Title: Thoscanello de la musica
Author: Pietro Aaron
Publication: Bernardino & Mattheo de Vitali (Venezia, 1523)
Bibliothèque nationale de France, Paris, FranceTitle: Toscanello in musica
Author: Pietro Aaron
Publication: Bernardino & Mattheo de Vitali (Venezia, 1529)
Bibliothèque Royale Albert Ier, Brussels, BelgiumTitle: Toscanello in musica
Author: Pietro Aaron
Publication: Marchio Sessa (Venezia, 1539)
Bibliotheca Riccardiana, Florence, ItalyTitle: Toscanello
Author: Pietro Aaron
Publication: Domenico Nicolino (Venezia, 1562)
Bibliothèque nationale de France, Paris, France First edition, 1523: Bibliothèque nationale de France, Paris, France Second edition, 1529: Bibliothèque Royale Albert Ier, Brussels, Belgium Third edition, 1539: Bibliotheca Riccardiana, Florence, Italy Fourth edition, 1562: Bibliothèque nationale de France, Paris, FrancePrincipal editor: Anne-Emmanuelle Ceulemans
Funder: Université catholique de Louvain F.N.R.S.
Edition: 2002
Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht Netherlands
Si uvis scire modum generosa iuuventa candendi
Petrus Aron clarus Mmusicus arte docet.
Edocet ut coelum numeris mouveatur, & alta
Organa pulsentur, voceq faxa mouvet.
Attrahit hic syluvas, labentia flumina sistit,
Threiicius vates cedere iure potest.
Si uvis scire modum generosa iuuenta canendi
Petrus Aron clarus Mmusicus arte docet.
Edocet ut coelum numeris mouveatur, & alta
Organa pulsentur, uvoceq saxa mouvet.
Attrahit hic syluvas, labentia flumina sistit,
Threiicius uvates cedere iure potest.


AL REVERENDO, ET MAGNIFICO MONSI-GNORE SEBASTIANO MICHELE, PATRITIO VENETO, CAVALLIERE HIEROSOLYMITANO, ET PRIORE DI SAN GIOVANNI DAL TEMPIO DIGNISSIMO, PIERO AARON FIORENTINO, CA-NONICO RIMINESE.For further information on this preface, see Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 81 sqq.
AL MOLTO REVERENDO, ET MAGNIFICO MONSIGNORE SEBASTIANO MICHELE, GENTILHVUOMO VENETIANO, CAVALIERE HIEROSOLIMITANO, ET PRIORE DI S. GIOVANNI DAL TEMPIO DIGNISSIMO., PIERO ARON FIORENTINO.
[#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: TABVULA] [#s1562: TAVOLA DEI CAPITOLI, CHE NELLA PRESENTE OPERA SI CONTENGONO]
[#s1523: LOoda] [#s1529: LAaude] [#s1539: LAaude] [#s1562: Laude] della musica. | Cap. I. |
Delli inuventori della musica. | Cap. II. |
Diffinitione, et deriuvatione della musica. | Cap. III. |
Della musica mondana:, humana: et istromentale. | Cap. IIII. |
Cognitione di uvoci: et suoni: et uvarii istromenti. | Cap. V. |
Della intelligenza del modo. | Cap. VI. |
Cognitione del modo minor perfetto. | Cap. VII. |
Che cosa sia tempo. | Cap. VIII. |
Che cosa sia prolatione. | Cap. IX. |
Quato sia il uvalore delle note nel modo maggiore perfetto: et imperfetto:, modo minor perfetto: et imperfetto. | Cap. X. |
Del uvalore di ciaschedua nota nel modo maggior perfetto posto con il segno sequente, ![]() |
Cap. XI. |
Valore del modo maggior perfetto nel tepo imp-fetto: et prolatione perfetta:, come qui, ![]() |
Cap. XII. |
Per il secondo [#s1523: modo] [#s1529: segno] [#s1539: segno] [#s1562: segno] del maggior perfetto. | Cap. XIII. |
Per il modo maggiore imperfetto. | Cap. XIIII. |
Per il modo minor perfetto. | Cap. XV. |
Per il modo minore imperfetto. | Cap. XVI. |
Valore del modo maggiore perfetto nel segno del tepo pfetto: et prolatione impfetta:, come qui, ![]() |
Cap. XVII. |
Per il secondo segno del modo maggior perfetto. | Cap. XVIII. |
Per il modo maggiore imperfetto. | Cap. XIX. |
Per il modo minor perfetto. | Cap. XX. |
Per il modo minore imperfetto. | Cap. XXI. |
Valore del modo maggior pfetto nel segno del te-po: et prolatione imperfetta:, come qui, ![]() |
Cap. XXII. |
Per il secondo segno del modo maggior perfetto. | Cap. XXIII. |
Per il modo maggiore imperfetto. | Cap. XXIIII. |
Per il modo minore perfetto. | Cap. XXV. |
Per il modo minore imperfetto. | Cap. XXVI. |
Della intelligenza del modo maggior perfetto: et modo minore: et tepo p uvarii segni [#s1523: dimostrato] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] . | Cap. XXVII. |
[s1523: page 6][s1529: page 6]Della cognitione del modo minor pfetto: et imperfetto:, tempo: et prolatione, p uvarii segni. | Cap. XXVIII. |
Come siano intese le note: ouver figure perfette. | Cap. XXIX. |
Dimostratione delle note imperfette. | Cap. XXX. |
Come la lunga nel tempo pfetto non si può dire imperfetta. | Cap. XXXI. |
Della cognitione: et natura del punto. | Cap. XXXII. |
Delle note alterate: et sua intelligenza. | Cap. XXXIII. |
Cognitione della maxima: et lunga di color pieno. | Cap. XXXIIII. |
Della figura breuve piena. | Cap. XXXV. |
Della figura semibreuve piena. | Cap. XXXVI. |
Che cosa sia syncopa. | Cap. XXXVII. |
Cognitione: et modo di cantar [#s1523: segno] [#s1529: segni] [#s1539: segni] [#s1562: segni] contra a [#s1523: se-gno] [#s1529: segni] [#s1539: segni] [#s1562: segni] necessarii. | Cap. XXXVIII. |
Come li cantori habbiano a numerare li canti. | Cap. XXXIX. |
Delle note in legatura. | Cap. XXXX. |
CHhe cosa sia tuono. | Cap. I. |
Del semituono minore: et maggiore. | Cap. II. |
Del ditono. | Cap. III. |
Del semiditono. | Cap. IIII. |
Del tritono. | Cap. V. |
Del diàa tessáaron. | Cap. VI. |
Del diàa péente. | Cap. VII. |
Del hexachordo maggiore. | Cap. VIII. |
Del hexachordo minore. | Cap. IX. |
Del diàa pasôon. | Cap. X. |
Del genere chromatico. | Cap. XI. |
Del genere enarmonico. | Cap. XII. |
Dichiaratione del contrapunto. | Cap. XIII. |
Delle consonanze perfette. | Cap. XIIII. |
Delle cocordanze imperfette in cotrapunto usate. | Cap. XV. |
Come il copositore [#s1523: debbia] [#s1529: debbe] [#s1539: debbe] [#s1562: debbe] dare principio al suo canto. | Cap. XVI. |
[s1523: page 7]Se la consonanza: òo concordanza è necessaria al principio del canto. | Cap. XVII. |
[s1529: page 7]Della terminatione: òo uvorrai dire cadenza ordinata nel soprano. | Cap. XVIII. |
Modo di comporre psalmi: et mMagnificat.pricipiji, mezi, et fini de' tuoni | Cap. XIX. |
Della natura del diesis. | Cap. XX. |
Del modo del comporre il contrabasso: et alto dopo il tenore, et canto, Pprecetto primo. | Cap. XXI. |
Precetto secondo. | Cap. XXII. |
Precetto terzo. | Cap. XXIII. |
Precetto quarto. | Cap. XXIIII. |
Precetto quinto. | Cap. XXV. |
Precetto sesto. | Cap. XXVI. |
Precetto settimo. | Cap. XXVII. |
Precetto ottauvo. | Cap. XXVIII. |
Precetto nono. | Cap. XXIX. |
Precetto decimo. | Cap. XXX. |
Ordine di comporre a piuù di quatro uvoci. | Cap. XXXI. |
Che cosa sia proportione. | Cap. XXXII. |
Del superparticolare genere. | Cap. XXXIII. |
Del superpartiente genere. | Cap. XXXIIII. |
Del molteplice superparticolare genere. | Cap. XXXV. |
Del molteplice superpartiente genere. | Cap. XXXVI. |
Della proportionalità arithmetica. | Cap. XXXVII. |
Della geometrica proportionalità. | Cap. XXXVIII. |
Della armonica proportionalità. | Cap. XXXIX. |
Diuvisione del monachordo per tuoni, et semituoni naturali, et accidentali. | Cap. XXXX. |
Della partecipatione, et modo d'accordar l'istro-mento. | Cap. XXXXI. |

