×
Title: {Cronica de matematici
Author: Bernardino Baldi
Publication: Angelo Ant. Monticelli (Urbino, 1707)
Principal editor: Frans Wiering
Funder: Utrecht University Netherlands Organization for Scientific Research (NWO)
Edition: July 2000
Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht NetherlandsCopyright © 2000, Utrecht University, Netherlands
page i
page viiipage ix
CRONICA
DE MATEMATICI.
page iipage iiiCRONICA
DE MATEMATICI OVERO
EPITOME DELL'ISTORIA
DELLE VITE LORO
OPERA
DI Monsignor
BERNARDINO BALDI DA URBINO
ABATE DI GUASTALLA
[Figure]
IN URBINO, MDCCVII.
Per Angelo Ant. Monticelli.Con Licenza de' Superiori.page ivpage vL'AUTORE A' LETTORI
DI molti Matematici ho trovato cotanto appresso gli
Scrittori, che ho potuto
tesserne Vite convenienti;
d'altri poi che hanno havuta la fortuna manco favorevole, non ho potuto raccogliere tanto, ch'io habbia havuto il modo da scriverne à pieno; onde, accioche e gl'uni, e gl'altri havessero luogo nelle mie fatiche, ho posto
insieme la presente Cronichetta, nella quale brevemente vò toccando i
tempi, ne quali fiorirono, e le cose
scritte da loro, e comincio da Euforbo, il quale secondo Laertiofù più page vi
antico di Talete. Il computo de gl'
anni è espresso per via d'Olimpiadi,
e d'anni di Cristo. Leggasi dunque
da chi si diletta di questi studii la
presente historia, la quale, s'io non
m'inganno, per la novità sua non sarà punto spiacevole. Addio
page viiSI videbitur &c. in lucem, qua ultra saeculum caruit,
prodire poterit Liber iste, cui titulus est: Cronica
de Matematici, overo epitome &c. Auctore Abbate
Bernardino Baldi Urbinatensi, Viro undequaque
eximio; Praelo enim eum dignissimum censeo. Dat.
ex Aedibus S. Dominici Urbini die 9. Aprilis 1707.
F. Thomas Maria Brancaleoni ord. Praedicatorum,
ejusdem Conventus Prior, S. Theol. Magister, atq.
Examinator, & Revisor Synodalis.
Imprimatur
Petrus Joseph Causidicus Vicarius Generalis &c.
LO STAMPATORE A CHI LEGGE.
IL gradimento, con che
dalla Republica letteraria è stato accolto l'
Encomio di quest'inclita Città d'Urbino, composto da
Monsig. Bernardino Baldi Abate
di Guastalla, che l'anno scorso
uscì dalle mie Stampe, mi chiama
all'adempimento della promessa,
che allora feci, di publicare alcun'
altra delle sue illustri fatiche à comun' benefizio. Vengo pertanto
à liberar la mia fede, con offerirvi
(amico Lettore) la presente Cronica de Matematici, da me scelta, page x
in riguardo della picciolezza della sua mole, per prodroma all'insigne, e celebratissima Opera delle Vite intere de medesimi Matematici, alla di cui impressione mi
vado apparecchiando. Travagliò
dodici anni continui questo eruditissimo Letterato in raccorre le
notizie, che gli bisognavano, per
formare l'accennata grand'Opera, alla quale applicò l'animo, subito che ebbe composta per impulso di grata riconoscenza la Vita di Federico Comandino suo
Maestro, e insieme uno de chiarissimi lumi della sua Patria: riputando egli cosa non convenevole,
dopo d'aver scritto del suo Maepage xi
stro, tacere de gl'altri, e comportare che stassero immerse nell'oblivione le memorie gloriose di tanti, e tanti eccellentissimi Vomini,
che con li studii, e dottrina loro
non ad una persona, ne ad una
Città sola, mà ad intere Provincie, e al mondo tutto apportarono grandissima utilità, e ornamento. Superate non senza costo
d'immense fatiche, come egli istesso afferma nella Prefazione del
primo tomo, le gravissime difficoltà dell'impresa, à che fù egli
grandemente ajutato dalla perfetta cognizione, che aveva, di
molte lingue, divise tutta la materia in due grossi volumi; nel pripage xii
mo de quali racchiuse le Vite di
tutti li Matematici illustri, che fiorirono dall'Olimpiade 58. sino alla nascita del nostro Redentore
Giesù Cristo, cominciando da Talete, e terminando in Vitruvio; e
nel secondo abbracciò le Vite di
tutti gl'altri Matematici, che vissero dopo l'Era Cristiana sino à suoi
tempi, cominciando da Boezio Severino, e terminando nel P. Cristoforo Clavio Bambergese. Ma
perche di molti, è quali la sorte fù
meno propizia, non gli riuscì di acquistar tanto, che bastasse per scrivere appieno le loro Vite, e non
era dicevole, che il nome de medesimi rimanesse sepolto in oscupage xiii
ro, e ingiurioso silenzio; quindi l'
Autore pigliò consiglio, com'Egli
accenna nella seguente Prefazione è Lettori, d'illustrare la loro
memoria; con tessere la presente
Cronica, in cui volle insieme comiprendere anche li Matematici, de
quali ha composte le Vite, affinche nulla mancasse alla perfetta
disposizione dell'opera. Tocca egli
brevemente in essa le cose da ciascheduno inventate, e descritte,
& assegna è tutti li tempi precisi,
ne quali probabilmente fiorirono.
Sono li Matematici nella Cronica
nominati 366. e di questi abbiamo le intere Vite sino al numero
di 201. E vero che la diligenza di page xiv
Gerardo Gio: Vossio, e di altri moderni è giunta à trovare maggior
numero di antichi celebri Matematici, & ha anche osservata
una forse più corretta, e sicura
Cronologia de tempi, in cui vissero; ma ciò non dimminuisce punto il merito del nostro Autore, è
cui si debbe incontrastabilmente
la gloria d'esser'stato il primo, che
abbia tratto dalle tenebre, in cui
giacevano, li nomi di tanti chiarissimi Professori di queste nobili
discipline, e ne abbia tessute ordinatamente le Vite, il che per verità non ha fatto alcun'altro de gl'
antichi, ne dei moderni Scrittori.
Mi animo pertanto à sperare, che page xv
l'operetta presente sarà da Voi benignamente gradita; il che succedendo, mi applicarò volontieri à
servirvi in recare ad effetto, quanto più presto mi sarà permesso,
la divisata edizione delle Vite,
quali porgeranno senza dubbio
molto più abbondante materia di
diletto, e di profitto. E Dio vi feliciti. page xvipage 1
CRONICA DE MATEMATICI DI BERNARDINO BALDI DA URBINO. ABBATE DI GUASTALLA.
Olimp.
44
Anni
avanti
Christo
600
EUFORBO di Frigia fù
il primo de nominati
fra Greci, che instituì le
contemplationi Matematiche, e come scrive Laertio, trovò le specolationi delle linee, e de triangoli scaleni.
58
545
TALETE accrebbe le cose di Euforbo; indi passato nell'Egitto imparò da Sacerdoti le dette discipline; onde tornato in
Grecia seminò fra suoi le cose Geometriche, & Astronomiche.
60
537
AMERISTO fratello di Stesicoro
Poeta, di natione Siciliano, successe à Talete, e fù il primo, che ponesse insieme gl'
Elementi Geometrici.
98
524
PITAGORA diede forma alla Geometria; separolla da la materia, e fecela
più nobile; fù inventore de corpi regolari,
e d'alcune propositioni famose. I Musici
ancora riconoscono da lui i fondamenti di
quella disciplina. Fù il primo assertore dell'
harmonia de Cieli.
69
500
HIPPASO Metapontino discepolo di
Pitagora, Fisico, e Matematico, scrisse un
libro intitolato il Sermone mistico, inscrisse il dodecaedro nella sfera. Morì di naufragio per havere, come scrive Jamblico,
propalato i misteri occulti de la Geometria.
79
460
FAENO habitatore d'Atene osservò
le cose celesti, predisse alcune apparitioni
di Comete, fù eccellentissimo ne pronostici delle mutationi dell'Aere, insegnò publicamente in Atene le cose dell'Astrologia, & hebbe per discepolo Metone. E'
commemorato da Teofrasto, e da Plinio.
80
458
ANASSAGORA Clazomenio filososo naturale, e Matematico, fù discepolo di
Anassimandro, e conseguì gran lode nelle
cose Geometriche; fù il primo, secondo
Plutarco in Nicia, che trovasse le cagioni page 3del lume, e dell'oscuratione della luna, e ciò
consegnasse à gli scritti. Tentò la quadratura del cerchio, come s'ha dall'istesso
Plutarco nell'opuscolo dell'essilio. Fù perspettivo, & adattò la detta facoltà alla pratica delle scene. Vitruvio al libro settimo.
86
435
HIPPIA Eleo gran Sofista, buon
Matematico, e grande Architetto, e Mecanico fù eccellente, come s'ha da Luciano, & altri, nelle cose Geometriche, nelle
Aritmetiche, nelle Musiche, & in tutte
l'altre, che à queste s'accompagnano. Trovo, come scrive Proclo, la linea quadrante, e scrisse de gl'accidenti proprii, ò simptomi di lei.
86
435
MATRICETA Metinnese di Patria,
& è Metinna Città di Lesbo, fù grande
Astrologo, e bonissimo osservatore dell'alterationi dell'Aere, come nota Teofrasto.
86
433
CLEOSTRATO da Tenedo contemporaneo di Matriceta, e della stessa
professione, osservò l'imagine del Zodiaco, e fù il primo, che s'avvide, le Stelle
de capretti nell'imagine dell'Auriga essere
tempestose. Scrisse l'ottoeteridi, osservò
le mutazioni de tempi, e fedelmente le
predisse; perciò fù nel libretto de segni
delle pioggie commemorato da Teofrasto.
87
430
HARPALO non si sà di qual Patria
si fosse; lasciò scritte l'osservazioni della
quantità dell'anno, e publicò un'ottoeteride.
87
430
METONE Ateniese fù Medico, e
nelle cose dell'Astrologia discepolo di Faeno. Fù grandissimo osservatore de segni
delle pioggie, e de sereni; onde egli è
commemorato da Teofrasto, da Plinio, e
da Plutarco. Questo, perche il figliuolo non
andasse alla guerra, fingendo il pazzo, abbrusciò la casa propria. Fù inventore dell'
Enneadecateride, che noi diciamo aureo
numero decennovale. Eresse alcune colonne, come dice Eliano, & intagliovvi
per servizio publico il corso del Sole, e le
osservazioni dell'anno grande. Da costui
hebbero principio i lunarii, ò pronostici,
che oggi si stampano con gl'aspetti della
Luna, ele mutationi de tempi.
87
430
TEODORO Cireneo gran Matematico de suoi tempi tenne scola in Cirene,
& hebbe per discepoli Platone, e Teeteto;
laonde è da Platone introdotto nel Teeteto à ragionare con Socrate. Fù Dialettico
insieme, & Astronomo, e Musico. Scrisse
alcune cose delle potenze, delle quantità, page 5e delle commensurabilità loro, come si raccoglie dal detto Dialogo di Platone.
87
428
ENOPIDE Chio peregrinò in Egitto,
apparò da Sacerdoti le cose dell'Astrologia; fù anco gran Geometra, e trovò secondo Proclo la duodecima del primo de
gl'Elementi. Trovonne parimente alcun'
altra, come s'ha dal medesimo. Affaticossi intorno la grandezza dell'anno vertente,
& anco del grande, il quale egli diceva essere di cinquantanove anni; laonde, come
scrive Eliano ne gl'Olimpii, dedicò una
tavola di rame, nella quale haveva intagliato l'osservazioni astronomiche del detto anno; fù egli Fisico ancora, e disputò
delle cose Meteorologiche, e disse alcuna
cosa intorno al crescimento del Nilo.
89
420
HIPPOCRATE compatriota di Enopide, e suo contemporaneo, di Mercatante
fecesi Geometra; fù d'ingegno acutissimo,
accrebbe le cose Geometriche, e diede prima di tutti gl'altri forma, & ordine à gl'
Elementi; onde, al giuditio di Pietro Ramo, d'autorità di Proclo, merita nome di
primo Stichiota; fù anco inventore dell'induttione Geometrica, & è, che per trovare una tal cosa, bisogni sapere la tale. Egli
dunque proposto da Platone il problema
dell'addoppiare il cubo, trovò, che v'era
bisogno delle due medie proportionali. page 6Tentò di quadrar il cubo, e trovò la quadratura de la lunula. Disputò alcune cose
delle Comete, e fù poi redarguito dal Filosofo nelle Meteore. Fù inetto nel governo familiare, e per negligenza, come scrive il medesimo, fece perdita di molto havere.
94
400
DEMOCRITO Abderita Fisico, e
Matematico, fù assertore degl'attomi, e
nelle cose Matematiche scrisse molto; cioè
della differenza dell'Angolo, del contatto,
del circolo, e della sfera, de numeri Geometrici, due libri delle linee irrationali, e
solide. Nell'Astrologia scrisse dell'anno
grande, de Parapegmi, cioè Instrumenti
Astronomici, il certame della Clepsidra,
la descrittione del Cielo, e della Terra, e
la descrittione del polo, e de raggi. Nella Musica scrisse del concento, e dell'harmonia, e nella Perspettiua del modo di tirare al punto le scene.
95
398
BIONE compatriota, e discepolo di
Democrito fù il primo, che affermasse trovarsi alcune parti del Mondo, nelle quali
il giorno è di sei mesi continui, e d'altretanti le notti. Hebbe egli dunque buona
cognitione delle cose della sfera, e delle
habitationi, che dalle varie inclinationi si
conoscono.
96
395
FILOLAO da Cotrone Filosofo Pitagorico, gran Fisico insieme, e Matematico, scrisse molte opere, delle quali Platone fece gran capitale; fra l'altre è quella
delle Baccanti raccontata da Proclo, nella
quale, per quanto appare, adattava le
Matematiche all'uso de misterii delle cose divine. Fù Astrologo ancora, & osservò la quantità dell'anno vertente, e fù inventore d'uno degl'anni grandi. Hebbe
alcune strane opinioni intorno alla natura
del Sole. Voleva, che la terra fosse una
delle stelle, e si movesse in giro. Attese
alle cose Musiche, Gnomoniche, e Mecaniche. Fù ucciso nei sollevamenti, che si
fecero contro i sodalitii Pitagorici.
96
394
ARCHITA di Patria Tarentino, gran
Pitagorico, & eccellente non meno nelle
attioni, che nelle speculationi, fù amicissimo di Platone. Scrisse molto, diede opera
alle cose delle Machine, e fece la colomba di legno, che volava. Scrisse di Musica, alla qual facoltà attese con profitto mirabile. Trovò un'Instromento detto Mepage 8solabio, per investigar le due medie, onde
si quadra il cubo; al fine, se crediamo ad
Horatio, morì di naufragio.
93
393
EURITO Tarentino anch'egli Pitagorico fù ammirato, & udito in Italia da
Platone, attese alle Matematiche, e diede
opera à quell'Aritmetica la quale considera le proprie passioni de numeri, per valersene secondo il costume Pitagorico ne Misteri della Filosofia, e della Teologia.
99
380
EUDOSSO da Cnido figliuolo d'un
Eschine, povero de beni di fortuna, studiò
in Atene, indi passò nell'Egitto, ove fece
molto acquisto di scienza; fù domestico di
Platone, & amico della dottrina Socratica;
fù grande historico, e per questa cagione
sono dagl'Antichi molto allegate le cose
sue. Scrisse egli delle navigazioni, e cose
Geografiche. Affaticossi parimente nelle
cose di Geometria, e d'Astrologia, & intorno alla materia degl'Elementi fù il primo, che accrescesse la moltitudine di quei
Teoremi, che si chiamano universali, &
alle tre proportionali, aggiunse le tre altre,
& ampliò quelle cose, che si appartengono alle settioni, le quali in quel tempi havevano havuto principio. Scrisse un libro
d'Elementi, e s affaticò nella duplatione
del cubo, e trovò Instrumento da le due
medie. Fù Gnomonico, e trovò una forpage 9ma d'Horologgio solare, che si disse Ragno. Diede opera con grandissimo studio
alle contemplationi celesti, osservò il corso
de Pianeti, di che haveva appreso i principii nell'Egitto, & insegnò le cose osservate à Greci. Scrisse l'Enotro, ò specchio,
da cui prese Arato i suoi fenomeni; osservò la grandezza dell'anno, e ritrovò un'
anno grande di nove anni vertenti, che si
disse Enneateride. Nel fatto delle Teoriche fuggì gl'eccentrici, e gli epicicli, sforzandosi di salvar l'apparenze per via di
concentrici con orbi moltiplicati. Disse
che il Diametro del Sole è nonuplo à quello della Luna; fù galant'huomo, percioche
non diede fede alcuna alle predittioni de
Caldei. Morì di cinquanta tre anni, essendogli stata predetta la morte da Api bue
d'Egitto, che gli leccò il Mantello.
100
379
FILOSOFO così chiamato visse nei
tempi di Filippo Macedone, huomo d'infinita dottrina, e grande nelle Matematiche, e nell'Astrologia. Scrisse delle distanze del Sole, e della Luna, due libri degli
Dei, uno del tempo, uno dell'ira, uno
della remuneratione, uno degl'amici, e
dell'amicitia, uno de Locri Opuntii, uno
del piacere, uno dell'amore, uno dello scrivere, uno di Platone. Scrisse delle grandezze del Sole, della Luna, e della terra, page 10un libro de lampi, uno de Pianeti, dell'
Aritmetica, de Numeri Poligonii, due di
Perspettiva, due della Specolaria, libri ciclici, delle Medialità, & altre cose. Distinse i libri delle leggi di Platone in dodici parti, e come si dice, vi aggiunse la terzadecima del suo.
100
378
XENAGORA misurò l'altezza del
Monte Olimpo di Tessaglia, e consegnolla alla memoria per via d'un'Epigramma.
Hassi ciò appresso Plutarco nella vita di
P. Emilio.
100
376
HERMOTIMO Colofonio discepolo
di Platone trovò molti Elementi Geometrici, & ampliò quelle cose, che erano state publicate da Eudosso, e da Teeteto.
Pietro Ramo lo mette peril quarto fra coloro, che hanno ordinato i libri degl'Elementi.
101
375
TEETETO Ateniese compagno di
Platone; e Discepolo di Teodoro Cireneo,
e nelle morali di Socrate, è connumerato
da Proclo fra coloro, che ne tempi di Platone apportarono molta perfettione alle
Matematiche, e l'accrebbero grandemente di numiero di Teoremi. Morì di ferite,
che riportò dalla guerra.
101
375
FILIPPO Mendeo di natione Italiano, trasferitosi in Atene fecesi discepolo di
Platone, à persuasione di cui diede opera page 11alle Matematiche, attese alla dottrina degl'Elementi. Fù chiaro nelle cose dell'
Astrologia, scrisse delle significationi, delle non erranti, e trattò delle cose Meteorologiche.
102
370
DINOSTRATO fratello di Meneemo, e discepolo di Eudosso, e frequentatore delle scuole di Platone; trovò questi
la linea quadrante, se però egli è quello, di
cui fà memoria Pappo nel quarto de Collettanei; il nostro fù di patria Alopeconesio.
102
379
POLEMARCO da Cizico fù amico,
e familiare di Eudosso; attese alle Matematiche, e particolarmente all'Astrologia.
Conobbe le variazioni dell'apparenze de
Pianeti, intorno al parere hor maggiori,
hor minori di diametro; ma amando le
suppositioni de concentrici, non v'applicò
l'animo. Fù nella dottrina delle Teoriche
Maestro di Calippo, di cui egli era familiare.
102
368
AMICLA di Heraclea fù, come afferma Proclo, familiare di Platone, e con
Meneemo, e Dinostrato apportò gran giovamento alla Geometria.
104
365
PITAGORA Zacintio, cioè dal Zanto, fù Musico, che nell'istesso modo d'
Agenore, come nell'istesso luogo scrisse
Aristosseno, trattò non troppo bene delle
differenze de Sistemi.
104
362
MENEEMO fratello di Dinostrato fù
discepolo di Eudosso, & amico di Platone;
secondo Suida fù Alopeconesio. Apportò
questi grande augumento alla Geometria,
scrisse alcune opere Geometriche, delle
quali si servì Proclo ne suoi Commentarii;
distingueva gl'Elementi in confermanti, e
confermati, e diceva ogni elemento più
semplice essere elemento del composto, di
cui egli entrava nella compositione; voleva, che tutte le propositioni fossero Teoremi, cioè che nelle propositioni Matematiche nulla si fabricasse. S'affaticò nell'inventione delle due medie, e fecene instrumento, servendosi in ciò delle settioni coniche.
104
360
ERASTOCLE Musico è commemorato da Aristosseno, e ripreso da lui per havere imperfettamente trattato della compositione degl'intervalli, & alcune altre
cose di Musica.
106
355
HELICONE da Cizico fù discepolo page 13di Eudosso in Atene, & indi uditore, e
domestico di Platone, da cui fù mandato
à Dionigi Siracusano. Attese alle Matematiche, e fù uno di quelli, à quali Platone mandò coloro, che cercavano la solutione del problema dell'addoppiamento del
cubo; fù buon Astrologo, e predisse un
Ecclisse della Luna con maraviglia di Dionigi, che perciò gli donò un talento d'argento. Scrisse anco libri Apotelesmatici,
cioè giuditiarii appartenenti alla Genetliaca, dalla quale s'attende à giuditii delle
natività degl'huomini.
107
350
TEUDIO fù da Magnesia Città della
Jonia, hebbe per Maestro Platone, e fù
eccellentissimo Matematico. Affaticossi intorno a gl'Elementi Geometrici, e fabricogli egregiamente, e molti di loro, che
erano particolari, fece più universali. Di
lui fà honorata mentione Proclo ne suoi
Commentarii.
107
350
PLATONE Ateniese, cognominato
per la sua eccellenza Divino, illustrò non
solo tutta la Filosofia, mà le Matematiche ancora, alle quali di maniera fù affettionato, che scrisse sopra l'Accademia, che
niuno vi entrasse, che non fosse Geometra. Dalla scuola di lui, come dal Cavallo
Trojano, uscirono Matematici nobilissimi
commemorati da Proclo ne i suoi compage 14mentarii, e da noi in questa nostra historia. Sparse egli per tutti i suoi Dialoghi i
lumi di queste scienze, e mostrò quanto
egli ne fosse vago, & intendente; dilettossi
però di questi studii non per servirsene in
cose materiali, ma, secondo il costume de
Pitagorici, per alzarsi col mezzo loro all'
altissime contemplationi della Teologia.
107
349
LAODAMANTE da Thaso, familiare di Platone; questi accrebbe i Teoremi Geometrici, & illustrogli; imparò egli
da Platone il metodo risolutivo, & adattandolo alle speculationi fù inventore di
molte cose notabili nella Geometria.
107
349
NEOCLIDE aggiunse molte cose alle
speculationi de gli Elementi, accrescendo
quelle, che poco prima erano state trovate
da Compagni, e Discepoli di Platone.
108
344
LEONE Pitagorico di Setta, e discepolo di Neoclide, fabricò gl'Elementi
Geometrici per la moltitudine, e per l'uso
delle cose, che vi si dimostrano con molto
maggior diligenza di quello, che si facessero i più antichi di lui. Trovò le determinationi, mediante le quali possa conoscersi, quando il problema proposto sia possibile.
109
341
PIRRO, come scrive Ateneo à Marcello, fù inventore di Machine da guerra.
Scrisse un libro intitolato i Poliorcetici,
cioè espugnativi delle Cittadi, ne quali
trattò de cuniculi, e cave sotterranee con
le cose à loro appartenenti; secondo me
questi è quello, che corrottamente ne testi
di Vitruvio si dice Firo, di cui egli fà memoria nel proemio del settimo fra Mecanici, dell'opere del quale egli afferma d'essersi servito nello scrivere delle Machine
da Guerra.
109
340
AGESISTRATO: questi ancora fù
inventore di machine, e ne scrisse, e perciò fù da Vitruvio allegato nel numero di
quegl'altri, de quali egli si valse. Ateneo
à Marcello si valse delle cose sue, affermando, che nell'arte delle Machine da
lanciare egli superò di tanto gli antichi,
che apena trovino fede appresso chi le sente raccontare; percioche una sua catapulta
di tre cubiti lanciava lontano tre stadii, e
mezzo, & una di quattro un mezzo miglio
intiero.
110
339
CHEREA, e DIADE Ateniesi Discepoli di Poliide di Tessaglia militarono
con Alessandro il grande. Furono questi
due inventori delle Trivelle, delle Scale
nautiche, e delle Torri, che si conducono
per via di ruote; di costoro fanno mentione Vitruvio, & Herone Mecanico. Cherea, come s'ha da Vitruvio, mandò fuori
libri di Machine.
110
338
XENOCRATE Calcedonio figlio d'
Agatenore discepolo, e familiare di Platone, fù d'ingegno alquanto ottuso, e sempre melanconico, e nemico de piaceri amorosi, e famoso per la continenza. Disprezzò le ricchezze, e fù di vita innocentissima. Scrisse molte opere commemorate da
Laertio nella vita di lui, ma nelle Matematiche, alle quali attese con molta diligenza, lasciò scritte le infrascritte cose.
