Title: L'arte del contraponto ridotta in tavole
Author: Giovanni Maria Artusi
Publication: Ricciardo Amadino (Venezia, 1586)
Principal editor: Bill Clemons
Edition: 2002
Department of Information and Computing Sciences Utrecht University P.O. Box 80.089 3508 TB Utrecht NetherlandsAL MOLTO R. PADRE D. GIO. BATTISTA DOMENICHI DI FERRARA Dignissimo Visitatore nella Congregatione del Salvatore Padre mio osservandissimo.
D.V.P.M.R. Servitore Gioan Maria Artusi.
A i lettori.
Della Musica in universale.
- Naturale, che si divide in
- Mondana; questa si considera ne cieli, nel rivolgimento delle distanze, nelle parti delle sfere celesti; ne gl'aspetti come bene dimostra Tolomeo nel Tertio cap. ottavo, nel sito dei sette Pianeti; nel ligamento de gl'elementi insieme che partoriscono questa cosi bella varietà dell' Anno.
- Humana; consiste nella compositione del corpo humano. si consosce ancora
dalle parti dell'anima che sono tre, à quali è l'attributo questi
tre intervalli: Duplo, sesquialtero, sesquiterzo.
- Intelletto à cui il duplo corrisponde, che hà sette
intervalli.
- Mente
- Imaginatione
- Memoria
- Cogitatione
- Opinione
- Ragione
- Scienza
- Senso, acui il sesquialtero che ha quatro intervalli corrisponde.
- Vedere
- Odire
- Odorare
- Gustare
- Tatto si addimanda senso commune: per esser commune ad altri sensi.
- Habito; à cui si conviene il
sesquiterzo, che tre intervalli tiene.
- Augumento
- Somità
- Decrescimento
- Intelletto à cui il duplo corrisponde, che hà sette
intervalli.
- Artificiale, &
è overo
- Organica, da instrumenti
causata, che di tre maniere si ritrovano
- Da
fiato
- Organi
- Tromboni
- Flauti, & simili
- Da Corde
- Viole
- Lauti
- Arpe
- Cetre
- Da battere
- Tamburi
- Gnachare
- Da
fiato
- Harmonica; questa considera mediante il senso e
la ragione, le differenze de suoni, le modulationi, le consonanze, le
dissonanze & è causata da instromenti naturali, che sono
- Labra
- Denti
- Lingua
- Palato
- Polmone
- Organica, da instrumenti
causata, che di tre maniere si ritrovano
Altra Divisione Della Musica.
- Speculativa, che Teorica vien detta. Questa
consiste nella verità delle cose dall' Intelletto intese, e col suo mezo
si ritrovano cose nuove, & tanto della pratica piu nobile si ritrova quanto
è l'animo del Corpo di qui si cava che
- Teorico si chiama quello che ha facoltà di iudicare non per il
suono, ma per ragione quello che in tal scienza si contiene e puo essere
- Teorico semplice senza haver altra cognitione di pratica.
- Teorico, e pratico insieme e chiamarassi Musico
perfetto, se pero havrà cognitione dell'
- Arithmetica.
- Geometria.
- Proportioni.
- Sonare
- Acordare
- Arpicordi
- Lauti
- Cantar.
- Comporre
- Gramatica
- Metrica
- Historia
- Dialettica
- Rethorica
- Teorico si chiama quello che ha facoltà di iudicare non per il
suono, ma per ragione quello che in tal scienza si contiene e puo essere
- Pratica che riduce le cose
ritrovate dal Musico in atto, e sta il suo fine nell'operare e tanto men nobile
si ritrova esser questa quanto e men noibile il corpo dell'animo di qui dicono
che
- Pratico è colui che li precetti del
Musico con lungo essercitio apprende e manda ad effetto e se farra questo con
- La penna, si chiamerà compositor dal comporre le Cantilene
- Qualche Instromento, si chiamerà il tale dal tal instromento secondo che lui essercitarà; se organo; il tal organista, se lauto, il tal dal lauto.
- La voce, semplicemente verrà Chiamato cantore.
- Pratico è colui che li precetti del
Musico con lungo essercitio apprende e manda ad effetto e se farra questo con
Aviso
- Indi si cava quanto s'inganano coloro che indifferentemente, e à Cantori, e à Sonatori, & ad altra sorte di pratici dano il nome di Musico.
A che fine debba l'huomo dar opera alla Musica.
- Dar solazzo e dilettatione
all'odito, acciò divenghi perfetto nel sentire, si come diventa perfetto
il vedere, quando mira una cosa, che bella, & ben proportionata sia. Ma
veramente per mio parere, quest' opinione non ha del virtuoso ne del nobile, ma
del vile & dell' ignobile, e da huomini che solo attendono alla
sodisfattione de sensi, niente dell' Intelletto curandosi, però non si
debbe manco imparare perche
- Serva alla sanità del Corpo.
- Sia utile come quelle cose, che sono per lo adquisto de beni esteriori.
- Sia necessaria.
- Sia posta tra le discipline liberali, nelle quali già si essercitavano gl'huomini nobili.
- Dispona l'animo à diverse passioni.
- Si possi comparire ne luochi publici, per esser honorati & riveriti per sapienti.
- S'habbi da essercitarla in cose che
lascive è dishoneste siano. Ma à questa debbesi dar opera per
- Acquistare la perfettione dell'Intelletto.
- Poter vivere virtuosamente.
- Fuggir la pigritia, & per tal mezo divenir prudente.
- Rellassare i spiriti, quando dalle cure e occupationi dell'animo sono affitti.
- Poter col suo mezo pervenire ad un'habito buono e virtuoso che ne conduca per la via de buoni costumi.
- Consumar il tempo in attioni nobili, è fuggire gl'intoppi ei lacci di questo falso e perverso Mondo.
- E Questo è il vero Fine.
Aviso
- Debbesi però, avertire, che il dar opera alla Musica, e non ad altre scienze insieme con questa viene attribuito piu tosto à vitio che à virtù, & ciò si prova con l'auttorita de gl'Antichi, quali per legge ordinorno, che questa alla Ginnastica fosse congionta, acciò per la Musica, gl'animi non s'avvilissero & effeminassero, & per la Ginnastica, non s'incrudelissero, & d'humani, inhumani diventassero, ma una temprasse l'altra.
Quali cose possino mover l'animo, e disporlo à diversi effetti.
PRIMA | SECONDA | TERZA | QUARTA |
L'Harmonia | Il Numero | La Narratione | Il soggietto |
E una mescolanza de suoni gravi, e acuti, tramezati, e non
tramezati, la qual percuote soavemente il senso, e nasce dalle parti della
cantilena per il procedere che fanno accordandosi insieme fin tanto che siano
pervenute al fine.
Questa per se sola non è atta à
poter operare nell' animo nostro alcun effetto estrinseco, ma ben può,
dispor l'animo intrinsecamente à piu facilmente ricevere alcuna
passione, come ridere, piangere & simili, e cio manifestamente si vede, se
alcuno ascolta qualche cantilena che non esprima altro che Harmonia, piglia di
tal cosa gran piacere, ma non gia si vede mai c'habbi operato alcuno effetto
estrinseco: Ma aggiuntovi
|
Ch'altro non
è, se non una certa misura di tempo breve, ò longo nel qual si
scorge la proportione ò misura di duo movimenti ò piu insieme
comparati secondo una cambievole ragione di tempo di essi movimenti, e si
scorge ne piedi del Metro o del verso che si compongano di piu numeri con un
certo ordine ò spatio determinato. E questo verso e un ordine di piedi
ritrovato per dar dilettatione all' odito.
Subito piglia gran forza
come si vede ne balli, e move l'animo molto piu facilmente aggiuntoall'Harmonia, che per se solo. Ma se à questi dui sarrà
aggiunta
|
Ch'è l'oratione ò il parlare che esprima
costumi col mezo della narratione d'alcuna Historia overo favola.
