accordatura
& che conosca gl'Vnisoni le seconde, le terze le quarte & le quinte: non per questo la prima volta
che ci pone la mano li sà accordare, perche oltra il saprere i sudetti ordini, bisogna che vi sia talmente
abituato & asuefatto, che l'abito & la consuetudine l'habbia redutto à perfettione. Il che consideran-do ci può dimostrare & far sapere di quanta fatica sia l'accordar vn Istrumento: Onde se per vno page 217che non sappia piu che tanto, non ostante ch'egli sia Musico, & sappia in che modo s'accordino gli
Istrumenti, ha tanta difficultà in accordare vn Istrumento semplice che seria vn Arpicordo ò vn
Clauicimbano; quanta maggior fatica durerà in accordar bene gl'Istrumenti composti intesi per vn
corpo di Viole? Non bisogna dire che chi ne sà accordar vna le sà accordar tutte, perche, se ben
tutte vanno accordate nel medemo modo, nondimeno per esserci vna certa varietà nelle parte graue,
nelle acute & nelle di mezzo, per questo si dice che sia molto piu fatica in accordar vn corpo di Viole,
che in accardar [sic: accordar] vn Arpicordo. Questa fatica è ancor ne gl'Organi per la quantità de registri, ne i
quali si vede vn gran sonatore à sonarli bene, & non saperli accordare. E però non serà chi si me-rauigli se io dico che sia fattica in accordar vn Istrumento che stia bene: perche con il scoprire la dif-ficulta grande voglio inferire che vna simil operatione non è di altra persona che di perito maestro, &
di proprio professore.
Quali sieno quegli instrumenti ch'essendo sotto vn nome solo hanno bisogno d'esser diuisi. Cap. LVII [sic: LIII].
TRa giudiciose persone, & huomini che con qualche ragione discorrano, non è chi non vegga
& consideri quanto sia bene, & di quant'vtile sieno le diuisioni & le distintioni, quando che
se ne i ragionamenti che quotidianamente & d'ogni hora si fanno non ci fossero le diuisio-ni, seriano si oscuri & confusi, che di confusione & oscurezza non haueriano pari; e però in occasione
di ragionar de gl'Istrumenti Musicali, non solo si sono diuisi come si vede, ma anco in alcuni altri
s'hanno da diuidere per rispetto che sotto vn nome si contengano dua sorte d'Istrumenti.
Questo none ch'abbraccia due cose, & che ha bisogno di esser diuiso & distinto: non è altro che il
nome della Viola: trouandosi la Viola da braccio, & la Viola da gamba: l'vno e l'altro Istrumenti
d'vna istessa specie: & chi m'adimandasse perche causa si trouano le sudette Viole da gamba &
quelle da braccio: io direi che le non si trouano per altro che per potersene seruire per le case & per
le vie, non essendo conueniente, ne men si facile il portar le Viole da gamba per le vie, come sono piu
commode da sonar in casa, [unclear: &] [gap — ]o piu soaue harmonia: & se altra piu particular ragione vi si
troua, voglio che questa qui sia per nulla, & che quella sia la propria & la vera: perche in questo caso
io non ho voluto affatticar la mente in considerare, perche si trouino piu queste specie di Viole di-stinte, che nisciun altra sorte d'Istrumento particulare: & questo poco che io ne ho ragionato, io ne ho
ragionato per altro che semplicemente per scoprire queste due sorte di Viole, accioche volendole il compositore ne i suoi concerti introdurre sappia che ve ne sono da gamba, & da braccio: & che quelle
da gamba non solo vanno piu basso che non vanno quelle da braccio: ma anco sono piu compite & per-fette, per le diuisioni multiplicate che in esse si trouano: che non per altro si veggano piu ne i concerti
esser adoprate, che non sono le altre; se non perche piu perfettamente seruano alle compositioni.
Però fattone la presente distintione, ogni vno le potrà adoprare secondo che li pare: perche adoprandole, l'adopri in buon propositio & occasione: perche l'adoprarle in cattiua occasione & in mal
proposito, se ne resta mal contento & mal seruito.
Se gl'Istrumenti che sonano vna parte sola, & che hanno il suono mobile, douendosi accordare, s'accordano tutti insie-me. Cap. LIIII.