Delle cose Geometriche libri cinque, de
numeri uno, delle speculationi de numeri
uno, degl'intervalli uno, delle cose Astrologiche libri sei, gl'Elementi ad Alessandro, due libri ad Efestione della Geometria. Amò la disciplina di Pitagora, onde
le cose Geometriche, & Aritmetiche applicò alle cose Filosofiche, & alla Teolopage 17gia; vien ripreso non dimeno dell'haver'
Egli tenuto darsi alcune linee per la loro
picciolezza indivisibili, il che in tutto è
contrario alla natura della quantità, & à
principii della Geometria: Proclo in alcune altre cose gli si oppone appartenenti
all'helica del cilindro; Conobbe le Matematiche essere utilissime à chi vvol far profitto nella Filosofia; onde non volle insegnare à colui, che disse di non saperne, dicendogli, che non haveva λασήν
φίλοσοφίας, cioè il manico, per cui la Filosofia si prende; successe nella scuola con
Speusippo à Platone.
111
335
ARISTOSSENO compatriota di Archita fù figliolo di un Mnesia, ò Spintaco
Musico, onde indrizzato dal Padre attese
alla Musica, diede opera alla Filosofia ancora, e fra gl'altri hebbe per Maestro Aristotile; fù severo, & inimico del riso, il
che pare che fosse contrario alla sua professione principale. Scrisse molti libri di Musica, e particolarmente gli elementi Harmonici, che finhora in alcune famose librerie si conservano, e non ha molto furono recati nella lingua latina da un Antonio Gogava. Nella Musica dava Egli gran
parte al senso, nel che non sentiva con Pitagora, che il tutto riduceva alle raggioni.
Scrisse altre opere in altre professioni con page 18molta eccellenza, le quali ci sono state furate dalla longhezza del tempo. Suida
vvole ch'egli scrivesse quattrocento, e cinquanta tre volumi.
111
334
DICEARCO Messinese figliolo d'un
Fidia, partitosi dalla Patria udì in Atene
Aristotile; fù Egli Historico, Filosofo, e
Geometra; fù Geografo ancora, e publiconne Tavole; Misurò i Monti del Peloponeso, e della Tessaglia, e fù grande amico di Aristosseno.
112
330
CALIPPO da Cizico familiare di Polemarco suo compatriota, da cui apprese
quelle cose, che appartengono alle Teoriche de pianeti secondo la dottrina di Eudosso. Partito da Polemarco, e trasferitosi in Atene fecesi scolare d'Aristotile; riformò in qualche parte le Teoriche di Eudosso, dell'accommodamento di cui si valse poi il Filosofo ne libri Metafisici. Furono tuttavia imperfette le suppositioni d'
Eudosso, e di Calippo paragonate con
quelle degl'Astrologi più bassi; fù Calippo inventore d'un anno grande, che fù dal
suo nome detto il Periodo di Calippo, &
era di settanta sei anni. Osservò esquisitamente la grandezza dell'anno, e scrisse alcuna cosa intorno l'osservatione de nascimenti, & occasi delle stelle.
112
328
NICETA Siracusano, come scrive
Teofrasto, era d'opinione, che il Cielo,
il Sole, la Luna, e le Stelle, e tutte le cose di sopra stessero ferme, e la Terra sola
si movesse in giro. L'istessa opinione avanti haveva havuta Filolao, nella vita di cui
Laertio, ò chi tradusse, chiamano il nostro Hiceta in vece di Niceta, se però, come io stimo, non vi è menda nel testo.
115
318
TEOFRASTO Eresio figliolo di Melanto, auditore di Platone, & indi d'Aristotile, hebbe piena cognitione di tutte le
Matematiche, onde, oltra l'altre infinite
opere, che egli scrisse nell'altre professioni, connumerate da Laertio nella Vita di
lui, compose quattro libri dell'historia
Geometrica, sei dell'historia Astronomica, uno dell'argomento dell'historia Aritmetica. Successe nella Scuola al suo Maestro.
115
316
EUDEMO Rodiotto fù discepolo d'
Aristotile, attese alla Filosofia, & alle Matematiche, scrisse, come nota Proclo, un
libro dell'Angolo. Oltra l'altre opere sue
scrisse l'historia naturale, la Geometrica,
e l'Astrologica; queste arrivarono sino à page 20tempi di Simplicio, & hora sono perdute.
119
308
FIDIA figliolo d'Acupatre fù Astrologo più antico d'Archimede, percioche
egli fà mentione di lui nel libro del numero dell'arena, ove dice che egli dimostrò
il diametro del Sole esser dodeclupo al
diametro dalla Luna.
119
300
ARISTEO commemorato da Pappone Collettanei fù acuto Matematico, e
scrisse un'historia Geometrica, nella quale
raccoglieva tutte le cose trovate insino à
suoi tempi; Scrisse parimente cinque libri
de luoghi solidi, col mezzo de quali si risolvono i problemi solidi. Scrisse cinque
altri libri, ma brevissimi, della dottrina conica; Scrisse oltra ciò un libro della comparatione de cinque corpi regolari.
120
299
AUTOLICO Pitaneo d'Eolia fù Maestro nelle Matematiche di Arcesilao di Seuto, con cui peregrinò nella Città di Sardi.
Attese principalmente à moti della sfera celeste. Scrisse dunque due libri, l'uno della
sfera mossa, & uno diviso in due libri de
nascimenti, & occasi delle Stelle. Diede
opera con grande industria alle Teoriche,
e doppo Eudosso, e Calippo scrissene volumi, che ci sono stati rapiti dalla rabbia
del tempo.
120
298
DIOCLE scrisse un libro intitolato i page 21Pirii, nel quale, come nota Eutocio sopra
i libri di Archimede, trovò un modo da
investigare le due medie proportionali, e
se fù inventore di Machine, può esser quello commemorato da Ateneo ne Dinnosofisti, che nell'espugnatione di Rodi donò
à Demetrio Poliorcete li Elepoli, il che se
è vero, fù egli di patria Abderite.
120
297
HIPPONICO fù d'ingegno ottuso:
tuttavia fece tanto profitto nelle Matematiche, e particolarmente nella Geometria,
che aprì la scuola in Atene, & hebbe per
discepolo Arcesilao Pitaneo, che haveva
udito Autolico. Non lasciò scritto nulla,
che si sappia, ma finalmente divenne pazzo.
120
296
FILONE Bizantico grandissimo Matematico, & illustre Mecanico, & insieme
Architetto eccellente, onde scrisse delle
simmetrie de tempii, e fece il pronao, ò
vestibolo, che dir vogliamo, al tempio di
Cerere Eleusinia, e di Proserpina in Atene. Fabbricò egli con infinita sua lode l'
armamentario, ò Arsenale del Pireo in
Atene, e scrissene un libro. Scrisse un libro di Mecaniche, e mostrò, che le cinque potenze Mecaniche si riferiscono alla
natura della libra, e trovò un'instromento
da rinvenire le due medie proportionali.
Publicò parimente un libro d'Automati,
ò Semoventi, del quale fa memoria Hepage 22rone in quel libri tradotti da Noi, ne quali tratta dell'istesso suggetto. Herone il
Mecanico attribuisce al nostro Filone l'inventione della testuggine arginata commoda all'espugnationi delle Fortezze.
121
295
EPIMACO Ateniese Mecanico nobilissimo servì nella guerra Demetrio Poliorcete, e fabricògli le machine belliche, per
cagione delle quali Demetrio fù ammirato, e guadagnonne il cognome d'espugnatore. D'Epimaco fù inventione quella
gran machina Elepoli, cioè espugnatrice
delle Cittadi, che Demetrio adoperò nell'
espugnatione di Rodi. Altri hanno attribuita la detta machina à Diocle, di cui si
ragionò nello scrivere di lui, ma può essere che fossero insieme, ò che anco Diocle
ne fabricasse un'altra; certo Vitruvio, e
Ateneo Mecanico attribuiscono l'Elepoli,
di cui si servì à Rodi Demetrio, ad esso
Epimaco.
122
290
EUCLIDE Secondo alcuni Siciliano,
e della Città di Gela fra tutti gl'altri Matematici chiarissimo studiò in Alessandria,
e come è da credere, in Atene. Scrisse
molte cose, cioè il libro degl'Elementi
Geometrici, nel quale Egli superò tutti
coloro, che avanti à lui ne havevano scritto, e tolse il luogo à tutti quelli, che seguirono doppo lui, di maniera che per ecpage 23cellenza egli s'ha acquistato il cognome
dello Stichiota. Oltra il libro de gl'Elementi scrisse il libro de Dati, tre volumi
de Porismi, la perspettiva, la specolaria, il
libro de fenomeni, ò apparenti, un libro
de Conici un altro de Mendacii, ò fallacie, e gl'elementi della Musica. Vi è ancora chi attribuisce à lui quel libro di Macometto Bagdadino delle divisioni delle
superficie. Fù Euclide Platonico di setta,
e, come scrive Proclo, si pose à scrivere gl'
Elementi per giungere alla fabrica de corpi regolari.
124
280
ARATO da Soli di Cilicia figliolo di
Atenodoro, e di Letofila fù discepolo di
Menecrate Efesio nella gramatica: nella filosofia udì Timone, e Menedemo, nelle
Matematiche fù scolare d'un Aristotoro.
Studiò in Atene con Dionigi Heracleota, e Perseo; accostossi ad Antigono Gonata Re di Macedonia. Scrisse molte opere, ma la maggior lode acquistossi per il libro degl'apparenti, nel quale seguendo la
dottrina di Eudosso, egli cantò poeticamente delle stelle.
128
265
BEROSO Caldeo, e di Patria Babilonio, abbreviò l'historia de Caldei, fù parimente grande Astrologo, e Filosofo, e
dell'una, e l'altra professione lasciò scritti
libri in lingua greca. Aprì la scuola nell' page 24Isola di Cò, e, come scrivono alcuni, fù il
primo Caldeo, che portasse l'Astrologia
Genetliaca à Greci. Superò egli in quella
professione tutti gl'altri, di maniera, che
per la verità delle sue predittioni gl'Ateniesi posero la sua statua nelle publiche
scuole con la lingua dorata. Disputò eccellentemente delle cagioni de varii aspetti della Luna, e perche ella hora cresca secondo l'apparenza, & hora scemi. Attese
alla Gnomonica, e trovò una sorte d'horologgio detto Hemiciclio, di cui fà mentione nella sua Architettura Vitruvio.
129
263
TIMOCARI Alessandrino, Astrologo de suoi tempi famosissimo, attese principalmente all'osservationi de moti celesti,
e fù il primo, che osservasse i luoghi delle
stelle fisse per via di longitudini, e latitudini, le quali osservationi furono poi di
gran giovamento ad Hipparco, e Tolomeo, che vissero doppo lui.
129
261
ARISTARCO da Samo fù grandissimo Astrologo: osservò la quantità dell'anno vertente, e disse l'anno grande essere
di due mila quattrocento ottanta quattro
anni vertenti. Tenne Aristarco che il Sole posto nella sfera delle Stelle fisse, e quasi una di loro, stesse fermo, e la terra gli
s'aggirasse intorno. Scrisse egli vn'operetta nobilissma delle grandezze, e distanze page 25del Sole, e della Luna, tradotta à nostri
tempi, e publicata dal Comandino. Fra
gl'antichi v'haveva scritto sopra alcuni Scogli Pappo Alessandrino. Scrisse Aristarco
sopra gl'apparenti di Arato, & attese alla
Gnomonica, e fù inventore di quell'Horologgio concavo di mezza sfera, che si disse scase, & anco di quell'altro piano, che
si chiama il Disco, de quali fà memoria
Vitruvio nella sua Architettura.
129
260
SELEUCO Babilonio di Seleucia fù
Astrologo Caldeo. Teneva egli che il mondo fosse infinito, che la terra si movesse di
moto contrario à quello della Luna, onde
cavava le ragioni del stusso, e riflusso del
mare. Disputò delle cose celesti.
131
255
HERMIPPO. Scrisse egli ancora i Fenomeni in versi nella maniera, che haveva
fatto Arato, aggiungendovi, & interferendovi le favole appartenenti à nomi dell'
imagini.
131
254
ACHINAPOLI; di costui non si sà
altro, se non che frà gl'Astrologi eccellenti egli è annumerato da Vitruvio nel Nono dell'Architettura.
134
240
BITONE antico mecanico scrisse un
libro intitolato delle machine, e dedicollo al Rè Attalo; in questo insegno la fabrica di molte machine da lanciare e dardi, e pietre, & insieme esplicò la fabrica
della Sambuca, machina da espugnare le
Città maritime.
136
235
MOSCO scrisse un libro di machine,
nel quale affermava gagliardissima essere
fra tutte la sambuca, della quale egli ne
assegnava l'inventione ad un Heraclide
Tarentino. Io stimo che questi fosse Siciliano, e quel medesimo, che scrisse il commentario della nave di Hierone, di cui fa
mentione Ateneo ne Dinnosofisti. Un'altro Mosco pure Siciliano gentilissimo Poeta fù commemorato da Suida in Teocrito.
137
230
HERACLIDE fù domestico, e familiare di Archimede, e di Dositeo. Scrisse egli la Vita di Archimede. Stimo che
egli sia quel Tarentino, à cui da Ateneo,
come dicemmo in Mosco, fù attribuita l'
inventione della Sambuca.
139
220
ARCHIMEDE Siracusano Prencipe
de Matematici, e degl'Inventori di machine, familiare di Hierone, e di Gelone
Regi di Sicilia, hebbe ingegno più divino, che humano. Scrisse molte opere, del
numero della Rena, delle cose, che si muopage 27vono per l'acqua, degl'equeponderanti,
della quadratura delle parabole, della misura del cerchio, delle linee spirali, de conoidi, e sferoidi, della sfera, e del Cilindro, & alcune altre opere nobilissime; fù inventore della Coclea atta ad elevare l'acqua
dal basso in alto. Trovò tredici corpi solidi diversi dai cinque di Pitagora, e nel fabricare machine da guerra non hebbe pari.
Scoperse il furto dell'Orefice, che haveva
mescolato l'argento fra l'oro della corona.
Architettò la Nave mirabile di Hierone
descritta da Ateneo, e la mosse per condurla al mare con tanta facilità, che ne fece stupire Hierone, e la Sicilia. Inventò
una machina, mediante la quale si vantò di
muovere la terra, quando egli havesse ove
posarsi. Fabricò la sfera, che si moveva,
come la celeste, la quale fù celebrata da
Claudiano, e da altri Scrittori. Diffese
gran tempo la sua Patria contro Marcello;
finalmente essendo ella presa, di ferro fù
ucciso, con gran dispiacere di Marcello,
da un Soldato, mentre egli era intento alla speculatione d'alcune figure matematiche.
139
220
SCOPINA Siracusano, questo è connumerato da Vitruvio nel primo dell'Architettura fra coloro, che furono perfettissimi nella Teorica, e nella Pratica, e seppage 28pero molte scienze, e l'applicarono all'uso.
Penso che sia errore nel testo, e voglia dire Scopa, di cui fà mentione l'istesso Vitruvio nel nono libro, come d'inventore
d'un Horologgio da sole detto Plinto, ò lacunare, il quale ne tempi di Vitruvio fù
posto in publico nel circo Flaminio.
140
219
PATROCLE gran Geografo, di cui
si valse Eratostene nell'emendar gl'errori
della Tavola Geografica antica. E verisimile, che questi sia quel medesimo, che
trovò l'Horologgio detto Pelevino cioè Secure, commemorato da Vitruvio nell'Architettura.
140
219
CONONE da Samo grandissimo Matematico, e Geometra, & Astrologo insieme, fù caro al primo Tolomeo Evergete
Rè d'Egitto, onde nominò alcune stellette dal nome della chioma di Berenice. Fù
domestico d'Archimede, ritrovò la linea
spirale, ma prevenuto dalla morte lasciò la
cosa imperfetta, alla quale diede poscia perfettione Archimede. Attese alla dottrina
conica, e scrissene ad un Trasideo: Hebbe per nemico un Nicotele Cireneo, che
gli scrisse contro. Scrisse Conone alcuni
libri di Astrologia, e di lui, come d'osservatore delle cose celesti, fanno mentione Probo, Seneca, Plinio, & altri.
141
215
ERATOSTENE Cireneo perla vivacità del suo ingegno, e per la varia cognitione delle cose cognominato il secondo
Platone, fù in Atene discepolo d'Aristone Chio. Acquistossi l'eccellenza in molte discipline, perciòche fù egli intendentissimo Filosofo, Matematico, cioè Aritmetico, Musico, Astrologo, e Geometra. Fù anco grand'Historico, Geografo,
e Poeta, onde dicevasi Pentatlo, cioè vincitore di cinque giuochi, volendogli dinotare, che in tutte le professioni egli superava gl'altri; fù nondimeno in alcuni luoghi ripreso da Strabone. Scrisse molte opere in tutte le professioni, le quali si sono
perdute. S'affaticò nell'inventione delle
due medie per la duplatione del cubo, e fecene commodissimo Instrumento, e drizzata una colonna dedicollo alla memoria
ad uso publico, aggiungendovi un'Elegia
in materia della detta inventione, diretta
à Tolomeo Re d'Egitto.
144
200
DOSITEO buon Matematico, & Astrologo de suoi tempi, e peritissimo Geometra. Fù questi familiarissimo d'Archimede, da cui gli fù dedicato il libro delle
linee spirali, e quello della quadratura della parabola. Fugli anco donato il libro de
Conoidi efferoidi. Fù egli grande osservatore de moti celesti, e fù publicatore dell'
otto eteidi. Scrisse de nascimenti, & occasi delle Stelle, e delle significationi delle
non erranti. Osservò egli secondo Tolomeo nell'Isola di Coo.
149
180
SCILACE da Carianda fù Historico,
Musico, e Matematico, e benche fosse intendentissimo Astrologo, non diede fede
per tanto alle vanità de Genetliaci, del
che fù lodato da Cicerone nei libri della
Divinatione. Scrisse contro l'historia di
Polibio.
154
160
PARMENIONE Matematico, e
Geometra diede opera alla Gnomonica, e
fù, come scrive nella sua Architettura Vitruvio, inventore d'un Horologgio solare
detto alla Greca Prostali Istrumena; cioè
che si poteva operare in tutti quei luoghi,
che già erano conosciuti appreso gl'Historici.
158
145
APPOLONIO da Perga celebratissipage 31mo Matematico, e per l'eccellenza sua
chiamato il Geometra. Attese con gran
diligenza alla dottrina degli elementi, e
d'alcune cose trattò più pienamente, che
non haveva fatto Euclide, di cui pare che
tentasse e nella disciplina degl'Elementi,
e nelle cose coniche di oscurare la gloria
Affaticossi nella dimensione del cerchio, e
quadrollo con l'ajuto d'una linea detta da
lui sorella della Cicloide. Dimostrò la generatione dell'Helica, & insegnò il modo
da trovare le due medie proportionali
Scrisse di perspettiva. Diede opera alla
Gnomonica, e trovò quell'Horologgio,
che dalla similitudine era detto Faretra.
Scrisse delle Teoriche de Pianeti, e mandò
fuori un libro del paragone del Dodecaedro, e dell'Icosnedro. Scrissene un'altro
intitolato il luogo risoluto, e de libri della
Settione della proportione, un'altro della
Settione dello spatio, due de contratti,
due delle inclinationi, due altri de luoghi
piani. Scrisse otto libri mirabili, ne quali abbracciò tutta la dottrina Conica; di
questi se ne trovano sol' quattro, gl'altri
sono stati divorati dal tempo.
159
142
ARCHELAO contemporaneo di Panesio, e Stoico di Setta, fù Astrologo
eccellentissimo de suoi tempi, il quale disprezzò, ne volle servirsi dell'Astrologia
Caldaica, la quale attende alle predittioni. Fa mentione di costui Cicerone nel
secondo della Divinatione.
159
141
CASSANDRO contemporaneo d'Archelao, fù egli anco Astrologo, e risiutò
il predire le cose future per via dell'Astrologia de Caldei. E commemorato da Cicerone apunto nell'istesso luogo.
159
140
ANDREA fù inventore appresso Vitruvio d'una sorte d'Horologgio, che egli
chiamò Prospanchima, cioè per ogni clima, che noi diremo universale; può essere che questi sia quell'Andrea Mecanico,
di cui s'à mentione appresso Oribasio nel
libro delle Machine da conciar l'ossa.
159
140
TEODOSIO da Tripoli di Soria, se
però egli non fù Bitino, come afferma
Strabone, fù Matematico di molta stima,
e scrisse di molte opere, fra le quali eccellentissima è quella, che in tre libri egli
compose degli sferici. Compose anco un
libretto de giorni, e delle notti, diviso in
due libri, & un'altro dell'habitationi, cioè page 33de varii effetti de moti celesti rispetto diversi siti della terra habitata. Scrisse ancoalcuni commentarii sopra un libro d'Archimede intitolato l'Esodio. Scrisse parimente sopra un'opera intitolata i Capitoli
di Teuda. Fù inventore insieme con Andrea di quell'Horologgio, che si disse ad
ogni clima. Hebbe trè figli Matematici,
de quali non s'ha il nome, ne altra cosa
di particolare.
159
140
DIONISIODORO nobile Matematico fù nativo di Cidno. Scrisse un libro,
nel quale insegnò di segare una data sfera
secondo una data proportione. Vive quest'
opera, e fù tradotta da Giorgio Valla, e
di nuovo era promessa da Francesco Maurolico Mesinese. E connumerato da Vitruvio fra gl'inventori di varie maniere d'
Horologgi, & attribuitagli l'inventione
d'una sorte, che dalla forma fù chiamata
il Cono. Nella sepoltura di costui fù trovata una lettera, nella quale scriveva, che
essendo egli sceso al centro, il Semidiametro della Terra era di quarantadue mila
stadii.
160
139
CTESIBIO d'origine Ascreo, ma nato
in Alessandria, fù figliuolo d'un Barbiere,
& attese anch'egli da giovinetto alla detta arte; poi diedesi alle cose Geometriche,
e dell'ingegno, nelle quali riuscì di mapage 34niera, che fece miracoli. Fù egli inventore delle Machine Hidrauliche, con le quali s'alza l'acqua per via d'espressione. Trovò anco le spiritali con l'occasione del canale di quello specchio, che vien raccontato da Vitruvio. Trovò secondo il medesimo gl'Horologgi aquatici, & accrebbe la dottrina delle Machine semoventi,
che i Greci dissero Automati. Scrisse anco delle machine da guerra, & à noi sono passati i Belopirii, che trattano della
detta materia. A costui s'attribuisce anco
l'inventione degl'Organi aquatici.
160
138
NINFODORO grande Inventore di
Machine è messo da Vitruvio nella classe
d'Archita, e d'Archimede, e di Ctesibio. Fù ritrovatore, come s'hà appresso
Oribasio, d'una Machina per l'uso della
Chirurgia, detta Glossocomo. Non sò se
questi sia quello, che da Plinio, come Geografo, è commemorato nella sua historia
naturale.
160
130
HIPPARCO da Nicea di Bitinia
grandissimo Astrologo, e Filosofo insieme visse, e fece tutte le sue osservationi
in Rodi. Osservò con grandissima diligenza la grandezza dell'anno vertente, e fù
il primo, che s'accorgesse, che le Stelle
fisse hanno un moto proprio secondo l'ordine de segni, come hanno i Pianeti. Conpage 35stituì l'anno grande secondo Censorino d'
anni trecento quattro. S'affatigò nell'osservatione de Solstitii, & Equinotii, e fù
di gran giovamento la diligenza sua à Tolomeo, che osservò molti anni dopo lui.
Pose molto studio nelle Teoriche de Pianeti: conobbe l'eccentricità del Sole, e
qual proportione ella s'habbia al semidiametro del suo eccentrico. Scrisse un libro
della sfera, uno dell'ascensione de dodici
segni. Dodeci ne compose della quantità
delle rette nel circolo. Scrisse dell'intercalazioni. Scrisse contro Eudosso, e Calippo nel fatto de concentri, e revolventi.
Publicò un buon volume sopra gl'Apparenti d'Arato. Scrisse degl'Asterismi, cioè
dell'osservatione de luoghi delle Stelle fisse, & anco de nascimenti, e degl'occasi
delle Stelle. Scrisse dell'Astrolabio, e fù
inventore della Dioctra. Fù Cosmografo,
e corresse i commentarii cosmografi di Eratostene, ancorche egli ancora sia in alcune cose ripreso da Strabone, che và correggendo ambedui.
164
120
HERONE Alessandrino attese con
genio mirabile alle cose delle Machine,
nella qual Professione hebbe per Maestro
Ctesibio, e diede opera à gl'Elementi, e
scrisse delle diffinitioni Matematiche. S'affaticò intorno al modo del trovar le due page 36medie. Scrisse i metrici, nel qual libro insegnava di trovare l'approssimatione della radice d'un dato numero. Seguì sopra
tutti la dottrina d'Archimede, & espose
l'inventioni sue. Trattò delle cinque potenze, dell'opera di cui servissi Pappo nell'
ottavo de suoi collettanei. Scrisse degl'Automati, e degli spiritali, & anco degl'Hidrologii, cioè Horologgii dall'acqua. Scrisse le Camraiche, e Cambestrie, Machine
da guerra. Publicò parimente Herone un
libro della Geodesia, cioè del misurare i
campi.
