DIALOGO DI VINCENTIO
GALILEI NOBILE
FIORENTINO
DELLA MVSICA ANTICA, ET DELLA MODERNA.
[Figure]
LA MVSICA è stata da gli Antichi annouerata, tra le arti che
son dette liberali, cioè degne d'huomo libero; & meritamente ap
presso i Greci, Maestri, & inuentori di essa (come quasi di tutte le
altre scientie) fu sempre in molta estima; & da migliori Legisla
tori, non solo come diletteuole alla vita, ma ancora come vtile alla virtù, fu comandata douersi insegnare à coloro, che erano
nati
per conseguire la perfettione, & l'humana beatitudine, che è fine
della Città: Ma insieme con l'Imperio in progresso di tempo per
derono i Greci la Musica & le altre dottrine ancora. I Romani
hebbero di essa cognitione, prendendola da'Greci; ma esercita
rono principalmente quella parte conueniente a'Teatri, doue si recitano le Tragedie, & le Co
medie; senza molto apprezzar quella, che e intorno alle speculationi: & occupandosi conti
nouamente nelle guerre, non molto à quella attesero, & così facilm
ente la dimenticarono.
Hauendo poi la Italia per lungo spatio di tempo patite gr
andi inondationi de Barbari, s'era spen
to ogni lume di scienza; & come se tutti gli huomini fussero stati sorpresi da graue letargo
d'ignoranza, viueuano senz'alcuno desiderio di sapere; & della Musica si haueuano quella istes
sa contezza, che dell'Indie Occidentali: & in tale cecità perseuerarono, sin'à che il Gafurio
prima, & apresso il Glareano, & poscia il Zarlino (Principi veramente in questa moderna prat
tica) cominciarono ad inuestigare quello che ella fusse, & à cercare di trarla dalle tenebre oue
era stata sepolta. la qual parte da loro intesa, & apprezzata, hanno à poco à poco ridotta nel ter
mine in che ella si ritroua. Ma non pare ad acuni intelligenti, che l'habbiano resa all'antico suo
stato, secondo che si può comprendere da infiniti luoghi dell'antiche historie, de' Poeti, & de'
Filosofi,; nè che habbiano conseguito di essa la vera, & perfetta notitia: il che può forse hauere
cagionato la rozzezza de' tempi, la difficultà del soggetto, & la scarsità de' buoni interpreti:
nulla di meno questi scrittori meritano somma lode, & il mondo deue loro perpetua obligatio
ne; se non per altro, almeno per hauer dato occasione à molti di maggiormente affaticarsi in
essa, per vederli di ridurla nella sua perfettione. il che (quanto però attiene alla Teorica) pare
che a' tempi nostri habbia conseguito Girolamo Mei, huomo degno, à cui tutti i Musici, & tut
ti gli huomini dotti deuono rendere gratie & honori; & appresso nella nostra Città lo Illustriss.
Signor GIOVANNI Bardi de'Conti di Vernio: il quale hauendo in essa fatto lungo studio,
& essendosi di essa molto dilettato come di tutte le altre scienze, l'ha grandemente nobilitata, &
resa apprezzabile; hauendo col suo essempio eccitato i nobili al medesimo studio: molti de quali son soliti andare in casa
di lui, & iui in diletteuoli canti, & in lodeuoli ragionamenti con ho
nesto riposo trapassare il tempo. la onde sendo io molto obligato alla cortesia di questo genti
lissimo Signore, & però desideroso di mostrarli con qualache segno esteriore, l'intero affetto che
ho di seruirlo, ho giudicato non potersi da me spendere il tempo con più profitto, che faticar
mi intorno à cotale soggetto; poi che così facendo mi si mostraua speranza di potere dare à lui
alcun segno di gratitudine, & al mondo porgere no piccolo aiuto di vscire delle tenebre, nelle
quali (dopo la sudetta perdita) e fin ad hora stato inuolto; il che però sia detto senza arrogan
za, & con ogni rispetto di quelli, che da Guido Aretino sin'a'nostri tempi sopra tal materia han
no scritto: benche se io mi attribuissi in questo fatto alquanto di gloria, forse non meriterei ri
prensione; poiche l'inclinatione datami dalla natura à questi studij liberali, & la continoua di
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ligenza vsata da me per ispatio di molti anni ad appararli, piglierebbe la difesa del mio parlare
sopra di se à gran ragione: ma di questo il giuditio riserbisi pure alli intelligenti; per il qual ri
spetto, & accioche se dalle mie fatiche alcuna vtilità può trarre il mondo, io non ne lo defraudi.
Oltre à qu
anto poco fa dissi, mi è piaciuto publicare alcuni miei concetti intorno alla Musica an
tica, & à quella de nostri tempi, i quali sino ad hoggi sono stati (per mio auuiso) poco intesi da
chiunque ne ha trattato; il che senz'altro mio testimonio, può esser chiaro argumento della difficultà della materia. per
la qual cosa desidero dal Lettore, che si prepara à dare giuditio, o fare
paragone de miei scritti con quelli de gli altri moderni, somma attentione, & animo sgombro
da ogni affetto humano. perciochè è chiara cosa, che chiunque non ha l'animo interamente
purgato da ciascuna passione, non può di che sia dare perfetto giuditio. Ogni auuertimento che mi sia fatto da huomo intelligente
& amatore del vero, riceuerò in grado, & gliene reste
rò obligato; senza mai vergognarmi d'imparare da chi meglio di me intendesse. Hora perche
il lungo parlare continouato, mentre che à guisa di torrente và scorrendo, non pare che habbia
quella forza & vigore nel conchiudere le sent
entie & gli argumenti, che ha il Dialogo, ho giudi
cato essere molto à proposito il trattare i presenti miei Discordi, in tale maniera: & questa crede
rò ageuolemente essere stata vna delle potenti cagioni, che indusse Platone à trattare si fattamente
le cose della Diuina Filosofia. ho eletto adunque per intorno à ciò discorrere l'Illstrissimo
Signore GIOVANNI Bardi poco di sopra nominato, & appresso il Signor PIERO Stroz
zi, come quelli che studiosissimi della vera Musica sono, & grandemente amatori di queste tali
speculationi, & atti ancora à sostenere questo & maggior peso. Su l'occasione adunque dico,
di volere sensatamente vedere in fronte à uale delle Spezie Diatoniche si riduca quella, nella
quale i moderni Contrapuntisti compongano & cantano i Cantori le Cantilene loro, il Signor
PIERO Strozzi verso il Signor GIOVANNI disse in questa maniera.
STR. Gran cosa mi par questa Signor Giouanni, che di tanti huomini eccellenti, che hanno da Guido Aretino in qua scritto della Musica facultà, non incidentemente, ma come professori di essa; non ci sia stato alcuno (per quanto io sappia) che ci habbia dichiarato di qual maniera sia la Spezie Diatonica, nella quale si compone & si canta hoggi, che non ci apporti insieme mille difficultà & contradditioni: & nondimeno tra le cose principali, principalissima &
importantissima reputo questa, & di somma necessità d'essere saputa, nè posso fare di non arrossire, con pensar solo la poca cognitione, che uniuersalmente si troua tra i moderni prattici, delle cose, che del continouo hanno tra mano; la virtù & natura delle quali, fanno professione di
conoscere & intendere per eccellenza, appagandosi d'esser tali stimati dall'imperita moltitudine, della qual pece trouandomi ancora io macchiato, desidero grandemente col vostro aiuto da tal difetto purgarmi.
BAR. Voi mettete del continouo in campo questioni sottilissime, & non punto ordinarie,
le quali à ciascuno che le ascolta, danno inditio del bell'ingegno vostro: & per ben chiarire il
quesito fattomi, bisognerà suiluppare molti intricati viluppi; i quali per compiacerui, non mi
saranno di noia alcuna.
STR. Se non sarà à voi di noia lo spiegarmeli, à me darà sommo contento l'intendergli:
però quando vi piaccia, io sono pronto per ascoltarui con quella maggiore attentione, che si
possa desiderare.
BAR. È di necessità per base di questa alta macchina, essaminare diligentemente ciascuno
interuallo delle Spezie Diatoniche, tra le quali nasce tale lite: di poi vedere quelli che si compongano & cantano hoggi, con quali di quelle Spezie Diatoniche habbiano piu conformità; la
cognitione di che non dubito punto, che sia per condurci in porto sicuro, & prima di ciascuna
altra spezie, essamineremo come piu nuoua & principale, quella doue concorrono uniuersalmente tutti i prattici de' tempi nostri, mossi dall'autorità del Reuerendo M.Gioseffo Zarlino;Quale sia secondo il Zar=
lino la spezie
che si canta
hoggi, nel 2.
lib. delle inst.
harmoniche
al c.16. & nel
ragionamento
quinto delle
dimostratio=
ni alla diffinitione terza.
la quale secondo che à lui piace, è il Syntono Incitato di Tolomeo. dopo la quale essamina, vedremo quando gli occorra con l'istessa diligenza, quella che hanno tenuto tutti gli altrui moderni da
esso in fuore; come Guido Aretino, il Gafurio, il Glareano, il Fabro, il Valgulio, & latri graui
scrittori. I quali tutti di comune parere affermano quello che si canta hoggi, essere il Diatono
Ditonico antichissimo; le proportioni del quale, furono (nella sessantesima Olimpiade) dal seuero Pitagora Samio con sottile consideratione inuestigate.
STR. Prima che V.S. cominci à sciorre il nodo del dubbio proposto, desidero che in quelle cose doue arriua il s
enso, si lasci (come dice Arist. Nell'ottauo della Fisica) s
empre da parte non solo l'autorità;
Eusebio nelle sue Cron.
Arist. nell'8.
della Fisica à
testi venti due.
Priuilegio di
Pitagora.
ma la colorata ragione che ci fusse in c
ontrario c
on qual si voglia appar
enza di verità.
perche mi pare che faccino cosa ridicola (per non dire insieme col Filosofo, da stolti) quelli che
per proua di qual si sia c
onclusione loro, vogliono, che si creda senz'altro, alla semplice autorità;
senza adurre di esse ragioni che valide siano: il qual priuilegio non si troua essere stato con
cesso ad altri, che da seguaci suoi, al sapientissimo Pitagora pur hora da voi nominato.
Boethio nel I
della Musica
al capo 33.
Cic. della natura d%egli Dei.
Voglio inoltre, che mi concediate, essermi lecito alla libera interrogarui, & risponderui senz'alcuna sor
te d'adulatione, come veramente conuiene tra quelli che cercano la verità delle cose.
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BAR. Tutto vi sia concesso. È necessario primamente ridursi bene à memoria (secondo
però il Syntono di Tolomeo come ho detto) tra quali numeri ne'minimi termini, sia separata
mente contenuti ciascuno degli interualli che ha in se la Regina delle consonanze:
L'Ottaua esser detta Regina delle consonanze.
i quali se
condo il parere degli autori di queste cose, non passano il numero di quindici; & dal minimo
incominciandomi dico, che il Comma è contenuto ne suoi termini radicali, dalla proportio
ne detta Sesquiottantesima,
Interualli musici del Syntono da quali
numeri contenuti.
tra questi numeri |
81.80 |
Il Semituono minore, tra |
25.24 |
Il Semituono maggiore, tra |
16.15 |
Il Tuono minore, tra |
10.9 |
Il tuono maggiore, tra |
9.8 |
La Terza minore, tra |
6.5 |
La terza maggiore, tra |
5.4 |
La Quarta, tra |
4.3 |
Il Tritono, tra |
45.32 |
La Semidiapente, tra |
64.45 |
La Quinta, tra |
3.2 |
La Sesta minore, tra |
8.5 |
La Sesta maggiore, tra |
5.3 |
La Settima minore, tra |
9.5 |
La Settima maggiore, tra |
15.8 |
Et essa Regina delle consonanze detta hoggi Ottaua, tra |
2.1 |
Alla quale dettero forse i Greci nome di Diapason, per contenere in se stessa (secondo il suo si
gnificato) ciascuno degli interualli nominati, & valere lei sola per ciascuno altro:
Ottaua perche sia detta
Diapason.
ma è d'au
uertire, che questi interualli dalla Quarta, Quinta, Ottaua, & il Sesquiottauo e Tuono in poi,
non furono intesi mai per sì fatti nomi da alcuno degli antichi ò moderni Musici, eccetto però
che da gli autori di queste cose, & da seguaci loro. La corruttione de quali (mediante la disfor
mità, che hanno insieme con la cosa gia per tal nome intesa & conosciuta) genera non piccola
confusione & disturbo nelle menti di quelli, che leggono gli scritti loro.
Nomi de gli interualli corrotti.
I quali nomi hanno
tolti in presto, dal Diatono Ditonico, & immascheratone per colorire alcuni disegni loro, il Syntono di Tolomeo, secondo che
meglio intenderete: del quale habito poco se ne rifaccia
& quanto à esso si disconuenga, lo vedremo sensatamente al suo luogo.
STR. Per qual cagione Pitagora constituì piu tosto la Quinta, che l'Ottaua, tra il tre & il
dua, assegnataci per termini della Diapente; ouero che tra il quattro & il tre, ne' quali constituì la Diatesaron?
BAR. Non fu altramente opera ò inuentione humana questa; ma della natura. bene è vero, che Pitagora (come ho detto) fu il primo che ciò considerasse.
STR. Da che indotto di gratia.
BAR. Attendete, Tirinsi sopra una piana superficie due corde all'unisono, d'un'istessa
lunghezza, grossezza, & bontà;Modo da vdire quale si voglia interuallo nella sua
proportione.
& diuidasi poi col compasso vna di esse in tante parti vguali
quante sono l'unità che hà in sè il maggior numero dell'interuallo che si vorrà da esse corde udire; & priuisene poi col mezzo
d'uno scannello immobile una di esse, di tante, quante il maggiore
eccede il minore; che percosse poscia le due corde insieme, si udirà dal tutto (che rappresenta il
maggior numero) & dalle parti (che rappresentano il minore) la dissonanza, ò consonanza che
contiene in sè la proportione che si sarà in tal modo à esse corde applicata. & chi volesse ancora
vdire qual si voglia interuallo in vna sola corda, potrà in quest'altra maniera facendo.Altro modo. Diuida
prima la corda in tante parti vguali, quante sono l'unità che contengano i minor numeri della
sua proportione sommati che saranno insieme; & pongasi poi lo scannello per diuisore fra l'uno
& l'altro termine & vn numero; che nel percuoterle le due parti di tutta la corda (in tal maniera
dallo scannello diuisa) separatamente ò nell'istesso tempo; si udirà il ricercato interuallo: & per
maggiore intelligenza, eccouene una sensato essempio.Essempio.
Ponghiamo che noi volessimo vdire in
questa seconda maniera, la Diatessaron; la quale è contenuta nella sua vera forma da numeri,
che hanno tra di loro proportione Sesquitertia. Somminsi insieme i suoi minor termini, che
sono come io vi ho mostrato 4 & 3. i quali aggiunti insieme, fanno sette: diuidasi poscia la
corda proposta in tante parti vguali, & pongasi lo scannello sopra il punto che separa le quattro
parti dalle tre; le qual parti percosse insieme, ò l'una appresso l'altra, si vdirà sonare tra esse la
consonanza Diatessaron, & per iscoprirui in questo proposito alcuni naturali effetti delle proportioni de'numeri, voglio qui da canto
porui ne suoi termini minori, da potersi vdire nell'una &
l'altra maniera, ciascuno de consonanti interualli che ha in sè il Diapason:Spezie del
Diapason es=
sere sette.
da quali come semplici, nascono i composti; & considerandogli diligentemente, vi daranno lume & cognitione
di molte cose attenenti a'nostri ragionamenti, trouerete in oltre, che quelli che sono dentro al
Diapason, tanto consonanti quanto disonanti (atti però al canto) non passano sanamente considerati, il numero delle sue spezie.
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STR. Ho molto bene inteso la cagione del tutto, però potete seguitare piacendoui.
BAR. Dentro à sudetti termini adunque, hanno mostrato quelli che cercano persuaderci, che
il Diatonico nel quale si compone & canta hoggi, sia il Syntono di Tolomeo ritrouarsi ciascuno interuallo cantabile; à quali voglio che prouiamo con i medesimi principij, che questa si fatta spezie non è in modo alcuno quella che essi dicono, & ch'ella consta di maggiore numero & diuersità d'interualli, de proposti:Altri interualli oltre à
primi conte=
nuto dal Syntono.
de quali non hanno voluto fare mentione, nn come poco accurati; ma come quelli che vedeuano non far punto à proposito, & impedire i disegni loro.
Paleseremo prima, che nel Syntono di Tolomeo, la corda did la solte per h duro, sia piu
acuta di quella per b molle.Paradossi.
che dalla corda di F faut & C solfaut naturali, all'istesse alterate
da questo segno X; & parimente da b fa, à h mi, non sia l'istesso interuallo, che è da e lami
al suo b molle, & da G solteut al suo dieisis X. Dico in oltre, che tra D solre & E lami,
non si troua l'istessa distanza, che è tra a lamire & h mi: & così tra C solfaut & D solre,
non è il medesimo interuallo, che si troua tra G solreut & a lamire. che ascendendo, non sia
l'istesso interuallo tra D solre & F faut, che è E lami & G solreut. che non sia ne anco
tal'interuallo tra F faut & C solfaut alterati da tal segno X, a alamire & e lami. che da a lamire à C solfaut alterato da questo istesso segno X, non sia il medesimo spatio, che è da c sol
faut à e lami. che da à lamire à d lasolre, non sia l'istesso interuallo, che è da G solreut à c
solfaut. che l'interuallo che è tra F faut & h mi considerato in vna Quarta & in vn minor Semituono, non sia vn Tritono. ce
la dissonanza, che nasce tra h mi & g gaut, considerata in
due Terze minori, non sia vna Semidiapente. che tra D solre & a lamire non sia vna Quinta, che
non si possa ne anco hauere vn simile interuallo, dal congiugnere insieme la Semidiapente e'l minor Semituono del Tuono minore,
che è quello di che si è hauuto (dalla piu parte) cogniotione sin'à questo giorno. che da G solreut alterato da questo segno X & elami, non sia l'istesso interuallo che è tra E lami
& c solfaut. che tra F faut & d lasolre, & C solfaut & a lamire, non sia vna
Sesta maggiore. che tra D solre & c sol faut non sia vna Settima minore. che'non sia ancora vno
interuallo simile, quello che si troua fra E lami & dalsolre, considerato però in due Sesquiterze.
che tra G solreut & f faut non sia ne anco tale interuallo, considerato però in una Quinta nele
parte graue & in una Terza minore nell'acuta.che tra D solre & d la solre, & tra C solfaut & c
solfaut, non sia una ottaua.che l'istessa distanza è tra b fa & h mi per b molle. che per h duro.che
l'istessa distanza è da h mi a c solfaut, che da c solfaut à b fa alterato da qual sia di questi segni
h, X: ma il suo proprio è questo h. & che ciascun Tuono non habbia i Semituoni dell'istessa
proportione & misura, ma diuersa.
STR. Questo vostro alto principio, mi rappresenta in vece di sicuro seno, quella parte di terra, che sotto il polo australe
è detta incognita. imperoche le cose da voi hora dette sono à miei
orecchi così nuoue, che io mi dispererei del porto s'io non hauessi per guida cosi fido Nocchiero.
BAR. State di buono animo, ne vi sbigottischino questi pochi scogli, i quali sicurissimi traPasseremo col picciolo nostro legno: & per assicurarui & facilitarui il cammino, eccoui in
prattica l'essempio di tutto quello che s'è detto; il che vi anderò passo per passo con facilità dichiarando. ne volgio lasciare prima di dirui, che in questa seconda numeratione fatta con tanta
diligenza sopra da disformità che hanno i primi con i secondi interualli, non ho voluto dire che
tali interualli non si trouino tra le corde del Syntono; ma si bene che tutti non sono suoi proprij
& particolari, come ne anco i primi; & che' non sono in consideratione alcuna de moderni prattici: & piu oltre voglio dirui, che quelli di che hanno cognitione, non sono altramente cantati nelle mostrate proportioni come appresso vedrete. Prouerrouui adunque secondo che io vi
ho proposto, che le due note qui à pie poste, non sono vnisone.
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Prouerouui ancora, che le
presenti.

non sono lontane per la
medesima distanza, che
sono queste.

ne queste.

sono distanti l'una dall'altra per il medesimo interuallo di queste.

meno lontane dico esser
queste,

che non queste

Questi dico essere due in
terualli simili à quello,
che si troua tra D solre
& F faut; ciascuno de
quali è l'istesso dell'antico
Semiditono, & necessa
riamente dissonante.

Dico in oltre, maggiore
interuallo esser questo,

che non è questo.

il presente dico essere dis
sonante,

& di questo maggiore.

Questo dico non essere lontano per una Diapente.

Le due note seconde dello
essempio che segue, non sono distanti per un Trito
no; considerate però nella
maniera che si disse di so
pra; cioè in una quarta
nella parte graue, & in
un minor Semituono nell'acuta:

ne queste sono lontane per
una Semidiapente, consi
derate in due terze mi
nori.

Le due note seconde, dico
non esser lontane una dall'altra per una Diapente;
quando però elle si considerino in una Semidiapen
te nella parte acuta & in
un minor Semituono nel
graue, secondo che ne mo
stra l'esempio qui appie.

Dico non essere la medesima distanza tra queste
note.

che tra le presenti.

i due interualli dell'esem
pio che segue, dico non es
sere seste maggiori.

negasi ancora che le pre
senti note siano distanti
l'una dall'altra per una
minor Settima.

ne alcuna di queste sono
distanti per vn'Ottaua.

gualmente distanti.

lontane per l'istessa distanza vna dall'altra.
page 6INTESO minutamente da quali numeri, & per qual cagione tra essi sia contenuto ciascu
no de mostrati primi sedici interualli in se stesso; potremo venire à trattare quali siano i nomi
delle proportioni che gli contengano, di che constino, quali siano parti di essi piu & meno re
mote, ouero propinque, & di quanto l'vno superi, ò sia dall'altro superato. col mezzo de quali
principij verrò a dichiararui i dubij proposti; & per seguire l'ordine proposto, vedremo tutti
questi particolari (prima che in ciascuno altro interuallo) nel minore & maggiore Semituono;
ma perche io desidero essere da voi inteso con quella facilità maggiore che io sò & posso, è ne
cessario auanti sapere (secondo il comun parere de' Musici prattici & teorici de' nostri tempi,
che vogliono quello si canta hoggi nel genere Diatonico sia il Syntono di Tolomeo; la positio
ne propria loro, & così de maggiori & minori tuoni, & per qual ordine vadino caminando per
ciascuna ottaua tanto per h duro, quanto per b molle: la quale intelligenza vi daranno gli
essempi che seguono à presso; ne' quali saranno notati tra le corde che gli contengono, secondo
la mente dell'istesso Tolomeo, ne possono essere in tale spezie per altro ordine tesi, perche gli inconuenienti accennati
(come appare nella Distributione di Dydimo) si farebbono maggior
mente manifesti, la natura adunque del Diatonico Syntono di Tolomeo è, di procedere dal graue all'acuto in ciascun suo Tetracordo,
per Sesquiquindecima, Sesquiottaua e Tuono, & Sesquinona; & per essere da' moderni prattici meglio inteso, diremo procedere
in ciascun Tetracordo
dal graue all'acuto, per Semituono maggiore, per Tuono maggiore, & per Tuono minore; & per
il contrario dall'acuto al graue, per Tuono minore, per Tuono maggiore, & per maggiore Se
mituono: e tale è secondo che piace al Reuerendo M.Gioseffo Zarlino,
Openione dl
Zarlino reprouata dallo
Autore al c.
16. delle Institut. harmoniche lib.2.
il Genere nel quale si c
ompone, si canta, & si suona hoggi in reprouare l'openione del quale, fonderemo (per sadisfare
alla prima volta richiesta, come ho promesso) il principio di questo nostro Discorso.

AVVERTENDO voi in questo luogo, che io non intendo che siano del Syntono altri inter
ualli che i puri Diatonici, & li altri de' moderni Contrapuntisti da loro detti Cromatici.
Vedesi secondo gli essempi mostrati della moderna prattica, il maggior Semituono esser se
gnato in corde diuerse, & il minore starsene nell'istessa con alcun segno aggiunto. dalla qual
cosa ne segue necessariamente, che il b molle non ha mai il minore Semituono nel graue,b molle non
hauer mai il
minor semi
tuono nel graue, ne il die
sis X ne l'acuto. si co
me il diesis X non l'ha mai nell'acuto; & il contrario accade al maggiore, che viene à essere
l'opposito appunto di quello che occorre al Diatono Ditonico antichissimo. & ven
endo hormai
à ragionare della qualita & gr
andezza degli interualli dico, che tra i diuersi che hanno in consideratione comunemente i musici prattici e teorici d'hoggi,
due tra gli altri ve ne sono dissonanti
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chiamati da essi Semituoni: i quali per distinguere l'uno dall'altro, gli accompagnano come sa
pete con vna di queste parole. Maggiore, & Minore. Dicono il minore Semituono esser quello
che è contenuto tra questi numeri 25. 24. il quale interuallo ha hauuto spaccio appresso gli
autori di esso, di sesquiuentiquattresima, si come di sesquiquindecima questo 16. 15. doue costituiscono il maggiore: & per
il contrario nel Diatono il minore che è detto ancora Lemma, è
contenuto tra questi termini 256. 243, la metà del quale dissero poi Diaschisma;
Lemma, quello importi.
Diaschisma,
quello sia.
& il mag
giore detto ancora Apotome, si troua tra questi altri 2187. 2048.
STR. Per qual cagione quei primi speculatori, constituirono nella Distributione Diatona,
il maggiore & minore Semituono dentro à cotali numeri?
BAR. Per questa. chiamarono gli antichi Musici, minor Semituono, quello auanzo del
Diatessaron detrattone due tuoni; & perche detratto dalla Sesquiterza due sesquiottaui, gli
auanza tal proportione 256. 243, in essa constituirono tal Semituono;Semituono
maggiore & minore, pche
dentro à quelli numeri. & lo dissero minore,
perche due aggiunti insieme non riempiono il vacuo del Tuono; doue per il contrario due de
maggiori lo trapassono; & quello auanzo di esso Tuono, dopo che ne sia tratto il minore Semituono, lo dissero Semituono maggiore.
STR. Che importa quella voce, lemma?
BAR. Lemma, vale il medesimo che residuo; il che fù grandemente à proposito, per non
esser altro il Lemma (come ho detto) che quello auanzo della Diatessaron dopo che ne siano
tratti due tuoni. chiamano ancora i Greci lemma, quella parte d'una cosa che presa due volte
non arriua all'intero. dissero in oltre il maggior Semituono Apotome, la qual voce importa in
quella lingua, spiccamento;
Apotome,
quello sia.
come (per modo di essempio) tolto dal Ditono vn'Apotome, vi
rimane il Semiditono. Sono stati altri, che hanno inteso per Semituono maggiore, la Super
quintapartiente 76, che è la forma del secondo interuallo di ciascun Tetracordo dell'antico
Cromatico; il quale ne minori suoi termini viene dentro à questi nimeri 81. 76. Possiamo
da questa cognitione, sottraendo dalla Sesquiquindecima, la Sequiuentiquattresima (che sono
le forme de Semituoni del Syntono) sapere di quanto il minore sia dal maggiore superato: & il
modo del sottrarre l'uno dall'altro interuallo musico è (sec
ondo Boethio) questo. Disponghinsi
prima i minor termini delle proportioni loro in questa maniera;
Modo di sottrarre l'vno
dall'altro interuallo.
16. |
|
15. |
Forma del Semituono maggiore. |
|
X |
|
25. |
|
24. |
Forma dl Semituono nimore. |
Facendo venire di sotto quelli numeri che contengano il minore, & di sopra quelli del maggio
re interuallo; i quali cosi disposti, rappresentano nel primo aspetto alla vista, vn modo contra
rio di quello che vsa l'Aritmetico nel sottrarre l'uno dall'altro suo numero; non di meno l'effet
to è l'istesso. pero che non considera il Musico Teorico, semplicemente il valore de numeri co
me l'Aritmetico; ma la quantità del suono che tra essi racchiudono. & perche le piu volte, i mi
nori numeri contengono i maggiori interualli; quindi auuiene che al senso apparisce il con
trario di quello che intende l'intelletto.
STR. Non è vero adunque che sempre i minori termini contenghino i maggiori interualli?
BAR. Signor no, da superparticulari in poi, & questi (oltre à li altri interualli che ce lo di
mostrano ne superpartienti) sono il Lemma & l'Apotome; & ne multiplici, la dupla & la tripla.
Disposti che saranno i numeri nella maniera mostrata, multiplicheremo il 16 (maggior termi
ne della Sesquiquindecima) per il 24 (minore termine della Sesquiuentiquattresima) & il 25
(maggior termine di questa) per il 15 ( minor termine di quella) dalle quali moltiplicationi
haueremo tali prodotti 384. 375. i quali, col trouare il Diuisore comune, vedremo ri
durgli ne minori numeri loro, acciò che si venga piu facilmente a c
omprendere la quantità dell'interuallo & suono, contenuto dentro à loro estremi termini.
Modo di trouare il Diuisore delle proportioni.
la onde per ciò fare, misuro prima
il 384 termine & numero maggiore, per il minore che fu 375, & mi auanza noue; il quale
per non esser misura comune di essi, non può conseguentemente essere il ricercato Diuisore. mi
suro adunque di nuouo per il noue, il minor termine che fu 375, & mi auanza sei; il quale
considerato, trouo che ne anco esso è misura comune di ciascuno, ma solo del maggiore che fu
384, nel quale entra 64 volte; però torno à misurare il primo & maggiore eccesso che fu no
ue, per il minore che fu sei, & mi auanza tre; il qual tre per essere misura comune di ciascun ter
mine, è necessariamente il ricercato Diuisore: per il quale, partito ultimamente i due maggiori
& primi numeri, ne vengano parti si fatte 128. 125: che per non potersi in modo alcuno ri
durre in minor numeri; vengono à essere ne'termini minimi & radicali, & l'interuallo che da essi è contenuto è qualche cosa
piu d'un Comma e mezzo. & che di tanta quantità sia dal mag
giore il minore Semituono superato, cene possiamo accertare maggiormente, col sommarla insieme con la proportione & numeri
che contengono il minore Semituono: perche il prodotto
che ne daranno hauerà l'istessa forma, di quella che'l maggiore contiene. la onde perciò fare si
terrà tal ordine. accomodinsi prima i numeri delle forme loro in questa maniera.
page 8
128.125. Forma della Supertripartiente 125.
25.24. Forma del minore Semituono.
Modo di sommare insieme
le proportioni.
& multiplichisi di poi il 128. maggior termine della Supertripartiente 125, per il 25. mag
gior numero della Sesquientiquattresima; & il 125. Minore termine di quella, per il 24. mi
nor numero di questa; dalle quali multiplicationi si haueranno questi prodotti 3200. 3000.
che per relatione hanno tra di loro proportione Sesquiquindecima; dentro à quali numeri si racchiude il maggiore Semituono
fuor de suoi termini radicali: ne quali volendo ridurgli, si os
seruerà la regola sopradetta.
STR. Non vi sia graue con questa occasione il replicarmela.
BAR. Traggo dal maggior termine che fu 3200, il minore che è 3000.,
& mi auanza 200,
il quale eccesso, perche è misura comine di caiscuno termine, è parimente il Diuisore loro; tal
mente che non occorre cercare piu oltre. di maniera, che partito il 3200. per 200, ne viene
16. & 15. ne viene partendo il 3000. per l'istesso 200. le quali minime parti che sono que
ste come ho detto 16. 15, contengano virtualmente l'istesso maggior Semituono, ma tra
numeri contraseprimi, & non tra composti & comunicanti, come quelli maggiori.
Numeri contraseprimi sono quelli che
non sono numerati da altro che dalla
vnita; & i composti possono
essere da altri
numeri misurati.
Potrei an
cora in proposito del ridurre ne minori termini loro gli interualli multiplici, & i superparticu
lari, darui per regola di partire quelli per il minor termine, & questi per l'eccesso. Ascendendo
per gradi verso l'acuto (secondo l'ordine promesso) segue dopo la Sesquiquindecima, la pro
portione Sesquinona; il contenuto della quale è detto hoggi da'moderni prattici & Teorici,
Tuono minore; appresso la quale segue immediatamente la Sesquiottaua e Tuono, detto mag
giore à differentia del minore. Dicono il minor Tuono esser contenuto nella sua vera forma,
dalla proportione Sesquinona tra questi numeri 10. 9, & il maggiore dalla Sesquiottaua tra
quest'altri 9. 8,
Qual tuono
consti dal maggiore & minore, emituono.
con il qual poco di lume possiamo chiaramente vedere, qual di essi consti ap
punto del maggiore & minore Semituono senza che gli manchi ò gli auanzi alcuna sua parte: &
sarà quello che hauerà la forma in tutto simile à termini radicali del prodotto che da loro na
scerà dopo che siano sommati insieme & ridotti ne minori termini. & perche di sopra ho à suf
ficienza parlato del modo del sommare, sottrarre, & trouare il diuisore delle proportioni; baste
rà per l'auuenire (doue queste bisogne occorreranno) che io vi formi di maniera l'essempio di
quello che vi hauerò à dimostrare, che sia da voi con facilità il tutto compreso. & volendo hora
(nel modo che io ho detto) mostrarui qual de due tuoni sia quello che i suoi estremi non siano atti à contenere interuallo
maggiore di quello che ne darà il prodotto dell'uno & dell'altro Semi
tuono sommati che siano insieme i termini & forme loro; lo vedremo dal sottoposto essempio.
|
25. |
24. |
Forma del Semituono minore. |
|
16. |
15. |
Forma del Semituono maggiore. |
|
40} |
400. |
360. |
Forma del Tuono minore, fuor de suoi termini radicali. |
10. |
9. |
Ne suoi termini radicali. |
Habbiamo da due Semituoni aggiunti insieme, hauuto il Tuono minore; la qual cosa consen
te à quello che il Zarlino proua nelle sue Dimostrationi.
Zarlino, alla
proposta 19.
del primo ragionamento,
& alla 33 del
terzo.
STR. Questo fatto non passa punto secondo il parere del puro prattico, ne è
senza sua marauiglia, per aspettarsi da essi il maggior Tuono; però seguite di gratia.
BAR. Col sottrarre hora dal maggior Tuono il minore, potremo vedere
sensatamente di
quanto sia da esso superato; la qual cosa comprenderemo dall'essempio che segue appresso.
Di quanto
il
maggiore tuono superi il
minore.
9. |
|
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
X |
|
10. |
|
9. |
Forma del Tuono minore. |
|
|
81. |
|
80. |
Forma della Sesquiottantesima, detta hoggi Comma. |
Dalla sottratione del minor tuono dal maggiore, nasce la Sesquiottantesima; il contenuto del
la quale è detto da moderni prattici, Comma.
STR. È l'istesso dell'antico, questo?
BAR. Signor no.
STR. Quale è la differenza loro?
BAR. Questa.intesero per Comma gli antichi Musici, l'eccesso dell'Apotome
detrattone
il Lemma; ò vogliamo dire quello del Tuono, detrattone due minori Semituoni loro: & hoggi è inteso per Comma (come hauete vdito) quello auanzo di che il Tuono, eccede il Sesquinono,Qual differentia sia dal Comma antico à
quello d'hoggi.
& non vollero i moderni trarlo dalla differenza de Semituoni à guisa degli antichi, per
la ragione che si dirà poco di sotto.racchiudesi adunque l'antico Comma dentro questi numeri
531441. 524288. la metà del quale dissero poi Schisma.Schisma, quello sia.
STR. È maggiore questo nostro, ò pure quello degli antichi?
BAR. Eccede il moderno quello degli antichi, d'un si fatto interuallo 32805.
32768.
page 9
STR. Quanti Commi de nostri verrà à contenere il maggiore
& minor Tuono, & Semituono?
BAR. Dirouui beruemente questo per hora.
Di quanti
Commi consti il
Tuono maggiore, il minore, il maggiore Semituono, & il minore.
consta la Sesquientiquattresima di tre Commi,
& qual cosa piu d'una maggiore sua quarta parte, & manco della minore sua metà. la Sesqui
quindecima consta di cinque & poco piu dell'ottaua sua magiore parte. il Sesquinono supera
gli otto di poco manco d'vn mezzo. & il Sesquiottauo supera i noue di quanto il minore ecce
de gli otto. Quanti Commi degli antichi contenesse il Tuono & il maggiore & minore Semi
tuono loro, benissimo ve lo dichiara Boethio.
Boethio libro
3. de musica
capo 14.15.
Dall'essemcpio datoui sopra in prouarui che il
Tuono minore conteneua non piu del maggiore & minore Semituono, si può trarre ancora ve
ra cognitione, di quanto egli superi questo & quello separatamente. & dall'hauere veduto e'nte
so, che il Comma aggiunto al minore Tuono, ne da il maggiore, si viene in cognitione di quan
to quello sia da questo superato, talmente che de gli interualli che habbiamo sin'al presente trattato, riman solo farui noto
di quanto il maggior Tuono superi il minore & maggiore Semituono; la qual cognitione vi daranno i due essempi che vi pongo
qui à piè.
|
9. |
|
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
X |
|
|
25. |
|
24. |
Forma del minore Semituono. |
|
|
8} |
216. |
|
200. |
Forma della Superbipartiente 25. fuore de minori suoi termini. |
27. |
|
25. |
Ne minori suoi termini. |
Resta superato il minor Semituono dal Tuono maggiore, della Superbipartiente 25. la qual
consta d'vn maggior Semituono & d'vn Comma; il che è tanto chiaro, che non occorre altra
riproua: però verremo con l'essempio che segue à sottrarre il maggiore Semituono del maggior
Tuono, per vedere quello gli auanza.
9. |
|
8. |
Forma del maggior Tuono. |
|
X |
|
16. |
|
15. |
Forma del maggior Semituono. |
|
135. |
|
128. |
Forma della Super 7. partiente 128. |
Viene superato il maggiore Semituono dal Tuono maggiore, della Superpartiente 128. il quale
Interuallo (come da quello che di sopra habbiamo detto si può comprendere) contiene in se vn
minor Semituono & vn Comma di piu. Vò prouandoui in piu modi queste verità, per maggior
mente confermarui nella vera openione che si deue hauere degli interualli circa il valore & contenuto loro, & di quanto l'vno
ecceda l'altro. Possiamo da quello che sin qui si è dichiarato, benissimo vedere & intendere, la distanza che è dal b molle
segnato in alamire ò in e lami, al diesis
X segnato in G sol reut ouero in D lasolre, secondo che in questo essempio si vede notato.
Diesis X segnato in g sol
reut, & in d
lasolre, quanto piu graue
del b molle
segnato in à
lamire, & di
quello posto
in e lami.
& à ciò

che venga fatto il giuditio integro & retto, considereremo oltre à quello che si è detto di sopra, la qualità dell'interuallo,
nel quale vengono
tali segni accidentali, & in oltre la facultà che hanno d'operare in tal
luogo, la onde dico prima, che l'uno & l'altro interuallo doue sono
operati questi effetti, è nella sua essenza vn Tuono minore, ciascuno de
quali in amendue gli estremi, vien fatto scemo & dal diesis X & dal b
molle, d'vn minore Semituono. bisogna hora vedere, quello che rimane à vn Tuono minore, dopo che ne siano tratti due minori
Semituo
ni: & perche parte di questo fatto occorse di sopra, qu
ando essamin
ammo la qualità de'Semituoni;
basterà come necessario, questo solo auuertimento, cioè; che togli
endo à un minor Tuono due
Semituoni minori, gli resterà l'istesso interuallo che restò al maggior Semituono detrattone il minore: & di t
anto è piu acuto il b molle d'alamire & d'elami, del diesis X di G solreut & di d
lasolre.
STR. Questa mi è bene stata vna nuoua & grata speculatione, la quale
ho piu volte desiderata intendere, non tanto per la cosa del Contrapunto, quanto per lo strumento di tasti.
BAR. Voglio in oltre auuertirui, che quando si fatto caso nascesse (ancora che di rado auu
enga) ne Tuoni maggiori;
Auuertimento.
l'interuallo che restasse sarebbe di quello minore vn Comma: tutte le
volte però che si considerino i suoi minori Semituoni della forma & misura che al suo luogo diremo conuenirsigli.la Terza
minore, la quale è ancora stata detta da moderni Semiditono, &
Sesquitono;
Sesquitono,
quello sia. il
Fabro nel capo 24. del terzo degli elementi musicali. dicono essere quello interuallo, che è contenuto ne suoi termini radicali, dalla pro
portione Sesquiquinta, tra questi numeri 6.5. il quale nelle corde Diatoniche Syntone di Tolo
meo, doue al presente considereremo principalmente tutti gli interualli che ci occorreranno misurare per condurre à fine quanto
ci siamo in animo proposti; contiene in se un Semituono & un
Tuono, l'uno & l'altro maggiore: talmente, che sommando insieme i numeri che racchiudono
i detti interualli, si hauerà dal prodotto loro la vera sua forma: come per l'essempio che segue
appresso apparisce.
page 10
|
9. |
8.Forma del Tuono maggiore. |
|
16. |
15. |
Forma del maggiore Semituono. |
|
24} |
144. |
120. |
Forma della Terza minore fuore de minori suoi termini. |
6. |
5. |
Ne suoi minori termini. |
STR. Questo nostro Semiditono, è l'istesso di quello degli antichi?
BAR. Non è l'istesso in modo alcuno; imperoche questo nostro è
consonante, come voi sapete, & vien prodotto nel genere superparticolare dalla proportione Sesquiquinta;Semiditono,
quello sia.
& quello come affermano i Musici tutti e dissonante, contenuto nel genere Superpartiente tra questi numeri 32. 27.
STR. Come si hanno da intendere & distintamente conoscere piu cose diuerse
con l'istesso
nome?
BAR. Con grandissima difficultà & confusione certamente di colui
che ne tratta & di colui
che ascolta; però io anderò con quella distintione & facilità maggiore che potrò per essere da
voi chiaramente inteso, quantunque la mia voce sia per natura roca. Sendo vero adunque che
la Terza minore consti d'vn Tuono maggiore & d'vn maggiore Semituono, & consequentemente che ella sia contenuta dalla Sesquiquinta,
Terza minore, non trouarsi tra D. & f
faut.
come afferma particolarmente il Zarlino alla proposta 26. Del secondo ragionamento delle sue dimostrationi; ne segue necessariamente,
(il che è contro l'openione del prattico) che le sottoposte non siano realmente Terze minori della proportione & misura delle
due prime mostrate. Ne da altro ciò auuiene, che dal contenere in loro, non

piu d'vn Tuono minore & vn maggiore Semituono
ciascuna di esse: i quali due interualli congiunti in
sieme, non sono atti a darne una Terza minore della
misura & proportione di quelle prime; ma si bene vn
Semiditono dissonante dell'antico Diatono Ditoni
co: & con tutto che il senso (per quello che si è detto) lo concede senza repugnanza, lo proueremo non
dimeno all'intelletto in questa maniera. Somminsi
insieme (secondo l'essempio che segue appresso) i numeri che contengono l'vno & l'altro inter
uallo, & veggasi poi qual prodotto ne resulta. Dallo hauere sommato insieme i due sopradetti
|
10. |
9. |
|
16. |
15. |
|
5} |
160. |
135. |
32. |
27. |
Interualli, si è hauuto la superquintapartiente 27. ch'è la vera forma del Semiditono del Diatono Ditonico: il qual Semiditono,
non per altro è dissonante
che per essere minore un Comma (secondo che si è detto altra volta) della
Terza minore del Syntono di Tolomeo; oltre al ritrouarsi la sua forma nel genere Superpartiente, non atto secondo Pitagora
alle consonanze de'suoi tempi & fuori del nu
mero Senario.
STR. Donde crediamo che habbiano tratta i musici d'hoggi, questa cosi sottile
consideratione, che tra le parti del numero Senario, sia contenuto ciascun semplice & parte de composti
musici interualli consonanti?
BAR. Il considerare l'ordine per il quale sono poste le proportioni nel secondo genere dimaggiore inegualità detto Superparticolare,
tengo per fermo che habbia posto loro questa sia fatta occasione;Numero senario, da chi
habbi tolta la
tua facultà.
con hauere accoppiato i dieci primi interualli à due à due per l'ordine naturale; & ridottogli poscia ne minor termini loro.
STR. Come di gratia.
BAR. Eccouene vno accomodato essempio; il quale senza piu vi farà noto
tutto quello che
che io ne senta.
[Figure:
Numeri disposti secondo la natura del Genere Superparticolare; tra quali si troua in atto la Forma non solo
di qual si voglia semplice musicale interuallo, ma in potenza ciascuno de misti & composti: & chi piu oltre
andasse, trouerebbe quelli ancora che contengono il maggiore & minore Semituono i quali numeri quando fos sero altramente
considerati, si hauerebbe la Forma di qual si voglia altro interuallo desiderabile.
]
page 11
POTREBBE ancora si fatta consideratione essere stata trata, dall'ottauo capo del terzo li
bro degli Harmonici di Tolomeo;
Tolomeo compara gli aspetti de pianeti
à gli interualli musici.
ouero dal quarodecimo del primo del suo Quadripartito
doue egli ingegnosamente và comparando insieme gli aspetti de'pianeti, alle Forme degli inter
ualli musici de suoi tempi, cosi dicendo. Il Tetragono & Quadrato, comparato al Trino, fa Se
quiterza; comparato all'Exagono (ò Sestile che dire lo vogliamo) fa Sesquialtera; comparato
all'oppositione fa Dupla; & con tutto il cerchio del Zodiaco, fa Diapasondiapente. il qual tut
to, comparato di nuouo al Quadrato, fa Disdiapason: & comparato ultimamente tre qua
drati à duetrini, hanno tra di loro l'istessa relatione, che ha 9. à 8.
STR. Non si trouano ancora tre essi aspetti, le forme delle consonanze
imperfette?
BAR. Signor no, perche l'imperfettione non la permette il cielo, nè la comporta.
Potrebbesiancora trarre per l'istesso ordine da ciascuno de due luoghi citati, chi piu sottilmente andare
volesse sofisticando, le forme di tutti gli altri interualli musici de nostri tempi; ma siane detto à bastanza.
STR. Io creduto che questa facultà del numero Senario, fusse interamente
un nuouo trouato, & vedo non essere altamente cosi; la qual cosa mi fa dubitare che ci siano dell'altre cose (circa l'inuentione) che sono antichissime, e ci sono predicate per nuoue da questo & quello.
BAR. Non ne dubitate punto; imperoche i semplici molte volte nel leggere alcuno
libro di
qual si voglia facultà, credono (per la poca esperienza) che quelle cose non si trouino altroue
che in quello; le quali i piu delle volte sono scritte in molti, le migliaia de gli anni auanti.
STR. Quella diuisione del quadrato, in tre uguali Parallelogrami, il mezzano de
quali sia
in due uguali parti separato, intersecati poi da una linea che si parta da uno de gli angoli del
quadrato, & si posi spora il lato opposito, talmente che lo diuida in due parti uguali: le quali
portioni diuerse delle linee, comparate l'una con l'altra, hanno facultà di darne le forme di maggior numero d'interualli
musici che il Senario & le sue parti, è antica, ò pur nuoua inuentione?
BAR. Cotesta si fatta cosa è tolta di peso dal secondo capo & libro
degli Harmonici dell'istesso Tolomeo; della quale per ischerzo racconta quanto al suo proposito occorreua, per dinotare
gli interualli musici di quelli tempi. Potrete da quello che io sono hora per dirui, accorgerui
facilmente, quando hauerete un'interuallo fuore de veri & minori numeri, se egli è superfluo,
ò diminuito del suo vero essere. però è da auuertire, che se il minore suo termine sarà diminuito da quello che all'esser suo naturale conuiene, è segno manifesto d'essere superfluo; & essendo maggiore del consueto,
sarà tal'interuallo diminuito: di tanto & quanto poi, ven'accerterà
il sottrarre da esso ò il sommare seco questa & quella parte che piu à proposito giudicherete; &
contrario effetto farebbe nel maggiore suo termine.
STR. Non ho inteso interamente questo vostro ultimo concetto.
BAR. Ecco che mi dichiaro meglio.Auuertimento.
Noi habbiamo in vece della Sesquiquinta (assegnataci
da maestri di questa moderna prattica di contrapunto, per la forma della minor Terza del Syntono di Tolomeo) la Superquintapartiente 27. volendo hora vedere se ella supero ò sia dalla
Sesquiquinta superata, l'eccesso con il quale il 32 maggior suo termine supera il minore che è 27
ce lo puo à bastanza insegnare, il quale il 32 maggior suo termine supera il minore che è 27
minor termine di essa proportione, nel quale entra cinque volte & auanza due; doue nella Sesquiquintam l'eccesso di che il maggior numero supera il minore, che è uno; vi entra cinque volte
à punto: dal che manifestamente appare, esser vero quello che io ho detto, cioè. che per essere
il minor termine della Superquintapartiente 27 superfluo, comparato però à quello della Sesquiquinta, gli è conseguentemente inferiore; di quanto poi, si è detto al suo luogo.
STR. Ho molto bene inteso il tutto, ma ditemi un altro particolare.non essendo il
Semiditono l'istessa cosa della Terza minore, con quale di questi conuiene il Triemitono, che con ciascuno de tre moni differenti, ho trouato appresso alcuni essere stata nominata l'istessa cosa?
BAR. il Triemitono è com sapete il supremo interuallo di ciascuno
Tetracordo dell'anti
co Cromatico, & non conuiene col Semiditono, ne con la minor Terza del Syntono;
Triemitono,
quello sia.
impero
che egli cade sotto la proportione Supertripartiente 16 dentro à questi numeri ne suoi minori
al qual parere consente il Zarlino al capo 34 della seconda parte delle sue Institutioni harmoniche. Resta che vediamo in
questo proposito, di quanto la minor Terza superi il maggiore &
minore Tuono, la qual cosa ci farà noti i due essempi seguenti.
|
6. |
|
5. |
Forma della minor Terza. |
|
|
X |
|
|
|
9. |
|
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
3} |
48. |
|
45. |
Forma del maggior Semituono, fuori de minori suoi numeri |
16. |
|
15. |
Ne minori suoi numeri. |
Supera la minor Terza il Tuono maggiore, d'un maggiore Semituono; di che la sua riproua
page 12
Non occorre, per essersi pur hora veduta nel comporta di ambedue questi; però vediamo di quanto il minor Tuono sia da essa
minor Terza superato.
|
6. |
|
5. |
Forma della Terza minore. |
|
X |
|
|
10. |
|
9. |
Forma del Tuono minore. |
|
|
2} |
54. |
|
50. |
Forma della Superbipartiente 25. fuore de suoi minòr termini. |
27. |
|
25. |
Ne suoi minor termini. |
Viene superato il minor Tuono dalla minor Terza, della Superbipartiente 25. La quale consta
d'un maggior Semituono & d'un Comma, secondo che si prouò di sopra. Dicono la Terza
maggiore essere quella imperfetta consonanza, che ansce dalla proportione Sesquiquarta; & che
l'è contenuta ne suoi minori termini da questi numeri 5.4. & inoltre ch0ella consta del mag
giore & minor tuono: il che vedremo (secondo questo essempio) dal sommargli insieme, & dal
prodotto che ne daranno.
|
9. |
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
10. |
9. |
Forma del Tuono minore. |
|
|
18} |
90. |
72. |
Forma della Terza maggiore, fuore de minori suoi termini. |
5. |
4. |
Ne minori suoi termini. |
Nasce dall'hauere sommato insieme l'uno & l'altro Tuono, la Terza maggiore; dalla qual co
gnitione, insieme col sottrarne da essa la minore, potremo ancora sapere di quanto questa sia da
quella superata.
5. |
|
4. |
Forma della Terza maggiore. |
|
X |
|
6. |
|
5. |
Forma della Terza minore. |
|
|
25. |
|
24. |
Forma del minor Semituono. |
Rimane adunque superata la Terza minore dalla maggiore. d'un minore Semituono; la ripro
ua del che sarebbe, il sommare insieme seco esso minor Semituono. Ha il semplice prattico, in
diuerse corde accidentalmente col mezzo di questi segni X.b. altre spezie di Terze maggiori, te
nute da lui della istessa grandezza delle prime mostrate: il quale (secondo il parer mio) è uno
de maggiori abbusi che egli habbia fra molti & molti altri che io sono oltre à già detti per di
mostrarui.
STR. Marauigliomi assai, che di tanti huomini eccellenti che hanno scritto di
questa facultà della Musica tanto sottile & dotamente, non vene siano stati alcuni per ancora (che io sappia) che habbiano per comun benefitio palesati & scoperti questi si fatti sensibili errori.
BAR. Non è punto da marauigliarsi di ciò; auuenga che quelli i quali hanno
creduto c
antare
il Diatono Ditonico, non poteua cadere ne loro intelletti tale consideratione; per non trouaruisi
in modo alcuno la cagione non che l'effetto di ciò.quelli poi che hanno detto essere la spezie che
si canta hoggi il Syntono di Tolomeo, crederò facilmente per i molti rincontri, che troppo bene
se ne siano accorti; ma per non fare punto à proposito loro il palesargli, gli hanno (come io dissi altra volta) taciuti:
stimando maggiormente (tirati da un'ambitioso & vano pensiero) l'im
pertinenti nouità de capricci loro, che il comodo & utile che egli hauerebbono possuto appor
tare al publico con ispiegargli la verità: senza hauere perciò fare corrotto & guasto molti nomi
delle cose importantissime & à questa facultà appartenenti. Sono adunque le Terze quali i

