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Title: Thoscanello de la musica

Author: Pietro Aaron

Publication: Bernardino & Mattheo de Vitali (Venezia, 1523)

Bibliothèque nationale de France, Paris, France

Title: Toscanello in musica

Author: Pietro Aaron

Publication: Bernardino & Mattheo de Vitali (Venezia, 1529)

Bibliothèque Royale Albert Ier, Brussels, Belgium

Title: Toscanello in musica

Author: Pietro Aaron

Publication: Marchio Sessa (Venezia, 1539)

Bibliotheca Riccardiana, Florence, Italy

Title: Toscanello

Author: Pietro Aaron

Publication: Domenico Nicolino (Venezia, 1562)

Bibliothèque nationale de France, Paris, France First edition, 1523: Bibliothèque nationale de France, Paris, France Second edition, 1529: Bibliothèque Royale Albert Ier, Brussels, Belgium Third edition, 1539: Bibliotheca Riccardiana, Florence, Italy Fourth edition, 1562: Bibliothèque nationale de France, Paris, France

Principal editor: Anne-Emmanuelle Ceulemans

Funder: Université catholique de Louvain F.N.R.S.

Edition: 2002

Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht Netherlands
Copyright © 2002, Université catholique de Louvain, Unité de musicologie, Louvain-la-Neuve, Belgium; Utrecht University, Netherlands
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THOSCANELLO DE LA MVUSICA
DI MESSER PIETRO AARON FIO-RENTINO, CANO-NICO DA RI-MINI. CON PRIVILEGIO.
TOSCANELLO IN MVUSICA
DI MESSER PIERO ARON FIORENTINO DEL OR-DINE HIEROSOLIMITANO ET CANONICO IN RIMINI, NVUO-VAMENTE STAMPATO CON L'AGGIVUNTA DA LVUI FATTA ET CON DI-LIGEN-TIA CORRETTO.
Ad totius Italiae iuuventae de Petri Aron egregii Mmusici laudi-bus Io. gGazoldi Eepig.

Si uvis scire modum generosa iuuventa candendi
Petrus Aron clarus Mmusicus arte docet.
Edocet ut coelum numeris mouveatur, & alta
Organa pulsentur, voceq faxa mouvet.
Attrahit hic syluvas, labentia flumina sistit,
Threiicius vates cedere iure potest.

CON PRIVILEGIO Déesiderio Véentura da Moro
TOSCANELLO in Mmusica
di messer Piero Aron fiorentino del ordine Hierosolimitano & Ccanonico in Rimini. Nuouvamente Sstapato con la Ggionta da lui fatta & con di-ligentia corretto.
Ad totius Italiae iuuventae de Petri Aron egregii Mmusici laudi-bus Io. gGazoldi Epig.

Si uvis scire modum generosa iuuenta canendi
Petrus Aron clarus Mmusicus arte docet.
Edocet ut coelum numeris mouveatur, & alta
Organa pulsentur, uvoceq saxa mouvet.
Attrahit hic syluvas, labentia flumina sistit,
Threiicius uvates cedere iure potest.

TOSCANELLO,
OPERA DELL'ECCELLENTISS. MVUSICO M. PIETRO ARON FIORENTINO, DELL'ORDINE HIEROSOLIMITANO, ET CANONICO DI RIMINI.
Nella quale, dopo le laudi, la origine, la difinitione, & la diuvisione della Mmusica;, con essatissimo, & ageuvolissimo trattato s'insegna tutto quello, che alla pratica del cantare, & del com-porre canti in Mmusica, & a diuvenire perfetto Mmusico, è necessario.
CON L'AGGIVUNTA FATTA DALL'AVUTORE STESSO, INNANZI CHE MORISSE, Hora nuouvamente con sommo studio, & diligentia riuveduta, ricorretta, & ristampata. In Venetia, APPRESSO DOMENICO NICOLINO. MDLXII. [s1523: page 2]
ANDREAndrea Gritti, per gratia di dDio, duse'Duse' i.e. 'doge'. di Vinegia &c., Aa tutti magistrati, uno per uno, di questa nostra città, et alli rettori di tutte le terre, et luoghi nostri, et a qualuque ufficiali, et sudditi nostri, et a tutti glialtri, alli quali queste nostre lettere peruvenerano:, uvolemo esser noto, che hoggi nel consi-glio nostro di pregati è stato presa parte del tenore infrascritto., Ccioè l'an-derà parte, che per autorità di questo consiglio sia concesso a Don Piero Aaron, musico, di poter fare stampare una opera nuouva dal lui composta, che si chiama il Thoschanello:, con condition, che alcuno altro fra termino di anni Ddiece prossimi no possa quella stampare, siì in questa nostra città di Vinegia, come in qualuque altra città, terra, ouver luogo della. S. nostra., neé etiamdio altrouve stampare portare, et uvendere nelle predette città, terre, et luoghi della prefata. S. nostra., sotto pena di perdere le opere, et di pagare ducati diece per ciascuna opera stampata, ouvero uvenduta cotra la presente cocessione., un terzo della qual pena sia dello accusator, un terzo del nostro arsenal, et l'altro terzo di lui, D. Piero.; Eet la essecutione della presente con-cessione sia comessa alli patroni nostri del arsenal.; Pper la qual cosa, per autoritaà del predetto consiglio, comandiamo a uvoi tutti, et a ciascun di uvoi, alli quali questa nostra essecution può appartenere:, che osseruviate, et facciatée osseruvarsi pienamente questa nostra gratia da ognun, come che si conuviene a uvoi, et tutti gli altri nostri fideli essequire, et fare essequire, mentre dura il spatio di diece anni predetti. Date nel nostro palazzo ducale, il diì terzo di Lluglio, nella indittione undecima. M. D. XXIII.
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AL REVERENDO, ET MAGNIFICO MONSI-GNORE SEBASTIANO MICHELE, PATRITIO VENETO, CAVALLIERE HIEROSOLYMITANO, ET PRIORE DI SAN GIOVANNI DAL TEMPIO DIGNISSIMO, PIERO AARON FIORENTINO, CA-NONICO RIMINESE.For further information on this preface, see Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 81 sqq.

NOon è alcun dubbio, getilissimo mio sSignore/, che di gran parte di beni, et de' mali, che gli huomini sentono, e principi ne siano cagione:, et questo a noi le antiche, et le moderne historie apertamente lo manifestano. Neé punto è dalla ragione lontano darsi l'huomo a credere, che quelli, che hano imperio sopra gli altri, possano molte cose operare, siì in utile, come etiamdio in danno di molti/, assai piuù ageuvolmete, che qualunche altro priuvato. Et questo, siì come in altre cose apertamente si dimostra, cosiì in ciascuna facoltaà di ingegno, percioò che noi uvediamo in ogni tepo di quelle uvirtuù essere stati gli huomi-ni piuù studiosi, delle quali e principi piuù si sono dilettati., percioò che ciascu-no piuù uvolentieri in esse si è affaticato per piacere al prencipe, dal quale sperauva alle sue fatiche premio alcuno., della qual cosa, per no dare a uvostra si-gnoria essempi antichi, percioò che forse harebbono minore forza:, uno solo mi basterà adducere de' nostri tempi: Leone. X. Ppontefice, il quale, bencheé fussi di molte uvirtuù ornato, et studioso, no di meno di niuna si è più diletta-to, et niuna hebbe piuù fauvorita, et essaltata che la Mmusica. Donde è proce-duto, che sotto il suo pontificato, molti si sono affaticati, ciascuno secodo le lor forze, di far profitto in essa, per gli ampi premii, che alle loro fatiche uve-deuvano essere proposti., Ttra gli quali io sono stato uno, il quale in tenue fortuna nato, ricercado per alcuna honesta [s1529: page 4]uvia di sostentare la mia tenuità, negli studii di Mmusica mi sono non poco affaticato, se non cosiì felicemente, come harrei uvoluto, almeno quato l'ingegno, et la industria mia ha potuto:, et harrei al tutto disperato il premio alle fatiche mie per la importuna/ [#s1523: et a [s1523: page 4] ciascuno gentile spirito lagrimeuvole] [#s1529: ] [#s1539: ] morte di Leone/, se uVostra sSignoria non mi si fussi offerta unico presidio alla afflitta mia fortuna:, laquale quatuque di potere a Leone non sia pari, no peroò è in alcuna uvirtuù a quello inferiore, neé in studio di fauvoreggiare qualuque di uvirtuù no sia spogliato., Iilche sem-pre hebbe dimostrato nutrendo, fauvoreggiando, et exaltando in ogni tem-po uvalenti huomini, et prencipalmente Mmusici. Io aduque, come colui, che in uVostra sSignoria hàa posto ogni speme delle fatiche sue:, et in niuna cosa mi risparmierò, se mi sarà prestato occasione di dimostrare a uVostra sSignoria, quato a gli comodi di quella sia pronto:, et hora nel mandare in luce di queste mie compositioni, le ho uvoluto dimostrare. Fòo adunque a uVostra sSigno-ria presente di questo mio libretto, il quale, come [#s1523: che] [#s1529: ] [#s1539: ] alla grandezza di uVo-stra sSignoria non sia conuveneuvole, non di meno et al [#s1523: picciolo] [#s1529: piccolo] [#s1539: piccolo] potere mio, et alla gentillezza di quella no molto si discouviene. Resti cotenta uVostra sSignoria, che essendo io suo, et anchora le cose mie (quali si sieno) sue et siano, et si chiamino.

AL MOLTO REVERENDO, ET MAGNIFICO MONSIGNORE SEBASTIANO MICHELE, GENTILHVUOMO VENETIANO, CAVALIERE HIEROSOLIMITANO, ET PRIORE DI S. GIOVANNI DAL TEMPIO DIGNISSIMO., PIERO ARON FIORENTINO.

Non è alcun dubbio, osseruvandissimo Signor mio, che di gran parte de' beni, & de' mali, che gli huomini prouvano, i Pprincipi per lo piuù ne sono cagione:, ilche le antiche, & le moderne historie apertamente ci manifestano. Nèé punto è da la ragione lontano questa credenza, che co-loro, che hanno imperio sopra gli altri, molte cose possano adoperare, cosiì in vutile, come etiandio in danno di molti, assai piuù ageuvolmente, che qualunque altro priuvato. Et questo siì come in altre cose si uvede, cosiì apertamente si dimostra in ciascuna facoltà d'ingegno., Pperciocheé noi vediamo, che gli huomini in ogni tempo sono stati di quelle virtù piuù studiosi, de le quali i Pprincipi si sono piuù dilettati:, perciocheé ciascuno piuù voletieri in esse si è affaticato per piacere al Pprincipe, dal quale ha sperato a le sue fatiche alcun premio., Dde laqual cosa, per non dare a V. Signoria essempi antichi, i quali forse sarebbono di minor forza;, solo vuno mi basterà adducerne de' nostri tempi;, cioè Leone Papa Decimo:, il quale, ben che fosse di molte virtù studioso, & ornato;, nondimeno di niuna piuù si dilettò, & niuna piuù ne fauvorì, & essaltò, che la Mmusica. Donde è proceduto, che sotto il suo Ppontificato, molti si sono industriati, ciascuno secondo le forze sue, di far profitto in essa, per gli ampi premii, che a le loro fatiche vedeuvano essere proposti. Tra' quali io sono stato vuno:, il quale in debole fortuna nato, de-siderando per alcuna honesta via di sostentare la mia debolezza ne gli studii della Mmusica, mi sono non poco affaticato, se non cosiì felicemente, come harei voluto, almeno quanto l'ingegno, & la industria mia ha potuto:; & ben mi sarei disperato affatto del premio delle mie fatiche per la importuna morte di quel magnanimo, & liberalissimo Ppontefice, se V. Signoria non mi si fosse offerta vunico presidio & sostegno a la mia afflitta fortuna., la qua-le, quantunque di potere sia di gran lunga disuguale a Leone;, non è però in alcuna virtù a quello inferiore, nèé in istudio di fauvoreggiare chiunque non sia del tutto priuvo di virtù., Iil che sempre, quanto il suo grado sostiene, ha mostrato con l'opere, non solamente fauvoreg-giando, ma nutrendo, & essaltando in ogni tempo valenti huomini, & principalemente Mmu-sici. Io adunque, come colui, che in V. Signoria ho posto ogni speranza delle fatiche mie, essendo hora per mandare in luce questo mio libretto, a lei ho voluto indirizzarlo, & do-narlo:; & come che io conosca assai bene, che egli alla grandezza di V. S. poco si confà; nondimeno parmi, che & al piccolo poter mio, & a la gentilezza di quella non molto si disconuvenga:, & che essendo io suo, non sia fuori di ragione, che anchora le cose mie (quali elle si sieno) sue & siano, & si chiamino perpetuamente.
[s1523: page 5][s1529: page 5][s1539: page 3][s1562: page 3]

[#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: TABVULA] [#s1562: TAVOLA DEI CAPITOLI, CHE NELLA PRESENTE OPERA SI CONTENGONO]

CAPITOLI DEL PRIMO LIBRO.
[#s1523: LOoda] [#s1529: LAaude] [#s1539: LAaude] [#s1562: Laude] della musica. Cap. I.
Delli inuventori della musica. Cap. II.
Diffinitione, et deriuvatione della musica. Cap. III.
Della musica mondana:, humana: et istromentale. Cap. IIII.
Cognitione di uvoci: et suoni: et uvarii istromenti. Cap. V.
Della intelligenza del modo. Cap. VI.
Cognitione del modo minor perfetto. Cap. VII.
Che cosa sia tempo. Cap. VIII.
Che cosa sia prolatione. Cap. IX.
Quato sia il uvalore delle note nel modo maggiore perfetto: et imperfetto:, modo minor perfetto: et imperfetto. Cap. X.
Del uvalore di ciaschedua nota nel modo maggior perfetto posto con il segno sequente, . Cap. XI.
Valore del modo maggior perfetto nel tepo imp-fetto: et prolatione perfetta:, come qui, . Cap. XII.
Per il secondo [#s1523: modo] [#s1529: segno] [#s1539: segno] [#s1562: segno] del maggior perfetto. Cap. XIII.
Per il modo maggiore imperfetto. Cap. XIIII.
Per il modo minor perfetto. Cap. XV.
Per il modo minore imperfetto. Cap. XVI.
Valore del modo maggiore perfetto nel segno del tepo pfetto: et prolatione impfetta:, come qui, . Cap. XVII.
Per il secondo segno del modo maggior perfetto. Cap. XVIII.
Per il modo maggiore imperfetto. Cap. XIX.
Per il modo minor perfetto. Cap. XX.
Per il modo minore imperfetto. Cap. XXI.
Valore del modo maggior pfetto nel segno del te-po: et prolatione imperfetta:, come qui, . Cap. XXII.
Per il secondo segno del modo maggior perfetto. Cap. XXIII.
Per il modo maggiore imperfetto. Cap. XXIIII.
Per il modo minore perfetto. Cap. XXV.
Per il modo minore imperfetto. Cap. XXVI.
Della intelligenza del modo maggior perfetto: et modo minore: et tepo p uvarii segni [#s1523: dimostrato] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] . Cap. XXVII.
[s1523: page 6][s1529: page 6]Della cognitione del modo minor pfetto: et imperfetto:, tempo: et prolatione, p uvarii segni. Cap. XXVIII.
Come siano intese le note: ouver figure perfette. Cap. XXIX.
Dimostratione delle note imperfette. Cap. XXX.
Come la lunga nel tempo pfetto non si può dire imperfetta. Cap. XXXI.
Della cognitione: et natura del punto. Cap. XXXII.
Delle note alterate: et sua intelligenza. Cap. XXXIII.
Cognitione della maxima: et lunga di color pieno. Cap. XXXIIII.
Della figura breuve piena. Cap. XXXV.
Della figura semibreuve piena. Cap. XXXVI.
Che cosa sia syncopa. Cap. XXXVII.
Cognitione: et modo di cantar [#s1523: segno] [#s1529: segni] [#s1539: segni] [#s1562: segni] contra a [#s1523: se-gno] [#s1529: segni] [#s1539: segni] [#s1562: segni] necessarii. Cap. XXXVIII.
Come li cantori habbiano a numerare li canti. Cap. XXXIX.
Delle note in legatura. Cap. XXXX.
CAPITOLI DEL SECONDO LIBRO.
CHhe cosa sia tuono. Cap. I.
Del semituono minore: et maggiore. Cap. II.
Del ditono. Cap. III.
Del semiditono. Cap. IIII.
Del tritono. Cap. V.
Del diàa tessáaron. Cap. VI.
Del diàa péente. Cap. VII.
Del hexachordo maggiore. Cap. VIII.
Del hexachordo minore. Cap. IX.
Del diàa pasôon. Cap. X.
Del genere chromatico. Cap. XI.
Del genere enarmonico. Cap. XII.
Dichiaratione del contrapunto. Cap. XIII.
Delle consonanze perfette. Cap. XIIII.
Delle cocordanze imperfette in cotrapunto usate. Cap. XV.
Come il copositore [#s1523: debbia] [#s1529: debbe] [#s1539: debbe] [#s1562: debbe] dare principio al suo canto. Cap. XVI.
[s1523: page 7]Se la consonanza: òo concordanza è necessaria al principio del canto. Cap. XVII.
[s1529: page 7]Della terminatione: òo uvorrai dire cadenza ordinata nel soprano. Cap. XVIII.
Modo di comporre psalmi: et mMagnificat.pricipiji, mezi, et fini de' tuoni Cap. XIX.
Della natura del diesis. Cap. XX.
Del modo del comporre il contrabasso: et alto dopo il tenore, et canto, Pprecetto primo. Cap. XXI.
Precetto secondo. Cap. XXII.
Precetto terzo. Cap. XXIII.
Precetto quarto. Cap. XXIIII.
Precetto quinto. Cap. XXV.
Precetto sesto. Cap. XXVI.
Precetto settimo. Cap. XXVII.
Precetto ottauvo. Cap. XXVIII.
Precetto nono. Cap. XXIX.
Precetto decimo. Cap. XXX.
Ordine di comporre a piuù di quatro uvoci. Cap. XXXI.
Che cosa sia proportione. Cap. XXXII.
Del superparticolare genere. Cap. XXXIII.
Del superpartiente genere. Cap. XXXIIII.
Del molteplice superparticolare genere. Cap. XXXV.
Del molteplice superpartiente genere. Cap. XXXVI.
Della proportionalità arithmetica. Cap. XXXVII.
Della geometrica proportionalità. Cap. XXXVIII.
Della armonica proportionalità. Cap. XXXIX.
Diuvisione del monachordo per tuoni, et semituoni naturali, et accidentali. Cap. XXXX.
Della partecipatione, et modo d'accordar l'istro-mento. Cap. XXXXI.
[s1523: page 8][s1529: page 8][s1539: page 4][s1562: page 4]
ARON
For further information on this woodcut, see Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 86.
[s1523: page 9][s1529: page 9][s1539: page 5][s1562: page 5]

[#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: IL TOSCANELLO IN MVUSICA DI M. PIETRO ARON FIORENTINO, DELL'ORDINE GIEROSOLIMITANO, ET CANONICO IN RIMINI. ] LIBRO PRIMO.

[#s1523: LODA] [#s1529: LAVUDE] [#s1539: LAVUDE] [#s1562: DELLE LODI] DELLA MVUSICA. CAP. I.

MOLTI EXCELolti excellenti scrittori [#s1523: et] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] antichi, et moderni hano raccolte le lode della Mmusica, et con buona cura a que', che succeder deuvranno, raccomandate., fra' quali anche io nell'altra opera mia [#s1523: di ] [#s1529: de ] [#s1539: de ] [#s1562: dell'] iInstitutione har-monica diedi opera, che no si tacesse., Pper la qual cosa, se hora altro non ne parlassi, molto bene potrei essere iscusato per quel detto de' causidici, che uvieta essercitare la cosa essercitata. Non dimeno, percioò che [#s1523: in fino ] [#s1529: in sino ] [#s1539: insino ] [#s1562: insin'] a qui no è stato detto (che io sappia) saluvo in greco, et in latino:, ho tolta questa nuouva fatica, pensando, che niuna scusa mi sia buona, se al presente no re-ferisco brieuvemente alcune cose in comendatione, et ornamento di simile scienza, delle quali io faccia partecipi quelli, che piuù della lingua nostra materna hano cognitione:. fFarollo aduque uvolentieri, aggiungendouvi qualche cosa, che forse da ognuno non è stata detta. Di tutte l'arti, che liberali si chiamano, ritruouvo la Mmusica di nobilità, di uvalore, et di pregio [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: essere ] eccel-lentissima, et primieramente nobilissima la diroò, per essere [#s1523: ella] [#s1529: lei] [#s1539: lei] [#s1562: ella] fra l'altre discipline non solo alla cotemplatione utile (siì come Boetio afferma), ma anchora allo operare di grandissimi effetti necessaria:, donde auviene, che se la prudeza, percioò che ricerca la uveritaà, et giustitia, percioò che l'essequisce, sono celebrate:, questa che del l'una et [#s1523: ] [#s1529: del'] [#s1539: de l'] [#s1562: dell'] altra fa l'effetto, tutte [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: le ] scieze, che solamente contemplano, et tutte l'altre arti, che solamente operano, uvence di autoritaà, et di chiarezza. Appresso, per essere antiquissima, tato di honore le si puoò dare, quato ad alcuna altra scienza, percioò che non solo a' tempi di tTroiani, iquali senza dubbio sono antiquissimi, era in pregio, siì come per Homero nel l'iIliade, et nel l'oOdissea si comprede:, ma per lo adietro di tre età, che successiuvamete succedettero, in stima grande ritrouvossi.: per la prima in Orpheo, per l'altra in Amphione, et per la terza in Harmonia, mo-glie di Cadmo. Harmonia tanto seppe ben sonar la piuva, che no manca-no autori, li quali dicono quella concordanza di differenti uvoci, che noi chiamamo harmonia:, da lei hauver pigliato il nome. Amphione al dolce [s1523: page 10]suono della sua lyra edificoò le mura [s1529: page 10]di Thebe, et inuventore della musica, et figliuolo di Giouve fu reputato. Orpheo et di un dio, cioè di Apolline, et di una dea, cioè di Calliope, principe delle Muse, si credette esser nato, non per altro, se non che nell'etaà de' padri di que' duchi, et signori, che a Troia per la rapina d'Helena fecero guerra:, hebbe la melodia del suono, et del canto cosiì piena et perfetta, che non solo hebbe forza di muouver le genti humane, che con ragione si gouvernano, ma le fiere et gli [#s1523: augelli] [#s1529: uccegli] [#s1539: uccegli] [#s1562: ucceli] , an-chora che manchino di ogni ragioneuvole discorso:, ma gli arbori et sassi, l'aque, et li uventi, che [#s1523: neé ragione hanno] [#s1529: ragione non hanno] [#s1539: ragione no hano] [#s1562: ragione non hanno] , neé sentimeto:, ma esso inferno, ouve non è redentione:; [#s1523: et] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] in tanta stima uvenne, che gli iddii immortali et celesti godeuvano d'esser celebrati col suo canto:. eEt Baccho sdegnato, che da lui per dimenticanza senza [#s1523: loda] [#s1529: laude] [#s1539: laude] [#s1562: lode] fu lasciato, quando [#s1523: ridomandando] [#s1529: ridomandoò] [#s1539: ridomadoò] [#s1562: ridomandò] la mo-glie Eurydice a Plutone, cantauva in honore di tutti [#s1523: ] [#s1529: gli ] [#s1539: gli ] [#s1562: gli ] iddii:, nel monte Pan-geo gli mandoò cotra le sue bBacchanti, le quali con grande infamia di tal diuvinitaà indegnamente tutto il lacerorno, bencheé dopo la morte non li mancasse l'autoritaà:, percioò che la lyra [#s1523: da] [#s1529: a] [#s1539: a] [#s1562: àa] Giouve, et [#s1523: da] [#s1529: ad] [#s1539: ad] [#s1562: àa] Apolline fra le stelle fu riposta:. aAll'altre parti, raccolte dalle Muse, fu data honorata sepoltura:. lLa testa, che dal mote nel mare gittata, et dal l'ode all'isola di Metelina re-gittata da gli habitatori era stata sepolta, si tiene, che fusse cagione, che per tal beneficio diuvenissero tutti ingegnosissimi all'arte della musica. Ma che bisogna mostrare la antichitaà nella persona di alcuo? Timagene, greco autore, afferma, che di tutti gli studii litterali la musica è antiquissima. Da molto è la musica in due modi, [#s1523: et] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] per dilettatione grande, et per utilitaà incredibile, che da lei nasce. cChe sia diletteuvole et gioconda, assai chiaro argometo ne fano tanto i Romani, quato i [s1562: page 6]Greci:, appresso i quali negli conuviti si portauva la lyra, con la quale si cantauvano le uvirtuù, et glo-rie de gli huomini forti:, secodo la quale usanza Ioppa da Virgilio, Teu-trante da Silio [s1539: page 6]iItalico, Appolline co le Muse, et Phemio et Demodoco da Homero, Chirone et Orpheo da l'autore de gGli aArgonautici, et altri da altrui sono introdotti nelle cene a sonare et cantare:. eEt Themistocle aAthe-niese, per cioò che già la recusoò, fu biasimato per indotto:. pPer lo contrario, Epaminonda tThebano riportoò gran laude, per cioò che sapeuva di cithara, et accordauva bene le uvoci al suono. Vediamo anchora molte uvolte, che gli animi afflitti et mal cotenti, se dáa qualche musicale soauvitaà in qualche modo non si recreassero, ageuvolmente inanzi il tempo mancarebbeno:, di che ben parla l'ingegnoso Ouvidio nel quarto delle sue mMestitie,: sSe uvitio [s1523: page 11]alcuno (dice) saraà nelle mie opere, [#s1523: iscuselo [sic: iscusalo]] [#s1529: iscusalo] [#s1539: iscusalo] [#s1562: iscusalo] appresso te, o lettore, il suo tem-po. iIo era in essilio, et cercauva [s1529: page 11]riposo, et non fama, a ciocheé la mente non fusse sempre intenta alle sue calamitaà. eEt quanto seguita lungamente., per le qual cose appare, che non hanno mal parere quelli, che pensano la mu-sica a noi per dono dalla natura essere stata conceduta, a cioò che meglio si possino tolerare, et durare gli affanni di questa trauvagliata uvita. Non di meno di piuù sano giuditio sia, chi la crede esser grata alle menti humane, percioò che in essa riconoscono il lor principio, affirmando Platone nel Ti-meo, che l'anima nostra è composta di numeri musicali:, come anchora li pPythagorici affermano, che 'l mondo è composto di ragione musicale, del quale l'huomo sia imagine:, et per tanto uvenga detto microcosmo, che suo-na in nostra comune lingua "piccolo mondo":. oOuve risguardando i Romani, hauveano costume di celebrare l'essequie de' morti con suoni di trombe, et altri stormenti, i quali peroò funerali addimandauvano:, no per altra ragio-ne, se non che pensauvano le anime nella loro origine, cioè nel cielo ritor-nare:, al quale per mezzo del l'harmonia facile fusse il transito. eEt per simil cagione nel celebrar de gl'hymenei nottiali usauvono pur suoni per auspi-cio della creatione del l'anime, del quale effetto le nozze sono mezzano istromento. Prendi la confermatione nelli [#s1523: piccioli] [#s1529: piccoli] [#s1539: piccoli] [#s1562: piccoli] fanciulli,. nNon parlano anchora, non intendono, chi parla:; sono di quel puro intelletto da niu-na impressione [#s1523: segnato] [#s1529: segnati] [#s1539: segnati] [#s1562: segnati] , il quale il pPhilosopho assomiglia ad una tauvola rasa:, ouve [#s1523: niente] [#s1529: nulla] [#s1539: nulla] [#s1562: nulla] sia scritto:. nNon di meno, quado piangono, se per caso odo-no qualche uvoce soauve, tantosto s'acchetano, et stansi consolati:; quado so-no ben cheti et allegri, se aspro suono loro offende gli orecchi, subito a stridere, et star sconsolati:. pPercheé? pPercioò che se ben alcuna altra cognitione non è in loro, no manca peroò la natura, che di similitudine s'allegra, et ab-horrisce il cotrario. aAlla fine anchora gli [#s1523: animanti] [#s1529: animali] [#s1539: animali] [#s1562: animali] irrationali mirabilme-te si dillettano in musica, parte in udirla, come ceruvi, delphini, elephanti, et gran parte di augelli, parte in essercitarla, come cygni et lusignuoli. Segue all'infinito piacere et diletto, che della musica nasce, una inestima-bile utilitaà, che all'animo, et al corpo s'estende. Et che sia utile a l'animo, potrei adducere in mezzo molti essempi, come di Empedocle, che mutata una modulatione, teperò l'ira di un furioso giouvane tauromenitano ebrio, incitato dal suono phrygio a uvolere ardere la casa, ouve una sua amica col riuvale era rinchiusa: col sostituito spondeo lo placoò, et a miglior mente [#s1523: ] [#s1529: lo ] [#s1539: lo ] [#s1562: lo ] ri-dusse.; come [#s1523: di] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] tutti [#s1523: ] [#s1529: gli ] [#s1539: gli ] [#s1562: i ] Pythagorici, e quali commouveano, et acchetauvano gli [s1523: page 12]animi: et a' buoni costumi colla musica gl'indirizzauvano., et allor imitatione Theophrasto, che a tor uvia le passioni del l'animo commadauva apporsi le piuve. Ma fra' molti [s1529: page 12]memorabili essempi di uno del popolo di Arcadia mi uvoglio contentare, del qual Polybio, grauvissimo historico, è autore,: [#s1523: èE' manifesto] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] (dice egli) la musica essere utile a tutti gli huomini, ma a gli Arcadici necessaria, siì per le continue fatiche di quella gente in lauvorare i campi, et durezza et asprezza di uvita:, siì per la austeritaà di costumi, che gli soprauviene per il freddo, et maluvagitaà del aere, al quale per necessitaà simili siamo prodotti., Ppercioò da principio gli lor fanciulli da pueritia s'u-sauvano nelli canti de gl'hynni peani, co' quali secodo l'usanza della patria soleuvano lodare i genii, heroi, et iddii. pPoi, instrutti nelle discipline di Philosseno et Timotheo, faceuvano giuochi annuali in honor del dio padre Baccho con balli, et canti:. iIfanciugli faceuvano giuochi chiamati puerili, i giouvani giouvenili. Tutta la lor uvita al fine è conuversa in tali canzoni, no tanto che si diletteno di udire modulationi, quanto per essercitarsi insie-me cantando. oOltra di cioò, se un huomo non sa qualche cosa nell'altre arti, no gli è uvergogna:, ma che uno huomo no sappia la musica, no è possibile, percheé è necessario impararla:, et cofessare di no la sapere si tiene per cosa uvituperosissima. VUltimamente e giouvanetti ogn'ano spettacoli et giuochi alli suoi cittadini fanno nelli theatri co balli et canti. cCosiì prima gli Arca-dici introdussero tutte le cose dette di sopra, di poi gli [s1539: page 7]comuni couventi, et [#s1523: moltissimi] [#s1529: moltissimi] [#s1539: moltissimi] [#s1562: molti] sacrificii, ne' quali si cogregauvano maschi et femine:; in ultimo gli chori di damigelle et fanciulli:, le quali cose tutte fecero a questo fine:, acciocheé quello, che era duro per natura ne gli animi loro, p cosuetudine si mitigasse, et [#s1523: diuvenisse] [#s1529: venissi] [#s1539: venissi] [#s1562: venissi] piaceuvole. Ma li Cynethesi in spacio di tepo hauvedo cominciato a sprezzar questa usanza, la quale a loro, piuù che ad altri, era necessaria, come habitati nella piuù fredda parte di Arcadia:, [s1562: page 7]uvoltati a cupiditaà, et ambitione, in breuve uvenero in tata fierezza, che in niuna cittaà di Grecia si faceano maggior sceleratezze, o piuù frequente crudeltà:. eEt p tal peruversitaà tutti gli altri popoli di Arcadia hauveuvano in odio la uvita et co-stumi loro. tTato et piuù recita Polybio nel quarto delle sue hHistorie dintor-no l'immenso frutto, che dalla musica al popolo arcadico uvene, cotra la falsa openione di Ephoro, che nel proemio del l'hHistorie diceuva la musica essere stata trouvata ad ingannare, et beffare gli huomini:. eEt a questa musica disciplina de gli aArcadici hauvere hauvuto riguardo Virgilio, si giudica dalli dotti, quado nell'eEgloga allo [sic: Galla] dice,: uVoi Arcadi catarete alli uvostri monti, [s1523: page 13]Arcadi soli dotti a cantare. Che sia giouveuvole & salutifera all'infirmitaà corporali, queste memorie in fra l'altre [#s1523: n'] [#s1529: noi ] [#s1539: noi ] [#s1562: noi ] habbiamo. Xenocrate con orga-niche modulationi liberauva i spiritati,. [s1529: page 13]Asclepiade col canto delle trombe [#s1523: a' sordissimi] [#s1529: a' sordissimi] [#s1539: a' sordissimi] [#s1562: a i sordi] l'audito, co altra symphonia a' phrenetichi la mente restituiuva. Thaleta cCandiotto colla soauvitaà della cithara la pestilenza da Misithrà discaccioò:, et Terpandro il partiale tumulto ne remosse. Ismenia tThebano col canto della piuva a piuù Beotici sanoò le sciatiche:, la qual cosa se ad alcu pare impossibile, legga Aulo gGellio nel quinto delle nNotti attiche, et inten-deraà la ragione, pcheé puoò essere:, per modo che pareraà meno miracoloso, se Timotheo con modulatione [#s1523: orthia] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] concitoò Alessandro mMagno a pren-der l'arme in mano., come fusse presente il nimico, che a morte lo sfidasse:; et cocitato che l'hebbe, immantenete co altro tuono molle et quieto lo placoò:. eEt piuù credibile sia, se [#s1523: ] [#s1529: il ] [#s1539: dal ] [#s1562: dal ] citharizzate Dauvit (come si ha nel sacro vVecchio iIstrometo)'Istromento' i.e. 'Testamento'., il re Saul si recreauva dal furor della pazzia, dal qual spesso era occupato. Aggiunge che secondo Vitruuvio, l'architettore senza musica no saraà pfetto, la qual precipuamete è efficace alle teperature di baliste, catapulte, scorpioi, et machine hydrauliche:; secodo Hierophilo, et Erasistrato, il medico, per li polsi, che a coparatione di numeri si cosiderano:. eEt secodo Platone la musica è necessaria all'huomo ciuvile da lui detto politico. Da Platone no discorda Aristotele, il qual nelli pPolitici libri è autore la musi-ca essere collocata tra li studii liberali:, la qual insieme con le lettere, et con la lotta li giouvanetti alli tepi antichi usauvano imparare:. eEt se uvogliamo (dice il medesimo) uviuvere in quiete, dobbiamo hauvere con noi la musica, la quale è di natural piacere, procedente da cose giocondissime:, per il che et Museo dolcissima la disse essere alli mortali. Il gramatico senza musica no puoò esser copiuto, bisognadoli (come testimonia Quintiliano) che sappia cantare i uversi a tepo et misura:, di che la musica è maestra. eEt quel che del gramatico si dice, sia detto del poeta:, sia detto del oratore. eEssendo li numeri antichi mal coposti et quasi rustichi:, la poetica (dice Cesorino) usciì fuora piuù affettata, et piuù [#s1523: modulata] [#s1529: modulata] [#s1539: modulata] [#s1562: moderata] , quasi una legittima musica:, la quale con metrica [#s1523: modulatione] [#s1529: modulatione] [#s1539: modulatione] [#s1562: moderatione] polisse l'asprezza, et il tutto [#s1523: facessi] [#s1529: facessi] [#s1539: facessi] [#s1562: fa] bello:. mMa sopra tutti, quelli poeti abbracciaro li rhythmi, et numeri musichi, et piedi, che lyrici furo cognominati, pcheé li loro uversi attamente si catauvano alla lyra:, de' quali tata fu la copia, tato fu il numero appresso li atichi, che Cicerone niega douvergli bastare il tempo a leggere tutti li poeti lyrici:, anchora che l'etaà gli fussi duplicata. dDe' piedi et numeri, che segue l'oratore:, Diomede, et [s1523: page 14]Probo, gramatici, et Cicerone nell'oOratore, et altri copiosamete ne trattano:, appresso quelli il studioso lettore ne potraà leggere:. nNoi solo questo tocche-remo, che Gaio gGraccho, chiarissimo [s1529: page 14]oratore de' suoi tepi, quado orauva al popolo, teneuva un musico dopo le spalle, che con una fistola [#s1523: occultamete] [#s1529: occultamente] [#s1539: occultamente] [#s1562: nascostamente] gli dauva i modi della pronontia, hora remessi, hora concitati. Ma che piuù parole? cChe piuù essempi? iIl sopra citato Quintiliano afferma, che la musi-ca dà la perfettione a tutte l'altre sue sorelle dottissime:, et niuno può essere perfetto in qual [#s1523: uvuoi del l'arti] [#s1529: uvuoi del l'arti] [#s1539: uvuoi delle arti] [#s1562: si uvoglia arte] senza musica:. eEt Isidoro coferma, che niuno puoò essere senza musica, neé ancho cosa alcuna. Et questo basti per il uvalor della musica. Sarebbe anchora da dire del pregio, et in che riputatioe, et stima è stata di cotinuo, siì priuvata, siì [#s1523: publicamete] [#s1529: publicamente] [#s1539: publicamente] [#s1562: publica] , tanto in guerra, quato in pace:. eEt uveramente se in parte alcuna la musica è degna di [#s1523: loda] [#s1529: laude] [#s1539: laude] [#s1562: lode] , in questa è dignissima:, p modo che non se ne [s1539: page 8]potria predicare tanto, che [#s1523: uvia] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] piuù no ne restasse:. nNo di meno, percheé per le parti di sopra tocche si puoò molto bene conoscere, che in ogni secolo da persone eccelleti d'imperio, ouver di sapieza, appresso ogni popolo, et natione honorata si truouva sommamete et appregiata:, no m'estenderoò piuù in lungo,; et siì come si scriuve Pythagora dal pieè solo hauver giaà raccolto, quata fusse la gradezza di tutto il corpo di Hercole:, cosiì lascieroò io, che ogni suvegliato ingegno, se ben no è dotto in greco, o latino, no peroò neé dalle Muse, neé dalle gratie alieno, da una piccolissima particella in altro proposito mostrata faccia giudicio di tutto il resto:. eEt sapendo che la musica è nobilissima per antiquitaà, et per operatio-ne, et potentissima per diletto, et per utile:, pensesi certo, che anchora honoratissima sia:. eEt per tanto gradi honori, grandi priuvilegii, [#s1523: gradi dimostra-tioni] [#s1529: grandi dimostrationi] [#s1539: grandi dimostrationi] [#s1562: ] sempre habbia receuvuto:, li quali io no dichiaro, neé tengo che per humana uvoce si possino mai dichiarare appieno:; et solo le sacre Muse, che il reuverendo nome gli ha dato, a tanto ufficio douver essere sufficieti riputo.
[s1562: page 8]

DELLI INVENTORI DELLA MVUSICA. CA. II.

AMmphion tThebano (secodo Plinio) fu trouvatore della musica. Heraclide (come afferma Plutarcho nel libro, ouve egli raccoglie li antichi musichi, et primi inuventori di tal arte) dice piuù chiaro, che Amphion primo ritrouvoò il canto, et la poesia della cithara, come quello, che dal padre Giouve fu instrutto, nel qual tepo medesmo Lino di Nigropote copose le [s1529: page 15]lametationi, et li piati in uverso. Anthe di Anthedone, cit [sic: città] di Boetia, copose li hynni., [s1523: page 15]Pierio di Pieria [#s1523: li] [#s1529: gli] [#s1539: gli] [#s1562: ] poemati di Muse. Ma Philammone dDelphico (siegue el medesmo) diede fuora [#s1523: in] [#s1529: le] [#s1539: le] [#s1562: le] modulate cantiche [#s1523: il] [#s1529: al] [#s1539: al] [#s1562: al] nascimento di Latona, di Diana, et di Apolline, et costituiì li chori circa il tempio delphico. Ma sopra tutti il canto di Thamyra tThracio fu canoro, et assettato, et uvenne [#s1523: di] [#s1529: di] [#s1539: di] [#s1562: in] tanta eccellenza, che no dubitò (come li Ppoeti ne sono autori) issidare le Muse a contrasto:. cCostui medesmo mandò in luce la guerra de' Titani fatta cotra li dei, composta in uverso. Et Demodoco da Corfù, uvecchio musico, celebrò la ruina di Troia, et le nozze di Venere et di Volcano in opera poetica. Phemio Ithacese cantò in uverso la tornata da Troia de' Greci sotto Agamennone duca. Et certo il dire delli racontati poemati non fu senza metro, ouver certo numero,; ma qual fu di Stesichoro, et delli altri uvecchi poeti, li quali composero le canzone postouvi le modulationi. Soc-cessero dopo costoro altri senza numero che l'accrebbero, et ornarono, chi di leggi, chi di istrometi, chi d'una cosa, chi [#s1523: dell'] [#s1529: de l'] [#s1539: de l'] [#s1562: d'un'] altra, [#s1523: li quali seria] [#s1529: laqual cosa sarebbe] [#s1539: laqual cosa sarebbe] [#s1562: laqual cosa sarebbe] troppo lungo a recotare. Pythagora in fine fu diligente [#s1523: inquisitore] [#s1529: inquisitore] [#s1539: inquisitore] [#s1562: inuvistigatore] , et [#s1523: apprese] [#s1529: messe insieme] [#s1539: messe insieme] [#s1562: messe insieme] le cosonanze della musica, et quello, che altri temerariamete uvoleano pendere dal dubbioso, et infidele arbitrio de gli orecchi, a certo et fermo giuditio della mente ridusse, tolta la pruouva dalli martelli de' fabbri, et da les stensione [sic: l'estentione] delle chorde. Vogliono altri, che questa inuvetione no fussi d'huomo mortale, ma dono di Apolline, ornato di tutte [#s1523: ] [#s1529: le ] [#s1539: le ] [#s1562: le ] uvertuù, et scienze, della qual cosa dicono farne testimonio Alceo in uno hynno, et a confermatio-ne essere nell'isola di Delo una statua di Apolline cosacrato in tale habito, che nella dextra tenga l'arco, nella sinistra le Gratie, delle quali ciascuna tene qualche istromento musico, una [#s1523: la] [#s1529: la] [#s1539: ] [#s1562: ] lyra, l'altra [#s1523: le piuve] [#s1529: le piuve] [#s1539: le piuve] [#s1562: la Ppiuva] , quella, che è in mezzo: la fistola aggiuta alla bocca. Sono alcui, che a Mercurio l'attribuiscono. Chameleone pPontico (se credemo ad Atheneo nel nono) disse l'inuvetione della musica essere uvenuta in cosideratione a gli antichi per gli au-gelli cantanti nelle solitudini, et alloro imitatione esser stato preso il stato musicale, allegado l'autoritaà di Alcmane, poeta lyrico, che parla di seé medesmo in questo senso: cCompose anchora Alcmane, et ritrouvoò la modula-tione, mettendo insieme il modulato nome delle perdici. Non dimeno noi, siì come habbiamo il tTestamento uVecchio per fondamento della chri-stiana nostra uvera fede [#s1523: nel l'altre cose] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] , cosiì anchora [#s1523: habbianlo [sic: habbiamlo]] [#s1529: habbianlo [sic: habbiamlo]] [#s1539: habbiamolo] [#s1562: l'habbiamo] in questa, et crediamo esser la uverità quel, che dice Moyse nel gGenesi, che Tubal fu trouvatore della scienza musica, il qual fu della stirpe di Cain [#s1523: nanzi] [#s1529: nanzi] [#s1539: nanzi] [#s1562: innanzi] il diluuvio. [s1523: page 16][s1529: page 16]

DIFFINITIONE, ET DERIVATIONE DELLA MVUSICA. CAP. III.