CHi non fosse auertito: ò chi non sapesse quanto vaglia & importi il formar i ragionamenti
con distintione, spesse volte si pensaria che fosse vano il ragionar d'vna cosa; nondimeno poi
in progresso del ragionamento se vno non è a fatto a fatto cieco & ignorante, s'accorge à che
fine sono fatti; poiche li scopriano quello che mai si pensaua, ne men sapria: e però stante i ragiona-menti fatti & le cose che si potriano intender al contrario di quello che vanno intese, si ha da sapere
che si trouano alcuni Istrumenti di suono mobile iquali quantunque vadino accordati secondo l'ordine
delle specie in che sono constituiti, & che l'accordatura di vno sia l'accordatura del altro; nientedi-manco perche ogni particular parte conuien che habbia il suo particular Istrumento; per questo si
dice che le Viole in particulare per esser Istrumento che solo non serue alle compositioni, ma in com-page 217vpagnia delle altre che fanno tutte vn corpo & vna modulatione, ha bisogno di compagno: & per que-sto come Istrumento che rileua vna parte sola: ne vuol hauere dell'altre: & hauendone si come i
Flauti & gl'altri Istrumenti di simil sorte, il Soprano è piu alto del Alto & del Tenore & il Basso
piu graue del Tenore Alto & Soprano: cosi le Viole ancora hanno la medema natura. Dunque pi-gliato le Viole di mezzo che sono tutte dal Soprano & Basso in poi, tutte s'vniscano à vn modo & si
fa che la prima corda s'vnischi con la prima della compagna, la seconda con la seconda & via di ma-no in mano, fin che le si sono incontrate tutte; alhora poi si piglia il Soprano, & si fa che la seconda
corda del Tenore dia il tuono alla prima corda di detto Soprano: & postola in quella voce che sia
però giusta & bene vnita, si procede al altre con lo stile d'accordar vna Viola in particulare: essendo
che per essersi cambiato le corde è forza che infra d'alcune vi sia qualche discrepanza, per non esser
poste tutte le corde in egual diuisione: cosi accordato il Soprano, si piglia l'vltima di vn Tenore, &
si fa che sia la seconda del Basso: perche hauendo accordato la seconda corda del Basso con la prima
del sudetto Tenore, sopra di quella s'accordano tutte l'altre: Onde accordate bene che seranno, si ha-uerà per accordato tutto vn corpo di Viole. Questo si è detto intorno ad ogni altro Istrumento di
suono mobile, che soni vna parte sola: accioche ogni vno sapendo le regole della loro accordatura si
sappia porre ad accordarli.
Come si può far senza maestro à imparar d'accordar gl'Istrumenti Musicali di suono mobile. Cap. LV.
COloro che sono bramosi & hanno sommo desio d'imparar senza lettione ò precetto di mae-stro il modo d'accordar gl'Istrumenti Musicali, hanno la prima cosa da sapere che cosa sia
terza maggiore & terza minore per poterle disporre come vanno disposte, & poi volendo
imparar senza molto fatica se si ha d'accordar vn Clauicimbano ò Arpicordo pigliar il Toscanello
di Pietro Aron & riguardar nel fine di quel suo volume, ch'egli insegna di tasto in tasto come vanno
accordati: De gl'altri Istrumenti poi come le Viole tanto da braccio come da gambe, Violini: & al-tri, si può guardar nel fin del libro di Gio: Maria Lanfranco, ilquale distintamente insegna come
ciaschedun s'accorda: & nisciun se merauigli se io non ne faccio quelle demostrationi, & non ne di-scorro come era forse l'intention de molti: Perche in questo caso d'insegnar il modo d'accordare, loro ne
discorrano & ne ragionano si bene, che oltra il parermi superfluo di ragionarne, mi pare che altro non
hauerei potuto dire se non quello che hanno detto loro: & douendo dire quello ch'essi han detto, è me-glio che chi lo vuol sapere & vedere, lo vegga in fonte & ne i proprij autori.
Cosi la lode rimarrà sua: & io da nisciuno serò imputato che m'habbia voluto quel ch'è d'altri at-tribuire: Quello poi ch'essi non dicano, & che à me resta di dire non è altro, solo di auertir coloro che
con i sudetti libri, & senza maestri si porranno ad'accordare gl'Istrumenti, che dalle terze maggiore,
& minore in poi, che poca fatica durano à esser conosciute, quando che da chi le adopera sono intese:
le quarte & le quinte hanno bisogno di vna diligenza incredibile, perche le non hanno mai à esser tirate
si giuste che l'orecchie nostre le riceuino per accordate, volendo hauere simil parte che basta solo d'ha-uercele condotte, essendoche per le gran diuisioni chi si trouano in vn Tuono di grado che non sà &
non è in questo auertito, le tira tanto che quantunque le paiano accordate, toccandole in paragon del al-tre sono scordate: e però tanto la quarta, quanto che la quinta ogni volta che si serà tirata à quel
primo segno che la comincia à esser conosciuta per quinta & per quarta buona, la si lascerà stare, &
hauer quel giuditio di conoscere che tra le diuisioni delle quarte & delle quinte buone: esse quinte &
quarte hanno piu da tendere nel graue che nel acuto.