ho detto, contenute tra le corde del presente essempio:&
Non trouarsi
la terza maggiore tra queste corde.
per constare ciascuna di esse di due Tuoni maggiori, ven
gono conseguentemente à cadere sotto questa proportione
81. 64. la quale ben considerata, si trouerà in essa ciascuno
di quelli particolari accidenti che si trouono nella Super
cinquepartiente 27. ne può essere in modo alcuno la na
turale Terza maggiore del Diatonico Syntono; ma si bene
come afferma il Zarlino (nel quarto ragionamento delle
sue Dimostrationi alla Terza diffinitione) il dissonante Ditono del Diatono Ditonico; il
quale dall'acuto al graue in ciascuno suo Tetracordo, cammina per Tuono, e Tuono, & Lem
ma: è ben vero che le sottoposte, sono contenute dalla Sesquiquarta loro proportione, & conse
page 13
guentemente consonanti, per essere l'interuallo, che ha la prima nella parte graue un Tuono mi
nore, & altresi quello, che nella seconda si troua tra F faut & G solreut. Voglio inoltre auuer

tirui, che se considererete l'eccesso, diche il maggior termine della pro
portione, che contiene l'antico Ditono, che è 17.eccede il minore;
trouerete (secondo la regola dataui poco di sopra) che per superare
preso quattro volte, il minore suo termine, che fu 64. da manifesto
inditio, che egli auanza il vero essere della Sesquiquarta. Dico la Dia
tessaron essere quel mezzano interuallo,
Diatessaron
essere mezzano interuallo
tra la consonanza & la
dissonanza.
che nasce dalla proporzione
Sesquiterza, contenuto ne suoi minor termini da questi numeri 4. 3.
ne vi paia incoueni
ente l'hauere io menzionata la Quarta sotto nome di
mezzano interuallo. Auuenga che tre 5 conson
anti interualli (le forme de quali si trouano tra l'u
nità & il sei) & gli altri interposti numeri, che sono tra essi disposti per l'ordine naturale loro,
viene terzo; hauendone due dalla parte graue che sono l'ottaua & la quinta, & due altri nell'acuta, che sono la maggiore &
la minore Terza: oltre che il suono, che esce da suoi estremi, è nella
sua semplicità di natura veramente di non offendere l'udito come fanno le dissonanze; ne ha qualità ancora di dilettarlo come
le altre consonanze: talche meritamente può domandarsi mez
zano tra queste & quelle. ne di ciò si dee prendere marauiglia alcuna; poiche la natura non usa
mai nelle sue cose, passare dall'uno all'altro estremo senza toccare il mezzo: & si come il mi
nore de perfetti interualli, sendo piu lontano dalla perfettione è meno degli altri consonante;
cosi parimente le minori imperfette consonanze piu delle maggiori consuonano, come piu lon
tane dall'imperfettione: l'opposito à punto di quello che auuerrebbe alle dissonanze, quando
si applicasse le settime alle perfette, & le sec
onde all'imperfette consonanze; come al suo luogo sia
mo per chiaramente dimostrare. Torno à dire della Quarta, che ella contiene principalmente
in se stessa un Semituono maggiore, & un Tuono maggiore, & un minore; la quale si può consi
derare come composta della Terza minore, & del minore Tuono; il che vedremo secondo l'es
sempio dal prodotto che ne daranno sommati, che siano insieme i minimi termini di questo &
di quella.
|
6. |
5. |
Forma della Terza minore. |
|
10. |
9. |
Forma del Tuono minore. |
|
|
15} |
60. |
45. |
Forma della Quarta, fuore de suoi termini radicali. |
4. |
3. |
Ne suoi termini radicali. |
Si può ancora hauere la Quarta dell'istessa proporitone & misura, dal prodotto, che ne darà la
forma della Terza & del Semituono l'uno & l'altro maggiore; il che vedremo nell'essempio seguente, doue saranno insieme aggiunte
le forme loro.
|
5. |
4. |
Forma della Terza maggiore. |
|
16. |
15. |
Forma del Semituono maggiore. |
|
|
20} |
80. |
60. |
Forma della Quarta, fuore de minori suoi numeri. |
4. |
3. |
Ne minori suoi numeri. |
Hauendo la quarta (per essere consonante & nella vera sua proportione) à contenere quanto ho
detto & prouato; ne segue necessariamente (contra l'openione del semplice prattico) che le
sottoposte non siano altramente Quarte consonanti, ne dell'istessa proporitone delle prime; la
qual cosa consente à quello che dice il Zarlino nella proposta 28 del secondo ragionamento delle sue Dimostrationi.
alla proposte
28. del secondo ragionamento.
& questo auuiene per contenere in loro ciascuna di esse due Tuoni mag

giori & un maggiore Semituono, che l'uno dall'altro separa.de qua
li interualli, sommati, che siano insieme i numeri delle proportioni
che eccederà la Sesquiterza d'un Comma, & necessariamente gli
estremi dissoneranno. che i Tuoni siano tali quali io ho detto, lo toc
ca con mano per gli essempi dati, anco il prattico;
Non trouarsi
il Diatessaron
tra queste corde.
però nell'essem
pio, che segue lo prouerò à voi come Teorico, col mezzo dell'Aritme
tica facultà.
page 14
|
6. |
5. |
Forma della Terza minore. |
|
9. |
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
|
2} |
54. |
40. |
Forma della Super 7 partiente 20, fuor de suoi numeri minori. |
27. |
20. |
Ne suoi numeri minori. |
Si è da tal somma hauuta, la Super 7 partiente 20, la quale (secondo che io vi dissi) consta d'u
una Quarta superflua d'un Comma; il che si può sensatamente vedere col sottrarlo da essa; oltre
che se ella fusse altramente, ne seguirebbe, che discendendo la parte graue per un tuono della qulità che è contenuto tra
la corda G solreut & alamire; gli estremi non risonassero per una intera
Diapente. La qual cosa come si vedrà al suo luogo non è punto vera, voglio che vediamo hora,

intere Sesquiterze, ò nò; & in che consideratione l'habbia il Teorico,
& perche. Ho mosso questa dubitazione, per il desiderio che io ho
d'acchetare ciascuna difficultà & dubbio che vi potesse nascere intor
no à questo importante capo del nostro ragionamento. Poco di so
pra, in proposito della Terza minore vi prouai, che acendendo, tra
D solre & F faut, non era realmente una tale imperfetta consonan
za contenuta dalla Sesquiquinta; ma si bene l'antico Semiditono.
considerando hora la Quarta del mostrato essempio, tanto per b molle quanto per h duro, composta ciascuna di esse dell'interuallo
quale ho detto, & del Tuono
maggiore, troueremo che sommati insieme i numeri che gli contengono, ne daranno un'in
tera Sesquiterza come vedrete dall'essempio che segue.
|
32. |
27. |
Forma del Semiditono. |
|
9. |
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
|
72} |
288. |
216. |
Forma della Quarta fuore de suoi numeri minori. |
4. |
3. |
Ne suoi numeri minori. |
Habbiamo hauuto da' due interualli aggiunti insieme, la Quarta nella sua vera forma; il che
di spora non auuenne, perche la Terza di questo ultimo essempio, à comparatione della prima
mostrata, è diminuita di quanto era superfluo il Tuono in quello; & di tali parti composta si
può ancora considerare la Quarta nell'antico Diatono. Resta intorno la consideratione di es
sa, che io vi faccia noto di quanto ella superi la maggiore & minore Terza; il che à bastanza fa
ranno i due essempi datoui quando la considerammo composta di si fatti interualli & del Semi
tuono maggiore & del minor Tuono. Vengo hora à dirui alcuni particolari del Tritono; il
quale dicono i moderni prattici essere contenuto dalla proporzione Super 13 partiente 32 tra
questi numeri 45. 32, & che egli contiene in se tre tuoni;
Tritono, perche sia così detto.
dal qual contenuto prese forse il no
me; ma nella spezie Diatona Ditonica doue sono vguali. Puossi considerare questo dissonante
interuallo, composto d'una Terza & d'un Tuono maggiore tanto nel graue quanto nell'acuto:
& che la sopradetta sia nel Syntono la vera sua proporzione, ce ne possiamo accertare in piu
modi; tra quali, uno che è il piu semplice & il piu facile vi mostrerò hora col sommare insieme i
numeri che contengano gli interualli sopradetti, parti di esso propinque: le quali ne daranno
gli istessi numeri che io dissi contenerlo.
5. |
4. |
Forma della Terza maggiore |
9. |
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
|
45. |
32. |
Forma del Tritono. |
Si è hauuto dal prodotto della Terza maggiore & del maggior Tuono; il Tritono nella vera sua
forma, & negli istessi suoi minor termini; il qual'interuallo insieme con il suo seguente, per
hauere la forma & gli estremi suoni loro assai (per così dirgli) sproporzionati; & conseguentem
ente con difficultà venire compresi dall'intelletto; non si possano considerare ne si trouano na
turalmente nell'Ottaua in altre corde che in due: ne anco di questo è da marauigliarsi; auuen
ga che la natura, di rado (come ancora le perfette) partorisca le cose sproporzionate & mostruo
se;
La natura partorisce di rado le cose pfette, & le
mostruose.
però possiamo senz'altro vedere di quanto egli superi la Quarta col sottrarla da esso.
page 15
45. |
|
32. |
Forma del Tritono. |
|
X |
|
4. |
|
3. |
Forma della Quarta. |
|
|
135. |
|
128. |
Forma della Super 7 partiente 128. |
Supera il Tritono la Quarta della Super 7 partiente 128; la quale proporzione consta d'un mi
nor Semituono, & (contro l'opinione del prattico) d'un Comma di piu come di sopra in uno
altro luogo si è dimostrato. Pare impossibile al prattico, che sottratto dal Tritono la Quarta, gli
habbia à rimanere piu d'un minore ordinario Semituono; e tutta la difficultà che egli ha nello
intendere queste à lui nouità, nasce dal n
on hauere degli interualli che del continouo ha tramato,
quella cognitione che douerebbe, la quale, quelli che perfettamente l'hanno gli acquieta in tuto;
ne ciò passa senza suo biasimo; per essere impossibile à quelli che non itendano la proprietà &
virtù della cosa (& sia qual si voglia) bene esercitarla: & questa dicono molti (anzi tutti i giu
ditiosi & dotti) che sia una delle principali cagioni tra le altre molte, che la musica prattica de
tempi nostri non habbia quella facultà d'operare ne gli animi degli uditori, alcuno di quelli marauigliosi & virtuosi effetti,
ce l'antica operaua. Torno à dire adunque, non potersi hauere il
Tritono dal sommare insieme la forma della Quarta & quella del Semituono minore; per essere
un Tuono maggiore quello che bisogna diuidere per ciò fare; il quale è capace oltre al maggio
re & minore Semituono, d'un Comma; secondo che si è altra volta prouato, & come si può
di nuouo prouare col sommargli insieme. Et perche potrebbe alcuna volta occorrerui qual
che proporzione tra numeri grandi & così poco differenti tra di loro, che non si conoscesse
(per modo di dire) nel volere con diligenza vedere qual fusse la differenza, che è dall'uno
all'altro interuallo: perche non è impossibile in questa maniera d'esercitare i numeri(co
me in alcune altre) il sottrarne un grandissimo da un picciolissimo; ma auuertito da quel
lo che sono hora per dirui, & con essempio mostrarui, vi accerterete qual di essi il maggio
re, & quale il minore contenga. la onde prima dico potersi da un picciolo sottrarre un gran
un Tuono maggiore quello che bisogna diuidere per ciò fare; il quale è capace oltre al maggio
re & minore Semituono, d'un Comma; secondo che si è altra volta prouato, & come si può
di nuouo prouare col sommargli insieme. Et perche potrebbe alcuna volta occorrerui qual
che proporzione tra numeri grandi & così poco differenti tra di loro, che non si conoscesse
(per modo di dire) nel volere con diligenza vedere qual fusse la differenza, che è dall'uno
all'altro interuallo: perche non è impossibile in questa maniera d'esercitare i numeri (co
me in alcune altre) il sottrarne un grandissimo da un picciolissimo; ma auuertito da quel
lo che sono hora per dirui, & con essempio mostrarui, vi accerterete qual di essi il maggio
re, & quale il minore contenga.
Auuertimento.
la onde prima dico potersi da un picciolo sottrarre vn gran
de interuallo; come per essempio dal Comma sottrarre un Tuono maggiore; ancora che
di gran lunga sia quello di questo minore: & che si possa fare ciò, lo proueremo con l'essem
pio presente al senso.
|
81. |
|
80. |
Forma del Comma. |
|
X |
|
|
9. |
|
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
|
72} |
648. |
|
720. |
Forma della Subsesquinona fuor de suoi minor termini. |
9. |
|
10. |
Ne suoi minor termini. |
Pare di prima vista d'hauere sottratto dal Comma un Tuono minore, & conseguentemente, che
quello superi questo di tale quantità; la qual cosa quanto all'intelletto & al senso repugni, cia
scuno il sà. però è d'auuertire, che il minor numero di quello interuallo che dal Comma hab
biamo cerco sottrarre, è venuto al luogo del maggiore, & per il contrario al luogo di questo
il minore:
Auuertimento.
per la qual cagione non vengono altramente hauere la forma della Sesquino
na, per essere come altra volta vi ho detto, contenuta tra il 10, e' l 9, & non per il contrario
tra il 9, e' l 10.
STR. Che interuallo sarà adunque quello che è contenuto da tal proporzione?
BAR. Quella è una Subsesquinona; la quale in tal luogo manifesta di quanto l'interuallo
dond'ella fu tratta sia superato dal Sesquiottauo, & non di quanto il Comma lo superi; & però
vengono tali proporzioni meritamente dette Priuatiue & Rationali, & quell'altre prime Posi
tiue & Reali; & questo basti per tutti gli altri casi si fatti che vi potessero occorrere. Vengo ho
ra à discorrerui sopra la Semidiapente, la quale secondo il parere de nostri prattici è quell'in
teruallo che consta d'un Tuono maggiore d'un minore & di due maggiori Semituono;
Semidiapente perche sia
cosi detta.
& for
se che ella prese tal nome, perche i suoi estremi suonano una Diapente scema, diuisa però in
quattro interualli da cinque termini & corde, è contenuta adunque ne suoi minor termini
da questi si fatti numeri 64. 45. la quale considereremo primamente come composta d'una
Quarta & d'un maggiore Semituono, tanto nel graue quanto nell'acuto: delle quali verità
in piu modi si può esserne capace: ma il piu semplice & breue è, il sommare insieme i nume
ri che contengono i due sopradetti interualli, & vedere che il prodotto loro ne darà la for
ma che detto habbiamo
page 16
3. |
4. |
Forma della Quarta. |
16. |
15. |
Forma del maggiore Semituono. |
|
|
64. |
45. |
Forma della Semidiapente. |
Non si può questo interuallo, come ne anco il suo precedente, considerare ò comporre tra le corde naturali Diatoniche in alcun'
Ottaua, d'altre sue parti che delle due già dette. & se il prattico
mi dicessi potersi questa comporre di due Terze minori dell'isterssa forma & di uguale proportione, gli risponderei & prouerei
che egli erra in questa come in molte altre cose, per essere il suo
fine di acchetar solo, non l'intelletto ò il senso dell'udito;
Fine del musico prattico
qual sia.
ma bene spesso quello della vista, il
quale come tutti (ò piu degli altri) con facilità si inganna; & ha nel distinguere i suoni quella
ò poca piu parte, che ha l'udito nel discernere le differenze de colori; & particolarmente s'ingannano i sensi tra le minime
differ
enze de comuni, & de proprij oggetti; le quali à gran pena capisce
il sano intelletto. Che di due terze minori dell'istessa misura non si possa comporre la Semidia
pente della mostrata sua forma; ce lo manifesta primamente il numero del suo maggiore termi
ne:
Auuertimento.
il quale se bene è quadrato, che tale bisogna che sia volendo esser capace della Geometrica
medietà; non per questo si ritroua in esso l'altra necessaria conditione; la quale è che egli sia atto
ancora à darne il maggior termine d'uno di quelli interualli ne quali si vorrà ugualmente diui
dere.la qual cosa al maggiore termine della minor Terza capace: ma venghiamo con uno sensa
to essempio all'esperienza del fatto, & ciò sarà il sommare insieme i termini di tali interualli, dal
prodotto de quali, non si hauerà altramente la forma della Semidiapente; ma si bene quella del
la Super 11 partiente 25.
6. |
5. |
Forma della Terza minore. |
6. |
5. |
Forma della Terza minore. |
|
|
36. |
25. |
Forma della Super 11 partiente 25. |
Consta l'interuallo che habbiamo hauuto, dall'hauere sommato insieme due Terze minori,
d'una Semidiapente superflua d'un C
omma; & che questo sia vero, si può vedere col sottrarne da
esso la Saper 19 partiente 45, forma della Semidiapente, che ci resterà un Comma; & questa è di
ciò la cagione. Nel considerare il Teorico la Semidiapente composta di due Terze minori, per
non potere diuidere alcuno interuallo rationalemente de tre primi semplici generi di proporzio
ni in parti uguali, dalla Quadrupla & le sue replicate in poi, intendendo sempre secondo la fa
cultà Aritmetica; ve ne scorge necessariamente una dell'altra maggiore & diuersa: la qual ve
rità vi ho di sopra in proposito della minor Terza, sensatamente mostrata. resta solo à vedere,
se sommando tali diuerse Terze minori insieme, ne darà il prodotto loro la vera forma della Se
midiapente: dal quale essempio si conoscerà euidentemente, che in tal consideratione le haue
uano ancora in tale spezie gi antichi musici Tolomaici.Perche se le hauessero tenute del
l'istessa misura, non hauerebbono assegnata alla Semidiapente dell'una & l'altra capace, la mo
strata proporzione; ma quella che si hebbe di sopra dal prodotto delle due Terze minori con
tenuta ciascuna di esse dalla Sesquiquinta.che le Terze siano adunque differenti di forma, l'es
sermpio che segue ce lo farà manifesto.
|
32. |
27. |
Forma del Semiditono. |
|
6. |
5. |
Forma della Terza minore. |
|
|
3} |
192. |
135. |
Forma della Semidiapente fuor de minori suoi termini. |
64. |
45. |
Ne minori suoi termini. |
Eccoui de due sopradetti interualli composta la Semidiapente nella sua vera forma, della quale
altro non occorre vedere, se non di quanto ella superi il Tritono; la qual cosa ci farà nota l'es
sempioo che segue, nel quale sarà sottratto da essa.
64. |
|
45. |
Forma della Semidiapente. |
|
X |
|
45. |
|
32. |
Forma del Tritono. |
|
|
2048. |
|
2025. |
Forma della Super 23 partiente 2025. |
page 17
Resta superato il Tritono della Semidiapente, della Super 23 partiente 2025.la qual consta
d'un mezzo Comma in circa.
STR. Sono dell'istessa misura & proportione le Semidiapente e' l Tritono degli
antichi, di
questi nostri?
BAR. Signor nò: imperoche l'interuallo che hebbe spaccio di Tritono appresso gli antichi, cadeua sotto questi numeri 729. 512. il quale supera d'un Comma il nostro; & la Semidiapente loro cadeua sotto questi altri 1024. 729. che per l'opposito viene à essere minore della
Super 19 partiente 45, detta da' moderni Semidiapente, d'un fatto interuallo; come sensatamente si può vedere col sottrarre l'uno dall'altro.
STR. Di maniera che la maggior parte de nomi degli interualli musici d'hoggi, sono (per Nomi correnti detgli interualli.
non dir tutti) corrotti & guasti?
BAR. Non ne dubitate punto.
STR. Non sarebbe bene il prouedegli auanti che la cosa inuecchiasse & si difondesse maggiormente nelle menti degli huomini?
BAR. Veramente si, ma questa è cura d'un' huomo d'autorità, & di molto valore; però noi
anderemo in quanto à nomi degli interualli, segnuendo (ancora che cattiuo) il comune uso, se
non per altro, per essere intesi: ma venghiamocene hormai all'essamina della Diapente; la qua
le dicono essere contenuta nella vera sua proportione, della Sesquialtera, detta ancora Sesqui
Glareano nel
capo 12. del
libro 3.chiama la Sesquialtera, Sesquipla. pla, tra questi numeri ne suo termini radicali 3. 2. & contenere in sè primamente due tuonimaggiori, un minore, & un maggiore
Semituono; la quale si può considerare in molte manie
re: ma la sua propria & principale è, composta della maggiore & minore Terza, come (secondo
l'essempio che segue) ne mostrerà il prodotto che haueremo da numeri che la contengono; &
sarà nel suo vero essere harmonico, tutte le volte che la maggiore tenga il luogo graue, & la mi
nore l'acuto.
|
5. |
4. |
Forma della Terza maggiore. |
|
6. |
5. |
Forma della Terza minore. |
|
|
10} |
30. |
20. |
Forma della Quinta, fuore de suoi numeri minori. |
3. |
2. |
Ne suoi numeri minori. |
Ho detto comporsi la Quinta di tali interualli prima che di ciascuni altri; per essere quelli sue
Parti propinque & remote degli interualli, quali
siano.
parti piu propinque: & à ciò che da voi sia di questo ancora la cagione bene intesa, dico: che
secondo l'openione de Teorici, sono parti piu propinque degli interualli quelle, che sommato
insieme i numeri che le contengano, si ha dal prodotto loro, non solo l'istessa proporzione del
tutto; ma vicino assai, & alcuna volta (come hauere veduto del Tritono & della Semidiapen
te) negli istessi suoi termini radicali: & per il contrario quelle sono parti piu remote, che à termini minori del loro tuto
danno il prodotto loro piu lontano: questo ci è apportato dalle parti
loro piu imperfette & disuguali, & quello dalle piu perfette & uguali; & venendo à considera
re le altre parti della Quinta, & di esse à comporla, dico; che sarà una Quinta ancora quella, che
consti d'una Quarta & d'un Tuono maggiore; perche sommati insieme i numeri delle propor
zioni loro, si hauerà dal prodotto che ne daranno (se bene un poco piu lontano da minori suoi
termini) la mostrata sua forma.
|
4. |
3. |
Forma della Quarta. |
|
9. |
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
|
12} |
36. |
24. |
Forma della Quinta, fuor de suoi minor numeri. |
3. |
2. |
Ne suoi minor numeri. |
Nascendo la Quinta da quelli due mostrati inteuralli come si è detto, si può insieme col Zarli
Zarlino
alla
proposta 30.
del secondo
ragionamento
delle sue dimostrationi. 
no argumentare, che quelle del sottoposto essempio non siano altra
mente tali; ma di proporzione & genere diuerso; il che è contro il
parere del prattico; & vie piu quanto gli si prouerà che elle siano dis
sonanti.l'essere di proporzione diuersa da quelle prime, nasce per contenere una Quarta & un Tuono minore; i quali due interualli
aggiunti insieme, non ci possono dare una Quinta dell'istessa proporzione del
Non trouarsi
la Diapente
tra queste corde.
le due prime mostrate; ma un'altra che sarà un Comma di esse minore,
& perciò dissonante: & che di tanto venga diminuita, ecco l'essem
pio, che ce ne accerterà.
page 18
4. |
3. |
Forma della Quarta. |
10. |
9. |
Forma del Tuono minore |
|
|
40. |
27. |
Forma della Super 13 partiente 27. |
L'interuallo che si è hauuto dal sommare insieme la Quarta & il Tuono minore, è la Super 13
partiente 27; la quale consta d'una Quinta diminuita d'un Comma: della qual verità potrebbe
l'huomo maggiormente accertarsi con sommarla insieme seco; imperoche da ambedue si haue
rebbe la Sesquialtera, forma della Diapente. Potrebbesi da quello che habbiamo detto dubita
re, se la sottoposta, considerata in una Quarta nella parte acuta & in un Tuono nella graue, fusse
una Quinta della prima, ò della seconda spezie; al che rispondendo dico, che ella è della prima

& non della sec
onda in modo alcuno. & se mi fusse replicato, che il Tuono che ella ha nella parte graue è minore, il quale (secondo il modo
che io ho mostrato comporla di tali interualli) maggiore essere douerebbe; gli risponderei essere verissimo, & che per tal
cagione viene in
quel luogo à essere consonante: imperoche la Quarta che ella ha nell'a
cuto, è superflua di quanto manca al minor Tuono che ella ha nel graue, per farsi al maggiore uguale. di maniera che da quello
interuallo
superfluo, & da questo diminuito, per essere uguale la superfluità dell'vno à quello che manca all'altro, si ha da essi la
Quinta nella sua vera forma & proportione;
come dal sommare insieme i minimi termini loro potrà ciascuno sensatamente vedere. si haue
rà ancora nella vera sua forma, dal Tritono & dal maggiore Semituono; ma non gia da quella
della Semidiapente & del Semituono minore, come il seguente essempio ne manifesta.
|
64. |
45. |
Forma della Semidiapente. |
|
25. |
24. |
Forma del minore Semituono. |
|
|
40} |
1600. |
1080. |
Forma della Suoer 13 partiente 27. fuor de minori suoi numeri. |
40. |
27. |
Ne minori suoi numeri. |
Si è da tal somma hauuto, la Super 13 partiente 27. la quale (come si è detto) consta d'una
Quinta diminuita d'un Comma; di maniera che dalla Semidiapente & dal minor Semituono,
non si ha (come crede il prattico) l'istesso prodotto che dal maggiore & dal Tritono. Non è da lasciare indietro il sapere
di quanto la Quinta superi il Tuono, & di quanto la Semidiapente la cognitione di che ci daranno interamente i due essempi
seguenti.
|
3. |
|
2. |
Forma della Quinta. |
|
X |
|
|
45. |
|
32. |
Forma del Tritono |
|
|
6} |
96. |
|
90. |
Forma del maggior Semituono, fuor de suoi minor numeri. |
16. |
|
15. |
Ne suoi minor numeri: |
Vien superato il Tritono dalla Quinta, d'un maggior Semituono; la cui riproua sarebbe in sommare insieme il Tritono & esso
maggiore Semituono; da quali si hauerebbe indubitatamente la
Quinta; ma questo non occorre, per essere la cosa in se chiara; però verremo con l'essempio che
segue, à dimostrare di quanto la Semidiapente sia dalla Quinta superata.
3. |
|
2. |
Forma della Quinta. |
|
X |
|
64. |
|
45. |
Forma della Semidiapente. |
|
|
135. |
|
128. |
Forma della Super 7 partiente 128. |
È la Semidiapente superata dalla Quinta, dalla Super 7 partiente 128. la quale (secondo che
io vi prouai di sopra nell'essaminare il maggior Tuono) consta d'un minor Semituono & d'un
Semituono
minor di questo luogo, supera il Comma della Sesquiuentiquattresima. Comma di piu. & acciò che il prattico (insieme col marauigliarsi)

non habbia à dirmi, che io voglia che l'istesso interuallo contenga
hor questa, & hor quella forma, dico, che di sopra io considerai il
presente Semituono, come contenuto dalla Sesquiuentesiamquar
ta, & ultimamente come contenuto dalla Super 7 partiente 128. nella
qual positione è veramente capace di quanto ho detto: al che soggiungo, che l'interuallo qual si racchiude dentro à confini
della Super 7
partiente 128. è la vera forma del minore Semituono del Tuono maggiore; come poco di sotto sono per prouarui.
page 19
STR. Questo mi sarà bene oltre à modo e nuouo & grato.
BAR. Vengo à trattare ciascuno minimo accidente che si puo in questo proposito
desiderare
intorno la forma della Sesta minore, intesa ancora da moderni prattici per il minore Essacordo:
il qual' interuallo dicono essere, quella imperfetta consonanza, che è contenuta dalla Supertri
partientequinta tra questi numeri 8. 5. ne suoi termini radicali: la quale consta di due Tuo
ni maggiori, d'un minore, & di due maggiori Semituoni. & su può considerare primamente
composta d'una Quarta & d'una Terza minore, come vedremo dal prodotto che ne daran
no sommati che siano insieme i minimi numeri delle proporzioni loro: in proposito del
la quale, sono alcuni che riprendano Franchino; per hauere egli detto, che la Sesta mino
re si compone della Diatessaron & del maggiore interuallo Cromatico; intendendo per esso il
Triemitono, prendendolo in vece della minor Terza, ò per meglio dire del Semiditono; i quali
interualli aggiunti insieme, non possono darne in modo alcuno la minor Sesta della forma che
la contiene l'essempio che segue appresso; ne anco secondo il Diatono Ditonico, nel quale esso
Franchino la considera: il che auuenne forse, per non farne come imperfetta, quella stima
che molti altri fanno.
|
4. |
3. |
Forma della Quarta. |
|
6. |
5. |
Forma della Terza minore. |
|
|
3} |
24. |
15. |
Forma della Sesta minore fuor de suoi minori termini. |
8. |
5. |
Ne minori suoi termini. |
Ne è da tacere, in proposito di questa imperfetta consonanza, un'altra consideratione, la qua
Auuertimento.le è che il vulgo tiene per fermo, che di ciascuno interuallo musico si troui una spezie menoche non è il numero delle sue
corde; il che non è vero, imperoche le spezie della Sesta minore &della maggiore, non sono piu di tre; oltre che tal regola
non si verifica in alcuni altri interualliche per breuità si tacciono: e tornando à trattare della minor Sesta, dico essere
ancora quella ta
le, che consta della Semidiapente & del Tuono maggiore: imperoche sommando insieme i nu
meri da quali sono contenuti, ne darà il prodotto loro la vera sua forma; come ne msotra l'es
sempio che segue appresso.
|
64. |
45. |
Forma della Semidiapente. |
|
9. |
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
|
72} |
576. |
360. |
Forma della Sesta minore fuor de suoi minor numeri.
|
8. |
5. |
Ne suoi minor numeri. |
Stante questa verità ne segue (contro l'openione del prattico) che alcuna delle presenti, & qual
Seste mirno=
ri, non trouarsi tra qste corde.

si vogliano altre simili, non siano Seste minori della mede
sima proportione delle prime mostrate; il che da questo
nasce. non possono tra le mostrate corde, il Tuono & la
Semidiap
ente insieme, darne la Sesta minore come tra quelle
di sopra; per essere in queste il Tuono minore; doue per
il contrario in quelle, fu il maggiore; & così v
engono necessariamente queste, minori di quelle un Comma: & qual sia
l'interuallo che nascerà da essi, lo vedremo hora dal pro
dotto che haueremo sommando insieme i numeri de minor termini loro.
|
64. |
45. |
Forma della Semidiapente. |
|
10. |
9. |
Forma del Tuono minore. |
|
|
5} |
640. |
405. |
Forma della Super 47 partiente 81. fuor de suoi minori termini. |
128. |
81. |
Ne suoi minor termini. |
L'interuallo che si è hauuto da essi, è la Super 47 partiente 81. la quale contiene il vero Essa
cordo minore del Diatono Diatonico ne suoi minor termini; il quale è un Comma minore
della Supertripartientequinta, detta hoggi, forma della Sesta minore; la quale da alcuni è detta
ancora minore Essacordo, & è consonante, à differentia di quell'antico che è dissonante, per es
sere (come si è detto) un Comma minore: della qual cosa si accerterà ciascuno che si piglierà
cura di sottrarre la sua forma da quella. Puossi ancora hauere questa imperfetta consonanza,
dalla Quinta & dal maggiore Semituono, come dal prodotto loro vedremo sommando insieme
page 20
i minori termini di essi secondo questo essempio; il quale vi farà ancor noto di quanto la minor
Sesta superi la quinta.
|
3. |
2. |
Forma della Quinta. |
|
16. |
15. |
Forma del Semituono maggiore. |
|
|
6} |
48. |
30. |
Forma della Sesta minore, fuore de suoi minori numeri.
|
8. |
5. |
Ne suoi minor numeri. |
Doue interuenga il Tritono non si può hauere la Sesta minore se non col mezzo di piu di due
interualli, ouero per alcuno di essi inusitato, & però gli taccio. Voglio che vediamo hora gli
istessi accidenti nella Sesta maggiore, dalla quale dicono i prattici essere i minori suoi termini
tra questi numeri 5. 3. & che ella consta di due Tuoni maggiori ,di due minori, & d'un mag
giore semituono. Puossi primamente considerare come composta della Quarta & della Ter
za maggiore; per riempiere interamente tali interualli il vacuo de suoi temrini: e toccherassi
con mano tal verità, tutte le volte che sommati insieme i numeri delle proporzioni loro, sia il
prodotto che ne daranno contenuto da gli istessi numeri che contengano quella; come l'essem
pio che segue appresso ci manifesta.
|
4. |
3 |
Forma della Quarta. |
|
5. |
4. |
Forma della Terza maggiore. |
|
|
4} |
20. |
12. |
Forma della Sesta maggiore, fuor de minori suoi numeri. |
5. |
3. |
Ne minori suoi numeri. |
Si è da tal prodotto hauuto la Sesta maggiore nella sua vera forma; ma non si hauerà già tale,
considerata negli istessi apparenti interualli, tra la corda di F faut, & quella di d la solre; per
non cadere la Quarta che nell'acuto si troua tra esse, sotto la forma della prima mostrata; ma sotto quest'altra 27. 20. la
quale, secondo che si prouò al suo luogo, viene superflua d'un Com
ma: & qual sia la proporzione che haueremo da tali interualli, ve lo farò noto con questo essempio, nel quale sono insieme
sommati i minimi termini loro.
Sesta maggiore non trouarsi tra queste
note.
|
27. |
20. |
Forma della Super 7 partiente 20. |
|
5. |
4. |
Forma della Terza maggiore. |
|
|
5} |
135. |
80. |
Forma della Super 11 partiente 16. fuor de suoi minor termini. |
27. |
16. |
Ne suoi minor numeri. |
Si è hauuta come vedete, la Super 11 partiente 16. la quale è la vera forma del maggiore Essa
cordo del Diatono Ditonico; & per eccedere d'un Comma la maggior Sesta del Syntono di Tolomeo, è necessariamente dissonante.
ne per altra cagione dice il Zarlino alla proposta 35 del
le sue dimostrationi nel ragionamento secondo; che aggiugnendo il Tuono maggiore alla Quinta, non puo nascere consonanza alcuna.
& che di tal quantità ecceda (come ho detto) l'Essa
cordo maggiore la maggior Sesta, si può sensatamente vedere col sottrarla da esso. Si hauerà ben
consonante la Sesta maggiore, dal prodotto che ne darà la Quinta congiunta al Tuono minore;
come sommando insieme i numeri che gli contengano si può dall'essempio che segue sensata
mente vedere.
|
3. |
2. |
Forma della Quinta. |
|
10. |
9. |
Forma del Tuono minore. |
|
|
6} |
30. |
18. |
Forma della Sesta maggiore fuor de termini suoi minori. |
5. |
3. |
Ne suoi termini minori. |
Puossi ancora hauere questa imperfetta consonanza nella sua vera forma, dalla minor Sesta & dal
minore Semituono, con l'aiuto però del presente segno b. e tra le corde dell'essempio che segue
appresso.
page 21
|
8. |
5. |
Forma della Sesta minore. |
|
25. |
24. |
Forma del minor Semituono. |
|
|
40} |
200. |
124. |
Forma della Sesta maggiore fuor de suoi minor termini. |
5. |
3. |
Ne suoi minor termini. |
Doue si può ancora fare giuditio; non solo di quanto la minor Sesta sia dalla maggiore supera
ta; ma che questi sono maggiori Essacordi, & non maggior seste come crede il prattico. la qual

cosa non da altro nasce, che da essere tratto il
minore Semituono, dal maggior Tuono; il
quale è necessariamente maggiore un Comma
di quello che si ha dal Tuono minore; come
piu chiaramente (secondo che io ho promesso)
si vedrà al suo luogo, non è da lasciare indietro
Auuertimento.
quest'altra consideratione, che si come la minor
Sesta non s'hebbe tra quelle corde doue inter
ueniua il Tritono, così parimente non si può hauere la maggiore tra quelle doue cader potesse la
Semidiapente: la cui cagione vi farete da voi istesso manifesta, punto che l'andiate inuestigando.
ma venghiamo hor mai all'essamina della Settima minore, la qual dicano i prattici contenere
in se tre Tuoni maggiori, uno minore, & due maggiori Semituoni. il qual'interuallo conside
reremo primamente compsoto dalla Quinta & della Terza minore; poi che la sua forma fu con
stituita nella Superquattropartientequinta tra questi numeri 9.5. & che la Sesquialtera & la Se
squiquinta aggiunte insieme, ne diano la sopradetta dissonanza, eccouene l'essempio chiaro.
|
3. |
2. |
Forma della Quinta.Settima minore, non trouarsi tra qste
corde.
|
|
6. |
5. |
Forma della Terza minore. |
|
|
2} |
18. |
10. |
Forma della Settima minore fuor de suoi termini radicali. |
9. |
5. |
Ne suoi termini radicali. |

Si è hauuto la Settima minore nella sua vera forma, la quale conside
rata tra queste corde, secondo la natura della Quinta che si troua tra
D solre & alamire, ouero in una Sesta maggiore nella parte graue & in
vn maggior Semituono nell'acuta, non sarà dell'istessa misura della

prima; & l'istesso occorre alle due sottoposte, per hauere come l'altra, bisogno del Tuono maggiore, volendo diuenire Ottaue:
doue quella
del primo essempio, un minore bastaua: le qual cose per essere igno
rate dal prattico, cagionano in lui (quando scoperte gli sono) lo stu
pore piu volte detto, che elle non siano tali, vi farete da voi stesso ma
nifesto, col sommare insieme i minimi numeri delle dette parti loro; il
prodotto delle quali vi daranno un si fatto interuallo 16.9. che rac
chiude tra i suoi estremi lati la Super 7 partiente 9.forma vera del mi
nore Ephtacordo del Diatono Ditonico; se bene alcuni de moderni
prattici hanno con tal nome chiamato la Settima minore del Synto
no, contenuta come hauete veduto dalla Superquattropartientequin
ta; senza hauere hauuto rispetto alla diuersità della cosa, & alla con
fusione che ha possuto generare nelle menti degli huomini.
|
5. |
3. |
Forma della Sesta maggiore. |
|
16. |
15. |
Forma del maggior Semituono. |
|
|
5} |
80. |
45. |
Forma del minore Ephtacordo, fuor de suoi minor numeri. |
16. |
9. |
Ne suoi minor numeri. |
Il quale Ephtacordo, è minore un Comma della minor Sttima, come sensatamente vedrà cia
scuno che si piglierà cura di sottrarre da questa quello. Non si può ne anco hauere la Settima
minore, dal prodotto che nascerà sommando insieme due Sesquiterze; il che al prattico parrà impossibile, per volergli figurare
il caso tra le corde del primo essempio che fu il medesimo del sot
toposto, ma altramente diuiso & considerato.
page 22
4. |
3. |
Forma della Quarta. |
4. |
3. |
Forma della Quarta. |
|
|
16. |
9. |
Forma del minore Ephtacordo. |
Dall'hauere sommato insieme due Sesquiterze, si è hauuto il minore Ephtacordo ne minori
suoi termini; con tutto questo, di sopra prouai ,che tra l'istesse corde era contenuta la minor Set
tima. dissi in oltre, che sommando insieme le parti di qual si voglia interuallo in qual si voglia
modo diuise, doueuano necessariamente riassunte che elle haranno insieme, rendere il tutto del
l'istessa forma & misura qual prima era: doue in questo ultimo essempio scorge il semplice prat
tico contrario effetto da quello che sonorono prima le mie parole; ne di ciò vede la cagione; la
quale è che egli considera tra le mostrate corde, due Quarte dell'istessa proporzione & misura,
che di diuerse sono; & cosi con la mala sua regola, viene à errare ne principij, & à
marauigliarsi
poi che il conto non gli torna secondo la buona; il che hauerebbe quando gli tornasse; poi che
la Quarta che tiene il luogo acuto, cade sotto questa proporzione 27. 20. come si è al suo luo
go prouato: la quale sommata insieme con quella che gli instituisce il Teorico, ne darà la Setti
ma minore della misura che nel principio del nostro ragionamenti dissi essergli da esso stata as
segnata.
STR. Mi pare di cominciare à scorgere il porto; e tutta volta che voi mi
facciate constare
sensatamente & non con l'autorità di alcuno, che il Ditono, il Semiditono, l'Essacordo maggiore & il minore siano dissonanti; oltre alle Diapenti & alle Diatessaron che per tali nominate
di sopra hauere; crederò assolutamente che quello che si canta (nella maniera che però hoggi
si costuma) non sia in modo alcuno il Diatonico Syntono di Tolomeo: poi che tali interualli
accordano negli strumenti & voci degli huomini de' nostri tempi; che non però tengo di proprietà & natura diuersa delle antiche.
BAR. Seguitiamo pure di andare auanti hora che il vento è propitio &
l'onde tranquille;
perche piacendo al Datore di tutti i beni; voglio che sensatamente (deposta da canto ciascuna autorità) vediate in fronte
la verità di ciascun minimo particolare: ne è da mettere tempo in mez
zo, perche siamo ancora à dietro molte miglia dal porto. Vengo à scoprire un altro abuso del
prattico; il quale tiene per fermo che il medesimo spatio occupi la Quinta & la Terza minore
dell'essempio che segue appresso, che fa la Semidiapente & la maggior Terza aggiunte insieme;
& conseguentemente, che i numeri i quali contengano le forme loro sommati che siano insie
me, ne diano l'istesso prodotto questi che quelli: la qual cosa (secondo che hora vedremo) è
molto dal vero lontana.
|
64. |
45. |
Forma della Semidiapente. |
|
5. |
4. |
Forma della Terza maggiore. |
|
|
20} |
320. |
180. |
Forma del minore Ephtacordo fuor de suoi termini radicali. |
16. |
9. |
Ne suoi termini radicali. |
Dall'hauer sommato insieme i due mostrati interualli, si è hauuto il minore Ephtacordo; & di
sopra, dall'accoppiare insieme la Quinta & la Terza minore, si hebbe la minor Sesta. non è ve
ro adunque, che tal' interualli insieme aggiunti, occupino il medesimo spatio; di che il prattico
grandemente si marauiglia. ne da altro questo nasce come ho detto, che dal volere (non ha
uen cognitione de gli interualli) da una sola cosa tutte le cose: la onde per satisfarlo dico, che
quando egli hauerà di nuouo essaminata & intesa la grandezza della minor terza che ha nella
parte acuta il minore Ephtacordo che ultimamente vi ho mostrato, si accheterà. Di comun pa
rere tutti i sauij dicono, non hauere la natura fatta alcuna cosa in darno: con la quale proposi
tione voglio prouarui, che l'Ephtacordo mostrato non è manco forma propria della minor Set
tima del Syntono, che sia la Superquattropartientequinta; & il modo sarà questo. Può ciascu
no di sano giuditio, da quello che io ho sin qui prouato & detto, conoscere non hauere il Tuo
no maggiore ne il minore, & così parimente il Semituono maggiore, mutato mai forma diuersa
da quella che gli si assegnò nel principio del nostro ragionamento di mente del Teorico; ma si
bene tutti gli altri interualli dall'Ottaua & la maggior Settima in poi; il che è nato per non ha
uerle ancora essaminate: le quali quando siano da noi considerate con diligenza, non eccederanno (in questo fatto) d'eccellenza
l'altre. Trouiamo adunque due diuerse sorti di Seste minori
delle quali con il mezzo de due diuersi Tuoni, sene può comporre l'Ottaua nel suo vero essere;
page 23
puossi primamente compor l'Ottaua del minore Ephtacordo, & del Sesquiottauo e Tuono; &
così parimente della minor Settima & del Sesquinono; come dal sommare insieme i minor ter
mini loro & dal prodotto che ne daranno si conoscerà manifestamente: & si come le molte li
nee tirate dal centro alla circonferenza del cerchio, tutte nel centro di esso rimorono; nell'istes
so modo ciascun musico interuallo nell'Ottaua, come in uno Specchio riguarda, à guisa che fanno ancora le stesse nel Sole;
non altramente che da esse ciascuno (secondo la sua capacità) l'esse
re & la perfettione riceua. Tra le terze minori, ne haueremo due (per non volerne piu sottilmen
te cercare delle altre) contenute sotto diuersa proporzione; il ripieno delle quali per tesserne
l'Ottaua, si trouò dipoi; & queste furono le due Seste maggiori c
ontenute sotto diuersa forma; ma
tra quelle annouerammo il Semiditono, e tra queste il maggiore Essacordo; interualli comuni
al Syntono & al Diatono come molti degli altri. Trouammo ancora la maggior Terza & il
Ditono, & indi à poco si hebbe la Sesta minore & il minore Essacordo, da poterne di esse com
porre l'Ottaua lontana da qual si voglia estremo imperfetto. Trouammo la Diatessaron conte
nuta in diuerse maniere, & appresso si vedde la Diapente sotto diuersi numeri contenuta; non
ad altro fine (come al suo luogo vedremo) che per poterne di esse insieme comporre l'Otta
ua d'una sol forma: e tutto questo auuiene, per volere la cortese Natura mostrare in ciascuna
sua operatione l'immensa sua sapienza & liberalità. la quale non comporta il vacuo, ne fa co
sa, ò puo farne alcuna otiosa ò in darno. Rimane in questa materia à mostrarui, di quanto la
minor Settima superi la maggiore & minore Sesta, la qual cosa potrete ageuolmente vedere col
sottrarle da essa.. Venghiamocene hora alla consideratione della maggior Settima, dalla qua
le speditici, passeremo, per concludere la proposta materia, à quella dell'Ottaua. Dicono
adunque i maestri di questa moderna prattica di Contrapunto, essere la Settima maggiore, quel
dissonante interuallo che è contenuto ne suoi termini radicali dalla proportione Super 7 par
tiente ottaua tra questi numeri 15. 8. & che ella consta di tre Tuoni maggiori, di due minori,
& d'un maggiore Semituono. la quale per il rispetto piu volte detto, considereremo prima
mente composta d'vna Quinta & d'una Terza maggiore, secondo che apparisce nell'essempio,
che segue appresso.
3. |
2. |
Forma della Quinta. |
5. |
4. |
Forma della Terza maggiore. |
|
|
15. |
8. |
Forma della Settima maggiore. |
Puossi ancor' hauere tal interuallo, da' numeri che contengono la forma del Tritono sommati
che siano insieme con quelli della Quarta: ma non ce lo darà già dell'istess amisura (se ben con
tro l'openione del prattico) aggiunti che siano insieme il minor Tuono & la maggior Sesta, nella maniera che si vedono nell'essempio
seguente.
5. |
3. |
Forma della Sesta maggiore. |
10. |
9. |
Forma del Tuono minore. |
|
|
50. |
27. |
Forma della Super 23 partiente 27. |
Si è hauuto dal prodotto de due detti interualli, la Super 23 partiente 27, la quale è minore un
Comma della Settima maggiore come sensatamente vedrete sottraendola da essa. Si può hauere
ancora la maggiore Settima, dal prodotto della maggior Sesta & del maggior Tuono. Vedremo
hora col sottrarre dalla forma di essa la minore, di quanto questa sia da quella superata.
|
15. |
|
8. |
Forma della maggior Settima. |
|
X |
|
|
9. |
|
5. |
Forma della minor Settima. |
|
|
3} |
75. |
|
72. |
Forma del minor Semituono, fuor de suoi minor numeri. |
25. |
|
24. |
Ne suoi minor numeri. |
Resta la minor Settima (secondo questo essempio) superata dalla maggiore, d'un Semituono;
dalla qual cosa si può comprendere, potersi ancora la maggior Settima comporre della mino
re & del minore Semituono.
page 24
STR. Non è già la forma del maggiore Ephtacordo, la Super 23
partiente 27?
BAR. Signor nò; perche quello cade sotto la proporzione Super 15 partiente 128
dentro à
questi termini 243.128. & la eccede di tal quantità 6561. 64 cc. Vengo ultimamente à trattare dell'Ottaua, la quale i moderni
prattici contrapuntisti dicono essere quel prefettissimo in
teruallo, che consta di tre Tuoni maggiori, di due minori, & di due minori Semituoni; &
in o tre che ella è contenuta dalla proporzione Dupla tra questi numeri ne suoi minor termini
2.1. il quale interuallo considereremo primamente composto (come sue parti piu propinque)
d'una Quinta & d'vna Quarta: & che di questi due interualli sia interamente capace la consonanza Diapason, col sommare insieme
i numeri de lor termini radicali, ce ne accetteremo.
|
3. |
2. |
Forma della Quinta. |
|
4. |
3. |
Forma della Quarta. |
|
|
6} |
12. |
6. |
Forma dell'Ottaua, fuor de suoi minor numeri |
2. |
1. |
Ne suoi minor numeri. |
Haremo ancora l'Ottaua di tal forma dal prodotto, che ne daranno sommando insieme i nu
meri, che contengono la Sesta maggiore & la minor Terza; & così parimente dal sommare insie
me i minimi termini, che contengono la Terza maggiore & la minor Sesta; & ancora da quelli
della Settima minore, & dal Tuono minore; dal che ne segue necessariamente, che quelle del
sottoposto essempio (considerate in una Settima minore, & in un maggior Tuono della proporzione, che si mostrò nel principio
assegnateli dal Teorico) non siano Ottaue consonanti; ma si
bene dissonanti, il che è contra la mente del prattico.