DOuovendo (secodo Cicerone nel primo degli uUfficii) ciascu-na institutione, la qual con ragione sopra qualche cosa si prende, procedere dalla diffinitione, acciocheé meglio s'intenda, che cosa sia quella, della qual si tratta, Eet hauvendo io a trattar della prattica di [s1539: page 9]catare, et coporre canti in Mmusica, mi piace in questo luoco prima diffinire, che cosa sia Mmusica, et poi dimostrare, percheé cosiì sia nominata. [#s1523: E' dunque] [#s1529: Adunque] [#s1539: Adunque] [#s1562: Adunque] la Mmusica [#s1523: ] [#s1529: eè ] [#s1539: eè ] [#s1562: è ] scienza, la qual di-mostra il modo di rettamente cantare, et con soauve modo [#s1523: pronontiare] [#s1529: pronuntiata [sic: pronuntiare]This mistake reappears in the Compendiolo, book 2, chapter 2.] [#s1539: pronuntiata [sic: pronuntiare]This mistake reappears in the Compendiolo, book 2, chapter 2.] [#s1562: pronuntiata [sic: pronuntiare]This mistake reappears in the Compendiolo, book 2, chapter 2.] . Si chiama Mmusica da musa, che fra l'altre sue significationi significa canto, come in quel uverso di Virgilio,: Noi diremo la musa di Damone et d'Al-phesibeo pastori. Si potrebbe anchora dire dalle Muse, per una di due cause, o uvero percheé le Muse seguitorno Dionysio, figliuolo di Giouve, et di Proserpina, dandogli (come testifica Diodoro nel quinto) delettatione con la suauvitaà del lor canto, nel qual erano dottissime, come anchora in tutte l'altre ottime arti/, o uvero pcheé (siì come si legge nel primo de l'iIliade di Homero) cantauvano alla mensa di Giouve. Aggiunge l'altra causa, la qual è piuù uvera. Musica [#s1523: è] [#s1529: è] [#s1539: eè] [#s1562: ] detta dalle Muse, percheé per il numero nouvenario di tali dee, li antichi Ttheologi uvolsero denotarsi li concenti delle otto sphere celesti, [#s1523: et] [#s1529: et] [#s1539: &] [#s1562: ] una maxima concordanza, la qual si fàa di tutti gli altri concenti, che fu chiamata harmonia. Da musa dunque, ouver dalle Muse è detta la Mmusica, et non da altrouve, come si hanno imaginato alcuni poco diligenti [#s1523: inquisitori] [#s1529: inquisitori] [#s1539: inquisitori] [#s1562: cercatori] di tal [#s1523: originatione] [#s1529: originatione] [#s1539: originatione] [#s1562: originati] , li quali da quello fonte han scritto deriuvarsi la Mmusica, dal qual piuù presto questo nome mMusa si deriuva. Tale è l'essentia della Mmusica, come è detto, et indi è nominata. Qui di sotto di-remo in quante parti si diuvida, [#s1523: couveniente] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] riputando alla diffinitione do-uver seguir la diuvisione. lLa ragione è in pronto, per che (come dice Por-phyrio) il genere è primo, che le sue specie.
[s1562: page 9]

DELLA MVUSICA MONDANA, HVUMANA, ET ISTROMENTALE. CAP. IIII.

TRre sono le sorti della Mmusica,: mondana, humana, et istromentale,. Delle prime due non è nostra consideratione, percheé appertengono piuù presto al theorico, che al prattico, et per tanto quiuvi breuvemente [s1523: page 17][s1529: page 17]saranno essaminate, lassando che chi le uvuole piuù amplamente intendere, legga li autori latini, et grechi, che di quelle con somma copia hano trattato. Della terza, circa la quale cosiste la nostra intentione, piuù a lungo parlaremo. Musica mondana.La musica modana secondo Platone è quella, la quale è causata p la reuvolutione delli corpi, et circoli celesti, delli quali, per lo lor uveloce mouvimento, non puoò essere, che non nasca suono, et nascendo suono, percheé essi circoli hano proportione insieme, no puoò essere anchora, che non na-sca harmonia, la quale dalli antichi è chiamata mondana. dDi questa mu-sica parla M. Tullio nel libro, [#s1523: che è intitolato] [#s1529: che è intitolato] [#s1539: che eè intitolato] [#s1562: ] del sSogno di Scipione, im-peroò che essendo esso Scipione fra quelli corpi celesti, cosiì dice,: qQuale è questo cosiì grande, et cosiì soauve suono, che empie li orecchi miei? [#s1523: èE' manifesta] [#s1529: èE' manifesta] [#s1539: eE' manifesta ] [#s1562: Manifesta] cosa [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: è] , che non parla di altro suono, se non di quello, dal qual è causata questa musica, della qual hora parliamo. Questo medesimo conferma Boetio nel primo della sua mMusica, dicendo,: cCome puoò essere, che una cosiì grande machina, come è quella di cieli, tacitamete, et senza suono si muouva? Ma percheé hauvemo detto, che essi circoli [#s1523: celesti] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] hanno proportione insieme, è da notare, che le proportioni loro sono di tuono, ouver di semituono, per modo che dal primo, et piuù basso, ch'è della luna, al supremo, et piuù alto, che eè delle stelle fisse, uviene ad essere una proportione di ottauva cosonaza, et fra li intermedii è proportione di terza, di quarta, di quinta, et di sesta. èE' anchora da sapere, che quanto li circoli, et pianeti sono piuù bassi, et piuù propinqui alla luna, piuù grauve suono causano, et quanto sono piuù alti, et piuù appropinquano al cielo supremo, piuù acutamete risuonano. Musica Humana.La musica humana è quella, che risulta per la congiuntione dell'anima, et del corpo nostro insieme, imperoò che alli sapienti non par cosa uverisimile, che il corpo, et l'anima tanto bene insieme si accordino a far le lor solite opera-tioni, che sono mirabili, et che tra loro non sia proportione alcuna.; onde per questo essendo necessario confessar, che tra il corpo, et l'anima sia pro-portione,. bBisogna anchora dire, che tra loro sia no aperta, ma occulta harmonia, et musica, la quale quanto dura, tanto sta l'anima nostra al suo corpo cogiunta, ma come si dissoluve, è guasta questa musica, [#s1523: ] [#s1529: & ] [#s1539: & ] [#s1562: & ] subito uviene la morte, cioeè la separatione dell'anima, et del corpo. pPer questo credeuvano gli antichi, quado alcuno era [#s1523: ouver] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] amazzato, ouver annegato, l'anima sua non potere mai andar al luoco suo diputato, per fin che non era compito il numero musicale, con il qual era dal nascimento al suo corpo stata con-giuta, onde disse Virg. nel. vi.: cCopiroò il numero, et torneromi alle tenebre. [s1523: page 18]Musica Istromentale.La musica istromentale è quella, che solo da gli istromenti nasce, et di questa specialmente habbiamo noi atrattar. mMa è da [s1529: page 18]sapere, che li istromenti sono di due maniere,. aAlcuni sono naturali, alcui [s1539: page 10]artificiali. qQuegli naturali sono, come in questi tre uversi appare,: Nouve son glistrometi naturali: Ggola, lingua, palato, Eet quatro denti, et dui labri al parlar insieme equali. dDi questi istrometi nascono le uvoci, et li suoni causatiuvi delle cosonanze, et della musica, la quale è chiamata uvocale, et è di molto piuù precio, che tutte l'al-tre musiche, impoò che la uvoce humana auvanza tutte l'altre uvoci. Gli istro-meti artificiali sono di piuù sorti, ma generalmete si truouvano esser triplici, cioeè da chorde, et da fiato, et da battimeto solo. gGli istromenti da chorde sono arpichordi, clauvichordi, monochordi, liuti, cithare, lyre, harpe, dolcemeli, et altri simili. Gli istromenti da fiato sono organi, [#s1523: ] [#s1529: pifferi, ] [#s1539: pifferi, ] [#s1562: Ppifferi, ] flauti, trobe, corni, et altri simili. Gli istromenti da battimeto solo sono, come tamburi, cym-bali, sistri, crotali, et altri simili. Hora, hauvendo cosiì dichiarato queste tre sorti di musica, cioè della mondana, humana, et istromentale, quanto alla cognitione della prattica pare necessario:, da qui inanzi cominciaremo [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: àa ] trattare delle cose [#s1523: pertinenti] [#s1529: pertinenti] [#s1539: ptineti] [#s1562: apartinenti] alla cognitione de' uvarii istromenti.

COGNITIONE DI VOCI, ET SVUONI, ET VARII ISTROMENTI. CAP. V. This chapter essentially consists of a translation of Isidore of Seville's section 'De musica'. See Anne-Emmanuelle Ceulemans, "Instruments real and imaginary: Aaron's interpretation of Isidore and an illustrated copy of the Toscanello", Early Music History 21 (2002), 1-35.

ADd ogni suono, il quale [#s1523: è] [#s1529: éè] [#s1539: eè] [#s1562: sia] materia delle cantilene, è manifesto la natura essere triforme,. La prima è harmonica, laquale è coposta di canti delle uvoci.; Lla seconda organica, la qual cosiste di fiato.; Lla terza rhythmica, la qual riceuve li numeri nella percussione delli diti, im-peroò che dalla uvoce si manda il suono, come per le fauci, cioè p la bocca:, ouver p fiato, come p la tromba, et piuva:, ouver p impulso, come p cythara:, ouver p qualche altra cosa, la qual percotendola è sonora. Per tanto [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: l'] harmonica si appartiene a comedie, tragedie, ouver chori, ouvero a tutti quelli, li quali catano co la prima uvoce. Voce è aere pcosso dal [s1562: page 10]spirito, dal qual son chiamate uverba, cioè le parole. pPropriamete la uvoce è de gli huomini, ouver di animali irrationali, no propriamete il suono si dimanda uvoce, come in quel luoco,: lLa uvoce della tromba fece fremito, et altrouve,: lLe uvoci rotte nel lito,. iIl suono si domada uvoce impoò che questo è il proprio, come, gGli scolgi [#s1523: litorali] [#s1529: del lito] [#s1539: del lito] [#s1562: del lito] suonano. Harmonia è modulatioe di uvoci, ouver coattatione di piuù suoni. sijymphonia coiè cosonaSymphonia eè temperamento di modulatione di grauve, et acuto, di suoni cocordanti, o nella uvoce, o [#s1523: in lo] [#s1529: nel] [#s1539: nel] [#s1562: nel] fiato. pP questa symphonia certamete [s1523: page 19]la uvoce piuù acuta, o piuù grauve si [#s1523: cocordano] [#s1529: concordano] [#s1539: cocordano] [#s1562: concorda] per tal modo, che ciascuno, il quale si discorda da [s1529: page 19]quella, offende il senso dello auditore., della quale è cotraria la Dijyasphonia, disona [#s1523: dysphonia] [#s1529: dyasphonia] [#s1539: dyasphonia] [#s1562: Ddiafonia] , cioè la uvoce discrepante, et dissonante. euphonia.Euphonia è suauvitaà di uvoce,; questa appresso altri autori si domanda melos. Diastema.Diastema è spacio di uvoce di dui, ouver piuù suoni., imperoò che la differetia della har-monia è quatitaà, la qual cosiste nello acceto, ouver tenore della uvoce, le ge-nerationi della quale li musici hano diuviso in quindeci parti, delle quali il primo si domada hyplydio, l'ultimo si domada hypodorio, di tutti grauvissimo. Canto è inflexione di uvoce, ma il suono è diretto, et il suono [#s1523: precede il] [#s1529: procede [sic: precede] il] [#s1539: procede [sic: precede] il] [#s1562: procede dal] canto. Arsis, et Thesis.Arsis è eleuvatione di uvoce. Thesis è positione di uvoce. Soauvi uvoci sono sottili, et spesse, chiare, et acute. Voci di più sorte cioè.
Perspicue. cieca.
sottile. Vinola.
Pingue. Perfetta,
Acuta. alta,
Dura. soauve, et
Aspra. chiara.
Voci perspicue sono quelle, le quali piuù da lunge sono tirate, p tal modo, che incotinente empiono, come il suono delle trombe. Voci sottili sono quelle, nelle quali no è spirito, come so-no le uvoci delli fanciulli, ouver donne, o infermi, ouver come nelle chorde, le quali per essere sottilissime, rendono uvoce sottile, et tenue. Voci pingui, et grasse sono quelle, quando molto spirito esce fuora:, come è la uvoce de gli huomini. Voce acuta [#s1523: è] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] sottile, et alta, coe uvediamo nelle chorde. Voce du-ra è quella, la quale uvioletemete mada fuora li suoni, come il suono de gli troni, et delle ancugini, qualuque uvolta [#s1523: ] [#s1529: che ] [#s1539: che ] [#s1562: che ] il martello pcuote nel duro ferro. Voce aspera, et rauca è quella, la quale si [#s1523: disparge] [#s1529: disparge] [#s1539: disparge] [#s1562: sparge] per minuti, et dissimili polsi. Voce cieca è quella, la quale subito, che è madata fuora, s'accheta, et tace soffocata, et piuù da luge no si produce, come è manifesto nelli uvasi di terra cotta. Voce uvinnola [#s1523: è] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] molle, et flexibile. èE' detta uvinnola a uvino, cioè a cicino, quasi il ricciuolo mollemete ritorto. Voce pfetta [#s1523: è] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] alta, soauve, et chiara.; alta, accioò che in soblime sia sofficiete.; soave, accioò che li animi delli audieti accarezzi.; chiara, accioò che empia gli orecchi. Se di queste alcu mancheraà, no saraà detta perfetta uvoce. La seconda diuvisione organica è in quelle cose, le quali sono copite di spirito reflante in suono delle uvoci, che sono animate., come trombe, calami, [#s1523: et] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] organi, et altri simili istromenti.
Organo
Organo è uvocabulo generale di tutti li uvasi musici, al quale si [#s1523: pongono] [#s1529: pone] [#s1539: pone] [#s1562: pone] li mantaci, costituito nella sSanta mMadre cChiesia, in honore dello onnipotente iIddio, et della sSua mMadre gloriosa. La Tromba di Girollamo troba prima fu ritrouvata da gli Tyrrheni, cioeè dagli tToscani, come Virgilio dice,: iIl suono della toscana trom-ba mugghiauva per l'aere. sSi usauva non solo nelle battaglie, ma in tutti li diì festiuvi, per [s1539: page 11]la chiarezza delle laudi et della allegrezza,. pP cioò nel pPsalterio si dice,: cCatate nel principio del mese colla tromba nel diì nobile della uvostra [s1523: page 20]solenitaà, [#s1523: percheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciohe [sic: percioché]] era commandato agli Giudei, che in principio della luna nuouva sonassino con la tromba, la qual cosa fanno anchora fin qui. Le Pive piuve forno [s1529: page 20]ritrouvate in Phrygia. qQueste lungo tepo si usauvano solamete nelle sepolture de gli morti, et incotinente se usorno ne gli sacrificii de' getili. TibiaTibie sono state nomiate, pcheé prima delle tibie, cioè de gli ossi del stinco di ceruvi, o di grue si faceuvano. dDi poi abusiuve cosiì cominciorno ad essere chiamate, et anchora al presente, bencheé no si facciano di quegli ossi,; non di meno resta il nome, et di qui è deriuvato, tibicen, cioè colui, il quale suo-na la tibia. sapo-gnasampogna, òo CalamoCalamo è canna, la qual ha li spatii fra' nodi minuti, lunghi et dritti., Iil qual essendo tutto cocauvo, neé hauvedo punto di charta, neé di car-ne, è utilissimo (come scriuve Plinio) alle sampogne, et percioò uvien detto in greco syringa, che fistula Hieroni-mi.fistola significa in latino. fFu la sampogna inuvention di Pan, dio de' pastori, il qual no potendo goder uviuva l'amata nympha Syringa, essendo quella (come canta Ouvidio) mutata in cane, p hauverla pur in copagnia, sette calami dispari colla cera aggiuse, et syringa dalla nym-pha, cioè sampogna, chiamolla. Sabuca Sabuca in musica è specie di symphonia, et è una generatioe di legno fragile, del quale si copongono anchora le tibie. Pandura Pandura secodo Giulio pPolluce è istromento trichordo ritrouvato dalli popoli di Assyria. Martiano cCapella nel libro di mMusica l'attribuisce al dio Pan. Choro
Choro secodo san Girolamo è istrometo musico di semplice pelle coposto co due cane di ferro, per la prima de' quali si mada il fiato dentro, p l'altra esce fuora la uvoce. La terza, chiamata rithmica, è quella, laquale ap-partiene a gli neruvi, et polsi, alla quale si dano le specie uvarie, cioè cithare, psalterii, [#s1523: tamburo, sistro] [#s1529: tamburo, sistro] [#s1539: tamburo, sistro] [#s1562: Ttamburi, Ssistri] , acettabuli di rame, et di argeto, ouvero altri istrometi, li qli co rigore metallico pcossi rispondono co soauvitaà. Tubal secodo gli hHebrei fu inuventore della cithara et del psalterio,. sSecondo la openione de gli gGreci, l'uso della Cijythara p la qle è inte-sa l'Arpa
cithara fu ritrouvato d'Apolline. lLa forma della cithara da principio fu simile al petto humano, dal quale cosiì come la uvoce procede, cosiì da quella pcede il canto, et p questa [s1562: page 11]cagione è stata domadata cithara, pcheé il petto secodo la lingua dorica si domada cithara. Sono state piuù specie di cithare, come psalterii, lyre, barbyti, phenici, et pettidi, et quelle, le quali sono dette indice, [#s1523: et] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] sono sonate insieme da dui. aAnchora sono alcune altre di forma quadrata, o triagolarePsalterium Ddecáachordum. iIl numero delle chorde è moltiplicato, et la generatioe è comutata. lL'atica cithara era di chorde set-te, come Virgilio dice,: sette differenze di uvoci., et imperoò dice differeti, per che niuna chorda rende simile suono alla chorda uvicina,. pP tanto dice set-[s1523: page 21]te chorde, ouver pcheé sette chorde adempiono tutta la uvoce, ouvero pcheé il cielo suona col mouvimeto de' sette pianeti. Chorde sono dette àa corde, per che cosiì come [s1529: page 21]il polso del cuore, è nel petto, cosiì il polso della chorda è nella cithara. Mercurio fu il primo inuventore delle chorde, et fu il primo, che strinse il suono nelle chorde, et neruvi. Psalterio Psalterio, il qle dal uvolgo si domanda catico, è nominato da psallo, cioè canto, pcheé alla uvoce di quello il choro cosonado rispode. La Lijyra lyra si chiama secodo alcuni apò tu lirin, cioè dalla uvarietaà delle uvoci, pcheé fa diuversi suoni. sSecondo altri è detta da lyrin, cioè cantare. lLi latini la chiamano fidicula ouver fide, percheé tanto consuonano tra seé le chorde di quella, quanto ben si accordano gli huomini, tra i quali è fede. lLa lyra prima fu trouvata da Mercurio in questo modo. rRitornando il nNilo dentro dalle sue riuve, et hauvedo lasciato uvarii animali nelli campi, lascioò anchora una testuggine, la quale essendo putrefatta, et li neruvi suoi rimasti distesi tra il corio, percossa da Mercurio dette il suono, a similitudine della quale Mercurio fece la lyra, et dettela ad Orpheo. Timpanu Jheronimi TijympanoTympano, cioè il taburo, è pelle ouver corio disteso, et appiccato a legno., et è mezza parte di symphonia. tTympano è detto da typto, cioè percuoto, percheé [#s1523: co-me] [#s1529: la] [#s1539: la] [#s1562: la] symphonia si percuote co una bacchetta. Cijymbalo de Hieronimo Cymbali, et acettabuli sono alcuni istromenti, li quali percossi insieme si toccano et fanno suono. sSono detti cymbali, pcheé co balematia insieme si pcuotono. cCosiì li gGreci dicono cymbali ballematia. Sistro Sistro è nominato da sio, cioè comuouvo. èE' sonaglio di rame, per una stretta lama del quale, retorta a modo di cintura, alcune girelle trapassate p mezzo, ogni uvolta che le braccia [#s1523: le] [#s1529: lo] [#s1539: lo] [#s1562: lo] scrollano, rendono uno suono stridolo. pPensano alcuni, che no sia diuverso dal cymbalo, che le fanciulle a Firenze usano negli loro balli. eEra usitato negli sacrificii d'Isis, dea degli Egittii. Tintinabuli Tintinabulo [#s1523: ancho era] [#s1529: anchora éè] [#s1539: anchora eè] [#s1562: ancora è] [s1539: page 12]istromento di rame, col quale la gente a hora di lauvare era chiamata al bagno. fFu detto dal suono, che fa "tin tin", onde tintinire è uverbo, che [#s1523: ptiene] [#s1529: pertiene] [#s1539: pertiene] [#s1562: apartiene] al suono di tutti li metalli, et fa coto, che era come la capanella, che chiama il popolo alla chiesia. Et pcheé parlando del Tamburo tamburo, hauve fatto mentione della symphonia, quella no è sorte di organo, come alcuni lLatini malamete pensano, ma un choro, che catano insieme in laude d'iIddio, et questo [#s1523: si] [#s1529: si] [#s1539: si] [#s1562: ] significa per il uvocabolo, pcheé sijymphonia quid sit. symphonia si exprime in latino cosonaza, deriuvata da syn, cioè insieme, et phoni, uvoce,. nNodimeno al tepo nostro dal uvolgo Sijymphoniasymphonia si domada un legno cauvo da tutte due le parti, co una pelle distesa, la qual li musici percuotono di qua et di laà con le bacchette, et si fa in quella dalla cocor-danza del grauve, et dello acuto soauvissimo canto. Aliud Psalterium Decachordu [s1523: page 22][s1529: page 22]

DELLA INTELLIGENZA DEL MODO. CAP. VI.Aaron's conception of the modes is discussed in a correspondence between Giovanni del Lago and Pietro Aaron, dated 1539-1540. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 712-727.

HAuavendo di sopra raccolte assai couveneuvolmente alcune lode della musica, [#s1523: et] [#s1529: &] [#s1539: ] [#s1562: ] quato sia nobile, et efficace da queste due parti (per no esser troppo lungo) [#s1523: lasciato] [#s1529: lascieroò] [#s1539: lascieroò] [#s1562: lascierò] , cheé ognuno da seé stesso, cosidere quato pregio et honore gli si couvenga, dipoi co quella breuvitaà sia stata possi-bile traccorsi li suoi inuventori, et a che tempo sia stata ritrouvata, oltra cioò anchora diuvisa nelle sue parti:, dobbiamo hora sapere, che la presente opa nostra, ha il suo fondamento sopra la musica harmonica, della quale non mi par ridire quegli primi principii, che da noi nel primo de l'iInstitutione harmonica in latino son stati dichiarati. Pesando duq, et presupponedo, che coloro, dalli quali seraà letto il nostro Thoscanello, cheé cosiì ho uvoluto farle il titolo in gratia della terra [#s1523: patria et] [#s1529: patria &] [#s1539: patria, &] [#s1562: & patria] natiuva, no habbiano bisogno di tal intelligeza, le altre parti, et precetti dichiararò, che ad acqstar l'harmonica scieza piuù utili, et alla prattica nostra sarano necessarii. Màa cociosia che in tutti li cati misurati si retruouvi modo, tepo, et platioe, uvoledo conoscere quello, che li detti importino, necessaria cosa è sape la diffinitione di [#s1523: ciascuno,. pP cioò cominciado dal primo, dico] [#s1529: ciascuno:, cominciando dal primo. Dico] [#s1539: ciascuno, cominciando dal primo. Dico] [#s1562: ciascuno, cominciando dal primo. Dico] il Modo modo essere una certa qtitaà di lughe, et breuvi cosiderata nella figura maxima, et luga, secodo la diuvisione ternaria et binaria. mMàa pcheé sotto qsta diffinitione si copredono due figure, delle quali l'ua è maggiore di qtitaà, che l'altra, però si diuvide il mo in maggiore, et minore. Il modo maggiore seraà, quado nelli canti si ritruouva la maxima uvalere. 3. lughe, dal qual numero achora detto modo seraà chiamato pfetto. eEt questo uvalore si dimostra et discriuve co le uvirgole, ouver pause insieme poste, lequali occupano tre spatii, ouver dui, come qui [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: si può uvedere [s1562: page 12]nella presente figura] le quali pause, o uvirgole, ouvuq serano preposte, notificano la maxima uvalere tre lunghe, le qual lunghe possono essere del uvalore di tre breuvi, et di due, come p le pause appare.Modo maggre perfetto.
 ero
L'impfetto modo maggiore è cosiderato anchora [#s1523: ello] [#s1529: esso] [#s1539: esso] [#s1562: esso] nella figura maxima, et è, quando detta figura è di uvaluta di due lunghe.; et questo si conosce p la priuvatioe delle sopradette pause, ouvero quado si [#s1523: attrouverano] [#s1529: trouverano] [#s1539: trouverano] [#s1562: trouveranno] duplicate dette pause, le quali occupeno tre spatii [#s1523: ] [#s1529: o uver dui] [#s1539: ouver dui] [#s1562: ouver dui] , come qui [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: uvedete] [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] Modo maggre impfetto.
o ero
questo però no di necessitaà, ma secodo l'occor-renza delle copositioi, no essendo cogiuto il modo minore pfetto co il maggiore impfetto, della qual cogiutioe piuù inazi si parleraà. [s1529: page 23]

COGNITIONE DEL MODO MINORE pfetto. CAP. VII.

PEercheé la intelligeza del modo maggior pfetto, et impfetto è stato dichiarata, no è meno da sape la cognitione appartinente al modo minor pfetto, et impfetto., pciocheé si cosidera tal modo nella figura lun-[s1523: page 23]ga, come il maggiore nella maxima. dDiremo aduq il modo minore essere quella quatitaà costituita nella predetta luga di tre breuvi, ouver di dui.; se di tre, seraà detto modo minor pfetto, et se di dui, impfettoModo minore perfetto Modo minore impfetto . Et nota, che li musici hano ordinato, che tal modo resti nel esser suo, auvega che le breuvi cotenute in quello fussino di qtitaà uvariate, siì come piuù apieno di poi si dichia-riraà. Et pcheé anchora no sia dubbio quado detto modo minore sia pfetto, o ipfetto, si hano a cosiderare le pause, ouver uvirgole di sopra figurate, cioè se quelle occupano dui, o tre spatii., poò che occupado tre spatii, dimostrano il modo minore pfetto, et se dui, il minore impfetto. Questo medesimo mo si usita dalli compositori dimostrare alcuna uvolta co una sola pausa [#s1523: di] [#s1529: di] [#s1539: di] [#s1562: ] lunga di tre spatii, come qui. pP tato, ritrouvado detta pausa delli tre spatii, farai il medesimo giuditio circa la pfettioe di detto mo mino(re.
[s1539: page 13]

CHE COSA SIA TEMPO. CAP. VIII.

ILl tepo è una certa quatitaà di semibreuvi cosiderata nella figura breuve, dalla qual breuve duplicata, et triplicata ne resulta quello, che dicemo modo minore impfetto, et modo minore pfetto. Onde drittamete po-tremo dire il modo minor no esser altro, che duplicatioe, ouver triplicatio-ne di breuvi. Anchora habbiamo per la moltiplicatione della lunga quella figura da noi chiamata maxima, nella qual maxima è costituito, et ordi-nato il modo maggiore pfetto, et impfetto, come di sopra è detto. Essendo aduq il tepo sopradetto costituito di due semibreuvi, è detto tepo ipfetto, il qual appresso li copositori si suole mostrare co il presente segno, , a di-notare, che ogni tepo, ouver breuve habbia a essere numerata impfetta, ouvero di quantitaà di semibreuvi due, come è detto. Ma il tepo, [s1529: page 24]che si considera esser pfetto: è quado la breuve consiste del numero di tre semibreuvi, la qual quatitaà, et numero si descriuve co il sequete segno, ., p la qual cosa saraà differete di una mezza parte della breuve, ouver tepo binario. Et pcheé alcui dicono, che la semibreuve aggiuta alla breuve del tepo pfetto è parte terza di essa breuve, si risponde che [#s1523: no [sic: no]] [#s1529: no] [#s1539: no] [#s1562: no] , pcheé il tepo (come è detto) p sua natura fu costituito di uvalimeto di due semibreuvi. Essendo aduq tal quatitaà sta-bile, et ferma, ne segue, che l'augumeto di quella semibreuve non è la terza parte del tepo, ma solo la mezza di essa breuve, quado tal nota sia aggiuta. mMa quado tal breuve, o tepo p seé si dimostra pfetto, allhora la semibreuve saraà conumerata, et chiamata parte terza di quella breuve, o tepo. Per tato dico, che la semibreuve aggiuta alla figura breuve impfetta è mezza pte, et no terza, et quella inchiusa nella pfetta breuve è parte terza della sua quatitaà. puto mezza parte della breuve p ca del tepo ipfetto. puto 3a parte della breuve p causa del tepo pfetto. [s1523: page 24]

CHE COSA SIA PROLA-TIONE. CAP. VIII [sic: IX].

LAa prolatione è una quatitaà di minime considerata, et applicata alla figura semibreuve., Ppercheé diuviso, et diminuto il tempo nelle parti sue propinque, haremo la prolatione perfetta, et imperfetta., la quale da gli autori, et compositori alcuna uvolta è chiamata maggiore, et minore, et è dimostrata con segno circolare, ouver semicircolare con un punto in mezzo, come qui., ., . Hauvendo aduque li detti deputato, et ordinato due sorti di prolatione, cioè perfetta, et imperfetta, ouvero maggiore, et minore, è da sapere, che douve detto punto saraà messo nella figura circolare, o semicircolare, quella esser detta plation [s1562: page 13]maggiore, ouver pfetta, nella quale prolatione si trouveraà la semibreuve di quantitaà, et numero di tre minime., Iimperoò che mancando il punto nelli sopradetti segni, resteraà diminuta, et sol binaria, come nelli sequenti., ., .Prolatione pfetta òo uvero maggre Prolatione ipfa o uvero minorée Per tanto si può conchiudere, che siì come p le pause di sopra dimostrate ne risulta il modo, et per il cir-colo, et semicircolo il tempo, cosiì per il punto la prolatione perfetta, come per la sequente figura si dimostra. [s1529: page 25]
[s1523: page 25][s1539: page 14]Et percheé io considero esser cosa utile al prattico cantore non solo hauvere notitia delli modi per seé soli, ma anchora accompagnati con il segno del tempo, et prolatione, per tal rispetto mi affatico per coloro, li quali forse non hano questa prontezza, con quella facilitaà, che a me saraà possibile, [#s1523: di-scriuvere] [#s1529: discriuverroò] [#s1539: discriuverroò] [#s1562: discriuverroò] , et [#s1523: dimostrare] [#s1529: dimostreroò] [#s1539: dimostreroò] [#s1562: dimostreroò] la cognitione di tal [#s1523: uvalore. Imperò] [#s1529: uvalore., Iimperò che] [#s1539: uvalore., Iimperoò che] [#s1562: uvalore., Iimperocheé] prima da noi saran posti li segni delli modi per seé soli di sopra dichiarati, et quato sia il uvalore delle sue note pfette, et impfette,. [#s1523: Da] [#s1529: Da] [#s1539: Da] [#s1562: Di] poi si ponerano li quatro se-gni ordinarii, come qui/, /, ., . ., ., congiunti a ciascuna pausa, ouvero uvirgole inditiale, per li quali facilmete si haraà notitia di quello, che necessariamete debbe ogni prattico esser capace. Et pcheé alcuo dubiteraà, se ritrouvadosi un canto, nel principio del qual no fussi segno di tepo, o prolatione, ma solo le pause dimostrati li modi, se tal canto sia senza ragione composto, Ssi risponde, che no, percheé le pause delli modi predetti farano dui effetti uvarii in questo canto:. pPrima dimostrano la quantitaà, et uvalore delle note, di poi sono in taciturnitaà numerate. oOnde trouvado in una can-tilena le pause del modo maggiore, et minore perfetto, non solo sarano in quello le maxime, et lunghe perfette, ma anchora si haranno a numerare dette pause, et cosiì de glialtri. mMa quando fussino accompagnate con li segni inanzi detti, et precedendo tal pause li segni, haranno forza solo di dimostrare il uvalore di dette figure in esso canto. [s1529: page 26]

Quanto sia il uvalore delle note nel modo maggiore perfetto, et impfetto, modo minor perfetto, et imperfetto. CAP. X.Parts of this chapter are criticised in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 19 September 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 262-263.

VOolendo aduque il cantore conoscere la uvaluta delle figure di uno canto, qual fussi senza segno di tepo, o prolatioe, ma che hauvesse le pause, che [#s1523: dimostrano li modi di maggior pfetto, et minore, liquali si discriuvono co le presenti uvirgole] [#s1529: dimostrassino il modo maggior & minore perfetto come qui] [#s1539: dimostrassino il modo maggior & minore perfetto come qui] [#s1562: dimostrassino il modo maggiore & minor perfetto come qui si uvede] , [#s1523: et] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] ogni maxima è perfetta, et uvaleraà tre lunghe., 9. breuvi, ouver tepi, semibreuvi. 18. et mini-me. 36.
  • Cosiì la lunga uvaleraà tre breuvi., 6. semi. [#s1523: et] [#s1529: et] [#s1539: ] [#s1562: ] minime. 12.
  • La breuve uvaleraà. 2. semibreuvi, et minime. 4. [s1562: page 14]
  • La semibreuve uvaleraà. 2. minime.
Et questa quatitaà si uvede, pcheé [#s1523: qua] [#s1529: qua] [#s1539: qua] [#s1562: qui] resta ogni tempo, et prolatione imperfetta.
§ Anchora uvolendo sapere la uvaluta delle note del modo maggior per-fetto semplice, qual si conosce per le tre uvirgole ouver pause insieme mes-se di dui spacii, come qui:, auvertisca, che in esso modo la maxima uvaleraà. 3. lun-ghelunghe, breuvi. 6., semibreuvi. 12. [s1523: page 26]
  • Cosiì la lunga uvaleraà. 2. breuvi., 4. semibreuvi, et minime. 8.
  • La breuve uvaleraà. 2. semibreuvi., 4. minime, et semiminime. 8.
  • La semibreuve uvaleraà. 2. minime, et. 4. semiminime.
§ Nel modo maggiore impfetto, la maxima uvaleraà. 2. lunghe, 6. breuvi., 12. semibreuvi, et minime. 24., come qui.
  • La lunga uvaleraà. 3. breuvi., semi-breuvi. 6. et minime. 12.
  • La breuve uvaleraà. 2. semibreuvi, et minime. 4.
  • La semibreuve uvaleraà. 2. minime, et. 4. semiminime.
§ Nel modo minor pfetto, la maxima uvaleraà. 2. lunghe, breuvi. 6., semibre-uvi. 12. et minime. 24., come qui.
  • Cosiì la lunga uvaleraà. 3. breuvi, semibreuvi. 6., minime. 12.
  • La breuve uvaleraà. 2. semibreuvi, minime. 4.
  • La semibreuve uvaleraà minime. 2.
§ Nel modo minore imperfetto, la maxima uvaleraà. 2. lunghe., breuvi. 4., se-mibreuvi. 8. et minime. 16.
  • Cosiì la lunga uvaleraà. 2. breuvi., semibreuvi. 4., minime. 8. [s1529: page 27]
  • La breuve uvaleraà. 2. semibreuvi, et minime. 4.
  • La semibreuve uvaleraà. 2. minime, et. 4. semiminime,.
eEt cosiì procedendo ha-rai cognitione delli modi senza segno di tempo, et prolatione. [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ]
[s1562: page 15]

§ Del uvalore di ciascheduna nota nel modo maggior perfetto inanzi posto il sequente segno/, /. CAP. XI.

[s1539: page 15]LAa maxima uvaleraà. 3. lunghe., breuvi. 9., semibreuvi. 27. et minime. 81.;p la prima figura segue
  • Tre lunghe, percheé il modo maggiore è perfetto.;
  • Nouve breuvi, percheé ciascuna lunga uval. 3. tempi.;
  • Ventisette semibreuvi, percheé ciascuna breuve ne uval. 3.;
  • Ottanta, et una minima, percheé ciascuna semibreuve uval. 3. minime.;
per il qual ordine facilmente si haraà notitia di tali canti. Et nota che nelli se-quenti intendemo sempre il sopradetto segno.p la 2a figura seguete.
§ La maxima nella secoda figura del modo maggior perfetto uvaleraà. 3. lunghe, la lunga. 2. breuvi, la breuve. 3. semibreuvi, la semibreuve minime. 3.;
  • Ttre lunghe, percheé la maxima è perfetta.;
  • Ddue breuvi, percheé la lungha è imperfetta.;
  • Ttre semibreuvi, percheé la breuve è perfetta.; [s1523: page 27]
  • Ttre minime, percheé la semibreuve è perfetta.
p la 3a figura.
§ LAa maxima del modo maggiore imperfetto uvale. 2. lunghe, breuvi. 6., semibreuvi. 18., minime. 54.;
  • Ddue lunghe, percheé la maxima è imperfetta;
  • Ssei breuvi, percheé la lunga uval. 3. breuvi,;
  • Ddeciotto semibreuvi, percheé la breuve uval. 3. semibreuvi;
  • Ccinquanta quatro minime, percheé la semibreuve uval. 3. minime.
p la 4a figura.
§ La maxia del modo minor pfetto uvale. 2. lughe, bre. 6., semib. 18., mi. 54.;
  • Ddue lunghe, percheé la maxima è imperfetta;
  • Ssei breuvi, percheé la lungha ne uval. 3,;
  • Ssemibreuvi. 18., percheé la breuve [#s1523: ne uval. 3] [#s1529: éè perfetta] [#s1539: eè perfetta] [#s1562: è perfetta] ,;
  • Mminime. 54., percheé la semibreuve ne uval. 3.
p la quinta.
[s1529: page 28]§ LAa maxima del modo minore imperfetto, ouver secodo il uvolgo detto per mezzo, uval. [#s1523: 2] [#s1529: tre [sic: due]] [#s1539: tre [sic: due]] [#s1562: tre [sic: due]] . lunghe, breuvi. 4., semibreuvi. 12., minime. 36.;
  • Ddue lunghe, percheé la maxima è imperfetta,;
  • Bbreuvi. 4., percheé la lunga è imperfetta,;
  • Ssemibreuvi. 12., percheé le breuvi son perfette,;
  • Mminime. 36., percheé le semibreuvi son pfette, come la figura dimostra.
[#s1523:

PRIMA DIMOSTRATIONE.

] [#s1529:

PRIMA DIMOSTRATIONE.

] [#s1539:

PRIMA DIMOSTRATIONE.

] [#s1562:

PRIMA DIMOSTRATIONE.

] [s1523: page 28][s1539: page 16]
[s1562: page 16]

VALORE DEL MODO MAGGIOR PERFETTO NEL TEMPO IMPERFETTO, ET PROLATION PERFETTA, COME QVUI, . CAP. XII.

LAa maxima del segno sopradetto [#s1523: uvaleraà] [#s1529: uvale] [#s1539: uvale] [#s1562: uvale] . 3. lunghe, breuvi. [#s1523: 6 [sic: 9]] [#s1529: ix] [#s1539: ix] [#s1562: ix] ., semibreuvi [#s1523: 12 [sic: 18]] [#s1529: xviii] [#s1539: xviii] [#s1562: xviii] ., minime. [#s1523: 36 [sic: 54]] [#s1529: liiii] [#s1539: liiii] [#s1562: liiii] .;
  • tre lunghe, per essere la maxima perfetta.;
  • breuvi. 9., per che la lunga è pfetta.;
  • semibreuvi. 18., percheé la breuve uval. 2. semibreuvi.;
  • minime. 54., percheé la semibreuve uval. 3. minime.
[s1529: page 29]

PER IL SECONDO MODO DEL MAGGIOR PERFETTO. CAP. XIII.

LAa maxima uval. 3. lunghe, breuvi. 6, semibreuvi. 12, minime. 36.;
  • Ttre lunghe, percheé la maxima è perfetta,;
  • breuvi. 6., percheé la lunga è imperfetta,;
  • semibreuvi. 12., percheé la breuve è imperfetta,;
  • minime. 36., percheé la semibreuve è perfetta.

PER IL MODO MAGGIORE IMPER-FETTO. CAP. XIIII.

LAa maxima del modo maggiore imperfetto uval. 2. lunghe, breuvi. 6, semibreuvi. 12, minime. 36.;
  • due lunghe, pcheé la maxima eè imperfetta,;
  • breuvi. 6., per essere perfetta la sua lunga,;
  • semibreuvi. 12., per essere im-perfetta la sua breuve,;
  • minime. 36., pcheé le semibreuvi son perfette.

PER IL MODO MINORE PERFETTO. CAP. XV.

LAa maxima del modo minor pfetto uval. 2. lunghe, breuvi. 6, semibreuvi 12, minime. 36.;
  • due lunghe, per essere impfetta la sua maxima,;
  • breuvi sei, per essere la sua lunga [#s1523: qua] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] perfetta,;
  • semibreuvi. 12, per esser la sua breuve no perfetta,;
  • minime. [#s1523: 36] [#s1529: xxxvi] [#s1539: xxxv [sic: xxxvi]] [#s1562: xxxv [sic: xxxvi]] , pcheé la semibreuve [#s1523: uvien] [#s1529: è] [#s1539: eè] [#s1562: è] perfetta.

PER IL MODO MINORE IMPERFETTO. CAP. XVI.

LAa maxima nel modo minore impfetto uval due lunghe, breuvi. 4, se-mibreuvi. 8, minime. 24.;
  • due lunghe., respetto alla maxima impfetta,;
  • breuvi. 4., respetto alla luga impfetta,;
  • semibreuvi. 8., cagioe del tepo impfetto,;
  • minime. 24., pcheé la semibreuve è pfetta, come nella figure appare.
[s1523: page 29][s1529: page 30] [#s1523:

SECONDA DIMOSTRATIONE.

] [#s1529:

SECONDA DIMOSTRATIONE.

] [#s1539:

SECONDA DIMOSTRATIONE.

] [#s1562:

SECONDA DIMOSTRATIONE.

]
[s1539: page 17][s1562: page 17]

VALORE DEL MODO MAGGIOR PERFETTO NEL SEGNO DEL TEMPO PERFETTO, et prolatione impfetta, come qui, . Cap. XVII.

NEel segno di sopra nominato, la maxima uvaleraà. 3. lunghe, breuvi. 9., semibreuvi. 27., minime. 54.;
  • Ttre lughe, pcheé la maxima è pfetta.;
  • Bbreuvi. 9., pcheé la luga ne uval. 3.;
  • Ssemibreuvi. 27., percheé la breuve è perfetta.;
  • Mminime. 54., percheé la semibreuve ne uval. [#s1523: 3 [sic: 2]] [#s1529: due minime] [#s1539: due minime] [#s1562: due Mminime] .
[s1529: page 31]

PER IL SECONDO SEGNO DEL MODO MAGGIOR PERFETTO. CAP. XVIII.

LAa maxima del secodo modo maggior pfetto uvaleraà. 3. lughe, breuvi. 6, semibreuvi. 18, minime. 36.;
  • Ttre lunghe, percheé la maxima è pfetta.;
  • Bbreuve. 6, percheé la lunga uval due breuvi.;
  • Ssemibreuvi. 18., percheé la breuve ne uval. 3.;
  • Mminime. 36, percheé la semibreuve è imperfetta.
[s1523: page 30]

PER IL MODO MAGGIOR IMPERFETTO. CAP. XIX.

LAa maxima del modo maggior imperfetto uvaleraà. 2. lunghe, breuvi. 6, semibreuvi. 18., minime. 36.;
  • Ddue lughe, p esser la sua maxima ipfetta.;
  • Bbreuvi. 6, pcheé la luga uval. 3. tepi.;
  • Ssemibre. 18, pcheé la breuve è pfetta.;
  • Mminime. [#s1523: 36] [#s1529: xxxvi] [#s1539: xxx [sic: xxxvi]] [#s1562: xxx [sic: xxxvi]] , percheé la semibreuve uval. 2. minime.

PER IL MODO MINORE PERFETTO. CA. XX.

LAa maxima del modo minor pfetto uvaleraà. 2. lunghe, breuvi 6, semibreuve 18., minime 36.;
  • Ddue lunghe, per essere la maxima imperfetta.;
  • Bbreuvi 6, pcheé la luga ne uval. 3.;
  • Ssemibreuvi 18, percheé il tepo è pfetto.;
  • Mminime 36, percheé la semibreuve è imperfetta.

