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Title: Il compendio della musica

Author: Orazio Tigrini

Publication: Ricciardo Amadino (Venezia, 1588)

Principal editor: Frans Wiering

Funder: Utrecht University Netherlands Organization for Scientific Research (NWO)

Edition: 2000

Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht Netherlands
Copyright © 2000, Utrecht University, Netherlands
page i
IL COMPENDIO DELLA MVSICA NEL QVALE BREVEMENTE SI TRATTA Dell'Arte del Contrapunto, DIVISO IN QVATRO LIBRI.
DEL R. M. ORATIO TIGRINI Canonico Aretino.
Nouamente composto, & dato in luce.
CON PRIVILEGGIO.
[Figure]
IN VENETIA, MDLXXXVIII. Appresso Ricciardo Amadino. page iipage iii

AL MOLTO REVERENDO M. GIOSEFFO ZARLINO DA CHIOGGIA, Musico Eccellentiss. & Digniss. Maestro di Cappella Della Serenissima Signoria di Venetia, Signor mio sempre osseruandiss.

IO reputo degni veramente di molta lode quelli, che de-siderando con virtuosi mezi farsi tra gli huomini im-mortali, hanno dedicato l'opere loro a Prencipi, & à gran Personaggi; Si come fece Vitruuio dedicando il suo volume d'Architettura à Ottauiano Augusto; Va-lerio Massimo i libri de i detti, & fatti notabili de gli Antichi à Tiberio Cesare: & Plinio la sua Naturale Histo-ria à Tito Vespasiano; Ma di molto maggiore assai, à mio giudicio, sono quelli, che stimando molto più i beni della virtù, che quelli della fortuna, da quale il piu delle volte da i Regni à chi non li merita, & gli toglie a chi n'èBoet. lib. 2. de de consolat. philos. valerio mass. libl [sic: lib.] 5. c. 3. degno, dedicano le loro a persone intelligenti, & virtuose, sopra le quali ella non hà giuridittione alcuna; si come fece Marco Varone grauissimo Au-tore della lingua Latina, il quale dedicò l'opera sua a Marco Tullio Cice-rone, Padre, & capo della Romana eloquenza. Per tale rispetto dunque mando, do, dono, & dedico hora io questo mio picciolo libretto a V. S. Molto R. & Eccellentiss. Padre, & capo, all'età nostra della Musica; Et lodedi-co ancora, per essere egli a guisa di vna picciola ghirlandetta di variati fiori intessuta: de i quali hauendone io quasi la maggior parte raccolta nell'a-menissimo, & fertilissimo suo giardino, & desiderando a preghi di molti Amici darlo in luce, ho giudicato, per l'una, & l'altra causa ad altri non conuenirsi piu, che a lei; dalla quale hauendo egli l'origine, & portando scolpito in fronte il chiarissimo suo Nome, senza dubbio alcuno serà di molto maggiore auttorità, & gratia appresso quelli, che desiderano sapere quelle cose, che fanno di mestiero a volere imparare l'Arte del Contrapun-to. Piacciale dunque gradire la sua venuta, & riceuere lui come cosa sua, & me conseruare nella sua buona gratia, nella quale quanto posso il piu mi raccomando pregandole da Dio ogni felicità.

D. V. S. M. Reuerenda, & Eccellentiss. Affettionariss. Seruitore Oratio Tigrini.

page iv

AL MOLTO REVERENDO M. ORATIO TIGRINI, dignissimo Canonico Aretino S. S. osseruandiss. GIOSEFFO ZARLINO S.

PER la vaga Ghirlanda de varij, & odoriferi fiori dal-la dotta mano D. V. S. contesta, & à me donata, & dedicata; atto veramente cortese; non sò ritrouar parole, conueneuoli di poternele render gratia; ma per questo non restarò di dire, che s'io mi riputassi degno di quelle lodi, che la sua bontà m'attribuisce; osarei dire; non essendo cosa di poco momento, l'esser lodato da lodata persona; che s'alcun vorrà di cotal Ghirlanda ornarsi le tempie, potrà esser certo, di poter esser pareggiato à qual si voglia, c'haurà cinto il capo di corona di Lauro; & questo basti.

DE L'ECCELL.te M. LODOVICO PANZANI.

QVando passò per le Celesti sfere
Tigrin, la bella e pura
Vostr'alma apprese il moto e la misura
De l'harmonia del Cielo:
Ond'hoggi n'insegnate
Come possiam, cantando, far le fere
Benigne e mansuete al caldo al gielo:
E mentre voi cantate,
A i vostri dolci accenti,
In Mar s'acquetan l'onde in Aria i uenti.

DEL MEDESIMO.

CHI l'harmonia Celeste
Cantando imitar vuole,
E cantando indolcir mill'alme meste;
Legga. & osserui quanto
In si preggiati inchiostri, page v
Mà scritto a i giorni nostri,
Questo spirto gentil, che mentre il Sole
Splenderà in Ciel; terrà la gloria, e 'l vanto
A tutti gli altri, e solo
Con grido eterno andrà pel mondo a volo.

DI M. LVCA GVADAGNOLI.

QVesti sacrati Cigni
Che l'arenoso lido
Fan d'Adria risonar con dolci accenti;
Imparando da voi com'i concenti
Formar possin migliori
Già si preparan con un chiaro grido;
Per non vi torre i meritati honori,
Portan TIGRIN la vostra fama e 'l nome
De la dal Mar, che fa i flutti sanguigni;
Acciò mentre le chiome
Spiegherà Febo, in terra
Vivin, facendo à Morte illustre guerra.

DEL MEDESIMO.

SE non fosse empio il dire
TIGRIN, che possi un alma
Ir d'una in altra salma;
Direi certo, che quella
Di Pitagora in voi si fosse inuolta;
Per far vn altra volta
A l'egro Mondo udire
Vn'Armonia tanto piu grata e bella,
Quant'è piu de l'antica la nouella. page vi

AL MAG. ET R. SIGNOR ORATIO TIGRINI Nell'Opera sua Musicale.

LAscin gl'Orsi li sdegni, e i fier Leoni
L'alta superbia lor pongano, homai
Cada al Lupo la rabbia, e i duri guai
Quiui habbian fine, e al deuorar perdoni.
Scaccin l'ombre nocenti (horridi doni)
Le selue opache, & a i fulgenti rai
Cedan il Cal conteso, & hoggi mai
Siano ricetto di concenti, e suoni.
Poi che nouella Tigre all'armonia
S'è resa humile; e leggi e note impone
A chi per tal camin ratto s'inuia.
Taccian que' primi: e nell'oblio si stia
D'Orfeo la Cettra, e 'l cantar d'Amfione,
Che sol mostra il TIGRIN l'arte, e la via.

Paolo Bozi.

AL R. M. ORATIO TIGRINI.

NOuo Legislator, cui l'alte menti,
Che tra l'infimo cherchio e 'l piu sublime,
Fan quel concento, ch'in ciò ch'è s'imprime,
Scortati son al bel camin che tenti.
Cadde Thebe, Corinto, Athene, e spenti
Son que' Trionfi delle leggi prime:
Tu rintuzzati le voraci lime
Del tempo ingordo, onta simil non senti.
E se Cerbero, e Pluto all'armonia
CEsse el ritorno alla bell'Euridice:
Dirò, che 'l buio Regno fie distrutto.
Poiche al TIGRIN, con saggia maestria
Mosci in Orfei ridur hoggi sol lice.
ORATIO sol contra l'inferno tutto.

Ces: Accelli.

page vii

A I LETTORI.

HAuendo io deliberato Lettori miei humanissimi, raccor-re insieme tutte quelle cose, lequali ho giudicato essere piu vtili, & necessarie all'Arte del Contrapunto, che appresso molti scrittori tanto diffuse, & sparse si trouano, che maleageuolmente comprendere si possono, mi è parso à proposito, tra tutte quelle che da i piu nobili, & eccellenti Autori sono state dette, farne una scelta, & con quella breuità maggiore, che sia possibile ridurle insieme, acciò che quelli, che desiderano imparare tal'Arte, meno s'affatichino in andarle hora in questo, hora in quello Autore ricercando. Non è già stata mia inten-tione di volere ogni cosa abbracciare: perche chi potrebbe mai in si piccolo fascio stringere quello, che nel tempo adietro da tanti Scrittori è stato det-to? ò chi sarebbe mai tanto prosontuoso, & fuori di se, che si promettesse in cosi piccolo volume scriuerle à pieno, con quello stile copioso, & elegan-te di tanti Eccellenti scrittori, ò quelli di diligenza, & di leggiadria auanza-re? Acciò dunque à quelli, che desiderano vedere, & intendere più a pieno le matterie [sic: materie], che in esso si trattano sia piu facile il ritrouarle ne i copiosi, & dotti loro volumi, potrà ciascuno guardando in margine ricorrere in vn subito a quelli, che di mano in mano seranno annotati. Et perche il piu delle volte solo si accenna il Nome di ciascuno, acciò che questo non ui appor-ti difficultà alcuna, deuete sapere, che quando in margine trouarete scritto
Agost. vuol dire S. Agostino dottore di Santa Chiesa.
Aristot. Aristotele.
Auer. Auerroe.
Aristoss. Aristosseno.
Alb. mag. Alberto Magno.
Andr. Alc. Andrea Alciato.
Bernar. Santo Benrnardo [sic: Bernardo]
Boet. Santo Seuerino Boetio.
Berno Abb. Berno Abbate.
Conc. Trid. Concilio Tridentino:
Cic. M. T. Cicerone.
Diod. Sic. Diodoro Siculo.
Duc. d'Atri. Il signor Andrea Matteo d'Acqua viua.
Franch. Franchino.
Fab. stapul. Il Fabro stapulense:
Fior. Ang. Il Fior Angelico.
S. Greg. Santo Gregorio:
Gui. Are. Guidone Monacho Aretino. page viii
Gios. Zarl. M. Gioseffo Zarlino
Greg. Rha. Gregorio Rhau:
Georg. Valla Georgio Valla Piacentino,
Gen. Il Genesi della Sacra Bibia:
Gio: Cartus. Giouanni Cartusiense.
Gio: Tint. Giouanni Tintoris:
Gio: Spat. Giouanni Spataro Bolognese
Gul. Duran. Guglielmo Durando lo speculatore:
Gio: Ottob. Giouanni Ottobi Carmelitano:
Gale. Galeno
Lattan. fir. Lattantio firmiano
Luig. Dent. Luigi Dentice Napolitano
March. Pad. Marchetto Padouauo
Macrob. Macrobio:
Marg. Filos. Margarita filosophica:
Merl. Merlino Poeta Mantouano.
Nic. Bur. Parm. Nicolao Burtio Parmigiano.
D. Nic. Vicent. Don Pre Nicola Vicentino.
Ottom. Lusc. Arg. Ottomaro Luscinio Argentino.
Orat. Oratio Poeta Venusino.
Papa Gio: Papa Giouanni XX.
Piet. Aron fior. Pietro Aron Fiorentino.
Piet. Commest. Pietro Commestore
Piet. Canunt. Pietro Canuntio Potentino.
Plin. Plinio
Prisc. Prisciano.
Quint. Quintiliano.
Sui. Suida Historico.
Stef. Van. Stefano Vaneo.
Tolome. Tolomeo
Thom. S. Thomaso Dottore Angelico.
Vinc. Lusit. Vincentio Lusitano.
Val. Mass: Valerio Massimo.
Virg. Virgilio Poeta Mantouano.
page ix

TAVOLA DI TVTTE LE MATERIE PRINCIPALI, CHE SONO contenute nell'Opera.

[Figure]
Nel Primo Libro si contiene.
IL Proemio facciata 1
Che cosa sia Contrapunto, & perche sia cosi detto. Cap. 1 2
Harmonia, quello che sia, & di quanti sorti. cap. 2 2
Del Suono. cap. 3 3
Che differenza sia tra 'l suono, & la voce. cap. 4 3
Della Conzonanza, & dissonanza. cap. 5 3
Di quante sorte sia il Contrapunto. cap. 6 3
De gli Elementi, che compongono il Contrapunto. cap. 7 4
Diuisione delle sopradette voci. cap. 8 5
Quali Consonanze siano perfette, & quali imperfette. cap. 9 5
Dell'Vnisono. cap. 10 6
Del Tuono. cap. 11 6
Del semituono maggiore. cap. 12 7
Del semituono minore. cap. 13 7
Nuoua diuisione della Diapason fatta secondo la natura del numero harmonico, & collodata [sic: collocata] tra le chorde C. D. E. F. G. a. . & c. cap. 14 8
Della Diapason, ouero Ottaua. cap. 15 10
Della Diapente, ouero Quinta. cap. 16 12
Della Diatessaron, ouero Quarta. cap. 17 14
Delle Consonanze imperfette maggiori, & minori, & prima del Ditono, ouero Ter-za maggiore. cap, [sic: .] 18 16
Del Semiditono, ouero Terza minore. cap. 19 17
Dello Essachordo maggiore, ouero Sesta maggiore. cap. 20 17
Dello Essachordo minore, ouero Sesta minore. cap. 21 18
Della Diapente col Ditono, ouero Settima maggiore. cap. 22 19
Della Diapente col Semiditono, ouero Settima minore. cap. 23 20
Che le Consonanze mescolate con le Dissonanze fanno l'Harmonia piu diletteuole, & piu grata all'vdito. cap. 24 21
Per qual cagione l'Autore habbia seguito solo la opinione di M. Gioseffo Zarlino intorno alle Proportioni delle consonanze. cap. 25 21
page x
Nel Secondo Libro si narra.
Che le compositioni s'incomincino per consonanza perfetta. Cap. 1. 23
Che non si denno porre due consonanze perfette del medesimo genere l'una dopo l'al-tra, che insieme ascendino, o discendino senza mezo alcuno. cap. 2. 24
Che tra due consonanze perfette del medesimo genere si ponga vna imperfetta. cap. 3. 25
Che due, ò piu consonanze perfette dissimili, vna dopo l'altra si possono fare. cap. 4. 26
Che dae [sic: due] consonanze perfette del medesimo genere, l'una dopo l'altra possono con-stituirsi. cap. 5. 26
Che le parti procedano per mouimenti contrarij. cap. 6. 27
Che da una consonanza imperfetta si dee andare à vna imperfetta piu vicina. cap. 7. 29
Che ogni cantilena finisca in consonanza perfetta. cap. 8. 31
Il modo, che dee tenere ciascuno, che uoglia imparare a fare il contrapunto. cap.. 9 31
Modo di fare il contrapunto diminuito. cap. 10 32
Modo che si dee tenere nelle compositioni di due voci. cap. 11 35
Per qual cagione non si sia trattato prima de i Modi, o Tuoni innanti alle sopra-dette Regole. cap. 12 35
Quello, che s'ha da fare innanti, che si dia principio alla compositione. cap. 13 36
Del principio delle compositione. cap. 14 37
Modo, che si hà da tenere nel mezo della compositione. cap. 15 38
Del fine della compositione. cap. 16 38
Modo di comporre a tre uoci. cap. 17 38
Modo che s'ha da tenere nel comporre a quatro uoci. cap. 18 40
Modo di comporre a piu di quatro uoci. cap. 19 42
Modo che si dee tenere nello accommodare le parti della compositione. ca. 20 43
Descrittione di alcuni salti, che sono buoni, di alcuni cattiui, & d'alcuni altri du-bij. cap. 21 44
Modo da fare, che tutti li salti cattiui, che uanno all'Vnisono diuentino buoni. cap. 22 50
De i termini delle parti nelle compnsitioni [sic: compositioni] . cap. 23 50
Modo che s'ha da tenere nel mettere le parole sotto le Note. cap. 24 51
Modo di riuedere le compositioni, & emendarle da ogni sorte di errori. capi-tolo 25 51
Nel Terzo Libro si ritroua.
Che la scienza della Musica nella cognitione della ragione, è più chiara, & illustre dell'atto, & dell'opera. Cap. 1 53page xi
Modo, o Tuono quello che sia. cap. 2 56
Che i modi sono dodici, & sono diuisi in due parti, cioè Autentici, & Plagali. cap. 3 56
Delle chorde finali. cap. 4 58
Delle sei chorde finali. cap. 5 58
De i Modi Perfetti, Imperfetti, Piu che perfetti, Misti, & commisti. cap. 6 59
De i principij di tutti Modi. cap. 7 60
Della formatione, principij, cadenze, & natura del primo Modo. cap. 8 62
Del Secondo modo. cap. 9 63
Del Terzo modo. cap. 10 63
Del Quarto modo. rap [sic: cap]. 11 64
Del Quinto modo. cap. 12 65
Del Sesto modo. cap. 13 65
Del Settimo modo. cap. 14 66
Dell'Ottauo modo. cap. 15 66
Del Nono modo. cap. 16 67
Del Decimo modo. cap. 17 68
Dell'Vndecimo modo. cap. 18 68
Del Duodecimo modo. cap. 19 69
Epilogo de i termini di tutti i Dodici Modi per le chorde regolari, & irregolari nella parte del Tenore. cap. 20 69
Della cadenza; Quello che ella sia; di quanti sorti; & in che modo s'habbia a vsare nelle compositioni. cap. 21 71
Delle cadenze terminate per Ottaua. cap. 22 73
Della Cadenza terminata per Quinta, o per terza, ouero per altra Consonanza. cap. 23 74
Delle Cadenze naturali, & accidentali, che fuggono la Cadenza. cap. 22 [sic: 24] 75
Che non si faccino le cadenze tutte di consonanti sincopate, ò col punto; ne si ponga la Diapente superflua in luogo della vera. cap. 25 78
Delle Cadenze a 3. a 4. a 5. & a 6. uoci. cap. 26 79
Che le cadenze si faccino regolatamente, & secondo che 'l Modo, o Tuono ricer-ca. cap. 27 95
Modo di conoscere qual si voglia compositione di che modo ella sia dalla Cadenza finale nella parte del Tenore. cap. 28 95
Modo di conoscere i modi dalla parte del Basso per la Cadenza finale nelle chorde regolari. cap. 29 96
Modo di conoscere i Modi trasportati col mezo del b. dalla parte del Tenore. cap. 30 97
Modo di conoscere i Modi trasportati, col mezo del b. nella parte del Basso. cap. 31 98
Delli Dodici Modi nouamente posti in consideratione dall'Eccellentiss. M. Gioseffo Zarlino. cap. 32 99
page xii
Nel Quarto Libro so tratta
Che l'Arte del Contrapunto tanto è più bella, & di maggiore istima, quanto che è messa in vso più nobile. Cap. 1 103
Delle fughe, Consequenze, ouero Reditte, & prima delle fughe legate. cap. 2 104
Delle fughe sciolte. cap. 3 105
Delle fughe sciolte alla riuerscia. cap. 4 107
Della Imitatione. cap. 5 107
Del Contrapunto doppio alla duodecima. cap. 6 109
Modo di comporre un canto, nel quale vna parte incominci nel fine, & l'altra nel principio in un medesimo tempo. cap. 7 111
Modo do fare vna compositione, che si possa cantare a voce piena, & a voce mu-tata. cap. 8 112
Modo di fare vna compositione a voce pari, laquale si possa cantare anchora a vo-ce puerili. cap. 9 113
Modo di comporre sopra 'l canto fermo. cap. 10 114
Modo di fare il contrapunto alla mente sopra 'l canto fermo. cap. 11 115
Modo di fare le fughe sopra 'l canto fermo. cap. 12 116
Modi di fugare quando la parte del canto fermo farà il mouimento separato di Terza. cap. 13 120
Modi di fugare quando la parte del canto fermo ascende, o dicende per per mouimento separato di Quarta. cap. 14 121
Modi di fugare, quando la parte del canto fermo procederà per moumento sepa-rato di Quinta. cap. 15 122
Della Battuta. cap. 16 123
Che cosa sia sincopa, & in che modo si facci nelle compositieni [sic: compositioni]. cap. 17 124
Delle Pause. cap. 18 125
Delle legature delle Note. cap. 19 126
Della perfettione, e imperfettione delle Note. cap. 20 127
Del Modo, del Tempo, & de la Prolatione, & de i loro segni. cap. 21 128
Della Sesquialtera. cap. 22 129
Della Hemiolia maggiore, & della minore. cap. 23 130
Modo di comporre la Musica sotto varij segni. cap. 24 132
Del Punto. cap. 25 133
Fine della Tauola.
page 1
[Figure]

LIBRO PRIMO DEL COMPENDIO DELL'ARTE DEL CONTRAPVNTO DEL R. M. ORATIO TIGRINI Canonico Aretino.

[Figure]

PROEMIO.

ERrano grandemente coloro, che sono di parere, che 'l comporre della Musica non sia altro, che vna certa prattica; & che le Consonanze si misurino con l'vdito solamente; Percioche se bene pare, che tutto 'l princi-pio di questa Scienza consista nel senso dell'vdito: con-ciosia che, come dice Boetio, se non fusse l'vdito, inBoet. lib. 1. c. 9. & 10. c. 28. & lib. 3. ca. 1. nessun modo si potria disputare delle voci; Nondime-no tutto il resto della perfettione, & la forza della cognitione consiste nel-la ragione; la quale fondandosi nelle vere, & certe regole, non può in al-cun modo errare; il che non auiene così de i sensi, non essendo data à tut-ti vna medesima forza d'intendere, nè ritrouandosi quella nell'huomo sem-pre eguale. Et per ciò Aristosseno accostandosi solo al senso, & negandoBoet. lib. 5. c. 1. & cap. 12. Aristot. libr. Metaphy. sensus auditus potest facilè falli, sicut & visus & Com-mentator in libris elencho-rum inquit. Quod color, & forma non est perfectum iudicium rei, nisi praecisè inuestigetur. la ragione, commesse molti errori: onde i Pitagorici presero la via del me-zo: perche non diedero tutto 'l giudicio alle orecchie; nè anco senza quel-le furono da essi molte cose ritrouate. Per la qual cosa se bene le conso-nanze si misurano con l'vdito: con tutto ciò, di quali distanze siano tra lo-ro differenti, questo non già all'orecchie, il giudicio delle quali è offusca-to, ma alle regole, & alla ragione si permette; & così il Senso viene à essere, come seruo, & la ragione, come Padrona. Et se bene per essere questa Scienza l'vna delle matematiche, le quali tutte sono fondate nelle vere, & certe regole, & sono nel primo grado di certezza: sapendosi esse, tutti quelli, che ne fanno professione, le sanno à vn medesimo modo: tuttauia l'isperienza ci dimostra, che la copia de gli Scrittori non solo hà giouato co 'l facilitare molte cose, che erano difficili, & oscure; ma anco col ritrouarne dell'altre, si come hà fatto l'Eccellentissimo M. Gioseffo Zarlino, dal quale è stata tal- page 2 Franch. Theo. lib. 2. c. 16. Item errat Aristo-xenus: q[m-m] numeris simplicibus inter-ualla notauit non aumt pro-portionibus &c.mente facilitata la strada à quelli, che della Scienza della Musica si dilettano, che oltre l'hauere ritrouato molte cose di nuouo, non ci è quasi rimaso co-sa alcuna, quantunque oscura, & difficile, che, mercè di lui, non sia hormai chiarissima, & facilissima. Ma perche il più delle volte auiene, che alcu-ni, per non hauere cognitione della lingua latina, & poco della volgare: & alcuni altri ancora infastiditi dalla lunghezza, & oscurità del dire, & massi-mamente non hauendo molti termini di Theorica, non possono così facil-mente intendere molte cose, che sparsamente ne i loro dotti, & copiosi vo-Cic. lib. officiorum & Ari-stot. lib. 2. Topicorum, & lib. 7. Metaphysi. Pietro Aron Fior. Instit. harmon. lib. 3. ca. Nicol. Burt. Parm. lib. 2. cap. 1.lumi si contengono; da quelli ho io breuemente raccolto tutte quelle, che à mio giudicio sono più necessarie à quelli, che desiderano imparare l'Ar-te del Contrapunto, & ridottole in questo breue Compendio; Et pensan-domi, che à questi tali sia per essere molto vtile, mi sono risoluto mandarlo fuori con animo, che quando bene ad alcuni non fusse molto grato, hab-bia almeno alla maggior parte à essere gioueuole: essendo, che mai non si dice da me cosa alcuna, della quale in margine non s'habbia l'autorità. Et perche, come dice Cicerone, ciascun principio, che con ragione si prende Franch. nella prat. lib. 3. c. i. M. Gios. Zarl. Isiti. harm. li. 4. c. 8. dice es-sere stato Giouan Damasc. Vedi Lattan-tio firm. nel libr. de opif. Dei. cap. 16. Cic. nelle Tuscul. quest. nella prima q. con-tro Aristosse-no Marchet-to Pad. nel primo Trattat. Quid est har. Boet. li. 5. c. 1. Franchino in Theor. lib. 3. c. 10. in fine, & M. Gios. Zarl. Istit. har li. 2. capit. 10. & il Duc. d'Atri. Harmon. est concinnitas quandam uocum non similium &c.sopra qualche cosa, deue procedere dalla Definitione: acciò meglio s'intenda, che cosa sia quella, della quale si tratta; hauendosi à ragionare del Contrapunto, & de gli elementi, & delle specie, delle quali si compone, pri-mieramente vedremo

Che cosa sia Contrapunto, & perche sia così detto. Cap. I.

HAnno detto alcuni, che 'l Contrapunto non è altro, che vn semplice canto duplicato, triplicato, & quadruplicato ad arbitrio del Com-positore. Ma il Dottissimo M. Franchino dice; che 'l Contrapunto è vna facoltà, & vn modo, che in se contiene diuerse variationi di suoni cantabili, con certa ragione di proportioni, & misura di tempo; Et è cosi detto, per-che anticamente i Musici, auanti, che dall'Eccellentissimo Filosofo M. Giouanni de' Muri fussero ritrouati i segni, & caratteri delli otto figure, ò No-te cantabili, delle quali hora Noi ci seruiamo nelle nostre compositioni, vsauano di comporre i loro Contrapunti con alcuni punti, ponendo vn pun-to contra l'altro nel medesimo modo, che facciamo hora Noi vna Nota contra l'altra; Ma per maggiore intelligenza vediamo quello, che sia Har-monia, & li suoni cantabili, c'habbiamo detto.

Harmonia, quello che sia, & di quante sorti. Cap. II.

DIcono li Musici l'Harmonia essere di due sorti, delle quali l'vna di-mandano propria, & l'altra non propria. La propria dicono esser quel concento di chorde, ò di voci consonanti nelli lor modi senza offesa al-cuna delle orecchie; la non propria dicono poi esser quella, la quale anco-ra che habbia gli estremi tramezati [sic: da] altri suoni: nientedimeno, non con-tiene in se modulatione alcuna. page 3

Del Suono. Cap. III.

DIce Boetio, che la Consonanza, che regge ogni modulatione dellaBoet. li. 1. c. 8. Franchino in Theor. li. 1. c. 2. & li. 3. c. 10. Alberto Ma-gno libr. 2. de Anima. Musica, non si può fare senza suono; il suono non si può fare senza la percussione, & la percussione non può essere in modo alcuno senza moto. Perche se tutte le cose fussero immobili, non potria altri ad altro concorrere, che altri fusse commosso gia mai; & tutte le cose essendo imM. Gios. Zarl. Istit. harmo. lib. 2. cap. 10. Margarita fi-losophica li. 5. cap. 6.mobili, & non hauendo moto, sarebbe necessario, che nessun moto si fa-cesse: per lo che il Suono si dice essere vna percussione dell'aria non sciol-ta in sino all'vdito.

Che differenza sia tra 'l suono, & la voce. Cap. IIII.

SE bene appresso il Musico questi due nomi, cioè Suono, & voce sonoArist. lib. 2. de anima. Marg. filosoph. lib. 5. cap. 6. & Diodoro. vox est spiri-tus tenuis sensibilis quantum in ipso est. & Priscian. vox. est aer tenuissimus &c. equiuochi; è nientedimeno trà loro questa differenza; che il suono è vna percussione d'Aria indissoluta in sino all'vdito, che può nascere da i corpi duri, & inanimati; & la voce, è vna percussione d'aria respirata, la quale nasce solo da i corpi animati; onde il Filosofo. Vox autem sonus est quidam animati. Di maniera che ogni voce è suono, non già per lo contra-rio, ogni suono è voce. Ma vediamo hora, che cosa sia Consonanza, & quel-lo, che sia Dissonanza.

Della Conzonanza, & Dissonanza. Cap. V.

DIce il sopradetto Boetio, che la Consonanza, è vna mistura di suonoLattant. firm. libr. de opif. Dei capit. 8. Alberto Ma-gno lib. 2. de anima cap. de voce. Nicol. Burt. Parm. lib. 1. cap. 7. graue, & acuto, che peruiene alle nostre orecchie soauemente, & vni-formemente, la quale il Filosofo dice essere ragione di numeri nello acuto, & nel graue; & per lo contrario, la Dissonanza, come afferma il me-desimo Boetio, non è altro, che vna mistura di suono graue, & acuto, la quaBoet. libr. 1. c. 3. & Franch. in Theor. lib. 1. c. 3. & libr. 3. cap. 10. le aspramente peruiene alle nostre orecchie; però che mentre tali suoni l'v-no con l'altro non si uogliono vnire, & in vn certo modo si sforzano di ri-manere nella loro integrità, offendendosi l'vno con l'altro rendono all'vdi-to cattiuo, & insoaue suono.Arist. lib. 2 de anima poste. M. Gios. Zarl. Istit. harm. li. 2. cap. 12.

De quante sorti sia il Contrapunto. Cap. VI.

RItornando hora al Contrapunto, dicono i Musici, essere di due sorti,Margar. filos. libr. 5. cap. 7. Nico. Burt. Parm. libr. 1. capit. 9. & S. Greg. dice Consonantia d[r-macr] esse quando duae voces in eodem tpere se compatiuntur, itaque vna cum alia secundum auditum sua-uem reddant melodiam. Franch. part. lib. 3. ca. 1. & cap. 10. cioè semplice, & diminuito. Il semplice è quello, che è composto sola-mente di Consonanze, & di figure eguali l'vna con l'altra; si come è àM. Gios. Zarl. instit. harm. lib. 3. cap. 1 Pietro Aron. Fior. l. 3. istit. harm. cap. 1. page 4 dire, vna Semibreue contro vn'altra Semibreue, & cosi dell'altre simili, co-me in questo essempio.
Il diminuito è quello, che non solo è composto semplicemente di Consonan-ze, ma Dissonanze ancora, & in esso si pone ogni sorte di figure cantabili à beneplacito del Compositore, numerate secondo la misura del suo tempo, come nel sottoscritto essempio si dimostra, & nell'altro discorso meglio Vedi in que-sto lib. 2. ca. 3.s'intenderà, quando si ragionerà più à pieno di questa sorte di contrapunto.

De gli Elementi, che compongono il Contrapunto. Cap. VII.

Franch in Theor. lib. 1. cap. 3.GLi elementi, che compongono il Contrapunto, sono di due sorti, cioè semplici, & replicati; li Semplici sono tutti quelli interualli, che sono Marg. Filos. lib. 5. cap. 20. M. Gios. Zarl. libr. 3. istit. harm. cap. 3. libr. 3 prat. cap. 2.minori della Diapason, ouero Ottaua, come sono l'vnisono, la Seconda, la Terza, la Quarta, la Quinta, la Sesta, la Settima, & l'Ottaua, cioè essa Diapason; ancora che da alcuni, & particolarmente dallo Eccellentissimo M. Franchino sia messa trà le replicate: nientedimeno à me piace molto più l'opinione del Dottissimo Signor Zarlino, il quale con efficacissime, & viue ragioni proua in effetto; che, per essere la Diapason il primo trà gli altri in-terualli, & la prima Consonanza, non può in alcun modo esser composta, ò replicata. Li replicati dunque sono tutti quelli, che sono maggiori di essa Diapason; come sono la Nona, la Decima, l'Vndecima, & la Duodecima, con le loro replicate. page 5

Diuisione delle sopradette Voci. Cap. VIII.

TOlomeo, come referisce Boetio, chiama alcune delle sopradette VociBoet. lib. 5. c. 10. & cap. 11. M. Gios. Zarl. istit. li. 3. c. 4. Franch. prat. libr. 3. cap. 1. & cap. 2. trà loro congionte, vnisone: & alcune, non vnisone; vnisone chiama quelle, che sempre fra loro fanno vn medesimo suono; & di quelle, che non sono vnisone, alcune dimanda equisone, alcune Consone, altre Emmeli, & alcune Dissone; & vltimamente alcune altre dimanda Ecmeli, da queste molto differenti. Equisone chiama quelle, che insieme percosse dalla mistu-ra di due suoni differenti, fanno vn certo semplice suono: si come è quello della Diapason, cio è Ottaua, & quello della Disdiapason, ouero Quintade-cima. Consone dimanda quelle, che se bene fanno vn suono composto, ò misto, è nondimeno soaue: si come è quello della Diapente, ciò è Quinta, & quello della Diatessaron, cioè Quarta, & delle loro composte, & replica-te. Emmeli chiama poi quelle, che non sono consonanti, ma si possono benissimo accommodare alla Melodia, & che congiongono insieme le Con-sonanze: si come è il tuono, il quale è la differenza, che si ritroua tra la Diapente, & la Diatessaron. Dissone chiama quelle, che non mescolano insieme suono alcuno, che sia grato, ma non rendendo soauità alcuna, offendono aspramente il nostro sentimento. Emmeli poi chiama quelle, che non en-trano nella congiuntione delle Consonanze, come è quel Diesis Enahar monico [sic: Enharmonico], che alcuni mettono nel numero delle emmeli, & altri simili inter-ualli, come meglio, & più à pieno nel soprascritto lib. di Boetio, & nelle Isti-tut. Harm. del sopradetto Signor Zarlino si può vedere. Et perche habbia-mo detto di sopra, che alcune sono Consone, cio è Consonante, & alcune altre Dissonanti; s'ha da sapere, che le Consonanti sono la Terza, la Quar-ta, la Quinta, la Sesta, & la Ottaua, con le loro composte, & replicate; le Dissone, ouero dissonanti sono poi la Seconda, la Settima, la Nona, la Decima-quarta, la Decimasesta, & la Vigesima prima, con le loro replicate. Resta hora, da che si è inteso, quali siano gli elementi, & specie, che compongono il Contrapunto, & quali siano le Consonanze, & quali le Dissonanze, che si venga alla loro Diuisione; & perche sono di due sorti, cioè perfette, & im-perfette, che si vegga

Quali Consonanze siano perfette, & quali imperfette. Cap. IX.