Che elle non siano tali quali ho detto, ne vedremo l'esperienza (secondo questo essempio, col
sommare insieme i numeri delle proporzioni che gli contengono.
9. |
5. |
Forma della Settima minore. |
9. |
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
|
81. |
40. |
Forma della Duplasesquiottantesima. |
Si è hauuta dal prodotto di tal somma, la Dupla Sesquiottantesima; la quale consta d'un Ot
taua superflua d'un Comma, come sensatamente vedrà quello, che si piglierà cura di sottrarlo
da essa, ò veramente col mettere un numero tra essi termini, che sia col minore in Dupla propor
zione in questa maniera 81.80.40. la cagione, che non si può hauere l'Ottaua dal Tuono mag
giore & dalla minor Settima è, che gli interualli, che in quei luoghi habbiamo considerato per
settime minori, non caggiono veramente sotto le proporzioni, che gli assegnarono nel principio
del snotro ragionamento di parere degli autori, che quello si canta hoggi sia il Syntono di Tolomeo; ma si bene sotto il minore
Ephtacordo del Diatono Ditonico: il quale aggiunto insieme
col Sesquiottauo e Tuono, ne darà la Dupla nella vera sua forma, come ne manifesta l'essem
pio che segue appresso.
|
16. |
9. |
Forma del minore Ephtacordo. |
|
9. |
8. |
Forma del Tuono maggiore. |
|
|
72} |
144. |
72. |
Forma dell'Ottaua fuor de suoi minor termini. |
2. |
1. |
Ne soi minor termini. |
Puossi hauere ancora l'Ottaua nella vera sua proporzione dal prodotto, che nascerà sommando
insieme i termini delle forme, che copntengono la Settima maggiore, & quella del maggiore Semituono; & così parimente quella
del Tritono & della Semidiapente; & per ultimamente sapere
di quanto erlla superi la maggiore, & minore Settima, col trarne l'una, & poi l'altra da essa si ve
drà chiaramente.
page 25
STR. Il vostro discorso mi pare hormai che egli mi habbia condotto in porto sicuro;
talmente che io non temo piu il soffiare degli inimici venti; & mi ha di maniera sgombrato dall'intelletto la folta nebbia dell'ignoranza,
che senz'altre ragioni & essempi addurmi, son quasi certo che nel cantar d'hoggi non nascono alcuni degli inconuenienti detti, nulla dimeno sono ancora sicuro, che temperando le corde d'uno strumento secondo le mostrate forme, & forza che
tra esse si trouino ciascuni de msotrati accidenti; dal che fo argumento, che non si canti, ne suoni altramente il Syntono incitato di Tolomeo.
BAR. Voi la cominciate à discorrere & intendere molto bene; ma per
maggiormente torui
ciascuna difficultà, che intorno à ciò nascer di nuouo vi potesse, voglio dichiararui due altri
importantissimi capi; & poi vederemo sensatamente in vìso, qual sia il genere, & la spezie che si
canta & suona hoggi, la onde prima dico, che fra le note del sottoposto essempio non ve ne sono

alcune distanti l'una dall'altra per un minor Semituono della pro
porzione che di mente però del Teorico nel principio del nostro ragionamento gli assegnai. non mancano ancora di quelli che
hanno vana
mente dubitato de maggiori, ma si sono grandemente ingannati. la
cagione che non siano tali quali io ho detto, non da altro nasce, che
dal non potere tra ambedue riempiere spatio maggiore di quello che
contiene il Tuono minore, si come nel principio si prouò; ma si tro
ueranno bene & l'uno & l'altro tra le corde di questl altro essempio,
per esser capace il luogo, di quanto sono bastanti à occupare i locati
senza che cosa alcuna gli manchi ò gli anuanzi; tal che ad ambedue
quelli primi ò almeno à uno di essi, bisognerà (non volendo procede
re a caso & senz'alcuna ragione) trouare nuoua misura & forma: la quale non solo sia atta à

riempire l'interuallo del Tuono maggiore, ma sia vera
mente quella che haueuano gli antichi musici in conside
ratione, dato che eglino hauessero hauuto bisogno di cio
fare. & quantunque di si fatte cose non ce ne sia memoria,
ne essempio particolare, & conseguentemente con difficultà grandissima si possino come molte altre, c
on salde ragio
ni persuadere; non per questo è da sbigottirsi & lasciare da
parte però non ve ne siano) che ci faccino venire in cognitio
ne della verità del fatto: però secondo il parer mio dico,
Semituono
minore d'altra proporzione del primo mostrato.
che gli antichi musici non haueano nel Syntono differen
te nel Tuono maggiore dal minore se non il minore Semi
tuono; il quale secondo che io vi accennai, è contenuto dalla Super 7 partiente 128 tra questi
numeri ne suoi termini radicali 135.128. & consta tal'interuallo d'un minore Semituono, &
di un Comma di piu come si è detto altra volta; & il maggiore era in ciascun Tuono l'istesso; &
ancora che questa verità si veda manifestam
ente nel Monacordo Diatonico Syntono di Tolomeo,
tra la corda Tritesynemmenon & la paramese, ve la confermo senza quel incontro di autorità,
in quest'altra maniera oltre à quello che io ne ho detto di spora. Se noi vogliamo dalla Semidiapente la Quinta, ò dal Tritono
la Quarta; non le possiamo hauere se non con agumentate quel
la & col diminuire questo d'un minr Semituono proporzionato al sito doue egli si aggiunge &
donde egli si trae, che è il Tuono maggiore come sapete, & come negli essempi che seguono
appresso si vede notato.
|
64. |
45. |
Forma della Semidiapente. |
|
135. |
128. |
Forma del minor Semituono del Tuono maggiore. |
|
|
|
2880} |
8640. |
5760. |
Forma della Quinta fuor de suoi minor termini.
|
3. |
2. |
Ne suoi minor termini. |
|
45. |
|
32. |
Forma del Tritono. |
|
X |
|
|
135. |
|
128. |
Forma del minor Semituono del Tuono maggiore. |
|
|
|
1441} |
5760. |
|
4320. |
Forma della Quarta fuor de suoi minor termini.
|
4. |
|
3. |
Ne suoi minor numeri. |
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Ouero così, che è l'istess che si vide sopra nel prouarui di quanto il Tritono superaua la
Quarta.
45. |
|
32. |
Forma del Tritono. |
|
X |
|
4. |
|
3. |
Forma della Quarta. |
|
|
135. |
|
128. |
Forma del minor seminore Semituono del Tuono maggiore. |
Et che tal minor Semituono insieme col maggiore, habbiano facultà di riempiere interamen
te il vacuo del maggior Tuono, somminsi insieme i numeri de minor termini loro, che il pro

dotto che da essi si hauerà ce ne farà certi. in oltre se noi vogliamo se
condo questo essempio, che da alamire a h mi sia un Tuono maggio
re come veramente è; & che l'istessa distanza ci sia ancora per quest'al
tro; è di necessità concedere al amggior Tuono un minor Semituono
della mostrata proporzione: tutte le volte però che il luogo dond'egli
si trae sia come quello capace di contenerlo. Considerando adunque
il minor Semituono che è tra b fa & h mi della solita miusra, non so
lo no riempierà il vacuo del Tuono maggiore, ma quella nota segna

ta nella corda h mi del primo essempio, sarà piu acuta un Comma di
quella del secondo; per essere h mi piu acuto di alamire un Tuono maggiore, come tante volte si è detto. & volendo in quello
ultimo essem
pio partendosi della corda alamire, ascendere con due gradi di Semi
tuono in h mi; si può ben considerare che la dist
anza che si troua dà essa
alamire a b fa, sia quella del maggiore Semituono; ma quello spazio
che rimane tra b fa & h mi, è necessario che egli sia il minore della mi
sura che lo contiene il maggior Tuono, che è questa 135.128. & di
quì hanno tolto forse occasione alcuni de' moderni Contrapuntisti, di segnare il b quadro in F
faut, quando ella ha hauuto à rispondere per Quinta con h mi, & il diesis X, quando con D
solre ha fatto Terza magiore, ò la sua replicata con d la solre: argumentando tacitamente, che
la Quinta non verrebbe giusta con il diesis X come col h quadro; ma n poco sparsa & rimessa:
hora attendino di gratia quei tali à queste due sole parole che io voglio dirgli oltre à molte altre

che io saperrei le quali taccio per breuità. Se tra queste corde si troua
Se il diesis X
si deue segnare in F faut
ouero il h
quadro.vna Terza maggiore secondo che al suo luogo habbiamo dimostrato,
& così parimente tra quest'altre una minore come essi ancora afferma
no; ne segue necessariamente, per quello si è di sopra prouato, che gli
estremi delle due terze cantate nella maniera, che essi dicono, & credo
no & che veramente si douerebbono, suonino per una Quinta giustissima secondo che ella è contenuta dalla Sesquialtera sua
proporzione.
di modo tale, che se il h quadro ha facultà come essi dicono, di fare la

corda nella quale è posto, piu acuta di quello, che ha il diesis X, verrà
conseguentemente la Quinta superflua del vero suo essere, & la Quarta
che ha sopra diminuita, di quanto ha facultà fare piu acuto quello di
questo; ma ciò si vede non esser punto vero.è ben necessario, volendo
che la Terza maggiore & la sua replicata & così parimente la Quinta,
siano nelle vere forme loro & proporzioni, hauere un minore Semituono della misura & grandezza che vi ho pur hora detto; tratto
però da
luogo, che del maggiore & di esso sia capace; altramente sarebbe in
darno qual si voglia arte & fatica, che intorno vi si adoperasse. perche la facultà del fare ciascuna
di esse consonaze nel suo genere perfetta, consiste principalmente nella dispositione anzi nella
capacità del sito, & non nella differenza delle cifre come credono quelli. non fu in uso il h
duro come cifera, se non dopo che fu introdotto il b molle come modo; ma si bene il diesis X
prima di ambedue qualche tempo: intendendo sempre nella mdoerna prattica; per essere insie
me con il b molle, atti con l'accrescere & con il diminuire, à rendere gli imperfetti consonan
ti, & i dissonanti intrerualli, di quella forma & in quella perfettione maggiore, che si possa
dalla natura loro desiderare; ò almeno sono stati per si fatto rispetto introdotti, se ben ma
le adoperati. ne per altro s'io non m'inganno, fu principalmente da moderni prattici il b mol
le come cifera ritrouato, ò per meglio dire posto un uso; se non perche la corda di F faut, ha
uesse lei ancora come le altre, la Quinta nel graue & la Quarta nell'acuto; & quella di G solreut
la maggior Sesta in quella & la minor Terza in questa parte; & altresi fu introdotto il diesis X
nell'uno & l'altro F faut, affine che la corda h mi rispondesse con l'acuta per Quinta, & non
per una Semidiap
ente; & con la graue per Quarta perfetta, & non dura; oltre al far Terza & Sesta
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maggiore & minore all'uno & all'altro d.D. Dopo l'essersi in uso il b molle, v
enne il h duro
à moderni & buoni professori della musica prattica in c
onsideratione come cifera; n
on per altro fi
ne, che per potere principalmente trasmutare quello in questo, & questo in quello Systema, sec
ondo che piu piaceua, et tornaua comodo loro: ma non per mai segnare questo h in altra corda che
nella sua propria; e nell'altre doue occorreua in sì fatto bisogno, il diesis X, ultimamente della mostrata forma ritrouatosi:
la qual cosa nell'opere loro si vede molto bene osserruata. & se alcuno
mi replicasse che il b molle si costuma per segnare comunemente per ciascuno nella corda di ala
mire, & in quella di elami à lui forestiere; gli risponderei che questo nasce dalla poca quantità
che si ha hoggi de caratteri à c
omparatione degli antichi; i quali per ciascuna corda haueuano il
suo proprio & particolare, per dimostrare qual furono desiderabile & c
onueniente che si voleua:
ma n
on è però tale la scarsità delle cifre de nostri t
empi intorno al dimostrare la diuersità delle
corde, che ella cagioni rispetto al fine al quale la musica d'hoggi è usata, m
ancamento, ò imperfettio
ne alcuna; perche quando ciò fusse, se ne sarebbono prima di adesso trouati altri, i quali hauereb
bono à tal difetto & m
ancamento di essi supplito: ma questo non è occorso per essere quelli bastanti dare à qual si voglia corda nel graue & nell'acuto,
la forma di ciascuno interuallo consonante
che si è saouto sino ad hora imaginarsi l'huomo, & particolarmente ne due primi Generi d'har
monia che sono il Diatonico, & il Cromatico. nell'Euharmonio poi, ci hanno aggiunto inutil
mente (poiche egli n
on da alcuno messo in prattica) il presente segno x da poter diuidere il mag
gior Semituono in due parti, dette dagli antichi Diesis Euharmonij; quantunque i moderni in
t
endino per esso la pres
ente cifera X come sapete, & valere à detto loro per due di quelli, la qual cosa
n
on è punto vera; imperoche gli antichi diuideuano in due Diesis Euharmonij, il L
emma & minor
Semituono del Diatono, & i moderni dicono diuidere la Sesquiquindecima detta da essi Semi
tuono maggiore; & qual differenza sia tra di loro, di già l'habbiamo dimsotrarta. Puossi ancora
da quello che habbiamo detto raccorre, che l'istessa distanza è tra h mi, & b fa per h quadro, che
per b rotondo; & così parimente la medesima distanza si troua tra c sol faut & h mi per quello,
che per questo: & ultimamente dico, essere piu acuta d la solre per h quadro, che per b rotondo.
che per questo: & ultimamente meglio di gratia quest'ultimo capo.
STR. Dichiaratemi meglio di gratia quest'ultimo capo.
BAR. Dico essere piu acuta d la solre per h duro, che per b molle, rispetto à
questo. Se noi
ci partiamo di alamire, corda immobile & ad ambedue i Systemi comune; & che vogliamo a
scendere per gradi Diatonici congiunti in d la solre; troueremo per il Systema disgiunto, ò vo
gliamo dire per h duro, esserui due Tuoni maggiori & un maggiore Semituono: & per il con
giunto ò vogliamo dire per b molle, vi è un Tuono maggiore, un minore, & un Semituono mag
giore. di maniera che per questo viene d la solre necessariamente ad essere piu bassa un Comma
che per quello; come ne manifesta l'essempio qui appiè.

STR. Ho inteso beniss. & veramente è così.
BAR. Che sia l'istessa distanza da c solfaut
ah mi per h duro che per b molle, nasce che
Esser piu acuta d la solre
per h quadroche per b rotondo.
il Semituono maggiore dell'uno, & dell'al

tro Tuono, è sempre dell'istessa quantità, &
proporzione in questo che in quello; & per
la medesima cagione è l'istesso interuallo da
h mi a b fa per h quadro, che per b ro
tondo.
STR. Non v'incresca dirmi la cagione, perche piu questa 16.15. che un'altra proporzione sia qella che contiene il maggior Semituono; questa 25. 24. quella del minore; questa della Semidiapente 64.45. & ultimamente quest'altra 45.32. del Tritono? & perche elle non possano secondo il Syntono di Tolomeo,
da altri numeri essere contenute?
BAR. Credeuo hauerui sadisfatto con quello che ne haueuo detto di sopra, ma vedo non
essere così; però vene sono ancora debitore; & voglio che voi istesso siate giudice se elle possano essere altramente; con questo però, che mi concediate che la vera forma della Sesta minore, della
maggiore & minor Terza, della Quarta & del Tuono Sesquiottauo, siano veramente quelle che
furono nel principio del snotro ragionamento di parere del Teorico assegnate loro: offerendomi
poi à tempo & luogo bisognando, farui col mezzo del Monocordo sensatamente vedere &
vdire tutto quello che di piu desiderassi.
STR. Il tutto per hora vi sia concesso.
BAR. Domando prima voi, di quanto la maggior Terza superi la minore?
STR. D'un minore Semituono.
BAR. Talmente, che sottraendo dalla Terza maggiore la minore; quelli numeri che ci resteranno, verranno necessariamente à contenere il minore Semituono nella sua vera forma;
non è così?
STR. Così è veramente.
BAR. Hora venghiamo di nuouo con questo essempio all'esperienza del fatto.
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5. |
|
4. |
Forma della Terza maggiore. |
|
X |
|
6. |
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5. |
Forma della Terza minore. |
|
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25. |
|
24. |
Forma del minore Semituono. |
Ecco come vedete, che dall'hauere sottratto dalla Sesquiquarta la Sesquiquinta, ci è auanza
to la Sesquiuentiquattresima assegnataci per forma del minore Semituono. Sarebbe la riproua
di tal verità, il sommarla insieme con la Sesquiquinta, & vedere se tra ambedue ci dessero la
forma della Sesquiquarta; ma per essersi ciò altra volta veduto, sarebbe una impertinenza il
farlo; però vio domando di nuouo di quanto la Sesta minore superi la Semidiapente?
STR. D'un Tuono Sesquiottauo.
BAR. Nel sottrarre adunque da quella questo interuallo, l'auanzo che
resterà douerà conteSemidiapente perche dentro à questi
numeri 64.
45.
nere conseguentemente la Semidiapente?
STR. Veramente si.
BAR. Eccouene adunque l'essempio chiarissimo.
8. |
|
5. |
Forma della Sesta minore. |
|
X |
|
9. |
|
8. |
Forma del Tuono maggiore; |
|
|
64. |
|
56. |
Forma della Semidiapente. |
Nel quale la Semidiapente è negli istessi suoi minori termini.
STR. Resto sino à qui molto sadisfatto; però seguite di dirmi il restante.
BAR. Vi domando in oltre di quanto il Tritono è dalla Quinta superato?
STR. D'un maggiore Semituono.
BAR. Di maniera che chi sottrarrà dalla Quinta il maggior Semituono, quello che
resterà
sarà necessariamente il Tritono.
STR. Così bisogna che sia.
BAR. Venghiamo adunque all'essempio.
Tritono perche dentro à
questi numeri 45. 32.
3. |
|
2. |
Forma della Quinta. |
|
X |
|
16. |
|
15. |
Forma del maggiore Semituono. |
|
|
45. |
|
32. |
Forma del Tritono. |
Vi domando ultimamente di quanto la Quarta superi la Terza maggiore?
STR. D'un maggiore Semituono.
BAR. Talmente che sottraendo dalla Quarta una Terza maggiore, quelli numeri che ci resteranno verrano à contenere virtualmente il Semituono maggiore nella sua vera forma; non è così.
STR. Così è veramente.
BAR. Venghiamo adunque con l'essempio à dimostrare la verità del fatto.
Semituono
maggiore perche dentro à
questi numeri 16.15.
4. |
|
3. |
Forma della Quarta. |
|
X |
|
5. |
|
4. |
Forma della Terza maggiore. |
|
|
16. |
|
15. |
Forma del maggior Semituono. |
Eccoui il maggiore Semituono ne minori suoi termini.
STR. Sono interamente sadisfatto: ma sendo vero quanto mi hauete intorno alle forme degli interualli detto & in piu modi prouato; d'onde crediamo noi che fusse indotto Plutarco
à dire nelle sue Questioni Conuiuali, che il tre & l'unità, siano i termini della Diatessaron?
cosa tanto semplice & dal vero lontana.
BAR. Plutarco in quel luogo vuole secondo me, essere piu tosto c
onsiderato da beone & buon
c
ompagno, che da seuero Matematico; come in virtù rispond
ente alle c
onson
anze musicali, e n
on a p
unto
sec
ondo le proporzioni delle qu
antità de numeri; & in s
omma come cosa detta piaceuolm
ente a tauo
la, e che mostri in certo modo il medesimo affetto, & n
on l'istesso fatto: e chi sanam
ente legge tutta
quella Questione, ageuolm
ente se lo conosce per le parole dello scrittore instesso.la c
onson
anza Diatessaron ad
unque, c
ontenuta come vuol importare il nome, da quattro corde, ch'è Sesquiterza, se bene
tra le perfette; n
ondimeno è la minore di cascuna, & è piu discosto dalla natura dell'Unisono, che
la Sesquialtera, e che la Diapas
on; & è di tutte men certa al s
enso, e di meno diletto: & ogni poco ch'
ella si dominuisse, diuerrebbe imperfetta e disson
ante, sec
ondo però l'uso de musici antichi:così nello
adacquare il vino, il pr
ender delle quattro parti le tre d'acqua, è la minima quasi c
onson
anza & accordo piaceuole al gusto; pche da indi in là diuen
endo'l vino quasi acquerello, e perd
endo in tutto ogni
sua virtù, diuien come n
on vino; la qual cosa è da persone n
on allegre, che siano insieme per far buona cera à tauola; ma da huomini seueri e che habbiano bisogno di star quasi saldi in
ceruello, & at
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tenti à qualche che, come sono i giudici & i disputanti, ò altri simili. & per ciò il prouerbio
de gli allegri, non voleua (dice lo scrittore) che il quattro s'impacciasse col fatto loro à mo
do alcuno:il quale è uno de fondamenti della Sesquiterza; & era l'ultima & piu lontana
consonanza del vino, & così la Sesquiterza & Diatessaron dal bere loro: ma non così dilet
teuole al gusto, come ricercaua la buona cera che ha per fine l'allegria & il quasi ricreamento
degli spiriti, senza pericolo dell'ubbriachezza: la quale à lungo andare di tauola, potreb
be per auuentura portarsi dalla Diapason; & però il disputante celebrò sommamente la Dia
pente, considerando in essa come ancora nel Diapason, i termini delle forme loro sommati
insieme; & della Diatesaron solo il maggiore. & così credo che bisogni interpretare il luo
go, volendo seguitare l'intendimento dello scrittore; & non considerare, come l'uno com
parato al tre faccia Sesquiterza; conciosia che questo manifestamente non può essere. la onde
in quel luogo, l'intentione di Plutarco è, di considerare solo il maggior termine di ciascu
na proporzione delle tre semplici prime consonanze; dal quae detrattone per la parte del vino
una sola unità vuole le altre che rimangano, siano le parti dell'acqua. hora perche il termine
maggiore della Sesquiterza è quattro, del quale detrattone (come è detto) per la parte del vino
l'unità, quello che gli auanza per la parte dell'acqua è (come sapete) tre; & però và l'autore
in
proposito della Sesquiterza, comparando l'vno al tre. puossi ancora secondo che hauete udito
dire così; delle quattro parti, tre d'acqua; & così si viene à fare mentione de proprij termini di
Diuerse maniere di temperare il vino con l'acqua, secondo
l'vso degli antichi musici
essa Sesquiterza: il qual modo di comparatione vsato nelle altre consonanze, torna molto bene.
Temperando adunque il vino secondo la Sesquiterza, vogliono essere come è detto delle quat
tro parti tre d'acqua & una di vino; la qual potione, fa quello che la beue, della sua natura,
che è languida & rimessa. secondo poi la Sesquialtera, deuono delle tre parti essere due d'acqua
& una di vino, il quale cosi spesso beuuto, fa diuenire allegro; e tale è la natura della Diapente.
& vltimamente secondo la Dupla, vogliono essere delle due parti, vna d'acqua & vna di vino;
la quale potione così beuuta, fa diuenire l'huomo secondo la natura del Diapason, che è alle
grissima: ma è d'hauere consideratione al luogo, al tempo, alle persone, & alla qualità del vi
no he si beeua.doue erano questi effetti operati, volendo perfettamente vnire le corde di questa
Cithara. Diuerse altre maniere hebbono gli antichi speculatori delle musicali proportioni,
per temperare il vino con l'acqua; ma ne sia detto à sufficienza; e tornandomene dond'io mi tolsi dico, che da voi stesso
potrete (hauendo inteso quanto vi ho ragionato) ritrouare donde
deriui la proporzione di qual si voglia musico interuallo: & on solo questo, ma qual si voglia
altr odubbio che nascere vi potesse intorno alla differenza della gr
andezza che è dall'vno all'altro
in qual si voglia Genere & spezie di harmonia. Questo è qu
anto mi occorre dirui & prouarui in
torno al principal capo del dubbio propostomi; però dite alla libera quello che di ciò sentite.
STR. Resto dal vostro discrso (hora che meno lo sperauo) piu che mai confuso; intorno
però all'intelligenza di quale spezie sia quella che si canta hoggi, che è il capo principale del ragionamento sin qui hauuto insieme.
BAR. Scopritemi questa vostra nuoua difficultà.
Dubitatione.
STR. Attendete.Se ciascuno de moderni prattici Contrapuntisti, vsa in qual vuoglia sua
Cantilene, il Tuono, & Semituono di qualunque proporzione, in qual si voglino corde, à
caso, & senza essere non che altro capaci di alcuna delle mostrate considerationi; non mi so
imaginare da quello possa nascere, che non si manifestino al purgato vdito tante discrepanze,
che realmente mi hauete prouato con efficaci ragioni douerci del continouo interuenire. &
non nascendoui, ne seguirà vno inconueniente di questo maggiore; il quale sarà, che molte
delle cose proposteci dal Teorico per massime, faranno totalmente inutili, impertinenti, &
non punto vere: tra le quali saranno le due già dette circa la positione & differenza del sito &
valore del Tuono, & Semituono maggiore, minore, & medio. ne quali due capi (per quanto però ho compreso) è principalmente fondato tutto quello che sin quì meco hauete ragionato: se già noi non volessimo dire, che la quantità del Comma per essere così minima, tolta, &Al capo
43.
del secondo
delle sue istitutioni, harmoniche.
aggiunta à qual cosa non credo in modo alcuno: volendo particolarmente M. Gioseffo Zarlino che la metà habbia facultà aggiunta, ò tolta da qual si voglia interuallo consonante, di farlo
dissonante: quantunque egli dipoi soggiunga (per ischerzo credo) che si debba lasciare da parteNel capo 13.
del terzo dell'istesse Institutioni.
la consideratione della differenza de tuoni maggiori e minori; la quale tolta via ne porta seco quella delle varie spezie de Semetuoni, & così al Diatonico
che si canta hoggi (quando egli fusse il
Syntono di Tolomeo) toltogli questa sola consideratione (per il che è forse tale) viene à essere altro
BAR. Voi la discorrete molto bene, & hauete grandissima ragione à dubitare di ciò: maSolutione di
essa.
eccoui la solutione del dubbio. Se il Genere nel quale habbiamo considerato con tanta esattezza
ciascun suo interuallo, è il Sintono di Tolomeo; dico che quello nel quale si compone, si canta, &
si suona hoggi, non è altramente tale; ne può essere ne anco il Diatono Ditonico antichissimo.
STR. Si sono adunque ingannate (per così dirle) l'vna & l'altra setta, in questo capo di tanta importanza, dite di gratia?
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BAR. Si sono inganate certo; però attendete, che nel cichiararui con nuuoui essempi d'autorità come stia la cosa, verrò nell'istesso tempo (non senza vostra vtilità & fuore di proposito)
à palesarui quale spezie sia veramente quella che suona lo strumento di tasti, qual sia quella
del Liuto, & appresso quale di essi si accosti piu alla perfettione, & perche.
STR. Queste saranno delle piu care cose, che mi possiate dichiarare in questa materia.
Osseruationi
dell'Autore
BAR. Trouo per la lunga osseruatione, che le voci naturali, & gli strumeni, fatti
dall'arte,
non suonano, ne cantano realmente in questa moderna musica prattica, alcuna delle noue spe
Strumenti di
corde, quale
spezie d'harmonia suonino.zie Diatoniche antiche nella semplicità loro: ma si bene tre insieme diuersamente mescolate
vsono hoggi inauuertentemente i prattici; & sono queste. L'incitato d'Aristosseno, il Diatono
Ditonico antichissimo, & il Syntono di Tolomeo, ffra gli strumenti di corde tengo che la viola
D'arco, il Liuto & la Lira con i tasti, suonino il Diatonico incitato d'Aristosseno: & muouemi
à creder questo, il vedere & vdire in essi l'vgualità de Tuoni vgualmente in due pari Semituoni
quale l'Organo & gli altri
di tasti.
diuisi; & in tal maniera fu come al suo luogo intenderete distribuito, il detto incitato da Ari
stosseno. l'Organo poi, il Grauicimbalo, & la moderna Harpa; moderna quanto al nuouo accre
scimento delle corde, & non circa lo strumento nel primo suo esere, che antichissimo lo tengo;
Quale gli altri strumenti
di fiato.
si discostano in qualche cosa da quelli, come per esempio nella diuisione de Tuoni, per hauergli
questi in Semituoni disuguali separati. Gli strum
enti di fiato, come Flauti diritti, e trauersi, Cornetti, & altri simili; hanno mediante la distributione de fori loro, aiutati
appresso dalla buona maniera del discreto & perito sonatore di essi, facultà di accostarsi à questi & à quelli secondo il
bi
sogno & volere loro; & così parim
ente alle voci; quando però elle non volessero c
ontro la lor natu
Quale si componga & canti hoggi.
ra piegarsi & à loro cedere. Circa poi il comporre & cantare d'hoggi, mi persuado per quelli vi
ho detto, & che al presente sono per dirui, che si mescolo il Diatonico Diatono, con il Synto
no di Tolomeo; &le cagioni che mi muouano à credere ciò, sono queste. Certa cosaè, che se
Incouenienti, che nascerebbono cantando il Syntono di Tolomeo.si cantasse il Syntono semplice, che i Tuoni & i minori Semituoni si come in tale spezie vi ho
prouato essere la natura loro, sarebbono ineguali & di diuerse grandezze; mediante la qual di
sagguagli
anza, si canterebbono come secondo le diuerse proporzioni hauete veduto, due sorti di
Quinte, due di Quarte, tre & forse Quattro di Terzze minori, & altrettante di Seste maggiori; due
spezie almeno delle minori di queste, & due delle maggiori di quelle; il medesimo auuerebbe delle dissonanze, & vltimamente
delle Ottaue. Oltre superare d'acutezza la Parauete diezeugmenon, la Netesyn
enmenon di qu
anto voi sapete, & essere da'ltra misura il Semituono che si torua tra
b fa & h mi, e tutti gli altri tratti dal Tuono maggiore come minori, che non è la Sesquiquindecima, & la Sesquiuentiquattresima.
delle qual cose, non solo come habbiamo detto altro volta, si
troua per ancora (che io sappia) eserne state auuertite alcune da maestri di quest'arte; ma ne
anco è alcuno, che nel cantare quete piu arie insieme, che hormai sono centocinquanta anni,
che elle s'introdussero, habbia mai vdito ò oda tal confusa diuersità d'inerualli; perche in vero
non v'interuennero mai, e hoggi v'interuengano. il che mi pare efficace argumento da persuaderne tal verità. Et per maggiormente
farui conoscere la variabilità degli interualli di questa Di
stributione, dite un poco à coloro, che vogliano che ella sia quella, che si canta hoggi; che vi diuidino in qual si voglia
maniera, la Terzadecima maggiore contenuta sec
ondo il Syntono da questi numeri 10. 3. in tre Sesquialtere come essi dicono che ella contiene? ditegli ancora secondo
l'essempio che segue appresso, che vi diuidino in tre Sesquiterze, la dupla Superbipartientequinta, forma della Decima minore?
& domandategli appresso, di quanto questo interuallo sia da
quello superato?
page 31
Che non fia anco realmente il Ditonico, ò il Diatono antichissimo che dite lo voglia
Inconuenienti
che nascerebbono cantando l'antico
Diatonico. mo, il genere Diatonico che si canta hoggi, come hanno creduto molti & ancora hoggi creda
no alcuni; non sarà molto difficile à persuaderloci. Primamente il suo Ditono, contiene come
vo ho detto, due tuoni Sesquiottaui; il quale interuallo accompagnato & solo, è dissonante; &
di tal natura è il suo Semiditono, & così parimente il maggiore & minore Essacordo, in oltre, il
primo & piu graue interuallo di ciauscn Tetracordo della detta spezie, è vn minore Semituono
& lemma, & tra la Tritesynemmenon & la Paramese è il maggiore detto Apotome; doue per il
contrario in quella che si canta hoggi, è maggiore il primo & piu graue interuallo del Tetracordo, che non è quello che si
troua tra la Paramese & la Tritesynemmenon. Trouasi ancora nel
Diatono, che il Tritono supera la Semidiapente, & per il contrario in quello che si canta hoggi
la Semidiapente, eccede il Tritono. Hora perche nel nostro Diatonico non si trouano alcuni
de particolari sopradetti, anzi sono in certo modo à essi contrarij, ne segue necessariamente che
in alcun modo possa essere questo quello. Conuiene bene il Diatonico d'hoggi in alcune cose
con il Syntono di Tolomeo, le quali sono hora per dirui. Primamente l'imperfette consonan
ze di questo (lasciando per hora di considerare le dissonanze) crederò non errare à dire, che el
le caschino quasi che sotto le proporzioni di quello; ma non già sono di parere, che elle si con
giunghino insieme di parti à esso simili; come per essempio. tengo che la Terza maggiore sia
contenuta da vna proporzione irrationale assai vicina alla Sesquiquarta, ma non gia chei suoi
lati (per così dirgli) siano il Tuono Sesquiottauo & il Sesquinono; ma si bene due parti vguali
di detta Terza, tale quale ella è diuisa al modo de Tetracordi d'Aristosseno; ma non cose esat
tamente. la Terza minore poi, crederò che ella sia composta d'vn Tuono dell'istessa misura di
quelli della maggiore, & d'vn'altro interuallo alquanto piu grande della Sesquiquindecima; &
in tal maniera & di si fatte parti composti insieme verranno tutti gli altri interualli: & dall'Ot
Non
cantarsi hoggi nella
vera sua proporzione altro interuallo, che l'OtTaua.taua in poi, tengo che qual si vuoglia altro, non sia in modo alcuno contenuto dalle proporzio
ni assegnate loro; intendendo nella maniera che veramente si cantano hoggi comunemente. Il
che poco di sotto sensatamente mostreremo. Ecci quest'altra conuenienza tra di loro, che i
Tuoni negli estremi de quali vsano piu frequentemente i moderni prattici contrapuntisti segnare per accidente il Diesis X
& il b molle; sono tra le corte Syntone i minori, la qual cosa pa
re che voglia auuertirne non senz aragione, che l'vsare ne maggior Tuoni segni si fatti, verreb
bono alcuni di essi Semituoni d'altra proporzione, per esser tratti da vn tutto di quello maggiore. Ha qualche conformità
ancora questo nostro Diatonico, con il Ditonico; per trouarsi cia
scun loro interuallo dell'istessa misura & proporzione vna volta che l'altra, quantunque eglino
habbiano diuerse le forme; oltre che in ciascuna spezie del Diapason, si troua la Diatessaron
quattro & cinque volte, & almeno tre ò quattro la Diapente; la qual cosa non so che in altra spe
zie ò genere possa auuenire da quelle d'Aristosseno in poi doue ne è copia maggiore, per non
hauere necessariamente ne il Tritono ne la Semidiapente, come tutte le altre Distributioni di
corde hanno. Di maniera che le perfette consonanze nel modo che si cantano hoggi, vengano
accostarsi al Diatono Ditonico, & l'imperfette al Syntono di Tolomeo, anzi di Dydimo come
intenderete; ma sempre d'vn'istessa misura & vgualità di Tuoni. Al che si potrebbe aggiugne
re & dire, che egli non conuenisse ne con questo ne con quello; per non trouarsi mai in atto nel
Ditonico l'Apotome, ne la Super 7 partiente 128, ne la Sesqiuentiquattresima, ne'l Syntono:
ma si bene le due prime per relatione nel comparare la Tritesynemmenon del Systema congi
unto,
alla Paramese del disgiunto: oltre che qual si voglia interuallo dall'Ottaua in fuore, non cade
(come ho detto) cantato però nella maniera, che si costuma hoggi, sotto la proporzione & mi
sura di quella ne di questa spezie.
STR. Troppe cose à vn diato & di troppa importanza Sig. Giouanni; il mio
ingegno è così
pigro, che egli non può seguire i vostri alti concetti con quella velocità & prontezza che voi gli
spiegate; però bisogna allentare il corso, volendo ancare di compagnia. & quantunque io manifestamente conosca, mercè delle vostre sottilissime, ingegnose, viue & vere ragioni; che il Genere quale si canta hoggi nella spezie Diatonica, non è semplicemente ne la Diatona ne la Syntona, ma vna Terza cosa mista & composta di questa & di quella; nulla di meno del continouo
(per la poca esperienza che io ho di queste cose) mi nascano nuoue difficultà & d'importanza
non piccola, per ben capire quello che voi si largamente intendete. però non vi sia graue rispondermi à quanto mi occorre per intelligenza maggiore di questo importante negozio domandarui.
BAR. Dite pure liberamente.
STR. Non so primamente in qual maniera Aristosseno distribuisse le corde de suoi Tetra
cordi; ne so qual differenza sia dalla diuisione del Liuto, à quella dello Strumento di tasti; &
conseguentemente quale si accosti piu di essi alla perfettione: non so ne anco per qual cagione
le Terze & le Seste del Diatono siano dissonanti; ne perche il Syntono sia piu tosto di Dydimo,
che di Tolomeo, ne meno da che fussero indotte le due Sette, à credere vna cosa tanto dal vero
lontana; ne come si sia possuto mutare il Diatonicamente cantare degli antichi, in questa nostra
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maniera tanto da quella diuersa circa la quantità & grandezza degli interualli; & vltimamente
come degli interualli che si cantano hoggi, non ve ne siano alcuni dall'Ottaua in poi, contenuti
nelle proporzioni assegnateli dal Teorico.
BAR. Per torui ciascuna delle dette difficultà, faremo così. accostiamoci allo Strumento di
tasti & accordatemi primamente le sue Quinte in quella eccellenza maggiore che sapete; ma per
quest'ordine che io vi dirò.
STR.Non può ingannarsi facilmente l'vdito?
BAR.Facilissimamente quanto altro senso, & maggiormente quello che in si fatte speculationi non è assuefatto. nulla dimeno, il purgato vdito di colui, che è bene esercitato, accompagnato appresso da naturale giuditio & da qualche buona regola, non s'inganna così di leggiero.
anzi vene sono de così perfetti, accompagnati dall'altre circustanze, che ciascuna differenza
benche minima in vn subito capiscano: ma venghiamo al fatto nostro senza multiplicare in
parole. Accordate prima per Ottaua A re & alamire, accordate sopr'à questa l'Ottaua di sè
Modo di conoscere qual
sia purgato vdito.
piu acuta che è A alamire. allentate hora di maniera il D solre che è sotto alamire, che risponda seco per Quinta in quella eccellenza maggiore desiderabile. accrodate nell'istessa perfettione
quella che ha sopra l'istessa alamire, la qual sarà elami; & così parimente d lasolre sotto A alamire. tirate ancora nell'istessa perfettione quella che fa Elami sopra A re. Vogliamo vedere hora se il senso si è ingannato? ecco il modo. tra le consonanze, non ve n'e alcuna compresa meglio dall'vdito & doue meno possa ingannarsi che nell'Ottaua: vediamo adunque, se la corda
D solre & di Elami, rispondano per vna Diapason con le loro replicate; che sendo in tal guisa
Perfettamente vnite, sarà euidente segno non essersi punto l'vdito ingannato nel temperamento
& perfettione delle Quinte.
STR.Accordano per eccellenza.
BAR.Seguite di accordare le altre, secondo i rincontri di queste.
STR.Ecco fatto.
BAR.Sonate adesso.
Effetti del temperamento del
Ditonico.
STR.Questa è vna musica veramente da fare aditare la mansuetudine quando
la vdisse, ne
d'altra maniera doueua esser quella che vsaua Timoteo per fare andare in collera & dare all'arme il Grande Alessandro: & quantunque io sente l'imperfette gia consonanze, dissonanti; non
per questo mi so persuadere donde ciò nasca, & che per questo siano rese le corde secondo la spezie Diatona Ditonico.
BAR.Hauete voi à memoriatra quali corde habbia il Diatono il maggiore &
minore
Semituono?
STR.Signor si.
BAR.Dite di gratia.
STR.Il minore Semituono nel Diatonico, si troua (secondo che detto mi hauere) in ciascun
Tetracordo tra le due corde piu graui; & il maggiore tra b fa & h mi.
BAR.Considerate adunque in questa sia fatta distributione, quanto piccolo sia diuenuto
quello che gia era maggiore; & per il contrario quanto sia fatto grande quello che era minore.
STR.Voi hauete mille ragioni. è nato questo forse perhauer acquistato i Tuoni quella
quantità che si è tolta in ciascuna Ottaua à due maggiori Semituoni?
BAR. Veramente si; & in tal maniera & non in altra, per essere allhora questa sola distribuitione Diatonica in vso, poteua vdire il Ditono & Semituoni, & l'vno & l'altro Essacordo,
il Diuino Pitagora. & dalla medesima cagione furono indotti quelli, che dopo lui dissero esIl Zarlino nel
proemio delle sue dimostrationi.
sere tali interualli dissonanti; se bene alcuni hanno sognato, che poteua ciò auuenire dal non
hauergli vditi ne'veri & legittimi luoghi loro; che sono secondo questi, sopra l'Ottaua: come
se in quelli tempi, non hauessero hauuto cognitione di quella quantità di corde, che per cio fare occorreua, ò che dentro l'Ottaua non facessero (ben disposti) dolcissimo vdire piu che fuore
non fanno. non sarebbe ancora punto da marauigliarsi, quando Pitagora le hauesse vdite quali sono contenute nel Syntono, & che non le hauesse apprezzate; si per non seruirsene i Musici
Quali cose apprezzasse &
disprezzasse
Pitagora, &
perche.
di quelli tempi ne canti loro, come per l'incostanza di esse: rifiutando Pitagora & sbandendo
dal mondo tutte le cose msite, impure, & varie; conoscendo della rugiada celeste la piu pura
parte, di quella si pasce & nutrisce. così parimente il Diuino Filosofo, ammetteua nelle sue cose delle piu semplici & nobili il Fiore.
STR. Prima che li leuiamo da torno lo strumento, sendo di già chiaro, che nella distribui
tione ordinaria vengano le Quinte rimesse, & per l'opposito le Quarte tese vn pocoo piu di quel
lo che alle proporzioni loro conuerrebbe, desidero sapere qual sia la necessità che à ciò l'astringe
& se per l'opposito si potessero comodamente dispor le corde di esso strumento, che le Quarte
venissero dminuite & le Quinte superflue: & non essendo questo possibile rispetto à qualche
incomodo, dimostrarmelo, & dirmene appresso la cagione; & mostrarmi in oltre di quant
venghino dal proporzionato loro essere superflui quelli, & diminuiti questi interualli; & se egli
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fusse possibile à tali inconuenienti rimediare, & farsi, che ciascuno interuallo tanto consonante
quanto dissonante cadesse sotto la vera sua forma & proporzione?
BAR. Per ben chiarire i vostri nuoui dubbij, è stato molto à proposito
hauer temperato lo
Strumento secondo il Diatono; nella quale Distributione vengano come hauete vdito, disso
nanti quell'interualli che appresso de moderni prattici hanno nome di consonanze imperfette:
non per la perfettione delle Quinte come infiniti ardoto (con dire; ma per la grandezza de Tuoni
& picciolezza de Semituoni. Volendo hora in tae strumento, temperare di maniera le corde

del presente Diaason, che ciascun suo Ditono, Semiditono, insieme col maggiore & minore Essa
cordo venghino consonanti, e di necessità ridur
le come elle erano prima; la quale Distribuituone
si accosta all'ordine & proporzione del Syntono: n
on che ella sia l'istessa comecredano e scriuano
alcuni, ne che gli autori di essa pensassero mai à tal cosa; ma venne fatta loro à caso nel cercare di
accordare gli interualli piu vicini alla perfettione che la natura dello Strumento, anzi la quan
tità & qualità delle corde, de incontri, & del sapere di quelli artefici comportaua. Fuggendo
semore (come altra volta si è detto) l'integualità de Tuoni, insieme con ciascuno inconuenien
te che in questa moderna prattica da essi proceder potesse: per il che fare noi al presente, torremo
principalmente secondo il modo dd'Aristosseno, per non potersi in altra maniera diuidere in parti vguali alcuno interuallo
superparticolare, quattro settime parti d'vn Comma de nostri t
empi,
Di quanto
voghino alterati gli interualli nel temperamento dello Strumento
di tatti ordinario.
all'interuallo che è tra la corda F faut & G solreut, con auuicinare questa à quella per tale quantità. & à ciò che tra G
solreut & alamire rimanga dopo hauer quella abbassata quanto si è
detto
la medesima distanza che si troua tra F faut & G solreut, allenteremo il detto alamire per vn
intero Comma, & di piu vna Settima sua parte. faremo dipoi la corda h mi, piu graue dell'es
sere nel quale si troua, vn Comma & cinque Settime sue parti; & così verrà à contenere tra esso
& à lamire, il medesimo spatio che è tra i congiunti due Tuoni piu graui. il lasciare hora tra la
corda h mi & quella di c solfaut, tutto l'auanzao che si è tratto per rata da tre tuoni che con
corrano alla compositione del Tritono, non conuiene in modo alcuno: perche non solo la Terza minore che si troua tra alamire
& c solfaut, rispetto all'acquisto fatto, è come voi potete
vdire dissonante; ma ancora il Lemma che prima era tra h mi & c solfaut, nel volerlo accresce
re sin'al termine d'vna Sesquiquindecima ò poco piu come ho detto, è fatto superfluo d'vn mezzo Comma: ma perche la Quinta
che si troua tra F faut & c solfaut, non rtesti diminuita di tanta quantità, & che la sopradetta Terza minore venga (con vn
poco piu auuicinarsi alla meno
di lei imperfetta) manco languida & piu grata all'vdito; abbasseremo c solfaut due Settime par
ti d'vn Comma: & di tanto verrà necessariamente diminuita ciascuna Quinta. il che fatto, sarà
di mestiero, volendo che tra esso c solfaut & lasolre, rimanga la medesima distanza che si troua tra F faut & G solreut &
gli altri Tuoni diminuiti; abbassarlo sei Settime pati d'vn Comma;
& à ciò che elami non ecceda quelli, lo abbasseremo vn Comma intero e tre Settime sue parti di
più. il quale auanzo, lasceremo tutto all'interuallo che rimane tra esso elami & F faut: & così
verrà essersi augumentato l'vno & l'altro minor Semituono & Lemma, d'vn Comma & di tre
Settime sue parti. & quantunque il maggior Semituono di questa nuoua distribuitione, ecce
da di qual cosa la Sesquiquindecima, non è inconueniente, per esser tratto da vn tutto mag
giore del Sesquinono. per il qual'ordine poi si anderanno distribuendo tutte le altre cor
de che essa Diapason ha sotto & sopra & dentro à suoi termini. Potete hora da quello che si è
detto comprendere chiaramente, non solo che la Quinta viene principalmente dal proportiona
to esser suo, rimessa, e tesa la Quarta; ma di che portione; & in oltre, che quanto à chi volesse
per il contrario dare la Diatessaron diminuita, & superflua la Diapente, è impossibile. ne può
stare la cosa altramente che i nquesta maniera, perche la principale acgione di ciò, consiste nella
Da quello
nasca la sudetta imperfettione.
quantità de Tuoni che esse consonanze contengano, & in quella portione di che essi Tuoni si
diminuiscano, & se ne augumenta i Semiuoni che contengano, & in quella portione di che essi Tuoni si
diminuiscano, & se ne augumenta i Semituoni che contengano tali interualli; la quale hauete
ancora possuto vedere quanto ella sia, tra quali corde, perche, & come distribuita, ma è d'auuer
tire in questo temperamento, che le corde quali prima conteneuano il Ditono, contengano ho
ra la maggior Terza, & la minore quelle che conteneuano i lSemiditono: e tra quelle corde che
nel Diatono si trouaua il maggiore Essacordo, vi si troua al presente la maggiore Sesta, & la mi
nore viene à essere contenuta tra quelle che racchiudeuano il minore Essacordo. Si troua adun
que nel mostrato temperamento, essersi diminuito ciascun Tuono di quattro Settime parti d'vn
Comma, il Ditono d'vno intero & di piu d'vna Settina sua parte, la Quinta di due Settime parti, & l'Essacordo maggiore di
sei Settime parti; doue per c
ontrario vi ene à essersi augum
entato il
minore Essacordo d'vn Comma intero & in oltre d'vna Settima sua parte; la Quarta di due Set
time parti, & il Semiditono di sei. dal che si può fare argumento, quanto s'ingannino quelli che
dicano il Comma non essere sensibile; & hanno con tutto questo confessato, che negli strumenti
di Tasti del suono de quali fanno professione grandemente intendersi, ritrouarsi le Quinte dimi
nuite & le Quarte superflue; il che crederò facilmente habbiano piu tosto detto per creanza, che
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per veramente sapere che il fatto stia così.
STR.Voglio con questa occasione dirui, quello che à di passassi mi occorse ragionando
con vno di questi tali sonatori; il quale à ciasucn parto voleua, che sonando semplicemente quelRegistri dissonanti.li due registri distanti per vna Quinta, che sono ordinariamente in ciascun'Organo da Chiesa,
sopra la Quintadecima; facessero, senz'hauer sotto l'Ottaua & il principale, buonissimo vdire:
non si accorgendo in tal maniera disposte le Canne, che in compagnia della Quinta è sempre la
Nona, & della Quart ala Settima. non fu possibile con tutto questo farlo per via di ragioni capace: di maniera che io fui quasi che forzato da lui, andare seco sopra vn'Organo; & aperti i
due detti registri & cominciato egli à sonare, voleua in tutti i modi che le Quinte, le Quarte, le
Terze maggiori, & le minori con vna Quinta nell'acuto, ouero nel graue, vnissero (senza hauer sotto la solita base dell'Ottaua & del principale) per eccellenza: il quale difetto si nasconde allhora à gli orecchi de vulgari, mediante il grande strepito che fanno la quantità & qualità delle Canne che suonano nell'istesso tempo. & se non si metteua di mezzo l'autorità d'vn suo
homicciatto che daua il vento alle Canne, mi metteua con la sua importunità, per la mala via;
il quale così disse. Voi sete venuti qua su (credo io) per burlarmi; ò voi sonate come si deue, ò
io lascerò di alzare i mantici. Vn'altro pur di questi saputi volle già persuadermi, che i detti
due registri erano distanti l'vno dall'altro per vna Quinta perfettissima; & che separatamente
ciascuno tra le sue particular Canne, haueua però le Quinte scarse all'ordinario degli altri strumenti di Tasti. al quale io soggiunsi. il G solreut del registro più graue, è egli vnisono con c
solfaut del piu acuto? ben sapete rispose egli. ond'io replicando gli dissi; che tra due cose vguali in lunghezza, non poteua in modo alcuno esseruene vna piu dell'altra corta, & così per il contrario, sendo vna maggiore
dell'altra, non possano naturalmente essere vguali, ond'egli tornato in se, ne ammutì.
BAR. Gran cosa è veramente, che la piu parte degli huomini parlino così liberamente
& volentiere di quelle cose che meno intendano: ma lasciamogli da parte, e torniamocene alla nostra Distribuitione delle corde, la quale volendo applicare al Diatonico Syntono, si sarà venuto
à torre à ciascun Tono maggiore quattro Settime parti d'vn Comma; & di tre di esse si sarà augumentato l'interuallo Sesquinono detto ancora Tuono minore; per la qual cosa verranno à esser fatti vguali. si viene ancora hauere diminuito ciascuna Sesquiquarta, forma della Terza maggiore, d'vna Settima parte
del Comma; & d'altretanto la Sesquiquinta, forma della Terza minore; poiche la Diapente resta scema di due Settime parti del
detto Comma. talmente che la Sesquiquindecima, detta hoggi Semituono maggiore, viene accresciuta di tre Settime parti del medesimo interuallo; & conseguentemente la Sesquiuentiquattresima, detta Semituono minore; viene à rimanere nella prima sua forma; l'opposito à punto di quello che occorre alle voci. di maniera che sendo vero quanto
ho detto, verrà la Superbipartiente terza forma della Sesta maggiore, hauer preso augumento di quanto si èdiminuita la minor Terza; & la Supertripartientequinta, forma della Sesta minore,
vien parimente accresciuta di quanto si è diminuita la Terza maggiore; & la Quarta viene à essersi augumentata dalle due Settime
parti del Comma, delle quali
si diminuì la Quinta; & l'Ottaua lontana sempre (per la cagione che si dirà di sotto) da qual si
voglia estremo vitioso, rimane dentro la Dupla nella solita sua eprfetta forma. Sono stati altri che
allontanatosi nel distribuire l'istesse corde nella medesima spezie da questo si fatto parere, hanno
voluto in vece delle due Settime parti del Comma che si è tolto alla Diapente & augumentatone la Diatessaron, toglierne vna Quarta sua parte; per fare à detto loro meno imperfetta questa
& quella d'vn ventottesimo di esso Comma: ma è poscia restata la Sesta minore, & la maggior
Terza dell'istessa misura che il Syntono le contiene; per hauer tolto al Tuono maggiore vn mezzo Comma & hauerlo dato al minore & fattigli vguali, la qual cosa reputerei degna di consideratione, quando così stesse; ma per essere in fatto la medesima della prima, la metteremo appresso le altre loro impertinenze.
STR.Da che nasce Sig. Giouanni, che quando erano distribuite le corde di questo Strumento secondo l'ordine Ditonico, doue le consonanze dette hoggi perfette erano tese nella vera proporzion loro, tra le quali
non accordauano alcune delle Terze ne delle Seste; che in questo doue
le Diatessaron vengano superflue non che nel vero loro essere, non si ode fra gli estremi di esse nel
graue, ò nell'acuto, alcuni di quelli cattiui effetti, che si vdiuano in quello?
BAR.Non può dentro ne fuore con alcuno degli estremi della Quarta auuenire tal cosa, per
essersi con hauer diminuito i Tuoni & augumentato i Semituoni minori, tolta via la cagione del
dissonare alle Terze & alle Seste: i quali accidenti, & non la perfettione delle Quinte & delle
Quarte, impediuano (come si è detto) l'accordo di quelle. oltre al potersi molto bene ritroua
re negli Strumenti di tasti, le Quinte & le Quarte nella vera proporzion loro, senz'altramente impedire l'accordo dell'imperfette;
come sensatamente può vedere & vdire ciascuno, nel tempera
mento di quello nuouamente da noi ritrouato: il quale in prattica riesce in quella eccellenza &
perfettione maggiore che si può desiderare.
S.Resto interam
ente appagato; ma v
enghiamo alle Distribuitioni di Dydimo & d'Aristosseno.
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BAR. Dydimo Pitagorico Musico Nobilissimo, fu quanche anno auanti à Tolomeo; &
fece in ciascuno de tre generi d'harmonia, vna nuoua Distribuitione di corde; e tra le altre, quella Syntono come distribuito da Dydinio.
che egli fece nel Diatonico, procedeua in ciascun suo Tetracordo nella maniera che vedete in
Tetracordo Hypaton di Dydimo.
E lami. |
72. |
|
|
|
Sesquiottauo e Tuono. |
}9.differenza. |
D solre. |
81. |
|
|
|
Sesquinono. |
}9.differenza. |
C faut. |
90. |
|
|
|
Sesquiquindecima. |
}6.differenza. |
h mi. |
96. |
|
|
Venne dopo Tolomeo, & mutò l'ordine de due interualli men graui di ciascun Tetracordo; mettendo quello di mezzo al luogo del
men graue, & il men graue nel luogo di quello di mezzo:
con dire che al maggiore non conueniua essere iui collocato; ma si bene à quello di lui minore,
& maggiore del piu graue, dal che potete comprendere, qual sia la parte che à Tolomeo nel Syn
tono, & à chi si debba di ciò dare l'honore & la palma.
STR. Per qual cagione crediamo noi, che quelli che hanno cerco persuaderne, che
quello
che hoggi si canta è tutto Syntono, nella spezie Diatonica intendendo, habbiano piu tosto detto essere di Tolomeo che di Dydimo? non facendo (per quant'io vedo) applicato à questo nostro modo di comporre & cantare, comodo ne incomodo maggiore questa di quella Distribuitione.
BAR.Quello che non hauerebbe dato noia à voi & à molti altri,
pregiudicaua forse à disogni degli autori di queste cose.
STR.Come di gratia.
BAR.L'iteruallo che nella Distribuitione di Dydimo si troua tra G solreut & h mi,
è un
Ditono, & non una Terza amggiore di quelle che la piu parte credano che si cantino hoggi; &
quello che si troua tra h mi & esso G solreut, è vn minore Essacordo, & non vna minor Sesta.
la onde hauendo essi prima negli scritti loro detto, che si fatti interualli erano dissonanti come
hauete vdito che veramente sono; veniuano troppo alla scoperta & in vn subito, à porgere oc
casione d'impedire i disegni loro. & che essi interualli apparissero tali, eccoui la prima spezie
del Diapason distribuita secondo l'intentione di Dydimo, la quale essaminata da voi diligen
temente, trouerete esser uero quanto ho detto. & quantunque in quelli di Tolomeo sia occorso
come veduto hauete l'istesso; non per ciò è stato così manifesto al senso & giuditio de uulgari;
Perche attribuito il Syntono à Tolomeo.
& si è possuta all'uniuersale sin ad hora tal cosa piu facilmente defraudare: e tale è stata la cagione, che piu di Tolomeo,
che di Dydimo habbiamo detto essere la spezie Diatonica che si canta
hoggi: se già noi non uolessimo dire (la qual cosa non credo in modo alcuno) che gli haues
sero ignorato la differenza che si troua tra esse, da questo auuenne ancora, che dettero nome di
Comma, all'eccesso di che il Tuono minore è dal maggiore superato; & non à guisa degli anti
chi, à quello di che i lSemituono maggiore loro, il minor superaua; per hauerne di questi di piu
sorti come hauete ueduto.