PER IL MODO MINORE IMPERFETTO. CAP. XXI.

LAa maxima del modo minore imperfetto uval. 2. lunghe, breuvi 4, semibreuvi 12, minime 24.;
  • Ddue lunghe, per essere ogni maxima impfetta.;
  • Bbreuvi 4, p essere ogni luga ipfetta.;
  • Ssemib. 12, pcheé la bre. uval. 3. semi.;
  • Mminime 24, percheé la semibreuve uval 2 minime.
[s1529: page 32] [#s1523:

TERZA DIMOSTRATIONE.

] [#s1529:

TERZA DIMOSTRATIONE.

] [#s1539:

TERZA DIMOSTRATIONE.

] [#s1562:

TERZA DIMOSTRATIONE.

] [s1523: page 31][s1539: page 18]
[s1562: page 18]

VALORE DEL MODO MAGGIOR PERFETTO NEL SEGNO DEL TEMPO, ET PROLATIONE IMPERFETTA, COME QVUI, . CAP. XXII.

LAa maxima nel sopradetto segno uvaleraà. 3. lughe, breuvi. 9., semibreuvi. 18., minime. 36.;
  • Ttre lunge [sic: lunghe], pcheé la maxima è pfetta,;
  • breuvi. 9, pcheé la lun-ga ne uval. 3.;
  • semibreuvi. 18., pcheé la breuve è impfetta,;
  • minime. 36, pcheé la semibreuve no è perfetta.

PER IL SECONDO SEGNO DEL MODO MAGGIOR PERFETTO. CAP. XXIII.

LAa maxima del segno sopradetto uvaleraà. 3. lunghe., breuvi. 6., semibreuvi 12, minime. 24.;
  • Ttre lunghe, percheé la maxima è perfetta.;
  • breuvi. 6., per che la luga è imperfetta.;
  • semibreuvi. 12, percheé li tepi sono imperfetti.;
  • minime. 24, percheé la semibreuve è imperfetta.
[s1529: page 33]

PER IL MODO MAGGIOR IMPERFETTO. CAP. XXIIII.

LAa maxima del modo maggior imperfetto uvaleraà. 2. lunghe, breuvi. 6, semibreuvi. 12, minime. 24.;
  • Ddue lughe, pcheé la maxima no è pfetta;
  • breuvi. 6, pcheé la lunga è pfetta,;
  • semibreuvi. 12, p esser il suo tempo imper-fetto.;
  • minime. 24, pcheé la semibreuve è imperfetta.

PER IL MODO MINOR PER-FETTO. CAP. XXV.

LAa maxima del modo minor perfetto uvaleraà 2, lunghe, breuve 6, semi-breuvi 12, minime 24.;
  • Ddue lunghe, pcheé la maxima è imperfetta,;
  • breuvi 6, percheé la lunga ne uval. 3.;
  • semibreuvi. 12, percheé la breuve è imper-fetta.;
  • minime 24, percheé la semibreuve è imperfetta.

PER IL MODO MINORE IMPERFETTO. CAP. XXVI.

LAa maxima del modo minore impfetto uvaleraà 2. lunghe, breuvi 4, semibreuvi. 8, minime. 16.;
  • Ddue lunghe, pcheé la maxima è imparf tta [sic: imparfetta].;
  • bre-uvi 4, pcheé la lunga ne uval. 2.;
  • semibreuvi. 8, pcheé la breuve è impfetta,;
  • minime 16, percheé la semibreuve [#s1523: ne] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] uval. 2., come p la figura è chiaro.
[s1523: page 32][s1529: page 34] [#s1523:

QVUARTA DIMOSTRATIONE.

] [#s1529:

QVUARTA DIMOSTRATIONE.

] [#s1539:

QVUARTA DIMOSTRATIONE.

] [#s1562:

QVUARTA DIMOSTRATIONE.

]
[s1539: page 19][s1562: page 19]

DELLA INTELLIGENZA DEL MODO MAG-GIOR PERFETTO, ET IMPERFETTO:, modo minore, et tempo, per uvarii segni dimostrato. CAP. XXVII.For further information on the conception of the modes favoured by the Ancients, see also a letter written by Aaron to Giovanni Del Lago, dated 7 October 1539, in Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 715-725.

POoi che noi habbiamo [#s1523: dichiarato] [#s1529: dimostrato] [#s1539: dimostrato] [#s1562: dimostrato] la cognitione del modo, tempo, et prolatione secodo li moderni:, parmi cosa couveniente dimostrare al-cuni altri modi, et segni dissimili occorrenti al prattico secondo l'uso delli antichi., Iimperoò che alcuno di questi anchora si ritruouva., Pper la qual cosa il primo è da notare, che per il circolo, et semicircolo dinanzi posto a due cifre numerali, li antichi musichi intendeuvano il modo maggiore, poi per la prima cifra il modo minore, et per la seconda il tempo, come qui, 33.Modo maggre pfo modo mire pfo Tempo pfo Il perfetto uveramete si conosceuva dallo impfetto p il circolo, qual è figura [s1529: page 35]perfetta:, et l'imperfetto p il semicircolo:; et cosiì per la cifra ternaria [#s1523: ] [#s1529: la ] [#s1539: la ] [#s1562: la ] perfettione, et per la binaria [#s1523: ] [#s1529: la ] [#s1539: la ] [#s1562: l'] imperfettione. Per tanto il sopradetto si dirà segno di modo maggior perfetto per rispetto del circolo, et per la prima cifra di modo minor perfetto, et per la seconda di tempo anchor perfetto. Cosiì ritrouvando il semicircolo, haraà natura del modo maggiore [s1523: page 33]impfetto, per esser forma imperfetta:; et se di poi seguiraà la binaria cifra, modo minore imperfetto:. eEt se nel l'ultimo il simile trouverai, saraà indicio di tempo imperfetto., come li presenti dimostrano., 22Modo maggre impfo 22 minore impfo tepo ipfo . 3i1. mo magge ipfo minore pfetto tepo impfoAnchora se sa-raà prima la ternaria cifra, diremo modo minore perfetto, 32., et se saraà ultima, tempo perfetto, come qui, 23.Mo mag imp mi ip tempo per 23 Ma se saraà la prima, et la seconda cifra ternaria, haremo modo minor perfetto, et tempo perfetto:, come qui, 33Mo ma imp mi p tepo pfetto. 33 . Se anchora saraà la prima, et secoda cifra binaria, saraà modo minore imperfetto, et tepo impfetto:, come qui, 22.Mo ma ip mi imp tempo imp 22 Et pcheé tal ordine dalli nostri copositori no è usitato, piuù di questo no mi extenderoò.

DELLA COGNITIONE DEL MODO MINOR PERFETTO, ET IMPERFETTO, TEMPO, ET PROLATIONE, PER VARII SEGNI. CAP. XXVIII.

NEella parte superiore habbiamo dimostrato et narrato la intelli-genza del modo maggiore, minore, et tempo per le cifre ternarie, et binarie:, et percheé alcuni hanno anchora dimostrato il modo minore con il circolo, et semicircolo, et il tempo per le medesime cifre:, uvo-glio in qualche parte sodisfare a coloro, li quali forse hara no piacere di cotale intelligenza. Hanno adunque a sapere;, che li circoli, et semicircoli congiunti, et inanzi posti con una cifra sola, essendo della cifra diminuti, muterano il modo di maggiore in minore, cioè che il circolo, o semicircolo resta in luoco della prima cifra ternaria, ouver binaria, le qual di sopra prima dimostrauvano modo minore pfetto, et impfetto.mancado la prima cifra, manca il modo maggre, e resta solo il minore, et il tempo. Per tato, nota, che il circolo inanzi posto ad una cifra sola ternaria saraà modo minor pfetto, et la cifra tempo pfetto., come qui, 3. Et quado tal circolo saraà con la binaria, diremo modo minor perfetto, et tepo imperfetto, come qui, 2. Se anchora saraà trouvato il semicircolo co la cifra ternaria, dimostreraà lo imperfetto minore modo nel tepo perfetto, come qui, 3., et con la bi-naria, modo minore imperfetto, et tepo imperfetto, come qui, 2. Oltra di questo, [s1529: page 36]uvolendo elli segnare la prolation pfetta, lo augumetano di uno punto in mezzo del circolo, o semicircolo, come nelli segueti segni si uvede: 3., 2., 3., 2., li quali al presente poco si usano. Non dimeno il tutto sia in tuo arbitrio. [s1523: page 34]

COME SIANO INTESE LE NOTE, OVER FIGVURE PERFETTE. CAP. XXVIIII .

FAacilmente da alcuni si potrebbe in quello, che di sopra della per-fettione habbiamo parlato:, dubitare, se nelli essempii dimostrati, la maxima del modo maggior perfetto è sempre perfetta:, la lunga nel minore:, et la breuve nel tempo:, et similmete la semibreuve nella prolatione. Et percheé qui tu possi sanamente intendere, auvertirai che detta maxima, lunga, breuve, et semibreuve non sempre son perfette:, ma in arbitrio del co-positore. Noi adunque ordineremo essere tre modi, per li quali harai no-titia in che modo tal note a te saran ternarie. Et prima quando tu truouvi una maxima nel modo maggior perfetto inanzi di una altra maxima, o sia essa seconda maxima uvacua, o piena, sempre la prima saraà perfetta. Il simile harai della lunga nel maggior modo imperfetto, et minore per-fetto., Ccosiì la breuve nel tempo perfetto:, et della semibreuve nella prolation perfetta., Pper la qual cosa si conferma la antica regola dalli musici data:, cioè che una nota simile inanzi a una altra a seé [s1539: page 20]simile mai non puoò essere imperfetta:, intendendo quelli la similitudine non secondo il colore, ma se-condo la forma:, bencheé alcuni impropriamente rompano tal regola, po-nendo inanzi due simili una minor con il punto inanzi posto:, pensando che detto punto habbia forza di imperficere tal prima nota:. mMa quanto siano lontani [s1562: page 20]dalla uveritaà, et dalla commune openione delli antichi musi-chi, [#s1523: in] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] questo lo dimostrano, peroò che sela impfettione ha luoco in tutte le minori figure, no hauvendo la perfettione osseruvata [#s1523: nelle] [#s1529: in le] [#s1539: in le] [#s1562: nelle] simili, sarebbe da meno, che detta imperfettione,. eEt in questa similitudine s'inchiudono an-chora le pause, le quali sarano nel secodo modo per noi inanzi detto:, per-cheé trouvando la maxima dauvanti alle tre pause dimostratiuve, [#s1523: del] [#s1529: il] [#s1539: il] [#s1562: il] modo maggior perfetto:, o siano pause di tre tempi o dui, per esser dette pause la quatitaà, et uvalore d'una figura maxima:, restano simili a essa figura:, et per consequente detta maxima è perfetta,. cCosiì la lunga del modo minor per-fetto appresso la pausa delli tre tempi, o dui, sempre saraà perfetta., bencheé alcuni a questo siano cotrarii:, cioè che essa lunga nanzi la pausa delli dui tempi nel modo minor perfetto antedetto, [s1529: page 37]no sempre sia perfetta, p molte cause, quali (per non essere prolisso) lascieremo.This sentence seems to be a response to a criticism contained in a letter sent to Aaron by Giovanni Spataro, dated February 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 245. Nondimeno quello, che a te piuù piace: osseruverai. Adunque la breuve, et semibreuve del tempo per-fetto, et prolation pfetta nanzi la sua simile figura, o sia pausa a seé equale: [s1523: page 35]sempre saraà pfetta. Il terzo modo è, che ogni maxima di esso modo mag-gior pfetto, hauvendo appresso a seé un punto, tal punto è la reintegratione, et augumeto di una parte terza., laquale reintegratione dimostra, che essa maxima è di quantitaà perfetta, ouver di tre lunghe, come fu detto di sopra. Onde questo medesimo si concede alla lunga del modo minor perfetto:, et il simile alla breuve, et semibreuve del tempo, et prolation perfetta:, come manifesta la figura presente:, nella quale non s'eè hauvuto riguardo al numero delle note negre, ma solo alla breuvitaà:, come examinando uvederai.

DIMOSTRATIONE DELLE NOTE PERFETTE.

[#s1523: DIMOSTRATIONE] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] DELLE NOTE IM-PERFETTE. CAP. XXX.

LAa impfettione delle note è una astrattione di una terza parte cotenuta in essa figura.; et qsta impfetta figura cade nella maxima, luga, breuve, et semibreuve:, le ql figure possono impficere una maggiore, et da una minore essere imperfette, siì dalla parte dinanzi, come di poi:, excettua-do peroò la figura maxima, la quale puoò essere imperfetta da diuverse figu-re:, et essa no puoò imperficere altra figura:, percheé dinanzi a seé non ha nota, ouver figura di maggior quatitaà, nella quale ella si possa riducere come parte terza, come comanda la uniuversal regola:, cioè che ogni nota, che imperfice una altra, bisogna sia minore di quella imperfettibile:, come la lunga, che imperfice la maxima:; la breuve, la lunga:; la semibreuve, la breuve:; et la minima, la semibreuve. La maxima aduque puoò essere imperfetta da una lunga, [s1529: page 38]come da parte sua propinqua:, et da una breuve, da una semibreuve, et da una minima nella prolatione pfetta:, come parti dependenti l'una da l'altra, ouver di tanto suo uvalore:, come dimostrano alcuni canti antichi. La lunga anchora puoò essere imperfetta da una breuve, semibreuve, et minima in essa prolation pfetta.; Iil simile la breuve da una semibreuve, et minima nella pro-[s1523: page 36]lation perfetta. La semibreuve solo dalla sua terza parte, quale è la minima:, puoò essere imperfetta. dDa altra figura mai no è concesso. La imperfettione è considerata in tre modi principali.: [#s1523: Pprimo] [#s1529: Pprimamente] [#s1539: Pprimamente] [#s1562: Pprimamente] quando si truouva una figura pfettibile separata dalla sua simile, et cogiunta co alcuna minorèe:, et questa separatione si fa in dui modi, cioè dalla parte dinanzi, ouvero dalla parte di poi:, o uvuoi dire dalla minore antecedente, o sussequente.; Iil secondo eè perli punti posti appresso le figure perfettibili.; Iil terzo modo per causa del co-lore, cioè negrezza. Trouvasi anchora detta imperfettione non [s1539: page 21]solo quando dopo dette figure seguano le minori:, ma anchora quando sono poste auvati le pause, ouver note maggiori di seé, che dallo antecedente minore uvengono ad essere diminute, ouvero imperfette, come dichiara la sequente figura.

IMPERFETTIONE DELLE NOTE.

[s1562: page 21]

COME LA LVUNGA NEL TEMPO PERFETTO NON SI PVUO' DIRE IMPERFETTA. CAP. XXXI.

FOorse che alcuni credono, che la lunga del tempo pfetto, diminuta da qualche parte, sia domandata impfetta:, Iimperoò che essendo formata di due breuvi, resta in quatitaà di sei semibreuvi:, laqual quatitaà senaria quelli dicono esser pfetta, et che anchora genera il uvalore di tre breuvi del tepo imperfetto., alla qual cosideratione io uveramete son cotrario:, pcheé se [s1529: page 39]uvogliono numerare le parti remote, et remotissime p le parti propinque:, ritrouverano tutta la pfettione, et impfettione uvariata:, pcheé trouvando una lunga del modo minore et tepo pfetto, laqual cotiene tre breuvi:, uvolendo pigliare le parti, et quatitaà remote, saraà il numero di nouve semibreuvi:, quale è la quantitaà di breuvi quatro, et mezza del tepo impfetto:, et per tal causa saraà detta lunga piuù che pfetta, o superflua. Similmete harano di una [#s1523: brei [sic: breve]] [#s1529: breuve] [#s1539: breuve] [#s1562: breuve] posta nel segno della prolation perfetta, et tempo impfetto:, la qual uvale due semibreuvi co-teneti sei minime:, et pcheé sei minime fanno la quatitaà di una breuve pfetta:, [s1523: page 37] segueria [#s1523: hce [sic: che]] [#s1529: che] [#s1539: che] [#s1562: che] tal breuve fussi domandata pfetta. Questo anchora sarebbe di una breuve del tempo perfetto, et prolatione perfetta, la quale è di numero di 9 minime:, che si potrebbe domadare una luga et una minima di questi segni: , . Anchora accaderia della breuve posta in questo segno/, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: [sic: delete]] [#s1562: [sic: delete]] , la quale dimostra numero di due semibreuvi:, le quali sono numero di 6 minime:, che essa anchora si potesse dire breuve pfetta:, pcheé sei minime fano la quatitaà di tre semibreuvi nella prolatione impfetta., et in molti altri modi si potria dimostrare:, delli quali ne nascerebbe assai incouvenienti:, ma solo si cosiderano le parti propinque a generare il pfetto numero, et lo impfetto., consideratione buona. Ddel che diremo la lunga di sopra da noi assonta, quado a lei saraà tolto al-cuna parte:, lunga diminuta, et no impfetta:, percheé [#s1523: alcuna cosa] [#s1529: cosa alcuna] [#s1539: cosa alcuna] [#s1562: cosa alcuna] no si debbe dire esser impfetta, se prima no è stata in lei pfettione.

DELLA COGNITIONE, ET NATVURA DEL PVUNTO. CAP. XXXII. Much of this chapter is taken from a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 7 March 1521, published in Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 232-236.

ILl punto quantuque sia di forma in apparenza minima, in potenza è grande:, del quale no si puoò [#s1523: dare] [#s1529: dare] [#s1539: dare] [#s1562: dire] in musica risoluta, et ferma quantitaà, neé uvalore., impoò che essendo auvanti o di poi posto alle figure cantabili, et pcheé in dette figure è differeza., ha diuverso significato di forma, et qtitaà:. [#s1523: tTal] [#s1529: Onde tal] [#s1539: Onde tal] [#s1562: Onde tal] puto di necessitaà bisogna, che dimostre uvarii effetti:, pcheé essendo dopo la [#s1523: maxima, augumenta, et] [#s1529: massima aggionto, gli] [#s1539: massima aggiunto, gli] [#s1562: Mmassima aggiunto, gli] accresce la qtitaà di qlla di mezza parte, [#s1523: quale] [#s1529: laquale] [#s1539: laquale] [#s1562: la quale] è una lunga:, et alla luga una breuve, et alla breuve una semibreuve:, et alla semibreuve una minima. Per tato (come è detto) esso punto ha di natura uvarie quatitaà:, ma una sola forma, et segno. Et p tal causa nasce, che 'l detto punto [#s1523: uvariamete] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] si chiama hor di perfettione, hor di diuvisione, et hor di augumetatione. Il punto di p fettione è quello, il quale è posto apresso le note sottoposte [#s1523: a] [#s1529: al] [#s1539: al] [#s1562: al] [s1529: page 40]segno di pfettione:, come la breuve del tempo pfetto:, ouvero appresso di una maxima o luga del maggior modo, et minor pfetto, o di una semibre-uve di prolatione pfetta, come appare al cap. della pfettione di sopra detto., Ssiì che il punto posto dopo la breuve del tepo pfetto saraà chiamato Puto di perfettionepunto di pfettione, come qui, pcheé numerado queste alla breuve, si dice due:, et alla sequete semibreuve una:, che fanno insieme giunte tre., Mma numerado questo alla breuve, no si diraà due, et al puto una:, ma si nomina essa breuve con il punto, dicendo tre:, come se fusse una breuve, la quale senza alcuno segno [s1539: page 22]accidetale p seé fusse [#s1523: integra] [#s1529: intera] [#s1539: intera] [#s1562: intera] , et pfetta, come qui. pP tato esso punto è detto di pfettione:, pcheé dimostra, che tal figura dal co-positore è pserata [sic: preservata] [#s1523: integra] [#s1529: intera] [#s1539: intera] [#s1562: intera] , et pfetta:, percheé senza il puto forse sarebbe da una sequete semibreuve fatta impfetta, come comada il precetto della imp-fettione. Sogliono alcuni intedere tal punto essere il uvalimeto di una semi-[s1523: page 38] breuve cantabile:, et forse anchor si pensano, che siano catabili li punti dopo tal note, a li quali si risponde, che se tal punto fusse inteso essere una semi-breuve, come qui, la breuve restaria pfetta: et la secoda semibreuve no sarebbe alterata, come si dimostreraà nel sequen-te cap., pcheé resteria in tal processo, et figura. Ma dico, che quel punto in tale essempio è supfluo, essendo dallui posto p punto di pfettione., pcheé il punto della pfettione è quello, il quale senza tal puto, la nota, alla quale esso puto è di poi posto, resta impfetta:. pP tato, se in tal figura saraà leuvato quel punto:, la breuve resteraà cosiì pfetta senza puto, come si faccia col punto. Dico adunque che il punto della perfettione no è quatitaà, neé parte del tepo:, ma solamete è segno, accioò che il catore copreda che la nota, che ha il puto dopo seé è coseruvata dalla iperfettioe. eEt p tal causa la secoda semibreuve saraà in questo essempio alterata, et no in questo. aAduque tal puto mai no è catato, neé anchora è uvalore di semib., ma (come ho detto) sta come segno dimostrate la [s1562: page 22]pfettione alla breuve:, la quale forse saria diminuta, et imperfetta di una semibreuve sequete, o suo uvalore. La cosideratione del Punto de la diuvisioneputo della diuvisione si manifesta nelle copositioni del modo maggiore, et minor pfetto, anchora nel tepo, et prolatione pfetta., pcheé trouvadosi il modo, tepo, et prolatioe diminuti della sua terza parte, et bisognado il fauvore a tale reintegratione, è stato necessa-rio hauvere stabilito tal segno a riducere la qtitaà ternaria secodo la natura, et forma delle note,. eEt pcheé il puto molte uvolte uvaria nella sua diuvisione, ti auvertisco, che il punto di sopra detto dopo la sua diuvisione puoò impficere, et alterare., pcheé [s1529: page 41]trouvado la presente figuratione, questo punto uviene a generare dui effetti.: prima diuvide, da poi impfice., pcheé no si trouvado il punto fra le due semib., uverebbe ad essere la prima breuve di quatitaà perfetta, et per consequente la seconda semibreuve sarebbe alterata, no essendo tal puto di diuvisione. Suole anchora alcune uvolte opare diuvisione, et alteratione (come è detto) in questo modo, ma non essendo punto [#s1523: infra] [#s1529: infra] [#s1539: in fra] [#s1562: fra] loro, la prima breuve resteraà intiera, et perfetta, come qui, percheé si uvede dopo la prima breuve un tempo intiero, et perfetto diuviso in parti propinque., per il qual modo è manifesto, che la prima breuve è pfetta.; della qual dimostratione il puto della diuvisione può essere chiamato di impfettione, et di alteratione, come si coprede. Per tato, se nel modo maggior pfetto infra due lughe trouverai puto, diremo punto di diuvisione:; se infra due breuvi nel modo minor pfetto, puto di diuvisione:; se infra due semibreuvi del tepo pfetto, il simile.; Ccosiì anchora nella prolation perfetta infra due minime. uUltimamete il punto di augumetatione [sic: augmentatione] è sem-[s1523: page 39]pre mai quello, che è posto dopo ciascuna nota del modo, tepo, et prolatione impfetta:, come la sequente figura dimostra. [#s1523:
] [#s1529:
] [#s1539:
] [#s1562:
]

DELLE NOTE ALTERATE, Et sua intelligeza. CA. XXXIII.

ALlteratione nella musica è una duplicatione secondo la forma della figura alterabile, cioè se è una lunga, saraà catata p due lunghe:, et se è breuve, p due breuvi:; se è una semibreuve, p due semibre. et se una minima, p due minime. sSe la lunga saraà formata di tre tepi ouver breuvi, et che tali breuvi siano impfette, sarano di quantitaà di sei semibreuvi. oOnde alterata, tal lunga [s1539: page 23]uvaleraà. 12. semibreuvi.; et se le breuvi di questa luga sarano ternarie, ouver [s1529: page 42]pfette, dette breuvi sarano la quatitaà di. 9. semib., et alterata essa lunga, saraà di qtitaà di semib. 18. Et sappi che le figure, ouver note alterabili sono. 4., cioè, luga, breuve, semib. et minima. lLa breuve aduque alterata, se saraà pfetta, haraà quatitaà, et uvalore di tre semibre., [#s1523: laqual] [#s1529: &] [#s1539: &] [#s1562: &] alterata [#s1523: diuveniraà] [#s1529: resteraà di] [#s1539: resteraà di] [#s1562: resterà di] sei. mMa se tal breuve saraà impfetta, haraà il uvalore di due semib., et alterata, di. 4. eEt se saraà semibreuve di prolatioe pfetta, haremo la quatitaà di tre minime:, et alterata, sarano sei. sSe saraà impfetta, et alterata:, sarà di. 4. minime., [#s1523: la quale alteratioe] [#s1529: laquale [sic: lequale] alterationi] [#s1539: lequale alterationi] [#s1562: le quali alteretioni [sic: alterationi]] sempre [#s1523: uviene] [#s1529: uvengono] [#s1539: uvengono] [#s1562: uvengono] in dispositione, et quatitaà pfetta. Hora per no machare della intention nostra circa la facilitaà, cosidera un precetto, che [#s1523: di] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] ogni nota, [#s1523: che] [#s1529: laquale] [#s1539: laquale] [#s1562: la quale] nelli segni è ordinata pfetta:, sempre la sua figura propinqua è quella, alla quale è assegnata l'alteratione in questo modo:, cioè che essendo la maxima nel modo maggior pfetto di uvaluta di tre lughe, senza alcu dubio si domada pfetta. lLa nota alterabile saraà la luga, [#s1523: percheé la luga] [#s1529: percheé la longa] [#s1539: percheé la longa] [#s1562: ] è dopo la maxima:. sSimilmete la breuve [#s1523: dopo] [#s1529: è dapoi] [#s1539: eè dapoi] [#s1562: è dopo] la luga, et la semib. dopo la breuve: et la minima [#s1523: dopo] [#s1529: dapoi] [#s1539: dapoi] [#s1562: dopo] la semi. pP tato (siì come habbia detto) essendo la maxima pfetta, la luga saraà alterata.; et se essa luga saraà achor pfetta, p cosequete la breuve saraà alterata.; et se la breuve, la semibreuve:; et se la semib., la minima. Seguedo aduque la necessitaà di tal alteratione, è di bisogno dimostrare in che modo tal note, ouver figure debbiano, o possono alterare. eEt prima auvertisce, che ritrouvado due lunghe in mezzo a due maxime, o suo uvalore, senza punto alcuno [#s1523: tra [s1523: page 40] due lunghe] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] :, sempre altereraà, ouvero duplicheraà la seconda lunga, come qui, /. Ma se il puto saraà tra le due lughe, come qui/, ./, no saraà piuù alcuna alteratione. Medesimamete, se [s1562: page 23]sarano tre lughe in mezzo di due maxime, et che il punto si interponga tra la prima, et secoda luga:, come qui/, ./, la terza lunga saraà alterata. mMa no hauvendo il sopra detto puto, quelle tre lughe resterano nel suo proprio uvalore. eEt anchora la prima maxima saraà pfetta, se inanzi da altra nota no saraà impedita. cCosiì la maxima seconda potria restar perfetta, se dopo lei no seguisse altra nota minore di seé, come qui/, /. sSimilmete tal modo di alteratioe seguiraà, se tra due, o piuù maxie sarano. 5. lughe, come q/, /, [#s1523: douve] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] saraà necessario, che la quinta luga sia alterata, per esser diminuto il modo maggiore di una luga. nNo altera aduque la lunga per altro, se no per reintegratione, et copimeto di detto modo maggior perfetto:; la breuve, p adepire il ternario numero [s1529: page 43]del modo minor pfetto,; la semibreuve, p cosequire la numerositaà ternaria del tepo pfetto:; et la minima altera p pficere la diuvisione della prolatione pfetta.; Ddel che da tutti li mu-sici è concesso che la seconda, o uvero [#s1523: l'] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] ultima, et no la prima figura minore debbia alterare., pcheé ogni pfettioe in tutte le cose eè cocessa nella fine, et no nel principio. Et nota che il puto, il quale è tra la prima, et secoda luga: del l'essempio posto di sopra:, fàa dui effetti,. iIl primo è, che fa impfetta la sua an-tecedete maxima dalla luga sequete:; l'altro, fa impfetta la secoda maxima dalla luga precedete:. eEt questo anchora intederai delle breuvi, et semibreuvi, et minime:, dato che li fussino poste pause dinazi in luoco di note:, come nella sequete figura appare:, ma no p l'opposito, [#s1523: peroò che] [#s1529: peroò che] [#s1539: peroò che] [#s1562: perciocheé] le pause et note di co-lor pieno mai no possono essere alterate. [#s1523:
] [#s1529:
] [#s1539:
] [#s1562:
] [s1523: page 41][s1539: page 24]

COGNITIONE DELLA MAXIMA, ET LVUN-GA DI COLORE PIENO. CAP. XXXIIII.This chapter is criticised in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 19 September 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 263-266.

LAa natura, et quantitaà delle figure ouver note negre è che ciascheduna figura coposta di numero ternario, essendo di color pieno, resta diminuta di quantitaà di una terza parte:, come saraà della maxima del modo maggior perfetto, et della lunga del modo minor perfetto:, della breuve del tempo perfetto, et della semibreuve di prolation perfetta., dalle quali fi-gure, per cagione del colore, saraà extratto dalla loro quatitaà una terza par-te secondo la forma, [s1529: page 44]et uvalore di esse note:, come è della maxima nel modo maggior perfetto, qual uvale tre lunghe, ma se essa è fatta negra, perderaà una lunga,. Et essendo tali lunghe di tre tempi pfetti formata:, saraà di qua-titaà di semibreuvi. 27. Per tanto, diminuta della sua terza parte, ne resteraà. 18 semibreuvi:. mMa se saraà formata di tre tempi imperfetti, non uvagliono piuù di deciotto semibreuvi:, et essendo diminuta del terzo, chiaro è che [#s1523: ne resta so-lamete] [#s1529: ne resta solamente] [#s1539: ne resta solamente] [#s1562: solo ne resta] dodeci:. Questo anchor nella lunga del minor modo perfetto debbi considerare, la quale essendo composta di tre breuvi perfette, uvale. 9. semi-breuvi, et perdendo per la negreza il terzo, resta in semibreuvi. 6. eEt no essen-do la breuve ternaria, uvaleraà. 6. semibreuvi, et per il colore perdendo il terzo, resta in. 4. semibreuvi. Ma nota, che tal diminutione della terza parte nelle note negre no solo si truouva, quando la maxima uvale 3 lunge, et la lunga 3 breuvi:, ma anchora nelli segni, che dimostrano tal figure essere impfette, come qui, ., nel qual segno la maxima, et lunga possono esser diuvise in tre parti equali:, cioè la maxima in. 12. semibreuvi di tepo impfetto [sic: perfetto]: et la lunga in sei.; cosiì in questo anchora, , nel quale si puoò trouvare diuvisa la maxima in tre parti equali, cioè in minime 24, et la lunga in minime. 12. Togliendo aduq nel primo segno il terzo [#s1523: alla] [#s1529: de la] [#s1539: de la] [#s1562: della] maxima, resta in semibre. 8, et la lunga in. 4.; et nel secodo, diminuta del terzo, la maxima resta in minime. 16. et la luga in minime. 8., come qui appare. semibreuvi. minime.Lro 2o co xi Frachino nella Pra Lro so co 6. et i Angelicu opus dice la metà Anchora ti auvertisco, che ritrouvado tal note di color pieno sotto li segni sequeti, , ., nelli quali la maxima è formata di semibreuvi 8:, pcheé tal quatitaà di [s1562: page 24]otto non è diuvisibile in tre parti equali:, è necessario, che tal note, o figure, trouvadosi nelli antedetti segni di color piene, siano sesqualterate:, ouvero [#s1523: pdono] [#s1529: perdino] [#s1539: perdino] [#s1562: perdino] il quarto, come nelli sequeti capitoli uvederai. [s1523: page 42]

DELLA FIGVURA BREVE PIENA. CAP. XXXV.Parts of this chapter are criticised in two letters written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 1 and 6 November 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 273-276 and 280-283.

RIitrouvasi nelli canti figurati la breuve piena in cinque modi, cioè nel modo minor perfetto, tepo perfetto, tempo imperfetto, prolatione perfetta, et in sesqualtera proportione. eEt prima nel modo minor perfetto, [#s1523: attrouverai] [#s1529: quando trouverrai] [#s1539: quando trouverrai] [#s1562: quando trouverai] le breuvi negre accompagnate con le lunghe negre di detto modo, le quali breuvi no perdono parte alcuna, per essere in tal luogo [s1529: page 45] di natura imperfette:, ma sono cosiì descritte per reintegrare la quantitaà del minor modo perfetto:, qual mancheria nella dimostratione delle lunghe negre:, le quali figure [#s1523: negre] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] no son concedute douversi trouvare senza [#s1523: copimeto] [#s1529: numero finito] [#s1539: numero finito] [#s1562: numero finito] , siì nel modo, come nel tepo, et anchora [#s1523: ] [#s1529: ne la ] [#s1539: ne la ] [#s1562: nella ] prolatioe. aAduque è di bisogno, che tali breuvi siano conumerate alle lunghe, ouvero p seé sole in quatitaà senaria, la qual quantitaà genera il modo perfetto. eEt questo simile operano tali breuvi nel modo maggior pfetto secondo la sua forma,. Il secondo modo è, che ogni breuve negra sotto il tepo pfetto è diminuta di una terza parte, quale è una semibreuve:, et questo p essere essa breuve formata di numero ternario. eEt cosiì tutte le semibreuvi negre appresso esse breuvi sono nella quatitaà, come se fussino uvacue:, ma solo stano in augumeto del numero pfetto, come di sopra habbia detto. Il terzo modo è, quado nel tepo impfetto, et prolatione imperfetta tu trouverai una sol breuve negra:. tTal breuve negra perde una sua quarta parte, quale è una minima:, et tato resta, come se fusse una semibre-uve con un punto, o uvuoi dire una semibreuve, et una minima. Il quarto modo è quado [#s1523: tu] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] truouvi nel tepo impfetto, et prolatione pfetta una breuve ne-gra:, et pcheé essa breuve biaca è coposta di sei minime, essendo negra, pde la terza sua parte:, [#s1523: pcheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] sei minime sono in tre parti equali diuvisibili:. eEt p co-sequente tal figura, et forma di colore pieno dimostra, che le sue due semi-breuvi in tal corpo formate restano diminute della sua terza parte, per la negrezza apparente. Il quinto, et ultimo modo è, quado tu truouvi nel tepo imperfetto, et prolation imperfetta alcune breuvi negre, senza alcun dubio sarano sesqualterate, cioè tre di esse breuvi negre nella battuta di due breuvi bianche:, come di poi al capitolo della sesqualtera intenderai.
[s1539: page 25]

DELLA FIGVURA SEMIBREVE PIENA. CAP. XXXVI.Parts of this chapter are criticised in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 8 November 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 286-287.

ANnchora trouviamo la semibreuve piena dimostrarsi in cinque modi:, nelli quali nascono uvarie qtitaà. eEt prima nel modo minore perfetto, nel tepo perfetto, nel tepo impfetto, nella prolatione pfetta, et nella [s1523: page 43]sesqualtera proportione. Nel modo minor perfetto, le semibreuvi negre no perdono parte alcuna:, ma sol si fano per compagnia delle breuvi, et alcuna uvolta delle lunghe:, per pficere la quantitaà del modo pfetto. eEt questo simile saraà nel modo maggiore pfetto. aAlcuna uvolta anchora son messe per schiuvare la alteratione:, quando il modo è sotto posto al segno del tepo pfetto,. cCosiì la lunga, breuve, et minima son fatte negre per cagione di essa alteratione. [s1529: page 46] Il secondo modo è. quado sotto il tempo perfetto sarano semibreuvi negre, et che tali semibreuvi siano dinanzi, et dopo una breuve negra:. aAllhora dette semibreuvi no pdono parte alcuna del suo uvalore, ma solo adepiono la quatitaà ternaria del suo tepo:. eEt questo similmente opera, quado due semibreuvi negre sono dopo una lunga negra in detto tepo perfetto. Il terzo modo è, quado la semibreuve negra si ritruouva nel tepo imperfetto, et prolatione imperfetta,. aAuvertirai, che [#s1523: essa] [#s1529: essa] [#s1539: essa] [#s1562: la] semibreuve si dimostra in tre modi uvarii, et per consequente apparono tre quantitaà diuverse:, la prima, et seconda [#s1523: in questo modo] [#s1529: in qsto mo] [#s1539: in qsto mo] [#s1562: come qui] . [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] lLa prima chiaramete si uvede essere di quatitaà di una minima [#s1523: con] [#s1529: col] [#s1539: col] [#s1562: col] punto, la secoda di una minima. [#s1523: solo, p che] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] la breuve dinazi a lei è di uvalore di una semibreuve, et minima. lLa sequete semibreuve adunque è di uvalore di una sola minima., bencheé alcuni dicono, che tal figure debbono essere sesqualterate:, ma poco importa da un modo all'altro, [#s1523: percheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] la quantitaà di esse note sono sottoposte al seruvitio di un tepo. pPer tanto [#s1523: piglia] [#s1529: piglia] [#s1539: piglia] [#s1562: pigliarai] quello, che a te [#s1523: piace] [#s1529: piace] [#s1539: piace] [#s1562: piaceraà] :, per che [#s1523: tutto] [#s1529: tutto] [#s1539: tutto] [#s1562: ogni cosa] torna a un solo fine. mMa ritrouvado prima la semibreuve dinanzi la breuve, come qui, senza dubio saraà sottoposto tal quantitaà al seruvitio sesqualtero:, ma per no essere tal modo troppo cosueto, et il piuù delle uvolte trouvarsi nella figura sopradetta dalli compositori osseruvata, altro di questo non diroò. Il quarto modo si ritruouva nella prolation perfetta, et tempo imperfetto:, la qual per essere di natura, et uvalore di tre minime:, essendo ne-gra, resta diminuta di una minima:, quale è sua terza parte:, pure che siano piuù di una, o due insieme di tal colore, [#s1523: ouveramente] [#s1529: o uveramente] [#s1539: o uveramente] [#s1562: o] accompagnate co minime negre, come qui, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] This example is unclear, both in the 1523 edition and in the revised version of the later editions. The 1539 edition, held at the Bibliothèque Nationale in Paris, contains a corrected manuscript example which reads as follows. ma ritrouvando tali note in questo modo, la semibreuve negra resta di uvalore, et quatitaà di una minima [#s1523: con] [#s1529: col] [#s1539: col] [#s1562: col] puto:, per la qual cosa uvolendo [#s1523: dritta-mente] [#s1529: sanamente] [#s1539: sanamente] [#s1562: sanamente] conoscere tal differenza, a te saraà necessario auvertire come, et in che numero sono figurate. [s1562: page 25]Il quinto modo saraà, che quando trouverai tre semi-breuvi negre nel tempo et prolatione imperfetta, dette semibreuvi debbono sesqualterare, come è detto delle breuvi nel capitolo di sopra. [s1523: page 44]

CHE COSA SIA SYNCOPA. CAP. XXXVII.

LAa syncopa nelle copositioni del canto figurato è una certa trasportatioe di una figura minore alla sua simile, o uvero equiuvalete., et questo auviene, quado alcua figura è posta dinazi a una sua maggiore, ouvero a piuù, [s1529: page 47]alle quali ragioneuvolmete no si possa accopagnare. Et è cocesso siì nel numero pfetto, come nell'impfetto. eEt tato puoò essere syncopata, et traspor-tata una pausa inanzi una nota, o piuù, quanto una figura cantabile:, et tal pausa no si intende piuù, che quella di semibreuve et minima. mMa quelli, che syncoperano la semibreuve dopo la pausa di breuve, o di lunga, et una mini-ma dopo la pausa di breuve:, sono ripresi dalla comune opinione delli musi-chi p la difficile pronotiatione. [#s1523: Peroò] [#s1529: Peroò] [#s1539: Peroò] [#s1562: Perciò] quelli, che syncoperano la semibreuve [#s1523: nanzi] [#s1529: nanzi] [#s1539: nanzi] [#s1562: innanzi] la figura breuve, o lunga, osseruverano il precetto regulare:, pcheé cata-re, et tacere sono cotrarii:, dalla quale cotrarietaà nasce, che il syncopare, che fa la nota oltra la maggiore catabile: è arbitrario:, et il syncopare, che fa la catabile figura oltra la pausa maggiore: no è coceduto, ma è subietto al p-cetto musicale. Aduque se la semibre. et altre simili sarano syncopate oltra la cantabile breuve, tale processo no saraà incomodo, pcheé procede co modulatione di harmonico coceto:, il quale cocento harmonico dà la comistione amena, che dalli suoni nasce. Ma quado la predetta semibreuve cantabile è syncopata oltra la pausa breuve, o lunga, pcheé il tacere non puoò producere harmonico effetto, allhora no è [s1539: page 26]lecito, [#s1523: pcheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] è stato copreso dalli ottimi musichi [#s1523: antichi] [#s1529: antichi] [#s1539: antichi] [#s1562: antichissimi] , che questo trasito, et altri [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: che son ] simili, cantado la breuve, no è poco faticoso. eEt pcheé tal pausa di breuve (come ho detto [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: di sopra] ) nulla circa la harmonia importa:, hanno costituito, et per precetto regulare ordinato, che a [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: piuù ] maggiore dichiaratione, et facilitaà, [#s1523: tal] [#s1529: tal] [#s1539: tal] [#s1562: simile] pausa sia in due pause di semibreuvi diuvisa, non [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: già ] parimente poste:, come qui per il qual modo saraà copreso, et co [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: molta ] facilitaà cantato., [#s1523: p-cheé chiaramete] [#s1529: percheé chiaramente] [#s1539: percheé chiaramente] [#s1562: perciocheé chiarissimamente] appareraà, che la [#s1523: prima] [#s1529: prima] [#s1539: prima] [#s1562: principale] semibreuve, et la [#s1523: prima] [#s1529: prima] [#s1539: prima] [#s1562: principale] pausa di semibrei [sic: semibreve] [#s1523: adempiono] [#s1529: empiono] [#s1539: empiono] [#s1562: empiono] uno tepo:, et che la secoda pausa di semibrei [sic: semibreve] colla sequete catabile semibreuve reintegrano uno altro tepo. Ma essendo posto, come qui, tale syncopa saraà sup-flua, et [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ancho ] frustratoria, et come termine da sophista, et litigioso inteso., [#s1523: pcheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] q appare la itegritaà del tepo unita, et no è., Iimperoò che la misura [#s1523: di esso] [#s1529: di esso] [#s1539: di esso] [#s1562: del sopradetto] tepo diuvide la pausa in due parti, la quale, pcheé (come ho detto) no frutta altro, che taciturnitaà, et no harmonia:, la musical diligeza, p [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: voler ] tenere ordine, et facilitaà in cantando:, no uvuole [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: già] , che sia produtta integra, ma sia in [s1523: page 45]due pause di semibreuvi, no in una sola riga, ma in diuverse discritte. Per tanto si cosidera, che la nota syncopata no debbe ritrouvare la pausa maggiore di seé:, ma debbe trouvare la figura catabile. eEt p tal causa diremo essere una syncopa in nota, et una in misura, come di sopra è manifesto.
[s1529: page 48]

COGNITIONE, ET MODO DI CANTAR SEGNO CONTRA A SEGNO NECESSARII. CAP. XXXVIII.