[#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: IL TOSCANELLO IN MVUSICA DI M. PIETRO ARON FIORENTINO, DELL'ORDINE GIEROSOLIMITANO, ET CANONICO IN RIMINI. ] LIBRO PRIMO.
[#s1523: LODA] [#s1529: LAVUDE] [#s1539: LAVUDE] [#s1562: DELLE LODI] DELLA MVUSICA. CAP. I.
sSe uvitio [s1523: page 11]alcuno (dice) saraà nelle mie opere, [#s1523: iscuselo [sic: iscusalo]] [#s1529: iscusalo] [#s1539: iscusalo] [#s1562: iscusalo] appresso te, o lettore, il suo tem-po. iIo era in essilio, et cercauva [s1529: page 11]riposo, et non fama, a ciocheé la mente non fusse sempre intenta alle sue calamitaà.eEt quanto seguita lungamente., per le qual cose appare, che non hanno mal parere quelli, che pensano la mu-sica a noi per dono dalla natura essere stata conceduta, a cioò che meglio si possino tolerare, et durare gli affanni di questa trauvagliata uvita. Non di meno di piuù sano giuditio sia, chi la crede esser grata alle menti humane, percioò che in essa riconoscono il lor principio, affirmando Platone nel Ti-meo, che l'anima nostra è composta di numeri musicali:, come anchora li pPythagorici affermano, che 'l mondo è composto di ragione musicale, del quale l'huomo sia imagine:, et per tanto uvenga detto microcosmo, che suo-na in nostra comune lingua "piccolo mondo":. oOuve risguardando i Romani, hauveano costume di celebrare l'essequie de' morti con suoni di trombe, et altri stormenti, i quali peroò funerali addimandauvano:, no per altra ragio-ne, se non che pensauvano le anime nella loro origine, cioè nel cielo ritor-nare:, al quale per mezzo del l'harmonia facile fusse il transito. eEt per simil cagione nel celebrar de gl'hymenei nottiali usauvono pur suoni per auspi-cio della creatione del l'anime, del quale effetto le nozze sono mezzano istromento. Prendi la confermatione nelli [#s1523: piccioli] [#s1529: piccoli] [#s1539: piccoli] [#s1562: piccoli] fanciulli,. nNon parlano anchora, non intendono, chi parla:; sono di quel puro intelletto da niu-na impressione [#s1523: segnato] [#s1529: segnati] [#s1539: segnati] [#s1562: segnati] , il quale il pPhilosopho assomiglia ad una tauvola rasa:, ouve [#s1523: niente] [#s1529: nulla] [#s1539: nulla] [#s1562: nulla] sia scritto:. nNon di meno, quado piangono, se per caso odo-no qualche uvoce soauve, tantosto s'acchetano, et stansi consolati:; quado so-no ben cheti et allegri, se aspro suono loro offende gli orecchi, subito a stridere, et star sconsolati:. pPercheé? pPercioò che se ben alcuna altra cognitione non è in loro, no manca peroò la natura, che di similitudine s'allegra, et ab-horrisce il cotrario. aAlla fine anchora gli [#s1523: animanti] [#s1529: animali] [#s1539: animali] [#s1562: animali] irrationali mirabilme-te si dillettano in musica, parte in udirla, come ceruvi, delphini, elephanti, et gran parte di augelli, parte in essercitarla, come cygni et lusignuoli. Segue all'infinito piacere et diletto, che della musica nasce, una inestima-bile utilitaà, che all'animo, et al corpo s'estende. Et che sia utile a l'animo, potrei adducere in mezzo molti essempi, come di Empedocle, che mutata una modulatione, teperò l'ira di un furioso giouvane tauromenitano ebrio, incitato dal suono phrygio a uvolere ardere la casa, ouve una sua amica col riuvale era rinchiusa: col sostituito spondeo lo placoò, et a miglior mente [#s1523: ] [#s1529: lo ] [#s1539: lo ] [#s1562: lo ] ri-dusse.; come [#s1523: di] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] tutti [#s1523: ] [#s1529: gli ] [#s1539: gli ] [#s1562: i ] Pythagorici, e quali commouveano, et acchetauvano gli [s1523: page 12]animi: et a' buoni costumi colla musica gl'indirizzauvano., et allor imitatione Theophrasto, che a tor uvia le passioni del l'animo commadauva apporsi le piuve. Ma fra' molti [s1529: page 12]memorabili essempi di uno del popolo di Arcadia mi uvoglio contentare, del qual Polybio, grauvissimo historico, è autore,:
[#s1523: èE' manifesto] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] (dice egli) la musica essere utile a tutti gli huomini, ma a gli Arcadici necessaria, siì per le continue fatiche di quella gente in lauvorare i campi, et durezza et asprezza di uvita:, siì per la austeritaà di costumi, che gli soprauviene per il freddo, et maluvagitaà del aere, al quale per necessitaà simili siamo prodotti., Ppercioò da principio gli lor fanciulli da pueritia s'u-sauvano nelli canti de gl'hynni peani, co' quali secodo l'usanza della patria soleuvano lodare i genii, heroi, et iddii. pPoi, instrutti nelle discipline di Philosseno et Timotheo, faceuvano giuochi annuali in honor del dio padre Baccho con balli, et canti:. iIfanciugli faceuvano giuochi chiamati puerili, i giouvani giouvenili. Tutta la lor uvita al fine è conuversa in tali canzoni, no tanto che si diletteno di udire modulationi, quanto per essercitarsi insie-me cantando. oOltra di cioò, se un huomo non sa qualche cosa nell'altre arti, no gli è uvergogna:, ma che uno huomo no sappia la musica, no è possibile, percheé è necessario impararla:, et cofessare di no la sapere si tiene per cosa uvituperosissima. VUltimamente e giouvanetti ogn'ano spettacoli et giuochi alli suoi cittadini fanno nelli theatri co balli et canti. cCosiì prima gli Arca-dici introdussero tutte le cose dette di sopra, di poi gli [s1539: page 7]comuni couventi, et [#s1523: moltissimi] [#s1529: moltissimi] [#s1539: moltissimi] [#s1562: molti] sacrificii, ne' quali si cogregauvano maschi et femine:; in ultimo gli chori di damigelle et fanciulli:, le quali cose tutte fecero a questo fine:, acciocheé quello, che era duro per natura ne gli animi loro, p cosuetudine si mitigasse, et [#s1523: diuvenisse] [#s1529: venissi] [#s1539: venissi] [#s1562: venissi] piaceuvole. Ma li Cynethesi in spacio di tepo hauvedo cominciato a sprezzar questa usanza, la quale a loro, piuù che ad altri, era necessaria, come habitati nella piuù fredda parte di Arcadia:, [s1562: page 7]uvoltati a cupiditaà, et ambitione, in breuve uvenero in tata fierezza, che in niuna cittaà di Grecia si faceano maggior sceleratezze, o piuù frequente crudeltà:. eEt p tal peruversitaà tutti gli altri popoli di Arcadia hauveuvano in odio la uvita et co-stumi loro.tTato et piuù recita Polybio nel quarto delle sue hHistorie dintor-no l'immenso frutto, che dalla musica al popolo arcadico uvene, cotra la falsa openione di Ephoro, che nel proemio del l'hHistorie diceuva la musica essere stata trouvata ad ingannare, et beffare gli huomini:. eEt a questa musica disciplina de gli aArcadici hauvere hauvuto riguardo Virgilio, si giudica dalli dotti, quado nell'eEgloga allo [sic: Galla] dice,:
uVoi Arcadi catarete alli uvostri monti, [s1523: page 13]Arcadi soli dotti a cantare.Che sia giouveuvole & salutifera all'infirmitaà corporali, queste memorie in fra l'altre [#s1523: n'] [#s1529: noi ] [#s1539: noi ] [#s1562: noi ] habbiamo. Xenocrate con orga-niche modulationi liberauva i spiritati,. [s1529: page 13]Asclepiade col canto delle trombe [#s1523: a' sordissimi] [#s1529: a' sordissimi] [#s1539: a' sordissimi] [#s1562: a i sordi] l'audito, co altra symphonia a' phrenetichi la mente restituiuva. Thaleta cCandiotto colla soauvitaà della cithara la pestilenza da Misithrà discaccioò:, et Terpandro il partiale tumulto ne remosse. Ismenia tThebano col canto della piuva a piuù Beotici sanoò le sciatiche:, la qual cosa se ad alcu pare impossibile, legga Aulo gGellio nel quinto delle nNotti attiche, et inten-deraà la ragione, pcheé puoò essere:, per modo che pareraà meno miracoloso, se Timotheo con modulatione [#s1523: orthia] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] concitoò Alessandro mMagno a pren-der l'arme in mano., come fusse presente il nimico, che a morte lo sfidasse:; et cocitato che l'hebbe, immantenete co altro tuono molle et quieto lo placoò:. eEt piuù credibile sia, se [#s1523: ] [#s1529: il ] [#s1539: dal ] [#s1562: dal ] citharizzate Dauvit (come si ha nel sacro vVecchio iIstrometo)'Istromento' i.e. 'Testamento'., il re Saul si recreauva dal furor della pazzia, dal qual spesso era occupato. Aggiunge che secondo Vitruuvio, l'architettore senza musica no saraà pfetto, la qual precipuamete è efficace alle teperature di baliste, catapulte, scorpioi, et machine hydrauliche:; secodo Hierophilo, et Erasistrato, il medico, per li polsi, che a coparatione di numeri si cosiderano:. eEt secodo Platone la musica è necessaria all'huomo ciuvile da lui detto politico. Da Platone no discorda Aristotele, il qual nelli pPolitici libri è autore la musi-ca essere collocata tra li studii liberali:, la qual insieme con le lettere, et con la lotta li giouvanetti alli tepi antichi usauvano imparare:. eEt se uvogliamo (dice il medesimo) uviuvere in quiete, dobbiamo hauvere con noi la musica, la quale è di natural piacere, procedente da cose giocondissime:, per il che et Museo dolcissima la disse essere alli mortali. Il gramatico senza musica no puoò esser copiuto, bisognadoli (come testimonia Quintiliano) che sappia cantare i uversi a tepo et misura:, di che la musica è maestra. eEt quel che del gramatico si dice, sia detto del poeta:, sia detto del oratore. eEssendo li numeri antichi mal coposti et quasi rustichi:, la poetica (dice Cesorino) usciì fuora piuù affettata, et piuù [#s1523: modulata] [#s1529: modulata] [#s1539: modulata] [#s1562: moderata] , quasi una legittima musica:, la quale con metrica [#s1523: modulatione] [#s1529: modulatione] [#s1539: modulatione] [#s1562: moderatione] polisse l'asprezza, et il tutto [#s1523: facessi] [#s1529: facessi] [#s1539: facessi] [#s1562: fa] bello:. mMa sopra tutti, quelli poeti abbracciaro li rhythmi, et numeri musichi, et piedi, che lyrici furo cognominati, pcheé li loro uversi attamente si catauvano alla lyra:, de' quali tata fu la copia, tato fu il numero appresso li atichi, che Cicerone niega douvergli bastare il tempo a leggere tutti li poeti lyrici:, anchora che l'etaà gli fussi duplicata. dDe' piedi et numeri, che segue l'oratore:, Diomede, et [s1523: page 14]Probo, gramatici, et Cicerone nell'oOratore, et altri copiosamete ne trattano:, appresso quelli il studioso lettore ne potraà leggere:. nNoi solo questo tocche-remo, che Gaio gGraccho, chiarissimo [s1529: page 14]oratore de' suoi tepi, quado orauva al popolo, teneuva un musico dopo le spalle, che con una fistola [#s1523: occultamete] [#s1529: occultamente] [#s1539: occultamente] [#s1562: nascostamente] gli dauva i modi della pronontia, hora remessi, hora concitati. Ma che piuù parole? cChe piuù essempi? iIl sopra citato Quintiliano afferma, che la musi-ca dà la