E
incredibile à dire la gran forza che con seco portano queste tre cose
insieme imperoche se sentiamo leggere overo raccontar alcuna Historia ò
Favola, non s'inchina subito l'animo nostro alla colera, ò ira, ò
all'affettione di qualche particolare? certo si, ma se tal motto segue in
questa cosa solamente, che seguiterà poi all' altre due? aggiunta non si
può dire: E se a queste poi seguitarà che
|
Che è l'uditore che voluntieri ascolti, e si
diletti e sia disposto per natura sua ad ascoltare queste cosi fatte cose.
Molti effetti miracolosi si vedranno, come in molti si sono veduti. In
Alessandro figliuolo di Filippo Re di Macedonia. Nel Giovane Taurominitano. In
quei popoli che furno dalle loro discordie racchettati da Asclepiade e tanti
altri di cui le Historie sono piene.
|
Aviso
Del suono in universale come naschi.
- Se tutte le cose fossero immobili, cessassero i
movimenti, e non si respingessero le cose l'una l'altra, senza dubio alcuno
cessarebbono anco i suoni e le consonanze, l'Harmonia e la Melodia, perche da
altro non nascono che dal motto, alla generatione del quale secondo i Filosofi
tre cose vi concorrono:
- Colui che percuote, e questo bisogna che non velocita percuota, e forte altrimenti non nascerebbe alcun suono, perche bisogna che il motto di chi percuote venga inanti che l'aria si divida accioche l'aria ragunata e raccolta si possa percuotere e in lei generarsi il suono.
- La cosa percossa e questa bisogna c'habbi
tre conditioni.
- Che i corpi duri e sodi siano
- Che le superficie loro siano convenientemente larghe.
- De corpi che molli siano come spunghe, peli, lana e simili non può nascer suono.
- Causera maggior suono due mani che insieme si percuotino, che non sarra, due punte de'aghi, ne due dita, per aver loro maggior larghezza.
- Quanto sarra più piano & havrà le parti che uguali siano tanto maggior suono causera.
- Che sia corpo concavo e piano, cioè che nessuna delle sue parti sopr' avanzi l'altra.
- E'l mezzo che è l'aria nella qual sia il suono come in proprio soggietto, e questa porta il suono alle nostre orecchie: indi dicono il suono essere ripercussione dar a che viene fino all' udito: Ma questa consideratione s'appartiene piu al filosofo che al Musico; qual consideratione mò habbi il Musico di questo nella seguente Tavola vedrassi.
Del suono che in particolare il Musico Considera.
- Il luoco del suono, e si considera in quanto
egli viene fatto.
- Acuto
- Grave
- Si fa grave overo acuto quando ritrovandosi in una, sola estensione che unisona s'addimanda: si parte, e tortuosamente va in altre parti: all'hora diciamo essere in diversi luochi, & in varie & diverse estensioni, e crescono all'hora di quello che mentre erano in una sola estensione mancavano, cioè dell'intervallo.
- Il tempo e questo viene considerato come quello che comprende numero over Rithmo.
- Il Colore, e quello per il quale i suoni e le voci sono tra di loro differenti, come per essempio nelle Cantilene dove i suoni sono sotto diverse estensioni, ò partendosi dall' unisono si piegano in ogni verso, hora nel grave, hora nell' acuto.
Quello che sia Consonanza, Dissonanza Harmonia e Melodia.
- Semplicemente la consonanza, la qual è
di due sorti.
- Propriamente detta
- E mistura di suono grave, & acuto la qual soavemente, & uniformemente viene all'udito; la cui proportione è Molteplice overo super particolare.
- Communemente
detta
- E compositione di suono grave & di acuto la qual se bene non è interamente soave all udito è però sopportabile, la cui proportione non è ne molteplice ne superparticolare.
- Propriamente detta
- Da queste quando
tramezate sono nasce l'Harmonia che di due sorti si ritrova
- Propria è una mescolanza di suoni gravi
e acuti tramezati, e non tramezati la qual percuote soavemente il senso, e
nasce dalle parti di ciascuna cantilena, per il proceder che fanno accordandosi
insieme, fin tanto che sono pervenute al fine, & ha possanza di dispor
l'animo à diverse passioni & è di due maniere
- Perfetta
- Quando si ritrovano molte parti in una Cantilena che vadano cantando insieme di modo che le parti estreme siano tramezate dall'altre
- Imperfetta
- Quando solamente due parti vano cantando insieme senza esser tramezate da altre parti.
- Perfetta
- Non propria è una compositione de suoni
tramezati insieme posti, senza modulatione alcuna, e non ha possanza di dispor
l'animo à passione alcuna & si divide in due parti. In
- Semplicemente detta è
- il concento che nasca da due consonanze almeno poste insieme, unite secondo i gradi della proportionalità Harmonica, la qual soavemente tiene all'udito
- Ad' un certo modo
detta è
- l'accordo che fanno due consonanze insieme poste non secondo i gradi della Harmonica proportionalità la qual non cosi soavemente come la semplicemente detta viene all'udito
- Semplicemente detta è
- Propria è una mescolanza di suoni gravi
e acuti tramezati, e non tramezati la qual percuote soavemente il senso, e
nasce dalle parti di ciascuna cantilena, per il proceder che fanno accordandosi
insieme, fin tanto che sono pervenute al fine, & ha possanza di dispor
l'animo à diverse passioni & è di due maniere
- Accidentalmente la dissonanza che
- E distanza di suono grave & acuto, che insieme per natura loro mescolare non si possono, e percuote l'udito aspramente e senza alcun piacere.
Aviso
- Dall Harmonia propria dal Numero, e dall' oratione nasce come vogliono i dotti la Melodia.
Diffinitione e divisione del Contraponto.
- Semplice e
- Quello che ha le sue modulationi solamente di consonanze, e di figure che di valore sono equali l'una contra l'altra, siano poi quali si vogliano, come breve contra breve, semibreve contra semibreve & altre.
- Composto
- Quello che non solo ha le parti composte di consonanze ma per accidente di molte dissonanze ancora, & in esso si pone ogni sorte di figure cantabili à beneplacito del compositore, e sono ordinate le sue modulationi per intervalli ò spatii cantabili, e le figure numerate secondo la misura del tempo.
Aviso
- Proprio del Contraponto, è di ascendere e discendere con diversi suoni e voci per motti contrarii in un medesimo tempo
De gl'elementi del Contraponto.
- Semplici e sono
- Ottava
- Settima
- Sesta
- Quinta
- Quarta
- Terza
- Seconda
- Composti e sono
- Quintadecima
- Quartadecima
- Terzadecima
- Duodecima
- Undecima
- Decima
- Nona
- A ciascuna di queste se ne può giungere molt' altre in infinito se bene non si tien conto dell' infinito perche non se n'ha scienza alcuna e l'intelletto non cape l'infinita, ma si bene una determinata quantità, e questa s'havrà se per il numero settenario sarranno accresciute. Se alla decima si giungerà sette havressi la decimasettima, che sarra dell'istessa natura, che la decima se alla quinta, aggiungerete sette, s'havra la duodecima, della natura istessa della quinta. se alla seconda sette sarra aggiunto havrassi la Nona della istessa natura, e cosi dell' altre.
Aviso
- Non si pone nel numero di questi elementi l'unisono perche non è consonanza, ne dissonanza, ma un principio dal quale ne nasce per il suo flusso l'ottava, in quella maniera che nasce la linea dal ponto.
Altra Divisione de gl'elementi.
- Consonanti
- Ottava, Sesta, Quinta, Quarta, Terza
- & di questi altri
- Perfetti
- Ottava
- Quinta
- Quarta
- Imperfetti
- Sesta
- Maggiore
- Quando tra le sue corde vi cadrà una sol volta il semituono mi fa, overo, fa mi.
- Menore
- Quando tra le sue corde due volte vi si ritrovarà il semituono, mi fa, overo, fa mi.
- Maggiore
- Terza
- Maggiore
- Quando tra le sue corde non vi si ritrovarà alcuno semituono.
- Menore
- Quando tra le sue corde vi cadrà il semituono mi fa, overo fa, mi.
- Maggiore
- Sesta
- Perfetti
- Dissonanti
- Settima & è
- Maggiore
- Sarra se fra le sue corde una sol volta vi si ritrovara il semituono.