STR. Qual crediamo che fusse la cagione, di persuadere à tanti di quella prima
setta, che
Aristosseno
nel primo &
secondo degli
elementi. Euclide nell'Introduttorio.
Vitruuio nel
quarto capo
del quinto.
quello che si era cantato se non prima come io stimo, da Guido Aretino in dietro, fusse l'anti
chissimo Diatono? tra i quali sono stati tanti dotti e reputati scrittori; come il Fabro, il Gafu
rio, il Glarano, il Valgulio huomo litteratissimo & di eleuato ingegno, & altri infiniti; hauen
do à essi tanti grandi huomini detto prima espressamente, che gl'interualli minori del Diatessa
ron, & quelli ceh si trouano tra la Diapente & la Diapason, erono tutti dissonanti, tra i quali,
Aristosseno, Euclice, & Vitruuio, non so come piu chiaramente negli scritti loro lo potessero
dire; oltre all'essere in sè la cosa tanto facile da manifestarla al senso dell'vdito.
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Guido Aretino non hauere hauuto contezza d%elle consonanze im.
perfette.
fu Monaco di
San Benedetto.
BAR.A Guido Aretino, poteua venire difficilmente questo si fatto concetto in consideratione; imperoche sendo egli Monaco,
& il suo fine d'insegnare con facilità à cantare il canto fermo
à suoi monachi; il quale sendo à una voce sola, & non nascendoui consonanza di alcuna sorte,
non poteua in modo alcuno di ciò dubitare. la cagione poi che nel suo Introduttorio segnasse
le corde con gli istessi numeri che mette nel suo Timeo Platone, assegnateli prima da Pitagora,
& seguitate poscia da Boethio; non da altro fu indotto (per quanto io n'estimi) che per dare reputatione alla cosa: togliendo non solo la piu antica, & famosa Distribuitione di corde che
mai fusse stata conosciuta; ma quella che dalla natura fu data à mortali. & per l'istessa cagione
non volle segnare la corda B fa nella h mi, poi che non la vsarono ne loro Systemi i Greci, nei
latini; il parere del quale fu prima da altri spoto in vso, & dopo da infiniti altri grandemente
approuato.
STR. Di maniera che ne tempi di Guido Aretino, voi credete che si cantasse il piu graue interuallo de Tetracordi per vn lemma, & non come hoggi per vn maggiore Semituono? & che
non si cantasse in consonanza?
BAR.Che non si cantasse in consonanza, lo tengo per fermo; per non trouarsi nel suo In
In qual maniera si cantasse ne suoi
tempi.
troduttorio memoria alcuna delle consonanze imperfette; ma credo bene che si sonasse. che l'interuallo piu graue de Tetracordi
fusse poi vn minore ò vn maggiore Semituono, crederò piu fa
cilmente questo che quello in tal luogo si cantasse; & questa è la cagione che à ciò creder mi nuoue. Ne tempi di Guido Aretino,
era spento ancora (per modo di dire) nell'Italia qual si vo
glia lume di virtù, & particolarmente della Musica regolata: ne era per questo che fra gli huo
mini non si fusse mantenuto quel modo di cantare che nel principio del mondo naturalmente
si acquistarono; & è l'istesso di quello che i rustici agricultori nel cultiuare i campi, & i pastori
per le selue & monti dietro à loro armenti vsano per discacciare con esso la noia de petti loro apportargli dalle c
ontinoue & graui fatiche. la qual sorte di canto si è sempre vsato fra gli huomi
ni dalla creatione di essi sin à tempi nsotri; ne hauerà fine se non con loro insieme, ò con l'istesso
Cantare, da
chi si sia imparato.
mondo: quantunque Stheneo col testimonio di Camaleonte Pontico dica, hauere gli huomini
apparata questa facultà, nel cercare d'imitare il canto degli vccelli. Haueuano adunque gli
huomini sin à quel tempo ò poco auanti, pianto molti secoli continoui le miserie loro; doue poscia à poco à poco cominciarono
à dare opera alle lettere, alla Musica, & alle altre belle arti:
la onde i sopradetto Aretino in quelli tempi intendentissimo dall'arte Musica, quanto però
c
omportaua in quel clima la fortuna del secolo; cominciò a riordinare il modo del cantare: dando
non solo nuoui nomi alle corde, come poco auanti lui era venuto in vso, dinotandole c
on i mede
Guido Aretino aggiugne
sei corde al
Systema.
simi caratteri dell'Alfabeto latino, acciò con facilità & distintione maggiore si potesse imparare
di portare comodamente le voci; ma ne nominò ancor'egli oltre à quelle del Systema massimo
congiunto & disgiunto, cinque nella parte acuta & vna nella graue: distribuendole poi in sette
Essacordi, che tante erano le lettere delle quali si seruì; come nel suo Introduttorio apparisce:
Demetrio Falereo.
ad imitatione forse di quello che Demetrio Falereo dice in proposito dell'vso delle vocali, con
l'essempio de Sacerdoti di Egitto, i quali sul suono di esse che sette partiemnte erano, pronuntia
uano le note delle sacre Cantilene. Si seruirono i Musici prattici che furono poco auanti à tem
pi di Guido Aretino, per significare le corde delle cantilene loro degli istessi caratteri che vsaua
no già gli antichi Greci, & di quelli ancora de latini, segnandoli sopra sette linee in questa ma
niera; ad imitatione forse delle sette corde dell'antica Cithara.
Hd
Ac
M h
?A
TG
?F
? E
Ac
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LA onde Guido Aretino tolse poi via la fatica delle molte linee & chiaui, sopra le quali in vece
Guido
è il primo che segnale note nello
spatio.
delle note de nostri tempi, ritrouate già in Parigi dal gran Dottore Giouanni de Muris, Punti
vsauano; ponendogli esso Guido dentro ancora allo spatio che si trouaua tra questa & quella li
nea come ancora hoggi costumano i Compositori; dall'vso de quali, si acquistarono nome di
Contrapuntisti, il quale fu molto à proposito. imperoche componendo le Cantilene loro di
Chiaue
era
ciascuna lettera & corda.
punti, che nulla altro essere hanno nella Natura, che nella sola immaginatione degli huomini, à
caso non altramente che si componghino hoggi i superstitiosi Geomanti le figure intorno à giuditij de quesiti fattigli; delle
quali ne giudicano poi quello che l'istesso caso (secondo però alcu
Note ritrouate da Giouanni de Muris. ni pochi principij e termini lro) ha cagionato; senz'altramente sapere auanti gli effetti che po
teuano nascere piu in questa che in vn'altra maniera operando. & si come da diece ò piu geo
manti, anzi da vn solo, si hauerà altretanti diuersi pareri sopra il medesimo dubbio, formando
Donde
deriui il nome da
Contrapuntista.
sopra esso diece ò piu figure; così parimente, dando cura à diece ò piu Contrapuntisti; di espri
mere vn'istesso & particolarmente affetto d'animo con la musica loro secondo l'vso di questo secolo;
l'esprimeranno in altrettante ò in piu differenti maniere & variati Tuoni: & l'istesso auuerrà à
vn solo, se diece ò piu volte si prouerà d'esprimerlo. non per altro, che per hauer tolto e questi &
quelli il caso per guida dell'arte & saper di essi; ò pur vogliamo dire, che principij loro siano or
Seneca de
beneficij & aancora Petronio Albitroditi di nebbia, d'aria & di vento ripieni à guisa degli habiti (secondo che ci racconta Seneca)delle gentildonne Romane lasciuissime
allhora.
STR. Si seruiuano adunque auanti à Guido, solo delle linee nello scriuere i Musici
le musiche loro?
BAR.Veramente si, & vsarono come ho detto diuerse cifere per dinotare le chiaui,
& maggiore quantità di linee, almeno per le musiche che si suonauano; mediante il non fare conto alcuno dello spatio che si troua tra questa & quella: forse per maggiormente di notare al senso come è detto, le corde dalle quali furono tratte. hauendo poi diuerse cifere greche, che dinotauano le chiaui & note loro, come
in quelli essempi hauete possuto comprendere.
STR.Potrebbesi vederne alcuna, di quelle si fatte Cantilene antiche moderne?
BAR.Potrebbesi per certo.
STR.Non vi sia graue piacendoui farmene mostra di alcuna.
BAR.Eccoui l'essempio d'vna tra le altre che mi sono capitate in mano, la quale mi fù
gia
da un Gentilhuomo nostro Fiorentino donata, ritrouata da lui in vn'antichissimo suo libro; &
è delle piu intere & meglio conseruata d'altra che io habbia mai veduta; & poco di sotto ve ne
msotrerò pur delle moderne, piu di questa antiche.
[Figure]
STR.Qui bisognerà vna lunga diciferatione, volendo che io la sappi leggere, non che
cantare.
BAR.Bastiui questo per hora, che ella è vna Canzone da sonare & cantare piu tosto
(per
mio auuiso) alla Tibia, che alla Lira; & è del Tuono Mixolydio: & al suo luogo v'interpreterò
minutamente ciascun'altro suo particolare, però andiamo seguendo di dichiarare (senza metterne de nuoui in campo) i dubbij prima da voi propostimi.
Zarlino nel
capo 30. della seconda parte delle sue
Institutioni.
STR. Sia come piace à voi; ma tornando à Guido Aretino, mi pare che
gli deuiamo molto,
hauendo egli in quella rozzezza de tempi aggiunte tante belle cose alla Musica prattica; & prima che mi esca di mente son forzato contro il patto, domandarui d'vn altro nuouo dubbio, si
che perdonatemi. Non so à qual fine Guido Aretino, aggiugnesse tante corde al Systema, non
cantandosi ancora secondo il parer vostro) in consonanza; ma vn semplice canto fermo simile
à quello della Canzone pur hora mostratami.
Corde aggiunte al Systema da Guido, donde tratte.
BAR.Non tengo io, che Guido Aretino, aggiugnesse alcuna corda al Systema; ma si bene
che egli desse i nomi particolari à ciascuna; & quelle corde che si vedano nel suo introduttorio
oltre alle quindici degli antichi Greci, tengo per fermo che le traesse ò da Tuoni di Boethio, che
otto sono, gli estremi de quali ricercano l'istessa quantità di voci & per l'istesso ordine. ò pur vo
gliamo dire, che lui le traesse da gli strumenti di fiato, come dall'Organo ouero da quelli di cor
de che erano in vso in quelli tempi, simile ò forse gli stessi che erano già il Simico, & Epigonio
appresso i greci; da quali ne tolse per la spezie Diatonica che esso intese cantarsi ne suoi tempi,
quella quantità che comodamente ricercauano la diuersità delle humane voci che sopra essi
diuerse arie cantauano, ma non nell'istesso tempo: assegnandone otto alla parte graue, otto à
quella di mezzo, & il restante all'acuta. di maniera che tra tutte, per essere l'infima delle otto di
mezzo, la medesima della men graue delle graui, & la suprema pur di quelle di emzzo, la meno
acuta delle acute, vengano à fare la somma di ventidue voci & corde in tre ottaue, come ho
Piermaria
Bonini nella
sua musica.
detto diuise, le quali hanno detto altri, che egli le ordinò in sette Essacordi, per volere con
tali numeri che sono il sei & il sette, dinotarci l'eccellenza, & la perfettione, che in essa Distri
buitione si trouaua. auuengache il numero di sei è il primo de perfetti ,si come i lsecondo è il
Numeri perfetti 6.28.
446.3128.
e d'altri simili.
vent'otto; il quale vien prodotto dal Settenario & dalle sue parti. altri hanno detto, che elle
furono da esso oridinate per Essacordi maggiori, per contenere ciascuno di essi in tal manie
ra disposti, qual sia delle tre spezie del Diatessaron. e tornando à due strumenti di corde pur
hora nominati, dico che vno di essi ne haueua trentacinque, & l'altro quaranta. dalla quan
tità delle quali, si può fare argumento che i professori di essi, sonassero in c
onsonanza; tocc
andole
non piu con il Plettro, la cognitione del quale era andata in tutto & per tutto in oblio, ma
con le dita, à guisa dell'Harpa: & quale spezie di harmonia per le consonanze sia piu delle al
Catare d'hoggi d'onde deriuato.
tre atta, di già l'habbiamo dichiarata. dalla qual maniera di sonare, hebbe verisimilmente ori
gine (come al suo luogo mostreremo) questo modo di comporre & di cantare nell'istesso tem
po tante arie insieme; & secondo la distribuitione delle corde & non altramente, portauano
i musicali interualli i cantori di quei tempi, & si è condotto & seuato sin ad hoggi; dando
nome di consonanze imeprfette alle Terze & Seste maggiori & minori, il cognome delle qua
li deuette cagionare nella mente all'vniuersale, e persuaderlo senz apensare piu oltre, à crede
re & dire che elle fussero l'istesse del Ditono & Semiditono. & del maggiore & minore Es
acordo, secondo la forma che elle erano contenute da numeri Pitagorici nell'introduttorio
di Guido Aretino. perche quel nome d'imperfette consonanze, fu veramente messo loro con
giuditio, & discretione grandissima; non solo per l'indeterminata & variabile natura loro; ma
perche la piu parte di esse (per n
on dir tutte) paiono piu tosto, che elle siano realmente consonanti;
quantunque elle siano state accettate da moderni prattici Contrapuntisti per tali, senza cercare
piu oltre, mediante la necessità scopertasegli loro addosso. e tale openione (che elle fussero
page 39
L'istesse dell'antiche) durò nelle màti degli huomini, sin che v
enne il Reuerendo M. Gioseffo Zarli
Da che indotto il Zarlino
à dire che la
spezie diatonica che si canta hoggi sia il
Syntono. no; il quale con diuerse ragioni ha cerco di dimostrare al senso & all'intelletto, che tali imperfet
te consonanze non sono in modo alcuno quelle che si trouano tra le corde distribuite secondo il
Diatono Diatonico, ne à si bene quelle istesse del Syntono di Tolomeo.per la nouità della qual
cosa, si lasciò indurre à credere & dire, che la spezie Diatonica che si suona & canta hoggi, & tut
ta Syntona di Tolomeo; la quale come hauete veduto non è vera. Però non vale à dire, dal Syn
tono di Tolomeo si ha le terze & le seste consonanti, quello che noi cantiamo sono altresi con
sonanti, adunque sono l'istesse di Tolomeo, nulla di meno, à quest'huomo essemplare di costu
mi, di vita, & di dottrina, deue il modo per le molte belle fatiche che egli ha fatte particolar
mente intorno la musica, perpetuo obbligo; dalle quali si trae cognitione d'infinite cose, & sen
Laudi del
Zarlino. za esse ne sarebbono facilemnte la maggior parte de gli huomini al buio.
STR.Desidero Signor Giouanni intendere come erano fatti quelli due strumenti di
corde
antichi, di che poco di sopra hauete fatto mentione cioè quanto alla forma & alla distributione delle corde loro.
BAR.Voi mi chiedete vna cosa, della quale non ci è come della Platage d'Archita,
altra me
moria che il nome & la quantità delle corde; la cognitione di che, quantunque piccola, non dubito punto che quelli che giuditiosamente
vorranno andare conietturando, non trouino à vn
di presso la forma che potessero hauere, & in qual proporzione fussero in essi tese le corde loro.
& per diruene breuemente quello che io ne creda, tengo che la materia & la forma fusse vn te
laio di legno, simile l'vno & l'atro à quello dell'Harpa; dentro al quale nell'istessa maniera ò poci differente, fusse tesa
quella quantità di corde che hauete inteso, & in tal modo fra di loro di
stribuite; rimettendomi sempre al giuditio di quello che meglio di me intendesse. Ritrouo lo
Epigonio qllo che sia &
da chi ritrouato.
Giulio Polluce.
Epigonio, Epigono Ambraciota, capo d'vna fetta famosissima, negli istessi t
empi, ò poco auanti, ò
poco dopo a Socrate; per quello ce ne dice Porfirio nelle sue annotationi sopra la musica di To
lomeo: il quale Epigono (secondo che paice à Giulio Polluce) fu il primo che vsasse di per
cuotere le corde con le dita senza il Plettro; il qual modo di toccar le corde, insieme con la quantità di esse, argumenta
che egli sonasse in consonanza.la maniera del quale fu dopo
(per quello ce ne racconta Suetonio Tranquillo) seguitata ancora da Nerone; dicen
doci Suetonio nel discriuer la vita di lui, che sendo egli vna volta tra le altre
comparso publicamente in Scena per cantare alla Lira, in mazzo con
alcuni scenici citharedi de suoi tempi, fece prima in essa vna bella
ricercata con le dita, & dipoi cominciò à cantare. Del Simi
co poi, non si troua chi ne sia stato autore, di che molto
mi marauiglio. auuenga che verisimilmente, ha
uendo egli trentacinque corde, douette esser
prima dell'Epigono, che n'haueua
quaranta, ritrouato. l'autore del
quale non men di lode de
gno si reputa de suoi
seguaci, che l'Ambraciota Epigono.
page 40
[Figure:
Essempio dell'Epigonio, Strumento di quaranta corde,
ritrouato da Epigono Ambraciota.
]
page 41
[Figure: Essempio del Simico, Strumento di trentacinque corde.]
VENGO
page 42
VENGO alle Distributioni d'Aristosseno & dico; che Aristosseno Musico & Filosofo nobi
lissimo, fece sei diuerse Distributioni di corde; cioè due Diatoniche, tre Cromatiche, & vna Enharmonia: ma noi per breuità
tratteremo solo di quelle che al bisogno nostro occorreranno; ri
Al secondo degli elementi
harmonici.
serbando le altre per doue occorressero. Vsò questo scientissimo Musico, di assegnare à ciascu
no intteruallo de suoi tetracordi, quella portione & quantità di suono del Diapason, che al ge
nere & alla spezie diuersa loro conueniua: & per ciò fare, diuse primamente il Diatessaron che
c
onstaua di due Tuoni & d'vn' intero mezzo di questi, come c
onforme à suoi disegni, in sessanta particelle vguali; quanto al suono dico, & non qu
anto alla lunghezza della linea & corda; se bene in
essa era ancora tal quantità considerata: dando poi dodici di esse parti al piu graue interuallo
di ciascun suo Tetracordo, ventiquattro à quello di mezzo & il restante all'acuto. al quale Sy
Tolomeo nel
primo degli
harmonici à
12 capi.
stema in sì fatti Tetracordi diuiso & ordinato, dette nome di Diatonico incitato. chiamando
il piu graue interuallo di ciascuno di essi Tetracordo semituono, e Tuono l'vno & l'altro di es
so piu acuti: e tali & sifatti erano i Tuoni & i Semituoni di che egli trattò in diuersi propositi
delle sue Distributioni. De tre Cromatici che lui fece, dette nome à vno di Toniaco, il quale
così ordinò. Assegnò al piu graue interuallo di ciascun suo Tetracordo, dodici delle sessanta par
ticelle sopradette, nelle quali haueua diuiso il Diatessarno; altretante ne daua à quello di mezzo,
& le altre all'acuto.
STR.Non era l'istesso hauer diuiso il Diatessaron in cinque parti vguali, che in sessanta; &
hauerne date nel Diatonico incitato vna di esse al piu graue interuallo del Tetracordo, due à
quello di mezzo, & il restante all'acuto? & nel Cromatico Toniaco hauer dato vna di esse al piu
graue interuallo del Tetracordo, vn'altra à quello di mezzo, & le tre che restauano all'acuto?
Perche diuida Aristosseno il diatessaron in 60
particelle.
BAR.Era per le due Distributioni che hauete detto; ma volendo che tale diuisione del
DiaTessaron seruisse per ciascuna delle altre quattro diuersamente distribuite, non poteua per fuggire
la noia de rotti in minor quantità di parti diuiderlo. imperoche dal tuono fu di bisogno torne
hora la metà, & hora la quarta parte; & dal Semituono non solo questa & quella, ma la terza
ancora; e tal volta fu di bisogno di augumentare l'vno & l'altro d'vna tal portione, per potere
comodamente comporne qual sia degli altri interualli che concorreuano alle sue altre Distribuitioni diuerse. per lo che fare elesse il numero sessanta, come quello che è capace d'esser diuiso in due, in tre, in quattro,
in cinque, & in sei parti.
STR.Per l'istessa cagione douettero facilmente gli antichi musici, assegnare alle corde del
Diatonico Diatono, quelle tante decine di migliaia? accioche gli stessi numeri seruissero comoDamente per il Cromatico, & per l'Enharmonio?
BAR.Così fu veramente; & ciò si può nell'antico Enharmonio particolarmente considerare, tra la corda Tritesynemmenon segnata con questo numero 4491.& la Paranete dell'istesso
Tetracordo segnata con quest'altro 4374. Torno in oltre a dirui, in proposito delle Distribuitioni d'Aristosseno; che il Diatonico Incitato, & il Cromatico Toniaco, le quali due spezie vsano comunemente il Liuto & la Viola d'arco; si accostano piu alla perfettione le consonanze di
questi, intendendo al presente per la perfettione, la quinta dentro la Sesquialtera, & la quarta
nella Sesquiterza; che non fanno quelle dello strumento di tasti che per semplice Syntona ci è
stata predicata da quelli che hanno confutato le Distribuitioni d'Aristosseno senza dirne il perche. & col mezzo del particolare Monocordo loro, potrà ciascuno che si piglierà cura di essaminargli, sensatamente vedere tal verità.
STR.Non si potrebbe egli con facilità & esattezza maggiore, farmi constare di quanto gli
imperfetti consonanti interualli del Liuto & della Viola, venghino superflui ò diminuiti dal vero essere nel quale gli contiene uil Syntono? & i perfetti, per fuggire le mali relationi & diuerse,
& le confuse & incostanti difficultà; in che siano differenti da quelle del Diatono Ditonico?
BAR.Potrebbes con chiarezza & facilità, ma non con esattezza maggiore di quella che ne
può mostrare l'Harmonica Regola.
STR.Dite di gratia.
Interualli del
Liuto di quello constino.
BAR.L'Ottaua primamente nel Liuto, & nella Viola (che per gli stessi gradi
procedono) lontana sempre da qual si voglia imperfettione; consta come sapete di sei Tuoni, ò vogliamo dire di
dodici Semituoni; ò per conformarci più che si può con l'vso de prattici possiamo ancora con
verità dire, che ella consti di cinque Tuoni & di due Semituoni. la onde è da sapere, che ciascunTuono loro, è
minore del Sesquiottauo, & maggiore del Sesquinono. il Semituono viene minore della Sesquiquindecima, & maggiore della Sesquiuentiquattresima, la Terza minore è superata dalla Sesquiquinta. la maggiore eccede la Sesquiquarta. la Diatessaron supera la Sesquitera. la Diapente è minore della Sesquialtera. la Sesta minore è superata dalla Supertripartientequinta. la maggiore supera la Superbipartienteterza. il Tritono & la Semidiapente, sono
vguali; per lo che questa è minore, & quello maggiore che i contenuti dal Syntono.
STR.Se bene ho inteso il modo che altre volte mi hauete detto del mettere i tasti al Liuto &
alla Viola, à me primamente pare che ciascuno Tuono loro sia Sesquiottauo; & che la Terza
minore, oltre à molti altri interualli, sia
page 43
punto dalla Sesquiquinta disforme.
BAR.Come volete che ciò possa auuenire, sendo i Tuoni vguali come vi ho detto
& prouato, in due parti diuisi, & la Terza maggiore consonante?
STR.Attendete di gratia. Il Tuono primamente, non cad'egli sendo il tutto in
diciotto
pari vguali diuiso delle quali ne contiene due, tra esse & le sedici?che è l'istesso à dire, che tra
il noue & l'otto?
BAR.Seguite pure, che io vado doue volete riuscire.
STR.La minor Terza, non contiene ella tre Semituoni? i quali son dell'istesso
valore che
tre diciottesime parti del tutto?et le quindici che restano comparate alle diciotto, hanno l'istessa
realtione insieme, che ha il sei, al cinque, forma vera secondo il Syntono, della minor Terza.
BAR.Hor auuertite, due diciottesime parti, non sono altramente il questa maniera di
misurate, equivalenti alla nona parte del tutto.imperoche esse parti sono considerate come
portioni del suono, & non come quantità della linea & corda. & che questo sia vero, eccoui
il compasso; con il quale misurando voi stesso, trouerete che i due primi Semituoni del Liuto,
non occupano la nona parte della lunghezza della corda, si come tre non sono l'intera sua Sesta
parte, ma si ben qual cosa meno.
STR.Ho benissimo inteso il tutto, però seguite l'incominciato prima
ragionamento.
BAR.Per la molta conuenienza & similitudine, che piu di ciascun'altro
interuallo musico
ha il Diapason con l'Vnisono; non solo può trouarsi il piu semplice, & il piu perfetto di lui; ma
ne anco doue possa l'vdito meno ingannarsi nel comprenderlo. del quale multiplicato mille
volte i suoi minor termini & sommati insieme, sempre la corda acuta è contenuta dall'vnità;
la qual cosa non auuiene ad altro interuallo, per non essere preso piu volte come quello conso
nante. per la qual cosa, & per fuggire insieme con la difficultà il pericolo dell'errare, ci seruire
mo in questo importante negotio, del suo aiuto & delle suereplicate. la onde è prima da sape
re, che ciascun Tuono del Liuto, è minore del Sesquiottauo vna sesta parte del Comma antico;
& ciò vi prouo in questa maniera. chiara cosa è, che sei Tuoni Sesquiottaui, superano il Dia
pason d'vno di essi Commi; se adunque sei di quelli del Liuto la riempiano interamente senza
cosa alcuna auanzarli ò mancarli, vengono conseguentemente ad essere ciascuno di essi minore
vna sesta parte di esso Comma d'vno di quelli. Dico in oltre, che il Sesquiottauo, viene supe
rato da ciascuno Tuono del Liuto di tre quarti della Sesquiottantesima; che è secondo i moder
ni prattici, il Comma de nostri tempi. imperoche ciascuna ottaua, è capace (come da quello che
habbiamo di sopra detto si può sensatamente comprendere) di cinque Sesquinoni, tre Commi,
& due maggiori Semituoni del Syntono. i quali due maggiori Semituoni, ci danno vna Sesqui
nono, & vn Comma & mezzo di piu in circa. d maniera che noi possiam ancora considerare
in ciascuna Ottaua come di essi capace, sei Tuoni Sesquinoni, & quattro Commi & mezzo in
circa. i quali quattro Commi, distribuiti per rata à detti sei Tuoni, ne verrà à ciascuno due ter
zi, & di quel mezzo, la sesta parte: hora perche due terzi con la sesta parte d'vn mezzo, vengo
no à fare congiunti insieme tre quarti dell'intero, di tal quantità viene necessariamente ciascun
Tuono del Liuto à superare il Sesquinono. in oltre, ciascuna delle terze minori di questo com
parate alle Sesquiquinte, vengano diminuite di tre ottaui di Comma; & ciò vi prouo così. l'Ot
taua del Liuto, consta appunto di quattro terze minori; vediamo hora secondo l'essempio che
io vi porrò quì appiè, sottratto vna Dupla da quattro Sesquiquinte sommate che siano insieme,
quello che gli auanzerà.
|
1296. |
|
625. |
Forma delle quattro Sesquiquinte sommate insieme. |
|
X |
|
|
2. |
|
1. |
Forma della Supla. |
|
|
|
2} |
1296. |
|
1250. |
648. |
|
625. |
Eccesso. |
Nell'hauere sottratto vna Dupla da quattro Sesquiquinte aggiunte insieme, ci è auanzato la Su
per 23 partiente 625; il che chiaro dimostra le terze minori del Liuto comparate alle Sesqui
quinte, essere diminuite; poiche quattro di quelle riempiano interamente vn'Ottaua. la qual
Super 23 partiente 625. consta d'vn Comma e mezzo in circa; il qual'interuallo distribuito alle
quattro minor terze, ne toccherà à ciascuna di esser per rata tre ottaui d'vn Comma; & di tal
qu
antità viene come ho detto dominuita ciascuna terza minore del Liuto, comparata alla Sesquiquinta. Non ha dubbio alcuno, che
sendo l'Ottaua di questo Strumento nella vera sua proporzione & lontana da qual si voglia vitioso estremo, & constando ciascuna
di esse della minor ter
za & della maggior Sesta; che ciascuna di queste verranno in esso superflue, di qu
anto ciascuna di
quelle è diminuita. & quantunque l'intelletto capisca molto bene tal verità, voglio nindime
no prouarlo al senso con vno accomodato essempio, & sarà tale. Certa cosa è, che quattro Se
page 44
ste maggiori del Liuto, riempiano interamente tre Ottaue; vediamo adunque dal sottrarre tre
Duple da quattro Superbipatientiterze, quello gli auanzera.
625. |
|
81. |
Quattro Superbipartientiterze aggiunte insieme. |
|
X |
|
8. |
|
1. |
Tre Duple agginte insieme. |
|
|
625. |
|
648. |
Eccesso |
Dall'hauere sottratto l'Ottupla, forma delle tre Diapason, dalle quattro Superbipartientiterze
aggiunte insieme, ci è restato la Sub 23 partiente 648; il che argumenta, esser vero quanto dis
si circa la superfluità delle Seste maggiori: ciascuna delle quali vien superflua nel Liuto tre otta
ui di Comma. Per vedere hora di quanto in esso Liuto venghino superflue le Terze maggiori,
terremo quest'ordine. Egli è cosa certa, che tre Terze maggiori del Liuto, riempiano interamente lo spatio d'vn'Ottaua. vediamo
hora secondo l'essempio che segue, quello che auanzerà à vna
Dupla, sottratto che ne sia tre Sesquiquarte aggiunte insieme.
2. |
|
1. |
Dupla. |
|
X |
|
125. |
|
64. |
Tre Sesquiquarte. |
|
|
128. |
|
125. |
Eccesso |
Dall'hauere sottratto tre Sesquiquarte dalla Dupla, ci è auanzato la Supertripartiente 125; dal
la quale cosa si può comprendere, che le Terze maggiori del Liuto sono veramente superflue;
& essaminando hora diligentemente l'eccesso, vedremo ancora di quanto. consta la Supertre
partiente 125, come nel principio del nsotro discorso vi prouai, d'vn Comma & mezzo in cir
ca; il qual Comma & mezzo distribuito per rata alle dette Terze maggiori, ne toccherà à cia
scheduna vn mezzo; & di tal quantità verrà successiuamente superflua qual sia di esse, & dimi
nuita qual si voglia minor Sesta, il che vi prouo in quest'altra maniera. non è acluno che dubiti,
concedendo che le Seste minori nel Liuto constino di otto Semituono, che due Ottaue, contenendo questo essempio, sottratto
che haueremo dalla Quadrupla forma della Bisdiapason, tre pro
porzioni Supertrepartientiquinte, quelle che gli auanzerà.
|
4. |
|
1. |
Quadrupla. |
|
X |
|
|
8. |
|
5. |
Supertripartientequinta. |
|
|
|
4} |
20. |
|
8. |
Primo eccesso. |
5. |
|
2. |
|
|
X |
|
|
8. |
|
5. |
|
|
|
|
|
25. |
|
16. |
Secondo eccesso. |
|
X |
|
|
8. |
|
5. |
|
|
|
|
|
125. |
|
128. |
Terzo & vltimo eccesso. |
Ci è restato la Subtrepartiente 128; dal che manifestamente appare, che di quanto è la Terza
maggiore superfllua, dell'istessa portione si troua nel Liuto diminuita la minor Terza; &
quando la cosa stesse altramente, ne seguiterebbe che l'Ottaua compsota di questa & di
quella, fusse dissonante; la qual cosa non è in modo alcuno. in oltre che le Quinte del Liuto siano realmente diminuite come
io ho detto, ve lo prouo in
questo modo. chiara cosa è, che dodici delle sue quinte, riempiano il
vacuo di sette intere Diapason appunto; si come quattro
di queste contengano sette di quelle & di piu vn Semi
tuono. Vediamo hora quello che auanzerà à vno
iteruallo che contenga in sè non piu ne
meno di sette Duple, dopo l'ha
uer sottratto da esso do
dici Sesquial
tere.
page 45
128. |
|
1. |
Sette Duple sommate insieme. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
256. |
|
3. |
Primo eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
512. |
|
8. |
Secondo eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
1024. |
|
3. |
Terzo eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
1048. |
|
81. |
Quatro eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
4096. |
|
243. |
Quinto eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
8192. |
|
729. |
Sesto eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
16384. |
|
2187. |
Settimo eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
32768. |
|
6561. |
Ottauo eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
65536. |
|
19683. |
Nono eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
131072. |
|
59683. |
Decimo eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
262144. |
|
177147. |
Vndecimo eccesso. |
|
X |
|
3. |
|
2. |
|
|
|
524288. |
|
521441. |
Duodeimo & vltimo eccesso. |
Ci è auanzato la Super 2847 partiente 521441. la quale è copiosa di frondi e sterile di frutti,
poiche ella non consta ne anco d'vn'intero Comma; come sensatamente mostrerà l'essempio che
segue appresso.
524288. |
|
521441. |
|
X |
|
81. |
|
80. |
|
41943040. |
|
42236771. |
page 46
.
Vengano adunque le Quinte nel Liuto, di manco d'vna duodecima parte d'vn Comma;
& di tanto necessariamente vengano superflue le Quarte: & ciò vi prouerò maggiormente col
sottrarre tal quantità di esse, dall'interuallo che consti di cinque Ottaue, poiche egli virtualmente contiene dodici quarte,
secondo che ne dimostrerà l'essempio presente.
|
32. |
|
1. |
Cinque duple sommate insieme. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
4} |
96. |
|
4. |
|
24. |
|
1. |
Primo eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
4} |
72. |
|
4. |
|
18. |
|
1. |
Secondo eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
2} |
54. |
|
4. |
|
27. |
|
2. |
Terzo eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
|
81. |
|
8. |
Quarto eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
|
243. |
|
32. |
Quinto eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
|
729. |
|
128. |
Sesto eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
|
2187. |
|
512. |
Settimo eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
|
6561. |
|
2048. |
Ottauo eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
|
19683. |
|
8192. |
Nono eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
|
59049. |
|
32768. |
Decimo eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
|
177147. |
|
131072. |
Vndecimo eccesso. |
|
X |
|
|
4. |
|
3. |
|
|
|
|
|
521441. |
|
524288.. |
Duodecimo & vltimo eccesso. |
page 47
Vi prouai di sopra à bastanza, che la Semidiapente superaua il Tritono d'vn mezzo Comma in
circa; di maniera che ritrovandosi nel Liuto, questo à quella vguale, viene necessariamente in
esso superfluo il Tritono, & diminuita la Semidiapente della quarta parte d'vn Comma; che è
la metà di quello eccesso di che la Semidiapente supera esso Tritono. dal che si può comprende
Considerationi dell'Autore. re, quanto la cortese Natura sa discreta, diligente, & considerata in ciascuna sua operatione:poiche quell'interualli che
maggiormente alla perfettione si accostano, vengano dal vero loroessere così poco lontani; il cui rispetto non è occorso hauere
à quelli piu da essa remoti, & menoà gli imperfetti & à dissonanti, per non così manifestarsi al senso. puossi ancora da quello
che sinquì habbiamo detto chiaramente conoscere, qu
anto piu si allontani dalla perfettione lo Strumento di tasti, che non fa il Liuto & la Viola; & ancora, quanto male agevolmente
(per le male re
lationi & falsi rincontri) possino bene vnirsi sonati insieme ne concerti che giornalmente accag
giono; quanto non vi fussero altri di quelli che cagionano la disformità de Semituoni, non è da
lasciare senza consideratione, che nell'acquistare perfettion nel Liuto le Quinte col pigliare au
gumento, vengano necessariamente le Quarte à perder parte dell'imperfettione con diminuirle
della superflua grandezza loro: il che per l'opposito (secondo si è dimostrato) allo Strumen
to è auuenuto; & con questo credo hauere sadisfatta à ciascuna delle vostre richieste.
STR. Veramente si; ma io desidero appresso che mi dichiarate vn'altro dubbio, & che
di
poi mi mostriate il modo che ho da tenere; quando io voglia fabbricare alcuno Monocordo de
quali habbiamo tenuto proposito.
BAR. Eccomi pronto per satisfarui, però dite qual sia il dubbio nuovamente natoui.
STR. Il dubbio è questo. essendo l'accordatura del Liuto tanto piu vicina alla
perfettione
di quella dello Strumento di tasti; mi marauiglio assai, che i sonatori di essi non l'habbino dopo
hauerla conosciuta, ridotta in quella si fatta maniera. auuenga che oltre la sua eccellenza, ell'ha in ciascun suo tastonel graue & nell'acuto, qual si voglia desiderabile intervallo del Diatonico Incitato, & del Cromatico Tonico d'Aristosseno, come di sora mi hauete detto: doue per
il contrario nella distributione delle corde da questa diversa che vsa lo Strumento di tasti, ve ne
mancano comunemente molti; per lo che non può il sonatore di esso quantunque pratico &
perito, trasportare in questa & in quella parte per vn Tuono & per vn Semituono ( in quelli
dico che per ki piu si esercitano) ciascuna Cantilena, come nel Liuto con tanto comodo & vtile si trasporta.
BAR. Questa è vna di quelle cose che fra me stesso sono andato pensando molte volte;
& cerco ancora con diligenza se ella si potesse vsare ne tasti & che ella riuscisse quale è nel Liuto; trouo veramente che in quelli non riesce altramente tale; ma vi si scoprano molti & importanti
difetti.
STR. Come può stare che la medesima cosa non sia in qual si voglia luogo & tempo, dll'istessa natura? & che dilettando nel Liuto questa si dartta Distributione, habbia à dispiacere
nello Strumento di tasti?
BAR. Puo molto bene stare, sendoci l'esperienza di mezzo che ce lo dimostra: & quantun
Distributione del Liuto
perche non faccia buono effetto nello
Strumento di
tasti. que la cagione di ciò sia difficile à ben capirsi non voglio per sodispation vostra mancare di dirui alcune poche cose che
mi sonuengano in questo proposito. Può forse questo nascere dall'hauere assuefatto il senso, d'vdire sempre nel Liuto gli
intervalli nella maniera che di già vi ho det
to contenergli, & così parimente in altra diversa da questa siamo vsati hauergli dallo Strumen
to di tasti: & il volere hora, che questo si t
emperi secondo l'vso di quello, non piò in alcuno luo
ghi particolari ,doue la differenza che tra di loro è grandemente manifesta al senso, passare sen
z'offesa di esso; per essere di già inuecchiato in quel si fatto temperamento: & i luoghi partico
lari son principalmente quelli, doue occorre vdire la differenza del maggiore dal minore Semi
tuono. aiienga che come sapete, il Liuto ha diviso il Tuono in parti vguali, & lo Strumento
di tasti l'ha in parti disuguali separato; & i luoghi piu apparenti sono, tra il diesi X di G sol
reut, & il b molle d'alamire; è tra il diesis X di lasolre, & il b molle d'elami, imperoche quando nello Strumento di tasti,
noi habbiamo accordato il diesis X di lasolre per Decima mag
giore con h mi, & che noi vogliamo come nel Liuto, che l'istesso diesis X faccia il medesimo
vffitio che fa il b molle di elami seruendoci ancora per Decima minore con C solfaut; viene di
maniera languido & rimesso, che egli è intollerabile. & se per il contrario con l'inacutirlo qu
anto per ciò fare conuiene, noi l'accordiamo suauemente con C solfaut per Decima minore, qaundo egli ci deue poi seruire per
maggiore con h mi, egli è talmente teso & incitato, che non si puo
tollerare; & l'istesso accade negli altri luoghi dou'è tal differenza tra di loro. possano ancora questi si fatti interualli
maggiormente palesare la qualità & natura di essi, nello Strumento di tasti
che nel Liuto & nella Viola non fanno, mediante la conformità che ha l'vso del cantare con il
suo temperamento; oltre alla qualità & quanità del suono, rispetto la diuersa natura degli acci
denti che concorrano alla sua generatione: imperoche con violenza maggiore ferisce l'vdito il
suono delle corde dello Stram
ento di tasti, che non quello del Liuto. si vede adunque manifesta
m
ente, che il suono delle corde dello Strumento, t
emperate secondo la disposizione degli interualli
page 48
che vsa tra le sue questo; che le Terze, le Decime, & così parimente le Seste maggiori, offendano
grandemente l'vdito per la molta acutezza: & la cagione che quelle manifestano vi è piu di queste la qualità loro, non da
altro nasce, che dall'hauere la materia di esse corde, & dell'agemte che
le percuote, piu forza & efficacia per la loro attiuità, di ferire l'vdito con vehementia maggiore:
la qual cosa à quelle del Liuto non occorre per la diuersa qualità dell'vno & l'altro subbietto.
& l'istessa differenza & varietà, si può considerare nel ferro & legno infocati che siano; impero
che con piu forza & prestezza riscalda questo, di quello, & introduce la nuoua sua forma in
quel subbietto che è atta à riceuerla. & che da ciò nasca, temperisi l'Harpa secondo il modo del
Liuto, doue le corde & l'agente che le percuote sono gli istessi; nella quale gli accordi verranno
indubitamente non meno sopportabili che nell'itesso Liuto. & si farebbono ancora in que
sta insopportabili, tutte le volte che si mutassi l'agente & la materia delle corde; come piu volte
habbiamo esperimentato. l'istesso ancora si può considerare, nel riceuere il colpo d'vna palla
d'Auorio, ò d'alcuno legno duro & ponderoso ben pulita, dopo l'essere battuta sopra vn sasso
duro & liscio; & dal riceuere il colpo d'vn altra che fusse di sughero, percossa con l'itessa forza
sopra vn'asse di salice mal pulita; ò vogliamo nel c
omparare il colpo, & la passata dell'angolo acu
Strumento di
tasti molto
artificioso &
bello.
to, à quello dell'ottuso. Vn'altro essempio d'vno Strumento di tasti, che già l'Elettore Augusto
Duca di Sassonia, donò alla felice memoria del Grande Alberto di Bauiera, mi souuiene in que
sto proposito, piu di ciascuno altro efficace. il quale Strumento ha le corde secondo l'vso di
quelle del Liuto, & vengano secate à guisa di quelle della Viola da vn'accomodata matassa arti
fitiosamente fatta delle medesime setole di che si fanno le corde à gli archi delle Viole: la qual
matassa con assai facilità, viene menata in giro con vn piede da quello istesso che lo suona, & ne
seca continuamente mezzo d'vna ruota sopra la quale passa, quella quantità che vogliano
le dita di lui. il quale Strumento, due anni sono che io fui à quelle corte, temperai secondo l'v
so del Liuto, & faceua di poi ben sonato, non altramente che vn corpo di Viole, dolcissimo
Modo di comporre il Monocordo Diatono.
vdire. Vengo alla fabbrica de Monocordi & dico, che nell'hauere quando mi è occorso, distribuite le corde di quello, secondo
il Diatonico Diatono, tra li altri modi che io poteuo, ho tenu
to quest'ordine. Ho primamente col compasso diuiso tutta la linea, lunghezza, ò corda, che
dire la vogliamo, dell'asse ò regolo sopra il quale ho voluto adattarlo, in quattro parti vguali;
Altro modo
$egna il Zarlino nel capo
40. dlle sue
Institutioni.
& ho chiamato l'estremo punto graue A; dinotando con essa la corda A re, & ho detto l'estre
mo acuto B, senza altra significatione. nel punto poi che diuide tutta la lunghezza in due par
ti sempre vguali intendendo, ho segnato alamire; & in quello che separa Are da Alamire,
ho segnato D solre; che la quarta parte del tutto viene tra esso & A re à contenere. al qual D
solre, per dargli nell'acuto la sua Ottaua, apro il compasso, & fo due parti dell'interuallo che
tra esso & B estremo punto acuto contengano; & in quel punto che l'vna dall'altra separa, se
gno d la solre. Diuido di nuouo il tutto in tre parti, & con quattro punti come termini di es
se le distinguo; nel secondo de quali; chiamando alla Boethiana, sempre primo quello che è nell'estremo graue, segno Elami,
& nel terzo elami: nella qual corda pon
endo vn'asta del compasso,
fo posare l'altra sopra la linea verso l'acuto; & in quel punto doue ella termina segno h mi, del
quale togliendola via, e tnendo ferma l'altra la trasporto verso il graue; & doue ella posa, segno
h mi. fatto questo, diuido in due parti tutta la linea che è tra d lasolre & l'estremo punto acuto,
& ponendo poi vna delle aste del compasso in esso d lasolre, & venendo con l'altra verso il gra
ue, segno G solreut in quel punto doue ella termina: del quale volendo poi trouare la sua Ot
taua nell'acuto, apro di nuouo le seste; & diuido l'interuallo che è tra esso e'l punto B in due
parti, nel cui centro segno g solreut; & senza muouere lo spatio che allhora abbracciano le
due aste del compasso, pongo vna di esse in g solreut, & vengo verso il graue con l'altra, & do
u'ella posa, quiui segno C faut; e trouo la sua ottaua nell'acuto, con diuidere in due parti lo
spatio che è tra esso, & B estremo punto acuto; nel mezzo del quale colloco C solfaut: & se di
nuouo diuido in due parti tutto l'interuallo che sopra esso mi rimane verso quella parte, & pongo vna dell'aste del compasso
in esso venendomene con l'altra verso il graue, in quel punto do
ue ella termina; trouo essere la positura di F faut; & l'ottaua di sè piu acuta sia acquista, col diuidere in due parti lo
spatio che è da essa al punto B, la quale nel centro di esso dimora. Man
ca solo al Monocordo Diatonico, la corda b fa, la quale trouo in questo modo. diuido la linea
che è tra B & f faut in due portioni; pongno poi vna delle aste del compasso in essa F faut & me
ne vengo con l'altra verso il graue, & doue ella termina, quiui segno b fa. l'ottaua del quale verso quella parte, trouo con
aprire tanto il c
ompasso, che gli estremi delle sue aste contenghino tutto
il vano che si troua tra esso b fa & l'estremo punto acuto; del quale togliendo l'asta del c
ompasso
Perche ordinassero gl'antichi il Monocordo con
vna sola corda.ten
endo ferma l'altra, la trasporto verso il graue; & doue ella posa, iui segno B fa, & con questo v
engo hauer complito il Monocordo Diatono Ditonico; il quale gli antichi Musici greci non per
altro ordinario con vna sola corda, che per piu esattamente intendere & capire la qualità & qu
antità degli interualli, & fuggire insieme l'inganno che tra due ò maggior numero, per l'incon.
stanza loro rispetto a' varij accirdenti che del continouo gli soprastanno, nascere poteua. Volen
do hora temperare il detto Monocordo secondo l'antico Cromatico, basterà solo, poiche in al
page 49
tro non consiste la differenza che è tra l'vno & l'altro, accomodare la terza corda di ciascun Te
Modo di
comporre il Monocordo Cromatico antico. tracordo che contenga con l'acuta il Triemitono: la proporzione del quale, cade come haueteinteso, drento questi numeri 19,
16. & per ciò fare si terrà tal ordine. Diuidasi in 16 partivguali la linea che si troua tra B, & Elami estrema corda acuta
del Tetracordo Hypaton; la qua
le accresciuta di tre parti simili verso il graue, segneremo in quell'estremo punto doue elle ter
minano, la corda D solre cromatica, che con Elami conterrà il Triemituono; & l'istesso ordi
ne si terrà per segnare le altre corde Cromatiche negli altri Tetracordi. ella quale Distri
buitione sono alcuni che riprendano Franchino, per hauere variato dalli antichi , l'interuallo di
mezzo & l'acuto di ciascun Tetracordo: constituendo quello dentro à questi termini 18.17.
che è la minor parte del Tuono & la maggiore esser douerebbe; & questo col nome di Triemito
no tra cotali numeri 153.128. il quale è superfluo del vero suo essere. Volendo in oltre tem
Modo di comporre il Monocordo Enharmonio antico. perare l'istesso Monocordo Diatono, secondo l'vso dell'antico Enharmonico, basterà solo di
uidere col compasso in due parti vguali lo spatio di quelle due corde che contengano tra di loro
il minor Semituono & Lemma; & in quel punto che vgualmente le diuide, verrà in ciascun
Tetracordo la seconda corda Enharmonia; & la terza sarà quella che nel Diatonico, & nel Cro
matico fu seconda. & così haueremo il minore Diesis Enharmonio nel piu graue interuallo,
& il maggiore in quello di mezzo, & nel supremo il Ditono, secondo che gli instituirono i loro
autori. è d'auuertire ancora, che nel Monocordo congiunto del genere Cromatico, vengano
le tre corde piu acute del Tetracordo Synemmenon, diuerse dal disgiunto, & così parimente
nell'Enharmonio; quantunque l'estreme siano l'istesse sempre, in qual si voglia genere d'harmo
nia. Se noi vorremo poi temperare il Monocordo dell'antichissimo Diatono, secondo il Dia
Modo di comporre il Monocordo Syuntono. tonico Syntono di Tolomeo, è di necessità (per modo di dire) mutare dal suo luogo il secon
do, terzo, quinto, sesto, & ottauo tasto; cioè bisogna inacutirgli; dal qual'effetto si acquistò
egli forse nome d'Incitato appresso di Dydimo autore di esso. in ciascuna Ottaua adunque del
systema disgiunto, è necessario volendo fare quanto si è detto, inacutire C faut, D solre, F fa
Perche
detto
Syntono. ut, & G solreut, & in ciascuna di quelle del congiunto, b fa, C faut, D solre, F faut, & Gsolreut: per il che fare tengo quest'ordine.
Diuido tutta la linea in sei parti, & verso l'acuto do
ue termina la prima da A re partendomi, sgno C fau; l'Ottaua del quale trouo nella metà dello spatio che è tra esso & B estremo
punto acuto, & così lo noto C solfaut. nel mezzo di que
ste due corde poi, colloco F faut; & l'Ottaua di se piu acuta, trouo nel punto che in due parti
separa l'interuallo che si troua tra esso & B. fatto questo, diuido in noue parti la linea che è tra
C faut & l'estremo punto acuto; & verso quella parte doue termina la prima, segno D solre;
la cui Ottaua trouo nell'acuto con fare due parti dello spatio che è tra esso & B; nel mezzo del
quale, segno d lasolre. trouo poi G solreut, col diuidere in tre vguali parti tutta la linea che si
contiene tra C faut & B; & nell'estremo della prima verso l'acuto, noto G solreut; l'Ottaua
del quale trouo, in quel punto che separa in due parti lo spatio che tra esso & B si contiene, &
così lo segno, g solreut.nel trouar poscia l'vno & l'altro b fa, tengo l'istesso ordine che nel Diatono, & gli segno nell'istessa
maniera; & così vengo spedito dal modo del comporre il Mono
cordo Syntono di Tolomeo. Vengo hora à mostrarui il modo che deuete tenere nel fabbricare
Modo di
comporre il Monocordo incitato d'Aristosseno & il cromatico toniaco.
quello che Aristosseno chiama Diatonico Incitato, & aprresso quello del suo Cromatico Toniaco, con i quali conuiene grandemente
la Distributione de tasti del Liuto; ad imitatione de quali sono stati impensatamente distribuiti, & così parimente quelli
della VIola d'acro, ambedue
Strumenti moderni; ne quali è diuiso il Tuono in due parti vguali come si è di sopra detto. nel
la cui fabbrica è grandemente necessario il scondo numero quadrato, ò quello che à esso è du
plo. che è il diciotto; ma ci seruiremo di questo, per operare con piu chiarezza & facilità la sua
virtù nella ricercata Distributione. Diuido adunque tutta la linea A B. in diciotto parti, &
Il secondo
numero quadrato e 9. & il
suo duplo 18.
verso l'acuto (dal graue partendomi) doue quella prima parte termina, pongo il primo tasto.
parto di nuouo tutto l'auanzo nell'istesso numero di parti, & dalla medesima banda sotto il pri
mo pongo il secondo tasto: & con si fatt'ordine vo distribuendo sempre lo spatio che sotto à
tasti mi auanza, sin'al duodecimo; iol quale mi conduce appunto doue termina la metà di tutta
la corda; la prima & piu graue Ottaua della quale, trouo hauere diuisa in dodici vguali Semi
Sesto
strumento geometrico, perche cosi detto. tuoni & sei Tuoni, così detti da Aristosseno. & che per ciò fare non conuenga altro numero cheil diciotto, da questo si manifesta.
al diciasette prima, non conuiene in modo alcuno, percheci darebbe minor numero di tasti che al bisogno nostro occorre; &
minor quantità ne hauere
Vuole il
Zarlino al c.14.
della I. parte
delle sue Inst.
che l'apertura di esso sia
appunto la 6.
parte del cerchio; la qual
cosa è falsa. mo dal sedici & dal quindici. al diciannoue altresì non conuiene, perche ne haueremo per l'opposito maggior quantità, & vie
piu dal venti & ventuno. di maniera che il diciotto è il suo piuproprio diuisore d'altro maggiore ò minor numero; quantunque
à esso ancora auuenga l'istessoche occorre al compasso, nel voler misurare in sei volte appunto, la circunferenza del circolocon
l'apertura di esso, che è come sapete dal centro alla sua circunferenza, per lo che vien dettosesto. la onde auuertisco l'industrioso
agente che con la sua discretione & diligenza cerchi ou
uare à quella poca disconuienienza, che è tra il misurante & il misurato.
STR. Ho molto bene inteso il tutto; ma toglietemi vn'altro dubbio intorno à ciò vi
prego.
Auuertimento.
page 50
BAR. Dite.
STR. Qual'ordine tennero gli antichi Musici circa i numeri, nel distribuire le corde
particolari Cromatiche & Enharmonie nel Massimo Systema di quella prima spezie? & da che furono indotti à lasciare tra la prima & la seconda corda di ciascun Tetracordo dell'Enharmonio
vn si fatto spatio 512. 499. e tra la Seconda & la Terza Cromatica questo 256. 243. piu
che vn'altro? ditemi in oltre se queste due spezie d'harmonia, hanno con la Diatona altra relatione & conuenienza, che le superficiali apparenze de numeri?
BAR. Voi mi ricercate che io vi dimostri col numero, quello che pur hora vi hò
dimostrato
con la linea; però auuertite, che con essaminare diligentemente l'essempio del Tetracordo Hyperboleon dell'antico Diatono Ditonico, vi si torrà ciascuna delle narrate difficultà, il qual
Tetracordo è stato da me proposto, per hauere i numeri degli altri di tale spezie, minori; le differenze de quali sono piu facilemnte comprese dall'intelletto; & è tale.
Tetracordo Hyperboleon dell'antichissimo Diatono. |
Aa. |
Notehyperboleon |
2304. |
|
|
Differenza 288, sua metà 144; serue per la corda Cromatica. |
g. |
Paranete Hyperboleon. |
2592. |
|
|
|
|
|
f. |
Tritehyperboleon. |
2916. |
|
|
Differenza 156, sua metà 78; serue per la corda Enharmonia.
|
e. |
Nete diezeugmenon. |
3072. |
|
Qual siano le
corde stabili,
quali le mobili, & le non in
tutto stabili
ne in tutto mobili.Primamente l'estreme corde di qual si voglia Tetracordo in ciascun genere & spezie d'hatmo
nia, sono sempre le medesime come sapete, & per ciò son dette stabili: doue quelle che hanno
facultà di mutare il Diatonico in Cromatico, ò in Enharmonio & così per il contrario, son
dette per la instabilità loro, mobili; & quelle che sono comuni à due generi come le Trite & le
Parhypate, che vengano l'istesse nel Diatonico che nel Cromatico, son dette in tutto stabili
ne in tutto mobili. quelle corde adunque che hanno facultà di mutare il Systema di Diatonico
in Cromatico, sono le Terze di cascun Tetracordo. l'occasione adunque, che indusse gli an
tichi Musici à lasciare nel Tetracordo Hyperboleon, tra la Trite, & la Paranete quel si fat
to spatio piu che vn'altro, fu tolta di qui. Aggiunsero al numero che dinota la Paranete Dia
tonica, la metà della differenza che si troua tra essa & la Nete dell'istesso Tetracordo, che è 144
sendo il tutto (come in esso hauete possuto vedere 288. la qual metà aggiunta insieme secondo
che io ho detto, con 2592, fra 2736; & con tal numero segnarono in quel Tetracordo la Para
nete Cromatica; lascuando alle altre corde gli istessi numeri & positure che nel Diatonico, come
appare nell'essempio; & così fecero negli altri Tetracordi.
Aa. |
Netehyperboleon. |
2304. |
g. |
Paranetehyperboleon. |
2736. |
f. |
Tritehyberboleon. |
2994. |
e. |
Netediezeugmenon. |
3072. |
Hora perche la principale differenza che è dalla Distribuitione Diatonica & Cromatica, alla
Enharmonia; consiste nella positura della seconda corda di ciascun Tetracordo; per notarla
adunque, aggiunsero al numero con il quale segnauano la Trite Diatonica che è l'istessa della
Cromatica, la metà della differenza che si troua tra essa & la Nete Diezeugmenon; che è 78 fen
do il tutto 156 come hauete possuto comprendere, la qual Trite nell'Enharmonio poi, su no
tata con questo numero 2994. & le altre con gli istessi secondo che quì si vedano descritte.
Tetracordo Hyperboleon dell'antico Enharmonio.
Aa. |
Netehyperboleon. |
2304. |
g. |
Paranetehyperboleon. |
2916. |
f. |
Tritehyberboleon. |
2994. |
e. |
Netediezeugmenon. |
3072. |
Et l'istesso osseruarono in tutti gli altri Tetracordi, per ridurgli di Diatonici in Cromatici, &
Enharmonij; & la medesima differenza che si troua tra linea & linea de tre primi Monocordi,
si troua tra numero & numero di questi vltimi. Vengo hora à trattare de Tuoni, & modi degli
antichi Musici; & laciando da parte per non esser lungo e tediosi, l'openioni di tutti gli altri
scrittori che molte & diuerse sono, quanto al numero, nome, & sito loro; vi ragionerò sol oin
page 51
torno alle tre piu famoese. la prima delle quali sarà degli Aristossenici, de Tolomaici la seconda,
Tuoni
secondo Aristosseno esser 13.
Aristide Quintiliano, Briennio nel I. de
tre suo libri.
Emanuel Briennio, nel primo al 7. capo.
Euclide nell'Introduttorio.
e per terza torremo quella de Boehiti. fu adunque di parere Aristosseno, secondo però che ci