174
80
POSIDONIO d'Apamea di Siria Filosofo Stoico trasferissi da giovinetto in
Rodi, ove fece mirabile profitto nelle
scienze. Fù discepolo d'Antipatro Stoico,
à cui successe nella scuola. Fù domestico
di Scipione Affricano, di Pompeo il grande, e di Cicerone. Fù Historico, Geografo, e Matematico. Scrisse molti libri
di Geografia, nelle quali Strabone si sforzò di riprenderlo in qualche cosa, come
haveva fatto Eratostene, & Hipparco.
Publicò molte opere morali secondo la
Dottrina degli Stoici. Scrisse anco delle Fisiche, & attese alle cose dell'Astrologia,
e ne compose volumi, de quali in gran
parte nella sua circolare specolatione si valse Cleomede. Investigò con un modo ripage 37trovato da lui la quantità del giro della
Terra. Fù esercitatissimo nella dottrina degl'Elementi Geometrici, e come nota Proclo, scrisse un'intiero volume contro Zenone Sidonio Epicureo, che l'oppugnava.
Ma quanto nel fatto degl'Elementi Posidonio valesse, è chiaro per quello, che s'
hà ne commentarii sopra Euclide fatti
dall'istesso Proclo. Attese ancora all'Astrologia de giuditii, come di autorità di Cicerone afferma S. Agostino nella Città di
Dio. Fece Posidonio una sfera, che si moveva à tempo, simile à quella, onde conseguì cotanta lode Archimede. Hebbe una
figliuola, di cui, e Menecrate suo marito
nacque un Giasonne, che gli successe nella Scuola.
175
79
HIPSIDE Alessandrino figliuolo di Padre Matematico diede opera con molto
profitto alle dette scienze. Lasciò alcune
opere nella sua professione, fra le quali sono i due ultimi libri de gl'Elementi, cioè
il quartodecimo, e l'ultimo, ne quali si
tratta della dottrina de corpi regolari.
Scrisse anco gl'Anaphorici, overo dell'
Ascensione de segni, della qual'opera si
valse Giorgio Valla. Attese anco alla Musica Hipside, e scrissene volumi.
175
75
NICOMEDE fù di Tessaglia, grande
Inventore, e fabricatore di Machine da page 38guerra. Servi Mitridate nell'oppugnatione di Cizico. Ritrovò egli una linea detta
Quadrante, credo perche servisse à quadrare il circolo. Divise con questa l'Angolo rettilineo in tre parti, cosa difficilissima, e di maggior'importanza, che à gl'
Idioti non pare. Ritrovò anco una linea
mista nominata dalla sua forma Concoide,
e scrissene un'volume. Di questa si valeva per dividere l'angolo, come si disse, &
anco per trovare le due medie proportionali per la duplicatione del cubo. Fanno
honorata mentione di lui Pappo, & Eutocio nobilissimi Matematici.
176
75
FILONE di Patria Gadarese scrisse alcune cose intorno all'opera d'Archimede
della dimensione del Cerchio, nella qual'
opera s'affaticò d'approssimarsi all'esquisitezza per via de numeri più di quello, che
si facesse Archimede, nel che non fù lodato da Eudocio. Fù questo Filone Maestro di Sporo.
176
75
SPORO Niceno di Bitinia Discepolo,
come si è detto, di Filone attese alle Matematiche, & è connumerato da Eutocio
fra quelli, che trovarono il modo da raddoppiare il cubo. Scrisse un'opera intitolata i Cerii, ò Cyrii. Parve che volesse
mordere Archimede in lodando il suo
Maestro di maggior esquisitezza nell'inpage 39ventione delle dimensioni del cerchio.
Non è verisimile che questo Sporo sia
quello, che, come vuole Teone ne commentarii d'Arato, scrisse della natura delle Comete, e secondo Achille Statio fece
i Commentarii sopra i Fenomeni dell'istesso Poeta.
179
60
DOROTEO Fenicio, e da Sidone fù
Astrologo Giuditiario, e scrissene in versi
un copioso volume, di cui con molta lode
raggiona Giulio Firmico, mostrando che
Manilio ne suoi libri si valesse dell'opera
di costui. Viene celebrato da molti moderni, fra quali sono principali Gioseffo
Scaligero, il Giraldi, e Gioviano Pontano
ne i libri delle cose celesti.
183
45
SOSIGENE Alessandrino grandissimo Astrologo contrasse in Alessandria familiarità con Giulio Cesare, il quale si servì poi dell'opera sua nell'accomodamento
dell'anno. Scrisse delle Teoriche de Pianeti, e de Moti delle stelle fisse. Fù inventore dell'aureo numero, di cui si valsero gl'antichi per trovare le lunationi. Due
furono i Sosigeni Astrologi, e questo è de
due il più antico; dell'altro scriverassi al
luogo suo.
184
43
TEOGENE Astrologo giuditiario, il
quale attendeva alla detta professione in
Appollonia dell'Epiro. Questi predisse la page 40sua grandezza ad Augusto, essendo egli
ancora giovinetto, laonde fece battere, essendo fatto Imperatore, le Medaglie con
l'ascendente del capricorno, sotto al quale
egli era nato con sì felice ventura.
184
42
NIGIDIO cognominato Publio gentilhuomo Romano attese alla Filosofia, alla Medicina, & all'Astrologia. Scrisse
molte opere gramatiche, fisiche, & appartenenti all'Aruspicina; vuole Eusebio, che
egli fosse Mago; ma che egli fosse Astrologo, e valente ne giudicii è chiaro, percioche predisse egli ad Ottavio Padre di
Augusto la grandezza del figliuolo pur allora nato. E famosa la ruota del vasajo girata da lui per render la raggione delle varie inclinationi de Gemelli. Scrisse Nigidio i Fenomeni, ò libro della sfera all'elevatione d'Egitto, e della Grecia, chiamando i fenomeni Egitii sfera Barbara à
differenza della Greca; nei detti libri imitò Arato, e scrissevi de pronostichi delle
mutationi de tempi. Fù amicissimo di
Marco Tullio, & essendo in essilio al tempo, che Cesare prese l'Imperio, fù consolato da lui, promettendogli la liberatione,
la quale non ottenne, anzi se ne morì bandito.
191
14
M. Vitruvio Pollione Architetto
famosissimo è incerto di qual Patria si fospage 41se. Attese da giovinetto à tutte l'arti migliori, hebbe cognitione molta buona delle cose Geometriche, e particolarmente
attese alle Gnomoniche, & alle Mecaniche. Militò sotto Giulio Cesare, finalmente essendo vecchio fù da Ottaviano
Augusto ad intercessione di Ottaviasua
Sorella fatto sopraintendente delle Machine da guerra, nel qual tempo egli scrisse,
e donò ad Augusto quel dieci nobilissimi
libri dell'Architettura, ne quali brevemente comprese tuttociò, che à quella
professione è necessario.
192
12
M. MANILIO Antiocheno di Servo
fatto liberto, & adottato nella famiglia de
Mallii, fù condotto à Roma ne tempi di
Giulio Cesare, e fiorì sotto Augusto, al
quale per le sue qualità egli fù molto grato. Scrisse cinque libri dell'Astrologia in
versi Heroici latini, e dedicolli ad Augusto. Il suo stile è concettoso, & alto, ma
non purgato, e puro. Attese alla Gnomonica, e pose la palla dorata in cima dell'
obelisco in Campo Martio, accioche servisse per vertice dello stile, onde la detta
Piramide mostrava l'hore per via dell'ombra.
203
ARRUNTIO fù della Città di Fermo di basso lignaggio. Il Padre chiamossi
Lutio. Venne à Roma essendo ancora page 42fanciullo, dove ne tempi di Varrone, di
Cicerone, di Nigidiodiede opera alla Filosofia, & alle Matematiche, ma sopra tutto dilettossi dell'Astrologia, onde per via
de calcoli astronomici ritrovò l'hora della
fondatione di Roma, e l'ascendente suo,
e con l'istesse raggioni trovò la constitutione del Cielo nell'hora che nacque Romolo, il che fece ad instanza di Terrentio
Varrone, di cui era molto familiare. Scrisse in lingua Greca delle stelle. Pare ch'
Egli fosse Geografo, & anco historico. Fù
amico, e familiare di Ottaviano Augusto,
e fù due volte Console sotto lui. Essendo
finalmente negl'ultimi anni di Tiberio imputato di esser'intervenuto in una congiu.
ra contro lui, temendo di non esser fatto
morire, crudelmente da se medesimo si tolse la vita, essendo vecchio di novantadoi
anni in circa.
203
TRASILLO, ò TRASIBULO fù
Astrologo giuditiario amato, & accarezzato molto da Tiberio. Fù egli, per quanto è da credere, da Rodi, perche da quell'
Isola fù condotto à Roma da Tiberio, ove
egli fù conosciuto per il suo valore anco da
Augusto, che allora viveva. Fù musico,
e ne scrisse libri, ove trattava del movimento Harmonico de pianeti. Scrisse della figura del Sole. Trattò di Geografia. page 43Mando fuori Efemeridi. Predisse à Nerone, ch'Egli otterrebbe l'Imperio.
204
CLEOMEDE Stoico di Setta scrisse
in prosa un libro, che egli intitolò la circolare specolatione, la quale si è conservata,
& è stata recata in latino da Giorgio Valla. In questo ragionò de cerchi celesti, e
di tutto quello che si aspetta ad una sommaria cognitione dell'Astrologia. Scrisse
in oltre un libro d'Aritmetica, il quale si
conserva nelle librarie d'Italia, e promesso
alla luce gran tempo fà dall'Accademia
Venetiana. Compose anco un'opera, il
cui titolo era del Moto de Corpi gravi per
un'medesimo mezzo: questa, la quale à
mio giuditio doveva esser bellissima, non
si trova.
207
SULLA. Questi al nome pare che fosse Romano. Diede opera alla giuditiaria,
e di lui non si sà altro se non che egli, come narra Suetonio, predisse la morte di
Calligola.
212
MARINO da Tiro Geografo, e Cosmografo de suoi tempi non ignobile. Descrisse le Tavole Geografiche, nelle quali,
per non haver usata la diligenza, che doveva, & haver tralasciate molte cose necessarie, fù emendato nella sua Geografia da
Tolomeo. A questo Marino s'attribuiscono le Protcorie sopra i dati d'Euclide. page 44
217
ASCLETARIONE visse in Roma,
e diede opera all'Astrologia genetliaca.
Questi, come narra Suetonio, predisse la
morte à Domitiano, il quale fattolo perciò chiamare à se, interrogollo di qual morte dovesse morire, e quando; & egli rispose che presto sarebbe lacerato da cani, l'
Imperatore, fattolo occidere, ordinò, che
fosse abbrusciato, ma levatosi un gran temporale smorzossi il fuoco; la onde sepolto
il corpo mezzo arso fù la notte dissotterrato, e divorato dai Cani, & indi à poco
Domitiano, secondo il suo pronostico, fù
ucciso.
218
AGRIPPA è verisimile, che fosse Latino, ponendosi mente al nome; nondimeno ciò può esser falso volendo Tolomeo
che Egli fiorisse in Bitinia. Fece alcune
osservationi delle cose celesti, delle quali
poi nell'Almagesto si valse Tolomeo.
221
MENELAO Alessandrino fù gran
Matematico, & Astrologo. Questi fece le
sue osservationi in Roma. Fù Geometra
ancora, e diede opera con molto frutto alla dottrina de gl'Elementi, per la qual cagione egli vien commemorato da Proclo
ne i suoi Commentarii. Trattò in sei libri
la dottrina de Seni. Scrisse un libro de
Triangoli, il quale ancora vive. Publicò
un libro de gl'Elementi sferici, come avanpage 45ti à lui haveva fatto Teodosio. Fù inventore come narra Pappo, d'una linea detta
Paradossa, del genere dell'heliche, delle
quadranti, delle conchoidi, e cissoidi. Fù
grande osservatore delle cose celesti, delle
osservationi di cui si valse Tolomeo nell'
Almagesto.
227
APOLLODORO Damasceno gran
Mecanico de suoi tempi servì dui Imperatori Trajano, & Hadriano. Questi fù
quello, che fece di comissione di Trajano
il Ponte sul Danubio, e fabricò Machine
da guerra in servitio d'Hadriano, e scrissene un libro intitolato i Poliarcetici, cioè
dell'espugnatione, di cui ne suoi Aversorii
fà mentione il Turnebò.
228
DIODORO Alessandrino fù cognominato Valerio, e nacque di un Polione
famoso Filosofo de suoi tempi. Attese alla
filosofia, & alle Matematiche. Scrisse molto delle cose celesti, e meteorologiche.
Diede opera alla Gnomonica, e scrisse, come si ha da Pappo, dell'Analemma. Scrisse, come appare, de pesi, e della libra. E
lodato, e commemorato da Proclo, da
Alessandro Afrodiseo, e da altri.
232
NICONE Pergameno Padre di Galeno il gran Medico. Fù questi Architetto,
e Geometra, ma più nome conseguì egli per
cagione del figliuolo, che della professione.
232
HELIODORO da Larissa discepolo
forse di Damiano attese alle cose di perspettiva, e scrisene un Trattatello in lingua Greca, sopra il quale tradotto in volgare, fece alcune fatiche Egnatio Danti
Perugino, che fù poi Vescovo d'Alatri.
233
NICOMACO da Gerasa Città di Siria scrisse un trattato di Musica intitolato
Manuale, o Enchiridio, il quale si trova
manuscritto in lingua Greca. Scrisse due
libri Aritmetici, che pure si trovano intieri, ne quali non discende all'arte de conti,
ma se ne sta solamente nella purità delle
speculationi, contemplando le proprie passioni, e quelle cose, che per se accaggiono
à numeri. Scrisse anco un libro delle medietà, allegato da Pappo. Fù Nicomaco
filosofo di Setta Pitagorico, come viene
affermato dal detto Pappo, eda altri Scrittori.
233
TOLOMEO cognominato Claudio
Alessandrino di Patria, ma d'origine da
Pelusio Egittio, grandissimo Geometra,
& eccellentissimo Astrologo diede opera
alla Filosofia, & alle Matematiche nella
sua Patria. Scrisse molte opere, & attese
con gran cura à tutte le Matematiche, incominciando da gl'Elementi, nella materia de quali scrisse alcune cose intorno alle
parallele. Scrisse di Perspettiva più libri,
ne quali trattò de gli specchi. Nelle Mecaniche affaticossi ancora, e scrisse un trattato de momenti elementare alla detta
professione. Nella Gnomonica fù dottissimo, e lasciò scritto il libro dell'Analemma, dal quale tutta la Gnomonica dipende. Scrisse del Planisferio un nobilissimo
trattato, nel quale mostra, da quali raggioni si faccia in quell'instrumento la projettione della sfera nel piano, posto l'occhio nel polo antartico. Di Musica scrisse
tre libri, ne i quali non lasciò cosa addietro,
che fosse necessaria ad un' perfettissimo
trattato della detta professione. Scrisse un
succinto libretto delle significationi delle
non erranti, nel quale raccolse l'osservationi di Messone, d'Eutemone e d'altri Astrologi più antichi di lui infino à Cesare.
Scrisse la Geografia in otto libri, ne quali
raccolse tutte le Provincie conosciute à page 48suoi tempi, e determinò le Città più famose per via delle longitudini, e latitudini. Compose l'Almagesto libro divino,
nel quale raccolse quanto s'aspetta alla cognitione de moti de Cieli, & alle Teoriche de pianeti, e delle stelle fisse, la qual'
opera divise in sedici libri. Scrisse appartenenti alla Giuditiaria quattro libri, dal unmero de quali chiamollo il Quadripartito.
Scrisse ultimamente il Centiloquio, che
da Greci fù detto i frutti, nel quale raccolse cento sentenze in guisa d'Aforismi,
appartenenti alla stessa professione de Giuditii.
234
SOSIGENE Peripatetico attese all'
Astrologia. Fù Maestro d'Alessandro
Afrodiseo. Scrisse delle cose Teoriche,
cioè de Revolventi, ne quali si sforzava
secondo la dottrina di Calippo e di Eudosso di salvar' l'apparenza senza eccentrici,
& epicicli. Scrisse anco molti libri di perspettiva, & alcune cose appartenenti alle
Meteore. Di costui fanno mentione Alessandro, e Simplicio ne commentarii loro.
239
ATENEO da Neucrate d'Egitto
buon Filosofo, e Geometra scrisse de Dinnosofisti, & un libro di Machine da guerra dedicato da lui à Marcello, ò Marco
Aurelio Imperatore.
245
GEMINO amico della Filosofia peripage 49patetica, e Matematico Eccellentissimo
scrisse un'opera mirabile intitolata dell'
Enarrationi, ò Percettioni Matematiche,
nella quale trattò in universale delle Matematiche, sicome Aristotile fece delle cose fisiche. Scrisse anco un libro dell'ordine delle Matematiche, e s'affaticò intorno
le cose d'Archimede. Trattò le cose Meteorologiche, e scrisse l'institutioni à Fenomeni, & è uno di quelli che esposero gli
apparenti d'Arato. Francesco Barocci vuole, che di Gemino sia quella sfera, che si attribuisce à Proclo; il medesimo Barocci lo
ripone fra coloro, che trattorno di Cosmografia.
247
ADRASTO d'Afrodisia compatriota d'Alessandro, e suo contemporaneo, e
come lui di Setta Peripatetico fece commentarii sopra i dieci Predicamenti d'Aristotile. Affaticossi ancora sopra i Fenomeni d'Arato. Scrisse libri di musica molto eccellenti, de quali fa mentione Giorgio Valla nella musica.
249
FILONE Tianeo contemporaneo di
Demetrio scrisse della stessa materia delle
linee, i libri di cui secondo Pappo furono tenuti in molta riputatione da Moderni.
265
ANATOLIO Alessandrino da giovinetto attese alle cose di Dialettica, di Rettorica, & alla Filosofia. Diede opera anco alle Matematiche, e fù di professione
Christiano, e Vescovo di Laodicea. Diede opera con molto frutto, come afferma
S. Girolamo, all'Aritmetica, alla Geometria, & all'Astronomia. Lasciò scritti dieci libri di Aritmetica, & alcuni calcoli sopra la retta celebratione della Pasqua.
269
PORFIRIO, che per proprio nome
si disse Malco, figliuolo di Malco da Tiro, fù discepolo di Jamblico di Ammonio Sacca, e di Plotino, come Peripatetico. Scrisse molte opere in diverse professioni, oltra il libro de Predicabili. Fù
buon Matematico, e particolarmente diede
opera alle speculationi di musica; onde lasciò
dottissimi commentarii sopra i trè libri di
Musica di Tolomeo. Fù acerbissimo nemico del nome Christiano, e scrisse loro
contra libri non meno empii, che sottili,
& acuti.
274
GIULIO Firmico Siciliano attese all'
Astrologia Giuditiaria, e scrisse otto libri, page 51ne quali inseri tutto quello, che appartiene alla Dottrina Apotelesmatica. Scrisse
anco un libro del conocratore, cioè del Signore del tempo della genitura, e promisene dodici dell'Astrologia, & alcune altre opere, che non si trovano.
274
CARPO Antiocheno buon Matematico de suoi tempi diede opera alla Dottrina elementare, e scrisse un trattato della natura dell'Angelo. Attese principalmente alle Mecaniche, onde Mecanico fù
detto da Proclo. Per l'istessa cagione vien
anco lodato da Pappo nell'ottavo. Fù egli
amico delle cose d'Archimede, e scrisse
alcuna historia delle cose publicate da lui.
Simplicio vuole che Carpo guardasse il cerchio per via d'una linea, che egli chiamo generata da doppio moto.
285
DIOFANTO Alessandrino Aritmetico, Astronomo, Geometra, e Musico
scrisse d'Aritmetica tredici libri ingegnosissimi, sopra i due primi, de quali aggiunse Scolii Massimo Planude, hora sei
di questi ha tradotto, e publicato Guglielmo Xilandro Augustano. Compose anco
un libro de numeri Poligonii. Lasciò ancora un libro appartenente alle cose Harmoniche, il quale non è ancora stato tradotto. Scrisse parimente un libro intitolato il canone Astronomico, sopra il quale page 52fece commentarii Hipasia figliuola di Teone Alessandrino.
286
DIODORO Monaco Ciziceno di Patria, e Prete della Chiesa d'Antiochia,
& al fine Vescovo della Città di Tarso di
Cilitia. Fù discepolo d'Eusebio Emeseno. Espose la Scrittura Sacra, e nelle Matematiche scrisse molto, e fra l'altre opere da Svida sono allegate queste, cioè della sfera, delle cinque Zone, del contrario movimento delle Stelle, e commentarii sopra la sfera d'Hipparco, Discepolo
di Diodoro. Fù Giovane Cristiano.
291
TEONE Alessandrino Filosofo, e Matematico, e publico lettore delle Matematiche in Alessandria; percioche egli haveva il carico d'interpretare il libro degl'
Elementi, e le cose dell'Almagesto di Tolomeo. Onde sopra l'una, e l'altra di quelle opere affaticossi egregiamente; ma sopra tutte bella fù la fatica, ch'egli fece sopra l'Almagesto. Scrisse anco altre opere. Illustrò il libro dei Dati, e la
Perspettiva d'Euclide, & esplicò i libri
della Musica di Tolomeo. Sopra i Fenomeni ancora fece studio, & illustrogli, e
scrisse dell'Aritmetica. Vuole anco Suida ch'egli scrivesse de segni, & osservationi delli Ucelli, e della voce de Corvi. Scrisse parimente del crescere del Nipage 53lo, e del nascimento della Canicola. Illustrò di Scolii ol canone spedito di Tolomeo, e l'Astrolabio picciolo. E verisimile, che questi sia quello, che fece i commentarii sopra gli apparenti di Arato. Fece anco Teone alcune Tavole Astronomiche, le quali si conservano nella libraria Regia.
292
CRATISTO, amico di Pappo, e di
Proclo attese alle Matematiche, e come
s'hà da Proclo, fù acutissimo nell'invenpage 54tioni, e nelle solutioni non per arte ch'egli
v'usasse, ma per grandissima acutezza d'
ingegno, e bontà di natura. A costui dedicò Pappo alcuni libri degli otto delle
Collettioni.
292
PROCLO Licio trasferito in Atene
fecesi discepolo di Plutarco, di Nestorio
gran Platonico, e di Siriano, & Olimpiodoro ottimi Peripatetici. Giovanni Zonara vuole ch'egli udisse anco Jamblico il
gran Pitagorico. Scrisse in tutte le facoltà volumi acutissimi, cioè nella grammatica, e nella filosofia. Commentò l'opere,
e i giorni d'Hesiodo, e scrisse alcuni hinni misteriosi sopra il Sole, e Venere, per
cagione de quali dal Giraldi vien connumerato fra i Poeti. Scrisse opere morali
della buona educatione, della buona disciplina, e del modo del vivere. Scrisse
ancora commentarii dottissimi sopra i Dialoghi di Platone. Scrisse una succinta difsputatione del moto. Scrisse un libro delle cause, e commentarii sopra i libri d'Aristotile. Publicò molte opere intorno alla
Teologia etnica, imitando Pitagora, Platone, Plotino, & altri. Fù nemico della
Religion Cristiana, e scrissele contro, all'
obiettioni di cui rispose G. Gramatico.
Nelle Matematiche lasciò scritti quei nobilissimi commentarii sopra il primo d'Eupage 55clide, i quali furono tradotti in latino da
Francesco Barocci gentilhuomo Venetiano. Scrisse un libretto della sfera; se però, come vuole il detto Barocci, non è
di Gemino. Lasciò parimente un libro intitolato le Hipotiposi Astronomiche, il
quale non è altro che un'abbreviatione
delle cose di Tolomeo intorno alle Teoriche de Pianeti. Scrisse anco dell'Astrolabio, cioè della fabrica, & uso suo, il quale s'hà per le mani de Studiosi, publicato da Guglielmo Cavallatte. Hebbe Proclo molti discepoli, e fra gl'altri Ammonio d'Hermea grandissimo Peripatetico,
il quale fù poi Maestro di Simplicio, e di
Giovanni Grammatico. Successegli nella
scuola Marino Neapolito.
294
HILARIONE Antiocheno huomo
nella gioventù sua assai dissoluto, partitosi per alcuni strani avvenimenti dalla Patria sua desideroso di attendere alli studii
della Filosofia, trasferissi in Atene per farsi discepolo di Proclo, ma per il soverchio
suo lusso non fù accettato da lui. Attese
poi alle Matematiche, e scrisse delle Teoriche de Pianeti molto garbatamente.