- Menore
- Quando tra le sue corde havrà due volte il semituono.
- Maggiore
- Seconda
- Maggiore sarra
- Quando due suoni posti l'uno dietro l'altro detto tuono come, ut re, re mi
- Menore
- Sarra lo istesso semituono, mi fa, overo, fa mi.
- Maggiore sarra
- Settima & è
Aviso
- Pongono la quinta, e la quarta nel numero delle consonanze perfette perche piu ritengono della perfettione per natura loro che dell'imperfettione, ancorche siano l'una, e l'altra veramente mezane tra le perfette, e l'imperfette, e che l'ottava sola perfetta sia.
Della Natura de gli detti elementi.
- piu piene
- Ottava
- Quinta
- Quarta
- Ma di queste e delle sue replicate si può dire che la quinta sia più piena dell'ottava, perche maggiormente occupa l'udito, e con maggior diletto ne gl'estremi suoni, che non fa l'ottava che in tutto gl'ha simili, però lasciando l'ottava e le replicate si può dire che la quinta sia più piena della quarta: e la quarta di tutte l'altre che menori gli sono.
- Men piene e son di
due sorti.
- Piu vaghe è la
- Sesta maggiore
- Terza maggiore
- Desiderano sempre farsi maggiori andando l'una all'ottava l'altra alla quinta, e sono per loro natura sonore, vive, allegre, e rendono le cantilene piene d'allegrezza e vivacità.
- Men vaghe è la
- Sesta menore
- Terza menore
- Amano queste sempre il divenir menori, avicinandosi l'una alla quinta, l'altra all'unisono & hanno per natura loro del languido, e declinano alquanto al mesto.
- Piu vaghe è la
- piu la
- Settima maggiore
- Seconda menore
- E se tali si scoprono essendo poste con i debiti modi maggiormente saranno tali se assolutamente, e senza regola saranno accommodate nelle Cantilene.
- Meno la
- Settima menor
- Seconda maggior
- E tali si scoprono essendo legate, e risolte con debiti modi come si vede.
Di Quelle cose, che per vietare la confusione necessarie sono.
- Sillabe con le quale denominano le corde de gli loro instromenti, e sono ut re; mi, fa, sol, la; e tal ordine si chiama deduttione; la qual altro non e se non una progressione naturale di sei sillabe, & perche tal deduttione può haver principio in C. F. G. Quando ha principio in C. dicono che si canta per la proprietà di Natura. Quando in F. per quella di b. molle. & quando in G. per quella di [natural] quadro.
- Chiavi e sono di
- G sol re ut
- C sol fa ut
- F fa ut
- Sono queste chiavi per cinque Voci l'una lontana dall altra. Quella di F. fa ut da quella di C. sol fa ut, e questa da quella di G. sol re ut, ma questa da quella di F. fa ut per nove voci.
- Cifre che sono
- [flat] molle
- [sharp] Diesis
- Fanno questo un' istesso effetto ma per contrario motto, percioche il b. molle lieva dalla corda acuta un semituono, e loda alla grave e sempre discende.
- Ma il [sharp] lo lieva alla grave, dandolo alla acuta, e sempre ascende. chiamansi accidenti.
- [natural] Quadro; questo si pone sempre nella corda di b. fa b. mi Quando la Canilena si canta per b. molle e non altro ut per esser quello suo luoco naturale se bene ad alcuni poco intelligenti e parso modernamente di usarlo nella corda, F. fa ut, quando à tal corda vi si da per una quinta la b. fa b. mi contra ogni dovere.
- Segni e sono di due maniere
- Positivi e vagliono l'uno doppie dell' altro
- Privativi e questi non si debbono porre nelle cantilene, se non fornita la clausula ò il periodo dell' oratione
Delle spetie delle consonanze perfette, e di quelle che gli corrispondono quanto alle corde, ma sono superflue overo diminute.
- Perfetti la
- Ottava che ha sette spetie & si conoscono l'una dall' altra, dalla
variata sede che in loro tiene il semituono: la prima spetie ha il semituono
tra la 3. e 4. 7. & 8. corda: la seconda tra la 2. 3. 6. 7. & cosi
l'altre.
Prima Spetie.
Seconda Spetie.
Terza Spetie.
Quarta Spetie.
Quinta Spetie.
Sesta Spetie.
Settima Spetie.
- Quinta che ha Quattro spetie, e si conoscono l'una dall' altra dal variato luoco che in loro tiene il semituono la prima spetie lo tiene tra la 3. e 4. corda. la seconda fra la 2. e 3. la terza fra la 1. e 2. la quarta fra la 4. e 5.
- Quarta che tiene tre spetie l'una dall' altra conoscibili
come le sopradette, dal luoco variato che tiene il semituono. Queste aggiunte
alle quinte compongono le ottave e sono
Prima Spetie.
Seconda Spetie.
Terza Spetie.
- Ottava che ha sette spetie & si conoscono l'una dall' altra, dalla
variata sede che in loro tiene il semituono: la prima spetie ha il semituono
tra la 3. e 4. 7. & 8. corda: la seconda tra la 2. 3. 6. 7. & cosi
l'altre.
- Imperfetti e falsi corrispondenti alle corde de sopradetti e sono di due
sorti.
- Superflui e sono maggiori di un
semituono menore.
Ottava superflua.
Quinta superflua
Quarta superflua
- Diminuti e mancano di un
semituono menore
Ottava diminuta.
Quinta diminuta.
Quarta diminuta
- Superflui e sono maggiori di un
semituono menore.
Delle spetie delle Consonanze Imperfette e come si tramutano d'una in l'altra
- Imperfette nel loro essere naturale sono
- Imperfette
tramutate con gl'accidenti di maggiori, in minori e di menori in maggiori.
- Sesta
- Maggiore
- Menore
- Terza
- Maggiore
- Menore
- Sesta
Delle spetie delle Dissonanze & loro utilità
- Settima
- Maggiore ha due spetie
Prima Spetie.
Seconda Spetie.
- Menore ha cinque spetie
Prima Spetie.
Seconda Spetie.
Terza Spetie.
Quarta Spetie.
Quinta Spetie.
- Maggiore ha due spetie
- Seconda
- Maggiore e di due sorti.
- Tuono maggiore e tiene il suo luoco tra la 2. e 3. corda d'ogni tetracordo, e col suo mezo si passa dalla diatessaron alla diapente cioè dalla quarta alla quinta.
- Tuono menore, e tiene il suo luoco fra la 3. e 4. corda d'ogni tetracordo, e col suo mezo si passa dalla diapente all' essacordo, cioè alla sesta maggiore
- Menore e chiamasi semituono maggiore, col suo mezo si passa dalla terza maggior alla quarta, e tiene il suo luoco fra la prima e seconda corda d'ogni tetracordo.
- Maggiore e di due sorti.
Aviso
- Tetracordo e un'ordine di quatro corde contenuto ne gl'estremi dalla proportione sesquiterza, nel qual si può modulare per tre intervalli secondo un certo & determinato modo contenuto tra esse corde
Di quello che si ricerca in ogni compositione.
- Inventione propria
- Inventione d'altri accommodata alla sua cantilena
- E tal inventione può
essere tenore ò altra parte di canto semplice, o composto, overo
potranno essere due ò più parti che si seguitono in consequenza.
E quando non havrà ritrovato soggietto
- Quella parte con la quale il compositore darrà principio alla sua cantilena sia qual, sia voglia, sarra il soggietto.
- Quella parte sopra la quale sono accomodate l'altre in fuga ò consequenza & è la principale: Non dico quella che incomincia ma quella che mantiene il modo, sopra la quale sono accomodate l'altre distanti l'una dall'altra per qual intervallo si sia, sarra il soggietto
- Che sia composta di Consonanze, di poi habbi in se per accidente molte dissonanze accommodate con debiti modi.
- Che le parti della Cantilena, cantino bene, cioè che le modulationi procedono per intervalli che siano legitimi del genere, e che agevolmente, si possino cantare.
- Che le modulationi & il concento sia variato e che le cantilene non continuino molto nel grave, ò nell' acuto, e le parti stiano ne suoi termini.