racconta Aristide Quintiliano, Briennio, & Euclide nell'Itroduttorio chefa di Musica, dato
però che egli sia suo; che i Modi douessero essere tredici, & non sette, ò otto, ò altro minor nu
mero che auanti lui si hauesse cognitione. imperoche, nel considerare quelli de quali fecero
mentione ne' suoi tempi & auanti molti honorati scrittori; & dopo oltre alli altri Tolomeo, &
Boethio; e trouando tra il Lydio, & il Mixolydio; & tra l'Hypolydio, e'l Dorio, la distanza di
vn minore Semituono & Lemma, andò per mio auuiso, dentro à sè così discorrendo. Si come
dall'inacutire, & ingrauire il Systema per vn minore Semituono, nasce tra essi Modi sensibile
& apparente differenza di affetto, ò almeno piu in quello che in questo è l'operatione secondo
la natura sua efficace; quanto maggioremnte la douerà fare l'intera metà del Tuono? e trouandosi tal varietà d'harmonia &
d'affetto tra li sudetti Modi, per qual cagione non sarà an
Consideratione dell'Atore. cora in qual si vogliano altre corde distanti vna dall'altra per vn sì fatto interuallo?& con tali ragioni tra sè stesso argumentando,
diuise i cinque Tuoni & i dueSemituoni minori, che in sè contiene la spezie del Diapason, che serui
ua al Modo Dorio, in dodici parti vguali; & à ciascun termine di
esse parti che tredici vengano à essere sendo dodici gli inter
ualli, constituì la Media d'vno di essi Tuoni; nominan
dogli & disponendogli nella maniera, che si veda
Tolomeo riprende Aristosseno di piu
cose. nel primo al capo 9.
& 12. nel secondo al capo 9.&11.
no nell'essempio, che segue appresso notati.
Dalle parole del qual Musico & Filo
sofo nobilissimo, prese occasio
ne Tolomeo di piu cose riprenderlo; tra le
quali ve ne
sono
tre di qualche consideratione; & per ciò
raccontare ve le voglio, & far pro
ua appresso di leuargli
tal calunnia da
dosso.
page 52page 53LA prima è intorno la Distributione delle corde; la seconda circa la diuisione del Tuono in
parti vguali; & la TErza & vltima intorno la quantità de modi. Dice adunque Tomoleo così.
Se vna corda corda per essempio che sia tesa sopra vna piana superficie; si diuiderà la sua metà con il
compasso in dodici parti vguali; chiara cosa sarà, che dalla quantità del suono che il tutto con
la metà contiene il quale vna Diapason viene à essere, maggior parte ne conterrà l'ottauo, e'l nono
spatio, che non farà il primo & il secondo. con il qual modo di misurare si verrebbe à tale chi
andasse troppo in lungo, che vna delle vltime parti conterrebbe quattro, cinque, & piu tanti della prima & seconda. ne per
altra cagione si vedano come ho detto, nel manico del Liuto & Viola a' arco andare i tasti loro ristringendosi & l'vno all'altro
maggiormente auuicinandosi, quanto il suono dell'istessa corda fatta piu corta va inacutendosi. perche vna corda tesa sopra
vna piana superficie, che fusse per modo di essempio lunga vn braccio; si hauerebbe l'ottaua di se piu
acuta, dalla sua metà che vn mezzo braccio sarebbe, ciascuna volta che ella fusse percossa insieme con il suo tutto, ò con vn simile; & essendo lunga due braccia, la Diapason di se piu acuta
ne conterrebbe vno, & quattro la piu graue. mediante la qual Dimostratione che ne fa Tolomeo
pare che gli habbia come per prouerbio si dice, ragioni da vendere; ma il fatto non istà così. au
Aristossenodifeso dallo
Autore. uenga che Aristosseno non intese ne disse mai, che i tasti si hauessero à distribuire, come per modo di essempio si è detto nel manico del Liuto, dopo l'hauer prima diuiso in dodici parti vguali
la metà di tutta la lunghezza della corda & linea. imperoche molto bene (secondo che vi ho
dimostrato) sapeua Aristosseno, d'hauere à distribuire in parti vguali la qualità del suono, &
non la quantità della linea, corda, & spatio: operando allhora come Musico intorno al corpo
sonoro, & non come semplice Matematico intorno la continua quantità. & così volle che il pri
Modo di mettere i tasti giusti al Liuto &:
& Viola.
mo tasto solo occupasse la nona parte dell'intera sua metà, ò vogliamo dire la diciottesima del
tutto; & il secondo, la nona parte di quello che era auanzato all'istessa prima metà dopo l'hauerne tratto il primo Semituono;
& che il terzo tasto occupasse parimente la nona parte di quello
spatio che era rimasto alla metà della corda dopo l'hauerne tolto il primo & secondo Semituono; ò pur vogliamo dire la decima ottaua del tutto, & così li altri per ordine. intendendo sempre con la conditione detta di sopra; cioè che la metà della corda si ha da prendere, non in quel
putno doue terminò la prima volta che ella fu in due vguali parti diuisa, ma doue terminaua
dopo l'hauerne tratto quella quantità di Semituoni che era occorso. E tale come ho detto altra volta, è la regola da osseruarsi nel volere distribuire giustamente i tasti à quelli strumenti che
gli ricercano, come il Liuto & la Viola d'arco & altri. lo riprende in oltre, che il Tuono non si
possa diuidere in due parti vguali; & ciò gli vuole prouare demostratiuamente in questa si fatta
maniera dicendo. il Tuono è contenuto tra le 18 & le 16 vnitadi, tra le quali non entra in mezzo altro numero che il 17; il
quale considerato come diuisore del Sesquiottauo, viene a diuederlo in parti disuguali; imperoche maggior parte è quella che
è contenuta dalla Sesquidecimasesta, che non quella che contiene la Sesquidecimasettima, vn si fatto interuallo.289.288.la
onde ne segue necessariamente, che non si possa diuidere il Tuono in due parti vguali. della qual
cosa non è huomo così d'ingegno tardo, che secondo però la facultà aritmetica, ne dubiti. ma
non così disse, ne intese Aristosseno; ma si bene nella maniera che vi ho dimostrato particolarmente nel mettere i tasti al Liuto, nella quale si può veramente diuidere ciasucno interuallo musico in quante parti vguali
si voglia, non altramente che con il mezzo del Monocordo; perche in
quel atto è considerato dal Musico il suono, come qualitatiuo, & non come quantitatiuo, se
bene Daniel Barbaro sopra Vitruuio la intende per l'opposito; & la DImostratione di TolomeoAl capo
quarto de lquinto.
è la medesima; che dicesse, che tra termini minori del Diapason, non si possa col mezzo de numeri accomodare alcun'altro interuallo;
nulla dimeno, tra l'Hypate & la Nete, vi è pure oltre alle
altre corda, la Licanos & la Paramese, che danno alla parte graue la Terza & la Quinta, & all'acu
Comparationi.
ta la Quarta & la Sesta; & cosi parimente tra F faut & f faut del Liuto, vi è pure (oltre al Tuono
in due vguali parti diuiso) la h mi che la separa in due pari portioni come è detto: oltre che di
due corde lunghe ciascuna due braccia che siano tese all'vnisono, tutte le volte che se ne prenderà da vna (diamo per essempio) vn braccio & mezzo, & dall'altra tre Quarti, sonate insieme tali portioni ne daranno indubitatamente l'ottaua. Circa poi il numero de Tuoni, quello che di
sopra ne habbiamo discorso in persona d'Aristosseno è tanto chiaro da per sè, che non ha conà
tradittione alcuna.
STR. Sta tutto bene, ma chi è quello che ci persuade à credere, che al tempo
di Aristosseno
fussero in vso que modi distanti vno dall'altro per vn minore Semituono come hauete detto?
BAR. Aristotile in proposito di Dilosseno, il quale come intenderete appresso, fu autore
del
Modo Hypodorio vltimo à ritrouarsi, & Tolomeo nel Decimo capo del secondo, mostra gl'interualli che tra di loro seruauano secondo la constitutione de gl inuentori di essi.
STR. Marauigliomi adunque di Tolomeo, che così arditamente scriuesse contro di Aristos
seno; sapendo quanto volumi haueua scritto dell'Aritmetica facultà, & del valore che egli era
no; sendo stato in oltre non solo scolare d'Aristotile & concorrente di Teofrasto; ma da Xenofa
ne Nobile Pitagorico haueua tutta la dottrina di Pitagora apparata: oltre all'hauere come mo
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strato mi hauete grandemente il torto.
BAR. Non è puno da marauigliarsi di ciò, sendo l'istesso occorso tra molti altri. Qual maggiore può dirsi, di quello che prima Aristotile nelle cose attenenti alla filosofia, scrisse contro il diPlatone, ripreso da Aristotile.
uino suo precettore Platone, mentre che egli ancora viueua. vero è che questi, come amico della verità, volle (come à filosofo conueniua) hauere piu rispetto à essa, che al suo maestro, & à
Socrate aprresso. Scrisse ancora Tolomeo contro l'openione che hebbono i Pitagorici delle DiaNel capo 24,
del terzo degli elementi Musici.
pasondiatessaron; il parere del qual Tolomeo, è con viue ragioni da Iacopo Fabro Stapulense
confutato.
STR. L'è veramente così; ma vediamo di gratia vn'altra cosa intorno la Distributione de
Tuoni d'Aristosseno, la quale mi fa grandemente dubitare.
BAR. Dite qual sia.
STR. Voi di sopra dicesti, che Aristosseno diuideua in sessanta particelle vguali il Tetracordo; delle quali parti nel suo Diatonico Incitato, daua dodici al primo & piu graue interuallo,
ventiquattro à quello di mezzo, & il rimanente all'acuto. di maniera che il Semituono non veniua à occupar l'intera metà del Sesquiottauo e Tuono, ma qual cosa meno.
BAR. Così è veramente.
ST. Hora sendo per modo dl'eesempio, nelle spezie del Diapason che si troua tra E la mi &
elami; due Tetracordi separati dal Tuono della disgiuntione; ciascuno de quali veniua à contenere sei di essi modi che il
numero di dodici faceuano; quello poi che diuideua in due parti vguali il detto Tuono della disgiuntione, che il Ionico veniua à essere; era forza che ciascuno degli
estremi suoi contigui, si trouassero piu da esso lontani, di qual si vogliano altri insieme annessi.
BAR. Mi piace il vostro dubitare si fatto, per vederlo molto vicino al sapere: ma deuete in
torno à ciò auuertire, che Aristosseno non diuise in tal maniera vn membrio & poi l'altro, ma come ho detto, il corpo insieme del Diapason. per la qual cagione si vi si ricorda delle formate parole che io vsai di sopra
in proposito delle sue Distributioni, elle furono conditionate sempre;
cioè dissi, Diatessaron conforme à suoi disegni.
Quinte, &
Quarte alterate nelle distribuitioni
d'Aristosseno.
STR. Adunque si trouano ne suoi Systemi, le quinte diminuite, & superflue le quarte come
nel Liuto? & così parimente tra questo & quello per relatione?
BAR. Signor si, comparate però à quelle che non son contenute dalla Sesquialtera & dalla
Sesquiterza, assegnateci da Pitagora per vere forme loro.
STR. O questo mi par bene vn'inconueniente non punto degno d'Aristosseno; hauendo egli
distribuite le corde de suoi Systemi in maniera, che cnontinouamente si habbia da loro le QUinte
& le Quarte fuore della vera proporzion loro.
Cantare d'hoggi è poco disforme dalle
distribuitioni d'Aristosseno.
BAR. Non correte così à furia à riprendere Aristosseno, perche io son qui per
difenderlo bisognando, da tutti quelli che dire gli volessero contro; per esser egli stato veramente vno de maggiori giuditiosi & dotti
Musici, che mai habbia hauuto il mondo. ma attendete di gratia. Come credete voi che si cantino hoggi gli interualli consonanti? dico da piu eccellenti cantori &
di purgato vdito che si trouino?
STR. Credo che si cantino drento le vere proporzioni loro, ancora che gli artifitiali struZarlino al capo 45. della
2. parte delle Institutioni.
menti, come mi hauete sensatamente fatto vedere, gli suonino chi piu & chi meno da esse
lontane.
BAR. Quale è quello che ha gli interualli consonanti piu alla perfettione vicini, il Liuto,
ò
lo Strumento di tasti? intendendo al presente essere la perfettion loro nelle già dette forme.
STR. Il Liuto.
BAR. Se io vi fo toccare con mano, che si canti hoggi circa la perfettione degli interualli,
non meno imperfettamente che si suoni, che direte voi?
STR. Questa mi sarà vna delle piu nuoue cose, che mai mi fusse saputa imaginare; ne la
posso
credere in modo alcuno.
BAR. Hora notate. Concedetemi voi nel genere Diatonico che è in vso hoggi, si canti ciascuno interuallo musico, sempre d'vna istessa misura? & che la Terza maggiore per le ragioni
dette di sopra, sia consonante, & dissonante il Ditono? & che lo spatio & contenuto del Tuono,
sia minore del Sesquiottauo vn mezzo de nostri Commi in circa?
STR. Le ragioni da voi di sopra addottemi in questo proposito, mi conuincano à credere
&
dire che si.
BAR. Sendo adunque vero, è di necessità che qual si voglia Quarta venga
sempre nell'esser
cantata secondo l'vso di questa moderna prattica, superflua, & diminuita ciascuna Quinta: &
ciò vi prouo in questa maniera. Noi per modo d'essempio, ascendiamo cantando, di C faut
in F faut; il quale interuallo dico allhora essere vna Quarta superflua. perche ascendendo poi
d'iui in G solreut con vno spatio minore del Sesquiottauo di quanto si è detto, ne seguirebbe che
da C faut à G solreut si trouasse vna Quinta talmente diminuita, che ella fusse dissonante; per
eccedere la Sesquialtera la Sesquiterza, d'vn Sesquiottauo e Tuono come sapete.
STR. Non nego io che la Sesquialtera non ecceda la Sesquiterza d'vn Sesquiottauo; ma si be
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ne che C faut si troui in tal maniera cantando, lontano da G solreut per vna Quinta imperfetta.
imperoche di quanto du superflua la Quarta che si cantò come hauete detto da C faut, in F faut,
di tanto può molto bene essere diminuito il Tuono che è tra F faut & G solreut; come voi pur
dianzi dicesti nel considerare la Quinta nella vera sua forma composta d'vna Quarta super
flua & d'vn Tuono diminuito; & così ventre tra esso C faut & G solreut, à contenere vna perfet
ta Quinta dentro la proportione Sesquialtera.
BAR. È vero che io dissi quello che dite; ma in quel lougo, la superfluità
della Quarta, fu
vguale alla scarsità del Tuono, il che quì non auuiene; oltre che quando fusse vero quello che
dite, che non è in modo alcuno, ne seguiterebbe che ascendendo poi di G solreut in c solfaut, con
vna Quarta dell'istessa misura della prima, non si trouasse tra esso & C faut vna perfetta & consonante Diapason; la qual cosa nelle maniera che si canta hoggi è impossibile: ò veramente essendo tale, sarà di bisogno cocnedere, che d'altra proporzione & misura sia la Diatessaron che
sicanta da G solreut in c solfaut, di quella che fu prima tra C daut & F faut; il che non è conueniente dire in modo alcuno. ne segue adunque necessariamente contro il comun parere, che
le Quinte si cantino hoggi diminuite, & superflue le Quarte dal vero loro essere; per lo che (secondo che io dissi) si viene
dall'Ottaua in poi, à cantare qual si voglia altro interuallo fuor della vera sua proporzione; & conseguentemente dissimili
da quelli che son contenuti da Senario, &
dal Syntono; quantunque l'vniuersale gli approui per perfetti & se ne satisfaccia interamente
(per non hauere vdito i veri) e tortosi da qual sia speranza di potergli migliorare. potrebbesi ancora dire, che gl'interualli
quali si cantano hoggi, fussero mediante l'inegualità de Semituoni,
iu conformi & simili à quelli che si trouano nel temperamento dello Strumento di tasti, che
tra quelli del Liuto. dicoui in oltre, che con piu gusto è vniuersalmente intesa la Quinta secondo la misura che gli dà Aristosseno, che dentro la Sesquialtera sua prima forma. nè da altro credo veramente ciò auuenga, che dall'hauerci il mal vso corrotto il senso: imperoche la Quinta
dentro la Sesquialtera, non solo pare nell'estrema acutezza che ella può andare, ma piu tosto che
ell'habbia vn poco del duro per non dire (insieme con altri d'vdito delicato) dell'aspro. doue
nella maniera d'Aristosseno pare, che che quella poca scarsità gli dia gratia, & la faccia diuenire piu
secondo il giusto d'hoggi, molle & languida. ne altro credo io come ho detto che ciò auuenga.
che dall'essere assuefatti vdirle del continouo sotto tal forma ò simile: dal che si traue vn'importante & efficace argumento, da persuaderne quello che poco di sotto al suo luogo intenderete;
cioè che si sia imparatodi cantare questo modo da gli Strumenti di corde, & particolarmente
da quelli che non hanno come il Liuto & la Viola i tasti.
STR. Questa mi è stata tanto cara & nuoua cosa, quanto altra ne
habbia mai in questo genere vdita; però seguite di gratia.
BAR. Hora considerate da questo solo abuso, l'imperfettione della Musica de nostri tempi;
& di quanto l'vniuersale s'inganni, & quanto male ageuolmente possa la verità dele cose cono
Auuertieùmento.
scere, & quanta poca cognitione habbia della vera musicia; noh hauendo sin al dì d'hoggi conosciuto ne anco la grandezza, non che la qualità & natura degl'interualli cantabili & vdibili,
che sono i semplici suoi elementi & principij. le qual cose, insieme con tutte le altre alla professione della Musica appartenenti che molte sono, intese Aristosseno & la piu parte degli antichi
Musici suprema eccellenza; oltre al non importar cosa del mondo la perfettione & imperfettione degl'interualli, al modo di cantare di quei tempi, per non seruirsene (come intenderete)
nella maniera che vsiamo noi. la qualità de quali interualli, si possano ancora considerare comeZarlino
nel
capo 3. della
quarta parte
de%lle sue institutioni dice,
che Aristosseno fece 15.
modi, & nel
capo 16. della 2. disprezza senza alcuna ragione le
sue Distributioni.
io dissi per relatione di acutezza & graità, tra l'vna & l'altra constitutione d tredici modi che
egli fece (& non quindici come hanno altri deto) nel comparare questa à quella corda: come
per essempio la Peossambanomene del Systema del Tuono Frygio, dico essser piu acuta per vna
scarsa Diapente di quella dellìHypodorio; ò vogliamo dire, che la Mese del Systema dell'Hypolidio, sia piu acuta per vna superflua Diatessaron di quella del Frygio.
STR. Ho molto bene inteso, & resto del tutto appagato; ma ditemi per qual cagione si
tolleri la Quinta scarsa, & la Quarta diminuita; & non per il cotnrario la Quinta tesa, & la Quarta
rimessa? & appresso perche l'Ottaua non patisca alteratione, in questa, ne in quella parte?
BAR. Di già vi ho detto, che la Quinta rispetto al mal'vso, quando ella è
nella sua vera for
ma, ci si rappresenta all'vdito piu tosto vn poco acuta (per non dire come altri, noiosa) che
altramente; hora pensate quanto piu ella diuerrebbe tale, col tenderla maggiormente di quello
che la contiene la Sesquialtera sua proportione: oltre che nel sonare & cantare d'hoggi, non
posano per la ragione che vi ho dimostrato, venire in altra maniera che in quella che hauete di
sopra veduta. donde nasca poi che l'Ottaua non si comporti ne diminuita ne superflua, auuie
ne non solo dalla sua perfettione, ma dal comporsi di essa presa piu volte vna consonanza della
istessa qualità; & alterando due di esse nell'acuto ò nel graue, congiunte poscia insieme, gli estre
mi si farebbono intollerabili: la qual cosa all'altre consonanze non accade, per non comporse
ne di esse altro che dissonanti interualli; & come si fatti, non viene compresa dall'vdito quella
poca differenza che si troua tra di loro così facilemnte.
page 56
.
STR. Mi hauete largamente sadisfatto, però seguite l'incominciato ragionamento de
Tuoni, secondo il parere degli Aristosseni.
BAR. Da seguaci del detto Aristosseno, fu à suoi tredici modi
aggiunteuene due altre verso
l'acuto; l'estreme note delle Diapason de quali, veniuano verso quella parte fuore del Systema orNel nono &
vltimo libro
doue tratta
della musica.
dinario; per la cui cagione sono stati dopo da molti confutati; di che fa particolare mentione
Martiano Cappella. imperoche considerarono che l'gumana voce si distingueua in tre parti,
cioè graue, acuta, e media; & che il numero di tredici non ben poteua distribuirsi in tre vguali portioni, & però ne fecero sin'al numero di quindici. dando nome di principali à cinque
di mezzo
Nel libro 2.
capo decimo
del Glarano,
col testimonio d'Apuleio nel primo
de floridi.che sono il Dorio bellicoso, il Hyastio verio, il Frygio religioso, l'Eolio semplice, & il Lydio
querulo; & du Plagij à cinque piu di questi graui, dinotandogli con tali nomi. Hypodorio, Hypoyastio, Hypofrygio, Hypoeolio, & Hypolydio; & i cinque piu di quelli acuti gli dissero Autentici, distinguendoli così. Hyperdorio, Hyperiastio, Hyperfrygio, Hypereolio, & Hyperlydio. per il qual ordine, i principali veniuano piu acuti de Plagij per va Diatessaron, & per
vno interuallo si fatto, si trouauano sotto gli Autentici. di maniera chedall'Hypodorio all'Hyperdorio, era la distanza d'vna minor Settima, ò vogliamo dire cinque Tuoni, ò diece Semituoni che tanto importa secndo però l'vso d'Aristosseno: fauorendo molto questa loro intentione, l'hauer trouato gli estremi de tredici che lui fece, rispondersi per ottaua, & non per Settima
con quelli di Tolomeo; il piu acuto de quali detto Mypermixolydio, non era altro che il replicato dell'Hypodorio; l'istesso fecero adunque all'Hypoiastio, & all'Hypofrygio, con inacutirgli
per vn'Ottaua: formandone di essi l'Hypereolio, & l'Hyperlydio acutissimo; i quali veniuano
ordinati & disposti nella maniera che qui di sotto nella Dimostratione si vedano da nomi loro
distinti. Venne dopo questi Tolomeo, l'ordine & parere, del quale per esser molto artifitioso &
difficile à bne intendersi, riserberemo per vltimo à dimostrare;: però diremo prima come meno
difficile, quello che ne sentisse Boethiuo: il quale fu di parere, ancora che tale openione fusse
stata prima da Tolomeo confutata, che i Tuoni fussero otto; & volle in oltre che il
particolare Systema di ciascuno caminasse dal graue all'acuto, per l'istesso ordine & gradi & con gli istessi nomi di corde, che caminaua il naturale &
comune; che è qello che serue al modo Drio: facendo il Frygio
piu di esso acuto vn Tuono, & il Lydio piu del Frygio acuto
per vn simile interuallo. Volle in oltre, che i Plagij loro
si rispondessero per vna Diatessaron nel graue, che
il Mixolydio fusse piu del Lydio acuto vn
Semituono, & che l'Hypermizolydio
rispondesse per Ottaua all'Hypodorio, ad imitatione di quelli di
Aristosseno;
ordinandogli, & disponendogli poi, nella manier.
ra, che quì di sotto si vedano nella DImostratione da nomi loro
distinti.
page 57page 58
page 59NELLA qual Dimostratione, si vede sensatamente ciascun minimo accidente che in essi
Tuoni sia da Boethio considerato; come per essempio. manifesta qual sia la spezie particolare
del Diapason di ciauscn modo, & doue collocata nel particolare suo Systema, e tra quali corde.
Nel capo 14
del quarto.
Si vede ancora quali siano graui o piu acuti l'vno dell'altro vn Tuono, detto da lui in
quel luogo Pagina; ò per vn Semituono, nominandolo allhora Verso. Vedesi parimente qual di
essi Tuoni sia la parte Destra, & quella la Sinistra; come la pRossambanomene segnata nell'Hy
permixolydio con l$, sia la Mese dell'Hypodorio segnata con l'istesso carattere; & che la nete
hyperboleon di questo notata con vn $, sia per il contrario la Mese di quello. vedesi in oltre il
Systema del Tuono Dorio, essere (secondo che egli dice) distante da quello del Mizolydio per
vna Diatessaron verso il graue, & per vna Diapente dall'Hypermixolydio: oltre à molti altri
& importanti particolari, che per breuità si lasciano di raccontare. non mancano con tutto questo delle dubitationi intorno
particolarmente à caratteri con i quali vsauano gli antichi Greci
segnare le corde de canti loro, le quali poco di sotto si torranno via; oltre che la Dimostratione
che si troua nel Testo di Boethio, non accorda in alcune parti circa l'acutezza & graiuità de Tuoni, con le parole che egli
le descriue. la qual cosa dubito grandemente che ella sa stata vna delle
Zarlino al capo 8. del 4delle Inst.
potenti cagioni, che alcuni poco diligenti per non dire giuditiosi, hanno arditamente detto,
& forse per comodo loro, che il Testo in quelo luogo è scorretto; il che è falso: ma è bene scorret
ta & mal concia la Dimostratione, mercè della poca accuratezza, per non dire come piu con
uerrebbe, intelligenza, di quelli che in Venetia l'anno 1491, si pigliarono curadi stamparlo.
al qual numero di Tuoni si attenne facilmente Boethio per consiglio di Alypio, quantunque
non ne faccia menitone; trouando in esso come al suo luogo mostreremo, i caratteri da segnare
distintamente le corde di ciascuno di essi otto modi; oltre al vedere con i setti soli, non hauere
occupato com'egli dice, tutte le quindici corde del Systema; & questo basti per hora intorno
l'intelligenza de Tuoni secondo la mente di Boethio. Per bene intendere adesso l'ordine & il
numero di quelli secondo il parere di Tolomeo; ripigliando vn poco da lontano il ragionamen
Nel secondo
degli harmonici al terzo.
to, così dico. Fu appresso gli antichi Musici Greci, secondo l'autorità dell'istesso Tolomeo; ri
ceuuta per la prima delle sette spezie del Diapason loro, quella che è contenuta dalle corde h
mi & h mi; & per la prima spezie delle quattro che haueuano delle Diape$e, accettarono quella che si troua tra la corda di
Elami & quella di h mi; & per la prima della Diatessaron dello
Aristosseno
nel fine del
terzo degli elementi.
tre che erano, tolsero quella che contengano le corde di C faut, & di c solfaut; dissero essere
la Terza tra D solre & d lasulre; la Quarta tra Elami & elami; la Quinta tra F faut & f faut;
la Sesta tra G solreut & g solreut; & la Settima & vltima veniua necessariamente à essere conte
nuta tra la corda alamire & quella di A a lamire. le tre altre spezie del Diapente & le due del
Diatessaron erano quelle, che ascendendo per gradi congiunti verso l'acuto, andauano seguen
do l'ordine delle prime proposte, secondo che si vedeno in questo essempio notate.
Ordine
delle
consonanze secondo i Greci. Tolomeo
nel capo quinto del 2.
I Latini dopo questi, riceuerono per la prima spezie del Diapason, quella che si troua tra Aa la
mire & alamire; per la prima della Diapente, quella che è tra h mi & Elami; & per la prima
della Diatessaron, quella che è tra h mi & Elami; seguendo le altre spezie discendendo per gra
di congiunti; e tale fu l'ordine degl'interualli loro; se per essi vogliamo intendere quello che ne
ha scritto Boethio & l'essempio è questo.
ordine delle
consonanze secondo i latini.
Boethio nel
capo 13. del
4. recitate dal
Zarlino al contrario nel capo 13. del terzo delle sue
institutioni.
22345671234123
page 60
Et quantunque alcuni habbiano creduti & detto, che elle procedano al contrario di quelle de
Greci, dubitando forse che Boethio non hauesse inteso in qual maniera potesse seruire le spzie
del Diapason piu graue al Tuono piu cuto, & la piu acuta al piu graue; mostreremo loro non
Il Zarlino è
di contrario
parere nell'istesso luogo.
essere così. bene è vero che Boethio nell'ordine del numerare e consonanze, pare ad acuni non
tenesse conto di nominare la Semidiapente che si troua tra F faut & h mi, per la Quarta spezie
della Diapente; nel qual proposito ha del verisimile & del ragioneuole, che Boethio intendes
se, che l'Hypate Hypaton, douesse rispondere per Ottaua con la Tritesynemmenon; perche cia
scuno suo Tuono come hauete potuto vedere nella Dimostratione, comprende l'vno & l'altro
Systema; oltre al nominare le dette spezie applicate da noi alla moderna prattica proceden
do dall'acuto al graue, per quest'ordine, mi, mi. la, re. sol. vt. & fa, mi. anzi fa, fa intese egli
indubitatamente nel suo grande intelletto, sono stati altri de moderni, che hanno chiamata questa tale spezie della Diapente
col nome di seconda, se bene Boethio la chiamò Quarta, & altri altra, secondo i varij disegni loro: dicendo la prima spezie
del Diapason essere tra A re & alami
re; la prima della Diapente tra D solre & alamire; & quella del Diatessaron, tra esso D solre &
G solreut; seguendo le altre spezie per gradi congiunti verso l'acuto; & altri hanno detto altra
mente secondo che bene gli è tornato senz'addure per testimonio del vero null'altra cosa che
l'openioni loro; e tutti dicono hauere imitato Boethio: il Testo del quale è forza che di quella
stampa, con tutta la diligenza vsata vederla e di Basilea, e di Parigi, & la di sopra nominata, non
sia venuta à nostra notitia; oltre hauerlo ancora veduto in penna in diuerse famose librerie.
STR. Per qual cagione non vollrero gli antichi Greci, accettare per la prima spezie del Diapason, della Diapente, & della Diatessaron loro; quella che comincia nella grauissima Prossambanomene, accettata dopo (secondo il parere di acluni) da Latini si come hauete detto?
BAR. Non ho mai detto che i Latini accettassero per la prima spezie di alcuna consonanza
loro, quella che comincia nella Prossambanomene; sono pure altri di tale openione, la quale
non so doue fondata; ma dico bene, che si voi osseruerete l'ordine delle spezie delle consonanze secondo il parere de Greci, trouerete che elle conuengano con quelle de Latini.
STR. Non sò in qual maniera questo possa stare, auuenga che voi dite essere la prima spezie
del Diapason di questo, quella che si troua tra A a lamire & alamire, & di quella tra h mi & h
mi; oltre che quelle de Greci cominciandosi dal graue vanno per gradi congiunti procedendo
verso l'acuto, & quelle de Latini partendosi per il contrario dell'acuto vanno verso il graue.
Ordine delle consonanze secondo i Greci & latini essere l'isstesso.
BAR.Sta tutto bene; hor auuertite di gratia. Nella Dimostratione che appresso vedrete de
Tuoni secondo la mente di Tolomeo, la spezie del Diapason che si troua tra h mi & h mi, pre
sa da Greci per la prima & che serue al Tuono Mizolidio, batte à corda in quella che nel modo
Dorio fu parimente da Latini per tal nome conosciuta, & così le altre per ordine. di maniera
che elle conuengano molto bene insieme; & quella poca differenza che è tra esse, quanto alla
grandezza dell'interuallo; non da altro nasce, che dalla diuersità de fini loro nell'applicare questa & quell'altra spezie
del Diapason vno ò vn altro Systema. potrebbesi ancora considerare le
due estreme corde di questo tal Diapason, seruire al Modo Hypodorio; ma tra quelle però del
Systema del Dorio. Costumarono sempre gli antichi Musici Greci, cominciare à numerare le
corde de Systemi dall'acuto, venendo verso il graue: la onde dissero la prima spezie del Diapa
son esser quella che seruiua al Tuono Mixolidio, & le altre per ordine discendendo; & così pari
mente fecero delle altre spezie delle consonnanze loro. la cagione poi che non accettarono per la
prima spezie del Diapason & delle altre consonanze , quelle che cominciano nella grauissima
corda Prossambanomene, fu per non interuenire in alcun genere d'harmonia & diuersa Distri
buitione di spezie, ne tra le corde stabili, ne tra le mobili de Tetracordi loro; oltre all'esser vltima
nel numerarle. & quantunque ella come si è detto, non interuenga ne tra le corde che racchiu
dano & che sono racchiuse ne Tetracordi, non per questo è che ella non sia stabile in ciascun Sy
stema maggiore & perfetto, per la ragione che si dirà di sotto. & per piu oltre dirui, non solo
questa corda fu l'vltima aggiunta alla Cithara, ma dopo che elle furono ordinate & distribuite
in Tetracordi; & le cagioni della sua aggiunta furono due ò tre di non molto rilieuo. la prima
delle quali non da aoltro deriuò, se non per che la Mese venisse nel mezzo di esso Systema secondo
che suona il suo nome; senza l'aiuto della quale in quella parte, era ciò impossibile. fu la secon
da caigone, perche l'estrema corda acuta con l'estrema graue, risonassero per vna Disdiapason
& Quintadecima; à ciò non gli m
ancasse alcuno degli interualli reputati da loro per conzonanti;
& che la Mese con l'estreme si rispondessero per vna Diapason & Ottaua. Dissi cagioni di non
molto rilieuo, imperoche senza essa compariua nel Systema ciascuna spezie del Diapason per
l'istesso ordine & senza impedimento alcuno; & conseguentemente ciascun modo e Tuono, se
non perfettamente in atto quanto all'intere consitutioni loro, in potenza almeno circa la spe
zie del Diapason, il cui risptetto deue essere principal cagione, che doue la Lira & Cithara, che
l'istessa era appresso loro secondo alcuni migliori, haueuano in quelli primi tempi da Mercurio
(autore di essa) riceuuta solo con quattro corde, si agumentasse in processo di tempo, sin'al nu
mero di quindici.
page 61
STR. Sete adunque di parere, che la Lira & la Cithara, fusse l'istesso strumento
appresso gli
antichi Musici Greci, & Latini.
BAR. Non ne ho quasi dubbio alcuno, per i molti rincontri d'autorità; ancora che PausaNel quarto libro. nia dica essere stata ritrouata da Mercurio la Lira, & da Apollo la Cithara.
STR. Questa vostra openione, la giudico molto contraria alla comune.
Zarlino nell'Istitutioni al
capo 3. & al 4
del 2. & nel
primo del 4.
BAR. Tengo per fermo che ci conscenderete ancora voi & qualunque altro che
hauerà patienza di ascoltarmi.
STR. A'me sarà gratissimo intendere tal cosa.
BAR. Vi addurrò breuemente le piu famosse autorità che io ho raccolte in fauore di
questa,
& quella parte; lasciando poi giudicare à voi & à ciascuno altro di sana mente, quello che piu
parrà à proposito, però attendete. Si trouano appresso i Greci, cinque nomi di strumenti musici tra li altri molti che hannoo in diuersi significati, che per quello si raccoglie scritti loro
pare che importino il medesimo: & questi sono, Lira, Chelyn, Cithara, Cethra, & Forminx.
Non è principalmente alcuno che dubiti, che Lira & Chelyn non sia l'istesso strumento; & che
In quanti modi sia stata data la Lira d$
Greci,
l'vno & l'altro parimente non sia il medesimo di quello che da Latimi fu poi detto Testudo. co
sì ancora vogliano, che Cithara & Cethra sia l'istessa cosa; chiamandola le piu volte con questa
voce il Poeta, & con quella l'Oratore. che la Forminx poi sia il medesimo strumento che la Cithara, è cosa chiara; auuenga che ciò afferma Suida, il quale così scriuendo dice. Forminx, cioè
Suida.
Cithara. appresso, Homero nell'Odissea racconta, che hauendo il ministro del conuito, data
la Cithara à Femio, soggiugne queste parole. Certo costui Formison. doue Dydimo interpre
Homero. te dichiara Formison, cioè sonare con la Cithara. per il che, se noi dimostreremo hora, che laLira sia la medesima cosa che
la Forminx, non sarà dubbio alcuno, che la Lira sarà l'istessa della
Dydimo.
Cithara: il che Oratio ci può à bastanza insegnare. imperoche hauendo tradotto quasi parolaOratio.
per parola da Pindaro quella sua canzone che comincia, O Clio, qual'huomo, ò quale Heroe
Pindaro.
comincerai tu à celebrare con la tua Lira, ò con l'acuta Tibia? doue Pindaro in vece di Lira, dice così. A naxiphorminges. da che apertamente si conosce, che Oratio chiama Lira quella che
Pindaro disse prima Forminga: ma dalle parole dell'istesso Pindaro, questo medesimo si può facilmente raccorre. imperoche poco di sotto scriue così. Piglieremo la Lira. nel qual luogo Pindaaro, chiama Lira quello istesso
strumento che di sopra chiamò Forminga.
STR. Vo concedo che la Forminga fusse la medesima cosa che la Lira, ma non per questo ne sguirà, che la Lira fusse l'istessa cosa della Cithara; potendo facilmente essere nome
equiuoco.
BAR. Tralascio l'interprete di Pindaro, il quale in piu luoghi espone scambieuolmente Li
ra per Cithara; però che piu chiaramente questo istesso posso prouarui con autorità di piu gra
ui scrittori; & prima con l'autorità di Xenofonte, il quale in quel suo libro che egli scriue
Della cura famigliare, così dice. Quelli che prima imparano di sonare la Cithara, guasta
no la Lira. in oltre, Socrate appresso Platone dice, che Alcibiade imparò di sonare la Citha
Nel primo
Alcibiade. ra, & indi à poco, quella che di sopra haueua detta Cithara, chiama Lira: ma che vado ioraccogliendo argumenti in fauore di
questa parte, potendo con vn solo testimonio degno difede, & questo è Suida, farui tal verità vedere in viso; il quale vsa
queste parole. la Cithara è
Lira & cithara essere l'istessa cosa.
vno strumento musico, che altramente è detta Lira. puossi egli dire cosa piu piana & aper
ta di questa? hora vdite per l'opposito quello che io ho raccolto in fauore dell'altra parte, che
pare in certo modo che ci persuada il contrario. Platone nel Terzo della Republica dice.
La Lira adunque resta, & la Cithara vtile nella città, & la Siringa comoda nelle campagne
pastorali. Ateneo nel quarto libro verso il fine. Il Magade è strumento, come la Cithara,
la Lira, & il Barbito, & nel medesimo luogo, allegando d'vn certo Anassila, tolti d'vn ope
ra intitolate il manifattore delle Lire, due cita oltre à li altri nel quale con l'istesso ordine si
leggono parole che rispondano à queste. ma io Barbiti, Tricordi, Pettidi, Cithare, Lire, &
Scindassi sospesi hauea. Polluce nel libro quarto. di quelli adunque che si suonano, sarà la
Lira, la Cithara, & il Barbito. Platone in vn'altro luogo, che piu ci turba, parla sempre
Nel Dialogo
di Lachete.
della Cithara nobilmente, & per lo contrario della Lira ne tratta come strumento da tra
stullo & da giuovo. la onde pare impossibile à molti, che seondo la Cithara, come si è motra
to di sopra, l'istessa cosa della Lira, ne sia stato da tanti parlato nella miniera che hauete inteso.
nulla di meno con la sola consideratione della diuersità de'nomi con i quali vien da noi chia
mato il nostro strumento di tasti, si toglie facilmente via ciascuno scrupolo che approtare ci
potessro le parole di questi graui & famosi scrittori; il quale come sa ciascuno viene chiamato
da noi con il nome di Clauicordo, d'Harpicordo, di Clauicimbalo, di Spinetta, di Buonaccor
do, d'Harchicimbalo, & altro; solo per la diuerssa quantità & qualità delle corde & de registri,
e della grandezza & forma dello strumento; & pur nella sua essentia à l'istessa cosa l'vno che l'altro, & chi sa sonare questo,
suona parimente quello. non sarà alcuno ancora di sana mente, che
compar
ando vn suaue Grauicimbalo à vna Stridule Spinetta, non giudichi questa à comparatio
ne di quello, cosa da trastullo & da giuoco; & così ancora facendo comparatione d'vn Organo
page 62
dolce, sonoro & graue, à vn Reale acuto, roco & aspro, ò alle strepitose sordine, auuerrà l'istes
so. Si vede in oltre che la Viola da gamba, l'Arpa, & molti degli strumenti di fiato che tutto
giorno adoperiamo ne musicali graui & importanti concerti, vsargli ancora per trastullo ne balli & danze: ma tra li artefici
che gli esercitano in questa & in quella maniera, si può considera
re esser l'istessa differenza che mette Platone tra la dignità della Cithara, & il giuoco della Lira.
può molto bene essere ancora, che quando Xenofonte dice, che quelli che imparano di sonare
la Cithara, guastino la Lira; voglia inferire, che i fanciulli de suoi tempi nel volere imparare di
sonare la Cithara, si esercitassero prima nella Lira; come di forma piu comoda & ancora di suo
no conforme per la sua acutezza ò altro, à quella tenera età: & così per la loro inesperienza, ve
nissero in quelli principij, e e col plettro & con l'vgne à guastare le corde; non altramente di quel
lo che giornalmente occorre à nostri; i quali nel volere imparare di sonar l'Organo, ò vogliamo
dire l'Harpicordo, si esercitano le piu volte in vna Spinetta, ò in vn piccolo Buonaccordo; per
non aggiugnere l'estreme dita delle corte mani de putti di quella tenera età, à vn'Ottaua d'vno
strumento grande; & così si potrebbe ancor'hoggi con verità dire & per l'istessa cagione, che
quelli che imparono di sonare l'Organo, ò l'Harpicordo, guastino la Spinetta, & il Buonac
cordo. nel qual sentimento concorre ancora senza punto storcerla, l'openione di Pausa
nia quando dice, che Apollo trouò la Cithara, & Mercurio la Lira; auuenga che questo
la trovò nella sua pueritia, come strumento conueniente à simile età, & quello dopò l'esse
re fatto huomo: ò pur vogliamo dire essere stato attribuito ad Apollo l'inuentione della Ci
Nell'ottauo
della Politica.
thara, & à Mercurio della Lira, per distinguere la qualità delle persone. conuiene ancora
in questo nostro parere Aristotile, nel trattare della diuersità dell'harmonie, come appresso
intenderete, & dirouui al suo luogo qual differenza fusse realmente (se pure vi era) tra la Ci
thara & la Lira.
STR. Mi hauete grandemente sadisfatto; però piacendoui potete tornare donde vi togliesti, & seguire l'incominciato ragionamento intorno a Tuoni & modi degli antichi Musici Greci, secondo la mente di Tolomeo; & appresso scusarmi.
BAR. Vi dicea di sopra che gli antichi Musici andarono à poco à poco
augument
ando le cor
de della Cithara & Lira loro, fin'al numero di quindici; le quali distribuirono nella maniera che
si vedano ordinariam
ente nel Systema massimo & perfetto disgunto del modo Dorio; della qual
quantità per molti & molti anni, conoscendo essere comodamente arte à esprimere con effica
Prossambanomenos, quello importi.
cia qual si voglia humano affetto, si contentarono. Vi dissi in oltre che il significato del no
me della grauissima corda Prossambanomene vltima aggiunta al Systema perfetto, & vltima
ancora nel numerarle secondo l'vso de Greci, se ben prima quanto à Latini, & al modo d'hog
gi, importaua in quella lingua il medesimo che nella nostra vale, Aggiunta, & prersa di più ò da
vantaggio. il qual significato come ho detto, pare che ne auuertisca essere stato ciò fatto, non
per alcuna necessità; ma per propria eletione. la cagione poi che ella sia detta stabile in qual si
voglia Systema massimo & perfetto, nasce dall'istessa corrispondenza ch'ella ha del contunouo
in ciascun Genere & spezie d'harmonia, con la Netehyperboleon. la onde essendo la Nete sta
bile, che tale è la natura di tuttele corde estreme di qual si voglia Tetracordo, stabile ancora è
necessariamente la Prossambanomene; imperoche ella si troua continuamente da quella & dal
le altre stabili, distante di quanto si è detto. in oltre, il Systema massimo disgiunto, del quale
sen'ha l'essempio da infiniti scrittori, sono in esso come di sopra ho detto, tese le corde, secondo
il Tuono & modo Dorio. l'harmonia del quale fu piu di ciascuna altra reputata, approuata,
Harmonia
porta, perche
piu dell'altre
reputata.
& in pregio di ciascuno antico Musico, Poeta, & Filosofo. la qual cosa, s'io non m'inganno,
non da altro principalmente nacque, che dall'esser tese le corde nel suo Systema, secondo il
Tuono nel quale senza violenza comunemente si fauella. n può humana voce piu comoda
mente cantare tutte le corde d'vn'intero Systema, di quelle che son tese secondo esso modo Do
I platonici confutano le harmonie troppo acute & le
troppo graui.
rio. l'eccellenza di che ha cagionato che del continouo è stato addotto per essempio da ciascun
huomo famoso che della musica facultà ha scritto; la qual cosa degli altri non è auuenuta: ne
ci deuiamo marauigliare di ciò; auuenga che i Tuoni molto acuti, & quelli troppo graui, fu
rono da Platonici principalmente, nella bene ordinata Republica loro rifiutati; per esser quelli lamenteuoli, & questi lugubri;
& furono da essi riceuuti quelli solo di mezzo, si come anco
Rithmo, cioè
il ballo & il
mouimento
del corpo.
ra appresso di essi occorse de numeri & rithmi. l'openione de quali du poscia da Aristotile con
futata; dicendo egli, che l'harmonie rimesse non sono da disprezzarsi rispetto à gli huomini di
età; i quali per gli anni, non possano cantare l'harmonie tirate: le acute poi come la Lydia, concede à fanciulli, per partorire
in loro dice egli, à vn tempo medesimo e ornamento & discipli
Nel fine dell'ottauo della Politica.
na. da che si fa argumento quando altro incontro d'autorità non ci fusse di questo, che le Cantilene degli antichi erano cantate
veramente secondo il suono delle corde nelle quali si trouaua
Tolomeo.
no scritte del compositore di esse; & il contrario accade hoggi alle nostre. Si ha
particolarmen
Boethio.
te l'essempio del Systema del Tuono Dorio & non delli altri, in Tolomeo, in Boethio, nell'In
Guido Aret.
troduttorio di Guido Aretino, nella Teorica, & prattica di Franchino, nella musica del Glarea
Franchino.
no, nell'Institutioni harmoniche del Zarlino, & vltimamente nel Timeo di Platone ve n'è accen
page 63
nata la maggiore & migliore parte nella spezie Diatona Ditonica come sono tutte le altre det
Glareano. te; oltre alli altri molti luoghi d'altri autori: la spezie del Diapason del qual modo, è la quar
Zarlino. ta, che viene collocata secondo che io dissi, tra la corda di Elami & di elami; nel qual luogo
Platone.
Boethio messe quella piu di questa graue vn'interuallo Sesquiottauo, non per altro che per dar
Perche Boethio varij da
Greci le spezie del Diapason.
luogo al Tuono Hypermixolydio; la qual cosa non poteua fare se non con assegnare al modo
Dorio quella che Tolomeo assegnò prima al Frygio; ne quali due Tuoni parlauano continoua
mente le persone comiche e tragiche, & così parimente quella della Satira, al suono della Ti
bia nella scena del Teatro recitando i poemi loro. Sopra questo Tuono, ve n'erano tre piu di
esso acuti, e tre ne haueua sotto piu graui. i tre piu acuti erano il Frygio, il Lydio, & il My
Comiche,
e
tragiche persone recitauano i poemi loro sul suono
della Tibia. xolydio acutissimo; i quali andauano distribuiti con queste conditioni. inacutendo per vn'in
teruallo Sesquiottauo il Systema disgiunto ordinario, nel quale come ho etto si cantaua il mo
do Dorio ritrouato dal gran Thamira di Thracia, si haueua il Frygio; del quale fu inuentore
Marsia, à Masse che dire lo vogliamo, figliuolo di Hyanghi Frygio; & seguendo il parere d'A
ristotile, maestro del grande Olimpio. il qual Marsia fu il primo che sonasse il Piffero con i fo
Thamira
di
Tracia, ritroua l'harmonia Dorica. ri, non essendo auanti lui stati conosciuti; sonandone ancora due con vn sol fiato, & fu quel
lo parimente che prima di ciascuno mescolò il suono graue con l'acuto; al suono del quale stru
mento si cantarono poi l'Elegie con ordinato modo, si seruì assai il coro della Trtagedia del
l'harmonia Frygia, & così parimente della Lydia; per essere propria questa dell'irato & del
Marsia
troua
la Frygia. l'addolorato che stride; & quella, di colui che esulta di allegrezza: le quali furono da Socra
te repudiate, come atte ad introdurre affetti nell'huomo, non à esso conuenienti. per la qual
Nell'ottauo
della Politia.
cagione repudiò ancora l'harmonia Lydia & la Hyastia graue, come rimesse & proprie degli
ebbri; non quando sono infuriati, ma quando sono languidi: & la Dorica & la Frygia, come
Coro
della
tragedia quali harmonie
vsasse.
vtili alla guerra, concesse. Dico la spezie del Diapason del modo Frygio, ritrouarsi tra D sol
re & d lasolre, & che la sua Media sia necessariamente G solreut; doue quella del Dorio è ala
mire. inacutendo di nuouo il Systema per vn Tuono piu di quello che serue al modo Frygio,
si hauerà quello del Tuono Lydio; del quale fu Amfione inuentore; quantunque altri dichi
Amfione
inuentore dell'
harmonia Lydia.
Ne Peani. no Menalipide, & altri Torebo: & Pindaro vuole che Antippo primieramente nelle nozze diNiobe, fusse quello che insegnasse
l'harmonia Lydia. si costumaua in essa di cantare partico
larmente gli Epitalamij; & è quella che da Platone fu detta lydia intensa, à differenza forse
della rimessa sua plagia: la spezie del cui Diapason è contenuta tra C faut & c solfaut, &
la sua Media è f faut. Racconta Plutarco di mente d'Aristosseno, che il primo vso di questa
tale harmonia, nacque da vn certo Lugubre auuenimento; & che prima di tutti, Olimpo
Olimpo nella morte di p$
thone canta alla Tibia il modo Lydio.
nella morte di Pithone cantò su la Tibia versi funebri secondo l'vsanza Lydia: della quale Pla
tone così dice nel discriuer la natura sua maladicendola. l'harmonia Lydia è acuta, arrab
biata, & stridula; & è insieme atta à lamenti. Hora questo tale Systema, trasportato nell'acu
to per vn minore Semituono & Lemma, ne darà le corde tese secondo il modo Mixolydio; il
quale è ripieno di molto affetto di concento, & è assai atto alle Tragedie; del quale la sua Me
dia è elami, & la spezie dei suo Diapason quella che si troua tra h mi & h mi. I nomi de tre
Plagij modi.
perche siano
così detti.
Tuoni che ha sotto il Dorio sono questo; Hypolydio, Hypofrygio, & Hypodotio; i quali fu
rono detti Plagij, per esser proprij di quelli che temono & che pregano supplicheuolmente; &
si creono & formano in questa maniera. Ingrauendo il Systema del Tuono Lydio per vna Dia
tessaron, ò per vn Semituono di quello del Dorio, si hauerà il modo Hypolydio; ritrouato in
sieme con la legge Orthia (dalla quale deriuò il Trocheo datore del segno) da Polimnasto Colo
Polimnasto.
inuentore dell'harmonia $ypolydia. fonio; il quale nelle sue C
antilene ricercò piu corde di alcuno altro Musico de suoi t
empi; la speziedel cui Diapason è tra F faut & f faut & la sua Media è h mi. Se di nuouo s'ingrauirà il Syste
ma del modo Frygio pervna Diatessaron, ò vogliamo dire per vn Tuono sotto quello dell'Hy
polydio (che tanto importa quanto all'effetto) si hauerà il modo Hypofrygio detto da Platone
L'inuentione
della harmonia Hypofrigia, incognita all'Autore
Hyastio rimesso; l'autore del quale per diligenza vsata, non ho mai saputo per ancora trouare.
È la sua Diapason contenuta tra la corda di G solreut & g solreut, & la sua Media è c solfa
ut. Se vltimamente noi trasporteremo il Systema del Tuono Dorio nel graue per vna Diatessa
ron, ò per vn Tuono sotto l'Hypofrygio, haueremo il modo Hypodorio piu di ciascun'altro
graue; l'inuentione del quale è attribuita à Filosseno; il qual Tuono fu l'vltimo à venire in vso:
Filosseno inuentore dwella
harmonia $ypodoria vltima ritrouata.
la cui Diapason è contenuta tra alamire & Aalamire, & la sua Media cosneguentemente à es
sere d lasolre: e tanti furono realmente in numero & in misura i Tuoni & modi degli antichi
Musici Greci secondo il parere di Tolomeo; i quali fra tutti à sette che piu non erano per non
vi essere altre nuoue spezie di Diapason da occupare, ricercauano ventuna voce; & il replica
re l'istesse verso il graue, ò verso l'acuto, come per essempio quella dell'Hypermixolydio con
futato da Tolomeo, veniuano fuore del naturale & comune Systema; oltre che nella Dimo
stratione di Boetio sia occorso l'istesso al Tuono Mixolydio ancora, per essere stato diuerso da
Nel capo
9.
10.11. del socondo.
Tolomeo nel considerare le corde del Diapason di essi Tuoni; la qual cosa è degna di non poca
consideratione.
page 64
Dimostratione de'sette Tuoni, seondo la mente di Tolomeo.
-
Systema massimo & perfetto del Modo Hypodorio, ritrouato da Filoxwno.
- Dd
- e
- h
- a
- g
- f
- e
- dMedia.
- c
- h
- A
- G
- F
- E
- D
-
Systema nassuni &perfetto del Modo Hypofrygio, incognita all'Autore la sua origine.
- Ce
- h
- a
- g
- f
- e
- d
- e
- CMedia.
- h
- A
- G
- F
- E
- D
- C
-
Systema massimo & perfetto del Modo Hypolydio, ritrouato da Palymnasto.
- hh
- a
- g
- f
- e
- d
- c
- hMedia.
- A
- G
- F
- E
- D
- C
- h
-
Systema massimo & perfetto del Modo Dorio, ritrouato da T alamira.
- Aa
- h
- f
- e
- d Media del Myxoly
- c Media del Lydio.
- h
- Media del Frygio.
- a Media del Dorio.
- G Media dell'Hypoly.
- F Media dell'Hypofry.
- E Media dell'Hypod.
- D
- C
- h
- A
-
- Gg
- f
- e
- d
- c
- h
- a
- g Media.
- F
- E
- D
- C
- h
- A
- G
Systema massimo & perfetto del Modo Frygio, ritrouato da Marsia.
-
- Ff
- e
- d
- c
- h
- a
- g
- f Media
- E
- D
- C
- h
- A
- G
- F
Systema massimo & perfetto del Modo Lydio, ritrouato da Anfione.
-
- Ee
- d
- c
- h
- a
- g
- f
- e Media.
- D
- C
- h
- A
- G
- F
- E
Systema massimo & perfetto del Modo Myxolydio, ritrouato da Saffo.
page 65
Ricercauano adunque secondo Tolomeo gli estremi delle loro Constitutioni tanto congiunte
quanto disgiunte in ciascun genere d'harmonia, non piu di ventuna voce come ho detto, &
ventisette erano le differenze loro: di maneira che il Myxolydio piu di ciascuno altro acuto,
Zarlino vuole secondo Tolomeo che i
Tuoni fussero 8. la qual
cosa non disse mai Tolomeo, anzi repudio l'ottauo modo al
capo 3. del 4.
delle sue institutioni.
veniua ò cantare vn Semituono sopra il Lydio; & questo vn Tuono sopra il Frygio, e'l Dorio cantaua sotto il Frygio vn Tuono
& vna quarta sopra l'Hypodorio; & sotto quello vn Semituono
& vna quarta del Lydio vi era l'Hypolydio; & discendendo vn Tuono sotto questo & vna quar
ta sotto il Frygio, vi era l'Hypofrygio; & vltimamente il Systema dell'Hypodorio si haueua
dall'ingrauire per vna quarta quello del Dorio, ò veramente vn Tuono quello dell'Hypofry
gio. & questo secondo Tolomeo Principe de Matematici, erano iveri & legittimi interualli ,per
i quali i Tuoni degli antichi Musici Greci erano piu graui & piu acuti gli vni che gli altri, &
le corde nelle quali erano cantati; si che la Discrittione è questa. la quale à ciò se ne resti capa
ce, ho ridotta in quel piu facile modo che io mi sono saputo imaginare. È principalmente
da considerare in essa, che si come la Media & la spezie del Diapason di ciascun Systema e di
uersa, così parimente diuerso è tutto l'ordine della scala circa i gradi del salire & del discende
re dal principio al fine per Tuoni & Semituoni; & quel prouerbio vosì $to da loro vsato, che
Nel capo
1$.
del secondo,
Aristosseno
nel secondo.
diceua. Noi passeremo dall'harmonia Dorica alla Frygia; cioè dalle cose graui alle ridicole;
non solo deriuò dalla natura opposita dell'harmonie e Tuoni, ma dal contrario modo di sali
re & discendere, circa i gradi de Tuoni & Semituoni, di questo & di quello. imperoche per
Prouerbio
degli antichi
Greci Musici.
quelli istessi gradi che discendeua il Dorio, ascendeua il Frygio; come negli essempi loro si può
sensatamente vedere: le constitutioni de quali, furono da gli antichi Greci nominate per diuer
si rispetti, con questi tre nomi differenti disuono & di senso; cioè, Tuoni, Tropi, & Iti. Iti per
Tuoni, detti
diuersamente & perche. cioche dimsotrauano il costume; Tropi, perche nel passare dall'vno all'altro si rouolgeua il Sy
stema; e Tuoni, rispetto all'acutezza & graiuità. Dimostrauano il costume, imperoche alcuni
di essi con l'essempio spezialmente di quelli che gli recitauano, induceuano negli vditori pen
Perche detti
Iti. sieri graui & seueri; & altri molli & effeminati, e tali diueniuano nell'ascoltargli. Si riuolge
a il Systema, tutte le volte che si passaua dall'vno all'altro; come per essempio nel passare dal
Perche detti
Tropi.
Dorio al Frygio. imperoche quelli istessi interualli che vsaua questo nel procedere dal graue
all'acuto, quello come si è detto, se ne seruiua camonando verso il graue dall'acuto partendosi.
Erano ancora differenti d'acutezza & grauità, auuenga che il Frygio era piu del Dorio acuto
Perche
detti
Tuoni.
vn Tuono; & per vn simile interuallo si trouaua sotto il Lydio pur hora nominati; erano di
stanti l'vno dagli altri per vn Tuono; e tal nome si acquistarono auanti che si venisse in cogni
tione degli altri quattro: ancora che non sarebbe stato inconueniente hauergli nominati Tuo
ni & non Semituoni, dopo l'essere tutti à sette in vso; poiche tra gli interualli per i quali proce
deuano i Systemi loro dal graue all'acuto ò per il contrario, conteneuano vn minore Epthacor