BEencheé nella prima opera da me coposta habbia trattato la natura, et uvaluta delle figure di segni cotra a' segni, a me non rincresce anchora nella presente con piuù facilitaà tal uvia dimostrare. Et prima nota, che questo segno, , coparato a questo [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: segno] , , non ha alcuna differeza, ma son simili nella battuta, et nel circolo puntato harai le breuvi perfette, et le se-mibreuvi, et nell'altro le semibreuvi [#s1523: solo] [#s1529: solo] [#s1539: solo] [#s1562: sole] . Ma questo, , contra a questo, , saraà di una altra natura, [#s1523: cioè che] [#s1529: cioè che] [#s1539: cheé] [#s1562: cheé] questo, , faraà ogni sua minima equale in quatitaà di una semibreuve di questo, , pur osseruvando sempre la per-fettione, et alteratione occorrente a' detti segni. Anchora questo, , coparato a questo, , è simile a quello di sopra, excettuado la pfettione del te-po, et della prolatione. Di poi questo, , coparato con questo, , harai nella battuta della breuve di questo, , una sol minima del precedete. Cosiì questo, , con questo coparato, 2, faraà il simile di quel di sopra.,L' dimostra il modo mi-nore pfetto, et la cifera 2 il tempo. ma solamete auvertirai in questo segno, 2, che le lunghe son pfette, et le breuvi impfette. Ma questo/, /, con questo, , o uvero con questo altro, , saraà dissimile nella battuta, cioè che ogni minima di questo, , saraà in quatitaà di una semib. delli dui sequeti, , ,. dDi poi questo, , co questo, , faraà nella battuta ciascuna minima del primo in quatitaà di una breuve del secodo, et anchora di questo, 2. Et se questo, , saraà coparato co que-sto, , saraà simile nella battuta, becheé dissimile sia nella [s1562: page 26]pfettione del tepo. Ma di questi, , [#s1523: ,] [#s1529: [sic: delete]] [#s1539: [sic: delete]] [#s1562: [sic: delete]] sarano duplicate le note, cioè che questo, , haraà ogni sua semibre. nella battuta di due semibr. di questo, . dDa poi in questo, , con questo, 2, Tempo di Quadru-pla sarano le semibre. del primo in quatitaà, et battuta di quatro semibreuvi del sequete, 2. Anchor in questo, [#s1523: ] [#s1529: [sic: delete]] [#s1539: [sic: delete]] [#s1562: [sic: delete]] , con questo, 2, sarano le note sue duplicate, pcheé due semibreuvi di questo, 2, uvano nella battuta di una di questo, . Questi, , , sarano dissimili nella battuta, cioè che di questo, , saraà cantata una semibreuve in quantitaà, et spacio di una breuve di questo, . iIn questo, , co questo, 2, sarano le figure moltiplicate in [#s1523: quadruplo] [#s1529: quadro] [#s1539: quadro] [#s1562: quadro] , cioè che ogni lunga di questo, 2, saraà in quatitaà di una [s1523: page 46]semibreuve dello apparente . aAnchora questo, , con questo, , saranno nella battuta dissimili, pcheé in questo, , passeraà ogni breuve in quantitaà di una semibreuve di questo, . qQuesto, 2, co questo, , faraà ogni sua semi-breuve in quatitaà di una lunga [s1529: page 49]del precedente. Questo, , con questo, 2, faraà di ogni sua breuve una battuta, la quale passeraà in quatitaà di due breuvi di questo, 2. qQuesto, 2, con questo, , son simili in misura. Sogliono anchora li copositori dimostrare questo segno, , nel quale ogni sua nota re-sta diminuta della sua mezza parte coparato a questo, , come essaminado trouverai nelli canti. Alcuni altri hano dimostrato tal segno, , coparato a questo, , essere ogni due breuvi di questo, , in quatitaà di tre semibreuvi di questo, , et in [s1539: page 27]molti altri modi, come fare si potrebbe. mMa pcheé alcuni confabulando dicono qual sia la cagione, che li copositori nostri antichi et moderni hano osseruvato nelli segni di sopra mostrati il uvalore alle note con uvarii modi, et misure, facendo la differenza del circolo al semicircolo comparato solamete nella breuve, laqual resta di quatitaà di tre semibreuvi nel presente segno, , et di due in questo, , et ogni altra figura cantabile resta in una equal misura., di poi considerado dicono, che in questi segni mede-simi puntati in mezzo, fanno, che in questo, , ogni sua minima resta nel uvalore, et misura di una semibreuve di questo, , la qual differeza uviene p forza di quel punto. - et cosiì non pare, che sia da esser tal modo concesso: - la cagione di qui uviene. sSe fra li dui segni presenti, , , non si fa diffe-renza di altro, che dalla breuve pfetta alla imperfetta, et ogni altra sua nota sia con equal misura pronontiata, et connumerata, per consequente resta, che qua non habbia ad essere alcuna differenza, excetto della semibreuve, qual uviene pfetta per uvigore del punto, et la breuve uviene augumetata delle tre minime, come qui, [#s1523: , ] [#s1529: ., ] [#s1539: ., ] [#s1562: ., ] . Ma piuù dubbiosi restano nelli sequenti, cioè che in questo segno, , sia ogni sua semib. [#s1523: duplicata] [#s1529: dupplichera] [#s1539: dupplichera] [#s1562: dupplicherà [sic: duplicata]] coparato a questo, :. eEt ritrouvando di poi che questo segno, , coparato a questo, , resti ciascu-na minima di questo, , nella quatitaà, et misura di una breuve di questo, ., qua la ragione, et [#s1523: ] [#s1529: la ] [#s1539: la ] [#s1562: la ] intelligeza alloro manca, et quasi non sanno, che dire. Si risponde che se da Iosquino, et da Obreth è stato usitato ponere la misura nella minima in questi segni., ., , credo che dalloro tale cosa sia piuù presto stata fatta p autoritaà, che p ragione alcuna., Iimperoò che li loro pre-decessori, et maestri, come Busnois, Ocheghen, et Duffai, et altri assai, alli quali, p essere alli tepi loro stati huomini famosi, hano prestato grade fede:, et per tanto hano sequitato tal modo, il quale modo, cioè di dare la misura [s1523: page 47]nella minima:, no è da uvitupare:, pcheé Bartholomeo rRami dice, che tal modo di dare la misura nella minima delli segni puntati è stato (come ho detto [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: di sopra] ) osseruvato da Ocheghen, Busnois, et Duffai, et da Giouvani di mMote, suo precettore, et anchora da altri huomini in questa facoltaà famosissimi:. eEt aggiuge il [s1529: page 50]medesimo Bartholomeo rRami, che questo si puoò ragioneuvolmete fare, [#s1523: pcheé dice, che] [#s1529: pcheé] [#s1539: pcheé] [#s1562: perciocheé] Busnois, et li altri pnominati, liquali erano huomini magni in questa facoltaà:, si fondauvano nella atiquitaà, cioè in mathematica ragioe:, la qual tratta di cotinua, et discreta quatitaà:, della qual quatitaà siì come la discreta, la qual tratta di numeri:, augumeta in crescedo:, cosiì la cotinua in di-videdo minuisce. Aduq, cosiì come li antiqui poneuvano la retta misura nella breuve, et [#s1523: nella] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] lunga, et alcuna uvolta nella maxima, [#s1523: le quali] [#s1529: laqual] [#s1539: laqual] [#s1562: laqual] lunga et maxima nascono dalla breuve molte uvolte presa:, cosiì noi, diuvidedo il tepo, ouvero la breuve in parti, poteremo ponere essa misura no solo nella breuve, ma an-chora nella semibre. et [#s1523: alcuna uvolta] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] nella minima:, le quali son figure, che diuvidono il tepo, ouvero la breuve in parti., la qual diuvisione dimostra, che la cotinua quatitaà no è di minor efficacia in canto misurato, che sia la discreta. Per tato, cosiì come li antichi hano [#s1523: usitato] [#s1529: usato] [#s1539: usato] [#s1562: usato] dare [#s1523: alcuna] [#s1529: alcuna] [#s1539: alcuna] [#s1562: qualche] uvolta la misura nella lugha, et nella maxima, le quali son figure, che [#s1523: nascono] [#s1529: nascono] [#s1539: nascono] [#s1562: vengono a nascere] dalla aggregatioe del tepo:, cosiì p tal ragioe essa misura (dice) che si potraà [#s1523: locare] [#s1529: locare] [#s1539: locare] [#s1562: allocare] nella semib. et nella minima:, le quali son cosiderate come parti del tepo. Ma circa [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: a ] qllo, che di sopra s'eè opposto:, cioè che siì come tra questi segni, , , no cade altra differeza circa la battuta, ma siì nella quantitaà della breuve, che anchora in qsti., [#s1523: ., ] [#s1529: ., ] [#s1539: , ] [#s1562: , ] ., non douvesse essere altra differeza, che solo della semib., et simil-mete tra qsti., ., ., si responde, che [#s1523: qlli] [#s1529: quegli] [#s1539: quegli] [#s1562: coloro iquali] , che uvorrano [#s1523: tendere] [#s1529: tendere] [#s1539: tendere] [#s1562: attendere] a qsto: trouve-rano, che nella musica misurata uno solo segno basteraà., pcheé [#s1523: ciascuno] [#s1529: ciascuno] [#s1539: ciascuno] [#s1562: ciascheduno] delli altri, come son questi, , ., , si potrebbono exeplare: et pronotiare sotto qsto, , [#s1523: pcheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] altro no saraà una breuve pfetta di qsto segno., ., che una lu-ga, et una mini. di qsto, , ., o uvero cosiì , o uvero [#s1523: cosiì] [#s1529: cosiì] [#s1539: cosiì] [#s1562: a questo modo] .., et i molti altri modi, li quali possono accadere. [s1562: page 27]sSimilmente altro non saraà una semibreuve pfetta di qsto segno., ., che una semibreuve di questo posta cosiì/, /,.,, et il simile accaderaà di altri segni predetti., per la qual cosa appareria, che li nostri antichi si sarebbono in uvano affaticati:, percheé harrebbono dimostrato per molti segni quello, che per uno solo segno si puoò dimostrare, et intendere. Onde si debbe credere, che dalloro tali segni son stati intesi, come p la senteza del predetto Bartholomeo eè di-mostrato:, douve egli dice, che dalli antichi in questi segni., ., ., la misura [s1523: page 48]era posta nella semibreuve, et che in tal segni la breuve uvaleuva tre misure:. eEt dice, che in questi, , , similmente la misura era [s1539: page 28]locata sopra la semibre. et che la breuve uvaleuva due misure:. eEt dice, che p tal modo la misura alcuna uvolta restauva diuvisa in tre minime, come in qsti segni accade, ., ., et al-cuna uvolta in due, come per questi segni, , , era dimostrato:. [s1529: page 51]eEt dice, che questo tale ordine era frequetemete osseruvato, et che secodo la antica exercitatione, le semibreuvi, et le minime di questi dui segni, , , erano intese equali in quatitaà, et pronontiatioe:, et affirma, che le minime, et semibreuvi di questi dui, , , erano intra loro equali:. mMa da noi, et esso no è affermato, che una semibreuve pfetta di ciascu di questi segni, , , sia equale alla semibreuve di questi, , , percheé (come egli testifica) se in questi dui., , , una semibreuve pfetta, ouver tre minime, ouver sei semiminime erano cantate per la pfetta misura, il qual modo di catare era chiamato dalli antichi Cantare p maggiorée.cantare p maggiore, - et anchora tal modo di cantare è frequetato dalli cotra-puntati nelle capelle delli signori, maximamete quado sopra canto piano fanno cotraputo. - et pcheé tal modo di cantare (come pruouvano li canti antichi) era molto grato ad essi antichi:, quasi tutti li loro coceti, et harmonice copositioni erano di tali segni puntati exercitati., p la qual cosa si [#s1523: existima] [#s1529: esistima] [#s1539: esistima] [#s1562: stima] , che da Busnois fusse trouvato quel canto chiamato lL'ome armèé, notato co il segno puntato:, et che dallui fussi tolto il tenore:, et pcheé esso era brieuve, che dallui, p hauver capo piuù largo senza mutar segno, fussi trasmutata la misu-ra, la qual cadeuva sopra la pfetta semibre., nella minima., la qual cosa a lui, che era grade huomo, et ottimo musico: no fu attribuita ad errore. aAnchora il simile ad Ocheghe, et [#s1523: ad] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] altri antichi, et ad Obreth, et a Iosquino no saraà uvitupio hauver sequito le [#s1523: estigia [sic: vestigie]] [#s1529: uvestigie] [#s1539: uvestigie] [#s1562: uvestigie] delli suoi pdecessori. Ma a coloro, li quali ponerano la misura nella semibreuve in questi segni, , , saraà no poco uvituperio:, pcheé harriano addotto in luce quello, che mai no fu pensato da alcuno dotto. Per tato cochiudemo, che in tali segni putati cade la misura nella minima, quado in uno canto solo fusse una sola partita di esso canto, come il tenore:. mMa se tutte le parti del canto sarano per segno puntato segnate, si teneraà altro ordine, pcheé allhora per una misura, ouver battuta passeraà una semibreuve perfetta, ouvero tre minime:, come da Ocheghe è stato osseruvato in una parte del pPatre della sua mMessa di lL'ome armèé.

COME LI CANTORI [#s1523: HABBIANO] [#s1529: HANNO] [#s1539: HANNO] [#s1562: HANNO] A NVU-MERARE LI CANTI CAP. XXXVIIII.

[s1523: page 49]PEercheé molte uvolte il cantore harraà piacere d'intendere, come si debbiano numerare li canti, bisogna che primamente cosideri il segno, sotto al quale il canto è coposto., imperoò che essendo li segni differeti di [s1529: page 52]forma, per cosequete il numerare saraà uvariato., et pcheé in ciascu cato couviene, che si ritruouvi, modo, tepo, [#s1523: et] [#s1529: &] [#s1539: ] [#s1562: ] prolatione, come nel principio fu detto., essendo un canto di modo maggior pfetto, è necessario, che in tutto il suo discorso [#s1523: li] [#s1529: gli] [#s1539: gli] [#s1562: ci] sia la quatitaà di detto modo:, la quale è il numero di tre lughe.; similme-te nel modo minor pfetto, di tre breuvi,; nel tepo pfetto, di tre semibreuvi,; et nella prolation pfetta, di tre minime.; Pper la qual cosa, no si trouvado la quatitaà predetta, saraà [#s1523: da noi] [#s1529: da noi] [#s1539: ] [#s1562: ] attribuito grandissimo errore a quelli, che 'l cotrario usano. Et se ' detti canti macherano di segni, ouvero sarano sottoposti a' segni di ipfettioe, debbiono hauvere in seé il numero binario nelle parti, alle quali essi sarano sottoposti:, et no come molti cati, liquali sono segnati di tepo impfetto, no dimeno machano della binaria numeratione delle semibr. Oltra di questo debbi sauvere, che dato che le figure da esser numerate siano di uvaluta ternaria, o binaria, questo no iporta:, pcheé basta, che nel modo maggiore [#s1523: gli] [#s1529: gli] [#s1539: gli] [#s1562: uvi] sia il numero, o quatitaà sua pricipale, che sono le lughe:, et cosiì nel minore le breuvi, nel tepo le semib. et nella prolatioe le minime. Ma quado fussino coposti dui, o piuù segni, allhora potrai cosiderare la numeratione di ciascuno p seé stesso, come p essempio [#s1523: s'el] [#s1529: Ss'el] [#s1539: Ss'el] [#s1562: Sse] fusse un canto di tepo, et prolation pfetta,. iIn questa tale potrai numerare le semib. p rispetto del tepo, ma an-chora le minime, hauvedo rispetto alla prolatioe. Et cosiì da te stesso di ogni altra occorrenza potrai far giudicio, aggiungendouvi la debita diligenza, la qual piuù che ogni altra arte, o libro puoò operare nell'intelletto di quelli, che desiderano acquistare tal uvirtuù.
[s1539: page 29][s1562: page 28]

DELLE NOTE IN LEGATVURA. CAP. XXXX.

COosiì come dalli poeti, et dotti humanisti [#s1523: son] [#s1529: è] [#s1539: eè] [#s1562: è] stato [#s1523: ritrouvate] [#s1529: ritrouvato] [#s1539: ritrouvato] [#s1562: ritrouvato] le lettere di forma [#s1523: uvariate] [#s1529: uvariate] [#s1539: uvariate] [#s1562: uvariata] , et differenti di nome:, cosiì li musichi hanno ordi-nato le figure. ouver note dissimile l'una dall'altra, cioè di nome, et forma, la quale si domanda nota quadrata, et nota obliqua. Quadrata è detta p la sua forma, come qui, obliqua rispetto alla lunghezza sua, come la presente dimostra, del che auvertirai, che nelle qdrate note, ogni qdrato dimostra un corpo di una sola nota:, ma la figura obliqua è di cotrario effetto, cioè che d'ogni corpo apparente il principio, et l'extremo suo fanno due note, come esse fussino distinte, et separate. Legatura quel che siaEt no eè altro la legatura, che una certa qtitaà di note semplici in seé raccolte., p la qual cosa è stato [s1523: page 50]necessario, che sia uvariato il nome, et la sua forma., Iimpoò che è ordinato. [s1529: page 53]4. figure, ouver note potersi colligare:, le quali sono maxima, luga, breuve, et se-mibr., o siano ascedenti, o discedenti. La ligatura aduque ascedete è quella, nella quale la secoda nota sopra auvanza, et è superiore alla prima:, dato che sia con uvirgola, o senza [#s1523: uvirgola] [#s1529: uvirgola] [#s1539: uvirgola] [#s1562: ] , come qui, ma la discedete ligatu-ra è quella, nella quale la secoda nota appare inferiore alla pri-ma, coe qui/, / se bene ascedono, o discendono, co uvirgola, o senza uvirgola, di cotraria quatitaà et nome., pcheé trouvando piuù figure, o note oblique, o quadre, senza uvirgola ascedenti, se esse fussino be mille, sempre sarano breuvi:, et p il cotrario, la prima, et ultima sarano lughe di forma quadra. Ma pcheé sempre in questo mio Thoscanello mi sono affaticato co modi facili, p li quali a te no sia di fastidio:, no uvoglio meno opare nel pre-sente capi. la dimostratione, et prattica necessaria a questo. Et prima notanota, che ogni uvirgola ascedente dalla parte sinistra, ataccata alla nota quadra, et obliqua, sempre dimostra la prima, et secoda nota semibreuve, o sia asce-dente, o discendente. mMa quelle del mezzo, oblique, et quadre, senza alcun dubbio sarano breuvi:, saluvo che l'ultima discedente quadra, la quale eè luga. Et se la uvirgola appariraà dal cato sinistro discedente co due note sole, la prima saraà breuve, et la secoda lunga:. mMa se sarano piuù di due, la prima, et la secoda sarano breuvi, et se ascederano tutte, co uvirgola, o senza uvirgola, sarano breuvi:. dDi poi, se la uvirgola saraà dal canto destro discedete, o ascedete, questo no maca, che saraà maxia, ouvero luga. Oltra [#s1523: ] [#s1529: di ] [#s1539: di ] [#s1562: di ] cioò si truouva achora la psente figura, della qle secodo la generale opinioe si dice, che la prima è luga, et la secoda breuve:, ma ascedete, come qui, si dice breuve, et breuve., della qual cosideratioe si adduce i cotrario, pcheé tali figure discedeti, et ascedeti, come qui, , non si dicono altro, che breuvi, et le se-queti, come q, , semibreuvi., p la qual cosa si risponde, che nel primo essempio di sopra mostrato, per il fondamento delle presenti, esse figure debbono essere simili di nome, et quatitaà., Iimperoò che no uvaria-do le dette dinanzi ascedenti, et discedenti, esse no debbono anchora esser uvariate. nNo di meno quello, che a te piace, osseruverai. VUltimamete nel prin-cipio della figura sequete sono alcue note in mezzo co la uvirgola appresso di alcuni chiamate lunghe, nelle quali appare un punto in ultimo della sua uvirgola:, et pcheé sono alcuni altri di contraria opinione, [#s1523: li quali dicono tali note, che sono in mezzo:, chiamarsi breuvi, et senza uvirgola, et altri lughe co la uvirgola] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] :, io ti pongo l'uno, et l'altro essempio, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: hora ] fa' come a te [#s1523: pare] [#s1529: piace] [#s1539: piace] [#s1562: piace] . [s1523: page 51][s1529: page 54][s1539: page 30][s1562: page 29]

COLIGATIO NOTVULAR

[s1523: page 52]
[s1523: page 53][s1529: page 55][s1539: page 31][s1562: page 30]

[#s1523: LIBRO] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: IL TOSCANELLO IN MVUSICA DI M. PIETRO ARON FIORETNINO [sic: FIORENTINO]. LIBRO] SECONDO.

SE DOLCE, Ee dolce et cara è la cognitio-ne di tutte le cose, quella certamente debbe essere soauvissima, et accettissi-ma, la quale ne fa intedere co ragione la piuù diletteuvole di tutte l'altre arti, et scienze, che siano., Pper la qual cosa, ha-uvendo io (come penso) col diuvino aiuto atteso, et osseruvato già il mezzo della mia promessa, no posso fare, che no m'allegri, et goda [#s1523: fra di] [#s1529: fra di] [#s1539: fra di] [#s1562: in] me del mio porger mano (il che sia detto senza arroganza) a qlche amatore di uvirtù, per modo che hoggimai colle santissime Muse, et duca di loro, Apolline, no dico in tutto da seé stesso, ma certo assai piuù leggiermente, et con minor fatica, che prima: potrano couversare. lLaà onde, fatti partecipi della musica, et harmonica facoltaà, gratia et dono uveramente celeste, et diuvino, grati, et di animo [#s1523: magno] [#s1529: magno] [#s1539: magno] [#s1562: grande] tal uvolta di me ricordarsi, et bene pregarmi no si sdegnera-no.; et auvega che io, come huomo atto ad errare (cheé solo la diuvina maiestaà è senza errore) m'inganni, et (douve assai habbia promesso) poco attenda, non dimeno, per che con gran zelo, et ardore di giouvare alli studiosi que-sta fatica hòo presa, mi giouva di darmi ad intendere, che al manco per quel buon uvolere, se non per l'effetto, li candidi lettori mi ameranno. Per tanto, non mi essendo rincresciuta la fatica del antecedente libro, neé quella del seguente [#s1523: essendo] [#s1529: mi saraà] [#s1539: mi saraà] [#s1562: mi sarà] per [#s1523: rincrescermi] [#s1529: rincrescere] [#s1539: rincrescere] [#s1562: rincrescere] , a te anchora, studioso lettore, non rin-cresca leggere questo con attentione., del quale non minore utilità trar-rai, ch'abbi fatto del primo, anzi (per dire il uvero) molto maggiore, et di piuù soblime effetto., percheé in quello il modo di cantare hai inteso, in questo quato appartiene al modo di comporre sei per intendere, fra' quali modi, cioè di cantare, et comporre, quella comparatione potemo fare, che fece Themistocle, chiarissimo imperatore atheniese., fra Homero, et Achille, facendo simile Achille ad un uvincitore di giuochi olympici, Homero ad un trombetta, che le sue uvittorie predicasse., secondo il quale essempio potemo dire noi, che 'l comporre sia maggiore, che 'l cantare, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: siì ] come [#s1523: che] [#s1529: che] [#s1539: che] [#s1562: ] è maggior opra [sic: opera] far la cosa, che publicarla., le quali cose espedite, a questa nostra opera colla tua buona gratia daremo il desiato fine. [s1523: page 54][s1529: page 56]

CHE COSA SIA TVUONO. CAP. I.

TVONOuono è uno spatio di due uvoci, o suoni, discritto da Gama ut ad A re, et da A re [#s1523: a] [#s1529: a] [#s1539: a] [#s1562: ] mi, ouvero secodo li gGreci da proslambanóomenos a hypáate hypatôon, le qli chorde rispondono appresso di noi queste syllabe, [#s1523: ] [#s1529: ut-re, & ] [#s1539: ut-re & ] [#s1562: Vut-re & ] re,-mi, cosiì in ascedere, come in discedere, secodo l'ordine naturale., et è diuviso in due parti differenti, delle quali l'una saraà maggiore, et l'altra minore. lLa parte maggiore è detta da' gGreci Apotomèe parte maggre del tuono apotomèe, qual no importa altro, che semituono maggiore. lLa minor parte è chiama-ta Lima parte minorelima, che tato è, come semituono minore., la qual diuvisioe resta stabile in tutti li segueti tuoni. Il terzo luoco, douve è causato il tuono, è da parhypáate hypatôon a licanòos hypatôon, cioè da C fa ut a D sol re, co queste note, fa-sol, et sol-fa. Il qrto tuono nasce da lichanòos [#s1523: hypatôon] [#s1529: hypatôon] [#s1539: hypaton] [#s1562: hypatonia] a hypáate mesôon, cioè D sol re, et E la mi, co qste uvoci, re-mi, et mi-re. Il qnto tuono appare da parhypáate mesôon a lichanòos mesôon, cioè da F fa ut a G sol re ut, cosiì dicendo, fa- sol, et sol-fa, ut-re, et re-ut, in ascedere, et discedere. Il sesto tuono cade da li-chanòos mesôon a méese, cioè G sol re ut, et A la mi re, dicedo sol-la, et la-sol, re-mi, et mi-re, ut-re, et re-ut. Il settimo tuono si cosidera da méese a paraméese, cioè A la mi re, et mi, co qste note, re-mi, et mi-re. L'ottauvo tuono è da tríite synemenôon, a paranéete synemenôon, cioè B fa, et C sol fa ut, co qste no-te, fa-sol, et sol-fa. Il nono tuono si ritruouva da tríite diezeugmenôon a paranéete diezeugmenôon, cioè C sol fa ut, et D la sol re, co qste syllabe, fa-sol, et sol- fa, ut-re, et re-ut. Il decimo tuono è dimostrato da paranéete diezeugmenôon a néete diezeugmenôon, cioè [#s1523: D ] [#s1529: dD ] [#s1539: dD ] [#s1562: D ] Lla sol re, et E la mi, cosiì dicedo, sol-la, et la-sol, re- mi, et mi-re. L'undecio tuono è da tríite hypboléeon a paranéete hypboléeon, cioè da F fa ut, et G sol re ut, co qste note, fa-sol, et sol-fa, ut-re, et re-ut. Il duodecimo tuono è da paranéete hypboléeon a néete hyperboléeon, cioè da G sol re ut ad A la mi re, co tal processo, sol-la, et la-sol, re-mi, et mi-re, ut-re, et re-ut. Il terzodecimo tuono è da néete hyperboléeon a mi, cioè A la mi re, et B fa mi, con queste note, re-mi, et mi-re. Il quarto decimo tuono nasce dal fa di B fa [s1539: page 32]mi a C sol fa, dicedo fa-sol, [#s1523: et sol-] [#s1529: & sol-] [#s1539: & sol-] [#s1562: ] fa.; Iil qntodecimo tuono da C sol fa a D la sol con tal discorso, fa-sol, et sol-fa, o uvero sol-la, et la-sol. Il decio sesto, et ultimo tuono è da D la sol ad E la, co qste note, sol-la, et la-sol, come nella figura diatonica piuù facilmete intederai:, il qual tuono cade nella proportione sesquiottauva posta in qsti numeri, otto a nouve, ouvero altri simili. [s1523: page 55][s1529: page 57][s1562: page 31]

DEL SEMITVUONO MINORE, ET MAGGIORE. CAP. II.

ILl semituono minore è una distanza di due uvoci, il qle è detto da semis, che significa in qsto luogo impfetto, et no mezzo, [#s1523: imperoò che] [#s1529: imperoò che] [#s1539: imperoò che] [#s1562: imperciocheé] esso tuo-no (come di sopra è detto) è formato di dui semituoni no equali. Ritrouvasi aduq intra hypáate hypatôon et parhypáate hypatôon, cioeè mi, et C fa ut, in qsto modo, mi-fa, et fa-mi, cosiì in ascedere, come in discedere. Il secodo semituono si ritruouva tra hypáate mesôon, et parhypáate mesôon, cioè E la mi, et F fa ut, cosiì dicedo achora mi-fa, et fa-mi. Il terzo semituono è da méese a tríite synemenôon, cioè A la mi re, et B fa. Il qrto da paraméese a tríite diezeu-gmenôon, cioè [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, et C sol fa ut. Il qnto è da néete diezeugmenôon a tríite hypboléeon [#s1523: co il supiore interuvallo] [#s1529: cioeè eE la mi, & fF fa ut] [#s1539: cioeè eE la mi, & fF fa ut] [#s1562: cioeè eE la mi, & fF fa ut] . Il sesto da néete hypboléeon, cioè aA la mi re, et b fa. Il settimo, et ultimo semituono nasce tra [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, et C sol fa. Restano dui semituoni differeti da qsti, secodo il genere diatoico chiamati maggiori, appareti tra la syllaba fa, et mi della positione chiamata B fa [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, la qual uvoce mi è piuù acuta di essa uvoce fa di detto semituono maggiore, il quale supa di [#s1523: uno] [#s1529: uno] [#s1539: una] [#s1562: una] coma il miore semituono. pP tato il minore semituono cade nella pportione 256, et 243., Iil qual numero 256 soprauvaza 13 al numero 243.

DEL DITONO. CAP. III.

DIitono ppriamente si può chiamare una copositioe di dui tuoni., p cioò è detto da dis, che uvuol dire due uvolte:, et da tuono:, a dichiarare, che cotiene dui tuoni., la ql distaza, o uvero copositioe si cosidera in diece luochi uvarii. Onde il primo saraà da Gama ut a hypáate hypatôon, cioè [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi., Iil secodo da parhypáate hypatôon a hypáate mesôon, cioè C fa ut, et E la mi., Iil terzo da parhypáate mesôon a méese, che significa F fa ut, et A la mi re., Iil qrto da lichanòos mesôon a paraméese, cioeè G sol re ut, et [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi., Iil qnto da tríite synem-menôon a néete synemenôon, cioè B fa, et D la sol re., Iil sesto da tríite diezeug-menôon a néete diezeugmenôon, cioè C sol fa ut, et E la mi., Iil settio da tríite hypboléeo a néete hypboléeo, cioè F fa ut, et A la mi re., Ll'ottauvo da G sol re ut, et [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi., Iil nono da B fa a D la sol., Iil decimo, et ultio da C sol fa ad E la. Et pcheé tal discorso genera dui nomi, et forme uvarie, in questo modo, Vut-mi, et Ffa-la, tali nomi, et forme no sarano dette due specie, dato che siano in [s1529: page 58]uva-rii luochi ordinati, et differenti di nomi, percheé non è intra loro semituono mediato alcuno,, et per questa cagion no si dirà, che siano due specie, ma p seé solo:, [#s1523: impoò che] [#s1529: imperoò che] [#s1539: imperoò che] [#s1562: imperciocheé] li semituoni son quelli, che fano uvariare le specie, come se-quedo intenderai. pPer tato tal ditono cade nella proportione 81, et 64., nella quale il numero 81 auvanza il numero 64 la quatitaà presente, cioè 17. [s1523: page 56]

Dimostratione del ditono.

DEL SEMIDITONO. CAP. IIII.

ILl semiditono è una copositione di tre uvoci, le quali in seé cotegono uno tuono, et uno semituono minore, come si uvede da proslabanóomenos a parhypáate hypatôon, cioè Are, et C fa ut, et achora da hypáate hypatôon a lichanòos hypatôon, e qli significao [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, et [s1539: page 33]D sol re. eEt cosiì examinado tal discorso, ritrouverai due specie differeti di nome, et copositioe, in qsto modo, Rre-fa, et Mmi-sol., douve chiaro si uvede essere differeti di detto nome, et copositione rispetto alli semituoni, che hano uvarii luochi. Il semiditono è detto imperfetto ditono, et no mezzo, [#s1523: imperoò che] [#s1529: impoò che] [#s1539: imperoò che] [#s1562: imperciocheé] semis in questo luoco no significa mezzo, ma imperfetto. Il semituono della prima specie è nel secondo interuvallo, et il secondo semituono nel primo resta, et da alcuni sono chia-mati terza minore, cadente nella proportione 32 a 27. sSimilmente, pcededo si ritruouva da lichanòos hypatôon a parhypáate mesôon, cioè D sol re, et F fa ut, et da hypáate mesôon a lichanòos mesôon, che significano E la mi, et G sol re ut, come la figura ti dimostra.
Semiditoni, oero terze minori.

Dimostratione del semiditono.

[s1523: page 57][s1529: page 59]
[s1562: page 32]

DEL TRITONO. CAP. V.

TRritono secodo il proprio suo nome è detto essere una copositione di tre tuoni, li quali naturalmete nascono da parhypáate mesôon a para-méese, cioè F fa ut, et B fa [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, in qsto modo, fa-sol-re-mi. cCosiì ancho-ra da tríite hypboléeon, qual è F fa ut acuto, a B fa [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi secodo, il simile trouverai. No dimeno, pcheé esso tritono è cosa dura, et aspra, è stato di bisogno che sempre mai sia mitigato, et indolcito co la figura, òo segno sequente, b, quado il canto no passerà il luogo di detto B fa [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, et qsto intedi cosiì in ascedere, come i discedere:. mMa ritornato al [#s1523: primo suo] [#s1529: primo suo] [#s1539: primo suo] [#s1562: suo primo] luoco, subito tal figura, òo segno debbe essere rimossa. Appare detto tritono naturalmete et ac-cidetalmete in sette luochi della mano, delli qli li dui sopradetti sono natu-rali. Il primo aduq accidetale nasce dalla positioe hypáate hypatôon, cioè [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, a qlla di hypáate mesôon, qle è E la mi grauve, essendo in esso hypáate hy-patôon il segno di b molle, nel quale sarà mutata la syllaba, o uvoce mi nella syllaba fa, et p cosequente la uvoce mi di E la mi, o uvero hypáate mesôon sarà mutata nella uvoce fa, [#s1523: p] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] qllo, che di sopra è stato detto. Et qsto sempre nelli sequeti itederai, pcheé dicedo fa in hypáate mesôon, chiamato E la mi grauve, et discorredo insino al luoco méese, chiamato A la mi re, è di bisogno porre in esso méese il segno di b molle.; Ccosiì anchora da tríite synemmenôon, quale è b fa acuto, a néete diezeugmenôon, chiamato E la mi secodo, nel quale, la sua nota è mutata nella uvoce fa. Similmete saraà da néete diezeugmenôon a néete hypboléeon, cioè aA la mi re sopracuto, Eet da b fa ultimo insino ad E la., come nella sequete figura, secodo che nella mano si cotiene, trouverai,. Cade il tritono nella proportione 729, et 512.

Dimostratione del Ttritono.

DEL DIATESSARON. CAP. VI.

DIiáa tessaron, è una copositoe [sic: compositione] di dui tuoni, et uno semituono minore. Et è detto a diáa, che significa per, et tessara, quatro:. eEt è ppriamente [s1529: page 60] una cogiuntione di quatro uvoci [#s1523: formata, nella qualle [sic: quale]] [#s1529: ne laquali [sic: laquale]] [#s1539: ne laquali [sic: laquale]] [#s1562: ne lequali] si cotengono [s1523: page 58]tre diuverse figure, ouvero specie, [#s1523: delle qli] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] la prima harrà principio in psla-banóomenos, quale è A re, la fine in lichanòos hypatôon, cioè D sol re, con queste note, Rre-mi-fa-sol, procededo p tuono, et semiditono, o uvero p semi-ditono et tuono,. pP tato ogni cosonanza sempre harrà meno una specie, che no sono le sue uvoci, o sia quinta, ottauva, òo qual uvuole essere.eccetto la 6a qle ne ha 3. eEt in qualuque luoco trouverai tal discorso, sempre sarà la prima figura, òo specie del diàa [s1539: page 34]tessáaron detto,. lLa seconda figura harraà principio da hypáate hypatôon a hy-páate mesôon, cioè [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, et E la mi, co queste note, mi-fa-sol-la, differete dalla prima forma di nome, et copositione, pcheé procede per semituono, tuono, et tuono, ouvero per semiditono, et tuono. eEt similmete questa sarà chiama-ta in ogni luoco seconda specie del diàa tessaron. lLa terza, et ultima figura harrà principio da parhypáate hypatôon, a parhypáate mesôon, cioeè C fa ut, et F fa ut, co queste syllabe, ut-re-mi-fa, procedendo per tuono, tuono, et semituono minore, ouvero p ditono, et semituono, differente dalla prima, et secoda specie, percioò che il primo diàa tessáaron hàa il semituono nel secodo inter-uvallo, il secodo nel primo,; il terzo nel l'ultimo [#s1523: interuvallo si truouva] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] ., come la sequente figura. cCade il diàa tessáaron nella pportione sesquiterza psente, 4/3. [s1562: page 33]

Dimostratione del diàa tessáaron.

DEL DIA PENTE. CAP. VII.

LAa consonanza diàa péente è una compositione di cinque suoni, o uvero uvoci, le quali in seé cotegono tre tuoni, et uno semituono minore. dDetta è da diàa, che significa per, et péente, cinque. hHàa in seé quatro specie differenti, in questo modo, cioè, re-mi-fa-sol-la, mi-fa-sol- [#s1523: la-] [#s1529: re-] [#s1539: re-] [#s1562: re-] mi, fa-sol-re-mi-fa, [#s1523: et] [#s1529: &] [#s1539: &] [#s1562: ] ut-re-mi-fa-sol. La prima specie adunque saraà formata della prima del diàa tessáaron co uno tuono superiore, il qual principio sarà lichanòos hypatôon, quale è D sol re, et il suo fine a méese, cioeè A la mi re, procededo per tuono, semituono, tuono, et tuono., p il qual modo sempre harrai la prima specie di esso diàa péente. La specie secoda è ordinata dalla secoda del diàa tessáaron, aggiunto un tuono, et il suo principio sarà in hypáate mesôon, [#s1523: cioè] [#s1529: ci [sic: cioè]] [#s1539: ci [sic: cioè]] [#s1562: ci [sic: cioè]] E la mi, et il suo fine in paraméese, [s1529: page 61]quale è mi acuto, ascendendo per semituono [s1523: page 59]minore, et tre tuoni. La terza specie si cosidera da parhypáate mesôon a tríite diezeugmenôon, che sono F fa ut, et C sol fa ut, formata della terza specie del diàa tessáaron, couversa in tritono, et uno semituono minore. La quarta, et ultima specie si manifesta da lichanòos mesôon a paranéete diezeugmenôon, cioè G sol re ut et D la sol re, [#s1523: formata della] [#s1529: formata de la] [#s1539: formata de la] [#s1562: forma tuono [sic: formata della]] terza figura del diàa tessáaron, et uno tuono supiore., laqual procede per tuono, tuono, [#s1523: semituono] [#s1529: semituono] [#s1539: semituono] [#s1562: semi ta de la [sic: semituono]] , et tuono. cCade il diàa péente nella proportione sequente detta sesqualtera, cioè 3 àa 2. [#s1523:

Dimostratione del diàa péente.

] [#s1529:

Dimostratione del diàa péente.

] [#s1539:

Dimostratione del dia pente.

] [#s1562:

Dimostratione del dia pente.

]
ALLlla sopradetta dimostratione si oppongono alcuni in contrario., la qual quistione, bencheé sia leggiera, et [#s1523: quasi] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] friuvola:, non dimeno qui di sotto [#s1523: la] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] intendo [#s1523: annotare:, affine che gli nouvitii] [#s1529: chiarirla per cagione de' nuouvi] [#s1539: chiarirla per cagione de' nuouvi] [#s1562: chiarirla per cagione de' nuouvi] scholari di questa leggiadra, et melliflua disciplina, se p caso fussino mai tetati, come una uvolta fui io:, ageuvolmente si habbiano a risoluvere., sanza che, per esser la uvarietaà condimento del diletto:, il continouvar di simili dimostrationi meno spiaceuvole per cotal diuverticolo da' lettori potrà sentirsi. [#s1523: Dicono] [#s1529: Dico] [#s1539: Dico] [#s1562: Dico] adunque primieramete che tante sono le specie del diàa péente, quanto sono le specie della sesqualtera, dalla quale nasce il diàa péente:; et cosiì, la sesqualtera essendo solo una [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: uvolta] , et no piúù, sequiterà, che la specie del diàa pèente sia una sola., Iil qual modo di arguire pare, che habbia qualche uveritaà, percheé è sottile materia da discutere:, ma tale argomento è però da sophista, percheé appare, et non è. [#s1523: eEt] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] questo auviene, percheé essi coparano la natura del diàa péente cosiderato dal musico alla natura della sesqualtera cosiderata dallo arithmetico. Il musico dice, che il [#s1523: diàa péente] [#s1529: diàa péente] [#s1539: dia pente] [#s1562: apente [sic: diapente]] è copositione di cinq uvoci, et lo arithmetico dice, che la sesqualtera è, quado il maggiore [s1539: page 35]termine cotiene i seé una uvolta tutto il minore con la sua medietaà:. eEt per tal modo il musico, et lo arithmetico in questo sono differenti:, pcheé dato, che la sesqualtera, dallo arithmetico cosi-derata in extremità, habbia in suono [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: di ] natura di diàa pèente, non dimeno non sarà mediata, cioè che no sarà coposta di cinque numeri, et di quatro pro-portioni (come al diàa péente si couviene), le quali han cinque suoni, et quatro interuvalli. Sarà aduque necessario, che il musico consideri tale sesqualtera [s1523: page 60]hauvere intra li suoi extremi [s1529: page 62]cinque numeri, et quatro proportioni., Ppercioò che il diàa péente theoricamete considerato è aggregato di tre tuoni, et uno minore semituono:; bisognerà che la sesqualtera dal musico considerata in-chiuda nelli suoi extremi tre sesquiottauve, et una proportione cadente in questi termini, 256 a 243., nella quale (come a Boetio piace) cade il mi-nore semituono. Ma percheé (come habbiamo nel monachordo) procedendo da ciascuna delle quatro lettere finali al suo quinto luoco, cioeè dD-eE-fF-gG-aA, eE-fF-gG-aA- [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] , fF-gG-aA--cC, et gG-aA- [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] -cC- [#s1523: dD, li ] [#s1529: dD, gli ] [#s1539: di [sic: D, i] ] [#s1562: di [sic: D, i] ] termini medii locati tra li extremi della predetta sesqualtera, ouvero diàa péente dal musico exercitata sono in quatro modi differeti uvariati., però il musico, senza mutare li extremi, dice, che [#s1523: essa] [#s1529: esso] [#s1539: esso] [#s1562: esso] diàa péente hàa quatro uvarietaà, come appare nel cap. 3. del quarto libro della mMusica di Boetio, douve in tal luoco trouverano delle tre specie del diàa tessáa-ron, delle quatro [#s1523: specie] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] del diàa péente, et delle sette [s1562: page 34]del diàa pasôon:, le quali uvarietà da Boetio nel luogo preallegato sono chiamate specie:, le quali nasco-no, pcheé il semituono, il quale è dissimile dalli altri tre interuvalli:, hora cade nel secondo interuvallo, hora nel primo, hora nel quarto, et hora nel terzo. Et pcheé le predette quatro uvarietà siano meglio intese, et conosciute, li musici hano loro assegnato ordine, cioè prima, secoda, terza, et quarta:, il quale ordine nasce dalla sua locatione, cioè quella, che prima è ritrouvata, ouvero nasce prima nel monachordo, è detta prima:; di poi, secoda, terza, et quar-ta. oOnde tal ordine è osseruvato da tutti li dotti musici, et per tal modo tali quatro uvarietà, ouvero specie di diàa péente, òo di sesqualtera, nascono dalla uvariatione, che fanno li medii in quatro modi fra li extremi, et no dal mi-nuire, et accrescere li extremi:, li quali sono sempre immutabili diàa péente, ouvero sesqualtere, et non, come li predetti, li quali senza consideratione, et fondamento intendono. cCosiì seguitando dicono, che per adempire, et perfi-cere quelli quatro autentici tuoni, è stato necessario, che siano aiutati da quelli quatro interuvalli di quella unità, òo sola specie di diàa péente. qQui dimostrano essere inauvertenti, per che, per formare li quatro tuoni autentici, no si togliono una sola uvolta li quatro interuvalli di uno solo diàa péente, màa tali interuvalli si togliono differentemente quatro uvolte, come di sopra è stato essemplato da D grauve a G acuto. eEt per tal modo alla forma delli quatro tuoni autentici conuvengono 16 interuvalli di diàa péente:, come nel tTrattato nostro delli tuoni habbiamo dimostrato., per che solamente li quatro in-teruvalli del diàa péente [#s1523: solo] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] non possono dare la forma, se non ad uno solo tuono. eEt per tal modo no si farebbono quatro tuoni differenti, màa sarebbe [s1523: page 61]solo uno. Che questo sia il uvero, si uvede apertamente, [#s1523: cheé] [#s1529: in che] [#s1539: in che] [#s1562: in che] [s1529: page 63]ciascheduno tuo-no si fàa di otto suoni, chiamati diàa pasôon, produtta dalla dupla proportio-ne, la qual dupla solo è una, et non molte. Adunque, secondo la openione di essi, tante specie di diàa pasôon, ouvero tuoni saranno, quante sono le specie della dupla:, et per consequente non potranno essere quatro tuoni autetici, ma solo ne saraà uno:, la qual sentenza da noi non è conceduta.