perfettione a tutte l'altre sue sorelle dottissime:, et niuno può essere perfetto in qual [#s1523: uvuoi del l'arti] [#s1529: uvuoi del l'arti] [#s1539: uvuoi delle arti] [#s1562: si uvoglia arte] senza musica:. eEt Isidoro coferma, che niuno puoò essere senza musica, neé ancho cosa alcuna. Et questo basti per il uvalor della musica. Sarebbe anchora da dire del pregio, et in che riputatioe, et stima è stata di cotinuo, siì priuvata, siì [#s1523: publicamete] [#s1529: publicamente] [#s1539: publicamente] [#s1562: publica] , tanto in guerra, quato in pace:. eEt uveramente se in parte alcuna la musica è degna di [#s1523: loda] [#s1529: laude] [#s1539: laude] [#s1562: lode] , in questa è dignissima:, p modo che non se ne [s1539: page 8]potria predicare tanto, che [#s1523: uvia] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] piuù no ne restasse:. nNo di meno, percheé per le parti di sopra tocche si puoò molto bene conoscere, che in ogni secolo da persone eccelleti d'imperio, ouver di sapieza, appresso ogni popolo, et natione honorata si truouva sommamete et appregiata:, no m'estenderoò piuù in lungo,; et siì come si scriuve Pythagora dal pieè solo hauver giaà raccolto, quata fusse la gradezza di tutto il corpo di Hercole:, cosiì lascieroò io, che ogni suvegliato ingegno, se ben no è dotto in greco, o latino, no peroò neé dalle Muse, neé dalle gratie alieno, da una piccolissima particella in altro proposito mostrata faccia giudicio di tutto il resto:. eEt sapendo che la musica è nobilissima per antiquitaà, et per operatio-ne, et potentissima per diletto, et per utile:, pensesi certo, che anchora honoratissima sia:. eEt per tanto gradi honori, grandi priuvilegii, [#s1523: gradi dimostra-tioni] [#s1529: grandi dimostrationi] [#s1539: grandi dimostrationi] [#s1562: ] sempre habbia receuvuto:, li quali io no dichiaro, neé tengo che per humana uvoce si possino mai dichiarare appieno:; et solo le sacre Muse, che il reuverendo nome gli ha dato, a tanto ufficio douver essere sufficieti riputo.
DELLI INVENTORI DELLA MVUSICA. CA. II.
cCompose anchora Alcmane, et ritrouvoò la modula-tione, mettendo insieme il modulato nome delle perdici.Non dimeno noi, siì come habbiamo il tTestamento uVecchio per fondamento della chri-stiana nostra uvera fede [#s1523: nel l'altre cose] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] , cosiì anchora [#s1523: habbianlo [sic: habbiamlo]] [#s1529: habbianlo [sic: habbiamlo]] [#s1539: habbiamolo] [#s1562: l'habbiamo] in questa, et crediamo esser la uverità quel, che dice Moyse nel gGenesi, che Tubal fu trouvatore della scienza musica, il qual fu della stirpe di Cain [#s1523: nanzi] [#s1529: nanzi] [#s1539: nanzi] [#s1562: innanzi] il diluuvio. [s1523: page 16][s1529: page 16]
DIFFINITIONE, ET DERIVATIONE DELLA MVUSICA. CAP. III.
Noi diremo la musa di Damone et d'Al-phesibeo pastori.Si potrebbe anchora dire dalle Muse, per una di due cause, o uvero percheé le Muse seguitorno Dionysio, figliuolo di Giouve, et di Proserpina, dandogli (come testifica Diodoro nel quinto) delettatione con la suauvitaà del lor canto, nel qual erano dottissime, come anchora in tutte l'altre ottime arti/, o uvero pcheé (siì come si legge nel primo de l'iIliade di Homero) cantauvano alla mensa di Giouve. Aggiunge l'altra causa, la qual è piuù uvera. Musica [#s1523: è] [#s1529: è] [#s1539: eè] [#s1562: ] detta dalle Muse, percheé per il numero nouvenario di tali dee, li antichi Ttheologi uvolsero denotarsi li concenti delle otto sphere celesti, [#s1523: et] [#s1529: et] [#s1539: &] [#s1562: ] una maxima concordanza, la qual si fàa di tutti gli altri concenti, che fu chiamata harmonia. Da musa dunque, ouver dalle Muse è detta la Mmusica, et non da altrouve, come si hanno imaginato alcuni poco diligenti [#s1523: inquisitori] [#s1529: inquisitori] [#s1539: inquisitori] [#s1562: cercatori] di tal [#s1523: originatione] [#s1529: originatione] [#s1539: originatione] [#s1562: originati] , li quali da quello fonte han scritto deriuvarsi la Mmusica, dal qual piuù presto questo nome mMusa si deriuva. Tale è l'essentia della Mmusica, come è detto, et indi è nominata. Qui di sotto di-remo in quante parti si diuvida, [#s1523: couveniente] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] riputando alla diffinitione do-uver seguir la diuvisione. lLa ragione è in pronto, per che (come dice Por-phyrio) il genere è primo, che le sue specie.
DELLA MVUSICA MONDANA, HVUMANA, ET ISTROMENTALE. CAP. IIII.
qQuale è questo cosiì grande, et cosiì soauve suono, che empie li orecchi miei?[#s1523: èE' manifesta] [#s1529: èE' manifesta] [#s1539: eE' manifesta ] [#s1562: Manifesta] cosa [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: è] , che non parla di altro suono, se non di quello, dal qual è causata questa musica, della qual hora parliamo. Questo medesimo conferma Boetio nel primo della sua mMusica, dicendo,:
cCome puoò essere, che una cosiì grande machina, come è quella di cieli, tacitamete, et senza suono si muouva?Ma percheé hauvemo detto, che essi circoli [#s1523: celesti] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] hanno proportione insieme, è da notare, che le proportioni loro sono di tuono, ouver di semituono, per modo che dal primo, et piuù basso, ch'è della luna, al supremo, et piuù alto, che eè delle stelle fisse, uviene ad essere una proportione di ottauva cosonaza, et fra li intermedii è proportione di terza, di quarta, di quinta, et di sesta. èE' anchora da sapere, che quanto li circoli, et pianeti sono piuù bassi, et piuù propinqui alla luna, piuù grauve suono causano, et quanto sono piuù alti, et piuù appropinquano al cielo supremo, piuù acutamete risuonano. Musica Humana.La musica humana è quella, che risulta per la congiuntione dell'anima, et del corpo nostro insieme, imperoò che alli sapienti non par cosa uverisimile, che il corpo, et l'anima tanto bene insieme si accordino a far le lor solite opera-tioni, che sono mirabili, et che tra loro non sia proportione alcuna.; onde per questo essendo necessario confessar, che tra il corpo, et l'anima sia pro-portione,. bBisogna anchora dire, che tra loro sia no aperta, ma occulta harmonia, et musica, la quale quanto dura, tanto sta l'anima nostra al suo corpo cogiunta, ma come si dissoluve, è guasta questa musica, [#s1523: ] [#s1529: & ] [#s1539: & ] [#s1562: & ] subito uviene la morte, cioeè la separatione dell'anima, et del corpo. pPer questo credeuvano gli antichi, quado alcuno era [#s1523: ouver] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] amazzato, ouver annegato, l'anima sua non potere mai andar al luoco suo diputato, per fin che non era compito il numero musicale, con il qual era dal nascimento al suo corpo stata con-giuta, onde disse Virg. nel. vi.:
cCopiroò il numero, et torneromi alle tenebre.[s1523: page 18]Musica Istromentale.La musica istromentale è quella, che solo da gli istromenti nasce, et di questa specialmente habbiamo noi atrattar. mMa è da [s1529: page 18]sapere, che li istromenti sono di due maniere,. aAlcuni sono naturali, alcui [s1539: page 10]artificiali. qQuegli naturali sono, come in questi tre uversi appare,:
Nouve son glistrometi naturali: Ggola, lingua, palato, Eet quatro denti, et dui labri al parlar insieme equali.dDi questi istrometi nascono le uvoci, et li suoni causatiuvi delle cosonanze, et della musica, la quale è chiamata uvocale, et è di molto piuù precio, che tutte l'al-tre musiche, impoò che la uvoce humana auvanza tutte l'altre uvoci. Gli istro-meti artificiali sono di piuù sorti, ma generalmete si truouvano esser triplici, cioeè da chorde, et da fiato, et da battimeto solo. gGli istromenti da chorde sono arpichordi, clauvichordi, monochordi, liuti, cithare, lyre, harpe, dolcemeli, et altri simili. Gli istromenti da fiato sono organi, [#s1523: ] [#s1529: pifferi, ] [#s1539: pifferi, ] [#s1562: Ppifferi, ] flauti, trobe, corni, et altri simili. Gli istromenti da battimeto solo sono, come tamburi, cym-bali, sistri, crotali, et altri simili. Hora, hauvendo cosiì dichiarato queste tre sorti di musica, cioè della mondana, humana, et istromentale, quanto alla cognitione della prattica pare necessario:, da qui inanzi cominciaremo [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: àa ] trattare delle cose [#s1523: pertinenti] [#s1529: pertinenti] [#s1539: ptineti] [#s1562: apartinenti] alla cognitione de' uvarii istromenti.
COGNITIONE DI VOCI, ET SVUONI, ET VARII ISTROMENTI. CAP. V. This chapter essentially consists of a translation of Isidore of Seville's section 'De musica'. See Anne-Emmanuelle Ceulemans, "Instruments real and imaginary: Aaron's interpretation of Isidore and an illustrated copy of the Toscanello", Early Music History 21 (2002), 1-35.
lLa uvoce della tromba fece fremito,et altrouve,:
lLe uvoci rotte nel lito,.iIl suono si domada uvoce impoò che questo è il proprio, come,
gGli scolgi [#s1523: litorali] [#s1529: del lito] [#s1539: del lito] [#s1562: del lito] suonano.Harmonia è modulatioe di uvoci, ouver coattatione di piuù suoni. sijymphonia coiè cosonaSymphonia eè temperamento di modulatione di grauve, et acuto, di suoni cocordanti, o nella uvoce, o [#s1523: in lo] [#s1529: nel] [#s1539: nel] [#s1562: nel] fiato. pP questa symphonia certamete [s1523: page 19]la uvoce piuù acuta, o piuù grauve si [#s1523: cocordano] [#s1529: concordano] [#s1539: cocordano] [#s1562: concorda] per tal modo, che ciascuno, il quale si discorda da [s1529: page 19]quella, offende il senso dello auditore., della quale è cotraria la Dijyasphonia, disona [#s1523: dysphonia] [#s1529: dyasphonia] [#s1539: dyasphonia] [#s1562: Ddiafonia] , cioè la uvoce discrepante, et dissonante. euphonia.Euphonia è suauvitaà di uvoce,; questa appresso altri autori si domanda melos. Diastema.Diastema è spacio di uvoce di dui, ouver piuù suoni., imperoò che la differetia della har-monia è quatitaà, la qual cosiste nello acceto, ouver tenore della uvoce, le ge-nerationi della quale li musici hano diuviso in quindeci parti, delle quali il primo si domada hyplydio, l'ultimo si domada hypodorio, di tutti grauvissimo. Canto è inflexione di uvoce, ma il suono è diretto, et il suono [#s1523: precede il] [#s1529: procede [sic: precede] il] [#s1539: procede [sic: precede] il] [#s1562: procede dal] canto. Arsis, et Thesis.Arsis è eleuvatione di uvoce. Thesis è positione di uvoce. Soauvi uvoci sono sottili, et spesse, chiare, et acute. Voci di più sorte cioè.
Perspicue. | cieca. |
sottile. | Vinola. |
Pingue. | Perfetta, |
Acuta. | alta, |
Dura. | soauve, et |
Aspra. | chiara. |