L'ottaue poi per esser assai più facile d'accordarsi, non hanno bisogno d'altro che di esser ben rico-nosciute. Similmente ancora nel accordar le seste, chi conosce quale sieno le maggiore & le minore,
non hauerà difficultà nisciuna, nel accordarle.
Bisogna ben hauer quest'auertenza, d'incontrar con le prime corde accordate le sue ottaue, & tra le
ottaue toccarui le sue quinte, & terze maggiori, & sentito che le risonano bene, tirarui sopra pur l'ot-taue, & infra di loro ancor le sue quinte: che procedendosi cosi sin al fine si hauerà tutto l'Istrumento accordato. & benche vno per la prima volta non l'accordi perfettamente vi s'esserciti spesso, che
l'vso & l'essercitio li purgherà l'vdito si fattamente che in breue tempo gli ne farà esser padrone,
scorgendosi da vn hora al altra quel che non si scorgea per prima. page 218
Vniuersal demostratione di quanto vadino alto & basso tutti gl'Istrumenti Musicali. Cap. LVI.
HOrmai che habbiamo veduto tutto quello che intorno à gl'Istrumenti Musicali si ha da ve-dere, & che se ne son fatte tutte quelle considerationi che se ne doueano fare; parmi che sia
hora non solo di dar fine al presente ragionamento, ma anco à tutti i ragionamenti passati:
hauendo sodisfatto le promesse, & adempito tutta la mia intentione: ma perche se in questo fine io la-sciasse di dire quello che dal principio di quest'vltimo libro mi proposi di dire, mi rattenerei appresso di
me quello per cui io mi posi à farlo: per questo dopo le sufficiente enarrationi, voglio qui porre come
in vna tauola vniuersale quanto vadino alto tutti gl'Istrumenti Musicali, & particularmente de
quelli, che piu e piu volte ne i superiori ragionamenti n'è stata fatta mentione: accioche disponendosi
il compositore di fare vna superba compositione, con animo & proposito d'introdurui questo Istru-mento & quello, possa disporre la compositione insieme con essi, senza verun mancamento.
Però quanto à i Cornetti cosi bianchi come negri: naturalmente non passano 15. voci incomincian-do d'A la mi re, & nota che i Cornetti negri particularmente oltra queste voci naturale possano ascendere ancora quattro cinque & sei voci, cosi buone & perfette quanto sieno tutte l'altre; se però il So-natore le sapra ben formare. Similmente tra i Cornetti negri vi si troua vn Cornetto che si chiama il
corno torto, ilquale non ascende piu di vndeci voci reali: principiando da D sol re, sino in G sol re vt,
& con la chiaue, non descende piu che in C fa vt. Le Dolzaine poi non passano senza le chiaue noue
voci & con le chiaue vndeci per sino à dodeci incominciando da C fa vt, sino in D la sol re. Il Fa-gotto chorista va dall'ottaua di C fa vt da basso, sino ib [sic: in] B fa b mi di sopra. Si dice Fagotto chorista
perche ve n'è vn'altro che non è del suo tuono, ma vn poco piu alto ouer piu basso. I Cornamuti torti
non passano noue voci, incominciando da C fa vt, sino in D la sol re, come anco le Dolzaine senza
chiaue. I Fifari non passano di sotto da D sol re, & di sopra il soprano non passa la quintadecima.
Il soprano de Flauti ascende da G sol re vt primo, sino in F fa vt sopr'acuto; & gli tenori da C fa vt
sino in A la mi re; & il basso da F fa vt basso basso sino in B fa b mi. Vi sono poi alcuni Istru-menti che si chiamano Sordini, i quali hanno il suono come le Cornamuse, & vanno tanto basso quanto
và il Fagotto chorista, & è di tal natura, che non ascende, ne descende se non à un certo segno.
I Tromboni poi vanno alti fino in A la mi re alto: & descendano poco manco quanto si vuole,
perche col slungar le canne, & agiungerui i torti si cauano voci di piu del ordinario.
Queste sono tutte l'ascese & discese de gl'Istrumenti stabili & particularmente de quelli che sona-no una parte sola. Gl'altri Istrumenti poi di suono mobile se uogliamo uedere quanto uadino alto
& basso, lascieremo da una parte gl'Organi, i Clauicimbani con gl'Arpicordi i regali et i Clauiorga-ni per esser Istrumenti che tra Tuoni & Semituoni nella maggior quantità rileuano cinquanta uoce:
& diremo che i Violini ascendano fino à 17. uoci, incominciando da C fa ut, sino in A la mi re oltra
d'alcune che se ne cauano per artificio & giuditio di chi li sona cosi ancora le Viole da braccio & da
gamba &c.