DEL HEXACHORDO. MAGGIORE. CAP. VIII.

HEexacordo è detto da hex, che significa sei:, et chorda, pcheé è di sei uvoci., il quale è formato di quatro tuoni, et uno minor semituono, chiamato uvolgarmente sesta maggiore. nNaturalmente si ritruouva secodo l'ordine diatonico nouve uvolte uvario, co tre accidentali., per il qual or-dine si comprende, che solo tre ne restano., percioò che discorri, come a te piace, sempre trouverai ut-re-mi-fa-sol-la, re-mi-fa-sol-re- [#s1523: , et mi [sic: mi, et]] [#s1529: mi, &] [#s1539: mi, &] [#s1562: mi, &] fa-sol-re- mi-fa-sol., dil che ragioneuvolmente potremo dire li sopradetti exachordi replicati, siì naturali, come accidentali., percheé è manifesto, che da Gama ut ad E la mi grauve è tanto, quanto da C fa ut ad A la mi re acuto, siì di nome, come di compositione, et come è da G sol re ut grauve ad E la mi acuto, et da C sol fa ut ad A la mi re, secondo, nelli quali per esser uvariati li semituoni, per consequente, il nome è differente, come nel [s1539: page 36]primo hexachordo appare il semituono nel terzo interuvallo, il secondo nel seco-do, et nel quarto al terzo interuvallo si oppone, come dimostra la seguente figura. L'exachordo cade nella proportione 27, et 16. [#s1523:

Dimostratione del hexachordo maggiore.

] [#s1529:

Dimostratione del hexacordo maggiore.

] [#s1539:

Dimostratione del hexacordo maggiore.

] [#s1562:

Dimostratione del hexacordo maggiore.

]

DEL HEXACHORDO MINORE. CAP. VIIII.

HEexachordo, [#s1523: ouvero] [#s1529: ouvero] [#s1539: ouvero] [#s1562: o] sesta minore è quello, il quale è considerato per la copositione di tre tuoni, et dui semituoni minori, imperoò che esso hexachordo resta diminuto dal sopra detto la quantitaà di uno se-mituono maggiore, come dimostrano le seguenti syllabe, re-mi-fa,-re-mi- [s1523: page 62]fa, [s1529: page 64]le quali nascono dalla positione di A re insino ad F fa ut grauve, et tali hexachordi naturalmente sei uvolte nella mano si ritruouvano., Ddelli quali ne hauvemo il primo da detto A re ad F fa ut, ouvero da proslambanóomenos a parhypáate mesôon., Iil secondo da hypáate hypatôon a lichanòos mesôon, cioè [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, et G sol re ut., Iil terzo da hypáate mesôon a tríite diezeugmenôon, che sono E la mi, et C sol fa ut., Iil quarto da méese a tríite hyperboléeon, cioè A la mi re, et F fa ut acuto., Iil quinto da paraméese a paranéete hyper-boléeon, liquali sono [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi acuto, et G sol re ut sopracuto., Iil sesto, et ultimo da néete diezeugmenôon, cioè E la mi acuto, a C sol fa., delli quali tre ne restano differenti di nome, et copositione, come qui, Rre-mi-fa-re-mi-fa, Mmi-fa-re-mi-fa-sol, et Mmi-fa-sol-re-mi-fa. pPer tato il primo è diuverso dal secondo, et terzo p causa del semituono, il qual si dimostra nel secondo in-teruvallo:. iIl secodo dal primo, et terzo è incotrario, pcheé il semituono resta in grauve nel primo interuvallo:. cCosiì il terzo dal primo, et secondo non cocorda, pcheé il semituono nasce in acuto all'ultimo interuvallo., Pper la qual cosa li seguenti saranno detti anchor replicati, percheé son simili di nome, et compositione., come per li quatro accidentali si comprende per il segno di b molle posto in b fa [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi., delli quali il primo harrà principio in lichanòos hypatôon, qual è D sol re:, la fine [s1562: page 35]in tríite synemmenôon, cioè b fa acuto, con questi nomi, re-mi-fa-re-mi-fa. Il secondo harrà principio da hypáate me-sôon a tríite diezeugmenôon, cioè E la mi grauve, et C sol fa ut., come qui, Mmi- fa-re-mi-fa-sol. Il terzo, et quarto il simile nelle sue ottauve trouverai. Cade l'hexachordo minore in questi numeri, 128, et 81. [#s1523:

Dimostratione del hexachordo minore.

] [#s1529:

Dimostratione del hexacordo minore.

] [#s1539:

DIMOSTRATIONE DELL'EXACORDO MINORE.

] [#s1562:

DIMOSTRATIONE DELL'EXACORDO MINORE.

]

DEL DIA PASON. CAP. X.

DIiàa pasôon è una congiuntione, ouvero consonanza di otto suoni, li quali in seé contengono secondo il genere diatonico cinque tuoni, et dui minori semituoni. Diapason d'onde è cosiì detta dDetta éè a diàa, che notifica per, et passa, [#s1523: tutta] [#s1529: tutto] [#s1539: tutto] [#s1562: tutto] , quasi una copositione di tutte le uvoci., la quale si forma del diàa tessáaron, et diàa péente. Et percheé in esso diàa tessáaron, et diàa péente sono ordinate sette specie, per [s1529: page 65]coseguete sette specie harrà. il detto diàa pasôon., delle quali la pri-[s1523: page 63]ma harrà principio da proslambanóomenos a méese, cioè A re, et A la mi re, fatta della prima specie del diàa tessáaron, et prima diàa péente., imperoò che essendo in lei il semituono uvario, resta dalla seconda, terza, quarta, quinta, et sesta, et settima figura differete, come per lo essempio chiaro si uvedrà. La seconda specie harrà principio da hypáate hypatôon a paraméese, cioè mi in grauve, et mi in acuto, fatta della seconda figura del diàa tessáaron, et seconda diàa péente, dissimile dalla prima, terza, quarta, qnta, sesta, et settima. La terza specie harrà principio da parhypáate hypatôon ad tríite diezeugmenôon, cioè C fa ut, et C sol [s1539: page 37]fa ut, fatta dalla terza [#s1523: figura del] [#s1529: figura del] [#s1539: figura del] [#s1562: ] diàa tessáaron, et terza diàa péente, et p il semituono diuverso resta dalla prima, secoda, quarta, qnta, sesta, et settima uvariata. La quarta specie harrà principio da lichanòos hypatôon a paranéete diezeugmenôon, cioè D sol re, et D la sol re, fatta della prima figura del diàa péente, et prima diàa tessáaron, diuversa dalla prima, secoda, terza, quinta, sesta, et settima. La quinta specie harrà principio da hy-páate mesôon a néete diezeugmenôon, cioè E la mi grauve, et E la mi acuto, fatta della seconda figura del diàa péente, et seconda diàa tessáaron, dissimile dalla prima, seconda, terza, quarta, sesta, et settima dimostratione. La sesta specie harrà principio da parhypáate mesôon a tríite hyperboléeon, cioè F fa ut grauve, et F fa ut acuto, fatta della terza figura del diàa péente, et terza diàa tessáaron, diuversa dalla prima, secoda, terza, quarta, qnta, et settima. La settima specie harrà principio da lichanòos mesôon a paranéete hyperboléeon, cioè G sol re ut grauve, [#s1523: ouver primo] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] , et G sol re ut secodo, fatta della quarta figura del diàa péente, et prima diàa tessáaron, dissimile dalla prima, seconda, terza, quarta, quinta, et sesta dimostratione, come si manifesta nel seguete essempio.

Dimostratione del diàa pasôon.

[s1523: page 64][s1529: page 66]PEercheé manifesta cosa è, che li essempi assai piuù muouvono, che le parole, no senza ragione habbiamo qui di sotto [#s1523: ap-posta] [#s1529: posta] [#s1539: posta] [#s1562: posta] la seguenta figura diatonica, nella quale chiaramete comprenderai tutto quello, che è detto di sopra.; et oltra di ciò io hòo aggiuto due [#s1523: altre] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] figure del genere chromatico, et enarmonico, le quali, bencheé in tutto no siano necessarie a chi solo della prattica si diletta:, non dimeno non sarano anchora in tutto fuora di pro-posito a quelli, che piuù oltra cercassino di sapere. Sarà l'officio tuo, benigno lettore, non incolparmi, se facendo io professione di prattica, una [#s1523: fiata] [#s1529: uvolta] [#s1539: uvolta] [#s1562: uvolta] , òo due a qualche particella di theorica la mano harrò distesa., laqual cosa, per che rarissime uvolte da me fatta trouverai, per cotale rarità potrai interpretare, che non mai l'habbia fatta., come si legge di Crasso, il qual, per che solo una [#s1523: fiata] [#s1529: uvolta] [#s1539: uvolta] [#s1562: uvolta] fu uveduto ridere, non mai hauver riso si dice, et crede. [s1523: page 65][s1529: page 67][s1539: page 38][s1562: page 36]

[#s1523: ] [#s1529: Dimostratione del genere diatonico.] [#s1539: Dimostratione del genere diatonico.] [#s1562: DIMOSTRATIONE DEL GENERE DIATONICO.]

[s1523: page 66][s1529: page 68][s1539: page 39][s1562: page 37]HAauvendo manifestamente mostrato nella precedete figura ciascuna consonanza diatonica, è necessario sape, che nel genere diatonico, ciascuno delli tetrachordi di esso genere procedono per semituono minore, tuono, et tuono, come i qste syllabe, mi-fa-sol-la., il qual tetrachordo harrà principio in hypáate hypatôon, et la fine in hypáate mesôon, che altro no significano, che mi, et E la mi. Onde in qsto genere diatonico il tetra-chordo sempre è formato di tre interuvalli, come di sopra è manifesto., Iim-peroò che da hypáate hypatôon a parhypáate hypatôon, cioè da mi a C fa ut, è il suo primo iteruvallo, nel quale cadeil semituono minore,; et tra C fa ut, et D sol re, o uvero parhypáate hypatôon, et lichanòos hypatôon, è uno tuono:; et da lichanòos hypatôon ad hypáate mesôon, cioè D sol re, et E la mi, il simile appare. dDetto è diatonico propriamente da diàa, che significa per, et tonus, tuono, pcheé in questo genere sono frequetati li tuoni. Et nota che in questo tetrachordo, la proportione dell'interuvallo piuù grauve resta minore delle due altre costituite in esso tetrachordo, per essere il semituono ordinato nelle parti grauvi,. pP tato l'interuvallo grauve sarà minore delli dui supiori. Et i tutte le modulationi, ogni tetrachordo harrà quatro suoni, o uvero dui tuoni, et uno minor semituono., bencheé nel chromatico, et enarmonico genere siano dissimili, et uvarii. Il primo modo, ouver processo del cato diatonico satà [sic: sarà] per semituono, tuono, et tuono, et per cotrario per tuono, tuono, et semituono:, come in queste syllabe, mi-fa-sol-la, et la-sol-fa-mi., il qual discorso diremo [#s1523: ] [#s1529: il ] [#s1539: il ] [#s1562: il ] primo nell'ordine delli tetrachordi. Il secodo modo procederà p dui tuoni, et uno semituono, come qui, ut-re-mi-fa., del quale sarà il secondo ordine del tetrachordo. Il terzo modo, ouver processo passerà p tuono, semituono, et tuono, in questo modo, re-mi-fa-sol, chiamato terzo ordine del tetrachordo. eEt cosiì piuù inanzi procedendo con li medesimi quatro suoni, altro no acca-derà, che tre dispositioni di tetrachordi nel simile processo replicate, lequali solamete son differeti del semituono, come anchor appare nel diàa tessáaron di sopra nominato, nel quale la prima specie dalli musici è ordinata da proslambanóomenos a lichanòos hypatôon, laqual hora in questo ordine delli tetrachordi resta terza, come appare in re-mi-fa-sol. Et quella, che era seco-da nelle specie del diàa tessáaron, è fatta prima, come qui, mi-fa-sol-la. Et cosiì quella, che nel diàa tessáaron era terza, nelli tetrachordi appare seconda, co-me qui, ut-re-mi-fa.; Iil qual concento, ouver diatonico genere dalli musici con gran uveneratione è osseruvato, per esser piuù accommodato nel pro-nontiare. [s1523: page 67][s1529: page 69]

DEL GENERE CHROMATICO. CAP. XI.

ILl genere chromatico è un tramutar di tetrachordi per uvarii intermedii, [#s1523: differente] [#s1529: differenti] [#s1539: differenti] [#s1562: differenti] dal diatonico genere, percheé procede per semituono minore, et semituono maggiore, et anchora per tre semituoni, delli quali uno è maggiore, cioè apotomèe, et dui minori, che giunti insieme fano un semidi-tono. Cromatico d'onde è dettoDetto è chromatico genere, da chroma, greca uvoce, che in latino significa colore. dDi qui potemo dire il chromatico uvariato dal diatonico di co-lore, cioè compositione. Essendo adunque diuviso il tuono nel genere diato-nico in dui semituoni inequali, cioè maggiore, et minore, il terzo semituo-no composto nel chromatico resta in mezzo del l'apotomèe, et minor semi-tuono. Per tanto in questo genere chromatico, ogni tetrachordo si cosidera esser una compositione di quatro suoni, ma non di interuvalli simili, quali si dimostrano nel diatonico genere., [#s1523: imperoò che] [#s1529: imperoò che] [#s1539: imperoò che] [#s1562: perciocheé] (come di sopra è detto) il diatonico genere procede per semituono, tuono, et tuono con queste note, Mmi- fa-sol-la., et il chromatico per semituono minore, et semituono maggiore, et trihemituono, non rimouvendo li extremi del l'uno, et del l'altro., per la qual cosa diremo, che da hypáate hypatôon a parhypáate hypatôon nel chromati-co nasce il semituono minore, siì come anchora nel genere diatonico si comprede., ma da parhypáate hypatôon a lichanòos hypatôon chromatico uno se-mituono maggiore., et da lichanòos hypatôon a hypáate mesôon un semidito-no, ouvero trihemituonio. Ma questo genere dalli antichi musichi è stato riprouvato, et abbadonato per la difficile pronontiatione. No dimeno da noi (se alcuno lo disiasse) si dimostra per la seguente figura. [s1523: page 68][s1529: page 70][s1539: page 40][s1562: page 38]

Dimostratione del genere chromatico.

[s1523: page 69][s1529: page 71][s1539: page 41][s1562: page 39]

DEL GENERE ENARMONI-CO. CAP. XII.

[#s1523: DIicesi da] [#s1529: DIicesi da] [#s1539: DIicesi da] [#s1562: DIice] Aristoxeno, che Olympo fu riputato da' musichi trouvatore del genere enarmonico, essendo inanzi esso ogni cosa diatonico, et chromatico, et pensauvano, che non si trouvassi altro genere, che li sopradetti. Exercitandosi Olympo nel diatonico, et spesso trasportado il mo-dulo alla parhypáate diatona, partendosi hora dalla paraméese, hora dalla méese, et trapassando il diatono, auvertíì la bellezza, et conuvenienza delle modulationi procedente dal canto di quelle uvoci, et cosiì marauvigliatosi della congiuntione constante di ragione [#s1523: per la rata parte,] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] laquale li gGreci chia-mano systema:, et abbracciatolo fece questo genere nel tuono dorio, il qual genere no tocca quelle cose, che sono proprie del diatono, et quelle del chromatico, neé anchora quelle della harmonia. eEt tali erano le prime parti delli enarmonii, per quanto da Plutarcho nella sua mMusica è cofermato. enarmoSignifica enarmonico atto et bello, percheé è manifesto secondo il detto autore, fra glialtri generi questo cotenere in seé la cognitione del l'atto [#s1523: ] [#s1529: & ] [#s1539: & ] [#s1562: & ] teperameto delle uvoci, il qual tepameto i gGreci chiamano hermosmeno: degli interuvalli, delli systemati, di tuoni, et delle mutationi di essi systemati. Per tato questo enarmonico genere, non rimouvendo li extremi, cioè hypáate hypatôon, et hypáate mesôon, assai saraà dissimile dal diatonico, et chromatico., imperoò che nel diatonico genere da hypáate hypatôon a parhypáate hypatôon è stato distan-za del semituono minore, et nel chromatico il simile:. iIn questo ultimo ge-nere procede per la quantitaà di uno diesis da hypáate hypatôon a parhypáate hypatôon, prima, et seconda chorda:, et dalla seconda, et terza il medesimo interuvallo., et nel diatonico procede per tuono, et nel chromatico per semi-tuono maggiore, ma da lichanòos hypatôon a hypáate mesôon, terza, et quarta chorda del enarmonico genere, è solo una distanza di uno ditono, nel dia-tonico un tuono, et nel chromatico un semiditono. Di questi tre generi dui dalli antichi son stati abbandonati, cioè chromatico, et enarmonico, et solo il diatonico da loro è frequentato, il quale in pronontiatione no hàa minore cosonanza del semituono minore. mMàa nel enarmonico, il diesis per il poco suo interuvallo suono non hàa, [#s1523: il quale] [#s1529: che] [#s1539: che] [#s1562: che ] sia con ageuvolezza pronon-ciato, et naturalmete coprendere si possa. pPer tanto cotal genere, per la sua difficultaà, non è [#s1523: in] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] uso,. cCosiì anchora il chromatico è rilasciato. [s1523: page 70][s1529: page 72][s1539: page 42][s1562: page 40]

Dimostratione del genere enarmonico.

[s1523: page 71][s1529: page 73][s1539: page 43][s1562: page 41]

DICHIARATIONE DEL CONTRA-PVUNTO. CAP. XIII.

ISspediti li tre generi diatonico, chromatico, et enarmonico co le loro figure, uverremo alla dottrina del cotrapunto, p il quale il canto semplice, di sua natura giocodissimo, arteficiosamete in piuù modi uvariato molto piuù giocodo, et soauve diuviene, et infinita dolcezza a gli audieti parturisce. Contrapunto chiamiamo un modo cotenete in seé diuverse uvariationi di suoni catabili co certa ragione di proportioni, et misura di tepo. Dicesi cotra-punto quasi punto cotra puto, cioè nota cotra nota, pcheé cotra poste le note una all'altra, nasce una harmonica cocordaza de gli ultimi suoni, che in-sieme si correspondono. lLe sue cosonaze sarano unisono, terza maggiore, terza minore, [#s1523: ] [#s1529: quarta, ] [#s1539: quarta, ] [#s1562: quarta, ] quinta, sesta maggiore, et sesta minore., le quali in questo mo-do achor sono chiamate,: unisono, ditono, semiditono, [#s1523: ] [#s1529: diàa tessaron, ] [#s1539: dia tessaron, ] [#s1562: diatessaron, ] diàa péente, hexachordo maggior, et hexachordo minore., [#s1523: ] [#s1529: & ] [#s1539: & ] [#s1562: & ] semplici cosonanze [#s1523: dette] [#s1529: son chiamate] [#s1539: son chiamate] [#s1562: son chiamate] , pcheé no son da altre deriuvate, delle qli nascono le [#s1523: coposte] [#s1529: composite] [#s1539: composite] [#s1562: composite] , ouvero replicate, cioè ottauva, decima, [#s1523: ] [#s1529: undecima, ] [#s1539: undecima, ] [#s1562: undecima, ] duodecima, terza decima, qnta decima, decima settima, decima nona, uvigesima, et uvigesima secoda, et in infinito, se tanto colla uvoce si potesse catare, òo co istrometo sonare. Aduque il diàa pasôon, ouvero ottauva, p esser deriuvata dall'unisono, saraà a esso di natura simile:, la decima alla terza, [#s1523: ] [#s1529: la undecima a la quarta, ] [#s1539: la undecima a la quarta, ] [#s1562: la undecima alla quarta, ] la duodecima alla quinta, la terza decima alla sesta, la quinta decima all'ottauva, et unisono, la decima settima alla decima, et terza, [#s1523: ] [#s1529: la decima ottauva a la undecima & quarta, ] [#s1539: la decima ottauva a la undecima & quarta, ] [#s1562: la decimaottauva alla undecima & quarta, ] la decima nona alla duodecima, et qnta, la uvigesima alla terza decima, et sesta, la uvigesima seconda alla qnta decima, ottauva, et unisono:, alle quali saraà coceduto simil natura, et modo, quale hano le semplici, ouver prime cosonaze. La cosonaza (come a Boetio piace nella mMusica sua al cap. 3. in fine) si diffinisce, essere cocordia di uvoci tra seé dissimili insieme ridotta, la qual bisogna sia pronotiata in suono,. oOnde remosso tal suono, la cosonanza no è. Il suono sanza il pcuotere delle uvoci, òo d'altro istromento far no si puoò. lLa pcussione anchora in niun modo far no si puoò, se non [#s1523: precede] [#s1529: precede] [#s1539: procede [sic: precede]] [#s1562: procede [sic: precede]] il mouvimeto, come afferma Boetio nel capi. preallegato delle uvoci, et degli elementi musicali, dicendo,: lLa conso-nanza, la qual regge tutta la modulatione della musica, no si puoò far sanza suono:; il suono non si rende senza certo battimento,; il battimento non [s1529: page 74]puoò esser per modo alcuno (come [#s1523: è di sopra] [#s1529: è di sopra] [#s1539: di sopra] [#s1562: di sopra è] detto) se no precede il mouvimeto. sSono alcune altre differenze dintorno [#s1523: tal] [#s1529: al] [#s1539: al] [#s1562: al] suono, pcussione, et moto da Boetio addotte, ma p no uvenire al proposito nostro, le taceremo. [#s1523: Sappi che di [s1523: page 72]sopra nelle cosonanze non habbiamo fatto mentione del diàa tessáaron, ouver quarta, percheé tal diàa tessáaron per seé solo è dissonante, et uvolendo exerci-tare una compositione a due uvoci, esso diàa tessáaron, senza esser tramezzato, assai discorderebbe, come la esperienza dimostra. Per tanto del detto diàa tessáaron nel capitolo, douve di più di due uvoci si parla: intenderai, come si debba usare.] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ]

DELLE CONSONANZE PER-FETTE. CAP. XIIII.

NEel precedente capitolo è stato dichiarato [#s1523: quindeci] [#s1529: le] [#s1539: le] [#s1562: le] consonanze [#s1523: nel] [#s1529: al] [#s1539: al] [#s1562: al] contrapunto [#s1523: esser] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] ordinate,. nNel presente dimostreremo quate siano le perfette., [#s1523: Lle quali sono] [#s1529: Ssono adunque le perfette consonanze] [#s1539: Ssono adunque le perfette consonanze] [#s1562: Ssono adunque le perfette consonanze] unisono, ottauva, qnta decima, et uvigesima seconda, quinta, duodecima, et decima nona., [#s1523: percioò che di queste non è le-cito di fare piuù di una dopo l'altra di una medesima sorte] [#s1529: de le quali non si cocede nel contrapunto piuù de una da poi l'altra, di medesima natura coporre] [#s1539: de le quali non si concede nel contrapunto piuù de una da poi l'altra, di medesima natura comporre] [#s1562: dellequali non si concede nel contrapunto più d'una dopo l'altra, di medesima natura comporre] , come alcuni a seé hanno attribuito licenza arbitraria di due perfette cosonanze, et prencipalmente due quinte insieme ascedenti, òo discendenti., laqual openione da noi per il consentimento musicale non è conceduta., imperò che essendo di uno medesimo genere, in contrapunto non sono in uso, come al capitolo duodecimo del terzo [#s1523: mio libro di ] [#s1529: libro nostro de ] [#s1539: libro nostro de ] [#s1562: libro nostro dell'] iInstitutione harmonica [#s1523: è stato] [#s1529: fu] [#s1539: fu] [#s1562: fu] dimostrato. Contro l'openione d'alcuniEt cosiì per conseguente quelli, li quali anchora poneranno in uso due quinte, l'una dopo l'altra, dato che una sia perfetta, et una imperfetta, secodo il pa-rer nostro incorrono in errore, percheé nella diuvisione diatonica non si pa-tisce tal specie diminuta., bencheé li organisti nel suo accordare le uvoci al quanto del suo proprio ne togliono. mMa piuù di leggieri essi sono tolerati per la partecipatione dell'altre consonanze. Adunque la quinta, ottauva, duodecima, quinta decima, decima nona, et uvigesima seconda, per essere con-sonanze dette perfette, piuù di una dopo l'altra insieme ascendenti, et disce-denti di uno medesimo genere in contrapunto non si debbono patire, co-me la figura dimostra. eEt il simile dell'unisono intenderai, bencheé no sia co-sonanza, ma principio di esse cosonanze. [s1523: page 73][s1529: page 75][s1539: page 44][s1562: page 42]

Dimostratione delle consonanze perfette.

[s1523: page 74][s1529: page 76][s1539: page 45][s1562: page 43]
DVue, òo piuù quinte, due ottauve, due duodecime, due quite decime, et altre simili incontrapunto sono tolerate, stando ferme [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: o ] in riga, òo in spatio, et in qualunche figura, che a te piace:, come qui.
DVue consonanze perfette una dopo l'altra di uno genere, et natura medesima ascendendo, et discendendo per contrario mouvimento, òo siano quinte, ottauve, o altre simile, in contrapunto si concedono, come la presente figura dimostra.
DVue, tre, òo più consonanze perfette diuverse una dopo l'altra insieme ascendenti, o discendenti possono in contrapunto tener luoco, co-me la quinta [#s1523: dopo] [#s1529: dapoi] [#s1539: dapoi] [#s1562: doppo] l'unisono, ouvero [#s1523: dopo] [#s1529: dapoi] [#s1539: dapoi] [#s1562: doppo] l'ottauva, et l'ottauva dopo la quinta., cosiì il simile la duodecima dopo l'ottauva, et i altri medesimi modi, senza altra nota [#s1523: trammezzata] [#s1529: in mezzo] [#s1539: in mezzo] [#s1562: in mezzo] . (cCome di sopra è detto), due quinte, uni-soni, ottauve, duodecime, et quinte decime sanza trammezzar di cosonanze imperfette non si debbono fare. Cosiì anchora auvertirai, che Mmi contra al Ffa, ouvero il Ffa contra al Mmi in consonanza perfetta nel contrapunto non è conceduto douversi fare. [#s1523: Et quado ad una quinta, ottauva, ouvero unisono, et altre simili aggiungere tu uvorrai] [#s1529: Et ogni cosonanza che per te saraà pensata] [#s1539: Et ogni consonanza che per te saraà pensata] [#s1562: Et ogni consonanza che per te sarà pensata] , fa' che inanzi ad essa consonanza pre-ceda la piuù propinqua, che si truouva:, come la terza minore [#s1523: nazi] [#s1529: nanzi] [#s1539: nanzi] [#s1562: innanzi] l'unisono, et la terza maggiore [#s1523: nanzi] [#s1529: nanzi] [#s1539: nanzi] [#s1562: innanzi] la quinta, cosiì la sesta maggiore [#s1523: nanzi] [#s1529: nanzi] [#s1539: nanzi] [#s1562: innanzi] l'ottauva.; et cosiì discorrendo per il medesimo modo intenderai. [s1523: page 75][s1529: page 77]

DELLE CONCORDANZE IMPERFETTE IN CONTRAPVUNTO VUSATE. CAP. XV.

LEe cocordanze impfette nel cotrapunto sono diuverse, et dissimili dalle perfette cosonaze., percioò che (come di sopra è stato detto) piuù di una dopo l'altra cosimile mouvimeto in un medesimo genere no è arbitrario, màa nelle terze, seste, maggiori et minori, detto arbitrio è conceduto,. tTre, òo piuù terze, et seste una dopo l'altra ascedenti, òo discendenti [#s1523: insieme] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] potrai porre. Et cosiì intenderai delle deriuvate da esse, ouvero replicate potersi il simile in qualuche copositione, che a te piacerà usare. [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ]
POossono essere anchora dette concordanze più di una, òo due poste in una riga, òo [#s1523: spacio,] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] come ate piace:, dato che fussino maxime, lunghe, breuvi, semib. et minime., come [#s1523: p le breuvi] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] nella sequete figura si uvede. [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] [s1523: page 76][s1529: page 78]
[s1539: page 46][s1562: page 44]

COME IL COMPOSITORE [#s1523: DEBBIA] [#s1529: POSSI] [#s1539: POSSI] [#s1562: POSSI] DARE PRENCIPIO AL SVUO CANTO. CAP. XVI.

LAa imaginatione di molti copositori fùu, che prima il canto si douvesse fabricare, [#s1523: di poi] [#s1529: da poi] [#s1539: da poi] [#s1562: doppo] il tenore, et dopo esso tenore il contrabasso. Et questo auvene, percheé macorno del l'ordine, et cognitione di quello, che si ri-chiede nel far del contralto. eEt però faceuvano assai inconuvenienti nelle loro copositioni, percheé bisognauva per lo incomodo, che uvi ponessino unisoni, pause, salti ascendenti et discedenti difficili al cantore, ouvero pronontiate:, in modo che detti cati restauvano co poca soauvitaà, et harmonia., pcheé facedo prima il cato ouver soprano, [#s1523: di poi] [#s1529: di poi] [#s1539: di poi] [#s1562: doppo] il tenore, quado è fatto detto tenore, maca [#s1523: alcuna] [#s1529: alcuna] [#s1539: alcuna] [#s1562: tal] uvolta il luoco al cotrabasso, et fatto detto contrabasso, assai note del cotralto no hano luoco., [#s1523: p la qual cosa] [#s1529: p laqual cosa] [#s1539: p laqual cosa] [#s1562: pertanto] cosiderado [#s1523: solamete] [#s1529: solamete] [#s1539: solamete] [#s1562: solo] parte p pte, cioè quando si fàa il tenore, se tu attedi [#s1523: solo] [#s1529: solo] [#s1539: solo] [#s1562: solamete] ad accordare esso tenore, et cosiì il simile del cotrabasso, conuviene, [#s1523: che ciascuna] [#s1529: che ciascuna] [#s1539: che ciascuna] [#s1562: ch'ogni] parte delli luochi cocordati patisca. Onde li moderni in questo meglio hano cosiderato, come è mani-festo p le copositioni da essi a quatro, a cinque, a sei, et a più uvoci fatte, delle quali ciascuna tiene luoco comodo, facile, et grato, percheé cosiderano insieme tutte le parti, et no secondo, come di sopra è detto. Et se a te piace coponere prima il canto, tenore, òo cotrabasso, tal modo, et regola a te resti arbi-traria, come da alcuni al presente si osseruva, che molte fiate dano principio al contrabasso, alcuna uvolta al tenore, et alcuna uvolta al cotralto. Màa pcheé questo a te sarebbe nel principio mal ageuvole, et incomodo, a parte p parte cominciarai. nNo dimeno [#s1523: di poi] [#s1529: di poi] [#s1539: di poi] [#s1562: doppo] che nella prattica sarai alquato essercitato, seguirai l'ordine, et modo inanzi detto.

SE LA CONSONANZA, O CONCORDANZA E' NECESSARIA AL PRINCIPIO DEL CANTO. CAP. XVII.This chapter is discussed in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 6 May 1523. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 103 and 291-296.

COonsiderano alcuni, che il principio [#s1523: di ciascun] [#s1529: di ciascun] [#s1539: di ciascun] [#s1562: d'ogni] canto debbia essere [#s1523: principiato] [#s1529: cominciato] [#s1539: cominciato] [#s1562: cominciato] per cosonanza perfetta, non dimeno [#s1523: ] [#s1529: dico ] [#s1539: dico ] [#s1562: dico ] tal regola è al tuo beneplacito, [#s1523: et no necessaria., perciò] [#s1529: pcheé] [#s1539: pcheé] [#s1562: percheé] la quinta, ottauva, duodecima, quinta decima, et altre simili, dato che in seé habbiano soauvità gradissima:, sono a copiaceza del copositore circa al suo principio., màa nella fine no già, [s1523: page 77]p che in ogni cosa [s1529: page 79]secodo il pPhilosopho la pfettione è attribuita al fine, [#s1523: ] [#s1529: & ] [#s1539: & ] [#s1562: & ] non al principio. Aduque detto principio per cosonaza pfetta sarà arbitrario, et la fine necessaria. Anchora li atichi musichi, dado l'unisono al tenore col cato, seguitauvano la terza, dopo [#s1523: la terza] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] la quinta, dopo la quinta la sesta, dopo la sesta l'ottauva, dopo l'ottauva la decima, et cosiì in lungo andamento procedeuvano:. eEt [#s1523: per il contrario] [#s1529: p il contrario] [#s1539: p il cotrario] [#s1562: all'opposto] il simil modo osseruvauvano, cioè dalla decima in ottauva, dall'ottauva nella sesta, dalla sesta in quinta, dalla qnta in ter-za, et dalla terza all'unisono., per il qual ordine faceuvano il suo concento, ouvero harmonico canto. Et percheé manifestamente tal modo no si osseruva dalli moderni, da noi saraà conceduto [#s1523: libero arbitrio] [#s1529: libero arbitrio] [#s1539: libero arbitrio] [#s1562: la libertà] potersi fare dopo l'unisono la quinta, et dopo la terza la sesta, ouvero ottauva, et dopo l'ottauva la qnta, et (come a te piacerà) farai mutatione., pcheé si uvede, che molti piuù begli, et grati canti in questo modo son composti, che non si [#s1523: fanno] [#s1529: fa] [#s1539: fa] [#s1562: fa] in quello an-tico ordine, nel quale l'huomo piuù stretto si ritruouva. Et auvertisci alli cati diminuti, che sempre la prima nota, et ultima i uno discorso diminuto uvuole esser cocordante, et li mezzi diuversi alquanto con dissonanze, come il di-scorso naturale comporta, nel quale p la uvelocitaà, che in seé hano le uvoci [#s1523: in tal diminutione] [#s1529: diminuite] [#s1539: diminuite] [#s1562: diminuite] , essendo in essa alcune dissonanze, non sono incomode allo udito del catore. Et questo éè il modo, et ordine al presente osseruvato, come essaminando li canti delli moderni potrai facilmente [#s1523: coprendere] [#s1529: il tutto intendere] [#s1539: il tutto intedere] [#s1562: il tutto intendere] .

DELLA TERMINATIONE, O [#s1523: VORAI] [#s1529: VVUOI] [#s1539: VVUOI] [#s1562: VVUOI] DIRE CADENZA ORDINATA NEL SOPRANO. CAP. XVIII.

ETt percheé alcuna uvolta li copositori no auvertiscono alla natura, et co-positione delli canti, uvoglio che breuvemete [#s1523: conosca] [#s1529: conosca] [#s1539: conosca] [#s1562: conoscano] gli incouvenienti, nelli quali gran numero di loro incosideratamete incorrono. Et pri-ma è necessario, che il copositore, uvolendo coporre un canto del primo, òo secondo tuono, cosidere la forma di esso primo, et secondo tuono., pciò che essendo li tuoni, òo canti di uvarie specie coposti, ne seguita, che in essi [#s1523: ] [#s1529: bisogna che ] [#s1539: bisogna che ] [#s1562: bisogna, che ] si ri-truouvi uvarie cadenze, òo terminationi. Et pcheé il primo, et secondo tuono è formato di re-la, et re-sol, prima specie del diàa péente, et diàa tessáaron, le ter-minationi del soprano [#s1523: di essi tuoni] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] sarano principalmete in D la sol re, [#s1523: di poi in] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] F fa ut, G sol re ut, [#s1523: ] [#s1529: & ] [#s1539: & ] [#s1562: & ] A la mi re, [#s1523: et D la sol:, le qual cadeze son coformi [s1523: page 78]alla natura di esso primo, et secodo tuono., del che essendo dette cadenze in B fa mi, E la mi, et C sol fa,] [#s1529: & del secodo in aA la mi re primo/, cC sol fa ut/, dD la sol re/, fF fa ut/, gG sol [s1529: page 80]re ut/ & aA la mi re secondo:, ma essendo incotrario] [#s1539: & del secodo in aA la mi re primo, cC sol fa ut, dD la sol re, fF fa ut, gG sol [s1539: page 47]re ut, & aA la mi re secondo, ma essendo incontrario] [#s1562: & del secondo in aA la mi re primo, cC sol fa ut, dD la sol re, fF fa ut, gG sol re ut, & aA la mi re secondo, ma essendo in contrario] il canto no sarebbe grato, màa fuora di ogni sua intonatione, come si uvede in alcune copositioni con poco fondamento fatte. Cosiì il terzo, et quarto tuono, p esser coposto di mi-mi, et mi-la, secoda specie del diàa péente, et diàa tessáaron, le sue cadenze saranno in E la mi, [#s1523: A la mi re, et G sol re ut, màa raro] [#s1529: fF fa ut/, gG sol re ut/, aA la mi re/, b fa mi/ & cC sol fa:, & del quarto/ in cC sol fa/, dD la sol re/, eE la mi/, fF fa ut/, gG sol re ut/ & aA la mi re] [#s1539: fF fa ut, gG sol re ut, aA la mi re, b fa mi, & cC sol fa, & del quarto, in cC sol fa, dD la sol re, eE la mi, fF fa ut, gG sol re ut, & aA la mi re] [#s1562: fF fa ut, gG sol re ut, aA la mi re, b fa mi, & cC sol fa, & del quarto, in cC sol fa, dD la sol re, eE la mi, fF fa ut, gG sol re ut, & aA la mi re] ,. Il qnto, et sesto tuono sarà formato di Ffa-fa, et Vut-fa, terza specie del diàa péente, et diàa tessáaron,. lLe sue cadenze saranno in F fa ut, A la mi re, [#s1523: ] [#s1529: & ] [#s1539: & ] [#s1562: & ] C sol fa, [#s1523: et qualche uvolta i G sol re ut] [#s1529: il sesto in cC sol fa ut/, dD la sol re/, fF fa ut/, aA la mi re/ & cC sol fa] [#s1539: Iil sesto i cC sol fa ut, dD la sol re, fF fa ut, aA la mi re, & cC sol fa] [#s1562: Iil sesto in cC sol fa ut, dD la sol re, fF fa ut, aA la mi re, & cC sol fa] . Il settimo, et ottauvo tuono, p esser formato di ut-sol, quarta specie del diàa péente, et re-sol, prima del diàa tessáaron, le sue cadenze sono [#s1523: ] [#s1529: in ] [#s1539: in ] [#s1562: in ] G sol re ut, A la mire [#s1523: , et C sol fa] [#s1529: /, cC sol fa/ & dD la sol:, l'ottauvo i cC sol fa ut/, dD la sol re/, fF fa ut: & gG sol re ut] [#s1539: b fa mi, cC sol fa, & dD la sol, l'ottauvo in cC sol fa ut, dD la sol re, fF fa ut, & gG sol re ut] [#s1562: b fa mi, cC sol fa, & dD la sol, l'ottauvo in cC sol fa ut, dD la sol re, fF fa ut, & gG sol re ut] ., Pper la qual cosa, essaminando li sopradetti modi, faccio giudicio che in breuve te-po arriuverai alla intelligenza della retta compositione. [#s1523: Et questo a te sia a sofficieza detto p messe, motetti, canzone, frottole, barzellette, madrigali, strambotti, capitoli, et sonetti.] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] Et tutte le [#s1523: dette cadeze] [#s1529: cadenze dette] [#s1539: cadenze dette] [#s1562: dette cadenze] si dichiarerano nella figura seguente [#s1523: ] [#s1529: ne la quale manca la positioe di b fa mi/, cagioe & colpa de lo intagliatore] [#s1539: ne la quale manca la positione di b fa mi, cagione & colpa de lo intagliatore] [#s1562: nellaqual manca la positione di b fa mi, cagione & colpa dello intagliatore] . [s1562: page 45] [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ]
LEe quali cadenze secondo la intentione del copositore si fanno di qua-tità maggiore, et sempre mai si oppone la settima dissonaza [#s1523: nanzi] [#s1529: nanzi] [#s1539: nanzi] [#s1562: innanzi] la sesta precedente l'ottauva, pur che no siano semplicemente composte, ma simili alle seguenti, [#s1523: et superiori] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] , come qui. [s1529: page 81] [s1523: page 79]

MODO DI COMPORRE PSALMI, ET MAGNIFICAT. CAP. XVIIII.This chapter is discussed in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 300-301.

ILl principio, mezzo, et fine, qual si dà ad uno psalmo: è conceduto alli copositori per regola necessaria, et no uvolontaria, secondo la consuetudine gregoriana, et questo anchora auviene nelli mMagnificat., pciò che hauvendo l'organo, òo il choro a rispondere, bisogna che in essi psalmi, et mMagnificat sia il principio, mezzo, et fine stabile, fermo, et ordinario. Per tato auvertirai, che il primo tuono harrà il principio in F fa ut, il mezzo in A la mi re, et il suo fine in D [#s1523: la] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] sol re. Il secodo tuono harrà [#s1523: il] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] principio in C [#s1523: sol] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] fa ut, il mezzo in F fa ut, et il suo fine in D [#s1523: la] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] sol re. Il terzo tuono harrà principio in G sol re ut, il mezzo in C sol fa [#s1523: ] [#s1529: ut] [#s1539: ut] [#s1562: ut] , et il suo fine in A la mi re. Il quarto tuono harrà [#s1523: il] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] principio in A la mi re, il mezzo nel simile luoco, et il suo fine in E la mi. Il quinto tuono harrà il principio in F fa ut, il mezzo in C sol fa [#s1523: ] [#s1529: ut] [#s1539: ut] [#s1562: ut] , il suo fine in A la mi re. Il sesto tuono harrà principio i F fa ut, il mezzo in A la mi re, et il suo fine in F fa ut. Il settimo tuono harrà prin-cipio in C sol fa [#s1523: ] [#s1529: ut] [#s1539: ut] [#s1562: ut] , il mezzo in [#s1523: D la sol] [#s1529: eE la mi] [#s1539: eE la mi] [#s1562: eE la mi] , il suo fine in C sol fa [#s1523: , ouvero in G sol re ut, anchora che poche uvolte sia in uso] [#s1529: ut] [#s1539: ut] [#s1562: ut] . Il tuono ottauvo harrà principio in G sol re ut, il mezzo in C sol fa [#s1523: ] [#s1529: ut] [#s1539: ut] [#s1562: ut] , et il suo fine in G sol re ut [#s1523: ., Lla quale intonatione, et modo è osseruvato nel canto fermo, come sono introiti, graduali, alleluia, offertorii, sSanctus, aAgnus dDei, post comunioni, resposorii, antipho-ne, et hynni., nelli quali non si rimuouve l'ordine dinanzi detto, màa in ogni altra copositione la fine sottogiace alla necessità, et li principii alcuna uvol-ta al arbitrio.] [#s1529: , & in molti altri modi secondo le differenze di seculorum.This variation from the 1523 edition can be traced to a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 300, note 5.] [#s1539: , & in molti altri modi secondo le differenze di seculorum.This variation from the 1523 edition can be related to a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 300, note 5.] [#s1562: , & in molti altri modi secondo le differenze di seculorum.This variation from the 1523 edition can be related to a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 300, note 5.] [s1539: page 48]

INTONATIONE DI TVUTTI LI TVUONI.

[s1523: page 80][s1529: page 82]

DELLA NATVURA DEL DIESIS. CAP. XX.This chapter is discussed in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 301-305.