- Che la cantilena sia ordinata sotto una determinata Harmonia, ò Modo, ò Tuono.
- Che l'Harmonia che in essa si contiene sia talmente accomodata alle parole, che nelle materie allegre, l'Harmonia non sia lamentevole, o per il contrario, nelle lamentevoli l'Harmonia non sia allegra.
- Che in essa si ritrovi il numero delle figure convenienti secondo, il tempo Modo e prolatione, sotto'l quale sarra composta.
- Mancando l'una di queste conditioni alla compositione, potrassi con qualche ragione dire che sia imperfetta.
Di quante sorti siano i movimenti delle Consonanze.
- Da A. à D.
- Da C. à D.
Di quei movimenti che si fanno da A. à B. cioè da una perfetta all' altra.
- Motto contrario da contrapontisti più d'ogn'altro osservato & havuto caro, e tanto s'intende contrario quando le parti si allontanano, come quando si avicinano essendo lontane.
- Motto Retto s'intende ogni volta che ambe le parti ò ascendono overo discendono in un medesimo tempo insieme.
- Obiquo per cosi dirlo, occorre ciascuna volta che una parte sta, e l'altra si move sia. poi si voglia che si movi ò stia.
Avisi intorno a tal motto
- Non si permette nelle compositioni, due consonanze che siano simili l'una doppo l'altra come due unisoni due ottave due quinte, ne si concedono col ponergli di mezo una pausa minima, overo una dissonanza.
- Vietano nel motto contrario quel movimento che si fa dalla quinta all'unisono, e dall' unisono alla quinta ne contraponti à due voci, ma ben lo concedono, quando una parte ascende per quarta e l'altra discende per grado.
- Schisano che le parti mutino luoco, restando la istessa consonanza e'l medesimo suono.
Di quei movimenti che si fanno da A. à D. cioè dalla perfetta, ad una imperfetta.
Avisi
- Prohibiscono i moderni pratici, che si facci il mi avanti, o doppo'l fa che gli corrispondi, per quinta, quarta, overo ottava, e cio perche fra le parti non si ritrova che vi sia relatione Harmonica.
- Che non si movino nel motto contrario dall'unisono alla sesta, per la molta asprezza che in tal consonanza si ritrova.
- Vietasi nel motto retto, che non si possi andare di quinta in sesta, ogni volta che una parte si move per grado, e che quel grado sarra di semituono, l'altra di terza menore.
Di quei movimenti che si fanno da. C à B. cioè dall' imperfetta alla perfetta.
Avisi
- Osservano che nel motto da C. à B. si vadi in modo che una delle parti col movimento nel qual sia il semituono ò tacito ò espresso come nel motto contrario è dimostrato.
- Non vieta ma loda il buon pratico che si vada dalla sesta alla quinta diminuta senza semituono, purche le parti doppo tal quinta vadino ad incontrarsi in Terza maggiore.
- Dicono non esser bene lo andare di sesta in quinta che ambidue le parti ò ascendino, ò descendono, perche tiene della natura di due quinte, bene lo concedono à piu Voci fra le parti di mezo.
- Concedono pero che si vadi di sesta maggior in quinta se bene contra la natura sua, e sarra come licenza poetica nel motto obliquo.
Di quei movimenti che si fanno da. C. à D. cioè da una Imperfetta, ad una Imperfetta.
Avisi
- Non concedono che nel motto retto si possi fare due seste maggiori, per salto di terza, onde ne naschi relatione che harmonica non sia.
- Negano il far due seste minori nel motto retto mediante le quali possi nascer lo istesso errore, che nelle seste maggiori. >
- Ne manco sopportano il salto di due terze che maggiori siano, overo che per grado caminino, quando però tra di loro nasce l'istessa relatione, che nave tra le seste, e cio s'intende delle minori ancora.
Ultimi precetti di Contraponti semplici.
- Le parti della cantilena in tal maniera siano poste, che ogni cosa si senta di buono, voglio dire che ne contraponti semplici non si ponghi alcuna dissonanza.
- Le parti fugano gl'unisoni e le ottave piu che sia possibile, perche rendono le cantilene poco grate, & di consonanze prive.
- La moltitudine de contraponti da lui hora nel grave, hora nell'acuto fatti, gli siano strada à facilitare, quei contraponti che diminuti si chiamano, & à esser pratico delle corde.
Avisi
- Farra di modo che le sue cantilene fornischino in una delle Consonanze perfette, e le sarrà molto in proposito l'unisono overo l'ottava.
- Sarra ben fatto il dar principio pe consonanza che perfetta sia, tuttavia potrà ancora far tal principio per imperfetta, conciosia che al fine e non al principio si dia sempre la perfettione.
- Userà ogn'arte accio le parti vadino modulando piu per grado che possibil sia, per esser conforme piu alla natura, & al Cantore di molto comodo.
- Dovendo usar salti, fugga quello di sesta maggiore, & tutti gl'altri che sconvenevoli, e all'udito di molestia sono.
Di quello che osservar si debbe ne Contraponti composti à due Voci.
- Slegate in dui modi nel
- Legate si pongono ne contraponti nel principio non mai nel mezo. Ma perche tal ponto può essere.
Avisi
- Non è contento l'udito che quella minima posta doppo la semibreve, risolva quella parte che sarra dissonante, in ottava, overo in unisono.
- Della minima col ponto potra servirsene nel battere & nel levare, nel battere, nel principio, nel levare, nel principio & nel mezo.
- Non battera sopra la prima parte in un sono, ò in ottava, ma con la seconda nel levare
- Vedra di far si che essendo la minima puntata, la seconda delle due Crome non ribatta in ottava, ne in unisono.
Come adoprar si debbano le semiminime ne Contraponti composti, quando il canto fermo sarrà posto nel grave.
- Che la seguente figura doppo la
seconda semiminima immediatamente discende all' hora
- Se la minima ò il ponto di minima sarra sesta e la parte del soggietto non si movera se la minima sarra nella sincopa di semibreve posta in quarta col soggietto descendendo il soggietto per salto di terza.
- Se la minima ò il ponto di minima o la semibreve sincopata sarra undecima e che il canto fermo ascendera per quarta.
- Se il valor di una minima che precede la semiminima, sarra quinta con la parte del soggietto, e che il soggietto descendera per grado.
- Se il valor di detta minima sarra decima con la parte del soggietto, e che il soggietto ascenda per grado ò per Terza.
- Che la seguente figura doppo la seconda semiminima ascende per grado all'
hora
- Se il Canto fermo sarra quarta overo settima con la minima, ò ponto di minima ò sincopata.
- Se il canto fermo sarra sesta con la minima e ascendera per terza, ò non si movera.
- Se il Canto fermo sarra quinta con la minima e descendera per grado
- Se il canto fermo sarra terza con tal minima, e descendera per grado overo per quarta.
- Che la seguente figura doppo la seconda semiminima ascende per salto all' hora.
Avisi
- Ogni volta che le semiminime sarranno poste ne contraponti per salto sia qual si voglia, sarra si che tutte siano consonanti, e quando molte di loro, ò ascendono, overo discendono per grado, una sia consonante, l'altra no.
- Sarra buono e ben fatto che i fondi, e le cime siano consonanti, e non come molti fanno dissonanti.
Come adoprar si debbano le semiminime ne Contraponti quando il canto fermo e posto nell' acuto.
- Che la seguente figura doppo la semiminima
immediatamente descenderà all hora.
- Se il canto fermo sarrà seconda con la minima.
- Se il canto fermo sarra quinta e non si movera ò ascendera per salto di terza.
- Se la minima sarra col canto fermo Terza, e ascendera per terza, ò descendera per quarta.
- Se sarra sesta e ascendera per grado overo per quarta.
- Che la
seguente figura doppo la seconda semiminima ascendera per grado all' hora
- Se il canto fermo sarra seconda con la minima.
- Se la minima sarra quinta col canto fermo, e descendera esso canto fermo per quarta, ò ascendera per quinta.
- Se sarra sesta e ascendera per quarta, ò descendera per quinta.