294
HIPASIA Alessandrina figliuola di
Teone fù nelle lettere Donna mirabile,
onde cognominossi Filosofa. Diede opera felicemente alle Matematiche, nelle page 56quali fù ammaestrata dal Padre. Scrisse
commentarii sopra il canone astronomico
di Tolomeo, e sopra i Conici d'Apollonio. Scrisse parimente sopra l'Aritmetica
di Diofanto; finalmente per invidia fù
ammazzata per opra d'un Cirillo capo,
come dice Svida, della contraria fattione,
cioè, come io stimo, concorrente del Padre.
294
TEOFILO Alessandrino successe nel
Vescovato d'Alessandria à Pietro, che fù
il ventesimo Vescovo di quella Città, fù
gran Teologo, e Matematico. Scrisse fra
l'altre cose un libro della retta celebratione della Pasqua, il quale fù tradotto in latino da S. Girolamo. Hebbe gara con S.
Giovanni Crisostomo, e fù principalissima cagione, ch'egli fosse cacciato di Costantinopoli.
297
ISIDORO, e Vulpiano fratelli Alessandrini studiarono in Atene, e furono
discepoli di Seriano, e condiscepoli di Proclo. Di questi due Vulpiano di minor'età,
fù d'ingegno acutissimo, & attissimo alle
Matematiche, di maniera, che Seriano
ne rimaneva ammirato. Isidoro attese agl'
istessi studii, onde compiacendosi del suo
ingegno Teone gli diede Hipasia sua figliuola per moglie. Questi due non si sà,
che scrivessero cosa alcuna. page 57
302
CIRILLO Alessandrino Vescovo nella sua Patria, Nepote, cioè figliuolo d'un
fratello di Teofilo, di cui si ragionò di
sopra, fù prima Monaco del Monte Carmelo. Tenne il luogo di Papa Celestino
nel Concilio di Efeso di 200. Vescovi contro Nestorio, e Pelagio. Fù d'ingegno
acutissimo, Filosofo, Teologo, e Matematico. Scrisse molte opere Teologiche.
Scrisse anco del Ciclo Pascale un libro,
nel quale contro i Calunniatori difese la
dottrina di Teofilo suo Zio.
304
ARISTIDE Quintiliano fù Musico, e
scrissene tre libri dottissimi in lingua Greca, i quali hoggi vivono. Raccolse egli
in quelli quanto in quella professione à
suoi tempi si poteva desiderare, e parlonne larghissimamente.
307
GIOVANNI Gramatico cognominato Philopono, cioè amico della fatica, fù
discepolo di Hammonio di Hermea, e
condiscepolo di Simplicio. Fù gran Filosofo Peripatetico, e commentò gran parte
dell'opere di Aristotile. Attese anco alle
Matematiche, onde si vedono ne suoi
commentarii feminate molte cose, delle
quali appare quanto egli ne fosse intendente. Scrisse egli commentarii sopra i libri
Aritmetici di Nicomaco Geraseno, i quali vivono, e si trovano nell'Accademia page 58Venetiana, che prometteva di publicarli.
307
SIMPLICIO di Patria Cilice fù con
Giovanni Gramatico discepolo d'Hammonio d'Hermea in Atene, onde divenne Filosofo Peripatetico acutissimo, e commentò con infinita lode i libri fisici, e quelli del Cielo d'Aristotile. Questi fù anco
assolutissimo Matematico, di maniera, che
non vi fù autore alcuno eccellente nelle
dotte professioni, che da lui non fosse veduto, la onde egli ne riempì largamente
tutti i suoi commentarii, il che à noi nel
tessere la nostra historia, è stato d'infinito ajuto; Ciò conobbe Alessandro Picolomini, che tradusse dal Greco tutte le
cose, che Simplicio ne commentarii de libri fisici raccolse appartenenti alla quadratura del Cerchio. Fù empio questo Filosofo, onde per diffender Proclo, che latrò contro noi, sempre fù contrario à Giovanni Grammatico, che la prese per noi.
Fù da quell'Uranio, di cui fa mentione
Agatia, condotto con altri Filosofi à Cosroa Re di Persia, che in quel tempi era
stimato grand'amatore della Filosofia.
307
PASCASINO Siciliano huomo Santo, e Vescovo fù gran Teologo, e Matematico. Sedè Legato di Papa Leone il
grande nel Concilio Calcedonense contro
Eutiche, e Dioscoro, e scrisse gl'atti di page 59quel Concilio. Affaticossi intorno à callcoli, e scrisse al detto Pontefice della retta
celebratione della Pasqua due Epistole.
308
GIOVANNI Filadelfio di Lidia scrisse un libro de mesi, un'altro de segni dell'
aere, e d'alcun'altre suppositioni Matematiche delle quali scrivendo ragionava con
un Gabrielle Hipparco, cioè Prefetto. Cotanto solo di costui scrive Suida.
309
VITTORINO Aquitano della Città
di Limoges fù grandissimo Computista, e
ne i tempi d'Hilario, che successe à Leone, s'affaticò ne Cicli Pascali di commissione del detto Pontefice, e composene
uno di cinquecento, e trentadue anni, il
quale per la grandezza sua chiamossi Ciclo
magno, nel quale fù tenuto ch'egli havesse superato quelli, che prima di lui fra
Greci ne havevano scritto, e fù accettato
da Latini, ma non da Greci, onde nacquene scisma. Contro costui scrisse Vittorio
Vescovo di Capua, sostentando il Ciclo
degl'Alessandrini. Venne poi Dionigi Romano, che diede grand'assesto alle differenze loro.
310
SERENO d'Antista una delle Città
di Lesbo fù buon Matematico, e Filosofo
insieme Peripatetico. Scrisse due bellissimi
libri, l'uno della Settione del Cilindro, e
l'altro della Settione del Cono per lo verpage 60tice, le quali opere dedicò ad un Ciro suo
amico. Questi libri furono tradotti in latino, & illustrati di Scolii da Federico Commandino, e donati à Francesco Maria secondo figliuolo di Guido Baldo secondo
Duca d'Urbino.
310
PROTERIO Vescovo d'Alessandria
attese à Calcoli Astronomici, e scrisse à
Leone Papa tre Epistole, & una ad Hilario della retta celebratione della Pasqua.
Fù amazzato da successori di Dioscoro
Eretico, e creato Vescovo dopo lui Timoteo fautore di quella Setta.
312
MAUGANTIO di Brettagna attese
all'Astrologia giuditiaria, e scrisse i Canoni Matematici, & altre opere di detta professione.
314
VITTORE Vescovo di Capua huomo dottissimo, e versatissimo ne computi
scrisse, come fù detto contro Vittorino
Aquitano intorno alla retta celebratione
della Pasqua, sopra il calcolo di cui scrisse
Albone Floriacense.
Qui
Manca
l'uso
dell'Olimpiade
ALIPIO Greco scrisse nella sua lingua
un'introduttione alle cose della musica assai breve, la quale si conserva nella libraria
di S. Salvatore in Bologna, e nello studio
nostro.
GAUDENTIO Greco Filosofo, e
Musico. Scrisse egli anco un'introduttiopage 61ne alle cose della musica, nella quale con
molta brevità raccolse tutto quello, che
s'aspetta ad una succinta informatione de
termini della detta professione; quest'opera similmente habbiamo noi Greca, e manuscritta fra i libri nostri.
BOETIO, che si disse Anitio Manilio
Severino discese dalla famiglia de Torquati, nobilissimo Cittadino, e Patritio Romano attese à tutte le buone arti, e fù
grandissimo Filosofo, Teologo, e Matematico. Scrisse sopra molti libri logici d'
Aristotile, tradotti da lui. Tradusse alcuni libri d'Euclide, à quali aggiunse alcune
raggioni del misurare. Affaticossi intorno
la quadratura del circolo. Fece parafrasi
sopra l'Aritmetica di Nicomaco. Scrisse
cinque libri di Musica, & altre cose. Fù
tre volte Console, & un tempo felicissimo;
al fine caduto per opera de maligni in sospetto à Teodorico Re de Goti fù da lui
relegato in Pavia, e finalmente fatto morire. Nella sua prigionia scrisse quel mirabile libro della Consolatione filosofica. Mentre fù in gratia di Teodorico, servillo alcune volte in cose d'ingegno, come s'ha in
alcune lettere, scrittegli dal detto Prencipe, dalle quali raccogliesi anco quanto studio ponesse Boetio nelle cose d'Archimede, e de gl'altri buoni Autori.
DIONISIO Romano cognominato
picciolo fù Abbate, non sò di qual Monasterio. Fù huomo di gran scienza, & Aritmetico perfettissimo. Affaticossi intorno
al computo Pascale, & aggiunse à Calendarii l'aureo numero, e confermò il Ciclo
grande di Prospero, e Vittorino Aquitani,
se bene in questo Ciclo i posteri hanno scoperto errore. Fù dotto della lingua Greca, e da quella recò molte cose de Greci
in latino appartenenti al detto computo.
ISIDORO Milesio fù compagno di
Antemio Tralliano, e grandissimo Matematico, & ingegniero, perciòche principalissima professione fece egli delle Machine.
Trovò il modo da trovare le due medie
proportionali con un'Instrumento chiamato da lui Diabete. Nelle Matematiche fù
discepolo di costui Eutocio Ascalonita, il
quale ne commentarii sopra i libri d'Archimede fece honorata memoria del suo
Maestro.
page 63libri della sua professione, & hoggi conservasi nella Biblioteca Vaticana un suo libro
intitolato delle Machine paradosse, cioè
maravigliose. Fù Maestro eccellentissimo
delli specchi, che abbrusciano, e fecene
belle prove. Fù egli cosi familiare di Eutocio, che da quel valent'huomo tutti i commentarii fatti sopra l'opere d'Archimede
furono dedicati a lui.
ANTEMIO da Tralli Città di Lidia.
Fù questi gran Matematico, ma sopra tutto attese alle Mecaniche. Fù egli per il suo
valore chiamato da Giustiniano, il quale,
come scrivono Agatia, e particolarmente
Procopio, fece fabriche magnifiche, & importantissime, sua quali restaurò il grandissimo tempio di S. Sofia. Scrisse Antemio EUTOCIO Ascalonita discepolo, come si disse, d'Isidoro Milesio, & amico
d'Antemio, fù grandissimo Geometra, &
udì dal suo Maestro l'interpretatione de più
dotti Matematici, cioè d'Archimede, di
Pappo, di Herone, d'Euclide, d'Apollonio, e de gl'altri di quella classe: Commentò i libri d'Archimede della sfera, e del
Cilindro sopra gl'Equeponderanti, sopra
i Conici d'Apollonio, sopra l'Almagesto
di Tolomeo. Affaticossi parimente sopra
il libro d'Archimede della dimensione del
Circolo. Sono tutte le fatiche di questo
grand'huomo state illustrate, e publicate
dal Comandino.
CRISE Alessandrino grand'ingegniero di Giustiniano servillo in fabriche di
molta importanza, come s'ha da Procopio, ove scrive degl'Edificii mirabili del
detto Imperatore.
cognominato Mecanico, attese con gran profitto
alle cose Geometriche, e particolarmente
al negotio delle Machine. Scrisse un libro
delle Machine da guerra, il quale non ha
molto, fù tradotto dal greco, & illustrato
di Scolii da Francesco Barocci. Questo
non compose Herone di suo ingegno, ma
raccolse le cose de gl'Antichi, e fecele più
chiare. Scrisse anco un'opera di Geodesia
tradotta dal medesimo Barocci. Mandò
fuori anco un libro de gl'Horologgi solari,
& un libro della positione de medesimi.
Nella sua Vita habbiamo notato l'errore
di coloro, che lo confondono con l'Alessandrino. Il nostro fù Cristiano, come manifestamente dall'opera sua si raccoglie, e
vi ha qualche inditio, ch'egli fosse di Costantinopoli.
HERONE dalla professione
LORENZO Italo, così cognominato
fù Arcivescovo di Doroberna in Inghilterra; e scrisse del computo Pascale un' libro
molto dotto.
ADELMO Bladuvino Inglese fù Abbate in Scotia del Monasterio Maidulbense dell'ordine di S. Benedetto. Fù huomo
dottissimo, e scrisse molte opere sacre. Fù
gran Computista, e scrisse egli anco della
tetta celebratione della Pasqua.
GEOLFRIDO anch'Egli Inglese, &
Abbate dell'ordine Benedettino del Mopage 65nasterio di S. Pietro, e Paolo in Inghilterra, fù grande nella ragione de computi
Ecclesiastici, e scrisse un trattato in modo
di Epistola al Re de Pitoni della retta celebratione della Pasqua. Fù questi Maestro del Santo, e Venerabil Beda.
Inghilterra
dell'Ordine di S. Benedetto, fù oltre la
Santità della vita dottissimo Filosofo, Teologo, e Matematico, e sopra tutto attese
alle cose Astronomiche appartenenti agl'
usi della Chiesa, & à computi Ecclesiastici. Scrisse sopra tutta la Sacra Scrittura e
vecchia, e nuova. Scrisse parimente historie, Croniche, & altre cose in prosa, & in
versi. Ridesi Tritemio di coloro, che vogliono, ch'egli fosse cieco.
BEDA Prete, e Monaco del Monasterio di S. Pietro, e Paolo in
LEONE Magno Costantinopolitano
fù discepolo di Michele Psello, & insegno
le Matematiche in Costantinopoli sua Patria ne tempi di Teofilo, e di Michele
Imperatori.
ALBUMASARO è il più antico degl'Arabi, che dessero opera alle Matematiche. Fù di natione Spagnuolo, & eccellentissimo Astrologo. Scrisse l'Introduttorio Astronomico, ampliò l'Almagesto,
epitomato da Albategnio, compose Dialoghi, nequali si sforzò di provare, che la
HUGBALDO di Natione Francese Monaco Benedettino nel Monasterio
Cluonense, fù dottissimo Filosofo, Musico, e Poeta. Scrisse molte opere, e fra l'
altre un libro di musica ne tempi di Carlo
Calvo.
MESSALA Spagnuolo, e di natione
Arabo fù Medico, e Matematico nobilissimo. Scrisse un trattato degl'Elementi,
& uno degl'orbi celesti. Scrissene un'altro
della virtù del Motore. Fù giuditiario curioso. Affaticossi intorno il Planisferio di
Tolomeo, e fecene quasi una Parafrasi in
lingua Arabica.
ALBATEGNO d'Arata Città vicina
à Damasco fù Medico, & Astrologo eccellente, e tradusse in Arabico tutte l'opere di Galeno, e fece commentarii sopra l'
apse d'Aristotile. Fù grande osservatore
de Moti celesti, & amicissimo dell'opere
di Tolomeo, di cui restrinse, & epitomò
l'Almagesto. Scrisse un trattato del Moto delle stelle. Emendò la quantità dell'
anno osservata da Tolomeo. Affaticossi
intorno alle Teoriche de Pianeti, e corres
ISACIO Monaco Greco, e cognominato Argiro. Fù questi buon Matematico
de suoi tempi. Scrisse alcuni scolii succinti
sopra gl'elementi d'Euclide, che si sono
conservati, e non ha molto furono publicati per opera di Giovanni Sambuco, il quale gli haveva manuscritti nella sua libraria.
Fù Musico parimente Isacio, e scrisse
commentarii sopra la musica di Tolomeo.
Scrisse del Planisferio, & altre varie fatiche Astronomiche, le quali in alcune librarie si conservano. Scrisse della divisione del Palmo, & il metodo della Geodesia. Il tempo, quando egli scrisse, è poco
noto.
AURELIANO Prete della Chiesa
Remense fù gran Musico de suoi tempi, e
scrissene volumi, come s'ha dall'Abbate
Tritemio.
ALBONE Monaco Floriacense dell'
ordine di S. Benedetto fù gran Computista, e scrisse un libro sopra il Calcolo Pascale di Vittorino, & un' libro d'addittioni
sopra il medesimo, predicando l'Evangelio
in Vactonia, fù martirizzato dagl'Empii
ALI' Aberangele pare che fosse di natione Persiano. Attese all'Astrologia de
giudicii, & in quella professione lasciò scritti volumi. Scrisse egli un'opera intitolata
De Segnali dell'Astrologia, & un'altra
inscritta il Complemento de giuditii delle
Stelle.
PUNICO di natione, secondo me,
Persiano, e contemporaneo d'Alì Aberangele, fù grand'Astrologo, e Filosofo, e
Medico fra le nationi de gl'Arabi. Espose questi l'arte picciola di Galeno, & i
quattro libri di Tolomeo de giuditii delle
Stelle.
ZAELE Bemhiz Ismaelita, & Arabo
fù Astrologo giuditiario, e scrisse in detta
professione più libri, cioè dell'interrogationi, dell'elettioni, delle significationi de
tempi ne giuditii, & anco della natura del
nato. E ripreso costui dell'haver voluto
ne giuditii descendere alle cose troppo particolari.
AZOSI grand'Astrologo fra gl'Arabi,
scrisse libri d'Astronomia, e fra gl'altri del'
osservatione de moti, il quale libro si conserva in Germania nella libraria di Giordio Colimisio Zanstettero. Fiorì regnando Almansore.
ALMANSORE Spagnuolo di natione, e Saraceno, ò Arabo di Setta, attese all'Astrologia giudiciaria. Scrisse gl'Aforismi Astronomici, e diviseli in sentenze.
Compose cento cinquanta giuditii, ò propositioni sopra le Stelle, e donò il detto
libro al Re de Saraceni. Fù questi Padre
di due figli eccellenti nelle dette professioni, l'uno chiamato Almeone, e l'altro Giovanni.
FEBERTO di Conturbia Monaco dell'
ordine di S. Benedetto fù gran letterato
de suoi tempi, e diede grand'opera alla
musica, e scrissene un'utile volume.
ALI' Aben Rodano di natione Egittio Medico, & Astrologo eccellente. Scrisse commentarii sopra l'arte picciola di Galeno, & alcuni Scolii sopra il quadripartito di Tolomeo. Scri e due altre operette, l'una della projettione de raggi, e l'
altra di trè natività, fra le quali vi è anco la sua.
page 70rio della Croce di S. Leofredo, fù dotto
in tutte le lettere, ma principal'opera diede alla Musica, l'uso della quale facilitò
grandemente havendo antiquato i catatteri, ò cifre ch'erano state in uso insino al
tempo suo. Trovò l'uso della mano nella
Musica, e la divisione delle linee, e quelle note communi, che hoggi si cantano
per alzar, & abbassar la voce, e portarla
convenientemente. Scrisse questi un libro
di Musica intitolato Micrologo.
GUIDO Aretino monaco dell'ordine
di S. Benedetto, & Abbate del Monaste
HERMANNO di natione Svevo figliuolo d'Hiltruda, e Volfredo Conti di
Vectugia essendo dalla sua fanciullezza rimaso attratto de membri fù poi cognominato Contratto. Fù studiosissimo, & apparò la lingua Greca, l'Arabica, e la Latina , e dilettossi delle cose poetiche, e scrisse alcuni hinni, benche, secondo quell'età,
con modo barbaro. Fù historico, e Cronista. Nella Filosofia parimente fece profitto, e nelle Matematiche, e nella Musica. Scrisse questi un libro della Musica,
& uno del Monacordo. Fù amico di Guidone Aretino, fù buon Aritmetico, e scrisse un libro intitolato Ritmomachia , cioè
combattimento di numeri, & un'altro del
computo. Nell'Astrologia scrisse un volume dell'Ecclissi, e dell'Astrolabio scrisse quattro libri. Scrisse anco un libro del
FRANCONE Tedesco Prete della
Chiesa di Liegi fù huomo di molta scienza, Filosofo, Astrologo, e grande Aritmetico. Scrisse fra l'altre cose un libro del
computo Ecclesiastico, & ad instanza d'
Hermanno Arcivescovo di Colonia un libro della quadratura del Circolo.
MANUELE dell'Imperial famiglia
de Comneni Costantinopolitano, attese all'
Astrologia, e scrisse intorno alla detta professione varii volumi, che hoggi si conservano nelle librarie famose d'Italia.
RABI' ISACCO Giudeo Spagnuolo
attese all'Astrologia, e per cotal cagione
fù caro al Re de Saraceni Almastimado.
Scrisse questi sopra il Talmudde. Finalmente fù con tutta la Sinagoga de Giudei ucciso da Saraceni in Granata.
HELPERICO dell'Ordine di S. Benedetto Monaco del Monasterio di S. Gallo, di natione Tedesco, Filosofo, Teologo, Poeta, e Matematico. Scrisse molte
opere, fra le quali furono un libro del
computo Ecclesiastico, & uno di Musica.
VILHELMO Inglese Monaco, e Bibliotecario Malmesberiense fù historico, e
Matematico. Scrisse dell'historie d'Inghil
GUGLIELMO Tedesco Monaco Benedettino Abbate del Monasterio Hirsaugense, Filosofo, Teologo, e Matematico
scrisse due libri di musica, un libro de
Tuoni, un libro dell'Horologgio, & un volume d'Institutioni Filosofiche, & Astronomiche, & altre fatiche.
ROBERTO di Lorena Vescovo di
Herfordia scrisse le deflorationi di Mariano, un libro de moti delle Stelle, un
libro delle Tavole Matematiche, e del
computo lunare.
MANUELE della nobilissima Famiglia de Briennii potentissima in Costantinopoli sotto l'Imperio di Romano Diogene, attese alle cose di Musica, e scrisse
una degna opera nella detta profesione,
che noi manuscritta conserviamo fra gl'altri nostri libri.
ALAZZENO figliuolo di Alaizeno Arabo grandissimo Matematico fra l'altre cose diede opera alla Perspettiva, nella quale in lingua propria lasciò scritto un nobilissimo volume, che fù poi mandato fuori in lingua latina da Federico Risnerio,
& adornato di figure.
page 73gna, e fù di Setta Saraceno, ò Arabo.
Attese alle cose di Filosofia, di Medicina, e di Astrologia. Scrisse molto nella
Medicina. Publicò anco molte opere astronomiche, fra le quali vi è una intitolata de raggi delle Stelle, & un'altra del
moto divino. Scrisse parimente un libro
delle proportioni. Averroe fece il catalogo dell'opere mandate fuori da costui, fra
le quali era un libretto intitolato delle ragiont delle sei quantità. Scrisse anco un
libretto delle pioggie, e de venti, e delle
mutationi dell'aere, non come Meteorologico, ma come Astrologo.
ALCHINDO, overo Giacobbe, che
tale fù il proprio nome suo, nacque in Spa
SIGEBERTO di natione Francese,
Monaco Benedettino del Convento Gemblacese, scrisse molti libri in diverse professioni. Fù intendentissimo de computi
Ecclesiastici, e scrissene un libro. Fù questi insieme Historico, e Cronista. Viene
costui ripreso dell'essersi nello Scisma accostato ad Henrigo terzo contro Gregorio
Settimo.
ROBERTO Baconio cognominato
grossa testa fù di Patria Inglese. Attese
alla Filosofia, alle Matematiche, & alla
Teologia. Fù egli fatto Vescovo di Linconia in Inghilterra. Scrisse molti volumi filosofici, e Teologici. Nelle cose Matematiche lasciò scritto un libro della sfera, uno
AVO Macmad Giavar di natione Arabo figliuolo d'Afla, attese alle cose dell'
Astrologia, e particolarmente alla dottrina de moti. Questi secondo Alpetragio
scrisse un libro, nel quale corresse Tolomeo nel moto di marte.
ALPETRAGIO, overo Aboasaco
fù gran Filosofo, & Astrologo. Scrisse un
libro di Teoriche dette naturali, nel quale
si sforza di salvar tutte l'apparenze senza
servirsi di Eccentrici, & Epicicli. Giovan
Francesco Pico vuole ch'egli fosse Cristiano, ancorche dall'opere sue, nelle quali
egli allega l'Alcorano, appaja Turco, ò
Saraceno.
GIOVANNI Hispalense, cioè da Siviglia, attese all'Astrologia, & hebbe cognitione della lingua Arabica, onde tradusse quell'introduttione Arabica all'
Astrologia intitolata Alcabitio, e publicolla con l'espositione di Giovanni di Sassonia, e l'emendationi d'Antonio de Fanti Medico di Trevigi. Scrisse libri di perspettiva, e fece un'Epitome di tutta l'Astrologia.
page 75alla Filosofia, alle Matematiche, & all'
Astrologia, e per l'eccellenza dell'ingegno si guadagnò il titolo di acutissimo.
Scrisse questi una Sintassi Astronomica, nella quale raccolse quanto nell'Almagesto
haveva trattato Tolomeo, di cui fù così
poco amico, che si sforzò di gettar à terra molte delle cose sue, contro cui à difesa di Tolomeo scrisse Alessandro Piccolomini. Lasciò scritte molte altre opere in
altre professioni, e particolarmente alcuni
libri d'Alchimia, nella qual vanità egli
è tenuto dottissimo da chi presta fede à
sogni de professori di quell'arte.
GEBRO di natione Spagnuolo, Arabo
di Setta, nacque in Siviglia. Diede opera
ALFAGRANO di natione, e di Setta Arabo fù stimato da suoi nell'Astrologia un'altro Tolomeo. Scrisse un libro intitolato il Compendio de Principii Astronomici. Haveva questi alcune opinioni
intorno al moto proprio delle Stelle. Fiorì sotto Lafandino Figliuolo di Saladino.