PEercheé li copositori no solo hano a cosiderare la naturale cogiuntione delli discorsi musicali, màa anchora la accidentale, cioè quando siano li suoni da essere reintegrati, òo diminuti secondo la dispositione delle copositioni:, Pperò è stato necessario stabilire una figura, òo segno, p il qual si [#s1523: habbia] [#s1529: possi] [#s1539: possi] [#s1562: possi] al catore [#s1523: a] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] dimostrare, qual sia la nota augumetata, òo diminuta:, il qual segno p [#s1523: generale] [#s1529: generale] [#s1539: generale] [#s1562: ] uso [#s1523: è chiamato] [#s1529: è chiamato] [#s1539: eè chiamato] [#s1562: si dice] diesis., et è figurato in qsto modo, , percheé appresso li theorici diesis è [#s1523: domandato la mezza parte] [#s1529: domandato la mezza parte] [#s1539: domandato la mezza parte] [#s1562: detto la metà] di uno semituono minore, [#s1523: et in effetto] [#s1529: bencheé] [#s1539: bencheé] [#s1562: becheé] in prattica [#s1523: opera maggiore] [#s1529: operi maggiore] [#s1539: operi maggiore] [#s1562: operi in piuù] quantità, come p li essempi intenderai. Et acciò che in questo no resti dubbioso, [s1562: page 46]sappi, che questo segno diuversamente [#s1523: significa, et] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] par che sia di natura contrario., percheé nello ascenso accresce, et nel discenso diminuisce., come sarà nel seguente discorso da E la mi acuto, a G sol re ut secondo con queste syllabe, mi-sol, con il qual sol sarà il tenore in terza di sotto, et il contrabasso per una de-cima minore, per la qual congiuntione nascerà [#s1523: dispiaceuvole] [#s1529: non grata] [#s1539: non grata] [#s1562: non grata] harmonia, [#s1523: come per la esperienza udirai] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] ., Ddel che è necessario segnare sotto a quella syllaba sol del sopradetto soprano la figura diesis, acciò che quella decima minore del contrabasso, quale era alquanto dissonante, per essere diminuta di uno semituono maggiore, essendo solleuvata al luoco suo, si senta piuù soauve., Bbencheé tal segno appresso li dotti, et prattichi cantori [#s1523: no] [#s1529: manco] [#s1539: manco] [#s1562: manco] è di bisogno, ma sol si pone, percheé forse il mal prattico, et non intelligente cantore non darebbe pronontia perfetta a tal positione, ouver syllaba., percheé essendo naturalemente dal mi, et sol un semiditono, senza quel segno esso cantore non canterebbe altro, che il suo proprio, se giaà l'orecchio non gli dessi aiuto., co-me si uvede in alcuni, che questo molto bene fanno. [#s1523: E' anchora] [#s1529: Anchora è] [#s1539: Anchora eè] [#s1562: Ancora è] necessario detto diesis in questa discensione, cioè A la mi re, et G sol re ut, secon-de positioni, con queste note, la-sol., nel qual discorso si farrà il tenore in C sol fa ut sesta col soprano nella prima syllaba, nella seconda in terza, come qui, fa-la:, et il contrabasso sarà in F fa ut grauve, quinta col tenore [#s1523: ] [#s1529: & dapoi in ottauva] [#s1539: & da poi in ottauva] [#s1562: & dapoi in ottauva] , [#s1523: et] [#s1529: &] [#s1539: ] [#s1562: ] decima [#s1523: ] [#s1529: minore ] [#s1539: minore ] [#s1562: minore ] col soprano [#s1523: detto] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] , nella qual cogiuntione sarà il simile incouveniete del primo essempio, et p questo è di bisogno, che anchora sia segnato il die-sis sotto la medesima syllaba sol del soprano., nelli quali dui essempi conoscerai, che il diesis (siì come di sopra hòo detto) hàa diuversa natura, cioè nel primo essempio nella ascensione augumenta la quantità di uno semituono maggiore, et nel secodo nel [#s1523: discendere] [#s1529: discendendo] [#s1539: discendendo] [#s1562: discendendo] disminuisce la medesima quantità. [s1523: page 81]Cosiì [#s1523: anchora] [#s1529: il simile] [#s1539: il simile] [#s1562: il simile] in altri luochi di quella natura, et compositione [s1529: page 83]intenderai, percheé non sempre sotto a dette syllabe gli accade tal figura., perciò che al-cuna uvolta il copositore uvaria le cosonanze., come sarebbe, se esso facesse in quel luoco proprio una quinta, duodecima, òo quintadecima, nelle quali sentiresti discordia grande. Per tanto nelli sopradetti luochi è necessario tal crescimento, et leuvamento:, massimamete in breuvi, semibreuvi, et coronate, come qui di sotto è figurato.

DEL MODO DEL COMPORRE IL CONTRA-BASSO, ET CONTRALTO DOPO IL TENORE ET CANTO. PRECETTO PRIMO CAP. XXI.This chapter is discussed in a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 305.

LAa cognitione, et ordine di coporre il contrabasso, et contralto dopo il cato, et tenore è, che tu debbia cosiderare, et essaminare la parte del tenore:; et secodo la [s1539: page 49]cosonaza, che faraà detto tenore:, osseruverai li pre-cetti infrascritti, cioè. Qquando il tenore saraà nel l'unisono col canto, poni il tuo cotrabasso in quinta sotto del tenore: et il tuo alto in terza, òo in ottauva, et (s'el ti piace) in decima di sopra al basso:, [#s1523: secondo] [#s1529: &] [#s1539: &] [#s1562: &] quello, che sarà a te piuù al proposito:. eEt nota, che sempre tu debbi accommodare le parti senza discorsi incomodi al cantore, et unire le consonaze piuù prossime l'una al'al-tra, che sia possibile. eEt questo è dato p primo precetto. Anchora se tu da-rai al basso una ottauva di sotto al tenore, poni il tuo alto in terza, òo qnta, òo decima, òo pur duodecima sopra del cotrabasso. Cosiì se tu darai al basso una decima col tenore, poni il tuo alto in terza, òo qnta, òo in ottauva, et (s'el t'è commodo) una duodecima sopra al basso. Anchora se tu darai al basso una duodecima di sotto al tenore, poni il tuo alto in terza, òo quinta, et (s'el ti piace) in ottauva, òo in decima. Cosiì se tu darai al basso una quinta deci-ma, poni il tuo alto sopra in terza, òo quinta, òo in ottauva, et (se piuù comodo saraà) in decima, et duodecima. [s1523: page 82][s1529: page 84]

PRECETTO SECONDO. CAP. XXII.

SEe tu darai al tenore una terza di sotto al canto, poni il tuo basso una terza sotto del tenore: el [sic: et] il tuo alto in ottauva, òo uvuoi decima sopra del basso. Anchora se tu darai al basso una ottauva sotto del tenore, poni il tuo alto in terza, òo [#s1523: pur] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] quinta, di sopra al basso. Et se tu darai al basso una decima di sotto al tenore, poni il tuo alto in terza, òo quinta, et piacedoti in ottauva sopra [#s1523: dal] [#s1529: del] [#s1539: del] [#s1562: del] basso.

PRECETTO TERZO. CAP. XXIII.

SEe tu darai al tenore una quarta inferiore al canto, poni il tuo basso in quinta di sotto al tenore: et il tuo alto in terza, òo decima di sopra al basso. Et se detto basso saraà in terza sotto del tenore, poni il tuo alto sotto dal basso una altra terza., percheé la quarta consonanza poco è grata sanza la quinta di sotto.

PRECETTO QVUARTO. CAP. XXIIII.

SEe tu darai al tenore una quinta sotto del canto, poni il tuo basso in terza sopra del tenore: et il tuo alto una sesta, òo pure ottauva sopra del basso. Et cosiì se tu darai al basso una ottauva sotto di esso tenore, poni il tuo [#s1523: contralto] [#s1529: alto] [#s1539: alto] [#s1562: alto] in terza, òo qnta, et quado ti [#s1523: piaccia] [#s1529: piace] [#s1539: piace] [#s1562: piace] , decima di sopra al basso.

PRECETTO QVUINTO. CAP. XXV.

SEe tu darai al tenore una sesta sotto del cato, poni il tuo basso in [#s1523: terza] [#s1529: quinta] [#s1539: quinta] [#s1562: quinta] sotto del tenore: et il tuo alto in terza [#s1523: sotto del basso, òo pure terza, òo decima di sopra a] [#s1529: óo duodecima sopra al] [#s1539: o duodecima sopra al] [#s1562: o duodecima sopra al] detto basso., [#s1523: facendo che sempre tu tiricordi del pre-cetto primo] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] . Cosiì se tu darai al basso una terza sopra del [s1562: page 47]tenore, poni il tuo alto in quinta sotto del basso: et (s'el ti piace) in sesta superiore al basso. An-chora se tu darai al basso una [#s1523: qnta] [#s1529: terza] [#s1539: terza] [#s1562: terza] sotto del tenore, poni il tuo alto i [#s1523: terza, òo pure ottauva] [#s1529: quinta] [#s1539: quinta] [#s1562: quinta] sopra del basso.

PRECETTO SESTO. CAP. XXVI.

SEe tu darai al tenore una ottauva sotto del cato, poni il tuo basso in qnta sotto del tenore, et il tuo alto in ottauva sopra del basso, òo pure in terza sopra di esso basso (et s'el ti piace) decima. Et se tu darai al basso una terza sopra del tenore, poni il tuo alto in quinta sotto del basso, et anchor [s1523: page 83]terza sopra di detto basso. Cosiì se tu darai al basso una qnta sopra del tenore, poni [s1529: page 85]il tuo alto sotto una terza del contrabasso: et (quado piuù comodo ti sia) la sesta userai sopra di esso cotrabasso. Anchora se tu darai al basso l'unisono col tenore, poni il tuo alto i terza sotto del tenore, [#s1523: òo pur] [#s1529: ouvero] [#s1539: ouvero] [#s1562: ouver] di sopra., becheé no sia harmoia grata,; màa migliore eè la qnta, òo decia, [#s1523: et] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] (s'el ti piace) duodecima:, intedendo ciascheduna di dette esser di sopra il cotrabasso, et tenore.

PRECETTO SETTIMO. CAP XXVII.

SEe tu darai al tenore una decima inferiore al canto, poni il tuo basso sotto del tenore una terza: et [#s1523: di poi] [#s1529: di poi] [#s1539: di poi] [#s1562: dapoi] l'alto in quinta, òo in ottauva, et (se meglio ti viene) decima di sopra al basso, che tutte renderano grato coceto. Cosiì se tu darai al basso una terza sopra del tenore, poni il tuo alto in quinta sotto del contrabasso, òo pure in quinta sopra del tenore, et (s'el ti piace) in sesta sopra di esso basso., la qual cogiuntione è alquanto dura per quella terza, che fa il tenore col cotrabasso, màa migliore harmonia sarà la quinta sopra del tenore, no mutado luogo al soprano, et cotralto. Anchora se tu darai al cotrabasso una ottauva sopra del tenore, poni il tuo alto i quarta sotto del cotrabasso, et (s'el ti pare) sesta, òo decima sotto a detto contra-basso, le quali no hano concento soauve., come sarà anchora, se tu darai una sesta al basso sopra del tenore., per il quale [s1539: page 50]ordine bisognerà, che il cotralto sia posto di necessità una terza sopra del cotrabasso, òo uvero una quarta di sotto, modo et ordine duro, et poco grato. No dimeno essendo astretti dal-la necessità, tal precetto resta arbitrario.

PRECETTO OTTAVO. CAP. XXVIII.

SEe tu darai al tenore la undecima col cato, poni il tuo basso una quin-ta sotto del tenore: et [#s1523: poni] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] il tuo alto in ottauva sopra del contrabasso, òo pure in decima, òo duodecima, ouver secondo il tuo piacer in terza sotto al tenore. Anchora se tu darai al basso la terza sotto del tenore, poni il tuo alto in sesta, òo pure ottauva, et (s'el ti piace) in decima sopra del basso:, delle quali poca soauvitaà harrai. mMa (come di sopra è detto) no potendo hauvere piuù comodo luoco, sarai iscusato.

PRECETTO NONO. CAP. XXVIIII.

SEe tu darai al tenore una duodecima inferiore al cato, poni il tuo basso in qnta sopra del tenore:, et il tuo alto in quarta, òo sesta sopra del [s1529: page 86]basso [s1523: page 84]et (se tu uvuoi) in terza sotto ad esso basso. Cosiì se tu darai al basso una ottauva, poni il tuo alto in sesta, òo quarta sotto del basso, et (essendoti piuù a grado) in terza sopra del basso. Anchora se tu darai al basso una terza so-pra del tenore, poni il tuo alto in terza sopra del basso, et (s'el ti piace) in se-sta, òo pure ottauva [#s1523: da detto basso] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] .

PRECETTO DECIMO. CAP. XXX.

SEe tu darai al tenore una terza decima inferiore al canto, poni il tuo basso in qnta sotto del tenore, màa l'alto sopra del basso una terza òo pure ottauva, et (se miglior sarà) decima, òo duodecima. Màa se tu darai al basso una terza sotto del tenore, poni il tuo alto in quinta, òo pure ottauva sopra del basso, et (se più ti cosuona) in decima, òo duodecima. Et cosiì se tu darai al basso una terza sopra del tenore, poni il tuo alto in quartàa, òo pur sesta sopra del basso, et (s'el ti pare) ottauva anchor di sopra. Anchora pone-do al basso la sesta sopra del tenore, porrai il tuo alto in quarta sotto del basso, òo pure in terza, òo quinta di sopra al basso, luochi al quanto co poca harmonia., la qual cosa auviene, pcheé la terza decima manca della quinta di sotto, come la sesta il simile desidera. Molti altri precetti si potrebbono ad-ducere, no dimeno hauvendo chiariti li sopradetti, facil cosa a te sarà inten-dere quelli, che da noi son lasciati. Per tanto nella figura seguente di grado in grado tutto l'ordine di sopra detto, p figure numerali, ciaschedune consonanze del tenore, cotrabasso, et contralto co il soprano accordate si mostrerano. Et pcheé a te no paressi cofusione, nota, che il contralto hàa molto più numeri, et cosonanze, che non hàa il basso, et tenore. Per tanto auvertisci, che quelle sono tutte sotto poste al tenore, et cotrabasso., per la qual cosa piglia una di quelle, che a te piuù piace, et sia comodo:, pcheé ciascuna rende soauve cocento. Onde la prima casella del tenore è comparata a quelle cinque del cotrabasso, et anchora a quelle del cotralto, in questo modo, cioè. la prima casella del contrabasso, quale è il numero presente, 5:, scontra con quella prima del contralto, qual sono li sequenti numeri., 3., 8., 10., et cosiì la seconda, terza, quarta, et quinta con la seconda, terza, quarta, et quinta del sopra-detto cotralto. eEt quella cosonaza, che farà il cotrabasso col tenore:, guarda in qual casella si truouva, et cosiì piglia quella medesima del contralto, cioè qual numero di essa a te piace, di mano in mano insino al fine, come mani-festamente si comprende. [s1523: page 85][s1529: page 87][s1539: page 51][s1562: page 48]

Tauvola del contrapunto.

[s1523: page 86][s1529: page 88]

ORDINE DI COMPORRE A PIVU' DI QVUATRO VOCI. CAP. XXXI.

QVuando a te piace comporre a piuù di quatro uvoci, sappi, che se tu t'imaginerai di aggiungere una quinta parte, bisogna, uvolendo, che detta quinta parte sia un secondo soprano, [s1539: page 52]auvertisci di [#s1523: scambiare] [#s1529: scambiare] [#s1539: scambiare] [#s1562: mutare] li luochi del l'uno, et del l'altro, in modo che tu no passi l'altezza, et la bassezza se non [s1562: page 49]tanto, quanto il primo soprano discorre., accioò che tu non disturbi alcuna delle parti basse. Et fàa', che sia sempre propinquo al primo soprano, come li buoni compositori [#s1523: alcuna] [#s1529: alcuna] [#s1539: alcuna] [#s1562: tal] uvolta fanno, che talmente accomodano dui soprani, che paiono un solo, et non per altro questo auviene, se non per gran diligenza in essi usata:. eEt non bisogna, che tu fuggi la quarta, auvega che possa essere di sotto, et di sopra dal l'uno al'altro. Et nelle diminutioni le dissonanze [#s1523: solamente] [#s1529: solamente] [#s1539: solamete] [#s1562: solo] nelli mezzi son concedute., come al capi. 17. è stato detto. Cosiì il simile intenderai, quando uno, òo piuù tenori, òo contralti saranno aggiunti, sempre peroò osseruvando le regole date con quello facile modo, che a te sarà possibile. Per tanto questa cosideratione della cosonanza quarta è chiamata arbitraria al soprano, tenore, et cotralto., pcheé si puoò di sotto a [#s1523: ciascuno] [#s1529: ciascuno] [#s1539: ciascuno] [#s1562: tutti] dargli la sua quinta, come comanda il terzo precetto al cap. 23., ma non cosiì accade nelli cotrabassi, pcheé essi cotrabassi, uvolendo di-scorrere p una cosonanza diàa tessáaron, sarebbe in quelli [#s1523: gradissima] [#s1529: grandissima] [#s1539: grandissima] [#s1562: grade] discor-dia, mancando sotto la quinta, òo terza., le quali non si trouverebbeno, se non gli fussi un terzo contrabasso. nNon si trouvando adunque tal uvoce terza, in-tendi questo per dui soli bassi, li quali [#s1523: è necessario] [#s1529: bisogna] [#s1539: bisogna] [#s1562: bisogna] , che sempre discorrano con consonaze grate, come è manifesto in tali copositioni., Pper la qual cosa uvoglio, che sanamente tu intenda, percheé le regole di sopra a te dette assai uvolte mancherano di quello, che sarà di bisogno., imperoò che uvolendo ag-giungere una parte quinta, sesta, òo settima ad uno canto di quatro uvoci, molti inconuvenienti facilmente si trouverano. eEt questo nasce, quado il com-positore non ha considerato piuù di quatro uvoci, pcheé non lascia luoco, che sia comodo a l'altre parti. Adunque, quado tu penserai comporre un canto a cinque, sei, òo piuù uvoci, fa' che tu t'accorga di no fare un parte, che prima non [#s1523: uveggia] [#s1529: consideri] [#s1539: consideri] [#s1562: consideri] , se tutto il resto può hauvere commodo luoco., acciocheé non in-cappi in pause, unisoni, et inconuvenienti., come è manifesto nel capitolo. 16. di questo libro secondo. [s1523: page 87][s1529: page 89]

CHE COSA SIA PROPORTIONE. CAP. XXXII.

PEercheé la forza de' numeri è prima, che la musica, come si può p una semplicissima ragione intedere, essendo essa modulation musica an-notata p nome di numeri, come diàa tessáaron, diàa péente, et diàa pasôon, le quali sono state [#s1523: dinominate] [#s1529: nominate] [#s1539: nominate] [#s1562: nominate] dalli nomi del antecedete numero:, resta che parliamo delle proportioni, che di questi numeri si copongono, dalle quali risulta l'harmonica soauvitaà:. mMàa senza lugo circuito di parole uveniamo alli precetti, [#s1523: massimamete] [#s1529: massimamente] [#s1539: massimamete] [#s1562: massime] cheé buona parte delli miei antecessori, che prima ha scritto dell'arte musica:, in qsta parte [#s1523: abondatemete] [#s1529: abondantemente] [#s1539: abodantemente] [#s1562: in abodanza] han sodisfatto co lughi, et dotti proemii, dimostrado la gradezza, et eccelleza de' numeri, et ppor-tioni., liqli io no itedo seguitare p obbedire al pcetto Oratiod'Oratio dicete: cCioò che tu comadi, sarai breuve, acciocheé li animi docili intendino psto le cose dette:, et fidelmete le coseruvino., pcheé niuna cosa supuvacua si ritiene dal petto pie-no. Diremo aduque che la pportioe prima, et principalmete si ritruouva nella quatità, òo sia cotinouva, òo sia discreta:, cioè, quado essa si diffinisce p habitudine di due quatità di uno medesimo genere:, le quali habitudini si hano a cosiderare, secodo che una di dette qtità è maggiore et minore, ouvero eqle, et inequale al'altra., p la qual cosa diremo Proportione quello che siapportione, quado due quatità d'u medesimo genere, l'una a l'altra insieme sono coparate, co certa, et determi-nata habitudine, cioè che debbia essere fra' dui extremi, òo sieno equali, òo siano inequali., come appare i qsti numeri, 3 a 2, 2 a 3, 4 a 3, 5 a 4, et 2 a 2, 3 a 3, 4 a 4 etc., Pper la qual cosa si notifica, che tutte le quatità bisogna sieno eqli, ouvero inequali, siì che è necessario si faccia coparatione alcuna uvolta dall'u-na equale al'altra, laql coparatioe genera una specie detta pportione ronale di eqlità, la ql no cade in pposito al musico, et poò di qsta no ne parleremo. Ma facedo coparatione di inequale numero, ne nasce la secoda specie, detta pportioe rationale di inequalità, della quale si [#s1523: ordinano] [#s1529: ordina] [#s1539: ordina] [#s1562: ordina] cinque generi [#s1523: cosiì] [#s1529: cosiì] [#s1539: cosiì] [#s1562: ] chiamati:Cinque generi di Pportni molteplice, supparticolare, suppartiente, molteplice suppartico-lare, et molteplice suppartiete,. eEt di questi generi li tre primi sono [#s1523: chiamati] [#s1529: chiamati] [#s1539: chiamati] [#s1562: detti] semplici, et li dui seguenti composti. Onde uvenedo al pposito nostro, dire-mo del genere primo, chiamato molteplice, qual serà, quado il maggior numero harrà in seé il minore piuù uvolte:, come in qsti numeri si cotiene:, 2 a 1, 3 a 1, 4 a 1. mMàa se il numero maggiore harrà aputo due uvolte il minore, come q, 2 a 1, diremo pportione dupla, pcheé 2 cotiene uno due uvolte,. eEt se harrà il [s1539: page 53]numero maggiore tre uvolte aputo i seé il minore, come q, 3 a 1, diremo, [s1529: page 90]pportione tripla, pcheé 3, maggior termino, cotiene tre uvolte il minore, qle è uno. [s1523: page 88]Et cosiì se il maggior numero cotenessi quatro uvolte i seé il minore, come q, 4 a 1, tale coparatioe, è detta pportione quadrupla, pcheé in esso termino maggiore, qual è 4:, se gli ritruouva qtro uvolte aputo il minore, qual è uno, et cosiì nelle altre simili intenderai. lLa specie prima del genere molteplice sarà chiamata dupla, la secoda tripla, la terza quadrupla, la quarta quincupla, et tal pcesso sarà ifinito. Per tato auvertirai, che da noi no sarà dimostrato i essempio [#s1523: in tal narratione] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] altro, che le pportioni usitate, necessarie, et catabili., p che qllo, che in ragione harmonica non sarà diuvisibile, neé in quatità riducibile, da noi non sarà p essempio addotto, pcheé allo impossibile nessuno [#s1523: no] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] è tenuto, et secodariamete p essere qsto in lugo stato addotto dal uvenerando molto dDon Frachino gGafurio, li essempi del quale (qto attiene [s1562: page 50]alla prattica) sono stati quasi frustratorii. pPer tato, uvoledo tu la dupla nelli cati coponere, dui modi a tal dimostratione da noi sara coceduti, il primo p cifre numerali, et il secodo p semicircoli tagliati, et no tagliati, come nel cap. delli segni [#s1523: cotra'] [#s1529: contro a'] [#s1539: cotro a'] [#s1562: contro a'] segni ti hòo mostrato. uVolendo adunque mostrare una dupla nella tua copositione p cifre numerali, poni la presente cifra 2 appresso 1 inferiore [#s1523: al dui] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] , come qui 2/1:; se una tripla, cosiì 3/1:; se una quadrupla, cosiì 4/1:; et in tutto qsto genere cosiì pcederai,. mMa nota, che tal coparatione è intesa in figure cata-bili, cioè in qsto modo: due lughe [#s1523: cotra] [#s1529: cotro a] [#s1539: cotro a] [#s1562: cotro ad] una, due breuvi cotra ad una, due semibr. [#s1523: cotra] [#s1529: cotro a] [#s1539: cotro a] [#s1562: contro ad] una, [#s1523: et Cc] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] . eEt cosiì a te sarà tal pcetto libero. Nel secodo modo, la dupla (come hòo detto) sarà da te dimostrata col semicircolo in qsta forma, cioè quado un tuo cato sarà in qsto segno, , et che [#s1523: di poi] [#s1529: di poi] [#s1539: di poi] [#s1562: dapoi] ne segua il psente, ,. dDico, che douve tu [#s1523: dauvi] [#s1529: dauvi] [#s1539: dauvi] [#s1562: darai] la battuta tua nella semibreuve in qsto segno, , debbi cantare le tue note seguendo questo, , per il doppio piuù presto:, cioè douve che passauva una semibreuve i una misura di questo, , uvoglio che passi una misura di una breuve di questo, . eEt in questo modo formerai, et osser-uverai il modo della pportione dupla, passando due semibreuvi nel termine di una, et cosiì dell'altre figure. La tripla, et quadrupla anchora si dimostrano colli proprii sui numeri, osseruvado quello, che nella dupla si cotiene:, cioè che passerano tre semibreuvi, breuvi, òo lunghe nello interuvallo di una sola:; la quadrupla passeraà quatro semibreuvi [#s1523: contra] [#s1529: contro a] [#s1539: contro a] [#s1562: contro ad] una, le qual semibreuvi uve-niranno in forma, et quantità di quatro semiminime., delle qual propor-tioni in questo genere secondo la diuvisione cantabile altro in luce da noi non sarà [s1529: page 91] [#s1523: dato] [#s1529: messo] [#s1539: messo] [#s1562: messo] , per esser questi più facili al pronontiante., li essempii delli quali dopo il genere superparticolare seguente da noi saranno dimostrati. Onde, paredo a te rimuouvere, et distruggere tal modo, et misura delle pre-[s1523: page 89]dette proportioni, è di bisogno segnare le cifre al contrario:, cioè quel nu-mero, che prima era maggiore:, sia il minore, et quello, che era minore:, sia maggiore, come per li presenti s'intende, 1/2, 1/3, 1/4, per la qual prima fi-gura sarà chiamato sottodupla proportione., per il secondo sottotripla, et per il terzo sotto quadrupla. Puoi anchora rimuouvere dallo inteto proportionato la misura con il segno antecedente, cioè che (come ate no pare, che sia in tal dispositione proportionabile) metti dopo la tua proportione il se-gno, quale era inanzi, et cosiì sarà distrutta la tua proportione tante uvolte, quante a te parerà, insino che si ritruouvi altra forma, òo segno.

DEL SVUPERPARTICOLARE GENERE. CAP. XXXIII.

ILl genere superparticulare è, quado dui numeri sono insieme coparati, delli qli il maggiore habbia in seé tutto il minore, et [#s1523: di poi] [#s1529: di poi] [#s1539: dipoi] [#s1562: dapoi] alcuna parte di più, et se harrà di più la mezza parte, si chiamerà sesqualtera pro-portione:; se [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: hauveraà ] una parte terza, si chiameraà pportione sesquiterza:; se [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: hauveraà ] la quar-ta parte, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: si chiameraà ] sesquiquarta:; se [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: haraà ] la quinta, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: si diraà ] sesquiquinta,; et cosiì con questi nomi in infinito [#s1523: mostrati,] [#s1529: &] [#s1539: &] [#s1562: &] in infinito anchora la forma di tal genere supparticolare procederà. dDel superparticolare genere (secodo che a Boetio piace) la mol-titudine è infinita,. pP tanto, coparati li presenti numeri, 3 a 2, 6 a 4, ne risulta la proportione sopradetta sesqualtera., pcheé il termino maggiore, quale è 3:, ha in seé una uvolta il minore, quale è 2:, [#s1523: di poi] [#s1529: di poi] [#s1539: dipoi] [#s1562: dapoi] una unitaà, qle è parte mezza del numero. 2:. cCosiì dimostra il senario numero comparato al numero 4., nel quale è una uvolta il 4:; [#s1523: di poi auvanzano] [#s1529: di poi auvanza] [#s1539: di poi auvanza] [#s1562: dapoi auvanza] due unitaà al senario numero. eEt cosiì (come piacerà a te) co qsto modo, et ordine in infinito pcederai, del qual pcesso sempre ne risulterà la pportione sesqualtera, ouvero hemiolia., becheé alcuni facciano imaginatione, che sia differeza, et no equiuvaleza tra la he-miolia, et sesqualtera., la qual cosideratioe da noi è [#s1523: cochiusa] [#s1529: riputato] [#s1539: riputato] [#s1562: riputato] erronea, et falsa., pcheé tanto significa sesqualtera in potenza, quato hemiolia, quantuque li [s1539: page 54]uvocaboli siano in nome differeti,; màa in uvertuù no sono:, pcheé tanto opa uno, quato l'altro., Ddel che alcuni presumono, che la pportione sesqualtera ad-dotta dalli copositori nelli cati misurati con figure, ouvero note di colore pieno, sia chiamata hemiolia, p esser [#s1523: cosueto] [#s1529: cosueto] [#s1539: consueto] [#s1562: consuetudine] scriuversi senza segno di cifra alcuna,L'hemiolea si scriuve senza segno di cifra: po la piena màa qlla apparete di color uvacuo, hauvedo le cifre ordinarie, [s1529: page 92]chiamano sesqltera. pP tato intederai, che l'una, et l'altra hano un medesimo significato, et [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: un medesimo ] effetto, màa p sodisfarti, se no in tutto, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: almeno ] i parte, no uvoglio, neé intedo p coto alcuno trapassar [#s1523: piuù] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] inazi, se prima alcune cose necessarie, et utili no dica. [s1523: page 90]Et prima, percheé [#s1523: qua] [#s1529: qua] [#s1539: q] [#s1562: qui] nasce alcun uviluppo, da me intenderai, che molti so-no, che intedono, et uvogliono, nella proportione sesqualtera coparata sotto il segno del tempo imperfetto, esser le breuvi perfette, et [#s1523: alteratione] [#s1529: le alteratioi] [#s1539: le alteratioi] [#s1562: le alterationi] delle se-mibreuvi, dicendo che li antichi poneuvanòo il presente segno, 3, p il segno del tempo perfetto, come qui, ,. eEt alcuni altri dicono, che non può essere se-squaltera senza perfettione. aAltri uveramente dicono, che tale effetto no può essere creato da tal ragione, [#s1523: impocheé] [#s1529: imperocheé] [#s1539: imperocheé] [#s1562: perciocheé] la breuve è stata ordinata, et costituita dalli musici perfetta sotto al segno della circolare figura, come qui, . pPer tanto, rimosso tal segno, intendono no douversi osseruvare pfettione di breuvi, neé alteratione alcuna, pcheé se tal cifra 3 fàa lo effetto di pfettione, in uvano è stato il presente segno dalli musici trouvato. nNon dimeno [#s1523: qua] [#s1529: qua] [#s1539: qua] [#s1562: quiuvi] faremo conclusione, che [#s1523: qui] [#s1529: qui] [#s1539: qui] [#s1562: quiuvi] al proposito sarà,. qQuando a te piace componere una sesqualtera dopo il segno semicircolare tagliato, [s1562: page 51]auvertirai ponere la pre-detta sesqualtera co il presente segno 3/2la sesqualtera déueve esserée accompa-gnata co il tempo 3/2:, nel quale ragioneuvolmete si trouverano le breuvi pfette, et semib. alterate. mMàa se in principio del tuo cato si ponerà tal segno, , et dopo alquate note tu formerai una sesqualtera, fàa' che tal canto sia terminato in quatità senaria, aciò che si possa coniun-gere la battuta delle breuvi col termine et misura sesqualterata., pcheé tu sai, che questo segno, , quanto alla battuta debbe esser simile al presente, , et qui alcuna uvolta li copositori incosideratamente mancano. Sono alcuni altri, che inanzi pongono in principio del suo canto il segno seguente, , nel qual segno è diputato [#s1523: ciascuna] [#s1529: ciascuna] [#s1539: ciascuna] [#s1562: ogni] semibreuve passare per una misura, et co poca auvertenza adducono la sesqualtera proportione con breuvi, et semi-breuvi, nel qual ordine, et forma accadono tre effetti: dui contrarii, et uno difficile al pronontiate, ouver cantore,. Per il primo, hauvendo data la misura nella semibreuve, et uvolendo creare la sesqualtera, ne risulta tripla., pcheé prima passauva per una battuta una semibreuve, [#s1523: di poi] [#s1529: di poi] [#s1539: di poi] [#s1562: dapoi] ne passa tre. Per il seco-do effetto cotrario auviene, che se pur tu uvuoi creare la sesqualtera propor-tione, a te è dibisogno mutarti dalla prima misura, quale era una semibreuve p battuta:, et entrare nella misura, qual si couviene a qsto segno, , [#s1523: quale] [#s1529: &] [#s1539: &] [#s1562: &] è errore, pcheé tutte le proportioni drittamete si riferiscono al l'antecedente segno. Il terzo effetto [#s1523: è] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] di difficoltaà [#s1523: ] [#s1529: è] [#s1539: eè] [#s1562: eè] , cheé ben puoi creare la sesqualtera proportione nelle figure, et forma medesima sanza rimuouvere la misura del segno in questo modo, [#s1523: cioè] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] facendo che ciascuna nota sia syncopata, la qual proportione [#s1523: resoluta nel segno tagliato, restano duplicate le note] [#s1529: resulteraà, che tutte le note resterano dupplicate] [#s1539: resulteraà, che tutte le note resterano dupplicate] [#s1562: risulteraà, che tutte le note resteranno dupplicate] , per la qual cosa ne sarà la giusta, [s1529: page 93]et uvera sesqualtera. mMàa percheé questo modo [s1523: page 91]poco è usitato, auvertirai, quado sotto tal segno, , tu penserai formare una sesqualtera, fàa' le tue note [#s1523: con figura] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] di semibreuvi, et minime accopagnate, et no di breuvi, et semibreuvi, nel qual pcesso uverano in battuta tre minime cotra una semibreuve, quale è sesqualtera. eEt cosiì no incorrerai in tali [#s1523: effetti] [#s1529: errori] [#s1539: errori] [#s1562: errori] da noi di sopra dimostrati. Per tanto ciascuna sesqualtera formata sotto la battuta di una breuve éè di bisogno segnarsi co breuvi, et semibreuvi uvacue, òo piene. mMàa quella, che si ritruouva nella battuta di semibreuvi, òo minime, fàa' che la sua forma si mostri di semibreuvi, et minime. cCosiì a te sia maifesto della semibreuve sesqualterata nella prolatione perfetta, et impfetta. Hora diremo della secoda specie del supparticolare genere, quale è la sesquiterza:, la qual pportione è, quado il termino maggiore cotiene in seé una uvolta tutto il minore, et una parte terza, come appare nelli presenti numeri, 4 a 3, nella qual coparatione manifestamete si uvede, che il numero maggiore, quale è 4:, hàa in seé il minore una uvolta, quale è 3:, et anchora una unità, quale è parte terza del 3. Et se farai coparatioe dal numero ottonario al senario, sarà il simile., [#s1523: percheé] [#s1529: percheé] [#s1539: pcheé] [#s1562: perciocheé] nello ottonario numero si cotiene una sol uvolta il senario, et due unità, che sono terza parte del senario numero. eEt cosiì seguendo per le medesime coparationi, sarà il simile in quatità infinita, osseruvando [#s1523: che ciascu] [#s1529: che ciascun] [#s1539: che ciascun] [#s1562: ch'ogni] termino minore sia dal suo maggiore supato di una parte terza. Cosiì la sesquiquarta sarà, quado il termino maggiore [#s1523: cotiene] [#s1529: conteneraà] [#s1539: coteneraà] [#s1562: conteneraà] in seé il minore, et una quarta parte, come qui, 5 a 4, la sesquiquinta uno quinto, come 6 a 5., et questo in [#s1523: tutto [sic: tutte]] [#s1529: tutte] [#s1539: tutte] [#s1562: tutte] le altre parti del genere superparticolare è necessario trouvarsi., perciò uvolendo formare tal [s1539: page 55]proportione nelli tuoi canti, harràai dui modi, il primo in questa forma, 4/3 ouver 8/6, le quali comparationi sono intese quatro note nello interuvallo di tre, et anchora otto note nel termino di sei. pPer tato è a te di bisogno (se farai coparatioe di sequiterzo [sic: sesquiterza]) torre a ciascheduna nota la sua quarta parte, come sarano quatro lughe cotra tre., le quali quatro lunghe del modo minore imperfetto, tepo, et prolatione imperfetta, sono di quantità di semibreuvi quatro per ciascheduna, et comparate nella sesquiterza, [#s1523: restano] [#s1529: resta] [#s1539: resta] [#s1562: resta] di numero tre ciascuna lunga, che sono in tutto 12 semibreuvi, che fanno la quatità delle tre lunghe a seé comparate. Cosiì anchora se sarano breuvi, ciascuna breuve resta di una semibreuve, et minima. eEt per conseguente le semibreuvi restano di una minima, et semiminima per ciascheduna. Anchora apresso alcuni tal sesquiterza si ritruouva nelli canti cosiì segna-ta, , quado il tempo è perfetto:.Tempo di dupla mMàa quado tal segno è nella quantità bina-ria, uvogliono allhora li copositori [#s1523: ] [#s1529: che ] [#s1539: che ] [#s1562: che ] sia inteso [s1529: page 94]p una pportione dupla:, come [s1523: page 92]dimostra il fine del pPatre della mMessa del l'oOmearmeé di Iosqno.Aaron is referring to Josquin's Missa L'homme armé sexti toni. eEt oltra qsto se il medesimo farai in tutte le coparationi seguenti, sanza alcuno impedi-meto le specie del superparticolare trouverai:, come. 7 a 6, 8 a 7, le quali (uvoledo nelli cati usare) sono in tuo arbitrio. nNo dimeno (come di sopra habbia-mo detto), per no hauvere diuvisione equale, diremo no douversi nelli canti nostri [#s1523: essercitare, ma solo quelle, che nelle presenti figure si cotengono] [#s1529: esercitarsi, no derogando ad altri il suo uvolere, osseruverete quanto la figura mostra] [#s1539: esercitarsi, non derogando ad altri ilsuo uvolere, osseruverete quanto la figura mostra] [#s1562: esercitarsi, non derogando ad altri il suo volere, osseruverete quanto la figura mostra.] . [s1562: page 52] [s1523: page 93][s1529: page 95][s1539: page 56]

DEL SVUPERPARTIENTE GE-NERE. CAP. XXXIIII.

HAauvendo di sopra dimostrato le due prime coparatioi del molteplice, et superparticolare genere, et quato in essi si cotenga, hora couviene dimostrare della suppartiete habitudine, la quale si genera, quado un numero all'altro è coparato, et che il maggiore tiene in seé tutto il minore, et oltra il minore alcune parti, cioè dui, tre, ouvero quatro, òo [#s1523: tate, qua-te] [#s1529: tanto quato] [#s1539: tanto quanto] [#s1562: tanto quanto] essa habitudine porteraà, come nelli presenti numeri appare., 5 a 3., 7 a 4, 9 a 5, 11 a 6. oOnde cosiderato il primo termino, cioè 5 a 3, sarà detto proportione supbipartiete terza., pcheé 5, numero maggiore, hàa in seé il suo minore, il quale è. 3., et anchora di più due unità, qual sono due terze parti di esso. 3. fFacedo da poi coparatioe tra il numero. 7. al numero. 4., pcheé il numero. 7. so-prauvaza il minor suo. 4. di tre unità, che son tre quarti:, sarà [#s1523: chiamata] [#s1529: chiamata] [#s1539: chiamata] [#s1562: detta] sup-tripartiente quarta. cCosiì anchora nel nouvenario numero al 5 comparato faremo la proportione [#s1523: chiamata] [#s1529: chiamata] [#s1539: chiamata] [#s1562: detta] supquadripartiente quinta:, pcheé in esso nouvenario termine è tutto il numero 5, et quatro unità, che sono quatro quinti di esso numero minore. eEt coparado il quarto termino, cioè 11, a 6, si formerà la proportioe detta supquincupartiente sesta:, pcheé si coprede il numero maggiore, qle è 11:, hauvere i seé tutto il minore, et cinque qnti [sic: sesti] del suo minore. eEt cosiì [#s1523: de gli] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] altri ad altri coparati sarà creato il superpartiente modo, delli quali da noi no sarano addotti essempi in figure catabili, pcheé (come hab-bia detto) no hano nella harmonica copositione [#s1523: parti] [#s1529: parte] [#s1539: parte] [#s1562: parte] in parti eqli diuvise.

DEL MOLTEPLICE SVUPERPARTICOLARE GENERE. CAP. XXXV.

TRre quatità semplici, et primi generis di sopra da noi son stati dichiarati, dui altri [#s1523: coposti] [#s1529: copositi] [#s1539: copositi] [#s1562: compositi] è di bisogno cosiderare, chiamati molteplice superparticolare, et molteplice superpartiente, del qual molteplice supparticolare la diffinitione è tale. qQuando un numero maggiore è coparato ad uno minore, et che in esso maggiore sia il suo minore più di una uvolta, et anchora di più alcune altre [s1562: page 53]parti, òo siano mezze, terze, quarte, òo quin-te:, in questo consiste il molteplice superparticolare genere, come li pre-senti numeri dichiarano, 5 a 2, 7 a 3, 9 a 4, 11 a 5. Dicesi adunque, che quello [s1523: page 94]numero maggiore, che in seé harrà due uvolte il minore, et [#s1523: di] [#s1529: di] [#s1539: di] [#s1562: ] poi una parte mezza del suo termino minore:, debbe esser [s1529: page 96]detto dupla sesqualtera ppor-tione, come 5 a 2. mMàa quelli, che haranno di più una terza parte:, sarà [#s1523: chia-mata] [#s1529: chiamata] [#s1539: chiamata] [#s1562: detta] dupla sesquiterza, come qui, 7 a 3.; et quegli, che harano la parte quarta:, dupla sesquiquarta, come 9 a 4.; et quegli, che haranno un quinto:, du-pla sesquiquinta, cosiì, 11 a 5.; et di mano in mano. Et se il numero maggiore [#s1523: contiene] [#s1529: conteneraà] [#s1539: coteneraà] [#s1562: cotenerà] in seé il suo minore tre uvolte, et una mezza parte, terza, òo quarta, si dice tripla sesqualtera, tripla sesquiterza se harrà di piuù un terzo, tripla sesquiquarta, come appare nelli presenti numeri, 7 a 2, 10 a 3, 13 a 4., Iimperoò che nel termino. 7. si cosidera tre uvolte il. 2. et una unità, parte mezza del termino minore. [#s1523: pPer tato è detta tripla sesqualtera, p essere tre uvolte il nume-ro minore] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] supato dal maggiore, [#s1523: et una mezza parte] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] . Cosiì essendo copara-to 10 a 3, il tre è superato dal suo termino maggiore, quale è 10:, tre uvolte, et di una unità, quale è sua parte terza. oOnde è detta tripla sesquiterza. La tripla sesquiquarta si domanda in questi numeri, 13 a 4, pcheé in esso numero maggiore si extende tre uvolte il minore, et di poi la quarta sua parte. cCosiì in infinito [#s1523: tal discrittioe sia] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] , et infinite le sue specie nascono, quado li numeri, òo termini maggiori alli minori son coparati. mMàa all'incontro si aggiunge la prepositione sub, dicendo, [#s1523: subdupla] [#s1529: subtripla] [#s1539: Ssubtripla] [#s1562: Ssubtripla] sesqualtera, [#s1523: subdupla] [#s1529: subtripla] [#s1539: Ssubtripla] [#s1562: Ssubtripla] sesquiterza, [#s1523: sub-dupla] [#s1529: subtripla] [#s1539: Ssubtripla] [#s1562: Ssubtripla] sesquiquarta. Li altri anchora in questo modo si [#s1523: intendono] [#s1529: intenderanno] [#s1539: intenderanno] [#s1562: intenderanno] .

DEL MOLTEPLICE SVUPERPARTIENTE [#s1523: GENERE] [#s1529: GENERE] [#s1539: GENERE] [#s1562: ] . CAP. XXXVI.