- Se sarra terza e ascendera per terza ò descendera per grado.
- Che la seguente figura doppo la seconda semiminima ascendera per salto.
Avisi
- E quando il compositore pigliasse per soggietto una parte che fosse di canto diminuto, all' hora si osserverà di porre cotali semiminime che siano consonanti, secondo la dispositione si della parte del soggietto, come quella del Contraponto.
- Se tali semiminime andranno per grado, ò per salti, osservarassi quello che nella passata Tavola habbiamo posto, & di più che le cime & i fondi siano disposti come la si contiene.
Con qual sorte di figure sia lecito dar principio alle cantilene.
- Le parti, quella del soggietto e quella del Contraponto potrano insieme, dar principio alla Cantilena, ma non sarra gia questa legge fatale e necessaria, anzi a voglia del compositore.
- Le parti possono haver delle pause di breve di semibrevi, & altre
secondo che a lui tornera comodo la qual cosa e di molto ornamento, &
utile, avertira di più che
- Non sarra
lecito, se bene molti l'usano, di porre doppo la pausa di longa ò di
breve, quelle figure che s'adimandano minime per esser il motto troppo veloce,
e alla natura sconnevole.
- Ma sarra bene elegante doppo la pausa di minima, dar principio alla cantilena con la minima overo con la semibreve sincopata, parte propinqua di detta pausa di minima, e in tal modo sarra posta di maniera che l'udito ne pigliera piacere.
- Non sarra
lecito, se bene molti l'usano, di porre doppo la pausa di longa ò di
breve, quelle figure che s'adimandano minime per esser il motto troppo veloce,
e alla natura sconnevole.
- Delle parti quella del soggietto pausi, e quella del contraponto
incominci overo che
- Quella del Contraponto pausi, e quella del soggietto dia principio, & cosi all uno, e all altro modo da buoni auttori Antichi e Moderni viene usato
- Le figure cantabili ò segni positivi sono posti in quatro
differenze, & si chiamano una dell' altra parte
- Propinqua
- Quella è parte propinqua d'un' altra che immediatamente nell ordine de segni positivi di sopra posto la seguita senza alcun mezo come doppo la breve la semibreve e cosi la semibreve verra ad essere parte propinqua della breve.
- Remota
- Quella remota che nell' ordine detto s'interpostone una è la terza, come la breve, e la minima à cui s'interpone la semibreve, e cosi la minima si adimanda parte remota della breve.
- Piu remota-
- Quella è piu remota che nell' istesso ordine interpostone dua, e la quarta, come tra la longa e la minima, à cui vi si interpone la breve e la semibreve, e cosi la minima e parte piu remota della longa.
- Remotissima
- Quella è remotissima che nell istesso ordine n'ha tre interposte, & e la quinta, come tra la massima, e la minima a cui si interpone, la longa, breve, & la semibreve, e cosi la minima e parte remotissima della Massima.
- Propinqua
Quali passaggi si debbano fuggire, e quali sia lecito seguirare.
- Povera e languida; tale si dimostra, quando il contraponto non è variato & cosifatto passaggio si ritrova essere nelle istesse
- Ricca d'inventione & hà dello ingenioso; ma ad esser tale se il passaggio sarra
Della Battuta.
- Applicarono hora la breve, hora la semibreve
imperfette, facendole uguale al tempo del polso humano distinto in dui
movimenti.
- Levatione
- Positione
- E questa chiamorno battuta equale, perche tanto alla positione quanto alla levatione si attribuisse segni, ò figure di valore uguale, & quando vogliono che si intendi questa sorte di battuta, segnano le loro cantilene con questi segni nel principio.
- Applicarono hora la breve con la semibreve, hora la semibreve con la
minima, e le divisero in due movimenti ineguali ponendole in dupla proportione
cioè alla.
- Levatione una semibreve, overo una minima
- Positione una breve overo una semibreve.
- E questa chiamarono battuta inequale, perche alla positione attribuirno figure di doppio valore, di quello che si fa alla levatione e quando vogliono che si intenda questa sorte di battuta segnano le cantilene con questi segni.
Avisi
- Hanno di piu usato di ponere alcune Cifre numerali, quando vogliono significare la battuta inequale ponendo il 3. sopra il 2. cosi 3/2 e la chiamarono sesquialtera, ma ogni volta che sarrà in questo modo signata potra la battuta essere.
- Eguale e sarra
- Ogni volta che sarranno collocate nel principio, ma non di tutte le parti.
- Quando sarranno poste nel mezo di alcuna parce solamente.
- Ineguale
- Ogni volta che tali cifre si porranno nel principio di tutte le parti della Cantilena.
- Quando nel mezo sarranno poste di tutte le parti.
Della Sincopa.
- Propriamente detta puo nascere ò dalle
- Figure, ogni volta che gli se ne interpone una,
che sia del valore per la metà della sincopata.
- Pause, quando ò nel
principio ò nel mezo se gl'interpone pause che siano del valore per la
metà delle figure sincopate.
- Figure, ogni volta che gli se ne interpone una,
che sia del valore per la metà della sincopata.
- Impropriamente detta è quando sia
qual figura si voglia, nel tempo perfetto, ò nell'imperfetto, intesi,
l'uno per il circolo, ò semicircolo non tagliati l'altro per quelli che
sono tagliati le figure incominciano nella positione, ma per il ponto paiono
sincopate.
Aviso
- Sarrà il compositore
avertito di far che le pause non siano sincopate perche rompono la misura e'l
tempo, oltra il discomodo che ne piglia il cantore.
Quello che sia Cadenza, e di quante sorti si ritrovi essere.
- Semplice e all'hora le sue parti procedono con
segni che simili sono, e non contengono dissonanza, ne sincopa ma questa e
overo.
- Perfetta quando le parti si vano ad incontrare, overo discostandosi finiscono in unisono ò in ottava, & usasi quando la sentenza ha da finire perfetta, si nella prosa, come nel verso.
- Imperfetta quando le parti discostandosi, non forniscono ne in unisono, ne in ottava, ma in altre consonanze e chiamasi fuggir la cadenza. Usasi quando si fa alcuna distintione mezana dell Harmonia, ò delle parole insieme, le quali habbino fornito perfettamente la sentenza.
- Composta, e all'hora procedono le parti con varie figure,
consonanti e dissonanti, et in essi vi si ritrova la sincopa e di due sorti si
ritrova.
- Perfetta quando doppo il motto contrario che fanno le parti insieme, si vanno ad incontrare in unisono overo in ottava & usasi come la semplice perfetta.
- Imperfetta quando doppo il motto che fanno le parti si ritrovano ò in terza ò in quinta ò sesta, e chiamasi fuggir la cadenza & usasi come la semplice imperfetta.
Aviso
- Sogliono usare alle volte i pratici di ponere la semibreve col ponto dissonante, usando poi tutte le circonstanze che alla cadenza si ricercano, il che non sodisfa molto il senso, però vengono avisati di non usarlo molto nelle loro compositioni accio siano piu da gl' errori purgate che sia possibile.
Delle Fughe consequenze, & Imitationi.
- Retti, sarra di due sorti
- Sciolta, quando sarra replicata una particella di una modulatione, da un' altra parte, in unisono, Quarta, Quinta, & Ottava.
- Legata quando sarra in tal modo ordinata, che tutta la modulatione, potrà essere replicata da una parte, ò piu grave ò acuta, e chiamerassi consequenza, & tal replica havrà principio, in unisono, Quarta, Quinta, Ottava.
- Contrarii e sarra di due maniere
- Sciolta quando doppo un certo numero di figure, si potra replicare una parte della modulatione, non essendo pero tutta sotto posta, à cotal legge, in unisono, Quinta Quarta, Ottava.
- Legata, quando sarrà talmente ordinata, che tutta la modulatione potrà esser replicata, da un'altra parte, ò piu per motto contrarii, chiamerassi consequenza in unisono, Quarta, Quinta, Ottava.
Avisi
- Se il contrapontista sarrà si che le parti nello incominciare le fughe, siano alquanto discoste di tempo, l'una dall' altra fuggirà le cose comuni.