LEOPOLDO d'Austria fù Astrologo
giuditiario, e curiosissimo. Scrisse alcuni
libri della detta professione.
OMAR, overo, come altri scrive Aomaro fù del Paese di Giudea della Città
di Tiberiade. Publicò alcuni libri dell'Astrologia giudiciaria, nelli quali imitò, come scrive Gioseffe Scaligero, la Dottrina
di Doroteo, che della stessa materia scrisse
in versi greci.
TEBITTE figliuolo di Core, e perciò detto Bencorab fù di natione Spagnuolo, e di stirpe Giudeo. Attese alle cose
dell'Astrologia, e principalmente à quella, che osserva i moti celesti. Scrisse un
Trattatello intitolato dell'immaginatione
della sfera. E famoso costui per l'inventione del moto della trepidatione. Scrisse
un libro dell'immagini, nel quale insegna
di far'immagini di tale, e tal virtù sotto
tale, ò tale costellatione. Tebitte si connumera fra coloro, che hanno scritto la
magìa naturale.
ABRAM Avenestra detto così per
esser figlio d'Estra, per il suo sapere cognominato dalla sua Natione Ebrea il sapiente. Fù di Natione Spagnuolo, grande nelle cose di Gramatica, di Filosofia, di Teologia, come Hebreo, e delle Matematiche. Scrisse sopra tutti i ventiquatro libri
del Testamento vecchio, ancorche non s'
habbia alle mani, se non sopra il Pentateuco, & i Profeti. Conversò, e fù stimato assai nell'Isola di Rodi, ove morì
ancora. Scrisse un libro de luminari, e de
giorni Critici. Ne Commentarii suoi appare ch'egli fosse Astrologo, poiche gli
sparse tutti di cose appartenenti alla detta
prosessione.
page 77fù Astrologo Giuditiario, e servi in quella
professione l'Imperator Federico secondo.
Scrisse un dottissimo trattato per via di
questioni sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco, il quale s'hà per le mani. Fù
Mago secondo alcuni, e dicono, che si faceva portare le vivande talhora dalla Cucina de grandissimi Prencipi per arte magica. Morì per la percossa in capo d'un
piccolo sassetto, della quale egli haveva
preveduto di dover morire.
MICHELE Scoto, cioè di Scotia, Nemore si chiamò Nemorario. Attese alle
Matematiche, e particolarmente alle Mecaniche. Scrisse un libretto de ponderibus.
Scrisse anco dieci libri d'Aritmetica, &
un libretto del Planisferio. Hebbe dottrina assai barbara, e nelle Mecaniche prese assunti falsi; come nelle Mecaniche sue
mostra il dottissimo Guidobaldo de Marchesi del Monte. Scrisse anco i Dati Aritmetici.
GIORDANO d'un luogo detto
GIOVANNI di Sacro Bosco Inglese,
overo secondo il Volaterrano Tedesco, studiò in Parigi, e fecesi Dottore di quello
studio, ove fù publico professore dell'arti, e della Teologia, & al fine fecesi Frate dell'Ordine de Predicatori. Scrisse quella famosissima Sfera commentata da tanti
eccellentissimi ingegni. Scrisse anco dell'
RUGGIERO Baconio Inglese Dottor d'Ossonio, e Frate Minoritano fù d'ingegno oltra modo curioso. Attese à calcoli Astronomici, & à computi Ecclesiastici.
Affaticossi à trovar il vero giorno della
Passione di Nostro Signore, ma non asseguì il vero, e perciò fù confutato da Pavolo di Middelburgo. Scrisse della Stella
de Magi. Lasciò un libro de Pronostichi
delle Stelle, uno de reggimenti celesti,
uno della vera Astronomia, uno de giudicii dell'Astrologia, uno di Perspettiva
molto lodato, uno della facoltà delli Specchi, uno dell'immagini di Nevomantia,
uno dell'opere occulte della natura, & alcune altre in diverse professioni, e particolarmente nell'Alchimia, della quale egli
fù espertissimo.
page 79luogo Riccardo fratello del Re d'Inghilterra. Fù molto travagliato nel suo governo, & hebbe di molte guerre; nondimeno diede sempre opera agli studii, & alle
cose civili. All'Astrologia fù inclinatissimo, onde conseguì nome di Astrologo.
Fece tradurre molti libri Arabici di quella professione in latino, e chiamati d'ogni
parte eccellentissimi Matematici, pose insieme quelle Tavole Astronomiche, le
quali sono intitolate dal nome suo. Scrisse egli libri degl'Instrumenti Matematici, e particolarmente sopra uno chiamato
con voce Arabica Asasca. Morì, e fù sepolto nella Città di Murcia, ch'à lui in
alcune occasioni più di tutte l altre era
stata fedele.
ALFONSO Figliuolo di Ferdinando
terzo Re di Leone, e di Castiglia, doppo il Padre successe nel Regno. Attese
alla Filosofia, & all'Astrologia. Fù egli
eletto all'Impero da una parte degl'Elettori, ma non l'ottenne, succedendo in suo page 80computo maggiore, dal quale egli riportò molta lode. Scrisse anco un trattato
dell'Equatione de Pianeti. Publicò parimente un libro della quadratura del cerchio; se però fù egli, che lo diede fuori, il che non può persuadersi Giovanni Buteone per la soverchia rozzezza, &
imperfettione di quell'opera. Serisse in
oltre un libro del Quadrante, un Calendario, e molti altri Trattati.
CAMPANO, à cui diedero titolo di
Maestro gl'huomini del suo tempo, di Patria Novarese, diede opera alla Filosofia,
& alla Teologia, e fù ne suoi tempi assoluto Astrologo. Affaticossi intorno gl'
Elementi d'Euclide, seguendo le traduttioni Arabiche, il che gli fù cagione di
qualch'errore, ancorche per lo più si portasse così bene, che non hebbe ne suoi
tempi chi megliore si fusse di lui. Scrisse un trattato della sfera in cinquantaquattro capitoli. Attese à computi Ecclesiastici, e scrissene un libro intitolato il
VITELLIONE di Natione Polacco,
ò Turingo, e secondo Giovanni di Monteregio, Tedesco, fù acutissimo Matematico, & avanzossi grandemente nelle cose
di Perspettiva, onde ne scrisse quella bellissima fatica, la quale stampata da Federico Risnerio con quella di Alazeno si legge, nella quale si comprendono non solo
le cose di Perspettiva, ma quelle delli
Specchi ancora, che sono loro familiari. Alcuni hanno voluto riprenderlo in qualche
cosa, ma non è meraviglia poiche humana
cosa è l'errare. Scrisse anco Vitellione un
opera di Geomantia, la qual professione
con l'altre di quel genere è da Sacri Canoni proibita. Imitò, e seguì in gran parte
Vitellione la Dottrina d'Alazeno.
ABILFEDEA Prencipe della Siria, e
della Persia grandissimo Cosmografo de
suoi tempi, e da alcuni paragonato à To
HENRIGO di Malines discepolo d'
Alberto Magno diede opera, oltra la Filosofia, e Teologia, anco alle cose Astronomiche. Fece commentarii sopra il libro
delle gran congiuntioni d'Albumasaro.
Scrisse anco un libro della propria Natività, & vno intitolato lo specchio delle cose
divine, & humane, & un trattato della
Stella de Magi. Fù quest'huomo così credulo nelle cose Astronomiche, che si persuase, che il diluvio di Noè procedesse dalla congiuntione di Giove, e di Saturno
nel fine del Cancro, il che appresso me, &
à chi non è privo di giudizio, è in tutto
ridicolo.
GUlDO Bonato Fiorentino per esser
stato mandato in esilio fatto Cittadino di
Forlì, si disse Forlivese, diede opera alla
Giuditiaria, e scrissene un grosso volume.
Servì Guido da Montefeltro, e predissegli molte cose nelle guerre di Romagna.
Fecesi finalmente Frate Francescano, e
per humiltà andò chiedendo il pane à uscio
à uscio.
page 82ò empietà dell'arte Magica. Servì questi
Carlo Daca di Calabria, e fù suo familiare, & Astrologgo. Scrisse commentarii sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco,
i quali imbrattò con mille vanità di Magia, ancorche nel fine dell'opera egli protesti di non haver detto, ne voluto dire cosa alcuna contro l'assertioni di S. Chiesa.
Scrisse un libro di cose naturali, e Meteorologiche in versi goffissimi. Fù emulo di
Dante, & andollo mordendo alla scoperta, ma non era cosui tale, che le sue punture dovessero nuocere à quell'huomo così
mirabile, e grande. Fù questi, come scrive G. Villani l'anno 1328., abbrusciato in
Fiorenza per Mago.
CECCO, cioè Francesco detto dalla sua i
Patria d'Ascoli fù huomo ne suoi tempi
assai dotto. Attese alle cose di Filosofia,
& all'Astrologia, & anco alle sciocchezze,
PIETRO di Dacia fù buon Filosofo,
& intendente delle lingue migliori. Attese principalmente all'Astrologia, nella
qual professione lasciò scritte molte operette, una de computi Asronomici, una del
Calendario, una di Tavole Astronomiche;
Non fù però tale, che arrivasse all'eccellenza.
GIOVANNI Suissetto cognominato
il Calcolatore fù di natione Scozzese. Fù
ne computi sottilissimo, onde Girolamo
Cardano ardi di paragonarlo nella vivacità
dell'ingegno con Euclide, e Giovanni Scoto.
NICOLO' Cabasila Greco, e Vescovo di Tessalonica scrisse molte cose Teologiche, & Astronomiche. S'hanno del
suo nella libreria Vaticana l'osservationi
sopra la visione de quattro animali in Ezechiele. Questi per alcune sue salse assertioni è sato condannato da S. Chiesa, e
posto nel Catalogo degl'Heretici. Fece
questi Commentarii sopra l'Almagesto di
Tolomeo.
PROFASIO Giudeo attese all'Astrologia, e fecere osservationi, le quali lasciò
scritte. E' costui allegato da Francesco
Giuntino, e da alcuni altri.
HENRIGO da Bruselles Monaco
Benedettino del Monasterio di Stafflinga,
Filosofo, e grande Aritmetico. Scrisse alcune operette, cioè, della Ragione del
computo, il Calendario delle incisioni, &
alcune altre cose.
page 84ticana: Commentarii sopra Sinesio degl'
insogni, che pure si conservano. Orationi
contro gl'Heretici Palamiti. il Compendio dell'Historie libri dieci: un libro del
gran pesce, e degl'altri Animali: conservasi nella libraria de Medici: Della morte
dell'Imperatore Andronico Paleologo:
contro quelli che pongono il fato. D'Astrologia scrisse contro coloro, che la calunniano, un'essortatoria alla detta professione.
Scrisse anco dell'Astrolabio un utilissìmo
trattatello, che fù tradotto in latino dal
Valla, e stampato in Parigi con l'Astrolabio del Poblacione, di Proclo, e del Kebelio. Visse Niceforo ne tempi d'Andronico Paleologo, di cui egli scrisse, come fù
detto, la morte.
NICEFORO Gregora Greco Filosofo, e Teologo attese anco alle cose dell'
Astrologia. Scrisse molte opere in varie
professioni, fra le quali si connumerano l'
infrascritte; Alcuni commentarii sopra Aristotile, un discorso intitolato Fiorenzo, ò
della Sapienza, l'Encomio della sua Patria, l'Historia di Roma, cioè degl'Imperatori di Costantinopoli, e tutte queste si
conservano manuscritte nella libraria Va
GIOVANNI di Sassonia cognominato Danco fù huomo d'acutissimo ingegno.
Studiò in Parigi, dove attese alla Filosofia, & alle Matematiche, nelle quali particolarmente diede opera all'Astrologia.
Scrisse Canoni dell'Ecclisse, uno dell'
Astrolabio, uno dell'incisioni, e alcune
espositioni sopra l'Alcabitio, & un libro
de Canoni sopra le Tavole del Re Alfonso. Fù compagno di Giovanni Lignerio,
e Maestro di Giovanni Eligerio.
page 86favole degli Dei Gentili, della qual'opera
si valse Giovanni Boccaccio di cui egli fù
amico in quel libro, ch'egli scrisse della
Genealogia degli Dei. Fù Maestro di
Leontio Pilato, e di Pavolo Perugino
Giureconsulto, e Bibliotecario del Re
Roberto di Sicilia. Non sò se questo
Leontio sia quello, di cui s'hanno alcuni
Commentarii greci sopra la fabrica della
sfera d'Arato.
BARLAAMO detto Calabro per esser nato in Calabria, Monaco dell'Ordine
di S. Basilio, attese alle Lettere greche e
latine, mà particolarmente alle greche. Vagò per tutte le scienze, e più dell'altre si
compiacque delle Matematiche. Scrisse
molto in varie professioni. Fù egli infetto
di Heresia greca circa la processione dello
Spirito Santo. Affaticossi intorno agl'elementi d'Euclide, onde si valse delle cose
di lui Federico Comandino ne suoi
Commentarii. Scrisse cinque libri di Logistica, cioè dell'arte de computi; alcune
dimostrationi Aritmetiche: della Geometria, & un'opera intitolata Teologica speculatione sopra l'inventione della Pasqua.
Publicò un trattatello della fabrica, & uso
dell'Astrolabio annulare, un libretto degl'
Elementi Astronomici, che sono in luogo
d'un preparatorio alla gran construttione
di Tolomeo. Lasciò altre opere ancora, le
quali si conservano nelle librerie d'Italia,
fra quali è un libro intitolato le collettioni,
nel quale raccoglie da gl'Autori, così Latini, come Greci le cose appartenenti alle
ANDALO Genovese della famiglia
de Negri attese con molta felicità alli studii dell'Astrologia, & alle speculationi de
moti celesti. Peregrinò molto, & osservò
le latitudini de luoghi per aggiustar le Tavole degl'Antichi. Lasciò un'opera dell'
Astrolabio già stampata in Ferrara. Scrisse parimente delle Teoriche de Pianeti.
Dilettossi anco di cose Poetiche, e fù
Maestro di Giovanni Boccaccio.
BRENLANLIO cognominato Britannico buon'Astrologo de suoi tempi,
scrisse delle presuntioni Astrologiche.
GIOVANNI Estuido di Natione Inglese, Filosofo, Teologo, & Astrologo,
scrisse la somma Anglicana, overo degl'
accidenti del Mondo divisa in doi libri,
opera grande, & appartenente all'Astrologia de Giuditii.
GIOUANNI Eligerio discepolo di
Giovanni di Sassonia, e di natione Tedesco di Gondesleven, attese alla Filosofia,
& all'Astrologia. Scrisse un libro della
compositione dell'Astrolabio, & uno delle
utilità del medesimo, uno dell'utilità del
Quadrante, due della Calamita, uno dell'Astrogemetro, & alcune altre cose.
NICOLO' di Linna Inglese di Norfolcia scrisse Canoni delle case de Pianeti, un
libro della sfera giuditiale, uno de dogmi
degl'Astrologi, uno delle figure, e de segni, uno della revolutione del Mondo,
uno dell'uso dell'Astrolabio, uno per gl'
Infermi, uno dell'Ecclisse del Sole, uno
de giudicii delle Stelle, & uno delle geniture.
GIOVANNI Corrado Tedesco d'Alzeiten dotto in varie professioni, scrisse
molte opere in versi, & in prosa. Attese
alla Gnomonica, e scrissene un libro commemorato da Francesco Barocci nella sua
Cosmografia.
RUGGIERO Suissetto Inglese scrisse
un libro de Calcoli Astronomici, uno de
Calcoli Matematici, uno dell'Effemeridi,
& uno dell'arte cabalistica.
LODOVICO Rigio, ò Regio scrisse
gl'Aforismi Astrologici al Patriarca di Costantinopoli, che s'hanno stampati in Norimberga.
PAVOLO Fiorentino, cognominato il
Geometra, fù gran Geometra, Aritmetico, & Astrologo. Attese alle Teoriche, e
di sua mano fecene eccellentissimi Instrumenti. Scrisse anco nelle dette professioni.
Morendo fù sepolto in Fiorenza nella
Chiesa di S. Trinità, & honorato d'una
bella sepoltura, & epitafio.
HENRIGO d'Hassia di natione Tedesco nato in Langestein diede opera alle
scienze nello studio di Parigi, compagno
di Giovanni Lignerio, di Giovanni di Sassonia, e di quegl'altri. Fù buon Teologo,
e scrissene molti volumi. Mandò fuori un
libro contro gl'Astrologi giuditiarii. Scrisse le Teoriche de Pianeti, & altre opere.
Si trovò all'erettione dello Studio di Vienna, chiamato alla lettione delle Matematiche. Morì in Vienna, e fù sepolto nella
Catedrale con Henrigo d'Oita suo Collega.
page 89detto Pisano, fù grandissimo Geometra,
& Aritmetico. Peregrinò lungo tempo in
Paesi Orientali, e da gl'Arabi medesimi
apparò l'Algebra, e tornato in Italia ne
scrisse un degno volume, il quale non è
però mai uscito alla luce. Scrisse anco un'
libro de numeri quadrati, che il Xilandro
tiene, ch'egli prendesse da Diofanto.
Compose anco un nobilissimo libro Geometrico, il quale si conserva manuscritto
nella libraria Feltria d'Urbino, il quale
Federico Comandino era per publicare, se
non fosse stato prevenuto dalla morte.
Delle cose di Leonardo si valse fra Luca
dal Borgo, & à giorni nostri Nicolò Tartaglia Bresciano.
LEONARDO, che dalla Patria fù
TOMASO Branduardino, overo, come altri scrivono Bravardino Inglese, fù
gran Teologo, e trattò di cose Teologiche
profondissime, come sono della Trinità,
della Prescientia, & altre cose tali, e scrisse dottamente contro i Pelagiani. Compilò una somma di Teologia, & altre opere.
Attese egli alle Matematiche felicemente.
Scrisse de principii Geometrici, libri di
Aritmetica, e della quadratura del circolo.
page 90larmente nella Teologia. Intorno poi alle
Matematiche scrisse quattordeci questioni
sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco,
un trattato della Stella de Magi, due libri
della concordia della Teologia, e dell'
Astrologia, della correttione del Calendario, del vero Cielo lunare, un'opera de dodici paralleli. Fù huomo, che s'ingerì ne
maneggi. Fù fatto Vescovo di Cameraco,
& indi da Giovanni Papa, che si dicea prima Baldassar Cossa, fù nella prima promotione creato Cardinale. Trovossi ne
frangenti delle Scisme, e si portò con molta prudenza. Hebbe Pietro molti discepoli, e fra gl'altri Giovanni Gersone, huomo di grandissima Santità, e di eccellente
Dottrina.
PIETRO d'Aliaco di natione Francese Teologo, Filosofo, e Matematico, e
Dottore Parigino scrisse molte opere in
ciascuna delle dette professioni, e partico
GIOVANNI Cantuariense, cioè di
Conturbia, Inglese, che poi fù Arcivescovo Cameracense, cognominato Betsan,
diede opera alle Matematiche, e particolarmente alla perspettiva, nella quale
scrisse un volume diviso in tre libri, intitolato la perspettiva commune, della quale appresso gl'Intendenti è fatta grandissima stima. Scrisse anco un libro diviso in
quindici Capitoli, ch'egli inscrisse L'occhio morale. Il suo libro di perspettiva fù
emendato, e fatto ristampare in Norimberga da Giorgio Harmanno. Alcuni igno
GIOVANNI Gazulo Ragugeo attese
à moti celesti. Di costui fassi mentione
nelle Tavole di Giovanni di Monteregio.
GERARDO da Sabioneta, che poi
fattosi Cittadino di Cremona fù detto
Cremonese, fù Medico, & Astrologo,
hebbe cognitione della lingua Arabica, e
della Greca. Praticò nella Spagna, e particolarmente in Toledo, & ivi dall'Arabico tradusse in latino molti libri di Medici Arabi. Dalla lingua Greca ancora
trasferì molti libri di Medicina. Del suo
fece alcuni Commentarii sopra il Viatico
di Costantino Monaco, & alcuni altri libri di Medicina. Nelle cose Astronomiche tradusse i nove libri dell'Astronomia
di Gebro, e scrisse un libro di Teoriche
intitolate vecchie, contro le quali scrisse
Dialoghi Giovanni di Monteregio. Scrisse anco Gerardo alcune cose intorno alla
vanità della Geomantia.
page 92Luminari al Meridiano Viennese. Scrisse
un Calendario, i Canoni sopra le Tavole, Delle Tavole, un libretto dell'arte del
calculare i minuti fisici, varie Tavole della parte proportionale, un Trattato de Sini, l'Equatorio del moto de Pianeti, la
compositione dell'Astrolabio, e dell'utilità sue, & alcuni altri instrumenti. Morì in Vienna, e fù sepolto nella Catedrale.
GIOVANNI Gmunde Francone di
patria successe nello studio di Vienna ad
Henrico d'Hassia, ove hebbe un Canonicato nella Catedrale, e fù fatto Vicecancelliero dello Studio. Attese alla Filosofia, alla Teologia, alle Matematiche,
& a tutte l'arti liberali. Scrisse Tavole
del moto de Pianeti, e dell'Ecclissi, de
HUMFRIDO cognominato Buono,
figliuolo di Henrigo quarto Re d'Inghilterra, Conte di Pembrochia, e Duca di
Glocestre. Fù eccellente Astrologo de
suoi tempi, e scrisse nella detta professione. Questo fù, mentre dormiva, affogato da suoi nemici con un guanciale.
GIOVANNI de Dondi Padovano Fisico, & Astrologo, fù publico Lettore delle Matematiche nello studio della sua Patria. Scrisse molte opere, fra le quali è
quella de Fonti caldi del Territorio di Padova. Publicò un libro sopra un'Instrumento detto Astrario, overo opera de Pianeti, nel quale insegna à far Instrumenti per osservar facilmente i moti loro.
page 93qual professione scrisse un libro de Canoni, e Calcoli Astronomici perpetui, dedicandolo al Marchese Leonello. Quest'opera accresciuta da lui, e fatta più perfetta
donò la seconda volta all'Imperatore Federigo. Scrisse anco un trattato del primo
mobile: quali libri poi furono stampati in
Venetia per opera d'Agostino Olomucense Nipote d'Andrea Stiborio.
GIOVANNI Bianchino Bolognese,
trasferitosi à Ferrara, fecesi Cittadino di
quella Patria. Hebbe cariche nella Corte
di Leonello, e di Borso. Diede opera fin
da fanciullo à studii dell'Astrologia, nella page 94luogo. Fra tutte l'altre opere sue più si
guadagnò di lode, e fece utile al Mondo
con quel maraviglioso trattato delle Teoriche, nel quale avanzò quanti havevano
scritto avanti à lui, e per ancora non trova chi lo pareggi. Sopra quest'opera hanno scritto molti eccellenti ingegni, fra quali senz'alcun dubbio tiene il primo luogo
il Reinoldo. Hebbe famosi discepoli, fra
quali furono Nicolò di Cusa, e Giovanni di Monteregio. Morè in Vienna di
morte immatura, perciòche non vidde il
quarantesimo anno dell'età sua. Fù sepolto honoratamente nella Catedrale, havendosi, mentre viveva, composto l'Epitafio.
GIORGIO Peurbachio così detto dal
nome della sua Patria fù di natione Tedesco, dottissimo in tutte le buone arti,
Filosofo, Teologo, e sopra tutte l'altre
cose Matematico assolutissimo, onde meritò la publica Lettura delle dette scienze nello Studio di Vienna; della qual Città egli fù fatto Cittadino. Fù caro all'Imperator Federico, & indi stipendiato da
Sigismondo, che nel Ducato d'Austria
successe à Federico. Fù anco amato, e stimato dal Cardinal Bessarione Niceno, ad
instanza di cui cominciò ad epitomare l'
Almagesto di Tolomeo, ma prevento
dalla morte, non passò il sesto libro; onde fù bisogno, che lo finisse Giovanni di
Monteregio. Scrisse Giorgio molte opere
Astronomiche, le quali sono commemorate da Andrea Stiborio, e da noi nella
vita, che scriviamo di lui, le quali per
fuggir la lunghezza tralasciamo in questo
HERMANNO Zostelio di natione
Tedesco attese à calcoli Astronomici , & i
à computi Ecclesiastici. Scrisse questi del
tempo della celebratione della Pasqua, l'
opera di cui è citata da Giovanni Stoflero nel suo Calendario. Trovossi con
Nicolò di Cusa nel Concilio di Basilea,
ove si trattava dell'emendatione dell'anno, e della restitutione dell'Equinotio.
Teneva egli che dovesse ridursi al ventesimo primo di Marzo, come era à tempo
del Concilio Niceno. Questa sua opinione è ventilata dallo Stoflero, da Pavolo
di Middelburgo, e da Giovanni Lucido.