iIl suono della toscana trom-ba mugghiauva per l'aere.sSi usauva non solo nelle battaglie, ma in tutti li diì festiuvi, per [s1539: page 11]la chiarezza delle laudi et della allegrezza,. pP cioò nel pPsalterio si dice,:
cCatate nel principio del mese colla tromba nel diì nobile della uvostra [s1523: page 20]solenitaà,[#s1523: percheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciohe [sic: percioché]] era commandato agli Giudei, che in principio della luna nuouva sonassino con la tromba, la qual cosa fanno anchora fin qui. Le






sette differenze di uvoci.,et imperoò dice differeti, per che niuna chorda rende simile suono alla chorda uvicina,. pP tanto dice set-[s1523: page 21]te chorde, ouver pcheé sette chorde adempiono tutta la uvoce, ouvero pcheé il cielo suona col mouvimeto de' sette pianeti. Chorde sono dette àa corde, per che cosiì come [s1529: page 21]il polso del cuore, è nel petto, cosiì il polso della chorda è nella cithara. Mercurio fu il primo inuventore delle chorde, et fu il primo, che strinse il suono nelle chorde, et neruvi. Psalterio








DELLA INTELLIGENZA DEL MODO. CAP. VI.Aaron's conception of the modes is discussed in a correspondence between Giovanni del Lago and Pietro Aaron, dated 1539-1540. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 712-727.







COGNITIONE DEL MODO MINORE pfetto. CAP. VII.



CHE COSA SIA TEMPO. CAP. VIII.





CHE COSA SIA PROLA-TIONE. CAP. VIII [sic: IX].












Quanto sia il uvalore delle note nel modo maggiore perfetto, et impfetto, modo minor perfetto, et imperfetto. CAP. X.Parts of this chapter are criticised in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 19 September 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 262-263.

- Cosiì la lunga uvaleraà tre breuvi., 6. semi. [#s1523: et] [#s1529: et] [#s1539: ] [#s1562: ] minime. 12.
- La breuve uvaleraà. 2. semibreuvi, et minime. 4. [s1562: page 14]
- La semibreuve uvaleraà. 2. minime.

- Cosiì la lunga uvaleraà. 2. breuvi., 4. semibreuvi, et minime. 8.
- La breuve uvaleraà. 2. semibreuvi., 4. minime, et semiminime. 8.
- La semibreuve uvaleraà. 2. minime, et. 4. semiminime.

- La lunga uvaleraà. 3. breuvi., semi-breuvi. 6. et minime. 12.
- La breuve uvaleraà. 2. semibreuvi, et minime. 4.
- La semibreuve uvaleraà. 2. minime, et. 4. semiminime.

- Cosiì la lunga uvaleraà. 3. breuvi, semibreuvi. 6., minime. 12.
- La breuve uvaleraà. 2. semibreuvi, minime. 4.
- La semibreuve uvaleraà minime. 2.
- Cosiì la lunga uvaleraà. 2. breuvi., semibreuvi. 4., minime. 8. [s1529: page 27]
- La breuve uvaleraà. 2. semibreuvi, et minime. 4.
- La semibreuve uvaleraà. 2. minime, et. 4. semiminime,.

§ Del uvalore di ciascheduna nota nel modo maggior perfetto
inanzi posto il sequente segno/,
/. CAP. XI.
- Tre lunghe, percheé il modo maggiore è perfetto.;
- Nouve breuvi, percheé ciascuna lunga uval. 3. tempi.;
- Ventisette semibreuvi, percheé ciascuna breuve ne uval. 3.;
- Ottanta, et una minima, percheé ciascuna semibreuve uval. 3. minime.;
- Ttre lunghe, percheé la maxima è perfetta.;
- Ddue breuvi, percheé la lungha è imperfetta.;
- Ttre semibreuvi, percheé la breuve è perfetta.; [s1523: page 27]
- Ttre minime, percheé la semibreuve è perfetta.
- Ddue lunghe, percheé la maxima è imperfetta;
- Ssei breuvi, percheé la lunga uval. 3. breuvi,;
- Ddeciotto semibreuvi, percheé la breuve uval. 3. semibreuvi;
- Ccinquanta quatro minime, percheé la semibreuve uval. 3. minime.
- Ddue lunghe, percheé la maxima è imperfetta;
- Ssei breuvi, percheé la lungha ne uval. 3,;
- Ssemibreuvi. 18., percheé la breuve [#s1523: ne uval. 3] [#s1529: éè perfetta] [#s1539: eè perfetta] [#s1562: è perfetta] ,;
- Mminime. 54., percheé la semibreuve ne uval. 3.
- Ddue lunghe, percheé la maxima è imperfetta,;
- Bbreuvi. 4., percheé la lunga è imperfetta,;
- Ssemibreuvi. 12., percheé le breuvi son perfette,;
- Mminime. 36., percheé le semibreuvi son pfette, come la figura dimostra.