- Nelle fughe legate la guida si scrivera distera, e dove havra da dar principio la consequenza se gli porrà sopra questo segno detto ripresa, e dove havra da fornire, quest' altro detto coronata
- Nel descrivere le consequenze porra vicino alle figure cantabili la chiave della Guida, e tra questa e quella del consequente le pause c'havra da fare il consequente.
- Imitatione è quella la quale si ritrova fra dui ò piu parti delle quali il consequente imitando li movimenti della Guida procede solamente per gl'istessi gradi senza haver altra consideratione da gl'intervalli, & havra il consequente principio, in seconda. Terza. Sesta. Settima nel resto se seguitera l'ordine delle fughe.
Di alcune consequenze che à due voci si fanno.
- Semplici, e tale sarra ogni volta che il
consequente seguitara la guida nell
- Acuto doppo
una pausa di minima per
- Quarta, e bisognera che osservi di
- Quinta, e la guida osservara di
- Ottava, e la guida osservera di.
- Grave doppo una pausa di minima
per
- Quarta osservera la guida di
- Quinta, osservera la guida di
- Ottava, e la guida portrà
- Acuto doppo
una pausa di minima per
- Doppio, e sarra tale ogni volta che non solo seguitarà la
guida per intervallo di Quinta, ottava, & altri, ma potrassi trasportare
una parte ò nell'acuto, ò nel grave, di modo che sarra diverso
effetto dal primiero e accadere se il
- Consequente seguira la guida doppo un tempo per una quinta nel grave, e quello che hora è consequente, diventa guida, e si trasporta per una quarta nell'acuta la guida prima osservera di fare.
- Consequente seguira la guida doppo una semibreve per una quinta nel grave, e si trasporte come la superiore potra la guida.
Avisi
- Potra lo ingenioso studente, guidato dal lume di queste maniere de contraponti ritrovar altre maniere, che per brevita lascio.
De Contraponti doppii che à due voci si fanno.
- Il primo che si compone e la replica si canta
mutandosi le parti di acuta grave, e di grave acuta, e caminerà per
- Gl'istessi intervalli all'hora il
- Contraponto replicato si canta facendo la parte
acuta del principale, piu grave per una quinta, e la grave per una ottava piu
acuta, ma farrà che.
- Nel principale non si ritrovi mai sesta.
- Non passino la duodecima corda le parti.
- Una corda non occupi il luoco estremo dell' altra.
- Non facino sincopa dove sia la settima, ma l'altre si.
- Dopppo la decima minore, non si senti ne ottava, ne duodecima ò la quinta, ò l'unisono quando le parti procedono per motti contarii.
- Finischino in cadenza di quinta ò duodecima.
- Contraponto replicato si canta facendo la parte
acuta del principale, piu grave per una quinta, e la grave per una ottava piu
acuta, ma farrà che.
- Variati intervalli e all'hora il
- Contraponto replicato si canterà per una
decima la parte acuta piu grave, e la grave piu acuta per una ottava, &
osserverà di
- Non porre nel principale due consonanze simili, due terze, due seste.
- Non far sincope dissonanti ma consonanti.
- Caminar piu per grado che sia possibile per il discomodo della replica
- Fugire il salto di quarta è di quinta perche nella replica torna male.
- Far tenere le parti il luoco l'una dell'altra ma condicionatamente.
- Contraponto replicato si canterà per una
decima la parte acuta piu grave, e la grave piu acuta per una ottava, &
osserverà di
- Gl'istessi intervalli all'hora il
- Doppo il principale si canta la replica che procede per
motti contrarii cambiate le parti di grave acuta e di acuta grave, &
osserverà che
- Le sincope poste nel principale siano tutte consonanti.
- Non torna bene la decima doppo la quale seguiti l'ottava.
- Torna male nella replica poner la terza avanti l'unisono quando le parti insieme assendono.
- Torna male poner le parti troppo lontane l'una dall'altra.
- Nella replica la parte acuta si pone piu grave per una nona; e la grave piu acuta per una settima.
Avisi universali intorno à simili sorte de contraponti.
- Non si deve ponere la terza doppo l'unisono, ne doppo l'ottava, quando le parti della cantilena cantano insieme.
- Schivarai la sesta doppo la quinta, quando le parti ascendono, e la decima doppo la duodecima.
- Non procederai dall' ottava alla decima minore, se non quando la parte acuta sarrà il movimento di tuono, e la grave di semituono.
- Non passerai dalla Terza, ò dalla quinta alla decima minore per contrarii movimenti.
- Fuggirai il motto dalla quinta alla terza maggiore, quando la parte grave non si move, e quando l'acuta stà, guardisi la grave di far simil movimento.
Di alcune consequenze che à tre voci si fanno.
- Pausa di minima distanti ò per
- Pausa di semibreve distante dalla guida per una Quinta & osservera che la guida
Aviso
- Se desideri piu longo ragionamento, e maggior coppia di questi essempii leggi le institutioni del R. Gioseffo Zarlino nella parte Terza capitolo. 63. che restarai sodisfatto.
De Contraponti doppii che si fanno à Tre Voci.
- Prima sarra quando composte tre parti, si
vorrà la replica poneremo il basso piu acuto per una quinta: il soprano,
e'l tenore piu gravi per un'ottava, e per far cio bisogna osservare di
- Non far che le parti di mezo col basso, faccino sesta.
- Non far terza il basso col tenore doppo la quale seguiti la quinta.
- Non ponere il basso col soprano in decima, doppo la quale seguiti la duodecima quando le parti insieme discendono.
- Non far sincopa di settima.
- Fuggir la decima doppo la quale seguiti la quinta procedono per motti contrarii.
- Fuggire che le parti tra di loro faccino quarte
- Seconda, quando che fatte le parti principali, si vorrà la replica, tal replica sarra per motti contrarii, e si trasportera il basso nell acuto per una sesta. il tenore nel grave per un tuono il soprano per una decima nel grave; ma si osserverà nel principale di far che.
- Terza quando composto
il principale si vorra la replica il basso restera nelle sue corde. Il soprano
per una duodecima. Il tenore per una quinta si trasporterranno piu gravi, ma
osserverà che quando il
- Soprano cantera
col basso soli, vedra di fare che
- Il soprano non passi sotto'l basso.
- Non faccino sincopa di settima, ma di seconda e quarta.
- Non faccino sesta le parti non siano lontane piu che per una duodecima.
- Doppo la Terza non seguiti la quinta, e doppo la decima la duodecima.
- Il tenore cantera
col basso si avertira di far che
- Non siano lontane ne per ottava ne per sesta, stando il tenore sopra il basso, se sarra sotto non si porra ne per sesta, ne per quinta eccetto se tal quinta non fosse nella seconda parte della sincopa doppo la quale ne seguiti la sesta subito.
- Il tenore cantera col soprano soli avertira di far che
- Soprano cantera
col basso soli, vedra di fare che
Di alcune cose che si possono usare, & altre che s'hanno à fuggire.
- Lecite sarranno se sarra che
- La parte di mezo col basso, il motto l'una di terza, l'altra di quinta ambe due descendendo, overo una si mova per grado, l'altro di quarta.
- La parte grave stia ferma, l'altre parti una ascendendo, l'altra discendendo, s'incontrerano in quarta col basso; potra ancora usar detta quarta liberamente. ma non apportera tanto di vaghezza all'udito.
- Le parti di mezo tra di loro usino il trittono, e la semidiapente, & anco col basso con molta contentezza dell'udito. page 37
- Lecite sarriano se frequentasse overo usasse di far
- Che le parti mezane col basso faccino il motto di sesta in Unisono, ò di unisono, in sesta. potranno però far tal movimento tra di loro le parti mezane ogni volta che una parte per quinta, l'altra per semituono, ò s'accosteranno ò s'allontaranno.
- Quelle Cadenze nelle quali non entra la dissonanza, e veramente come ogni uno può da se stesso sentire non sono grate all'udito ma piu tosto di fastidio, e disturbo, insipide.