LE Consonanze perfette sono queste, cioè l'vnisono, la Quarta, la Quinta, & l'Ottaua, con le loro replicate; le imperfette sono la Terza, & la Sesta medesimamente con le loro replicate, come di sopra; & que-ste similmente si diuidono in due sorti, in maggiori, & in minori; si co-me meglio al suo luogo si dirà, quando particolarmente di esse ragione-remo. page 6

Dell'Vnisono. Cap. X.

Boet. li. 1. c. 3. Franch. prat. lib. 3.cap. 2. & in Theor. lib. 1. c. 2. & c. 10. Giorgio Valla lib. 2. ca. 2. della sua Musica.ESendo la Consonanza, come dice Boetio, vna mistura di suono graue, & acuto, che soaue, & vniformemente peruiene alle nostre orecchie; conseguentemente da vna istessa, & sola voce, ò suono non si può pro-durre Consonanza alcuna; & se bene da i Musici egli è messo trà le Conso-nanze, niente dimeno non è propriamente Consonanza; ma si come ap-presso gli Arimmetici l'vnità non è numero, ma origine di numeri; & ap-presso i Geometri il Punto non è linea, ma principio della linea; così anco Gregor. Rhau enchiridion libr. 1. cap. 6.appresso i Musici l'vnisono si dice non essere Consonanza, ma l'origine del-Stefano va [sic: delete] neo li. 1. c. 25. M. Gios. Zarl. Instit. har. lib. 2. c. 11. & c. 29. Greg. Rhau. enchiridion. libr. 1. cap. 6.vn solo suono; come per il presente sottoscritto essempio si dimostra.
Nel quale, come si vede, non è alcuna varietà di concento: ma l'vna par-te, & l'altra suona il medesimo.

Del Tuono. Cap. XI.

Boet. l. 4. c. 14. Franch. Theo. lib. 2. cap. 14. & in prat. lib. 1. cap. 8.HAuendosi à ragionare delle Consonanze, lequali sono composte tut-te di Tuoni, & di semituoni, serà anco, al parer mio, molto vtile il saper prima, che cosa sia Tuono, & quello, che sia semituono. S'ha dunque da sapere, che questo nome Tuono nella Musica, è equiuoco; & Pietro Canun-tio cap. 42.alcune volte significa Concordanza, intonatione, & regola, mediante la-quale si conosce il canto, come meglio si dirà, quando si ragionerà di que-Macrobio in Somn. Scip. libr. 2. cap. 1. Pietro Aron. nel Lucidario lib. 3. cap. 16. Fiorangelico lib. 1. c. 33.sta sorte di Tuoni; alcune altre volte Tuono si chiama quella congiuntio-ne, che si ritroua trà due voci, ò suoni; Del quale parlando il nostro Gui-done Monaco Aretino disse, esser quello legitimo spatio, che si troua trà due voci perfette. Et certamente li veri, & legittimi interualli del genere Diatonico sono questi trè, cioè il Tuono maggiore, il minore, & il maggior semituono, & non il minore, come molti hanno detto. Il Tuono maggio-Guido Areti-no.re dunque, è quello, che segue immediatamente verso l'acuto nelle chor-de nominate Diatoniche il semituono maggiore in ogni Tetrachordo; & è M. Gios. Zarl. Istit. harmo. lib. 3. cap. 18. Boet. l. 1. c. 25. Fabro stapu-lense. Vedi il Fiorangelico doue sopra è citato.quello ancora, che si troua collocato, trà la chorda A. . & a. . senza mezo alcuno. Il Minore poi segue sempre il maggiore verso l'acuto; & tie-ne sempre il terzo lnteruallo [sic: Interuallo] di ciascuno Tetrachordo nella parte acuta; come ne i sottoposti essempi. page 7 Tuoni maggiori.
Tuoni minori.

Del Semituono maggiore. Cap. XII.

LA maggior parte de gli Scrittori, tanto antichi, quanto moderni, seBoet. li. 3. c. 8. Franch. nella Theor. libr. 1. capit. 15.guendo l'opinione di Boetio, hanno detto, il Semituono maggiore,ouero Apotome, che lo dimandino, non si ritrouare naturalmentein luogo veruno della mano: nè se non doue sia questa positione b. fa. . mi;Pietro Aron. nel Thosca-nello libr. 2. cap. 20. ma ritrouarsi bene accidentalmente, ouunque sia il Tuono, figurandolo con l'vno, & l'altro di questi due segni b. & . Ma Noi seguendo i più mo-derni, & quelli particolarmente, che senza soffisticheria alcuna hanno meM. Gios. Zarl. Istit. harmo. libr. 3. cap. 19.glio ritrouato la verità delle proportioni delle Consonanze musicali; dire-mo, il Semituono maggiore ritrouarsi sempre, senza mezo alcuno, nel principio di ciascuno Tetrachordo nella parte graue, trà queste chorde, cioè . & C. E. & F. & trà le chorde A. & b. come in questo essempio si dimostra. Semit.Magg.

Del Semituono minore. Cap. XIII.

SEgue dopò il maggiore il Semituono minore, che à differenza del magBoet. lib. 3. c. 8. 14. & 15. Franchino Theor lib. 1. cap. [unclear: 1]5. & in prat. li. 3. c. 13. Pietro Aron Fior. nel To-sca. li. 2. c. 20. Marg. filoso. lib. 1. capit. 18. M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. c. 19. & c. 25.giore hanno descritto con questi due segni . & . dicendo quasi communemente tutti, che si ritroua trà queste due chorde Mi, fa. Il che quanto sia lontano dal vero, oltre la ragione, anco il senso di questa cosa n'è giu-dice; & però seguendo Noi la megliore, & più reale opinione, diremo; che in effetto questo Semituono minore, si ritroua ascendendo nello acuto, tra la chorda b. & . come in questo essempio si vede La natura del quale, è di aggiugnere [sic: aggiungere], ò di leuare il Semituono minore dal Tuono, & di far diuentare minore alcuna Consonanza maggiore, & così per lo page 8 contrario come in questo essempio si dimostra Nel quale doue dalla prima figura alla se-conda è lo spatio del Tuono, ponendo trà l'vna & l'altra di quelle figure il b, come nel secondo essempio si vede, si uiene à leuare dalla parte acuta il Semituono minore, & ci rimane il maggiore. Il medesimo effetto fa ancora il , posto, come in questo essempio. Nelquale, si come trà la prima, & la seconda figura del primo essempio si ri-troua il Tuono, così posta la Chorda . in luogo della b, come nel secondo essempio, le-ua il minore, & rimane il maggior semituono. Il medesimo effetto fa an-cora il . de introdurre il Semituono maggiore in luogo del Tuono, come in questo essempio. Nel quale essendo nel primo il Tuono trà la primaprima, & la seconda Nota, me-diante questo segno , s'introduce il Semituono maggiore, come nel secondo essempio trà la prima, & la seconda chorda si vede. Sogliono anco molti Musici il più delle uolte in luogo del . porre la detta cifera . la qual cosa è da i valenti huomini poco lodata, che potendosi descriuere quello, che si vuole inten-dere col proprio segno, si serua di vn'altro diuerso, & forestiero. Veniamo hora alle Consonanze, & principalmente alla Diapason, come più nobile, & più perfetta di tutte l'altre.

Nuoua diuisione della Diapason fatta secondo la natura del numero har-monico, & collocata tra le chorde. C. D. E. F. G. a. . & c. Cap. XIIII.

M. Gios. Zarl. nelle Dimo-strationi har-mon. Rag. 5. Definit. 8. 9. 10. & 11. & nelle istit. harm. lib. 3. cap. 12.MA prima, che si venga alle diuisioni delle specie delle consonanze, non voglio lasciare di dire, come di esse si ritrouano due ordini, l'vno de i quali procede secondo le lettere Gregoriane, & antiche A. . C. D. E. F. & G. & l'altro secondo le sillabe, & voci di Guidone Monacho, vt, re, mi, fa, sol, la. Nel primo de i quali la Diapason ha la sua prima specie nella chorda A. & nella sillaba re; & nel secondo, nella C. & nell'vt, prima sillaba del nostro Essachordo. Laonde se bene questo secondo, rispetto alle voci, & alli dodeci Modi, ouero Tuoni, che vengono accommodati l'vno dopò l'altro per ordine naturale, & non interrotto, come nell'altro primo, pare veramente molto naturale, & bello; perciò che in esso la prima specie della Diapason è quella, che tra la terza, & la quarta chorda, & tra la settima, & l'ottaua contiene il semituono maggiore. La seconda è quella, che lo con-tiene tra la seconda, & la terza, & tra la sesta, & la settima chorda. La terza è quella, che lo contiene tra la prima, & la seconda, & tra la quinta, & la sesta. La quarta è quella, che lo contiene tra la quarta, & la quinta chorda, & tra page 9 la settima, & l'ottaua. La quinta è quella, che lo contiene tra la terza, & la quarta, & tra la sesta, & la settima chorda. La sesta è quella, che lo contiene tra la seconda, & la terza, & tra la quinta, & la sesta chorda. Et la settima è quella, che lo contiene tra la prima, & la seconda chorda, & tra la quarta, & la quinta procedendo sempre dalla parte graue all'acuta, come in questi essempi. Prima specie
Seconda specie
Terza specie
Quarta specie
Quinta specie
Sesta specie
Settima specie
Et la prima specie della Diapente è quella, che contiene tra la terza, & la page 10 quarta chorda il semituono maggiore. La seconda è quella, che lo contiene tra la seconda, & la terza. La terza è quella, che lo contiene tra la prima, & la seconda; & la quarta è quella, che lo contiene tra la quarta, & l'vltima, an-dando sempre dal graue all'acuto, come ne i soprascritti essempi si vede.
La prima specie della Diatessaron è quella, che contiene il maggior semi-tuono tra la terza, & la quarta chorda. La seconda è quella, che lo contiene tra la seconda, & la terza; et la terza è quella, che lo contiene tra la prima, et la seconda, procedendo sempre dal graue all'acuto. Onde, dico, se bene ne auengono le sudette cose: nientedimeno per essere il primo ordine più in v-so, et da tutti i Musici Antichi, & Moderni ridotto in prattica; per la sua antichità, & per la molta riuerenza, ch'io deuo à tanti, & quasi infiniti Scrit-tori: tanto nella diuisione delle sopradette principali Consonanze, quanto anco circa l'ordine delli dodici Modi, ouero Tuoni, che dimandargli vo-gliamo, noi non ci partiremo per hora dal primo; non già, perche questo nuouamente ritrouato dall'Eccellentissimo Signor Zarlino non sia con grandissimo fondamento, & giudicio: ma per esser quello, come si è detto, più in vso communemente à tutti, & più pratticato, che per ancora non è que-sto secondo, del quale si farà mentione nel cap. 32. del 3. Libro. Però seguen-do il nostro breue discorso intorno alla diuisione delle Consonanze secondo 'l primo ordine delle lettere Gregoriane A. . C. D. E. F. & G. come di sopra, uerremo alla medesima consonanza Diapason, come principale, & più perfetta di tutte l'altre.

Della Diapason, ouero Ottaua. Cap. XV.

Arist. li. 1. physic. A nobiliori inchoan [sic: delete] dum est &c. Boet. lib. 1. c. 19. & lib. 2. c. 30. & Arist. lib. 8. proble. nella proble. 29 & Cic. in Somn. Scipio. & Ma-cro. li. 2. c. 10. M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 3. cap. 12.DOuendosi dunque ragionare delle Consonanze, è cosa conueniente, che s'incominci dalla più nobile, & più perfetta di tutte. Adunque la Diapason, ouero ottaua, è una Consonanza di otto suoni, contenu-ta dalla Proportione dupla, nel genere moltiplice, tra questi due termini radicali 2. & 1. Questa considerata semplicemente non ha, se non una specie; Ma essendo tramezata da altri interualli, le sue specie sono sette tra loro dif-ferenti, secondo la natura del genere Diatonico; lequali contengono in se cinqueTuoni, cioè tre maggiori, due minori: & due semituoni maggiori; & è Madre, & Regina di tutte le Consonanze, sopra le quali ha giuridittione, Marchet. Pa-dou. Tratt. 7. c. de diapason Franc. prat. li. 3. cap. 2. & in theo. li. [unclear: 1]. c. 14. Plin.lib. 2. natur. hist.& sopra ogni interuallo, che sia maggiore, ò minore di lei. Et se bene di so-pra si è detto, che la Quarta, & la quinta sono Consonanze perfette: niente dimeno questa sola è ueramente perfetta. La Diapente, cioè la Quinta, è messa da i Musici tra le perfette: non perche sia in effetto perfetta, ma per la soauità, che in se contiene; Onde il nostro Guidone disse, non esser uoce al-cuna, ò suono con il suo Quinto suono, che perfettamente concordi, eccet-S. Agost. lib. 4. de Trin. ca. 2.to l' Ottaua, la quale, come dice anco Tolomeo, fà una congiuntione tale di uoci, che essendo due nerui, ò chorde in ottaua, pare, che sia uno istesso suo- page 11 no. Di questa parlando Plinio, dice; contenere tutto 'l corpo del Mondo; &Tholomeo libro 1. c. 11. Marg. Philos. lib. 5. c. 10. lib. 2. che dalla Terra al Cielo, doue si comprendono li Segni delle Stelle, fatto il computo d'ogni cosa, ci è una Diapason. Ha dunque sette specie, ò inter-ualli, come disopra, cioè una meno de gli otto suoni; si come hanno anco tutte l'altre Consonanze, le quali hanno una specie meno de i loro interual Virgi. 6. libr. aene. obloquitur numeris, septem discrimina uocum Boet. l. 4. c. 13. Guid. libr. 1. Boet. li. 5. c. 9. Franch. in Theor. lib. 1. capit. 14. Franch. prat. lib. 1. capit. 7. li; Perche come dice il nostro Guidone, assimigliandola alla settimana, si come finiti li sette giorni della settimana, noi repetiamo li medesimi; & il pri-mo, & l'ottauo giorno lo chiamiamo il medesimo: cosi nella Ottaua, figu-riamo, & dimandiamo le medesime uoci, perche le sentiamo consonare con una naturale, & uera concordia. Et è così detta Diapason à Dia, che significa per, & pason, che vuole dire tutto, ò uero uniuersità; & però da i Musici è chiamata Genitrice, & uniuersal soggetto di tutte le Consonanze; Hora quali siano le sue specie dette di sopra, nel presente essempio si dimostrano.
Ma potrebbe dire alcuno. Perche causa, essendo questa consonanza la principale, come si è detto di sopra, non ha la sua prima specie nella primaMarchetto Pad. trat. 9. et Pietro Canuntio lib. 1. c. 16. March. Pa. nel Trattat. 8. nel c. della Diatessaron & Ber-no Abba li. 1. della sua Mu-sica. & Fior Angel. libr. 1. capit. 16. & Guid. Aretin. lib. 1. capti. 1. Ben. lib. 1. c. 4. positione della mano cioè in Γ. vt, laquale è la prima di tutte l'altre voci, come ella l'hà in A, che è la seconda? A questo si risponde, che, se bene quanto all'ordine delle sei voci, ò Note, cioè, vt, re, mi, fa, sol, la, il Γ. vt è la prima; tutta via, quanto poi all'ordine essentiale, & tripartito della mano Diato-nica, cioè A. . C. D. E. F. G. la prima è A. & non Γ. laquale non e stata messa in tal luogo, come voce, ò suono principale, ma, come vogliono alcuni, per dimostrare, che questa scienza è stata ritrouata da i Greci: come habbia-mo nel primo lib. del Genesis, che Iubal fu il Padre de i cantanti nella Cete-ra, & nell'Organo: & si come nel principio del nostro Compendio si è detto, che Pitagora, Aristosseno, Tolomeo, & altri Greci hanno ritrouato le Pro-portioni delle Consonanze; oltre che, come dice Macrobio, & afferma anco Quintiliano, tutti gli antichi Poeti, & Scrittori erano grandemente lodati, page 12 Pietro Com-mest. nella historia scolastica dice esser stato Iubal. lo inuentore & che di Pitagora ne è stato detto fauolosamente da i Greci. & Gio. cartus. nel li. 1. della sua Musica capit. 10. Macrob. li. 5. saturn. Quintiliano lib. 12. Fior Angeli-co lib. 1. c. 16. Petro Aron. Cic. 2. de ora-tore. ordo est qui memoriae maxmiè [sic: maximè] lu-men affert. &c. M. Gios. Zarl. lib. 3. cap. 13. Istit. harm. se i Titoli delle loro opre erano Greci, si come tra gli altri fece Virgilio no-minando il suo verso pastorale Bucolica, & Theocrito ancora, & quasi la maggior parte delli Scrittori. Ma veniamo hora alla Diapente, come par-te maggiore di detta Diapason.

Della Diapente, ò vero Quinta. Cap. XVI.

ET perche si proceda con ordine, ilquale non solo da à ciascuna cosa il luogo suo, ma anco da gran lume alla memoria; essendosi ragionato della principale Consonanza, che è la Diapason, laquale, come si è detto, è contenuta dalla Proportione Dupla, è cosa ragioneuole, che si venga hora alla Diapente, ouero Quinta: essendo, che dopò la Dupla segue imme-diate la Tripla, nella quale proportione consiste questa, tra questi due ter-mini radicali 3. & 2. Et si come quella è la prima del genere molteplice, così anco questa è la prima del genere superparticolare; de i quali generi si farà mentione nel nostro quarto Discorso più à pieno, quando si ragionerà della Sesquialtera. E dunque chiamata Diapente, à dia, che significa per, & pente, che vuol dire cinque; cioè Consonanza di cinque suoni, la quale es-sendo semplicemente considerata senza mezo alcuno, è di vna sola specie: perciò che non si troua Diapente alcuna, che di Proportione sia maggiore, ò minore d'vn'altra; la quale se bene è Consonanza di cinque voci, ò suoni, non però si ritroua in tutti quei luoghi, che tra loro sono distanti per cin-Di questi gei neri [sic: generi] questo lib. 4. cap. 22. Aristoss. libr. 2. & 3.que interualli, si come pensò Aristosseno: auenga che se bene da . ad F. & da e. à b. acuto ci sono cinque interualli: non per questo si genera tra loro questa consonanza, la quale tramezata diatonicamente nelli suoi estremi ha quattro specie: tra lequali si contengono due Tuoni maggiori; vno minore, & vn semituono maggiore, come ne i sottoposti essempi si vede.
Ma essendo poi distesa tra questi interualli, cioè. . & F; ouero tra e. & b, viene à essere diminuita d'vn Tuono, & viene à contenere solamente due Contro Pie-tro canuntio lib. 1. cap. 48.Tuoni, & due Semituoni; Di maniera che, & dica chi vuole, questa conso-nanza sia di trè sorti, cioè perfetta, imperfetta, & superflua; che io (quanto page 13 à me, ogni hora che non contenga li tre Tuoni, & il Semituono, come di so-pra, ma sia diminuta, o accresciuta, come in questi essempi, 

non tengo, che la sia Consonanza: ma, come dice Franchino, vna Dissonanza inconueniente alla cantilena: si come meglio nelle Regole del Contrapun Franch. nella prat. li. 3. c. 3. to nella Regola seconda s'intenderà. Et se bene questa Diapente imperfetta si pone nelle compositioni di due, di tre, di quattro, & di più voci; Dico, che è posta non come Consonanza, ma nel medesimo modo, che si pongono le altre Dissonanze, cioè nella seconda testa della Battuta; come in questi sot-toposti essempi di due, di tre, & di quattro voci si può benissimo vedere. A due voci. A tre voci, page 14 A quatro voci.
Ne i quali essempi si vede la detta Diapente imperfetta esser posta nella seconda testa della Battuta come l'altre Dissonanze.

Della Diatessaron, ouero Quarta. Cap. XVII.

Boet. l. 1. c. 18. Franch. prat. li. 3. c. 5. & 6. Nota che Boet. nel lib. dell'Aritmetica dimanda questa conso-nantia prencipe delle altre perche rap-presenta i quattro ele-menti li. 2. c. 48. d'Arith. & M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 3. cap. 4. Boet. li. iiii. c. 6. & cap. 13. Franch. Theo. lib. 2. cap. 23. DOpò la Diapente segue immediatamente la Diatessaron, così detta in Greco à Dia, che significa per, & tessaron, che vuol dire quattro, cioè Consonanza di quattro voci, ò suoni; che è contenuta nel se-condo luogo del genere superpartiente tra questi termini 4, & 3; la quale considerata, come si è detto dell'altre, semplicemente, & senza mezo alcuno non ha, senon vna sola specie; Ma essendo Diatonicamente tramezata da altri suoni, ha tre specie, che nascono dalla varietà del semituono maggio-re, ilquale si troua diuersamente posto tra le lor chorde mezane, cioè nella prima nel secondo luogo; nella seconda nel primo, & nella terza, nel terzo; come in questo essempio si vede. 

page 15
Et se bene la Diatessaron è Consonanza di quattro voci; è nondimenoBoet. lib. 5. c. 12. & Franch. nella Theor. lib. 2. cap. 16. d'auertire, che questa Consonanza non si ritroua in tutti quei luoghi, ne i quali sono quattro voci, ò suoni, nel modo, che si è detto di sopra della Diapente, come si pensò Aristosseno: perche da F. à . tanto acuto, quanto so Aristoss. li. 2. vedi meglio i suoi errori in Franch. Theo. lib. 2. c. 16. & nelle Isti. har. lib. 2. c. 33. pracuto, tal Consonanza, rispetto al tritono, non si troua; & acciò si proce-da distintamente: Tritono chiamano li Musici quella congiuntione di tre Tuoni, laquale si ritroua tra f. & . come in questo essempio. Doue questa consonanza non contiene altro, che due Tuoni, & vn maggior semituono, come di sopra. Et se bene nelle compositioni alcuneFranch. lib. 3. c. iiii. & lib. 3. cap. 6. volte si ritroua costituita tra questi interualli, è posta come Dissonanza nella leuatione della Battuta, come disopra la Quinta imperfetta, & non come Consonanza; si come ne gli infrascritti essempi nelle penultime Note dell'Alto, & del Tenore del primo, & nelle penultime del Canto, & dell'Alto del secondo si vede.
Et se bene alcune volte ancora si trouano messe nelle Compositioni di tre, di quattro, & di più voci, nel principio della battuta, come ne i sotto-posti essempi. 

page 16 

questo nasce, non perche tra queste chorde f. & . in modo alcuno si ritroui la Consonanza, ma per virtù dell'altre consonanze, che si ritrouano tra le altre parti, mediante le quali il Tritono non può così aspramente ferire il sentimento nostro.

Delle Consonanze imperfette maggiori, & minori, & prima del Ditono ouero Terza maggiore. Cap. XVIII.

Franch. prat. lib. 3. cap. 2. & capit. 7.DOpò le Consonanze perfette vengono le imperfette, come disopra; tra lequali è questa differenza, cioè, che alcune sono maggiori, & al-M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 9. & 15. Pietro Aron. Istit. har. libr. 1. cap. 19. & Fiorangelico lib. 1. cap. 36.cune altre minori. Le maggiori sono quelle, gli estremi delle quali so-no contenuti da Proportioni maggiori, & da maggiori interualli; & perciò il Ditono, ò uero Terza maggiore è così detta, per esser composta di due Tuoni, ma non già sesquiottaui, come molti hanno detto: ma d'vno mag-giore, contenuto dalla proportione sesquiottaua, & da vno minore conte-nuto dalla proportione sesquinona. Il Ditono, ò Terza maggiore adun-que considerato semplicemente, & senza mezo alcuno tra i suoi termini ra-dicali 5. & 4. nel tetzo [sic: terzo] luogo del genere super particolare dalla proportio-ne sesquiquarta, si può dire il medesimo, che si è detto dell'altre, cioè; che non habbia senon vna sola specie: conciosia che tanto siano distanti in pro-portione gli estremi del Ditono posto nell'acuto, quanto quelli d'alcun'al-tro posto nel graue; Ma essendo tramezato diatonicamente da altri Suo-ni, & diuiso in due Tuoni, le specie sue sono due, tra le quali è questa diffe-renza; che nel primo interuallo della prima specie si ritroua il Tuono maggiore, & nel secondo il minore, come in questo essempio.
Nella seconda specie si ritroua poi il Tuono minore nel primo, & il mag-giore nel secondo, come quì si vede. page 17
Quando dunque due parti seranno distanti tra questi due suoni come in questo essempio. diremo, che sia-no distanti per vn Ditono, oue-ro per vna Terza maggiore.

Del Semiditono, ouero Terza minore. Cap. XIX.

IL Semiditono, ilquale da i Prattici è detto Terza minore, la forma delFranch. prat. lib. 3. ca. 2. & M. Gios. Zarl. Istit. har. li. 3. capit. 16. & Pietro Aron. Istitut. harm. lib. 1. ca. 18. & Fiorangelico lib. 1. cap. 7. quale è contenuta nel genere superparticolare dalla proportione Sesquiquinta nel quarto luogo, considerato diatonicamente, & senza mezo al-cuno, è d'vna sola specie, si come s'è detto di sopra dell'altre Consonanze: ma essendo tramezata diatonicamente da altri suoni, ha due specie, tra le quali è questa differenza, che la prima contiene nel primo luogo il Tuono maggiore, & nel secondo il maggior semituono; & la seconda contiene il detto semituono nel primo interuallo, & il Tuono nel secondo, come in questo essempio.
Quando dunque si troueranno nelle compositioni due parti distanti l'vna dall'altra in questo modo,
Diremo, che siano distanti per vn Semiditono, ò vero per vna Terza. minore.

Dello Essachordo maggiore, ò uero Sesta maggiore. Cap. XX.

LO Essachordo, ò vero Sesta maggiore, così detto dal numero delle voFranch. prat. libr. 3. cap. 2. M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 1. cap. 23. & Fiorangelico lib. 1. cap. 41.ci, ò suoni, che in se contiene, è vna Consonanza composta di sei voci,la quale ha la sua forma dalla proportione superbipartiente terza,che è la prima di questo genere tra questi termini radicali 5. & 3. Questoconsiderato ne i suoi estremi solamente, si può dire come dell'altre, cioè,che sia di vna sola specie; Ma essendo diatonicamente diuiso, & tramezato page 18 da altri suoni ha tante specie, quante sono le variationi de i luoghi del Se-mituono; Et secondo i Prattici, Essachordo è vna compositione di sei vo-ci, ò vero suoni, che contiene quattro Tuoni, & vn Semituono maggiore, come nel presente essempio si dimostra.
Quando adunque nelle compositioni si troueranno due parti, l'vna con l'altra in questo modo. si dirà, che siano distanti per vno Essachordo maggiore, ò vero per vna Se-sta maggiore.

Dell'Essachordo minore, ò uero Sesta minore. Cap. XXI.

Franch. prat. libr. 3. cap. 2. M. Gios. Zarl. Istit. har. li. 3. capit. 21. & Pietro Aron. Istitut. harm. lib. 1. capit. 23. Fiorangel. li. 1. cap. 42.LO Essachordo minore, ò vero Sesta minore, che è contenuto dalla proportione superpartiente quinta, è similmente vna Consonanza di sei suoni, la quale essendo considerata ne i suoi estremi terinini solamen-te si potrebbe dire il medesimo, che si è detto dell'altre, cioè, che non hauesse, se non vna sola specie: ma essendo diatonicamente tramezato, anco questo ha tre specie; si come dalla varietà de i Semituoni si può comprendere; & à differenza della maggiore contiene tre Tuoni, & due semituoni maggiori, come in questo essempio. 

page 19
Quando adunque due parti seranno l'vna con l'altra distanti in questo modo; diremo, che siano distanti l'vna dall'altra per vno essachordo minore, ò ve-ramente, per vna Sesta minore.

Della Diapente col Ditono, ò uero Settima maggiore. Cap. XXII.

ET perche, se bene l'Harmonia, principalmente si compone di ConsoFranch. prat. lib. 3. cap. 4. Pietro Aron. Istit. har. lib. 1. cap. 24.nanze, si vsano anco in essa le Dissonanze; che (come à suo luogo, &tempo si dirà) essendo in essa poste regolatamente, non solo non offen-dono l'vdito, ma gli danno anco diletto; & essendosi fatto mentione della Quinta imperfetta, acciò che anco le Dissonanze habbino il luogo loro, ver M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 22. remo alla Diapente col Ditono, ò vero Settima maggiore, & poi alla mino-re; dopò le quali, vedutosi breuemente, come nelle compositioni si deua-no porre le dette Consonanze, si porrà fine à questo nostro primo ragiona-mento hauendo à memoria il precetto d'Oratio, che sempre ci serà innantioratio libr. 1. della Poet. Quicquid praecipies esto breuis, vt cito dicta. Perci-piant animi dociles, te-neantque fi-deles &c. gli occhi. Ritornando dunque alla Diapente col Ditono, ouero Settima maggiore dicono i Musici, essere vno interuallo posto nell'ordine delli Dissonanti, ilquale contiene in se sette suoni, tra iquali sono cinque Tuoni maggiori, & vn Semituono maggiore, dal qual numero di Suoni l'hanno anco chiamato Eptachordo, che altro non vuol dire, se non Interuallo di sette chorde, ilquale essendo considerato semplicemente ne i suoi estremi, & sen-za mezo alcuno, non hà se non vna specie sola: ma essendo poi diatonica-mente diuiso in Tuoni, & semituoni, n'hà due, come in questo essempio. 

Quando dunque due parti seranno nel graue, & nello acuto in queste chorde, diremo, che sono distanti l'vna dall' altra per vna Diapente col Ditono, ò vero per vna Settima maggiore. page 20

Della Diapente col Semiditono, ò uero Settima minore. Cap. XXIII.

M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 1. c. 16. & libr. 3. cap. 23.LA Diapente col Semiditono, ò vero Settima minore è vna Dissonanza anco ella di sette Suoni, che contengono sei Interualli, tra iquali si trouano quattro Tuoni, & due Semituoni maggiori, & è contenuta nelle Pietro Aron. Istit. har. lib. 1. cap. 24.sue estreme chorde sotto la proportione superquadripartiente trà questi suoi termini radicali 9. & 5. Questa considerata nelle sue chorde estreme senza mezo alcuno, come di sopra si è derto [sic: detto], hà vna sola specie: ma essendo dia-tonicamente tramezata, le sue specie sono cinque, le quali nascono dalla diuersità de i luoghi de i Semituoni, si come in questo essempio si vede.
Questa Dissonanza chiamano i Musici anco Eptachordo minore, dal numero delle chorde, come disopra, à differenza del maggiore. Però quando due parti della cantilena seranno l'vna dall'altra distanti per queste chorde; diremo, che siano distanti per vna Diapente col Semiditono, ò per vno Eptacordo minore, ò vero per vna Settima minore. page 21

Che le Consonanze mescolate con le Dissonanze fanno l'Harmonia più diletteuole, & più grata all'vdito. Cap. XXIIII.

ET se bene, come nel principio si è detto, l'Harmonia si compone prinFranch. prat. lib. 3. cap. iiii. M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 42.cipalmente di Consonanze; tuttauia, se non fussero le Dissonanze, nonserebbe così vaga, & diletteuole all'vdito; il quale non altrimente si diletta della varietà de i suoni consonanti, & delli Dissonanti, che si faccia ilsentimento del vedere, della diuersita, & contrarietà dei colori, iquali quan-tunque tra loro siano di natura contrarij, & diuersi, nientedimeno quanto più sono da Eccellenti Pittori con buona, & bella maniera accommodati, tanto maggior bellezza, & vaghezza rendono à gli occhi nostri. Il simile dun-que auiene delle Dissonanze, le quali quanto più tra loro sono contrarie, & con bello ordine accomodate, tanto maggiore è la vaghezza, & il diletto, che alle orecchie nostre rendono. Et veramente, se nelle cantilene non [sic: si] odissero altro, che Consonanze solamente; ancora che facessero buono, effetto non da-rebbeno però al sentimento nostro quel diletto, che danno essendo con ordine, & con regola mescolate con le Dissonanze. Et perche, à mio giudicio, questo è il fondamento di tutto 'l ragionamento Musicale, dà che si seranno conosciute, quali siano le Consonanze, & quali le Dissonanze sopradette, è necessario vedere il modo, che si dee tenere nell'accomodarle nelle Compo-sitioni secondo l'ordine, & le buone regole de gli Antichi, & moderni Musi-ci, le quali tutti si metteranno ordinatamente nell'altro seguente discorso, con quella breuità, & facilità maggiore, che serà possibile.

Per qual cagione l'Autore habbia seguito solo l'opinione di M. Gioseffo Zarlino intorno alle proportioni delle Consonanze. Cap. XXV.