ILl molteplice superpartiente genere è, quado si coparano duoi nume-ri, delli quali il numero maggiore [#s1523: cotiene] [#s1529: cotenga] [#s1539: cotenga] [#s1562: contenga] il minore più di una uvolta, et oltra due, tre, òo piuù parti di esso numero minore secondo la figura del numero superpartiente., le quali parti in questo genere non sarano due me-dietà, neé due quarte, neé due seste (come nel superiore fùu detto), màa due ter-ze, due quinte, ouver due settime dissimili dalla consequenza prima, come manifestano li seguenti numeri, 8 a 3, 12 a 5, 16 a 7. pPer tanto, coparato 8 a 3, diremo proportione dupla superbipartiente terza, percheé il termino mag-giore, quale è 8:, cotiene in seé tutto il minore due uvolte, di poi due unità, che sono due parti terze del suo minore, quale è 3. cCoparando il termino. 12. col seguente. 5., farai proportione dupla superbipartiente quinta, percheé in esso numero maggiore, quale è. 12:, [#s1523: segli] [#s1529: si] [#s1539: si] [#s1562: si] comprede due uvolte tutto il suo mino-[s1523: page 95]re, quale è 5:, et anchora gli soprauvanzano due unità, che sono due parti quinte di esso numero minore. Se anchora farai coparatione dal numero presente. 16. al suo seguente. 7, ritrouverai [s1529: page 97]la proportione chiamata dupla superbipartiente settima, pcheé il numero. 16. [s1539: page 57]cotiene il seguente. 7. due uvol-te et due parti settime di esso termino minore., le quali habitudini sono in arbitrio del compositore, màa per no essere necessarie, neé usitate per la indiuvisibile misura, non adducemo figura alcuna, altro che esse cifre. Di questo pensamo, et credemo hauvere a sofficieza detto per hauver raccolti li mebri utili, et piuù necessarii, aciocheé gli animi gentili restino facili nella utilità. Ma per esser a tutti in qualche parte uniuversale, et pcheé forse alcuni hara-no desiderio intendere, che cosa sia proportionalità, dato che di questo il prattico poco se ne uvaglia:, non dimeno si poneraà sotto breuvitaà, aciocheé ad ognuno io sodisfacia.

DELLA PROPORTIONALITA' ARITH-METICA. CAP. XXXVII.

LAa proportionalità [#s1523: ] [#s1529: arithmetica ] [#s1539: arithmetica ] [#s1562: arithmetica ] è uno raccoglimeto di due, òo tre, òo più pportioni insieme coparate., pcheé (come a Boetio piace) di cogiunte proportioni si fa la proportionalitaà. eEssendo aduque la proportionalità raccol-ta di proportioni, tal proportionalità non mai si puoò formare con meno di tre termini, come nelli presenti numeri, 1., 2., 3., nelli quali (se rettamete consi-deri) da due proportioni è generata la pportionalità, [#s1523: laqual] [#s1529: laqual] [#s1539: laqual] [#s1562: qual] pportionalità è nelli termini supiori in questo modo, cioè che il binario numero alla uni-tà coparato è in proportione differete di unitaà. cCosiì il ternario al binario il simile contiene. Proportionalità Arithmetica.Questa proportionalità si chiama arithmetica, [#s1523: peroò che] [#s1529: peroò che] [#s1539: peroò che] [#s1562: perciocheé] in qste pportioni è equalitaà delle differeze, pcheé tato è la differenza da 3 a 2, quato è da 2 a 1, et all'incotro da 1 a 2, siì come è da 2 a 4 [sic: 3]., p la qual cosa appare nelli seguenti numeri, cioè 2., 3., 4., essere anchora pportionalità arithme-ticàa, nella quale sono le differenze equali, et le proportioni inequali., pcheé ta-to supera il termino tre il dui, quato supa il 4 il 3:, douve [#s1523: ciascheduno] [#s1529: ciascheduno] [#s1539: ciascheduno] [#s1562: ciascuno] termi-no minore è supato di una unità dal maggiore. Le pportioni adunq sono inequali, pcheé coparato 2 a 1, fàa la proportione dupla, et per il cotrario sot-todupla. mMàa comparato 3 a 2, fa proportione sesqualtera, et per il cotrario sottosesqualtera. eEt cosiì comparato il termino 4 al 3, coduce la proportione sesquiterza, et per il contrario sottosesquiterza. [s1523: page 96]

DELLA GEOMETRICA PROPORTIO-NALITA'. CAP. XXXVIII.

HOora seguita la Proptionalitaà Geometrageometrica pportionalità, nella quale sempre si di-mostrano le pportioni eqli, come sono. 1., 2., 4., 8, ouvero in tripla [s1529: page 98]pro-portione. [#s1523: cosiì.,] [#s1529: come] [#s1539: come] [#s1562: come] 1., 3., 9., 27, ouvero in dupla, òo come a te piace., [#s1523: la] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] quale nelli numeri molteplici hàa costituita la sua estesione. Et che sia la uverità, nel primo essempio, comparato il termino 2 a 1, nasce la proportione dupla, la quale è simile a qlla, che dimostra il numero ottonario coparato al quater-nario, et all'incotro, siì come 1 a 2 genera sottodupla pportione., cosiì anchora resta 4 a 8, et p cosequete 4 a 1, come 8 a 2. oOltra qsto si dimostra le differe-ze non [s1562: page 54]essere equali, siì come era nella arithmetica medietaà:, cheé coparado 2 a 1, il termio maggiore soprauvaza il minore di una unità., ma coparado 4 a 2, resta supiore il termino 4 di due unità del suo minore 2., et cosiì 8 a 4 supa il termino 4 di qtro unità. [#s1523: eEt cosiì] [#s1529: iIl simile] [#s1539: iIl simile] [#s1562: iIl simile] seguedo nella tripla, et qdrupla pportioe sarano le differeze ineqli, màa le pportioni eqli, come essaminado si coprede.

DELLA HARMONICA PROPORTIONAlitaLITA'. CAP. XXXIX.

LAa pportioalità harmonica è qlla, che discorda, et è cotraria alla arithmetica, et geometrica, cioè che no hàa medesime differenze, neé equal pportioe., come sono. 3., 4., 6., il qual. 6. coparato al quaternario supera esso quaternario della sua terza parte, cioè 2. Et coparato il quaternario al ternario numero, esso nuero maggiore soprauvaza il minore della sua quar-ta parte, che è uno. cCosiderado anchora in qsti numeri., 2., 3., 6., il senario al ternario copato, esso senario supa di una mezza pte, et il ternario numero, qle è tre unità:, copato [#s1523: ] [#s1529: il ternario ] [#s1539: il ternario ] [#s1562: il ternario ] al binario, esso ternario supera il binario della sua terza parte, quale è una unità., Pper la ql cosa nèé le differeze, nèé le pportioni sono equali, impocheé in qsta pportione, quale è. 3., 4., 6:, il maggior termine, cioè il senario, al ternario coparato, risulta la pportione dupla. mMàa coparato esso senario al termino quaternario, si considera la sesqualtera proportioe. eEt cosiì il quatro al tre coparato farà sesquiterza pportione. Per tato (cosiì come è detto) tal pportioalità hàa cotraria pprietà dalle due supiori medietà, pcheé nella arithmetica nelli minori termini era maggior pportione, nelli mag-giori, minore:. mMàa in questa nelli maggiori termini sarà maggiore proportione, et nelli minori, minore:, come li seguenti numeri dimostrano.: 3., 4., 6.; 3 a 4 comparati fanno sottosesquiterza., 6 a 4., sesqualtera., nella quale copa-ratione maggiore è la sesqualtera della sesquiterza. [s1523: page 97][s1529: page 99][s1523: page 98][s1529: page 100][s1523: page 99][s1529: page 101][s1539: page 58]

DIVISIONE DEL MONACHORDO PER TVUONI, ET SEMITVUONI NATVURALI, ET ACCIDENTALI. CAP. XXXX.Much of this chapter is taken from an anonymous letter copied by Aaron, published in Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 929-934. See also Commentary, ibid., p. 937-940.

PERVENVTO Aervenuto al fine della pro-messa opera, è accaduto a me, come tal uvolta [#s1523: uvedemo] [#s1529: si uvede] [#s1539: si uvede] [#s1562: si vede] accadere alli nauvigati, li quali, hauvendo raccolte le uvele per intrare in porto:, sopragiunti in un su-bito da qualche altro uvento, son sfor-zati ritirarsi in dietro, et quàa, et là uvolteggiando discorrere., percioò che uvole-do riposar dalla finita impresa, neé macandomi altro, che renderne gratie a Iddio, et far mia iscusa appresso i lettori, se in parte alcuna (come huomo) [#s1523: hauveuva] [#s1529: hauvessi] [#s1539: hauvessi] [#s1562: hauvessi] mancato, son stato assaltato da nuouvo pensiero, che, poscia che le cose pertinentissime alla musical prattica co quella theorica, sanza la qual quasi non si può fare:, hòo dimostrato, sarà ben fatto a dimostrare la diuvisio-ne del monachordo per tuoni, et semituoni naturali, et accidentali, [#s1523: insieme] [#s1529: insieme] [#s1539: insieme] [#s1562: ] con la partecipatione, et modo d'accordarlo, rendedomi certo douvere essere grato a tutti [#s1523: ] [#s1529: i ] [#s1539: i ] [#s1562: i ] sonatori, et studiosi dell'istrometo, che non son prouvetti:, attento che altri, che l'han prima trattato, siì come dottissimamente ne han scritto, cosiì senza grandissima difficoltà anchora dalli ben scientiati non possono essere intesi. A contemplatione adunque siì di me proprio, che (come lasciò scritto Liuvio) l'animo inquieto si pasce di opera, siì di ciascuna getil persona che sia p pigliarne dilettatione, dico cosiì, che nello istrometo organico secodo il comune ordine si ritruouvano uvoci naturali di numero 29, chiamati dall'uniuversale uso tasti bianchi, et accidentali di numero 18, dette tasti negri, ouvero semituoni., per il qual ordine da noi sarà diuviso tasto per tasto, dimostrando [#s1523: ciascheduno] [#s1529: ciascheduno] [#s1539: ciascheduno] [#s1562: ciascuno] interuvallo del l'uno al l'altro, cosiì accidentali, come na-turali. Et nota, che tale istromento è stato di bisogno, che trapassi il numero delle uventi chorde consuete, et ordinate nella man nostra, acciocheé li sona-tori piuù facilmente si possino essercitare, et accomodare alli intenti loro, per che mancando delle predette uvoci, òo tasti, forse sarebbono alquantodistur-[s1523: page 100] bati et impediti., Pper la qual cosa diremo che il primo tasto, ouver luoco di detto istromento è collocato di sotto a Gama ut l'interuvallo di uno tuono, nel quale sarà detto la syllaba, òo uvoce fa, p [s1529: page 102]cocordare con quella di F fa ut, quale è distante p uno diàa pasôon, [#s1523: detta ottauva] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] . Ma dalla [#s1523: prima] [#s1529: prima] [#s1539: prima] [#s1562: principale] chorda no-stra chiamata Gama ut a quella dalli Greci [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: che eè ] chiamata proslambanóomenos, quale è A re apresso di noi:, sarà sola distaza, et interuvallo di una uvoce simi-le alla [#s1523: prima] [#s1529: prima] [#s1539: prima] [#s1562: principale] , chiamata tuono. cCosiì sarà anchora da proslambanóomenos a hypáate hypatôon, cioè A re, et [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi:. mMa da [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, et C fa ut, [#s1523: òo] [#s1529: òo] [#s1539: o] [#s1562: ouveramente] uvuoi hypáate hypatôon, et parhypáate hypatôon, [#s1523: no] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] saraà [#s1523: un tuono, màa siì] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] un semituono minore, [#s1523: no mezza parte di tuono, come altrouve fùu detto] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] . Et pcheé da proslamba-nóomenos a hypáate hypatôon si dimostra un tasto [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: che eè ] negro in mezzo, sappi che tal tasto da quello bianco posto in proslambanóomenos è una distanza di semituono minore, et da quello di hypáate hypatôon un semituono maggio-re, come chiaramente puoi uvedere per la quinta apparente da [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi a F fa ut, òo uvuoi [s1562: page 55]da hypáate hypatôon a parhypáate mesôon, la quale è coposta di dui tuoni, et dui semituoni minori:, del che resta diminuta [#s1523: di una] [#s1529: uno] [#s1539: uno] [#s1562: uno] apotomèe det-to semituono maggiore,. pPer tanto è stato di bisogno a tale reintegratione, et pfettione stabilire il detto tasto negro, accioò che esso diàa péente, ouver qnta sia soauve, et grata allo udito. Dal quarto luogo, chiamato parhypáate hypa-tôon, ouvero C fa ut, a lichanòos hypatôon, chiamato D sol re, sarà uno interuvallo di [#s1523: uno] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] tuono., fra li quali parhypáate hypatôon, et lichanòos hypatôon nasce il tasto negro in mezzo, per il quale resta diuviso parhypáate hypatôon da li-chanòos hypatôon in dui semituoni, uno maggiore, et uno minore, delli quali il maggiore sarà da C fa ut al tasto negro,; et dal tasto negro al biaco seguete, qual è D sol re:, sarà il semituono minore, come si uvede da A re, et C fa ut, quale è terza minore:; et bisognado essa reintegrare, et augumetare alla quatitaà [#s1523: della] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] maggiore, sarà necessario accrescere uno semituono maggio-re, qual sarà propriamete quella distanza, che è da C fa ut al tasto negro. Da lichanòos hypatôon a hypáate mesôon, cioè D sol re, et E la mi (come hai nel passato inteso), cade il tuono, et da detto D sol re al tasto negro cade un semituono al quanto maggiore del suo bisogno.,Following the anonymous author on whom he bases this chapter, Aaron is describing a tempered interval. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 930, note 2. per il quale no si puoò dare fauvore neé augumetatione alla terza minore, qual cade da [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi a D sol re, uvolendo che sia maggiore, siì come in tutti li altri tuoni diuvisi si couviene, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: & ] co-me la experienza del l'uno, et del l'altro [#s1523: ti] [#s1529: gli] [#s1539: gli] [#s1562: gli] dimostra. Voledo adunque in tal luogo detto formare la terza maggiore, è di bisogno, che quel tal semituo-no, òo tasto negro sopra della chorda, òo uvoce D sol re, sia al quanto sbassato., [s1539: page 59]dal quale sbassameto sono impedite, et guaste le qnte, et ottauve corrispon-[s1523: page 101]denti al detto semituono, òo tasto negro, della qual cosa nascerebbe grande incouveniente piuù di quello, che prima era. Questo [#s1523: solo] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] si truouva in tali positioni, cioè tra D sol re, et E la mi, et nelle ottauve, et qntedecime, percheé lo acuto, et sopracuto corrispondono al grauve, qual è suo primo nascimento. eEt non per altro tali incouvenienti in questi luochi accadono, se non p cagione [s1529: page 103]delli organisti, li quali piuù tosto uvogliono accommodare il C fa ut della terza minore, che il mi della maggiore, percheé [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi da essi poco è ope-rato, et per tal modo manca, che quella terza minore dinanzi detta non si può fare maggiore, sanza tagliare il tasto di sopra detto negro, acciò che una parte di esso renda la uvoce piuù bassa, che la prima. eEt cosiì saraà aiutata, et reintegrata la terza di quel semituono maggiore, che allei manca. Et di-scorrendo col tasto negro al luoco di E la mi, òo pure hypáate mesôon, harrai la quantità del semituono maggiore, il quale pfice la qnta, ouver diàa péente posta dal detto E la mi a B fa acuto, diminuta, et impfetta. Da hypáate me-sôon a parypte [sic: parhypate] mesôon, cioè E la mi, et F fa ut, naturalmete cade il semituon minore, nelli quali non si couviene altra diuvisione di semituoni, [#s1523: òo] [#s1529: óo] [#s1539: o] [#s1562: ouver] tasti negri. Màa da parhypáate mesôon a lichanòos mesôon, chiamati F fa ut, et G sol re ut, cade naturalmente il tuono diuviso in dui semituoni per il tasto negro in mezzo posto, il quale sarà distante da F fa ut un semituono maggiore, col quale si accresce la sesta minore in maggiore posta da A re a F fa ut grauve, uvolendo ritrouvare la sua ottauva,. mMàa da esso tasto negro al bianco posto in lichanòos mesôon, quale è G sol re ut:, cade il semituono minore, come si uvede da lichanòos hypatôon a lichanòos mesôon, dicedo ut in lichanòos hypatôon, chiamato D sol re, i sino al fa di lichanòos mesôon, chiamato G sol re ut. dDa G sol re ut ad A la mi re, chiamato méese, similmente cade un tuono, nelli quali anchora si truouva il semituono, òo uvero tasto negro, dal qual tasto negro alla positione di lichanòos mesôon, cioè G sol re ut, cade il semituono maggiore, [#s1523: percheé] [#s1529: pcheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] da hypáate hypatôon a lichanòos mesôon, quali sono [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, et G sol re ut:, è una distanza di sesta minore, et aggiungendo al detto tasto negro, si augumeta del psente semituon maggiore, et di minor sesta resta maggiore. Da esso semituono, òo tasto negro in sino ad A la mi re, chiamato méese, cade la quantità del minor semituono, come facilmente uvedrai, dicendo ut in E la mi grauve, et il re al quarto tasto negro, la uvoce mi al quinto tasto negro, che son dui tuoni:, et il semituono minore seguita da esso quinto tasto negro al seguente bianco, quale è A la mi re., la qual compositione, et discorso ge-nera un diàa tessáaron. Da méese, et trte synemmenn [sic: paramese],This error stems from the anonymous letter from which Aaron copied most of this chapter. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 931. quali sono A la mi re, et [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi acuto:, cade il tuono naturale diuviso dal tasto negro, il qual tasto ne-[s1523: page 102] gro sarà distante da méese, cioè A la mi re, l'interuvallo di uno semituono mi-nore,. mMàa da esso tasto negro al luoco di detto mi acuto cade il semituo-no maggiore, come [#s1523: chiaramete tutti li autori i tal luoco] [#s1529: chiaramete tutti gli autori in tal luogo] [#s1539: chiaramete tutti gli autori in tal luogo] [#s1562: chiarissimamente ciascheduno auttore in luogo simile] dimostrano, massimamente quando delle mutationi parlano. Da paraméese a tríite diezeug-menôon, che sono [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi acuto et C sol fa ut, cade naturalmente il minor se-mituono., nelli qualli [sic: quali] interuvalli no è mezzo alcuno. Da tríite diezeugmenôon a [s1529: page 104]paranéete diezeugmenôon, cioè C sol fa ut, et D la sol re, cade un tuono naturale diuviso dal tasto negro, il qual tasto negro è sopra di C sol fa ut la quatità del semituono maggiore, et da esso tasto negro al sequente bianco, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: che eè ] chiamato paranéete diezeugmenôon, cade il semituono minore. Il maggiore se-mituono detto è in quel luoco, p cagione della sesta minore, formata da E la mi a C sol fa ut,. uVolendo adunque farla [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: piuù ] maggiore, è dibisogno toccare il sopradetto tasto,. eEt (come è [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: già ] detto) da esso tasto negro a quello di D la sol re, altro no è, che semituono minore., [#s1523: pcheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] formado il diàa tessáaron terzo, quale è ut-fa:, no trouverai se no un semituono minore nel l'ultimo interuvallo, dice-do ut in A la mi re, re in B fa [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, mi al settimo tasto negro, qual son dui tuoni,. iIl semituono per cosequente sarà da detto settimo tasto negro al bia-co sequente, che è D la sol re. Da paranéete diezeugmenôon a néete diezeug-menôon, cioè D la sol re, et E la mi, cade un tuono naturale, [s1562: page 56]diuviso dal semi-tuono, ouver tasto negro, il quale tasto negro sarà distante di altezza, quato fùu quello (se ben ti ricordi) che [#s1523: ] [#s1529: fùu ] [#s1539: fu ] [#s1562: fu ] da mi, et D sol re [#s1523: fùu dichiarato, percheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] si uvede manifestamete, dicendo il fa di B fa mi posto al sesto tasto negro in sino all'ottauvo negro, sarà un diàa tessarôon, del quale uverrà fa-mi, semituo-no minore, da detto ottauvo tasto negro allo antecedente biaco, et dal sequete bianco sarà la quantità del semituon maggiore., come alla dichiaratione delli tasti negri per seé soli [#s1523: coparato] [#s1529: comparati] [#s1539: coparati] [#s1562: comparati] l'uno all'altro si coprenderà. Da néete diezeugmenôon a tríite hyperboléeon, detti E la mi, et F fa ut, cade il semituono [s1539: page 60]minore senza altra diuvisione infra di loro. mMàa da tríite hypboléeon, detto F fa ut, a paranéete hyperboléeon, chiamato G sol re ut secondo, cade natural-mente l'interuvallo di uno tuono, li quali positioni sono tramezzate dal semituono, ouver tasto negro, il qual semituono sarà distante da tríite hypboléeon la quatità del semituono maggiore, come per la sesta cadete da méese, detto A la mi re primo, a quella positione detta tríite hyperboléeon, cioè F fa ut, la qual sesta naturalmente si dimostra minore. pPer tato bisognando, col detto tasto negro si augumenta al luoco della maggiore, et cosiì la terza minore, qual cade da D la sol re a quella di F fa ut secondo: si augumenta in mag-giore, il quale augumento è anchora al proposito alla decima minore ca-[s1523: page 103]dente da lichanòos hypatôon a tríite hypboléeon, cioè D sol re, et F fa ut acu-to. Essendo aduque il semituono maggiore in detto luoco, di necessitaà resta il suo minore [#s1523: ] [#s1529: semituono ] [#s1539: semituono ] [#s1562: semituono ] dal tasto negro al seguente bianco, [#s1523: chiamato] [#s1529: chiamato] [#s1539: chiamato] [#s1562: detto] paranéete hyperboléeon, cioè G sol re ut. Da paranéete hyperboléeon a néete hypboléeon, cioè G sol re ut, et A la mi re, naturalmente cade il tuono, nel quale si dimostra il semituono in mezzo, ouver tasto negro, [#s1523: il quale] [#s1529: &] [#s1539: &] [#s1562: &] è distante per uno [s1529: page 105]inter-uvallo superiore da paranéete hyperboléeon di uno semituono maggiore, il qual semituono augumenta la sesta cadente da [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi acuto a G sol re ut secondo, et la terza posta da néete diezeugmenôon, [#s1523: detto] [#s1529: detto] [#s1539: detto] [#s1562: nominato] E la mi acuto, a pa-ranéete hyperboléeon, chiamato G sol re ut secondo, et cosiì la decima cade-te da hypáate mesôon a paranéete hyperboléeon, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: che sono ] detti E la mi grauve et G sol re ut acuto,. sSegue adunque che il semituono minore sarà da néete hyperbo-léeon, [#s1523: detto] [#s1529: detto] [#s1539: detto] [#s1562: che eè chiamato] A la mi re, al tasto negro [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: che eè ] di sopra ordinato, [#s1523: percheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] uvolendo [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: noi ] for-mare il diàa pasôon da poi la sesta, et essendo in quel luoco minore, per [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: uvolere ] osser-uvare il precetto, [#s1523: conuvien] [#s1529: conuvien] [#s1539: conuvien] [#s1562: s'acconuviene] che sia [#s1523: tocco] [#s1529: tocco] [#s1539: tocco] [#s1562: toccato] il predetto tasto negro. Da néete hy-perboléeon, quale è A la mi re, a mi [#s1523: secondo [sic: terzo]] [#s1529: terzo] [#s1539: terzo] [#s1562: terzo] naturalmente [#s1523: cade] [#s1529: cade] [#s1539: cade] [#s1562: uviene a cadere] il tuono, nel quale nasce il semituono ouver [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: il ] tasto negro, dal qual [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: predetto ] tasto negro a néete hyperboléeon, cade il semituono minore, et nello ascenso [#s1523: cade] [#s1529: cade] [#s1539: cade] [#s1562: uviene a cadere] il maggiore, [#s1523: percheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] trouvandosi secondo il discorso accidentale la quinta imperfetta da detto mi [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ch'eè ] sopra detto al fa, quale è di sopra alla positioe di E la, la quale uvolendo che sia intiera et [#s1523: perfetta] [#s1529: perfetta] [#s1539: perfetta] [#s1562: perfettissima] , bisogna [#s1523: che] [#s1529: che] [#s1539: che] [#s1562: ch'essa] sia reintegrata da quel semi-tuono ouver tasto negro di sopra [#s1523: detto] [#s1529: detto] [#s1539: detto] [#s1562: narrato] , siì come fu nello antecedente [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi acuto. [#s1523: Seguendo] [#s1529: Seguendo] [#s1539: Seguendo] [#s1562: Dapoi seguendo] piuù inanzi alla positione di C sol fa, sanza alcun dubbio naturalmente cade il semituono minore de [sic: da] mi sopracuto al fa di C sol fa, fra li quali non si ritruouva mezzo alcuno. dDa C sol fa a D la sol simil-mente [#s1523: cade] [#s1529: cade] [#s1539: cade] [#s1562: uviene a cadere] lo interuvallo del tuono, nel qual si uvede diuviso dal semituono ouver tasto negro, del che diremo che saraà da C sol fa al seguente semituono negro la quantità di uno semituono maggiore, et dal seguente tasto biaco quella del minore,. cChe sia maggiore il semituono detto, si uvede per la sesta minore che nasce da néete diezeugmenôon, [#s1523: detto] [#s1529: detto] [#s1539: detto] [#s1562: chiamato] E la mi, alla positione di C sol fa, et cosiì per la terza minore formata da néete hyperboléeon, quale è A la mi re, a C sol fa. èE' necessario il tasto negro, come hàa di bisogno anchor la decima inferiore a esso tasto negro, che sanza quello resterebbe minore. dDa D la sol ad E la, ultima positione, cade il tuono diuviso [#s1523: anchora] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] per il suo tasto negro, distante dal detto E la, la quantità del semituono dinanzi detto, cadete tra lichanòos hypatôon ad hypáate mesôon, et da paranéete diezeugme-[s1523: page 104] nôon a néete diezeugmenôon. eEt da esso tasto negro alla position detta E la [#s1523: cade] [#s1529: cade] [#s1539: cade] [#s1562: uviene a cadere] il maggior semituono, et [#s1523: tal] [#s1529: tal] [#s1539: tal] [#s1562: simile] positione rettamente si può chiamare quel-lo, che nella ottauva inferiore risponde:, qual si domanda E la mi [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: che eè ] replicato, [#s1523: pcheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] passando sopra di E la, bisogna rinouvare [#s1523: ciascuna] [#s1529: ciascuna] [#s1539: ciascuna] [#s1562: ciascheduna] positione, et luoco co quella dimostratione, ordine, et [#s1523: modo] [#s1529: modo] [#s1539: modo] [#s1562: maniera] che [#s1523: feceno] [#s1529: fu fatto] [#s1539: fu fatto] [#s1562: fu fatto] le prime, [#s1523: chiamate] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] grauvi, et quelle che [#s1523: era] [#s1529: erano] [#s1539: erano] [#s1562: erano] nello acuto, et sopracuto,. iIl simile nelle sequeti trouverai, seguendo l'ordine un'altra uvolta sopra di E la mi secondo che nella mano si truouva [s1529: page 106]ordinato. Adunque diremo che da E la al seguente tasto non cade altro, che il semituono minore, come [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: già ] manifestamete si uvede, sanza altra di-uvisione di semituono, [#s1523: òo] [#s1529: o] [#s1539: o] [#s1562: ouvero] tasto negro. Ma dal seguente F fa ut replicato insi-no a G sol re ut [#s1523: cade] [#s1529: cade] [#s1539: cade] [#s1562: uviene a cadere] un tuono, il quale anchora resta diuviso dal tasto ne-gro, ilqual tasto negro è d'interuvallo superiore al tasto bianco inanzi posto di quantità di uno semituono maggiore, come si dimostrano in tali positioni dinanzi dette, et come la experienza piuù chiaro dimostra:. eEt il contrario dalla parte di sopra auviene, [#s1523: percheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] da esso tasto negro al superiore bianco non è altro che il semituono minore. dDal terzo G sol re ut replicato ad A la mi re, altro non è, che quantità di tuono, nel qual si mostra il semituono negro distate da detto G sol re ut per uno semituono maggiore, cosiì come nel grauve fùu chiarito,. eEt dalla parte di [s1539: page 61]sopra da detto semituono negro al tasto bianco cade il semituon minore. Da A la mi re [#s1523: a] [#s1529: a ] [#s1539: a] [#s1562: ] mi replicato sen-za alcun dubbio cade la quatità d'un tuono, màa da detto A la mi re al ta-sto negro, che è in mezzo: cade il semituono minore, et dal seguete [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: uviene a cadere ] il mag-giore. [s1562: page 57] [#s1523: Dal ] [#s1529: Da ] [#s1539: Da ] [#s1562: Da] mi detto al tasto seguente no altro cade, [#s1523: che el] [#s1529: del] [#s1539: del] [#s1562: del] semituon mi-nore, màa dal seguente replicato luoco, chiamato C sol fa ut, a D la sol re, no cade altro, che la quatità di un tuono diuviso dal semituono negro, il qual semituono negro resta distate dal biaco dinazi posto per quatità del semi-tuono maggiore, et dal seguete biaco resta minore. [#s1523: Di poi] [#s1529: Di poi] [#s1539: Dipoi] [#s1562: Poi] , seguendo a D la sol re replicato al tasto seguete E la mi, altro no è, che la quatità di un tuo-no, diuviso anchora dal semituono negro, il qual semituono, è supiore al primo tasto biaco dinazi a seé posto la quatità del semituono, òo interuvallo, qual si ritruouva per le ottauve inferiori a essa positione,. mMa dal seguente tasto biaco al detto negro è [#s1523: solo] [#s1529: solo] [#s1539: solo] [#s1562: solamente] distanza del semituon minore [sic: maggiore]. cCosiì nelli seguenti il simile si truouva, cosiderando all'uniuversal modo, [#s1523: percheé] [#s1529: pcheé] [#s1539: pcheé] [#s1562: perciocheé] ne sono alcuni altri, che sono di maggiore numero di uvoci, chiamati istrometi doppi, la qual cosideratione, et intelligenza di esse chorde, ouver tasti aggiunti saraà intesa per la compositione, et ordine di sopra mostrato., percheé secondo che le positio-[s1523: page 105]ni dinanzi dette hanno hauvuto ordine, cosiì le chorde aggiunte, et accresciute dalla parte grauve, ouver di sotto saranno corispondenti alle parti acute. mMàa quelle, che nel superiore saranno messe: concorderanno con quello, che in nanzi è stato detto. Màa hora intederai, che dalla prima chorda, òo uvoce, [#s1523: òo] [#s1529: o] [#s1539: o] [#s1562: ouver] semituono, o uvuoi tasto negro nello istromento da noi ordinato, al secodo seguente negro, sarà distaza di un tuono, et semituono maggiore, qual fan-no la compositione d'un semiditono, et comma., [#s1523: percheé] [#s1529: percheé] [#s1539: percheé] [#s1562: perciocheé] da esso semituon negro al sequente secondo, [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: i ] detti accidentali, resta in mezzo il naturale mi-nore semituono., come dal terzo, al quarto, sesto, et settimo, ottauvo, et nono, [s1529: page 107] undecimo, et duodecimo, terzodecimo, et quarto decimo, sesto decimo, et decimo settimo il medesimo interuvallo trouverai. Per tanto dal detto secondo semituon negro al terzo seguente harrai la quantità del tuono al-quanto maggiore.Aaron is describing a tempered interval between C sharp and E flat. Dal terzo in nanzi detto al quarto occorrente acci-dentale è la distanza del semiditono quasi superfluo, et dal quarto al quinto il tuono si uvede. Dal quinto al sesto [#s1523: cadono] [#s1529: cadono] [#s1539: cadono] [#s1562: uvengono a cadere] dui semituoni minori. mMàa da detto sesto al settimo seguente cade un tuono col semituon mag-giore.; Ddal settimo al l'ottauvo il tuono alquanto superato. mMàa dall'ottauvo al nono risponde uno interuvallo di trihemituono. Il nono, et decimo son distanti d'uno interuvallo del semituon maggiore, et minore, come è stato [#s1523: dal] [#s1529: del] [#s1539: del] [#s1562: del] quarto et quinto semituono negro. Dal decimo all'undecimo è la di-stanza, che fùu dal quinto al sesto per dui semituoni minori. L'undecimo, et duodecimo harrà distanza del tuono, et semituon maggiore, come an-chora giace tra il sesto, et settimo. Dal duodecimo al terzo decimo è quello, che sol si uvede tra 'l settimo, et ottauvo. Et [#s1523: precedendo [sic: procedendo]] [#s1529: seguitado] [#s1539: seguitado] [#s1562: seguitando] dal terzo de-cimo al quarto decimo seguente si trouveranno tre semituoni, siì come fùu l'ottauvo, et nono tasto. Il quarto decimo, et qnto decimo tasto negro son ri-spodeti di quello, che fùu tra 'l nono tasto, et decimo., qual fùu il tuono. Ma dal quinto decimo, et decimo sesto è la distanza, che fùu tra 'l decimo, et undeci-mo di dui semituoni minori. Cosiì piuù inanzi passando dal sesto decimo al decimo settimo, harrai la quantità, che fùu tra l'undecimo, et duodecimo, et anchor sesto, et settimo, quale è il tuono, et semituon maggiore. Et dal de-cimo settimo al decimo ottauvo, ultimo semituono, sarà [#s1523: sol] [#s1529: sol] [#s1539: sol] [#s1562: solamente] quello, che dal duo decimo, et terzo decimo, settimo, et ottauvo nacque., qual fùu la quan-tità del tuono alquanto maggiore., delli quali comparati l'uno al l'altro poca soauvità si sente, excetto che dal secondo, et quinto gli cade la conso-nanza diàa péente:; et il simile dal terzo al sesto si comprende. aAnchora dal [s1523: page 106] quarto, et settimo il diàa péente nasce:, dal settimo, et decimo unaltro diàa péen-te. Dal primo al sesto il diàa pasôon nasce, et dal secondo al settimo il simile trouverai. Cosiì dal terzo al l'ottauvo sarà, come dal quarto al nono si com-prende solo essere un diàa pasôon. Dall'ottauvo al l'undecimo nasce la quinta, come dal nono al duodecimo si uvede. Màa dal l'ottauvo al terzo decimo è un diàa pasôon, come dal nono al quarto decimo si uvede. cCosiì sarà dal decimo al quintodecimo anchora, et il medesimo dal l'undecimo, et decimo sesto har-rai. Dal duodecimo al quintodecimo la quinta harrai, come dal terzo decimo al decimo sesto si uvede. Dal duodecimo al decimo settimo un diàa pasôon, come dal terzo decimo, et ultimo si uvede. Dal quarto decimo, et decimo settimo la quinta, come dimostra il qnto decimo a l'ultimo semituon detto. eEt questo a te basti per la diuvisione et dichiaratione del monachordo.
[s1529: page 108][s1539: page 62]

DELLA PARTECIPATIONE ET MODO [#s1523: D'ACCORDARE] [#s1529: D'ACORDARE] [#s1539: DA CORDARE] [#s1562: DA CORDARE] L'ISTRO-MENTO. CAP. XXXXI.Much of this chapter is taken from an anonymous letter copied by Aaron, published in Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 929-934 (especially p. 933-934). See also Commentary, ibid., p. 937-940. For further information on Aaron's temperament, see Mark Lindley, "Early 16th Century Keyboard Temperaments", in Musica Disciplina, 28 (1974), p. 139-144.

SEequita che con quella facilità, che a me sarà possibile:, breuvemete ex-pedisca, quanto [#s1523: mi par] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] sia necessario [#s1523: intendere, et sapere] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] al sonatore dintorno la partecipatione, et unione delle uvoci, percheé molti si truo-uvono che con niuna, òo pochissima ragione, et minor prattica [#s1523: ] [#s1529: a ] [#s1539: a ] [#s1562: a ] tale essercitio [#s1523: fanno] [#s1529: siano atti] [#s1539: siano atti] [#s1562: siano atti] . Adunque auvertirai, che in tre parti faremo il nostro accordo, et par-tecipatione, percheé uvolendo tu, che non sai: - accordare et partecipare. il tuo istromento, - bisogna che prima [#s1523: ] [#s1529: tu ] [#s1539: tu ] [#s1562: tu ] consideri la chorda, ouver positione [#s1523: chiamata] [#s1529: chiamata] [#s1539: chiamata] [#s1562: detta] C fa ut, con quella intonatione, che a te piacerà. eEt quando sarai delibe-rato, piglia l'ottauva sopra a C fa ut, et fàa', che sempre sia [s1562: page 58]bene unita. [#s1523: dDi poi] [#s1529: dDi poi] [#s1539: dDi poi] [#s1562: dDapoi] la terza maggiore di sopra, quale è E la mi:, uvuole essere sonora, et giusta, cioè unita al suo possibile, et fatto questo, piglia la quinta in mezzo, cioè G sol re ut, et fàa', che sia al quanto un poco scarsa. cCosiì seguiterai all'altra quinta sopra, quale è D la sol re, di simile accordo, et natura medesima, quale è stato G sol re ut detto. [#s1523: dDipoi] [#s1529: dDi poi] [#s1539: dDipoi] [#s1562: dDapoi] accorda D sol re, ottauva a D la sol re, et seguitan-do piglia la sua quinta sopra di D sol re, formata nel luoco di A la mi re, la qual bisogna mancare tanto da E la mi, quanto da D sol re, cioè che sia tanto equale da una, quanto dall'altra, le quali son tutte quinte, che no si tirano al segno della perfettione, mancando dal canto di sopra., Ssiì che le [s1523: page 107] quinte di sopra da detto C fa ut, D sol re, et E la mi, quali sono G sol re ut, A la mi re, B fa mi:, sempre discadono, et mancano della sua perfettione. Per il secondo ordine, et modo è, che sempre a te bisogna sopra la chorda di C sol fa ut, quale è unita, et giusta, accordare F fa ut, quinta di sotto., la qual bisogna essere all'opposito delle altre dette di sopra, cioè che sia parte-cipata et alzato tanto, che passi alquanto del pfetto, et di qui nasce la par-tecipatione et accordo giusto et buono., per la qual partecipatione restano spuntate, ouvero diminute le terze, et seste. Et cosiì accorderai il semituono di B fa mi sotto di F fa ut, et quello di E la mi sotto B fa [#s1523: ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, il quale è quinta, con quel medesimo ordine, et modo, che accordasti F fa ut con C sol fa ut. Il terzo et ultimo modo auvertirai di accordare li semituoni mag-giori tra le sue terze, come è il semituono di C fa ut, toccado A re:. lLo accorderai insieme con E la mi quinta, tanto che resti in mezzo terza maggiore con A re, et minore con E la mi. Et cosiì da D sol re ad A la mi re, la terza in mezzo è il semituono di F fa ut, cioè il simile, che fùu la passata. eEt cosiì sequedo in sino al fine del tuo istromento, ciascuna ottauva accorderai, della qual consideratione ne nasce la uvera partecipatione delle uvoci.
[#s1523: ] [#s1529: Finis.[s1529: page 109]] [#s1539: Finis.] [#s1562: Il fine.]

AGGIVUNTA DEL TOSCANELLO, A COMPLACENZA DE GLI AMICI FATTA.A detailed analysis of this Aggiunta is given in Margaret Bent, "Accidentals, Counterpoint and Notation in Aaron's Aggiunta to the Toscanello in Musica", Journal of Musicology XII/3 (1994), p. 306-344.