- Che le parti nel far la cadenza entrasse l'una in luoco dell'altra, onde ne nascerebbe quanta superflua, e grand errore, come si vede che il tenore discende per quarta in una terza col basso e di poi ritorna al suo luoco, e'l soprano fa quinta col detto tenore, e superflua.
Avisi
- Ponendo nelle compositioni, alcuna figura sincopata debbe aver l'occhio, à far si che l'altre parti siano tra di loro consonanti.
- Se vedra le compositioni di Claudio da Correggio, di Costanzo porta che sono purgate, conoscera molte altre cose degne da esser osservate, belle & ingeniose.
Del Tempo, Modo, e prolatione.
- Tempo, il qual è una
certa è determinata quantità di figure menori nella breve
considerate & è di due sorti.
- Perfetto, è ritrovasi nella cantilena segnata con questo segno. [tempPerf] che dinota la breve valere tre semibrevi, ò tre semibrevi doversi porre per il valor di una breve.
- Imperfetto, ritrovasi in quella cantilena nel principio della quale è posto questo segno [tempImperf], che altro non vuol dire se non che la breve val due semibrevi, e si pongono due semibrevi in luoco di una breve.
- E si
numerano le cantilene
- A tre semibrevi, per tempo è l'ultima non e posta in tal canto.
- A due semibrevi per tempo è la figura ultima non viene numerata in tal canto.
- Modo, è una quantità di
longhe considerate nella massima, overo di brevi considerate nella longa
secondo la divisione, ternaria, ò binaria, & è diviso in due
parti.
- Maggiore, e intendevano esser tale ogni volta che nel principio della Cantilena ponevano due overo tre pause di longa, le quali abbracciassero due overo tre spatii.
- E questi dicono essere
-
- Perfetto, è cio intendevano quando ponevano tre delle mostrate pause, è la massima vale tre longhe, è si numera la cantilena, di tre longhe in tre longhe.
- Imperfetto, e all'hora si poneva due delle mostrate pause, e la massima val due longhe, e numeravano di due longhe, in due longhe la cantilena.
-
- Perfetto, era quando si poneva una sol pausa che abbracciasse quatro linee, è la longha val tre brevi, e numerasi di tre brevi in tre brevi.
- Imperfetto era quando ritrovavano una pausa che abbracciasse dui spatii, la longa val due brevi, e si numera di due brevi in due brevi.
-
- Menore, e questo era considerato ogni volta che nel principio si poneva una sola di dette pause.
- Prolatione dicono essere una
quantità di minime nella semibreve considerate & è di due
sorti
- Perfetta, ogni volta che sarra segnata la cantilena con questi segni [tempPerfProlPerf] [prolPerf] è la semibreve val tre minime, è numerassi di tre minime in tre minime.
- Imperfetta ogni volta che sarrà signata con questi segni [tempPerf] [tempImperf], è la semibreve val due minime è vengono numerate di due minime in due minime le Cantilene.
Aviso
- Per dimostrare il modo maggiore, & minore gl'antichi ponevano le pause gia dette, è quando dinotavano cio erano poste avanti i segni è si chiamavano Indiciali, è qrando erano poste doppo i segni si chiamavano indiciali & essentiali è le numeravano con le figure cantabili.
Della perfettione de segni positivi.
- Agenti
- Tali posero le minime, le quali possono far imperfetti gl'altri segni, restando, perciò elle immutabili, e senza patire accidente di sorte alcuna.
- Patienti
- Tal si ritrova essere la Massima tra segni poitivi il maggiore può lui patire imperfettione, ne ad altri segni simil accidente può far patire.
- Agenti & Patienti
- Tali sono le longhe, le brevi & le semibrevi, perche non solo patiscono e sono sottoposte ad esser perfette ma imperfette ancora, e à far patire perfettione e imperfettione à gl'altri segni.
Avisi
- Quelle figure che sono perfette, valgiono tre di quelle che gli sono parte propinqua.
- Quelle che imperfette, due.
- Qualunque segno, ò figura posta avanti ad una sua simile, è perfetta. E tal similitudine si piglia quanto alla forma, è non al colore. Nel tempo, Modo e prolatione.
- Tutte le figure sottoposte al tempo, Modo, è prolatione, possono esser perfette & imperfette secondo che al compositor piace.
- Ogni segno positivo posto avanti ad un segno privativo che sia del suo valore, sarra perfetto.
- La Massima longa breve ciaschuna delle quali sia posta avanti una legatura del lor valore, sarra perfetta.
- Quando tra due figure maggiori saranno poste due ò tre propinque, la prima sempre sarra perfetta, lo istesso effetto formano le pause.
- Quando nel tempo perfetto fra due brevi sarra posto, cinque ò sei semibrevi all'hora la prima breve, sarra perfetta, e l'ultima delle cinque alterata è la prima avanti le sei sarra perfetta senza alteratione delle semibrevi.
Della Imperfettione de segni positivi.
- Dalla parte avanti, e questo
può essere in due maniere quanto
- Al
Tutto, e sarra fatto imperfetto da una sua parte propinqua, e tal parte
può essere
- Segno positivo,
- Segno privativo
- Alle parti, è sarra fatta imperfetta da parti che
sarranno remote, e remotissime, purche reintegrano la terza parte del suo
valore, e si farrà con segni
- Positivi
- Al
Tutto, e sarra fatto imperfetto da una sua parte propinqua, e tal parte
può essere
- Dalla parte di dietro e si fa in due modi quanto
- Al tutto con segni
- Positivo
- Privativo
- Alle parti con segni
- Positivi
- Al tutto con segni
- Dalla parte avanti è dalla parte di dietro per il ponto cioè quando tra due figure maggiori sarranno poste due figure minori propinque, overo le pause del valore di tal parte.
Avisi
- Il Colore toglie sempre la terza parte alle figure sottoposte alla perfettione
- Quella figura che patisce imperfettione, è sempre maggiore di quella che fa tal imperfettione.
- Quella figure che cagiona l'imperfettione, si ha da considerare quanto alla quantità perfetta, e che sono sottoposte al numero Ternario.
De Punti.
Perfettione.
Questo punto si pone subito doppo la figura che può esser perfetta
nel segno di perfettione per conservar la perfettione à tal figura.
Val questo punto la terza parte della figura
perfetta, alla quale si pone vicino.
|
Accrescimento.
Si pone senza alcun mezo doppo la figura che non può, ne si
può far perfetta in alcun modo, si come nelle figure poste ne segni
d'imperfettione, E ne segni di perfettione à quelle che sono minori
della semibreve.
Valera questo la metà della figura imperfetta alla quale vi si pone
al lato.
|
Divisione.
Fra due figure simili minori poste fra due sue
maggiori & propinque, ne segni di perfettione si pone tal punto e non si
canta come quello di accrescimento, e di perfettione.
L'offitio di questo ponto è di
dividere, e far imperfetta l'una e l'altra delle due figure maggiori, e si
scrive nel mezo di sopravia tali figure.
|
Alteratione.
Questo si pone avanti due figure minori poste avanti una maggiore propinqua.
Il cui offitio e di raddoppiare la seconda figura menore che doppo lui si pone
ne si canta.
Alteratione In altri modi fu da gl'Antichi
considerato questa alteratione, percioche quando ponevano due minore parte
propinque fra due maggiori la seconda era alterate ne lor segni perfetti.
Intendevano tal alteratione similmente
quando due figure minori erano poste fra le pause delle maggiori.
Overo ponevano, la maggiore dietro alla
quale seguitavano le due minori e poi le pause.
|
Aviso
- Le figure alterabili sono quatro, longa, breve, semibreve, & minima la massima per non esser parte propinqua d'alcun' altra figura, non è alterabile, e la minima è il fine di tal alteratione perche non si può partire in due parti eguali altrimenti non solo sarebbe agente, ma patiente
- Non casca alteratione nelle pause.
- L'Alteratione si ritrova solamente ne segni di perfettione.
Delle legature.
- Con la coda
- della parte destra.
- Sia ascendente ò descendente purche sia quadra sarra del valore di una longa.
- dalla parte sinistra.
- Ascendente sia quadrata overo obliqua, sarrà del valore di una semibreve.