POtrebbono taluolta alcuni merauigliarsi, che intorno alle proportio Boet. li. 1. c. 19. Aristos. disse esser composta di sei Tuoni. Boet. li. 2. capit. 30. & Franch. prat. lib. 3. capit. 2. Boet. lib. 3. c. 8. & ca. 14. & c. 15. & Piet. Aron nel Toscanello lib. 2. cap. 20[unclear: .] & Franch. nella Theor. lib. 1. cap. 15. ni di queste Consonanze, lasciato l'opinione di Boetio, di M. Franchi-no, & communemente di tutti gli antichi, & moderni Scrittori, che tut-ti vnitamente hanno detto, la Diapason esser composta di Cinque Tuoni, & di due Semituoni minori; & il semituono maggiore non si ritrouare dia-tonicamente in luogo alcuno della mano, & il minore ritrouarsi tra queste chorde E, & F. & conseguentemente il Ditono esser composto di due Tuo-ni Sesquiottaui, & il Semiditono d'vn Tuono, & d'vn Semituono minore; & similmente lo Essachordo maggiore (credendo, che le Consonanze musicali siano forse contenute da vna forma) esser composto di quattro Tuoni, & di vn Semituono minore; & il minore di tre Tuoni, & di due semituoni mi-nori; lasciata dico l'opinione di Boetio, & di molti altri, io habbi voluto se-guire quella di vno solo. A i quali breuemente respondendo, dico; Che non page 22 M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4.. c. 8. in fine. & lib. 3. c. 13. in fine.dee essere di merauiglia alcuna, se gli antichi Filosofi, Boetio, & tutti quel-li, che hanno seguito la loro opinione, non habbino hauuta la vera, & per-fetta cognitione di tali proportioni; perciò che essendo questa, come l'altre Scienze, diuisa in due parti, cioè nella Theorica, & nella Prattica: & essendo il proprio fine della Theorica, la cognitione delle cose intese dall'intelletto solamente, & della Prattica l'operare: & essendo queste due parti insieme tal-Galenus lib. 9. Methodi medendi. ca. 6. inquit. Quod ad Ar-tis medendi prefectionem necessariam & methodum, quae circa vniuersale, & exercitatio [sic: delete] nem, quam cir ea [sic: circa] particula-ria uersatur. & sic duobus pedibus utens necte incedit qui autem uno tantum claudus uiam suam & sepè errans pera-git. &c.mente congiunte, che per tal ragione non si possono separare l'vna dall'al-tra, se come vn Medico (come dice Galeno) che habbia solamente la Theo-rica della Medicina, mai potrà fare perfetto giudicio d'vna infirmità, senza la prattica; & così per lo contrario, hauendo solamente la prattica senza la Theorica potrà sempre errare: così similmente è da credere, che non hauendo hauuto questi tali altro, che la Theorica, non habbino per consequen-za potuto arriuare alla perfetta cognitione di tali proportioni. Il che vo-lendo dimostrare il nostro Guidone Monacho Aretino, parlando del libro di Boetio sopra la Musica, disse. Cuius liber, non cantoribus, sed solis Phi-losophis vtilis est. Non dee dunque esser merauiglia alcuna, se 'l nostro Signor Zarlino, essendo non meno Eccellente nella Prattica, che nella Theorica, come benissimo l'opere sue dimostrano, n'habbia ritrouato la vera forma; Nè anco dee parere impossibile, se fra tanti Scrittori, in così lungo spatio di tem-po, da nessuno altro non siano state conosciute tali Proportioni: perche questo, come si è detto, non solo è nato per la poca prattica, ma ancora, perche acquietandosi alla sentenza di così graui Autori, non hanno fatto altro paragone delle proportioni di tali Consonanze, nè cosi sottilmente inuestigatone la verità con quello studio, & diligenza, c'hà fatto esso Signor Zarlino; ilquale raccogliendo diuerse cose da i buoni Antichi, le ha non so-Guido lib. 2.lo facilitate, ma anco n'ha ritrouate dell'altre di nuouo; con lequali non solo ha molto bene aperto la strada à i virtuosi, che della Musica si diletta-no, ma anco ha reso il suo pristino, & antico honore à così nobile Scienza, la quale hormai con maestà, & decoro può veramente comparire tra l'altre sue compagne, & sorelle.
Il Fine del primo Libro.
page 23
[Figure]

LIBRO SECONDO DEL COMPENDIO DELL'ARTE DEL CONTRAPVNTO DEL R. M. ORATIO TIGRINI Canonico Aretino.

NEL QVALE SI CONTENGONO LE REGOLE, & alcune altre cose appartenenti al Contrapunto.
[Figure]

Che le Compositioni s'incomincino per Consonanza perfetta, Regola Prima. CAPITOLO PRIMO.

NOn è dubbio alcuno, che l'Arte del Contrapunto, anco-ra che i canti si varijno, è finita; perche non sono arbiFranch. prat. lib. 3. capit. 1.trarij, & varij i suoi precetti, ma communi, & conosciu-ti. Laonde, ancora che i Modi, & le diuersità delle Cantilene si varijno in infinito; nientedimeno, l'Arte del Contrapunto non differisce dall'altre Arti, delle quali i precetti sono finiti, & limitati, & le parti procedono in infinito. Per la qual cosa dice M. Franchino, che otto sono le Regole del Contrapunto, delle quali la prima è, che i principij di qual si voglia Canto siano per Consonanza perfetta, come per vnisono, per Ottaua, ò per Quin-tadecima, & ancora per Quinta, ò per Duodecima, le quali se bene, come si è detto di sopra, non sono veramente Consonanze perfette; nientedimeno per la soauità, & sonorità, ch'elle hanno, sono connumerate trà le perfette vero è, che questo primo precetto non è necessario, ma arbitrario; perche la perfettione in tutte le cose, non alli principij, ma al fine s'attribuisce; &Franch. lib. 3. cap. 3. di quì hanno preso molti à cominciare per Consonanza perfetta. page 24

Che non si denno porre due Consonanze perfette del mòdesimo [sic: medesimo] genere, l'vna dopò l'altra, che insieme ascendino, ò discendono senza mezo alcuno. Cap. II.

Franch. prat. lib. 3. capit. 3.LA Seconda regola è, che due Consonanze perfette del medesimo genere non si deueno porre conseguentemente, & immediate, insieme asce dendo [sic: ascendendo], ò discendendo nelle Compositioni, come sono due vnisoni, due Ottaue, ò due Quintadecime; & ancora due Quinte, ò due Duodeci-me, le quali, come si è detto, ben che non siano perfette, si pongono fra le perfette, seruando però la loro proportione, come ne i presenti essempi.
Et la ragione è, che non nascendo l'Harmonia senon da Suoni tra loro diuersi, & contrarij, come nel principio si disse, non solo fa bisogno, volen-do che le parti siano harmoniose, che siano distanti l'vna dall'altra nel gra-ue, & nello acuto, ma siano anco nei mouimenti differenti, & che conten-ghino Consonanze contenute da proportioni diuerse. Questa regola non è arbitraria, ma legale. Et perche sono alcuni, che dubitano, se stante questa regola, che non si deuano mettere due Consonanze del medesimo genere, come di sopra, si possano porre due Quinte, che non siano del medesimo genere, come in questo presente essempio. le quali stante, dico, la detta regola, che prohibisce solamente quelle del medesimo Franch. lib. 3 cap. 3.genere, per essere queste di diuerso genere, pare che si possino ammettere. Si risponde, che essendo tale Diapente dimi-nuita d'vn Semituono, la quale di sopra fù chiamata Imperfetta, non è più Consonanza, ma vna Dissonanza non conueniente alla cantilena. L'effetto, che faccia tra due Consonanze perfette la Dissonanza, si dirà nella seguente regola. Il porre anco due, ò più Consonanze Imperfette del medesimo ge-nere l'vna dopò l'altra senza mezo alcuno, come due, ò più Terze maggiori, due minori, due Seste maggiori, ò due minori, è poco lodeuole: se bene al-Luigi Dentice nel suo Dialogo tiene que-sta opinione.cuni tengono, che le regole delle Terze, & delle Seste maggiori, ò minori sia-no arbitrarie, & non legali. Hora, da che gia si è detto, quali siano le Ter-ze, & le Seste maggiori & minori, verremo alla Terza regola, la quale è. page 25

Che tra due Consonanze perfette del medesimo genere si ponga una imperfetta. Cap. III.

LA terza regola è, che tra due Consonanze perfette del medesimo geFranch. lib. 3. prat. capit. 3.nere in diuersi, o consimili moti, acute, ò graui, si dee porre in mezovna Consonanza imperfetta, come la Terza, ò la Sesta. Et perche inquesta regola sono alcuni, che dubitano; se tra due Consonanze perfettedel medesimo genere, in cambio della imperfetta si possa mettere vna Dis-sonanza, come è la settima, ò simili, la quale faccia il medesimo effetto, che fa la Consonanza imperfetta in questo modo;
A questi si risponde, con l'auttorità [sic: de] veri, & perfetti Musici; che la Dis-sonanza posta trà due Consonanze perfette, non rende variatione alcuna di concento, & come s'e detto di sopra, tal Dissonanza così posta tra due perfette, è inconueniente alla cantilena. Ma in che modo le Dissonanze siM. Gios. Zarl. Istit. har. li. 3. capit. 47. possino porre nelle compositioni, s'accennò di sopra nel primo nostro ra-gionamento, quando [sic: si] ragionò della Diatessaron. Il Mi, contra 'l Fa, non si porrà mai in vna delle Consonanze perfette, come si è in Quinta, ò in ot-taua, ne manco in Dissonanza, come in Seconda, in Quarta, ò in Settima (in principio però della Battuta) come di sopra si è detto quando si ragio-nò della Quinta imperfetta, & dell'altre dissonanze, le quali nelle compositioni, sempre si pongono nel leuare della battuta; come ne i sottoposti es-sempi si dimostra. 



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Da i quali essempi si può facilmente comprendere la perfettione della Diapason, ò vero Ottaua, la quale con effetto tanto nella leuatione, quan-to anco nella positione della Battuta non può sopportare imperfettione alcuna, come fanno l'altre Consonanze, & le Dissonanze ancora. Ma venia-mo hora alla quarta regola, nella quale si dispone;

Che due, ò più Consonanze perfette dissimili, una dopò l'altra si possono fare. Cap. IIII.

Franch. lib. 3. cap. 3. Regol. 4.LA quarta regola e, che più Consonanze perfette, & dissimili ascenden-do, ò discendendo nel Contrapunto si possono fare, come la Quinta dopò l'Vnisono, ò dopò l'Ottaua, & l'Ottaua dopò la Quinta, & le re-stanti questo medesimo modo, come in questi essempi.

Che due Consonanze perfette del medesimo genere l'una dopò l'altra possono constituirsi. Cap. V.

Franch. lib. 3. cap. 3. Regol. 5.LA quinta regola è, che due Consonanze perfette simili possono nel Contrapunto conseguentemente, & immediate constituirsi: pur che procedino per mouimenti contrarij, & dissimili, come si è, se di due Ottaue la prima sia distesa in acuto, & la seconda rimessa nel graue, & così per lo contrario. Similmente, quando seranno due Quinte, delle quali la prima sia condotta per positione, & la seconda per eleuatione, & così per lo contrario, come in questo essempio. page 27

Che le parti procedano per mouimenti contrarij. Cap. VI.

LA sesta regola è, che le parti procedano per mouimenti contrarij, cioè,Franch. lib. 3. cap. 3. Regol. 6. che, quando la parte acuta ascende, la graue descenda: & così per lo contrario, come nel presente essempio.
Nientedimeno questa legge è arbitraria. Ma perche molte fiate occorre-rà, che le parti ascendano, ò descendano insieme; Allhora s'auertirà, che si proceda in modo, che mouendosi l'vna parte per mouimento separato, l'al-tra si moua per mouimento congiunto, in questo modo.
Vero è, che serà più lodeuole, quando le parti descendono insieme nel gra-ue, che quando ascendono verso l'acuto, come ne i soprascritti essempi. Et quando occorrerà, che le parti ascendano, ò descendano insieme per moui-menti separati: s'auertirà più, che sia possibile, di non andare da vna Consonanza maggiore, che sia di specie imperfetta, ad vna minore, che sia perfet-ta, come dalla Decima all'Ottaua; ouero da vna Consonanza contenuta da vna proportione maggiore, che sia perfetta, ò imperfetta, ad vna, che segue, che sia perfetta, come dalla Terza all'vnisono, & dalla Decima all'Ottaua, come s'e detto. Nè si porrà primieramente la Sesta, & di poi la Quinta, quando le parti ascendano, ò descendano insieme: ancora che l'vna si mouesse con moui-mento congiunto, & l'altra con mouimento separato, come in questo essempio. page 28
Et per torre via ogni dubbio, che potesse nascere nella mente di alcuni, i quali nello spartire le altrui Compositioni hauessero per sorte in quelle de' Musici Eccellentissimi ritrouato tali passaggi, che da i buoni Autori sono veramente poco lodati; A questi si risponde, che se bene tali salti, & passag-gi sono stati fatti da buoni, & Eccellentissimi Musici nelle loro Compositioni di 4. di 5. di 6. di 7. di 8. & di più voci, nelle quali, si come meglio al suo Pietro Aron. Istit. har. lib. 3. cap. 9.luogo si dirà, quando si ragionerà di simili sorre [sic: sorte] di Compositioni, non si possono così osseruare quei legami appartenenti al Contrapunto nel me-desimo modo, che si possono nelle Compositioni di due, & di tre voci; tut-tauia, perche, come dice Terentio, Deteriores omnes sumus licentia, volendosi saper bene, & esquisitamente l'ordine buono, che s'ha da tenere nel di-sporre le Consonanze, non conuiene, che s'incominci in modo alcuno dalle cose, che si possono ammettere nelle Compositioni di tante voci, ma bene da quelle che si denno fare prima à due, & poi à più voci, nelle quali, come al suo luogo si dirà, tal cosa si sopporta dal sentimento nostro, che non si fa in queste di due, & di tre voci: oltre che tutte quelle cose, che sono buone à due voci, à quante più sono, tanto diuentano megliori; il che, come s'in-tenderà, non auiene per lo contrario, si come con particolari essempi allhora si dimostrerà, quando si verra alla particolare descrittione di alcuni sal-ti, che seranno buoni, & d'alcuni altri cattiui. Serà ben lecito andare dalla Consonanza imperfetta, che sia minore di proportione della seguente, quando le parti insieme ascendano, ouero descendano, pur che vna di esse faccia il mouimento congiunto, & sia d'vn Semituono maggiore, in questo modo.
Serà ancora lecito venire da vna Consonanza perfetta, all'imperfetta, quando le parti ascenderanno, ò descenderanno insieme, pur che l'vna di esse faccia il mouimento congiunto, & la Consonanza imperfetta sia di maggiore proportione della perfetta. Si potranno ancora porre due Con-sonanze, l'vna dopò l'altra, che facciano tra due parti il mouimento sepa-rato, pur che vna di esse si moua per vna Terza minore, come in questo es-sempio. page 29
Potranno ancora due parti descendere, ò ascendere insieme per moui-menti separati, & venire dalla Terza alla Quinta, & dalla Quinta alla Terza, come in questi sottoposti essempi si dimostra.
Et perche i mouimenti, quanto più sono vicini, tanto più sono naturali, & cantabili: però s'auertirà, che le parti dei Contrapunti, tanto, quando a-scendono, ò discendono insieme, quanto ancora, quando si moueranno in diuerse parti, non molto s'allontani l'vna dall'altra per simili mouimenti, come in questo presente essempio.
Le quali distanze, se bene non sono dissonanti, tuttauia, oltre che à can-tare sono difficili, sono anco poco grate all'vdito. Ma veniamo hora alla settima regola, nella quale si vedrà

Come da vna Consonanza imperfetta si deue andare a vna perfetta più uicina. Cap. VII.

LA settima regola è, che, quando dalla Consonanza imperfetta si vorFranch. lib. 3. prat. cap. 3. Regol. 7.rà andare alla perfetta, s'andrà sempre alla più vicina, come per essem sempio [sic: essempio], quando le parti tra loro seranno in Sesta maggiore, allhora procedendo amendue per mouimenti contrarij, cioè la parte graue descendendo per vna voce, & l'acuta ascendendo per vn'altra, subito conuerran- page 30 no in Ottaua, la quale, considerata la contrarietà de i moti, è più propin-qua ad essa sesta. Ilche è propio della Sesta maggiore andare all'ottaua, & della minore più frequentemente andare alla quinta, con vn solo mouimen-to però, cioè stando vna parte immobile, & l'altra mobile. Il simile s'inten-derà anco della Terza, con la quale volendosi venire alla Quinta, & vna delle parti non farà mouimento alcuno, serà dibisogno, che la Terza sia maggiore: ma quando le parti tra loro seranno in Terza minore, allhora procedendo ambedue con mouimenti contrarij, si verrà all'vnisono. Et quando le par-ti ascendessero insieme l'vna per mouimento congionto, & l'altra per mouimento separato: allhora si porr[unclear: à] la Terza maggiore; & quando vna parte stesse immobile, & l'altra ascendesse, ò discendesse per mouimento sepa-rato; allhora la Terza si porrà sempre minore, come nel presente essem-pio si dimostra.
Et se bene tal Sesta è più vicina alla Quinta, che all'Ottaua, nientedime-no non per questo si può negare, come ben dice l'Eccellentissimo Signor Zarlino, che la Sesta minore non sia più vicina alla Quinta, che non è la maggiore; tal che essendo poi tra le perfette l'Ottaua maggiore della Quinta, & tra le Seste la maggiore di maggior quantità, che non è la minore; è ragio-neuole, che la maggiore delle perfette s'accompagni con la maggiore del-l'Imperfette, & la minore delle perfette con la minore dell'Imperfette: per M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 3. cap. 57.la qual cosa non serà lecito volendosi osseruare questa regola, passare dalla Sesta maggiore alla Quinta, se già non le tornasse commodo, & non potesse fare altrimente per qualche accidente, quando la Sesta si serà posta nella se-conda parte della Semibreue sincopata come in questo essempio si vede;
Perciò che se la Seconda, & la Settima, come afferma l'Eccellentissi-mo Signor Zarlino, che sono dissonanze, poste nelle Sincope sono sop- page 31 portate, quanto maggiormente si deue tollerare la Sesta, che è vna Con-sonanza? Vero è, che questa medesima licenza non si piglierà però col an-dare dalla Sesta minore all'Ottaua, perche questo si farebbe contra ogni douere: perciò che se bene la maggiore è di natura di peruenire all'Otta-ua; laonde si vede, che douendosi andare, come è il douere, dalla Conso-nanza Imperfetta alla perfetta con la più vicina: stando in questa licenza, la Sesta maggiore conuiene più alla Quinta, che la minore all'Ottaua: però non ci è ragione alcuna, che ne scusi, ò difenda quando si volesse commet-tere vn tal disordine di andare dalla minore all'Ottaua. Tale osseruanzaM. Gios. Zarl. Istit. har. li. 3. capit. 38. non serà però necessaria, quando da vna perfetta si vorrà andare all'Imperfetta: perciò che ogni cosa naturalmente desidera venire alla sua perfettio-ne più presto, che sia possibile. Veniamo hora all'Ottaua, & vltima regola, nella quale si dispone,

Che ogni cantilena finisca in Consonanza perfetta. Cap. VIII.

L'Ottaua, & vltima regola è, che ogni canto dee finire in Consonanza perfetta, come si è in Vnisono, in Ottaua, ouero in Quintadecima: perche il fine secondo il Filosofo, è la perfettione di qual si voglia cosa. Le quali regole non solamente sono vtili, & necessarie alle Compositioni di due Voci, ma etiandio ad ogni altra sorte di Compositioni. Et allhora la compositione si dirà esser buona, quando serà regolata per li precetti delle sopradette regole, come si potrà vedere.

Il modo, che dee tener ciascuno, che uoglia imparare à fare il Contrapunto. Cap. IX.

QVello, che vorrà imparare a fare il Contrapunto, dopò, che hauràM. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 3. cap. 40. molto bene conosciute le distanze delle Consonanze, & intese le so-pradette Regole, volendo incominciare a fare il Contrapunto, ricor-dandosi di quello, che sopra si è detto, cioè, che 'l Contrapunto è di due sor ri [sic: sorti], cioè semplice, & diminuito, essercitandosi prima nel semplice, nel quale interuengono solamente le Consonanze, & le medesime figure, come di so-pra, potrà pigliando per Soggetto qualche cantilena di Canto fermo, por-re vna nota contra l'altra in Consonanza, osseruando nel disporre delle Consonanze le sopradette Regole, auertendo di schiuare gli Vnisoni, & le Ottaue, come disotto si dirà; Et dopò che si serà talmente essercitato, & haurà imparato a farlo bene, & corettamente, potrà venire al Contrapunto diminuito tenendo l'ordine, che appresso si dirà. page 32

Modo da fare il Contrapunto diminuito. Cap. X.

VOlendosi dunque fare il Contrapunto diminuito, si trouerà prima il soggetto, come di sopra è stato detto ne i Contrapunti semplici, & si piglierà per soggetto vna parte di qualche canto fermo, & sopra ogni nota del soggetto, che serà vna Semibreue, si porranno due Minime, ò quattro Semiminime, ò vna Minima, & due Semiminime, ouero quante, & quali figure faranno al proposito: pur che quelle, che si porranno nella parte del Contrapunto siano equiualenti à quelle del soggetto. Et perche nel Contrapunto diminuito non solo interuengono le Consonanze, ma le Dissonanze ancora, delle quali se bene in varij, & diuersi luoghi sparsamente n'è stato fatto mentione, per maggior facilità, non essendo di minore impor-tanza, anzi per essere forse molto più difficile il sapere ordinare bene, & re-Nicol. Burt. Parm. lib. 2. c. 2. & 3.golatamente le Dissonanze, che le Consonanze, seranno molto vtili gl'in-frascritti auertimenti, ne i quali si dirà non solo delle figure, che si possono fare dissonanti, ma di ciascuna Dissonanza ancora, incominciandosi dalla Seconda, venendo alla Quarta, alla Settima, alla Nona, all'Vndecima, & Franch. prat. 3. cap. 4.alle loro replicate. Quanto alle figure, che si possono porre dissonanti, s'a-uertirà di non porre mai la prima parte della Semibreue, che sia dissonante, eccetto però in questo modo sincopata, come in questo essempio si vede nel-la seconda meta della prima breue del Tenore.
Vedi Franch. prat. li. 2. c. [unclear: 1]5.Che cosa sia sincopa, si dirà nel quarto nostro discorso nel cap. 9. più à pieno. Dopò la Semibreue segue la Minima, sopra la quale s'auertirà, che ogni figura del soggetto, che sia canto fermo deue hauere almeno due con-sonanze sopra di se, cioè, l'vna nel battere, & l'altra nel leuare della Battu-ta; Hora perche nelle Dissonanze serà grandemente necessario l'auertire se 'l mouimento delle parti sia congiunto, ò pure separato: però quando due, ò più Minime non procederanno per mouimenti congiunti, non serà mai lecito farne veruna, che sia dissonante, ma l'vna, & l'altra procedendo per mouimenti separati si porranno consonanti: perciò che tal separatio-ne fa, che dall'vdito non si possa tollerare tal Dissonanza; ma quando la Dissonanza serà posta nel mouimento congiunto nella seconda parte della Battuta, nella seconda Minima non apporterà disgusto alcuno all'orec-chie; come nel sottoposto essempio si può vedere. page 33
Il simile si farà quando si voranno porre quattro semiminime nel ConM. Gios. Zarl. lib. 3. cap. 42.trapunto equiualenti à vna Semibreue: doue sempre si farà, che quelle semiminime, che cascano sopra 'l battere, & sopra il leuare della Battuta, cioèla prima, & la terza siano consonanti. Ma quando dopò la Minima, ò Semibreue col punto, ò senza seguiranno due Semiminime, si potrà fare, che laseconda sia Consonante, & non la prima; come in questo essempio.
Sogliono ancora i Musici quando vogliono venire à qualche cadenza col mezo di quattro semiminime, porle in questo modo, cioè, che la Terza semiminima sia dissonante, come in questo essempio.
Ritornando dunque alle Dissonanze. Quando la Dissonanza serà messaCome s'hab-bino da accommodare le Dissonanze uedi Franch. nella prat. lib. 3. cap. 4. nella seconda parte della Semibreue sincopata, la quale serà vna Seconda, ouero vna Quarta: allhora dopò lei s'accommoderà la Terza come Consonanza più vicina; come in questo essempio.
Alla settima medesimamente se li accompagnerà la Sesta, & il simigliante si farà delle loro replicate; si come della Nona, & dell'Vndecima, alle quali s'accompagnerà la Decima; come in questo essempio. page 34
Dalla Seconda si potrà anco venire all'vnisono essendo sincopata, quando vna delle parti farà il mouimento di Tuono, & l'altra di Semituono, proce-dendo l'vna, & l'altra per mouimenti congiunti, come in questo essempio.
Si potrà fare ancora la Quarta sincopata, dopò la quale segua senza mezo alcuno la Diapente imperfetta, ò semidiapente, che chiamare la vogliamo, & dopò quella la Terza maggiore; come in questo essempio.
Ma non starà già bene il porre la Quinta, come di sopra, quando casca il Tritono per relatione; come nel soprascritto, & nell'infrascritto essempìo [sic: essempio] ancora si vede.
Si potrà ancora dopò la Nona venire all'Ottaua, quando le parti proce-deranno per mouimenti contrarij, & vna di esse ascenderà per Quarta, ò descenderà per Quinta, & l'altra discenderà per mouimento congiunto; come in questo essempio.
Da i quali essempi si potrà benissimo vedere il modo, che s'ha da tenere nel disporre delle Dissonanze nel Contrapunto diminuito. page 35

Modo, che si deue tenere nelle Compositioni di due Voci. Cap. II [sic: XI].

DIcono alcuni, che il Duo, rispetto alle Compositioni di tre, di quatD. Nicola Vicentino libr. prat. 4. ca. 24.tro, di cinque, & di più Voci, è simile alla differenza, che si ritrouatra lo ignudo, & il vestito nella pittura: perche ogni Pittore farà be-ne vn fia gura [sic: vna figura] tutta vestita; ma non tutti li Pittori ne faranno bene vna ignuda; Così similmente interuiene delle Compositioni: però che molti comporranno delle cantilene à quattro, à cinque, & à pi[unclear: ù] Voci; ma pochi seranno quelli, che habbino vn bel modo di procedere, & sappino bene, & regolatamente accompagnare i gradi, & le Consonanze in vn Duo, nel quale principalmente si osseruerà il Tuono: nè si farà, che hora si oda vn proce-dere d'vn Tuono, & hora d'vn'altro senza regola, ò ordine alcuno: onde 'l principio sia diuerso dal mezo, & il mezo dal principio, & dal fine: percheHor. Poet. humano capiti. &c. allhora verrebbe à essere simile al Mostro, che descriue Oratio nel principio della sua Poetica. Si farà ancora, che la Compostione di due Voci non sia molto estrema; & che non ascenda più di quindeci chorde fra gli estremi, & le Consonanze al più siano la Decima, & la Duodecima: perche la lontananza posta in vn Duo non è grata; & più che sia possibile, nel Duo si schiuerà l'vnisono, ne molto spesso si vseranno le ottaue, le quali per la simiglian-za, ch'elle hanno con l'vnisono, non sono cosi vaghe all'vdito, come l'altre Consonanze, si come è stato detto di sopra. Nel restante, quanto poi al por-re le Consonanze, si osserueranno sempre le sopradette Regole.

Per qual cagione non si sia trattato prima de i Modi, ò Tuoni innanti alle sopradette regole. Cap. XII.

ESsendo così principalmente necessaria nelle Compositioni l'osseruan-za de i Modi, ò Tuoni, che chiamare gli vogliamo, come si è detto: & facendo Noi professione di procedere ordinatamente, parerà forse à qualch'vno, che necessariamente si fusse deuuto prima ragionare de i detti Tuoni; conciosia che fia impossibile l'osseruare quello, di che non s'hà noti-tia alcuna. Ma, chi bene, & con diligenza considererà il nostro modo, cono-scerà benissimo, quanto meglio, & più vtile sia per essere l'hauere cosi distin-tamente trattato nel primo libro delle Consonanze semplicemente, & in questo Secondo, delle regole, & del modo d'accommodarle à due, & à più Voci, senza intrico alcuno d'altre materie; & nel terzo il fare particolare mentione di tutti li dodici Modi, cioè della loro formatione, natura, & Cadenze, & delle Cadenze in commune; & nel Quarto, & vltimo, dopò che si sarà acquistata la cognitione delle Consonanze, delle Regole, & de i Tuoni, l'hauere riserbato le cose più difficili, le quali così distintamente, & con que-sto ordine poste, seranno, senza comparatione alcuna, molto meglio intese, che se, o con le Consonanze, ò con le dette regole fussero mescolate: Per che co page 36 me potrà mai alcuno osseruare il Tuono, ò fare le fughe, ò altri arteficiosi canti, se prima egli non habbia perfetta cognitione, & delle Consonanze, & delle regole da disporle, & accommodarle nelle compositioni? Non sarà dun-que il nostro ordine prepostero, ma buono, & continoato, seguendosi in que-sto Secondo il ragionamento delle regole appartenenti alle Compositioni di due, di tre, di quatro, & di più voci solamente; & nell'altro seguente ve-nendosi alli detti Modi, ò Tuoni, & alle Cadenze particolarmente; dal quale ordine ne succederà anco questa commodità, che, chi pure vorrà inten-dere la cosa de i Modi, innanti le regole, ò veramente innanti le Consonan-zc, potrà in vn subito ricorrendo al Terzo, senza confusione alcuna, & de i Modi, & delle Cadenze ancora hauer piena, & particolare notitia. Però ha-uendo Noi detto fin quì delle Compositioni di due voci, seguendo il nostro breue discorso, prima che si proceda più, non serà fuori di proposito il vedere

Quello, che si ha da fare innanti, che si dia principio alla Com-positione. Cap. XIII.

Franch. lib. 3. prat. capit. 15.PRima dunque, che si dia princ ipio alla Compositione, è necessario il considerare molto bene, sopra che soggetto, & materia s'habbia à comporre, cioè, se sia cosa latina, & ecclesiastica, ò pure volgare, come sono Madrigali, Sonetti, Canzoni, ò simili altre materie; & essendo latina, & ec-clesiastica, si farà, che habbia del graue, & sia il proceder suo differente da quello delle Villotte, de Madrigali, delle Canzone Francesi, & simili sorte di Compositioni volgari; & volendosi comporre vna Messa sopra qualche soggetto, non si comporrà sopra Madrigali, Battaglie, ò altri simili sogget-ti, da i quali più presto nasce mala sodisfattione appresso, chi sente queste sorti di canti, che diuotione: imperciò che quanti crediamo noi che siano quelli, che sentendo per le Cappelle hora cantare la Messa l'ombre armato, hora Hercules Dux Ferrariae, & hora Filomena dicano; che domine ha da fare la Messa con l'huomo armato, ò con Filomena, ò col Duca di Ferrara? Gulielmo Durando libr. Rationale Diuin. officiorum lib. 2. cap.2 & Santo Thomaso 2. 2. q. 91. artic.1. & dist. 21. c. cleros circa finem. & summa Tabiena. uerbo can-tus §. 2. & Agostin. libr. Confess.Vedi che numeri, che concenti, che Harmonie, che mouere d'affetto, di di-uotione, & di pietà è questo. Onde essendo stata introdotta la Musica nella Chiesa di Dio per incitar gli animi de gli huomini à diuotione, quando si sentono simili sorti di Canti, non solo non fanno questo effetto, ma più to-sto gl'incitano à lasciuia, come se fossero ad ascoltare qualche Mascherata, ò altri simili canti lasciui, & teatrali, i quali non solo dal Santo Concilio Tridentino, & communemente da tutti i Dottori di Santa Chiesa sono in tutto, & per tutto prohibiti, ma etiandio insino da gli Antichi, che non hebbero il vero lume, & la vera cognitione d'Iddio furon grandemente ab-horriti, & detestati, si come Timoteo quel grandissimo Musico inuentore, come si crede, del genere chromatico, fino al secolo nostro ne rende col suo essilio buonissima testimonianza, il quale, se per hauere aggiunto nel solito page 37 Istrumento vna sola chorda, fù da gli Antichi Lacedemonij scacciato, &De Consecr. dist. 5. c. Non mediocriter. uersic. adora-re § 2. & 3. & Conc. Trid. sess. 22. De osseruan. & euitan. in celebrat. Mis-sae. c. 18. & 23. Boet. li. 1. c. 1. suidas haec. & Arist. lib. 2. Metfisi. dice se non fusse stato Timo-teo, non ha-ueressimo molte melo-die. bandito della sua Città, dubitando, che non hauesse ridotto la Musica in vn modo troppo molle, che deuiasse gli animi de i fanciulli dalla virtù della modestia: di quanto maggior biasmo, & castigo vengono à farsi meriteuo-li coloro, che nel comporre le Messe si seruono di simili soggetti? [sic: Si] faranno adunque le compositioni, secondo che il soggetto ricercherà; Il quale se serà di cose allegre, si farà, che la Compositione sia sotto vn Modo, ò Tuo-no, che sia di natura allegra, & non sotto vno, che sia di natura melanconi-ca; & così per lo contrario, se 'l soggetto serà di cose melanconiche, & meste non si farà sotto vn Modo, che sia di natura allegra, ma melenconica, & me-sta, dandogli quelle Cadenze, che à tal Modo si ricercano, le quali, come si è detto, tutte ordinatamente nel seguente libro seranno messe, si come cia-scuno potrà vedere.

Del principio della Compositione. Cap. XIIII.

IO non starò à perder molto tempo, come hanno fatto alcuni, nel dispu-tare da qual parte si deua incominciare la Compositione: perche questoM. Gios. Zarl. Istit. har. li. 3. capit. 58. Pietro Aron Istit. har. libr. 3. capit. 10. Nicol. Burt. Parm. li. 2. c. 5. Nicol. Burt. lib. 2. cap. 3. Primo siqui-dem a disso-nantiis quamquam compassibilibus nun-quam incho-andum, nun-quam & in il-lis finiendum &c. serà in arbitrio del Compositore, che potrà incominciarla da quella parte, che gli serà più commoda, & il soggetto richiederà. Si dee nondimeno hauere grande auertenza, che le parti nell'entrare non comincino per Secon-da, ne per Settima, nè anco per Nona, eccetto però nella seconda parte de vn Canto, la quale non solo si potrà cominciare per vna delle Consonanze perfette, si come nella prima Regola si dispone, ma anco per qual si voglia Dissonanza: il che mai nella prima parte non serà permesso, eccetto però, se 'l soggetto no 'l ricercasse con dire le strane Voci, ò simili parole, ma altramente non solo si darà principio alla Compositione per vna Consonanza, come di sopra, ma ancora si farà, che habbia il suo principio in vno di quei luoghi, ne i quali il Modo, ò Tuono, di che si vorrà fare la Compositione, ha i suoi principij. Et se bene i principij delle Compositioni sono varij, nien-tedimeno i veri, & naturali principij di ciascun Tuono sono nelle chorde estreme della loro Diapente, & della Diatessaron. Acciò dunque da i Can-tanti più facilmente si possa pigliare la voce, si farà, che il principio sia, ò per Vnisono, ò per Quarta, ò per Quinta, ò per ottaua, ò per Decima, ò perM. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. capit. 18. Cic. Reth. lib. 3. c. de Pronunciatione. Nicol. Burt. Parm. libr. 1. cap. 30. Duodecima, ouero per Quintadecima. Et sopratutto s'auertirà, che 'l principio non si faccia in voci troppo estreme con le parti, come è quella del So-prano troppo alta, & quello della parte graue troppo bassa: perciò che es-sendo tutti gli estremi vitiosi, questo serà poco grato all'orecchie de gli Ascoltanti: perche, come dice M. T. Cicerone nel terzo lib. della sua retorica, do-ue da bellissimi documenti circa la conseruatione della voce, & il modo, che s'hà da tenere nel principio, nel mezo, & nel fine dell'oratione; Che cosa è meno soaue, che 'l grido nel principio della causa? è molto vtile alla fermez page 38 za della voce, la voce moderata nel principio: perciò che l'acuta esclamatione nel principio ferisce le fauci, & la voce, & offende anco gli vditori.