PRIMA DIMOSTRATIONE.

PRIMA DIMOSTRATIONE.

PRIMA DIMOSTRATIONE.

PRIMA DIMOSTRATIONE.
VALORE DEL MODO MAGGIOR PERFETTO
NEL TEMPO IMPERFETTO, ET PROLATION
PERFETTA, COME QVUI,
. CAP. XII.
- tre lunghe, per essere la maxima perfetta.;
- breuvi. 9., per che la lunga è pfetta.;
- semibreuvi. 18., percheé la breuve uval. 2. semibreuvi.;
- minime. 54., percheé la semibreuve uval. 3. minime.
PER IL SECONDO MODO DEL MAGGIOR PERFETTO. CAP. XIII.
- Ttre lunghe, percheé la maxima è perfetta,;
- breuvi. 6., percheé la lunga è imperfetta,;
- semibreuvi. 12., percheé la breuve è imperfetta,;
- minime. 36., percheé la semibreuve è perfetta.
PER IL MODO MAGGIORE IMPER-FETTO. CAP. XIIII.
- due lunghe, pcheé la maxima eè imperfetta,;
- breuvi. 6., per essere perfetta la sua lunga,;
- semibreuvi. 12., per essere im-perfetta la sua breuve,;
- minime. 36., pcheé le semibreuvi son perfette.
PER IL MODO MINORE PERFETTO. CAP. XV.
- due lunghe, per essere impfetta la sua maxima,;
- breuvi sei, per essere la sua lunga [#s1523: qua] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] perfetta,;
- semibreuvi. 12, per esser la sua breuve no perfetta,;
- minime. [#s1523: 36] [#s1529: xxxvi] [#s1539: xxxv [sic: xxxvi]] [#s1562: xxxv [sic: xxxvi]] , pcheé la semibreuve [#s1523: uvien] [#s1529: è] [#s1539: eè] [#s1562: è] perfetta.
PER IL MODO MINORE IMPERFETTO. CAP. XVI.
- due lunghe., respetto alla maxima impfetta,;
- breuvi. 4., respetto alla luga impfetta,;
- semibreuvi. 8., cagioe del tepo impfetto,;
- minime. 24., pcheé la semibreuve è pfetta, come nella figure appare.

SECONDA DIMOSTRATIONE.

SECONDA DIMOSTRATIONE.

SECONDA DIMOSTRATIONE.

SECONDA DIMOSTRATIONE.
VALORE DEL MODO MAGGIOR PERFETTO
NEL SEGNO DEL TEMPO PERFETTO,
et prolatione impfetta, come qui,
. Cap. XVII.
- Ttre lughe, pcheé la maxima è pfetta.;
- Bbreuvi. 9., pcheé la luga ne uval. 3.;
- Ssemibreuvi. 27., percheé la breuve è perfetta.;
- Mminime. 54., percheé la semibreuve ne uval. [#s1523: 3 [sic: 2]] [#s1529: due minime] [#s1539: due minime] [#s1562: due Mminime] .
PER IL SECONDO SEGNO DEL MODO MAGGIOR PERFETTO. CAP. XVIII.
- Ttre lunghe, percheé la maxima è pfetta.;
- Bbreuve. 6, percheé la lunga uval due breuvi.;
- Ssemibreuvi. 18., percheé la breuve ne uval. 3.;
- Mminime. 36, percheé la semibreuve è imperfetta.
PER IL MODO MAGGIOR IMPERFETTO. CAP. XIX.
- Ddue lughe, p esser la sua maxima ipfetta.;
- Bbreuvi. 6, pcheé la luga uval. 3. tepi.;
- Ssemibre. 18, pcheé la breuve è pfetta.;
- Mminime. [#s1523: 36] [#s1529: xxxvi] [#s1539: xxx [sic: xxxvi]] [#s1562: xxx [sic: xxxvi]] , percheé la semibreuve uval. 2. minime.
PER IL MODO MINORE PERFETTO. CA. XX.
- Ddue lunghe, per essere la maxima imperfetta.;
- Bbreuvi 6, pcheé la luga ne uval. 3.;
- Ssemibreuvi 18, percheé il tepo è pfetto.;
- Mminime 36, percheé la semibreuve è imperfetta.
PER IL MODO MINORE IMPERFETTO. CAP. XXI.
- Ddue lunghe, per essere ogni maxima impfetta.;
- Bbreuvi 4, p essere ogni luga ipfetta.;
- Ssemib. 12, pcheé la bre. uval. 3. semi.;
- Mminime 24, percheé la semibreuve uval 2 minime.

TERZA DIMOSTRATIONE.

TERZA DIMOSTRATIONE.

TERZA DIMOSTRATIONE.

TERZA DIMOSTRATIONE.
VALORE DEL MODO MAGGIOR PERFETTO
NEL SEGNO DEL TEMPO, ET PROLATIONE
IMPERFETTA, COME QVUI,
. CAP. XXII.
- Ttre lunge [sic: lunghe], pcheé la maxima è pfetta,;
- breuvi. 9, pcheé la lun-ga ne uval. 3.;
- semibreuvi. 18., pcheé la breuve è impfetta,;
- minime. 36, pcheé la semibreuve no è perfetta.
PER IL SECONDO SEGNO DEL MODO MAGGIOR PERFETTO. CAP. XXIII.
- Ttre lunghe, percheé la maxima è perfetta.;
- breuvi. 6., per che la luga è imperfetta.;
- semibreuvi. 12, percheé li tepi sono imperfetti.;
- minime. 24, percheé la semibreuve è imperfetta.
PER IL MODO MAGGIOR IMPERFETTO. CAP. XXIIII.
- Ddue lughe, pcheé la maxima no è pfetta;
- breuvi. 6, pcheé la lunga è pfetta,;
- semibreuvi. 12, p esser il suo tempo imper-fetto.;
- minime. 24, pcheé la semibreuve è imperfetta.
PER IL MODO MINOR PER-FETTO. CAP. XXV.
- Ddue lunghe, pcheé la maxima è imperfetta,;
- breuvi 6, percheé la lunga ne uval. 3.;
- semibreuvi. 12, percheé la breuve è imper-fetta.;
- minime 24, percheé la semibreuve è imperfetta.
PER IL MODO MINORE IMPERFETTO. CAP. XXVI.
- Ddue lunghe, pcheé la maxima è imparf tta [sic: imparfetta].;
- bre-uvi 4, pcheé la lunga ne uval. 2.;
- semibreuvi. 8, pcheé la breuve è impfetta,;
- minime 16, percheé la semibreuve [#s1523: ne] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] uval. 2., come p la figura è chiaro.

QVUARTA DIMOSTRATIONE.

QVUARTA DIMOSTRATIONE.

QVUARTA DIMOSTRATIONE.

QVUARTA DIMOSTRATIONE.
DELLA INTELLIGENZA DEL MODO MAG-GIOR PERFETTO, ET IMPERFETTO:, modo minore, et tempo, per uvarii segni dimostrato. CAP. XXVII.For further information on the conception of the modes favoured by the Ancients, see also a letter written by Aaron to Giovanni Del Lago, dated 7 October 1539, in Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 715-725.











DELLA COGNITIONE DEL MODO MINOR PERFETTO, ET IMPERFETTO, TEMPO, ET PROLATIONE, PER VARII SEGNI. CAP. XXVIII.








COME SIANO INTESE LE NOTE, OVER FIGVURE PERFETTE. CAP. XXVIIII .


DIMOSTRATIONE DELLE NOTE PERFETTE.
[#s1523: DIMOSTRATIONE] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] DELLE NOTE IM-PERFETTE. CAP. XXX.

IMPERFETTIONE DELLE NOTE.
COME LA LVUNGA NEL TEMPO PERFETTO NON SI PVUO' DIRE IMPERFETTA. CAP. XXXI.








DELLA COGNITIONE, ET NATVURA DEL PVUNTO. CAP. XXXII. Much of this chapter is taken from a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 7 March 1521, published in Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 232-236.















DELLE NOTE ALTERATE, Et sua intelligeza. CA. XXXIII.





























COGNITIONE DELLA MAXIMA, ET LVUN-GA DI COLORE PIENO. CAP. XXXIIII.This chapter is criticised in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 19 September 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 263-266.






DELLA FIGVURA BREVE PIENA. CAP. XXXV.Parts of this chapter are criticised in two letters written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 1 and 6 November 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 273-276 and 280-283.

DELLA FIGVURA SEMIBREVE PIENA. CAP. XXXVI.Parts of this chapter are criticised in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 8 November 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 286-287.










CHE COSA SIA SYNCOPA. CAP. XXXVII.