Peurbachio. Si trovò come dicevamo,
nel Concilio di Basilea con il Zostelio, e
Pietro d'Aliaco, & affaticossi intorno alla correttione dell'Anno. Fù caro à due
Pontefici Pio secondo, e Nicola quinto,
de quali il secondo l'honorò della dignità del Cardinalato. Fù poi dal detto Pontefice adoperato in maneggi importanti,
& in varie Legationi. Scrisse molte opere
Teologiche, e molte Matematiche, delle quali nella sua vita raccontiamo le seguenti. Della correttione del Calendario,
De complementi Matematici, Della perfettione delle Matematiche, Dell'eccellenza della speculatione, Il direttorio dello
specolante, Della Quadratura del Circolo,
Un Dialogo degl'Esperimenti Statici. Nel
libro della Quadratura del Cerchio fù
agramente ripreso da Giovanni di Menteregio, e Buteone. Nell'altre opere sue
ancora si può conoscere talhora più sofipage 96stico assai, che reale, e d'ingegno acuto,
ma non sodo. Fù Vescovo di Bresannone, e fù travagliato molto da Sigismondo Arciduca d'Austria, che lo fece anco
prigione, ancorche interponendovisi Pio
secondo, egli tosto lo liberasse. Mentre
il detto Pontefice si trasferì in Mantova,
fù Nicolò in luogo suo lasciato Legato in
Roma. Morì finalmente à Todi, e fù il
suo corpo riportato in Roma, e sepolto
in S. Pietro in Vincola. Il suo core fù portato in Germania, e sepolto nella Chiesa
d'Ursicastro fabricata da lui.
NICOLO' di Cusa Tedesco huomo i
di mostruoso ingegno impatronissi delle
tre lingue megliori, e diede opera all'arti
liberali, & alle scienze. Nelle Matematiche fù discepolo, come si disse, di Giorgio
PROSDOSIMO Padovano della famiglia di Beldomando fù professore delle
Matematiche nella Patria sua, & è fra coloro, che furono lodati nella sua oratione
in lode dell'Astrologia da Luca Gaurico.
Non hebbe cognitione della lingua Greca,
onde per questa cagione, e per altro ancora appartenente alla Geometria fù ripreso
da Francesco Barocci nella Cosmografia.
Scrisse, come dice il Volaterrano nella Filosofia, libri d'Aritmetica. Fece ancora
commenti sopra la sfera di Giovanni di
Sacrobosco, e compose un volume d'Astrologia con le tavole de moti de corpi, com'
egli dice, sopracelesti, la qual'opera manuscritta si conserva nella libraria Feltria
in Urbino.
ALFONSO da Siviglia, che perchò si
dice Hispalense, attese all'Astrologia, e
compose alcune Tavole Astronomiche, le
quali donò alla Regina Elisabetta, & inscrisse le del suo nome, il che fece per lasciar eterno Testimonio de beneficii ricevuti da quella gran Regina. Fù egli Medico di Professione, e servì un Cardinale
di Casa Borgia. Nell'inscrittione de Canoni Astronomici chiamossi da Cordova,
il che per qual cagione si facesse, non saprei.
Peurbachio. Fù d'ingegno acutissimo, & hebbe ottima cognitione della lingua Latina,
e della Greca; Fù anco professore dell'
arti, e della Filosofia. Essendo giovane
se ne venne in Italia, ove contrasse amicitia con Pavolo Fiorentino. Mentre era
in Italia, scrisse contro Nicolò di Cusa.
Scrisse Giovanni tante opere, e così eccellenti nelle cose Geometriche, & Astronomiche, che sarebbe cosa lunga il raccontarle ad una ad una, bastando assai di quello, che ne habbiamo detto nello stender
pienamente la vita di lui. Molte opere page 98haveva promesse, le quali sopragiunto dalla morte non potè recar al fine. Fu carissimo à Mattia Huneade Re d'Ungheria
grandissimo remunertore de virtuosi. Fù
chiamato dalla Città di Norimberga, e
fattone Cittadino, e da Sisto Quarto fatto Vescovo di Ratisbona, dal quale chiamato à Roma per la correttione morì di
morte repentina con grandissimo dolore
di tutti i letterti, essendo d'anni quarantuno dell'età sua, e fù sepolto in Roma nella Chiesa di S. Spirito. Questa lode ha egli particolare, dell'esser stato inventore della decima sfera, la quale secondo lui è quella, che in ventiquattr'hore si volge da Levante e Ponente, e rapisce le sfere inferiori col moto suo.
GIOVANNI, che dalla sua Patria fù
detto di Monteregio, fù Tedesco, e di
Franconia; il suo vero cognome fù Molitore, come riferisce il Giuntino. Hebbe
per Maestro, come fù detto, Giorgio
LEON Battista Alberti nobile Fiorentino huomo d'ingegno acutissimo, &
à tutti gli studii egualmente disposto, attese felicemente alla Pittura, Architettura, & alle Matematiche, e scrisse con molta eleganza in latino più libri. Lasciò dieci libri d'Architettura, ne quali pare, che
non solo emulasse, ma superasse Vitruvio. Scrisse di pittura, de lumi, e dell'ombre. Scrisse anco le piacevolezze Matematiche, & un libro della nave. Fù argutissimo nelle cose morali, onde leggiamo del suo cento Apologi, il Momo,
CARLO Boviglio Veromanduo Samacobrino fù d'ingegno così vario, e vivo, che non lasciò cantone alcuno di scienza, e d'Arte, ove non penetrasse, & in
tutte le professioni scrisse volumi; le quali per esser moltissime, tacerò in questo
luogo dell'altre, e racconterò le Matematiche. Scrisse dunque della Quadratura del Circolo per via d'un'Instrumento
Geometrico, ritrovato da lui. Fece sei libri d'introduttioni alla Geometria, l'introduttione alla Perspettiva. Scrisse della
Cubicatione della sfera, De Matematici
perfetti, un libro delle ruote Matematiche, De i corpi Matematici, ò Geometrici, De supplementi Matematici, & altre opere curiose.
BARTOLOMEO Zamberto Venetiano fù intendente delle Matematiche, e
della lingua Greca, onde si pose à tradurre i libri d'Euclide secondo l'editione di
Teone. Recò dunque nella lingua latina
il libro degl'Elementi, la Specolaria, la
perspettiva, i Fenomeni, & il libro de Dati con la Proteoria di Marino; non sono
però le sue traduttioni senza errore, i qua
PAVOLO Fiorentino Filosofo, e gran
Geometra attese principalmente alla Medicina, e diede opera alla lingua Greca.
Fù per l'eccellenza nella Geometria caro
à Nicolò di Cusa, & à Giovanni di Monteregio, e de nostri à Cristoforo Landino, & à Marsilio Ficino, & à tutti gl'
altri di quella dottissima Patria, che fiorirono ne tempi del gran Cosimo de Medici. Morì vecchissimo, e non lasciò cosa
alcuna partorita dal suo ingegno à posteri.
NICOLO' Bursio Parmegiano fù huomo, che attese alle lettere, e particolarmente dilettossi delle cose della Musica,
intorno alla quale compiacquesi della Dottrina di Guidone Aretino. Scrissene questi un' libro, nel quale si sforzò di difendere esso Guidone dalle calunnie d'un certo
Spagnuolo. La lingua, e la dottrina di
costui tengono assai del barbaro, e rugginoso.
LUTIO Bellantio da Siena familiare
di Gioviano Pontano attese alle cose d'
Astrologia, e scrisse un libro contro il Pico
GIOVAN BATTISTA Capuano di
Manfredonia Canonico della Congregatione Lateranense fù publico Lettore delle Matematiche nello studio di Padova.
Fù questi molto dotto, come appare da
Commentarii, che lui ha fatto sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco, e sopra le
Teoriche di Georgio Peurbachio.
DOMENICO MARIA Italo publico professore delle Matematiche nello studio di Bologna, osservò i moti celesti, e
ne scrisse. Discepolo di costui fù Nicolò
Copernico.
LORENZO Bonincontro da San Miniato Filosofo, & Astrologo eccellente, e
commodo Poeta. Gregorio Giraldi lo
chiama huomo di portentosa dottrina.
Scrisse questi ad imitatione d'Ovidio un
libro de Fasti, & alcuni Commentarii. Fù
domestico, & amico di Marsilio Ficino.
ALBERTO di Prussia cognominato
Pruteno visse in Cracovia Metropoli di
Polonia, dello studio di cui fù Collegiato.
Fù buono Astrologo, e scrisse molte opere, fra le quali dall'Abbate Tritemio sono
connumerate le seguenti = Un libro sopra
le Teoriche di Giorggio Peurbachio, &
GIOVANNI Toloso di natione Tedesco, e Francone Canonico di Ratisbona, e Dottore de Sacri Canoni, attese alle
buone arti, e fù Astrologo, Cosmografo,
e Poeta eccellente. Scrisse alcune cose di
Matematica, se bene l'Abbate Tritemio
non dice, di che trattassero.
AQUINO di Suedia Frate dell'Ordine de Predicatori buon Filosofo, e Matematico, scrisse un' libro de numeri, e de
suoni ad imitatione di Boetio; Scrisse anco un libro di proportioni, & alcune altre
cose.
MATTIA Minecomio Fiammengo,
e da Trajetto Frate dell'Ordine de Crucigeri abbreviò la Musica di Boetio, e la
Teologia naturale di Raimondo Sabunde.
CRISTIANO Molitore Tedesco da
Klagèfurt scrisse molte operette d'Astrologia, le quali sono molto stimate dagl'
Intendenti, e si guadagnò gran nome
con suoi pronostici fra gl'huomini del suo
tempo.
BERNARDO Valtero da Norimberga scrisse le osservationi Astronomiche secondo le regole di Tolomeo del Moto
del Sole.
page 103suoi servitii da Maximiliano Imperatore.
Scrisse molte opere, e nelle Matematiche
lasciò le seguenti -- L'Horoscopio universale con le linee spirali, un'altro con le linee colunnari, ò cilindriche, un'Instrumente da trovar l'ascendente con le case
celesti, e le stelle fisse à diverse elevationi,
un'Instrumento detto Horometro, la compositione del Meteoroscopio da trovar le
longitudini delle Città, compositioni, &
inventioni di projettioni di Tolomeo, varie sorte di Corografie, la descrittione di
varii modi da dipingere le tavole cosmografiche, il modo del trovar le distanze de
migli fra diversi luoghi, & altre opere di
cosmogrfia, il modo del fare l'horologgio lunare, & inventò quella specie d'horologgio, che dalla forma fù detto la foglia della Pioppa. Fece anco una tavola
delle stelle fisse, nella quale hebbe per
compagni Alberto Durero, e Volparia
Fiorentino.
GIOVANNI Stabio d'Austria Historico, Poeta, e Matematico fù chiamato à
GIACOBO Sconentio Filosofo, e Matematico di Herbipoli scrisse con elegante
stile un'Apologia in difesa dell'Astrologia
contro il Pico della Mirandola.
GIOVANNI Eslezero Magnutio
scrisse un picciolo volumetto, nel quale si
sforzò di dimostrare che il punto dell'
Equinottio della Primavera precede il
FRANCESCO Sirigatto huomo di
varia letteratura diede opera alle cose
Astronomiche, delle quali anco lasciò scritti volumi. Habbiamo del suo un Calendario diviso in tre libri, nel primo de quali tratta di tre sorte di nascimenti, & occasi, dell'imagini stellate secondo i Poeti, e
gl'Astronomi; nel secondo delle Sinastatole, e Simmesuranemi, e sincatadisi, cioè
con qual grado di segno nasca, sia à mezzo
il Cielo, e tramonti ciascuna stella, nel
terzo pone la quantità dell'arco dell'eclittica, che ascende nel tramontare di qualsivoglia stella. Questa sua fatica dedicò egli
à Papa Leone Decimo, nel qual tempo
verificò tutti i luoghi delle stelle.
ABRAM Zacuto Giudeo Spagnuolo
di Salamanca fù Astrologo del Re Emanuele, & è connumerato da Damiano di
Goa fra gl'altri Spagnuoli eccellenti in
quella professione. Compose l'Almanacco
perpetuo di tutti i moti de Cieli.
BATTISTA Piasio nobile Cremonese Filososo, Medico, & Astrologo, fù lettore di Filosofia, e di Astrologia nello stu
GIORGIO Interiano Gentiluomo
Genovese, attese particolarmente alle cose
di Cosmografia, e scrisse alcuni trattati della longitudine Cosmografica. Fù il primo,
che portò à Venetia i Platani. Questi ad
istanza di Pavolo Manutio scrisse la vita
di alcuni popoli detti Richii.
GIOVANNI Gioviano Pontano da i
Cerete huomo d'ingegno divino, & attissimo à tutte le cose. Accostossi à servitii
de Re di Napoli, appresso i quali diventò grande e di lettere, e di riputatione.
Scrisse molte cose in versi con eleganza, e
natura mirabile, & in profa con felicità
non dispari. Attese con grande studio alle
cose Astronomiche, nelle quali scrisse quel
bel libro dell'Urania, ove egli tratta delle
stelle. Fece parimente Commentarii sopra
il Centiloquio di Tolomeo, e dedicolli al
gran Federico Feltrio Duca d'Urbino.
Scrisse anco quattordici libri intitolati delle cose celesti, ne quali raccolse con molta
diligenza da Tolemeo, da Giulio Firmico, e da altri tuttocio, che ad un'esquisita
GIOVANNI Vernero nato di nobilissima famiglia in Norimberga, diede opera
alle Matematiche, e lasciò doppo se molte
fatiche, percioche tradusse egli, e mandò
fuori con bellissime figure tutte quasi l'opere d'Archimede, e del suo scrisse un libretto di ventidue elementi comici. Scrisse anco insieme un Commentario, ò Parafrasi
intorno agl'undeci modi dell'addoppiar il
cubo, & un'altro Commentario sopra il
problema di Dionisiodoro, e di Diocle,
nel quale si propone di segar la sfera con
un piano secondo la data proportione. Publicò due trattati del Moto dell'ottava sfera, e tradotta dal Greco la Geografia di
Tolomeo v'aggiunse annotationi, e commentarii. Scrisse anco un trattato de guidicii del vento, e de Meteoroscopici promessi alla luce da Giovanni Hermanno.
BARTOLOMEO Vespucci nobile
Fiorentino attese agli studii delle Matematiche, ancorche principal sua professione fosse la Medicina, nella quale, e nell'
arti egli era addottorato. Diessi poi in tutto all'Astrologia, & alle Matematiche, e
ne fù publico Lettore nello studio di Padova. Hassi del suo un dotto commento
sopra la sfera di Giovanni di Sacro Bosco.
LUCA Pacioli dal Borgo S. Sepolcro
Frate Minoritano di S. Francesco, attese
fin da fanciullo alle Matematiche, nelle
quali per l'acutezza del suo ingegno egli
divenne eccellente. Fù publico Lettore
delle dette professioni in Perugia, ove scrisse alcuni libri d'Algebra, e dedicolli alla
gioventù Perugina. Fù doppo chiamato
col detto carico in Roma, & indi à Napoli. Scrisse molte opere Geometriche, &
Aritmetiche. Tradusse in volgare gl'Elementi d'Euclide. Scrisse il libro della Divina proportione, e compilò quel suo gran
volume, intitolato -- Somma dell'Aritmetiche, e Geometriche proportioni, la quale egli dedicò al Duca Guidobaldo figliuolo di Federico Feltrio d'Urbino. Scrisse
anco un' libro de corpi regolari, & alcune
altre cose. Fù egli barbaro nella lingua,
poiche senza alcuna scelta mescolava le parole volgari, e le latine, e l'une, e l'altre
corrompeva, il che diede occasione ad Annibal Caro di chiamar l'opere di Fra Luca
Ceneracci, poiche era in loro sepolto l'oro
delle cose, come fra le ceneri degl'Orefici
sogliono esser nascoste le minuzzaglie dell'oro.
page 108guinse all'eccellenza, di maniera che fù
giudicato meraviglia del suo secolo. Scrisse in tutte le professioni, ma nelle Matematiche queste, che seguono -- Un introduttione all'Aritmetica di Giordano, Commentarii sopra la Musica di Boetio, commentarii sopra l'Aritmetica del medesimo
epitomata da lui, l'Introduttorio Astronomico sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco, due libri di Teoriche de corpi
celesti, & altre cose. Scrisse anco opere
Teologiche essendo vecchio, ma dicesi ch'
egli s'accostasse alquanto all'heresia Luterana. In costui riprende il Giovio la purità dello stile. Il Sacro concilio di Trento proibì molte opere di costui, come si
vede all'Indice.
GIACOBO Fabro Stapulese Fiammengo d'ingegno felicissimo attese con
gran frutto ad ogni sorte di dottrina, e
GIOVANNI ANGELO d'Aichem
Bavaro, visse nello studio di Vienna, &
attese alle cose di Matematica, & Astrologia. Scrisse un libretto della correttione
del Calendario, Calculo, Efemeridi. Scrisse del Planisferio, al quale haveva aggiunto molte cose appartenenti alla figura delle case del Cielo per l'Astrologia giuditiaria. Mentre attendeva à compir la tavola
dell'equationi de Pianeti di Giorgio Peurbachio, morissi in Vienna.
page 109loggia, & alle Matematiche. Fù prima Canonico della Chiesa Olomucense, & indi
Canonico della Catedrale di Vienna, ove
Egli fù chiamato da Massimiliano, accioche nella detta Città leggesse publicamente le Matematiche. Fù egli discepolo di
Aquino Daco, e compagno nello studio
di Giovanni Stabio. Scrisse molte opere,
i titoli delle quali sono raccolti in catalogo
da Giorgio Tanstettero Collimisio suo discepolo, & inserte da noi nella vita, che
scriviamo di lui.
ANDREA Stiborio Francese del Paese de Boi, attese alla Filosofia, & alla Teo
GIORGIO Tanstettero Collimisio da
Licoripo di natione Tedesco adottorato
nell'arti, e nella Medicina. Attese alle
Matematiche nello Studio di Vienna, ove
hebbe per Maestro Andrea Stiborio, a
cui successe poi nella lettura delle dette
professioni. Scrisse alcune cose, e publicò
le Tavole dell'Ecclissi di Giorgio Peurbachio, e quella del primo mobile di Giovanni di Monteregio, alla qual'opera egli
aggiunse un'historietta di tutti i Matematici, che avanti à lui havevano havuto la publica lettura nello studio di Vienna, e insieme tutte l'opere composte da loro, della
fatica di cui nello scriver le vite, noi ci siamo utilmente ferviti.
GIORGIO Razemburgio di Baviera
huomo di varia dottrina fù connumerato
da Giorgio Tanstettero fra gl'eccellenti
Astrologi dello studio di Vienna.
PAVELO Monaco nel Monasterio
Melicense commemorato dal medesimo
per Astronomo, e Cosmografo acutissimo.
GIOVANNI d'Espieres, & Erasmo
Ericio insegnarono le Matematiche publicamente nel medesimo studio con molta
gloria loro.
GIOVANNI Fabritio da Reislinga
Consobrino di Giorgio Tanstettero fù Lettore publico dell'Astrologia con Giacobo
Laterano nella medesima Università di
Vienna.
GIOVANNI Zerte Cittadino, e Senatore di Vienna secondo il medesimo
Tanstettero fù gratioso Matematico, & attese particolarmente alle ragioni della pittura, e della perspettiva appartenenti al
disegno degl'Edifitii.
ANDREA Kuenhofer Norimberghese discepolo di Giovanni Stabio, e di Andrea Stiborio è lodato dal medesimo Giorgio per eccellente nelle Matematiche fra
quelli, che fiorirono nel predetto studio.
GIORGIO Strolino gentilhuomo d'
Ulma, e Medico eccellente è connumerato dal Tanstettero fra gl'altri suoi amici
dotti nelle cose dell'Astrologia, dell'opera di cui afferma essersi valuto nell'emendationi delle Tavole.
GIOVANNI Kolpec da Ratisbona
Medico, & Astrologo, è lodato dal Tanstettero per eccellenza d'ingegno nel lavorare instrumenti Matematici d'ottone,
e d'altre materie.
GIOVANNI Humelio di costui non
sò altro, se non ch'egli fù publico professore delle Matematiche nello studio di
Lipsia.
STEFANO Lionese scrisse dell'Aritmetica in lingua Francese, & imitò per
lo più Fra Luca dal Borgo, doppo il
quale, come dice Giovanni Buteone, tenne il secondo luogo.
page 112e dell'emendatione del Calendario, le
quali opere dedicò à Leone Decimo.
Scrisse anco un'Apologia in difesa dell'
Astrologia, & un libro contro i Pronosticatori. S'affaticò per ritenere l'antiche
inventioni di Tebitte, e di Alfonso, e scrisse un'Apologia contro Marco Beneventano, come che egli havesse depravato le
positioni d'Alfonso, e le cose appartenenti al moto dell'ottava sfera. Scrisse anco
dell'assertione della Hierarchia ecclesiastica, ove tratta della Messa contro i Luterani, & un'altro libro del libero arbitrio contro l'assertioni di Calvino, & un
trattato del metter in concordia le controversie della Cristianità nella Dieta di
Ratisbona.
ALBERTO Piglio da Campi Tedesco huomo dottissimo, Teologo, Filosofo,
e Matematico eccellente. Scrisse dell'inventione de Solstitii, & Equinottii, e delle raggioni della celebratione della Pasqua,
FEDERICO Delfino Gentilhuomo
Venetiano eccellente Matematico fù publico professore delle dette scienze nello
studio di Padova. Questi raffrontati molti testi insieme emendò le Tavole del Rè
Alfonso, & i libri di Tolomeo. Verificò
anco le Tavole delle Stelle fisse. Fù questi Maestro di Daniel Barbaro, e di Alessandro Piccolomini.
page 113ce stampare in Bologna con l'aggiunta di
molte cose necessarie, e concernenti alla
materia de nascimenti, & occasi de Segni,
Lunghezze de giorni, e delle notti, de
moti de Pianeti, e delle cause dell'Ecclisse, & altre cose tali. Mandò fuori anco un'Introduttorio alle Teoriche del
Peurbachio, & il tutto dedicò à Goro
Geri Vescovo di Fano, e Vicelegato di
Bologna. Scrisse ancora, si com'egli afferma, alcune Tavole dell'Ecclissi de due
Luminari, quasi ad ogni latitudine.
LUDOVICO Vitali Bolognese professore dell'arti, e della Medicina nella
sua Patria. Ricorresse la sfera di Proclo
già tradotta da Tomaso Linacro, e la fe
GIOVACHINO Fortio Ringelbergio d'Anversa fù Grammatico, e Dialettico, e dell'una, e l'altra professione lasciò scritti commentarii. Attese anco alle
Matematiche; scrisse della sfera tre libri,
ò institutioni Astronomiche, della Cosmografia, Un libro del tempo, Uno di perspettiva, il Caos Matematico, & Aritmetico, Dell'Horoscopo, d'Astrologia,
di Geomantia, dell'urina non veduta, Dell'
interpretatione de Sogni, e dell'esperienze. Tutte queste cose furono stampate in
Basilea.
page 114re, fra le quali sono = Della fabrica, e dell'
uso dell'Astrolabio, e Commentarii discussissimi sopra la sfera di Proclo. Scrisse anco due libri della fabrica, e dell'uso de
varii Astrolabii, compose anco Tavole
Astronomiche, e mandò fuori un libro d'
Efemeridi. Lasciò parimente à posteri un
bellissimo Calendario, nel quale non lasciò cosa alcuna adietro delle appartenenti al computo Ecclesiastico. Attese alla
Geografia, e compose un libretto Cosmografo, e fece commentarii sopra la Geografia di Tolomeo. Fù nello scrivere alquanto barbaro, e non attese gran fatto
all'eleganza latina. Morì vecchio d'ottant'anni in Tubinga del 1530.
GIOVANNI Stoflero da Giustinga
Città di Svevia fù Canonico della Catedrale della sua Patria, attese alle Matematiche nella Città di Tubinga, ove egli
ne fù publico professore. Fece molte ope
GIACOBO Kebelio Tedesco, & amico di Giovani Stoflero, scrisse anch'egli
della fabrica, & uso dell'Astrolabio prima in lingua Tedesca, o poi nella Latina. Scrisse anco nella detta sua lingua libri Aritmetici stampati con l'Astrolabio
in Francfort. Publicò anco insieme con l'
Astrolabio un succinto trattatello del quadrante, della sfera materiale, del Triangolo Geometrico, del baculo di Giacobbe, dell'Umbracolo visorio, della verga
Geometra, dell'Horologgio mantiale,
del Nottilabio, e del Cilindro, e dell'
uso loro.
GIOVANNI Rastello Inglese buon
Matematico scrisse un libro della natura
naturata, & alcuni Canoni Astronomici.