Modo, che si ha da tenere nel mezo della Compositione. Cap. XV.

IL modo, che si dee tenere nel mezo della Compositione serà questo, cioè, che il mezo corrisponda al principio, & al fine: perche il mezo è quello, che dee tenere in piedi il termine del procedere del Tuono. Nè serà inconueniente il fare alle volte nel mezo della Compositione qualche Cadenza, che sia fuori di tuono, ma discretamente però, & con bello modo, come si dirà, quando si ragionerà delle Cadenze. Et se la Compositione serà à 4. à 5. à 6. & à 7. il farci nel mezo vn duo, ò vn terzo, ouero vn quarto serà molto diletteuole, & grato all'orecchie. Ma il fare vn Duo in vna compositione d'otto, ò di più voci, è cosa poco lodeuole, rispetto alla moltitudine delle parti, se già à questo non ci astringesse il soggetto, con dire, quei due, ò simili paro-le. Il che nè anco loderei molto, quando la Compositione fusse à due, ò tre chori; & in tal caso più presto direi, che si facessero cantare due Chori, che si vdisse vna tale discrepanza d'vn Duo frà tanta moltitudine di voci.

Del fine della Compositione. Cap. XVI.

ET circa il fine, che è la conclusione del principio, & del mezo di qual si voglia cosa; ogni volta che si vorrà dar principio alla Compositione, si dee considerare il mezo, & il fine, & con ogni diligenza procurare, che 'l principio sia buono, il mezo megliore, & ottimo il fine. Ilche serà quan-do il fine corrisponderà al principio, & al mezo, & che non solo la Compositione terminerà sotto le Consonanze perfette, come di sopra, nell'vltima re gla [sic: regola] s'è detto, ma in quel luogo, & in quella chorda ancora, nella quale il Tuono, sotto cui è la Compositione ha hauuto il principio, & il mezo, dee finire.

Modo di comporre à tre Voci. Cap. XVII.

Franch. prat. lib. 3. cap. 11.HOra, da che si è inteso l'ordine, & il modo, che si ha da tenere nel comporre à due voci, è conueniente, che vediamo ancora il modo, che s'ha da tenere nelle compositioni di tre voci. Però, quando si vorrà comporre vn Terzo, si potrà incominciare da qual parte serà più commo-da, & tornerà meglio, come di sopra. Sera ancora lecito in vn Terzo fare vn Duo, & porui etiandio delle Dissonanze, le quali essendo ben poste, & con le sue debite compagnie, daranno varietà d'Harmonia all'vdito. Et sopra tutto si procurerà, che la parte graue habbia bel procedere, & che molte volte si tocchino variate chorde, il che rende alle orecchie il Terzo molto dilette- page 39 uole, & gratioso. La Quarta, & la Quinta imperfetta s'accompagneranno benissimo tutte le volte, che si ordineranno nel modo, che di sopra nel 3. ca-pitolo & nel secondo essempio si è detto, & dimostrato; Anzi che à tre voci seranno molto migliori, si come dal presente essempio si può comprendere.
Nè anco s'anderà di Quarta in Quinta, perche, come si è detto nel prin-cipio, l'vna, & l'altra è perfetta: & quanto manco Ottaue si faranno in vn Terzo, tanto meglio serà. L'Ottaua con la Quinta in mezo serà meglio, che l'Ottaua con la Decima di sopra, ò di sotto: Et acciò meglio s'intenda il modo, che s'ha da tenere nello accommodare le Consonanze à tre voci, [sic: si] terrà l'ordine infrascritto.
  • Dell'vnisono. Se la parte del Canto con quello del Basso serà in vnisonoPrimo. si farà, che quella dell'Alto sia in Terza di sopra, ò disotto.
  • Della Quarta. Et se la parte del Canto serà con quella del Basso in vnaQuarta. Quarta, si metterà quella del Tenore in Terzo sotto il Basso.
  • Della Quinta. Et se la parte del Canto con quella del Basso serà in vnaQuinta. Quinta, quella del Tenore serà in vna Terza sopra 'l detto Basso, che verrà à essere vna Terza di sotto à quella del Canto.
  • Della Sesta. Et se la parte del Canto serà in Sesta sopra quella del Basso;Sesta. allhora si porrà la parte del Tenore vna Terza sopra il detto Basso.
  • Dell'Ottaua. Et se la parte del Canto, & quella del Basso seranno disteseottaua. in Ottaua, allhora si porrà quella del Tenore vna Quinta, & anco vna Ter-za sopra il detto Basso.
  • Della Decima. Et se la parte del Canto serà distesa per vna Decima soDecima.pra quella del Basso, quella del Tenore si potrà porre in Quinta, ò in otta-ua sopra 'l detto Basso.
  • Della Duodecima. Et se la parte del Canto con quella del Basso serà inDuodecima. Duodecima, si farà, che quella del Tenore sia in Decima con quella del Basso.
  • Della Terza Decima. Et se la parte del Canto serà in Terza decima conTertiadecima. quella del Basso si farà, che quella del Tenore sia in Decima sopra il detto Basso.

Della Quintadecima à 3. Voci.

Et se la parte del Canto con quella del Basso serà in vna Quintadecima; allhor a [sic: allhora] si potra porre quella del Tenore, ò in Duodecima, ò in Decima, ò page 40 in Quinta, ouero in Terza sopra quella del Basso, secondo che tornerà più commodo; come in questo essempio si dimostra.

Modo, che s'ha da tenere nel comporre à quattro voci. Cap. XVIII.

Franch. lib. 3. cap. 11. M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 58. Pietro Aron. nel Toscanel. libr. 2. cap. 21. QVando la parte del Soprano, ouero Canto serà Vnisono con quella del Tenore, & il Basso serà terza sotto 'l detto Tenore, si porrà l'Alto in vna Quinta, ouero in vna sesta sopra detto Basso; & se quella del Basso farà la Quinta sotto 'l Tenore, l'Alto si porrà in Terza, ò in Decima sopra 'l detto Basso. Et se la parte del Basso serà in vna Sesta sotto quella del Tenore, l'Alto potrà essere per vna Terza, ò vero per vna Decima sopra il det-to Basso. Ma se la parte del Basso serà per vna Ottaua sotto quella del Tenore, l'altre parti potranno essere per vna terza, per vna Quinta, per vna Sesta, per vna Decima, ouero per vna Duodecima sopra il detto Basso; Il quale se serà in vna Decima sotto 'l Tenore, l'Alto si potrà porre in vna Quinta, ò in vna Decima sopra il detto Basso; il quale se sarà disteso sotto 'l Tenore per vna Duodecima; allhora l'Alto si potrà porre in vna Terza, ò in vna Deci-ma sotto il detto Basso. Similmente quando la parte del Basso serà sotto quella del Tenore in vna Quintadecima, l'Alto si potrà porre in Terza, in Quinta, in Sesta, in Decima, in Duodecima, ouero in Terza decima sopra quella del Basso.

Della Terza a quatro Voci.

Et se la parte del Soprano serà in Terza con quella del Tenore, & il Basso serà Terza sotto 'l detto Tenore, l'Alto si potrà porre in ottaua, ouero in Decima sopra il Basso. Et se 'l Basso serà vn'Ottaua sotto 'l Tenore, si porrà l'Alto in Terza, ò in vna Quinta di sopra al Basso. Et se 'l Basso serà in vna Decima sotto 'l Tenore, si potrà porre l'Alto in Terza, in Quinta, ò in ot-taua sopra il detto Basso. page 41

Della Quarta.

Se la parte del Canto serà in vna Quarta con quella del Tenore, si porrà il Basso in Quinta sotto 'l Tenore, & l'Alto in Terza, ò in Decima sopra 'l Bas-so. Et se 'l Basso serà in vna Terza sotto 'l Tenore, si porrà l'Alto in vna Terza sotto il detto Basso: perche la Quarta, è Consonanza poco grata senza la Quinta di sotto.

Della Quinta.

Se la parte del Tenore serà vna Quinta sotto quella del Soprano, il Basso si porrà in Terza sopra 'l Tenore, & l'Alto vna Sesta, ò vna ottaua sopra il Basso, & se 'l Basso serà disteso per vna ottaua sotto 'l Tenore, l'Alto si porrà in Terza, in Quinta, ò in Decima sopra il Basso.

Della Sesta.

Se la parte del Tenore serà vna Sesta sotto 'l Canto, si porrà 'l Basso vna Quinta sotto 'l Tenore, & l'Alto in Terza, ò in Duodecima sopra il detto Basso; Il quale se serà vna Terza sopra 'l Tenore, si porrà l'Alto in Quinta sotto il Basso, ò in Sesta superiore al Basso, il quale se serà vna Terza sotto 'l Teno-re, l'Alto si porrà in Quinta sopra il Basso.

Dell'Ottaua.

Se la parte del Tenore serà vn'ottaua sotto quella del Canto, si porrà 'l Basso vna Quinta sotto 'l Tenore, & l'Alto in Ottaua, ò in Terza, ouero in Decima sopra il Basso, il quale se serà vna Terza sopra 'l Tenore, l'Alto si por-rà, ò in Quinta sotto, ò in Terza sopra detto Basso. Così se 'l Basso serà vna Quinta sopra 'l Tenore, l'Alto si porrà vna di sotto, ò vero vna Sesta sopra il detto Basso. Et se la parte del Basso serà Vnisono con quella del Tenore, l'Alto si porrà vna Terza sotto, ò sopra le dette parti, se bene la Quinta, ò la De-cima, ouero la Duodecima sopra il detto Basso faranno migliore, & più grata harmonia.

Della Decima.

Se la parte del Tenore serà vna Decima sotto quella Del Canto, si porrà il Basso vna Terza sotto 'l Tenore, & l'Alto in Quinta, ò in Ottaua, ò anco in vna Decima sopra il Basso; il quale se serà vna Terza sopra 'l Tenore, l'Alto si porrà in Quinta sotto 'l Basso, ò in Quinta, ò anco in Sesta sopra 'l Tenore, Et se 'l Basso serà vna ottaua sopra 'l Tenore, l'Alto si porrà vna Quarta ò vna Sesta, ouero vna Decima sotto 'l detto Basso.

Dell'Vndecima.

Et se 'l Tenore serà vna Vndecima sotto 'l Canto, si porrà la parte del Bas-so vna Quinta sotto 'l Tenore, & l'Alto in Ottaua sopra il Basso, ouero in Decima, ò in Duodecima, ò anco in Terza sotto 'l Tenore. Et se 'l Basso serà Terza sotto 'l Tenore, si potrà porre l'Alto in Sesta, ò in ottaua, ò vero in Decima sopra il Basso, secondo che far à bisogno, non hauendo luogo più commodo. page 42

Della Duodecima.

Et se la parte del Tenore sera vna Duodecima con quella del Canto, si porrà il Basso vna Quinta sopra 'l Tenore, & l'Alto vna Quarta, ò vna Sesta so-pra 'l Basso, & anco vna Terza sotto il detto Basso. Così quando 'l Basso serà vna ottaua sopra 'l Tenore, sì porrà l'Alto in Quarta, ò in Sesta sotto 'l Bas-so, ò anco in Terza sopra il detto Basso. & se 'l Basso serà vna Terza sopra 'l Tenore, si porrà l'Alto vna Terza, ò vna Sesta, ouero vna ottaua sopra il detto Basso. Ma, perche poche, ò rare volte auiene, che queste due parti siano l'vna dall'altra lontane per cosi lunghi Interualli, quali nè anco sono mol-to grati all'vdito, & massimamente, che il piu delle volte si vengono a con-fondere, & cauare le parti de i loro veri, & naturali termini la qual cosa è poco lodeuole: però non si procederà più oltre a quelli piu lontani, come sono la Terzadecima, & la Quintadecima: conciosia che da questi di sopra mostrati non sia per esser difficile il ritrouare le Consonanze, con le quali si deueno accompagnare ancora tutte l'altre.

Modo di comporre à più di quattro Voci. Cap. XIX.

M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 66. Pietro Aron. lib. 3. cap. 9. D. Nicola Vicentino libr. 4. cap. 28.LA differenza, che si troua tra le Compositioni di quattro, di cinque, di sei, & di più voci, è questa; che le parole non si possono così fare intendere insieme, come in quelle di quattro voci: perche in quelle di cin-que, di sei, & di più voci nasceranno alcune incommodità, per le quali o con-uerrà fare pausare qualche parte, ò nascondere delle voci per le parti, & far le vnisone, ouero ottaue hora con vna parte, & hora con l'altra. Nella qual cosa bisognerà vsare grandissima diligenza, & particolarmente nel distribuire gli vnisoni, & le Ottaue: acciò non si facessero due vnisoni, ò due ottaue insieme ascendenti, o discendenti, & si venisse à contrafare alle Regole da-te di sopra, dalle quali mai non ser[unclear: à] lecito partirsi in modo alcuno, & siano le Compositioni di quante voci si voglino. Et quando la compositione serà di più di sei voci, si potr[unclear: à] fare, che le parti di mezo vadano di Quarta in Quinta, & molti altri passaggi, come si dirà, quando si ragionerà del mo-do, che si dee tenere nello accommodare le parti della compositione, & nella descrittione, che si farà di tutti i salti buoni, & cattiui, che s'hanno da fa-re, ò schiuare nelle compositioni. Et quando si vorrà comporre a due Chori, si terrà questo modo, cioè, che, quando il primo Choro haurà finito la conclusione delle parole, & che vorrà entrare il Secondo; si far[unclear: à], che 'l Secon-do pigli le voci per vnisono, ò per Ottaua con tutte le parti sopra la metà dell'vltima Nota dell'antedetto Choro, cioè il Tenore del Secondo Choro piglierà l'vnisono con l'altro Tenore, & il simile farà l'Alto con quello del primo Choro, & così in somma tutte l'altre parti, & siano quante si vogli-no. Et quando vn Choro non piglier[unclear: à] la voce dall'altro Choro, ò per vnisono, ò per ottaua, non solo non sera buono da sentire, ma anco al pigliare page 43 delle voci serà molto scommodo, & fallace. Si potrà ancora, per mostrare varietà, fare, che 'l Secondo Choro sia à voce mutata, & il Primo, & il Terzo ancora volendosi comporre à tre Chori, siano à voci puerili. Et quando si vorrà fare, che tutti i due, ò tre Chori cantino vnitamente tutti in vn medesi-mo tempo, si farà, che i Bassi di tutti due, ò tre Chori s'accordino insieme, nè si metterà mai vn Basso con l'altro in vna Quinta di sotto, quando tutti à vn tratto canteranno; perche l'altro Choro hauerà la Quarta di sopra, & discenderà con tutte le sue parti, perche quelli non sentiranno la Quinta sotto, s'il Choro serà niente lontano dall'altro. Et volendosi fare accorda-re tutti i Bassi, s'accorderanno sempre in vnisono, ò in Ottaua; & qualche volta in Terza maggiore, nella quale non si riposerà più d'vn tempo d'vna Minima, perche detta Terza maggiore serà debile à sostentare tante voci, & così le parti non discorderanno, & i Chori potranno cantare ancora separatamente l'vno dall'altro, che accorderanno benissimo, se bene le parti seranno lontane. Ma nelle Compositioni de i dialoghi, ne i quali le parti cante-ranno in circulo, si potranno ne i Bassi comporre delle Quinte, facendosi pero stare i Bassi l'vno appresso all'altro, per rispetto, che l'vno de i detti Bassi haurà la Quarta di sopra all'altro, per lo che essendo lontani discorderebbono; nella qual sorte di Compositioni circa 'l pigliare delle voci, si terrà l'or-dine sopradetto.

Modo, che si dee tenere nello accommodare le parti della Composi-tione. Cap. XX.

SOpratutto s'auertirà, che le parti della Compositione siano talmenteFranch. prat. libr. 3. ca. 15. accommodate, che l'vna dia luogo all'altra, & siano facili da cantare, & habbino bello, regolato, & elegante procedere, ne siano molto estreme, nè l'vna s'allontani dall'altra con salti, & mouimenti separati, si come, quan-do l'vna procedesse per vn salto d'ottaua, & l'altra di Quinta, ò di Quarta, ò per altri simili mouimenti posti di sopra nella settima regola: perche i mouimenti, come s'è detto, quanto più seranno vniti, tanto più seranno cantabili, & naturali, & faranno la compositione maggiormente grata, dolce, sono-ra, harmoniosa, & piena d'ogni buona melodia. Et perche le quattro parti, da i Musici chiamati elementali, sono messe nella Musica à guisa de i quat-tro elementi, tra i quali si come la Terra tiene l'infimo luogo, così la parte più graue chiamata Basso occupa il luogo più graue della Cantilena, sopraM. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 3. capit. 58. la quale, si come immediatamente segue l'Acqua, così nell'ordine delle par-ti procedendo alquanto più in suso verso l'acuto hanno accommodato quella, che chiamano Tenore. Et si come tra li detti elementi sopra l'Acqua immediatamente segue l'Aria, così simigliantemente i Musici hanno accom-modato la Terza parte elementale, la quale dimandano Contratenore, con-tralto, ò Alto nel terzo luogo. Et si come tra gli Elementi nel supremo luo- page 44 go segue immediatamente il fuoco, così medesimamente i Musici hanno accommodato nella parte suprema quella parte, che si dimanda Canto, oue-ro soprano. Et si come è inconueniente, che la Terra, ò l'Aqua stia sopra 'l Fuoco, & il fuoco sotto la Terra, ò sotto l'Aqua; così simigliantemente nel-la Musica serà grandissimo inconueniente, quando le parti si confonderan-no, & che l'acuta serà messa sotto la graue, & così la graue per lo contrario sopra l'acuta: però allhora le parti renderanno buona, & diletteuole har-M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 3. cap. 46.monia, & seranno bene, & regolatamente accommodate, quando si farà, che ciascuna habbia il luogo suo secondo la simiglianza di questi quattro elementi, da i quali sono chiamate parti elementali, come di sopra.

Del Basso.

M. Gios. Zarl. lib. 3. cap. 58.La parte del Basso allhora serà bene ordinata, quando non serà molto diminuita, ma procedendo con figure di alquanto valore serà ordinata di maniera, che faccia buoni effetti, nè sia difficile da cantarsi.

Del Tenore.

Pietro Ca-nuntio lib. 1. cap. 13. Tenor est cuiusque cantus compositi fundamentum relationis &c.Il Tenore, il quale è cosi detto, perche è quella parte, che regge, & gouerna tutta la Compositione, & mantiene col suo procedere il Modo, sopra cui è fondata; si dee comporre con belli, & eleganti mouimenti, hauendo grande auertenza, che nelle Cadenze, & nell'altre cose osserui la natura di quel Modo, ò Tuono, di che serà la detta compositione.

Dell'Alto.

L'Alto allhora serà bene ordinato, quando serà ben composto, & ornato di belli, & eleganti passaggi, co' quali darà grandissimo ornamento, & va-ghezza alla Compositione.

Del Canto.

Il Canto, si come è più acuto, & penetratiuo d'ogni altra parte, quanto haurà bello, ornato, & elegante procedere, tanto maggiore serà il diletto, ch'apporterà alle orecchie di quelli, che l'ascoltano.

Descrittione di alcuni salti, che sono buoni, di alcuni cattiui, & d'alcuni altri dubbij. Cap. XXI.

ET perche alcuna volta occorrerà fare in vna Compositione di due vo-ci alcuni salti con gradi, che seranno buoni, & con alcuni cattiui, & dubbij; & quelli, che seranno cattiui à due Voci, & à tre, seranno buo- page 45 ni à quattro, à cinque, à sei, à sette, à otto, à noue, & à più voci: però, acciò di tutti si possa hauer cognitione à pieno, & sapere quelli, che sono buoni, & quelli, che sono cattiui, se ne daranno alcuni essempi, i quali seranno molto vtili; & prima.

Dell'Vnisono ad altri gradi.

Si può anco andare dalla Terza all'vnisono nel modo, che nella setti-ma Regola s'è detto, & quì si dimostra; i quali salti, & gradi sono buoni in ogni sorte di Compositioni di quante voci si voglino, come in questo es-sempio.
Sono alcuni altri gradi, & salti naturali, & accidentali, co' i quali si va alD. Nicola Vicentino libr. lib. 2. cap. 3.l'Vnisono, che sono buoni, & alcuni altri ancora dubiosi, de i quali tuttiquelli, che non sono buoni, s'intenderanno cattiui in sino à sei Voci, ma da seivoci in sù saranno buoni: pure che siano posti nelle parti di mezo, & non nelle parti estreme, cioè nel Canto, & nel Basso à vicenda: perche queste dueparti per la loro estremità sono troppo scoperte. Et à quante più voci serà laCompositione, tanto meglio per la moltitudine delle parti si salueranno: per laquale, come ben dice M. Pietro Aron Musico Fiorentino, non si possono osserua Pietro Aron. libr. 3. Istit. hat [sic: har]. cap. 9. re tutti quei legami, che alla Compositione si ricercano; li quali gradi tutti si page 46 metteranno ne i sottoposti essempi co i numeri delle voci, à quante seran-no buoni.
Nè anco serà lecito fare due vnisoni tramezati da vna Secunda; ò da vna Pausa di Minime per le ragioni dette di sopra nella terza Regola, come in questo essempio; Ma quando seranno tramezate da vna pausa di Semibre-Franch. prat. lib. 3. cap. 12. Quia pausa semibreuis integram tem-poris mensuram obseruat &c.ue staranno bene per la ragione, che n'adduce l'Eccellentissimo M. Franchino, come ne i sottoposti essempi si dimostra.
Nè meno serà lecito nelle compositioni di due voci porre tra due Quinte la Quarta, nè tra due Ottaue la Settima, ò la Nona, ò vna Pausa di Mini-ma, come nel presente essempio. page 47
Serà ancora poco lodeuole il fare che in vna Compositione l'vna, & l'al-tra parte ascendano, ò discendano insieme per mouimenti di Quinta, pro-cedendo l'vna con quattro semiminime, & l'altra per Semibreue senza di-minutione alcuna, come in questo essempio.
Perche, si come dice l'Eccellentissimo Signor Zarlino, non hanno gratiaM. Gios. Zarl. Istit. har. li. 3. capit. 47. alcuna, & si viene à contrafare alla Regola, che dispone che le parti proce-dano con mouimenti contrarij, & à quell'altra ancora, che vuole, che, quan-do le parti insieme ascendono, o discendono, l'vna di esse si moua per moui-mento congiunto; il che deurebbono fare quelle parti, che contengono le Semibreui, le quali così ordinate, non fanno tale effetto, come nel sopradetto essempio si vede. Nè si farà ancora, che nella Compositione, dopò l'Ot-taua posta sopra vna figura di Semibreue, che discenda, & habbia sotto di se vna Minima, seguano immediatamente due semiminime; ò in luogo del-le semiminime la Minima col punto; come in questo essempio.
Le quali, se bene non si può dire, che in apparenza siano due Ottaue l'vna page 48 dopò l'altra, conciosia che si troui tra loro posta la Sesta, ò la Decima: nien-tedimeno fra vna ottaua, & l'altra non si sente varietà alcuna, oltre l'altre ragioni, che si potrebbono addurre. Infiniti altri salti si trouano oltre li so-pradetti, che con molta diligenza sono stati messi sparsamente insieme da alcuni Eccellenti Musici, & particolarmente dal R. M. Don Nicola Vicenti-no, de i quali la maggior parte si metteranno ne i sottoposti essempi, che se-ranno molto vtilità, chi desidererà fare le Compositioni à due, a tre, à quat-tro, à cinque, à sei, à sette, à otto, & à più Voci.

Essempi di varij salti, & gradi insieme ascendenti, & discendenti

Essempio primo. Di salti, & gradi

Salti & gradi

Gradi, & salti.

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Essempi di due parti, che insieme saltano.

Essempio di due parti, che insieme saltano.





page 50

Modo da fare, che tutti li salti cattiui, che uanno all'Vnisono diuentino buoni. Cap. XXII.

DOpò la sopradetta descrittione de i gradi, & salti buoni, & cattiui, se-rà molto vtile il sapere in che modo il Compositore possa fare, che tutti i cattiui, che vanno all'Vnisono, come li soprascritti, quali sono nel presente essempio, diuentino buoni. I quali si faranno buoni ogni volta, che vna parte salterà sopra la seconda parte della Battuta co 'l mezo d'vna Pausa di Minima, ouero d'vn Punto nel modo, che in questo essempio si dimostra.

De i termini delle parti nelle compositioni. Cap. XXIII.

M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. cap. 31.NElle compositioni di quattro, di cinque, di sei, & di sette voci i termi-ni delle parti serranno questi; che 'l Tenore sopra 'l Basso potrà ascen-dere in sino a dodici, ò tredici voci, & co 'l Semituono verrà più com-Nic. Vicent. lib. 4. cap. 17.moda, che co 'l Tuono, & l'Alto potrà ascendere fino a quindeci voci in se-dici co 'l Semituono sopra il Basso; & l'estremo del Soprano co 'l Basso potrà essere insino a 19. & 20. voci co 'l Semituono; & nelle compositioni di otto, ò di più voci, per commodità delle parti potrà il Soprano ascendere sopra 'l Basso insino a 22. voci. Hauendo però consideratione sopra la imperfettio-ne delle voci de nostri tempi, essendo cosi penuria delle parti estreme, come de Bassi & Soprani. Imperoche se il Basso nelle estreme sue voci non farà corpo sonoro alla Musica, restarà languida la cantilena. Cosi parimente se il page 51 Canto ascenderà alle sue parti estreme con fatica, farà ingrato sentire. Sal-uo se tal Musica non fosse recitata con istromenti, che all'hora farebbe buono effetto.

Modo, che s'ha da tenere nel mettere le parole sotto le Note. Cap. XXIIII.

ET perche l'accommodare le figure cantabili alle parole, è di grandissiM. Gios. Zarl. Istit. har. li. 4. cap. 30.ma importanza; resta, che breuemente si dica in che modo si deuanoaccommodare, acciò non si sentano i periodi confusi, & altri incon-uenienti, che lungo sarebbe il raccontarli; mediante i quali il più delle vol-te auiene, che i Cantanti restano tanto confusi, che non sanno ritrouare il modo da poterle proferire. Però volendosi fuggire vn tal disordine, si farà, che sempre sotto la sillaba lunga, ò breue si ponga vna figura conueniente, cioè, che non faccia la lunga breue, & la breue lunga: eccettuandone però le Semiminime, & quelle, che di loro sono minori, le legate, & i punti, i quali se bene sono cantabili, nientedimeno non s'accommoda loro sillaba alcu-na, & nelle legate tanto nel canto figurato, quanto nel fermo non si accommoda loro più d'vna sillaba nel principio; & non solo si terrà quest'ordine quando si correrà con vna vocale sopra le Semiminime, ò sopra le Chrome, cioè, che non si proferisca mai la sillaba sopra la prima bianca dopò la nera subito, ma sopra la seconda bianca seguente, come in questi essempi.
Et quando occorrerà mettere la sillaba sopra la Semiminima, si potrà anco porre vn'altra sillaba sopra la Nota seguente. Dicono alcuni, & bene, che quando il Compositore vorrà fare vn salto d'Ottaua, non si dee nel salto di quelle due Note proferire vna sillaba della dittione nella Nota di sotto, & vn'altra sillaba nella Nota di sopra del salto: perche tale pronuncia non fa buono vdire. Fra vn salto di Quinta, per non esser tanto lontano serà man-co male, & molto più sopportabile.

Modo di riuedere le Compositioni, & emendarle da ogni sorte di errori. Cap. XXV.

HOra che s'è inteso il modo, che s'ha da tenere volendosi comporre à tre, à quattro, & à più voci; resta solo, che si vegga l'ordine, che s'ha da tenere volendo ciascuno da se stesso ritrouare ogni sorte d'errori, che page 52 per inauertenza fossero stati commessi nella Compositione, & vedere se in essa fussero due Quinte, due Ottaue, & altri simili falli. Però, dopò che si se-rà fatta la Compositione à quattro, à cinque, à sei, & à più voci, si piglierà la parte del Canto, & à Nota per Nota si raffronterà con tutte le parti, cioè, con l'Alto, con la Quinta parte, co 'l Tenore, con vno, ò più, che seranno, & co 'l Basso. Dipoi si piglierà quella dell'Alto, & si raffronterà similmente co 'l Tenore, con vno, ò più che saranno, & con la Quinta parte, & co 'l Basso nel medesimo modo, che si serà fatto quella del Soprano. Et il medesimo si farà del Tenore con gli altri Tenori, & col Basso à Nota per Nota: & così si ritro-ueranno tutti gli errori, che per inauertenza in essa fussero stati commessi, da i quali si potrà poi commodamente purgarla, & ridurla secondo l'osser-uanza delle sopradette Regole.
Il fine del Secondo Libro.
page 53
[Figure]

LIBRO TERZO DEL COMPENDIO DELL'ARTE DEL CONTRAPVNTO DEL R. M. ORATIO TIGRINI Canonico Aretino.

NEL QVALE SI RAGIONA DE I TVONI, & delle Cadenze.
[Figure]

Che la scienza della Musica nella cognitione della ragione è più chiara, & Illustre dell'atto, & dell'Opera. CAPITOLO PRIMO.