COGNITIONE, ET MODO DI CANTAR SEGNO CONTRA A SEGNO NECESSARII. CAP. XXXVIII.














































































































































cantare p maggiore, -et anchora tal modo di cantare è frequetato dalli cotra-puntati nelle capelle delli signori, maximamete quado sopra canto piano fanno cotraputo. - et pcheé tal modo di cantare (come pruouvano li canti antichi) era molto grato ad essi antichi:, quasi tutti li loro coceti, et harmonice copositioni erano di tali segni puntati exercitati., p la qual cosa si [#s1523: existima] [#s1529: esistima] [#s1539: esistima] [#s1562: stima] , che da Busnois fusse trouvato quel canto chiamato lL'ome armèé, notato co il segno puntato:, et che dallui fussi tolto il tenore:, et pcheé esso era brieuve, che dallui, p hauver capo piuù largo senza mutar segno, fussi trasmutata la misu-ra, la qual cadeuva sopra la pfetta semibre., nella minima., la qual cosa a lui, che era grade huomo, et ottimo musico: no fu attribuita ad errore. aAnchora il simile ad Ocheghe, et [#s1523: ad] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] altri antichi, et ad Obreth, et a Iosquino no saraà uvitupio hauver sequito le [#s1523: estigia [sic: vestigie]] [#s1529: uvestigie] [#s1539: uvestigie] [#s1562: uvestigie] delli suoi pdecessori. Ma a coloro, li quali ponerano la misura nella semibreuve in questi segni,



COME LI CANTORI [#s1523: HABBIANO] [#s1529: HANNO] [#s1539: HANNO] [#s1562: HANNO] A NVU-MERARE LI CANTI CAP. XXXVIIII.
DELLE NOTE IN LEGATVURA. CAP. XXXX.









COLIGATIO NOTVULAR
[#s1523: LIBRO] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: IL TOSCANELLO IN MVUSICA DI M. PIETRO ARON FIORETNINO [sic: FIORENTINO]. LIBRO] SECONDO.
CHE COSA SIA TVUONO. CAP. I.








DEL SEMITVUONO MINORE, ET MAGGIORE. CAP. II.













DEL DITONO. CAP. III.












Dimostratione del ditono.
DEL SEMIDITONO. CAP. IIII.




Dimostratione del semiditono.
DEL TRITONO. CAP. V.





















Dimostratione del Ttritono.
DEL DIATESSARON. CAP. VI.





Dimostratione del diàa tessáaron.
DEL DIA PENTE. CAP. VII.


Dimostratione del diàa péente.

Dimostratione del diàa péente.

Dimostratione del dia pente.

Dimostratione del dia pente.







DEL HEXACHORDO. MAGGIORE. CAP. VIII.

Dimostratione del hexachordo maggiore.

Dimostratione del hexacordo maggiore.

Dimostratione del hexacordo maggiore.

Dimostratione del hexacordo maggiore.
DEL HEXACHORDO MINORE. CAP. VIIII.













Dimostratione del hexachordo minore.

Dimostratione del hexacordo minore.

DIMOSTRATIONE DELL'EXACORDO MINORE.

DIMOSTRATIONE DELL'EXACORDO MINORE.
DEL DIA PASON. CAP. X.



Dimostratione del diàa pasôon.

[#s1523: ] [#s1529: Dimostratione del genere diatonico.] [#s1539: Dimostratione del genere diatonico.] [#s1562: DIMOSTRATIONE DEL GENERE DIATONICO.]


DEL GENERE CHROMATICO. CAP. XI.

Dimostratione del genere chromatico.
DEL GENERE ENARMONI-CO. CAP. XII.

Dimostratione del genere enarmonico.
DICHIARATIONE DEL CONTRA-PVUNTO. CAP. XIII.
lLa conso-nanza, la qual regge tutta la modulatione della musica, no si puoò far sanza suono:; il suono non si rende senza certo battimento,; il battimento non [s1529: page 74]puoò esser per modo alcuno (come [#s1523: è di sopra] [#s1529: è di sopra] [#s1539: di sopra] [#s1562: di sopra è] detto) se no precede il mouvimeto.sSono alcune altre differenze dintorno [#s1523: tal] [#s1529: al] [#s1539: al] [#s1562: al] suono, pcussione, et moto da Boetio addotte, ma p no uvenire al proposito nostro, le taceremo. [#s1523: Sappi che di [s1523: page 72]sopra nelle cosonanze non habbiamo fatto mentione del diàa tessáaron, ouver quarta, percheé tal diàa tessáaron per seé solo è dissonante, et uvolendo exerci-tare una compositione a due uvoci, esso diàa tessáaron, senza esser tramezzato, assai discorderebbe, come la esperienza dimostra. Per tanto del detto diàa tessáaron nel capitolo, douve di più di due uvoci si parla: intenderai, come si debba usare.] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ]
DELLE CONSONANZE PER-FETTE. CAP. XIIII.

Dimostratione delle consonanze perfette.
[s1523: page 74][s1529: page 76][s1539: page 45][s1562: page 43]


DELLE CONCORDANZE IMPERFETTE IN CONTRAPVUNTO VUSATE. CAP. XV.








COME IL COMPOSITORE [#s1523: DEBBIA] [#s1529: POSSI] [#s1539: POSSI] [#s1562: POSSI] DARE PRENCIPIO AL SVUO CANTO. CAP. XVI.
SE LA CONSONANZA, O CONCORDANZA E' NECESSARIA AL PRINCIPIO DEL CANTO. CAP. XVII.This chapter is discussed in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 6 May 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 103 and 291-296.
DELLA TERMINATIONE, O [#s1523: VORAI] [#s1529: VVUOI] [#s1539: VVUOI] [#s1562: VVUOI] DIRE CADENZA ORDINATA NEL SOPRANO. CAP. XVIII.























MODO DI COMPORRE PSALMI, ET MAGNIFICAT. CAP. XVIIII.This chapter is discussed in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 300-301.

INTONATIONE DI TVUTTI LI TVUONI.
DELLA NATVURA DEL DIESIS. CAP. XX.This chapter is discussed in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 301-305.


DEL MODO DEL COMPORRE IL CONTRA-BASSO, ET CONTRALTO DOPO IL TENORE ET CANTO. PRECETTO PRIMO CAP. XXI.This chapter is discussed in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 305.
PRECETTO SECONDO. CAP. XXII.
PRECETTO TERZO. CAP. XXIII.
PRECETTO QVUARTO. CAP. XXIIII.
PRECETTO QVUINTO. CAP. XXV.
PRECETTO SESTO. CAP. XXVI.
PRECETTO SETTIMO. CAP XXVII.
PRECETTO OTTAVO. CAP. XXVIII.
PRECETTO NONO. CAP. XXVIIII.
PRECETTO DECIMO. CAP. XXX.

Tauvola del contrapunto.
ORDINE DI COMPORRE A PIVU' DI QVUATRO VOCI. CAP. XXXI.
CHE COSA SIA PROPORTIONE. CAP. XXXII.
cCioò che tu comadi, sarai breuve, acciocheé li animi docili intendino psto le cose dette:, et fidelmete le coseruvino., pcheé niuna cosa supuvacua si ritiene dal petto pie-no.Diremo aduque che la pportioe prima, et principalmete si ritruouva nella quatità, òo sia cotinouva, òo sia discreta:, cioè, quado essa si diffinisce p habitudine di due quatità di uno medesimo genere:, le quali habitudini si hano a cosiderare, secodo che una di dette qtità è maggiore et minore, ouvero eqle, et inequale al'altra., p la qual cosa diremo Proportione quello che siapportione, quado due quatità d'u medesimo genere, l'una a l'altra insieme sono coparate, co certa, et determi-nata habitudine, cioè che debbia essere fra' dui extremi, òo sieno equali, òo siano inequali., come appare i qsti numeri, 3 a 2, 2 a 3, 4 a 3, 5 a 4, et 2 a 2, 3 a 3, 4 a 4 etc., Pper la qual cosa si notifica, che tutte le quatità bisogna sieno eqli, ouvero inequali, siì che è necessario si faccia coparatione alcuna uvolta dall'u-na equale al'altra, laql coparatioe genera una specie detta pportione ronale di eqlità, la ql no cade in pposito al musico, et poò di qsta no ne parleremo. Ma facedo coparatione di inequale numero, ne nasce la secoda specie, detta pportioe rationale di inequalità, della quale si [#s1523: ordinano] [#s1529: ordina] [#s1539: ordina] [#s1562: ordina] cinque generi [#s1523: cosiì] [#s1529: cosiì] [#s1539: cosiì] [#s1562: ] chiamati:Cinque generi di Pportni molteplice, supparticolare, suppartiente, molteplice suppartico-lare, et molteplice suppartiete,. eEt di questi generi li tre primi sono [#s1523: chiamati] [#s1529: chiamati] [#s1539: chiamati] [#s1562: detti] semplici, et li dui seguenti composti. Onde uvenedo al pposito nostro, dire-mo del genere primo, chiamato molteplice, qual serà, quado il maggior numero harrà in seé il minore piuù uvolte:, come in qsti numeri si cotiene:, 2 a 1, 3 a 1, 4 a 1. mMàa se il numero maggiore harrà aputo due uvolte il minore, come q, 2 a 1, diremo pportione dupla, pcheé 2 cotiene uno due uvolte,. eEt se harrà il [s1539: page 53]numero maggiore tre uvolte aputo i seé il minore, come q, 3 a 1, diremo, [s1529: page 90]pportione tripla, pcheé 3, maggior termino, cotiene tre uvolte il minore, qle è uno. [s1523: page 88]Et cosiì se il maggior numero cotenessi quatro uvolte i seé il minore, come q, 4 a 1, tale coparatioe, è detta pportione quadrupla, pcheé in esso termino maggiore, qual è 4:, se gli ritruouva qtro uvolte aputo il minore, qual è uno, et cosiì nelle altre simili intenderai. lLa specie prima del genere molteplice sarà chiamata dupla, la secoda tripla, la terza quadrupla, la quarta quincupla, et tal pcesso sarà ifinito. Per tato auvertirai, che da noi no sarà dimostrato i essempio [#s1523: in tal narratione] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] altro, che le pportioni usitate, necessarie, et catabili., p che qllo, che in ragione harmonica non sarà diuvisibile, neé in quatità riducibile, da noi non sarà p essempio addotto, pcheé allo impossibile nessuno [#s1523: no] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] è tenuto, et secodariamete p essere qsto in lugo stato addotto dal uvenerando molto dDon Frachino gGafurio, li essempi del quale (qto attiene [s1562: page 50]alla prattica) sono stati quasi frustratorii. pPer tato, uvoledo tu la dupla nelli cati coponere, dui modi a tal dimostratione da noi sara coceduti, il primo p cifre numerali, et il secodo p semicircoli tagliati, et no tagliati, come nel cap. delli segni [#s1523: cotra'] [#s1529: contro a'] [#s1539: cotro a'] [#s1562: contro a'] segni ti hòo mostrato. uVolendo adunque mostrare una dupla nella tua copositione p cifre numerali, poni la presente cifra 2 appresso 1 inferiore [#s1523: al dui] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] , come qui 2/1:; se una tripla, cosiì 3/1:; se una quadrupla, cosiì 4/1:; et in tutto qsto genere cosiì pcederai,. mMa nota, che tal coparatione è intesa in figure cata-bili, cioè in qsto modo: due lughe [#s1523: cotra] [#s1529: cotro a] [#s1539: cotro a] [#s1562: cotro ad] una, due breuvi cotra ad una, due semibr. [#s1523: cotra] [#s1529: cotro a] [#s1539: cotro a] [#s1562: contro ad] una, [#s1523: et Cc] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] . eEt cosiì a te sarà tal pcetto libero. Nel secodo modo, la dupla (come hòo detto) sarà da te dimostrata col semicircolo in qsta forma, cioè quado un tuo cato sarà in qsto segno,