Sono istrumenti che quantunque sieno conformi di nome & si dichino sotto vna sol dittione, han-no però diuersi ordini di corde, & con la diuersità di corde, varie & diuerse accordature; perche le
Viole da gamba hanno 6. corde, & quelle da braccio quattro.
Quelle da gamba coninciando dalle Violetta picciola và alto & basso da A la mi re fuori del-la Mano sino in A re. Il suo Basso se ne và da D la sol re sino in G sol re vt basso basso:
Le di mezzo poi da A la mi re sino in D sol re basso basso. Ma le Viole da braccio perche s'ac-cordano con gl'ordini del Violino, & esso Violino accordandosi di quinta in quinta, si tenerà quest'ordi-ne: prima in quanto all'accordare la piu bassa corda del Soprano hà da esser l'Vnisono del Sopran del
Basso, & esso Sopran del Basso ha da essere la seconda corda del Tenore tra le corde piu acute: di mo-do che il Tenore con tutte le altre Viole di mezzo formaranno queste voci da A la mi re sin in F fa
vt fuori del principio di essa Mano, & il Basso perche s'accorda col Soprano il suo piu basso suono
che possi formare (parlando delle Viole ordinarie) serà quello di B fa b mi basso sino in D la sol
re. Cosi per questa via si hauerà non solo tutta la possibilità naturale de gl'Istrumenti di suono sta-bile & mobile; ma anco si hauerà per sino donde possino arriuare.
Anzi ch s'io mi credessi che col semplice leggere ogni uno si tenesse à mente i luochi & le positio-page 218vni di sopra commemorate m'acquetarei & porei fine: ma dubbitando di non esser cosi da tutti inteso,
ho deliberato al fine di proporre tutto quello che sin quì ho detto sotto figure della presente Tauola.
[Music example]
Queste sono le possibilità de gl'Istrumenti che si sogliono adoprare per far concerti: & se ve ne
sono d'altra sorte, tutti hanno conuenienza con qualcheduno de li superiori. Cosi riguardando vn
Compositore alla possibilità loro se ne seruirà con assai piu facilità; & li saprà meglio dispor le par-te sopra, che non saria quando che non sapesse la possibilità delle voci che ci possano dare.
Et auerta ogni vno che si come le voci humane, possano cantar vna cantilena vn Tuono piu alto,
& vn Tuono piu basso secondo che li torna commodo & che li pare è piace, che cosi ancora gl'Istru-menti possano sonar vna cosa hora in vn Tuono & hora nell'altro, per rispetto che tutti vniuersalmen-te sono alti rispetto alle voci. Et cosi quando che con gl'Istrumenti si vogliano accompagnar le voci
il piu delle volte per accommodarle, le si sonano alla seconda, alla terza, alla quarta &c. E però in
questo caso quelli che li vogliano adoprare: se non ne hanno altra particular cognitione: almeno sap-piano generalmente che i Tuoni harmoniali posti & collocati dentro alle lor corde naturali: si possa-no sonar vn Tuono piu basso: & che li trasportati si possano fare alla quarta & alla quinta come si
presuppone ch'egli da se stesso habbia da considerar queste cose.
Il restante poi che in questa professione si ha da considerare si lascia ad altro piu perito di me,
perche si come il giuditio & il discorso gioua in ogni cosa, cosi ancora in simil occasione considerando
in che modo & per che via procedano gl'Istrumenti in accommodar le parte che hanno da cantare può
preuenire à tutte le considerationi particulare, & in qual si voglia caso riuscire nè piu nè meno che
s'egli fosse vn perito & perfetto maestro.
Onde se le scritture hauerssero quella forza & viua voce che hanno le parole, con i ragionamenti
& le parole m'assicurerarei di mostrar meglio, & di meglio dar ad intendere tutte queste cose; ma es-sendo tale quale si veggano essere, dopò l'essermi affaticato quanto in tutto il progresso dell'opera si
vede, & hauer cercato al possibile di farmi intendere, fatto breuemente tutte quelle escusationi cha [sic: che]
in simili ragionamenti si debbon fare: hauendo adempita la mia intentione in nome di quel Signore
che mi ha dato possanza di dar principio, & condurmi sin quì con pace, & buona gratia de tutti vo-glio terminare & dar fine.