DIce Boetio, che ogni Arte, & ogni Disciplina fondata nellaBoet. libr. 1. cap. 34. Nicol. Burt. Parm. libr. 1. cap. 6. Franch. prat. lib. 1. cap. 1. & Pietro Aron. Istit. har. li. 2. cap. 2. Marchetto Pad. nel luci-dario in fine tractat. 15. ragione, è più degna dell'artificio, che dalle mani, & dal-l'opera dell'Artefice si essercita, & è ancora molto mag-giore, & più alto in vn'huomo l'intendere, & il sapere quel-lo, che fa, che il fare, & essercitare quello, che sa; Perche l'Artificio corporale serue come seruidore, & la ragione come padrona commanda; nè senz'essa la mano già mai puo far cosa buona. Tanto dunque la Scienza della Musica nella cognitio-ne della ragione è più chiara, & illustre dell'opera, & dell'atto solamente, quanto il corpo è superato dall'animo. Onde ne seguita, che la speculatio-ne della ragione non ha necessità alcuna dell'atto dell'operare; Ma l'opere delle mani, se non sono guidate dalla ragione, sono nulle. Et di già inuero, quanto sia la gloria, & il merito della ragione, intendere si può da questo, che molti Artefici (per dir così) corporali, non dalla disciplina, ma da essi istrumenti pigliarono il nome, come il Citaredo dalla citara, il Tibicine dalla Tibia, & molti altri da i loro istrumenti. Ma quello è veramente Musico, che misurata la ragione non con l'opera, ma speculando solamente possie-de la Scienza del cantare. La qual cosa si vede ancora nell'opere de gli edifi- page 54 cij, & della guerra, doue sono celebrati i nomi solamente de i Fondatori, & de i Trionfanti, per la ragione, & imperio de i quali furono tali cose & fon-date, & ordinate, & non di quelli, che con l'opra, & col seruitio le condusse-ro à fine. Sono dunque tre generi dell'Arte della Musica. Vno è quello, che consiste ne gli istrumenti: Il secondo circa la Poesia, & il terzo, che rende giu-dicio dell'vna, & dell'altra cosa. I Citaredi, & gli Organisti, & tutti coloro, che essercitano solamente gli istrumenti, perche sono lontani dal rendere ragione della Musica; però, come è stato detto, essi seruono, & di tutta la speculatione sono ignoranti. Il secondo genere della Musica è dato à quelli, che compongono versi: & perche tutto quello, che si referisce al verso, più tosto per istinto naturale, che per ragione, ò speculatione si fa: però i Poeti Fiorangelico lib. 2. cap. 14.ancora non denno esser chiamati Musici. Il terzo genere è quel solo, che di giudicare ha la Scienza. Questo tutto nella ragione, & speculatione essendo posto propriamente alla Musica si deputerà. Et se bene il volgo ignorante Agost. lib. 11. de Ciuita. Dei haec. Hec igitur dicta sine pro-pter insensati hominis arrogantiam, qui ausus in compendio confu-sionis sue prorumpere, quod doctrina Gregorii atque Guidonis &c Cice. epist. fa-miliari lib. 1. epist. vltima.non sapendo, che non è minor differenza tra 'l Musico, & il Cantore, che tra 'l Podestà, & il Banditore, chiama Musici anco li Cantori, tra i quali alcuni si ritrouano tanto presuntuosi, & arroganti, che se bene non sanno à pena conoscere le Note, non [sic: si] vergognano publicamente per le Chiese fare il Mae-stro di Capella, come già fece quello arrogantissimo Ispagnolo nella nostra Cattedrale Aretina al tempo di Guidone Monaco, & tanti altri al tempo di Paolo mio Maestro, & de gli altri, in sino al di d'hoggi, ne i quali tempi nella nostra Città è occorso quello, che scriue M. T. Cicerone à quel L. Valerio, che l'haueua pregato, che di gratia scriuendoli lo chiamasse Dottore, in tutto che fusse senza dottrina, cioè, vsare l'audacia in cambio della Sa-pienza: Non è però, che tra 'l Musico, & il Cantore non ci sia grandissima differenza; anzi tale, quale è tra la luce, & le tenebre: imperciò che il Cantore è quello, che nel canto essercita la voce sua secondo i precetti del Musico, & quelli viene à condurre con l'atto della voce, ouero del suono, & pronuncia le cantilene, che con ragione sono state fate, & composte prima dal Musico; Gui. Aret. lib. 3. cap. 1.onde il nostro dottissimo Guidone nel principio del Prologo del 3. lib. del suo Michrologo dice. Tra i Musici, & li Cantori si ritroua grandissima diffe-renza: perche i Musici sono veramente scienti, & sanno con ragione quelle et Aueroe di-ce. Tantum differt homo scieus ab ho-mine non sciente, quantum homo ab ho-mine picto. Fiorangel. c. 15. lib. 1.cose, che compongono nella Musica, & i Cantori sono, quelli che le cantano, & pronunciano con la voce: onde assimigliandoli alle Bestie sogiunge. Non, qui facit quod non sapit, deffinitur Bestia: perche si come le Bestie quello, che fanno, lo fanno senza ragione; così anco quei Cantori, che mossi da falsa ambitione, fomentati anco il più delle volte dalla malignità, & ignoranza di quel-li, che fanno poca stima della Virtù, sono veramente degni di essere assimi-gliati alle Bestie: perche se hauessero niente di giudicio, non solo non si lascerebbono precipitare in vn così graue errore, ma nè anco ardirebbero pure mai pensare simile sciochezza; & il tempo, & la spesa, che alle Chiese danno nel comprare gran copia di libri hora di questo, & hora di quell'altro Au- page 55 tore, i meschini la farebbono con il loro [gap — ] nel Maestro, che insegnasse loro i primi elementi della Musica. Io ho preso à scriuere dell'arte del Contrapunto, & non le vane historie di questi Musicastri, de i quali à me pare, ch'il no-stro Dottissimo Guidone habbia detto à bastanza; Ma dà che la materia mi sforza, & loro non si vergognano darne l'occasione, non mi vergognerò an-cor io a dire, & perdonimi la loro riuerenza, che mai li veggo per le nostre Chiese squadernare tanti libri, & alzare le braccia quanto più possano, ac-ciò si vegga, che loro sono i Maestri di Capella, che non mi venga riso, paren-domi vedere quell'Asino tanto bene descritto dal Signor Alciato, che porM. Andrea Alciat. emblem. 7.tando quel tabernacolo à dosso, al quale vedendo inginochiarsi il populo,& credendosi, che facesse riuerenza à lui, si fermaua, nè con lusinghe, nè conminaccie, ò col bastone si poteua far caminare più innanti. Anzi, che questitali, il più delle volte per mostrare d'hauer composto loro quelle cantilene,che fanno cantare à i Cantori assai più sicuri di loro, le trascriuono in cer-te loro carte, acciò porgendole à questo, & à quello, habbia causa chi vede di credere, che siano opere loro nuouamente dà loro composte: & così i paz-zi ignoranti, senza andar più innanti co 'l imparare, riuolti in oscurissime tenebre, circondati da ogni oscura nebbia, ò caligine, si fermano nella loro vana, & ambitiosa ignoranza; & sallo Iddio quanto sia grande, & spesso lo scan-dalo, ch'il più delle volte danno a gli vditori, poi che veramente interuiene loro quello di che quasi piangendo diceua il Dottissimo Guidone, cioè. EtGui. Aret. in Prologo li. 2. chi è quello, che non piangessse? perciò che è nella santa Chiesa di Dio vno errore tanto grande, & vna discordia tanto pericolosa, ch'il più delle volte quando si celebrano i diuini officij, non pare, che altrimente si lodi Iddio, ma che combattiamo tra di noi. Vno discorda con l'altro; il Discepulo non achorda co 'l Maestro, nè vno Discepulo è d'achordo con l'altro. Ma perche sarei degno di molto maggior biasimo, che non sono questi tali, se di loro io facessi altra mentione di quella, che fece Valerio Massimo di quello, che abVal. Mass. li. 8. cap. 15.brusciò il Tempio di Diana Ephesia per farsi di fama immortale, ritornan-do alla differenza, che si ritroua tra 'l Musico, & il Cantore, dico, che da questo si può molto bene conoscere, che quello pigliando il nome dalla Scienza della Musica vien detto Musico, & questo non dalla Scienza, ma dall'opera-re, come dal Comporre è detto Compositore, dal cantare è detto Cantore,Boet. lib. 1. c. 34. & libr. 3. cap. 10. M. Gios. Zarl. Istit. har. li. 1. capit. 11. Nota che o-gni Musico è cantore, ma il Cantore non e gia Musico. Nicol. Bur. Par. lib. 1. c. 6. & dal sonare Sonatore. Quello dunque è veramente Musico, cha facoltà se-condo la speculatione, & la ragione conueniente alla Musica di saper giudi-care i rithmi, i generi de i Canti, le permistioni, & i versi de i Poeti. Però chi desidera venir buon Musico, non creda, che quello sia veramente Musico, che più presto per certo istinto naturale, & vna certa prattica, che per altro sà mettere insieme quattro Consonanze senza ragione, ò fondamento alcuno, ma quello, che con ragione, & secondo le Regole, & il soggetto ricerca, ne dispone. Per il quale essendo tanto necessaria la cognitione de i Modi, ò Tuoni: però in questo nostro terzo discorso serà molto vtile il farne parti- page 56 colare, & piena mentione innanti, che si venga all'altre cose, come di sopra, delle quali breuemente si discorrerà nel quarto, & vltimo nostro ragiona-mento.

Modo, ò Tuono quello, che sia. Cap. II.

M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. c. 1. & nelle Dimostrat. har. nel Ra-gionamento 5. Defin. 11.PRima, che si ragioni de i Modi, ò Tuoni, che chiamare gli vogliamo, ac-ciò si proceda ordinatamente, & meglio si possa intendere quello, di che s'ha da trattare, è necessario vedere prima quello, che sia Modo, ò Tuono. Dicono dunque i Musici il Modo, ouero Tuono essere forma, ò qualità d'Harmonia, che si troua in vna delle sette specie della Diapason, modulata per quelle specie della Diapente, & della Diatessaron, che alla sua for-ma sono conueneuoli, i quali sono Dodici, & si diuidono in due parti, si co-me breuemente s'intenderà.

Che i Modi sono dodici, & sono diuisi in due parti, cioè Autentici, & Plagali. Cap. III.

M. Gios. Zarl. nelle Dimos. libr. 5. defin. xiiii. Tolomeo li. 2. c. 7. & c. 10. Boet. lib. 4. c. 14. & 15. Plinio nella Histo. natur. lib. 6. cap. 2. Quintili. lib. 1. della Musi-ca. Vedi il lib. 1. della Musica di Papa Gio-uanni c. 10. & Il Fiorang. li. 1. cap. 30. Franch. nella prat. nel 1. li. & nella The-oric. lib. Pietro Aron. nel Tosc. & nelle Ist. har. M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. & nelle Dimostr. harm. l[unclear: b] . 5. Defi. 14.HOra, perche l'intention mia è solo di ragionare con breuità, & facili-tà delle cose appartenenti all'Arte del Contrapunto, & fuggire tutte quelle, che generano più presto confusione, che Scienza, nè fanno à proposito alcuno à, chi vuole imparare tal'Arte: però douendosi trattare de i Modi, ò Tuoni, non starò à perdere niente di tempo nel raccontare, quanti, & quali fussero i Modi, ò Tuoni principali, ò collaterali de gli Antichi; nè quale appresso di Noi sia il Dorio, il Frigio, il Lidio, il Mistolidio, l'Eolio, l' Ionico, l'Iasto, ò il Locrico, ouero Locrense; & dica Platone, Plutarco, Lucia-no, il Polluce, Apuleio, Euclide, Tolomeo, Gaudentio, Aristide, Boetio, Cas-siodoro, Martiano, Atheneo, Plinio, Pindaro, & gli altri quello, che loro pa-re, che à Noi basta in somma hauere notitia delli dodici Modi, che da i Prat-tici hoggi sono messi in vso nelle compositioni de i nostri tempi, & siano poi stati li Modi antichi quali, & quanti si vogliano, perche questo non è di so-stanza alcuna à Noi il cercarlo. Et se pure alcuno Curioso vorrà saperlo, leggendo la prattica, & la Theorica dell'Eccellentissimo Franchino, il Tosca-nello di M. Don Pietro Aron Fiorentino, & le Istitutioni, & le Demostrationi harmoniche del nostro Signor Zarlino, potrà con sua commodità ha-uerne di tutti minutissimo ragguaglio, senza che Noi in cosa tanto inutile, & senza proposito alcuno andiamo consumando il tempo in vano. Venen-do dunque à i Modi da i Musici Moderni ritrouati, come di sopra; dico, che sono dodici, i quali si diuidono in due parti, cioè sei principali, ouero Au-tentichi, & sei collaterali, ouero plagali. I primi sono detti principali, come più nobili, & perche contengono in se l'harmonica medietà tra le due parti maggiori, che sono la Diapente, & la Diatessaron, l'vna posta nel graue, & page 57 l'altra nell'acuto; il che non si troua ne gli altri, come si dirà. Sono stati an-M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. cap. 12. & nelle Dim. har. Ragion. 5. nella Defi. 15. & 16. co chiamati Autentichi, o perche hanno maggior autorità de gli altri, ouero per essere aumentatiui, & hanno facoltà di ascendere più sopra il loro fi-ne di quello, che non fanno i collaterali, ò placali, che chiamare gli voglia-mo; Quali sono detti collaterali, dalli lati della Diapason, che sono, come si è detto di sopra, la Diapente, & la Diatessaron: perciò che pigliate le parti nominate, che nascono dalla diuisione de gli Autentichi, da quelle medesi-me poste al contrario, rimanendo la Diapente commune, & stabile, nasco-no i collaterali. Si chiamano anco plagali da questa parola Greca, cioè Pla-gon, che vuol dire lato; ouero da Plagios, che significa obliquo, ò ritorto, quasi obliqui, ritorti; o riuoltati: conciosia che procedano al contrario de i suoi Autentichi, i quali procedano dal graue all'acuto, & i plagali per lo contrario dall'acuto al graue. Li principali, ò Autentichi dunque sono questi sei, cioè il Primo, il Terzo, il Quinto, il Settimo, il Nono, & l'vndeci-mo. Li collaterali, ouero plagali sono poi, il Secondo, il Quarto, il Sesto, l'Ottauo, il Decimo, & il Duodecimo: i quali non solo seruono alla Musica solamente, ma nelli Canti fermi ancora, si come meglio si dirà al suo luogo. Furono i Modi da principio quattro solamente, cioè il Dorio, il Frigio, il Lidio, & il Missolidio, à i quali il nostro Guidone Monaco Aretino per torreGuid. Aret. nel Michrol. Franch. prat. lib. 1. cap. 7. Papa Gio. 20. nella sua Musica capit. 10. Fiorangeli li. 1. cap. 30. Franch. prat. lib. 1. cap. 8. Valerio Mas. lib. 2. capit. 1. via quella grandissima difficultà, che nasceua da cosi grande altezza, & bas-sezza di voci, n'aggiunse altri quattro, cioè al Dorio il Sottodorio, al Fri-gio il Sottofrigio, il Lidio il sottolidio, al Missolidio il sottomissolidio, i quali da i Musici si chiamano Primo, Secondo, Terzo, Quarto, Quinto, Sesto, Settimo, & Ottauo Tuono. Ma perche la natura de gli huomini è di ritrouar sempre cose nuoue, & d'aggiungerne alle ritrouate: sono stati vl-timamente da i nostri Moderni rittouati [sic: ritrouati], & aggiunti questi quattro vlti-mi, cioè il Nono, il Decimo, l'Vndecimo, & il Duodecimo, i quali se be-ne in verità non sono nuoui, si come da molti canti Ecclesiastici si può comprendere; tutta via non sono stati per prima ben conosciuti, ma erano chiamati Modi Irregolari, come meglio s'intendera, quando si ragione-rà di simil sorte di Modi. De i quali hauendone il nostro Signor Zarlino fatto due ordini, cioè vno nelle Istitutioni, & l'altro nelle Dimostrationi harmoniche; il quale se bene è taluolta più naturale, & fatto con ragione, nientedimeno seguendo quello delle Istitutioni, come più familiare, & più facile, si dirà breuemente, quali siano le loro chorde finali, & quanto si possa ascendere, ò discendere di sopra, & di sotto le dette chorde, pri-ma che si venga ad altro particolare della formatione, natura, & Cadenze di ciascuno. page 58

Delle chorde finali. Cap. IIII.

HAuendo ciascun Modo, ò Tuono la sua forma, ò qualità in vna delle specie della Diapason, modulata per quelle della Diapente, & della Diatessaron, come di sopra; & hauendo la detta Diapente la sua chorda grauissima commune tanto all'Autentico, quanto al Plagale; però da i Musici sono stati accompagnati insieme à due, à due, ponendo la Chorda D. commune al Primo, & al Secondo. La E. al Terzo, & al Quarto. La F. al Quinto, & al Sesto. La G. al Settimo, & all'Ottauo; la chorda a. al Nono, & al Decimo; & la C. all'Vndecimo, & al Duodecimo come nel presente essempio si dimostra
Nè si dee alcuno merauigliare, se dal Decimo, all'Vndecimo non si vada con ordine continuato: perciò che essendo composto ciascun Modo d'vna Diapente, & d'vna Diatessaron, le quali Consonanze non si trouano tra que-sti due termini . & f. & tra f. & . conseguentemente in tal Positione non può terminare Modo alcuno.

Delle Sei chorde Confinali. Cap. V.

March. Pad. Tratt. 11. c. 4. Possunt Toni ordinari in quolibet lo-co manus, ubi species, quae ipsos formant supe-rius, & infe-rius possunt proprie ordi-nari &cET, perche non sempre i sopradetti Modi, ò Tuoni finiscono nelle det-te chorde D. E. F. G. a. & c. nelle quali denno regolatamente finire; Però s'ha da sapere, che tutti i Modi si possono trasportare fuori delle loro chorde naturali in tutti quei luoghi, ne i quali si possono trouare le specie della loro Diapente, & della loro Diatessaron. In questo molti Pratti-ci si sono grandemente ingannati, i quali hanno constituito à gli otto Mo-di le dette corde confinali in questi quattro positioni, cioè a. . c. & d. ac-comodando la a al Primo, & al Secondo, la al Terzo, & al Quarto, la c. al Quinto, & al Sesto, la d. al Settimo, & all'Ottauo: non s'accorgendo, che se bene tra la detta a, & e. si ritroua la prima specie della Diapente, della qua-Contro Mar-ch. P.d. nel tratt. 11. c. 2. & 4. Franch. prat. lib. 1. c. 8. &le il Primo Modo, è composto: nientedimeno ascendendo da e insino ad a nell'acuto, non ci è altrimente la prima specie della Diatessaron, si come il Primo Modo ricerca, ma la seconda specie di detta Diatessaron la quale con-uiene al Terzo; Nè anco volendosi discendere dalla detta a ad E verso 'l gra-ue si ritroua la prima specie di detta Diatessaron appartenente al Secondo page 59 Modo. ma la seconda, la quale il Quarto Modo ricerca; Et similmente comeM. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. cap. 17. mai potranno terminare il Terzo, & il Quarto nella chorda b fa mi, della quale ascendendo in sino alla sua Ottaua, & discendedo insino ad F, graue, sono le specie del Quinto, & del Sesto; Et come potranno etiandio termina-re in c. il Quinto, & il Sesto, quando dalla detta chorda c. ascendendo all'al-tra c. & discendendo nel graue insino alla G. si ritrouano le specie del Settimo, & dell'Ottauo? Et finalmente, come potranno terminare nella chorda d. il Settimo, & l'Ottauo, se il settimo, hauendo ad ascenderre dalla detta chorda d. in sino a dd. sua ottaua; & hauendo similmente l'Ottauo à discen-dere dalla detta d. in sino ad A. ne i quali luoghi si ritrouano le specie del primo, & del Secondo? Laonde se alcuno dimandasse, per qual cagione il Pri-mo, & il Secondo Modo non habbiano la lor chorda finale in a; Il Terzo, & il Quarto in . Il Quinto, & il Sesto in c. Il settimo, & l'ottauo in d; AltroQuia ut in-qui. Bernard. Species sunt musicales e-pule, que Modos creant. Vide March. Pat. Tract. 11. ca. 3. in fine. non si risponderebbe se non, che per la sudetta ragione non possono i detti Modi terminare in queste chorde, essendo che in esse non si posso no troua-re le loro specie. Et da questo si può benissimo comprendere, che gli altri quattro Modi, cioè. Il Nono, il Decimo, l'Vndecimo, & il Duodecimo, non sono nuoui altramente, ò Irregolari, come alcuni si sono immaginati, ma naturali. Dunque le chorde confinali non sono veramente le sopradette a. . c. d. ma sono queste G. a. . & c. cioè nella G. col mezo del b. verranno à terminare il Primo, & il Secondo, nella a, Il Terzo, & il Quarto. nella b. il Quinto, & il Sesto, & nella c. il Settimo, & l'Ottauo. Et conseguentemente nella d. il Nono, & il Decimo, & nella f. l'Vndecimo, & il Duodecimo, co-me in questi essempi si vede.

Dei Modi. Perfetti, Imperfetti, Più che perfetti, Misti, & Commisti. Cap. VI.

HOra i sopradetti Modi sono molte volte da i Musici chiamati PerfetFranch. lib. 1. cap. 8. Nicol. Burt. Parm. libr. 1. cap. 23. Pietr. Canunt. c. 64. cap. 65. & 66.ti, Imperfetti, Piu che perfetti, Misti, & commisti. Perfetti chiamanoquelli, che non mancano di veruna specie della loro Diapente, & del-la loro Diatessaron: di modo che adempiano la loro Diapason. Imperfetti dimandano poi quelli, che mancano della loro perfettione, cioe, che non adempiono la loro Diapason, & mancano di qualche specie della Diapen-te, ò della Diatessaron. Più che perfetti, ouero superflui chiamano quelli, page 60 che eccedono la loro Diapason per due, ò più chorde. Misti chiamano poi quelli, che se bene arriuano alla loro perfettione, nondimeno passato il ter-mine loro discendono due, trè, ò quattro chorde sotto, & ne i termini del loro Plagale, & così per lo contrario, quando 'l Plagale eccede la sua Dia-pente per due, trè, ò quattro chorde nello acuto, & ne i termini del suo Autentico. Commisti finalmente chiamano quelli, che sono mescolati con altri Modi del medesimo genere, come è vno Autentico con vn'altro Autentico, & vn Plagale con vn'altro Plagale; Ancora che questa sorte di Modi, & de gl'Imperfetti particolarmente, & de i piu che perfetti, s'appar-tiene più à i Canti fermi, che alle Compositioni di Musica, delle quali in questo nostro discorso habbiamo tutta l'intention nostra di parlare: per-ciò che nelle Compositioni serebbe impossibile trouare vn Modo, che fus-se imperfetto, ò che non fusse Misto; Perche mentre la parte acuta ha il suo progresso per le specie dello Autentico, la graue all'incontro ancora ella procede, & discorre per i termini del suo Plagale. Verbi gratia, se 'l Tenore serà ne i termini del primo Modo, la parte graue per lo contrario starà ne i termini del Secondo, & il simile auerra sempre di tutti gli altri, come nel presente essempio si vede.
De i più che perfetti, & de i Commisti nelle Compositioni, & massima-mente nelle volgari se ne ritrouano infinite, & senza numero: vero è, che nelle Latine si osseruano molto più i Modi, & le Cadenze, che nelle volgari, nelle quali il più delle volte, non solo non si sente alcuna osseruanza del Modo, ma nè anco del genere, procedendo non solamente in vna delle parti, ma alle volte in tutte per discommodi; & disproportionati interualli, i qua-li non si denno però adoperare, se non con proposito, & quando la CantileM. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 80.na, & il Modo lo ricerca: conciosia che, come dice l'Eccellentissimo Signor Zarlino, l'adoperare qualunque cosa senza necessita, & senza proposito, è cosa veramente vana, & dinota poca prudenza: oltre che genera al proprio sentimento di tale oggetto grandissimo fastidio. page 61

De i Principij di tutti i Modi. Cap. VII.

DIcono alcuni Prattici, che 'l primo Modo ha cinque principij, cioè, inFranch. prat. lib. 1. cap. 8. Pietro Aron. Istit. har. libr. 2. cap. 34. & March. Pad. Tratt. 11. cap. De principiis primi Toni. Nicol. Burt. Parm. libr. 1. capit. 23. & Marg. filosof. lib. 5. cap. 11. C. in D. in F. in G. & in a. Et alcuni altri dicono hauerne sei, cioè in C. in D. in E. in F. in G. & in a. in C. come Gloriosae Virginis; In D. come l'Antifona, Cum autem sero. In E. come. Congregatae sunt gentes; In F. come, Iterum videbo vos; in G. come, Cum appropinquaret Domi-nus, & in a. Come, Exi citò in plateas, & molte altre cantilene ecclesiasti-che, le quali non starò à raccontare per non esser troppo lungo.
Dicono ancora, che 'l Secondo n'ha cinque, cioè in A. in C. in D. in E. & in F. In A. come, il Responsorio, Si bona suscepimus; in C. come, Similabo eum. In D. come, Vado ad Patrem. In E. come, Domine Deus Rex omni-potens; & In F. come, Credimus Christum.
Il Terzo similmente dicono hauere tre principij, cioè in E. in G. & in C. In E. come, l'Antifona Dum complerentur. In G. come, Salua nos Domi-ne. & in C. come, Domine mi Rex.
Dicono di poi il Quarto hauere cinque principij, cioè in C. in D. in E. in F. & in G. In C. come, Tulit ergo, in D. come, Inuebant patri eius. In E. co-ine, Prudentes Virgines. In F. come, In feruentis olei; & In G. come Stetit Angelus, nel lib. Monastico.
Il quinto, dicono, hauerne due solamente, vno, cioè in F. & l'altro in C. In F. come, l'Antifona, Sicut nouit me pater; & in C. come, Ego sum vitis vera.
Il sesto parimente dicono hauerne due altri, cioè vno in F. & l'altro in C. come il suo Autentico. In F. come, Gaudent in coelis: & in C. come nel Re-sponsorio, Decantabant populus Israel.
Il settimo poi, dicono, hauere cinque principij, cioè in G. in a. in . in c. & in d. In g. come, Prae timore autem; In a. come, Argentum, & aurum non est mihi; in . come, Tulerunt Dominum meum. In G. come, Mulier cum parit. & in d. come, Veni sponsa Christi.
Et l'ottauo vltimamente, dicono, hauerne cinque, cioè in D. in F. in G. in a; & in c. In D. come l'Introito, Spiritus domini repleuit orbem terrarum. In F. come, Tu es gloria mea; in G. come, Veni sponsa Christi. In a. come, Iste Sanctus; & in c. come, Erat autem aspectus eius sicut sol. Ma perche, se bene li Modi tanto nel canto fermo, quanto nella Musica figurata, quanto alla formatione delle specie, alle Cadenze, & alla terminatione ancora sono i medesimi: tuttauia, perche nella Musica, rispetto alla diuersità, & moltitudine delle parti, ci è quanto al procedere qualche differenza: però essendo il sup-posto nostro la Musica figurata, & non la piana; dico che non solo questi otM. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 8. to, ma tutti li dodici Modi hanno generalmente i loro veri, & naturaliprincipij nelle chorde estreme della loro Diapente, & della loro Diates-saron, & nella chorda mezana della loro Diapente, come ragionandosi page 62 della formatione, principij, cadenze, & natura di ciascun Modo, ò Tuono separatamente, & per ordine, meglio s'intenderà.

Della formatione, principij, Cadenze, & Natura del primo Modo. Cap. VIII.

Franch. prat. lib. 1. cap. 8. & in Theor. lib. 4. c. 2. & c. 4. Formatione. Principii. ADunqueue [sic: Adunque] il Primo Modo Autentico è composto della prima specie della Diapente, la quale si troua tra D. & a; & della prima della Dia-tessaron, che si troua tra a, & d, posta sopra la Diapente, come in questo essempio. Li principij veri, & natu-rali di que-sto, & di tutti gli altri, come di sopra, sono nelle chorde estreme della sua Diapente, cioè in D. & in a. & nella chorda estrema della Diatessaron cioè in d. & nella chorda meza-na della Diapente, cioè in F. se bene si trouano infinite compositioni, che hanno i loro principij sopra l'altre chorde ancora, come di sopra habbia-mo veduto anco ne i libri ecclesiastici. Basta in somma, che i veri, & naturali suoi principij sono questi, come in questo essempio si dimostra. Fine. Circa 'l suo fine s'è detto di sopra di tutti. Vn'altra sorte di fini mezani si osseruano non solo nelle com-positioni di Musica, ma ne i Canti ecclesiastici anco-ra, nel fine di ogni clausola, ò Periodo, & d'ogni per-fetta oratione, i quali li Musici chiamano Cadenze; che sono grandemen-te necessarij per la distintione delle parole, che generano il senso perfetto nella oratione; Delle quali, perche si ragionerà à pieno subito dopò i Modi; però basterà per hora sapere, che in tutti i Modi, ò Tuoni si trouano di due sorti Cadenze, cioè Regolari, & Irregolari. le Regolari sono quelle, che si fanno in tutte quelle chorde estreme della Diapente, & della Diaressaron, do-ue habbiamo detto essere li suoi veri, & naturali principij. Le Irregolari, le quali anco da i Musici sono chiamate peregrine, come al suo luogo si dirà, Natura.sono quelle, che si fanno nell'altre chorde. Questo Modo, ò Tuono è di na-tura parte mesta, & parte allegra; Perciò se le potranno accommodare be-nissimo quelle parole, che seranno piene di grauità, & trattano di cose sen-tentiose, & alte, acciò che l'Harmonia conuenga con la materia, che in esse si contiene. le sue Cadenze vere, & naturali sono in tutte quelle chorde, che di sopra si è detto, come nell'infrascritto esempio Cadenze vere, & naturali del primo Modo. page 63

Del Secondo Modo. Cap. IX.

IL Secondo Modo collaterale, ouero Plagale del primo si compone dellaFranch. prat. lib. 1. cap. 9. & in Theor. li. 1. ca. 6. & 11. Formatione. Principii. prima specie della Diapente a & D. posta nell'acuto, & della prima della Diatessaron D. & A. posta nel graue, come in questo essempio Questo ancora ha i suoi principij veri, & naturali ne gli estremi della sua Diapente, & della sua Diatessaron, & nella chorda mezana della Diapente, & ancora che si trouino delle cantilene tanto nella Musica figurata, quanto nella piana, le quali hanno il loro principio per l'altre chorde, co-me sopra si è mostrato; basta in effetto, che questi sono i suoi veri, & natura-li, come in questo essempio Nelle quali chorde ha le sueCadence. vere, & regolari cadenze; & tutte l'altre, che si trouano. in questo Modo fuori delle sopradette chor-de sono Irregolari, co-me di sopra si è detto nel primo Modo. Questo nella Musica rare uolte si troua nelle sue proprie chorde, ma il più delle volte si troua trasportato per vna Quarta col mezo del b. Et si come il Primo ha gran conuenienza col Nono, così questo l'ha col Decimo. Dicono alcuni, che questo Modo è di natura lagrimeuole, &Natura. Franch. prat. li. 3. cap. 15. M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. cap. 8. humile; & perciò è stato molto vsato da gli Ecclesiastici in cose meste, & la-grimeuoli, per essere molto atto à quelle parole, che rappresentano pianto, mestitia, calamità, & ogni sorte di miserie; & le sue Cadenze regolari sono queste infrascritte Cadenze Regolari del secondo Modo.

Del Terzo Modo. Cap. X.

IL terzo Modo Autentico si compone della seconda specie della DiapenFranch. prat. lib. 1. cap. 10. & in Theor. lib. 4. cap. 5. Formatione. Principii.te, la quale si troua tra E & . & della prima della Diatessaron, che si troua tra . & e. posta sopra la Diapente, come in questo presente essempio Sono i suoi principij veri, & naturali nelle chorde estre-me della sua Diapente, & della sua Diatessaron, & nella chorda mezana di detta Diapente; & se bene di questo Modo si trouano molte cantilene ecclesiastiche, & di Musica fuori di tali chorde, tuttauia questi sono i suoi veri, & naturali, come nel presente essempio. Nelle quai chorde ha le sue Cadenze regolaCadence.ri, si come s'è detto degli altri due sopradetti; &quelle, che in tal Modo si trouano fuori di queste chorde,sono Irregolari, come di so- page 64 pra. Hanno detto alcuni, che questo Modo è molto atto à commouere ad Natura.ira; la onde, dice il nostro Guido Aretino, che per tale rispetto gli Antichi Franch. prat. lib. 3. cap. 15. Nicol. Burt. Parm. libr. 2. cap. 5. M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. cap. 20.lo dipingeuano con colore rosso. Alcuni altri dicono, che la natura sua è di commouere al pianto: per lo che gli accommodarono quelle parole, che so-no lagrimeuoli, & piene di lamenti. Questo essendo mescolato col nono, ha la sua harmonia alquanto men dura. Sono dunque le sue vere, naturali, & Regolari Cadenze queste infrascritte. Cadenze regolari del Terzo Modo.

Del Quarto Modo. Cap. XI.

Franch. prat. li. 1. cap. 11. & in Theor. lib. 4. cap. 8. Nicol. Burt. Parm. l. 2. c. 5. Forma.IL Quarto Modo Plagale è composto della seconda specie della Diapente, che si troua tra . & E. & della seconda della Diatessaron posta nel gra-ue, cioè E. & . come in questo presente essempio si dimostra. Questo ha i suoi principij regolari nelle chorde . E. G. & . come in que-sto presente essempio Principii. Cadence.Appresso gli Ecclesiastici ha i suoi principij irregolari in altre chorde, come di sopra. In questi medesimi luoghi si trouano anco le sue Cadenze Regola-ri; & le Irregolari si trouano medesimamente nell'altre chorde, come si è Natura.detto. Dicono i Musici, che questo Modo s'accommoda grandemente à parole lamenteuoli, che contengono tristezza, ouero supplicheuole lamenta-tione, come sono, materie amorose, & quelle, che significano otio, quiete, M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. cap. 21.tranquillità, adulatione, fraude, & detrattione; la onde da molti è stato chiamato Modo adulatorio. Vero è, che questo è assai più mesto del Terzo suo Principale, & il più delle volte si trasporta per vna Diatessaron nello a-cuto col mezo dellà [sic: della] chorda b. in cambio della . Sono dunque le sue Ca-denze Regolari, come di sopra, nell'infrascritte chorde, come in questo es-sempio. Cadenze Regolari del Quarto Modo.> page 65

Del quinto Modo. Cap. XII.

IL Quinto Modo Autentico si compone della terza specie della Diapente,Franch. prat: lib. 1. c. 12. & c. 7. & lib. 3. c. 15. & nella Theor. lib. 4. cap. 5. M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 4. cap. 22. Formatione. Principii. Cadence. che si troua tra F. & C; & della terza, & vltima della Diatessaron C. & f. posta nella parte acuta; come in questo presente essempio. Li principij veri, & naturali di questo Modo sono nelle chorde F. a, c, & f. Et, se bene si ritrouano altri principij fuori di queste chorde ne i canti ecclesiastici, come di so-pra; tali principij non sono però naturali. Sono dunque li naturali suoi principij questi. Ha le sue Cadenze Regolari nel-le parti estreme della sua Diapente, & della Diates-saron, & nella chorda mezana di detta Diapente, cioè in quelle so-pradette chorde, nelle quali ha i suoi veri, & naturali principij, cioè in F. a. C. & f. Le irregolari poi si fanno nell'altre chorde. Questo Modo è di natura gioconda, modesta, allegra,Natura. & diletteuole: però gli Antichi gli accommodarono parole, & materie, che contenessero alcuna vittoria; onde lo dimandarono Modo giocondo, moM. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. c. 22.desto, & diletteuole. Le sue Cadenze regolari, come di sopra, sono nellechorde poste nell'infrascritto essempio, ouero nell'ottaua di sopra, che so-no le medesime: nè importa cosa alcuna se siano descritte nella parte acu-ta, ò nella graue. Cadenze Regolari del Quinto Modo.

Del sesto Modo. Cap. XIII.

IL Sesto Modo Plagale si forma della terza specie della Diapente, la qualeFranch. prat. lib. 1. cap. 13. et lib. 3. c. 15. & nella The-ori. lib. 4. c. 8. Forma. Principii. si troua tra C. & F. & della terza specie della Diatessaron, la quale si troua tra F. & C. posta nel graue, come nel presete [sic: presente] essempio. Questo Modo ha i suoi principij veri, & naturali in que-ste chorde, cioè C, a, F. & C. fuori delle quali se bene se ne trouassero nell'altre chorde, quelli non sono però naturali, o regolari, come questi. Nelle quali chorde ha similmente le sue Cadenze Regolari; nell'alCadenze. Natura. M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 4. cap. 23.tre poi si fanno le irregolari.Questo da i Mu-sici e dimandato Modo diuoto, & lagrimeuole à differenza del Secondo, quale è più tosto funebre, & calamitoso, che altro. Di questo si trouano molte Cantilene Ecclesiastiche graui, & deuote, & che contengono lagrime, le sue Cadenze Regolari dette di sopra sono que-ste poste nell'infrascritto essempio. page 66 Cadenze Regolari del Sesto Modo.>
Le medesime seranno nella parte acuta per vna Ottaua di sopra, come habbiamo detto: però diasi lo essempio nella parte graue, ò nell'acuta; in sostanza sono le medesime.

Del Settimo Modo. Cap. XIIII.