SIi muouve, fra alcuni de la musica desiderosi, dubbii & disputationi circa la figura del b molle & diesis, utrum se de ne-cessitaà gli Ccompositori sono constretti a segnare, ne gli canti da loro coposti, dette figure, cioeè b molle & diesis:, ouve-ramente se il cantore è tenuto a douvere intedere, & cognosere lo incognito se-creto di tutti gli luoghi douve tal figure o segni bisognerano. Io che sempre fui, & sono amatore di coloro, gli quali si dilettono sapere la uvera intelligenza, & piuù di quegli che di tal ragione non mancano, con quella breuvitaà che a me saraà possibile, delibero trattarne alcune cosette, no dispiaceuvole uveramente a te, desideroso, Bbencheé alcuni altri dicono che el segno del b molle, & duro, ouveramente b rotondo, & quadro, sono segni appartenenti a' nuouvi scolari, gli quali no hanno ragione alcuna. Si risponde che tal modo solo si intende a la mitigatione & temperamento del tritono, al quale, bencheé non sia appa-rente el b molle, appresso ogni dotto & no dotto, per ordinaria & spetial re-gola da gli musichi constituita, saraà inteso sempre non esser tal durezza tol-lerata:, la qual naturalmente nasce da parhypáate mesôon, & trite synemenon, chiamati F fa ut grauve, & mi acuto, tanto ne lo ascendere, quanto nel di-scendere:; & per questa cagione fu aggiunto il segno del b molle, il quale ap-presso gli Greci, secodo la oppinioe di Guidone aAretino, è chiamato menon:, cioeè una figura accidentale:, & come [#s1529: dice] [#s1539: disse] [#s1562: disse] esso Guidone, quello che è accidentale, no è proprio. Seguita aduque che quella cosa che no è propria, manco è naturale:, per la quale autoritaà & ragione, cocludo che sempre debbe essere mollificato, temperato, & annullato, sia come si uvuole, òo ascendenti, o discen-denti, nota per nota, òo per saltim [sic: saltum], non ritornando al fF, ouveramente al . Cosiì il simile ne gli luoghi douve non naturali si ritrouverrano:, come è stato dimo-strato nel capitolo uvigesimo del primo libro, de iInstitutione harmonica:, & [s1539: page 63]questo hano osseruvato molti copositori, gli quali, bencheé tal segno da loro sia [s1529: page 110] stato inteso, no dimeno hano aduvertito a la inaduverteza del cantore:, la quale facilmente nascerebbe. Onde, per tal cagione hano in luce messo, & in appa-renza dimostrato la presente figura b, come [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: dice ] Giouvanni mMotone nel motetto. Nos q uviuvimus, a la terza parte sopra il uverso. Dominus memor fuit nostri., Ccosiì anchora nel controbasso al fine de la seconda riga sopra le parole, pla-cuisti rRegina Iesu cChristo:,From Mouton's motet Beata Dei genitrix. See Margaret Bent, "Accidentals, Counterpoint and Notation in Aaron's Aggiunta to the Toscanello in Musica", Journal of Musicology XII/3 (1994), p. 326. & similmente nel motetto chiamato, Benedicta es celor rRegina, al fine de la terza riga sopra le parole Auve gratia plena. Ha anchora qsto medesimo segnato nel motetto chiamato, Cogregate sunt, al fine de la secoda riga del canto sopra la parola ignoramus, & nel motetto sopra detto Nos q uviuvimus, nel cotroalto a mezzo la terza riga de la prima parte, sopra la parola retrorsu. Iosquino anchora lui questo coferma, come si uvede nel motetto, Memor esto, nel quale ha segnato il b molle a la prima riga, in fine nel cotroalto de la prima parte, sopra le parole, Haec me consolata est in humilitate mea, p ascenso solamete. Et nel pPatre omnipotente de la mMessa di Gaudeamus, a mezzo la seconda riga del cotrobasso, è anchora segnato el b molle p il tritono ascedente, & al fine de la terza è segnato p lo ascedere & discendere. Cosiì al principio de la quarta riga, a la secoda parte del sopra detto pPatre, è manifesto el b molle p lo ascedere. Et nel pPleni sunt coeli, similmete si uvede.; Ccosiì il medesimo nel primo Kyrie, al fine del canto,. Al primo kKyrie an-chora de la mMessa sSup [s1562: page 59]uvoces musicales, a la prima riga del cotroalto, & al principio del Sactus si uvede la figura detta segnata. In lLa sol fa re mi, sopra le parole. Et homo factus est, p discedere è segnato al tritono el b molle a la parte del controalto. Antonio di fFeuvin, nel motetto, Bndictus dDns dDeus meus, sopra le parole deposuisti aduversarios meos, in sei luoghi rispetto al tritono lo ha segnato:, & al principio de la secoda parte in altri dui luoghi,. Lheéritier, al fine de la seconda riga del motetto, Du coplerentur, sopra le parole dabat eloqui illis, [#s1529: similemente] [#s1539: similmente] [#s1562: il simile] lo ha dimostrato, & al principio de la quarta riga, si feceritis, per un salto si coprede,. [#s1529: VUltimamete] [#s1539: VUltimamete] [#s1562: Finalmente] , Carpetras, nel motetto Bonitate fecisti, ne la prima parte del tenore, per uno altro salto:, sopra le parole ut discant [sic: discam]:, & gradatim al fine de la secoda si truouva tal figura b segnata:, & per molti altri copositori moderni & antichi esaminado si cognosce. Ma pcheé io a te ho mostrato che sempre questi tre tuoni, cotinuati l'uno dapoi l'altro, debbono essere mollificati & tepati, pur che no tochino la qnta chorda, p due ragioni la nostra regola bisogneraà patire. La prima saraà p necessitaà, & comoditaà, & la se-conda p ragioe intesa. Voledo aduque pcedere da F grauve insino a [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: mi] acuto, & subito dapoi per un salto de uno diàa péente discendere, saraà dibisogno che 'l cantore alhora cometta & pnuntii quella durezza del nominato tritono, p la [s1529: page 111] comoditaà di quello interuvallo, ouveramente uvoce posta nel luogo di hypáate mesôon, chiamato E la mi:, pcheé uvolendo satisfare al miglior comodo, è forza a lui preterire la regola. Onde, osseruvado il precetto, accaderebbe gradissima incomoditaà, con differenti processi:, come sarebbe dicendo fa nel [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi acuto:, con ilqual fa, no mai rettamente discenderaà al uvero suono di quella uvoce mi:, come [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: giaà ] si uvede nel terzo Agnus dDei [#s1529: di] [#s1539: di] [#s1562: ] Clama ne cesses:, al [#s1529: fine] [#s1539: fine] [#s1562: finimento] del cotrobasso, la psente figura da Iosquino coposta. Et similmente tro-uverrai nel soprano de la mMessa di lLa sol fa re mi, so-pra le parole, Tu solus altissimus del canto, [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: siì ] come [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: eè ] qui. Nel pPatrem omnipotentem, medesimamente an-chora trouverrai un simile processo, sopra le parole, & sepultus est, [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: siì ] come [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: eè ] qui. Dico che a forza tu sei astretto eleggere fra' dui mali il manco incomodo, de gli quali saraà il dire del pro-prio mi, di detto [#s1529: bB ] [#s1539: bB ] [#s1562: b mi] acuto:. Auverti il Trito, et il Diapete impfetto.qQuantunque sia manco errore a cometere un diàa péente impfetto, che non è a comettere un tritono:, pur non dimeno si concede in tali discorsi non comodi al cantore. Ritrouvasi anchora ne le compositioni, uno altro modo di tritono no mitigato, neé tem-perato da la ragione di esso b, siì come gli precedenti da la necessitaà concessi, gli quali solamente discendendo, la sua natura mutano:; & ben che nel pro-nuntiare paiano tritoni non mitigati, per quella risonanza de la naturale uvoce, òo syllaba mi:, non dimeno sono da la parte inferiore sospesi:, tanto che restano di quella quatitaà che si ricerca a uno [#s1529: perfetto] [#s1539: perfetto] [#s1562: perfettissimo] diàa tessáaron, come qui., Ppercheé, essendo da la ragione del contrapunto ordi-nato che quella semibreuve ultima sia, p causa di una sesta che nel tenore appariraà, come richiedono le naturali cadenze, sospesa, & accidentalmente pronuntiata, no è bisogno che la [s1539: page 64]secoda semibreuve sia dal b molle soccorsa, neé aiutata:. lLa ragione è che da qlla uvoce, ouvero semibreuve, posta nel luogo di [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi sopracuto, a la sopra detta se-mibreuve ultima, è la distatia del suo diàa tessáaron:. mMa se uvolessimo cantare se-condo che gli altri tritoni appetiscono, ne resulterebbe no quatitaà di diàa tes-sáaron, ma una spetie di uno sol tuono, con duoi semituoni minori, come qui,. Pertanto dico che in questo modo, no sarebbe la spe-tie del tritono couvertita [#s1529: nel] [#s1539: nel] [#s1562: in lo] diàa tessáaron, neé dittono, neé manco semidittono, neé altra spetie secondo il ge-nere diatonico da la uniuversale schola dimostrante. Onde, se per auventura tu ritrouvassi che 'l compositore hauvessi una altra intentione sopra di quella nota fa ultima, bisognerebbe [#s1529: bene] [#s1539: bene] [#s1562: ] alhora ti mutassi di proposito:, massimamente [s1529: page 112] uvolendo detto Ccompositore dare una ottauva sopra del suo fine, come [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: eè ] qui. Cosiì il simile di tutte le altre cosonanze pfette intederai:, & osseruvado questa regola, alhora saraà di necessitaà catare qlla semibreuve putata p la chiauve del b rotodo:, il qual pcesso si couvertiraà ne la spetie terza del diàa tessáaron:, come co-mada la generale scienza. Ma ritrouvando il sopra detto tritono nel presente modo, Ddico che senza dubbio per causa del tritono ascen- denteascendente, cogiunto col discendente, patiraà: & dal suo or- dineordine rimosso saraà, p cagione del primo moto, che ascedente si oppone., Ddil che non osseruvado la comune regola, se incorre-rebbe in maggiore errore:, cocludedo aduq che ogni natura di tritono, òo sia naturale, òo accidetale, òo torni, òo no ritorni al primo suo luogo, sia in che mo-do che a te piace, dico che il cantore ogni uvolta debbe mollificarlo, tempe-rarlo, & annullarlo:, òo sia il segno del b molle, òo non sia:, eccettuando la forza de lo incomodo, con le ragioni di sopra mostrate.
[s1562: page 60]Se uno è obligato iten-dere il segreto del CompositoreHOora si rispode se il catore è ubbligato, ouveramete puoò, cantado uno canto no da lui piuù uvisto, cognoscere, o intedere l'inteto & secreto del copositore da lui pensato al primo moto,. sSi conclude che no:, se bene fussi quello che celebroò la musica, becheé alcuni il cotrario pesono:. aAllegado la ragioe, dicono: Cche ogni copositore fano giuditio che gli loro canti habbino a essere intesi da gli dotti, & buoni pratichi, p uno audito presto & repetino:, massimamete quado occorrerano quite, ottauve, duodecime & quinte decime impfette. Dico che a qsto solo ne è maestro Iddio:, & tale intelligenza muta, sola appartiene a lLui, & no a huomo mortale:, percheé saraà impossibile a ogni dotto & pratico poter sentire in uno subito [#s1529: una] [#s1539: una] [#s1562: ] quinta, ottauva, duodcima [sic: duodecima], o qntadecima impfetta, che no cometta [#s1529: primamete] [#s1539: primamete] [#s1562: primieramente] lo errore di qualche poco di dissonaza:. uVero è, che piuù psto saraà sentito da uno che da l'altro:. pPur no di-meno no saraà huomo che in qsto no incappi., Dde laqual cosa dico, che coloro, gli quali no segnerano il segno del b molle, douve naturalmete altro si uvede, cometterano no poco errore:, [#s1529: pcheé] [#s1539: pcheé] [#s1562: perciocheé] . Propositu in mente retentu, nihil operat., Ssiì come hano dimostrato alcuni degni copositori, ne gli suoi canti:, fra gli quali uno è Iosquino, douve lui segna la figura b in fine del cotrobasso nel motetto, Memor esto, p una qnta del tenor che naturalemete è impfetta:, la qual qnta [s1529: page 113] si coprende sopra le parole spem dedisti. Et nel motetto Praeter rer, ne la proportione sesqualtera a la parte del controbasso, in fine di esso motetto, sopra le parole, tua puerpia, ha medesimamete segnato in E lami el b molle, douve procede p uno ordine proprio & naturale:, p il quale, se lui no hauvessi hauvuto aduvertenza, pochi cantori harebbono inteso il suo intento:, il quale ha dimo-strato p la figura b:, laquale batte sopra una qnta in quel luogo del cotroalto. Nel motetto achora, Auve nobilissima, nel secodo cotrobasso, al fine de la secoda riga, sopra le parole, ab omnibus malis & fraudibus, detto Iosqno in E la mi, p una qnta ipfetta che farebbe in ql luogo el secodo cotroalto, ha segnato detto b molle. Anchora nel motetto chiamato, Virgo salutiferi, Iosqno ha dimostrato co la figura b coe in detto E la mi del basso, si [#s1529: pnunzi] [#s1539: pnuzia] [#s1562: pronuncia] fa:, p cagioe di uno diàa pasôon posto ne la pma pte del cotroalto, in fine de la seconda riga, sopra le parole, benigna maris. VUltimamente in una sua messa chiamata, [s1539: page 65]L'o-me armeé sup voces musicales, nel cotrobasso a mezzo del pmo Kzrie [sic: Kyrie], ha se-gnato in [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi grauve, el b molle, p cagione di uno diàa péente che era impfetto con il tenore:, & piuù a l'ultimo kKyrie dapoi otto tepi, p una duodecima, & qn-tadecia, lequali erano impfette con esso cotrobasso. Et p maggiore autoritaà, & cofirmatione di qsto, uvedemo anchora la oppenione di molti altri degni copositori, come Giouvani mMotone, douve si uvede detto b molle nel pncipio di Gaude bBarbara, ne la parte del cotrobasso, de la positioe di [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi acuto, laqle uveniuva per quinta impfetta con il [#s1529: suo] [#s1539: ] [#s1562: ] tenore. Cosiì il simile ne la secoda parte, sopra le parole, & uvelata nobili:, & in Nos qui uviuvimus, sopra le parole, bene-dicimus dDno, nel cotrobasso è segnato il b molle in [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi grauve:, nelqual luo-go era prima qnta impfetta con il tenore. Seguita anchora a questa cofirmatione, Antonio di fFeuvin, ne la seconda pte di Bndictus dDns dDeus meus, nel controbasso si uvede p una breuve putata el b molle, p cagione di una qnta, quale era impfetta, sopra le parole, in uvoce exultationis. Ma p piuù chiarezza ti uvoglio adducere, Richafort, il quale no tato cosidera a le quinte, ottauve, duode-cime & quintedecime, quanto anchora a osseruvare la sesta maggiore [#s1529: nazi] [#s1539: nazi] [#s1562: innanzi] la ottauva:, come dimostra il suo motetto, Miseremini mei,This is a misattribution. The motet was actually composed by Jean Mouton. See Howard Mayer Brown, "Jean Mouton", The New Grove Dictionary of Music and Musicians, ed. by Stanley Sadie (London, 1980), vol. 12, p. 659. sopra le parole, quare me psequimini:, laqle sesta appare nel cotrobasso con il cotroalto, & pcheé era minore, ha uvoluto segnare la figura b. Constazo fFesta similmete lo dimostra in dui luoghi nel suo cato, For seulemet, al principio del cotrobasso.; Loghe-uval, sopra le parole. Diuvinitas custodiat nos,From Longueval's motet Benedicat nos imperialis maiestatis. See Margaret Bent, "Accidentals, Counterpoint and Notation in Aaron's Aggiunta to the Toscanello in Musica", Journal of Musicology XII/3 (1994), p. 332. p una qnta che faceuva il tenore & basso impfetta. Verdeloth achora mette detta figura nel [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi grauve a la parte del cotrobasso primo, al motetto Auve uVirgo gratiosa, p cagione di una qnta del cotroalto, nel principio di esso motetto, qual si mostrauva impfetta,. [s1529: page 114] Piero de lLarue, in una canzona chiamata. Il est bien, quasi nel principio a la parte del cotrobasso, sopra una breuve, ha segnato el b molle in [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi acuto, p il diàa péente impfetto, ne la parte del suo cotroalto. Lheérithier, sopra le parole, oia ossa mea, del suo motetto Miserere mei dDeus., Ssimilemente nel cotrobasso ha segnato il psente segno b nel [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi grauve, p uno diàa péente impfetto, qual faceuva il cotroalto. Constanzo fFesta [#s1529: il simile] [#s1539: il simile] [#s1562: medesimamente] ha segnato nel suo motetto. Ecce dDeus saluvator meus, nel cotrobasso, sopra [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: de ] le parole fiducialiter aga:, de gli qli, per esser moderni, forse no presterrai a loro indubitata fede:. mMa io, che questo infra di me [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: medesimo] ho [#s1529: cosiderato] [#s1539: cosiderato] [#s1562: fatto consideratione] , uvoglio p [#s1529: piuù] [#s1539: piuù] [#s1562: maggior] chiarezza, & satisfattione [#s1529: tuo [sic: tua]] [#s1539: tua] [#s1562: tua] , addu-cere alcuni altri al pposito nostro antichi, come Orto, Alessandro aAgricola, Pierazzon de lLarue, Iapart, Copeère, Isach, & Obreth. Orto aduque, per una quinta che fa il tenore co il cotroalto in una Auve maria, sopra le parole dDns tecu, ha uvoluto dimostrare il b molle nel suo tenore. Et sappi che tutti gli so-pradetti canti & copositori, a uno per uno, gli trouverrai nel libro chiamato, di cCento canti stampati per ordine, & [#s1529: qua] [#s1539: qua] [#s1562: quiuvi] mi sono alquanto affaticato, acioò che tu piuù [#s1529: facilmete] [#s1539: facilmete] [#s1562: facilissimamente] ti possi ridurre alfine di questa intelligeza. Seguita an-chora Alesssandro aAgricola a la medesima confirmatione, nel canto C'est mal charche, nel principio del cotrobasso, per una quinta impfetta del suo cotroalto:. dDapoi Pierazzon de lLarue, sopra del canto. Por quoy, ha segnato in A re el b, p una qnta col tenore impfetta, a mezzo la prima riga del [s1562: page 61]contro basso. Iapart nel suo canto,I.e. Hélas qu'il est à mon gré. See Cristle Collins Judd, "Reading Aron Reading Petrucci: The Music Examples of the Trattato della natura et cognitione di tutti gli tuoni (1525)", Early Music History 14 (1995), p. 147. in principio de la secoda parte nel controbasso, pone la detta figura b, p una duodecima del canto, & una quinta del suo cotroalto. Compeère medesimamente nel canto suo. Nous son mens [sic: sommes], a mezzo la secoda riga del cotrabasso, pone la figura detta, per una quinta impfetta, quale era col tenore. Isach anchora segna per la medesima cagione, a mezzo la prima riga del cotrobasso, un b molle nel cato chiamato, He logeron nous. Obreth anchora al suo canto chiamato, Tader nahen [sic: Tandernaken], al principio de la secoda riga del cotrobasso, p il tenore lo segna:, qual sarebbe quinta impfetta:, & in molti altri luoghi, come esaminando si comprende:, a gli quali porremo fine. Ma siì come Iddio a noi ha insegnato, & dipinto dinanzi a gli ochi nostri la uvia de la saluvatione, & anchora de la dannatione, per la quale cognoscemo il bene dal male, cheé forse senza questa facilmente haressimo potuto incorrere sem-pre al male operare, o al bene:, ouveramente alcuna uvolta al bene & quando al male., Eessendo adunque la uvia buona & cattiuva, a lui è stato necessario ordi-nare gli suoi precetti, & modi, per gli quali habbiamo a cognoscere il ben uviuvere, da quello che è contrario. Et piuù si uvede in alcuni uviaggi, douve si truo-uvono uvarii segnali, & questo per essergli piuù strade da potere caminare:; onde, [s1529: page 115] acioò che quegli che non sanno per quel paese andare, possino rettamente pi-gliare il buon camino, douve no essendo segno alcuno, senza dubbio potreb-bono pigliare la catiuva uvia:, alfin de laquale, nascerebbe un fiume, douve [s1539: page 66]biso-gnando passarlo, facilmente si potrebbono arenare, òo per il manco male tor-nare indrieto.; Il Musico è obligato segnare il suo intento.Ppertanto il Mmusico ouvero Ccompositore è ubbligato segnare lo intento suo:, acioò che il cantore non incorraà in quello che dal detto copositore no fu mai pensato. Cocludo aduque come ho detto, che tal segno éè cosiì couveniente a gli dotti, come a gli indotti, & dico che il cantore no éè tenuto nel primo moto, cantare le note ne gli luoghi douve tal segno puoò accadere, se tal segno no appare:, pcheé potrebbe errare:, imperoò che puoò stare, & no puoò stare. Per tanto debbe apparere al tempo opportuno, & quado no bisogna, non si debbe in luce adducere,.The two preceding sentences are taken almost word for word from a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 305. Et questo si intende ne gli concenti no prouvisti:, cioeè no prima cantati, ouveramente cosiderati.This sentence is taken almost word for word from a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 305. Hauvendo di sopra a sufficieza di-mostrato circa il segno del b molle, & uvenendo al pposito retrattare qualche particula de la figura apparente , dato che in nanzi al uvigesimo capitolo del secondo libro ne sia alquanto parlato, no dimeno piuù diffusamente ne la presente agiuta, a coloro che piuù di questo si delettono, si esponeraà. Hauvedo io ricercato breuvitaà, facilitaà nel sopra detto Toscanello nostro, mi sono piuù tosto in tal capitolo acomodato secodo il uvulgo, che altrimenti. Ma hora, percheé piuù si ricerca la uvera intelligeza, ti aduvertisco, quado da me éè stato detto queste parole, nel sopra detto capitolo.: Peroò éè stato necessario stabilire una figura o segno, p ilquale si habbia a dimostrare al cantore qual sia la nota au-gumentata o diminuta, ilqual segno p generale uso éè chiamato diesis, no in-tendere perocheé nessuna nota cresca di uvalore, neé diminuisca p forza di quel segno, ma solamete sano modo intendi, che tal segno dimostra lo augumeto & diminutione del spatio ouvero interuvallo, pcheé questo segno no acresce, [#s1529: neé] [#s1539: &] [#s1562: &] disminuisce la nota oltra al suo uvalore:, ma bene acresce, & disminuisce il spatio & interuvallo tra nota & nota apparente in quanto a la imaginatione & operatioe, ma no in quanto a la sua apparente locatioe.The end of this sentence and the beginning of the next one are copied word for word from a letter written by Giovanni Spataro to Aaron, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 301. Et questo aduviene pcheé il spatio reale, & naturale, cosiderato mediante la apparenza del segno preditto, resta pmutato, come di tuono in semituono: & di semituono in tuono:, & cosiì [#s1529: de'] [#s1539: da'] [#s1562: da'] altri simili. Ma la nota ne la sua teporale quantitaà cantata non mai mediante tal segno, cresce, neé discresce intra il suono grauve & acuto:, ilqle segno psente The ensuing argument and music example given by Aaron are taken almost word for word from a letter sent to him by Giovanni Spataro, dated 23 May 1524. See Bonnie J. Blackburn, Edward E. Lowinsky, Clement A. Miller, A Correspondence of Renaissance Musicians (Oxford, 1991), p. 301-302. éè stato chiamato da Bartholomeo rRami, musico dignissimo, uveramente da ogni dotto uvenerato, segno di b quadro:, & da frate Giouvanni oOttobi éè stato chiamato segno di b quadro iacente:; & questo, , da lui éè stato chiamato segno di b quadro retto, b quadro iacente b quadro retto gli qli nomi son piuù rettamete cosiderati., [s1529: page 116] che no è chiamare tal segno diesis:, percheé il nome è piuù cosequente al suo effetto:, come procedendo da méese a trite synemenon, cade interuvallo di semituono:, & dapoi ascendendo da la preditta chorda méese ad paraméese, al qual pratico si atribuisce il b quadrato, el si procede per interuvallo di tuono:, el quale paraméese, resta distante da trite synemenon, per semituono maggiore intenso. Cosiì accaderaà di questo segno , che essendo al canto ascendente dal spatio ne la riga, & de la riga al spatio, come qui & altri simili, sempre conuvertiraà il spatio naturale del semituono nel tuono. Per tanto, operado questo segno come fa el b quadrato retto preditto, dico che ditto segno saraà piuù ra-gioneuvolmente chiamato b quadro, che diesis:, [#s1529: pcheé dicendo diesis, ] [#s1539: ] [#s1562: ] lo effetto & il nome no hanno insieme conrispondenza:, ma siì bene essendo chiamato b quadro.

§ Quale obbligo, òo necessitaà sia al compositore attribuita:, per ri-muouvere ogni pericolo & causa del cantore ne la quale potessi incorrere:

eEl ditto compositore è obbligato a douver segnare tal figura, per gli uvarii in-tenti & modi occorrenti al libero nostro contrapunto:, come appare nel so-pra detto capitolo uvigesimo nominato, del secondo libro: & siì come appare ne la presente dimostratione., [s1562: page 62] Nne la quale lo intento del compositore no ha considerato che quella ultima bree [sic: longa], ouveramete interuvallo ultimo, habbia a essere sospeso, ouvero disminui-to:, percheé no appare segno dimostrante alcuna sospensione:, come è copreso per la figura:; ma uvolendo sospendere detto interuvallo ultimo, sarebbe ottauva imperfetta col basso, & no unisono col controalto. Ma quando saraà propo-sito a tal sospenso, lo segneraà, come seguitando si uvede. [s1539: page 67] [s1529: page 117] Et percheé lo intento suo è stato di rimuouvere la prima harmonia, bencheé sia simile processo con il primo:, a lui è stato dibisogno con il segno presente ad-uvertire el cantore de la seconda sua consideratione:, acioò no pensassi al primo modo da lui dimostrato:, come acaderaà se tal discorso trouverrai.
Ma hora attendi di no mi appropriare di cotrario alcuno in me stesso:, cosi-derando che da me è stato cocluso rationabilmente, al nominato sopradetto xx. capitolo, che la figura diesis, non si ricerca appresso gli dotti & pratichi cantori, imperoò che il dotto & pratico cantore, facilissimamente cognosceraà, co l'intelletto & ottimo suo orechio, un certo procedere a douvere cadere pro-priamete a quella nota sospesa, o no sospesa, esaminata p il copositore:, laqual notitia saraà a lui tanto familiare, p essere stato cotinuo ne lo esercitio canta-bile, che habbia preso tal habito che poco gli noceraà:, no ritrouvando il segno di sopra allegato:, il qle habito & cotinuo esercitio no potraà aiutare, neé man-co dar notitia al mal pratico & non intelligente cantore:, de laqual cosa eè ne-cessario al copositore, p questa cagione, segnarlo al tempo & luogo douve ne-cessario saraà. Si oppone anchora a la inaduvertenza di alcuni copositori, gli quali senza altra consideratione, in una parte sola del suo cocento, adducono in luce la figura del b molle, massimamente ne la parte grauve:. dDico che tal licenza è denegata & no cocessa, neé manco in cosideratione è al uvero musico. Onde, uvolendo ristringersi al suo concetto & male pensamento, no altrimenti credono essere scusati sol p il procedere molte uvolte, a la chorda del [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi grauve:, il quale rispode un diàa péente co il tenore impfetto:, laqual cosideratione è frustratoria & uvana:, pcheé ne risulta & nasce dui incouvenienti,. iIl primo è, che ciascheduna spetie uvien permutata & uvariata dal suo naturale:, come saraà da Gama ut, a D sol re:, & quello che dittono si mostra, in terza minore o semi-dittono si truouva:, come discorredo dal D sol re al [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi si uvede:, & similmete da [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi al Gama ut:, le quali risonerano re-la, la-fa, & fa-re:  (& prima erono, ut-sol, sol-mi, & mi-ut:), spetie cotrarie a tutte le altre occorrenti nel soprano, tenore, & cotroalto:; & qsto è [#s1529: usitato] [#s1539: usitato] [#s1562: uvisitato] piuù da loro ne gli canti del settimo ouvero ottauvo tuono. Per tanto, il secondo incouveniente saraà, che le ottauve & quinte decime no corispoderano insieme giuste:, siì che a te è dibisogno prima consi-[s1529: page 118]derare di conseguire lo effetto con i processi simili & spetie:, & pur uvolendo passare con la intentione tua per il detto [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, segna anchora a tutte le altri parti la figura b, & senza errore alcuno, ogni processo & consonanze, si tro-uveranno concorde & sonore insieme:, douve primieramnete [sic: primieramente] alcuni discorda-uvano.
Per tanto, hauvendo noi concluso le sopra dette dubitationi, mi ho pen-sato, ne la presente aggiuta nostra, ricogliere, & dichiarire senza altro nuouvo trattato, al buon uvolere di alcuni amici nostri, qual sia l'ordine, & uvero modo costituito a la intelligeza di ciascheduno Kyrie, Gloria in excelsis dDeo, Patre omnipotente cardinalesco, Sanctus, & Agnus dDei, aggiungedo anchora. Te dDeu laudamus, no preterendo l'ordine Ggregoriano:, a qual maniera o tuono, siano giudicati nel santo ecclesiastico cato fermo,. cCosiì diroò.
§ Da ogni dotto Mmusico generalmente è stato ordinato, & da loro concesso, che ogni nota fi-nale di tutti gli canti ecclesiastici, sia ferma regola a la intelligeza di ciasche-duno tuono:, dil che non altrimenti debbono essere giudicati [s1562: page 63]gli sopradetti, & pcheé in essi alcuni uversi mediati non corispondono al suo proprio fine, & sollazzando uvanno in altri luoghi, no far giuditio che tal processi restino so-spesi:, ma sol son mebri de la sua forma propria:, la qual copositioe saraà intesa per il suo [#s1529: ultimo] [#s1539: ultimo] [#s1562: male [sic: ultimo]] fine, & no per altri mezzi., Cconciosia che il primo, & secodo tuono regularmente ha un sol fine:, ma p hauver uvarii principii, tal uversi me-diati aquistono inordinate [s1539: page 68]terminationi:, & similmente per gli uvarii seculor, & cofinalitaà de' suoi diàa péenti. Diremo aduque, pigliando gli Kyrie leyson di quel piuù honorato & degno giorno, chiamato dies dDni:, gli quali sono del primo & pfetto tuono. Onde la cChiesa qua no ha uvoluto ritirarsi dal suo pprio & natural processo:, pcheé essendo tal giorno dedicato a Iddio, tal tuono an-chora si couviene, per esser piuù de gli altri suoi autentici degno:; & questo me-desimo trouverrai ne la solenitaà de la gloriosa uVergine mMaria:, con quella de gli apostoli:, ouveramente di solenitaà maggiore.

DE LE DOMENICHE SEMIDVUPPLICATE.

LAa presente Gloria in excelsis dDeo, non ha uvoluto separarsi dal suo principal tuono:, ma essere sotto posta a la medesima terminatioe:, nascendo al ombra del secondo tuono, quale è principio de gli suoi plagali, onde [s1529: page 119] essa Gloria in excelsis dDeo, poco ne gli mezzi si trauvaglia:. nNon è per altro che per un solo seculorum che da lui nasce. Termina adunque il uverso. Be-nedicimus te, ne la chorda parhypáate hypatôon, chiamata C fa ut:, laqual ter-minatione, non è per cagione di alcun seculorum, neé cofinalitaà di diàa péenti, ma per la forza del principio a lui in quella chorda concesso, come dimo-stra lo Iintroito del sabbato primo de lo aduvento., Veni & ostende nobis dDo-mine, & lo Iintroito da poi la quarta domenica di quadragesima, detto Si-tientes uvenite ad aquas. Da poi il uverso Glorificamus te, ha terminato ne la positione hypáate mesôon, chiamato E la mi:. qQuesto uviene medesimamente per cagione del principio:, come dimostra lo Ooffertorio del primo giorno di quadragesima, Exaltabo te dDomine, con la irregulare terminatione:, & l'anti-phona. Domine dDeus rex omnipotens da poi la quarta domenica del mese di settenbre., Dde la qual cosa discorrendo, ogni altro uverso regolarmente al suo natural fine, si cognosce. Ma tal principio di E la mi, pochissime uvolte in questo tuono si ritruouva.

DEL SANCTVUS, DOMINICALE.

Questo chiaramente si cognosce per il fine, & per lo ascenso & discenso, non essere altrimenti che del sesto tuono perfetto:, nel qual processo, il secondo Sanctus termina ne la chorda parhypáate hypatôon, detto C fa ut:, laqual ter-minatione nasce da la libertaà del suo principio:, & tanto piuù per essere detto luogo finalitaà del suo diàa tessáaron:, come lo Iintroito. Quasi modo geniti &c., il quale è ne la ottauva de la Pasqua, & lo Ooffertorio ultimo nanzi la sesta de la Ascensione, detto Confitebor dDomino nimis in ore meo. Questi per il principio aquistono la irregulare terminatione. Seguitando al Sanctus dDo-minus, dDeus sabbaoth, lui finisce regularmente, & alcuni altri ne la positione & chorda, lichanòos mesôon, detto G sol re ut:, la qual si uvede nel presente con-cento., Tradiderut me in manus impiorum, primo Rrisponso del terzo not-turno de la sesta feria, ne la settimana santa:, per il che pochissimi di questi in tal luogo se ne truouva:; & tutto il resto al suo buon fine si riduce.
[s1529: page 120]

DE GLI AGNVUS DEI, DOMENICALI.

La presente dichiaratione uveramente non ha in contrario cosa alcuna:, per la quale si cognosca essere permutato il suo proprio, & regulare ordine:, ma co processi couvenienti & atti a la forma, & natura del secondo tuono:, come per la fine, ascenso & discenso ciascuno dimostra il suo uvero modo:, per il quale esaminando, tu sarai certo.

DEL GIORNO, DE LA VERGINE MARIA.

Hauvendo di sopra noi dichiarato, & dimostrato la intelligenza, & ordine de la messa domenicale, secondo la consuetudine ecclesiasticha, è dibisogno al presente dichiarire il sussequente giorno, chiamato. Ddies uVirginis mMarie:, con il medemo modo, che nel passato si contiene:; & prima. [s1539: page 69][s1562: page 64]

DEL KYRIE LEISON.

Non ha nel sopra anotato essempio, la cChiesa in questa solemne festa, uvoluto eleggere alcuno altro tuono:, ma esser simile a gli passati Kyrie. Onde a maggior forza s'eè introdutto, & appoggiato, con il suo proprio copagno, quale è primo plagale, & secondo chiamato:, come per il processo suo chiar si uvede., Ddel qual il Christe leyson, ha la sua fine ne la positione méese, chiamato aA la mi re:, & detto fine nasce dal seculorum, da la confinalitaà, da la irregularitaà, & similmente dal principio. Dal seculor? cCome ne le differenze sue si com-prehende. Da la cofinalitaà? pPcheé da D sol re comincia il diàa péente, & il con-fine arriuva al detto luogo. Da la irregularitaà? pPercheé il primo, & secondo in ditta chorda nasce. Et dal principio? cCome gli presenti introiti., Sapientiam sanctorum narrent populi, & Salus autem iustor, nel comune di piuù mar-tiri si truouvano.
[s1529: page 121]

DE LA GLORIA IN EXCELSIS DEO.

Questa laudabile & santa Gloria, per il suo fine & comodati processi, è or-dinata sotto la forma del settimo tuono:, ne laquale molti, & molti uversi hano la fine ne la positione paranéete diezeugmenôon, detto dD la sol re:, non per al-tro, se non per cagione del seculorum, confinalitaà, & principio. Del seculo-rum, chiaro si uvede ne le Aantiphone. Per la confinalitaà? pPer la ragione di so-pra detta lo dimostra. Ma p il principio? cCome gli canti presenti, cioeè. Aqua sapientiae potauvit eos., Iintroito de la terza feria da poi la Resurrettione di Iesu cChristo, saluvatore nostro., & Signa eos qui in me credunt., Ooffertorio di piuù martiri, secondo il comune ordine:, con la Aantiphona, Veni sponsa cChristi: & molte altre, le quali narrar non uvoglio.

DEL SANCTUS.

Nel secondo & terzo sSanctus, è solamente una equal terminatione:, ne la chorda trite diezeugmenôon, chiamata cC sol fa ut:, & pcheé esso canto è quinto tuono, detta terminatione è in quel luogo terminata:, per il seculorum, per la cofinalitaà, & per il principio. Per il seculorum? pPercheé il quinto tuono ha due differenze, de lequali una termina in aA la mi re, l'altra in ditta positione cC sol fa ut. Per la cofinalitaà? pPercheé il principio del diàa péente è in F fa ut. Per il principio? cCome appare ne gli presenti canti.: Ecce dDeus adiuuvat me, Iin-troito de la domenica nona dapoi la pPéentecoste:, & Deus in loco sancto suo, de la domenica undecima:, & il Ggraduale, Anima nostra sicut passer, ne la festa comune di piuù martiri. Onde, per non essere differenza ne gli Agnus dDei, ma equale & regulare terminatione, non mi estenderoò in dichiara-tione alcuna.
[s1529: page 122]

DEL GIORNO DE GLI APPOSTOLI, OVERAMENTE DE LE FESTE DOPPIE MINORI.

La honorata solemnitaà de gli Aappostoli, no si discorda, neé separa da la na-tura & forma, circa il principio, de la domenical festa, & gloriosa uVergine Maria:, le quali sono state regularmente primo tuono:, per la ragione di so-pra prima detta:, & come la figura ti dimostra.
Questa regulare & natural fine, sola nel primo Kyrie si cognosce:, concioò sia che il terzo, & quarto [s1539: page 70]kKyrie, non conrispondono regularmente al suo pro-prio fine:, ma douve la irregularitaà, & cofinalitaà si truouva:, & per la differenza del seculorum amen. Queste ragioni nel passato chiare sono. Resta sola-mete dimostrare per il fine gli seguenti canti.: Scio cui credidi & certus sum, Iintroito de la festa di sSan Paulo appostolo, & Meditatio cordis mei, ne la sesta feria da poi la quarta domenica in quadragesima.
[s1562: page 65]

DE LA GLORIA IN EXCELSIS DEO.

La manifesta forma & compositioe, dichiara essere naturalmente del quar-to tuono, siì per il fine come per lo ascenso & discenso., Ddilche no si trouvando ne gli suoi mezzi terminatione alcuna irregulare, lasceremo il resto secondo l'ordine dato, a la cognitione, & intelligenza di tutti gli tropi, o uvuoi dire tuoni.
[s1529: page 123]

DE LE FESTE SEMPLICE SOLEMNE, ET INFRA TVUTTE LE OTTAVE.

La terminatione, ouver fine de la sopra scritta Gloria, ha naturalmente la forma del secondo autentico, ouveramente terzo tuono:, & percheé essa è mediata da piuù irregulare terminationi, come. Laudamus te, Benedicimus te, & Gra-tias agimus tibi., Laudamus te, ha il suo fine ne la chorda méese, detto aA la mi re.; Benedicimus te, ne la chorda paraméese, chiamato [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi acuto,; & Gratias agimus tibi, in lichanòos mesôon, detto G sol re ut. La terminatione adunque di b fa [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi, non è per causa di principio alcuno:, percheé tal tuono non ha principio in detto luogo:, ma per cagione de la cofinalitaà, laqual procede da E la mi, a quella chorda di b fa [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi. La fine antecedente di aA la mi re, è per il seculorum & non per il principio. Ma quella di G sol re ut, non tanto per il seculorum, quanto anchora per gli principii suoi:, come gli presenti canti.: Timete dDominum, omnes sancti eius, Iintroito del comune, ne le feste di piuù martiri:, & Loquetur dDominus pacem.

DEL SANCTVUS.

La presente figuratione ne lo ecclesiastico Graduale, ha il suo fine ne la po-sitione, di D sol re:, & secondo lo ascenso & discenso, éè giudicato del secondo tuono:. dDato che sia il secondo Sanctus constituito & terminato, ne la posi-tione méese, concesso è stato ad esso tuono ditta terminatione:, no per il prin-cipio, ma per la confinalitaà:, ne la qual chorda termina irregularmente il se-condo & primo tuono:, & per la differenza del seculorum amen. Onde per essere gli Agnus dDei regularmente terminati, lasceremo questaa la comune intelligenza.
[s1529: page 124]

DE LE FESTE MAGGIORE DOPPIE.

La sopra scritta Gloria ha il suo fine ne la positione di lichanòos mesôon, chia-mato G sol re ut:, & chiaro si uvede, per la sua forma, settimo & ottauvo tuono:, ne la quale, Domine dDeus rex coelestis, ha terminato in paraméese, chiamato [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] mi acuto.; Domine dDeus aAgnus dDei, in trite diezeugmenôon, detto cC sol fa ut:; & Qui tollis peccata mundi suscipe deprecationem nostra, in paranete die-zeugmenôon, chiamato dD la sol re:. pPer il primo Domine dDeus rex coelestis, la terminatione è per la licenza del seculorum, qual termina in quel luogo, & per il principio concesso al sopra ditto tuono:, come dimostra l'antiphona al Magnificat infra l'ottauva de la Resurrettione, chiamata Tulerut dDominum meum, & Exortum est in tenebris, al uvespro de la Natiuvitaà. La terminatione del Domine dDeus aAgnus dDei, non è per altro, se non per il principio:, ilquale è nel secodo Rrisponso, di sSanto Giouvani, appostolo & euvangelista., Hic est di-scipulus, & Omnes de sabba uvenient, nel secondo notturno, ne la uvigilia de la Ephyfania. Ma la fine del Qui tollis peccata mundi, per tre cause finisce [s1539: page 71] in dD la sol re.: Lla prima per la differenza del seculor., Lla seconda per la cofi-nalitaà. Eet la terza per il fine, come gli presente canti.: Veni dDomine & noli tardare, primo Rrisponso del terzo notturno de la terza domenica del Aduveto., & Ecce sacerdos magnus, con molti altri simili. Il Sanctus & Agnus dDei [#s1529: appropriati] [#s1539: appropriati] [#s1562: propriati] a la di sopra scritta Mmessa, per non essere in loro alcuna incognita differenza, sia dal comune ordine il resto giudicato.
[s1562: page 66]

DE LE FESTE MAGGIORE, MEZZE DOPPIE.

[s1529: page 125]Il processo di tutti gli Kyrie, regularmente dichiara la forma del settimo, & ottauvo tuono:, nel quale il penultimo Kyrie ha il suo fine in paranéete die-zeugmenon, chiamato dD la sol re:, laqual terminatioe, come per il passato fu detto, è per [#s1529: la] [#s1539: ] [#s1562: ] confinalitaà, principio, & seculor:. cChe sia per il principio, facil-mente piuù uvolte il trouverrai:, per ilche non metteremo altro essempio.

DE LA GLORIA IN EXCELSIS DEO.

La Gloria in excelsis dDeo, de gli ante detti Kyrie, ha la sua forma del primo, ma superfluo tuono:, & percheé in essa anchora è pocha differenza, come gli uversi. Laudamus te, Benedicimus te, & Adoramus te, per l'ordine da noi di sopra detto, senza altra nostra dichiaratione a te la rimettemo:, con tutto il resto, ilqual irregularmente trouverrai.

DEL PATREM OMNIPOTENTEM CHIAMATO CARDINALESCO.

Chiaro si uvede che il precedente Patrem omnipotente, non è de altro tuono, che del primo perfetto:, nel qual discorso alcuni uversi terminano, in néete die-zeugmenon, detto E la mi:, & in trite hyperboleôon, & méese, chiamati F fa ut & aA la mi re. La terminatione adunque di E la mi, per cagione del principio, in tal luogo è ordinata, come lo Iintroito Exclamauverut ad te dDomine di sSanto Phylippo, & Iacopo. Quella di F fa ut, per il principio?, per il seculorum, & per la intonatione, è constituita. Per il principio, come si uvede ne gli pre-senti introiti, cioeè. Et enim sederunt principes, introito di sSanto Stephano:, & Misereris omniu dDomine, del primo diì de la quadragesima., & Ego autem cum iustitia, ne la feria sesta de la seconda domenica di quadragesima:. pPer il seculorum? sSecondo che le differenze dimostrono, & come anchora per la sua intonatione. Quella di aA la mi re? pPer molti essempi da noi di sopra dati, ageuvolmente per il seculorum, per la confinalitaà, per il principio, & fine irregulare, la sua intelligenza trouverrai.
[s1529: page 126]

DEL TE DEVUM LAVUDAMVUS.

El presente hymno da noi di sopra scritto, secondo la forma de' tuoni, si co-gnosce essere del quarto tuono imperfetto, siì per il fine, come per lo ascenso & discenso, & sue spetie:; & hauvendo alcuni uversi la sua terminatione, ne le chorde hypáate mesôon, parhypáate mesôon, lichanòos mesôon, et méese, detti E la mi, F fa ut, G sol re ut, & aA la mi re, la fine di E la mi è regularmente termi-nata:; quella di F fa ut, per il seculor, & principio. Per il principio? cCome gli psenti canti.: Omnis terra adoret te dDeus, Iintroito de la seconda domenica de la Ephyfania, & Salus populi ego sum, de la terza domenica de la quadra-gesima, ne la quinta feria. Per il seculoru? cCome ne lo Antiphanario [sic: Antiphonario] si uvede,. La seguente fine di G sol re ut, è per il principio, & seculorum. Per il princi-pio? cCome lo Iintroito Accipite iocunditatem gloriae uvestrae, de la terza feria infra la ottauva de la pPéenteecoste:, & Semel iurauvi in sancto meo, post comu-nione de gli cofessori maggiori. Per il seculorum? cCome dimostrano le anti-phone domenicale, cioeè Sit nomen dDomini, & In mandatis eius uvolet nimis. De la terminatione di aA la mi re, per le ragioni & essempi di sopra mostrati, con facile modo ogni altra simile intenderai.
FINE.[s1539: page 72][s1562: page 67]
[#s1523: ] [#s1529: Stampato in Vinegia per maestro Bernardino & maestro Matheo de' Vitali venitiani el diì. v. Iulii mille cinquecento. xxix. A Iddio la gratia. Registro. a A B C D E F G H I K L M N O.] [#s1539: ] [#s1562: ] [s1529: page 127]
QVESTIuesti sono [#s1523: li ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] precetti, li quali io non senza tolerabile ragione hòo giudicati esser comodi, et bastanti a quelli, che di lettere latine mancano, per intrar nel lodatissimo colle-gio delli musici., li quali precetti con quello stile che mi hàa cocesso il mio debole, et rozzo ingegno hòo seruvato, et dal-le questioni, et disputationi troppo alte, et oscure mi sono astenuto,. Et delle cose pertinenti alla prattica siì di catare, come di comporre canti, niente hòo lasciato, che necessario mi sia paruto., con tal teperameto, che (se 'l parer no m'inganna) nèé la breuvità partorisce oscurità, nèé la lunghezza superfluità. Due cagioni mi spensero all'impresa et dell'altra opera in latino, et di questa in uvolgare. uUna è, che secondo Platone non semo nati per noi soli, ma parte di noi si prende la patria, parte padre et madre, parte gli amici.; Ll'altra, che secondo Sallustio non douvemo passar la uvita con silentio. Se io hauverò co-sequito l'intento, nol so bene, et quando bene lo sapessi, non ardirei adirlo,. Questo solo senza alcuna dubitatione dirò, che tu, humanissimo lettore, anchora che li miei doni sian piccoli, et bassi, no pigli colla sinistra quello, che io t'offerisco colla dextra. eEt come che gentilissimo ti spero, se errore alcuno (che dDio uvoglia siano pochi) trouverai nel mio Thoscanello, come [#s1523: che ] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ] a me [s1523: page 108] no è stato grauve durar questa fatica affin di bene, et utile comune, cosiì a te non sia molesto pigliar il tutto in buona parte, et darmi perdono, dignan-doti colla tua prudeza souvenire al mio defetto., al quale, come che huomo:, può essere accaduto, che falli, ma certo no mai piacque perseuverar ostinato nel fallo, tenendo sempre Socrate, et Platone per amico, ma per maggior amico la uverità.
[#s1523: LAVUS DEO.] [#s1529: ] [#s1539: ] [#s1562: ]
[#s1523: REGISTRO. a A B C D E F G H I K L M Tutti sono duerni saluvo B che sono charte 2 e mezza et M terno. Impressa in Vinegia per maestro Bernardino et maestro Mattheo de uVitali, fratelli Venitiani, regnante Andrea Gritti, Serenissimo Prencipe, nel diì. XXIII. di Luglio. M. D. XXIII. ] [#s1529: ] [#s1539: Stampato in Vineggia per Marchio Sessa Nnelli anni del Signore M. D. XXXIX. a diì XIX. Marzo. Registro. A B C D E F G H I; Tutti sono duerni.] [#s1562: IN VENETIA, APPRESSO DOMENICO NICOLINI. M. D. LXII.]