ALBERTO Durero da Norimberga i
Pittore eccellentistimo, e Matematico nobile, oltre le Tavole dipinte, & intagliate in legno, & in rame con grandissima
diligenza, scrisse molte cose, cioè della
Pittura, e delle Simmetrie, ò proportioni de corpi, della Perspettiva, e della ragione dell'ombre, libri di fortisicationi,
& alcuni opuscoli Geometrici garbatissimi, i quali scritti da lui in lingua Tedesca furono tradotti in latino, e publicati
da Bilibaldo Pirkemero.
page 116della Terra di Castel Durante, & indi
crescendo i suoi meriti, ottenne il Vescovado di Fossombruno. Fù d'ingegno acutissimo, e scrisse molte opere, fra le quali si annoverano le seguenti. Un giudizio
dell'anno mille quattrocento ottanta, nel
quale riprese molti Astrologi, e Matematici nobilissimi più antichi di lui, cioè il
Blanchino, Prosdocimo, Beldomando,
Alpetragio, Giovanni Anglico, Henrico
di Medinia, & altri. Hebbe gara con
Giovanni Barbo Nipote di Papa Paolo
Secondo, e scrisseli contro una risentita
Apologia. Publicò un'operetta del numero degl'atomi contro l'ingordigia degl'
Usurari. S'affatticò molto nella correttione del Calendario per la retta celebratione della Pasqua, e ne scrisse quel grandissimo volume detto del suo nome la Paulina. Fù molto adoperato per la detta cagione da Leon Decimo nel Concilio Lateranense. Scrisse anco molte epistole appartenenti al detto negotio, & alcune
apologetiche ad un Pietro di Ricco Lovaniense. Non mancò per tanto chi redarguisse dopo in molte cose la detta Paulina, fra quali è Giovanni Lucido emendatore de tempi. Scrisse Pavolo molti pronostichi, ne quali rare volte si discostò
dal vero. page 117
PAVOLO de Middelburgo di Zelanda Fiammenggo studiò nell'Accademia di
Lovanio, & addottorato in Filosofia, Teologia, e nella Medicina, insegnolle publicamente in Middelburgo, dove fattosi Prete ottenne un Canonicato nella
Chiesa Catedrale di S. Bartolomeo. Tornato à Lovanio fù chiamato dalla Signoria di Venezia per la lettura delle Matematiche, e dell'Astrologia nello Studio
di Padova, facendo poi viaggio trasferissi ad Urbino, ove accarezzato da Prencipi, accostossi al servizio loro nella professione della Medicina, e dell'Astrologia,
ove essendo gratissimo, fù fatto Abbate
GIOVANNI Lucido Samoteo di natione Francese huomo dottissimo nelle
lettere Secolari, e nelle Sacre, attese principalmente à calcoli Ecclesiastici, come
studio conveniente ad huomo di Chiesa,
essendo egli Sacerdote. Scrisse Giovanni
un Cronico, overo dell'emendatione de
tempi, opera di grandissimo giovamento
agl'Historici. Scrisse anco del vero giorno della Passione di Cristo, & un'Epitome dell'emendatione del Calendario. Tirò egli il suo Cronico insin all'anno del
trentacinque, e l'aggionta di quarant'anni vi fù fatta da Girolamo de Bardi Fiorentino dell'ordine Camaldolese.
page 118rologgi da ruote così da molla, come da
contrapesi, così di ferro, come di legno.
Attese alla Cosmografia, e scrissene introduttioni, e fece due globi, l'uno stellato,
e l'altro Cosmografico ambidui ornatissimi. Fù in oltre grande Anatomista, e publiconne volumi in Marpurgo, ove egli
ne facea professione.
GIOVANNI Driandro Tedesco Medico, e Matematico nell'una, e nell'altra professione. Lasciò scritti molti volumi, e per tacere de gl'altri, nelle Matematiche compose i seguenti = La Fabrica, e le ragioni dell'anulo Astronomico,
L'esplicationi del Cilindro in lingua Tedesca, Un libro di varie compositioni d'
Horologgi da Sole, dell'uso dell'instrumento notturno da conoscere l'hore per
via delle Stelle, i Canoni dell'Astrolabio, l'esplicatione del quadrante, Della
fabrica, & uso di quell'Horologgio usitatissimo dal Sole, che si chiama volgarmente Compasso. Scrisse anco di diversi ho
HENRIGO Glareano da Friburgo di
Brisgoja fù huomo, che diede opera à
tutte l'arti liberali, e scrisse molto in versi, per cagione de quali egli fù laureato,
& anco in prosa. Fece questi non mediocre professione delle Matematiche, onde
lasciò scritto un libretto della sfera, alcune introduttioni Cosmografiche, & alcuni libri di musica. Fece annotationi sopra Tito Livio, à cui giunse la Cronologia de Consoli, fece anco il medesimo
sopra Cesare, e Salustio, & alcune altre
opere non inutili. Fù grand'amico, e devoto di Giovanni Vernero, e di Damiano da Goes.
page 119trattato de principii dell'Astronomia,
e della Cosmografia, dell'uso del globo
Cosmografico, della divisione del Mondo antico, e moderno, dell'uso dell'anulo Astronomico. Scrisse finalmente il metodo dell'Aritmetica pratica, & un compendio delle frattioni Astronomiche. Scrisse anco un modo di conoscere per via di
memoria le Calende, gl'Idi, e le None, le
feste mobili, & i luoghi del Sole, e della Luna nel Zodiaco. Scrisse parimente
del modo di descrivere i luoghi, e trovar
le distanze, cosa appartenente alla Corografia. Mandò fuori una Carta di Mappamondo, ove si descrive tutta la Terra, & alcune altre cose. Lasciò questi
Cornelio suo figlio Medico, Filosofo, Poeta, & in tutte le buone arti non punto
inferiore al Padre.
GEMMAFRISO Fiammengo da
Lovanio Medico, e Matematico fù publico professore delle dette scienze nello
studio della sua Patria. Scrisse un libro
del Raggio Astronomico, e Geometrico,
un libro dell'Astrolabio Catolico, Un
MICHELE Stifelio Tedesco Aritmetico versatissimo ne scrisse più libri, uno
ch'egli intitola dell'Aritmetica perfetta,
e l'altro compendiosa, overo prattica Italiana. Scrisse anco in lingua Tedesca le
Regole dell'Algebra, & il computo Ecclestastico. L'opere di costui in qualche
parte sono riprese da Giovanni Buteone
CUTBERTO Tonstallo Inglese Vescovo di Dunelmia, attese alle lettere Sacre, e con molto profitto diede opera alle Matematiche. Questi scrisse un bellissimo libro d'Aritmetica. Intanto crescendo la crudeltà d'Henrigo ottavo, & uccidendo tirannicamente i migliori, temendo della propria vita per la morte di Tomaso Moro, & altri amici, diedesi in tutto à compiacere, & à placare il crudelissimo Re contro i migliori adirato.
page 121falsa suppositione di coloro, che vogliono,
che il Sole stia fermo, come centro, e la
Terra gli si muova in giro. Scrisse anco
il Copernico alcuni commentarii sopra la
sfera. Una gran parte delle sue osservationi fece vicino alla foce della Vistula in
Fravemburgo. Dedicò egli la sua grand
opera delle Revolutioni à Pavolo Terzo.
NICOLO' Copernico di Natione Pruteno, benche nascesse sotto asprissimo Cielo, e fra gente barbare, non punto aspro
ne barbaro diede opera alle buone lettere.
Nacque egli in Toruna, onde fù detto Torunese. Diedesi costui con tanta felicità
alle Matematiche, & all'Astrologia, che
meritò da alcuni esser detto un Tolomeo
Tedesco, ò per dir meglio Pruteno. Essendo giovinetto, venne in Italia, e nello
studio di Bologna fecesi discepolo di Domenico Maria Italo. Fù fatto Canonico
di Varmia, ove attese all'osservazioni de
Moti celesti, & impugnò in alcune cose
Tolomeo. Con l'occasione del Concilio
Lateranense per l'emendatione dell'anno,
scrisse il suo nobilissimo libro delle revolutioni degl'orbi celesti, nel quale seguì la
NICOLO' Sosiano da Corfù elegantissimo Letterato attese alle cose Matematiche, e di Cosmografia. Scrisse questi un
bel libretto in lingua Greca dell'Astrolabio anulare, e publicò la descrittione della Grecia, nella qual Tavola superò non
solamente Tolomeo, ma quanti altri havevano scritto avanti à lui; onde Abramo Ortelio nella descrittione della Grecia
antica, non ha voluto altro essempio, che
il suo. Un Nicolò G. huomo dannato da
Santa Chiesa, fecevi sopra Commentarii,
i quali sarebbono degni d'esser letti, se
non gli profanasse l'empietà dell'autore.
page 122lesti senza suppositione di eccentrici, ne d'
epicicli, e scrissene quella nobile fatica, la
quale dalle cose contenute egli intitolò
=Homocentrica=, e certo i suoi pensieri furono ingegnosissimi, se bene à giuditio de migliori egli non conseguì il fine, al
quale egli tendeva. Quant'altre cose egli
scrivesse, e quanto egli fosse eccellente
Poeta è più chiaro che il Sole, ne ricerca
la brevità di questa fatica, ch'io mi distenda ad annoverarle ad una ad una.
GIROLAMO Fracastoro nobilissimo
Gentilhuomo Veronese Filosofo, e Medico eccellentissimo, diede opera con pari
felicità agli studii delle Matematiche, onde sforzossi di mantenere quel fondamento amato da Eudosso, Aristotele, Calippo, Avverroe, Alpetragio, & altri per salvar le apparenze, e le varietà de Moti ce
GIULIANO Ristoro Frate dell'ordine de Carmelitani nacque nella Città di
Prato, & attese alle Matematiche sì felicemente, che ne meritò la Catedra dello
studio di Pisa. Attese questi alle cose
Astronomiche, nelle quali mentre volse
fare imagini di tale, ò tale virtù sotto cotale, ò cetale costellatione fù da giuditiosi
riputato assai vano. Fù discepolo di costui
Francesco Giuntino, sicome egli stesso afferma ne Commentarii della sfera di Giovanni di Sacrobosco.
GIOVANNI MARTINO Siliceo
Spagnuolo della Diocesi di Pace studiò in
Parigi nell'arti, e nella Filososia, & attendendo alle Matematiche lasciò à Posteri
un libro di Aritmetica assai copioso. Questo per la sua virtù fù Maestro di Filippo
Re di Spagna, & indi Vescovo di Cartagena.
BARTOLOMEO Mercatore scrisse
Meditationi sopra la sfera, overo introduttioni sopra tutta la Cosmografia.
GIOVANNI di Rojas di natione
Spagnuolo di nobilissimo Sangue, e figluiolo del Marchese di Poza, studiò, &
attese alle buoni arti in Lovanio, ove sotto la disciplina di Gemma Friso diede
opera alle Matematiche. Scrisse dell'Astrolabio Universale un volume assai nobile.
Fù historico, e promise di scrivere l'historia di Carlo Quinto, e di Filippo.
PIERIO Valeriano da Cividale di i
Belluno huomo versatissimo in tutte le sorti di lettere, e dottissimo delle cose greche, e latine, e buon Poeta, & oratore,
fù Prete, e Servitore domestico del Cardinale de Medici. Attese alle Matematiche, e scrisse un libretto della sfera, ch'
egli chiamò Compendio, intentione di cui
fù il facilitar quello studio, e dire con più
eleganza di lingua quello, che assai rozzamente era stato trattato da altri; quest'
opera dedicò ad Alessandro Farnese Cardinale in quel tempi assai giovane. Scrisse
anco quei dottissimo, & amplissimo libro
de Gieroglifici, & altre cose.
page 124Ingolstadio. Publicò dopo Giovanni Stabio l'Horologgio detto foglia della Pioppa. Mandò fuori il libro di Giordano de
Pesi. Scrisse del suo un libretto di Geografia, à cui aggiunse un trattatello del conoscer l'hore della notte per via della Stella Polare. Publicò parimente un Quadrante Universale in forma nuova, & alcune
altre cose.
PIETRO Apiano Bennisio da Licisnia Tedesco ebbe la prima Catedra della
lettura delle Matematiche nello Studio d'
GIUVONE Heldo Frisio familiare di
Giovanni di Rojas scrisse della fabrica del
Planisferio, dal quale Giovanni prese gran
parte delle cose, ch'egli trattò nel suo.
page 125co fatto Vescovo. Molte altre cose lasciò
scritte Luca, cioè la correttione della Tavola d'Alfonso, e d'Elisabetta. Affaticossi intorno le Tavole delle direttioni di
Giovanni di Monteregio, e di Giovanni
Blanchino, & intorno al libro di Lorenzo Bonincontro de Moti celesti. Publicò
del suo le figure, e i pronostici per tutto il
cinquantadue. Scrisse introduttioni à tutta l'Astrologia, & altre cose, le quali più
à lungo sono da noi scritte nella vita di lui.
Questo solo diciamo, ch'egli non fece cosa, che possa dirsi in tutto di momento.
LUCA Gaurico Giusanese, cioè dal
Tempio di Giunone Argiva, diede opera
alla Filosofia, & alle Matematiche in Ferrara, nel quale essendo assai giovane, fù
Lettore delle cose d'Astrologia, fece alcune annotationi sopra l'Almagesto di Tolomeo tradotto dal Trapezuntio, alle quali aggiunse tin'appendice de Mesi, & alcune altre cose di poco momento. Fece egli
ancora alcune fatiche sopra la sfera di Giovanni di Sacrobosco, e sopra le Teoriche
di Giorgio Peurbachio, & un Problema,
nel quale discorre se sotto l'equinottiale vi
siano habitationi. Sotto Papa Clemente
in Roma predisse molte di quelle ruine,
che successero; onde fù chiamato à suoi
servitii da Pavolo Terzo, dal quale fù an
PASCASIO Hamello Matematico
Regio di Henrigo di Francia scrisse commentarii sopra il libro d'Archimede del
numero dell'arena, e tre libri di Perspettiva publicati da Giorgio Harmanno.
ERASMO Reinoldo Turingo di Salvelfeldia Astrologo, e Matematico degno
di paragonarsi con gl'eccellenti del tempo
antico. Fù dotto in tutte le scienze, &
hebbe perfetta cognitione della lingua latina, e della greca. Fece scolii sopra le
Teoriche del Peurbachio, e calcolò le Tavole Pruteniche, & altre cose, che per brevità si tralasciano, essendo appieno distese
nell'historia della vita sua. Fù travagliato
da molti infortunii; al fine essendo publico
Lettore delle Matematiche nello studio di
NICOLO' Simo Bolognese buon Matematico successe à Domenico Maria Italo nella publica Lettura delle Matematiche nello studio di Bologna. Calcolò l'
Efemeridi per molti anni, e v'aggiunse i
Canoni, che spiegano l'uso loro con alcuni trattati dell'elettione, delle mutationi
dell'aere, e delle Rivolutioni. Ridusse
egli parimente in compendio le Teoriche
de Pianeti, ne sò che altra cosa del suo lasciasse à Posteri.
ORONTIO Fineo dal Delfinato venne da giovinetto nella Città di Parigi, ove
hebbe la Lettura delle Matematiche nel
Collegio Reale di Navarra, & indi fù assunto dal Re Francesco alla dignità di
Matematico Regio. Era d'ingegno prontissimo, ma non acuto, onde scrisse molto,
e commesse di molti errori; persuadevasi
troppo del proprio sapere, e la fortuna,
che lo favoriva, accresceva in lui il dissetto
naturale; il perche molti valent'huomini
furono, che scrivendogli contro, scopersero li suoi errori. L'opere composte da lui
s'hanno registrate appieno da noi nell'historia della sua vita. Hebbe per Discepolo Pietro Ramo, il quale, come di suo
GIORGIO Armanno publicò tre libri
di Perspettiva di Pascasio Hamello, & i
Commentarii sopra il libro del numero
dell'Arena d'Archimede fatta dal medesimo, & egli promise di mandare fuori un
trattato dell'ombre.
LUDOVICO Baeza Parigino Filosofo, e Matematico, Discepolo d'un Giovanni Magnien, come egli dice, Medico,
e Matematico eccellentissimo. Scrisse un'
elegante libretto d'Aritmetica, che fù ornatamente stampato in Parigi. Prometteva altre cose ancora, così in questa professione, come intorno alla filosofia Peripatetica. Hebbe, come appare della sudetta
sua opera, esquisita cognitione delle lettere greche, e delle latine.
MARTINO Poblacione fece un succinto trattatello dell'Astrolabio, il quale
compilò parte da Niceforo Gregora, e parte da Giovanni Stoflero. L'operetta divise egli in due parti, nella prima trattò dell'
uso dell'Astrolabio, e nella seconda della
Scala Altimetra, e dedicò la sua fatica
ad un Francesco di Lupo Ronconi.
page 128ma, non hebbe altro Maestro, che se medesimo. Scrisse molti trattatelli curiosissimi, che gli recarono molta lode. Scrisse
dunque un'opuscolo del Ponte, che Cesare fece sul Reno, & un'altro dell'Arca di
Noè, nel quale mostrò la forma dell'edificio, divise le celle, e gl'animali, e preparò i luoghi per gli cibi, e per gl'huomini,
che v'entrorono. Scrisse contro Orontio,
di cui fù grande, e perpetuo impugnatore
ne i libri della quadratura del Circolo. Dichiarò un' luogo Geometrico di Quintiliano appartenente alla capacità delle figure
isoperimetre. Affaticossi per trovare la
duplatione del cubo per via degl'elementi
d'Euclide, e trovò una certa approssimatione, & ivi redarguì una falsità dello Stifelio
intorno al detto Problema. Scrisse un trattatello della Misura dell'acqua, che scorre, appartenente alla divisione dell'acque
de publici aquedotti. Fece un discorsetto
intorno à una Machina d'Agricoltura di
Columella, chiamata Cicogna. Scrisse della stadiera, mostrando come con picciolo
instrumento possono pesarsi gravissimi pesi. Scrisse della ragione de Marchi delle
bilancie, & un trattatello del prezzo delle
perle. Fece un libro della divisione dell'
Isole, che si fanno ne i fiumi, e redarguì la
Tiberiade di Bartolo; Tutte le dette fatipage 129che raccolte in un succinto volume dedicò
al Cardinal Turnone. Oltra le cose narrate scrisse d'Aritmetica, d'Algebra, & un
bellissimo libro sopra Archimede della
quadratura del Cerchio. Scrisse anco alcune altre cose intorno ad alcuni passi di
Legge, che nell'esplicatione hanno bisogno delle Matematiche.
GIOVANNI Buteone Francese del
Delfinato, attese alle Leggi civili, & alle
Matematiche, & in queste com'egli affer
GIOVANNI ANTONIO Delfino
da Casal Maggiore Francescano de Conventuali scrisse al Cardinal Camillo Paleotti un libro de Globi, e moti celesti
contro i pareri de Filosofi, & Astrologi in
favore della verità Cristiana. Questi ridusse tutta la Filosofia Peripatetica in luoghi
communi.
ABELE Fullonio gentilhuomo Francese scrisse della fabrica, & uso dell'Olometro, così detto dall'esser'atto à misurare tutte le cose.
ANTONIO Lupicino scrisse della fabrica, & uso delle verghe Astronomiche,
instrumento da osservar le distanze delle
Stelle in cielo, & altre cose appartenenti all'uso dell'Astrologia.
page 130compiacque, e secevi buon profitto. Fù
Poeta nella lingua materna, annico, & imitatore di Pietro Ronsardo; finalmente fermossi nelle Matematiche, e nelle dette
professioni lasciò scritto alcune opere. Fece egli dunque un Commentario della dimensione del Circolo, uno del contatto
delle linee, uno della costitutione dell'
Horoscopo. Scrisse alcune annotationi sopra l'Aritmetica di Gemma Friso, e mandò fuori un compendio delle frattioni
Astronomiche, & uno di ritrovar per via
di memoria le Calende, gl'Idi, & i luoghi del Sole, e della Luna nel Zodiaco.
Scrisse in lingua Francese un volume d'
Algebra, & ultimamente commentarii sopr i primi sei libri degl'elementi d'Euclide, nei quali, come tengono i migliori, fù soverchiamente animoso, & innovatore. Donò quest'opera à Carlo Cardinale di Lorena. Scrisse alcune cose dell'
angolo, del contatto, del cerchio, e
della linea, nella quale presi principii falsi, ne trasse tali anco le conclusioni. Molti confutatori ha havuto il Peletario, fra
quali non è punto ignobile Cristoforo Clavio Bambergese, contro cui esso Peletario mandò fuori un'Apologia, à cui il
Clavio rispose con una disgressione fatta
nel libro de Triangoli. Henrigo Monapage 131tolio Matematico Regio prese la parte deI
Clavio, e scrisse contro il Peletario.
GIACOBO Peletario Cittadino Leonese, attese alli studii Legali, & indi essendo d'età più matura, non si compiacendo di quello studio, si diede alla Filosofia, & indi alla Medicina, di cui si
PIETRO Nonio Portughese huomo
d'acutissimo ingegno, scrisse un libro degl'errori d'orontio Fineo, un trattato d'
Algebra, & altre cose. E' lodato da P.
Ramo nelle Scuole Matematiche.
GIOVANNI Pena Francese discepolo nelle Matematiche di Pietro Ramo
prontissimo, e risvegliato d'ingegno, essendo ancor giovane fù fatto Matematico Regio, al che fù ajutato dal favore
di Carlo Cardinale di Lorena. Diedesi
ad illustrare le cose di Perspettiva, e della Specolaria, e publicò l'optica, e la Catoptica d'Euclide greca, e latina, tradotta da lui, e dedicolla al sudetto Cardinale suo benefattore. Mà mentre egli era
intento ad altre opere, essendo appena di
vintisei anni, abbandonò questa vita.
FRANCESCO Candalla Francese
dell'Illustrissima famiglia de Flussati huomo cotanto dedito alli studii, quanto nobile, affaticossi intorno agl'Elementi d'
Euclide, e tradussegli dal Greco, se bene in ciò fù poco lodato da migliori, che
mentre egli tentò d'arricchirli, tralasciate le buone dimostrtioni greche, ve ne
aggiunse del suo diffettose, manchevoli, e
poco buone.
GIO: BATTISTA Vimercato Prete Milanese scrisse un Dialogo intitolato
= della Descrittione Teorica, e Pratica de
gl'Horologgi dal Sole, che fù poi da Valente Panizza Mantovano stampato in
Ferrara, e donato à D. Alfonso da Este.
Questi come appare, fù huomo assai ignorante delle Matematiche, il che si conosce dalla stessa inscrittione, perciòche non
si può dire descrittione Teorica, essendo assai differente il descrivere dallo specolare; ma egli stimò, che fosse Teorica
il servirsi delle linee, e pratica quell'altra, che per via del Sole, e d'un horologgio fatto reca al fine il proposito. Quanto poi all'opera chiaro appare, che egli
non vedesse Tolomeo, poiche altro non
è che quelle pratiche barbare de Tedeschi, nelle quali assai si sarebbe portato
bene, se havesse (cosa non fatta da loro) aggiunto alle loro pratiche tenebrose il lume della dimostratione.
FRANCESCO Giuntini Fiorentino
assai buon Matematico, & Astrologo
giuditiario, fece gran tempo di sua vita
in Francia. Scrisse due grandissimi libri
sopra la sfera di Giovanni di Sacro bosco, un Calendario Astronomico, & alcune altre cose.
NICOLO' Tartaglia Bresciano d'humile nascimento attese alle cose Matematiche, e particolarmente alla Geometria,
& all'Aritmetica con tanto genio, che si
lasciò molti adietro. Trasferì costui in
lingua volgare gl'Elementi d'Euclide,
ch'egli leggeva publicamente in Venetia.
Scrisse molte opere appartenenti al moto
de corpi gravi, à tiri dell'Artigliarie, à
fortificationi de luoghi, à misurar con la
vista, & altre cose tali, e finalmente scrisse due gran volumi, ne quali raccolse tutto quello, che s'appartiene ad una compita specolatione, e pratica delle cose dell'
Aritmetica, e della Geometria. Fù egli
grand'Avversario di Girolamo Cardano,
e scrisseli contro alcune opere. Attese nondimeno così poco alla bontà della lingua,
che move à riso talhora chi legge le cose sue.
page 134no; compiacquesi delle cose Astronomiche, le quali si pose à leggere nell'Accademia de Filarmonici, nella quale egli
era chiamato Filuranio. Scrisse Efemeridi, & il supplemento loro. Stampò un
volumetto dell'annua quantità del Sole,
e della Luna, & un'altro della solennità
Pasquale secondo la recognitione degl'Antichi canoni della Chiesa, con esso la restauratione del Calendario Romano, &
un trattato del vero giorno della Passione
del Nostro Signore, & alcune altre operette di non grave momento.
PIETRO Pitati nobile Veronese attese alle Matematiche ammaestrato da un
Frate Innocentio da Novara Benedetti
DANIEL Barbaro Gentilhuomo Venetiano, e nepote del dottissimo Hermolao, fù eletto al Patriarcato d'Aquilegia.
Hebbe egli gran gusto nelle Matematiche, il che mostrò in quel commentarii,
che diffusamente fece sopra l'Architettura
di Vitruvio. Scrisse commentarii anco sopra la Retorica d'Aristotele, & altre cose.
Nelle Matematiche fù discepolo di Federico Delfino publico Lettore, come dicemmo ragionando di lui, nello studio di Padova.
page 135tiche sotto la disciplina d'Orontio Fineo,
e fecene gran professione. Scrisse questi le
Scuole Matematiche, Geometriche, &
Aritmetiche, nelle quali intorno alla materia degl'elementi, mostrò quant'egli ne
sapesse, ancorche à giuditio d'alcuni egli
le trattasse con ingegno impetuoso, & audace. Scrisse della militia di Cesare, &
altre cose. Fù ammazzato Pietro in quella congiura, che sotto Henrigo fù fatta
contro l'Ammiraglio, e la fattione degl'
Ugonotti, e ciò, come si tiene, piu tosto per
furore del popolo, ch'egli se lo meritasse.