Franch. prat. lib. 1. cap. 14. & nella The-oric. li. 4. c. 9. M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. cap. 28. Formatione. Principii. Cadence. Natura.IL Settimo Modo Autentico si forma della quarta & vltima specie della Diapente, la quale principia da G, ascendendo insino à d; & della prima della Diatessaron di sopra, la quale si troua tra d. & g. come in questo es-sempio. Questo Mo-do ha i suoi principij veri, & naturali, & le sue Cadenze Regolari ne gli estremi della sua Diapente, & ne gli stremi [sic: estremi] della sua Diatessaron, & nella chor-da mezana della detta Diapente in queste chorde, cioè G. . d. & g. come in questo essempio A questo, secondo che dicono alcuni, conuengono parole, ò materie, che siano lasciue, o che trattino di lasciuia, le quali siano allegre, dette con modestia; & quelle, che significano minaccie, perturbationi, & ira. Le sue Cadenze Re-golari, come di sopra, sono l'infrascritte poste in questo essempio. Cadenze Regolari del Settimo Modo nella parte graue del Tenore.

Dell'Ottauo Modo Plagale. Cap. XV.

Franch. prat. li. 1. cap. 15. & in Theor. 4. cap. 9. M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 4. cap. 25. Formatione. Principii. L'Ottauo Modo Plagale si forma dalla quarta, & vltima specie della Diapente, la quale si ritroua tra d, & G, posta nell'acuto, & dalla pri-ma della Diatessaron, la quale si troua tra G, & D. posta nel graue, come nel presente essempio si dimostra Questo Modo ha i suoi principij Regolari nelle chorde d, . G, & D, nelle quali sono gli estremi della Diapen-te, & della Diatessaron, & la chorda mezana di detta Diapente, come in questo essempio: Et gli irregolari si trouano nell'altre chorde. Le sue Cadenze.Cadenze regolari si pongono nelle medesime chor-de, nelle quali il detto Modo ha i suoi principij, si co- page 67 me habbiamo detto de gli altri di sopra. Dicono i Prattici, che questo Mo-do è di natura soaue, & contiene in se vna certa naturale dolcezza, & soauiNaturatà, che con somma giocondita riempie gli animi de gli ascoltanti, & è al tut-to lontano dalla lasciuia, & da ogni vitio; onde l'hanno accompagnato con parole, ò materie mansuete, accostumate, & graui, le quali contengono cose profonde, speculatiue, & diuine, come sono quelle, che sono accommo-date da impetrar gratia da Dio: & però ne i libri Ecclesiastici si trouano di questo Modo infinite cantilene; le sue Cadenze Regolari, come di sopra, sono l'infrascritte. Cadenze Regolari dell'Ottauo Modo.

Del Nono Modo. Cap. XVI.

IL Nono Modo autentico si compone della prima specie della Diapente,M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 4. cap. 26. Formatione. quale si troua tra a, & e, & della seconda della Diatessaron, la quale si troua verso l'acuto tra e, & aa, come in questo essem-pio si dimostra. Questo Modo non è veramente nuouo, ma antichis-simo, se bene è stato gran tempo incognito, & pri-uo del suo propio nome, & chiamato Primo Modo Irregolare da tutti i Prattici poco accorti, che se bene tra le chorde a, & e si ritroua la prima specie della Diapente, non per questo si troua poi la prima della Diatessaron tra le chorde e, & aa. come di sopra si è detto ragionandosi delle chorde confinali: Questo Modo ha i suoi principij RegolariPrincipii. nelle chorde a. c. e. & aa, come in questo essempio. Nelle quali chorde ha anco le sue Cadenze Regolari.Cadence. come gli altri, & le irregolari si pongono poi nell'al-tre chorde. Questo Modo ha grandissima conformità col primo, per essereNatura. la prima specie della Diapente tra loro commune. Alcuni l'hanno chiama-to Modo aperto, & terso attissimo à i versi lirici, al quale s'accommodano benissimo quelle parole, che contengono materie allegre, dolci, soaui, & so-nore; Ha le sue Cadenze Regolari nelle chorde sopradette, come nell'infra-scritto essempio. Cadenze regolari del Nono Modo. page 68

Del Decimo Modo. Cap. XVII.

M. Gios. Zerl. Istit. har. lib. 4. c. xxvii. Formatione. principii.IL Decimo Modo Plagale si compone della prima specie della Diapente e, & a, & della seconda della Diatessaron a, & E. posta nel graue, come in questo essempio. Questo Modo ha i suoi principij regolari nelle chorde estreme della Diapente, & della Dia-tessaron, & nella chorda mezana del-la Diapente in queste chorde e, c, a, & E, come in questo essempio si di-Cadence.mostra; nellequali ha an-co le sue Cadenze regolari; l'irregolari si pongono nell'altre chorde nel modo, che si è detto de gli altri. Questo Modo, perche si serue della Diapente, che è commune al secon-do, & della Diatessaron, che serue anco al Quarto, si può dire, che anco Natura.egli partecipi della natura dell'vno, & dell'altro, & però gli si conuengono quelle parole, ò materie, che habbiamo detto di sopra conuenirsi all'vno, & all'altro Modo. Sono dunque le sue Cadenze regolari, nelle chorde po-ste nello infrascritto essempio. Cadenze Regolari del Decimo Modo.

Dell'Vndecimo Modo. Cap. XVIII.

M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 4. c. 28. Formatione.L'Vndecimo Modo Autentico si compone della Quarta specie della Diapente, la quale principia da C. insino à G. ouero da c, insino à gg. & della terza & vltima della Diatessaron, la quale incomincia da G. ouero g. ascendendo insino à C, ouero cc. come in questo essempio. principii.Questo ancora ha i suoi principij regolari nelle chor-de estreme della sua Diapente, & della Diatessaron, & nella chorda mezana; come in questo essempio. ha ancora le sue Cadenze regolari nelle medesime chor-Cadence. Natura.de; l'irregolari si trouano nell'altre chorde. Questo Modo per esser mol-to atto, & frequentato nelle danze, & ne i balli, l'hanno chiamato alcu-ni Modo lasciuo, & ha gran conformità col Terzo. Sono dunque le sue Ca-denze regolari le infrascritte. Cadenze Regolari dell'vndecimo Modo. page 69

Del Duodecimo Modo. Cap. XIX.

IL Duodecimo Modo Plagale si forma della quarta specie della DiapenM. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 4. c. 29. Formatione principii. te, la quale principia da G. ascendendo insino à C; & della terza della Dia-tessaron, la quale si troua tra C. & G. discendendo nel graue, come in questo presente essempio. Questo modo ha i suoi principij & Cadenze Re-golari nelle chorde estre-me della Diapente, & della Diatessaron, & nella mezana della Diapente,Cadence. cioè g. e. c. & G. come in questo essempio. Dicono alcuni, che à questo Modo conuengono parole amatorie, le quali conten-ghino cose lamenteuoli. Ne i Canti fermi pare veramente alquantonatura. mesto; tuttauia, come dice l'Ec-cellentissimo Signor Zarlino, ciascuno Compositore, che desidera fare al-cuna Cantilena, che sia allegra, non si sa partire da lui; & le sue Cadenze regolari, come di sopra, sono queste. Cadenze Regolari del Duodecimo Modo.

Epilogo de i termini di tutti i Dodici Modi per le chorde Regolari, & irregolari nella parte del Tenore. Cap. XX.

HOra da che è stata fatta particolar mentione della formatione, prin-cipij, Cadenze, & natura di ciascun Modo: acciò più facilmente si possa capire quello, che si è detto; serà molto vtile il dimostrare per ordine gli essempi de i termini di tutti, prima nelle chorde Regolari, & di poi nelle irregolari nella parte del Tenore, la quale, come disse il Dotto, & faceto Poeta Mantouano, è il regimento delle voci, & guida de i Tuoni;Poet: Merl. nella Macha. Tenor est uo-cum rector uel guida To-norum. Però incominciando dalle chorde Regolari, i termini di ciascuno sono gli infrascritti.

Termini de i Modi sopradetti nelle chorde regolari.

Termini de i Dodeci Modi per le chorde irregolari col mezo del b.

Nelle quali chorde ciascun Modo, come benissimo si vede, ha le sue specie cioè, quelle della Diapente, & quelle della Diatessaron, come nelle propie, & regolari; la onde con ragione si puo veramente dire, che le chorde confi-nali non siano a. . c. d. e. & g. tra le quali non si ritrouano dette specie, come s'è detto di sopra; ma, che siano queste G. a. b. c. d. & f. come benissimo i soprascritti essempi dimostrano.

Della Cadenza; quello che ella sia; di quante sorti; & in che modo s'habbia à usare nelle Compositioni. Cap. XXI.

ESsendosi già tante volte fatto mentione della Cadenza, tempo è horM. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 3. cap. 53. D. Nicola Vicent. libr. 3. cap. 24.mai, che si vegga quello, che ella sia; di quante sorti cadenze si ritroui-no, & come la si dee vsare nelle compositioni. Dicono dunque i Prat-tici, la Cadenza essere vn certo atto, che fanno le parti della cantilena, il qua-le dimostra, che vuole significare di far cadere il fine della conclusione del parlare, ò della cantilena: la onde è stata detta cadenza quasi, che cade, & conclude la oratione, ouero l'Harmonia. Et se bene la Cadenza nella Musi-ca è di grandissimo ornamento: tuttauia non per questo si dee vsare nelle compositioni, se non quando s'arriua alla clausola, ouero periodo della Prosa, ò del verso, in quella parte, che termina il membro di essa, ouero vna delle sue parti; & non come fanno alcuni Compositori, & sonatori ancora, che non considerando tal volta la cagione perche sia stata ritrouata; nel principio delle loro compositioni, & sonate incominciano à fare le caden-ze auanti, che à pena l'habbino incominciate: & quello che è peggio le fan-no il più delle volte fuori di quelle chorde, ch'il Modo, ò Tuono, sopra 'l quale è la compositione, ò la sonata, ricerca. Tanto dunque è la Cadenza nella Musica, quanto la virgula, & il Punto nella Oratione; Et si trouano di due sorti cadenze, cioè vna di quelle, che terminano per vnisono, & l'altra di quelle, che finiscono per ottaua. Se ne ritrouano anco dell'altre, che fi-niscono per la Quinta, alcune altre per Terza, & alcune per altre diuerse Consonanze, le quali non sono chiamate assolutamente Cadenze, ma Ca- page 72 denze imperfette; Tutte le quali secondo alcuni sono di tre sorti, cioè mag-giori, Minori, & Minime, come ne i sottoposti essempi. Cadenze Maggiori. Cadenze Minori. Cadenze Minime. Le quali Cadenze sono di due sorti, cioè semplici, & diminuite. Le sempli-ci sono quelle, che procedono per figure, ò Note simili senza dissonanza al-cuna, come in questi essempi. Cadenze semplici. Le diminuite sono poi quelle, che si fanno con diuerse figure, tra le quali si ritroua la sincopa, nella quale, nelle Cadenze terminate per l'Vnisono si ode la seconda, sopra la seconda parte, come ne i sotto posti essempi si dimostra. page 73 Le quali Cadenze si possono fare ancora in tutte l'altre chorde, secondo che 'l Tuono ricercherà, nel medesimo modo, che di sopra: pur che si osser-uino le sopradette Regole del Contrapunto, & particolarmente la Setti-ma, di andare dalla Consonanza imperfetta, alla imperfetta con la più vicina.

Delle Cadenze terminate per Ottaua. Cap. XXII.

LE Cadenze terminate per Ottaua vogliono essere in tal modo ordi-nate, che la prima, la seconda, & la terza Nota della parte acuta; & la prima, la seconda, & la terza della parte graue si mouino con moui-menti contrarij, & congiunti, l'vna parte con l'altra; & la seconda Nota della parte acuta sia distante per vna Sesta maggiore dalla seconda della parte graue. Si fanno ancora alcune volte le medesime Cadenze con moui-menti congiunti, & insieme discendenti nelle prime, & seconde Note del-l'vna, & dell'altra parte: & alcun'altre volte con mouimenti separati, il che non importa cosa alcuna, pur che le seconde Note siano poste l'vna dall'al-tra distanti per l'interuallo di Sesta maggiore, & l'vltime finischino in Ot-taua, come di sopra. Et perche queste ancora sono semplici, & Diminui-te; il medesimo si osseruerà come di sopra, cioè, che le semplici seranno tutte Consonanti, & le Diminuite hauranno la Sincopa, ouero il punto, & si odirà la Settima nella seconda parte, come ne i sottoposti essempi. page 74 Nelle Cadenze tanto semplici, quanto Diminuite si possono cambiare le parti: & fare che la parte graue faccia il medesimo passaggio, c'ha fatto l'a-cuta, & cosi per lo contrario; come in questi essempi si dimostra. Si pongono anco da i Prattici le Cadenze con il punto nella Semibreue in cambio della sincopa nel modo infrascritto, il quale non è però molto da vsarsi nelle compositioni, se bene è in vso: percioche, come benissimo dice l'Eccellentissimo Signor Zarlino, oltre che non si osserua tutto quello, che ricerca la Cadenza, ancora non sodisfà a pieno il sentimento; come in questi essempi.

Della Cadenza terminata per Quinta, ò per Terza, ouero per altra Consonanza. Cap. XXIII.

SI trouano ancora alcune altre Cadenze terminate per Quinta, ò per Terza, ouero per altra Consonanza, le quali sono chiamate Cadenze impropriamente; & sono loro ancora di due sorti, cioè Semplici, & Di-minuite. Le semplici sono tutte consonanti, & contenute sotto le medesi-me figure, come di sopra. Et le Diminuite sono quelle, nelle quali si ode la Quarta nella seconda parte della Sincopa, & non altra Dissonanza, come ne i sottoscritti essempi. page 75 Cadenze Diminuite, terminate per Quinta, ouero per Terza, ò per altra Consonanza. Le quali non si deono vsare molto à dilungo nelle Compositioni di due Vo-ci: conciosia che l'ascendere, & il discendere per li soprascritti mouimenti, come dice il sudetto Signor Zarlino, è proprio della parte grauissima di al-cuna Compositione fatta à più voci, nella quale si vsano. Non si porran-no dunque molto spesso, & quando si vorranno porre, si metteranno nel mezo, & non nel fine della Compositione; è ben vero, che quando anco si ponessero nel principio, ò nel fine per qualche occasione di fuga, ò d'imi-tatione, non sarebbe molto grande inconueniente: pur che l'ultima Nota della Cantilena finisca in Consonanza perfetta osseruando il Tuono di che serà composta, & l'ottaua & vltima Regola del Contrapunto, come di sopra nel lib. 2. nel Cap. 8. è stato detto.

Delle Cadenze naturali, & accidentali, che fuggono la Conclusione. Cap. XXIIII.

OLtra le sopradette, si ritroua ancora vn'altra sorte di Cadenze, che fuggono la Conclusione, le quali sono assai megliori à tre, & à più, che à due voci; nelle quali si dee sempre auertire più che si può, che i salti siano in tal maniera composti, ch'il Cantore non possa fallare la lo-ro intonatione; Delle quali si daranno alcuni essempi, mediante i quali si potrà etiandio venire in cognitione dell'altre in qual si voglia altro luo-go, oue tornerà più commodo, & secondo che 'l Modo, ò Tuono ricer-cherà. page 76 page 77 Accidentali Queste Accidentali, à mio giudicio, sono alquanto difficili à pigliarsi: tut-tauia si sono messe tra l'altre, acciò douendosi à pieno ragionare delle Ca-denze, non ci restasse sorte alcuna di esse, senza farne mentione. Nel resto, perche in questo non conuengo molto con i Chromatisti, à i quali io lascio tutta la prattica delle sopradette Cadenze; in tutto, & per tutto mi rimet-to ad ogni meglior giudicio, & à quanto dottissimamente ne scriue l'Eccel-lentissimo Signor Zarlino. Ma in qual modo si possino per diuersi modiIstit. har. libr. 3. cap. 80. ordinare le Cadenze, perche sarebbe impossibile il darne l'essempio di tut-ti, si porranno questi altri pochi essempi, mediante i quali si potrà facil-mente comprendere il modo, che si hauerà da tenere nel ritrouarne del-l'altre. page 78

Che non si faccino le Cadenze tutte Consonanti sincopate, ò col punto, nè si ponga la Diapente superflua in luogo della uera. Cap. XXV.

SOuienmi ancora un'altra sorte di Cadenze tutte Consonanti, le quali sono in questa maniera ordinate, cioè, che essendo 'l Tenore vna Terza sopra il Basso per mouimento congiunto d'vn Tuono; & ritornando l'v-na, & l'altra parte à i suoi primi luoghi, la parte acuta fa la Cadenza distan-te dalla graue per vna Quinta verso l'acuto, come in questo essempio. La quale oltre all'essere pochissimo grata all'orecchie, sonandosi nello Istru-mento contiene in se tre Quinte: Però s'auertira molto bene di non fare di questa sorte Cadenze. Et perche la Cadenza senza la Dissonanza non ha gratia, ò leggiadria alcuna, come sono quelle, che sincopate, ò col punto procedono per le istesse figure in questo modo. 

Le quali Cadenze non s'vseranno in modo alcuno. S'auertirà ancora di non fare, che alcuna parte faccia la Cadenza, quando l'altre parti fussero in tal maniera ordinate, che qualunque altra delle più graui facesse la Quinta con la Nota mezana della Cadenza posta nello acuto, facendo il moui-mento congiunto del Semituono, quando tal figura si potrà segnare con la cifra chromatica: percioche proferendosi tal parte della Cadenza na-turalmente col Semituono, sarebbe cosa difficile, che 'l Cantore in tal ca-so potesse hauere riguardo di non la proferire in quel modo, che si profe-risce naturalmente; onde verrebbe à commettere errore, & à porre vna Distonanza in luogo della Consonanza, ponendo la Diapente superflua in luogo della vera, come in questo essempio. page 79 Nel quale le penultime Note del Tenore, & dell'Alto hanno tal Diapente superflua in cambio della Consonanza, come si ricerca alla Cadenza.

Delle Cadenze à tre, à Quattro, à cinque, & à sei uoci. Cap. XXVI.

ET perche, s'io non m'inganno, s'è detto à sufficienza delle Cadenze à due Voci: acciò più facilmente si possa scorgere il modo, che s'haurà da tenere nel farle à tre, à quattro, à cinque, & à sei Voci: in tutto che in molti, & quasi infiniti altri modi si possino fare, nondimeno si por-ranno alcuni essempi, da i quali serà cosa facilissima il sapere in vn subito il modo, che si dee tenere volendosi fare le dette Cadenze, mediante i quali essempi si potrà anco facilissimamente ritrouarne dell'altre.

Essempio delle Cadenze à tre Voci.

page 80 Cadenze à quattro uoci.

Essempi delle Cadenze à quattro Voci.

page 81
Et se bene le Cadenze a quatro voci sono poste solamente ne i sopra scritti luoghi; nondimeno si possono fare anco in qualunque altro luogo, oue tornerà più commodo, & il modo di che serà composta la cantilena ricer-cherà; il simigliante s'intenderà ancora dell'altre seguenti di cinque, & di sei voci, le quali si porranno ne i sottoposti essempi.
page 82

Cadenze à cinque in C. sol fa vt.

Cadenze à cinque in D. sol re.

page 83
Residuo delle Cadenze a cinque in C. sol fa vt.
Residuo delle Cadenze à cinque in D. sol re.
page 84

Cadenze à cinque in e la, mi.

Cadenze à cinque in F. fa vt.

page 85
Residuo delle Cadenze a cinque in e la, mi.
Residuo delle Cadenze a cinque in F fa, vt.
page 86

Cadenze à cinque in g. sol re vt.

Cadenze à cinque in a. la, mi, re.

page 87
Residuo delle cadenze a cinque in g. sol re vt.
Residuo delle Cadenze a cinque in a. la, mi, re.
page 88

Essempi delle Cadenze à sei voci.

page 89
Residuo delle Cadenze à sei uoci.
page 90

Cadenze à sei voci.

page 91
Residuo delle Cadenze à sei uoci.
page 92

Cadenze à sei voci.

page 93
Residuo delle Cadenze à sei voci.
page 94

Cadenze à sei voci.

Da quali essempi si può facilissimamente comprendere il Modo, che s'ha da tenere nel fare le Cadenze à Quattro à Cinque, & à Sei Voci in qual si voglia altro luogo, ò chorda, secondo, che il Modo del quale serà la Com-positione richiederà, come di sopra, & come più à pieno di sotto s'inten-derà. Hora in che Modo s'habbino à fare tutte le Cadenze, cioè tanto quelle, che sono descritte ne i sopra notati essempi, quanto tutte l'altre an-cora, si dirà breuemente nel seguente Capitolo. page 95

Che le Cadenze si faccino regolatamente, & secondo ch'il Modo, ouero Tuono ricerca. Cap. XXVII.

NOn serà però in arbitrio del Compositore il fare delle Cadenze: ma si faranno regolatamente, & secondo la forma, & natura di quel Mo-do, ò Tuono, di che serà la Compositione; imperciò che, si come i Modi sono di specie, & di natura tra loro differenti, così anco sono di Ca-denze, come di sopra si è detto. Pero in questo serà molto bene auertito il Compositore, cioè di dare principalmente à ciascuno le sue proprie, & naturali Cadenze. Et perche sogliono anco spesse fiate i Musici intromet-tere in vna Compositione fatta sotto vn Modo, alcune Cadenze d'vn'al-tro, le quali dimandano Peregrine; in queste dunque vserà grandissima diligenza: però che, si come essendo messe in vn'altro Modo discretamen-te producano al sentimento nostro buono, & gratioso effetto; così an-co per lo contrario messe senza giudicio, ò consideratione alcuna, ren-dono la Compositione pochissimo grata, anzi priua al tutto d'ogni gra-tia, & bontà. Onde per tal rispetto, acciò si tolga via ogni errore, che si potesse commettere nel comporre tale Cadenze, si sono dimostrate qua-li siano le proprie, & naturali di ciascun Modo, le quali essendo bene co-nosciute, serà à ciascuno più facile assai il farne dell'altre fuori delle pro-prie, & naturali chorde discretamente, & con giudicio, acciò la Compo-sitione sia più diletteuole, più gratiosa, & piu bella.

Modo di conoscere qual si uoglia Compositione di che Modo ella sia dalla Cadenza finale nella parte del Tenore. Cap. XXVIII.

NOn è dubbio alcuno, che chi hauera bene inteso quello, che di so-pra è stato detto intorno à i Modi, & alle Cadenze, saprà benissimo conoscere, & anco comporre la Musica sopra tutti i dodici Modi; Ma perche non è concesso così à tutti l'intendere egualmente, & à pieno capire quelle cose, che communemente da tutti si trouano scritte: però, acciò meglio si possino conoscere i Modi in ogni Compositione dalla parte del Tenore, si descriueranno tutte le Cadenze finali di detta parte nelle chorde regolari, mediante le quali sera facilissimo il conoscerli in vn subito sen-za fatica alcuna, come meglio ne i sottoposti essempi si dimostreranno tut-te per ordine. page 96

Modo di conoscere i Modi dalla parte del Basso per la Cadenza finale nelle corde regolari. Cap. XXIX.

ET perche la parte del Basso è la base, & fondamento di tutte l'altre, come, bene dimostrò il faceto Mantouano Poeta dicendo. Bassus alit voces, ingrassat, fundat, & auget. Essendosi dati gli essempi di tutte le Cadenze finali del Tenore per le chorde regolari: per maggiore intelli-genza si daranno anco gli essempi di tutte le finali della parte del Basso per le medesime chorde regolari: acciò mediante l'una, & l'altra di queste due Parti, ciascuno possa facilissimamente sapere, & conoscere in un subito ogni compositione di qual Modo, ò Tuono ella sia.

Modi di conoscere i Modi trasportati col mezo del b. dalla parte del Tenore. Cap. XXX.

ET perche, come è stato detto di sopra, i Modi si possono trasportare in tutti quei luoghi, doue si trouano la loro Diapente, & la Diatessaron, ne i quali il pi[unclear: ù] delle volte sono da i Musici trasportati; acciò siano fa-cilmente conosciuti fuori delle loro chorde finali, proprie, & regolari, si de-scriueranno le Cadenze finali di tutti così trasportati nella parte del Teno-re, dalla quale ciascuno potra conoscere ogni compositione di che Modo, ò Tuono ella sia: però tutte per ordine si metteranno come di sopra ne i sot-toposti essempi.

Modo di conoscere i Modi trasportati col mezo del b. nella parte del Basso. Cap. XXXI.

ET per dar fine à questo nostro terzo ragionamento circa i Modi, ò Tuoni, & loro Cadenze, intorno alle quali materie, a mio parere, s'è det-to à bastanza: hauendo dimostrato il modo, che s'ha da tenere a voler conoscere i Modi trasportati dalla parte del Tenore, è ragioneuole, che an-co il medesimo modo si dimostri nella parte del Basso, nella quale si mette-ranno tutte le Cadenze finali delli dodici Modi, come ne i sottoposti essem-pi, mediante i quali serà facilissimo il conoscere dalla detta parte ogni com-positione sotto qual si voglia Modo composta. 

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Delli Duodici Modi nuouamente posti in consideratione dall'Eccellentissimo M. Gioseffo Zarlino. Cap. XXXII.

SO benissimo che à quelli, che hanno cognitione de i Tuoni formati seM. Gios. Zarl. lib. delle Di-mostr. harm. Ragionamento 5. Defin. 8.condo la diuisione della Diapason, quale procede per le lettere Grego-riane, & Antiche A. . C. D. E. F. & g. & del nuouo ordine delli dodici nuouamente posti in consideratione dall'Eccellentissimo Signor Zarlino secondo la nuoua diuisione della Diapason dall'istesso fatta, & ritrouata secondo la natura del numero harmonico, & collocata tra le chorde C. D. E. F. G. a, & . secondo le Sillabe, & Voci del nostro Guido Monacho Are-tino, come di sopra; Et con perfetto giudicio considereranno l'interrotta varietà di quelli, & la grandissima commodità di questo bello, naturale, & continuato ordine Moderno, parerà forse vano, & superfluo il ragiona-mento da noi fatto di sopra intorno a tale materia: Ma chi molto bene considerera il fine, per il quale noi habbiamo ciò fatto, confesserà ingenuamente non essere stato errore alcuno l'hauere fatto mentione anco di quelli, si per essere tanto in vso, come dicemmo di sopra, come anco, accio ciascunolib. 1. c. 14. Intelligente hauendo innanti l'vno, & l'altro, possa meglio conoscere quanto questa nuoua Diuisione della Diapason, & questo nuouo, & bello Or-dine de' Tuoni siano più commodi, & più naturali de gli altri posti di so-pra. I quali, se bene, come dice l'istesso Signor Zarlino ad alcuni nella prilib. della Dimost. har. Ra-gionamento 5. defin. 8.ma vista paressono difficili: tuttauia l'vso, il commodo, & l'ordine così bel-lo. & continuato faciliteranno il tutto. Et si come insino à hora da buo-na parte de i Musici Moderni; in Francia, in Elemagna, in Spagna, & an-co nella nostra Italia sono stati riceuuti: così anco si può securamente spe-rare, che in breuissimo spatio di tempo siano per essere vniuersalmente ri-ceuuti & abbracciati. Per la cognitione de i quali sarà grandemente ne-cessaria la sopradetta nuoua diuisione della Diapasson, à questo particolare effetto da noi messa di sopra. Le specie della quale, si come non si possonolib. 1. cap. 14. modulare se non in dodici maniere: percioche in sei modi si troua harmo-nicamente diuisa: & in sei altri modi arithmeticamente: onde tutte queste maniere ascendono al numero di Dodici: così li Modi non sono, nè posso-no essere più, nè meno di dodici. Et acciò meglio s'intenda. All'hora si dilib. delle Di-most. har. Ra-gionamento 5. Def. 12. 13.ce la Diapason essere harmonicamente diuisa, quando da vna chorda me-zana è partita in vna Diapente, & in vna Diatessaron: dimaniera che la Dia-pente sia collocata nella parte graue di essa, & la Diatessaron nell'acuta. Così similmente allora si dice la Diapason essere arithmeticamente diuisa: quando per lo contrario da vna mezana chorda è in tale maniera partita, che nella parte graue di essa sia accommodata la Diatessaron, & nell'acuta la Diapente. Et perche se bene sette sono le sue specie: essendo che tra la settima specie, che si troua tra queste chorde . C. D. E. F. G. a. & . non page 100 cade alcuna chorda mezana, che harmonicamente la possa diuidere in due parti: così non vi cade modulatione alcuna di alcun Modo principale, ò autentico: così anco la quarta specie non riceuendo la diuisione arithme-tica, conciosia che non essendo tra F. & . la Diatessaron, nè tra . & f. la Diapente, non sarà anco la . mezana, la quale diuida arithmeticamente in due parti, non può caderui modulatione alcuna di alcun Modo non Principale, ouero Plagale. Di maniera che questi Tuoni Moderni sono ancora loro Dodici, come gli altri di sopra, & si diuidono loro ancora in due parti, cioè in Principali, ò Autentichi, & in Collaterali, ouero Plagali. Nella prima si pongono quelli, che sono contenuti nella Diapason harmo-nicamente diuisa, cioè li Principali, ò Autentichi, & nella seconda si pongo-no quelli, che sono contenuti nella Diapason arithmeticamente diuisa, Ragionamento 5. propo-sta 15.cioè li Collatterali, ouero Plagali. Le chorde finali delli sei Modi Principa-li sono communi con quelle de i suoi Collatterali [sic: Collaterali]; Et la vera chorda finale di ciascheduno, è la grauissima chorda della loro Diapente. Onde la C. è commune al Primo, & al Secondo. La D. al Terzo, & al Quarto. La E. al Quinto, & al Sesto. La F. al Settimo, & all'Ottauo. La G. al Nono, & al Decimo, & la chorda a, all'Vndecimo, & al Duodecimo: come in que-sto essempio. 

Ragionamento 5. propo-sta 25. lib. 3. cap. 30. Et si possono anco trasportare nell'acuto, ouero nel graue per vna Diapa-son, oueramente nell'acuto per vna Diatessaron, ò nel graue per vna Dia-pente nel modo che si è detto poco di sopra.
  • Il Primo Modo è quello, che è contenu-to tra la prima specie della Diapason har-monicamente diuisa, come in questo es-sempio. page 101
  • Il Secondo è quello, che si troua tra la quinta specie della Diapason arithme-ticamente diuisa; come in questo es-sempio.
  • Il Terzo è quello, che è contenuto tra la seconda specie della Diapason har-monicamente diuisa; come in questo essempio.
  • Il Quarto è quello, che si troua tra la sesta specie della Diapason arithmeti-camente diuisa; come nel presente es-sempio.
  • Il Quinto è quello, che è posto tra la terza specie della Diapason harmoni-camente diuisa; come in questo es-sempio.
  • Il Sesto è quello, che è collocato tra la settima specie della Diapason arith-meticamente diuisa; come in questo essempio.
  • Il Settimo è quello, che si troua tra la quarta specie della Diapason harmonicamente diuisa; come in questo es-sempio.
  • L'Ottauo è quello, che si troua tra la prima specie della Diapason arithme-ticamente diuisa; come in questo es-sempio.
  • Il Nono è quello, che si troua tra la quinta specie della Diapason harmo-nicamente diuisa; come in questo es-sempio.
  • Il Decimo è quello, che si troua tra la seconda specie della Diapason arithme-ticamente diuisa; come in questo es-sempio.
  • L'Vndecimo è quello, che si troua nel-la sesta specie della Diapason harmoni-camente diuisa; come in questo essempio.
  • Il Duodecimo è quello, che si troua nella terza specie della Diapason arithmeti-camente diuisa; come in questo essempio.
page 102 Di modo che appresso i Moderni il primo di questo nuouo ordine è l'Vn-decimo. Il Secondo è il Duodecimo. Il Terzo è il Primo. Il Quarto è il Secondo. Il Quinto è il Terzo. Il Sesto è il Quarto. Il Settimo è il Quin-to. L'Ottauo e il Sesto. Il Nono e il Settimo. Il Decimo è l'Ottauo. L'Vn-decimo è 'l Nono. Et il Duodecimo, è il Decimo appresso gli Antichi. Ho-ra quali siano i principij, le Cadenze, & Natura di ciascheduno di essi, si può facilmente sapere da quello, che è stato detto di sopra mentre si è fat-ta particolare mentione de i principij, Cadenze, & Natura di ciascheduno de i sopra mostrati Modi distintamente per ordine, il che essendo bastante intorno à tale materia: però si porrà fine à questo nostro terzo ragiona-mento.
Il fine del terzo libro.
page 103
[Figure]

LIBRO QVARTO DEL COMPENDIO DELL' ARTE DEL CONTRAPVNTO DEL R. M. ORATIO TIGRINI Canonico Aretino.

NEL QVALE SI TRATTA DELLE FVGHE, & di varie sorti di Contrapunti.
[Figure]

Che l'Arte del Contrapunto tanto è più bella, & di maggiore istima, quanto che è messa in uso più nobile. CAPITOLO PRIMO.

SE bene l'Arte del Contrapunto, come è stato detto diFranch. prat: lib. 3. cap. 1. & nella Theor. lib. 1. cap. 5. sopra, ha i suoi precetti finiti, communi, & limitati: nientedimeno, tanto è più bella; & di maggiore istima, quanto che è messa in vso piu nobile. Però essendosi fi-no à quì ragionato del Contrapunto, che semplicemente, & communemente si costuma, è tempo hor mai, che si venga ad alcune altre sorti di Contrapunti, che hoggi da i Musici più moderni, da i quali questa nobilissima Scienza è già stata ridotta à quel maggior colmo di perfettione, che sia possibile, si co-stumano. Non si creda però alcuno già mai d'hauersi punto à partire dal-le sopradette regole; Nè le serà di merauiglia alcuna, se di sopra sia stato detto, il Contrapunto essere solamente di due sorti, & hora si proponga vn ragionamento d'alcune altre sorti di Contrapunti: perciò che, se bene si ragionerà di varie sorti di Contrapunti, tale varietà serà in quanto all'v-so delle sopradette regole, in variati modi vsate, & non già perche siano va-rie, & diuerse le regole. Consisterà dunque (acciò meglio s'intenda) tale varieta solamente nell'vso, & dispositione delle Consonanze, & non nelle regole, dalle quali, come si è detto, mai serà lecito in modo alcuno allon- page 104 tanarsi; si come ciascuno da se medesimo potrà benissimo comprendere. Ma prima che si venga ad altra sorte di Contrapunti, si ragionerà delle Fu-ghe, Conseguenze, ouero Reditte, che dimandare le vogliamo, & delle Imi-tationi quello che siano, & in che modo si faccino, con quella maggior bre-uità, & facilità, che sia possibile.