do della maniera che qui si vede notato. nel qua
le si annouera solo due volte il Semituono, & quat
Ordine de
modi.
tro il Tuono; oltre all'esser piu naturale & piu vicino alla perfettione del c
onsonante interuallo questo, che quello.
STR. Io ho sempre inteso dagli huomini scientiati & dotti, che l'intendere bene come
stessero, & come fussero cantati dagli antichi Musici i Tuoni loro, & quanti fussero in numero, senza gli altri molti accidenti che intorno à essi considerarono, è vna delle piu malageuol cose à sapersi & bene intendersi, che alcun'altra attenente alla musica di quei tempi: il che per esperienza
hora prouo & vedo essere così. prche con tutta la vostra diligenza, non ne resto da quello che
sin quì ne hauete detto & con l'essempio mostratomi, interamente capace & sadisfatto; però non
vi sia graue il rispondermi à quanto vi domanderò intorno à essi, acciò ne resti pienamente appagato; scusando ancora l'importune & forse impertinenti mie richieste.
BAR. Dite pur liberamente, che io non sono per mancare eccetto in quella parte doue
non
arriuerà il mio sapere.
STR. Intendo principalmente che l'istesso Tolomeo dice, essere la Media particolare di
ciascun Tuono, quella che io sono hora per dirui, applicando le sue parole alla moderna prattica, cioè. che la Media del Myxolydio e d lasolre, quella del Lydio c solfaut, del Frygio h mi,
del Dorio alamire, dell'Hypolydio G solreut, dell'Hypofrygio F faut, & vltimamente dell'
Hypodorio Elami.
BAR. Voi dite molto bene, & hauete mille ragioni; & l'istesse trouerete essere
nella mia discrittione se meglio la considererete.
STR. Non le so rinuenire senza il vostro aiuto.
BAR. Eccoloui. Quando Tolomeo discriue l'ordine delle Medie de Tuoni nella
maniera
Nel capo vudici del a.
che recitate le hauete, le consdiera sette nel naturale & oprdinario Systema. nell'ordine poi
per il quale ve le ho dichiarate io, venga à considerare ciascuna di esse, nella particolar loro con
page 66
stitutione: le quali nel mio essempio trouerete non hauere tra sè contraditione alcuna impero
che considerando quella linea che nel Mixolydio ci rappresenta la sua Media che è elami, tro
uerete, che ella batte à corda in d solre del Systema ordinario, & naturale del modo Dorio; &
così fanno tutte le Medie degli altri Systemi comparate à questo.
STR. L'intendo hora benissimo; ma vuole in otlre Tolomeo, che i Systemi siano lontani
continouando l'vno dopo l'altro per l'ordne che me li hauete dimostrati, per Ditoni & Semiditoni, & voi hauete in vece loro fatto mentione di Tuoni & Semituoni; ne sò come possa stare
tal differenza tra di voi.
BAR. Ho fatto mentione di quelli interualli minori ,come piu necessarij all'intelligenza
che di essi Tuoni cerco darui; & se vi fusse voluto affaticare vn poco l'intelletto, hauereste molDitoni & Semiditoni, come considerati ne Tuoni.
to bene nella mia dimostratione trouati i Ditoni & i Semiditoni ancora tra questo Tuono &
quello; nell'hauer solo considerata & paragonata ciascuna corda particolare dell'vno col quella dell'altro Systema: come per
essempio, la h mi del Dorio con quella del Frygio, ò questa
con quella del Lydio; ma il tutto insieme di questo paragonato con il tutto di quello, ò vogliami qual si voglia parte di essi, tra quelli che sono congionti intendendo: ne da altronde auuiene il vedere nell'essempio
datoui di essi tal diuersità, che dall'hauere la Prossambanomene, la Media &
l'estrema nete, & così tutte le altre corde di ciascuno, diuerso carattere; la qual cosa in quella
di Boethio non occorse, per essere segnate le corde con l'istesse cifre, & caminare per l'istess'orAltre considerationi dell'Autore ne i
Tuoni di Tolomeo.
dine di gradi in questa che in quella scala per così dirla Non voglio tacere quest'altra osseruatione, che si può considerare nelal Dimostratione de Tuoni distribuiti secondo l'ordine di Tolomeo; la quale è, che quelli
piu del Dorio acuti, si rappresentano alla vista distanti gli vni dagli
altri per gli istsessi gradi che caminano le note dellaua constitutione partendosi dalla Nete
yperboleon per ascedere in vn terzo h mi: la qual cosa non occorre alla Dimostratione che ne fa Boethio; si per la differenza de gradi, come per la quantità di essi Tuoni. la onde con mirabile
ordine quelli di Tolomeo, permcongiugnersi insieme il
principio con il fine, si vedono andare à guisa
delle sfere celesti in vn perpetuo giro
caminando, come chiaramenTropos voce
greca mal dichiarata in
quel proposito dal Zarlino, nel fine
del capo primo della 4.
parte dell'in
stitutioni.
te dimostra la presente Ruota:
nella quale si annouera vgualmente ciascuna corda tre volte.
per lo che con ragione grandissima furono detti con
l'istesso nome di quelli due circoli, che nella Sfera del Mondo son termini al piu
lungo & al piu breue giorno
dell'anno.
page 67page 68STR. Questa in vero è stata vna sottilissima consideratione; ma ditemi
appresso vn'altra cosa. Nel considerare la Media di ciascun Tuono nel naturale Systema pur secondo la Distribuitione di Tolomeo; trouo particolarmente che quella del modo Frygio, e sotto quella del Lydio
per vn Semituono; & che soprà questa vn Tuono vi è quella del Myxolydio; & voi mi suoi parere che al contrario me le habbiate descritte. cioè che sotto il Myxolydio vn Semituono vi fusse il Lydio, & che vn Tuono sotto questo si trouasse il Frygio.
Zarlino al capo 8. della
quarta parte
delle sue institutioni.
BAR. Così è veramente, & questa è vna delle cose che ha dato da
pensare & da dire à molti
de nostri tempi, sopra la quale sono stati scritti piu volumi; ne è stata con tutto ciò da loro capita come al suo luogo intenderete; però auuertite. Bisogna hauere à memoria quello che di sopra vi dissi significasse Tropo, & affaticare vn poco il bell'ingegno vostro, che il tutto, con l'aiuto di quest'altra consideratione, benissimo intenderete. è d'auuertire adunque, che la spezie del
Diapason del modo Dorio, è quella di Elami; del Frygio. D solre; del Lydio C faut; & del
Myxolydio, h mi; che per gli interualli quali dissi, sono naturalmente l'vna dall'altra distanti:
Le spezie del
Diapason de
Tuoni, vanno trasportatehora nel
graue & hora nell'acuto.
ma per applicarle poi à Tuoni à quali seruono, vanno da quella del Dorio in poi, trasportati
nell'acuto, qual per vna settima, qual per vna quinta, & qual per vn Ditono: doue per l'opposito, la spezie del Diapason dell'Hypolydio, dell'Hypofrygio, & del Hypodorio, vanno trasportate per gli istessi interualli nel graue; si come scorger nell'essempio si è possuto. ne altra è stata la cagione di
questo, che l'essere quelle spezie sotto la corda graue del Diapason del tuONO
Dorio, & sopra queste; considerate però nel naturale Systema; oltre all'hauere voluto (& meritamente) che la prima spezie del Diapason serua come prima al Uono piu acuto, & l'vltima al
Auuertimento.
piu graue come vltima à trouarsi tra l'rdine & il modo del numerare le corde loro. Voglio appresso ridurui à memoria, che
l'hauere à dimostrare vna cosa che in sè è difficilissima, con mezzo a suoi conuenienti & proprij non solo differentissimi ma in tutto contrarij, è il piu delle volte non solo male ageuole
à ben farsi con tutti le appartenenti circunstanze che conuerrebbono,
ma diffiicile per non dire impossibile: però non è punto da marauigliarsi, se l'essempio de modi
da me per vostra intelligenza formato, non ha in sè quella chiarezza squesita si che s'intenda ciascun minimo accidente con quella facilità maggiore che si potrebbe desiderare. Haueuano gli
Nomi delle
note musiche
si potrebbono grandemente migliorare
antichi Musici Greci per dinotare ciascuna loro particolar corda, vn particolare carattere che
significaua il proprio furono di quella; senz'ahauer bisgono alcuno di linee ne di spatij, ò di chiaui come questi de nostri
$mpi: le qual cose tutte, sono di sommo impedimento: & si potrebbono con vtilità grandissima degli studiosi della moderna musica prattica, rimuouere & grandemente migliorare; il modo di che fare facilmente dirouui prima che o dia fine al nostro ragionamento.
Consonanze
maggiori Superparticolari, son la quinta & la quarta.
STR. Questa sarebbe veramente cosa desiderata & abbracciata da ciascuno giuditioso prattico, ne la douerresti in modo aocuno tacere; ma tornando al fatto de Tuoni, ditemi in qual maniera gli formasse Tolomeo per
le due consonanze maggiori Superparticolari?
BA. Traeua Tolomeo dal modo Dodio, col mezzo del Diatessaron il Tuono piu acuto &
il piu graue, che sono come sapete il Myxolydio & l'Hypodorio, con l'ascendere & discendere
Come formasse Tolomeo
i Tuoni col
mezzo de 2.
maggiori interualli Superparticolari.
per vn si fatto interuallo da esso Dorio. di poi, ascendendo sopra il piu graue vna quinta, creaua il Frygio, & discendendo sott'à esso Frygio per vn Diatessaron, formaua l'Hypofrygio: sopra
il quale ascendendo per vna Diapente formaua il Lydio, & discendendogli sotto per vna quarta formaua l'Hypolydio; & così veniuano formati tutti i sette modi con il mezzo de duoi maggiori interualli Superparticolari.
STR. Come salueremo noi quel Tritono che si troua tra la Media dell'Hypofrygio & quella del Frygio, che insieme con Tolomeo dite hauere à essere accordata per Quarta? secondo però che ella si msotras nel Systema ordinario & naturale.
BAR. Non disse mai Tolomeo ne io, parlando però secondo i suoi principij e termini, che
la Media del Frygio dell'Hypofrygio fussero accordate per quarta; ma si bene posso hauer detto
che elle consonassero per vn si fatti interuallo.
Zarlino al capo 15. del 2.
STR. Non è l'istesso il consonante che l'accordare?
BAR. Signor no appresso Tolomeo; imperoche consonante dice essere quell'interuallo, che
Consonare &
accordare non
esser l'istesso.
nel peruenire all'vdito lo ferisce senz'offesa; e tali sono appresso di lui le Diatessaron, dette per
ciò significare. Synfone. quelle poi che nel peruenire all'vdito lo feriscono non solo senz'offeSynfone consonane quali siano.
sa, ma con dolcezza, disse che l'accordauano; & queste sono le Diapente, dette per ciò significare Patafone. le latre erano quelle poi, che non solo nel farsi vdire seriuano il senso senza offesa, &
xon dolcezza, ma era tale che non desideaua più oltre, e tali sono le Diapason; le quali per ciò
Quali se Parasone Zarlino al capo 31
del 2, dicembre che quelli interualli, che
non sono consonanti sono
necessariamente dissonanti.
& quali le ho
mofone & le
Antifone un
oiu luoghi, ne
Problemi dell'harmonia,
significare le dissero Homofene ò volete Antifone: la quale distintione fa ancora Aristotile.
STR. Questa mi è stata inaspettatamente vna nuoua cara & sottile distintione; ma
ditemi in
questo proposito vn'altra cosa. È egli la medesima precedenza tra le dissonanze nel dissonare,
che è tra le consonanze nel consonare piu & meno?
BAR. Non ne dubitate punto; & che cio sia vero, eccouene di ciascuna vn sensibile &
accomodato essempio; il quale sanamente considerato ,trouerete essere assai meno dissonante la second
page 69
da maggiore, & la Settima minore resoluta quella dalla minor Terza & dalla maggior Sesta questa, che non sono le altre altramente
resolute; & con meno asprezza trouerete esser ferito l'vdi
to dal Tritono & dalla Semidiapente resolute dalla minor Sesta & dalla maggior Terza, che
non fu dalle prime nominate; forse per la piaceuolezza del congiunto & contraio mouimento
del maggior Semituono che fanno le parti nell'istesso tempo, doue in quelli primi lo faceua vna
sola in quel mentre che l'altra procedeua per Tuono; & quando ciò accade all'acuta nell'allon
tanarsi, ha sempre gratia maggiore che non ha quando occorre alla graue; & il contrario auuiene quando elle si auuicinano;
forse per il moto che in questa diuiene languido & incitato in
quella; ò per essere nell'allontanarsi col moto contrario, piu naturali delle parti acute i piccioli
Considerationi dell'Autore intorno gli
interualli $
fici
interualli che delle graui, & per l'opposito all'auuicinarsi: ma può ancora nascere nell'huomo
tale openione, dall'hauere assuefatto l'vdito sì fattamente. può ancora auuenire, che sendo in
quel luogo resoluta dalla Sesta l'vna & l'altra Settima, & dalla Terza l'vna & l'altra Seconda, sia
m
anco strepitosa la maggiore di queste & la minore di quelle, come piu vicine alla salute di esse;
& per l'istesse cagioni potrebbe la maggior Sesta dura parerci piu della minore, nel p ffare che si
fa da quella all'Ottaua, & da questa alla quinta come le piu volte accade. ddicoui ancora, che voledo dal Tritono venire alla
Diapente, sarebbe manco male il far discendere la parte graue stando
ferma l'acuta, che se per l'opposito ascend
endo questa stesse ferma quella: ne da altro ciò auuiene,
che dall'hauere il Tritono con la quinta che cagiona in quel luogo la parte graue, vn non so che
di c
onuenienza; forse per la languidezza del moto & della mollitie dell'interuallo tra quelle cor
de: imperoche il Semituono si rappresenta sempre all'vdito aggiore ascendendo, che discen
dendo. i quali accidenti di sopra narrati & per l'istessa cagione fanno che dal Tritono sia il sen
so meno offeso, che dalla Semidiapente; forse ancora per trouarsi in mezzo delle due minori
consonanze dette hoggi perfette, ò veramente dal potere diuenire quello vna Diapente, & vna
Diatessaron questa senza alterare alcuna corda; come dall'essempio che segue si può chiaramen
te vedere & vdire.