DEL SVUPERPARTICOLARE GENERE. CAP. XXXIII.

















DEL SVUPERPARTIENTE GE-NERE. CAP. XXXIIII.
DEL MOLTEPLICE SVUPERPARTICOLARE GENERE. CAP. XXXV.
DEL MOLTEPLICE SVUPERPARTIENTE [#s1523: GENERE] [#s1529: GENERE] [#s1539: GENERE] [#s1562: ] . CAP. XXXVI.
DELLA PROPORTIONALITA' ARITH-METICA. CAP. XXXVII.
DELLA GEOMETRICA PROPORTIO-NALITA'. CAP. XXXVIII.
DELLA HARMONICA PROPORTIONAlitaLITA'. CAP. XXXIX.
DIVISIONE DEL MONACHORDO PER TVUONI, ET SEMITVUONI NATVURALI, ET ACCIDENTALI. CAP. XXXX.Much of this chapter is taken from an anonymous letter copied by Aaron, published in Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 929-934. See also Commentary, ibid., p. 937-940.















































DELLA PARTECIPATIONE ET MODO [#s1523: D'ACCORDARE] [#s1529: D'ACORDARE] [#s1539: DA CORDARE] [#s1562: DA CORDARE] L'ISTRO-MENTO. CAP. XXXXI.Much of this chapter is taken from an anonymous letter copied by Aaron, published in Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 929-934 (especially p. 933-934). See also Commentary, ibid., p. 937-940. For further information on Aaron's temperament, see Mark Lindley, "Early 16th Century Keyboard Temperaments", in Musica Disciplina, 28 (1974), p. 139-144.








AGGIVUNTA DEL TOSCANELLO, A COMPLACENZA DE GLI AMICI FATTA.A detailed analysis of this Aggiunta is given in Margaret Bent, "Accidentals, Counterpoint and Notation in Aaron's Aggiunta to the Toscanello in Musica", Journal of Musicology XII/3 (1994), p. 306-344.










Dominus memor fuit nostri.,
Ccosiì anchora nel controbasso al fine de la seconda riga sopra le parole, pla-cuisti rRegina Iesu cChristo:,
From Mouton's motet Beata Dei genitrix. See Margaret Bent, "Accidentals, Counterpoint and Notation in Aaron's Aggiunta to the Toscanello in Musica", Journal of Musicology XII/3 (1994), p. 326. & similmente nel motetto chiamato, Benedicta es
celor rRegina, al fine de la terza riga sopra le parole Auve gratia plena.
Ha anchora qsto medesimo segnato nel motetto chiamato, Cogregate sunt, al fine
de la secoda riga del canto sopra la parola ignoramus,
& nel motetto sopra
detto Nos q uviuvimus, nel cotroalto a mezzo la terza riga de la prima parte,
sopra la parola retrorsu.
Iosquino anchora lui questo coferma, come si uvede
nel motetto, Memor esto, nel quale ha segnato il b
Haec me consolata est in
humilitate mea,
p ascenso solamete. Et nel pPatre omnipotente de la mMessa di
Gaudeamus, a mezzo la seconda riga del cotrobasso, è anchora segnato el b

Et homo factus est,
p discedere è segnato al tritono el b
deposuisti aduversarios meos,
in sei luoghi rispetto al tritono lo ha segnato:, & al principio de la secoda parte in altri dui luoghi,. Lheéritier, al fine
de la seconda riga del motetto, Du coplerentur, sopra le parole dabat eloqui
illis,
[#s1529: similemente] [#s1539: similmente] [#s1562: il simile] lo ha dimostrato, & al principio de la quarta riga, si feceritis,
per un salto si coprede,. [#s1529: VUltimamete] [#s1539: VUltimamete] [#s1562: Finalmente] , Carpetras, nel motetto Bonitate fecisti,
ne la prima parte del tenore, per uno altro salto:, sopra le parole ut discant [sic: discam]:,
&
gradatim al fine de la secoda si truouva tal figura b




Agnus dDei
[#s1529: di] [#s1539: di] [#s1562: ] Clama ne cesses:, al [#s1529: fine] [#s1539: fine] [#s1562: finimento] del cotrobasso, la
psente figura da Iosquino coposta. 
Tu solus altissimus
del canto, [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: siì ] come [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: eè ] qui. 
& sepultus est,
[#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: siì ] come [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: eè ] qui.















Propositu in mente retentu, nihil operat.,
Ssiì
come hano dimostrato alcuni degni copositori, ne gli suoi canti:, fra gli quali
uno è Iosquino, douve lui segna la figura b
spem dedisti.
Et nel motetto Praeter rer, ne la proportione sesqualtera a la parte del controbasso, in fine di esso motetto, sopra
le parole, tua puerpia,
ha medesimamete segnato in E lami el b

ab omnibus malis & fraudibus,
detto Iosqno in E la
mi, p una qnta ipfetta che farebbe in ql luogo el secodo cotroalto, ha segnato
detto b

benigna maris.
VUltimamente in una sua messa chiamata, [s1539: page 65]L'o-me armeé sup voces musicales, nel cotrobasso a mezzo del pmo Kzrie [sic: Kyrie], ha se-gnato in [#s1529: 





& uvelata nobili:,
& in Nos qui uviuvimus, sopra le parole, bene-dicimus dDno,
nel cotrobasso è segnato il b



in uvoce exultationis.
Ma p piuù chiarezza ti uvoglio adducere, Richafort, il quale no tato cosidera a le quinte, ottauve, duode-cime & quintedecime, quanto anchora a osseruvare la sesta maggiore [#s1529: nazi] [#s1539: nazi] [#s1562: innanzi] la
ottauva:, come dimostra il suo motetto, Miseremini mei,This is a misattribution. The motet was actually composed by Jean Mouton. See Howard Mayer Brown, "Jean Mouton", The New Grove Dictionary of Music and Musicians, ed. by Stanley Sadie (London, 1980), vol. 12, p. 659. sopra le parole, quare
me psequimini:,
laqle sesta appare nel cotrobasso con il cotroalto, & pcheé era
minore, ha uvoluto segnare la figura b
Diuvinitas custodiat nos,
From Longueval's motet Benedicat nos imperialis maiestatis. See Margaret Bent, "Accidentals, Counterpoint and Notation in Aaron's Aggiunta to the Toscanello in Musica", Journal of Musicology XII/3 (1994), p. 332. p una qnta che faceuva il tenore
& basso impfetta. Verdeloth achora mette detta figura nel [#s1529: 




oia ossa mea,
del suo motetto Miserere mei dDeus., Ssimilemente nel cotrobasso
ha segnato il psente segno b


fiducialiter aga:,
de gli qli,
per esser moderni, forse no presterrai a loro indubitata fede:. mMa io, che questo
infra di me [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: medesimo] ho [#s1529: cosiderato] [#s1539: cosiderato] [#s1562: fatto consideratione]
, uvoglio p [#s1529: piuù] [#s1539: piuù] [#s1562: maggior] chiarezza, & satisfattione [#s1529: tuo [sic: tua]] [#s1539: tua] [#s1562: tua] , addu-cere alcuni altri al pposito nostro antichi, come Orto, Alessandro aAgricola,
Pierazzon de lLarue, Iapart, Copeère, Isach, & Obreth. Orto aduque, per una
quinta che fa il tenore co il cotroalto in una Auve maria, sopra le parole dDns
tecu,
ha uvoluto dimostrare il b





Peroò éè stato necessario stabilire una figura o segno, p ilquale si habbia a dimostrare al cantore qual sia la nota au-gumentata o diminuta, ilqual segno p generale uso éè chiamato diesis,no in-tendere perocheé nessuna nota cresca di uvalore, neé diminuisca p forza di quel segno, ma solamete sano modo intendi, che tal segno dimostra lo augumeto & diminutione del spatio ouvero interuvallo, pcheé questo segno










§ Quale obbligo, òo necessitaà sia al compositore attribuita:, per ri-muouvere ogni pericolo & causa del cantore ne la quale potessi incorrere:













DE LE DOMENICHE SEMIDVUPPLICATE.