- Descendente sia ò quadrata overo obliqua sarra del valore di una breve.
- della parte destra.
- Senza
coda
- Quadrata
- A cui quella che dietro gli seguita ascende è del valore di una breve.
- A cui quella che dietro la seguita discende sarra del valore di una longa.
- Obliqua
- A cui quella che le seguita e descendente, sarra del valore di una longa.
- Se ascendente di una breve.
- Quadrata
- Quadrata
- Senza
coda
- Ascendente è del valore di una breve.
- Descendente è del valore di una longa.
- Con la coda
- Sia ascendente, ò descendente sarra del valore di una longa.
- Senza
coda
- Obliqua
- Sia come si voglia e del valore di una breve.
DELLA NATURA DE MODI ET COME NASCINO.
Diffinitione, Divisione, e Natura de Modi.
- Autentici e sono contenuti tra le corde di una
delle sette spetie della diapason Harmonicamente divisa, da una corda mezana
nella modulatione di una diapente & una diatessaron e sono.
- Primo
- Et è per natura atto ad esprimere danze balli, e percio da alcuni è detto modo lascivo, sotto questo è composta l'antifona Alma Redemptoris mater. Regina Coeli , & altre appresso gl'ecclesiastici.
- Terzo
- E per natura reputato mesto perche tiene nella parte grave della sua diapente la terza menore. Salve Regina, Victime pascali, si ritrova composto appresso gl'ecclesiastici sotto di questo.
- Quinto
- Commune al pianto, e gli si accomodano quelle parole che sono lamentevoli, come quella cantilena Huc me sydereo, & Te Deum patrem di M. Adriano.
- Settimo
- Per natura egli è modesto Iocondo e dilettevole, percio se gl'accomodano quelle parole che contengono alcuna Vittoria, E si ritrova di Cipriano di Tempo in tempo sotto questo composto.
- Nono
- A questo si convengono parole lascive, & allegre, et anco che significano minaccie, perturbationi & ira, Adriano compose sotto di questo Pater peccavi.
- Undecimo
- Si potranno accomoder à questo parole, allegre, dolci soavi, e materie che contengono dilettatione, appresso gl'ecclesiastici si ritrova composto, Gaudeamus omnes. Huc mana.
- Primo
- Plagali, e sono
collocati fra le corde di una delle sette spetie della diapason divisa
Arithmeticamente da una corda mezane nella modulatione di una diapente &
una diatessaron e sono.
- Secondo
- Questo è atto ad esprimere cose amatorie che contengono lamenti, e tiene della natura mesta, e languido: Giosquino compose sotto di questo Inviolata insegna.
- Quarto
- Pianto, mestitia, solecitudine, calamità & ogni generatione di miseria si conviene à questo praeter rerum seriem di Giosquino. Avertatur obsecro di Adriano si ritrovano composti.
- Sesto
- Parole che contengono otio, quiete, tranquilità, adulatione, fraude, detrattione, si pongono sotto questo modo come il Deprofundis di Giosquino.
- Ottavo
- Questo non è molto allegro, è però stato usato nelle cantilene gravi, e divote che contengono comiseratione e lagrime: Ecce Maria nobis. di Gio. Motone.
- Decimo
- E lontano da ogni malitia & vitio, però se gli accomodano, parole, ò materie mansuete, costumate gravi, continenti cose profonde, speculative, & divine si ritrova di Giosquino. Benedicta & caelorum Regina .
- Duodecimo
- Questo, s'avicina alla natura del quarto & del sesto. E si ritrova di M. Adriano Flete oculi, rorate Genas.
- Secondo
Da che si Formano i Modi.
- Primo
- Della Prima spetie di diapason C. & c dalla corda G. divisa Harmonicamente, e nasce dalla prima spetie di diapente. C. & G. nel grave & dalla prima spetie delle diatessaron nell'acuto posta tra G. & C.
- Secondo
- Della Quinta spetie di diapason [gamma]. & G. divisa Arithmeticamente dalla corda sua finale C. e nasce dalla prima spetie di diatessaron, [gamma]. G, nel grave posta & dalla prima delle diapente C, & G. nell' acuto posta.
- Terzo
- Della Seconda spetie di diapason D & d, divisa Harmonicamente dalla corda A. e nasce dalla seconda spetie di diapente D. & A. nella parte grave, è dalla seconda spetie della diatessaron nell'acuto posta tra A & d.
- Quarto
- Della Sesta spetie di diapason A. re & A. divisa Arithmeticamente, dalla corda mezana D. & nasce dalla seconda spetie di diapente D. & A. nell'acuto e dalla seconda delle diatessaron posta fra A re & D.
- Quinto
- Della terza spetie di diapason E. & e. Divisa Harmonicamente, dalla corda [natural] e nasce dalla terza spetie di diapente B. & [natural] nel grave, & dalla terza delle diatessaron [natural] & e, nell'acuto posta.
- Sesto
- Della Settima spetie di diapason [quadratum] & [natural] mediata dalla sua corda finale E, Arithmeticamente divisa nasce dalla terza spetie di diapente E, & [natural] nell' acuto & dalla terza spetie delle diatessaron [natural] & e, nel grave posta.
- Settimo
- Della quarta spetie di diapason F, & f. tramezata Harmonicamente dalla corda C, e si compone della quarta spetie di diapente tra F, & c, nel grave & della prima di diatessaron tra C, & F, nell' acuto poste.
- Ottavo
- Della Prima spetie di diapason C, & c, divisa Arithmeticamente, si compone della quarta spetie di diapente C, & F, posta nell' acuto, con la prima delle diatessaron nel grave accomodata.
- Nono
- Della Quinta spetie di diapason G, & g, Harmonicamente mediata, nasce dalla congiuntione della prima spetie di diapente G, d, posta nel grave, è dalla seconda di diatessaron nell' acuto tra d, & g, posta.
- Decimo
- Della seconda spetie di diapason D, & d, Arithmeticamente divisa dalla corda G, nasce dalla congiuntione della quarta spetie delle diapente G, & d, nell' acuto, con la seconda delle diatessaron fra D. & G. nel grave posta.
- Undecimo
- Della Sesta spetie di diapason A, & aa Harmonicamente mediata dalla corda, e, & nasce dalla seconda spetie di diapente A; & e con la terza delle diatessaron, e, & aa, nell acuto posta.
- Duodecimo
- Della terza spetie di Diapason E, & e, Arithmeticamente divisa dalla corda A, & si compone della seconda spetie di diapente A, & e, nell' acuto, & della terza delle diatessaron E, & A, nel grave posta.
Altra Divisione, de Modi.
- Perfetti, Quelli che non trapassono nel grave, overo, nell' acuto la sua corda finale per un'ottava se però sarranno Autentici, e se plagali la quarta piu grave. Ò per meglio dire, Quelli che nel grave, ò nell' acuto trapassano l'ottava de quali sono formati.
- Imperfetti e questi sono di due sorti.
- Superflui, quelli che oltra la sua Ottava soprabondano, e la trapassano ò nel grave ò nell acuto.
- Diminuti, Quelli che non arrivano ò nel grave, ò nell' acuto l'ottava di che sono composti.
Avisi
- Modi comuni sono quelli che trapassano di tal sorte che arrivano alle corde del suo collaterale.
- Modo Misto, è quello che spesse volte replica una spetie di diapente ò diatessaron, d'altro Modo che non sia suo collaterale.
Corrolario.
Qual piu dolce armonia gli animi
appaghe,
E per l'udito entrando, il cor releghi
In dotte carte ci
dimostri, e spieghi
Di piu voci union concordi e vaghe.
Tu
n'insegni à formar sirene e maghe,
Che fan senza lusinghe, e
senza preghi,
Che nulla à l'aura del suo dir si neghi,
Udito human, ch'in armonia s'allaghe.
Tu n'insegni à piegare a
fare intenti
Artusi animi sordi, e snodi e sciogli
Di misti
accenti melodia soave.
Con la dottrina tua fermare i venti
Potran
le voci, e intenerir gli scogli,
E render molle ogni martir piu
grave.