La qual diuersità di concento da altro non nasce nelle consonanze, che dalla poca ò molta con
Perche
la consonanza piaccia, & dispiaccia la dissonanza all'vdito.formità che hanno insieme gli estrem suoni loro; doue le dissonanze che per l'opposito gli hanno disformi & contrarij, feriscono
aspramente l'vdito. imperoche nel cercar ciascuno degli e
stremi suoni di esse conseruarsi in certo modo intero & non voler cedere all'altro, vengono aspramente à ferire il senso:
ma piu molestamente dalla Settima che dalla Semidiapente è offeso, &
meno dal Tritono; forse per hauer questo l'istessa quantità di gradi della Quarta, & della Quin
ta quella, ò per cadere l'vno nella maggior Terza & nella minor Sesta l'altro vi è piu imperfet
ta: & si come la Quarta meno della Quinta consuona, così parimente le dissonanze contenute
dall'istessa qu
antità di corde nel genere Diatonico, piu dissuona quella che con la Quinta conuie
ne, che non dissuona quella che con la Quarta ha conuenienza. ne è marauiglia ciò, auuenga che
gli humori ben proportionati, qual sia minimo accidente gli altera maggiormente che non fa
quelli che non si bene conuengano & vniscano; & questo si scorge come vi ho di sopra mostra
to, nelle prime due dissonanze nominate; oltre ancora all'incostante distanza che tra di loro si
troua & le contigue consonanze loro che sono la Sesta & la Terza vsate comunemente per la re
solutione di esse. & per piu oltre dirui, trouerete la minor Terza, che è tra queste corde & simili,
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C faut A re. hauere del mesto nel discendere & del lieto nell'acendere; & di contraria natura trouerete esser quelle che tra
queste & le si fatte sono collocate, Elami & G solreut: le quali tutte considerationi, piu in questa che in quella parte,
dimsotrano le qualitadi & operano gli effetti loro
con efficacia maggiore.
STR. Cauo dal vostro discorso tra li altri importantissimi documenti questo; che il diesis
X posto nella parte acuta fa la Cantilena allegra, & il b molle nella graue mesta; ma quando
però le parti procedendo per contrario mouimento si allontanano, & ancora con l'auuicinarsi
la graue all'acuta con il separato & disgiunto: & il medesimo deue facilmente accadere nel passare per contraio mouimento dalla minor Sesta alla maggior Terza; & dalla minore di queste
alla maggiore di quelle: & contraria natura deuono hauere per l'opposito accomodate. i quali accidenti debbono minormente essere dal senso compresi, quanto piu si accresce il numero
delle parti, & maggiormente palesargli la parte graue, che l'acuta, ò quella di mezzo.
BAR. Così è veramente.
STR. Potete hora tornare piacendoui à mostrarmi il modo di saluare quel Tritono che io
diceuo trouarsi tra la Media dell'Hypofrygio & quella del Frygio.
BAR. I moderni prattici Cotnrapuntisti, saluano come sapete quello delle loro compositioni con la minor Sesta; & noi salueremo quello della nostra Dimostratione così. Bisogna considerare ciascuna di esse Medie nel suo proprio Systema, & vi sarà vna Quarta à capello & non vn
Tritono.
ST. Anzi considerandole come hora dite, ci sarà vn'interuallo maggiore; poiche quella del Tuono Hypofrygio è c solfaut, & quella del Frygio g solreut, piu di essa acuta vna
Quinta.
BAR.Voi vi sete scordato di nuouo del significato di Tropo, & non hauete per quello mi
accorgo inteso per ancora come stà la cosa piu importante del negotio: imperoche la Media del
Frygio che è C solfaut, se bene ha relatione con quella dell'Hypofrygio che è g solreut, di Quinta considerata però nella maniera che dite; non si hanno per ciò da considerare così, ma per l'opposito: cioè che la Media
del Frygio, ha da essere piu acuta di quella dell'Hypofrygio, quanto
esso c solfaut è piu graue & non piu acuto di g solreut, coe pur hora vi disse Tolomeo nel trouare i siti de Tuoni col mezzo
delle due maggiori consonanze Superparticolari; & così parimente si ha da intendere degli altri ancora, volendo però che il conto torni nella maniera che
esso gli descriue.
STR. Mi hauete tratto d'vn grandissimo pensiero; ma dichiaratemi quest'altra difficlutà.
BAR. Dite.
STR. Come può accadere nel modo Lydio, che la corda di c solfaut (sia come ho inteso)
nell'istesso tempo, estrema, & Media del suo Diapason?
BAR. Dal considerarla come estrema nel suo proprio Systema, & come Media in quello del
Dorio. ma in vna stessa complessione, non può questo in modo alcuno auuenire.
STR. Qual fu la cagione poi, per la quale Tolomeo assegnò à Tuoni piu graui le spezie piu
acute del Diapason, & à piu acuti le graui?
BAR. Vi ho mostrato di sopra non essser punto vero quello che dite, ma si bene per il contrario; & per di nuouo auuertirui
dico, che se Tolomeo hauesse per essempio al Tuono Hypodo
rio assegnata la prima spezie del Diapason che è contenuta come hauete inteso tra h mi & h mi,
& le altre spezie alli altri Tuoni per ordine; tra i molti inconuenienti che in essi sarebbono nati,
era vno questo; che il Myxolydio veniua piu del Lydio acuto vn Tuono; & nondimeno di que
Saffo inuentrice dell'harmonia Mistalydia.sto fatto si legge, che Saffo Poetessa Illustre di esso Myxolydio inuentrice, non potendo (secondo
il parere di molti) come donna, cantare comodamente i suoi & gli altrui Poemi nel modo Ly
dio, in acuti il Systema di esso per vn Semituono , & venne à creare vn nuouo modo il quale chiamò Myxolydio; quasi che per
vicinità che haueua con iol Lydio, fusse seco mescolato. al pare
re de quali aggiugneremo come piu soda & ferma quest'altra consideratione; cioè, che Saffo sendo però l'istessa, fu astretta
à tale necessità, non dall'essere femmina; ma dalla c
onformità che maggiormente haueuano i concenti delle sue poesie con la proprietà & natura di quella si fatta har
monia. imperoche sendo ella donna come ho detto, di picciola statura, poco bella di volto, &
ancora la professione per quello cene dicono gli scrittori non molto pudica; gli era per cio da
to (come in alcuni fragmenti de suoi poemi si vede) occaisone di querelarsi & dolersi le piu volte d'Amore, mentre che ella
arse delle bellezze del Giouane Faone. in oltre, che i popoli della
Frygia cantassero ordinariamente le loro arie vn Tuono piu acuto de Dorij, & vn Tuono piu
graue de Lydij, è cosa (per i molti rincontri d'autorità) chiara e trita. nulla di meno, à chi vo
lesse andare distribuendo pe spezie del Diapason nella maniera che habbiamo vltimamente det
to, ne dimostrerebbe l'essempio contrario effetto; perche dal modo Dorio al Frygio, non sareb
be per quewst'ordine di procedere piu d'vn Semituono; & non dimeno la verità è come hauete
inteso, che i Frygij cantauano vn Tuono & non vn Semituono piu acuto de Dorij. à tale, che
volendo i modi lontani l'vno dall'altro per gli itnerualli & ordine, e tra le corde particolari &
page 71
le proprie spezie del Diapason, nella quali erano veramente cantati de gli antichi Musici, non
poteua Tolomeo, ò quelli che prima di lui gli oridnarono, accomodargli in altra maniera mi
gliore della mostrata.
STR. Ho molto beneinteso; ma ditemi.di questa differenza de Tuoni graui & acuti, chi
ne fu autore? & perche piu à questi che à quelli popoli furono assegnati, ò così costumauano?
BAR. De tre principali, che sono il Dorio, il Frygio, & il Lydio; ne fu autrice
la natura:
imperoche nel profferire naturalmente le parole, cantando e fauellando, ò fauelladno cantando questa & quella natione, era tra il suono di esse circa l'acutezza & grauità, la differenza che
hauete inteso; ma non così appunto come gliela dette & institui poscia l'arte. la qual cosa vede
& ode chi ben considera tutto il giorno accadere à molte altre prouincie, e particolarmente dell'Italia. imperoche con piu
graue Tuono parlano & cantano generalmente i Lombardi, di quel
Toscani parlano con voce
meno acuta
de Ligurij, &
con men graue
de Lombardi
lo che fanno i Toscani; & con piu acuta voce di questi parlano i popoli della Liguria, senz'andare à trouare i Siciliani ò piu remote nationi, & scostarmi da confini della nostra prouincia meno che io posso. Se questo
poi auuenga da cibi, dalle acque, dall'aria, ò dal clima, lasceremo
noi disputarlo à naturali; basta che l'istesso che occorre hoggi nell'Italia, occorse & deue occorrere giornalmente nell'Asia tra i popoli della Lydia, della Frygia, & della Doride; & l'istesso suoNatura
inuentrice del cantare Diatonicamente.
interuallo, non altramente che Iubal Cain auanti il Diluuio vniuersale; à quali è stato poscia
da vulgari attribuito l'inuentione di tal facultà.
STR. Quale autorità è che ci persuada, che i Frygij cantassero vn Tuono piu che vn'altro interuallo sotto i Lidij, & per vn
si fatto spatio sopra i Dorij?
BAR. La Descrittione particolarmente che fa di essi Tuoni Aristosseno, ponendo per ispatio
di Semituono tra il Rorio & il Frygio, il Ionico; e tra l Frygio & il Lydio, l'Eolio; & appresso quello che ne dice Tolomeo & Boethio, oltre à molti altri d'autorità che scrissero auanti
& dopo questi.
STR. Quanto al principio & fine della Cantilene degli antichi Musici, haueuano corda determinata & particolare?
BAR. Signor no; perche perche la differenza che era tra l'vno & l'altro Tuono & modo loro, consisteua principalmente nell'intensezza & lentezza delle corde delle constitutioni; & nella diuersità per così dirgli, de tasti lunghi & breui, per diuerso ordine posti in ciascun Systema; & non
come quella de moderni prattici Contrapuntisti; la quale hanno tutta risposta nella corda finale.
ancora che alcuni per mostrarsi piu degli altri saputi & dotti, ci aggiungano la diuisione AritZarlino nel
capo 9. della
quarta parte
delle sue institutioni. metica, & Armonica del Diapason; la qual diuisione, circa il fargli differenti d'harmonia, diaffetto, o di Tuono; ci ha meno
parte che non hauete voi nel regno del Perù; & à detto loro hanno dodici Tuoni & modi diuersi, se bene del continouo compongano, suonano, & cantano d'vnoistesso incognito & peregrino; del quale senza punto accorgersene, si seruono indistintamenteHarmonica,
& Aritmetica
diduisione, non
hauete alcuna
parte ne' Tuoni de moderni.
nelle noze, & ne funerali.
STR. Donde crediamo che habbia hauuto origine, l'applicare questa si fatta consideratione
dell'Aritmetica & dell'harmonica diuisione à Tuoi de moderni prattici Contrapuntisti? & da
qual cosa crediamo siano stati indotti à credere, che tal differenza habbia facultà di variare questo da quello circa la diuersità
del concento?
BAR. Queste veramente son due di quelle cose alle quali ho molte volte fra me stesso pensato; & in vero non me ne sono mai saputo risoluere interamente.
STR. Mi sarà con tutto questo grato d'intenderne il parer vostro; per vedere se la cagione del
mio dubitare intorno à questo primo punto, è in alcuna cosa conforme à quello che voi ne sentite. Imperoche io stimo he gli habbino tratto tal vanità, da quello che Boethio dice in proposito de principij de Tuoni & dispositione delle note di ciascun modo & suono; il quale nel
principio del capo quartodecimo del quarto libro della sua musica così dice. Delle spezie adunque delle consonanze, nascano
quelli che son detti modi. ò forse hebbe origine tal cosa, dal
modo che tenne Tolomeo nel formare i Tuoni che si trouano tra gli estremi & quello di mezzo, con l'vso dfella Diapente & della Diatessaron.
BAR. Non mi dispiacciono queste vostre considerationi; ma per farui bene capace di tutto
quello che di tal cosa io creda, è primamente necessario ridursi bene à memoria, l'ordine per il
quale sono disposti gli otto Tuoni deli Ecclesiastici; i quali tra le corde delle diuerse spezie del
Diapason loro, così gli hanno instituiti.
Discrettione
degli 8. Tuoni degli Ecclesiastici.
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
Dorio. |
|
|
Hypofrygio. |
|
Hypolydio. |
|
Hyppomixolydio. |
|
Hypodorio. |
|
|
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|
|
|
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|
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|
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|
|
|
|
|
|
Mox$lydio. |
|
|
|
Frygio. |
|
Lydio. |
|
|
|
|
page 72
STR. Voi hauete molto notato in questa descrittione, Dorio, Frygio, & Lydio, & gli
altri
nomi degli antichi modi; hanno forse questi con quelli alcuna conformità?
Zarlino al capo 8. del 4. libro delle institutioni.
BAR. Non ne dibutate punto e particolarmente con quelli de Latini descrittici da Boethio,
anzi da lui, se ben contro il parere di alcuni sono per mio auuiso stati tratti come intenderete.
STR. Ditemi due altre cose. chi fu autore di questi si fatti Tuoni? & da che crediamo che
fussero indotti i compositori di essi, à chiamare questo piu terzo che primo; ò quell'aria, piu
tosto del secondo che del quarto Tuono? & per qual cagione non passorono oltre all'Ottauo Modo?
BAR. La piu antica memoria, che io habbia trouato de Tuoni Ecclesiastici, è nell'Introduttorio di Guido Aretino; il quale fu in fiore nel Ponteficato di Giouanni ventesimo intorno
Chi fusse autore de Tuoni Ecclesiastici.
à gli anni 1020; & se bene mi ricorda ne trattò poco auanti lui Oddo & altri, secondo però che
l'istesso Guido mostra in quel luogo, & che io ho veduto in alcuni antichissimi libri, i quali ho
appresso di me: & questo è quanto io sappi dirui intorno l'origine de Tuoni, circa poi il domandare piu tosto primo che secondo, ò terzo che quarto, questo, & non quell'altro Tuono; il
tutto intenderete esser fatto, per quanto però può penetrare il mio piccolo intelletto per via di
conietture, non senza consideratione & giuditio: imperoche di queste si fatte cose, non è libro
appresso di mè, che ne parli.
STR. Chi fu poscia autore di considerare, & applicare la diuisione Harmonica &
Aritmetica à Tuoni ne canti figurati? & à far mentione & introdurre dodici Modi; non essendone prima in vso piu di otto?
BAR. Non mettiamo in campo vi prego tante liti alla volta; ma andiamo dicidendo capo
per capo; & per non confonderci, non venga la seconda fin tanto che non sia discisa la prima.
Del considerare la diuisione Harmonica & Aritmetica ne Tuoni de canti tanto piani quanto fi
Franchino autore dell'applicare l'Harmonica & l'Aritmetica diuisione à Tuoni.nella sua
prattica nel
primo capo
settimo.
gurati, ne fu autore il Gafurio; & de quattro Tuoni aggiunti à gli otto primi mostrati, il Gla
reano: nel qual luogo ne viene grandemente quello contro ogni douere da questo ripreso & la
cerato di due cose di non poca importanza; le quali non voglio in modo alcuno tacerle, & cer
care in oltre di torre tal macchia da dosso al Gafurio, c
on quella breuità maggiore di parole, che
potrò. Si marauiglia primamente il Glareano, che hauendo il Gafurio hauuto cognitione del
la diuisione Harmonica & Aritmetica del Diapason, & consideratola in oltre negli otto primi
Tuoni, non gli venisse l'istessa consideratione che venne dopo à lui degli altri quattro, & farne
sin'al numero di dodici; & quiui lo riprende grandemente d'ignoranza. l'ammonisce seconda
Il Glareano;
aggiugne 4.
Tuoni à gli 8
primi. riprende Franchino,
il quale è difeso dall'Autore.
riamente, che non habbia inteso l'ordine de Tuoni d'Aristosseno; l'vna & l'altra calunnia delle
quali è ingiusta quanto altra che huomo imaginare si potesse. che il Gafurio primamente intendesse per eccellenza l'ordine
de Tuoni d'Aristosseno, si conosce apertamente dalla Dimostra
tione che egli ne fa, & dalle parole con le quali la descriue; che sono l'istesse di quelle che vsa
Briennio, & Aristide Quintiliano, secondo che io dissi di sopra nel discriuere i Tuono secondo
la m
ente d'Aristosseno tratte dagli scritti loro. che il Glareano (& alcun'altro piu di lui moderno)
per il contrario n
on l'intendessero, ò forse come si dirà appresso n
on la volessero per loro particola
Il Glareano
non intende la
cosa de Tuoni d'Aristosseno, capo.15.
libro secondo.
re interesse int
endere, può c
omprendersi manifestamente di quì. Vuoe il Glareano che il modo Ly
dio, sia secondo Aristosseno, vn Semituono sotto il Mixolydio; & così parimente che l'Hypo
frygio sia sotto l'Hypolydio per vn sia fatto interuallo: & Aristosseno per i lcontrario dice esser
ui vn Tuono. dice ancora che il Lydio è sotto l'Eolio vna Terza & Aristosseno pon questo so
pra quello vn Semituono. vuole in oltre il Glareano, che il Dorio sia sotto l'Hypoionico vna
Il Zarlino, all'ottauo d%ella
4. parte delle
sue institutioni.
Quarta, quando Aristosseno dice esserui vna Terza: ma diciamo questo per vltimo, che il Glareano dal Dorio e'l Frygio & i
loro Plagij in poi, storce tutti gli altri dalla mente d'Aristosseno: è
tutto questo fa, per volere accordare quelli con questi d'hoggi; la qual cosa è tanto possibile co
me fate vn'Ethiope boanco. Non potè mai capire il Glareano & qualchun'altro piu moderno
scrittore, in qual maniera potesse essere il Tuono Lydio piu del Frygio acuto per lo spatio d'vn
Altro errore
del Glareano. libro secondo capo 9.
Tuono; auuenga che la spezie del Diapason di questo, era (secondo il Testo di Boethio, che essi
per autorità adducono, il quale hanno come ho detto cerco d'imitare? Elami, & di quello F fa
ut, che per vn Semituono sono distanti: & l'istessa difficultà hebbono ne Plagij loro. impero
che la spezie del Diapason dell'Hypofrygio era h mi, & dell'Hypolodio C faut; la qual cosa
Il Glareano
nel lib. 1. capi 21. & 22.
Libro 2.capo
settimo.
ignorando, fece dir loro (prima che volere confessare non intendere come stesse la cosa) che il
Testo di Boethio, di Franchino, di Giorgio Valla & d'altri, era intorno a questo capo scorretto;
il qual pensiero no sò imaginarmi come potesse cadergli ne petti; auuenga che i sudetti inter
preti, pongono di m
ente d'Aristosseno tra il Fyrigo & il Lydio l'Eolio; e tra l'Hypofrygio & l'Hipolydio l'Hypoeolio per lo spatio d'vn Semituono;
tale che dal Frygio al Lydio, & da lor Pla
Zarlino al capo 8. quarta
parte delle institutioni.
gij, era necessariamente vn Tuono come piu volte si è detto; oltre che Tolomeo, pone tra essi i
medesimi interualli ceh fa Aristosseno & Boethio; se bene attribuisce loro varie spezie di Diapa
son altramente considerate & con diuerse conditioni di quello che poi fece Boethio. Sarebbe
gli però così gran cosa in questa moderna prattica, dopo che si fusse c
antato Ancorche col partire
di Cipriano à quattro voci, cantare immediatam
ente vn Tuono piu acuto, Donna ch'ornata sete,
page 73
dell'istesso? se bene il Basso di que
Prudenza di
Franchino.
sta comincia & finisce in F faut, &in Elami quella, che è la distanzad'vn Semituono? òueramente, do
po che egli si fusse cantatno l'istesso
Ancor che col partire, cantargli appresso per vn Semituono piu gra
ue, la giustitia immortale del me
desimo autore pur à quattro voci;
quantunque ella finisca in D solre
distante per vn Tuono da Elami?
non per certo. ma venendo al secondo capo dico; che à Franchino, c
on
tutto che egli hauesse considerato i
quattr oAut
entici degli otto primi
Tuoni diuisi harmonicamente, &
aritmeticam
ente i quattro Plagij; &
che quella tale c
onsideratione fusse
veramente atta senza piu, à farlo venire in cognitione degli altri quat
tro che aggiunse dipoi il Glareano;
non si gli deue per le ragioni ceh si
dir
anno appresso, attribuire ad ignoranza altram
ente come quelli stimono per n
on hauergli introdotti; ma
si bene à prudenza & à molto sape
re. imperoche egli trouò che con i
sette primi Modi si era occupato
ciascuna delle sette spezie del Dia
pason, & considera in oltre che la
piu acuta corda del settimo, insie
me con la piu graue del secondo,
abbracciauano tutte a quindici le
corde del Massimo Systema; & che
con l'aggiugneruene altri sopra ò
sotto, si veniua vscendo de termini
naturali, àreplicare gli istessi, & n
on
à produrre de nuoui; il cui rispetto
hebbe parimente Tolomeo; quan
tunque il Zarlino nel capo settimo
della quarta parte delle instit. har
moniche dica il contrario: oltre
al tenere proposito di tal cosa, co
me che ella fusse cagione di fare variatione dal primo Tuono al secondo, non per la diuersa diuisione della varia spezie di
Diapason come
poi fece il Glareano; ma per ricer
care questo nel graue piu di quello
per vna Diatessaron, & così venire
à fare l'harmonia piu languida & rimessa, & per ciò di natura diuersa da quella del primo.
STR. Non vi sia graue il dirmi da che mossi à considerare tal diuisione ne'Tuoni,
& perche piu l'harmonia, che l'aritmetica diuisione del Diapason, & della Diapaente dilettinoCagione, che
induce Franchino à considerar ne tuoni l'armonica
& aritmetica
diuisione.
Perche piu
l'armonica,
che l'aritmetica diuisione
diletti l'vito.
l'vdito?
BAR. Quanto all'harmonica & aritmetica diuisione del Diapason, non solo perche
piu
quella, che questa diletti ho mai saputo trouare alcuna ragione, che valida sia da persuadermi
da quello che ciò nasca, se ben molte sene dicono di nullo rilieuo; ma manco perche ci piac
cia l'Ottaua, & ci dispiaccia la Settima. ho bene considerato, che l'istesso che accade all'vdi
to ne suoni, occorre parimente alla vista negli oggetti visibili; come per essempio. nel riguar
dare la Piramide, piu ci diletta la vista quando la parte acuta di essa riguarda il cielo & l'ottusa
la terra, che per l'opposito: forse per la proporzione, & conuenienza che ha quel corpo so
lido in quella sì fatta gorma & posatura con la vista nostra nel riguardarlo dal piano della sua
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base: & l'istesso può nascere degli interualli musici circa il piacere & dispiacere piu & meno allvdito; come dall'essempio
che segue potrete facilmente comprendere, & appresso perche
piu piena di spirito ci si rappresenti al senso l'vna & l'altra Terza, & così parimente la Quin
ta sopra l'Ottaua che sotto ò dentro. è da considerare ancora, che la virtù di questo affetto,
non consiste semplicemente nell'esser situata la maggior parte dell'interuallo nella parte graue,
& la minore nell'acuta come alcuni credono, ma nell'essere insieme quella che tal luogo occu
pa la piu vicina alla perfettione; anzi questa si fatta vi ha senz'alcun dubbio parte maggiore di
quella; come sensatamente conoscerete essaminando con la solita diligenza la minor decima di
uisa da vna corda mezzana in vna Quinta nel graue, & in vna minor Sesta nell'acuto, & insieme
dal suo contrario, & cosi parimente nell'vdire la maggior Sesta separata da vna mezzana cor
da in vna Quarta nel graue, & in vna Terza maggiore nell'acuto: quantunque si fatto accor
do sia hoggi da alcuni vditi delicati piu tosto abborrito che altramente, & da moderni Ceteristi
abbracciato grandemente. & per piu oltre dirui, quelli Tuoni secondo la moderna prattica,
che non hanno la Quinta sotto la corda finale, & sopra la Quarta, come per essempio il quin
to & sesto, ò per dire secondo l'vso de piu moderni (ancora che piu lontano dal vero) il setti
mo & l'ottauo, il lor fine ha sempre del tronco, & dell'imperfetto, & l'udito non ne resta in
teramente appagato come di quelli altri che vel'hanno: ma venendo à trattare dell'ordine de
Se la manieradel numerare i Tuoni,
sia à caso, ò
ordinatamente fatta.
Tuoni, dico cosi. è chiara cosa che per distingere l'vno dall'altro, era necessario la diuersità de
nomi come si vede in quelli secondo l'uso de Greci, ò de numeri come gli Ecclesiastici; ma per
che uesti piu quella che vn'altra progressione di note volessero chiamar del primo, & non del
terzo, ò d'altro Tuono, forse che tale fu la cagione. Dissero del primo Modo essere quella
Cantilena, che andaua modulando tra le corde della spezie del Diapason che gia seruì al modo
Dorio; non da altro indotti, che per essere stato tal Tuono appresso gli antichi Musici il prin
cipale, & il piu honorabile: ne per altra causa chiamorono quella tale spezie di Diapason col
nome di prima.
Primo Tuono, perche
sia diuiso piu
harmonicamente, che aritmeticamente, & cosi gli
altri autentici.
STR. Da che si mosse poscia Franchino, à considerare quella tale Modulatione del primo
Tuono, più tosto harmonicamente, che aritmeticamente diuisa?
BAR. Da questo La Media del Systema massimo & perfetto, separa nell'istesso modo Dorio
harmonicamente la sua spezie del Diapason, & aritmeticamente era diuisa quella secondo l'ordine di Tolomeo, ma in questo fatto andorono i moderni imitando come ho detto Boethio, non
per questo dico io che Franchino, Boethio, ò Tolomeo; ne alcun altro piu di questi antico, pensasse, ò cercasse mai di adattare a tuoni vna si fatta baia, perche la differente virtù loro in altro consisteua come si è msotrato & maggiormente mostrerassi. Si mosse adunque Franchino alla consideratione che hauete inteso, per l'addotta ragione, & appresso, la qualità dell'harmonia, & del conce%rto douendo essere si fattamente considerata, non ricercaua d'altra maniera esser diuisa: dal qual compartimento del Diapason, tolsero ancora occasione i moderni prattici, di chiamare la Diapente
maggior suo lato col nome di prima spezie, & il minore dissero essere la prima della Diatessaron; nella qual cosa vennero a imitare più tosto i Greci che i Latini. la onde apertamente si vede, hah duro, vsato
prima del b
molle.
uere i moderni cantato prima per h duro, che per b molle; perche ritrouandosi tale spezie del
Diapason cosi diuisa, tra D solre & d lasolre, & dicendo la pima spezie del Diatessaron re sol
come si è detto, quando nella scala di tal Diapason fusse stato il b fa in vece del h mi, il Diatessaron di quel luogo hauerebbe detto mi la: oltre che in cambio della seconda spezie, si sarebbe hauto il Tritono. furono adunque
i Tuoni loro composti, & cantati prima per h duro che per b molle. trouasi secondo l'vso de moderni prattici, la prima spezie del Diapason tra D solre.
& d la sol
re, & le altre vanno caminando per gradi congiunti verso l'acuto, per h quadro intendendo.
Zarlino nel
capo 10.&11.
della 4.parte
delle sue inst.
dal che sei può fare argumento quanto si siano ingannati quelli che hanno vltimamente mutato
senz'alcuna ragione, l'ordine de Tuoni & le spezie delle consonanze, disegnando con tal mutatione di maggiormente auuicinarsi all'ordine de Modi degli antichi; la qual cosa non so che ella
habbia apportato, ò possa apportare altro che contrario effetto, tanto nel sito quanto nella distanza, come ancora nella qualità dell'harmonia.
STR. Non intesi di sopra come ne anco adesso intendo, per qual cagione non conuenisse alla qualità dell'harmonia, & del concento del modo Dorio, altra che quella si fatta
diuisione?
BAR. Perche hauendo gli Ecclesiastici constituito il primo Tuono loro dentro lamedesi
Qual conuenienza habbiano i Tuoni degli Ecclesiastici con
quelli de Greci.
ma spezie del Diapason che seruì al modo Dorio, & essendo quello come intenderete altra
volta, di natura stabile, & quieto, senza violenza, & atto à indurre negli animi degli vditori
pensieri graui & seueri, & costumi da forti; non ricercaua dico essere d'altra maniera sepa
rata, per essere tale tra quelle cordela natura del suo concento; & maggiormente viene à ma
nifestare tal sua qualità, quando che ella è applicata à parole ad essa conueniente; doue per
l'opposito l'aritmetica diuisione, l'hauerebbe fatta in molte cose conforme à quella del suo
Plagio; il che non conueniua per essere languida, flebile, e timorosa; come si può sensata
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mente vdire percotendo insieme tre corde in tal guisa disposte. le quali non solamente han

no tal proprietà percosse tutte tre nell'istesso tempo: ma il sem
Diuisione
aritmetica d%el
secondo Tuono. lice moto di ciascuno degli interualli separatamente nel partirsidalla Media per andare à trouare qual sia degli estremi;
& così pa
rimente aggiugnendole vn'altra parte nell'acuto, che proceda col
proprio & natural suo mouimento & alla graue conforme, si ma
nifestano cantate insieme al senso tali. & che ciò sia vero, considerate prima qual natu

ra habbia, come si è detto, l'harmonia dell'interuallo che si tro
ua dalla media del Dorio partendosi per andare à trouare alcuno
Diuisione
harmonica
del primo
Tuono.
degli estremi del suo Diapason; come nel discendere da alamire in
D solre, ouero ascendendo di essa alamire in d lasore in questa
si fatta maniera. il moto dfella qual parte, per esserela traue, & quel
la che dà l'aria alla Cantilena, accompagnata da vn'altra nell'acuto che proceda con moui

mento conforme al suo sito, come per essempio così; oue
ramente in quest'altra maniera, vdirete cantata insieme con
l'altra, ouero nell'istesso tempo ciascuna di esse, qual con
cento faranno.
STR. L'harmonia di ciascuna parte in sè stessa, & il concento che esce da ambedue, ò
da tutte e tre insieme in questa sì fatta maniera disposte è veramente tale quale l'hauete descritto; ma
consideriamo di gratia meglio ciascuno di questi accidenti nell'aritmetica separatione.
BAR. Lo faremo al suo luogo; seguitiamo pur di vederne ciascuno intorno la cosa de
Modi.
Consideratione dell'Autore intorno a'
Tuonoi.
Diuisero adunque gli antichi Musici i Tuoni loro, in Plagij; & in Autentici; lasciando tra l'vno
& l'altro di questi, come in ciascuna delle Dimostrationi secondo l'vso di essi veduto hauete,
lo spatio d'vna Diatessaron. Hora così parimente gli Ecclesiastici, vollero che dal primo Tuo
no detto Autentico al secondo detto Plagio, vi fusse la distanza d'vna Diatessaron; & così ven
ne questo à occupare necessariamente il luogo del Diapason del Modo Hypodorio: intendendo
sempre secondo la mente di Boethio, & non d'altro antico scrittore. la cagione poi della diuer
sa mediatione loro, non hebbe origine d'altroue, che dal volere che l'hatmonia quale da essi na
sceua, fusse conforme più che si poteua alla natura de' Tuoni degli antichi da quali gli haueuano
tratti; & ancora come dicono alcuni, perche la corda finale del primo detto Autentico, & del
secondo detto Plagio, fusse ad ambedue comune; la qual regola come impertimente, non fu in
teramente approuata dagli autori de canti Ecclesiastici: talmente che il pèrimo & secondo Tuo
no, vennero compresi dentro le corde che abbracciano gli istessi lati della prima spezie del Dia
pason; ma con questa differenza di essi, che hauendo l'Autentico il maggior suo lato nella par
te graue, e'l minore nell'acuta; il Plagio per l'opposito trasportando la spezie del Diatessaron
del suo Autentico pervn'Ottaua nella parte opposta nell'acuta, la congiugne alla graue dell'istes
sa Diapente senza muouerla di sito: & così viene il Plagio à ricercare in questa parte vna quarta
piu del suo Autentico, & questo per il contrario si distende piu di quello nell'acuto per vn simi
le interuallo; la qual cosa cagiona che si varia la speziedel Diapason, poiche di Prima che era
nell'Autentico, diuiene Quinta nel Plagio, & che circa la mediatione siamo stati diuersamen
te considerati da moderni prattici. la onde in quella prima semplicità de canti fermi, doue que
ste conditioni erano tutte osseruate, nasceua tra essi varietà d'harmonia, & conseguentemente
d'affetto; nè da altro principalmente auueniua ciò, che dalla poca quantità di corde che essi
ricercauano, & dalla diuersità di esse & de mouimenti: & per farui constare tal verità, con
siderate ciascuna minima parte di questa tale diuisione; quanto sia di natura diuersa da quella
prima;non solo nel suono, & moto d'vna sola parte, che tale è quello che alla graue conuiene,

volendo partendosi di Dsolre sua media andare à trouare alcuno
degli estremi el suo Diapason, ma accompagnata da vn'atra par
te posta nell'acuto che proceda con mouimento alla graue confor
me, come per essempio cosi, ò veramente in quest'altra maniera; &
ancora nell'vdire nell'istesso tempo l'estreme corde del semplice
Diapason insieme con la sua media, ò pure le tre parti insieme; le qual icome io ui dissi, trouere

te hauere del mesto, & rimesso. La quale complessio
ne, non è lontana da quella che al modo Hypodorio è
attribuita. ne è punto da marauigliarsi, che la diuersi
tà del suono circa l'acutezza & grauità, insieme con
la differenza del moto, &dell'interuallo, partorisca
varietà d'harmonia, & d'affetto; auuenga che la Natura non produce per l'ordinario i
simili con cose contrarie, ne queste con mezzi della medesima qualità; ma si bene per
l'opposito. alla consideratione delle quali cose, quando fussi aggiunto la conuenienza
del Rithmo, & la conformità de'concetti, qual forza, & virtù crediamo che hauesse di
poi quella tale melodia? Tanta certo, che ella sarebbe atta come già era di piegar gli animi
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degli vditori in quella parte, che al perito Musico paicesse. ma perche alcune di queste co
se non sono intese, ne considerate, non che osseruate da' prattici d'hoggi nelle Cantilene lo
ro; quindi auuiene che l'harmonica, & l'aritmetica diuisione non ha come si è detto parte al
Abuso de'moderni Contrapuntisti.
cuna in esse.
STR L'è veramente così; dal che si può fare argumento, quanto sia stato male inteso quel
precetto così famoso appresso de'Moderni Contrapuntisti, quando hanno detto che le parti
Zarlino al capo 35. della
3.parte delle
sue instit.
della Cantilena deueno procedere per motocontrario; vedendosi manidestamente per l'opposi
to, che con maggiore efficacia son'atte ad esprimere l'istesso affetto col simile, che col diuerso;
& che l'allegrezza & la mestitia insieme con l'altre passioni, possono esser cagionate nell'vditore
non solo con il suono acuto & graue, & col veloce e tardo mouimento; ma con la diuersa qua
lità degli interualli: anzi con l'istesso portato verso il graue, ò verso l'acuto. imperoche la Quinta nell'ascendere è mesta,
come detto hauete, & nel discendere è lieta; & per il contrario la Quarta è tale nel salire, & d'altra qualità nel discendere;
& l'istesso si vede accadere al Semituono,
& alli altri interualli.
Consideratione dell'Autore intorno la
natura degli
interualli.
BAR. Anzi voglio piu oltre dirui in questo proposito, che la Diapente portata con la
voce
verso il graue dall'acuto partendosi, ouero per il contrario, tra corde però differenti dalle pri
me mostrate; che ella ha natura diuersa dalla prima già detta, & così parimente la Diatessaron,
& ciascuno altro interuallo. imperoche partendosi nel Systema disgiunto di G solreut con la
parte graue, & discendendo per vna Quinta, ò ascendendo per vna Quarta, trouerete hauere tal
mouimento dell'allegro, del concitato, & per così dire del virile & naturale; & così parimen

te cantata insieme con aoltre parti meno di quella graue, che procedino con
mouimento ad essa conforme, come per essempio così. ne per altro credo
io, che ciò accaggia in questo modo di procedere, che per trouarsi tra le parti la Terza, & la Decima naturalmente maggiori,
& minori in quello:

& l'hauerle à fare sì fatte col mezzo de'segni accidentali, diuengano, per
operare sempre i suoi effetti piu vigorosamente la Natura che l'arte, della
maniera che hauete inteso: & quando le parti che ha sopra la graue, piu si
facessero acute, maggiormente diuerrebbe il concento tale quale l'habbia

mo descritto; intendendo sempre sana & discretamente: & che la parte gra
ue sia veramente quella che da l'aria (nel cantare in consonanza) alla Can
tilena; osseruate. in questo vltimo essempio, quel mouimento congiunto
di Tuono, che fa la parte del Contralto ascendendo, ha grandemente del

virile; & per il contrario cantato nel suo precedente il medesimo interual
lo nell'istessa maniera, e tra l'istesse corde, quando bene egli si aggiugnesse
vna, ò piu parti nell'acuto, che facessero il medesimo vsitio, che fanno in
quest'vltimo; hauerebbe nulla dimeno del mesto & rimesso, come il suo primo: & l'istesso auuerrebbe à quella sia fatta parte,
quando ella si trasportasse vn'Ottaua nel
l'acuto.
STR. L'è come voi dite indubitamente, & marauigliomi che queste cose non siano
prima
di adesso state considerate, & messe in atto dal prattico Contrapuntista; ma prima che torniate
à seguire di narrarmi come andasse la distribuitione degli altri Modi, oltre à due già detti, vi prego à dirmi vn'altro particolare.
BAR. Dite qual sia.
ST. Chi ha piu parte nel dar l'aria alle Cantilene; la tardezza & velocità, ò l'acutezza, &
grauità del suono? & qual mezzo di questi due è piu efficace à manifestarle tali, quali sono all'vdito?
BAR. Concorrano ciascuna di esse all'operationi conuenienti loro, non altramente che si
facciano le linee, e colori nel palesare alla vista la bellezza & sozzezza del corpo: & si come in
far ciò le linee vi hanno sempre piu parte de'colori, così parimente in quella, il tardo & ve
loce ve l'ha maggiore del graue & acuto suono. possano i lineamenti senza i colori, signifi
care alla vista, la proporzione, & sproporzione del corpo; si come il veloce, e'l tardo mo
to del suono in vna sola estensione, può all'vdito comunicare l'aria d'acluna Cantilena;
ma egli è così stretta parentela tra questi due accidenti, che non può interamente vno senza
l'altro manifestare la qualità dell'aria, come possano tra quelli altri due le linee senza i colori.
Vengo, tornando all'inuentione & vso de'Modi Ecclesiastici à dirui, che gli autori di essi
constituirono poscia il terzo nell'istessa spezie del Diapason, che serui all'harmonia Fry
Altre considerationi dello
Autore intorno a Modi.
gia; la qual Diapason fu considerata diuisa nell'istessa maniera di quella che serue al primo
Tuoni, per essere esso ancora degli autentici, &conforme per le cagioni dette di sopra à tal
diuisione, & ancora alla qualità della sua harmonia. il Quarto poi come collaterale del Ter
zo, lo constituirono meritatamente in quella spezie del Diapason, che già seruì all'Hypo
frygio; assegnando al Quinto la Diapason del Lydio; & per l'istessa cagione detta degli altri,
assegnarono al sesto Tuono la spezie dell'Ottaua, che seruiua all'Hypolydio.
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Vollero in oltre constituire il Settimo tra le corde, che contengano la spezie del Diapason del
Modo Mixolydio, & all'Ottauo & vltimo gli assegnarono la spezie istessa, che assegnarono al primo; per la qual corrispondenza
fu chiamato ad imitatione degli altri Plagij con il nome di Hypomixolydio, & non Hypermixolydio, come hanno alcuni sognato:
per importare Hypo,
Franchino nel
primo della
sua prattica
al settimo, &
all'vndecimo
capo.
sotto; & Hyper, sopra come sapete. Vsò bene il Glareano vna volta queste parole.Fu da To
lomeo chiamato l'Hypermizolydio, per essere sopra il Mixolydio, & è il nostro Ottauo.
Trouasi in questa descrittione degli otto Tuoni, applicati però alla moderna prattica senza piu
oltre considerare; gli istessi inconuenienti circa le distanze d'acutezza & grauità, che di sopra
commemorai. imperoche gli autori di essi pare che non habbiano fatto stima alcuna oltre alli
altri luoghi, che l'interuallo che si trouaua tra il Modo Lydio, & il Mixolydio degli antichi, era
la distanza d'vn Semituono, & non d'vn Tuono, come si troua tra il Quinto, & il Settimo degli Ecclesiastici; per non hauere
forse hauuto questi, virtù d'accordare insieme le spezie del Dia
pason, & gli interualli che si trouano tra l'vno & l'altro Tuono di quelli, & così sono venuti
a lasciar da parte se bene di maggiore importanza, quello che meno hanno inteso, & che piu bi
sognaua intendere.
STR. Qual differenza sarà adunque tra l'ottauo Modo degli Ecclesiastici & il
primo? occupando l'vno & l'altro l'istessa spezie del Diapason & le medesime corde?
BAR. Qui stà tutta l'importanza del negotio: non altro certo che la corda finale &
la diuer
Che i modi
non possono essere più di sette.
sità della diuisione considerata harmonicamente in questo & aritmeticamente in quello. vedete hora voi nelle moderne Cantilene à piu voci composte & cantate nella maniera, che hoggi si
costuma, quello che ha da farui, circa la diuersità del concento, & dell'harmonia tra questo &
quell'altro Tuono, la corda finale, & la varietà della diuisione della spezie del Diapason.
STR. In vero che questi Modi loro si fattamente accomodati, mi fanno souuenire delleErmippo Pittore Atheniese.
pitture del singulare Ermippo Atheniese; il quale nel dipignere i maschi, & le femmine; ò fusse
per la inimicitia, che naturalmente haueua con le barbe, & con li habiti, ò per altro suo particolare interesse; le faceua del continouo tanto simili, che non era possibile conoscere queste da
quelli se non al sesso: come se l'industriosa Natura non gli hauesse formati differenti in mille altri & sensati accidenti. così parimente i Toni de'Moderni Contrapuntisti; è impossibile veramente nell'vdirgli cantare, conoscere l'acutezza, & grauità, il primo dal secondo, e'l
terzo dal quarto, & così gli altri da questi; ma si bene alla corda finale; se bene nel vedergli scritti si mostrano molte
volte piu acuti, ò piu graui questi di quelli.
BAR. Voglio dirui vn'altra cosa, che mi souuiene in questo proposito, che doue gli
antichi
Altro dubbio
de'moderni
prattici.
Musici nella variatione de Tuoni i loro mutauano non solo la spezie del Diapason, ma il Systema
tutto di graue in acuto, ò per il contrario d'acuto in graue; quelli de'tempi nostri dicono va
riargli, cantando l'istessa spezie del Diapason nella medesima intensezza, & lentezza del Syste
ma; & non solo i contigui, ma gli estremi; come per essempio, il primo & l'ottauo. dico anco
ra, che ciascuno di essi Tuoni loro ha particolar virtù di muouere nell'vditore questo & quel
lo diuerso affetto, come loro (se ben contro ogni douere) affermano; donde nasce che hauendo
à mettere insieme vn Sonetto, che tratti permodo di fauellare di cose meste; canteranno i suoi
quadernarij nel secondo Tuono, e'ternarij nel nono, ò altramente? in oltre, chi è quello così
priuo di giuditio, che non si accorga, che in qual si voglia loro Canzone non più che à quattro
voci composta, il Basso cantando per essempio tra le corde del Diapason che serue al primo Tuono, il Tenore canterà tra quelle
del secondo; & il Contralto canterà l'Hypermixolydio in quel
mentre che il Basso canta l'Hypodorio, mediante il cantare sopra esso vn'Ottaua; & il Soprano
farà l'istesso col Tenore? & che tal confusa, & c
ontraria mescolanza di note, n
on può muouere alcu
no affetto in chi ode, quando bene ciascuna parte da per sè hauesse, che non l'hà in modo alcuno
in questa moderna prattica di contrapunto, particolare proprietà d'indurre questa & quella af
fettione nell'vditore, mediante il confondersi le parti l'vna l'altra, & come contrarie impedirsi
le naturali operationi? ma venghiamo noi al fatto nostro circa l'aggiunta de quattro vltimi Modi, & restinsi questi nell'openioni
loro. nel considerare adunque il sopradetto Glareano, huo
Nel
considerare il Glareano aggiugnere i quattro
Tuoni à gli
otto primi. mo veramente scientissimo & dio gran litteratura, che null'altra cosa faceua differente l'ottauoTuono degli Ecclesiastici
dal primo, se non la corda finale, & l'imaginatione della differente di
uisione Harmonica, & Aritmetica, applicata poi à questo nuouo modo di comporre & cantare
queste tante arie insieme, così disse stimolato dalla sete, che haueua d'inuentare tale inutile no
uità; come quello che la reputava importantissima & necessaria; il che manifesta apertamente
il titolo de'libri della sua Musica, i quali così chiama. Dodecacordon. nella prima faccia de
quali si leggono queste inaudite marauiglie, doue à lungo poi dice hauere imitato Aristosseno;
& la conformità che hanno insieme di già l'habbiamo dimsotrata. Tale fu adunque dico quel
lo, che dentro à sè andò discorrendo esso Glareano. Si come la spezie del Diapason, che serue
al primo Tuono, ha facultà di formare l'Ottauo con sola conideratione d'esser quella harmo
nicamente, & aritmeticamente diuisa questa; per qual cagione non deuono fare variatione di
concento l'istesse separationi nelle altre spezie, che contengano gli altri Tuoni? alla quale ap
page 78
parenza di ragione, ancora che debole fusse appoggiatosi; aggiunse à gli otto Modi mostrati,
quattro altri che fecero il numero di dodici; e tale fù l'ordine, che tenne per ciò fare. formò il
nono Modo dell'istessa spezie del Diapason che serue al secondo, ma trasportata per vn'Otta
ua nell'acuto, & considerata diuersamente separata dalla sua media. formò il Decimo di quel
la del Terzo, assegnandoli per corda finale (& insieme al suo autentico) alamire; l'vndecimo,
per non essere quella del Quarto della diuisione (che egli si conueniua capace) formò di quella
del Sesto: facendolo terminate insieme con il suo Plagio in c solfaut; il quale constituì nella spe
zie del Diapason che serue al Settimo; osseruando in essi le medesime conditioni, che fece nel
trarre il Nono dal Secondo: lasciando da parte come si è detto, la diuisione harmonica del
Diapason che serue al Quarto Modo, per non esserne capace; si come non è capace quella del
Quinto dell'Aritmetica, secondo che in questo essempio si può sensatamente comprendere.
Descrittione
de'12.Tuoni,
tratti dalla
prima faccia
del Dodecar.
don del Glareano, & dal
7.&del 28.
del secondo
libro.
1 |
2 |
3 |
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6 |
7 |
8 |
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12 |
Dorio |
Hypodorio. |
Frygio. |
Hypofrygio. |
Lydio. |
Hypolydio |
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Mixolydio. |
Hypomixolydio. |
Eolio. |
Hypoeolio. |
Ionico. |
Hypoionico. |
I quali impedimenti cagionarono che piu oltre à maggior numero di Tuoni non si passasse. dal
Altro abuso
de'moderni.
che si fa argumento, quanto male sia stata intesa la cosa de Tuoni degli antichi Musici da mo
derni; poi che si fatte baie veramente, gli hanno dato occasione & impedite l'operationi loro;
senza punto accorgersi, ò considerare, che i Musici de canti Ecclesiastici, & appresso il dotto
Tuoni Ecclesiastici fracco
stano à quelli degli antichi in alcune
cose.
Franchino, non vollero speculare, ne introdurre maggior numero di Tuoni, non per ognoran.
za, come alcuni stimano, ma per fuggire il mal'vso, & l'occasione d'essere numerati tra disprezzatori de buoni & veri precetti:
ritrouandosi di già hauere occupato qual sia delle quindici
corde del Massimo & perfetto Systrma,, & con i lor primi sette Modi hauere messo in opera cia
scuna spezie del Diapason, & piu volte le altre consonanze dette hoggi perfette; hauendo ag
giunto l'Ottauo piu tosto per l'imitatione di Boethio nel numero di essi, che per veramente co
Gli Ecclesiastici constituiscono 8 Tuoni ad imitatione di Boethio.
noscerlo atto ad introdurre alcuno nuouo & necessario affetto; le qual cose conosciute molto
bene da Franchino, l'hauerebbe piu tosto per ciò confutato, che formatone senz'alcun propo
sito de nuoui: ma trouatolo di già abbracciato dall'vniuersale, l'ammesse lui ancora perman
co male; oltre che à quella sorte di Canzoni d'vn solo, cantate secondo il suono delle corde tra
le quali si trouano scritte, come si costumaua nel principio che elle furono introdotte, senza
punto alterarle, non disconueniua come in quelle d'hoggi à piu voci disconuiene; perche vera
mente tra le corde de'canti loro, è differenza d'harmonia, & melodia, & vie piu quando ci si
Canto figurato, perche sia
così detto.
applica parole ad essi conformi: ma nel cantare secondo questa nuoua prattica di canto figura
to (così detto dalla diuersità delle figure cantabili) tante are insieme, sono troppo due Tuoni
non che otto, ò maggior numero. perche qual si voglia Cantilena messa in atto, ricerca sem
Tuoni de moderni non esser piu d'vno.
pre l'istessa quantita & qualità di corde circa l'acuto & graue, procedendo in ciascuna qual sia
delle parti col medesimo rithmo, quanto al veloce e tardo mouimento; per vsare in esse il Con
trapuntista, note di qual si voglia valore, & ciascuno interuallo à suo beneplacito inconsidera
tamente, & senza pensare al concetto delle parole cosa del mondo: ne quali accidenti si troue
rà al suo luogo consistere principalmente la diuersità & virtù dell'harmonie & melodie. di ma
niera che i Tuoni & le Cantilene d'hoggi vengano à essere necessariamente d'vn'istessa qualità,
quantità, & forma; & d'vn medesimo colore per così dirle, sapore, & odore vna che l'altra:
in proposito delle quali mi parrebbe, che l'essempoio di Filosseno Musico nobilissimo, fusse effi
cace argumento da persuaderne quanto disformi siano i Tuoni de moderni da quelli degli an
Arist.nell'8
della Politica.
tichi, & confermarne maggiormente in tal verità. il qual Filosseno, hauendo cominciato vna
volta tra le altre il Dithyrambo nel Tuon Dorio, fu forzato dalla materia del soggetto à darle
fine nel Frygio ad essa conueniente.
STR. Da che nacque questo di gratia?
BAR. Si può a'tempi nostri, per quanto io credo, mal sadisfare in modo che sen'hab
bia contezza, per non ci essere di queste cose restata memoria alcuna; ma se vi volete conten
Dithyrambo
appresso i Greci quello insse & da chi $i
trouato.
tare di saperne quant'io ne stimi & creda, mi contento diruelo. Il Dithyrambo appresso i Poe
ti antichi Greci, era vna forma di Canzone in lode di Bacco, di che fu autore Arione, l'aria
della quale, imitandosi in essa concetti, & costumi di Baccanti riscaldati, auuinazzati, al
legri & altri tali; & cantandosi da vn coro, che rappresentaua i così fatti, si costumauano per
ciò tutte i fare (per quanti'io mi stimo) in Tuono incitato. ma perche gli artefici grandi
vogliano qualche volta fare esperienza dell'arte, & così si mettono a far proua di forzare i con
fini de principij loro; Filosseno essendo vno di quelli, volleesperimentare vna cosa nuoua; la
quale non gli riuscendo capace del suo concetto, vinto dalla natura di essa se ne passò al natu
page 79
rale di quello: & così hauendo cominciato il Dithyrambo nel Tuono Dorio, l'harmonia di
Filosseno cominciato il Dithyrambo nel
Tuon Dorio
perche sia forzato à darle
fine nel Frygio.
che è come si è detto quieta, & senza violenza alcuna di affetto, & aborrendo la sconcia mor
uidezza di tal materia & lusinghe di quel verso, ben volentiere sentendosi (come perito che egli
era) nell'andare innanzi mancare l'aiuto dell'harmonia alla sua imitatione, l'abbandonò senza
rispetto, & passossene quasi che violentemente al Frygio piu di esso Dorio acuto, & così per na
tura incitato & conueniente all'espressione de concetti che egli haueua alle mani. he è anco da
marauigliarsi che à Filosseno venisse vn concetto si fatto, per essere di natura & complessione
che amaua l'harmonie graui & quiete, anzi le grauissime; il che argomentol'hauere dopo tutte
le altre ritrouata quella dell'Hypodorio, tarda & rimessa piu di ciascun'altra. & questo è quanto io sappi dirui in questa
materia. dall'essempio del qual Filosseno si può ancora comprendere,
Altro abuso de moderni prattici contrapuntisti.
quanto sia il comporre & cantare d'hoggi senza regola, senza modo, & senz'ordine, à caso & per
mera prattica; senza sapere null'altra cosa i prattici compositori, eccetto che quello è vn'inter
uallo consonante, & questo vno dissonante; & qual si voglia concetto (mal grado di esso Filos
seno) cantano i moderni Contrapuntisti in qual si voglia Tuono loro; hauendo abbandonato
interamente ciascna osseruatione & legge, & fattisi preda della schietta volontà & potere degli
artificij suoi, senz'altra piu considerata limitatione ò regola che buona sia.
STR. Non vsauano adunque gli antichi Musici, la msitione dell'vno con l'altro Tuono?
BAR. Non per certo, sin che non venne Sacada Argiuo Musico & Poeta famosissimo per
treSacada Argiuo inuentore
della mistione de Tuonoi.
vittorie ch'egli hebbe in quella sorte di feste che faceuano gli Spartani in honore d'Apollo il
giorno del suo natale, dette Carine; & per essere stato autore dell'entrare nell'istessa canzone, del
primo nel secondo, & di questo nel terzo Tuono, ò altramente.
STR. È questo quel Sacada che fu ancora inuentore dell'Elegie? & che in Sparta
medesima
Carnie feste,
quello fussero.
Plutarco nel
3.degli Apostemmi tra gli
ordini, & costumi de Lacedemoni.
mente ritrouò quella spezie di Canzone & di ballo insieme, dette Gimnopedie? dell'opera del
quale Pindaro tra li altri scrittori tenne particolar memoria?
BAR. Questo è desso.
STR. Non vi sia graue il dirmi, qual fusse la mistione che lui vsò de Tuoni, & appresso
quello he fusero le Gimnopedie.
BAR. Dirouui il tutto dopo l'hauerui prouato che il Tuono Hypodorio fusse non solo ri
trouato da Filosseno, ma l'vltimo di tutti; che per essere piu vecchio debito, debbo ragioneuol
Tuono Hypodorio, vltimo
ritrouato. mente prima satisfarlo; però notate. Douete sapere, che questo Tuono fu appresso gli antichicome tutti gli altri, chiamato
per diuersi nomi, come voi potete in parte comprendere da quella introduzione che va stampata e greca & latina sotto nome
d'Euclide. tra li altri, alcuni lochiamano locristi, & altri Hypodorio. Hora Giulio Polluce cantando l'harmonie, se ben nonnomina
l'Hypodorio, dice che la Locrica fu trouato di Filosseno. Onde gia habbiamo, essen
Nel 4.libro
del suo Onomastico.
Locristi & Hypodorio, esser
l'istesso Tuono. do queste due vna medesima come ce ne dicono gli scrittori, che Filosseno ne fu trouatore. quanto à che ella fusse l'vltima
à venire in vso, oltre che da per sè l'è cosa assai verisimile, sseondo l'ot
tauo Tuono & vltimo di numero, si trae manifestamente da Briennio nel quarto capo del Terzo
libro della sua Musica: doue hauendo ragionato degli altri Tuoni piu acuti, rendendo conto
perche l'Hypofrygio fusse dagli antichi chiamato Tuono graue, essendo l'Hypodorio più gra
ue d lui, mostra che questo fusse nato, perche prima che l'Hypodorio venisse in vso, questo era
di sua natura il piu graue di tutti gli altri, & per ciò n'era stato comunemente così detto: il qual
nome gli era rimasto addosso, ancora che poi fusse comparito l'Hypodorio fusse di tutti gli otto Tuoni che da lui si raccontano,
l'vltimo à essere ritrouato. le Gimnoperdie appresso gli Spartani, era
Gimnopedie,
quello fussero.
no cori di fanciulli, i quali à piè scalzo andauano insieme col ballo cantando le lodi dgli D$j,
& in honore di quelli Spartani che nelle campagne Therie combattendo per la patria erano ca
duti morti. le mistioni poi de Tuoni (secondo che ciè raccontato da Plutarco) che vsaua Saca
da, furono tali. Si haueua ne suoi tempi cognitione solo delle tre principali spezie d'harmo
nie; che sono come sapete la Doria, la Frygia, & la Lydia; quantunque Atheneo, voglia col te
stimonio d'Eraclide Pontico, che l'harmonia Frygia & la Lydia forse come barbare, si chiami
no per maggiormente honorare i Greci, Eolica, & Ionica; la qual cosa non passa senza qualche
Nel capo
10.
del libro 4.
disturbo di quelli che accuratamente essaminano i nomi & l'ordine de Modi secondo Socrate,
Platone, & Aristosseno: ma sia come si voglia, venghiamo noi, poiche di queste si fatte contro
Eraclide
Pontico. uersie in proposito particolarmente de Tuoni n'è piene le carte; à dire in qual maniera Sacadevsasse la mistione di essi:
il quale nel coro principalmente la vsò in questa maniera. Poneua pri
ma (quando però conueniua alla qualità del Poema) la mutanza Dorica; dopo questa la Frygia
Plutarco demusica. mistioni de Tuoni secondo Sacada.
& appresso la Lydia; la qual regola & legge fu detta Tripartile: ma era da esso questa uarietà
d'harmonia, con tale industria accomodata in tutta la Canzone, che fu tenuta in grandissima
stima l'opera & uirtù sua; per accomodarla al soggetto delle parole con giditio grandissimo,
e tutti gli affetti che in essa erano stati dal Poeta spiegati, esprimeua egli con arte marauigliosa.
della qual cosa importantissima & principale dell'arte musica, non è fatto conto alcuno da prattici d'hoggi; & piacesse à
Dio che gli errori loro finissero qui, ma ci è molto peggio; imperoche
page 80
tutte le regole & osseruationi che eglino hanno in vso, sono di diretto contrarie à bene esprimer
gli affetti & i concetti di quale si voglia poema; tra le quali alcune aol presente c
ommemorare ve ne
Altri abusi de
prattici d'hoggi.
voglio; & queste sono l'inuiolabil legge che gli hanno fatto senz'addurre autorità ò cagione,
che non sia lecito in modo alcuno il fare due consonanze perfette d'vna istessa spezie vn'appres
so l'altra:& quando si ha d'andare à trouarle dall'imperfette partendosi, si vadia con lapiu vi
cina; hauendoci aggiunto in oltre, il rispetto che si deue hauere alla relatione del Tritono &
della Semidiapente. Hora l'osseruationi di questi due soli precetti, sonbo bastanti à ouuiare che
mai si possa esprimere affetto alcuno; oltre alli altri inconuenienti che io mi riserbo à msotrar
ui à lungo e tempo piu conueniente.
STR. Ci vorrà bene altra industria & fastica, che non volle dianzi à farmi
toccar con mano
che la Lira & la Cithara degli antichi Greci & Latini era l'istessa cosa, à persuadere all'vniuersale questa vostra nuoua anzi nouissima openione.
BAR. Mi offesero assai piu chiaramente à far voi, & qual si voglia altro di sano
intelletto di ciò
capace, che d'altra cosa che io vi habbia sin'à quì detta, ò che per l'auuenire dire vi potesse: ma
contentadoui voglio che la serbiamo al suo luogo.
STR. Sono adunque altre cagioni che impediscano la musica & cantare d'hoggi,
d'operare
negli vditori quelli affetti che l'antica operaua?
BAR. Ce ne sono molte altre, anzi come vi ho detto, tutte sono le regole loro à
queste
contrarie.
STR. Non v'incresca dirmene alcuno altro particolare, à ciò io esca di questa
ignoranza,
& impari appresso di rispondere à prattici d'hoggi, che vogliano che la musica deglli antichi à
comparatione della loro, fusse vna baia da ridersene; & lo stupore, che col suo mezzo cagionarono negli animi & menti degli huomini, non da altro nascesse, ò deriuasse, che dall'essere grossi & rozzi; della qual cosa altieri, fecero poscia per i libri loro tanto romore.
Ragioni dell'Autore in
pruare l'eccellenza dell'antica musica, & l'impertinenza della
moderna.
BAR. Vedete quanto costoro siano temerarij, che si ridono degli effetti che faceua vna cosa
la quale non sanno qual fusse, ne conoscono la natura & proprietà di essa, ne come potesse ciò
operare. qual maggiore argumento volete per conuinergli, che i miracoli per così dirgli, che
ella faceua? i quali ci sono raccontati da piu degni & famosi scrittori fuor della professione de
Musici, che mai habbia hauuto il mondo: ma lasciamo questo da parte, & venghiamo à vno
essempio sensato & chiaro, il quale sarà questo. Certa cosa è, per quello che ho potuto rac
corre da diuersi parti; che la maniera del cantare hoggi tante arie insieme, non è piu di cento
cinquanta anni che l'è in vso, ancora che quelli che volessero vn essempio d'autorità di questa
moderna prattica che hauesse tanti anni, non so ne anco se egli si trouasse. Hora da quel tem
po sin'ad hoggi, concorrono tutti i miglior prattici à credere & dire, che ella sia giunta à quel
Cipriano Rore, Musico
prattico singulare.
colmo di perfettione che l'huomo si possa imaginare; anzi che dalla morte in quà di Cipriano
Rore. Musico in questa maniera di Contrapunto veramente singulare, sia piu tosto andata in
declinatione chein augumento. Hora se in cento anni ò poco piu che l'è in tal modo stata esercitata, da genti che per l'ordinario
sono di nullo ò poco valore, non sanno per modo di dire do
Cagioni per
le quali si è
della musica
facultà ritenuto il men
buono.
ue & di chi nati; non hanno beni della fortuna ò pochi, ne anco sanno à pena leggete, è venuta
à
quel colmo d'eccellenza che essi dicono, quanto maggiormente doueua essere stupenda & ma
rauigliosa quella appresso i Greci, & Latini, doue ella durò tanti e tanti secoli in mano del contonouo à huomini i piu sauij,
i piu scienziati, i piu giuditiosi, i piu ricchi valorosi regij & mag
gior Capitani che mai habbia hauuto il mondo. era cosa vergognosissima & da ignorante, co
Emilio Probo, nella vita
dell'istesso.
Nel quarto.
me dall'essempio di Temistocle si può in parte comprendere, & da quello che ne dice Polibio
Historico; a qual si voglia huomo nobile di qual si voglia grado, senza quella sorte di musica
conueniente à loro: & quelli che per qual sia accidente non sonauano la Lira, non erano della
Tibia ignoranti: donde ne nacque quel prouerbio così trito tra Greci, che diceua. Se non Ci
Prouerbio
degli antichi
Greci.
tharedo, almeno Auledo. Che questi attendessero & amassero grandemente la musica, quan
tunque alcuni senza ragione, esser dediti alle fatiche piu che alle feste hanno detto; si può buo
na parte conoscere di quì: che sendo assediati dal numeroso esercito di Serse, non tralasciarono
I Greci, amano grandemente la musica,
quantunque
il Zarlino sia
di parere contrario al capo 4. della 2.
parte delle institutioni.
mai alcuna delle feste publiche loro, nelle quali si esercitauano qual si voglino sorti di musica:
la qual cosa dette piu volte ocasione di dubitare à Serse; sapendo egli certo (per modo di fauellare) che si moriuano di disagio
& di fame, & gli vedeua & vdiua giorno & notte danzare, can
tare & sonare. ma perche vado io spendendo piu parole intorno à ciò, auuenga che Aristotile
istesso, Filosofo sopranaturale, comanda espressamente ne libri della Republica, che i fanciul
li, acciò non l'habbiano ad imparare fatti che siano huomini, debbinocon grande studio la musica apprendere; ma non quella
del Teatro fatta per sadisfattione della plebe che è quasi l'istessa
della nostra, ma quella che a'nati nobili conuiene; che è la vera & non finta. non per altro, che
all'Ottauo.
Precetti della musica.
per à mano àmano introdurgli à pigliare honesto piacere con dignità & ragione; & il
frutto che
da essa si coglie in tre sorti partisce; si che l'vna si riferisce all'eruditione & disciplina; l'altra alla purgatione degli
animi nello sfogargli & mitigargli; la qual facultà haueuano l'harmonie &
melodie à esse passioni conformi, & l'opposite ancora alcuna volta; & la terza poi era efficace
page 81
mezzo dice egli, di trapassare giocondamente la vita in riposo e tranquillità, in quel mentre che
si fa tregua con le troppo graui cure che tengono gli animi assediati. altra volta insieme con al
tri la diuise in morale, in attiua, & da empier gli animi di diuino furore. la morale era la Do
ria, l'attiua la Frygia, & quella che empieua gli animi di diuin furore era la Lydia. le quali due
vltime sorti d'harmonie, vuole il Filosofo che elle si odino, & non si trattino; se non però tanto
quanto altri è atto à darne giuditio. Hoggi non solo i capi delle Republiche, & i Senatori non
suonano, ne cantano si fattamente; ma se ne vergognano sin'à priuati Fentilhuomini: & del
l'importanza & stimolo che sia à professori di essa, l'essere presso à nobili, ò sotto vn Principe
ce l'ami & apprezzi, sarebbe l'istessa vanità & impertinenza à cercare di dimostrarlo, che quella di chi si pigliasse cura
di voler magiormente persuaderne, che gli antichi Greci & Latini vi
dessero opera & studio piu di quello che si fa hoggi, & superassero gli huomini de nostri tempi
in ciascun'arte & scienza: auuenga che ciascun libro di qual si voglia importante facultà che
noi habbiamo, fu prima da quelli composto & scritto. con tutto il colmo d'eccellenza del
Musica d'hoggi, non hauere proprietà
alcuna. la musica prattica de moderni, non si ode ò pur vede hoggi vn minimo segno di quelli che l'antica faceua; ne anco si legge
che ella gli fecesse cinqu
anta ò cento anni sono qu
ando ella non era così comune & familiare à gli huomini. di maniera che ne la nouità, ne l'eccellenza di essa, ha maihauuto
appresso de nostri prattici, forza d'operare alcuno di quelli virtuosi effetti che l'anticaoperaua; dalla quale se ne traeua
vtile & comodo infinito: la onde necessariamente si conclude,òche la musica, ò che la humana natura si sia mutata da quel
primo suo essere; ma qual fusse lamusica dgli antichi, & qual sia quella d'hoggi, & da quello potesse & possa ciò auuenire,
si di
mostrerà al suo luogo.
STR.Io odo con tanto gusto queste si fatte nouità che con tante sensate & viue ragioni
cercate persuadermi; che quando vi contentassi, non huastando però l'odine che vi sete nell'Idea
meco proposto intorno à queste materie discorrere, volentiere vdirei tutto quello che di piu volessi in questo proposito dirmi.
BAR. Se così à voi piace, à me parim
ente piace; & maggiorm
ente per
esser trascorso assai auan
ti; per lo che non hauerò l'istesse cose à replicarui piu volte. Facciamo adunque proua, quan
to della proposta materia se ne possa mai da noi vedere di vero; non temendo (poiche il fine del
desiderio nostro è solamente il benefitio publico) quelle imputationi che seguitare ce ne possia
no; per hauere hauuto ardire d'essere i primi à rompere questo ghiaccio così duro profondo &
spatioso; però notate. Se l'vso della musica. io intendo al presente della vera che è vtile à tutti
gli huomini, come dice Polibio, & non di quella che secondo E foro, è stata trouata per beffar
Nel
proemio
dell'historie,
;usica per
qual fine introdotta. gli & ingannargli. se l'vso della musica dico, fu da gli huomini introdotto per il rispetto & fi
ne che di comun parere dicono tutti i sauij; il quale non da altro principalmente nacque che
dall'esprimere con efficacia maggiore i concetti dell'animo loro nel celebrare le lodi de Dei, de
Genij, & degli heroi; come da c
anti fermi & piani Ecclesiastici origine di questa nostra à piu voci
si può in parte c
omprendere; & d'imprimergli secondariam
ente con pari forza nelle menti de mor
tali per vtile & comodo loro; chiara cosa sarà, che le regole de moderni Contrapuntisti osserua
te come leggi inuiolabili, oltre à quelle ancora che per elettione & per msotrare il saper loro si
frequentemente vsano, saranno tutte di diretto c
ontrarie alla perfettione delle ottime & vere har
monie & melodie. il che à prouare à dimostrare & à persuadere, non sarà molto difficile; à quelli però che ricordandosi di
tutto quello che si è detto sin quì intorno à ciò, lasceranno il pro
Diuersa
natura de suoni &
demoti. prio interesse, l'inuidia, il mal vso, & l'ignoranza da vno de lati. Per fondamento adunque diquesto soggetto, farò succintamente
mentione di due soli capi come principali & importanti;promettendo poco di sotto dichiarargli largamente. la onde dico essere
altra la natura del suon
Cantare in
consonanza,
essere vn'impertinenza,
& il Zarlino
per l'opposito
dice che senza essa, e l'harmonia imperfetta, nell'institut.al c.primo nel 16, e
nel 49.del 2.
graue, altra quella dell'acuto, & diuersa da l'vna & dall'altra di queste dico essere quella del mezzano. così parimente dico
hauere altra proprietà il moto veloce, altra il tardo, & da questa &
da quella lontana dico essere il mediocre. Hora sendo veri qeusti due principij che verissimi sono, si può facilmente da essi
raccorre (essendo vna la verità) che il cantare ion consonanza nella
maniera che i moderni prattici vsano, è vna impertinenza. perche la consonanza altro non è
che mistura di suon graue & acuto, la quale (come hauete di sopra inteso) senza offesa, ò con di
letto, ò soauissimamente ferisce l'vito. la onde se tal contrarietà d'affetto si troua tra gli estremi
suoni delle semplici consonanze, quanto vie piu haueranno tal diuersa natura le replicate &
composte, mediante la lontananza maggiore degli estremi, & piu di queste quelle che piu volte
composte replicate sono? le quali per essere piu lontane dall'origine loro, sono men pure, dal
senso men comprese, & meno intese dall'intelletto. nulladimeno si vanno con tanta industria
Diuersa natura delle consonanze.
da moderni prattici cercando negli strum
enti dall'arte & dalla natura fabbricati. & essendo tale
quale habbiamo detta la Diapason & la Diuapente; delle quali vniscano si gli estremi suoni loro
separatamente in ciascuna di esse, & particolarmente quelli del minimo interuallo multiplice,
Diapason, esser il minimo
interuallo multiplice.
che per la c
onuenienza che h
anno insieme paiono quasi gli istessi c
ongiunti in vn sol termine; qu
anto
maggiorm
ente saranno i diuersa natura gli estremi delle consonanze imperfette, & piu di esse le
dissonanze di che son piene le Cantilene loro? Hora se tale diuersità si troua fea due sole parti
page 82
che insieme cantino vn solo interuallo, per semplice ò composto che egli sia; quanto maggior
mente ne haueranno quattro ò sei & piu insieme cantati nell'istesso tempo, piu volte composti
& di diuersa natura come hoggi per lo piu & per maggior ruina della vera musica costumano i
Contrapuntisti nelle Canzoni loro? Aggiunghiamo appresso questi impedimenti che cagiona
no la diuersità de suoni & la varietà delle voci, quelli che nascono dall'inugualità del Moto del
Moto contrario, à che atto.
le parti, non meno de primi importanti. & questi sono che molte volte la parte del Soprano à
mala pena si muoue per la pigritia delle sue note, quando per contrario quella del Basso con le
sue vola, & che quella del Tenore & del Contralto se ne vanno passeggiando con lento passo.
ò veramente volando alcuna di queste, se ne va passeggiando quella, senza fare quasi mouimen
to l'altra.di maniera che à quello che la natura del mouimento & del suono, che vna delle parti tirerebbe l'vditore, & vie
piu accompagnata da parole à esso suono & moto conforme; l'altra
come sua contraria, da ciò lo respinge; non altramnte di quello che auuerebbe a vna colonna:
la quale vgualmente psota per tutto su la sua base, se altri per atterrarla le attaccasse al luogo del
capitello due ò piu canapi vguali, tirato ciascuno oppositamente da vguale distanza da pari forze. perche ne questa con tutta
la fatica che vi si adoperasse si muouerebbe punto dal luogo suo;
se già ella forse da per se non fusse da qualche parte per suo proprio difetto disaiutata: con ciò
sia che la forza opposita, resisterebbe alla violenza contrapostale. ma se altri con tutti i medesi
mi ordigni, & con tutte le medesime forze la violentasse tirando da vna sola parte, non sarebbe
m'auuiso io, punto marauigliosa cosa, se tutto quello sforzo insieme fusse di tanto potere che
Precetto famosissimo de
compositori
d'hoggi.
l'atterrasse. aggiunghiamo in oltre à sopradetti impedimenti, che per fare quelle lor Fughe dritte ò rouerse che se le dichino,
l'osseruationi delle quali, non solo molte volte gli priua di quella
sorte d'harmonia tanto da loro reputata; la quale è che alla parte graue non manchi mai la Ter
za ne la Quinta, ò in vece di questa alcuna volta la Sesta, ò vero le replicate; quando però can
tando nell'istesso tempo insieme quattro parti almeno; ma hanno per ciò osseruare introdot
Pose perche
introdottesi
nelle Cnatilene d'hoggi.
nn è vero adunque quello che il Zarlino al capo
53.della 3.
parte dice in
tal proposito.
to la diuersita delle Pose ò pause che dire le vogliamo, senza punto curarsi che nell'istesso tempo
cantando vna di esse parti il principio delle parole, ò in prosa ò in versi che elle siano, canti vn'altra non solo ò il mezzo
ò il fine del medesimo; ma il principio ò il mezzo, e talhora il fine d'vn
altro verso ò concetto. profferendo molte volte cntro à ciascun douere, oltre al replicare quattro & sei fiate l'istesso,
le sillabe della medesima parola, nel cielo vna, nella terra l'altra, & se
piu ve ne sono, nell'abisso. & ciò dicono essere ben fatto per l'imitatione de concetti, delle paro
le, & delle parti; strascinandone bene spesso vna di esse sillabe, sotto venti & piu note diuerse, imitando talhora in quel
mentre il garrire degli vccelli, & altra volta il mugolare de cani. la qual
cosa di quanta imperfettioen sia causa, & quanta forza si leui per ciò all'espressione dell'affetto,
nel quale naturalmente si commuoue il simile in chi ode, non è mestiero altramente ragionarne.
& per non mai alcuno introdurne negli animi degli ascoltanti, hanno i moderni prattici Con
trapuntisti tra le molte confuse regole loro, riceuuto come ho detto sin per legge fatale, che non
sia lecito in modo alcun fare due ò piu consonanze perfette dell'istessa proportione & spezie vna
appresso l'altra. mediante l'osseruatione della qual regola, hanno senz'alcun proposito, anzi
Note diuerse, perche introdottesi nel
Contrapunto.
fuore d'ogni raigone & conuenienza di mouimento naturale della voce, ritrouate piu sorti di
uerse di note, di quello che conueniua per l'espressione de concetti; acciò piu facilmente oser
uare si potesse tal precetto. il quale ad altro fine non fecero,che per non hauere mediante la
somiglianza, t
anta virtù di distrarre l'huomo in diuerse affettioni come hanno per l'opposito (ti
spetto la sproportione degli estremi loro) l'imperfette & le dissonanze; delle quali concedano
che se ne faccia quante al Contrapuntista piace. non si accorgendo nell'approuare questo solo
particolare precetto, quanto meritino d'essere reputati rozzi & idioti; non quelli che tali leggi
instituirono, le quali come intenderete furono fatte con giuditio grandissimo, per il fien al qua
le resero gli autori di esse; ma questi che sino à quì le hanno vsate & approuate per altro da quello diuerso, senza mai punto
curarsi di sapere ne donde deriuate, ne per qual fine da osseruarsi;
prestando loro indubitata fede, senz'hauer pure speranza di poterle migliorare; andandosene insieme con la piena, & come per
prouerbio si dice, presi alle grida, senza intendere piu oltre della
cagione di ciò. & quello che peggio è, sono del continouo andati & di nuouo vanno con cia
scuna lor vorza & sapere, cercando tutte l'occasioni che de concetti loro quando cantando par
lano, non se ne raccolga senso ne costruttione, anzi non sen'intenda mai parola alcuna: quasi
che si vergognino d'essere, non huomini; ma animali ragioneuoli. marauigliosi
che egli operarono in diuersi soggetti: volendo misurare la perfetta & dotta scienza di quelli,
Regole de
Contrapunti sti, donde deriuate.con la confusa ignoranza loro. Da gli strumenti di corde, simili all'Epigonio & al Simico, ò
dagli istessi, deriuò s'io non m'inganno, il modo di comporre & cantare d'hoggi in consonanza
queste piu arie insieme: imperoche sensdo in tali strumenti tesa quella quantità di corde nella
maniera & dispositione che si è dimostrata di sopra, cominciarono i Citharisti di quelli tempi,
ò per eccedere in qualche parte i Citharedi, ò per fuggire quell'obligo d'hauere del continouo
appresso vn Musico cantore per la perfettione della melodia che insieme la voce di questo & lo
page 83
strumento di quello faceuano; cominaciarono dico con quel poco di lume che della Musica ha
ueuano, senz arispetto alcuno delle leggi di Terpandro o d'altro approuato legislatore d'auto
Sonare in cosonanza, perche introdottosi. rità; andare inuestigando vn modo con il quale potessero senza il loro aiuto dilettare in qual
che maniera col semplice suono dello strumento il senso dell'vdito. & per colorire questo tal
disegno, giudicarono essere efficace mezzo la diuersità delle consonanze & degli accordi; i qua
li per l'adietro non furono da alcuno di sano intelletto ( per il fine che habbiamo detto) appro
Consonanza,
à che atta.
uati, ma grandemente & c
on giusta cagione abborriti; per conoscer molto bene che la consonanza haueua facultà di scordare gli animi ben composti degli
vditori; in proposito di checosì ra
giona il Filosofo. Ma togliendo via l'eruditione artifitiosa degli strumenti musicali, & di tali
Nell'ottauo della
Polit.
esercitij; & artifitiosa musica ponendo esser quella cheserue à gli spettacoli: conciosa che chi
l'adopera in essi, non si sforzi dentro per fine alcuno virtuoso, ma per dare piacere à chi ode, &
che questo paicere ancora vilmente si faccia: però affermiamo noi tali esercitij non essere da huomini liberi, ma da seruili
& meccanici artefici. hauendo egli poco di sopra detto, che l'harmo
Parte piu nobile della Musica, qual sia.
nie affettuose si deuono vsare per disciplina, & le attiue & le astrattiue vdirle per mezzo d'altri
che le cantino & che le suonino per trattenersi nell'otio, & relassar l'animo & quietarsi da nego
cij, nulladimeno andarono ciò inuestigando i Citharisti necessitati dal sudetto obbligo, per l'indispositione delle voci loro;
mediante il qual difetto si trouauano priui della parte piu nobile
Cantore, sonatore, & Contrapuntista, essere serui &
strumenti del
vero musico.
Essempio.
importante & principale della musica, che sono i c
oncetti dell'animo espressi col mezzo delle pa
role, & non gli accordi delle parti come dicono & credono i moderni prattici; i quali hanno la
ragione fatta schiaua degli appetiti loro. non si troua appresso i Greci che i poeti & i Musici stes
sero per serui con i prattici compositori & cantori, si come anco non si è mai costumato che
le gioie di pregio si adattino & seruino all'oro; ma si bene per l'opposito. Volendo adunque i
Citharisti al difetto loro supplire, introdussero negli aritifitiali strumenti il modo di sonare in
consonanza uqeste piu arie insieme; ne quali esercitandosi lungo tempo, tenendo sempre la mi
Consonanzre
imperfette &
dissonanze,
perche introdottesi nel
moderno Contrapunto.
ra al fine prescritto, cominciarono in essi per la lunga esperienza à conoscere quello che dispia
ceua, che generaua noia, & che finalm
ente dilettaua l'vdito. & per hauere c
ampo piu largo & spa
tioso, introdussero per ciò fare, n
on solo l'vso delle c
onsonanze imperfette, le quali per piu tosto parere che veramente essere c
onsonanti furono discretamente così dette, ma delle disson
anze ancora:
vedendo che con le cinque sole che gli antichi Musici hebbono in consideratione (dette hoggi
Come si sia
mutato il modo del cantare antico in
questo d'hoggi, e quello che
ha cagionato.
perfette) riusciua la cosa male ageuole & tediosa. dall'vso delle quali imperfette consonanze,
deriuò la mutatione della spezie Diatona Ditonica che prima era, quasi che in Syntona incita
ta: la mutatione di che cagionò necessariamente per le raigoni che ci son dette di sopra intorno
particolarmente à suoi accordi mal temperati; he si mutò insieme il modo del cantare circa la
grandezza & piccolezza degli interualli, & conseguentemente il costume. imperoche quella
spezie tanto reputata, la quale fu veramente dalla Natura ordinata, vsata nella sua semplicità,
Aristosseno
nel primo degli elementi
harmonici.
era graue virile & constante, doue per l'opposito questa è per la sua incostanza, ridicola, effeminata & varia. talmente chedi
seuera matrona ce anticamente era, è diuenuta hoggi la Musica,
vna lasciua (per non dire sfacciata) Meretrice. del qual difetto non son meno da esserne incol
La Musica
d'hoggi è secondo il Zarlino cosa miracolosa; &
quella degli antichi era cosa infelicissima, al c.1. &
4.della 2 parte delle instit.
Musica d'hoggi, perche disprezzata dagli intelligenti
& apprezzata dal vulgo.
Precetto di
Platone confutato dal Zarllino nel capo
41.della 2.
parte. pati i Poeti che i Contrapuntisti: dalla qual cosa auuiene, che la musica d'hoggi è così vilipesa& disprezzata dagli intelligenti;
& per il contrario apprezzata dal vulgo sciocco; per pratticarequesto volentiere quelle cose à se conforme, atti à riprenderlo.
abborrendo per il contrario tuttequelle & gli huomini appresso, che sono atti à farlo con il lor mezzo & essempio virtuoso
&costumato; ne altro è di ciò cagione che l'ignor
anza: la quale 8ancora che di mala voglia) verrebbe à c
onfessare tutte le volte, che dicesse hauere bisogno del sapere di quelli. le quali cose, conosciute dal Diuino Platone, comandò
nelle leggi espressamente, che si cantasse & sonasse Proschorda,& non Simphone: cioè all'Vnisono & non in consonanza. hau
endo egli nel Timeo prima detto,che l'harmonia ancora che ha i mouimenti congiunti & conueneuoli à discorsi dell'anima no
stra, è vtile all'huomo che con l'intelletto vsa le muse, & non per l'irrationale piacere si come
hora pare che sia. di maniera che si vede espressamente, che sin al tempo di quel Diuino Filoso
fo si costumaua per alcuni dicantare & sonare in consonanza: ma non che mai profferissero
l'istesse sillabe della medesima parola vno dopo l'altro, ò che egli no guastassero, & rimpes
sero l'ordine & la misura de versi come hoggi si costuma. Si dolse dell'istesso ancora Plutarco,
& poco auanti al Gafurio, Carlo Valgulio, così dicendo.
Si vede hoggi fiorire.
Certi adulteri canti,
che la musica fanno imbastardire.
Plutarco
si duole della musica de
suoi tempi, &
cosi parimen.
te Carlo Valgulio.
Non contenti i nostri prattici di tutta la diuersità degli interualli che dentro à loro confini
contengano le quindici corde del Massimo Systema Pithagoreo, fecero di piu vdire, passando
mal suo grado verso il graue & verso l'acuto oltre la Quadrupla, le decime none, le vigesime se
conde, & Plus vltra sin'à gli Antipodi, veramente contro ogni natura di affetto. consciosa che
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come può sentire ogn'vno comunemente che si lamenta, non si parte mai dalle corde acute;
& per contrario chi è mesto non si allontana mai dalle graui se non vna tale leggiere distanza; la
quale non mai, perche ella non sarebbe accomodata ne atta à vn tal fine, aggiugne al mediocre
stato n
on che ella lo trapassi come noi sentiamo fare con le C
anzoni di questi nostri Musici. i quali
non solamente con l'intero corpo di tutte queste loro arie mescolate insieme; ma bene spesso con
vna sola parte, ò Soprano, ò Tenore quale ella sia, arriuano saltando hora all'in su, & hora all'ingiù; ò mediatamente, ò
immediatamente, sin'allo spatio di vndici & dodici corde &voci; senza
far conto alcuno di quello che Platone ne auuertisce, & parimente Aristotile: dicendo egli, che
Precetto di
Aristo.nella
Polit.all'8.
quella musica la quale non serue al costume dell'animo, èveramente la disprezzarsi. Tra i Mu
sici antichi di pregio, fu sempre grandemente reputata la seruerità, & la cutiosità auuilita; doue
per il contrario quelli de nostri tempi, hanno senza rispetto alcuno à guisa degli Epicurei, ante
posto à ciascun'altra cosa, la nouità per diletto del senso; argumentando il giuditio dell'vdito
Fine della
musica d'hoggi, qual sia.
Fine del senso
& della ragione, quali siano.
essere quello, che ha facultà di misurare & gustare gli interualli musici; à quali risponderemo
questo per hora. che dal senso dell'vdito si apprende veramente tutto il principio di questa fa
cultà; perche se esso non fusse, nuina disputa sarebbe delle voci, & des suoni; & l'istesso auuereb
be tutte le volte che il moto (per hauere da esso l'essere) cessasse: ma per qual distanza gli inter
ualli musici siano fra di loro differenti, non è semplice virtù degli orecchi il discernerlo; il giu
ditio de quali in questo affare è ottuoso, per non dir sordo; ma alle ragioni & alle regole si rimettono talmente, che il
senso obedisca come seruo, & sia la ragione guida & padrona. imperoche
chi è quello di così sano intelletto & di si purgato vdito, che à suo piacere possa & sappia da vna
Diapason trarne la nona ò la decima parte? ò per il contrario augumentarla hora di tre quarti
& hora d'vn terzo? nessuno per mio auuiso senza l'aiuto dell'harmonica regola. così parimen
te il sapere la natura degli interualli musici, non è semplice virtù del senso. ma che vado io rac
cogliendo autorità & essempi se questo solo può bastare à persuaderui qual sia piu nobile & che
meriti piu lodo, ò il prattico ò lo speculatiuo. Nell'opera degli edifitij condotti in atto dagli ar
tefici, & delle Città vinte & soggiogate col mezzo de soldati, & degli strumenti bellici; non si
tien conto alcuno, ne si fa mai per ciò mentione dell'opera & seruigio per il quale sono à fine
Qual differenza sia dal Musico, al cantore, sonatore,
& Contrapuntista.
Natura del
senso.
condotte imprese tali; ma solo dell'Architetto, & dell'Imperadore degli eserciti. hora l'istessa
differenza si troua tra il Musico speculatiuo, & il prattico cantore, sonatore, & Contrapuntista;
i quali al Musico deuono obedire come strumenti da lui retti & gouernati: & quantunque i sensi conoschino il bianco e'l nero,
e l'amarno e'l dolce; non però gli conoscano in modo che sappiano discernere l'vno essere da desiderare & l'altro da fuggire.
Cominciarono adunque i pratti
ci sonatori di quelli tempi, à formare negli strumenti quali vi dicca di sopra, le regole & leggi
loro; la prima delle quali è, che non sia lecito sonando non piu di due sole corde alla volta, fare
due consonane di quelle che sono dette hoggi perfette, vn'appresso l'altra dell'istessa spezie &
genere: non per altro che per non dilettare (mediante la semplicità de suoni estremi loro tra due
Zarlino nel
c.2.del 3.delle sue instit.
sole corde) interamente l'vdito: il quale volentiere si pasce come tutti li altri sensi, della diuer
sità de proprij oggetti, doue per il contrario ne concessero come meno semplici & piu variabi
li,due e tre dell'imperfette; non per la differenza del Tuono maggiore ò minore che si troui tra
esse, come ardiscano dire alcuni; ma per la varietà degli estremi loro, i quali non così bene vni
scano in quella parte come le perfette fanno. & che tal legge del non fare due ò piu perfette con
sonanze l'vn'appresso l'altra con le conditioni dette di sopra, fusse da essi legislatori instituita so
lo per quando si suona due & non piu corde nell'istesso tempo; segno manifesto ve ne sia, che sonandone tre & quattro ò piu
insieme negli artifitiali strumenti, le permessero come ancora hog
Saccenteria
d'alcuni moderni sonatori di tasti.
gi si comportano, senza che l'vdito ne venga in alcuna parte offeso. So bene che alcuni saccen
ti de nostri tempi (per non sapere con piu honesto nome chiamarmeli) ardiscono dire à piu semplici di loro che per miracoli
gli ascoltano; che le due perfette consonanze si fuggono nello Strumento di tasti del quale fanno professione, con la diuersità
delle dita, dallavista, & non dall'vdito di quelli che attentamente le osseruano. vedete di gratia che inaudita sciocchezza
è questa
Comparatione.
à volere che il vedere sia giudice competente della diuersa qualità de suoni; le qual cosa à la me
desima, che dire hauere parte l'vdito nel dscernere le differenze de colori. Dal modo adunque
Dal modo di
sonrare in consonanza, deriuò la maniera di comporre
& cantare queste piu arte
insieme.
di sonare on consonanza, dico esser venuto in consideratione à Musici prattici che furono poco
auanti à gli Aui nostri, che si potesse ancora in tal maniera comporre & cantare; essendosi di
già perduta interamente molti & molti anni auanti per le guerre ò per altro accidente, quell'antica & dotta maniera; della
quale poco di sotto faremo mentione & darenne oltre à quello che
sino à quì ne habbiamo dato, quel maggior lume che alle debili forze nostre sarà possibile: non
ad altro fine, che per eccitare gli animi grandi & virtuosi à dare opera à vna così nobile scienza,
& vedere di ridurla nel suo primo & felice stato. la qual cosa non tengo per impossibile: sapen
do à quelli che prima la inuentarono & che la condussero al colmo della perfettione, non esser
gli stata dalle stelle infusa; ma si bene essersela acquistata con l'industriosa fatica & assiduo studio
loro. Si perdè dico l'antica Musica, insieme con tutte le belle arti & scienze, della quale ne è ri
masto così poco lume, che molti reputano sogno & fauola la marauiogliosa sua eccellenza.
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dopo la perdita della quale, si cominciò da gli strumenti di corde & di fiato, come dall'Organo
che era in vso in quei tempi, in qualche parte però differente dal snotro, à trarne regola & nor
ma di comporre & cantare (si come in essi sonauano) queste piu arie insieme; & abbracciaro
no quei tali per leggi, l'istesse osseruationi che haueuano auanti loro in vso i Citharisti & Orga
nisti; eccetto quella però del fare due perfette consonanze d'vn'istessa spezie, quando ben cantassero quattro & piu voci
insieme: forse per accrescere difficultà alla cosa, ò per mostrarsi piu degli altri di purgato vdito & delicato; ò veramente
credendo che gli istessi accidenti checoncorrono tra due parti, concorrino altresì tra quattro & sei & piu parti che insieme
cantino. la
qual maniera di comporre & cantare, per la nouità che seco apportaua, insieme con la facilità
Il vulgo ignora sempre il
buono delle
cose.
del diuenire presto Musico; piacendo all'vniuersale come il piu delle volte auuenire suole, mer
cè della sua imperfettione & poca cagnitione, che ha sempre del buono & del vero delle cose,
dette occasione à gli artefici d'andare chimerizzando & introduc
endo oltre alle prime, nuoue osseruationi; non vol
endo gli vltimi seguitare ne approuare interamente le pedate & opere di quelli innanzi à sè, per non parere quasi con tacito
consenso di confessarsi inferiori d'industria &
d'ingegno à primi: tenendo sempre la mira di condur la musica all'vltimo esterminio nel qua
le ella si troua. la onde aggiugssero à quel precetto di esser lecito il fare due imperfette consonanze, che elle douessero
necessariamente essere diuerse di spezie; & in oltre, che andando à trpouare la
perfetta dall'imperfetta part
endosi, fusse la piu vicina, int
endendo sempre nelle c
ompositioni di due
voci. Hora vedete come à poco à poco, allettati dall'ambitione, andarono senza punto accor
gersene, sottomettendo la ragione al senso, la forma alla materia, & il vero al falso. Non con
Altre impertinenze de Contrapuntisti. tentidi questo quelli de nostri tempi, aggiugsero al modo di procedere dall'imperfetta alla per
fetta, & da vn'imperfetta consonanza all'altra, che si douesse hauere rispetto & insieme fuggi
gire la relatione del Tritono & della Semidiapente che poteua nascere tra questa & quella parte;
& però vollero che quando dopo la Sesta maggiore veniua la Terza, che ella fusse minore, tutte
le volte però che le parti variauano per contrario moto positione, & se dopo la maggiore di queste seguiua vna di quelle,
fusse sempre minore, & così per il contrario. Vollero in oltre che
cantando quattro ò piu parti insieme, non mancasse mai alla graue la Terza ne la Quinta, ò invece di questa la Sesta ò alcuna
delle replicate. le quali osseruationi, per il semplcie diletto che
pr
ende l'vdito degli accordi, non è alcuno che n
on lo giudichi mediante la varietà loro, buonissi
me & necessarie; ma per l'esmpressione de concetti sono pestifere. imperò che elle sono atte non
ad altro, che à fare il conc
ento vario & pieno, la qual cosa n
on sempre anzi mai, c
onuiene all'espres
sione di qual sia concetto del Poeta & dell'Oratore: & per ciò torno à dire, che quando le narrate osseruationi, fussero state
applicate al fine dell'origine loro, meriterebbono questi che l'han
no modernamente ampliate, non meno lode de primi legislatori; ma tutto l'errore è che il fine
d'hoggi è diuerso, anzi di diretto c
ontrario à quello de primi inuentori della cosa; & il vero qual
sia, di già s'è possuto comprendere. Non fu mai di quelli intentione, che tali regole hauessero à
Regole & osseruationi de
Contrapuntisti
à che atte.
seruire per l'vso dell'harmonie insieme con le quali si hauesse da esprimere il c
oncetto dell'animo
con il mezzo delle parole, & con quello affetto che si conuiene; ma si bene per il semplice suono
degli artifitiali strymenti & di fiato & di corde, come da quello che sin quì habbiamo detto de
primi autori di esse, si è possuto raccorre: ma è stata da potseri la cosa intesa sempre à rouescio, &
è di maniera inuecchiata questa tal credenza, che io tengo per cosa difficilissima se non impossibile, che ell asi potesse
rimiouere & dissuadere dalle menti di contrapunto, & per ciò reputati & in pregio del vulgo, stipendiati da diuersi signori,
& che h
anno sin'ad hoggi delle cose attenenti à quella prattica detta da loro musica, informati gli altri. perche volendo à questi
tali persuadere che
siano della vera musica ignoratnti, bisognerebbe non la rettorica & eloquenza di Cicerone ò di
All'Ottauo
della sua Republica.
Demostene, ma la spada d'Orlando Paladino, ò l'autorità d'alcuno gr
andissimo Principe della verità amico. il quale potrebbe lasci
ando questa come propria del vulgo in mano à esso, persuadere
col suo ess
empio i nobili, à dare opera à quella conueniente à loro; che è come dice Aristotile, l'honesta & vsata c
on dignità. perche vnella bene ordinata Repub.come egli dice nella sua all'ottauo, si
concedono al vulgo le musiche simili à lui corrotte & fuore del vero modo della musica, come
sono queste d'hoggi tanto da lui ammirate & in pregio; per appetire naturalmente ciascuno il
suo simile; ma siane detto à bastanza. Considerate de moderni Contrap
untisti ciascuna regola
in sè stessa, ò volete tutte insieme, non tendono ad altro che al diletto dell'vdito, se diletto si può
c
on verità dire. al mod dell'esprimere i concetti dell'animo, & d'imprimergli con quella effica
cia maggiore che si potrebbe nelle menti degli ascoltanti; per comodo & vtile di essi, n
on è libro
appresso di loro che ne parli, ne ci si penza ò pensò mai dopo tale inuentione, ma si bene di mag
giormente lacerarla dato però che vi sia luogo. & che sia vero che hoggi non si pensi cosa del
mondo d'esprimere i concetti delle parole con quell'affetto che essi ricercano, se non in quella ridicola maniera che si dirà
poco di sotto; segno manifesto ve ne sia, che l'osseruationi & regole loro, no ncomprendano altro che la maniera del modulare
intorno gli interualli musici; cerc
ando
che la Cantilena sia contesta d'accordi variati, secondo i precetti detti di sopra; senz'altramen
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te pensare all'espressione del concetto & senso delle parole; & se mi fussi lecito, vorrei con piu
essempi d'autorità mostrarui, che tra i piu famosi Contrapuntisti di questo secolo, vene sono di
quelli che non le sanno ne anco leggere, non che intendere. l'inconsideratione & ignoranza di
che, è vna delle cagioni potentissime, che la musica d'hoggi non operi negli vditori alcuni di
quelli virtuosi & mirabili effetti che l'antica operaua.
STR. Riducetemi di gratia à memoria, parte di quelle vtilità che l'antia Musica
apprtaua a'mortali; ma con la solita breuità.
BAR. Di gratia attendete, perche da esse conoscerete la sua perfettione, & l'imperfettione
di
questa nsotra; quantunque il Zarlino nel capo primo, & 49.della seconda parte delle sue institutioni dica per il contrario, che questa è perfettissima, & imperfetta quella. Conseruaua la
Effetti marauigliosi, che
l'antica Musica operaua.
pudicitia; faceua mansueti i feroci; inanimiua i pusillanimi; quietaua gli spiriti perturbati; inacutiua gli ingegni; empieua
gli animi di diuino furore; racchetaua le discordie nate tra i popoli; generaua negli huomini vn'habito di buon costumi; restituiua
l'vdito a'sordi; rauuiuaua gli
spiriti smarriti; scacciaua la pestilenza; rendeua gli animi oppressi, lieti & giocondi; faceua
casti i lussuriosi ; racchettaua i malligni spiriti; curava i morsi de'serpenti; mitigaua gli infuriati, & ebbri; scacciaua la noia presa per le graui cure, & fatiche; & con l'essempio d'Atione possiamo vltimamente dire (lasciandone
da parte molti altri simili) che ella liberaua gli huomini
dalla morte? oltre alle altre ammirabili sue operationi di che son pieni i pibri d'autorità.
STR. Sono veramente molte & d'importanza, anzi di marauiglia grandissima; ma in
tanto
quel vostro celebrato Arione, non hebbe facultà altramente con la sua Musica, di placare quelli marinari padroni della naue, sopra la quale allhora si trouaua; & fu per minor suo male, forzato à precipitarsi nell'inde; aiutato poscia dal caso piu che dal consiglio.
BAR. Anzi per maggiormente mostrare Arione l'eccellenza della sua gran virtù, si
preciLa Musica libera Arione
dalla morte.
pitò in mare; hauendolo con la dolcezza della sua Cothara, & del suocanto, reso tranquillo,
d'irato che prima era; & mosso nel medesimo tempo à compassione di se stesso i delfini, che sopra il proprio dorso, à gara lo portarono tante miglia cosi sicuro, in Tanaro Promontorio della
Delfini naturalmente amano la Musica.
Laconia. & accioche sappiate, quando Arione (dopo l'essersi accorto che i marinati gli voleuano torre la vita per rimanere heredi delle olte facultà che sopra essa naue haueua) si fu vestito dell'habito regale, concesso allhora a'Musici & a'Poeti (a'nobili però, perche a'vili serui e
Habito antico de Musici
nobili, qual
fusse.
mercennarij, era prohibito) prese in mano la Cithara, & cominciò à sonare & à cantare sedendo sopra la poppa; non cantò ne sonò altramente cose atte à placare i marinari, ma si bene da
inanimire, ome fece, se stesso; come per essempio, le Canzoni Pithiche, ò la legge Orthia, ò cosa simile; per esporsi poi coraggiosamente come sapete al pericolo del precipitio. ne prima si
Pitiche Canzoni, e legge
Orthia, à che
atte.
hebbe preparato l'animo, & fatta vna inuocatione a'Dei marini, che volontariamente confidato nella sua molta virtù, si gettò insieme con la Cithara, giù dalla poppa, nell'inde: del quale heroico fatto, sapere molto
bene il felice successo. hora considerate qual sia maggior marauiglia; ò
il placare gli animali ragioneuoli, oueramente i bruti, ò pur le cose insensate.
STR. Hauete mille ragioni, & dall'hauerui il fauellare interrotto, ho imparato quell
oche
prima non sapeuo; ne facilmente l'haurei saputo se ciò non hauessi fatto; però non vi dispiaccia tornare dond'io vi tolsi, e seguire il discorso che haueuate tra mano, scusando la mia importunità.
BAR. Torno nel primo mio corso rimettendomi à dire; che se il fine de moderni prattici
è
(commessi dicono) il dilettare con la diuersità delle consonanze il senso dell'vdito, & se tal pro
prietà di solleticarlo, che non si può ne anco con verità chiamare diletto altramente, l'ha vn
semplice pezzo di legno concauo, sopra il quale siano tese quattro, sei, ò piu corde d'intestini di
bruto animale ò d'altro; disposte secondo la natura degli harmonici numeri; oueramente vna
tal quantità di canne naturali, ò pure artifitiosamente fatte di legno, di metallo, ò d'altro; diuise
in proportionate & conuenienti misure, d
entro le quali spiri qnalche poco d'aria, mentre che elle
sono poscia tocche & percosse da rozza & indotta mano di qual si voglia vile & idiota huomo;
lascisi questo fine del dilettare c
on la diuersità de loro accordi ad essi strum
enti; perche sendo priui
di senso, di moto, d'intelletto, di parlare, di discorso, di ragione, & d'anima; non sono di piu ol
tre capaci: ma gli huomini che sono dalla natura stati dotati di tutte queste belle nobili, & ec
cellenti parti ,cerchino col mezzo di esse non solo di dilettare, ma come imitatori de buoni antichi, di giouare insieme,
poiche acciò sono atti; perche altramente facendo, fanno contro la
Comparatione.
natura, che è ministra di Dio. Gli huomini giuditiosi & dotti, non si appagano à guisa della
imperita moltitudine, del s
emplice piacere, che trae la vista nel riguardare i colori & le forme di
uerse degli oggetti; ma dell'inuestigare appresso, qual sia la c
onuenienza & proporzione che h
anno
insieme quelli accidenti, & così parimente la proprietà & natura loro. nell'istessa maniera adunque, dico non bastare semplicemente
dilettarsi de varij accordi, che si odono tra le parti delle
C
antilene musiche, se n
on s'impara ancora c
on qual proporzione di voci siano fra di loro c
ongiunti,
Essempio.
oltre alle altre importanti & necessarie considerationi; per non esser come quel
semplicista, che
per la sua semplicità, non sa delle piante altra cosa che'l nome: e tali sono la piu parte di quelli
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che h
anno hoggi appresso il vulgo nome di Musici. tra l'impertin
ense & nouità de quali, si anno
Altra impertinenza de Contrapuntisti.
uera ancora quella del trasportare alcuna volta verso il graue ò verso l'acuto, à guisa che soglio
no i periti Organisti, per comodità del coro per vn Tuono, ò per vna Terza, ò per altro interuallo col mezzo de segni accidentali,
i canti prima composti per mouim
enti naturali c
antabili & co
muni, in corde forestiere, incantabili fuore d'ogn'ordinario, & piene d'artifitio. n
on per altro, che
per hauer c
ampo piu largo di predicare se stessi & le cose loro (à meno di essi intend
enti) per miracoli: oltre che non sono mancati & non mancano tra piu famosi, di quelli che hanno prima composte le note secondo
i loro capricci, & adattatoui poi quelle parole che è paruto loro; senza
hauer fatto alcuna stima, che tra le parole & le note, sia la medesima ò maggiore disformità
di quella che si è detta essere tra il Dithirambo & l'harmonia Doria: marauigliandosi poi alcu
ni pur di pregio, che la piu parte delle c
antilene d'hoggi facciano migliore vdire ben sonate, che
ben cantate. non si accorgendo, che il fine di esse è, l'essere comunicate all'vdito col mezzo degli
artifitiali, & non de naturali strumenti; perche elle sono l'istesso artifitio, & non punto naturali.
& per maggiormente torre à quelli tal marauiglia, & la fatica à me di così spesso recitare l'al
trui parole, legghino in questo proposito nella particola diciannoue il problema decimo d'Aristotile, che cesserà loro. Non
ha altro d'ingegnoso e di raro il moderno Contrapunto, che
l'vso delle dissonanze; quando però elle sono con i debiti mezzi accomodate, & con giuditio resolute; & in oltre il vago &
leggiadro delle consonanze; l'vn & l'altre delle quali, all'espresssione
Perche
dannoso l'vso delle
consonanze &
dissonanze nel
canto.
de concetti per imprimer gli affetti nell'vditore, non solo sono di sommo impedimento, ma
pessimo veleno: & la cagione è questa. la continoua delicatezza della diuersità degli accordi,
mescolata con quel poco d'aspro & amaro delle varie dissonanze, oltre à mille altre soperchie
maniere d'artifitio, che con t
anta industria sono andati cercando i C
ontrapuntisti de nostri tempi,
per allettare l'orecchie, le quali di raccontare si lasciano per non esser tediosi; sono come ho detto, di sommo impedimento
à commuouere l'animo ad affettione alcuna: il quale occupato &
quasi legato principalmente con questi lacci di così fatto piacere, non gli danno tempo d'intendere non che di considerare
le mal profferite parole. cose tutte diuerse à quello che nell'affetto
di sua natura è necessario; perche esso & il costume, vuol'essere cosa semplice & naturale, ò almeno appaire così fatto, &
hauere per mira solo, il commuouere se stesso in altrui.
Fine dell'antico Musico.
STR. Pare da quello che sin à quì detto hauete, si raccolga tra le altre molte importanti cose, che la musica d'hogg per l'ispressione de concetti dell'animo col mezzo delle parole, non sia
di molto valore; ma si bene per i semplici strumenti e di fiato & di corde: da quali altro non desidera ne apparisce l'vdito,
che dolcemente pascersi della diuersità degli accordi loro, accompagnati da conuenienti & proportionati mouimenti di che copiosi
sono; & all'vdito si manifestano poi col mezzo di alcuno agente in essi esercitato & perito.
BAR. Sottirebbe questo ched ite, tutte le volte che l'harmonie della diuersità degli
artifitiali strumenti non fussero atte ad altro che à trastullare & sollecitare l'orecchie, come diceste; &
che Contrapuntisti de tempi nostri, si fussero contentati d'hauerne lacerata quella sola parte che
all'espressione de concetti appartinene: ma non si sono contentati di ciò, poiche questa che si aspetta à semplici accordi degli artifitiali strumenti, & al diletto del senso senza passar piu oltre
all'animo; non hanno meglio di quella di prima trattata; anzi hanno ancor'essa à tal termine ridotta, che punto punto che ella peggiorasse, hauerebbe bisogno piu tosto d'esser sepolta che
curata.
STR. Come di gratia.
BAR. Non vi accorgete, che la perfida particolare delle Fughe dritte & rouerse che si fre
Quella parte di musica,
che s'aspetta
à gli artifitia
li strumenti essere lei ancora corrotta. quente & ostinatamente vsano, in quel genere però di C
ontrapunti detti da essi Ricercati; che so
no la parte propria & peculiare della musica degli artifitiali strumenti; i quali per lo piu à quattro voci costumano coporre,
senza obbligo di parole, non ad altro fine che per hauer campo
piu largo di maggiormente sadisfare all'vdito con la diuersa qualità delle corde, egli accordi,
& de mouim
enti; comunicandoglieli poscia col mezzo loro, & come si è detto, d'vno agente bene esercitato; l'imitationi delle qual Fughe,
per la troppa osseru
anza che vsano in esse la piu par
te de compositori, non da altra cosa tirati che dall'ambitione; cagiona moltevolte che alla parte graue c
antando tutte quattro insieme, m
anchi hora la Terza, & altra volta la Quinta ò la Sesta,
ò alcuna delle replicate come t
ante volte si è detto; oltre alli sproportionati mouim
enti & rithmi:
Comparatione.
& si possano ragioneuolm
ente questi Ricercari così composti, comparare à quella sorte di poesie,
che son dette hoggi Sestine; dalle quali si trae per i molti obblighi, m
anco sugo, che da qual si voglia altra spezie di poesia. che diremo appresso di quell'altra impertinenza circa il valore delle
Altra impertinenza.
Note di che molte volte compongano le sopradette Fughe; come di Semibreui col punto, & di
Breui, per lasciar da parte quellechec
omposte sono di Note di valuta maggiore? non altro, che se
nel sonarsi particolarmente nel Liuto & nello Harpicordo, strumenti ambedue nobilissimi,
non fussero con giuditio migliore accomodate di quello che da gli autori di esse furono prima
composte, non si potrebbono in molti luoghi per la pouerrà degli accordi, vdite se non con po
chissimo gusto. & si come questi inconuenienti, fugge il discreto sonatore con il percuoter le piu
volte, molti altri per il contrario ne toglie via, col fuggire e tacere, quando però c
onuiene, lo spez
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so muouere di alcuna della parti nell'istessa corda, di che posson fare indubitata fede tutti quel
li che di tale strumenti hanno buona cognitione. Sono infiniti gli inconuenienti che io potrei
oltre a gia detti di muouo addurui, se piu sottilmente volessi essaminare ciascuna loro attione;
ma perche il mostrare à quelli che hanno per male d'essere auuertiti, non che consigliati, ò ripresi, il loro errore, è come
seminare nella rena, meglio sarà che per maggior castigo gli lasciamo nella cecità loro, & che volgiamo atroue i nostri ragionamenti,
dicendo questo solo per colmo del
Altro abuso.
la loro confusione; che per il vano desiderio che eglino hanno d'essere intelligenti reputati da
manco saputi di loro, si attribuiscono ad ignoranza grande per qual si voglia importante occa
sione, il segnare il diesis X in f faut, o in g solreut; quando d'iui partendosi ascendono in b fa, ò in
c solfaut; dicendo sul saldo non esser cosa ragioneuole il procedere per interualli dissonanti quali sono le Semidiatessaron.
Con tutto questo, fategli cantare, ò sonare tali passaggi per modo di
cadentia, ce lo suonano, & cantano in quella eccellenza maggiore che si può desiderare, & si sde
gnerebbono con quelli, quando nel fare recitare alcuna compositione loro, occorrendoui come
Semidiatessaron, non trouarsi nel liuto.
si è detto, non ce lo facessero; perche in vero in quella tal maniera fa dolcissimo vdire, & particolarmente nel liuto, che
ha in vece delle Semidiatessaron, le Terze maggiori; ne vi possano nascere
in modo alcuno, come ui ho di sopra prouato.
STR. Manco male poi ch'eglino hanno tanta discretione, & giuditio, di vergognarsi fare
quello, che non si sono vergognati dire.
BAR. Anzi tutto l'opposito, e si vergognano dire quello, che non si sono vergognati fare;
perche il vero fare in questa sorte di prattica che loro chiamano Musica, e il mezzo dello opera
re, ò con le voci naturali, ò col mezzo degli aritfiziali strumenti; & non con lo scriuere questa, &
quella cifera appresso le note. haueua in animo di discorreui intorno à quell'altra pur ambi
tiosa vanità, di chequesti nostri prattici fanno tanto schiamazzo; con quelli però che sono della
Altri abusi
de'moderni
prattici compositori.
Musica loro meno itendenti; come di far cantare vna, ò piu parti delle cmpositioni loro in
torno all'impresa, ò arme di quel tale à chi ne voglion far dono; ouero in vno specchio; su per le
dita delle mani; ouero canterà vna di esse il principio, nell'istesso tempo che l'altra canta il fine,
ò il mezzo della medesima parte; & altra volta faranno tacere le note, & cantare lepose. Non contenti di questo, vogliono
altri che si anti alcuna volta senza linee, su le parole, significando il nome delle note con le vocali, & il valore di esse
con alcune strauaganti, & bizzarre cifere Caldee, ò
Egittie; ouero in vece di queste & quelle, dipingono per le carti fiori & frondi bellissime & diuerse, i cantori delle quali
rappresentano alla vsita degli vditori tanti Esculapij, oltre à mille altre
ridicole vanità.Le quali tutte cose, quando fussero vsate con i debiti mezzi, à tempo, & luogo
conueniente, non sarebbono totalmente da disprezzarsi: ma il voler predicarcele fuore di stagione per cose sopranaturali,
non è ragioneuole il comportarlo, & il vero luogo e t
empo di questi lor
concetti si fatti sarebbe, per mio auuiso alle veglie del carnouale per burla e schrerzo; ò veramen
te alcuna volta il dopo desinare in vece de semi di popone che si costumano mangiare al tempo
loro per trastullo, & per hauer meno occasione di pensare in quel mentre, & sentire la noia del
caldo: perche si fatte inuentioni sono simili à quelli strumenti musici nella fattura de quali si
scorge grandissima fatica, diligenza, & industria degli aretefici di essi, ma sonati ipoi b
enche da
Comparatione.
dotta, & eccellente mano, rendono i suoni, & voci loro rozze, & incomposte, & il diletto che da
essi si trae, è tutto ella vista; quantunque l'intentione degli artefici (se bene l'effetto non sortì se
c
ondo il primo intendimento) fu principalmente per sadisfattione dell'vdito. Si gli potrebbe co
me ho detto mostrare mille altri inconuenienti di momento, i quali riserbermo per altra vota.
Vengo vltimamente à trattar cme ho promesso, della più importante, & principale parte che
sia nella Musica, & questa è l'imitatione de concetti che si trae dalle parole; della qual speditomi, verrò à discorrerui
intorno l'osseruationi degli antichi musici. Dicono ad
unque, anzi t
engo
Zarlino al capo 32.della
quarta parte.
Neantio, figliuolo di Pitta
co Tiranno di
Lesbo.
no per fermo i nostri prattici Contrapuntisti, di hauere espressi i c
oncetti dell'animo in quella maniera che c
onuiene, & di hauere imitato le parole, tutta volta che nel mettere in musica vn Sonetto, vna C
anzone, vn Romanzo, vn Madrigale, ò altro; nel quale trou
ando verso che dica per modo
hauer
anno fatto tra le parti nel c
antarlo, di molte settime, quarte, sec
onde, & seste maggiori; & cagio
Pericleto Citharedo.
nato c
on questi mezzi negli orecchi degli asccolt
anti, vn suono, rozzo, aspro, & poco grato, n
on altra
Corde d'intestini di lupo,
& d'agnello,
non accordarsi insieme.
Lesbo isola della Grecia; nella quale fiorirono i maggiori & i piu pregiati Musici del m
ondo, alla
gr
andezza de quali si legge esser posto fine dopo la morte del singular Citharedo Pericleto, gloriosissimo vincitore tra Lacedemoni
delle feste Carnie. il qual Neantio, nell'essercitarsi in detta Ci
thara, pareua per la sua inettezza, che le corde fussero parte d'intestini di lupo & parte d'agnel
Fracastoro di
Hypatia, &
Sympatia, al
1.e.del 1.lib.
Orfeo, vcciso
dalle Baccanti.
lo: del qual difetto, ò per il fallo c
ommezzo d'hauer tolta c
on ing
anno del T
empio la sacra Cithara; cred
endo che in essa fusse inc
antata la virtù del ben sonarla, come nellalancia d'oro di Bradamante il
gettar per terra chiunque c
on essa toccaua, ne riportò son
andola il douuto castigo; restando per ciò
diuorato da cani. in che solo imitò il dotto Poeta, sauio Sacerdote, e singular Musico; ess
endo egli
come sapete stato vcciso dalle Bacc
anti. Altra volta diranno imitar le parole,
quen tra quei loro c
oncet
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ti vene siano alcune che dichino fuggire, ò volare; le quali profferiranno con velocità tale &
con sì poca gratia, quanto basti ad alcuno imaginarsi; & intorno à quelle, che haueranno det
to, sparire, venir meno, morire, ò veramente spento; hanno fatto in vn'instante tacere le parti
con violenza tale, che in vece d'indurre alcuno di quelli affetti, hanno mosso gli vditori a riso,
& altra volta à sdegno; tenendosi per ciò d'esser quasi che burlati. quando poi haueranno det
to, solo, due, ò insieme; hanno fatto cantare vn solo, due, e tutt'insieme con galanteria inusitata.
hanno altri nel cantare questo particolar verso d'vna delle Sestine del Petrarica. Et col bue zop
Nuoi abusi
de Contrapuntisti intorno
l'imitatione
delle parole. po andrà cacciando Laura. profferitolo sotto le note à scose, à onde, & sincopando, non altra
mente che se eglino hauessero hauuto il singhiozzo: & facendo mentione il concetto che egli
hanno tra mano (come alle volte occorre) del romore del Tamburo, ò del suono delle Trom
be, ò d'altro strumento tale, hanno cercato di rappresentare all'vdito col canto loro il suono di
esso, senza fare stima alcuna, d'hauer pronuntiate tali parole in qual sia voglia maniera inusitata.
quando nel hanno trouate che dinotno diuersità di colori, come brune, ò bianche chiome, & simili; hanno fatto sotto ad esse,
note bianche & nere, per esprimere à detto loro quel si fatto
concetto astutamente & con garbo: sottoponendo in quel mentre il senso dell'vdito, à gli acci
denti delle forme, & de colori; i quali oggetti sono particolari della vista, & del tatto nel corpo
solido. non sono mancati di quelli, che hanno come piu vitiati, cercato di dipignere con le no
te, la voce azzurra & pauonazza secondo il suono delle prole, non altramente che colorischi
no hoggi le corde d'intestini, gli aretefici di esse. & altra volta che vn verso hauerà detto così.
Nell'inferno discese in grembo à Pluto, haueranno per ciò fatto discendere talmente alcuna delle parti della Cantilena, che
il cantore di essa ha piu tosto rappresentato all'vdito in quel men
tre, vno che lamentandosi voglia impaurire i fanciulli & spauentargli, che vno il quale can
tando ragioni: doue per il contrario dicendo. Questi aspirò alle stelle, sono ascesi nel proffe
rirle talmente in alto, che ciascno che streida per qual si voglia eccessiuo dolore interno, ò ester
no, non vi agiunse giamai. Sotto vna parola che dirà, come alle volte occorre; Piangere, Ri
dere, Cantare, Gridare, Stridere; oueramente falsi inganni, aspre catene, duri lacci, monte alpe
stro, rigido scoglio, cruda donna, ò altre sì fatte cose; lasciando da parte quei loro sospiri, le di
susate forme, & altro; le profferiscono per colorire gli impertinenti & vani disegni loro, ne piu
insoliti modi di alcuno remoto barbaro. Infelici, non si accorgono che se Isocrate, ò Corace,
ò altri piu celebrati oratori, hauessero orando profferite vna sol volta due di quelle parole si fat
tamente; hauerebbono mosso nell'istesso tempo tutti gli vditori à riso & à sdegno; & sarebbono
da essi stati in oltre scherniti & vilipesi, come huomini stolti, abbietti, & di nullo valore.
Si marauigliano poi che la Musica de'tempi loro, n
on faccia alcuno di quelli notabili effetti che
l'antica faceua; doue per l'opposito essendo questa da quella così lontana & disforme, anzi contraria & mortal sua nemica,
come si è detto & mostrato & maggiormente mostrerassi; hauereb
bono piu tosto à stupire quando alcuno ne facesse; non hauendo ella modo di poterlo pensare
Qual
differenza sia tra il fine de musici
d'hoggi, & quello degli antichi.
non che conseguire; per essere non altro il fine di questa che il diletto dell'vdito, & di quella il c
ondurre altrui per quel mezzo nella medesima affettione di se stesso. Non s'intende appresso al
cuno di giuditio, esprimere i concetti dell'animo col mezzo delle parole, in quella sì fatta ridicola maniera; ma in altra
da essa molto lontana & diuersa.
STR. Dite di gratia come, vi prego.
BAR. Nell'istesso modo che gli esprimeuano tra i molti, quelli due famosi oratori poco di
sopra nominati, nelle orationi loro, & appresso ciascuno antico musico di pregio: & se di ciò
vogliano intendere il modo, mi c
onento mostrargli doue & da chi lo potranno senza molta fati
Da chi
possino i moderni
prattici imparare l'imitatione delle
parole.
ca & noia, anzi con gr
andissimo gusto loro imparare, & sarà questo. Quando per lor diporto vanno alle Tragedie & Comedie, che recitano i Zanni, lascino
alcuna volta da parte le immodera
te risa; & in lor vece osseruino di gratia in qual maniera parla, con qual voce circa l'acutezza
& grauità, con che quantità di suono, con qual sorte d'accenti & di gesti, come profferire quan
to alla velocità & tardità del moto, l'vno con l'altro quieto gentilhuomo. attendino vn poco la
differenza che occorre tra tutte quelle cose, quando vno di essi parla con vn suo seruo, ouero
l'vno con l'altro di questi; considerino quando ciò accade al Principe discorrendo con vn suo
suddito & vassallo; quando al supplicante nel raccomandarsi; come ciò faccia l'infuriato, ò
concitato; come la donna maritata; come la fanciulla; come il semplice putto; ome l'astu
ta meretrice; come l'innamorato nel parlare con la sua amata mentre cerca disporla alle sue
voglie; come quelli che si lamenta; come quelli che grida; come il timoroso; e come quel
li che esulta d'allegrezza. da quali diuersi accidenti, essendo da essi con attentione auuer
titi & con diligenza essaminati, potranno pigliar norma di quell oche conuenga per l'espres
sione di qual si voglia altro concetto che venire gli potesse tra mano. Ciascuno de bruti ha
Voce, perche
data a' bruti.
naturale facultà di potere à quelli almeno della sua spezie, comunicare con la sua voce, il
piacere, & il dolore del corpo & dell'animo; ne per altro è stata data loro dalla natura: e
tra i ragioneuoli vene sono de così stupidi, che per non sapere ciò mettere in prattica, mer
cè della dappocaggine loro, & valersene all'occasioni; credano d'esserne naturalmente priui.
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Osseruationi
degli antichi
musici.
Nel cantare l'antico Musico qual si voglia Poema, essaminaua prima diligentissimamente la qualità della persona che parlaua,
l'età, il sesso, con chi, & quello che per tal mezzo cercaua operare;
i quali concetti vestiti prima dal Poeta di scelte parole à bisogno tale opportune, gli esprimeua
poscia il Musico in quel Tuono, con quelli accenti, & gesti, con quella quantità, & qualità di
Timoteo, prouoca Alessandro à combattere.
suono, & con quel rithmo che conueniua in qeull'attione à tal personaggio. La onde di Timo
teo si legge (il quale secondo che paice à Suida era Tibicine, & non Citharedo) che quando
prouoco il Grande Alessandro con l'arduo modo di Minerua à combattere con gli inimici esser
citi, non solo ne rithmi, nelle parole, & ne concetti di tutta la Canzone si scorgeuano le cir
custanze dette, conforme al desiderio di lui; ma l'habito, l'effigie del volto, & ciascuno particolare suo gesto, & membro;
doueua per mio auuiso almeno parere in quello affare che ardesse di
desiderio di combattere, & di superare, & vincere l'inimico. Onde Alessandro fu forzato à gridare le armi, & dire, che tali
doueuano essere le canzoni de RE, & meritamente, imperoche tutte
Virtù del Musico, doue consista.
le volte, che il Musico (tolti però via gli impedimenti) non ha facultà di piegare gli animi degli
vditori doue ben li viene, nulla & vana è da reputare la sua scienza & saprere; poiche ad altro
fine non è stata instituita, & annouerata tra le arti liberali la Musica facultà.
STR. Haueua virtù il semplice suono dell'artifitiale strumento d'operare alcuno effetto nell'uditore?
Proprietà del
semplice suono dell'artifitiale strumento.
BAR. Non ne dubitate punto, se bene il Zarlino è di contrario parere nel capo 7. della
seconda parte delle sue institutioni, che il suono dello strumento fatto dall'arte senza l'vso delle paro
le haueua secondo che io vi accennai di sopra, & come vuole Aristotile, natura d'imitare il co
stume, & d'hauerlo in se, & grandissima facultà d'operare negli animi degli vditori gran parte
degli affetti che al perito sonatore piaceuano. & che ciò sia vero, ve lo confermo con l'essempio
di quel Tibicine al quale Pitagora disse. Muta modum. il quale mutando (secondo che gli fu comandato) il rithmo del veloce
dattilo che prima, era nel tardo spondeo; e'l Tuono, d'acuto in
graue, & il molto, in poco suono; placò si l'infuriato giouine Tuarominitano, che egli non ab
Nella seconda
Canzone della Tragedia
intitolata, le
Traeninie,
bruciò la casa della meretrice contro la quale era grandem
ente sdegnato. In oltre, Sofocle in vna
sua Tragedia, costumò domandare l'Aulon, Tiranno degli animi: non per altro, che per la facultà ch'egli haueua di tirargli
quasi che violentemente, in quella parte che al bene essercita
to Auledo piaceua. Et per più oltre dirui, vogliono alcuni che il Grande Alessandro, fusse pro
uocato à pigliar le armi dal semplice suono della Tibia; quantunque Plutarco voglia che An
Auuertimento
dell'Autore.
rigenida famosissimo Tibicine lo accompagnasse col canto, & non Timoteo altramente, per es
sere egli Citharedo come si è detto di sopra, & mostrato. Lo scordato parere de quali scrittori,
Aitigenida
famosissimo
Tibicine.
si potrebbe accordare con dire, che Alessandro come desideroso di gloria, fusse più volte stat'in
citato à combattere da varij Musici de suoi tempi, n
on è per questo che la Cithara ancora non hauesse caultà d'operare molti altri effetti; ma per incitare gli animi, & muouergli
à furore, era
Erodoto Megarense Tubicine singulare.
piu di lei atta la Tibia. Leggesi ancora appresso Giulio Polluce, che Erodoto Tubicine, com
patrioto d'Euclide, empieua grandemente d'ardire i soldati col suono della sua Tromba,
oltre à prouarlo noi stessi tutto il giorno nell'udire questo & quello strumento musico, sonare
diuerse arie, per lasciare da parte il Tamburo: il confuso romore del quale, si può con piu ra
Paguro pesce, preso al
suon del Fotingio. Eliano, nella historia degli
animali, al capo 31.& 44.
del libro 12.
gione domandare strepitoso, che sonoro, & rationale; & per piu più oltre dirui in questa
materia, vuole Eliano, che il pesce Paguro si prenda al suono del Fotingio; il qual pesce è
tanto amico di questa tale harmonia, che gliesce sino dell'acqua in sul lito per udirla, & si fa
preda d'altrui. Vuole in oltre l'istesso, che i Cerui su prendino al suon della Tibia, non altramente di quello che vediamo
ad ogn'hora far degli vcelli col mezzo del fistio al cauto vccellatore.
vuole in oltre, che gli Indiani addolcischino gli sdegnati animi degli Elefanti col canto, al suo
no dello Scindasso: & che i Libij col suono delle Plagie Tibie, faccino mansueti i feroci & indo
Scindasso,
strumento di
corde.
miti caualli; & questo basti intorno à ciò. Non voglio tacere vn'altra faccia saccenteria de nostri mo
derni prattici Contrapuntisti; i quali mettendo in musica com'essi dicono, qual si voglia sorte
di versi, ò sciolti ò legati chesiano dalla rima; gli cantano tlmente sotto le note loro, che non
seguentemente à perdere la forza d'operare nell'uditore quelli effetti, che per lor propria natura
opererebbono quando semplicemente fussero letti & profferiti secondo che conuiene alla qua
lità loro, & del Poema; & questo è quanto mi occorre dirui in proposito dell'osseruationi, &
regole de moderni Contrapuntisti. il quale dirozzamento, essendo da essi con sano occhio
considerato, oltre all'hauere io mostrato animo ben disposto uerso loro, per hauere cerca
Altra osseruatione degli
antichi musici, confutata
dal Zarlino
nel capo 47.
della 3 parte
delle instit.
to con ciascuna mia industria, & sapere di msotrar loro la uerità, potrà essere efficace mez
zo d'aprir loro la strada à quelle piu riserbate, & profonde speculationi, che in cosi nobile
scienza da vn'intelletto interamente capace di lei, possono (come ho detto) più sottilmente
essere considerate. E tornando à discorrerui intorno all'altre cose, che concorrono per
intelligenza dell'osseruationi degli antichi Musici Greci, vna particolarmente, & importan
tissima era questa. Constumauano nelle Cantilene loro di trattenersi assai intorno la Media del
Tuono che cantauano, & cosi andauano ricercando manco corde che poteuano, la qual cosa si
page 91
raccoglie particolarmente da Aristotile ne Problemi dell'harmonia, & da Plutarco in proposi
to di Olimpo, & di Terpandro.
STR. Da che nasceua questo?
BAR. Dal conoscere che la quantità di esse gli hauerebbe impediti d'operare negli
vditori
qual si voglia cosa che si fussero proposta in animo: la onde si legge come ho detto appresso Plutarco, che Olimpo e Terprando,
Musici ambedue celebratissimi; nelle Canzoni loro ricercaOlimpo e
Terpandro non
ricercano nelle Canzoni loro piu di tre
ò 4 corde.
Nell'opuscolo de musica. uano non piu di tre ò quattro corde & voci: & per la sopradetta cagione doueuano essere verisimilmente quelle piu vicine alla Media del Tuono nel ual cantauano & sonauano: perche
la differente virtù di essi modi, consisteua principalmente come si è mostrato, nel graue & nell'acuto. dal qual Plutarco si raccoglie ancora, che molti altri musici pur di pregio che nelle
Canzoni loro ricercarono piu voci & corde di uelle che haueuano ricercate prima e Olimpo
e Terprando; tra i quali si fa mentione di Filosseno & di Timoteo, reputati per ciò musici scenici; non aggiunsero mai all'eccellenza di quelli: & fu forse di non piccolo impedimento à que
Filosseno e
Timoteo, reputati Musici
scenici, & perche.
sti la varietà & quantità delle corde che in esse lor Canzoni vsarono.
STR. Non sò in quello potesse consistere l'eccellenza di quel tanto celebrato Olimpo, essendo egli semplice Tibicine.
BAR. Non fu Olimpo ne suoi tempi in credito, per il semplice suo cantare & sonare
dellaEccellenza
d'Olimpo, in
quello consistesse.
Tibia; ma per essere Musico & compositore eccellentissimo. la qual cosa si manifesta per vedersi
molte centinaia d'anni dopo lui, essere tenuto grandissimo conto delle sue compositioni & arie, come eccellentissime che ell'erano à paragone di quelle degli altri.
STR. Come conosceuano l'vno dall'altro Tuono, non ricercando le Cantilene de
famosi
Musici come hauete detto piu di tre ò quattro corde & voci? che per quanto io ne stimo veniuano à essere comuni à piu modi.
BAR. Lo conosceuano principalmente dall'essere il Systema piu & meno teso ò
rimesso; &
dalla dieursa spezie del Diapason che per altri gradi come si è detto & con essempio mostrato,
Come conoscessero li antichi l'vno da
l'altro Tuono delle Cantilene loro.
ascendeua & discendeua in questo che in quello Tuono vna che l'altra; & in oltre dalla varietà
de caratteri non ad altro fine da essi inuestigati & adoperati in si fatto negotio, che per apertamente mostrate la diuersità de Tuoni; la qual cosa manifestamente si vede in Boethio. imperoche quelli che egli vsa per ciascuno de tre generi d'harmonia, sono del modo Lydio; nel qual
luogo promette mostrare gli altri, il che non fà poi per quello si vede nel resto dell'opera: la qualeNel
capo 3.
del 4. della
sua musica.
crederò facilmente che non sia tutta, per apparire il fine di essa tronco & imperfetto. bene è vero,
che doue egli tratta de Tuoni & modi; fa mentione di alcuni altri pochi caratteri che danno inditio di molte cose importanti & degne di matura consideratione; i quali copiosamente & conNel 17.
capo
dell'istesso libro.
ordine si possono trarre dagli scritti d'Alypio autore Greco: perche in vn suo libro che egli fa
particolarmente delle Note che vsauano gli antichi Musici Greci nel notare le corde di ciascun
modo e Tuono loro in qual sia genere d'harmonia, si vedono tutti distintamente. il qual libroApypio delle
Note degli
antichi Musici Greci.
si troua particolarmente in Roma nella libreria Vaticana; di che à mesi passati n'hebbi copia,
con non piccola difficultà. trouasi ancora in esso libro, i differenti segni che vsauano gli antichi per dinotare le corde particolare dello Strumento, à differenza di quelle che significauano il
suono della voce, come ancora accenna Boethio; doue egli vuole che il primo di ciascuna corda,Nel 3.
capo
del 4. libro.
sia quello che dinota la voce, & il secondo quello che significa la corda dello Strumento. de
quali caratteri ne haueuano di tante sorti diuerse, quant'erano le differenze delle corde de Tuoni & modi loro, che in tutto ascendeuano al numero di quarantotto, mediante il discendere
(col congiunto mouimento) hota per Tuono & hora per Semituono; & erano formati de semplici elementi dell'Alfabeto & delle parti loro. alla quale imitatione si vedono notate le corde
del Massimo Systema nell'Introduttorio di Guido Aretino, con quelli de Latini.
STR. Sarebbe possibile il vederne alcuno essempio?
BAR.Non solo possibile, ma facilissimo. Eccoui primamente secondo Apypio, i
caratteri
di ciascun degli otto Tuoni, per l'ordine che ci sono descritti da Boethio; i quali dinotano qual
si voglia corda particolare di ciascuno degli otto Systemi, secondo la Distribuitione Diatonica
Diatona Ditonica; doue sono ancora notati quelli chesignificano le corde degli Strumenti loro, à
differenza delli altri che dinotano la voce: & la cagione che si legge perche questi da quelli fussero differenti & non gli istessi, era per non confondere l'aria del suono con quella della voce. perche cantandosi le medesime parole, con diuers'aria della voce (secondo che per alcuni si costumaua) che del suono; & vsandosi seguire con i caratteri l'vna l'altra sopra ciascuna sillaba, secondo
che l'haueua ordinata il compositore; se caratteri fusero stati i medesimi, ne sarebbe ageuolmente nata confusione. & massimamente
in quelle parti doue alcune volte l'vna taceua & l'altra seguiua, ò altramente. nulladimeno sono altri di parer, che gli istessi
hauriano possuto comodamente à tutto seruire, senz'hauer cagionato alcuno inconueniente: in margine de quali ho voluto per intelligenza & facilità maggiore, segnarui rincontro i caratteri Latini, secondo l'vso
della moderna prattica; & sono questi.