Be-nedicimus te,
ne la chorda parhypáate hypatôon, chiamata C fa ut:, laqual ter-minatione, non è per cagione di alcun seculorum, neé cofinalitaà di diàa péenti,
ma per la forza del principio a lui in quella chorda concesso, come dimo-stra lo Iintroito del sabbato primo de lo aduvento., Veni & ostende nobis dDo-mine, & lo Iintroito da poi la quarta domenica di quadragesima, detto Si-tientes uvenite ad aquas. Da poi il uverso Glorificamus te,
ha terminato ne la
positione hypáate mesôon, chiamato E la mi:. qQuesto uviene medesimamente per
cagione del principio:, come dimostra lo Ooffertorio del primo giorno di
quadragesima, Exaltabo te dDomine, con la irregulare terminatione:, & l'anti-phona. Domine dDeus rex omnipotens da poi la quarta domenica del mese
di settenbre., Dde la qual cosa discorrendo, ogni altro uverso regolarmente al
suo natural fine, si cognosce. Ma tal principio di E la mi, pochissime uvolte
in questo tuono si ritruouva.
DEL SANCTVUS, DOMINICALE.

Sanctus
termina ne la chorda parhypáate hypatôon, detto C fa ut:, laqual ter-minatione nasce da la libertaà del suo principio:, & tanto piuù per essere detto
luogo finalitaà del suo diàa tessáaron:, come lo Iintroito. Quasi modo geniti &c.,
il quale è ne la ottauva de la Pasqua, & lo Ooffertorio ultimo nanzi la sesta
de la Ascensione, detto Confitebor dDomino nimis in ore meo. Questi per il
principio aquistono la irregulare terminatione. Seguitando al Sanctus dDo-minus, dDeus sabbaoth,
lui finisce regularmente, & alcuni altri ne la positione
& chorda, lichanòos mesôon, detto G sol re ut:, la qual si uvede nel presente con-cento., Tradiderut me in manus impiorum, primo Rrisponso del terzo not-turno de la sesta feria, ne la settimana santa:, per il che pochissimi di questi in
tal luogo se ne truouva:; & tutto il resto al suo buon fine si riduce.
DE GLI AGNVUS DEI, DOMENICALI.

DEL GIORNO, DE LA VERGINE MARIA.
DEL KYRIE LEISON.

Christe leyson,
ha la sua fine ne la positione méese, chiamato aA la
mi re:, & detto fine nasce dal seculorum, da la confinalitaà, da la irregularitaà,
& similmente dal principio. Dal seculor? cCome ne le differenze sue si com-prehende. Da la cofinalitaà? pPcheé da D sol re comincia il diàa péente, & il con-fine arriuva al detto luogo. Da la irregularitaà? pPercheé il primo, & secondo in
ditta chorda nasce. Et dal principio? cCome gli presenti introiti., Sapientiam
sanctorum narrent populi, & Salus autem iustor, nel comune di piuù mar-tiri si truouvano.
DE LA GLORIA IN EXCELSIS DEO.

DEL SANCTUS.

sSanctus,
è solamente una equal terminatione:, ne la
chorda trite diezeugmenôon, chiamata cC sol fa ut:, & pcheé esso canto è quinto
tuono, detta terminatione è in quel luogo terminata:, per il seculorum, per
la cofinalitaà, & per il principio. Per il seculorum? pPercheé il quinto tuono ha
due differenze, de lequali una termina in aA la mi re, l'altra in ditta positione
cC sol fa ut. Per la cofinalitaà? pPercheé il principio del diàa péente è in F fa ut. Per
il principio? cCome appare ne gli presenti canti.: Ecce dDeus adiuuvat me, Iin-troito de la domenica nona dapoi la pPéentecoste:, & Deus in loco sancto suo,
de la domenica undecima:, & il Ggraduale, Anima nostra sicut passer, ne la
festa comune di piuù martiri. Onde, per non essere differenza ne gli Agnus
dDei, ma equale & regulare terminatione, non mi estenderoò in dichiara-tione alcuna.
DEL GIORNO DE GLI APPOSTOLI, OVERAMENTE DE LE FESTE DOPPIE MINORI.

Kyrie
si cognosce:, concioò sia
che il terzo, & quarto [s1539: page 70]kKyrie,
non conrispondono regularmente al suo pro-prio fine:, ma douve la irregularitaà, & cofinalitaà si truouva:, & per la differenza
del seculorum amen. Queste ragioni nel passato chiare sono. Resta sola-mete dimostrare per il fine gli seguenti canti.: Scio cui credidi & certus sum,
Iintroito de la festa di sSan Paulo appostolo, & Meditatio cordis mei, ne la
sesta feria da poi la quarta domenica in quadragesima.
DE LA GLORIA IN EXCELSIS DEO.

DE LE FESTE SEMPLICE SOLEMNE, ET INFRA TVUTTE LE OTTAVE.

Laudamus te,
Benedicimus te,
& Gra-tias agimus tibi.,
Laudamus te,
ha il suo fine ne la chorda méese, detto aA la mi
re.; Benedicimus te,
ne la chorda paraméese, chiamato [#s1529: 

Gratias
agimus tibi,
in lichanòos mesôon, detto G sol re ut. La terminatione adunque
di b





DEL SANCTVUS.

Sanctus
constituito & terminato, ne la posi-tione méese, concesso è stato ad esso tuono ditta terminatione:, no per il prin-cipio, ma per la confinalitaà:, ne la qual chorda termina irregularmente il se-condo & primo tuono:, & per la differenza del seculorum amen. Onde per
essere gli Agnus dDei regularmente terminati, lasceremo questaa la comune intelligenza.
DE LE FESTE MAGGIORE DOPPIE.

Domine dDeus rex coelestis,
ha terminato in paraméese, chiamato
[#s1529: 

Domine dDeus aAgnus dDei,
in trite diezeugmenôon, detto cC sol fa ut:;
& Qui tollis peccata mundi suscipe deprecationem nostra,
in paranete die-zeugmenôon, chiamato dD la sol re:. pPer il primo Domine dDeus rex coelestis,
la
terminatione è per la licenza del seculorum, qual termina in quel luogo, &
per il principio concesso al sopra ditto tuono:, come dimostra l'antiphona al
Magnificat infra l'ottauva de la Resurrettione, chiamata Tulerut dDominum
meum, & Exortum est in tenebris, al uvespro de la Natiuvitaà. La terminatione
del Domine dDeus aAgnus dDei,
non è per altro, se non per il principio:, ilquale è
nel secodo Rrisponso, di sSanto Giouvani, appostolo & euvangelista., Hic est di-scipulus, & Omnes de sabba uvenient, nel secondo notturno, ne la uvigilia de
la Ephyfania. Ma la fine del Qui tollis peccata mundi,
per tre cause finisce [s1539: page 71]
in dD la sol re.: Lla prima per la differenza del seculor., Lla seconda per la cofi-nalitaà. Eet la terza per il fine, come gli presente canti.: Veni dDomine & noli tardare, primo Rrisponso del terzo notturno de la terza domenica del Aduveto.,
& Ecce sacerdos magnus, con molti altri simili.
Il Sanctus & Agnus dDei [#s1529: appropriati] [#s1539: appropriati] [#s1562: propriati] a la di sopra scritta Mmessa, per non
essere in loro alcuna incognita differenza, sia dal comune ordine il resto
giudicato.
DE LE FESTE MAGGIORE, MEZZE DOPPIE.

Kyrie
ha il suo fine in paranéete die-zeugmenon, chiamato dD la sol re:, laqual terminatioe, come per il passato fu
detto, è per [#s1529: la] [#s1539: ] [#s1562: ] confinalitaà, principio, & seculor:. cChe sia per il principio, facil-mente piuù uvolte il trouverrai:, per ilche non metteremo altro essempio.
DE LA GLORIA IN EXCELSIS DEO.
Laudamus te,
Benedicimus te,
& Adoramus te,
per l'ordine da noi di
sopra detto, senza altra nostra dichiaratione a te la rimettemo:, con tutto il
resto, ilqual irregularmente trouverrai.
DEL PATREM OMNIPOTENTEM CHIAMATO CARDINALESCO.

DEL TE DEVUM LAVUDAMVUS.