Delle Fughe, Conseguenze, ouero Reditte, & prima delle Fughe legate. Cap. II.

M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 3. cap. 51. & Pietro Aron lib. 3. cap. 52. D. Nic. Vic. lib. 4. cap. 3. 2.FVga, Conseguenza, ouero Reditta è quella replica, che si fa di più Note nella Cantilena, ouero la replica di tutte fatta da vn'altra, ò più parti dopò alquanto tempo, procedendo per le medesime figure can-tabili, ouero per diuerse, & per i medesimi interualli di Tuoni, & di Semi-tuoni con altri simili, la quale non solo s'vsa ne i Contrapunti fatti sopra 'l canto fermo, ma ne i diminuiti ancora, ne i quali è molto maggiormente frequentata, conciosia che il Compositore sia più libero. La Fuga dun-que è di due sorti, cioè legata, & sciolta. Legata si dimanda quella, quan-do vna, ò più parti cantano le medesime Note, & spettano le medesime pau-se, che spetta la Guida, cioè la parte tanto graue, quanto acuta, la quale incomincia à cantare, & l'altre parti, che la seguitano si dimandano con-seguenti, & si scriue in vna parte sola, facendo, che l'altre la seguano dopò l'hauere aspettato per spatio di vna, di due, di tre, di quattro, & di più D. Nic. Vic. lib. 3. c. 51. in princ.Pause. Et se bene alcuni Moderni vogliono, che quattro pause siano trop-pe; Questo credo io, che habbino tal volta voluto intendere ne i Contra-punti di due Voci solamente: perciò che in quelli di più Voci non solo non seranno troppe quattro Pause, ma nè anco otto, nè dieci; Anzi se bene quelle Fughe, che si fanno meno distanti l'vna parte dall'altra, & che aspet-tano solamente nel Conseguente vna Pausa di Minima, ò di Semiminima, sono dal senso più facilmente comprese: nientedimeno, come dice l'Eccel-lentissimo Signor Zarlino, tale vicinità è causa, che non si può hor mai fare M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 52. in princip. vna Fuga, che non sia stata mille volte fatta. Queste sorte di Fughe legate si pongono l'vna con l'altra in conseguenza all'Vnisono, alla Quarta, alla Quinta, all'Ottaua, ouero ad altri interualli, incominciandosi tanto dalla parte graue, quanto dall'acuta, & si segnano, come di sopra, in vna parte so-la, & da alcuni (ancora che impropiamente) sono chiamati Canoni, ne i quali doue la parte del Conseguente ha da incominciare, si pone questa Ci-fra, & segno nella Guida [[mus.sigcon]] quale si dimanda presa: & douendo il Conse-guente incominciare nello acuto, si pone verso l'acuto, & douendo inco-minciare nel graue, si pone verso 'l graue; & doue s'ha da fermare si pone questo altro segno [[mus.ferm]] quale i Prattici chiamano coronata; Et quando si ha da replicare da capo, si fa quest'altro :||: quale dimandano Ripresa, Ritor-nello, ò Replica, come ne i sottoposti essempi si può vedere. page 105

Fuga legata all'Vnisono.

Delle Fughe sciolte. Cap. III.

SOno dunque le Fughe sciolte quelle, che procedono per vn certo nuM. Gios. Zarl. Istit. har. lib. lib. 3. c. 51.mero di figure, che si ritrouano nella parte della Guida, & l'altre figurepoi non sono sottoposte à tale legge, nè è obligato il Musico osseruaredi porre le medesime figure, ò Pause: ma se vna parte procederà per Semi-breui, si può fare, che l'altra proceda per Minime, ò per quali altre torne-ranno più commode, come ne i sottoposti essempi.
[Music example]
page 106

Fuga sciolta, la quale sempre procede per le medesime voci, con varie sorti di figure.

Ma perche questa sorte di fughe è molto frequentata, si verrà all'altre più ingegnose, & belle, fra le quali è quella, che si dimanda Fuga alla riuerscia, la quale procede per Arsim, & Tesim, cioe per eleuatione, & depositione: perciò che mentre vna parte ascende, l'altra discende per li medesimi inter-ualli ponendo sempre i Semituoni alla riuerscia, si come, mentre vna parte dirà Mi fa, l'altra per lo contrario dirà Fa mi. Queste ancora sono di due sorti, cioè legate, & sciolte, come l'altre di sopra. Nelle legate non solo procede il Conseguente per i medesimi interualli, & per mouimenti con-trarij, come di sopra: ma con le medesime figure ancora; & la Guida, tanto si pone nella parte graue, quanto nell'acuta, come ne i sottoposti essempi si vede 
page 107 Si potranno etiandio fare di questa sorte fughe ponendo l'vna delle parti lontana dall'altra alla settima, alla vndecima, & in diuersi altri luoghi: pu-re che si faccia, che li Semituoni, mentre in vna parte ascendono, nell'al-tra discendino nel modo, che di sopra è stato detto.

Delle Fughe sciolte alla riuerscia. Cap. IIII.

LA Fuga sciolta alla riuerscia si fa in questo modo, cioè, che 'l ConseM. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 51. D. Nic. Vic. lib. 4. cap. 32.guente proceda in fuga con la Guida per vn certo numero di figuresolamente. Et se bene procede per i medesimi Interualli, come si fanella legata: nientedimeno non è forzata à porre le medesime figure, nèaspettare le medesime Pause, come di sopra è stato detto dell'altre fughesciolte ordinarie. & questo basterà circa la fuga; però verremo alla Imita-tione, la quale non solo è di grandissimo ornamento, ma è anco cosa inge-gnosa, & molto bella.

Della Imitatione. Cap. V.

LA imitatione adunque è quella, che si ritroua tra due ò più parti, delM. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 3. c. 52.le quali quelle, che entrano dopò la Guida vanno imitando quella peri suoi mouimenti, procedendo per li medesimi gradi solamente, senza hauere altra consideratione de gli Interualli, cioè di fare, che tanti Tuo-ni, & Semituoni siano nella parte del Conseguente, quanti sono nella Gui-da. Et questa Imitatione, a differenza della Fuga, la quale si fa all'Vniso-no, alla Quarta, alla Quinta, & all'Ottaua, si può fare ad ogni altro in-teruallo da questi in fuori, come si è alla Seconda, alla Terza, alla Sesta, al-la Settima, & ad altri simili Interualli, come sono la Nona, la Decima, & al-tri loro composti, & replicati. Questa ancora è di due sorti, cioè legata, & sciolta, come la fuga; dalla quale senza replicare hora il medesimo, si può benissimo comprendere quale sia la Imitatione legata, & quale la sciolta: però da questi pochi infrascritti essempi non solo si potrà intendere quello, che si è detto, ma se ne potranno anco facilissimamente ritrouare dell'altre nuoue: & insieme conoscere la differenza, che si troua tra le Fughe, & le Imitationi tanto legate, quanto sciolte, & alla riuerscia. Imitatione alla riuerscia. page 108 Alla Seconda. Alla Terza Alla Sesta. page 109 Alla Settima. Mediante i quali essempi si vede, che la differenza, la quale si ritroua tra laVedi piu a pieno M. Giosef. Zarl. nelle Istit. har. lib. 3. c. 52. Fuga, & la Imitatione è questa, cioè, che doue la Fuga nel procedere ha riguardo a i Tuoni, & Semituoni, come di sopra; La Imitatione, senza ri-guardo alcuno de gli istessi Interualli, procede per i medesimi mouimen-ti, ouero gradi nella parte del Conseguente, che fa quella della Guida. Resta hora, che si faccia mentione di alcune altre sorti di Contrapunti, che hoggi da i Moderni Compositori si fanno con molta gratia, & artifi-cio, & prima del Contrapunto alla Duodecima, & si vegga quello, che nel voler comporlo s'habbia da osseruare.

Del Contrapunto doppio alla Duodecima. Cap. VI.

VArie, & diuerse sono le sorti de i Contrapunti, che hoggi nelle ComM. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 56.positioni da i Musici si fanno; tra le quali vna se ne ritroua, la quale,s'io non m'inganno, è la più artificiosa, & più bella di tutte l'altre;& questa sorte di Contrapunto si dimanda, Contrapunto doppio alla Duodecima, nel quale la parte acuta diuenta graue; & la graue per lo contra-rio diuenta acuta, procedendo per gli istessi mouimenti, & interualli, co-me nel sottoposto essempio si vede, nel quale, chi vorrà comporlo, osser-uerà queste cinque cose, delle quali.
  • 1. La Prima è; che mai nella parte principale si porrà la Sesta: perche nella replica non fa Consonanza.
  • 2. La Seconda; non si constituiranno mai le parti tanto lontane l'vna dal-l'altra, che passino la Decima.
  • 3. La Terza; non si porrà mai la parte acuta in luogo della graue, nè la gra-ue nel luogo della acuta: perche non solo le parti, che passano la Duodeci-ma fanno dissonanza nella replica, ma tutte quelle ancora, che occupano il luogo dell'altra.
  • 4. La Quarta; Non si faranno mai Sincope, nelle quali interuenga la Set-tima; ma si potranno ben farle, che c'interuenga la Seconda, ò la Quarta. page 110
  • 5. La Quinta & vltima. Non si porrà mai nel principale la Decima mino-re, dopò la quale seguiti l'Ottaua, ò la Duodecima; Nè la Terza minore auanti l'Vnisono; Nè la Quinta, quando le parti procedino con moui-menti contrarij: perciò che essendo in tal modo poste, ne viene à seguire il Tritono, ouero qualche altro inconueniente tra le parti.
La onde ogni Duodecima nel principale viene à essere Vnisono nella replica. Et ogni Quinta torna Ottaua. Oltre à questo, ogni volta, che si vorrà finire que-sto Contrapunto con la Cadenza, serà necessario, ch'il Principale, ò la Replica habbia la Cadenza terminata per Quinta, ò per Duodecima. Ilche auiene ancora nelle Cadenze mezane; Et se bene tra le parti s'vdirà la rela-tione del Tritono: questo in tal caso non importerà, pure, che il rimanen-te sia ordinato regolatamente secondo la sopradetta Regola, & nel modo, che per lo presente essempio si dimostra. 



page 111 Dal quale si può facilmente comprendere, che l'ordine delle Consonan-ze, & delle Dissonanze in questa sorte di Contrapunto è questo, cioè; che ogni Vnisono è vna Duodecima di sotto; & ogni Terza di sopra, è vna Decima di sotto; & ogni Quinta di sopra, è vna Ottaua di sotto; & per lo contrario, ogni Ottaua di sopra, è vna Quinta di sotto; & ogni Decima di sopra, è vna Terza di sotto; & ogni Duodecima di sopra, è vna Quinta di sotto. Et le Dissonanze similmente. Ogni Seconda di so-pra, è vna Vndecima di sotto; & ogni Quarta di sopra, è vna Nona di sotto. Et ogni Settima di sopra, è vna Sesta di sotto. Et ogni Nona di so-pra, è vna Quarta di sotto; Et ogni Vndecima di sopra, è vna Seconda di sotto. Et così per lo contrario volendosi comporre la parte di sotto, ogni Decima di sotto, serà Terza di sopra; & ogni Ottaua di sotto, se-rà vna Quarta di sopra; Et ogni Quinta di sotto, serà vna Ottaua di sopra; Et ogni Terza di sotto sera vna Decima di sopra; Et ogni Vnisono serà vna Duodecima di sopra. Et così similmente le Dissonanze. Ogni Se-conda di sotto, è vna Vndecima di sopra; Et ogni Quarta di sotto, è vna Nona di sopra; Et ogni Settima di sotto, è vna Sesta di sopra; & ogni Sesta di sotto, è vna Settima di sopra; Et ogni Nona di sotto, è vna Quarta di so-pra. Questo dunque è il Contrapunto alla Duodecima.

Modo di comporre un Canto, nel quale una parte incominci nel fine, & l'altra nel principio in un medesimo tempo. Cap. VII.

SI può fare ancora vn'altra sorte di compositione, la quale si possaD. Nic. Vic. prat. lib. 4. c. 37. cantare in vn medesimo tempo da due parti, delle quali vna incomin-ci dal principio, & l'altra dal fine; la quale volendosi fare, si terrà que-sto ordine, cioè. Che mai si farà Sincopa cattiua, che in parte nessuna discordi; Nè anco si farà Nota nessuna cattiua, cioè fuori della Conso-nanza; Nè si farà Nota alcuna con il Punto: perche all'opposito fareb-be sincopare tutte le Note, che nel ritorno si ritrouassero. Si compor-ranno prima dieci, vinti, trenta, ò quanti tempi si vorrà, osseruando l'ordine sopradetto, & nel mezo di detta Compositione, & sopra quella meta in tal modo disposta, s'incomincierà à fabricare in modo, che bi-sognerà, che 'l Compositore s'imagini, che quel principio sia il fine, & quello comporrà sino al fine di quelle Note, che prima hauerà incomincia-te nel modo, che si è detto, & in quel mezo s'accommoderà con vna Con-sonanza di vna Terza, ò con qualche altra Consonanza, & così la Compo-sitione verrà tutta consonante, & buona, & si potrà finire in qual Nota si vorrà, & ridurre sopra vna parte sola, come nel sottoscritto essempio si vede. page 112
[Music example]
Quando vna parte è arriuata all'vltima Nota, subito ritornerà in dietro nella penultima, & il simigliante farà quell'altra, che serà arriuata al prin-cipio, & alla prima Nota, subito ritornerà nella seconda, & così seguirà insino al fine, & in questo modo tutte le quattro sopradette parti accor-deranno benissimo.

Modo di fare una Compositione, che si possa cantare à uoce piena, & à uoce mutata. Cap. VIII.

SI potrà fare ancora vn'altra sorte di Compositione, che quando ci se-ranno le Voci puerili si potrà cantare, & quando non ci seranno, si potra medesimamente cantare à Voci pari, facendo, che la parte del Soprano si canti vna Ottaua di sotto, che diuenterà Tenore, & l'Alto se-rà come vn Canto à Voci pari. Nella quale s'auertirà, che tutte le Con-sonanze delle Quinte, che seranno nel Soprano, quando seranno abbassa-te per vna Ottaua, diuenteranno Quarte, & tutte le Terze maggiori di-uenteranno Seste minori, & per lo contrario tutte le Terze minori diuen-teranno Seste maggiori. In oltre, quando occorrerà fare vn Duo con la parte mutabile, non si farà mai la Quinta: perche abbassata, per vna Ot-taua, diuenterà vna Quarta, come di sopra; Et la Duodecima nella par-te mutabile diuenterà vna Quinta. Nè si procederà mai in questa sorte di Contrapunti, di Quarta in Quinta, perche non staranno molto bene. Et quando la parte del Basso, & dell'Alto faranno le Cadenze per Sesta, & per Ottaua: & che la parte del Soprano farà la Decima, quella verrà di sot-to vna Terza, che serà con la parte dell'Alto Quarta falsa, ouero Tri-tono. Ma acciò questo modo di comporre sia più facile à intendersi, si po-tra dall'infrascritto essempio acquistare benissimo la prattica di compor-re questa sorte di Canti, i quali seranno molto commodi, & massima-mente, quando seranno insieme alcuni Cantori, tra i quali non ci serà per sorte la voce puerile, che possa cantare la parte del Soprano. page 113

Essempio della Compositione à Quattro Voci, nella quale il Soprano è mutabile per vna Ottaua di sotto.

Modo di fare una Compositione à Voci pari, la quale si possa cantare ancora à Voci puerili. Cap. IX.

HOra, che si è detto il modo, che s'ha da tenere volendosi fare vna com-positione à Voci puerili, che si possa cantare ancora à Voci pari; è cosa ragioneuole, che ancora per lo contrario si dica il modo, che si ha da tenere volendosene fare vn'altra à Voci pari, la quale si possa canta-re ancora à Voci puerili; nella quale si terra quest'ordine, cioè. Che volen-dosi fare di questa sorte Canti, si faranno due Tenori, & quello, che deurà essere mutabile, si farà, che habbia del procedere del Soprano, & non va-da mai sotto il Basso vna Quinta: perche, come si è detto, la Quinta di sot-to, è vna Quarta di sopra, la onde discorderebbe. Et se 'l Tenore serà sot-to 'l Basso vna Terza, & poi si canti all'Ottaua di sopra, quella Terza diuen-terà vna Sesta; & ogni Ottaua posta sopra 'l Tenore mutabile, diuenterà page 114 Vnisono, & l'Vnisono nella parte, che si haurà à mutare, diuenterà vna Ottaua; similmente ogni Terza minore sotto il Basso diuentera Sesta mag-giore; & così per lo contrario ogni Terza maggiore sotto il Basso diuente-rà vna Sesta minore di sopra. Et così ancora, quando la parte del Tenore serà vna Sesta minore sotto 'l Basso, diuenterà Terza maggiore essendo al-zata per vna Ottaua; & in questo modo si potrà cantare à Voci pueri-li ancora.

Modo di comporre sopra il Canto fermo. Cap. X.

Franch. prat. lib. 3. cap. 10.VArij, & diuersi sono ancora i modi di comporre sopra il Canto fer-mo. Sono alcuni, che volendo fare il Contrapunto sopra il Canto fermo, fanno la fuga medesima, che fa la parte del Canto fermo; il qual modo oltre al non essere molto moderno, essendo i principij de i Can-ti ecclesiastici tanto communi, & pratticati, per lo che poche, o nessuna fu-ga si può fare, che non sia communissima, & piu di mille volte vdita; A ta-le, che essendo la fuga tanto piu bella, quanto è meno frequentata, & da certo vso commune piu lontana, serà l'vso moderno assai più bello. Però quando si vorrà comporre sopra qualche soggetto di Canto fermo, come è, sopra vno Introito, ò sopra qualche Antifona, ò simili sorte di Canti-lene; si piglierà vn punto sopra tal soggetto, & si farà, che le parti vadino imitando quel punto per fuga all'insù, ò all'ingiù, di maniera che le parti faccino la fuga con l'altre parti, & non con il Canto fermo, come hanno fatto ne i loro non meno vaghi, che dotti Contrapunti sopra gli Introiti il Reu. P. Maestro Costanzo Porta, & molti altri Eccellenti Musici, si come meglio ciascuno essaminandoli da per se stesso può vedere. Ne gli Hinni, ne i quali è grandemente necessaria la imitatione del Canto fermo, non so-lo non serà biasimeuole l'incominciare per la fuga medesima del Canto fer-mo, ma serà anco molto lodeuole, & necessario: conciosia che tanto sia più bello l'Hinno, quanto che egli imita meglio il Canto fermo: ma ne gli altri Canti fermi si terrà l'ordine sopradetto moderno, elegante, & bello; secondo 'l quale si fara, che quando vna parte entrerà dopò l'altra, essendo possibile, faccia il medesimo passaggio della parte antecedente; & così tut-te le parti vna dopo l'altra fugando sempre ò sotto, o sopra il Canto fer-mo. Et quando alle volte le Note, secondo l'occasione, vadino insieme, non fara cattiuo sentire. Et quante più Consonanze si daranno sopra vna Nota del Canto fermo, tanto più seranno grate all'vdito, & al manco se le ne daranno due. Et volendosi sopra vn Canto fermo fare qualche Mottet-to, s'hauerà grande auertenza, che sopra tutto si osserui il Modo, cioè il Tuono; & che la parte graue non proceda per suoni, ò chorde, che possi-no cascare di Tuono esso Canto fermo. Et in particolare si vserà diligen-za di fare le Cadenze di quel Tuono, di che serà il Canto fermo. La parte page 115 del Canto fermo si potrà fare dire non solo al Basso, ò al Tenore, ma anco, per variare, si potrà fare replicare à vn'altra parte, come si è alla Quinta parte, ò al Contralto, la qual parte potrà ò alla Quinta, ò alla Quarta re-plicare il medesimo Canto fermo con la medesima osseruanza del Tuono nella parte principale del Soggetto, sopra 'l quale si fabricarà la Composi-tione, la quale varietà serà molto grata, & diletteuole all'vdito.

Modo di fare il Contrapunto alla mente sopra 'l Canto fermo. Cap. XI.

QVando si vorrà fare il Contrapunto alla mente sopra il Canto fer-mo, come si costuma nelle Capelle: bisognera hauere grande auer-tenza, che tutte le parti tenghino i loro termini, & che i Soprani faccino i loro passaggi, & così la parte dell'Alto, & il Tenore sopra 'l Basso, che farà 'l Canto fermo, & che ciascuna parte osserui i suoi termini circa l'altezza, & bassezza; Et se 'l Contrapunto si farà à due, non passerà dodi-ci voci ò di sotto, ò di sopra: perche la lontananza, come si disse di sopra, nel Duo particolarmente, non è punto grata. Ne gli altri ancora di più Voci, si osseruerà circa la estremità delle parti, quanto di sopra è stato det-to; Et sopra tutto s'auertira, che si faccino le Cadenze secondo che 'l Tuo-no, di che serà 'l Canto fermo ricerca. Oltre di questo si daranno sopra vna Nota più Consonanze, che si può: ma non già come fanno alcuni, che pigliano vna ostinatione di far sempre vn passaggio, la quale volendo diFranch. prat: lib. 3. c. 15. continuo sostentare, vsano tanta la velocità nel Cantare, che la maggior parte, che si ode, sono Semichrome; & questa loro prattica, come bene di-cono alcuni Eccellenti Musici, nel Choro non è buona, & da camera, non vale niente. Non si faranno adunque di questa sorte Contrapunti rinfor-zati; Nè manco si farà, come costumano alcuni altri, che come trouano nel Canto fermo vna ascendenza, ò discendenza di quattro, ò cinque No-te, tanto all'insù, quanto che all'ingiù fuggano per Sesta, & per Quinta, il che non fa grato vdire: conciosia che in questo modo di procedere non si senta varietà alcuna. Sono alcuni altri ancora, che vsano le loro fughe, che saltano di Quarta all'insù, & di Terza all'in giù continuamente con questi due salti seguendo per molte Note ascendenti d'Ottaua in Quinta, & di Quinta in Ottaua, senza variare alcuna Consonanza; & così anco di Quinta in Terza, & di Quinta in Sesta; il qual modo se bene non è molto moderno, nientedimeno è manco male. Alcuni altri ancora fanno can-tare il Contrapunto à tre Voci sopra il Canto fermo il Soprano sempre in Decima, osseruando, che quello, che fa la parte di mezo non faccia mai due Consonanze imperfette; Et se tal parte farà due Seste con la parte del Basso, il Soprano farà due Quinte; Et se la detta parte farà col Basso due Terze, farà col Soprano due Ottaue; Et se bene ad alcuno questo modo di page 116 cantare non paresse molto diletteuole all'orecchie per le tante Decime, che si sentono, è nondimeno manco male, che non sono gli altri sopra no-minati. Ma il vero Contrapunto sopra il Canto fermo si è, quando pri-ma si fa scritto: perche in quello, che si fa alla mente, è quasi impossibile, che non si faccino infiniti errori. Questo per hora basterà circa il Contra-punto alla mente sopra il Canto fermo. Resta hora, che per maggior fa-cilità si vegga il modo, che s'ha da tenere nel fare varie fughe sopra il Canto fermo, il che serà inuero molto vtile.

Modo di fare le Fughe sopra il Canto fermo. Cap. XII.

ET perche il Canto fermo si può fugare in tanti modi, che quasi sareb-be impossibile raccontarne pure vna minima parte: si fara mentione solamente di alcune fughe, che seranno più facili all'acquistare la prat-tica di questa sorte Contrapunto, & ritrouarne dell'altre. Onde, perche il Canto fermo procede sempre ò con mouimenti congiunti, ouero con separati: si dirà primamente d'alcune fughe, che si possono fare sopra il Canto fermo in variati modi, quando procede con mouimenti congiun-ti. Secondariamente, perche, quando procede con mouimenti separa-ti, i detti mouimenti sono ò per Terza, ò per Quarta, ouero per Quinta: però si ragionerà secondariamente di quelli, che procedono per mouimen-to di Terza; dipoi si vedrà come si possino fare le fughe, quando il detto Canto fermo procederà per mouimento separato di Quarta; Et finalmen-te si mostreranno breuissimamente, come si possa fugare la parte del Can-to fermo, quando procedera per mouimento separato di Quinta. Quan-do dunque il Canto fermo procederà gradatamente per mouimenti con-giunti, si potrà fugare in due modi, cioè nello acuto, & nel graue. Volen-dosi fugare nello acuto, si potrà fugare in vna Quinta di sopra, facendo, che la parte, che farà la fuga, vada per meza Battuta innanti, incomin-ciando con vna figura di Minima, seguendo la fuga nell'altre Note con le medesime del soggetto, andando sempre innanti vna meza Battuta nello ascendere, & nel discendere, vna meza Battuta in dietro; come nel pre-sente essempio. 

page 117 Ma quando si vorrà fugare la parte del Canto fermo sotto nel graue, si terrà contrario ordine à questo di sopra; & doue la parte acuta salendo andaua innanti vna meza Battuta, & discendendo veniua dopò, simil-mente per spacio d'vna meza Battuta; Questa graue per lo contrario nel salire sempre rimanerà indietro vna meza Battuta, & nel discendere pre-uenirà la parte del Canto fermo vna meza Battuta, come in questo es-sempio. Si potrà ancora, mentre due parti faranno la fuga, fare, che vna parte di-stesa nello acuto faccia l'imitatione per Decime, tanto all'in sù, quanto all'in giù; come in questo essempio. Et se alcuno, mentre il Canto fermo ascenderà per questi mouimenti con-giunti andrà cantando sempre di Terza in Sesta, cioè dando ad ogni figura del Canto fermo due Note, vna, cioè, che sia Terza, & l'altra Sesta: potrà vn'altra parte, spettando vna Pausa di Minima, fare la medesima fuga al-l'Vnisono con la detta Parte antecedente, come in questo essempio. page 118 Ancora se 'l Canto fermo ascenderà per mouimenti Congiunti, come di so-pra, & vna parte procederà d'Ottaua in Sesta, potra vn'altra fare la fuga seco all'Vnisono spettando vna Pausa di Minima, come di sopra; Et di-scendendo il Canto fermo per li medesimi mouimenti congiunti, & can-tando vna parte d'Ottaua in Quinta, potrà vn'altra fugare con essa all'V-nisono, spettando medesimamente vna Pausa di Minima, come di sopra, & nel sottoposto essempio si dimostra. Le quali Fughe non sono però molto grate all'vdito, & massimamente non essendo il Contrapunto cantato se non dalle due sopradette parti: concio-sia che tanto all'insù, quanto all'ingiù, non si senta altra relatione, che di Ottaue, le quali tanto più si vdirebbono, quando, che si volessero so- page 119 nare sopra l'Istrumento. Molte altre simili se ne possono fare, le quali per-che in effetto non rendono alcuna varietà d'Harmonia, si passeranno con silentio, & solo si farà mentione delle più harmoniose.
Quando la parte del Canto fermo ascenderà per mouimenti congiunti, potrà vn'altra parte discendere per i medesimi mouimenti incomincian-do dall'Vnisono, & venendo fino all'Ottaua di sotto; & così per lo con-trario, quando la parte del Canto fermo discendera per li medesimi moui-menti congiunti, potrà all'incontro mouendosi per Vnisono, ascendere con il medesimo mouimento fino all'Ottaua; come meglio in questi pre-senti essempi si dimostra. 



Sarà ancora lecito il pigliare alle volte vn passaggio, & quello replicare vna,M. Gios. Zarl. Istitu. harm. lib. 3. c. 55. & Vinc. Lusit. lib. 1. della sua Introdut. in fin. ò due volte, & subito fare qualche bella tirata, o veramente vn passo largo ascendente, ò discendente, secondo, che tornerà più commodo, procu-rando, che 'l Contrapunto habbia più bell'aria, che sia possibile.
Et se la parte del Basso farà il Contrapunto, si auertirà di fare le Cadenze del Tuono, come di sopra si è detto, & potrà procedere per quelle specie, che vorrà: & massimamente per Terze, per Quinte, & per Ottaue; & si fa-rà, che non proceda per Note molto diminuite, ma graui; si come gia par-landosi della parte del Basso, è stato detto. Et volendosi fare, che sopra di essa canti vn'altra parte per Decime, si guarderà di non fare mai due Terze, nè due Seste in Alto, nè in Basso, nè manco fare alcuna Quinta in Alto. page 120 Et quando la parte graue farà Sesta in Basso, ò Vnisono, ò serà sopra 'l Canto fermo, potrà il Tenore fare alcuna Quinta, ma seranno molto ra-re. Et se occorrirà, che la parte del Soprano faccia il Contrapunto con l'Alto, ò co 'l Tenore, vno de i quali habbia il Canto fermo, il detto Sopra-no potrà fare le Cadenze all'Vnisono col Canto fermo per non andare troppo alto, tenendo nel resto il medesimo ordine del Tenore, quando fa il Contrapunto sopra il Basso. Et se 'l Soprano farà Concerto col Basso, procederà per Ottaue, per Decime, & per l'altre specie secondo i suoi ter-mini, hauendo grande auertenza di fare le Cadenze, come di sopra.

Modo di fugare, quando la parte del Canto fermo farà il mouimento separato di Terza. Cap. XIII.

QVando la parte del Canto fermo farà il mouimento separato di Ter-za, si potrà fugare in due modi, cioè nello acuto, & nel graue. Quan-do si vorrà fugare nello acuto, mentre la parte del Canto fermo ascende per Terza, si farà, che la parte, la quale vorrà fare la fuga, spettando vna Pausa di Minima, proceda sempre in fuga alla Quinta con le medesime fi-gure, come in questo essempio. Per lo contrario poi volendosi fugare nella parte graue, si farà, che la par-te graue, che vorrà fare la fuga, incominci per vna Minima, procedendo sempre per le medesime figure vna meza battuta innanti, come in questo essempio si dimostra. page 121 Ma discendendo con i medesimi mouimenti separati di Terza, si terrà l'or-dine tutto contrario a questo di sopra, cioè, che doue la parte acuta pre-cederà sempre vna meza Battuta innanti nel discendere, & la graue stando vna meza Battuta in dietro, verrà fugando per le medesime Note in que-sto modo. 



Sopra le quali figure si possono tra le parti fare molte fughe, le quali, oltre che da altri sono state messe tutte insieme: ancora, perche non serà molto difficile à chi hauerà molto bene capito le cose sopra dette il ritrouare quelle, & dell'altre: però attendendo alla breuità si come è nostra principale in-tentione, si lascieranno da parte.

Modo di fugare, quando la parte del Canto fermo ascende, ò discende per mouimento separato di Quarta. Cap. XIIII.

QVando dunque la parte del Canto fermo ascende, ò discende per mouimento separato di Quarta, potrà medesimamente fugarsi nello acuto, & nel graue come l'altro di sopra. Però quando il Canto fermo ascenderà, ò discenderà con simili mouimenti di Quarta, & si vorrà fare, che vna parte faccia la fuga nello acuto; Al salire la parte, che farà la fuga alla Quinta di sopra, incomincierà per vna figura di Minima seguen-do tutta la fuga con le medesime figure, eccetto la prima, insino all'vltima. Et quando la parte del Canto fermo discenderà per simili mouimenti: al-lora la parte acuta aspettando vna Pausa di Minima potrà fugare per le medesime figure vna Quinta di sopra insino al fine, come in questo essempio. page 122 Quando poi si vorrà fugare la parte del Canto fermo, che proceda in que-sto modo con vna parte di sotto nel graue, tal parte fara tutto l'opposito di quello, c'ha fatto la parte acuta: perciò che si come quella nel salire sempre è andata innanti vna meza Battuta, & nel discendere è sempre ri-masa in dietro per lo spatio di meza Battuta, così questa per lo contrario nel salire farà la fuga vna Quinta di sotto restando indietro per vna meza Battuta, & nel discendere, sempre anderà innanti medesimamente per me-za Battuta, come in questo essempio. In questi sopradetti due modi dunque potrà essere fugato il Canto fermo quando ascenderà, ò discendera con mouimento separato di Quarta.

Modo di fugare quando la parte del Canto fermo procederà con mouimento separato di Quinta. Cap. XV.

QVando la parte del Canto fermo procederà con mouimento separa-to di Quinta, si potrà fugare quella ancora nel medesimo modo, che l'altre di sopra. Ma tal fuga, ò sia fatta alla Quinta, ò all'Otta-ua di sopra, ouero alla Quinta di sotto nel graue, rispetto à gli Vnisoni & alle Ottaue, che in essa verranno in ogni Nota ripercossi, sera, à mio giu-dicio, molto priua d'Harmonia, & conseguentemente pochissimo grata alle orecchie, alle quali diletta pure assai la varietà delle Consonanze. Si potrà dunque fugare con altre parti nell'acuto, & nel graue, come gli altri di sopra; pero in che modo si possa fugare da due parti acute, l'vna delle quali faccia la fuga alla Quinta, & l'altra all'Ottaua di sopra, & come anco si possa fugare da vna parte sotto nel graue, senza perderci molto tempo, po-trà ciascuno da se stesso facilmente saperlo co'l mezo de gl'infrascritti essempi page 123 Hora, come l'altre parti possino fugare insieme sopra le dette figure: per-che copiosamente ne tratta il Lusitano nel suo Trattato di Musica, & nel-le regole generali, c'ha fatto per far fughe sopra 'l Canto fermo; potra cia-scuno da se stesso col mezo di tali regole venire in cognitione d'infinite altre fughe, che sopra le dette figure, & generalmente sopra il Canto fermo si possono fare; però questo basterà intorno à tale materia.

Della Battuta. Cap. XVI.