PIETRO Ramo Parigino Oratore, e
Filosofo Regio nello studio di Parigi, fù
huomo di suegliatissimo ingegno, e diede opera con molta felicità, e profitto à
tutte le buone arti. Attese alle Matema
HENRIGO Monatolio Professor Regio delle Matematiche in Parigi, scrisse in
risposta dell'Apologia, che Giacobo Peletario haveva fatta contro Cristoforo Clavio.
SILVIO Belli Vicentino ingegniero,
e Matematico ha lasciato del suo un libro del misurare le distanze con la vista
con ajuto del quadrante Geometrico senza bisogno de Calcoli Aritmetici, la qual'
opera donò al Cavalier Valerio Chieregati. Scrisse doppo un libro degl'Elementi, nel quale tentò di trovar vie più brevi, che non haveva fatto Euclide, & andossi fabricando altri principii, ma perche non è stata fabrica ben fondata, non
ha consegnito il suo fine.
page 136io mi trovavo nello studio di Padova,
leggeva publicamente le Matematiche, e
da lui viddi esporre le mecaniche di Aristotile. Egli era vecchio, e faceto di maniera, che spesso era piena la sua scuola di
genti desiderose più di ridere, che d'imparare. Non era huomo di profonda dottrina, e non ha dato fuori del suo altro,
che una semplice, e piccola sfera.
PIETRO Catena Padovano, mentre
GIOVANNI MARIA de Tolosani
dell'Ordine de Predicatori, nacque in
Colle di Valdella, attese a computi Ecclesiastici. Fece un libro intitolato il Breviloquio de tempi, dal quale Giovanni
Lucido col consenso di lui cavò molte
cose, & inserì nell'opera sua. Scrisse un
libretto della Massima declinatione del
Sole, & una breve emendatione del Calendario intorno alla retta celebratione
della Pasqua, e dirizzolla al Concilio di
Trento.
page 137da Costantino Lascari. Scrisse anco un libretto della sfera molto succinto, & un
trattatello degl'Instrumenti Astronomici.
Ha lasciato anco à Posteri un nobilissimo
libro di Gnomonica, nel quale assai pienamente prosegue la detta materia. Prometteva egli tante opere in un suo Catalogo, che s'havesse risposto alla promessa, toglieva il luogo ad ogn'altro Matematico, ma non sò per qual cagione lecose, ch'egli prometteva, furono aspettate dagli Studiosi indarno. Fatto huomo
di Chiesa si diede alle cose sagre, & essendo gia vecchio, publicò un Martirologio. Egli morì carico d'anni di maniera, che per l'età era in tutto mancata in
lui la vivacità dell'ingegno. Fù molto
amico di Federico Comandino, ancorche gia mai non si conoscessero di presenza. Si veggono alcuni Epigrammi del
Maurolico, onde appare, ch'egli non fose nemico delle muse.
FRANCESCO Maurolico nobile
Messinese, & Abbate nella Patria sua,
per l'eccellenza del suo ingegno merita
d'esser'annoverato fra primi Matematici
dell'età nostra. Scrisse tre Dialoghi di
Cosmografia dottissimi, & arguti, e donogli à Pietro Bembo Cardinale, che s'
era trattenuto in Messina, essendo ancor
giovanetto, per imparare lettere Greche page 138Montano Lettori publici dello detto Studio, l'uno Filosofo, e l'altro Medico eccellentissimi. Prese la dignità del Dottorato di Medicina in Ferrara, ove egli hebhe per promotore il Bresavola. Fù poi
Medico di Ranuccio Farnese fratello d'
Alessandro, ambedue Cardinali, fin da
giovinetto haveva dato opera felicemente alle Matematiche, alle quali haveva
straordinaria inclinatione, e perche à detti studii fù eccitato da Marcello Cervino,
che fù poi Pontefice, e da Ranuccio, à
servitii de quali egli si trovava, abbracciò
più caldamente le dette professioni, di
maniera, che vedendo l'incertezza della
medicina, & il pericolo del trattarla, abbandonatala del tutto, si diede alle specolationi Matematiche, nelle quali fece
poi tanto profitto, quanto con molta metaviglia ha veduto l'età nostra: poiche
per opera sua hanno racquistato lo splendor loro tutti i più antichi, e nobili scrittori di quelle professioni. Egli ha tradotto dal greco, & illustrato le cose d'Archimede, d'Appollonio, di Sereno, di
Pappo, d'Eutocio, d'Aristarco, d'Euclide, e di Herone Alessandrino, di Tolomeo, e di molti altri, l'opere de quali, prevenuto dalla morte, egli non potè
publicare. Del suo habbiamo il libro del page 139Centro della gravità de solidi, opera da
esser paragonata à quelle de più nobili
antichi. Non fù il Comandino Lettore
d'alcuna Università, ne meno procurollo, ma vivendosene in casa sua, godevasi la quiete delli studii. Molti lo frequentavano desiderosi d'imparare, fra
quali era Guidobaldo de Marchesi del
Monte, che hoggi vive, e con gli scritti suoi illustra queste scienze. Eravi anco Bernardino Baldi, che scrive quest'
historia, il quale essendo in quel tempi
giovinetto, si dilettava grandemente di
queste professioni. Ma fra discepoli del
Comandino si connumera anco Francesco Maria Duca d'Urbino figliuolo di
Guidobaldo, à servitii del quale per detta cagione egli fù con honorato stipendio trattenuto molti anni, percioche, essendo quel Prencipe inclinatissimo a gli
studii, non volle passare à filosofici, e
Teologici, ne quali è versatissimo, senza aprirsi prima la porta mediante la cognitione delle Matematiche. Morì Federico di sessantasei anni, e fù sepolto nella Chiesa di S. Francesco de Conventuali in Urbino.
FEDERICO Comandino Gentilhuomo Urbinate figliuolo di Battista Comandino, e di Laura Bonaventuri, attese da
fanciullo alle buone lettere, & impatronissi della lingua greca, e della latina.
Studiò in Padova le cose di Filosofia, e
di Medicina, & hebbe per maestri Marco Antonio Genova, e Gio: Battista
GIOVANNI Padovano Veronese
scrisse un'operetta, nella quale discorre
della turbatione dell'anno commune, e
GIO: BATTISTA Benedetti Venetiano attese alle Matematiche, nelle quali
servì i Duchi di Savoja. Scrisse un libro
di Gnomonica, il quale toccò molte cose
appartenenti alle dimostrationi della detta
disciplina, se non che viene ripreso da più
esquisiti di non haver'osservato quel metodo, e quella purità nell'insegnare, che ricercano le Matematiche, & è stato osservato da gl'ottimi Greci, e da gl'Imitatori
loro. Scrisse anco alcune altre cose leggiere, e di non molto momento.
ALESSANDRO della nobilissima famigglia de Piccolomini Senese, e finalmente
Arcivescovo di Patrasso, e Coadiutore
dell'Arcivescovo di Siena, Filosofo, Poeta, Oratore, e Matematico, studiò in Padova, & in Bologna, e scrisse molte cose, e
fra l'altre si sforzò di recar nella lingua nostra le cose della Filosofia, e publiconne volumi. Mandò fuori una Parafrasi sopra le
Mecaniche d'Aristotele, i libri della sfera, le Teoriche de Pianeti, un trattato
della grandezza dell'Acqua, e della terra,
& altre cose, le quali minutamente sono
descritte da Noi nell'historia della sua vita. Morì vecchio nella sua Patria, e fù
con grandissima pompa sepolto nella Catedrale.
GIOVANNI Bernardino Rostello
Perugino scrisse un libretto dell'emendatione dell'anno, e dedicollo à Jacobo Boncompagni Duca di Sora, e d'Arce, nel
quale si sforza di provare, che l'Equinottio debba restituirsi al ventesimo quarto
di Marzo, & accommoda l'Aureo numero alle lunationi perpetue.
BERNARDO Salignaco da Burdegala Francese attese alle Matematiche, e
fù fatto uno de Rettori del Collegio Corbachiano della sua Patria. Scrisse in lingua Francese dui libri d'Aritmetica, &
alcune cose d'Algebra. Fù questo discepolo di Pietro Ramo, com'egli stesso afferma nel proemio delle scuole Matematiche.
FILIPPO Fautonio Fiorentino dell'
Ordine di Camandoli scrisse un libro del
ridur' l'anno alla debita forma.
GIOSEFFE Moleti Siciliano buon
Matematico de nostri tempi, fù Maestro
nelle dette discipline del Duca Vincenzo
di Mantova, & indi Lettore publico nello
studio di Padova. Scrisse alcune cose per
via d'appendici alla Geografia di Tolomeo, e publicò l'Efemeridi per molti anni, & è uno di quelli, che scrissero ad instanza di Gregorio Terzodecimo intorno
all'emendatione dell'anno.
FRANCESCO Barocci Gentilhuomo Venetiano dotato di bellissimo ingegno, Filosofo, e Matematico eccellente,
essendo giovane di ventuno anno tradusse,
& illustrò i Commentarii di Proclo sopra
il primo degl'Elementi di Euclide. L'istesso tradusse i libri di Herone Mecanico,
e gli arricchì di Commentarii. Ultimamente ha scritto un volume di Cosmografia, nel quale redarguisce gl'errori di
molti intorno le cose Geometriche, e d'
Astrologia.
page 143se un libro dell'emendatione del Calledario, un trattato della Patienza, uno dell'
Oratione, uno della Correttione, un'historietta de Capuccini, & alquanti sermoni. Fù l'uno de due Capellani perpetui
di S. Severo Parocchia di Venetia. Hebbe controversia nelle cose della musica con
un Francesco Salinese Spagnuolo, il quale
facendo professione d'esser stato suo discepolo in un'opera, ch'egli scrisse, tentò di
lacerarlo, contro il quale egli publico ultimamente il libro de Supplementi. Fù
Gioseffe per esser fatto Vescovo di Chioggia, ma per alcuni impedimenti non gli
fù conceduto. Morì di sessantasette anni,
e fù sepolto dentro il Monasterio di S. Lorenzo in Venetia.
GIOSEFFE Zarlino da Chioggia
Musico eccellentissimo diede opera con
pari felicità alle Matematiche, & à tutte
le buone arti. Fù molto intendente delle
cose della Filosofia. Essendo giovane si
trasferì in Venetia, ove fattosi conoscere
fù eletto Maestro di Cappella della Chiesa di S. Marco. Nelle cose della musica
hebbe per Maestro Hadriano Villacese il
primo de suoi tempi in quella professione. Scrisse l'introduttioni musicali, le dimostrationi harmoniche, & i supplementi
Musicali, e questi publicò egli ad utile degli Studiosi della Musica; scrisse etiamdio,
ma non mandò in luce, un libro intitolato -- De re musica - diviso in vinticinque
libri, il Melopeo, cioè il Musico perfetto.
Fuori della professione della Musica ferispage 144mandino illustrati, Un trattatello dell'
Aritmetica pratica, otto libri di Gnomonica, l'opere de gli sferici di Teodosio,
Un libro della dottrina de Sini, Uno delle linee, che si toccano, uno di quelle, che
si fegano, uno de Triangoli Rettilinei, e
Sferici, uno delle Dimensioni delle grandezze. Hebbe differenza con Giacobo
Peletario intorno all'angolo delle contingenze de circoli nella sfera. Affaticossi
grandemente Cristoforo per ordine di
Gregorio Terzodecimo nella correttione
del Calendario, & ultimamente publicò
un gran volume in detta materia contro
un Michele Mestlino da Geppinga Matematico, e Lettore nello studio di Tubinga huomo heretico, e nemico dell'ordinationi Pontificie. Prometteva il Clavio dopo quest'Astrologia di publicare un libro
dell'Astrolabio demostrato, un trattato di
misurar tutte le grandezze, & alcune altre
cose, fra le quali è il libro de gl'Elementi, la seconda volta emendato, & accrescinto.
CRISTOFORO Clavio da Bamberga Città di Franconia, di natione Tedesco, vive hoggi in Roma connumerato ragionevolmente frà i primi Matematici del
nostro secolo. Legge egli le dette profefsioni nel Collegio de Giesuiti, essendo
egli nel numero della detta Congregatione; è huomo d'infinita fatica, ha scritto,
e scrive molte opere, fra le quali ha egli
publicato le seguenti-- Alcuni Commentarii dottissimi sopra la sfera di Giovanni
di Sacrobosco, Gl'Elementi d'Euclide
con grandissima felicità da lui dopo il Co
ALUIGI Lilio Umbraticense scrisse
un trattato intorno all'emendatione del
Calendario, nel quale tolto via l'Aureo
numero accommodava in quel luogo le tavole dell'Epatte per trovare i giorni delle
lunationi. L'opera di costui fù dal fratel
GIOVANNI ANTONIO Magino
Padovano grande Astrologo, e Matematico de nostri tempi, & espertissimo de
Calcoli Astronomici, publicò l'efemeridi
di molti anni. Si trattenne egli alcun'tempo in Venetia, & hora è publico professore delle dette scienze nello studio di Bologna. A costui dedicò Federico Bonaventura Gentilhuomo d'Urbino quell'Apologia, ch'egli scrisse in diffesa di Teofrasto,
e d'Alessandro Afrodiseo intorno al vero
tempo del nascimento, e dell'occaso dell'
imagini d'Orione.
Matematiche poi ha genio così grande, e particolamente nelle cose della Geometria, e delle page 146subalterne, che pare, che sia risorta in lui
la vivacità dell ingegno d'Archimede, il
che ha mostrato ne libri delle Mecaniche,
ne quali chiaramente appare, ch'egli habbia tornata quella facoltà nel suo antico
splendore. Scrisse anco le dimostrationi
de Planisferii, e non ha molto publicò una
dottissima parafrasi degl'Equeponderanti
d'Archimede tradotti da lui dal greco
nella lingua latina. Scrisse anco, e fece
stampare un libretto della correttione dell'
anno, e dell'emendatione del Calendario,
nel quale mostrò quanto esso vaglia ne
computi Astronomici. Hora ha per le
mani molte opere, delle quali una gran
parte è per mandare in luce; queste sono
un gran libro de Canoni celesti, ne quali
insegna per via di compasso à trovar tutte
le questioni, che appartengono al primo
mobile. Ha scritto parimente un libro intorno alla Coclea da inalzar' l'acque, nelle quali rende la ragione, e dimostra l'effetto di quel maraviglioso Instrumento.
E'anco per dar fuori un grandissimo volume di Perspettiva, nel quale senza alcun dubbio si tiene, che habbia da superare quanti altri hanno scritto intorno
quel nobilissimo Suggetto. Vive egli ritirato in Monte Baroccio suo Castello, ove
attendendo à studiare, & à scrivere, viepage 147ne facendo ricco il Mondo de parti del
suo felicissimo ingegno, e mostra d'esser
stato degno discepolo di Federico Comandino. Molte cose sariano da esser scritte di questo felice ingegno, ma ci contentiamo di tanto per non uscir da termini,
che ci prescive la natura di questa historia.
IL FINE.
GUIDOBALDO de Marchesi del
Monte figliuolo di Ranieri, la cui famiglia discende dalla Casa Regia di Borbone, vive hoggi famosissimo per l'eccellenza del suo ingegno nella professione delle
Matematiche. Ha egli buona cognitione
delle due lingue megliori, e delle cose filosofiche, e della Teologia. Nelle TAVOLA DE NOMI.
A
ABele Fullonio car. 129.
Abilfedea 80.
Abram Avenestra 76.
Abram Zacuto 104.
Achinapoli 25.
Adelmo 64.
Adrasto 49.
Agenore 11.
Agesistrato 15.
Agrippa 44.
Alazeno 72.
Albategno 66.
Alberto Durero 115.
Alberto Pighio 111.
Alberto Pruteno 101.
Alchindo 72.
Albone 67.
Albumasaro 65.
Alessandro Piccolomini 140.
Alfagrano 75.
Alfonso Hispalense 97.
Alfonso Re 78.
Alì Aben Rodano 69.
Alì Aberangele 68.
Alipio 60.
Almansore 69.
Alpetragio 74.
Aluigi Lilio 144.
Ameristo 1.
Amicla 11.
Anassagora 2.
Anassimandro 1.
Anatolio 50.
Andalo de Negri 86.
Andrea 32.
Andrea Kuenofer 111.
Andrea Stiborio 108.
Antemio 62.
Antonio Lupicino 129.
Apollodoro 45.
Apollonio 30.
Aquino 102.
Arato 23.
Archelao 32.
Archimede 26.
Archita 7.
Arzahele 68.
Aristarco 24.page 150
Aristeo 20.
Aristide 57.
Aristosseno 17.
Arruntio 41.
Ascletarione 44.
Ateneo 48.
Attalo 31.
Avenestra, vedi Abramo
Avo Machmad 74.
Aureliano 67.
Autolico 20.
Azosi 68.
B
BArlaamo 85.
Bartolomeo
Mercatore 123.
Bartolomeo Vespucci 106.
Bartolomeo Zamberto 99.
Battista Piasio 104.
Beda 65.
Bernardo Salignaco 141.
Bernardo Valtero 102.
Beroso 23.
Bione 6.
Bitone 26.
Boetio 61.
Bonetto Giudeo 119.
Brenlanlio 86.
C
CAlippo 18.
Campano 79.
Carlo Boviglio 99.
Carpo 51.
Cassandro 32.
Cecco d'Ascoli 81.
Cherea 16.
Cirillo 57.
Cleomede 43.
Cleostrato 3.
Conone 28.
Cosimo Bartoli 132.
Cratisto 53.
Crise 63.
Cristiano Molitore 102.
Cristoforo Clavio 143.
Cristoforo Molitore,
vedi Cristiano
Ctesibio 33.
Cutberto Tonstallo 120.
D
DAmiano 45.
Daniel Barbaro 134.page 151
Demetrio 49.
Democrito 6.
Diade 16.
Dicearco 18.
Dinostrato 11.
Diocle 20.
Diodoro Alessandrino 45.
Diodoro Monaco 52.
Diofanto 51.
Dionisiodoro 33.
Dionisio Romano 62.
Domenico Maria
Italo 101.
Doroteo 39.
Dositeo 30.
E
ENea 29.
Enopide 5.
Epimaco 22.
Erasmo Reinoldo 125.
Eratostene 29.
Erastocle 12.
Euclide 22.
Eudemo 19.
Eudosso 8.
Euforbo 1.
Eurito 8.
Eutemone 3.
Eutocio 63.
F
FAeno 2.
Feberto di Conturbia 69.
Federico Comandino 137.
Federico Delfino 112.
Fidia d'Acupatre 20.
Filippo Fantonio 141.
Filippo Mendeo 10.
Filolao 7.
Filone Bizantino 21.
Filone Gadarese 38.
Filone Tianeo 80.
Filosofo 9.
Francesco Barocci 142.
Francesco Candalla 131.
Francesco Giuntini 132.
Francesco Maurolico 136.
Francesco Sirigatto 104.
Francone 71.
G
GAudentio 60.
Gebro 74.page 152
Gemino 48.
Gemma Friso 118.
Geolfrido 64.
Gerardo Cremonese 91.
Giacobo Fabro 107.
Giacobo Kebelio 114.
Giacobo Laterano 110.
Giacobo Peletario 129.
Giacobo Sconentio 103.
Giordano 77.
Giorgio Harmanno 127.
Giorgio Interiano 105.
Giorgio Peurbachio 93.
Giorgio Razemburgio 110.
Giorgio Strolino 111.
Giorgio Tanstettero 109.
Gioseffe Moletti 141.
Gioseffe Zarlino 142.
Giovacchino Fortio 113.
Gio: Angelo Bavaro 108.
Gio: Antonio Delfino 129.
Gio: Antonio Magino 145.
Gio: Battista Benedetti 140.
Gio: Battista Capuano 101.
Gio: Battista Vimercato 132.
Gio: Bernardino Rostello 141.
Gio: Bianchino 92.
Gio: Buteone 127.
Gio: Cantuariense 90.
Gio: Corrado 87.
Gio: de Dondi 92.
Gio: Driandro 117.
Gio: Eligerio 87.
Gio: Eslezero 103.
Gio: d'Espieres 110.
Gio: Estuido 86.
Gio: Fabritio 110.
Gio: Filadelfo 59.
Gio: Gazulo 91.
Gio: Gmunde 91.
Gio: Gramatico 57.
Gio: Hispalense 74.
Gio: Humelio 111.
Gio: Kolper 111.
Gio: Lignerio 86.
Gio: Lucido 117.
Gio: Maria Tolosano 136.
Gio: Martino Siliceo 122.
Gio: di Monteregio 97.
Gio: de Muri 84.
Gio: Padovano 139.
Gio: Pena 131.
Gio: Gioviano Pontano 105.page 153
Gio: Rastello 115.
Gio: de Rojas 123.
Gio: di Sacro Bosco 77.
Gio: di Sassonia 84.
Gio: Stabio 102.
Gio: Stoflero 113.
Gio: Suissetto 82.
Gio: Toloso 102.
Gio: Vernero 106.
Gio: Zerte 110.
Girolamo Fracastoro 121.
Giulio Firmico 50.
Giuliano Ristoro 122.
Giuvone Heldo 124.
Guglielmo Hirsaugense 72.
Guido Baldo del
Monte 145.
Guido Bonato 81.
Guido Monaco 69.
H
HArpalo 4.
Hegetore 15.
Hegesianatte 18.
Helicone 12.
Heliodoro Larisseo 46.
Helperico 71.
Henrigo di Bruselles 83.
Henrigo Glareano 118.
Henrigo d'Hassia 88.
Henrigo di Malines 81.
Henrigo Monantolio 135.
Heraclide 26.
Hermanno Contratto 70.
Hermanno Zostelio 94.
Hermippo 25.
Hermotimo 10.
Herone Alessandrino 35.
Herone Mecanico 63.
Hilarione 55.
Hipasia 55.
Hipparco 34.
Hippaso 2.
Hippia Eleo 3.
Hippocrate Chio 5.
Hipponico 21.
Hipsicle 37.
Hugbaldo 66.
Humfrido 92.
L
LAodamante da
Thaso 14.
Leonardo Pisano 88.
Leone 14.
Leon Battista Alberti 98.
Leon Magno 65.
Leopoldo 75.
Lodovico Baeza 127.
Lodovico Regio 88.
Lodovico Vitali 112.
Lorenzo Bonincontro 101.
Lorenzo Italo 64.
Luca Gaurico 124.
Luca Pacioli 107.
Luzio Bellantio 100.
M
MAnilio 41.
Manuele Briennio 72.
Manuel Comneno 71.
Marino 43.
Martino Poblacione 127.
Matriceta 3.
Mattia Menecomio 102.
Maugantio 60.
Menecmo 12.
Menelao 44.
Messala 66.
Metone 4.
Metrodoro 28.
Michele Scoto 76.
Michele Stifelio 119.
Mosco 26.
N
Neoclide 14.
Niceforo Gregora 83.
Niceta 19.
Nicolò Bursio 100.
Nicolò Cabasila 83.
Nicolò di Cusa 95.
Nicolò Copernico 120.
Nicolò di Linna 87.
Nicolò Simo 126.
Nicolò Sosiano 121
Nicolò Tartaglia 133.
Nicomaco 46.
Nicomede 37.
Nicone 46.
Nigidio 40.
Ninfodoro 34.page 155
P
PAppo 53.
Parmenione 30.
Pascasio Hamello 125.
Pascasino 58.
Patrocle 28.
Paolo Fiorentino 100.
Paolo Geometra 88.
Pavolo di Midelburgo 115.
Pavolo Monaco 110.
Perseo 25.
Pierio Valeriano 123.
Pietro d'Aliaco 89.
Pietro Apiano 123.
Pietro Catena 135.
Pietro Cirvello 104.
Pietro Daco 82.
Pietro Nonio 131.
Pietro Pitato 133.
Pietro Ramo 134.
Pirro 15.
Pittagora 2.
Pittagora Zacintio 12.
Platone 13.
Polemarco 11.
Polyde 14.
Porfirio 50.
Posidonio 36.
Proclo 54.
Profasio Giudeo 83.
Prosdocimo Beldomando 96.
Proterio 60.
Punico 68.
S
SCilace Cariandeo 30.
Scopina 27.
Seleuco 25.
Sereno 59.
Sigeberto Gemblacense 73.
Silvio Belli 135.page 156
Simplicio 58.
Sosigene Alessandrino 39.
Sosigene 48.
Sporo 38.
Stefano Lionese 111.
Stefano Rosino 109.
Sulla 143.
T
Talete 1.
Tebitte 76.
Teeteto 10.
Teodoro Cireneo 4.
Teodosio 32.
Teofilo 56.
Teofrasto 19.
Teogene 39.
Teone 46.
Teone Alessandrino 52.
Teudio 13.
Tolomeo 47.
Tomaso Branduandino 89.
Trasillo 42.
Timocari 24.