SI disse di sopra, ragionandosi del Contrapunto alla Duodecima, cheM. Gios. Zarl. Istitu. harm. lib. 3. c. 48. non si facessero Sincope, nelle quali interuenga la Settima. La onde pa-reua cosa conueniente, che prima si deuesse vedere quello che sia Sinco-pa; ilche non si è fatto per non interrompere il principale ragionamento, il quale è del Contrapunto; Et se bene la Sincopa è appartenente al Con-trapunto; tuttauia hauendo hauuto commodità prima di ragionare del-la Battuta, come in vero era necessario, innanti che si parlasse della Sinco-pa: bisognaua, per non interrompere il ragionamento di tale materia, ri-serbare alcune cose appartenenti à esso, fino a hora; & della Sincopa in par-ticolare, la quale non si potendo conoscere senza hauere cognitione del-la Battuta, è necessario, prima che si proceda più oltre, che si ragioni di essa Battuta: acciò non si proceda per termini non conosciuti, i quali non possono apportare scienza alcuna. E duaque [sic: dunque] la Battuta quel segno, che si fa con la mano, il quale dimostra il modo, c'hanno da tenere quelli che cantano, nel proferire la Voce con misura di tempo veloce, ò tardo, secon-do che con le figure cantabili si dimostra. Et questo segno dimandano i Musici tempo sonoro, & da Agostino Dottore di Santa Chiesa è dimandaS. Agost. nel libro 2. della Musi. c. 10.to plauso, a plaudo, ch'altro non significa, che battimento delle mani; Etè composto di due mouimenti, l'vno de i quali si fa col discendere, & l'al-tro con l'ascendere, cioè con la positione, & leuatione; & perche le figure cantabili alcuna volta vanno nella Battuta pari, & alcun'altra impari; Quando sono di quelle, delle quali và vna per Battuta, la metà si mette nel-la prima parte, cioè, nella Positione, & l'altra metà nella seconda parte, cioè nella leuatione. Quando poi nella Battuta anderanno figure impa-ri, come nella Proportione tripla, nella sesquialtera, & nel numero Emio-lio, si come meglio si dira quando si ragionerà della Emiolia; se n'anderan-no tre nella Battuta, due si metteranno nella positione, & vna nella leua-tione; & se n'andranno cinque per Battuta, tre si metteranno nella posi-tione, & due nella leuatione; Et se n'andranno sette per Battuta, quattro se ne metteranno nella Positione, & tre nella leuatione; Et se n'andranno no-ue per Battuta, cinque se ne metteranno nella prima parte, cioè nella Posi-tione, & quattro nella seconda, cioè nella leuatione. Questo per hora baste-rà sapere circa la Battuta. Resta hora, che breuemente si vegga. page 124

Che cosa sia Sincopa, & in che modo si faccia nelle Compositioni. Cap. XVII.

Franch. prat. lib. 2. c. 15. M. Gios. Zarl. Istit. har. lib. 3. c. 49. Piet. Aron. Tosc. libr. 1. c. 37. Nicol. Burt. Parm. libr. 3. cap. 9. Fiorangelico lib. 2. cap. 13.DIce il. R. M. Franchino, che la Sincopa nel Canto figurato, è vna ri-duttione, ò trasportatione d'alcuna figura, ò Nota minore oltre vna, ò più maggiori alla sua simili, oue si possa conuenientemente, per finire il numero della figura del suo tempo. Si troua la Sincopa nelle Cantilene, tutte le volte, che si cantano molte Note fuori della loro misu-ra, tanto nella ternaria, quanto nella Binaria numerosità. Nel fare la Sin-copa s'auertirà, che le parti non si mouino insieme, & che nel procedere di più d'vna Nota, ò due insieme sincopando, non si faccino sincopare tut-te le parti: perche non parrebbe altrimente Sincopa. Si farà la Sincopa d'vna Nota, che le vadi innanti, la quale sia di valore della metà della figu-ra sincopata, ouero quando se le pone innanti due, ò più figure, che sia-no equiualenti à tale metà, ouero dalle Pause, che se le pongono auanti, le quali sono di valore della meza parte delle Note sincopate, come in que-sto essempio. La Breue non solo è stata sincopata dall'Eccellentissimo Iusquino, & da al-tri Eccellentissimi Musici con Pausa, ò Figura di Semibreue, ma di Mini-ma ancora. Circa le Pause Poi; se bene Agricola in quella Magnificat del primo Modo, nel verso Sicut erat, del quale fa mentione l'Eccellentissimo Signor Zarlino, sincopò la Pausa di Longa con vna Pausa di Semibreue: non serà però lecito il sincopare le Pause poste sotto qual si voglia segno di tempo perfetto, ò imperfetto, come in questo essempio. Molte altre cose si potrebbono dire della Sincopa, le quali si lasciano, pa-rendo, che queste siano à bastanza, & massimamente per l'intelligenza del-la sopradetta Regola del Contrapunto alla Duodecima, & delle Fughe so-pra 'l Canto fermo, per rispetto delle quali si è fatta hora questa digressio-ne; Hora, auanti che si proceda più oltre, sarà bene il dire ancora qualche cosa intorno alle Pause: acciò non si lasci indietro cosa alcuna senza farne qualche mentione. page 125

Delle Pause. Cap. XVIII.

LA Pausa, secondo il sopradetto M. Franchino, non è altro, che vnoFranch. prat. lib. 2 cap. 6. Nicol. Burt. Parm. libr. 3. cap. 6. & M. Gios. Zarl. lib. 3. Istitut. harm. c. 50. & c. 44. segno d'vno arteficioso intralasciamento di voce, la quale da i Musici è stata instituita nelle Cantilene, non tanto per ornamento, quanto per vna opportuna quiete, & recreatione della voce: però che, si come vn'-Oratore con il riposarsi alcuna volta rende l'infastidito Vditore più grato, & più attento; così il Cantore mescolando con le voci della Cantilena al-cune Pause, rende gli Vditori più attenti. Et si come è cosa vitiosa, che vno parli sempre senza mai posarsi, & alle orecchie de gli Ascoltanti appor-ta grandissinno fastidio; così auerrebbe tutte le volte, che vn Musico faces-se vna Compositione senza riposo alcuno delle parti; per lo che seria forza-to il Cantante, dopò l'hauere alquanto cantato, fermarsi, & pigliar fiato. Et però dice il medesimo M. Franchino la Pausa essere vno tralasciamentolib. prat. 2. c. 6. artificioso. Et se bene le Pause rappresentano il valore delle figure cantabi-li: non però se le dette figure sono otto, le Pause sono più di sei specie, cioè di Lunga, di Breue, di Semibreue, di Minima, di Semiminima, & di Chroma, però che tutte le volte, che si vuole figurare la Massima, si pone quella dellaPerche la massima non hab-bia la sua pausa vedi Pietro Aron fior. nel suo lucidario lib. 3. c. 13. & M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 50. & Fiorangelico lib. 2. cap. 9. Lunga radoppiata; & per essere la Semichroma di minimo valore, non s'v-sa; & tutte queste sei si figurano nell'infrascritto modo.
[Music example]
S'auertirà sopra tutto, che nel porre delle Pause, li membri della oratione siano diuisi, & la sentenza delle parole si oda interamente, se già per imita-tione delle parole alcuna volta non si diuidessero; come si è, quando le pa-role dicessero sospiri, sospira, ò sospirando, ò simili, come ha fatto l'Eccel-lentissimo Gioan Pierluigi Palestina nel Madr. à Quattro Voci del suo Pri-mo Libro, quale incomincia. Queste saranno ben lagrime, nella parola sospiri, la quale egli diuide facendo, che tutte le parti dicano sospi, ri. Ma in altro modo non sarà mai lecito diuidere la parola; Et si come si è detto di sopra, quando si ragionò della Sineopa, che non era lecito sincopare le Pause: così, nè anco serà lecito notarle inconfuse, come fanno alle volteD. Nic. Vicent. lib. 4. c. 7. alcuni ponendole in questo modo.
[Music example]
Et finalmente, se bene la Pausa, come habbiamo detto, rappresenta la Nota,Nicol. Burt. Parm. libr. 3. cap. 31. Pietro Aron Istit. har. libr. 2. c. 31. che può esser perfetta, & imperfetta, & alterata: nientedimeno secondo alcuni, page 126 Nota, che Franch. nella prat. lib. 4. c. 5. pare, che ten-ga il contrario doue dice Consideran-dum esse proportionum di-minutiones, quibus & Notulae subiacent, & Pausam. Fiorangel. li. 1. c. 58. March. Pad. nel Tratta. 13. cap. 13. & Franch. prat. lib. 1. c. 8.mai può farsi perfetta, ò imperfetta, nè meno può patire alteratione al-cuna. Delle Pause poi, che gli Ecclesiastici chiamano Neume, le quali pon-gono non per ornamento, ma per necessità: conciosia che sarebbe impos-sibile, che dal Cantante si potesse venire al fine di cotali Canti senza mai prendere riposo alcuno, non si parlerà: atteso che il ragionamento nostro non è della Musica Piana, ma della figurata, & particolarmente del Con-trapunto: ancora che e cosa notissima, che nella Musica, della quale hora si tratta, non si vsano di questa sorte Pause, che abbracciano tutte le righe, & tutti gli spatij nelle Cantilene ad altro effetto, che per dare loro il fine, & il compimento. La onde dice Isidoro. La Neuma essere vna congiuntio-ne di Note in qual si voglia Modo, che forma il Canto, lo distingue, lo co-pula, & lo conclude.

Delle legature delle Note. Cap. XIX.

A Quelli, che hauranno letto il nostro breue discorso, & molto bene capito tutte le cose, delle quali succintamente in esso si è parlato, se-rà molto vtile, anzi necessaria la cognitione delle legature delle No-te; le quali breuemente trascorrendo, è da sapere, che la legatura, come dice il sopradetto M. Franchino, è vna ordinata congiuntione di semplici Nota, che quattro sono le figure legabili.figure di corpo quadrato, ouero obliquo, la quale nella Musica, secondo la opinione di Gregorio Thau [sic: Rhau], per tre cause è stata ritrouata, cioè per la sottigliezza, per ornamento del Canto, & per applicare le figure, ò Note M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 4. c. 34. dice. La Massima esser figura passibile, & sottoposta al-la diminutione del suo valore; Ancora che M. Franch. nel lib. 2. del-la prat. c. 5. & Giou. Ottob. Carmel. & il Fiorang. lib. 2. c. 14. tengo-no il contra-rio; Ma l'ope-nione di M. Gios. Zarl. pare megliore, & più vera.cantabili alle sillabe della oratione. Et se bene nel Canto figurato sono ot-to figure, come di sopra: nientedimeno quattro solamente ne sono legabi-li, le quali sono queste, cioè la Massima, la Longa, la Breue, & la Semibreue. La Massima, ancora che alcuni dicano il contrario, ò sia legata, ò sciolta, sempre è del medesimo valore; Et la Lunga ancora, mai perde il suo valore, ch'ella ha fuori della legatura. Et ciascuna di queste Note, che si possono legare, si pone nella Legatura in tre modi, cioè nel principio, & questa è det-ta principale, ouero inditiale; nel mezo, & questa si dimanda media; & nel fine, & questa si chiama finale. Sono le Legature di due sorti, cioè vna ascen-dente, & l'altra discendente. La legatura ascendente è quella, quando la se-conda figura è più alta della prima; & la discendente, per lo contrario, è quella, nella quale la seconda figura è più bassa della prima, come in questo essempio si dimostra.
[Music example]
Et si come la legatura si pone in tre modi, cioè nel principio, nel mezo, & nel fine, così dal principio, dal mezo, & dal fine si conoscera il valore di ciascuna figura legata. Però ogni legatu-ra, così ascendente come discendente, di quadrato, ouero di obliquo cor-po, che ha la virgola di sopra nella sinistra parte, sempre la prima & la secon- page 127 da Nota saranno Semibreui; come in questo presente essempio si vede.
[Music example]
Nel quale si come le due prime ascendenti, & discendenti tanto quadrate quanto l'oblique non possono essere altro, che Semibreui, così nè anco la terza di corpo quadrato non può essere altro, che lunga; onde
[Music example]
il verso. Vltima dependens quadrata, sit tibi longa. Quando poi la prima Nota, tanto quadro, quanto obliqua sarà virgolata dal sinistro lato & tal virgola sia pendente all'in giù, allora la prima, & la seconda saranno breui; si come in questo presente essempio si vede. Ma quando la virgola penderà nella parte destra
[Music example]
tanto all'in giù, quanto all'in sù, tal Nota sarà lunga come in questo essempio. Et quando la legatura sarà ascendente di quadra-to, ouero di obliquo corpo, & la prima
[Music example]
Nota sarà senza virgola, come in questo essempio: sempre saranno di valore d'v-na breue. Ma quando la prima Nota sarà senza la virgola
[Music example]
posta in legatura, come in questo essempio sem-pre la vltima Nota sarà lunga.
Circa alle Note media, ouero mezana; Quan-do tali mezane saranno quadrate, ouero oblique, & senza la virgola nella sinistra parte, tutte saranno Breui. Quanto poi all'vltime, s'ha da sapere, che l'vltima Nota ascendente posta in legatura, è constituita dalla sua precedente Breue, come nel presente essempio, eccettuando pe
[Music example]
rò la legatura delle due Semibreui. L'vltima Quadrata pen-dente figura del sottopo-sto essempio, è constituita longa dalla
[Music example]
M. Franch. prat. libro 2. cap.1[gap — ] & Nicol. Burt. Parm. libr. 3. cap. 4. M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. c. 68. & 69. Franch. prat. & Giou. Spat. Bologn. c. 12. sua precedente, & come longa nella Cantilena deue essere pronunciata. Et questo basterà per hora circa le legature, esssendo che a tempi nostri non sono molto in vso.

Della perfettione, & imperfettione delle Note. Cap.. XX.

ESsendosi ragionato delle legature, non è da passare con silentio la ma-teria della perfettione, & imperfettione delle figure cantab[unclear: i]li. Però le medesime Note, che sono legabili, cioè la Massima, la Lunga, la Breue, page 128 Perche al nu-mero terna-rio sia attri-buita la per-fettione, vedi Gio. Spat. Bo-lognese nel suo Tratt. nel c. 19. & quel-lo che sia Im pfettione ve-di Gio. Tin-toris nel suo Diffinitorio. c. 9. & Franch. prat. libro 2. c. 6. & 8. Istit. har. libr. 3. c. 69. Prat. libro 2. c. 11.& la Semibreue possono essere perfette, & imperfette. Perfette s'intendo-no, quando sono constituite nel numero ternario, come più à pieno s'in-tenderà, quando si ragionerà del Modo, del Tempo, & della Prolatione. Adunque ogni figura perfetta può essere imperfetta o dalla parte propin-qua, o dalla remota, ouero dalla più remota. Però quando la Massima è fatta imperfetta da vna Lunga, allhora si dice essere fatta imperfetta per la ragione del tutto. Et quando è fatta imperfetta da vna Breue, si dice esser fatta da vna parte remota. Ma quando è poi fatta Imperfetta da vna Se-mibreue, si dice esser fatta imperfetta da vna parte più remota. Il simile s'intende delle Lunghe rispetto delle Breui; & delle Breui rispetto delle Se-mibreui; & delle Semibreui, rispetto delle Minime, & delle Semiminime. La Lunga allhora si dice essere perfetta, quando vale tre Breui; & la Breue si dice esser perfetta, quando vale tre Semibreui; Et così la Semibreue quan-do vale tre Minime, & il medesimo s'intende di tutte l'altre figure seguenti. Nessuna Nota si può imperficere se non contiene in se il valore di tre Note: & però dicono i Prattici, che l'Imperfettione è vna certa diminutione del-la terza parte del valore della Nota. Et se bene le Pause, come è stato det-to di sopra, non sono sottoposte all'Imperfettione per essere, come dice l'Eccellentissimo Signor Zarlino, agenti, & non patienti: tre cose nondi-Pietro Aron. Istit. har. libr. 2. c. 10. 11. 12. & 13. & nel Toscan. lib. 1. c. 6. 7. 8. & 9. & M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. cap. 67. & Giou. Ottob. Carmel. nel tratt. de Pro-port.meno hanno forza, come dice M. Franchino, di fare vna Nota Imperfet-tibile Imperfetta, cioè, le Pause, i Punti, & il Colore, ouero pienezza del-le Note. Resta hora, che breuemente si discorra sopra il Modo, Tempo, & Prolatione, de i quali di sopra habbiamo fatto mentione.

Del Modo, del Tempo, della Prolatione, & del loro segni. Cap. XXI.

LA Massima, ouero la Lunga significano il Modo, cioè; quando la Massima vale tre Lunghe, o la Lunga tre Breui, si dice esser del Mo-Del Modo vedi Franc. prat. lib. 2. cap. 7. & Del Tempo lib. 2. cap. 8. & Della Prolat. lib. 2. c. 9. Gio. Spat. Bo-log. c. 11. Franch. Prat. libro 2. De Modo c. 7. De Tempore cap. 8. & De Prolatio-ne cap. 9.do perfetto della Massima, ouero della Lunga. Et quando la Massi-ma vale due Lunghe si dice essere del Modo imperfetto delle Massime. Et così similmente quando la Lunga vale due Breui, si dice essere del Tempo imperfetto delle Lunghe. La Breue significa il Tempo, & quando vale tre Semibreui si dice essere di Tempo perfetto; & quando ne vale due, allhora si dice essere di Tempo imperfetto. La Semibreue poi significa la Prola-tione, la quale è di due sorti, cioè maggiore, & minore. Quando la Semi-breue vale tre Minime, si dice essere Prolatione maggiore; Et quando ne vale due solamente, si dimanda Prolatione minore. Perfetto, ò maggio-re nella Musica significa il numero ternario, & l'Imperfetto, ouero mino-re significa il numero binario. Il Modo dunque, diceuano gli Antichi Mu-sici, essere vna quantità di Lunghe, o di Breui considerate nella Massima, o nella Lunga secondo la diuisione binaria, o ternaria. Et il Tempo essere page 129 vna Certa, & determinata quantità di figure minori contenute, o conside-rate in vna Breue; Et la Prolatione essere vna quantità di Minime applica-te à vna Semibreue. Questo circolo . significa, che la Breue è di Tempo perfetto; Et questo segno semicircolare . significa la Breue essere di Tem-po imperfetto. La pienezza del Circolo in questto modo significa la Prolatione maggiore, cioè, che la Semibreue vale tre Minime. Il medesimo ancora significa la pienezza del Semicircolo in questo modo . Ma la varietà del Semicircolo dinota il tempo imperfetto, & la Prolatione minore, ne i quali la Semibreue vale due Minime, come ne gli infrascritti essempi si dimostra.
[Music example]

Della Sesquialtera. Cap. XXII.

PErche la principale intentione nostra è di trattare solamente delle coseBoet. libro 1. cap. 4. & Franch. prat. lib. 4. c. 5. & Nicol. Burt. Parm. libr. 3. c. 10. & M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. c. 70. & D. Nic. Vicent. Prat. libro 4. c. 31. Nicol. Burt. Parm. libr. 3. cap. 12. Boet. lib. 3. c. 31. quoniam hanc canen-di concordiam similitudo non efficit. sed dissimilitu-do, &c. appartenenti all'Arte del Contrapunto: però s'andrà toccando bre-uissimamente alcuna cosa delle Proportioni, che nelle Compositioni sono hoggi più da i Musici frequentate, come sono la Sesquialtera, & l'altre infrascritte seguenti. Nel resto poi, quelli, che vorranno hauere miglio-re cognitione delle Proportioni, potrà con suo commodo vedere il Quar-to Libro della Prattica dello Eccellentissimo Musico M. Franchino, nel quale con gli essempi dimostra tutte le sorti di Proportioni, che nella Mu-sica si ritrouano. Acciò dunque si proceda con ordine. Proportione se-condo Euclide è vna certa habitudine, o conuenienza, la quale si ritro-ua tra due finite quantità d'vn medesimo genere propinquo, eguali, o non eguali tra loro. Et perche delle Proportioni alcune sono di Equa-lità, & alcune altre d'Inequalità: lasciando da parte quelle di Equalità, & venendo à quelle d'Inequalità, conciosia che non la similitudine, ma la dissimilitudine sia quella, che nella Musica partorisca la Consonanza, la onde n'auiene, che per questo rispetto il Musico consideri le Proportio-ni d'inequalità, & particolarmente venendo alle più frequentate da i Musici de i nostri tempi, come sono la Sesquialtera, & la Emiolia: In-cominciando dalla Sesquialtera s'ha da sapere, che è così detta da Ses-qui, che significa tutto, & altera, che altro non vuol dire, che tutto, & l'altra parte: & è quella, cioè, quando il maggior numero compara-to al minore, quello contiene vna volta intera con vna delle due parti page 130 di più, & è proportione d'inegualità: onde volendosi fare come si dee, si farà sempre, che quando vna, ò più parti canteranno due Semibreui, o due Mi-nime in vna Battuta, l'altre parti cantino all'incontro tre Semibreui, o tre Minime; & non come alcuni, che nelle loro Compositioni, sotto 'l segno del-la Sesquialtera fanno egualmente cantare tutte le parti tre Semibreui, ò tre D. Nic. Vicen. prat. libro 4. cap. 31. & Nicol. Burt. Parm. libr. 3. cap. 13. Minime contra tre altre; la onde auiene, che questa tale Proportione faccia tutto l'opposito di quello, che 'l segno dimostra, & così venga à essere mal detta Sesquialtera cantandosi egualmente tre Note del medesimo genere Contro tre altre, & venga à essere proportione di Equalita, come in que-sto essempio.
[Music example]
Questa viene à essere Proportione di Equalità, & non Sesquialtera, la qua-le è Proportione d'inequalità, come s'è detto. Ma la vera Sesquialtera, è come in questo essempio.
[Music example]
Questa dunque è veramente Sesquialtera, nella quale, doue, prima anda-uano due Minime nella Battuta nella parte del Soprano: ecco, che mediante questi due segni 3/2: ne vanno poi tre contra due; de iquali segni, sempre il sopraposto mostra le figure, che vanno in vna Battuta, & il sottoposto, quan-te n'andauano prima al numero passato, secondo però il Lusitano; la qual cosa se bene è vera, non però & perdonemi S. S. è questa la causa principale, per la quale essi segni si figurano in tal maniera, ma se bene per dimostrare la forza, & lo effetto della Sesquialtera, la quale, come si è detto, è vna Pro-Nota, che la Proportione si dee segna-re con due nupage break meri: perche la Proportio-ne non è al-tro, che una certa coapta-tione, ò corrispondenza di due numeri; si come dice Boet. libro 2. Arithm. c. 40. Proportio est &c. & Franch. prat. lib. 4. c. 5. & libr. 4. c. 1. & cap. 4. Fiorangel. li. 2. c. 22. c. 17. & 18.portione, che contiene il tutto, & l'altra parte. La onde si auertirà, che quando si vorrà comporre qualche Proportione, non si mostri con vn nu-mero solamente, come alcuni fanno non sapendo forse, ò per dire meglio, page 131 non si ricordando, che la Proportione è vna comparatione di due nume-ri, cioè d'vna quantità a vn'altra, come di sopra; & come meglio ne i sotto-posti essempi si potrà vedere doppò che si sarà detto della prima, & della se-conda specie d'Inequalità. Dunque la prima specie d'Inequalità è quando il maggior numero contiene in se tutto il minore due, ò tre, ouero quattro volte, & niente vi si troua di souerchio, nè di meno; & questa si chiama ò Dupla, ò Tripla, ò Quadrupla, Quintupla, Sestupla, Settupla, Ottupla, Nocu pla [sic: Nonupla], Decupla, & così in cotale ordine si può procedere in infinito; come nel sotto posto essempio.
[Music example]
Al qual genere, è all'opposito l'infrascritto di minore inequalità, il quale si dimanda submolteplice, l'vno de i quali è destruttore dell'altro, come in questo essempio.
[Music example]
Alcune altre Proportioni si trouano della seconda specie d'inequalità, cioè del genere sopraparticolare, come nello infrascritto essempio.
[Music example]
Con questi due segni dunque, & non con vn solo si dimostrerà quella Pro-portione, che si vorrà fare, & non con vno solo; come di sopra.

Della Hemiolia maggiore, & della minore. Cap. XXIII.

LA Hemiolia è di due sorti, cioè maggiore, & minore; la maggiore èFranch. prat. lib. 4. c. 5. D. Nic. Vicen. prat. libro 4. cap. 31. quella, quando tre Semibreui negre vanno in vna battuta, come in questo essempio. 

page 132 La Hemioha minore è poi quella, nella quale tre Minime negre vanno in vna Battuta nel medesimo modo, c'hanno fatto le tre Semibreui di sopra, come in questo essempio.
[Music example]
Franch. prat. lib. 4. c. 5. D. Nic. Vic. lib. 4. c. 31. in fin. Franch. prat. lib. 2. cap. 11. Pietro Aron Istit. har. lib. 2. cap. 32. & nel Tosc. lib. 1. cap. 38. & M. Gios. Zerl. Istit. harm. lib. 3. c. 67. & D. Nic. Vic. prat. li. 4. c. 31. Concil. Trid. sess. 22. ca. de obseruan. & euitan. in ce-lebr. missae in 92. dis. c. in sancta. & in cle-men. de celeb. missae. 28. dis. presbiterum. de consecrat. dis. 5. non o-portet. & 27. dist. c. 2. & in estrauag. Ioan. 22. que inci-pit dicta san-ctorum patrum. Et perche nella Hemiolia tanto maggiore, quanto minore non si ritro-ua perfettione alcuna rispetto alla pienezza, la quale, come è stato detto di sopra, rende imperfetta ogni Nota, che si pu[unclear: ò] fare imperfetta. Per tal cagione adunque nè l'vna, nè l'altra si segneranno col Tempo perfetto. Et sopra tutto si farà, che la Sesquialtera, & la Hemiolia maggiore, & mino-re siano buone nel battere, & nel leuare della Battuta, si come si fanno nel comporre ordinariamente in consonanza le Semiminime, le qual[unclear: i], come si è detto di sopra, si fanno buone nel battere, & nel leuare della Battuta; Et questo per hora basterà intorno alla Sesquialtera, & alla Emiolia maggio-re, & minore, delle quali si è detto à bastanza.

Modo di comporre la Musica sotto uarij segni. Cap. XXIIII.

SE bene da i Musici moderni non sono quasi più vsate certe sorti di compositioni fatte sotto alcune Proportioni, & segni, da i quali veramen-te non nasce altro, che difficulta, ò per dir meglio, vno intricamento, & vna confusione nella mente de i poueri Cantori, senza frutto, ò vtilità alcuna; & il più delle volte anco con molto scandalo de gli Vditori; le qua-li anco da Santa Chiesa sono prohibite; Nientedimeno, acciò non si lasci cosa alcuna di quelle, che nelle Compositioni sono state vsate insino à hog-gi: essendosi parlato della Sesquialtera, & della Hemiolia, & insieme mo-strato tante altre sorti di Proportioni, pare ancora honesto, che si vegga il modo, & l'ordine, che si dee tenere volendosi fare vna Compositione sot-to varij segni; Il quale ragionamento potrà seruire almeno per ritrouare page 133 simili sorti di Canti così fatti, quando alcuno ne venisse per le mani, ò far-ne anco de gli altri simili, in tutto che come si è detto non siano quasi hog-gi più in vso. Quando dunque si troueranno due parti, in vna delle qua-li questo segno serà comparato à questo ; ogni Minima del primo sa-rà equale in quantità à vna Semibreue del secondo. Et quando questo serà comparato à questo , serà tra loro questa differenza solamente, che il circolo puntato hauerà le Breui, & le Semibreui perfette, & il semicirco-lo le Breui solamente. Et quando questo sera comparato à questo , serà simile à quello di sopra, eccetto, che nella perfettione del Tempo, & della Prolatione. Et quando questo serà comparato à questo . ogni Minima del primo serà del valore d'vna Breue di questo secondo. Quan-do poi questo serà comparato à questo 2. serà simile à quello di so-pra, eccetto però, che in questo secondo le Lunghe sono perfette, & le Bre-ui imperfette. Questo comparato à questo , ouero à questo , serà nella Battuta dissimile, cioè, che ogni Minima di questo serà in quan-tità d'vna Semibreue di questi , . Questo comparato à questo , ouero à questo 2, ogni Minima del primo serà di quantità d'vna Breue di questi , 2. Questo . comparato à questo . ogni Semibreue del primo ne varrà due del secondo. Questo comparato à questo 2. ogni Semibreue del primo ne varrà due del secondo. Questo , compa-rati à questo , ogni Semibreue del primo varrà vna Breue del secondo. In questo , con questo 2. seranno le figure quadruplicate, cioè, ogni Lunga del secondo serà di quantità d'vna Semibreue del primo. Questo , con questo seranno dissimili nella Battuta, & ogni Semibreue del primo varrà quanto vna Breue del secondo. Questo 2. con questo ogni Semibreue del secondo serà della medesima quantità d'vna Lunga del primo. Questo , comparato à questo 2, ogni Breue del primo ne varrà due del secondo. Questo 2, con questo sono simili nella mi-sura. Questo , con questo . ogni Nota del primo resta diminuita del-la sua meza parte comparato al secondo. Questo , comparato à que-sto , ogni due Breui del primo sono in quantità di tre Semibreui del se-condo. De i quali segni se alcuno vorrà hauer magglore [sic: maggiore] notitia, potrànel Tosc. lib. 1. c. 38. & nelle Istit. harm. libr. 2. c. 32. vedere meglio il Toscanello di M. Pietro Aron Fiorentino, doue di questi segni si tratta più à pieno. Resta hora, che essendosi fatto mentione di al-cune Proportioni, si ragioni anco del Punto, delle sue specie, & dei suoi effetti.

Del Punto. Cap. XXV.

DICONO i Prattici, che il Punto nella Musica è vna minimaFranch. prat. lib. 2. c. 12. M. Gios. Zarl. Istit. har. libr. 3. c. 7. & page break Nicol. Burt. Parm. libr. 3. cap. 5. & Piet. Aron, Istit. har. libr. 2. c. 28. & nel Fiorang. lib. 2. c. 8. Giou. Ottob. Carmel. nel suo Tratta. Di questa ternaria perfet-tione uedi Otomaro Lusc. Argen. nel primo commentario della Musurgla [sic: Musurgia]. particella, o uero vna certa quantità indiuisibile, ò veramente vn minimo segno, che si aggiunge alle Figure Cantabili per acci- page 134 dente hora dopò, hora di sopra, & alle volte si pone tra loro. Il Punto nel-la Musica fa quattro effetti, cioè da la perfettione, accresce, diuide, & alte-ra, & radoppia le dette figure; La onde dicono i Musici, nella Musica ritro-uarsi di quattro sorte Punti, cioè di Perfettione, d'augumentatione, di Di-uisione, & di alteratione. Il punto di perfettione è quello, che si pone ap-presso le Note, che si possono fare, ouero possono essere perfette ne i segni di perfettione, come la Breue del Tempo perfetto, ouero appresso d'vna Massima, ò d'vna Lunga del Modo maggiore, & del minore perfetto, o d'v-na Semibreue di Prolatione perfetta. Il Punto d'Augumentatione, ouero d'accrescimento è quello, che si pone senza mezo alcuno dopò la figura, la quale non può essere, nè si può fare perfetta; di maniera che tra 'l punto di perfettione, & questo d'augumentatione ci è questa differenza, che quello si pone solamente appresso quelle figure, che si possono fare perfette sotto i segni della perfettione; Et questo per lo contrario si pone solamente ap-presso quelle, che in nessun modo si possono fare perfette, come di sopra. Questo punto s'vsa nelle Compositioni in varij modi, & fa diuersi effetti ac-compagnato con le Consonanze, & Dissonanze. Quando è legato con la Nota, dee sempre esser buono, eccetto però nelle Cadenze, nelle quali si può vsare etiandio il Punto cattiuo per Seconda, per Quarta, per Settima, per Nona, per Vndecima, & per Quartadecima, come in questi essempi.
[Music example]
Il Punto di Diuisione è quello, che si pone tra due figure simili minori po-ste in mezo à due maggiori, il quale non però si canta; & si pone ancora tra la Pausa, che tiene il primo luogo, & vna figura, che tenga il secondo, quali siano d'vn medesimo valore, come ne i sottoposti essempi.
[Music example]
Il Punto d'alteratione è quello, che si pone innanti due figure minori, le quali siano poste innanti à vna maggiore propinqua, nè si canta come an-co il sopradetto, per non essere quantità, nè parte del tempo, ma solamen-te è segno, acciò il Cantante comprenda, che la seconda figura minore si radoppia, come nel presente essempio si dimostra. page 135
[Music example]
Vn'altra sorte di Punti ritrouo io appresso gli Scrittori, oltre à questi della Musica, & à quelli, che si vsano nella Oratione per distinguere, o finire la detta Oratione, o Periodo, i quali anticamente vsauano nelle cause, che andauano innanti à Cento huomini, à i quali vditosi le parti, era portata vna tauoletta, dentro la quale ciascuno Giudice faceua vn Punto, che si-gnificaua o l'assolutione, o la condennatione del reo: & quello, che era as-soluto si diceua, che haueua portato tutti i punti, & haueua hauuto l'asso-lutione perfetta; del quale parlando il Lirico Venusino Poeta dice.
OmneOrat. in Arte poet. tulit punctum, Qui miscuit vtile dulci delectando, pariterque monendo
; Parendomi hormai tempo di dare fine al nostro breue Compendio, nel quale à me non pare, che si sia lasciato indietro cosa alcuna appartenente all'Arte del Contrapunto; piaccia à Dio, che di questa mia fatica io ripor-ti tutti i punti, & che hauendo mescolato l'vtile col piacere, se non ho di-lettato, non habbi almeno offeso le purgatissime orecchie de i giuditiosi, & benigni Lettori, à i quali per non essere più tedioso, rendendo gratie à Dio larghissimo donatore di tutti i beni, farò
FINE.page 136

MODO DI LEGER LE NOTE, ET PRATTICA, PER far le mutationi sopra tutte le Chiaui.

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IL FINE.